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Per gli abiti in copertina si ringrazia:

“MAELLE� corso Giannone, 9 Foggia


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sommario

ditoriale di ANNA RUSSO

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5 Attualità • “Ad Personam” di Micky de Finis 6 Inchiesta • Foggia crocevia del Sud, a “spasso” con i tempi 8 Storie al femminile • Dacia Maraini: ”L’identità di un popolo è nella sua lingua” 10 Fashion • Profumi e balocchi • Parola d’ordine: seduzione 12 Tradizioni • Non è vero... ma ci credo 14 Moda • Personalità da esaltare, diffidando dalle imitazioni 17 Rubriche 21 Star bene • L’importanza dell’ascolto 22 Cucina & dintorni • La tavola di Natale

n altro anno è concluso. Un anno ricco di avvenimenti, come tutti quelli passati. Che a ricordarli si fa fatica perché ogni vicenda umana è inevitabilmente soppiantata da una nuova che non lascia il tempo alle povere menti mortali di digerirla e farla propria. Non c’è tempo per Sarah di trovare pace che un’altra bambina subisce, si teme, la stessa terribile sorte. E’ notizia di questi attimi, proprio mentre sto scrivendo, che della piccola Yara si cerca ormai il corpo senza vita. Non c’è stato il tempo di pensare a lei come ad una “scomparsa”che già il timore sulla sua sorte sembra essere diventato una certezza di morte. Mentre ancora si sperava di ritrovare la ragazzina bergamasca battendo piste tra neve e cantieri, è arrivata come un pugno la notizia di un fermo per omicidio. Ma non era “solo” scomparsa? E il suo corpo dov’è, allora? Forse le cose sono andate davvero come le forze dell’ordine ritengono, ma non sarebbe stato meglio aspettare una confessione prima di urlare al mondo che Yara non c’è più? Non ci sarà Natale per i genitori di Sarah, non ci sarà Natale per i genitori di Yara, non ci sarà Natale per tutti i parenti dei ciclisti investiti da un uomo sotto l’effetto di stupefacenti che, a bordo della sua bella macchina nuova, aveva troppa fretta, in una domenica piovosa di inizio dicembre, per rallentare e aspettare di superare la curva prima di effettuare quel dannato sorpasso. Eppure per tutti noi sarà Natale perché la vita continua, inesorabilmente complicata, dura e riflessiva. In questo scorcio di fine 2010 auguro a tutti di godere delle festività e di approcciarle nel modo più giusto che possa esserci. Con la gioia di chi c’è, con il rimpianto per chi non c’è più e con la riflessione per tutto quello che ancora può cambiare. Auguro, come privata cittadina e come rappresentante di un giornale che ho l’onore di dirigere, un buon Natale a tutti, anche a chi mi accusa di scrivere editoriali “taglienti” e con “tanto di foto”. Lo considero un complimento perché credo fermamente in quello che scrivo e proprio per questo, come si dice in gergo, “ci metto la faccia”. Questo per me è giornalismo.


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attualità

AD PERSONAM

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di Micky de Finis

Non fiori ma opere di bene Salve. mente assenti nella nostra regione. La notizia era nell’aria da tempo. Ora è Come che sia, Nichi Vendola riesce a ufficiale: il sistema sanitario regionale del- raggiungere con Berlusconi un punto di la Puglia potrà essere rifondato grazie al equilibrio dopo mesi di conflitto. In regiobudget da mezzo miliardo di euro messo a ne sono convinti che sia partita una grandisposizione dal governo di centrodestra per de sfida che mira a coniugare le risorse con un governo di centrosinistra. Finisce così, l’innalzamento della qualità del sistema sacon un’opera di bene, il melodramma del nitario pugliese, questo più o meno il senprofessor Tommaso Fiore so del Fior pensiero. Detto francamente, diepropinato ai pugliesi in quetro questa sorta di pace arsti mesi, con la firma del mata siglata con la firma del piano di rientro che mette la patto antideficit, ho la senparola fine ad una storia sazione che si tenti di ocscanzonata in cui le parole cultare in maniera anche non sono mai riuscite a semalcelata una vera verità e guire le corde. cioè che il governo ha otteMa facciamo un picconuto da parte della regione lo passo indietro per capire l’impegno a rimuovere le a che punto si può arrivare cause di illegittimità della praticando di politica. Il gorecente legislazione regioverno e Tremonti ammoniTommaso Fiore nale in materia di internascono la Regione Puglia per non aver rispettato le Assessore Sanità Regione Puglia zionalizzazione del precacondizioni poste in materia di spesa sani- riato. E’ anche vero che questo piano di taria nell’ultimo biennio. Certo, si poteva dire che erano condizioni capestro, ma co- rientro mette comunque una parola di munque era quello lo spazio di manovra in chiarezza in una vicenda davvero oziosa, cui bisognava muoversi, bere o affogare! strumentale e soprattutto dannosa per i citIn una condizione di così forte contra- tadini. La Puglia, questo il punto, dovrà zione di spesa il governo Vendola decide di stringere i cordoni della borsa lungo il tagliare i servizi, chiudere ospedali solle- fronte dell’assistenza pubblica, perché se vando una polemica pomposamente pom- non ho capito male dovrebbero essere pata per sostenere che le scelte altro non chiusi o riconvertiti diciotto ospedali con taerano se non il frutto della miopia del go- gli drastici sui posti letto. E non basta: spunverno nazionale delle destre. terà il ticket di un euro per ogni ricetta, ci Ovviamente l’accusa del centro sinistra sarà il blocco del turnover. Insomma, senostrano è stata prontamente rispedita al condo i conti dei padroni delle ferriere, domittente, tacciato di malafede, perché i ta- vremo risparmiare almeno 350 milioni di gli che potevano essere fatti richiedevano euro! Una situazione oggettivamente un coraggio ed un determinismo pratica- difficile anche perché il professor Fiore, che

fa l’assessore alla sanità in Puglia e che è un laico, giustamente non crede nelle ricette miracolose, ci mancherebbe! Ora come ora, la firma del piano è pur tuttavia un bene per la Puglia, per la salute dei pugliesi e per i precari della sanità, in attesa della sentenza della Consulta. Dunque, si vedrà dopo se la politica della Puglia contro la precarietà del lavoro sarà o meno sconfessata sul piano giuridico, questo non possiamo dirlo adesso. Una cosa però va detta subito: un sistema chiaro di regole certe per l’accesso al lavoro pubblico è una garanzia per la democrazia. In tutta sincerità, non mi pare che alcune soluzioni parecchio fantasiose adottate siano coerenti con i principi giuridici che presiedono la titolarità stessa dei diritti. Vedremo cosa dirà la Consulta domani e saremo i primi a gioire a fronte di un pronunciamento favorevole alle opzioni che hanno determinato assunzioni di massa degli amici degli amici, degli amici del giaguaro e degli amici della contraerei. Ma se così non dovesse essere, chi pagherà lo scotto di un errore tecnico, giuridico e politico? Cosa accadrà? Ci sarà una nuova rivoluzione di piazza, assalteranno gli ospedali per tagliare l’ossigeno ai malati, vorrei capire come funziona questa storia e soprattutto credo vada spiegato ai pugliesi come funzionano certe matriosche. Probabilmente discutere nel merito di un piano di riordino ospedaliero sarà ora più possibile, con meno mistificazioni di ieri. E’ in questo contesto comunque che va necessariamente ripreso anche il concetto di una gestione delle risorse pubbliche più oculata, perché noi abbiamo notizie che alcuni rami secchi, alcune spese folli come

RUGBY IN ROSA

È nata a Foggia la squadra femminile di “touch”

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ndici frecce rosa nell’arco del rugby foggiano. Il rugby di Capitanata, infatti, ha deciso di allestire una squadra femminile per le competizioni di “touch rugby”, specialità condivisa anche da altre società pugliesi con le quali si potrebbe, in futuro, allestire un campionato. Loro, le rugbyste in erba, sono grintose e volenterose e in questi pochi mesi di preparazione hanno letteralmente bruciato le tappe. “L’idea è quella di dare maggiore visibilità ad uno sport che a Foggia è presente con continuità da oltre 7 anni in un campionato federale di serie C”, spiega Ermanno Baiardi che, con Luigi Zazzera ed il supporto organizzativo di Matteo Ricucci, prepara le ragazze. “In tutta sincerità non ci aspettavamo una tale risposta: sono molto volenterose, disciplinate e, soprattutto, imparano velocemente. Forse più di noi!” Le ragazze hanno debuttato in campo con i “colleghi” del Cus Foggia Rugby, in un triangolare amichevole di touch disputato proprio a Foggia. Il Touch Rugby è una variante “soft” del rugby tradizionale, in cui il placcaggio (ovvero lo scontro fisico per il possesso della palla) viene sostituito da un sem-

plice “tocco” dell’avversario. “Ci siamo avvicinate a questo sport per curiosità – spiega Mary Baiardi per la quale il rugby è ormai una tradizione di famiglia (il fratello Ermanno è il capitano della squadra senior del Cus Foggia, ndr) – ora ne apprezziamo la dimensione sociale, il fatto che sia un vero gioco di squadra”. “E’ un modo diverso per “scaricarsi” superando l’individualismo delle tradizionali palestre – spiega, invece, Mariagiovanna Fragasso – è una disciplina sportiva che ci mette in competizione e, si sa, la (sana) competizione è donna”. Sport e femminilità, per loro, non sono certo due aspetti inconciliabili. “Cerchiamo di essere femminili anche quando ci alleniamo – conclude Gina Scarano – e questo non significa avere rimmel e rossetto nel borsone! Le donne di oggi sono così: femminili ma anche grintose e competitive”. La compagine femminile di touch rugby, però, è ancora in costruzione. Per conoscere da vicino questo sport basta raggiungere la squadra il martedì ed il giovedì, dalle 20.30 alle 21.30, negli impianti sportivi del Cus, in via Napoli. Maria Grazia Frisaldi

quelle consulenziali affidate a studi legali esterni per diversi milioni di euro, andrebbero necessariamente osservate con occhi diversi, perché è sempre il cittadino che paga, non lo dimentichiamo. Radicalizzando e sintetizzando questa linea teorica, diremmo che bisogna dunque avviare veramente un’operazione verità anche perché mentre i politici litigano, il malato muore e la stessa qualità per la tutela della salute diventa scadente, perché i ritardi si allungano e le attese hanno un peso incredibile su chi porta una sofferenza addosso. In questa storia ancora tutta da chiarire e da scoprire rientra ovviamente anche il tentativo meschino di mettere nell’angolo la sanità privata che noi difendiamo, perché scegliere dove, come e quando curare la propria salute è un diritto del cittadino e il diritto alla salute equivale al diritto alla vita. Ora, vivere in un paese liberale significa ancora difendere i diritti intangibili dei cittadini? Un giovane scrittore italiano che ama farsi chiamare Carl William Brown, suggerisce che bisogna decidere di agire sulla stupidità, questo cancro mostruoso, e colpirla a morte; dobbiamo essere convinti che essa si possa finalmente separare dall’uomo e dando vita alla nostra azione dobbiamo sperare che non sia unita ad essa da un legame necessario ed indissolubile. Penso di essere pienamente d’accordo con mister Brown. Arrivederci.

CAMPIONATO ITALIANO DI PANCRAZIO Brilla una “luce” foggiana Fino a qualche tempo fa era una disciplina preclusa alle donne. Da pochi anni è tornato ad essere uno sport olimpico, praticato anche dal gentil sesso. E’ il Pancrazio, un antichissimo metodo di combattimento a mani nude che proviene dalla Antica Grecia e che ha dato origine a tutte le arti marziali conosciute ai giorni nostri, nella fattispecie quelle provenienti dall’Oriente. Il nome deriva dai vocaboli “Pan” e “Kratos” che significa “tutta la forza”. Il Pancrazio è una delle più complete discipline da combattimento, comprende tecniche di varia natura: oltre che calci e pugni, anche proiezioMariluce Amoroso ni, bloccaggi a terra e leve articolari. In occasione del 1° Campionato mondiale di Pancrazio, disputato lo scorso novembre a Salerno, ha brillato la foggiana Mariluce Amoroso, che ha partecipato alla gara individuale di Pancrazio Agon, nella categoria cadetti (anni 94-95-96) – 57 kg, aggiudicandosi la medaglia d’oro e il titolo di campione d’Italia. La giovane promessa delle arti marziali, inoltre, ha partecipato alla gara di Palesmata in coppia con il fratello Mario, eguagliando lo stesso risultato. La parte agonistica del Pancrazio rispecchia il combattimento dei giochi olimpici, con delle regole simili. I due atleti si confrontano fino alla fine del tempo di gara, senza interruzione, a meno che non ci sia una resa da parte di uno dei due. Il fine del combattente di Pancrazio è molto nobile: non è quello di vincere il suo avversario con un solo colpo, ma quello di sopraffarlo tecnicamente e portarlo nella polvere per indurlo alla resa. Tanta soddisfazione dunque per Mariluce anche perché le gare di Palesmata erano una pratica riservata esclusivamente agli uomini. A preparare la giovane Mariluce, il maestro Felice Scioscia della Palestra Juvenilia Scioscia di Lucera.


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inchiesta

Lettera a Babbo Natale: “vorrei che con i Fondi per le Aree

Foggia crocevia del Sud Natale i bambini rivolgono al grande uomo panciuto dalla lunga barba bianca i propri “desiderata”. Una bambola, una macchinina, il trenino elettrico e via via giocattoli sempre più sofisticati. Ma cosa desidererebbero i foggiani per la loro città? Le mamme chiederebbero più asili nido comunali, gli anziani più luoghi di ritrovo, i giovani più possibilità di divertimento, le forze dell’ordine meno criminalità. E le istituzioni, cosa potrebbero donare a Foggia? Tralasciando quello che ormai è un grande punto interrogativo e cioè l’Agenzia per la Sicurezza Alimentare, sicuramente potrebbero concretizzare tut-

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MONDO GINO LISA PERCHE’ I FAGIANI VOLANO E I FOGGIANI NO

to. gli Airbus A 319, Per un pugno di metri. Trecen o ogni vettori in uso in diPoco più di due milioni di eur Con verse compagnie st. -co Andrea Casto cento metri per volare low no, ma aeree, tra cui Ea1500 metri di pista i fagiani vola da cin- syJet. Potrebbero non i foggiani, stipati in velivoli ing 737 da 189 Puglia atterrare persino i Boe di rti quanta posti. Ora Aeropo a pieno carinon ché pur i, ger seg pas allunvuole investire denaro utile ad limitazione, esta Qu e. i espro- co di carburant p. Ridurre gare la pista, a far fronte agl dica han un è non ltà, ne, con in rea pri e ad ampliare l’aerostazio di tte ridurre le ai 16 il carburante perme una cifra che si aggira intorno ndi abbassare qui li, rtua Mon- tasse aeropo milioni di euro. È una svolta per re priorità di ave , utto ratt sop e, ti e di gio- i cos aereo, un do Gino Lisa, un’associazion fico traf di di scar- atterraggio in caso e semrrar vani che tira fuori una serie atte per ge ota am a si può buon esc tive al rela toffie per dimostrare che la pist ni rizio cchiere. pre in orario”. Le rest limiin no allungare, senza troppe chia uco trad si i sono carburante non ali. zion E alla fine, AdP e gli altri Ent rna inte te trat le per e: tre- tazioni Lisa giunti alla stessa conclusion L’associazione Mondo Gino non (ma o tan bas a pist di a di ttat spe cento metri pro , tesi l’ipo de ale pos- non condivi Ammila, avanzano). “Con la pista attu Pao di o enic Dom da nte ti e far rece sono volare solo aerei da 50 pos allungare la co- nistratore unico di AdP, di più lto mo è ile sim eo aer un iamo divolare Abb “ d. Nor e zion da 150- pista in dire proche stoso che far volare un aereo to Cas ga An- mostrato – continua a nell che 190 posti. In un progetto – spie to ttos piu Sud socia- cedendo verso vare arri drea Casto, Presidente dell’as può si ti, ber Gio via di e iamo di- direzion zione Mondo Gino Lisa – abb semplicemente inga 1800 anche a 2500 metri, lun a pist una e com mostrato to di tangenziatrat no vici terrando il metri permetta l’atterle”. raggio sicuro di Mariangela Mariani aerei fino a 150 posti, come

ti quei progetti che darebbero al capoluogo dauno l’immagine di una città al passo con i tempi o meglio, considerato che si tratta di interventi che migliorerebbero i collegamenti con altri centri nevralgici del territorio nazionale, a “spasso” con i tempi. Tanti progetti, ma pochi cantieri purtroppo e intanto i FAS (Fondi per le Aree Sottoutilizzate) vengono dirottati altrove. Perché? In questa pagina abbiamo realizzato una istantanea ideale delle potenzialità di Foggia e in quella accanto abbiamo spiegato i motivi per cui ancora non si decolla… a partire dal Gino Lisa. Nella speranza che Babbo Natale ci metta lo zampino.

TRENO-TRAM ROTAIE DENTRO E FUORI CITTA’ Un progetto ambizioso e innovativo quello messo in cantiere lo scorso anno dal Comune di Foggia, nell’ambito dei due piani strategici programmati sul territorio, ‘Area Vasta’ e ‘Capitanata 2020’. Il Consiglio comunale ha adottato infatti, in data 13 marzo 2009, ponendosi anche come ente capofila, il Piano Urbano di mobilità (PUMAV), che prevede l’istituzione di un sistema ferro tranviario che collegherà diversi punti strategici del capoluogo, quali la Stazione ferroviaria, Palazzo di Città, la sede della Provincia, la Fiera, la Biblioteca, gli Ospedali, l’Università, con alcuni paesi della provincia. Treno fuori, ma tram dentro la città, alimentato elettricamente, che contribuirà a limitare le emissioni di CO2 nell’aria e l’inquinamento da nafta, sostenibilità ambientale, ma anche economica, quindi, che proietterebbe la città di Foggia in una dimensione europea, contribuendo notevolmente al raggiungimento degli obiettivi legati al progetto “20-20-20”: ovvero 20% di fonti rinnovabili, 20% di risparmio energetico e 20% di riduzione delle emissioni di Co2. Il progetto prevede la realizzazione di nuovi binari solo nell’area urbana, mentre sulla linea provinciale che collega il capoluogo con i comuni di Lucera, San Severo, Peschici,

Calenella e Manfredonia, verranno utilizzati i binari già esistenti. Tutto il circuito costerà circa 200 milioni di euro, 79 milioni saranno necessari solo per la linea urbana, un investimento che potrebbe avere un ottimo ritorno economico e che porterebbe alla creazione di numerosi nuovi posti di lavoro. Il Comune di Foggia ha già pubblicato un avviso di bando di gara per la realizzazione del “Nodo di scambio intermodale”, nell’ambito del progetto-pilota innovativo Treno-Tram, che ha subito suscitato grande interesse. Nel mese di settembre erano già 18 le imprese candidate a prendere in appalto i lavori, le stesse saranno invitate a formulare un’offerta per aggiudicarsi la progettazione esecutiva dei lavori, secondo la forma dell’appalto integrato scelta dall’Amministrazione. “Si tratta di un’opera di grande impatto per la mobilità da e verso il capoluogo - si legge sul gruppo di facebook ‘il Treno-Tram a Foggia’, gestito da Giovanni Dello Iacovo, responsabile delle Relazione esterne e istituzionali di “Capitanata 2020” - . La realizzazione del nuovo terminal intermodale consente, infatti, di rendere rapido ed efficiente l’interscambio con tutte le modalità di trasporto (treno, bus extraurbani ed urbani, taxi, car-sharing, bike-sharing) oltre a migliorare la diffusione dei flussi pedonali dei passeggeri provenienti dall’insieme dei servizi extraurbani verso Foggia”. Maria Rosaria De Leonardis

ALTA CAPA CITA’ NAPOLI AD U N T IR O DI SCHIOP Foggia non av rà mai l’alta PO

I STAZIONE BUS EXTRAURBAN VIA AI DUE LATI DELLA FER, RO ha previsto, inoltre, due bre-

mobilità Foggia è una delle pochissime cito via telle di collegamento, la prima vers dei ione staz una re ave l’altà italiane a non e rta, ape già a ac- Manfredonia, in parte va bus extraurbani, solitamente post eto Ven orio Vitt zale piaz sto tra che da canto alla stazione ferroviaria. Que colo nei svin uno con ore, Fort e vial o vers anti a provoca una congestione dav tre, semche pressi del sottopassaggio. Inol man pull di eto Ven orio Vitt zale piaz la reaista prev è no, urba o pian a pro- pre nel viaggiano verso tutti i comuni dell bio per scam di gi heg parc di e zion lizza ta, vincia, verso Campania, Basilica coloro che, lao nu- le autovetture private di Abruzzo, Toscana, e ancora vers proseguono il zo, mez rio prop il to o ri- scia merosi Paesi dell’est con un unic . Questo sibus aggi- viaggio su treno o auto sultato: un ingorgo difficilmente o del trelizz l’uti con o grat genza stema, inte rabile. Il Comune ha accolto l’esi trale delcen o ruol il e disc riba , ram no-t sedi una stazione dei bus extraurbani gia nei Fog di ria e da la stazione ferrovia gnalata, oltre che dai sindacati, anch locale fico traf del ppo svilu di possi- progetti Confindustria ed ha ipotizzato la le ditra o a sta- come punto di interscambi bilità di realizzarla sui due lati dell , trafovia ferr sobu (aut ’ela- verse modalità a.r. zione ferroviaria. Il Comune, nell . ato) priv e o blic pub della fico borazione del piano urbano

velocità, per in tenderci, l’Eur ostar che viag gia a 370 km/h da Orsara ad Apice (in pr e che copre at ovincia di Ben tualmente il co vento), sarà re err alizzata intera Napoli va a M ilano e da Tori idoio che da ria. Tutta l’o mente in galle no a Venezia. pera, che dovr compenso, po In mata entr ebbe essere ul treb o il 2020-2023, tiuna linea ferrov be avere l’alta capacità: co sterà 5 miliardi iaria lungo la euro. La nuov di trat a linea risolve gia-Napoli co rebbe anche l’a n grande capa ta Bari-Fog- noso proble nma, per ora so cità di traffico, percorsa da pito ma non su tren rato, della fran pea di Montagu km/h. Un buon i che raggiungono i 250 to: il nuovo trac compromesso ciato in galle ria tra Orsara , se si considerano i vantag e Apice, infa gi delle ferm permetterebb tti, ate intermed e (inesistenti ne di ag gi ra re completam ie il tratto in i ca ente teressat la circolazione si dell’alta velocità) e delin contempora impercettibilm o dalla frana che continua nea sulla stes sa linea di tren en te a muoversi, met - serio risch i viaggiatori e tendo a io l’incolumità treni merci. Oggi i treni ch de co pu e pa nt o rtono da Fogg debole del prog i viaggiatori. Unipiegano tre or ia im- bra es etto originario e per raggiung sere la scelta semere Napoli pe cui i viaggiat di Cervaro (a r dal capolu ori preferisco circa 7 km no il trasporto ogo dauno) e gomma: gli au non Foggia co su stazione tobus infatti co di sosta per i pa me prono la tratta in due ore. Il pr ss eg geri diretti a N ogetto dell’al po li. Tale scelta ata capacità, ch prevede il radd av re bb e co e risparmio op di nove minut me vantaggio il la linea, perm pio e la velocizzazione deli sul tempo di etterebbe di correnza com perridurre ulteri mente i tempi or- giatori, co plessivo, a spese però dei di percorrenz viagstretti da Fogg a ad un’ora so tanto, garant ia a dirigersi a l- varo (non endo la poss Cerè ch ibilità inoltre treni merci di ai per raggiu iaro se con un servizio nave percorrere la tta) ngere Napoli. stessa linea. progetto di Ret La stazione di Il varo, inol e Ferroviaria Certre, sarebbe is Italiana, elab rato circa cinq olata e senza o- dio. Sulla ue anni fa, pr presinecessità di re evede in alcu tratti l’affianc visionare ques ni te del pr amento della ta parogetto sembr linea esistent in altri la real a essere d’ac e, izzazione di un cordo a linea ex novo anche lo stesso Ministero La parte più im delle infrastrut . re e dei tras pegnativa, 21 tupo km che vanno rti. Anna Russo


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Sottoutilizzate la mia città diventasse meno sottosviluppata”

a “spasso” con i tempi Treno tram, allungamento della pista del Gino Lisa, alta capacità, stazione dei bus extraurbani. Tanti progetti, ma pochi cantieri TRENO-TRAM LA FASE SPERIMENTALE

GINO LISA GLIA QUANDO AEROPORTI DI PU TI METTE LE ALI

ea Londra o a Parigi, o più semplic Lo hanno chiamato scalo ‘bonsai’, Dar. euro hi poc per a, Rom a te Lo men vittima di un terribile anatema. , e AliII win Airline, che ha tenuto duro o eric Fed a dell stro disa del spettro – pervia no van non e – o- talia restano ha aleggiato a lungo su quel fazz si abi cost i di gran più ori vett con non ché letto di terra da cui i foggiani Air- bassano. hanno mai imparato a volare. Itali L’impresa di volare dall’Aeroil ge: Brid Sky ir, lines, ClubAir, MyA o Gino Lisa non valeva la spesa port iofiato sul collo dell’Enac (Ente Naz i del- per chi ha lasciato a terra i sogn la nale dell’Aviazione Civile), voli inau ine, Airl win Dar ata. itan rd. la Cap gurati e cancellati dal flightboa scom ha ese, ’Ae- compagnia aerea ticin L’allungamento della pista dell nui e no, dau go oluo cap nza messo sul roporto Gino Lisa è un’incombe Con meri le stanno dando ragione. diecina tras si tica poli la i che da ann rdo acco (un ring ro di Alitalia in code sha tro come un macigno. Figliast mer com nia pag com la le dello per il qua Aeroporti di Puglia, all’ombra sof, ore) non cializza i voli di un altro vett scalo di Bari Palese, il Gino Lisa o scalo b- fia un vento favorevole sull avre che ha mai avuto quella pista l’assora, allo , glia sba Non . iano dav- fogg be permesso ai foggiani di volare che dice ndo qua de- ciazione Mondo Lisa overo. Aerei da 150 posti per far ferr di o da stra di tri della “Due chilome collare il turismo, sul Gargano a parte. sun nes da ano port non via i di torrida estate e per i luoghi sacr a portaen- Due chilometri di pista aere San Pio. Un affare. La base di Am milio16 Con ”. do Mon il o bra no in tutt dola e la pista ortogonale non sem conta lia Pug bili, ni di euro Aeroporti di siano strade facilmente percorri no. sog un re izza real in- dodici mesi per eppure la politica foggiana non bisogeri seg pas 300 da rter cha i que- Per tende abbandonare nemmeno tata gnerà attendere la prossima pun esi. ipot due ste . Lisa o Gin ela t della telenov Con 1800 metri di pista, EasyJe Mariangela Mariani , occo Mar in fino ano port ti e Ryanair

ANI STAZIONE BUS EXTRAURB SPECULAZIONI EDILIZIE INTERMODALITA’ CONTRO Foggia è il punto ideale di collettrigamento tra le cinque grandi dire ofred Man ci circostanti: San Severo, oltre la, igno Cer e era Luc nia, Termoli, ono ad essere il luogo dove converg Apsub dal nti enie tutti i pullman prov parche bus i tare con a senz , pennino tatono per le destinazioni estere. Per gli per ione staz le ragione, una a debe ireb serv ani aurb extr bus auto econgestionare piazzale Vittorio Ven sono ma etti, prog dei già to. Esistono izzabloccati. Perché? Perché una real ciraree le e ebb zione simile vincoler

ia, di costanti l’attuale stazione ferroviar o, a stat o dell proprietà delle Ferrovie nude escl tà, utili a blic servizi di pub vario di izie edil i zion cula spe da dole tipo. E’ la Filt Cgil a ritenere che Codemune e Provincia dovrebbero chie l’uti per sa inte di lo ocol re a RFI un prot enti pici pros ie viar ferro aree e dell lizzo ebla stazione. Queste opere cambier cita dell o volt il nte ame bero complet cetcon to anta dec o tant del e nom in tà to di intermodalità. a.r.

Non ne fa più mistero nessuno, tanto meno gli amministratori, di una situazione finanziaria comunale quasi al collasso, ma gli addetti ai lavori sostengono che il progetto del treno-tram non rimarrà solo su carta. Intanto, ed è già qualcosa, è stata avviata la fase sperimentale, ma solo in provincia, sulle tratte coperte già in passato dalla rete ferroviaria. Poco più di un anno fa è stata ripristinata la tratta Foggia-Lucera, fino agli anni ‘60 di proprietà delle RFI, data in concessione ora alle Ferrovie del Gargano. Inoltre quest’estate le stesse Ferrovie del Gargano hanno messo in funzione, in via sperimentale, i trenini di collegamento per le varie località turistiche, Calenella – S.Menaio Peschici, e l’iniziativa ha riscosso un notevole successo. Per ora vengono utilizzati ancora i treni, ma successivamente verranno sostituiti dai treni tram. La fase sperimentale si è resa necessaria poiché in fondo sarà l’utenza esterna ad ottimizzare ancor di più i costi dell’investimento. Buone notizie giungono an-

che dal fronte economico, nell’ambito del PSAV sono stati infatti già finanziati due progetti: il primo ha permesso di ripristinare il nodo di scalo intermodale di Foggia, con un importo di 4 milioni e 750 mila euro, con il secondo è stata ripristinata la stazione di scambio di Manfredonia, che consente di entrare a Siponto e arrivare fino in centro, con un contributo complessivo di 2 milioni e 133 mila euro. Il 18 novembre scorso, infine, il CIPE ha approvato l’allegato infrastrutturale nel quale rientra anche il treno tram, ma per il finanziamento vero e proprio di quest’opera bisognerà attendere la prossima seduta del Cipe. Maria Rosaria De Leonardis

ALTA CAPA CITA’ FONDI DIROT TATI ALTRO VE

sibilità di spos tare le merci su rotaia e non su gomma, come stanno facend o attualmente con costi ambi , entali e di gest Ufficialmente ione notevoli”. il progetto pe zione della lin r la realizza- Per un miglioramento de ea fin cità dovrebbe ferroviaria dell’alta capa- gamenti su binari, sarebb itivo dei colleessere attuat e necessario, rò , av ve rt o e peentro il 2023. Una data che Occhiochiuso, sembra già di un intervento an ch e a nord, lungo per sé molto lo tana se non fo il tratto Lesina nsse – Termoli, l’opera che po per i ritardi nell’avvio del- dove esiste un solo bina rio. E’ stato re trebbero far sl datto ittare la conclu un progetto, ci sono i sione dei lavo fondi ma il m - ha dato ri ancor oltre. inistero parere sfavor “Attualmente commenta Gio evole per l’im – vanni Occhioc patto amhiuso, segreta- bientale. “Il progetto pr rio generale de evede una sopr lla Filt Cgil di va zione dei bina aeleFoggia – di tu ta la nuova linea ri, una soluzi t, l’unico cantie re attivato è su ci può mettere al riparo an one questa che tratto Cervaro l zioni de - Bovino. I fond che dalle eson lla di dai no aveva mes so a disposizio che il gover- e l’alta ca ga di Occhito. Questo interv ne, a causa de ento pacità ci avvici la crisi econom l- mente nerebbero no ica, sono stati al Tirreno e al tevolperò usati per nanziare la ca nord Italia, co fi- me va ssa integrazio n un enorntaggio sotto ne dei lavorato che hanno pe ogni punto di ri rso vista”. mo anno e mez il posto di lavoro nell’ultizo”. Proprio pe A nn a Russo r denunciare ritardi nei lavo i ri la Filt CGIL ha organizzat nei giorni scor o si una manife staz testa. La realiz zazione dell’al ione di prota tre ad ottimiz zare i tempi ne capacità, oli collegamen per passegge ti ri, porterebbe notevoli vantag gi anche all’e conomia loca le se inquadra nell’ottica di ta un intervento di più ampio spiro: “Chied reiam scalo merci ad o anche lo sviluppo dello Incoronata. E ’ giusto che le aziende dell’ar ea industriale abbiano la po sGiovanni Occhioc hiuso, seg. gen. Filt Cgil Foggia


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attualità

E’ la prima donna a ricevere la laurea honoris causa dall’ateneo foggiano

Dacia Maraini: “L’identità di un popolo è nella sua lingua” Viaggio tra le sue “donne”, eroine moderne nel tempo della denuncia Una scrittrice impegnata da sempre nella difesa del ruolo e della dignità delle donne. E’ Dacia Maraini, la più autorevole laureata della facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Foggia, recentemente insignita con solenne rito medievale della laurea honoris causa in Progettista e Dirigente dei Servizi Educativi e Formativi. La scrittrice fiesolana è la prima donna a ricevere l’importante riconoscimento dall’ateneo dauno (nell’ordine è la tredicesima), ed è un’autrice conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo per la sua vasta produzione definita sbrigativamente “femminista”. La sua esperienza intellettuale, invece, appare oggi paradigmatica, in quanto rappresenta una delle punte più avanzate della nostra cultura, meritevole di aver concepito una scrittura radicata nella tradizione, che parla al presente e che sa proiettarsi nel futuro. Non a caso, per la sua discussione, Dacia Maraini ha scelto il tema “L’esperienza della scrittura”. Più che una lectio doctoralis la sua è stata una dichiarazione d’amore verso una lingua, quella italiana,

che la Maraini ha conosciuto ed apprezzato tardi, dopo un’infanzia trascorsa in Giappone seguendo gli usi e i costumi della cultura nipponica. Sembrerebbe un paradosso, ma l’autrice italiana tre le più tra-

diera o la religione - spiega Maraini – è la lingua, con le sue “regole” e con tutto quello che si porta dentro, la prima identità di un popolo. Mi sento italiana perché parlo, penso e, soprattutto, scrivo in italiano”.

ne libera, quasi a braccio: in mano, solo una serie di appunti utili a non perdersi nell’intrico di cenni storici, ricordi d’infanzia ed esperienze personali messe insieme a sostegno della sua tesi. Per la compagna di Alberto Moravia, Da sinistra: la Preside della Facoltà di Scienze della Formazione Franca Pinto Minerva, la scrittrice Dacia Maraini e il Rettore Giuliano Volpe l’esperienza della scrittura è soprattutto una questione di responsabilità civile: “Lo scrittore è chiamato a testimoniare il suo tempo, a raccontare la realtà, non la verità. Scrivere è un gioco, e come tale deve rispettare delle regole, che sono alla base del vivere civile”, spiega. Ma è anche una “questione di famiglia, che si tramanda per linea femminile Fonte Università degli Studi di Foggia da parte paterna da almeno tre generaIl suo non è stato un discorso uf- zioni”, conferma. Non è un caso, indotte al mondo, fino all’età di 11 anni stentava ad esprimersi nella lin- ficiale - ex cathedra - come ci si po- fatti, che i protagonisti delle sue gua che di lì a poco sarebbe trebbe aspettare una situazione uf- opere siano per lo più donne, eroidiventata la “lingua dell’identità”: ficiale quale la cerimonia del 18 ne moderne attraverso le cui storie l’italiano, appunto. “Più che la ban- novembre, piuttosto una discussio- l’autrice de La lunga vita di Ma-

rianna Ucrìa ha saputo tracciare il profilo complesso della società di questo passaggio di secolo. E lo ha fatto con lo sguardo attento e critico di una donna che ha saputo varcare, attraverso il medium narrativo, i confini del tempo e dello spazio facendo dialogare tra loro passato e presente, vicino e lontano, uguale e diverso, riunificandoli nel comune sentire di personaggi dall’aspro valore di denuncia. Una vita spesa per l’impegno culturale e civile, dunque, dinanzi alla quale il titolo in Scienze dalla Formazione potrebbe sembrare “forzato”, volendo riconoscere alla Maraini solo gli indiscussi meriti letterari. Ma è proprio nello spessore culturale della sua produzione che ne emerge la rilevanza educativa e formativa, nella quale la motivazione del riconoscimento accademico evidenzia “saldi ed imprescindibili punti di riferimento per la formazione delle giovani generazioni ai valori della responsabilità, della solidarietà e del dialogo (tra le lingue, le fedi e le culture, tra i generi e le generazioni) nel rispetto delle reciproche diversità”. Maria Grazia Frisaldi

INCONTRI DI VITA

Solitudine e sofferenza in versi Essere di conforto. Per chi soffre, per chi vive nel dolore e nell’immensa disperazione. E’ una missione la scrittura per Carla La Daga, un modo per allungare una mano verso la sofferenza umana, quasi ad alleviarla con parole dolci, semplici, ma toccanti. Trentenne foggiana, con la passione per la poesia, Carla la Daga ha vissuto un’infanzia sofferta a causa della malattia del fratello. Un fratello che ha amato e che ha perduto prematuramente, che le ha insegnato a lottare e a godere delle gioie della vita. A lui ha dedicato la sua prima poesia, scritta ad otto anni: “Ogni mattina sento il passo della sua carrozzella/si sforza a camminare/su di essa c’è mio fratello/le sue mani disegnano le macchine/Entra con la carrozzella/dalla porta della cucina/gioca con me a disegnare/ride, scherza e dice delle barzellette […] so che un giorno guarirai/correrai come un fulmine/ un leopardo/diverrai velocissimo e ti sarò vicina per sempre”. Sempre al fratello, in quell’infanzia innocente, cede il suo più grande “regalo”: una letterina a Babbo Natale in cui non chiede bambole e giochi, ma “che i medici trovino la medicina giusta per rivedere il suo fratellino correre”. E’ la semplicità struggente di bambina a colpire in queste frasi che raccontano il grande desiderio di regalare all’amato fratello quella forza nelle gambe che lo porti ancora una volta a camminare. Crescendo, segnata dal dolore per la scomparsa del fratello prima e del padre subito dopo (“Ci sono giorni in cui vorresti dire/perché le persone che ami/

Con Arbor vitae

Carla la Daga presenta la sua prima opera

vanno via e non ritornano mai più/gente crudele che ti spezza il cuore/qualunque cosa fai […] Non mi accorgevo/quanto bene mi volevi/ora è troppo tardi per abbracciarti/Quanto gelo c’è intorno a me/ma neanche un oceano di lacrime/può farti ritornare in vita), Carla ha trasformato quel bisogno di comunicare in versi le proprie emozioni, in una missione. Ad ispirarla, dopo la triste esperienza personale, è ora la sofferenza che legge negli occhi altrui ed è il sociale a dominare nei suoi versi: “Tu che non vedi un’alba/tu che non vedi il calar della notte/e non vedi le persone che ami/Dimori nell’ombra e/nella luce del tuo cuore/Vola con me sull’ebbrezza dell’alba/Non temere i terrori della notte/ti sono vicina nel buio/e nella luce del mio cuore non temere”. Scrivere versi è diventato l’unico mestiere possibile per Carla che si diletta anche a dipingere e comporre opere teatrali in dialetto foggiano. Ciò che colpisce nella giovane, timida, a volte impacciata, è il desiderio di riscatto per se stessa, per la propria infanzia difficile e per tutti coloro che vivono in condizioni analoghe di sofferenza. Per questo, e per una promessa fatta ai suoi cari scomparsi, ha deciso di pubblicare le sue poesie nella raccolta “Incontri di vita”, in vendita presso la Libreria Dante di Foggia. Il libro sarà presentato anche nella sede di 50&Più Università il prossimo 13 Dicembre. Per informazioni contattare la sede al numero telefonico 0881.723151. Simona Guerrera

Rilassarsi e riscoprire se stessi

Più che un incontro al femminile è stato una scoperta. Scoperta di sé, dell’altro, della bellezza dello stare insieme, a contatto con la natura. Tutto questo è accaduto nel corso della giornata al femminile organizzata dal gruppo scientifico-culturale "Arbor vitae" lo scorso 13 novembre. Un incontro, la cui partecipazione è stata assolutamente gratuita, per dare spazio alla creatività e facilitare il proprio ascolto inte-

riore. Complici la giornata soleggiata, la quiete della campagna a fare da cornice, la sapiente capacità di coinvolgimento della psicologa Giulia Di Biase e della sociologa Francesca Virgilio, la disponibilità del ginecologo Antonio Lacerenza, unico uomo presente, le partecipanti hanno potuto effettuare tecniche di rilassamento e di espressione corporea, liberarsi delle proprie co-

strizioni mentali e, dimentiche per alcune ore degli impegni lavorativi e familiari, dedicarsi completamente a se stesse e al proprio benessere. Nel corso dell’incontro sono stati trattati, con leggerezza e al contempo con la dovuta attenzione, argomenti legati al benessere psicofisico della donna, problematiche femminili non solo mediche, ma anche psicologiche.

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002 Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Anna Russo Caporedattore Angela Dalicco Hanno collaborato Micky de Finis Rosa Cotugno Maria Grazia Frisaldi Mariangela Mariani Simona Guerrera Maria Rosaria De Leonardis Rubriche avv. Caterina Monopoli dott.ssa Edwige Carnevale dott.ssa Floredana Arnò dott.ssa Luigia De Vito dott.ssa Maria Grazia Bellantuono dott.ssa Antonia Dedda dott.ssa Elena Ricci Barbini dott. Andrea Stella

Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (vill. Artig.) Tel. 0881.56.33.26 - Fax 0881.56.33.19 e-mail 6donna@virgilio.it Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia


moda

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publiredazionale

bellezza

Profumi & Balocchi Viaggio tra fragranze e piccole meraviglie

È una boutique profumata, salotto dei balocchi. Dentro ci sono i capricci delle donne e i desideri degli uomini. Accomodatevi su un antico divanetto e chiudete gli occhi: sarà come viaggiare da Londra a Parigi, e in volo fino al Mar dei Caraibi. Scoprirete di non essere in una profumeria qualunque. C’è tutta la vita di Valeria e Daniela De Flumeri al civico 85 di via della Repubblica. I quadri raccontano i loro viaggi alla ricerca di un profumo mai annusato, mai indossato; giovani e appassionate, amano quelle fragranze e raccontano marchi storici dell’alta profumeria come Penhaligon’s, un profumo usato da Winston Churchill e da Luchino Visconti, L’Artisan Parfumeur, Montale, E. Coudray, Piver, Lubin. “Trattiamo tutti i marchi più selettivi della profumeria inglese e francese, fragranze particolari che non si trovano nelle profumerie commerciali. Tutto ciò che non è moda, ma che fa moda. Ci rivolgiamo a coloro che desiderano distinguersi e vogliono indossare qualcosa di diverso e di unico”. Un passo fuori, ti prende il dubbio che non sia alla tua portata, poi dietro i vetri ti convinci che al prezzo di un marchio commerciale acquisti la classe di un marchio di nicchia. E varcata la soglia dell’atelier, inizia una passeggiata olfattiva. C’è tutto il Mondo in una carrellata di fragranze che ti passa sotto il naso, in quel salotto inglese all’ora del the. Non è la solita profumeria, eppure dentro le credenze c’è tutto quello cerchi in una profumeria commerciale. È una scuola di degustazione e cultura olfattiva. In ogni boccetta c’è il profumo di una storia: l’Hammam Bouquet creato da Penhalignon’s per Oscar Wilde, il trucco di T.LeClerc, con le finissime polveri di riso

che hanno truccato Monica Bellucci, Catherine Deneuve, Madonna. In alto una gigantografia del Dottor Perricone, il medico autore di famose pubblicazioni: ‘Il tempo è relativo’, è il suo motto, sotto un viso che non mostra affatto i segni del tempo. I suoi prodotti promettono miracoli. L’eccellenza della cosmesi è tutta in uno scaffale: dal marchio di Annayake ai prodotti Bakel, con la loro formula unica 100% principi attivi. In pochi metri quadri, ti circondano i balocchi più preziosi, le ceramiche da bagno, borse, accessori trendy e le Lampe Berger, scelte anche come bomboniere per matrimoni e ricorrenze. Create nel lontano 1898 per purificare l’aria degli ospedali, sono profumi d’ambiente dalle fragranze uniche che deodorano e arredano. Nel salotto dei cinque sensi, ai palati raffinati è servito food inglese, biscotti e marmellate dalla Francia e dal Regno Unito. E per rilassarsi, la Ligne St Barth ha tutto l’occorrente per una cosmesi dagli ingredienti caraibici: i prodotti sono interamente realizzati sull’isola di St. Barthélemy, con piante, fiori e frutti dell’arcipelago. E ancora la linea newyorkese The Laundress, nata dall’estro di due stiliste di Chanel e Ralph Lauren, sono detergenti per lavare gli abiti di lusso, tre volte concentrati, con una base di materie prime naturali, prive di allergeni: possono essere utilizzati anche per i capi dei neonati. Il lusso non costa caro nella maison parfumeè delle sorelle De Flumeri: “Abbiamo i prezzi di una normale profumeria”. I prodotti, le linee e i marchi sono on line all’indirizzo www.profumibalocchi.com, il sito internet della boutique, dove è possibile fare acquisti con un click: quest’anno i regali arriveranno da ogni parte del Mondo.


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fashion

Parola d’ordine: seduzione Perfette da togliere il fiato

Tra brindisi, auguri di fine anno e party per celebrare l’inizio, questo è uno dei periodi più frenetici, ma anche più mondani. Chi ama uscire ha diverse occasioni per divertirsi con il maquillage scintillante tipico di questo periodo, in versione 2010. Il trucco delle feste di quest’anno richiede una base nuda, quindi fondotinta naturale ma coprente, con punti luce dorati sugli zigomi e focus sulle sopracciglia, che devono essere curatissime e passate con ombretto e pennellino marrone. Le sopracciglia castane, infatti, danno intensità al viso, qualunque sia il colore dei capelli. Il must è averle ben depilate, per esempio ad ala di gabbiano, perché quelle “selvagge” sono decisamente superate, a maggior ragione in vista di una serata speciale. L’altro punto del viso da valorizzare è la bocca: rossa e lucida come una lacca cinese, da truccare con matita e pennellino e illuminata con abbondante gloss trasparente, magari anche dalle virtù volumizzanti. Se il focus sulle labbra non è possibile (quando sono sottili o, se il sorriso non è perfetto, meglio un colore chiaro con glitter), allora si può puntare sullo sguardo. Per un effetto di impatto gli occhi sono sottolineati con matita nera ed enfatizzati con abbondante ombretto nero o blu scurissimo, sfumato verso le tempie. Completano il tutto un

tocco di ombretto oro o argento, mascara allungante e il gioco è fatto. Per i capelli, le regole d’oro per fare colpo ad una festa sono morbidezza, lucentezza e volume. Partite sempre dai capelli ben puliti, l’effetto finale è che saranno più luminosi. E il tocco finale per aggiungere glamour a una chioma? Esaltare le sfumature naturali, affidandovi ad un bravo hair-stylist che, grazie a polveri o balsami illuminanti, creerà colpi di luce temporanei. Alle feste vanno moltissimo tutti gli accessori per capelli chic e rock. Sia che scegliate un raccolto o i capelli sciolti, abbondate con fermagli glitterati: di sicuro vi farete notare. COME USARE I GLITTER Illuminano e accendono di bagliori incandescenti viso, capelli e decolleté sotto le luci artificiali, dunque sono adatti solo alla sera: la tendenza è quella di usarli a piccoli tocchi, su zigomi e arcata sopraccigliare, rotondità delle spalle e dei seni. Non serve esagerare, basta scegliere un solo punto da enfatizzare e lasciare il resto naturale. In alternativa, si può puntare sul contrasto di un trucco mat molto sofisticato e una capigliatura “accesa” di brillantini. Oro, argento, rosa… la nuance adatta è quella che meglio si accorda con la carnagione, l’abito o i capelli: tutto è permesso, con mano leggera. Angela Dalicco

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tradizioni

Tradizioni lontane che perdurano nel tempo

Non è vero... ma ci credo Pochi sfuggono alla tentazione dei riti scaramantici. Soprattutto alle soglie dell’anno nuovo

Chi non ha indossato almeno una volta un paio di slip rossi la notte di Capodanno? O mangiato abbondanti piatti di lenticchie nella speranza di trovarsi le tasche piene di soldi? Questi e diversi altri gesti superstiziosi, tuttora in voga, hanno

Soldi salute fortuna A proposito di mutande rosse: perché si è scelto proprio questo colore e non, per esempio, il verde o l’arancione? Perché il rosso ha sempre avuto, sin dall’antichità, il potere di allontanare, scacciare la sfortuna. Molto diverso è il simbolo del vischio. La sua origine è mitologica: gli antichi druidi (sacerdoti celti) pensavano che fosse una pianta magica, dal momento che non spunta dal terreno ma sul tronco di meli, pioppi e querce, e che nascesse dal cielo. Inoltre, le sue bacche si sviluppano nel corso di nove mesi, proprio come i bambini nel ventre materno. Il vischio rappresenta così la vita, l’anima della terra e un bacio sotto le sue foglie non può che portare gioia e fertilità alle coppie di innamorati. Le lenticchie, invece, erano simbolo di abbondanza e

denaro già nell’epoca romana. Ogni lenticchia rappresenta una moneta, quindi in ogni cenone che si rispetti non può mancare un piatto di questi legumi. Stessa cosa per cotechino e zampone, carni grasse e nutrienti che, secondo la tradizione, se mangiate a Capodanno, promettono un anno ricco e fortunato. Sempre in tema di cibo, non può mancare l’uva. Ogni acino che si mangia porterà soldi, perché in passato cogliere l’uva anche nei mesi invernali significava aver avuto un raccolto molto abbondante. Quanto all’usanza di mangiare dolci, anche per questa c’è una spiegazione antropologica. Inizialmente si donavano durante le cerimonie nuziali, ma dietro questo gesto apparentemente solo gentile si nascondeva anche la volontà di

scacciare l’invidia delle persone per la felicità degli sposi. Ed è anche per questo che i dolci abbondano durante le feste di fine anno. Sempre il primo giorno dell’anno, poi, pare porti fortuna vedere per prima una persona del sesso opposto (familiari esclusi), mentre è considerato un brutto presagio imbattersi in un cavallo bianco, ma da questo punto di vista la maggior parte degli italiani potrà dormire sonni tranquilli. L’avarizia è un difetto da correggere nel periodo natalizio: si dice che chi non riuscirà a fare un regalo entro la vigilia di Natale finirà in povertà. E se un’amica ha bisogno di un prestito, i primi giorni dell’anno sono il momento giusto per correre finanziariamente in suo aiuto: pare infatti che a.d. il denaro prestato torni indietro quadruplicato.


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tradizioni

un’origine lontana e un significato che perdura nel tempo e resiste allo scetticismo diffuso. Il cambiamento radicale nella vita dell’uomo negli ultimi decenni ha fatto sì che scara-

manzie e riti propiziatori abbiano assunto sfumature differenti, ma ciò che è rimasto immutato è la loro funzione di rassicurazione. Semplificando, si può dire che è una sorta di “tranquillante” per le paure umane; infatti la componente psicologica è stata ed è tuttora la linfa vitale del gesto superstizioso, attraverso il quale l’uomo, inconsciamente, prende atto dell’esistenza del male che c’è nel mondo e cerca di fronteggiarlo come può, anche attraverso vecAngela Dalicco chi riti magici.

In giro per il mondo Chi pensa che queste usanze siano un’esagerazione, non ancora ha finito di stupirsi. Nel resto del mondo persistono riti altrettanto strambi e divertenti. In Francia, ad esempio, la notte di Capodanno porta fortuna dar fuoco a un grosso pezzo di legno che si lascia ardere completamente per tutta la notte; nel frattempo, ci si mette a tavola per il classico cenone, dove non può mancare la Bûche de Noel, un dolce fatto a forma di tronco di legno, che si mangia a Natale e, appunto, a Capodanno. In Polonia, alla vigilia di Natale, bisogna aspettare che compaia una stella nel cielo prima di iniziare a mangiare, mentre in Portogallo, alla fine del pranzo natalizio si lascia sempre la tavola imbandita per dare il benvenuto alle anime dei defunti. In Cina, dove il Capodanno cade tra il 21 gennaio e il 20 febbraio, bisogna ricordare di tenersi lontani da forbici, coltelli e scope che espongono al pericolo di tagliare o spazzare via la fortuna. Tutti gli utensili taglienti ven-

gono nascosti, mentre fuori dalle porte sono esposte le effigi delle divinità domestiche per ingraziarsele. Allo stesso scopo, le labbra delle statue del protettore del focolare vengono spalmate di miele nella speranza che, volando in cielo per fare il resoconto del comportamento della famiglia sulla quale veglia, abbia per lei solo parole dolci. Decisamente colorati sono i gesti propiziatori provenienti dall’America Latina. Per esempio, ancora oggi in Messico esiste l’antica usanza della pinata, una pentola di terracotta o di cartone piena di arachidi, arance, mandarini e che si usa rompere dopo aver celebrato la posada, piccola festa notturna che si svolge per tutto il periodo natalizio. Poiché la pinata rappresenta il peccato, una persona, con gli occhi bendati, la colpisce fino a romperla, e farne così uscire i dolci e la frutta contenuti all’interno, a simbolo delle benedizioni elargite da Dio quando il peccaa.d. to viene vinto.

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moda

Il look giusto per vivere al meglio i numerosi

Personalità da esaltare, Dal cinema al ristorante, i consigli per essere sempre al top

Il periodo delle feste pre e post natalizie, e intorno al Capodanno, rappresenta un’occasione non solo per staccare dal tran tran delle occupazioni quotidiane e per immergersi in un’atmosfera unica, ma per vivere una ritrovata socialità che in altri periodi dell’anno sarebbe inimmaginabile e non solo per ragioni di tempo. L’agenda si ritrova improvvisamente fitta non più – o non solo – di impegni di lavoro, ma di occasioni di incontro, ognuna delle quali merita di essere sottolineata dal look giusto, sbarazzino o impegnato quanto basta, in grado di esaltare la personalità e il glamour di ognuna di noi.

LE USCITE SERALI Nonostante il freddo, ecco che rimanere in casa diventa assolutamente tabù. Se si hanno bambini piccoli e bimbe deliziose al seguito, andare al cinema è d’obbligo, anche grazie alle meraviglie garantite dal 3D e all’ampia varietà di proposte. Il look perfetto della stagione 2010 è l’abbinamento tra la mantella e cappa e gli stivali Ugg, arrivati dalla lontanissima Australia per far proseliti in tutto il mondo (e che possono contare su testimonial d’eccezione come Kate Moss e Paris Hilton). Perfetti con leggins o jeans attillati, vanno benissimo anche con gonne di media lunghezza, e la varietà di colori e proposte è tale da soddisfare qualsiasi gusto.

Se invece l’opzione è un evento culturale ad alto tasso di mondanità, come un concerto, oppure un dopocena movimentato e ricco di sorprese, il nero abbinato al tacco dodici è ovviamente d’obbligo, senza esagerare con gli accessori. Il must di stagione è il borsalino da uomo, a falde strette e con fascia “ton sur ton”, oppure il basco in lana, ma sempre rigorosamente scuro: impossibile passare inosservate, ma sempre con stile ed eleganza. In caso di puntata al ristorante, la mantella va ancora benissimo, ma della stessa tinta della giacca o del maglione, nelle sfumature rassicuranti del sabbia o d’immediato impatto del rosso acceso, per chi non ha paura di usare e ha una carnagione all’altezza degli sguardi che si annunciano numerosi.

LE SERATE IN CASA Ma se parte la serata ‘burraco’ o ‘chemin’, non c’è evento che tenga: l’invito è di quelli irrinunciabili e si esce di casa rigorosamente per andare in un’altra casa. Il calore è garantito, quindi sono banditi capi dal taglio pesante: molto più comodo – e divertente e originale – un giacchino corto con spalle che rimandano tanto ai primi anni Ottanta, un top o al massimo una camicia in linea con la propria personalità, con pantalone di taglio maschile e stiletti.


moda

appuntamenti del periodo festivo

diffidando dalle imitazioni Particolare attenzione va invece riservata ai be mettere in imbarazzo le nostre ospiti, se non dettagli, dal taglio dei capelli al trucco, dalla altrettanto curate: puntare su quadri (per le collana agli anelli, dalla cinta in vita al brac- gonne in particolare) e sobrietà appare quinciale: basta poco, in fondo, per valorizzarsi e di la scelta migliore, in grado di proteggerci non deprimersi, cercando magari di far depri- da sorprese e incomprensioni. Angela Dalicco mere l’immancabile antipatica di turno, scegliendo tra proposte originali al IN VIAGGIO punto che divenUna categoria più ristretta le vacanze le trascorrerà invece fuori, In ta un’impresa montagna a casa propria o di parenti ed amici. Non necessariamente riimitarle, ed evichiesto l’abbigliamento da neve à la mode, data la consuetudine e le fretando così di corquentazioni piuttosto abitudinarie: la comodità regna sovrana, con marere il rischio glioni a collo alto, meglio se in paille, leggins nascosti da jeans, stivaloclone (memorani al ginocchio, cappellini imbottiti. Ma un viaggio in località top come bile una serata Cortina o Saint Moritz, o la semplice scelta di alberghi di fama impone natalizia di qualben altro budget per un look all’altezza delle (nostre) aspettative, e un che anno fa in un passaggio obbligato in boutique per aggiornarsi sulle tendenze di stanoto ristorante gione da coniugare con il proprio stile e la propria personalità. foggiano, con due vip arrivate a AL MARE distanza di un quarto d’ora l’una Negli ultimi anni il sogno proibito del mare d’inverno appare una sidall’altra con rirena dal richiamo irresistibile, ben più del salto romantico in celebri caspettivi fidanzati pitali europee come Parigi, Vienna, Praga (bellissime e suggestive, ma e che si sono ritroparticolarmente fredde nel cuore dell’inverno: consigliabile quindi un look vate con lo stesso estremamente pratico in particolare per le uscite notturne, poiché le temidentico vestito perature possono scendere di parecchi gradi sotto lo zero) o dell’imda sera, stesso comersione in realtà multietniche sospese tra tradizione e novità come Lonlore stessa taglia, dra o New York. Partire con un bagaglio leggero costituito per gran parma effetto ben te da creme abbronzanti, costumi e parei per località vicine come le isodifferente, acquile Canarie, Sharm el Sheik, o meravigliosi atolli alle Maldive o alle Seystato peraltro nelchelles è però un’opzione che per tante è una piacevolissima realtà. Prel’identica boutisenta infatti il vantaggio di non esagerare con le spese per il look, a patque). to di partire con il costume trend dell’estate appena trascorsa, quello coSe invece sialor glicine o con tonalità ancora più scure, meglio se arricchito da swamo noi le padroni rovski, la forma a coppa preferita allo striminzito triangolo. Rigorosamente di casa, un look bandito il topless, per nascondere i segni del passaggio dal chirurgo. E eccessivamente a.d. soprattutto perché la seduzione è soprattutto classe. elegante potreb-

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OCULISTA

Tecnica innovativa per la cura del cheratocono

ANDREA STELLA

Cross-linking corneale

Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Risolutiva per molti pazienti che rischiano la cecità Il cheratocono è una malattia legata ad una debolezza strutturale della cornea, la prima e più importante “lente naturale dell’occhio” che progressivamente tende a sfiancarsi, estroflettersi ed assottigliarsi all’apice assumendo la forma di un cono. Colpisce ogni anno 50 persone ogni 100.000, ha origini genetiche, solitamente si manifesta in pazienti giovani fra i 20 e 30 anni, ha un’evoluzione soggettiva e determina all’inizio un crescente astigmatismo con peggioramento della qualità visiva, negli stadi più avanzati opacizzazione e in alcuni casi anche la perforazione della cornea. Fino ad oggi la correzione di questo grave difetto refrattivo era affidata ad occhiali speciali o lenti a contatto, quindi al trapianto in caso di evidente deformazione della cornea. La metodica del “Cross-linking” corneale consente di curare in modo relativamente semplice questa grave patologia oculare permettendo di contrastarne l’evoluzione ed evitando spesso il trapianto di cornea. L’idea di questo approccio conservativo per la cura del cheratocono è nata in Germania alla metà degli anni ‘90 ad opera di un gruppo di ricercatori dell’Università di Dresda ed è stata recen-

temente approvata grazie agli ottimi risultati portati a termine da uno studio multicentrico italiano. La metodica è più facile e meno invasiva di tutte le altre proposte terapeutiche-chirurgiche sul cheratocono e si rivolge alla prevenzione ed alla cura di alcuni tra i più importanti meccanismi fisiopatologici alla base del cheratocono avendo dimostrato un aumento della rigidità strutturale corneale. Il trattamento è consigliabile nelle forme di cheratocono in fase refrattiva (stadio 1 e 2) e con spessori corneali non troppo bassi, il cui peggioramento negli ultimi 6 mesi sia documentabile clinicamente e strumentalmente; sono da escludere dal trattamento quei rari pazienti con grave sindrome da occhio secco o con infezioni corneali in atto. Prima dell’intervento è necessario provvedere ad una visita approfondita per la valutazione delle caratteristiche morfologiche ed ultrastrutturali della cornea, eseguendo una topografia corneale, tappa fondamentale per l’eventuale pianificazione dell’intervento, consentendo di individuare il grado di evoluzione e la gravità del

cheratocono; in presenza di requisiti compatibili con i severi criteri di inclusione si constata l’idoneità al trattamento. Il cross-linking corneale è assolutamente indolore e mininvasivo: la metodica prevede l’instillazione di vitamina B2 o riboflavina in collirio nella cornea, che viene poi sottoposta ad una irradiazione a basso dosaggio con raggi ultravioletti di tipo A (uva). Nel corso dei 30 minuti di irradiazione, l’applicazione della riboflavina viene ripetuta ogni 5 minuti. Grazie all’azione aggregante della vitamina B2 l’irradiazione con i raggi uva porta all’intreccio e al rinforzo degli strati superficiali ed intermedi della cornea, che diventa così più resistente (pro-

cesso di fotopolimerizzazione del collagene). In un certo numero di casi, oltre a bloccare e, in qualche caso, migliorare, lo sfiancamento corneale caratteristico del cheratocono, tale trattamento si è dimostrato utile nel ridurre l’astigmatismo. Al termine dell’esposizione ai raggi uva l’occhio viene medicato con colliri o pomate antibiotiche e chiuso per qualche giorno (3-4 in media) con una benda o una lente a contatto terapeutica, in modo da consentire la riformazione dell’epitelio. Occorre sottolineare che allo stato attuale i risultati sono promettenti e dimostrati nella stabilizzazione del cheratocono ed in più di qualche caso (fino al 30%) un miglioramento della performance visiva, che comunque va considerata tra gli obiettivi secondari rispetto al blocco o al rallentamento della malattia; scarsi o nulli gli effetti collaterali. Si tratta dunque di un grande passo in avanti della medicina oftalmica che oggi dispone di una tipologia di cura efficace, poco invasiva e spesso risolutrice per molti giovani pazienti che altrimenti rischierebbero la cecità.

L’UROLOGA

E’ una branca medica nata di recente

DI ELENA RICCI BARBINI

La Chemioprevenzione

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Farmaci e prodotti biologici per prevenire o ritardare la propgressione dei tumori Il tumore della prostata è una delle più frequenti cause di morte per neoplasia nel sesso maschile. Tra i fattori di rischio sono annoverati quelli nutrizionali. L’importanza, quindi, della chemioprevenzione come arma aggiuntiva alla normale terapia ha un suo perchè. La chemioprevenzione consiste nella somministrazione di agenti (prodotti biologici, alimenti) in grado di prevenire, inibire o ritardare la progressione dei tumori in genere, in particolare della prostata. E’ una branca medica nata di recente, anche se sono molti anni che si studia l’effetto positivo di alcune sostanze biologiche (alimenti e altro) sulla patologia tumorale. Nell’ambito della patologia prostatica abbiamo 3 livelli di strategia: 1) prevenzione primaria 2)prevenzione secondaria 3) prevenzione terziaria. La primaria viene attuata in pazienti che non hanno tumore, ma sono a rischio per familiarità. La secondaria in pazienti già sottoposti a terapia curativa (intervento e/o RT). La terziaria in pazienti con neoplasia invasiva. La Chemioprevenzione consiste nell’utilizzare farmaci e/o prodotti biologici a bassissima o nulla tossicità, l’esatto contrario degli agenti chemioterapici tradizionali che hanno un’elevata tossicità. Da numerosi studi l’Uractive è risultato avere

azione antiossidante in maggior misura sulle cellule prostatiche: E’ composto da: 1) Licopene 2) Selenio 3) Estratto di the verde 4) Vitamina E 5) Zinco Vitamina D3 L’assunzione regolare di queste sostanze, grazie alla loro attività sinergica, assicurano il giusto apporto ossidante all’organismo così da aumentarne le difese naturali, rallentando e ostacolando la proliferazione incontrollata e la successiva degenerazione delle cellule prostatiche. La vitamina D3 ha una specifica azione regolatrice sul ciclo replicativo delle cellule epiteliali (basali e secretorie) prostatiche Si produce con l’esposizione solare e sembra che l’incidenza dei tumori ( > prostatici) sia ridotta nelle zone più soleggiate. Altro elemento molto importante è il Selenio, un minerale contenuto nei vegetali che è uno dei principali componenti di un enzima importante nel nostro organismo, l’enzima Glutamino-Perossidasi. E’ anche coinvolto nei meccanismi di inibizione della crescita anomala cellulare, quindi conferisce una sorta di arresto della proliferazione delle cellule tumorali. Un recente studio

eseguito su ratti presso l’Erasmus Medical Center - Rotterdam, ha dimostrato l’effetto protettivo di Vit E e licopene, sullo sviluppo del Carcinoma della Prostata. Il Licopene è un composto alchilico non polare formato solo da Idrogeno e Carbonio appartenete al gruppo dei carotenoidi (fa parte dei carotenoidi che danno il classico colore rosso alla buccia). Ratti trattati con questi due componenti hanno avuto una riduzione nello sviluppo del tumore prostatico rispetto a quelli trattati con placebo. Ancora sono in corso studi sull’uomo per verificare i tempi e le dosi di somministrazione. Abbiamo trattato con Uractive circa 200 pazienti sottoposti a Prostatectomia radicale e/o RT solo quando si apprezzava un aumento dei valori del PSA sierico. Per circa due anni, a fronte di un rialzo del PSA da 0.01 a 0.08 - 0.1 ng/ml, si è proceduto alla somministrazione di Uractive (1 cpr/die per un anno) Si è visto che i valori del PSA tendevano a scendere e tornare ai valori iniziali, con successivo leggero rialzo dopo circa un anno di somministrazione di Uractive, a differenza dei pazienti che non lo assumevano regolarmente, nei quali non si aveva questo decremento del valore. Il conforto derivante dai dati ottenuti, ci ha indotto a trattate routinariamente tutti i pazienti prostatectomizzati con Uractive. I valori del PSA risultavano stabili (o comunque non mostravano rialzo biochimico) nell’80% dei pazienti trattati. Da quanto esposto ritenfo che l’Uractive abbia un reale effetto benefico nel rallentamento dell’evoluzione del carcinoma prostatico aumentando le difese dell’organismo senza rischi annessi ad altre terapie aggressive.

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in poche parole

Inquinamento in casa La casa non è sempre il luogo più sicuro per la salute. L’aria che si respira tra le mura domestiche, infatti, è cinque volte più inquinata di quella esterna. Lo ricordano gli esperti del Gruppo di studio sull’inquinamento degli ambienti di vita dell’Istituto Superiore di Sanità, che cercano di proporre linee di indirizzo e di comportamento per la tutela della salute. Il tema della qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre case e in tutti quegli ambienti cosiddetti di vita (come scuola, uffici, mezzi di trasporto) è importante quanto sottovalutato. Spesso infatti si dà per scontato che negli ambienti chiusi si è più al sicuro dallo smog, ma in realtà non sembra essere così. Una recente ricerca dell’Enviromental Protection Agency (Epa), l’Ente statunitense di protezione ambientale, ha dimostrato l’esatto contrario, ovvero che l’aria di casa è cinque volte più inquinata di quella esterna. Sotto accusa, in particolare, i Composti organici volatili contenuti nei prodotti per la pulizia della casa, degli uffici e di tutti gli ambienti di vita, come pure in pitture, vernici e smalti, nelle candele profumate e nei bastoncini d’incenso, nei vestiti e nella tappezzeria sottoposti a lavaggio a secco, nell’utilizzo di stufe a legna e caminetti, e ovviamente, nel fumo di sigaretta. Da non dimenticare poi l’inquinamento dovuto a batteri, funghi e muffe originatesi negli ambienti troppo umidi. Proteggersi in casa, però, è possibile con alcune precauzioni consigliate dagli esperti. Pulizia Leggere attentamente le etichette e non miscelare mai i prodotti. E’ bene sempre arieggiare la casa per assicurare il ricambio d’aria, usare accorgimenti antiacari per materassi, cuscini, divani. Limitare l’uso di deodoranti spray. Contro le tarme evitare la naftalina e ricorrere a sostanze naturali che si possono acquistare in erboristeria. Mobili Meglio utilizzare semplicemente panni in microfibra per detergere il mobilio anziché i classici spray “mangiapolvere” che sono per lo più a base di formaldeide. Vernici e pitture Ventilare gli ambienti fino alla scomparsa degli odori e comunque utilizzare vernici a base d’acqua. Combustioni E’ bene limitare l’uso di stufe a legna e caminetti se privi di sistemi a norma di smaltimento dei fumi. Per lo stesso motivo è meglio limitare l’accensione di candele profumate e bastoncini d’incenso. (Fonte: genitori.it)


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dicembre duemiladieci

in poche parole

Il mito della bellezza

Più belli, più alti e soprattutto più magri. Un adolescente su due vorrebbe perdere peso, percentuale che tra le ragazze arriva quasi al 60%. E nel tentativo di dimagrire il 22% ha già fatto una dieta dimagrante, ma solo il 32% (era il 36% nel 2009) si è rivolto a un medico, appena il 26% delle femmine. Dilaga dunque la dieta ‘fai da te’: l’ha sperimentata il 35% degli adolescenti, percentuale che arriva al 43% tra le ragazze. Lo indicano i dati dell’indagine annuale della Società italiana di pediatria (Sip) sui comportamenti dei teenager, realizzata su un campione di 1.300 studenti delle scuole medie, di età compresa tra 12 e 14 anni. Tra gli adolescenti sembra infatti essere diffusa l’abitudine a ricorrere a diete improvvisate, magari reperite su internet e passate di mano in mano. Fondamentale, a questo proposito, è invece il ruolo del pediatra. Bisogna combattere, infatti, l’abitudine crescente degli adolescenti a decidere da soli, o comunque senza un diretto controllo medico, il regime alimentare al quale sottoporsi. Una dieta deve essere prescritta da un pediatra nutrizionista, dopo un’attenta visita e una valutazione dello stato di salute del proprio paziente. I regimi alimentari proposti dalle diete che più frequentemente vengono pubblicizzate, sono il più delle volte sbilanciati e, anche quando non hanno elementi di sicura pericolosità, sono perlomeno inefficaci a lungo termine. A questo si aggiunge che molti adolescenti, in particolare le ragazze, che si sottopongono a diete non ne avrebbero alcuna necessità e lo fanno solo perché sedotti da dannosi modelli di ‘magrezza’ proposti dai giornali e soprattutto dalla televisione. Oltre ad una linea perfetta, tra i maggiori ‘desiderata’ dei giovanissimi sull’aspetto fisico c’è quello di non avere brufoli, un odiato ‘inconveniente’ dell’età. Ma per le femmine anche avere gambe più belle (59,1%) e un fisico da maggiorata: il 45,4% delle ragazze infatti vorrebbe avere più seno. Ed è così che la bellezza diventa sempre più un modello perseguito con eccessivo zelo da tanti ragazzini e ragazzine che ne fanno il mezzo per raggiungere un facile successo.

Pensioni: le nuove regole da gennaio 2011

PREVIDENZA SOCIALE

Un traguardo sempre più lontano A poco più di due anni di distanza dalla riforma del Welfare del 2008 le pensioni cambiano di nuovo e per la maggior parte dei lavoratori italiani si allontana ancora il momento dell’uscita dal lavoro. Infatti, dal 2011 in poi il traguardo della pensione si sposta in avanti per effetto della cosiddetta finestra mobile o a scorrimento introdotta dalla manovra estiva sui conti pubblici (Legge n. 122 del 2010). Si tratta in pratica di una decorrenza personalizzata collegata al momento in cui si raggiungono i requisiti per il pensionamento di anzianità e di vecchiaia. Diversi sono solo i tempi di attesa per ottenere il primo assegno: 12 mesi per i dipendenti, 18 mesi per i lavoratori autonomi e per i collaboratori iscritti alla gestione separata dell’Inps. In altre parole, per i lavoratori dipendenti la finestra si apre a partire dal 13° mese successivo al raggiungimento dei requisiti di età e contribuzione, mentre per i lavoratori autonomi e parasubordinati dal 19° mese successivo. Il nuovo sistema è certamente più semplice ed equo visto che non ci sono più vantaggi e penalizzazioni legati al mese di nascita, anche se ciò non toglie che dal 2011, rispetto ad oggi, tutti andranno in pensione più tardi. Lavoratori dipendenti Dal 2011 chi matura i requisiti per la pensione di anzianità con meno di 40 anni non ha più le due finestre an-

nuali di gennaio e luglio. Con la finestra mobile l’assegno spetta 12 mesi dopo il perfezionamento del diritto. Rispetto ad oggi, la maggiore attesa varierà da uno a 6 mesi visto che dai 12 mesi bisogna togliere quelli previsti attualmente. Sono invece i pensionati di vecchiaia a pagare un pedaggio più pesante. Anche per loro la decorrenza scatta dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti, ma, potendo contare oggi su finestre più ravvicinate (quattro all’anno), vedono salire il numero dei mesi di attesa. Dovranno lavorare infatti dai 7 a 9 mesi in più. Lavoratori autonomi L’applicazione delle nuove finestre è particolarmente dolorosa per i lavoratori autonomi. Dal 2011 artigiani, commercianti e coldiretti possono percepire il primo assegno dopo 18 mesi dalla maturazione dei requisiti per il trattamento di anzianità e di vecchiaia. Per il ritiro anticipato con meno di 40 anni di contributi il ritardo rispetto ad oggi varia, come per i dipendenti, da uno a 6 mesi. La vera stangata, più pesante rispetto a quella prevista per i dipendenti, gli autonomi la ricevono sulla pensione di vecchiaia. La maggiore attesa varia, infatti, dai 9 ai 12 mesi. Si pensi, ad esempio, ad un commerciante che

DI FLOREDANA ARNÒ

ENASCO

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Tutta colpa della finestra mobile introdotta dalla manovra estiva sui conti pubblici la cambia, poi, sul piano dei requisiti per l’ottenimento delle predette pensioni.

compie i 65 anni all’inizio di marzo 2011: il periodo di attesa – cioè il tempo che intercorre tra il momento di maturazione del requisito per la vecchiaia e la decorrenza della pensione – è, come già detto, di 18 mesi. Quindi percepirà la pensione da ottobre 2012, con un aumento di ben 12 mesi rispetto a quanto gli sarebbe accaduto con il sistema attuale delle finestre. Per le pensioni di inabilità e per quelle a favore dei familiari superstiti la decorrenza resta quella prevista dall’attuale normativa. Spetterà rispettivamente come è adesso dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda o del decesso del lavoratore dante causa. Nul-

In vista degli sconti di fine stagione

Occhio al saldo

Pensione di vecchiaia I requisiti previsti per il 2011, per questa prestazione, sono: 65 anni di età per gli uomini e 60 anni per le donne (61 anni di età per le donne del pubblico impiego); minimo contributivo di 20 anni; cessazione dell’attività lavorativa come dipendente (non vale per gli autonomi). Pensione di anzianità Per questa prestazione bisogna invece considerare che dal 2011 la quota – cioè la somma di età anagrafica e anzianità contributiva – aumenta di un anno. Per cui i requisiti sono: quota 96, con età di almeno 60 anni per i lavoratori dipendenti e quota 97, con età di 61 anni per i lavoratori autonomi; in alternativa, anzianità contributiva di 40 anni indipendentemente dall’età anagrafica (anche in questo caso si applicano le finestre mobili); cessazione dell’attività lavorativa come dipendenti (non vale per gli autonomi).

AVVOCATO DI CATERINA MONOPOLI Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

I consigli delle associazioni di consumatori Valeria, racconta che, durante il periodo dei saldi estivi, ha acquistato un abito al costo di ot-tanta euro, mentre il prezzo intero riportato sul cartellino era di cento euro. Mostrato il suo “affare” ad un’amica, la lettrice ha appreso, con sgomento, di aver pagato il prezzo pieno del capo, in quanto la stessa amica lo aveva adocchiato nella vetrina del negozio dove lo ha acqui-stato lei, prima dei saldi, fissandone il prezzo. A questo punto, in prossimità della stagione in-vernale dei saldi, la lettrice chiede di sapere quali siano gli accorgimenti per tutelarsi dalle “occasioni” ed eventuali rimedi in caso di acquisto incauto. Cara Valeria, purtroppo sei incappata in un uso diffuso tra i commercianti poco seri, i quali, violando la legge, “gonfiano” il prezzo originario sul cartellino, per poi ribassarlo e spacciarlo come offerta. Per poter fare qualcosa contro questa pratica illecita, in vista dei saldi di fine stagione, che nella nostra regione inizieranno il 5 gennaio, è bene seguire alcuni consigli forniti dalle associazioni dei consumatori, sulla scorta del Decreto Legislativo n. 206/2005: Il primo consiglio è quello di approfittare delle vacanze natalizie per visionare in anticipo gli articoli cui si è interessati e conoscerne il prezzo di vendita, in modo da poterlo confrontare con quello che poi sarà il costo a saldo. In secondo luogo, bisogna fare attenzione agli sconti superiori al 50% del costo iniziale, in quanto un commerciante difficilmente ha ricarichi superiori al 50%. La merce in saldo deve essere tenuta separata fisicamente da quella venduta a prezzo pieno; sul cartellino devono essere obbligatoriamente indicati il vecchio prezzo, la percentuale di sconto ed il prezzo scontato. Nella scelta del capo d’abbigliamento è fondamentale guardare le etichette che riportano la

composizione dei tessuti (i prodotti naturali costano di più, quelli sintetici meno) e la provenienza del capo; i prodotti provenienti dai Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la pelle possono provocare allergie. Diffidare dei capi d’abbigliamento disponibili in tutte le taglie e/o colori: è molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul mercato solo per l’occasione e quindi con un finto prezzo scontato. Diffidare dei negozi che espongono cartelli “la merce venduta non si cambia”: il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o difettosa è dovuto, anche per la merce in saldo. Il cliente può presentare reclamo anche in un momento successivo all’acquisto per qualsiasi vizio o imperfezione che non siano stati segnalati espressamente dal negozio. Il periodo entro il quale si può far valere la garanzia per eventuali difetti del prodotto è di due anni a partire dalla data dell’acquisto; il difetto va denunciato entro 60 giorni dalla sua scoperta. Il cambio è a discrezione del commerciante, invece, nel caso in cui si sbagli la taglia o si cambi idea. Responsabile del prodotto difettoso è sempre

il venditore, non il produttore. Anche per le svendite di fine stagione vale il consiglio di conservare accuratamente lo scontrino di cassa o la fattura, che potranno tornare utili nel caso di eventuali reclami nei confronti del commerciante o nel caso della denuncia di un danno. Il consumatore ha diritto di provare i capi, esclusa la biancheria intima. Da ultimo, per chi fosse interessato ad acquisti fuori regione, il calendario dei saldi 2010 ne prevede l’inizio a partire dal 2 gennaio in Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Veneto, a Napoli, Roma, Bologna, Milano, Venezia e Palermo; dal 3 gennaio in Calabria, Sicilia; dal 5 gennaio in Abruzzo, Liguria, Puglia; dal 6 gennaio in Sardegna; dal 7 gennaio in Molise, Toscana, Umbria; dal 9 gennaio in Trentino Alto Adige; dal 10 gennaio in Valle d’Aosta. Dunque, cara Valeria e cari Lettori, auguri di Buon Natale, di un felice Anno Nuovo e di acquisti oculati!


dicembre duemiladieci

Bambini iperattivi: attenzione al facile ricorso agli psicofarmaci

“Malati” o “scalmanati”?

PSICOLOGA DI MARIA GRAZIA BELLANTUONO Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

I sintomi del disagio potrebbero essere legati a bisogni difficili da comunicare verbalmente Da che mondo e mondo i bambini, per natura, si rapportano alla vita con esuberanza e vivacità, mostrandosi curiosi di tutto ciò che li circonda e pronti a sperimentare, senza riserve, qualunque cosa attiri la loro attenzione. In una società come quella di oggi, poi, così caotica e ricca di stimoli sempre nuovi, è difficile pensare che i bambini possano stare fermi, zitti e tranquilli come vorrebbero i loro genitori e insegnanti. Eppure, sembra che la tendenza attuale sia quella di aggirare l’oneroso problema di comprendere come mai i piccoli facciano fatica a concentrarsi e a stare composti nei banchi di scuola ricorrendo a defi-

nizioni semplicistiche e pericolose, come quella di “disturbo da deficit di attenzione e iperattività” che classifica il bambino come “malato” e, pertanto, bisognoso di cure farmacologiche e “addestramenti comportamentali” che lo aiutino a tornare “normale”. Così, da semplice “scalmanato”, termine la cui etimologia riporta al greco kàuma (nel senso di calore) e all’antico gioco dello “scaldamano”, che consisteva nel porre le mani l’una sopra l’altra, battendo forte per riscaldarsele e togliendo, via via, quelle di sotto, il bambino si trasforma in “malato”, espressione la cui origine risale al latino male habitus che significa “abitare male”, nel proprio corpo e nel proprio ambiente, o “indossare l’abito del male”. E già, perché i bambini cosiddetti “iperattivi”, che fanno fatica a giocare tranquilli e si agitano continuamente, saltando da una parte all’altra come se fossero

“motorizzati”, vengono spesso definiti dagli adulti come degli “indemoniati” e visti con preoccupazione poiché si esprimono attraverso il corpo in contesti, come quello scolastico, in cui si richiede di stare il più possibile composti e attenti e di rispettare le regole. Così, pur di riportare i piccoli scalmanati all’ordine e alla disciplina, si rischia di ricorrere a soluzioni limite, come l’uso di psicofarmaci, per sedare i sintomi di un disagio potenzialmente legato ad altri fattori rispetto ai quali, tuttavia, si continua a non intervenire. È possibile, infatti, che questi bambini esprimano, attraverso l’iperattività e la disattenzione, altri bisogni, difficili da comunicare verbalmente e, quindi, agiti sul piano del comportamento. Ciò non vuol dire colpevolizzare i genitori o gli insegnanti, come se non voler “medicalizzare” il comportamento di questi bambini significhi, automaticamente, attribuire la responsabilità agli adulti, ma vuol dire interrogarsi sul perché i piccoli fanno così fatica a concentrarsi, a seguire le regole e ad auto controllar-

Dopo i globuli rossi è la volta di quelli bianchi

Come leggere un emocromo

si, comportandosi coerentemente con il contesto all’interno del quale vengono inseriti, in mancanza di deficit cognitivi e organici (visto che non è stata individuata alcuna causa genetica certa del disturbo). È un problema, questo, di grande serietà ed importanza poiché riguarda i bambini, che rappresentano il futuro del mondo e che rischiano di entrare, troppo precocemente, nel circuito psichiatrico, senza che il loro disagio venga adeguatamente compreso e trattato. Sarebbe utile, pertanto, chiedersi, con l’aiuto di un esperto, cosa contribuisce a sostenere o ad alimentare il sintomo del piccolo “scalmanato”, allargando il “fucus” a tutto il sistema che vi ruota attorno e che rappresenta lo spazio di espressione privilegiato del bambino, all’interno del quale sarebbe auspicabile intervenire.

BIOLOGA DI EDWIGE CARNEVALE Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

I rischi collegati a valori lontani dalla norma Proseguendo nella lettura dell’esame ematocromocitometrico iniziata lo scorso numero di 6Donna, dopo i globuli rossi è la volta delle altre cellule del sangue, soprattutto dei globuli bianchi. I globuli bianchi (leucociti) sono indicati dalla sigla WBC per le parole inglesi White Blood Cells. Una diminuzione del loro numero si definisce leucopenia, mentre il termine leucocitosi indica un aumento dei GB. Si suddividono in granulociti, linfociti e monociti. I granulociti si suddividono a loro volta in neutrofili, eosinofili e basofili. I globuli bianchi sono un’ottima spia contro le infezioni. Neutrofili - Il loro compito principale è la difesa dell’organismo dalle infezioni, specie se causate da batteri. Contengono diverse proteine e sostanze chimiche in grado di danneggiare irreversibilmente le membrane dei microorganismi patogeni. L’aumento dei neutrofili può avvenire per sforzi fisici, stress, gravidanza, ciclo mestruale, infezioni batteriche, ustioni, emorragie, disturbi metabolici come il diabete, farmaci cortisonici, leucocemie. La diminuzione dei neutrofili può avvenire per infezioni sia batteriche che virali, le parassitosi o per scarsa produzione degli elementi da parte del midollo; per aumento dell’attività di distruzione da parte della milza; per malattie autoimmuni.

Eosinofili - La loro funzione principale è la difesa dell’organismo da alcuni tipi di parassiti. Gli eosinofili aumentano anche nelle malattie allergiche (asma bronchiale, rinite allergica, orticaria ecc.) e possono essere responsabili di alcuni sintomi caratteristici di queste malattie. Gli eosinofili aumentano in fenomeni allergici di qualsiasi natura; in fenomeni di parassitosi e di autoimmunità. Gli eosinofili diminuiscono in caso d’infezioni batteriche gravi. Basofili - La loro funzione non è molto ben conosciuta. Anch’essi aumentano nelle allergie: contengono istamina che, se liberata in eccesso nel sangue e nei tessuti, provoca sintomi fastidiosi (come il prurito o la comparsa di pomfi cutanei) per combattere i quali si usano spesso farmaci chiamati antiistaminici. L’ aumento dei basòfili avviene in alcune malattie autoimmuni, nella malattia di Hodgkin per maggiore produzione delle immunoglobuline La diminuzione dei basofili si avvera per aumento della distruzione da parte della milza e nelle gravi immunodeficienze. Linfociti - In realtà i linfociti comprendono diversi sottotipi: i principali sono i linfociti B, T, Natural Killer. Queste sottopopolazioni hanno funzioni diverse: I linfociti B producono anticorpi, molecole importanti

nella difesa dell’organismo dalle infezioni; i linfociti T non producono anticorpi ma elaborano altre molecole importanti nella difesa dalle infezioni, soprattutto virali. Essi inoltre sono in grado di riconoscere in modo specifico cellule estranee e svolgono un ruolo essenziale nella difesa dell’organismo dai tumori e nel rigetto dei trapianti. Le cellule Natural Killer (NK) sono simili ai linfociti T. Monociti - I Monociti sono cellule circolanti di grandi dimensioni deputati alla difesa immunitaria mediata da cellule soprattutto attraverso il cosiddetto processo di fagocitosi. L’agente estraneo viene letteralmente mangiato e metabolizzato all’interno. L’aumento dei monociti avviene in alcune malattie (come la tubercolosi, la malaria etc) o altri processi patologici (malattie autoimmuni) come risposta di difesa in cui viene chiamato in causa soprattutto il sistema immunitario mediato da cellule (linfociti T e monociti). Nelle leucemie mieloidi e nei linfomi si ha semplicemente la iperproduzione o neoplasia di queste cellule. I valori normali dei globuli bianchi sono: da 4.000 a 7.000 per mm3 nella donna e da 5.000 a 8.000 per mm3 nell’uomo. I neutrofili costituiscono il 40-75%, gli eosinofili lo 0-7%, i basofili lo 0-2%, i linfociti il 18-50% e i monociti il 29%. I globuli bianchi possono aumentare anche per la somministra-

zione di alcune sostanze (arginina) o in determinati periodi (gravidanza, mestruazioni). Una loro diminuzione è generalmente relazionabile a una diminuzione delle difese immunitarie. La causa più frequente di un aumento moderato dei globuli bianchi è l’esposizione dell’organismo ad un’infiammazione provocata non da agenti patogeni. Può causare inoltre un aumento dei leucociti anche ogni forma di stress eccessivo e tutti gli stati di shock. Un forte incremento (ma unito ad altri sintomi organici e, tuttavia, la valutazione è sempre del medico) del numero dei leucociti è presente nelle malattie più gravi del sistema sanguigno, le leucemie. Le leucemie insorgono a causa di una proliferazione neoplastica incontrollata nel midollo osseo di globuli bianchi maturi “completi” o immaturi “incompleti”. Questi invadono il corpo, soppiantano gli altri elementi del sangue e inibiscono in modo irreversibile e incurabile il sistema di difesa, il sistema di coagulazione del sangue e di trasporto dell’ossigeno.

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in poche parole

Sapone e allergie

Quante volte al giorno ripetete ai vostri bambini di “lavare bene le manine con il sapone per evitare di prendere brutte malattie”? E dagli Stati Uniti che arriva la rivincita dei più piccoli. Chi l’avrebbe mai detto, infatti, che la troppa igiene potrebbe essere una nemica della salute? E invece sembra proprio così. I giovani che abusano di saponi antibatterici contenenti triclosan sembrerebbero maggiormente esposti alle allergie. Ad affermarlo è una ricerca dell’università del Michigan. Già precedenti studi sugli animali, spiegano i ricercatori, dimostrano che il triclosan può influenzare il sistema immunitario: questo è il primo studio a guardare gli effetti dell’esposizione alla sostanza sugli esseri umani. Per giungere a questa conclusione gli esperti hanno preso in esame un campione tra bambini, adolescenti e adulti. Di questi hanno confrontato i loro livelli di triclosan e bisfenolo A (bpa) nelle urine con i risultati delle diagnosi di allergia o raffreddore allergico e i livelli di anticorpi citomegalovirus. Vediamo nel dettaglio cosa siano queste sostanze: il triclosan è una sostanza chimica molto diffusa, con potente attività antibatterica. È utilizzato sia come conservante nei cosmetici, sia come antibatterico. Per il suo uso sono stabiliti attualmente dalla normativa dei limiti precisi, a seconda del prodotto in cui è contenuto (nei cosmetici è consentito come conservante fino allo 0,3%). Il bisfenolo A, invece, è un composto organico con due gruppi fenolo. In particolare il BPA sembra essere imputato in numerose malattie dello sviluppo sessuale maschile nel feto, e nel calo di fertilità nell’uomo adulto. Ebbene stando ai risultati della ricerca è emerso che i soggetti con più di 18 anni di età, che erano entrati a contatto con livelli più elevati di bisfenolo A, avevano una concentrazione esagerata di anticorpi citomegalovirus. Mentre i ragazzi con meno di 18 anni, che si erano esposti a maggiori quantità di triclosan, soffrivano in modo anomalo di allergie e febbre da fieno. Conclusione: i ricercatori hanno dedotto che le persone con i livelli più elevati di triclosan, soprattutto se in giovane età, hanno più probabilità di vedersi diagnosticata una qualche allergia.


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dicembre duemiladieci

Per rivitalizzare i processi di ricostruzione della pelle

DERMOESTETISTA

I vantaggi dell’ossigenoterapia

DI LUIGIA DE VITO Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

E’ l’innovazione nella lotta a rughe, acne, dermatiti, edemi, smagliature, psoriasi Nel campo del ringiovanimento cutaneo l’ultimo “grido” è rappresentato dalle applicazioni di ossigenoterapia, ampiamente pubblicizzate da famose star internazionali. Il principio fondamentale sul quale si basa la terapia diventa evidente considerando la struttura funzionale dell’epidermide: il derma è infatti costituito da varie cellule comprendenti anche i fibroblasti, che sono deputati a produrre le proteine collagene (costituito da prolina, glicina e idrossi-

prolina) e dall’elastina (contenente gli aminoacidi desmosina e isodesmosina). Il derma è ricco di vascolarizzazione e terminazioni nervose. La bellezza della pelle dipende essenzialmente da due fattori: la leggera acidità del manto protettivo (sebo) ed il rapido “turnover” delle cellule che hanno la funzione di ricostruire il collagene e l’elastina. Man mano che l’età avanza è proprio questo turnover che tende a rallentare inevitabilmente e, conseguentemente, la qualità e la velocità della sostituzione della pelle tendono progressivamente a ridursi: mentre all’età di 20 anni la pelle si rinnova completamente ogni tre settimane, a 50 anni tale processo richiede ben nove settimane. E qui entra in gioco la terapia all’ossigeno: le cellule tendono naturalmente a perdere la loro battaglia contro l’invecchiamento a causa dell’avanzare dell’età, dello stress, delle malattie, dell’esposizione eccessiva ai raggi solari e dell’inquina-

mento; fattori che portano alla degradazione dei microcapillari che vascolarizzano il derma, con conseguente riduzione della quantità di ossigeno veicolata dal sangue ai tessuti stessi. Il trattamento all’ossigeno dunque, aumentando l’apporto dell’ossigeno stesso ai tessuti, tende a compensare questa deficienza e rivitalizza pertanto i processi di ricostruzione della pelle grazie all’azione perfettamente naturale dell’ossigeno. L’ossigeno è in grado di produrre dunque un’efficace accelerazione metabolica a livello dei tessuti e presenta inoltre la caratteristica di veicolare efficacemente determinate molecole attraverso gli strati del derma. Questa è una tecnica non invasiva che da una parte stimola naturalmente i tessuti, dal-

Parliamo di...

l’altra facilita l’assorbimento dei farmaci anti-aging previsti dal medico nei singoli casi diagnosticati. La tecnologia dell’ossigeno lavora grazie alla cosiddetta infusione percutanea. La macchina è in grado di estrarre l’ossigeno dall’aria circostante e di concentrarlo portandolo ad una pressione superiore a quella atmosferica. Il gas così prodotto viene a diretto contatto con la pelle tramite un apposito manipolo che consente all’operatore di graduare l’intensità dell’azione. L’ossigeno è in grado di garantire grandi benefici a tutte quelle patologie della pelle ove i processi di ricostruzione giocano un ruolo importante, e quindi tutte le forme di acne, dermatiti irritative ed allergiche, edemi, smagliature, psoriasi, iperpigmentazioni, lassità. I risultati più eclatanti della terapia all’ossigeno riguardano la significativa riduzione delle rughe cutanee, dovuta ad un maggiore tono, elasticità e spessore della pelle (stimolazione del collagene), la regressione dei processi acneici e delle cicatrici conseguenti all’acne stessa.

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Sindrome dolorosa cervicale FARMACIA SANTA RITA

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Quando parliamo di cervicale intendiamo il tratto della colonna vertebrale, formato da sette vertebre, che costituiscono l'asse di sostegno del nostro collo. La parte cervicale della colonna è la più mobile, la più flessibile e la più delicata, di li passano le terminazioni nervose dell'intero organismo. La colonna vertebrale è formata da tre parti: la parte lombare, la parte toracica ed appunto la parte cervicale. Il tutto è sorretto dai muscoli che proteggono le vertebre e danno movimento al collo. I muscoli del collo sono molto potenti, perchè devono sorreggere anche la testa, e quindi hanno molta forza. Perciò tendiamo a confondere un problema cervicale da un problema di torcicollo, oppure da un problema infiammatorio causato da qualche tendine o muscolo della spalla o del collo stesso. Ecco che chiamiamo dolore cervicale tutti questi problemi. Il dolore cervicale è forse uno dei dolori più comuni che si possono manifestare nelle persone. La maggior parte dei problemi della cervicale è dato da contratture dei muscoli circostanti, essi contraendosi comprimono il nostro tratto cervicale provocando appunto dolore, o cervicalgia, e solo pochi sono i casi in cui il dolore è dovuto a problemi ossei o cartilaginei .Nel momento in cui uno dei muscoli si contrae fa perdere parzialmente il sostegno al collo che si comprime, e comprimendosi può crearci dolore alle braccia, alla schiena, alla testa, dipende da quanto è forte la compressione e in che punto del tratto cervicale si manifesta. Addirittura i muscoli tendono anche a

bloccare certe vertebre cervicali ed a ruotarle. Le cause del dolore cervicale possono essere: traumi, colpi di frusta, osteoartrite delle vertebre cervicali o spondiloartrosi, degenerazione di uno o più dischi intervertebrali, colpi di freddo, torcicollo, posizioni errate assunte nel corso della giornata, sovraccarichi eccessivi e ripetuti sui muscoli del collo, stress, (infatti, molte persone tendono a scaricare le tensioni quotidiane assumendo posizioni rigide e contratte; tali tensioni agiscono soprattutto sui muscoli della spalla e del collo, irrigidendoli), mancanza di attività fisica, o eccesso di alcuni tipi di attività fisica, cattivo riposo notturno, per uso di materassi e cuscini inadatti. Le cure possono essere diverse e variano da caso a caso, ecco perchè è fondamentale risolvere il problema con uno specialista e con esami adatti, come i raggi X e la TAC. Tra le varie cure troviamo: farmaci antinfiammatori, ginnastica cervicale e posturale, stretching dei muscoli del collo, manipolazioni da parte di esperti, massaggi rilassanti per spalle e collo, collare cervicale, fare attività fisica per ridurre lo stress,cambiare lo stile di vita. Per le cervicali più serie, con schiacciamento delle vertebre ed interessamento delle terminazioni nervose, le cure diventano più specifiche: cure farmacologiche, esami approfonditi, trattamenti di chinesiterapia, possibili interventi, ginnastica mirata sulla parte di colonna cervicale interessata. In una fase iniiale si può ricorrere al farmacista di fiducia per alleviare la sindrome dolorosa.


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Un aiuto efficace per prendersi cura di sè

COUNSELLOR DI ANTONIA DEDDA

Counselling L’importanza dell’ascolto Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Il Counselling è un tipo di intervento di aiuto che si sta progressivamente diffondendo anche in Italia, come è accaduto in altri Paesi europei e negli Stati Uniti. La società in cui viviamo e i media ci portano sempre più verso l’isolamento, l’individualismo e l’abbandono a danno delle relazioni interpersonali a causa dei ritmi velocissimi ai quali ci sottopongono, che ci portano ad accantonare facilmente o a reprimere le ferite personali o che ci vengono inflitte dall’esterno. Il counselling si propone di aiutare la persona a fronteggiare e superare momenti di difficoltà o conflitto che normalmente si presentano nel corso della vita. E’ uno spazio in cui si trova la possibilità del cambiamento e del miglioramento nell’affrontare gli eventi. La crisi può trovare origini all’interno della persona, pur non subentrando eventi significativi come licenziamento, malattia, lutto, ecc. Pertanto la figura del counsellor si inserisce nella vita di coloro che si trovano ad un bivio, in una fase di transizione difficile, bloccati nella progettualità della loro esistenza, arrivando a vedere quest’ultima anche senza aspettative. Riguarda, dunque, compiti evolutivi ed è rivolto a risolvere problemi specifici, a prendere decisioni, a fronteggiare momenti di crisi. La risoluzione dei conflitti avviene attraverso l’incontro tra il Counsellor e il cliente, che insieme creano una relazione di aiuto capace di scorgere e utilizzare le risorse presenti

nella persona e nell’ambiente in cui vive. Il Counsellor aiuta ad approfondire una determinata situazione e ad affrontare le scelte e i cambiamenti necessari per risolvere il problema, aumentando il livello di consapevolezza e facendo un uso migliore delle risorse poiché lo scopo del Counselling è di fornire al soggetto un’opportunità di vivere in modo soddisfacente e in base alle proprie risorse. Per poter aiutare la persona a superare le varie fasi critiche, il Counsellor si avvale di abilità relazionali e comunicative per accoglierla, per farla sentire ascoltata e compresa. Dunque, siamo di fronte ad uno “specialista dell’ascolto”, un esperto di comunicazione e di relazione in grado di facilitare il percorso di autoconsapevolezza, che mira a creare uno spazio protetto in cui il suo interlocutore si sente accolto, rispettato e, soprattutto, potenziato nelle sue capacità. Il Counselling si propone di aiutare varie tipologie di soggetti, siano essi singoli individui che famiglie o gruppi. Non affronta problematiche collegate alla psicopatologia, non educa né riabilita, ma si propone di gestire difficoltà connesse ai compiti evolutivi. Se nella vita ciascuno di noi scegliesse uno specialista della relazione d’aiuto certamente avvertirebbe il disagio in misura minore e sarebbe anche capace di relazionarsi con gli altri, specialmente quelli che amiamo di più.

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cucina & dintorni

Accogliente, colorata e magica

La tavola di Natale Cinque consigli per creare un’atmosfera unica ed irripetibile Si comincia a parlare di come festeggiare e ritrovarsi in famiglia per la Vigilia o per il giorno di Natale. Ecco allora cinque consigli per preparare la tavola delle feste. Porcellane, cristalli, argenti vecchi e nuovi per una tavola ricca e accogliente. E poi pizzi antichi, sari multicolori in seta, tulipani, giacinti e bacche di llex per le decorazioni. Tutto in un’atmosfera calda grazie alla sola luce delle candele. Sono questi gli elementi indispensabili per vivere la magia del Natale in un clima accogliente e familiare. Tavola ricca e accogliente Utilizzare tutto ciò che fa parte della storia della famiglia e della casa per rendere la tavola ricca e accogliente. Le porcellane, i cristalli e gli argenti vecchi e nuovi si mescolano, creando un vero e proprio racconto figurato che parli del padrone di casa e delle sue passioni.

Un tessuto particolare per rivestire la tavola Utilizzare un tessuto particolare per vestire fino a terra il tavolo e su questo disporre una tovaglia di pizzo antico, un sari multicolore in seta, uno scialle con una lunga frangia o anche un drappo di stoffa in colore e materiale contrastante.

no la base sulla quale intervenire con pigne e perché no con stecche di cannella , biscottini di pan pepato o piccole figure in pasta di sale.

Centrotavola per uno stile tradizionale ma allegro Realizzare una decorazione che si sviluppi per tutta la lunghezza del tavolo, alternando vasi e contenitori di diverso genere. Abete e agrifoglio saran-

Il segnaposto come elemento decorativo Pensare ad un segnaposto che sia in stile con tutto il resto dell’allestimento: dovrà essere un piccolo ricordo di quel momento che gli ospiti porteranno via

La riscossa del made in Italy

Tempo di brindisi Sulle tavole solo spumanti e vini italiani Le prossime feste di Natale saranno un momento di vera riscossa per il vino “made in Italy”: durante i pranzi e le cene delle festività si stapperanno, infatti, più di 80 milioni di bottiglie. A vincere sarà ancora una volta la qualità e soprattutto le denominazioni di origine. I vini rossi, secondo una ricerca della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, ancora una volta saranno preferiti ai bianchi, con un rapporto di 4 su 5. Ovviamente, non potrà mancare il classico brindisi con lo spumante: anche in questo caso, ad allietare le tavole delle feste saranno soprattutto le “bollicine nostrane”. In testa alle preferenze resistono gli spumanti dolci e aromatici nazionali, ma sono in netta risalita anche i secchi, brut e quelli prodotti con metodo classico. Dall’inizio di dicembre e fino al prossimo 6 gennaio si stima che si stapperanno, nelle nostre case e nei locali, più 112 milioni di bottiglie nazionali e 5,5 milioni di importazione. Nettamente battuto, pertanto, è ancora una volta, lo champagne. r.c.

con loro. Legare il segnaposto al tovagliolo in modo che si trasformi in un dettaglio decorativo. Luce bassa e atmosfera calda Usare solo la luce delle candele, di un solo colore, in accordo con il tema scelto, preferendo i moccoli da disporre in bicchieri molati e coppe d’argento. La luce dal basso rende tutto più belRosa Cotugno lo e caldo.

Curiosità oltre i confini Particolare per tradizione, forse discutibile per gusto è il Natale in Gran Bretagna. Sulla tavola di un vero Natale londinese non può mancare il salmone, meglio se scozzese e affumicato. Giusto il tempo per permettere il trionfale ingresso dell'emblematico "Roast Turkey", il tacchino ripieno arrosto accompagnato da patate arrosto e prugne al bacon. E fin qui, nulla da dire. La tradizione inglese chiude la cena di Natale però, con un dolce che il resto del mondo definisce, forse esagerando un po', il simbolo dei simboli della cattiva cucina. Stiamo parlando del "Christmas Pudding", un impasto di uvette, canditi, mandorle e briciole di pane che viene preparato almeno quattro settimane

prima, perché si insaporisca meglio. Sapore e aspetto a parte, nel Christmas Pudding è nascosta una sorpresa, una monetina. E il "momento magico", quello per cui Natale è Natale, quello con gli abbracci e gli auguri, per gli inglesi coincide con l'urlo gioioso dell'ospite fortunato che estrae r.c. dalla bocca il penny della festa.


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