6Donna #10 16

Page 1

Inchiesta RC auto tra aumenti, truffe e pulizia geografica

Ad Personam Una silente paura

Moda Dettagli che passione

Benessere Siamo fatti di pura energia

Nichi Vendola

L’uomo della svolta


2

novembre duemiladieci

sommario

ditoriale 4 Cinema • ”Maschi contro femmine” l’arbitro è Pulsatilla 5 Inchiesta • RC auto tra supertariffe, frodi e “pulizia geografica” 6 Personaggio • Intervista a Nichi Vendola

Gli strali del grande comunicatore 8 Attualità • “Ad Personam” di Micky de Finis • Insieme contro la pedofilia 10 Benessere • Emozioni: siamo fatti di pura energia 11 Moda • La moda è dettaglio 12 Bellezza • Il segreto per colorare e proteggere i capelli 14 Piante • Gli intrepidi fiori del freddo 15 Arte&tradizioni • Natale tra storia e novità 16 Società • Donna tra corpo e anima 17 Rubriche 21 Salute • Parliamo di acne 22 Cucina • La dieta che potenzia le difese

di ANNA RUSSO

Mai come questo mese un numero di 6Donna è stato rivoluzionato e rivoltato come un calzino. “Personaggio” sarebbe dovuta essere una donna. Micky De Finis, nella sua rubrica “Ad personam”, avrebbe dovuto trattare di tutt’altro argomento. All’inchiesta, poi, dovevano essere destinate le due solite pagine. E invece tutto è cambiato. Gli atti intimidatori al sindaco di Foggia Gianni Mongelli e al presidente della Camera di Commercio Eliseo Zanasi hanno spostato, giustamente, l’attenzione del collega De Finis su questi gravi episodi di cronaca. Ma la vera rivoluzione nel menabò l’ha provocata, e non poteva essere altrimenti, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Dopo averlo inseguito diversi mesi per intervistarlo, quando quasi non ci speravamo più, ma senza mai desistere, ecco che ci è stata concessa l’intervista tanto agognata. E Vendola, da dominatore della scena politica nazionale è diventato anche perno del numero che state leggendo. In poche ore la disposizione degli articoli è stata sconvolta. Al “Personaggio” Presidente abbiamo dedicato due pagine, l’inchiesta invece è stata “strizzata” e compressa in una sola e la copertina è stata attribuita al leader di questa “rivoluzione”. Lo abbiamo fatto con piacere perché, al di là degli orientamenti politici di ognuno, credo che le doti di grande comunicatore di Vendola siano riconosciute da tutti. Nell’intervista che leggerete sulle pagine di 6Donna il leader di Sinistra Ecologia Libertà non si è risparmiato, rispondendo a tutte le domande con la solita arguzia e carica ironica. Dalle sue parole emerge chiaramente l’intento di candidarsi alla Presidenza del Consiglio, ma anche la consapevolezza della necessità di un consenso più largo, che vada al di là del suo partito, per sconfiggere il centrodestra. Di qui l’accordo con il PD per le primarie, strumento in cui Vendola crede molto e che più di una volta gli è stato favorevole. Se poi volete sapere chi sarebbe stato in origine il nostro “Personaggio” e di cosa avrebbe dovuto parlare Micky De Finis nella sua rubrica, dovrete aspettare di leggere il prossimo numero.


novembre duemiladieci

3


4

novembre duemiladieci

cinema

Alla sua penna irriverente il compito non facile di riequilibrare l’asse “Marte-Venere”

“Maschi contro Femmine”, l’arbitro è Pulsatilla Esordio della blogger e scrittrice foggiana Valeria di Napoli come sceneggiatrice I numeri per il successo sembrano esserci tutti: dal genere (commedia corale) alle tematiche affrontate (la connaturale diversità tra l’uomo e la donna), passando per il regista, quel Fausto Brizzi che ha il pregio (o la fortuna?) di “raccontare” i giovani, rivolgendosi anche agli adulti. Stiamo parlando di “Maschi contro Femmine”, l’ultimo film di Brizzi, (01 Distribution). Mai titolo fu più eloquente per una pellicola che vuole rappresentare, senza filtri e peli sulla lingua, l’eterna lotta tra i sessi, esemplificata e snocciolata attraverso incomprensioni e stereotipi, modi diversi di vivere ed intendere l’amore, la fedeltà e la quotidianità. Nella squadra di sceneggiatori, capeggiata dallo stesso Brizzi, “Maschi contro femmine” schiera in campo Marco Martani e Max Bruno accanto a Valeria di Napoli, giovane blogger e scrittrice foggiana, classe 1981, meglio conosciuta al grande pubblico con lo pseudonimo ‘Pulsatilla . A lei, e alla sua tempra irriverente, il compito non semplice di riequilibrare l’asse Marte - Venere.

“Far valere le ragioni delle donne, contro un trio tutto al maschile non è stato facile – spiega Valeria anche perché loro lavorano gomito a gomito da anni e sono estremamente affiatati. Io, oltre a essere “femmina” e assai più inesperta, ero la new entry del gruppo. Nella maggior parte dei casi mi trovavo in disaccordo con i loro gusti. Ma anche tra loro erano spesso in disaccordo. Un ottimo segno secondo me. Quando nel processo creativo non c’è nessuna divergenza, vuol dire che qualcuno poteva anche restare a casa”. Sarà quindi interessante scoprire

cosa c’è di Pulsatilla in questo lavoro, proprio lei che - giovanissima - è stata investita da un improvviso e inaspettato successo con “La ballata delle prugne secche” (Castelvecchi Editore, il “non-romanzo” caso editoriale del 2006), nel quale è riuscita a cogliere ed amplificare la voce di una generazione di ragazze ironiche, sfrontate e libere di sentirsi cattivissime. Soprattutto nei confronti dell’altro sesso. “Molti miei contributi sono andati nei dialoghi e nei

caratteri, specie dei personaggi femminili”, continua Valeria. “Ma ho lavorato anche su trame e ambientazioni. Poi, chi lo sa da quale sacco viene la farina: uno diceva una cosa, l’altro la contraddiceva, il terzo faceva una sintesi dei due, il quarto apportava una modifica fondamentale.... In generale, Fausto e gli altri sono fortissimi nella costruzione delle trame, io sono più un’ossessiva del dettaglio, ero quella del «secondo me qui ci vuole l’uvetta»”. Una coppia inedita eppure ben affiatata, quella Pulsatilla-Brizzi, che esce dal grande schermo per approdare anche in libreria con il libello omonimo (“Maschi contro Femmine”, Mondadori) nel quale i due riescono a parlare del tema più vecchio del mondo nel modo più originale di sempre. Il risultato? Un li-

bro ironico e divertente, che fa riflettere e, soprattutto, non fa niente per mettere d’accordo questi due universi paralleli ed aiutare il lettore a comprendere la loro irriducibile diversità e unicità. L’epopea dei generi raccontata da Fausto Brizzi, però, si compie in due tempi: dopo “Maschi contro femmine”, sarà la volta di “Femmine contro maschi”, la cui uscita nelle sale è prevista nella settimana di San Valentino 2011. Per Valeria, invece, sono tanti i progetti in cantiere: una graphic novel sul tema della malattia mentale che uscirà prossimamente con Bompiani ed un secondo romanzo (sempre per Bompiani) che uscirà a circa tre anni di distanza da “Giulietta Squeenz” e che tratterà il tema dell’abbandono. “Ovviamente – conclude Valeria - come tutte le volte che mi metto a scrivere, la scommessa è riuscire a parlare del dolore senza cedere all’autocommiserazione e senza mettere il pugno sulla fronte. Per tutto il resto, il progetto è crescere (con) mia figlia e cercare di farne una persona più o meno felice”. Maria Grazia Frisaldi


novembre duemiladieci

inchiesta

5

Dal 1994 ad oggi le polizze assicurative sono aumentate del 173%

Rc auto tra supertariffe, frodi e “pulizia geografica” Le agenzie sono in perdita e chiudono le filiali. Assicurati in cerca di un contratto Tariffe da capogiro, speculazioni sugli indennizzi, truffe, mancati risarcimenti: il caro-Rc auto impazza mentre le direzioni generali delle agenzie assicurative decidono per la “epurazione geografica” chiudendo, dalla sera al mattino, le loro filiali nel Meridione, Puglia, Campania e Calabria innanzitutto. Motivo: i conti non tornano. Sotto accusa il comportamento di alcuni assicurati che denunciano incidenti mai avvenuti con autovetture, in alcuni casi, rottamate o ferme da tempo. Lo conferma il comando provinciale della Guardia di Finanza di Foggia che, nei primi dieci mesi di questo anno, nel solo capoluogo dauno, ha indagato su dodici casi di truffa alle agenzie assicurative (per quattro dei quali le indagini sono ancora in corso). Quattordici le persone (dodici uomini e due donne) denunciate all’autorità giudi-

ziaria, tutte accusate di aver prodotto documentazione non veritiera o falsificata in danno di più compagnie assicurative. Il sentore del colonnello Riccardo Brandizzi, comandante delle Fiamme Gialle di Foggia, come quello di Polizia di Stato e Carabinieri (che hanno tutt’ora indagini in corso sul fenomeno), è però che le denunce presentate dalle agenzie assicurative, dalle quali poi prendono avvio gli accertamenti, siano solo la punta di un iceberg ancora sommerso. Ci sono poi gli incidenti “gonfiati”: si tratta di sinistri realmente accaduti e solitamente di lieve entità, ma per i quali vengono richiesti risarcimenti danni notevoli per lesio-

ni “presunte” agli occupanti dei veicoli, tutti refertati al pronto soccorso con vertigini, mal di testa e colpi di frusta. Malori strategici perché non contestabili, dei quali è, infatti, pressoché impossibile accertare la veridicità dal punto di vista clinico. Ad aggravare la situazione è poi l’aumento dei sinistri con i non assicurati che esibiscono tagliandi falsi, acquistati al mercato nero per poche decine di euro. A pagare sono gli assicurati onesti che finanziano il Fondo di garanzia per le vittime della strada, finalizzato a coprire le spese degli incidenti causati da chi

Il punto di vista dell’agente assicurativo

Foggiani, furbi e “frustati” Le compagnie perdono danaro a causa di ciò che avviene nelle regioni dell’Italia meridionale e per questo corrono ai ripari chiudendo i battenti. Sembra essere questo il nocciolo della questione. A spiegarne i dettagli è un agente assicurativo foggiano che preferisce mantenere l’anonimato. “In Italia – ci spiega - le richieste di risarcimento per lesioni rappresentano il 22 – 23% dei sinistri denunciati. A Foggia non solo si registra un numero superiore alla media nazionale di incidenti stradali, ma la percentuale di richieste per danni alla persona sale al 49%”. Una situazione alquanto sospetta che le compagnie hanno cercato di marginare facendo “pulizia di portafoglio”, disdettando cioè, i contratti degli assicurati con un numero maggiore di sinistri, ottenendo però ben pochi risultati. “Le compagnie che oggi si difendono abbandonando il territorio non hanno tutti i torti perché segnalano bilanci negativi da tre anni. I dati registrati, così superiori alla media, portano a pensare che si tratti in molti casi di denunce fraudolente, purtroppo difficilmente smascherabili”. La richiesta di risarcimento è nella gran parte dei casi relativa al cosiddetto colpo di frusta, che provoca microlesioni non riscontrabili con esami diagnostici. I medici sono, così, costretti a refertare quanto riferito dal paziente e per la compagnia assicurativa non è possibile contestare tali diagnosi. “Uno scherzetto del genere costa all’assicurazione mediamente 3.000 euro di risarcimento. Considerato che per un incidente stradale possono esserci anche

cinque feriti, è comprensibile come la spesa per le agenzie diventi insostenibile”. Si racconta addirittura, ma prendiamola come una leggenda metropolitana, che, in alcuni casi, qualche assicurato si sia spinto a chiedere, senza successo, la ricevuta per l’acquisto di un collare cervicale (da presentare alla compagnia assicurativa per attestare il danno subito) con la pretesa di ritirare però, in sostituzione del tutore, il corrispettivo del valore in farmaci di uso comune, una sorta di buono da spendere nel tempo per aspirine, lozioni, shampoo o pappine per bambini. “Il problema è che oggi si ritiene che truffare le assicurazioni non sia un reato, ma quasi un fatto acquisito se non, addirittura, un diritto”. a.r.

non si assicura. Assicurati onesti che, oltre al danno la beffa, in una sorta di perversa legge della compensazione, si vedono aumentare in modo esponenziale le tariffe di una copertura obbligatoria per legge, anche senza aver mai denunciato sinistri, e che, proprio in questi giorni, subiscono addirittura la disdetta dei contratti senza una ragione apparente. La motivazione è, però, presto spiegata: siccome il guadagno degli ultimi anni si è eccessivamente ridotto, nelle agenzie con profitti inferiori al 30% è iniziata una campagna di disdette dei contratti, assolutamente svincolata dai curricula degli automobilisti assicurati. Così, anche coloro che non hanno mai provocato incidenti, si stanno ritrovando da un giorno all’altro senza copertura assicurativa. L’agenzia disdetta una polizza e, alla richiesta di rinnovo, non potendo

Col. Riccardo Brandizzi, comandante provinciale G.d.F.

per legge rifiutarsi di assicurare un cliente, fa in modo che sia lo stesso automobilista a rifiutare il nuovo preventivo, chiedendo il doppio e anche il triplo, scoraggiando così l’acquisto dell’Rc auto da parte dell’ormai ex assicurato, che inizia il suo pellegrinaggio nelle agenzie rimaste aperte. In pratica, è il classico cane che si morde la coda: le truffe fanno lievitare le tariffe e gli assicurati meno onesti si sentono giustificati a truffare per “rientrare” con le spese. A rimetterci sono i dipendenti delle filiali in chiusura (che si ritrovano all’improvviso senza lavoro) e tutti gli altri assicurati, condannati a cercare affannosamente un’agenzia che li accetti come clienti e a sostenere costi elevati per le polizze assicurative. Anna Russo

DALLA PARTE DEI CONSUMATORI

E’ necessario un intervento immediato del Governo I dati che emergono dalla relazione annuale dell’Isvap, in merito al premio medio della Rc Auto in Italia, necessitano di un intervento immediato ed urgente da parte del Governo. L’Rc Auto in Italia costa, infatti, il doppio rispetto ad altri Paesi europei, quali la Germania, la Francia, la Spagna e la Gran Bretagna. Parliamo di un mercato ormai irrimediabilmente pregiudicato da aumenti continui ed ingiustificati. È di circa cinque mesi fa la l’indagine conoscitiva avviata dall’Antitrust sul settore assicurativo dalla quale, come ha riferito il Presidente Antonio Catricalà, è emerso un quadro disastroso della situazione attuale. Le tariffe delle polizze, quest’anno, sono aumentate mediamente del 18% - 20%, registrando così aumenti clamorosi da quando è iniziato il cosiddetto “processo di liberalizzazione”, di ben il 170%. Ma che fine hanno fatto l’indennizzo diretto, gli agenti plurimandatari e tutti gli altri provvedimenti introdotti dal Decreto Bersani per liberalizzare l’intero settore e diminuire i prezzi delle polizze? Sembra proprio che tali misure non abbiano trovato spazio e voce. Ne risulta un quadro particolarmente avvilente per il consumatore, soggetto già vessato da un sistema in cui le Compagnie fanno cartello scambiandosi informazioni strategiche tra loro, liquidano danni i cui importi sono sempre più in diminuzione e ricorrono con regolarità a proprie officine meccaniche, proprie carrozzerie e periti personalmente selezionati. Dal canto loro le Compagnie Assicurative si difendono tenacemente e riferiscono che l’attuale situazione del mercato delle polizze assicurative in Italia è essenzialmente il frutto delle innumerevoli frodi che avvengono soprattutto nel Meridione. Il risultato è che, dopo anni di applicazione del nuovo sistema, la liberalizzazione e la tanto auspicata riduzione dei costi delle polizze che ne doveva derivare, con effetti benefici sui consumatori, non si è affatto verificata. Anzi, controlli a tappeto e scrupolose attività di vigilanza urgono. L’obiettivo? Ridimensionare la portata speculativa di un settore che detiene il record delle tariffe più alte a livello internazionale e che, per questo, sempre più negativamente incide sul bilancio delle famiglie italiane già in difficoltà. Rosangela Loriso Movimento Consumatori


6

novembre duemiladieci

personaggio

DA PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA A CAPO DEL

Gli strali del grande Non è esagerato definirlo l’uomo del momento. Per molti, anzi, è l’uomo della svolta. Lo è stato nel 2005 quando venne eletto per la prima volta Presidente della Regione Puglia. Ancor di più lo è stato nel marzo scorso quando, dopo l’acclamazione alle primarie, strumento democratico per eccellenza, il suo popolo lo ha riconfermato Governatore. Lui, Nichi Vendola, che proprio quell’appellativo “governatore” tanto rifugge per il carattere eccessivamente aristocratico del termine, vorrebbe rappresentare di nuovo una svolta, ma questa volta per l’intera politica nazionale. E in un clima avvelenato da scandali e dilaniato da divisioni che non hanno risparmiato il centrodestra come il centrosinistra, si propone a guidare la nazione. Ancora una volta, però, lascia la

O

tto mesi dopo le ultime elezioni regionali, nell’ottica di un possibile bilancio, quali definirebbe le attuali criticità della Puglia? La criticità più forte è sicuramente quella legata al patto di stabilità interno che è diventato un vero e proprio cappio al collo per tutta l’economia nazionale. La situazione della Puglia è comica ma anche tragica perché abbiamo una cassaforte da 3,5 miliardi di euro e centinaia di milioni di debiti con le imprese ed i comuni; cassaforte che non possiamo aprire per l’irrazionalità dei paradigmi che reggono il patto di stabilità interno. Ecco questa è la prima criticità da risolvere, credo che il governo nazionale dovrebbe essere sospinto dal buon senso e dal fatto che tutti (amministratori di destra, sinistra e centro) dicono ‘badate, quelle regole stanno soffocando l’economia italiana. Cambiamole’. Poi non ci dimentichiamo che ci troviamo di fronte ad una crisi economica internazionale che ha stretto nella sua morsa moltissime famiglie italiane non risparmiando naturalmente neanche la Puglia. La crisi ha interrotto dinamiche favorevoli che piano piano stavano smantellando alcune tradizionali debolezze dell’economia regionale. Penso alla disoccupazione, penso alla piaga del lavoro nero, penso ad una cronica debolezza del welfare, penso ad una mancanza completa di programmazione e di sviluppo, penso ad una sanità malata e ancora in affanno. Ecco, noi oggi dobbiamo rafforzare ancora di più l’azione di go-

verno regionale in queste direzioni e far leva sulla vitalità del nostro territorio, della nostra gente, dei nostri imprenditori. Mai come oggi quindi è necessario proseguire l’azione del governo regionale per contrastare queste tendenze negative in atto in tutto il Paese. Una giunta sempre più al femminile come forse non se ne erano mai viste in Italia. Qual è il valore aggiunto che le donne, secondo lei, hanno? La prima e unica giunta regionale in Italia a rispettare completamente la parità di genere è la mia. Il mio governo è fatto per metà di donne e per metà di uomini perché la società è fatta per metà di uomini e per metà di donne. E’ una scelta precisa che ho voluto fare quando ho nominato assessori sette donne e sette uomini. E non mi piace parlare di quote rosa, bensì di abbattimento di una discriminazione. Mi sembra invece incredibile e vergognoso che in Consiglio regionale su 70 consiglieri, solo tre siano donne. E’ una mutilazione della rappresentanza di genere. Se la democrazia non si lascia trasformare, nei suoi riti e nel suo linguaggio, dal ‘sapere delle donne’, resterà ostaggio di una porzione di umanità che si è arrogata il diritto di parlare per conto di tutti (e di tutte). Una delle grandi battaglie del primo mandato è stata la lotta al precariato che ha raggiunto il culmine con la legge “omnibus”, ultimo atto prima delle elezioni. Continuerà in questa direzione nonostante

palla in mano agli elettori. Sarà il prossimo candidato premier, infatti, ma solo se le primarie gli daranno ragione. Intanto, continua a guidare la Regione che gli ha dimostrato tanta fiducia, e non si risparmia di farne, da Presidente, una lucida disamina delle criticità. Dalle problematiche del territorio alle caratteristiche uniche di una giunta che rispetta la parità di genere, dalla spinosa “questione sanità” al diritto al lavoro, dagli avversari “che furono” a quelli “che saranno”, Vendola si racconta in questa intervista, unica nel suo genere, a 6Donna. Non è stato facile ottenerla considerati gli impegni del Presidente, al centro di un vortice mediatico senza precedenti. Un corteggiamento durato diversi mesi di attese e rinvii, ma che, alla fine, ha portato i suoi frutti.

crisi e manovra finanziaria? Non c’è ombra di dubbio. Il lavoro (nel senso della condizione di chi lavora) e’ il grande assente dalla scena politica e sociale italiana. Occorrerebbe invece una strategia forte e unitaria che ricominci a parlare di sindacato, di fabbrica, di lavoro. Occorre costruire un cantiere in grado di rimettere insieme libertà, lavoro e sapere. Ricominciamo a parlare, e ricominci tutto il centrosinistra, di precari, casa, lavoro. È necessario che le politiche di sviluppo, le politiche della formazione e le politiche del lavoro debbano essere interconnesse tra loro, come unica condizione di una crescita di qualità per il nostro territorio. È necessario incentivare un nuovo modello di sviluppo che sappia scommettere non sulla competizione a ribasso, fatta di prodotti scadenti e di dequalificazione lavorativa, ma su una competizione di qualità fondata su formazione permanente e sull’innovazione. Parliamo di pari opportunità per le donne, soprattutto lavoratrici, sempre più in difficoltà a gestire lavoro e famiglia. Prevede interventi che migliorino questo aspetto (asili nido, agevolazioni ai datori di lavoro per part-time o quant’altro)? Stiamo cercando di costruire una vita che possa essere normale per le famiglie, per le donne, per i disabili, per i bambini, per gli adolescenti. In questi ultimi cinque anni abbiamo lavorato per dare sostegno economico e servizi concreti per la prima infanzia, microcredito e

sostegno all’acquisto solidale per supportare le famiglie e le giovani coppie nell’accesso ai servizi per la prima infanzia. In questo modo il sostegno alla natalità abbandona la retorica e si fa concreto. E poi ancora, asili nido, sezioni primavera, prima dote per i nuovi nati o voucher di conciliazione, microcredito per l’acquisto dei servizi, contributi ai Comuni per l’abbattimento delle tariffe dei servizi in favore delle famiglie numerose, decine di progetti per sostenere l’associazionismo familiare e le pratiche di comunità per promuovere il mutuo-aiuto (banche del tempo, centri famiglia, ecc..). Da quest’anno lavoreremo per potenziare e mettere a regime il sistema degli strumenti di microcredito per sostenere le famiglie e le giovani coppie per il contrasto delle nuove povertà e per sostenere l’acquisto dei servizi sociali e sociosanitari. E ancora servizi integrati tra Comuni e consultori per prevenire e contrastare l’abuso e il maltrattamento, per sostenere i processi di affido e adozione, ma l’elenco potrebbe continuare ancora per molto. Un’ultima cosa però mi piace sottolineare. E cioè il finanziamento e l’apertura di moltissimi cantieri in tutta la Puglia per il potenziamento delle infrastrutture sanitarie, in particolare ambulatori specialistici, poliambulatori, consultori e centri di riabilitazione e poi infrastrutture sociosanitarie destinate alla qualificazione dei servizi per gli anziani, i diversamente abili, i bambini ed i cittadini parzialmente autosufficienti. In particolare ci sono 45 cantieri per

l’apertura di 31 nuovi asili nido e l’ampliamento di 14 strutture esistenti. A regime avremo 1.200 posti in più per le bambine e i bambini pugliesi che a loro volta, si traducono in 400 posti di lavoro in più per gli operatori. Nel suo percorso regionale ha avuto la meglio su Adriana Poli Bortone e Rocco Palese. Il suo rivale di sempre, però, resta Raffaele Fitto… Mah non parlerei di rivale, non mi piace questo linguaggio dai sapori antichi legati a grandi guerre e a grandi odi. Mi piacerebbe parlare di Raffaele Fitto attraverso il suo operato, attraverso le cose che fa o che non farà per il Sud. Ad esempio parliamo ancora una volta del patto di stabilità interno e delle norme assolutamente demenziali che lo normano. Ecco, questo può essere un banco di prova per dialogare con Fitto. Proviamo a modificarle. Vediamo se c’è disponibilità al dialogo da parte del governo nazionale. Se rimanesse vigente il patto di stabilità interno, a gennaio dell’anno prossimo la Regione Puglia di un miliardo e 200 milioni di euro di finanziamenti comunitari spenderebbe i primi 200 milioni di euro e poi dovrebbe restituire a Bruxelles un miliardo di euro perchè per le norme del patto noi non potremmo spendere altro. Questo è un paradosso, io ho la cassaforte piena e dal 6 giugno non posso dare più soldi nè alle imprese nè ai Comuni. Cosa direbbe se le venisse proposto di creare un forte par-


novembre duemiladieci

personaggio

7

GOVERNO? NICHI VENDOLA, UOMO DELLA SVOLTA

comunicatore

Politica regionale e nazionale, criticità del territorio e battaglia elettorale. Tutto quello che ha fatto e che farà il futuro candidato premier. Primarie permettendo

tito del Sud da contrapporre alla Lega Nord? Io non voglio la lega Sud da contrapporre alla lega Nord e non voglio neanche il partito della vecchia politica, il partito chiuso, avvitato e autoreferenziale. Vede, mentre discutiamo sui modelli di federalismo, peraltro con una discreta confusione, il Governo sta cercando di centralizzare ogni competenza, togliendo soldi alle Regioni, manifestando sempre di più il suo profilo nordista e antimeridionalista, sotto il ricatto di Bossi e della Lega. Si tratta di capire se stiamo lavorando per cambiare l’Italia o per dare un contentino alla Lega. Questo federalismo marcato Lega non sottintende affatto una cultura solidaristica: le regioni che stanno meglio si autonomizzano e alle altre, quelle meno ricche, resteranno solo i margini. Io credo, invece, che bisogna partire

dai cittadini, ai quali devono essere garantiti eguali diritti in Trentino come in Sicilia, e occorre coniugare la necessaria responsabilità di ciascun territorio con quel principio di solidarietà che è garanzia della stessa unità nazionale. Noi dobbiamo uscire dai palazzi, riprendere a parlare con il popolo, riprendere a rappresentarlo con i nuovi e molteplici drammi che sono alle porte, anzi che sono già entrati nelle case degli italiani, e non solo di quelli che abitano al Sud. Nello stesso tempo però dobbiamo vigilare e dobbiamo spingere a creare una politica industriale seria fatta di investimenti per l’innovazione e per aiutare le imprese del sud a diventare competitive. Il governo Berlusconi ha sterilizzato tutti gli incentivi per le imprese del sud e quanto alla Banca del Sud si tratta di una presa per i fondelli. C’e’ una sot-

trazione continua di risorse ai danni del Mezzogiorno, siamo alla secessione di fatto. Ma la verità è comunque che se non si salva il Sud non si salva nemmeno il Nord”. Vendola candidato del centrosinistra alle prossime elezioni politiche: lo farà anche senza l’appoggio del PD? Sarò candidato alle prossime elezioni politiche se le primarie di coalizione, che insieme con il Pd abbiamo deciso di fare, mi daranno la forza sufficiente per farlo. Le primarie sono uno strumento eccezionale e continuerò a battermi per farle e per compiere ancora un’altra volta (dopo le primarie del 2005 in Puglia e le ultime del 2009) un viaggio attraverso le immagini, le storie e le scritture, insieme con il popolo, con i cittadini e le cittadine, per la costruzione di un programma

politico, economico e culturale. Oggi si è aperta una stagione di grande collaborazione con il Pd e non credo dettata dagli eventi, bensì dalla consapevolezza di quanto sia grave la situazione che sta vivendo l’Italia. Noi abbiamo il dovere di costruire la coalizione del cambiamento e della speranza. Oggi mentre il Paese vive un drammatico smarrimento, la politica attraversa una crisi di lungo corso: negli anni è arretrata per lasciare spazio all’economia, ai potentati. Ha delegato ad altri soggetti la sua funzione di guida, riducendo sempre di più il suo spazio di manovra e riducendosi a conservare i suoi orticelli di piccolo potere clientelare da utilizzare nelle consultazioni elettorali. La chiave di volta è rompere questo sistema, è cogliere la domanda di cambiamento che arriva dalla società.

In qual caso, quale esponente vedrebbe e vorrebbe schierato per il centrodestra? Non spetta a me decidere o individuare il mio possibile avversario politico. Certo sarebbe auspicabile un confronto con l’uomo che in questi ultimi mesi si è un po’ distinto, nei modi, nei contenuti e nel linguaggio della politica, da questo fenomeno imperante che è il berlusconismo, e cioè Gianfranco Fini che oggi rappresenta una destra moderna e liberale. Negli ultimi anni, ogni volta che c’è stato da scegliere, la gente ha voluto lei preferendola, di volta in volta, a Fitto, Boccia, Poli Bortone, Palese. Quale altro politico d.o.c. vorrebbe mettere nel sacco? Beh evidentemente quello che il centrodestra sceglierà per la candidatura a premier. Anna Russo


8

novembre duemiladieci

attualità

AD PERSONAM

di Micky de Finis

Una silente paura Scrivo questi appunti praticamen- di accompagnamento. Mi si consigliate in simultanea con le macchine che va di star calmo e zitto. La busta arrivò stamperanno il giornale per Voi. La no- in televisione, a Teleradioerre, di pritizia di quei proiettili inviati al sindaco mo pomeriggio. Si chiamò la polizia, si di Foggia e al presidente della Came- aprì un fascicolo. Poi il nulla. ra di Commercio lascia con il fiato soAdesso questa corrispondenza al speso per generare fulmicotone immediatamente viene recapitaun sentimento di ta a personagpaura. Il fatto non gi di rango per è nuovo perché il ruolo che rimolte volte si fa rivestono, duncorso da queste que un segnaparti a sinistri mesle chiaro di saggi dal sapore intimidazione mafioso. A pochi per far capire, passi da Foggia, presumo, a nella bella città di queste persoLucera, ormai ne impegnate hanno fatto il callo nella politica a queste notizie dei palazzi a d’artiglieria sulle star calmi e zitGianni Mongelli, sindaco di Foggia quali gli inquirenti, perché così ti indagano da anni, perché tutti sono funziona questa corrispondenza speconvinti che lì ci sia un legame, molto ciale, ha l’effetto inesplosivo di zittire stretto, tra quei segnali ed alcuni am- subito, sparando una silente paura. bienti sporchi e contigui alla politica. Qui, vedete, c’entrano poco le perA Foggia la situazione non è poi sone quanto piuttosto il ruolo, la loro tanto diversa. Anche a me è capitato di funzione esercitata nella Città e nella ricevere tempo fa un paio di pallottole sua economia già debole. Conosco bein una busta gialla con tanto di lettera ne il sindaco Mongelli e il presidente

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

Chi era Francesco Saverio Altamura? Denominata inizialmente “Strada Maddalena”, via Francesco Saverio Altamura collega trasversalmente corso Vittorio Emanuele II e via della Repubblica. Chi era Francesco Saverio Altamura a cui la città di Foggia ha intitolato anche l’omonimo Istituto Tecnico Industriale? Nato a Foggia nel 1826, si è distinto per la sua attività di pittore. Trasferitosi ben presto a Napoli per frequentare la facoltà di Medicina, si appassionò subito all’arte figurativa, tanto da seguire anche i corsi serali dell’Accademia di Belle Arti, fino a dedicarsi completamente alla pittura. Intensa fu anche la partecipazione alle vicende politiche tanto da essere condannato a morte in contumacia, nel 1848, per le sue attività di cospirazione contro i Borboni. Fuggì prima a L’Aquila, poi a Firenze, dove entrò in contatto con il circolo artistico che si raccoglieva nel Caffè Michelangelo. Proprio a Firenze, dopo una breve visita nella capitale francese, contribuì alla nascita della corrente pittorica dei Macchiaioli, pur non abbandonando i soggetti storici. Durante il sodalizio con i macchiaioli dipinse alcuni studi di

paesaggio. Nel 1860 ritornò a Napoli, combattendo con le armate garibaldine. Proseguì anche in seguito l’attività politica: fu consigliere comunale a Napoli e a Firenze e rivestì cariche di governo con Bettino Ricasoli. Tra i suoi lavori si ricorda l’affresco nella cappella del Palazzo Reale di Napoli. Si stabilì definitivamente nel capoluogo campano nel 1867 e continuò a produrre quadri, presentati in varie esposizioni. Contribuì alla nascita della pinacoteca nel Museo di Capodimonte. Una vita movimentata non solo dal punto di vista artistico e ideologico, ma anche sentimentale. Dopo aver sposato infatti la pittrice greca Elena Bùkaras, che gli diede due figli, la abbandonò per un’altra pittrice greca, Eleni Sionti, ed ebbe infine per compagna la pittrice Jane Benham Hay. Morì a Napoli nel 1897 all’età di 71 anni.

Zanasi, ne seguo da anni l’impegno e credo siano uomini al servizio del bene pubblico praticamente da sempre. A volte, voglio dire, hanno pagato anche dei prezzi personali in termini di rinuncia per l’assolvimento delle funzioni in cui si sono cimentati e che li vede oggi alla guida degli unici palazzi in cui è depositata la speranza per questa strana città che è Foggia, dove un manipolo di matti, di mitomani, di delinquenti patentati o più semplicemente di avventurieri della politica e dell’economia malsana rischiano di far calare una cappa di paura su una città

Eliseo Zanasi, presidente Camera di Commercio di Foggia

che vuol rinascere. Se penso che la batteria dei messaggi ha visto in passato come destinatari anche l’intera Procura della Repubblica di Foggia con in testa Vincenzo Russo e ancor prima il Procuratore Seccia, magistrati per me di indiscussa etica, allora l’idea che il postino sia lo stesso comincia a consolidarsi, diventa più di una ipotesi soprattutto se allarga il suo orizzonte speculativo sui gruppi di pressione e di interesse che hanno sempre dato problemi a questa città, lasciando in alcuni casi vittime innocenti e illustri come Francesco Marcone, giustiziato da una mano rimasta ignota, questo è il vero scandalo di questa strana città in cui noi abbiamo scelto di vivere, sapendo di convivere con un male oscuro, sottile, velenosissimo, che genera una paura improvvisa, terribilmente macabra come tutte le storie inspirate dalla cultura della viltà.

Chiesa e Polizia di Stato

Insieme contro la pedofilia Sono le vittime deboli, quelle di cui è più facile abusare per la fiducia che solitamente ripongono negli adulti. E’ uno scontro impari. Bambini e adolescenti, loro. L’orco che si cela nei panni del parente, confidente o amico di chat, l’altro. Per interrompere questo massacro, in cui una parte è sempre succube di menti malate e perverse, l’arcidiocesi di Foggia-Bovino e la Polizia Postale di Foggia hanno firmato un protocollo d’intesa. Si tratta di un progetto di prevenzione contro la pedofilia, la pedopornografia on-line, lesioni, maltrattamenti, bullismo in danno ai minorenni. I firmatari del protocollo collaboreranno da un lato per organizzare seminari, corsi di formazione ed aggiornamento per educatori che saranno istruiti a riconoscere i segnali di disagio dei minori e gli indicatori psicologici degli abusi nell’infanzia, a comprendere i pericoli della rete, in un continuo scambio di informazioni e valutazioni. L’accordo prevede, dall’altro lato, l’organizzazione di incontri, presso le parrocchie e nei centri di aggregazione giovanile, con bambini e adolescenti per insegnare loro a riconoscere ed evitare situazioni di rischio e per formarli sulla consapevolezza ed il rispetto del proprio corpo. A presiedere agli incontri saranno lo psicologo della Polizia di Stato, gli agenti dell’ufficio Minori della Questura, della polizia Postale e delle Comunicazioni e il Cappellano della Polizia di Stato. Personale qualificato, in pratica, in grado di rilevare, dalle discussioni con i minori, quei segnali che possano aiutare a delineare ipotesi di maltrattamenti, violenze e abusi, fisici o virtuali (attraverso la rete) e a sporgere eventuali denunce. Spesso, infatti, questa tipologia di reato resta taciuta proprio per la difficoltà delle piccole vittime di riconoscere e comunicare la propria condizione, ma anche per la mancanza di informazioni specialistiche tra gli educatori su come individuare tali situazioni a rischio ed agire di conseguenza. Simona Guerrera

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002 Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Anna Russo Caporedattore Angela Dalicco Hanno collaborato Micky de Finis Rosa Cotugno Maria Grazia Frisaldi Mariangela Mariani Simona Guerrera Francesca Cascioli Rubriche avv. Caterina Monopoli avv. Florangela Loriso dott.ssa Edwige Carnevale dott.ssa Marcella Bevilacqua dott.ssa Floredana Arnò dott.ssa Valeria Ventura Luigia De Vito Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (vill. Artig.) Tel. 0881.56.33.26 - Fax 0881.56.33.19 e-mail 6donna@virgilio.it Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia


moda

novembre duemiladieci

9


10

novembre duemiladieci

benessere

Oli essenziali per aiutarci a mantenere salute e benessere

Emozioni: siamo fatti di pura energia Lo conferma anche la scienza. Vibriamo a frequenze specifiche, ma quando si verificano blocchi o tensioni emotive, insorge uno squilibrio e il conseguente stato di malattia di Angela Dalicco Corpo, mente, anima, forza vitale, energia individuale e universale. Sempre più spesso ci imbattiamo in questi termini quando l’approccio ai disturbi e alle malattie lascia il “porto sicuro” della medicina occidentale per quella olistica, praticata da secoli a latitudini diverse dalle nostre. Ogni antica tradizione di guarigione poneva l’anima al centro della persona come punto essenziale del sistema di cura. Secondo questa concezione, le patologie nascono dallo squilibrio di uno o più elementi che compongono l’individuo: per guarire, e non semplicemente per eliminare i sintomi, bisogna armonizzare la persona nella sua globalità. E l’energia che ruolo gioca? La fisica quantistica ha provato che siamo costituiti da energia: Partendo da questo presupposto, possiamo fare molto per raggiungere e mantenere lo stato di benessere: basta sviluppare la capacità di ascoltarsi e apprendere alcune semplici nozioni di base. A cominciare dai chakra.

Le porte tra energia individuale e universale Corpo, mente e spirito, costituiti da energia a diversa densità, vengono alimentati da un flusso energetico universale detto prana, o energia vitale. I punti d’incontro tra l’energia individuale e universale sono i chakra, sette vortici ener-

getici che si snodano dalla base della colonna vertebrale fino alla sommità del capo: essi scambiano, in un fluire continuo, le due energie. Caratterizzati da un colore specifico, governano funzioni vitali, ghiandole endocrine, organi.

SETTIMO CHAKRA Come una corona, domina la sommità del capo e irradia una luce viola ametista. Collegato all’intero sistema nervoso, al cervello e alla ghiandola pineale, rappresenta la vera essenza dell’individuo, ossia ciò che è sempre stato e sempre sarà. Un suo squilibrio può rivelare un difficile rapporto con l’autorità, per esempio quella paterna, oppure senso di separazione e solitudine. QUINTO CHAKRA E’ alla base della gola, regola la tiroide e sovrintende metabolismo, gola, voce, braccia, spalle e mani: il suo colore è l’azzurro cielo. E’ legato alla capacità di esprimere se stessi, di manifestare i propri obiettivi e di ricevere. Se non è in equilibrio, è possibile che qualcosa sia rimasto inespresso o si è rinunciato alla realizzazione dei propri obiettivi. TERZO CHAKRA Il plesso solare ospita il terzo, nutrito proprio dal colore giallo. Regola il sistema muscolare, digerente, pelle, occhi e viso. Emotivamente, è legato alla libertà di essere se stessi, senza esercitare controllo o dipendenze. Una tensione a questo livello può comportare volontà di prevaricazione o controllo eccessivo.

Il potere delle piante Oltre ad essere utilizzato come alleato per la propria bellezza, l’acido ialuronico può avere tante altre proprietà benefiche in diversi campi: chirurgia otologica l’acido ialuronico viene utilizzato come rigenerante di membrane timpaniche forate; chirurgia oftalmica per la produzione di lacrime artificiali e interventi sul corpo vitreo dell’occhio; artrologia come lubrificante antiflogistico e preservante del liquido sinoviale delle articolazioni. SESTO CHAKRA Detto anche “terzo occhio” domina il centro della fronte e vibra di indaco. Governa sistema endocrino, fronte, tempie e ipofisi. Determina il rapporto con la spiritualità e dona la “chiara visione”, quella secondo la quale si prendono le decisioni che indirizzano la vita. Se in tensione, può indurre la percezione che il mondo non riesca a cogliere la vera natura dell’individuo. QUARTO CHAKRA Posto al centro del petto, sovrintende sistema circolatorio, respiratorio e la ghiandola del timo che controlla il sistema immunitario. Le relazioni affettive con le persone più vicine al cuore sono legate proprio a questo centro, irradiato da una luce smeraldina. Dal suo equilibrio dipende la percezione di sentirsi amati e la capacità di amare incondizionatamente, in caso contrario, può determinare chiusura, gelosia, invidia.

PRIMO CHAKRA Si trova alla base della spina dorsale, nel peroneo e vibra di un bel colore rosso. Controlla il sistema scheletrico, denti, gengive, sistema d’eliminazione e linfatico, ghiandole surrenali e prostata negli uomini. Emotivamente, rappresenta la capacità di essere ben radicati, la pazienza e la sicurezza: un eventuale squilibrio può determinare paura e senso di instabilità.

SECONDO CHAKRA E’ collocato al centro dell’addome e irradia un caldo color arancione. Governa il sistema di riproduzione, intestino, lingua e gonadi. Determina il rapporto con il piacere e l’emotività. Un suo squilibrio può causare stress della sessualità e un cattivo rapporto con il cibo.


novembre duemiladieci

moda

Il tocco extra che fa subito stile

La moda è dettaglio Zoom sugli accessori dallo stile quotidiano al neoluxury verno? ove idee forti dell’autunno-in Pronte ad allinearvi sulle nu ticolari in primo piano che giocano Basta un tocco speciale, par . Al massimo. con il vestito potenziandolo Anello a fascia in metallo lucido con rilievi a forma di stelle in varie dimensioni Abito georgette e jersey. Cappottino nero con collo in pelliccia.Tutto Denny Rose Guanti di pelle profilati di cavallino leopardato e occhiali anni ‘80

Anello a forma di fiore in metallo dorato con petali di pietre nere e piccolo cristallo al centro

Tailleur in tweed: Giacca corta con maniche bordate in ecopelliccia più mini con bottoni-decoro. Bauletto in vernice stampata cocco

Decolletee con cinturini e tacco in metallo. Tracolla scozzese. Decolletee con tacco a spillo e plateau

Ispirazione British per la stringata in pelle nera e vernice con tacco alto e piccolo plateau

11


12

novembre duemiladieci

fashion

Secchezza cutanea e sensibilità capillare

Il segreto per colorare e proteggere i capelli Dall’acqua termale un valido aiuto per donare lucentezza e idratazione Bellezza e luminosità della capigliatura nascono da una perfetta armonia delle parti che lo compongono. Il capello, infatti, è una struttura complessa, un vero organo in miniatura: comprende una parte esterna al cuoio capelluto, il fusto, ed una interna, la radice. Ad essa si collegano le ghiandole produttrici di sebo, sostanza oleosa che forma un sottile velo, in grado di riparare e nutrire la chioma, rendendola morbida e brillante. Per capire lo stato di salute capillare bisogna, dunque, osservare con attenzione le microscopiche scaglie cornee che costituiscono la cuticola esterna del fusto: solo quando sono ben aderenti le une alle altre, la situazione è in equilibrio. Tra i problemi più frequenti, spicca la disidratazione: la chioma appare opaca, fragile e porosa, per la superficie irregolare delle scagliette della cuticola, che non riflettono la luce in modo ottimale. La causa? Talvolta è di natura genetica: con il pas-

sare degli anni, la secchezza aumenta, proprio come accade per la pelle, ma può essere innescata anche da aggressioni esterne (sole, vento, freddo, smog), e aggravata da una dieta povera di vitamine. Anche le cure di bellezza possono, a volte, arrecare danno ai nostri capelli: l’uso frequente di tinture e sostanze schiarenti, infatti, può sottrarre ai capelli il giusto grado di umidità, rendendoli più fragili ed opachi. Ma allora dobbiamo rinunciare alle tinture? Assolutamente no: basta utilizzare i prodotti adatti, che non seccano la chioma, ma agiscono nel rispetto dell’equilibrio capillare, come Thermal Color, la nuova colorazione in crema-gel a base di acqua termale sen-

za p-fenilendiamina e senza resorcina. A spiegare le caratteristiche di questa colorazione è Maria Grazia Finelli, la giovane e determinata hair stylist titolare del salone Mary Hair Style, un locale colorato, fresco e frizzante. “Grazie all’acqua termale, Thermal Color dona ai capelli lucentezza, estrema brillantezza, idratazione e durata del colore nel tempo, nel rispetto dell’equilibrio capillare. Inoltre, essendo completamente priva di p-Fenilendiammina e Resorcina, questa colorazione è particolarmente indicata per chi ha cute sensibile: il basso contenuto di ammoniaca (inferiore all’1%) svolge un’azione più delicata di apertura

delle squame”. Quali sono i vantaggi della “delicatezza” di questa colorazione? “I capelli rimangono idratati, rigenerati e districabili. I nuovi micro pigmenti di colore puri al 98%, disponibili in 51 nuances, sono più delicati, ma estremamente coprenti e assicurano colori intensi ed ultra-brillanti, con grande resistenza ai lavaggi senza virare nel tempo”. Quali sono i colori di tendenza per quest’autunno? “La moda per il colore dei capelli per l’autunno-inverno 2010- 2011 vede un grande ritorno delle varie tonalità del castano, sia nelle proprie

nuances uniformi, sia in giochi di chiaro-scuro tono su tono, con riflessi e giochi di colore. Le castane naturali potranno scegliere di ravvivare il colore di base con tonalità nuove, ma molto vicine a quelle proprie, quindi con un castano cioccolato o con un castano scuro tendente al rosso e al mogano, oppure mescolando tonalità prugna con castano scuro, creando bellissimi giochi di riflessi e movimenti. Sempre attuali, poi, le tonalità chiare: la moda colore suggerisce capelli biondi, con giochi di chiaro e chiarissimo per rendere ancora più luminosa e vaporosa la chioma”. Rosa Cotugno


bellezza

novembre duemiladieci

13


14

novembre duemiladieci

piante

Rosa di Natale, vischio, pungitopo, agrifoglio, abete bianco

Gli intrepidi fi ri del fredd Sbocciano quando le altre piante cedono il passo all’inverno

A CURA DELLA DOTT.SSA MARIA SANTILLO

La stagione che stiamo attraversando è segnata da incostanti e basse temperature che determinano, nel regno vegetale, l’interruzione quasi completa del ciclo della vita: ogni organismo si libera delle parti ormai improduttive e, reclinate le cime e le foglie, scivola nel meritato riposo. C’è, tuttavia, una piccola frazione che si risveglia proprio con l’ostico clima di questo periodo, dando vita ad una produzione particolare per forma, essenze e colori. L’esemplare-simbolo di questa esigua comunità è la Rosa di Natale, nota già presso gli antichi Greci per le sue proprietà medicamentose. Fiorisce copiosamente nel periodo dell’Avvento ricoprendo con una profusione di candide e tenaci coppe odorose, le sommità di rami rivestiti da spesse foglie palmate. Il piccolo arbusto appare esile e delicato, ma, nella realtà, è forte e tenace, tan-

to da superare indenne i rigori invernali. Predilige habitat in semiombra dove si autodiffonde, e così, mescolandosi con un suo stretto parente, l’Elleboro giallo, ricopre rapidamente intere radure trasformandole in fantastici quadri multicolori. In questo stesso periodo, fa la sua comparsa un minuscolo essere, il Bucaneve, che sceglie, però, a sua dimora, quote decisamente più alte e quasi perennemente innevate. Come un antico eroe, emerge fiero dalla coltre bianca raggruppandosi in teneri mazzetti di fiori bianchi e verdi armoniosamente ricurvi verso il basso. Tappezza, quindi, rapidamente le basi spoglie degli alberi addolcendo, con il suo delicato profumo, gli umori pungenti delle muffe. Altri coraggiosi compagni, in questo duro e arduo viaggio, sono il Pungitopo, il Vischio, e l’Agrifoglio. Il primo, forma strutture compatte, di modeste dimensioni che si nascondono timidamente sotto i giganti dei boschi, le conifere e le querce. Le estremità dei rami assumono la forma di foglie ovali (cladodi) intessute di fibre dure e resistenti che si allungano

fino all’apice dove si compongono in una spina acuminata; sulla pagina superiore si insediano piccoli ed insignificanti fiori, a sessi separati, di colore verde chiaro che, però, fecondati, danno origine a grandi bacche rosse, molto decorative. Sono fonte di cibo per gli uccelli che ricambiano il gesto gentile del vegetale, diffondendone, con gli escrementi, i semi. Il Vischio, conosciuto fin dalle antiche civiltà dei Druidi, è simbolo di amore e di pace, infatti, attraversando le soglie adornate con i suoi rametti, la tradizione vuole che ci si scambi un bacio, a testimonianza di una ritrovata comprensione e serenità. E’ un parassita che affonda le sue radici nella corteccia del fusto delle querce da cui emerge con proliferazioni tondeggianti, di un bel verde tenero, ornate di acini bianchi simili a perle, anch’essi ghiotto alimento per i volatili.

L’Agrifoglio continua la tradizione delle piante guerriero. Può raggiungere dimensioni di tutto rispetto (circa due metri di altezza), le foglie hanno bordi sagomati ed aculeati che proseguono in un vertice acuto, molto pungente. Sono spesse, coriacee, strette l’una all’altra e rivestite da una cuticola lucida che le pro-

tegge e le fa brillare. Anche questa specie ha sessi separati, gli elementi riproduttivi si raggruppano all’ascella fogliare e fecondati, in inverno si trasformano in

bellissime sfere rosse: solo, però, nelle entità femminili. Tutto l’insieme, con lo sfondo di un bosco pennellato di neve, crea una poesia di colori e sensazioni molto difficile da esprimere a parole. Questi vegetali, si dice siano protetti da un gigante antico, giunto fino ai nostri giorni dopo aver superato notevoli rivoluzioni climatiche nel corso dei millenni: l’l’Abete bianco. E’alto, slanciato, solenne, ha una struttura elegante ed armonica, creata dalla perfetta simmetria dei suoi rami. Per questi attributi è definito “il principe dei boschi” ma secondo le leggende di tutte le culture questo appellativo deriva dalla bontà di un suo gesto: in una notte lontana pregò le stelle di depositarsi sui suoi rami per illuminare la strada smarrita da un viandante stanco ed infreddolito. Era la notte di Natale e da allora questa favola si ripete ogni anno nelle nostre case, interpretata dalle sfere di cristallo che ornano l’abete e dalle profumate ghirlande di rami dono delle piccole amiche legate da sempre al grande albero.


novembre duemiladieci

arte&tradizioni

15

Decorazioni, un’arte sempre a passo con i tempi

Aspettando Natale tra storia e novità Stile biedermeir e tecnica del patchwork: quest’anno andrà di moda l’albero di “pezza” Con l’avvicinarsi del Natale scatta la corsa alle decorazioni e dopo la voglia di accaparrarsi il regalo più esclusivo da donare alle persone care, ecco che si dà il via alla ricerca della decorazione più in voga che valorizzi la nostra casa nella festività più sentita. Dalle porte agli alberi, fino alle tavole e le finestre, le signore di casa cominciano a pensare a come poter rendere festose le loro abitazioni per ottenere un’atmosfera natalizia più magica, visitando negozi artigianali o bancarelle per conoscere le ultime tendenze, trovare la candela giusta, o il nastro più adatto che renda la nostra casa un vero tempio del Natale. Quella della decorazione natalizia è un’usanza che trae la sua origine nei mercatini che venivano al-

lestiti nel 1600 in Germania; a quel tempo si utilizzavano soprattutto dolci tipici, successivamente sostituiti da candele, che simboleggiavano vita e gioia, nastrini argentati o dorati e angeli. L’uso della decorazione cambia da Paese a Paese, basti pensare agli Stati Uniti, dove è tradizione decorare con maggiore accuratezza l’esterno delle abitazioni con luci, slitte e piante natalizie (tra le quali la più diffusa è la poinsettia, comunemente detta Stella di Natale, seguita dal vischio e agrifoglio). Tra le decorazioni più amate c’è sicuramente il presepe. La raffigurazione della natività ha origini antiche: i primi cristiani usavano dipingere o scolpire le scene della nascita di Cristo nelle Catacombe romane. Si trattava soprattutto di affreschi, rilievi e graffiti. Le prime statue hanno fatto la loro comparsa intorno al 1200. Infatti il primo vero allestimento della natività fu voluto e realizzato da S. Francesco d’Assisi, che diede il via ad una lunga tradizione, basti pensare ai sempre più raffinati artigiani che si dedicano alla creazione di statuine per la realizzazione della rappresentazione. E come non parlare dell’albero

di Natale, la decorazione che più di tutte richiede tempo e mette alla prova la fantasia tra palline, fiocchi e luci? Risulta essere il più classico e diffuso simbolo di questa ricorrenza, le leggende che riguardano l’abete più famoso al mondo sono innumerevoli e suggestive, infatti pare che la tradizione nasca presso i germani dove un boscaiolo, tornando a casa in una fredda notte invernale, restò incantato a guardare la bellezza di un abete che brillava di mille ghiaccioli e stelle. Gli venne così l’idea di adornare con luci e carta colorata un albero simile che sorgeva davanti la sua casa. Anche la tradizione cristiana, però, ne riven-

dica la paternità: sembra infatti che l’abete fosse uno degli alberi del giardino dell’Eden, per la precisione l’Albero della Vita. Quando Eva colse il frutto proibito, le sue foglie avvizzirono fino a diventare aghi e non fiorì più fino alla nascita di Cristo. Oggi decorare gli ambienti in vista del Natale è diventata una vera arte, sempre innovativa e al passo con i tempi. Lo conferma un’esperta, Patrizia Traversi, titolare de “La Nuova Merceria Piva”. “I cambiamenti in questo settore si hanno ogni anno sia per quanto riguarda le tecniche di lavorazione che i materiali. Si potrebbe pensare che le decorazioni vengano realizzate esclusiva-

mente attraverso il decoupage, ma non è così. Le tecniche sono estremamente varie e prevedono l’utilizzo di un gran numero di materiali, da quelli più classici, come il feltro, ad altri più innovativi come le spezie e la frutta (di grande effetto sono le fette di arance come nello stile biedermeier di origine tirolese). Sempre attuale è, poi, la tecnica del patchwork che permette di realizzare decori originali dal grande impatto visivo. La tendenza per questo Natale, infatti, prevede proprio un ritorno al feltro, al tessuto e alle palline imbottite: quest’anno la moda propone un vero e proprio albero di pezza”. Stefania D’Alessandro


16

novembre duemiladieci

società

Donna tra corpo e anima Per stare insieme, rilassarsi e trattare problematiche femminili Una giornata tutta al femminile, in cui sarà possibile trattare argomenti legati al benessere psicofisico della donna, ma soprattutto trarre forza dallo stare insieme, facendo esperienza collettiva ed individuale di tecniche di espressione corporea e di autorilassamento. L’incontro, organizzato dal gruppo scientifico-culturale “Arbor vitae”, si terrà il 13 novembre prossimo. “Sarà un’occasione – commentano gli organizzatori – per dare spazio al ‘fare creativo’ e facilitare il proprio ascolto interiore. Il tutto in un’atmosfera salubre, nella quiete della campagna: ci troveremo, infatti, in uno spazio naturale non lontano dalla città”. Tema dell’evento scientifico-culturale è

“Donna tra corpo e anima”. L’idea di organizzare questo genere di incontri la cui partecipazione è gratuita è nata dall’esigenza di far fronte alle problematiche femminili non solo mediche ma anche psicologiche. Problematiche comuni a molte donne che però, spesso, hanno una sorta di timore a parlarne. A coordinare i lavori saranno il ginecologo Antonio Lacerenza, la psicologa Giulia Di Biase e la sociologa Francesca Virgilio. Durante la giornata si alterneranno momenti in cui si tratteranno tematiche femminili a momenti di relax. L’incontro avrà luogo in masseria San Giusta, nei pressi di Foggia. Per informazioni organizzative: contattare lo 0881 743507 dalle 9 alle 12.

Mobilitazione studentesca La battaglia di Link collettivo e Rete della conoscenza No al Disegno di Legge del Ministro Mario Nobile, Gelmini, sì ad un welfare a misura di stu“Link collettivo” dente. E’ quanto chiederanno il prossimo 17 novembre l’associazione “Link collettivo” di Foggia e la “Rete della conoscenza” che parteciperanno alla giornata di mobilitazione studentesca nazionale. “Gli studenti - spiega Mario Nobile, referente di Link collettivo – protesteranno contro i tagli dell’89,54% del fondo per il diritto allo studio deliberati dal Consiglio dei Ministri, che andranno a ridurre drasticamente le sovvenzioni per borse di studio, alloggi, mense, Progetto Erasmus”. Gli studenti foggiani protesteranno anche contro gli aumenti decisi dalla Regione Puglia del costo dei trasporti pubblici, che inevitabilmente danneggiano gli studenti pendolari. “Noi chiediamo - continua Nobile - che gli studenti vengano considerati non un peso, ma una risorsa, così come accade in altri Paesi europei, in cui i soggetti in formazione ricevono un reddito con in quale gestire autonomamente il proprio percorso di studio”. La battaglia più agguerrita, però, sarà combattuta contro il Disegno di Legge del Ministro Gelmini, che sarà discusso alla Camera il 18 novembre prossimo.


novembre duemiladieci

BIOLOGA

E’ l’esame più frequentemente richiesto

DI EDWIGE CARNEVALE

Come leggere un emocromo

Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Globuli rossi, bianchi, piastrine e emoglobina: i valori di riferimento L’emocromo è il punto di partenza per qualunque esame dello stato di salute di un individuo. E’ forse l’esame di laboratorio più frequentemente richiesto e consiste nel conteggio e nella valutazione delle caratteristiche principali delle cellule del sangue tramite analizzatori automatici. Vengono valutati i globuli rossi (numero e grandezza), i globuli bianchi (inclusi alcuni sottotipi), le piastrine, la quantità di emoglobina (HB) contenuta nei globuli rossi e l’ematocrito, cioè la percentuale di globuli. I Globuli rossi (RBC), detti anche eritrociti o emazie, hanno la forma di disco appiattito, privi di nucleo e sono i responsabili del trasporto di ossigeno per la respirazione cellulare. Si formano nel midollo osseo e per la loro produzione sono necessarie alcune sostanze come la vit.B12, l’acido folico e il ferro. I valori normali della quantità assoluta circolante dei GR viene espressa con la sigla RBC: Valori normali di RBC Uomini 4.5 - 6.1 milioni/ml Donne 3.9 - 5.4 milioni/ml La riduzione di RBC si dice anemia. L’aumento degli eritrociti può essere dovuto a un minore apporto di ossigeno dall’esterno (lunga permanenza ad alte quota), una ridotta concentrazione interna di ossigeno (malattie polmonari o cardiache croniche), una malattia del midollo osseo per produzione eccessiva dei RBC. L’Ematocrito (HCT) costituisce un altro parametro per definire la reale quantità di globuli rossi atti a trasportare ossigeno ai tessuti ed escludere anemie.

Valori normali dell’ematocrito Uomini 42-50% Donne 36-45% Bambini: neonati 45-75% 1 mese 30-55% 6 mesi 34-46% da 1 a 4 anni 33-44% 10 anni 36-43% Una riduzione dell’ematocrito significa che la parte corpuscolata del sangue è diminuita. Un aumento dell’ematocrito può significare un incremento della parte del sangue corpuscolata (poliglobulia) o una diminuzione della parte fluida. L’emoglobina (HGB) è il pigmento dei globuli rossi atto a trasportare l’ossigeno ai tessuti. Quando l’HGB, all’interno dei polmoni tramite il processo di respirazione, si lega all’ossigeno, si chiama ossiemoglobina, un composto che conferisce al sangue il caratteristico colore rosso vivo. Valori normali dell’HGB •Uomini 20-40 anni > 40 anni •Donne 20-40 anni > 40 anni

13-18 g/dl 14-17 g/dl 12-16 g/dl 12-17,5 g/dl

•Bambini Neonati 17-27 g/dl 1 mese 12-22 g/d 6 mesi 10-15 g/dI 1 anno 9,5-14,5 g/dI 4-10 anni 10-16g/dI Normalmente il valore dell’emoglobina è direttamente correlato al numero di eritrociti, quindi una loro carenza indica generalmente anche una scarsità di emoglobina. Un abbassamento

Prima di abbonarsi svolgere una lezione di prova

del valore dell’emoglobina è perciò sintomo di un’anemia. Anche nel caso di aumento dell’emoglobina si può prevedere un incremento dei globuli rossi (poliglobulia), le possibili cause sono le stesse dell’aumento del numero di eritrociti. MCV è il volume corpuscolare medio dei globuli rossi. Indica la grandezza dei globuli rossi ed è importante perché serve nella diagnosi delle anemie: i globuli rossi possono essere più piccoli del normale (anemia microcitica) o più grandi (anemia macrocitica). Negli sport di resistenza l’allenamento aumenta il valore dell’MCV. MCH il contenuto medio di emoglobina per ciascun globulo rosso è la quantità di emoglobina contenuta in media in un globulo rosso. I valori normali vanno da 27 a 34 picogrammi. MCHC la concentrazione corpuscolare media di emoglobina indica se i globuli rossi a seconda della loro grandezza contengono poca o molta emoglobina. I valori normali espressi in percentuale vanno da 31 a 37. Per una migliore valutazione delle anemie, in laboratorio oggi si applicano i cosiddetti parametri della distribuzione RDW l’indice di distribuzione dei volumi eritrocitari: vn.11-16.5 % HDW l’indice di distribuzione della concentrazione di HB: vn. 2.2-3.2 g/dl Tutti gli eritrociti che l’analizzatore conta, vengono in questo caso riportati in un diagramma cartesiano, sul cui asse verticale viene indicato il volume delle emazie mentre sull’asse orizzontale si descrive il loro contenuto di emoglobina. Nel paziente normale la totalità delle emazie cade in un quadrante centrale del diagramma, mentre gli eritrociti di piccolo volume (microcitosi) e di basso contenuto di emoglobina (ipocromia) sono distribuiti in basso e a sinistra.

ESPERTA IN SCIENZE MOTORIE DI MARCELLA BEVILACQUA

PALESTRA

Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

come scegliere quella giusta No ai centri che non elaborano programmi personalizzati Conclusa la parentesi vacanziera, eccoci di nuovo pronti a percorrere la lunga stagione di cui è possibile approfittare per costruire il nostro benessere e giungere in perfetta forma alla prossima estate. Per moltissime persone i mesi di ottobre e novembre coincidono con la ripresa delle attività sportive. In questi giorni, infatti, quasi cinque milioni di italiani, consapevoli che la salute dipende in buona misura dall’attività fisica, si accingono a scegliere il centro fitness cui affidare le cure del proprio benessere. Per chi non ha mai praticato con regolarità un’attività sportiva o per chi si appresta ad intraprenderla per la prima volta, orientarsi tra le svariate proposte disponibili in città può essere un’impresa davvero difficile se non si hanno fin da principio idee chiare e obiettivi precisi, ma può esserlo anche se, viceversa, si mira a ottenere un servizio di training realmente personalizzato (one to one) a costi contenuti. Affinché la scelta della struttura si riveli azzeccata sia sotto il profilo del budget sia dal punto di vista funzionale, è bene perciò tenere presenti alcuni criteri di base

che, se trascurati, possono essere fonte di demotivazione e di conseguente abbandono del progetto. Fondamentale è non accontentarsi mai di ciò che va di moda al momento, magari perché ce lo ha suggerito un conoscente o un amico: ricordate che la scelta della palestra va condotta tenuto conto esclusivamente delle proprie esigenze, priorità e obiettivi personali, che dovrebbero essere il più possibile definiti in anticipo rispetto alla scelta della struttura. Prima di sottoscrivere un abbonamento, inoltre, è sempre bene informarsi se è possibile svolgere una lezione di prova gratuita. La lezione di prova è utile per farsi un’idea del livello di assistenza e di consulenza che una struttura è in grado di fornire ai propri utenti e, soprattutto, consente di valutare l’approccio dell’istruttore in termini di empatia e di disponibilità. Un altro consiglio è quello di visitare più centri fitness prima di decidere quello presso cui iscriversi, selezionandoli anche in base alla loro raggiungibilità. Scegliere una palestra non distante dal luogo di lavoro o dalla pro-

pria abitazione (le sempre più gettonate “palestre di quartiere”) vale infatti sicuramente come incentivo a frequentarla in modo più assiduo e con maggiore naturalezza. Se si è alle prime armi, meglio preferire piccoli centri fitness dov’è facile sentirsi di più a proprio agio evitando l’imbarazzo di confrontarsi con persone già “palestrate” e sfruttando tutte le opportunità offerte dal rapporto individualizzato con l’istruttore. Diffidate nel modo più assoluto dei centri che non elaborano programmi personalizzati e che utilizzano schede di allenamento standard uguali per tutti. Nelle strutture più accreditate è infatti previsto un colloquio preliminare con l’istruttore, che dopo un’attenta anamnesi e dopo aver valutato le esigenze del cliente, elabora e assegna un piano di allenamento ad hoc. Assicuratevi inoltre che gli istruttori abbiano le adeguate qualifiche, come la laurea in scienze motorie o un diploma di abilitazione professionale. Le persone in possesso di tali requisiti possono assicurare un servizio che non metta a repentaglio la vostra salute per ottenere un qualsivoglia ri-

sultato. Ricordate che la palestra è un luogo dove non bisogna mai sentirsi abbandonati a se stessi. Accertatevi quindi che gli istruttori siano sempre presenti durante l’allenamento, monitorando attentamente l’esecuzione degli esercizi e correggendo eventuali posture o movimenti errati. Se infine siete interessati a svolgere un’attività mirata al solo potenziamento muscolare, non concentrate la vostra attenzione esclusivamente sulle palestre dotate di macchinari ipertecnologici di ultima generazione, ma focalizzate le vostre ricerche anche sui centri che dispongono di attrezzature più tradizionali (il classico set di panche, bilancieri e manubri), perché questi strumenti risultano comunque efficaci per garantire il raggiungimento degli stessi obiettivi se la formula del training, motore portante di ogni risultato, è ben studiata.

17

in poche parole

Inquinamento in casa La casa non è sempre il luogo più sicuro per la salute. L’aria che si respira tra le mura domestiche, infatti, è cinque volte più inquinata di quella esterna. Lo ricordano gli esperti del Gruppo di studio sull’inquinamento degli ambienti di vita dell’Istituto Superiore di Sanità, che cercano di proporre linee di indirizzo e di comportamento per la tutela della salute. Il tema della qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre case e in tutti quegli ambienti cosiddetti di vita (come scuola, uffici, mezzi di trasporto) è importante quanto sottovalutato. Spesso infatti si dà per scontato che negli ambienti chiusi si è più al sicuro dallo smog, ma in realtà non sembra essere così. Una recente ricerca dell’Enviromental Protection Agency (Epa), l’Ente statunitense di protezione ambientale, ha dimostrato l’esatto contrario, ovvero che l’aria di casa è cinque volte più inquinata di quella esterna. Sotto accusa, in particolare, i Composti organici volatili contenuti nei prodotti per la pulizia della casa, degli uffici e di tutti gli ambienti di vita, come pure in pitture, vernici e smalti, nelle candele profumate e nei bastoncini d’incenso, nei vestiti e nella tappezzeria sottoposti a lavaggio a secco, nell’utilizzo di stufe a legna e caminetti, e ovviamente, nel fumo di sigaretta. Da non dimenticare poi l’inquinamento dovuto a batteri, funghi e muffe originatesi negli ambienti troppo umidi. Proteggersi in casa, però, è possibile con alcune precauzioni consigliate dagli esperti. Pulizia Leggere attentamente le etichette e non miscelare mai i prodotti. E’ bene sempre arieggiare la casa per assicurare il ricambio d’aria, usare accorgimenti antiacari per materassi, cuscini, divani. Limitare l’uso di deodoranti spray. Contro le tarme evitare la naftalina e ricorrere a sostanze naturali che si possono acquistare in erboristeria. Mobili Meglio utilizzare semplicemente panni in microfibra per detergere il mobilio anziché i classici spray “mangiapolvere” che sono per lo più a base di formaldeide. Vernici e pitture Ventilare gli ambienti fino alla scomparsa degli odori e comunque utilizzare vernici a base d’acqua. Combustioni E’ bene limitare l’uso di stufe a legna e caminetti se privi di sistemi a norma di smaltimento dei fumi. Per lo stesso motivo è meglio limitare l’accensione di candele profumate e bastoncini d’incenso. (Fonte: genitori.it)


18

novembre duemiladieci

in poche parole

Pensioni ridotte

Ripristinato con la legge anticrisi

PREVIDENZA SOCIALE

Commercianti indennizzo a chi cessa l'attività

DI FLOREDANA ARNÒ

ENASCO

Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Per accompagnare alla pensione chi lascia definitivamente l’attività

Pensioni ridotte da quest’anno per chi cessa l’attività lavoratiUn indennizzo pari a 461 euro mensili: ecco a mercianti in attività iscritti all’Inps. Entriamo ora l’attività di commercio al minuto); la cancellazione va con meno di 18 anni di contriquanto ammonta quest’anno il trattamento spet- nei dettagli. buti versati entro il 1995. Il taglio è del titolare dell’attività dal Registro delle imprese dovuto all’entrata in vigore da gentante in favore degli operatori commerciali che deDestinatari Sono tutti coloro che esercitano, in presso la Camera di commercio; la cancellazione del naio 2010 delle nuove percentuacidono di cessare la loro attività. Il beneficio, già qualità di titolari o collaboratori, l’attività com- titolare dal registro degli esercenti il commercio li per il calcolo della pensione con previsto dal 1996 e di cui la categoria ha potuto merciale al minuto in sede fissa o ambulante, i ge- per l’attività di somministrazione al pubblico di aliil sistema contributivo o misto. Si usufruire fino al 31 dicembre 2007, è stato ripristi- stori di bar e ristoranti e gli agenti e rappresentan- menti e bevande; la cancellazione dal ruolo protratta di coefficienti, utilizzati per il nato con una norma inserita nella legge anticrisi ti di commercio. vinciale degli agenti e rappresentanti di commercalcolo delle pensioni contributi(n. 2 del 28 gennaio 2009). Requisiti E’ necessario che gli interessati, nel cio. ve, che per legge devono essere riUn atto fortemente voluto dalla Confcommer- periodo tra il 1 gennaio 2009 e il 31 dicembre 2011, Incompatibilità L’indennizzo è incompatibile visti per tenere conto dell’andacio, vista la crisi del settore mercantile negli ultimi abbiano più di 62 anni di età, se uomini, o più di 57 con l’esercizio di qualsiasi attività di lavoro automento della speranza di vita anni. La prestazione funziona come un ammortiz- anni, se donne, e vantino un’iscrizione al momen- nomo o subordinato e, conseguentemente, la cormedia. Sono basati, infatti, sul zatore sociale, il cui scopo è quello di accompa- to della cessazione dell’attività per almeno 5 anni, responsione del beneficio ha termine dal 1° giorno principio che, se si vive più a lungo, gnare fino alla pensione coloro che lasciano defi- in qualità di titolari o collaboratori, nella gestione del mese successivo a quello nel quale sia stata ril’importo di pensione di partenza nitivamente l’attività. Non si tratta comunque di degli esercenti attività commerciali istituita pres- presa l’attività lavorativa sia essa dipendente che deve scendere in quanto diventa assistenza a carico dello Stato, ma di autogestio- so l’Inps. Sono necessari altresì: la cessazione de- autonoma. Il beneficiario ha l’obbligo di comunicare più ampio il periodo in cui si benene. E’ stato previsto, infatti, che la concessione del- finitiva dell’attività commerciale; la riconsegna all’Inps la ripresa dell’attività lavorativa, entro 30 ficerà della prestazione pensionil’indennizzo venga finanziata – fino al 31 dicem- dell’autorizzazione per l’attività di somministra- giorni dal suo verificarsi. A sua volta l’Inps è tenustica. In altre parole, per tutti gli asbre 2013 - tramite la maggiorazione dello 0,09 per zione al pubblico di alimenti e bevande (nel caso in to ad effettuare i controlli sul rispetto della norma sicurati che alla data del 31 cento dell’aliquota contributiva a carico dei com- cui quest’ultima sia esercitata congiuntamente al- che prescrive l’anzidetta incompatibilità. dicembre 1995 non hanno raggiunto i 18 L’indennizzo compete dal 1 giorno del mese successivo a quello di presentazione della relativa domanda e fino al momento in cui si potrà percepire la pensione di anni di anvecchiaia. Ciò significa che, rispetto al passato, l’ indennizzo avrà una durata superiore ai tre anni, visto che l’assegno potrà essere erogato anche nel periodo che inzianità contercorre tra il mese di compimento dell’età pensionabile (60 anni per le donne, 65 per gli uomini) e l’apertura della cosiddetta finestra, cioè fino al momento in cui la tributiva e pensione verrà effettivamente erogata. L’importo - pari come si e già detto a 461 euro mensili - è identico a quello del trattamento minimo di pensione, che viene conper coloro cesso dall’Inps ai commercianti iscritti alla gestione. Per ottenere l’indennizzo la domanda va presentata entro il 31 gennaio 2012 su un modello appositamente preche successidisposto. I periodi in cui viene riscosso l’assegno si considerano come lavorati ai fini della pensione. Attenzione però: la contribuzione figurativa si somma a quella di vamente a lavoro solo per raggiungere il diritto, in quanto lo scopo della prestazione è unicamente quello di evitare che il commerciante con pochi versamenti possa restare senquesta data za reddito e senza pensione. L’Inps ritiene, poi, che la titolarità di un trattamento pensionistico non impedisce la concessione dell’indennizzo. In una situazione del gehanno inizianere potrebbero trovarsi i titolari di assegno di invalidità, di pensione di anzianità, nonché le vedove e i vedovi che hanno una rendita di reversibilità. Si consiglia, dato ad effetta anche la non semplice procedura richiesta, di rivolgersi agli uffici del Patronato 50&Più Enasco i quali, gratuitamente, dopo una attenta verifica dei requisiti, possono tuare i versaprovvedere alla predisposizione dell’apposita domanda e al successivo inoltro presso l’Inps. menti, il calcolo della pensione non è più “retributivo” MOVIMENTO CONSUMATORI ma “contributivo”. Questo nuovo metodo di calcolo prevede che DI ROSANGELA LORISO l’importo della pensione contribuPer i vostri quesiti: tiva si ottiene con la moltiplicazio6donna@virgilio.it ne del montante (i contributi verTel. 0881.563326 sati durante l’intera vita lavorativa più rivalutazione) per un coefficiente di trasformazione legato all’età dell’assicurato alla data di liquidazione della pensione. C’è da L’etichetta è la carta d’identità dire che sulla revisione dei coeffidegli alimenti attraverso la quale il cienti utilizzati per il calcolo conconsumatore può ricavare molte intributivo si è discusso a lungo tra i formazioni utili quali, solo per fare Per quanto riguarda i prodotti ne o, nel caso di prodotti molto de- cartello applicato al recipiente che vari Governi e le parti sociali fino un esempio, gli ingredienti, la tipo- confezionati è essenziale che l’etiperibili dal punto di vista micro- li contengono oppure applicato nei a quando, con la legge n. 247 del logia, la quantità, la durata del pro- chetta contenga in maniera chiara, biologico, la data di scadenza; comparti in cui sono esposti. 2007, si è stabilito di introdurre dal dotto e la sua provenienza. visibile e facilmente intellegibile: f) il nome o la ragione sociale o il Tale cartello deve obbligatoria2010 i nuovi coefficienti e di agPer tali ragione essa deve esse- a) la denominazione di vendita, osmarchio depositato e la sede o del mente contenere le seguenti inforgiornarli ogni tre anni. Rispetto ai re di facile comprensione per il consia la descrizione del prodotto. Al fabbricante o del confezionatore o mazioni: vecchi valori, in vigore fino a disumatore, leggibile, indedi un venditore stabilito nella CEE; • la denominazione di vendita; cembre 2009 una riduzione che va lebile, stampata in lingua g) la sede dello stabilimento di pro- • l’elenco degli ingredienti; dal 6,38% per chi chiede la penitaliana ed in alcun modo duzione o di confezionamento; • le modalità di conservazione, per i sione a 57 anni (invalidità o anziaingannevole e non menzoh) il titolo alcolometrico volumico efprodotti rapidamente deperibili, nità) all’8,41% per chi si ritira a 65 gnera. fettivo per le bevande aventi un se necessario; anni. La percentuale sale con l’età E’ evidente, pertanto, contenuto alcolico superiore a 1,2 • la data di scadenza per le paste freperché secondo le statistiche la che qualunque azienda % in volume; sche e le paste fresche con ripiesperanza di una lunga vita auche produce e commerciai) una dicitura che consenta di idenno; menta man mano che si va avanti lizza generi alimentari detificare il lotto di appartenenza del • il titolo alcolometrico se il contecon gli anni (l’età critica si colloca ve, per legge, obbligatoprodotto; nuto alcolico è superiore a 1,2 % statisticamente entro i 60 anni). Va riamente apporre sulla l) le modalità di conservazione e di in volume; detto a questo punto, per fare qualconfezione l’etichetta al fine di forprodotto può essere anche dato un utilizzazione qualora sia necessa- • la percentuale di glassatura, conche esempio, che la riduzione donire al consumatore le necessarie e nome di fantasia, ma deve coria l’adozione di particolari accorsiderata tara, per i prodotti congevuta all’introduzione dei nuovi cogiuste informazioni che gli consenmunque comparire la denominagimenti in funzione della natura lati glassati. efficienti la ricevono interamente tano di: zione univoca (maionese, farina del prodotto; Per i prodotti della gelateria, patutti coloro che da quest’anno han- essere correttamente informato sul 00, ecc.) in modo che l’acquirente m) le istruzioni per l’uso, ove neces- sticceria, panetteria e gastronomia, no ricevuto o riceveranno la penprodotto; non sia tratto in inganno; sario; comprese le preparazioni alimentasione interamente contributiva. - scegliere il prodotto più vicino alle b) l’elenco degli ingredienti; n) il luogo di origine o di provenien- ri, invece, l’elenco degli ingredienTra questi ci sono le donne che proprie esigenze; c) le sostanze contenute nel prodotza, nel caso in cui l’omissione pos- ti può essere riportato su un unico e si avvalgono dell’opzione per il si- attuare una valutazione sul rapto (compresi additivi e acqua, se sa indurre in errore l’acquirente apposito cartello tenuto ben in vista, stema contributivo, prevista dalla porto qualità/prezzo. supera il 5%) circa l’origine o la provenienza del a disposizione dell’acquirente/conriforma “Maroni” del 2004, che Ma vediamo quali sono le infor- d) la quantità netta o la quantità noprodotto. sumatore, in prossimità dei banchi consente loro di ottenere la penmazioni che un’etichetta deve obminale, nel caso poi di prodotti Nel caso, invece, di prodotti sfu- di esposizione dei prodotti stessi. Per sione di anzianità a 57 anni (58 se bligatoriamente contenere distinconservati in un liquido di governo si non preconfezionati o confezio- le bevande vendute mediante spilautonome) se possono far valere guendo tra prodotti confezionati, deve essere indicato anche il peso nati direttamente sui luoghi di ven- latura, infine, il cartello deve essere almeno 35 anni di contributi. prodotti non confezionati ovvero sgocciolato; dita ai fini della vendita immediata, applicato direttamente sull’impianf.a. sfusi. e) il termine minimo di conservazio- essi devono essere muniti di apposito to o a fianco dello stesso.

MISURA, DURATA E MODALITÀ DI EROGAZIONE

L’abc dell’etichetta alimentare

Mangiare informati

Una carta di identità per fornire tutte le informazioni al consumatore


novembre duemiladieci

LOGOPEDISTA

Le tappe dell’evoluzione del linguaggio

DI VALERIA VENTURA

Amore e affetto le cure migliori per il bambino Down Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Fondamentale per la terapia è l’accettazione del bambino da parte della mamma al momento della nascita e durante la crescita La sindrome di Down è una anomalia congenita, perché si acquisisce ancor prima della nascita, in quanto è caratterizzata dalla presenza di tre copie del cromosoma 21 anziché due, come nella norma. Sono state condotte numerose ricerche sulla formazione di tre copie del cromosoma 21 e quindi sulla nascita di bambini affetti da tale patologia: se ne è individuata la causa determinante nell’età adulta dei genitori, in particolare della mamma. Si è ipotizzato anche che un gran numero di embrioni portatori di questa anomalia vada incontro ad aborto spontaneo. Quali sono i caratteri fisici immediatamente individuabili nei bambini affetti da sindrome di Down? Nel viso, gli occhi appaiono distanziati tra loro e leggermente obliqui. Il cranio, poi, come le orecchie ed il naso, si presentano più piccoli rispetto alla norma, mentre il capo, caratterizzato da una accentuata forma piatta nelle zona frontale e nella posteriore, poggia su un collo corto ed i capelli sono fini e

radi. Il palato dei bambini affetti da sindrome di Down ha forma ogivale, la mandibola è piccola e la lingua presenta evidente macroglossia, ovvero è più grande del normale e, pertanto, tende sempre a protrudersi verso l’esterno, perché questi bambini hanno difficoltà a tenerla dentro la bocca. Gli arti hanno dimensioni assai piccole rispetto al tronco ed anche la statura è inferiore rispetto alla media. Le dita delle mani e dei piedi sono tozze. I muscoli sono ipotonici, ovvero poco sviluppati e soggetti a lassità legamentosa, cioè i legamenti sono de-

boli. La pelle, infine, è delicata e quindi soggetta a irritabilità. Tali caratteristiche fisiche, tipiche della sindrome di Down, incidono pesantemente sulla qualità della vita: ad esempio, la difficoltà ad unire il pollice con le altre dita limita la facoltà prensile; oppure, la lassità legamentosa fa preferire la posizione seduta a quella eretta; e, ancora, la macroglossia e il palato ogivale impediscono la buona pronuncia dei fonemi. Il ritardo mentale è sempre presente nella sindrome di Down, ma con diversa entità da caso a caso. Le varie tappe dello sviluppo, comunque, non differiscono da quelle del bambino normale, ma in maniera asincrona. Anche l’evoluzione del linguaggio attraversa gli stessi tempi di un bambino normale, tuttavia presenta un rallentamento più o meno accentuato da individuo a individuo. I disturbi del linguaggio comprendono sia il campo dell’espressione sia quello della com-

Riconoscimento di paternità

prensione. Lo sviluppo pre-verbale è strettamente legato al rapporto del bambino con la madre: potrà, quindi, subire un certo ritardo, se vengono a mancare, del tutto o in parte, il rapporto vocale ed il contatto oculare con lei. Quale terapia adottare per i bambini affetti da sindrome di Down? Purtroppo non esiste una cura specifica, ma si può contribuire a migliorare la loro qualità di vita, programmando controlli periodici degli organi a rischio e cicli di terapie per logopedia, psicomotricità, fisioterapia. La parte più importante della terapia, però, sta nell’accettazione del bambino da parte della mamma al momento della nascita e durante la crescita. Può sembrare facile e scontato, per una mamma, accogliere con affetto e spirito di sacrificio un figlio affetto da problemi fisici e mentali; ma a volte non è così e a risentirne è proprio il bambino, per il quale l’amore materno costituisce la cura migliore, per affrontare con coraggio e serenità una non facile esistenza.

AVVOCATO

Donna incinta, uomo in fuga

DI CATERINA MONOPOLI Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Esame del DNA per ottenere la sentenza dichiarativa di filiazione Angela, giovane studentessa universitaria, in occasione di una relazione sentimentale, dopo un paio di mesi di frequentazione, è rimasta incinta. Il partner, alla notizia della futura paternità, non solo ha interrotto la suddetta relazione, ma ha dichiarato di non volersi assumere alcuna responsabilità circa le scelte che la ragazza avrebbe operato. La lettrice, pensando al futuro, nell’interesse del figlio, chiede di sapere se è possibile ottenere il riconoscimento di paternità Cara Angela, in effetti il nostro ordinamento giuridico prevede la possibilità di ottenere un accertamento giudiziale sulla paternità, che si conclude con una sentenza dichiarativa della filiazione, la quale produce gli stessi effetti del riconoscimento (artt. 269 e ss. C.c.). L’azione per il riconoscimento di paternità (e/o maternità) può essere proposta, nel caso di minore, da chi esercita la potestà, che può essere, a seconda dei casi, la madre o il padre od il tutore. Qualora sia il tutore a proporre l’azione, è necessaria l’autorizzazione del Giudice Tutelare; nell’ipotesi in cui il minore abbia compiuto i sedici anni, invece, occorre anche il suo consenso. In questi casi, trattandosi di minori, appunto, la competenza a decidere spetta al Tribunale per i Minorenni. Se, invece, il figlio maggiorenne volesse ottenere il riconoscimento giudiziale, dovrebbe rivolgersi al Tribunale ordinario e potrebbe farlo in qualunque momento, essendo, tale azione, “imprescrittibile”. Attualmente il procedimento è molto più snello, in quanto la Corte Costituzionale con la sentenza n. 50 del 2006, ha dichiarato l’incostituzionalità dell’art. 274 c.c., il quale subordinava l’esercizio dell’azione all’esperimento di una procedura di ammissibilità; il Tribunale, infatti, su

istanza della parte interessata, valutava e vagliava l’esistenza di indizi che giustificassero l’azione. Questo procedimento si svolgeva in camera di consiglio ed anche l’inchiesta sommaria restava segreta, fino alla decisione. La pronuncia poteva essere impugnata in Corte d’Appello e reclamata persino in Cassazione. Tutto questo iter - che riguardava solo il giudizio preventivo – poteva durare degli anni, prima di iniziare la vera e propria causa di merito in cui sarebbe avvenuto l’effettivo accertamento; pertanto, la citata sentenza, abolendo la fase prodromica, ha notevolmente abbreviato i tempi necessari per una pronuncia dichiarativa della filiazione. Attualmente, quindi, il Giudice, in particolare con riferimento al figlio minore, dovrà limitare la sua indagine all’effettivo interesse di questi e, quindi, sarà chiamato a valutare la condotta del preteso padre (ed indirettamente la personalità, per quanto possibile, dello stesso), al fine di evitare che l’eventuale accertamento di paternità possa creare uno squilibrio affettivo e psicologico del bambino. Soprattutto, il giudice deve considerare se il presunto padre sia in grado di adempire agli obblighi giuridici che scaturirebbero dall’accertamento di paternità, a prescindere dall’indifferenza che questi mostri nei confronti del figlio.

L’art. 269 c.c. afferma che la dimostrazione della paternità naturale può essere fornita con ogni mezzo. La prova principe, però, è quella del DNA, che è rimessa alla discrezionalità del Giudice qualora voglia confermare le prove già acquisite o, al contrario, prescinderne del tutto nel caso esistano elementi sufficienti a fondare il suo convincimento. Un eventuale rifiuto dell’interessato a sottoporsi all’esame comparativo del DNA, sarà, ovviamente, valutato dal Giudice. Dunque, cara Angela, fatte le tue valutazioni personali, non ti resta che agire in giudizio nei confronti del presunto padre, chiedendone l’esame del DNA, per ottenere la sentenza dichiarativa di filiazione a favore di tuo figlio.

19

in poche parole

Minori e stili di vita Il 22,9% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni di età in Italia è in sovrappeso, l'1% in condizioni di obesità; il 39,6% dei ragazzi (e il 23,5% delle ragazze) di 15 anni consumano alcol almeno una volta a settimana, quasi il 20% dei quindicenni fuma almeno una volta a settimana e il 26,17% dei ragazzi 15enni (18% delle ragazze) ha avuto almeno un rapporto sessuale completo. Sono i dati fondamentali che emergono dalle tre ricerche svolte nell'ambito del progetto "Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni, promosso dal Ministero della Salute. Il progetto stato suddiviso in tre filoni di attività: "Okkio alla salute" (6-9 anni) su aspetti che riguardano alimentazione e attività fisica; "Zoom8", un approfondimento, su abitudini alimentari e stile di vita dei bambini delle scuole primarie; "Hbsc", uno studio che riguarda informazioni sui fattori di rischi comportamentali tra i ragazzi di 11, 13 e 15 anni. Per quanto riguarda "Okkio alla salute", l'indagine del 2010 ha coinvolto 2.416 terze classi della scuola primaria, distribuite in tutte le regioni italiane, per un totale di 42.155 bambini. Questi hanno risposto a un breve questionario sulle abitudini alimentari e l'attività fisica e sono stati poi misurati e pesati da operatori sanitari delle Asl. Un questionario è stato sottoposto anche ai 43.999 genitori partecipanti. Dai dati emerge una spiccata variabilità interregionale, con percentuali più basse al Nord e più alte a Sud. L'indagine ha inoltre messo in luce la grande diffusione di abitudini alimentari che non favoriscono una crescita armonica: il 9% dei bambini salta la prima colazione e il 30% fa una colazione inadeguata, il 68% fa una merenda di metà mattina troppo abbondante, mentre il 23% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura e il 48% consuma ogni giorno bevande zuccherate o gassate. Per quanto riguarda l'attività fisica, il 22% dei bambini pratica sport non più di un'ora a settimana, mentre il 38% guarda la tv o gioca con i videogiochi per 3 o più ore al giorno. Solo 1 bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta. Il problema del sovrappeso è spesso sottovalutato dai genitori: tra le madri di bambini in eccesso ponderale o obesi, il 36% non è consapevole del problema. (fonte redattoresociale.it)


20

novembre duemiladieci

Migliorare il tono muscolare con esercizi regolari

DERMOESTETISTA DI LUIGIA DE VITO

FITNESS FACE

Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Come azione preventiva o per rinforzare la muscolatura Una ginnastica in grado di rimediare alle spaccature stabilizzate del derma, ovvero alle rughe, non esiste; ma l'aumento del tono muscolare, conseguente a specifici esercizi, può realizzare obiettivi importanti: 1. Azione preventiva, se le rughe non sono ancora stabilizzate; 2. Rinforzo della muscolatura e attiva-

1° ESERCIZIO: RUGHE DEL LABBRO E NASOGENIENE. Portate le labbra, appena chiuse ma non molto strette, in avanti e muoverle successivamente, prima in alto e poi in basso e, quindi, a destra e a sinistra mantenendo ogni posizione per 7 secondi; di seguito effettuate dei movimenti di rotazione alternati in senso orario e antiorario.

zione del micro circolo locale in modo da favorire i processi riparativi del derma; 3. Aumento della consapevolezza della propria mimica facciale (rughe di espressione e rughe emotive). Affinché gli esercizi siano efficaci, è fondamentale che vengano praticati regolarmente.

2° ESERCIZIO TONIFICAZIONE MUSCOLARE E DISTENSIONE DELLE RUGHE FRONTALI. Appoggiare gli indici sulle sopracciglia orizzontalmente e tirare la pelle verso il basso, spingendo contemporaneamente la fronte verso l'alto. Tenere questa posizione per 7 secondi, quindi spostare le dita verso l'attaccatura dei capelli tenendole sempre ben aderenti alla pelle, e cercare di abbassare le sopracciglia. Ripetere una decina di volte, interrompendo per alcuni secondi tra un esercizio e l'altro.

3° ESERCIZIO: TONIFICAZIONE DEL MUSCOLO PLATISMA E STERNOCLEIDOMASTOIDEO (RUGHE DEL COLLO). Flettere il collo leggermente all'indietro e cercare di abbassare la mandibola per aprire la bocca facendo, nel contempo, opposizione col pugno sotto il mento. Questo esercizio permette di attivare egregiamente il micro circolo.

4° ESERCIZIO: TONIFICAZIONE MUSCOLI DEL COLLO E DELLE GUANCE E CORREZIONE DOPPIO MENTO. Ruotare lentamente la testa, prima a destra e poi a sinistra, mentre, con la mano appoggiata sulla guancia, si tenta di opporre resistenza al movimento.

Estremamente efficace contro la miopia, è utile anche nei casi di astigmatismo e ipermetropia

Togliere gli occhiali in modo definitivo: oggi è possibile Il recupero visivo è evidente già a partire da una settimana I difetti di vista che trovano soluzioni negli occhiali e nelle lenti a contatto, possono avere un’alternativa terapeutica grazie ad un trattamento sicuro, la cheratectomia refrattiva con laser ad eccimeri, più comunemente nota come PRK. Tale chirurgia refrattiva trova le applicazioni più vantaggiose quando, escluso il semplice desiderio estetico di non portare una correzione ottica, vi siano caratteristiche dei parametri oculari e dell’ambiente che impediscano al paziente la capacità di utilizzo della vista al meglio. Tale intendimento è più evidente nei forti difetti di vista che legano indissolubilmente il paziente all’occhiale, nelle elevate differenze di refrazione tra un occhio e l’altro, specie dove non vi è tolleranza alle lenti a contatto, ed in alcuni tipi di attività lavorative o sportive in cui i sussidi ottici creano innegabili svantaggi. Va rilevato che tale trattamento si rivolge alla risoluzione dei soli difetti di refrazione, ma non modifica quelle patolo-

gie che possono essere associate al difetto di vista. L’intervento mira invece ad una completa eliminazione degli occhiali o nella peggiore delle ipotesi ad una riduzione del loro potere, con diminuzione dei fastidi e delle distorsioni che ad esso si accompagnano. Il laser ad ”eccimeri” è in grado di asportare tessuto in modo estremamente fine (frazioni di millesimi di millimetro) con un riproducibilità non raggiungibile da nessun altro mezzo. La correzione della ametropia viene realizzata asportando

gli strati superficiali della cornea (cheratectomia superficiale) in modo da modificarne la curvatura. L’astigmatismo e l’ipermetropia sono comunque trattabili, ma previa attenta selezione. Fattori estranei alla mano del chirurgo e alla precisione del laser possono influenzare la guarigione e quindi il risultato, per cui non è possibile fare una previsione assoluta circa la correzione ottica raggiungibile. Modesti scostamenti dal risultato previsto sono pertanto possibili e non debbono essere considerati come insuccessi. Nelle prime settimane dopo l’intervento, in alcuni pazienti si può manifestare una ipermetropia transitoria di durata variabile (uno o due mesi) che in particolare comporta una certa difficoltà nella messa a fuoco per vicino e quindi nella lettura. Il recupero visivo è evidente già a partire da una settimana, ma il risultato definitivo si ottiene dopo un certo periodo di tempo (da uno a tre mesi, variabile a seconda dell’entità della miopia corretta) Come effetto secondario al trattamento

laser possono insorgere, opacità solitamente transitorie della cornea nell’ambito del processo di cicatrizzazione che regrediscono generalmente in un arco di tempo che oscilla intorno ai sei mesi, spesso neanche avvertite dal paziente, ma che potranno essere rilevabili però clinicamente da uno specialista. Altre difficoltà che accompagnano di frequente le primissime fasi post-operatorie sono rappresentate dal dolore: questo, unicamente alla sensazione di ”corpo estraneo” e di lacrimazione si manifesta subito dopo il trattamento (con intensità variabile da persona a persona), si protrae per 24-48 ore, ed è trattabile con analgesici. La sensazione di abbagliamento che talora il paziente può avvertire, specie notturno, è un disturbo abbastanza frequente, ma di solito ben tollerato e generalmente regredisce in maniera più o meno completa nell’arco di alcuni.

OCULISTA ANDREA STELLA Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

La reattività post-operatoria è influenzabile in senso positivo dal trattamento medico locale: è pertanto di importanza basilare seguire alla lettera le prescrizioni del chirurgo che mirano appunto a guidare i processi di guarigione per ottenere il risultato più soddisfacente. Nei casi in cui l’esigenza dell’intervento fosse dettata dalla partecipazione a concorsi (carriere militari, brevetti di volo... ) sarà premura dell’interessato informarsi circa le caratteristiche visive richieste dal bando. E’ bene infine che il paziente sappia che in una piccolissima percentuale di casi si può rendere necessario un ritrattamento laser per migliorare il risultato refrattivo.


novembre duemiladieci

salute

Ne soffre il 90% degli adolescenti

Parliamo di acne

FARMACIA A CURA DELLA

FARMACIA SANTA RITA Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563326

Nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente ma è importante un intervento terapeutico tempestivo E' difficile prenderli con filosofia se si hanno 15 anni. Figuriamoci se continuano a punteggiare il viso anche quando teenager non si è più, magari da un pezzo. I brufoli sono un problema per molti giovanissimi: ne soffre il 90 % dei quattordicenni di tutto il mondo, senza distinzioni di sesso. Sono una malattia su base ormonale, ma a provocarli non sono gli ormoni. Gli androgeni, i principali accusati, possono essere presenti anche in quantità normali, ma i brufoli compaiono lo stesso. La colpa è delle ghiandole sebacee del viso, quelle, per intenderci, che producono il sebo, la sostanza grassa che protegge la pelle. Nell'adolescenza, tali ghiandole sono più sensibili agli effetti degli ormoni. L'acne colpisce particolarmente il volto, ma non di rado si può estendere anche al dorso e al torace. Se è vero che nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente, è altrettanto vero che un tempestivo intervento terapeutico può abbreviare od alleviare il decorso, limitando il rischio di insorgenza di inestetiche

cicatrici. Il Farmacista, il Medico di famiglia e soprattutto, il Dermatologo sono le figure professionali cui far riferimento per affrontare il problema e le possibilità terapeutiche sono molte ed adattabili ai singoli casi. E' preferibile, quindi, lasciar perdere le cure fai da te, i consigli degli amici, o i vecchi rimedi. Sicuramente la costanza e la determinazione sono gli ingredienti indispensabili del successo terapeutico. E' buona norma: lavarsi il viso due volte al giorno, usando acqua tiepida ed un detergente delicato e fare spesso la doccia, soprattutto in caso di foruncoli sul dorso. E’ preferibile che le ragazze , per struccarsi, non usino latte detergente, ma lozioni delicate, e non grasse. Truccarsi non è assolutamente proibito, anzi, aiuta ad accettarsi. E' sufficiente utilizzare fondotinta non grassi, oil free, o creme colorate. Sicuramente non vanno strizzati i punti neri ed i brufoli, nè si bucano

con l’ago, non si tocca continuamente il viso, nè lo si copre con i capelli, nel tentativo di nascondere i foruncoli. L' abbronzatura, sia naturale che artificiale, non è un rimedio per l'acne, gli UVA non guariscono brufoli, punti neri e cicatrici, ma li mimetizzano temporaneamente. Anzi, dopo l'estate ci può essere una recrudescenza delle lesioni acneiche ed esiste addirittura un tipo di acne ad insorgenza estiva. Tuttavia, un'esposizione graduale al sole, con creme protettive solari non grasse, diminuisce l'untuosità della pelle e regala un colore salubre, che migliora l'umore. Nessun cibo è responsabile dell'acne, nemmeno cioccolato e salumi sono in grado di provocarla; possono semmai aggravare, infiammandole, le lesioni preesistenti. Assumere delle corrette abitudini alimentari è comunque sempre consigliabile. Esistono varie forme di acne: lieve, moderata e grave. A seconda della gravità, sarà il medico ad indicare il trattamento più idoneo. E' possibile curare l'acne anche in modo naturale, con l'olio di melaleuca o tea tree oil e con l'estratto secco di propoli, che hanno un effetto antinfiammatorio ed antibatterico.

21


22

novembre duemiladieci

cucina

I cibi per proteggere l’organismo dai tipici disturbi di stagione

La dieta che potenzia le difese Cosa mangiare e cosa evitare: vademecum a tavola E’ il sistema immunitario a proteggere l’organismo da virus, batteri e altri microrganismi che possono causare malattie. Una funzione importantissima, garantita, tra l’altro, anche dall’alimentazione. L’apporto calorico, ovvero la quantità di calorie introdotte con il cibo, incide in modo significativo sull’efficienza del sistema immunitario: sia chi mangia troppo poco, cioè introduce meno di 1.200 calorie al giorno, sia chi esagera con i cibi, corre un rischio maggiore di contrarre infezioni rispetto a chi si alimenta in quantità adeguata. Uno degli elementi su cui intervenire con maggior efficacia per regolare l’apporto calorico sono i grassi. Ma non basta bilanciarne la quantità: poiché ce ne sono di tipologie diverse, è necessario fare attenzione alla categoria cui appartengono. Vanno drasti-

zione sul sistema cardiovascolare, evitando l’accumulo dei grassi più pericolosi – trigliceridi e colesterolo – sulle pareti delle arterie. Gli Omega 3 sono contenuti soprattutto nel pesce (quello azzurro in particolare, ma anche nel salmone), negli oli vegetali e nella frutta secca. Inoltre, per lavorare bene, il sistema immunitario ha bisogno di un apporto regolare di vitamine del gruppo B e C, ma anche A ed E (che svolgono una valida azione antiossidante), nonché di Sali minerali (zinco, selenio, ferro e manganese), grazie a un’alimentazione variata ed equilibrata, ricca di frutta, verdura di stagione, prodotti caseari fermentati (come lo yogurt, che rafforza le difese immunitarie dell’intestino) e i latti fermentati con alcuni batteri chiamati anche probiotici. Angelo Dalicco

camente diminuiti i grassi saturi, cioè quelli di origine animale (burro, panna, lardo…), mentre è indispensabile un buon apporto di acidi grassi polinsaturi (detti essenziali perché l’organismo ne ha bisogno ma non è in grado di produrli, e deve necessariamente introdurli con il cibo), soprattutto l’acido linoleico (Omega 6) e quello linolenico (Omega 3). UNA SCORTA DI OMEGA E VITAMINE Gli acidi grassi essenziali sono antiossidanti (proteggono dagli effetti dannosi dei radicali liberi, che provocano un’accelerazione dei processi di invecchiamento), oltre a giocare un ruolo importante nel funzionamento del sistema immunitario e, più in generale, nel benessere delle cellule. Gli Omega 3, inoltre, svolgono un’azione di prote-

Vitamina

L’integrazione di vitamia C per prevenire o per contribuire a curare le malattie da raffreddamento e le infezioni è senz’altro utile. Infatti, oltre a essere un buon antiossidante, questa sostanza migliora l’assorbimento del ferro e l’ossigenazione delle cellule, due funzioni che rendono tutto l’organismo più efficiente e pronto a reagire a eventuali “attacchi” da parte di microrganismi. In più, la vitamina C stimola la produzione di interferone, una so-

stanza naturale antivirale che diminuisce la durata e l’intensità di un raffreddore o un’influenza, collaborando indirettamente, quindi, con il sistema immunitario. Preziosa in molte occasioni, e in misura maggiore d’inverno, quando le infezioni aumentano, la vitamina C si trova soprattutto in kiwi, agrumi, mango, papaya, ribes nero, pomodori, ma anche broccoli, cavolfiori, spinaci e patate. E’ importante fornire al-

C

l’organismo questa vitamina ogni giorno (la quantità giusta è di 200 mg), sia perché non la sintetizza da solo, sia perché, essendo una sostanza idrosolubile, cioè che si scioglie nei liquidi, viene eliminata dal corpo quotidianamente (quindi non ne rimangono scorte disponibili costantemente). In più, è molto sensibile alle condizioni atmosferiche: i cibi esposti a luce, calore e umidità, ne perdono molta.

PER CONSERVARE AL MASSIMO LA VITAMINA C BISOGNA: •Consumare alimenti crudi o appena scottati. •Diminuire il tempo di cottura immergendo le verdure in pochissima acqua, o cucinandole al vapore. •Evitare una prolungata conservazione dei cibi a temperatura ambiente. •Evitare un’eccessiva esposizione degli alimenti all’aria e alla luce. Se occorre, la rosa canina costituisce un ottimo integratore naturale di vitamina C (si trova in compresse, da prendere una al mattino e una alla sera, o in tintura madre, 30 gocce due volte al giorno): ne contiene fino a 50-100 volte in più degli agrumi.

RISOTTO ARANCIONE INGREDIENTI PER UNA PERSONA:

FUSILLI AI PEPERONI ROSSI INGREDIENTI PER UNA PERSONA:

80 g di pasta formato fusilli, un piccolo peperone rosso, uno spicchio d’aglio, mezzo filetto di acciuga sott’olio, vino bianco, un cucchiaio di conserva di pomodoro, 4 olive nere snocciolate, olio extravergine d’oliva, sale. Lessare i fusilli in abbondante acqua bollente salata. Intanto, abbrustolire il peperone sulla fiamma, pulirlo dalla pellicina scura e tagliarlo a listarelle. In una padella far dorare lo spicchio d’aglio con un cucchiaio d’olio, poi eliminarlo e sciogliere nel condimento il mezzo filetto di acciuga. Unire quindi le listarelle di peperone e bagnare con il vino bianco. Farlo evaporare a fuoco vivo, e infine aggiungere la conserva di pomodoro sciolta in un mestolino d’acqua. Cuocere a fuoco vivo per un quarto d’ora, finché il sugo avrà raggiunto la consistenza desiderata, quindi unire le olive tagliate a rondelle. Mescolare il tutto e regolare di sale. Con il sugo condire i fusilli cotti al dente e ben scolati.

60 g di riso, 30 g di polpa di zucca, 30 g di carote grattugiate, mezza bustina di zafferano, qualche fettina di cipolla, 2 cucchiaini di parmigiano grattugiato, vino bianco secco, brodo di carne, 2 cucchiai di olio, sale. Tagliare a dadini la zucca e lessarla per qualche minuto nel brodo, quindi scolarla con una schiumarola e metterla in una casseruola con la cipolla affettata, le carote e l’olio. Far stufare a fuoco basso, mescolando e aggiungendo un pochino di brodo, in modo che la zucca si spappoli e la cipolla diventi trasparente senza scurirsi. Dopo 10 minuti aggiungere il riso, farlo insaporire nelle verdure, quindi irrorare con un mestolino di vino. Farlo evaporare a fuoco vivo, poi aggiungere il brodo, poco alla volta e sempre mescolando. A metà cottura del riso, aggiungi lo zafferano sciolto in un mestolino di brodo. Qualche istante prima di togliere dal fuoco, incorporare il parmigiano, regolare di sale e mescolare. Far riposare il risotto per qualche istante prima di servire.


novembre duemiladieci

Pronta la nuova squadra di Confindustria

Giovani imprenditori al femminile Ricofermata la presidenza di Giusy Albano Quattro vicepresidenti per rafforzare l’impegno e le azioni di Confindustria sul territorio, garantendo uno sguardo sempre attento ai principali comparti economici della provincia di Foggia, come l’agroalimentare, l’edilizia, il turismo. Il presidente Giuseppe Di Carlo, nella prima riunione di Giunta, ha “varato” la sua nuova squadra per radicare con maggiore efficacia l’intervento di Confidustria. Si tratta di Ciro Gelsomino (Turismo), Umberto Sacco (Agroalimentare) e Gianni Trisciuoglio (Edilizia). Riconfermata alla guida dei Giovani Imprenditori Giusy Albano, affermata imprenditrice nel settore agroalimentare, con alle spalle una laurea in scienze politiche ed una lunga esperienza nel sistema associativo di Confindustria. “Il presidente Di Carlo - ha spiegato Giusy Albano - ha voluto accanto a se collaboratori dinamici e provenienti da diversi settori e categorie produttive. Credo che la mia vicepresidenza voglia dimostrare tutta la fiducia e la speranza che è riposta nei giovani imprenditori. Sono molto onorata di ricoprire ancora questo ruolo, e per questo ne sarò ancora più responsabile”. Formazione ed informazione i due versanti lungo i quali intensificare le azioni per la promozione della cultura d’impresa giovanile. “In questi anni abbiamo lavorato molto sull’argomento con eventi ed azioni mirate e ci siamo resi conto che a mancare è sopratutto la fiducia in se stessi ed il coraggio di mettersi in proprio. Il nostro ruolo - e intendo di

tutti, non solo dei Giovani Imprenditori- è quello di cercare di aiutare i giovani a credere di più in questo territorio, ricco di possibilità mai sfruttate”. E sul consistente incremento di aziende e cooperative create e gestite da donne, registrato nel 2009 nel territorio di Capitanata, Albano conclude: “credo che sia una cosa normale, visto che la donna oggi cerca la sua indipendenza e finalmente ha la possibilità per farlo. Il nostro dovere è sostenere le imprese, di qualsiasi razza o sesso sia l’imprenditore. E’ questo l’impegno che, da sempre, Confindustria sostiene”. Maria Grazia Frisaldi

23


24

novembre duemiladieci


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.