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l’anniversario Festa Publicentro L’agenzia compie 25 anni

focus Di madre in figlia A Foggia si parla di BRCA

bellezza Hairstyle

Via libera ai colpi di testa

MODA: AUTUMN IS GLAM! Per la foto in copertina si ringrazia

YELLOW AND GREY - ANGELA F Foggia, Piazza Giordano, 47 - Via Tugini, 13


editoriale

sommario Personaggio 4

di Maria Grazia Frisaldi

Settembre, andiamo. E’ tempo di… ripartire. Prendo in prestito, con una piccola variazione sul tema, un verso di Gabriele D’Annunzio per questo nuovo inizio di 6Donna, dopo la lunga pausa estiva. Quindi rieccoci. Siamo tornate e riallacciamo i fili interrotti dall’inizio della bella stagione con il numero di 6Donna che state per sfogliare. Ripartiamo dallo Speciale 25°, due pagine dedicate ad un grande evento avvenuto in casa Publicentro e che siamo lieti di condividere con tutti voi: l’azienda fondata dall’imprenditore ed editore foggiano Franco Di Gemma ha festeggiato le ‘nozze d’argento’ con la città. Venticinque anni di storia che rappresentano un grande traguardo per la realtà di via Tressanti e un motivo di orgoglio anche per noi (6Donna è un prodotto editoriale ‘figlio’ dell’azienda). Leggendo il giornale, potrete conoscere le potenzialità del tango argentino (ed i suoi grandi poteri terapeutici) attraverso la storia di Antonella Salerno (Personaggio del Mese) e addentrarvi nella pagina di Politica per gli ultimi aggiornamenti da Palazzo di Città. Il Focus di questo mese, invece, è tutto dedicato al rapporto Donne, Salute e Prevenzione. Come consuetudine, non mancheranno le Rubriche delle nostre esperte e le pagine dedicate agli Ambienti, Benessere e Salute. Ancora, vi raccontiamo, con Valeria Carannante, la bella esperienza di VàZapp, primo hub rurale in Puglia e dei ‘semi di speranza’ piantati da don Michele De Paolis: ora iniziano a dare frutto. Spazio anche agli ultimi successi in casa Unifg, questa volta raccolti addirittura in Asia, con il prof. Michele Cassano, nel campo della chirurgia delle patologia naso-sinusali. *** Infine, permettetemi una piccola parentesi personale. Questo numero è stato chiuso in un momento molto bello e particolare della mia vita, con articoli redatti a ridosso delle mie nozze e bozze corrette in luna di miele. Non posso quindi non ringraziare la redazione e le care e insostituibili Angela Dalicco e Mariangela Mariani senza della quali chiudere e mandare in stampa questo numero sarebbe stato davvero complicato. *** Buona lettura!

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Antonella Salerno Il potere del Tango argentino

Focus 5

Di madre in figlia Andos Foggia, da uno studio tecnico alla Breast Unit

Speciale 25° 6 7

Festa grande per la Publicentro Nel “cassetto dei sogni” di Franco Di Gemma

Politica 8

La quarta di Landella che non ingrana

Bellezza 10

Via libera ai “colpi di testa” Tendenze capelli fall - winter 15/16

Benessere 12

Fascino da arciere I benefici del tiro con l’arco

Salute 13

Aloe dalle mille proprietà

Cucina & Dintorni 15

Il galateo al ristorante

17 Rubriche Sociale 22 VàZapp, le opportunità della terra Nasce il primo hub rurale di Capitanata

Ambienti 22 Resina, una soluzione per tutti i gusti

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promotion

FOGGIA, Piazza Giordano, 47 - Via Tugini, 13 settembre - duemilaquindici

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personaggio di Maria Grazia Frisaldi

Tangoterapia e Riabilitango: una disciplina, tanto benessere

Il POTERE del Tango argentino Il sogno di Antonella Salerno: “Un Polo Neurologico a Foggia per aiutare con la danza quanti sono affetti dal Parkinson” ntonella Salerno non ha dubbi: “dovremmo avere tutti un animo tanghero”, spiega. E basta scambiare poche parole per capire che, la sua, non è semplice ‘deformazione professionale’, ma uno sguardo alla vita ed un approccio alla quotidianità differenti. Nessuno meglio di lei, infatti, può sapere quanto la pratica del tango argentino possa influire sul benessere psicofisico di ognuno, riflettendosi positivamente nel rapporto con gli altri. Titolare del centro “Libertango” in via Ciampitti, a Foggia, Salerno è impegnata in prima persona nella diffusione di tale disciplina, sia come esperienza utile alla conoscenza di sé, sia come risorsa per la promozione della salute. Non è un caso, infatti, che, per i suoi effetti terapeutici, dal 2009, il tango argentino sia stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

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Qual è stato il suo primo approccio con il tango argentino? Ho iniziato quasi per caso. In realtà, dentro di me bruciava già da tempo la passione per la danza in generale, l’esercizio fisico e il movimento. Ma un percorso di studi poco corrispondente alle mie ambizioni (mi sono laureata in Giurisprudenza con il massimo dei voti), e poi l’impegno della famiglia

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(ho quattro figli) avevano sopito, momentaneamente, questa passione. Fino a quando mi sono riavvicinata alla danza e, nello specifico, al tango argentino. Il primo approccio è stato accompagnato da alcune perplessità, perché non avrei mai potuto immaginare quanto benessere ne potessi ricavare, a livello fisico ed emotivo. Una scoperta sorprendente, che mi ha spinto a studiare, sperimentare e approfondire le valenze del tango, quelle che oggi io stessa propongo con la mia associazione.

È da qui che traggo le energie da diffondere a tutta la mia vita, privata e non.

Quindi tutti i benefici del tango argentino sono stati prima testati in prima persona. Sì, nel momento in cui studiavo, mi sono resa conto dei tanti benefici che ne ricavano. Allora, valigia alla mano, ho viaggiato e ho scoperto il mondo riabilitativo di Federico Trossero, ho studiato e ho conseguito abilitazioni su abilitazioni. Sono l’unica in Italia ad avere la dopAntonella Salerno pia abilitazione, sia per il metodo Riabilitango fondato e speUn re-incontro avvenuto in età consapevole, rimentato presso l’Ospedale San Giuseppe di Miquindi… lano, che per la Tangoterapia. A Foggia sono una Attraverso questa disciplina ho acquisito nuove pioniera. consapevolezze, mi sono riappropriata della mia identità nella sua completezza e mi sono ridata i Nel dettaglio, di cosa si tratta? Natali: adesso sono una donna soddisfatta e appaIl Riabilitango ha un approccio più fisico, e ingata, svolgo il ruolo di madre, di moglie e porto terviene in materia di coordinazione, equilibrio e avanti una associazione con grande passione. postura; il secondo - canonizzato come ‘Metodo

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Trossero’, dallo psichiatra che lo ha messo a punto - si concentra più sulla sfera psicologica ed emotiva mediante la terapia dell’abbraccio. Sotto forma di Riabilitango, viene utilizzato con successo come terapia coadiuvante per quanti hanno problemi di equilibrio o controllo della postura a causa di Sclerosi Multipla o Morbo di Parkinson. La Tangoterapia, invece, se affiancata alle cure tradizionali, è un valido supporto in ambito oncologico, per costruire basi solide e positive con le quali affrontare il percorso di cura della malattia. Come si è approcciata la città a questa disciplina? In modo molto positivo e con grande curiosità. Mi ha gratificato molto l’attenzione ricevuta da una parte del mondo medico locale e non, con il quale sto avviando una serie di progettualità importanti. Il mio obiettivo è comunicare “l’essenza” del tango, da vivere come esperienza intima e personale, come una forza in più, un valore aggiunto per affrontare la vita. Il mio sogno è quello di creare, qui a Foggia, un Polo Neurologico, con un team di professionisti quali fisioterapisti, neurologici, psichiatri e tangoterapeuti per dare la possibilità a quanti sono affetti dal Parkinson di godere dei benefici di questa disciplina. Tempo al tempo.


focus

A Foggia un convegno sulle mutazioni BRCA

a cura di Mariangela Mariani

Di madre in figlia

Il primo screening dovrebbe competere al medico di base che conosce la storia familiare: in rappresentanza dell’Ordine dei Medici ci sarà Lia Cavallaro. Il presidente nazionale dell’Anisc, Associazione Nazionale Italiana Chirurghi Senologi di cui è socio per esempio Umberto Veronesi, è un foggiano: è Roberto Murgo e porterà anche l’esperienza di Casa Sollievo della Sofferenza. A San Giovanni Rotondo sono diverse le ragazze che si sottopongono alla mastectomia preventiva: a raccontare la realtà pugliese sarà un suo collega, il work dei centri italiani di senologia) e di una serie chirurgo Marcello Di Millo degli Ospedali Riuniti. Il convegno organizzato dall’Andos locale punta di associazioni”. A Foggia il test BRCA1 e BRCA2 (i due tipi di a spiegare quando ricorrere a un test predittivo, peraltro costoso, cosa progene mutato) viene efvoca una variazione del fettuato presso gli gene e quale percenOspedali Riuniti, e ne tuale c’è di contrarre un parlerà Iole Natalicchio cancro femminile, al che se ne occupa. “Noi seno o all’utero, e mavogliamo capire con gari quali implicazioni questo convegno, propossano insorgere dal prio come tutti gli altri, punto di vista psicoloquando si deve fare il gico quando sai di estest - chiarisce Betta sere un soggetto Valleri -. Non vogliamo altamente a rischio. “In far passare il concetto Emilia Romagna, semche tutti debbano farlo, pre all’avanguardia, c’è Da sinistra: altrimenti la sanità si Adele Lo Muzio, Elisabetta Valleri, Pina Scarpino Elisabetta Razzaboni intaserebbe. Io per che è una psiconcologa prima desidero sapere che si occupa del counda Iole Natalicchio se nel mio caso ho bisogno di farlo, e lo stesso vale per mia figlia. Se una donna seling, ovvero dell’incontro con queste donne che sa di avere il gene mutato può decidere di sotto- hanno il gene mutato e l’abbiamo invitata. A Paporsi alla mastectomia preventiva, ha la sua lermo c’è Ornella Campanella che è un’infermiera che sta fondando l’associazione ABRCAdabra: sono scelta”.

L'Associazione Nazionale Donne Operate al Seno interroga gli esperti on vogliono innescare una “psicosi Jolie”, vogliono solo informare: è con questo spirito che le donne del Comitato di Foggia dell’A.N.D.O.S. chiamano in città un pool di esperti in grado di sviscerare tutti gli aspetti e le implicazioni della mutazione genetica BRCA, che sta per Breast Cancer, ovvero cancro al seno. Questa volta l’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno si concentra sui “geni di Angelina”, chiamati così perché il caso dell’attrice ha fatto scalpore. Nelle donne portatrici della mutazione, il rischio di sviluppare il carcinoma mammario è elevato, si parla di un tasso fino al 70%. Il cancro può essere trasmesso geneticamente. Ecco perché “Di madre in figlia...” per un convegno e una tavola rotonda a carattere nazionale. Sabato 17 ottobre, nel pomeriggio, arriverà a Foggia una delle Fondatrici dell’Andos nazionale, Flori De Grassi, la Presidente. “La donna che per prima si è occupata di questa tematica - spiega la Presidente del Comitato ANDOS Foggia, Elisabetta Valleri, ingegnere operata al seno nel 2005 - è il chirurgo senologo Alberta Ferrari dell’Ospedale San Matteo di Pavia, che sarà tra i relatori. Fa parte anche di Senonetwork (il net-

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300 donne che hanno scoperto di avere il gene mutato e si sono associate, e avremo la testimonianza di alcune pugliesi, insieme alla presidente. Queste donne sono protagoniste di un filmato realizzato da Alberta Ferrari che vedremo in anteprima a Foggia”. Nella tavola rotonda si parlerà anche della necessità di linee-guida italiane e a Luigi Manca, vice presidente della Commissione Sanità della Regione Puglia, l’Andos chiederà l’istituzione di un protocollo specifico per le donne con gene mutato BRCA, che consenta di essere assistite gratuitamente per tutto l’iter. Il mensile al femminile 6Donna è media partner del convegno organizzato dal Comitato di Foggia dell’Andos, in programma il 17 ottobre a partire dalle 17 nell’Auditorium Santa Chiara. L’evento, sponsorizzato dall’Allianz Assicurazione di Francesco Schiavone, è patrocinato da Comune di Foggia, Regione Puglia, Anisc, Senonetwork e Ordine dei Medici di Foggia. L’Andos foggiana organizza un paio di convegni all’anno, cercando sempre di valorizzare le eccellenze di Foggia e San Giovanni Rotondo, e con l’intento di ridurre la mobilità passiva e i viaggi della speranza. L’Associazione, nei precedenti meeting, ha messo a confronto le realtà locali perché potessero ingaggiare una positiva competizione, tesa alla crescita reciproca. “Mio padre, fiorentino - racconta Betta Varrese, che si è operata dieci anni fa e conduce una vita normalissima ma soprattutto ama la sua città - nel ‘45 disse che Foggia era la California d’Italia. E se quell’uomo, ingegnere, 70 anni fa aveva visto che c’era qualcosa di buono perché oggi non dovremmo valorizzarlo?”.

Andos Foggia, da uno studio tecnico LA TECNICA alla Breast Unit Erano in quattro nel 2009, ora sono 190 rano quattro donne operate a San Giovanni Rotondo, e spinte dal senologo a fondare un’associazione, ora sono 190. Il Comitato di Foggia dell’Andos onlus nasce nel 2009 e da allora ha sempre avuto la sua sede in via Monfalcone 72, presso lo studio dell’ingegnere Elisabetta Valleri. Con lei c’erano Myriam Benvenuto, la prima presidente, prematuramente scomparsa, Ester Battaglini e Giovanna La Salandra. Si resero conto di quanto rischiasse di sentirsi smarrita una donna nel post operatorio: non può dirtelo certo un senologo anche soltanto dove comprare un reggiseno o una parrucca. Dopo l’intervento non ha un riferimento, e viene lasciata sola. Oggi il consiglio si è allargato a sei con l’ingresso di Adele Lo Muzio, tesoriera, Pina Scarpino e Pina Cataleta, e sono quasi duecento le socie e i soci, perché anche gli uomini, medici compresi, contribuiscono alla causa dell’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno. Presso la sede foggiana, una volta a settimana c’è la psicologa e ogni giovedì ci si incontra anche solo per una chiacchiera. Le socie possono usufruire di corsi di benessere in acqua e trattamenti di linfodrenaggio gratuiti (come riferiamo nel box accanto), oltre che di una serie di vantaggiose convenzioni. Alle attività di consulenza, divulgazione e formazione, l’Andos di Foggia unisce una serie di iniziative finalizzate a favorire la socialità e la ma-

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nualità, anche a scopo riabilitativo, come il cartonaggio e la realizzazione di oggettistica natalizia, corsi di filatura della lana, dizione e inglese. “L’età media dovrebbe essere alta - spiega la Presidente Betta Valleri - ora si sta abbassando. Questa forma di associazione è un modo di vedere altra gente”. Il gruppo di mutuo aiuto ormai è superato per loro che non vogliono piangersi addosso. L’Andos, attraverso una sua referente, una biologa, a breve entrerà a far parte della Breast Unit degli Ospedali Riuniti di Foggia: il percorso assistenziale integrato finalizzato alla presa in carico di tutte le patologie della mammella, con particolare riferimento al cancro, sarà attivato entro il 2015 (dal 2016 sarà obbligatorio istituirlo). L’equipe, composta da chirurgo senologo, oncologo, chirurgo ricostruttore, radioterapista, infermiera professionale, psicologo, deve contemplare anche un’associazione di volontariato, e ne è stata scelta una che non si occupa della sola prevenzione, ma che è composta da donne operate. Si può contattare il comitato A.N.D.O.S. di Foggia chiamando il numero fisso 0881.709876 o sul mobile al 327/8678653 oppure via e-mail all’indirizzo andosfoggia@libero.it. C’è anche un profilo Facebook: Andos Foggia. Tutte le informazioni e il form per scrivere all’associazione sono disponibili sul sito www.andosfoggia.it.

Nati per il linfodrenaggio, la riabilitazione tra un lettino e una piscina ei locali del Consultorio familiare diocesano di Foggia, tre giorni alla settimana, crocerossine e fisioterapiste effettuano trattamenti di linfodrenaggio con il metodo Andos. Le associate si sottopongono gratuitamente a dieci sedute, anche venti se necessario. La tecnica brevettata dall’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno è manuale, sebbene possa risultare adiuvante anche l’abbinamento con bendaggi e macchinari come la pressoterapia. Nel lontano 1976, nella sua mission l’Andos aveva proprio la riabilitazione del braccio malato, e ancora oggi forma operatori specializzati. Quando una donna subisce una mastectomia con svuotamento ascellare per l’asportazione dei linfonodi, il braccio operato diventa debole e tende a gonfiarsi.

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Il metodo di riabilitazione attraverso i linfodrenaggi manuali consente di riacquistare le normali funzionalità. A ottobre le crocerossine foggiane frequenteranno un corso di aggiornamento per una nuova tecnica. Il Comitato di Foggia dell’Andos ha stipulato una convenzione con il dottor Giuseppe Rinaldi che dirige il consultorio e ha messo ha disposizione un lettino per le associate di lunedì, mercoledì e venerdì. Meglio ancora l’acqua, perché un’ora di linfodrenaggio in piscina equivale a molte ore di trattamento manuale. L’Andos locale ha stipulato una convenzione con l’AS.SO.RI.: nella vasca bassa, le socie seguite da una fisioterapista si sottopongono ad un trattamento completo di linfodrenaggio, per tutto il corpo.

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speciale 25° a cura di Maria Grazia Frisaldi

Presso Posta Guevara festeggiato l’anniversario per una delle agenzie pubblicitarie più longeve di Foggia

La Publicentro festeggia i primi 25 anni Un percorso scandito da liaison professionali ormai solide e durature e da due free-press divenuti un punto fisso nel panorama dell’editoria ome una storia d’amore. Ma fatta di depliant, brochure materiale pubblicitario. Un traguardo importante, soprattutto se aziendali e manifesti 6x3, di pagine a colori o in bianco e tagliato in una città complessa come Foggia e in un contesto nero e di slogan vincenti. Una lunga storia fatta di pubblicità, insidioso come quello dell’editoria e della pubblicità. Insomma, personaggi, informazioni, insomma. Tutto al servizio della città, una tappa professionale considerevole, che lo stesso Di Gemma per la città. Foggia e la Publicentro festeggiano le loro “nozze ha voluto festeggiare presso l’agriturismo “Posta Guevara”, d’argento”, una unione forte e duratura scandita da liaison pro- insieme alla sua famiglia allargata: quella di sangue e quella fessionali orprofessionale, mai solide e da ed i suoi amici due free-press e clienti storici. divenuti ormai Riavvolgendo il un punto fisso nastro della nel panorama storia recente, dell’editoria loattraverso le campagne delcale e familiari la Publicentro nelle case di e le sue pubtutti i foggiani. blicazioni è Un anniversario importante possibile riperper l’azienda e correre la stoper il suo fonria della città, datore - il fogdal punto di vigiano Franco sta sociale ed Di Gemma economico, po(l’intervista litico e di conella pagina stume: moda e accanto) - che tendenze, nuoin questa ocve aperture e casione celeofferte imperLo staff della Publicentro. Da sinistra, in alto: Alessandro Stranieri, Franco Di Gemma, Gaetana Rubano, Luigi Russo. bra un doppio dibili sono state In basso: Antonio Bruno, Michele Tancredi, Barbara Mazzardi, Anna Lo Mele e Angela Dalicco. Foto: FotoStar traguardo: il raccontate atprimo professionale, l’altro di vita. Da una parte, i 25 anni di traverso le campagne pubblicitarie create ad hoc dall’azienda al attività della Publicentro, dall’altro i suoi 50 anni. Di Gemma ha Villaggio Artigiani, che può contrare su uno staff di grafici e pubdedicato metà della sua vita - ed è la matematica a dirlo - alla blicitari professionisti, su una rete di distribuzione puntuale e imsua “creatura”: la Publicentro, appunto, un’azienda in grado di peccabile e su due free press, detonatori di informazioni. offrire risposte concrete in materia di grafica, stampa e distribuzione Dopo 25 anni di onorata e consolidata carriera, infatti, la Publicentro è una delle agenzie pubblicitarie più longeve di Foggia e può contare su uno staff validissimo, tra personale dipendente e collaboratori esterni, impiegati nei tre progettisatelliti: la Promopost (specializzata nella diffusione di materiale pubblicitario) ed i free press Piazza Affari e 6Donna Magazine. Oggi l’azienda è una delle poche a poter offrire ai suoi clienti un servizio completo, “chiavi La splendinda location dell’agriturismo Posta Guevara - Foto: FotoStar in mano”: dalla progettazione grafica della pub-

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Foto: FotoStar

Un momento della cena a bordo piscina presso Posta Guevara Foto: FotoStar

blicità alla sua distribuzione logistica, con soluzioni “tagliate” sulle esigenze di ognuno secondo target cliente e tipologia merceologica. Un risultato che è stato reso possibile grazie alla professionalità e alla costanza dimostrata in questi anni, che ha permesso all’azienda di godere della fiducia della città, dei suoi investitori e dei tanti inserzionisti che scelgono le grafiche accattivanti e i mezzi targati Publicentro. “In tutti questi anni, non ho mai tradito la fiducia dei clienti, non ho mai fatto promesse che non ero sicuro di poter mantenere; l’attività della Publicentro è stata sempre orientata al rispetto del cliente, piccolo o grande che fosse. Questa regola sono riuscito a trasmetterla anche ai miei collaboratori, mettendo su una squadra orientata sempre alla soddisfazione finale dei committenti”, ha spiegato il suo fondatore. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: nel corso degli anni sono stati stretti rapporti lavorativi ormai ventennali, con aziende importanti come il gruppo Siem – Euronics, dal 1991, i supermercati ‘La Prima’, dal 1996 e il gruppo Megamark, meglio conosciuto a Foggia come supermercati Dok, dal 1992. Tutti insieme, come una grande famiglia, per una lunga strada da percorrere. In attesa del prossimo traguardo. Save the date: 2040.


speciale 25°

Dagli albori ad oggi: tempo di bilanci, nella sede della Publicentro

Nel “cassetto dei sogni” di Franco Di Gemma La pubblicità è una cosa seria, serissima, quasi scientifica. “La regola aurea? Mai trascurare i clienti e guadagnarsi la loro fiducia” n quarto di secolo dopo, il cassetto dei sogni di Franco Di Gemma è ancora lì, pieno zeppo di idee, proposte, nuove sfide. “Guai se non fosse così”, puntualizza prontamente, “l’imprenditore è spesso un sognatore, è chi guardando il cielo di notte non vede il buio, ma osserva le stelle”. Venticinque anni dopo la fondazione della Publicentro per il foggiano Di Gemma è tempo di bilanci, di riordinare le idee e di andare avanti con lo stesso entusiasmo e la lena di sempre. “Non vuole essere una frase di circostanza, ma per me questo è un punto di partenza, non certo un punto di arrivo. Nulla è cambiato dal primo giorno ad oggi: sono sempre il primo ad entrare in ufficio e l’ultimo ad uscire”, spiega. Non nasconde i suoi difetti Di Gemma, e sa di rendere a volte dura la vita ai suoi più stretti collaboratori: “Sono un mix di testardaggine, ansia e precisione - spiega ma è anche grazie a questo che oggi siamo arrivati a questo punto”. Ovvero al momento di spegnere 25 candeline, per una delle aziende di grafica e pubblicità tra le più longeve della città.

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Di Gemma partiamo dall’inizio: come nasce la Publicentro? La Publicentro nasce nel 1990 come azienda impegnata nella raccolta pubblicitaria per emittenti radio-televisive; successivamente si è specializzata nella serigrafia e poi ha iniziato il servizio di distribuzione di materiale pubblicitario. Nei primi anni di attività mi sono reso conto di un grande vuoto: la mancanza di studi di grafica in città (ad eccezione dello storico Franco Grilli). Sembrava quindi impossibile progettare e creare la grafica per volantini, in modo professionale. Così, nel cammino della Publicentro, si è aggiunto un primo grafico, Michele Tancredi, affiancato man mano da altri valenti colleghi (oggi contiamo quattro postazioni grafiche). Avevo visto un mercato, sostanzialmente ho offerto un servizio professionale per rispondere ad un’esigenza sentita a più livelli. Qual è stata la scintilla, il segnale che quello era un terreno vergine sul quale investire? Il fatto che il materiale pubblicitario che circolava non era professionalmente valido. E quindi inefficace.

Perché la pubblicità è una cosa seria… Anzi, serissima. Per catturare l’attenzione dell’utente, una pubblicità ha cinque secondi di tempo. Se non la ottieni in quel lasso di tempo - brevissimo - il progetto è fallito, il messaggio non è arrivato. Per questo, dietro un volantino o una pubblicità deve esserci uno studio scientifico. All’epoca le tipografie non erano strutturate in tal senso, non c’era il copywriter, non c’erano i creativi. La stessa cosa vale per la distribuzione: deve essere mirata, ragionata, calibrata. Non è una cosa che si improvvisa. Dalla pubblicità ai free-press il passo è stato breve. Tutto è partito con Piazza Affari: era il 1996. Procacciando la pubblicità, mi resi conto delle difficoltà dei piccoli imprenditori e delle piccole attività nel pubblicizzare se stessi: la stampa e la distribuzione dei volantini poteva avere costi davvero proibitivi. Allora ho pensato ad un collettore di pubblicità in formula free-press, e per renderlo interessante l’ho inserito all’interno di un giornale di annunci economici. In questo modo, chiunque poteva avere la sua vetrina, entrando in tutte le case investendo piccole somme. In più potevo colpire qualunque target. Piazza Affari - con le sue 40mila copie distribuite gratuitamente - è stato un successo, ma all’epoca mi diedero tutti del pazzo. Invece ed è un grande orgoglio per me - è il free-press che è nato prima di tutti gli altri, è stato attaccato da tutti gli altri, ma è rimasto l’unico. 40mila copie, una tiratura importante che, di fatto, si va a raddoppiare con l’uscita di 6Donna. 6Donna è arrivato nel 2004, dopo un anno di gestazione. Dopo studi di settore, sondaggi e analisi di mercato. L’idea era quella di colmare un gap in un settore molto specifico legato all’informazione di genere e, dal punto di vista della comunicazione pubblicitaria, catturare quello che viene definito “decision maker”: nella famiglia, chi decide gli acquisti (paradossalmente anche l’auto) è la Donna. Come Piazza Affari, anche 6Donna fu una novità immediata e anche un successo. Oggi parliamo di successi, ma non sarà stato tutto rose e fiori… Assolutamente. Dalla nostra abbiamo avuto innanzitutto la co-

Franco Di Gemma - Foto: FotoStar

stanza, poi la testardaggine. Con il primo anno di Piazza Affari, avevo accumulato una notevole perdita… ma credevo così tanto nel progetto e nel prodotto che ho perseverato. Fino a quando i fatti mi hanno dato ragione. C’è una regola aurea nel tuo lavoro, sulla quale hai impostato tutta l’azienda? Certamente: non trascurare mai nessun cliente e non fare promesse che non si è sicuri di mantenere. Nell’incertezza ho preferito rinunciare a molti lavori, anche importanti. L’esperienza mi ha insegnato che un cliente a cui si risponde ‘no’ è un cliente perso al 50%; un cliente deluso è un cliente perso al 100%. Questa è la mia regola. Parliamo di investimenti importanti, nei quali si suppone tu non sia stato solo. Che ruolo ha avuto la famiglia? Fondamentale, direi. Mandare avanti un’azienda di queste dimensioni, con i vari settori, è un impegno totalizzante, a causa del quale ho dovuto trascurare a volte la vita privata. In famiglia ho cercato sempre di prediligere la qualità del tempo alla quantità che spesso mancava, mentre con i miei figli sono stato supplito egregiamente da mia moglie. Ovviamente anche lei ha sposato la mia azienda, ha sempre creduto nelle mie intuizioni e non è mai stata di ostacolo. Venticinque anni è un bel pezzo di storia. Vuol dire essersi adattati ai venti che cambiano nella città e nei mercati. Per di più in un settore “ballerino” in cui non sono mancati gli scossoni. Come si è adeguato ad una realtà che cambia continuamente? Non è stato semplice, e non è semplice tutt’ora. Abbiamo attraversato cambiamenti epocali - come ad esempio l’avvento della stampa digitale - e stiamo attraversando la rivoluzione della pubblicità digitale. Il segreto è non restare ancorati a mezzi e metodi consolidati, ma adeguarsi al progresso, al cambiamento. Ad esempio, nel nostro piccolo, siamo in procinto di lanciare la nuova piattaforma on-line di Piazza Affari (che affiancherà il collaudatissimo free-press cartaceo) e siamo pronti per l’avvento della pubblicità digitale. Tante novità bollono in pentola. settembre - duemilaquindici

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politica

Dove eravamo rimasti

a cura di Mariangela Mariani

La quarta di Landella che non ingrana Altra Giunta nuova di zecca varata ad agosto, Marasco: “Guidano senza patente” er quante donne si sono avvicendate in una anno, la Giunta Landella sembra la più rosa che mai, in realtà ne rimpiazza tante quante ne fa fuori e sempre quattro restano. Nessun occhio di riguardo, anzi, a loro riserva forse il trattamento più spietato. Ha dato il benservito a Carla Calabrese, Jenny Moffa e Gabriella Grilli. Con la dirigente scolastica del Liceo Volta, probabilmente la più risentita, è andato in deroga pure al principio di salvaguardia dei consiglieri eletti che aveva sbandierato al rimpasto immediatamente precedente. In meno di due mesi, ha cambiato modulo due volte. Magistrale il blitz prima della pausa estiva: non aveva fatto capire niente a nessuno. Il 6 agosto a ora di pranzo se ne viene con la quarta Giunta. Solo il 26 giugno aveva mandato a casa Sergio Lombardi, Sergio Cangelli, Antonio De Filippis e Jenny Moffa e al loro posto aveva chiamato Mimmo Verile al Bilancio, Annarita Tucci all’Avvocatura, Ciccio D’Emilio rientrato con delega all’Urbanistica e Claudio Amorese alle Attività Economiche. Ma

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durerà poco. Quando rimescola le carte, richiama Cangelli e gli restituisce il Legale e Contenzioso, per affidare il Bilancio ad Annamaria Tucci. In malo modo pensiona Verile: il pretesto è un episodio registrato all’Ataf per i mini-abbonamenti che finisce in tribunale dopo la querela dell’ex sindaco e del consigliere Raimondo Ursitti. Le versioni dei protagonisti sono evidentemente contrastanti ma finisce a forme in faccia. Via Grilli e Gianni De Rosa, perché il partito di Forza Italia a fine verifica non si sente più rappresentato da loro. Entrano Antonio Bove ai Lavori Pubblici e Claudia Lioia alla Pubblica Istruzione. L’unica certezza dopo poco più di un anno di Landella è che Anna Paola Giuliani, Erminia Roberto e Francesco Morese sono blindati e hanno sempre le stesse deleghe, il che almeno per la memoria non guasta. La giostra estiva impone sostituzioni anche nella società partecipata del Comune di Foggia, dov’erano stati già annunciati dei cambiamenti per non scontentare nessuno. All’inizio è un diesel. La quarta giunta ancora non ingrana. Tranchant il giudizio dell’ex candidato

sindaco Augusto Marasco, consigliere comunale del gruppo Il Pane e le Rose: “Come la prima Giunta, questa città ha una guida senza patente. Anche peggio delle altre. Non hanno una programmazione, non hanno idea di cosa fare, vivono alla giornata. Una cosa è amministrare una cosa è governare - lo ripete dall’inizio - Governare significa avere un’idea di sviluppo per la città. Amministrare significa occuparsi delle questioni quotidiane. Non c’è un atto di programmazione. Dalle linee programmatiche che sono state copiate non si rileva nessun passo avanti, benché copiate. Vivono sull’eredità di dieci anni di centrosinistra, su quelli che definiscono disastri ma consentono loro di rimanere seduti su quelle poltrone: il Salva Enti, il treno tram, il Cnr, l’orbitale, la riqualificazione di Piazza Mercato, il progetto Duemila Passi, la raccolta differenziata, tutte cose alle quali non hanno nemmeno la capacità di dare esecuzione. La raccolta differenziata è stata consegnata, c’erano i mezzi, i bidoni e tutto quanto quello che era stato ammesso a finanziamento, e c’è voluto un anno e mezzo per avviarla, oltretutto non per 65mila abitanti e per tutti gli esercizi commerciali ma per 20mila abitanti”. In Consiglio Comunale, di questo passo, il sindaco Franco Landella rischia di continuare a

perdere pezzi: Giuseppe Mainiero, Fratelli d’Italia, ormai gli fa la guerra, Ursitti addirittura lo querela e parla di una condizione di “impraticabilità dei più elementari principi di confronto e di democrazia” che impone una riflessione. E dopo aver lasciato Forza Italia insieme ad Antonio Annecchino ha costituito il gruppo dei fittiani. Ma secondo Augusto Marasco, il mandato di Landella non si concluderà anzitempo: “Dalla mia esperienza, rispetto a malesseri e malumori il dato incontrovertibile è che nessuno se ne vuole andare a casa, pur essendo in dissenso anche alcuni elementi della maggioranza. Affrontare un’altra campagna elettorale significa soldi, senza nessuna certezza di essere eletto, deve vincere il tuo candidato sindaco. Oggi rispetto ad una posizione acquisita, ti rimetti in gioco? Non credo che appartenga a molti questa etica”. Quando gli chiedi se ha partecipato alla caccia alle streghe ingaggiata dal centrosinistra per cercare la stampella tra i banchi dell’opposizione ti risponde che lui va avanti per la sua strada. “Esercito il ruolo di opposizione così come le urne mi hanno deputato a fare. Continuo a fare opposizione a questa maggioranza perché secondo me non ha le capacità per poter governare. È tutta gente senza alcuna esperienza amministrativa, allo sbaraglio”.

Lo spot trash, la puzza, gli abusivi, la campanella stonata e il Cacao Meravigliao

Cosa ci siamo persi

l Foggia Estate ha salvato capra e cavoli. A cercare il pelo nell’uovo, l’unica sbavatura è un Chiostro di Santa Chiara che scoppia di gente per uno spettacolo della rassegna “Non soli, ma ben accompagnati”, pensata per gli anziani. Sempre che si possa considerare una leggerezza non aver preventivato una simile affluenza. Piazza Cavour dall’alto a Ferragosto ti rimane impressa, da perderci il conto. E in mezzo a decine di migliaia di foggiani, il primo cittadino si lascia trascinare dal Cacao Meravigliao di Renzo Arbore. Poi, a settembre, la vita è tutto un quiz, e va storto anche il primo giorno di scuola, quello dei sorrisi, dell’emozione e di una nuova avventura. Nella scuola materna Ferrante Aporti i genitori inorridiscono alla vista dei sacchi dell’immondizia e dei materiali di risulta dei lavori abbandonati nei corridoi o nelle aule deposito. Il sindaco Franco Landella chiede scusa - e di casi analoghi, nonostante la galanteria dei suoi predecessori, non se ne ricordano granché - e promette prov-

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vedimenti dilinguaggio cosciplinari, una lorito, finisce volta accertate per diventare “le responsaun’arma di dibilità dirigenstrazione di ziali”. Sghimassa: riesce gnazza chi nell’intento di aveva sollevafar parlare di to qualche sé, piuttosto perplessità che dei numesulla nomina ri deludenti di un avvocato della fase di alla Pubblica start up del Lo spot sulla differenziata con Donato Inglese protagonista Istruzione, ma progetto (solo l’assessora è stata assolta. Per le “Scuole belle” 17mila gli abitanti coinvolti almeno fino a dicembre) alla Renzi l’appuntamento è rinviato di una set- - eppure il Comune ci lavorava da due anni - o timana. Solo qualche giorno prima l’ammini- della sparizione del meccanismo di premialità strazione comunale lanciava con Amiu lo slogan pure annunciato a giugno dallo slogan “L’ambiente “Foggia non sarà più un bidone”, il claim della pulito ripaga” che accompagnava l’avvio della campagna di comunicazione per la raccolta dif- raccolta dei rifiuti organici nei mercati e nelle ferenziata che ha mandato ai matti i campanilisti. attività commerciali a inizio estate, o ancora delIl testimonial Donato Inglese, idolo del web dal l’azienda presso cui viene conferito quell’umido

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da giugno. L’impianto è quello della Bioecoagrim, nell’occhio del ciclone per il caso puzza, sebbene non sia ancora stata definitivamente accertata dagli enti preposti la provenienza dei miasmi che appestano le città di Foggia e Lucera. Se l’azienda in questione chiudesse, sia chiaro, almeno 27 comuni pugliesi non saprebbero dove mettere l’umido, perché gli altri centri della regione sono già saturi. Ad agosto non vi siete persi niente, con la solita afosa vacatio a parte la parentesi “friccicorina” della giostra in Giunta. Puntuale, a ritorno dalle vacanze è arrivata l’ordinanza anti-prostituzione. S’inasprisce anche la lotta all’abusivismo con un nucleo di polizia annonaria che dovrebbe fare man bassa tra bancarelle extralarge e merce contraffatta. Presto per dire se funzionerà, oggi ci sono (anche le lucciole) domani non si sa. E Forza Foggia sempre, alla prima gara casalinga del campionato riapre finalmente la gradinata. Succede tutto a settembre. Prima, non vi siete persi niente, se non una bella Estate.


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bellezza di Dalila Campanile

Tendenze capelli per l’autunno-inverno 15/16

Via libera ai “colpi di testa” Lunghezze, colori e acconciature: fate strada agli estremi

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er essere al passo con la moda, per l’autunno-inverno 2015/2016, non correre a fare shopping ma fissa l’appuntamento dal parrucchiere perché saranno i capelli i veri protagonisti del tuo look. A seconda del trend scelto per la tua chioma infatti potrai adeguare anche il resto del tuo abbigliamento, per un effetto pendant che non è mai stato così di moda. Unico accorgimento: sottoponiti regolarmente a trattamenti nutrienti e rinforzanti per poter cambiare taglio e stile ogni volta che vuoi senza stressare inutilmente la tua capigliatura. Non solo: un capello sano ti consente un’ottima resa in caso di taglio e acconciatura. Non dimenticare la tecnologia: con le nuove spazzole in commercio potrai copiare i look visti in passerella anche a casa tua. Fai segreto di questi consigli perché le tendenze di hairstyle 2015/2016 non hanno mezzi termini e potranno indurti a commettere dei veri e propri “colpi di testa” con il benestare del tuo parrucchiere.

● CAPELLI LUNGHI

La lunghezza giusta arriva almeno alle spalle. Il liscio è tornato di gran moda, preferibilmente su una chioma voluminosa e curata. La riga si porta

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lateralmente per un rinnovato effetto bon ton: il ciuffo può essere l’unico riccio concesso per donare un tocco di brio oppure può essere portato dietro l’orecchio. In tal caso, via libera ad un unico maxi orecchino per un risultato chic.

● CAPELLI CORTI

Chi decide di darci un taglio farà bene a prepararsi a scoprire la nuca: il nuovo look corto si chiama pixie e si può sfoggiare sia sfilato che scalato. E’ un taglio molto amato dalle celeb che non hanno paura di osare: conferisce un’aria sbarazzina e giovanile ad ogni donna. Per i classici carrè invece torna di moda la riga centrale: sta bene quasi a tutte e si porta con i capelli mossi. Niente frangia, ma ciuffi pari. Gli orecchini giusti possono conferire un aspetto rock o vintage a queste acconciature.

● IL COLORE

Anche le nuances delle tinture sono studiate per valorizzare i tagli in auge. Addio alla shatus: anche nel colore le mezze misure sono ormai demodé. Tornano le tonalità naturali e ricche di sfaccettature: preferite quelle che si accostano al colore naturale dei vostri capelli. Dal biondo cenere, al nocciola fino al rosso rame, oppure illuminate i tagli scalati con colpi di luce. Non perdete di vista

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due aspetti fondamentali: il risultato deve essere naturale e il colore deve anche intonarsi con il vostro incarnato.

● GLI ACCESSORI

Hai trovato il tuo taglio e colore prefetto? Sarebbe un peccato coprilo. Non a caso anche il mood in tema di accessori ti viene incontro per valorizzare il tuo investimento dal parrucchiere. Maxi, brillanti e scenografici: sono queste le parole chiave degli accessori che incorniceranno i tuoi capelli durante la stagione invernale. Riscopri dal cassetto della nonna una broche: la classica spilla per capelli preferibilmente luccicante si usa per fermare di lato, vicino alle tempie, una coda di cavallo volu-

minosa. Tornano di moda anche gli spilloni, ideali per uno chignon spettinato da sfoggiare a lavoro; ferma i ciuffi ribelli con una fascia tinta unita per un effetto sofisticato e curato al tempo stesso. La novità è invece la fascia di pelle con arricciature o decori da usare con un look più casual ma ad alto tasso di stile: sta bene con una treccia laterale. Infine non è mai tramontato il cerchietto: sceglilo sottile e nei colori metal. Indossalo aderente alla testa e cotona le radici.


Il segreto di bellezza di Cleopatra

Aloe dalle mille proprietà Il suo nettare è lenitivo, curativo e battericida a cura del dott. Gianluca D’Alessandro efertiti e Cleopatra usavano la sua polpa sul viso come crema idratante per mantenere la pelle giovane. In Grecia il suo succo si mescolava alla mirra per disinfettare il cavo orale, e Cristoforo Colombo annotava nei suoi diari come l’estratto di aloe vera fosse una specie di medicina tuttofare per curare i naviganti durante le lunghe traversate oceaniche. Nelle foglie carnose di questa pianta è racchiuso un gel dalle straordinarie proprietà: lenitiva nei confronti delle punture di zanzara e medusa ed anche per tutti i tipi di scottatura; curativa per i capelli rendendoli lucidi e proteggendo il cuoio capelluto; battericida e per questo può essere usata per l’igiene dentale per contrastare la placca oltre ad essere efficace per l’afte. Una delle principali proprietà dell’aloe è disintossicare l’organismo dalle tossine. Non solo, i suoi saccaridi aderiscono alle pareti dell’intestino formando una barriera protettiva che impedisce l’assorbimento di sostanze dannose. Inoltre, l’aloe è

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un’alleata del sistema digestivo: stimola la flora batterica e l’eliminazione dei rifiuti, migliorando al contempo l’assorbimento delle sostanze nutritive (ma non degli elementi dannosi). Per questo motivo riduce gli effetti collaterali dei farmaci sull’apparato digerente come acidità di stomaco, crampi e stitichezza. Altra caratteristica di questa pianta è stimolare il sistema immunitario. L’aloe contiene acemannano, uno zucchero dalle proprietà antivirali, antinfiammatorie e soprattutto antitumorali: infatti stimola la produzione di macrofagi, globuli bianchi che distruggono le cellule tumorali. Il dott. Adelio Alberto Mora in collaborazione con il dott. Paolo Lissoni, noto oncologo dell’ospedale San Gerardo di Monza, ha realizzato nel 2009 uno dei più recenti e dettagliati studi sull’Aloe Arborescens e sui suoi presunti effetti “anti-tumorali”: il controllo della malattia ottenuta nei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe Arborescens ha dimostrato una percentuale significativamente maggiore di quella riscontrata nei pazienti che hanno ricevuto la sola chemioterapia (67% vs 50%). Data la delicatezza e l’importanza dell’argomento altri studi seguiranno per accertare i reali benefici che possa dare l’aloe per la cura del cancro. settembre - duemilaquindici

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Il truccatore di fama internazionale collaborerà con la scuola di trucco

Beauty School, Stefano Anselmo inaugura l’anno accademico Cerimonia a Foggia il 5 ottobre con i segreti del make up artist a scuola di estetica Beauty School, che da sempre si caratterizza per i suoi corsi di trucco tenuti da alcuni dei più rinomati professionisti del settore, al fine di garantire una base educativa di eccellenza e in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico, è lieta di ospitare il maestro Stefano Anselmo, noto truccatore e consulente d’immagine. Nel corso dell’evento che si svolgerà il 5 ottobre presso la sede foggiana di via Piave 10, i partecipanti assisteranno alla presentazione della scuola e dei nuovi corsi attivati; seguirà l’intervento di Stefano Anselmo.

agli aspiranti allievi. “Bisogna partire dal presupposto che è il volto che trucchiamo ad essere protagonista e non il nostro trucco”. Truccare, infatti, non significa limitarsi ad incipriare un viso: il make up segue logiche ben precise, basate su una considerazione totale dei volumi e colori. “Il mio metodo - aggiunge il make up artist - è rivolto a smontare una visione di viso lineare e piano”. Per essere un truccatore professionista, inoltre, non devono mancare impegno, competenza e consapevolezza; bisogna scegliere anche le eventuali specializzazioni del settore per poter assecondare il proprio stile: dal trucco teatrale a quello per la

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Il truccatore più richiesto dagli stilisti infatti ha scelto di collaborare con l’accademia di trucco foggiana - diretta magistralmente dalla dottoressa Antonietta Mastrangelo - che da ben trent’anni forma figure professionali altamente qualificate, in grado di aspirare ai migliori posti di lavoro nel settore. “È un onore per me collaborare con la Beauty School e poter trasmettere la mia passione a giovani make up artist - spiega il consulente d’immagine - Il corso sarà l’occasione per poter

moda e così via, senza mai dimenticare “la vecchia regola del valorizzare i pregi minimizzando i difetti, che è sempre valida”, ricorda il maestro. Il difficile però è imparare ad applicarla nella pratica. Chi desidera passare dalla teoria alla pratica, avrà la possibilità di prenotare il proprio posto nella full-immersion pomeridiana in cui si svolgerà il corso di trucco tenuto proprio dal maestro. L’ingresso al corso è a numero chiuso, per partecipare è necessaria la prenotazione telefonica allo 0881 568576.

SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER IL NUOVO ANNO ACCADEMICO 2015-16 mettere al servizio degli allievi la mia esperienza nonché fornire un valore aggiunto ad una scuola così valida. Il mio intervento sarà uno stimolo a guardare in faccia la realtà per consentire ai futuri professionisti del settore di liberarsi dalle sovrastrutture mentali causate dal marketing delle case cosmetiche”. Autore di un metodo d’insegnamento esclusivo in cui pensiero filosofico e tecnica si incontrano, Stefano Anselmo è pronto a rivelare i suoi segreti

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I benefici del tiro con l’arco

Fascino da arciere Una disciplina adatta a tutta la famiglia, giova al corpo ma soprattutto alla mente di Dalila Campanile ndecisi sul corso da scegliere in palestra? Quest’anno dedicatevi ad una disciplina alternativa, in grado di garantire il giovamento di corpo e mente: il tiro con l’arco. Sport di precisione ideale per tutta la famiglia, consiste in una competizione in cui i partecipanti devono centrare un bersaglio con una freccia. Il tiro con l’arco è uno sport non violento, in grado di trasmettere il rispetto per l’avversario. L’arco è considerato una delle invenzioni più originali dell’umanità: si afferma inizialmente come strumento di difesa e di caccia, solo in un secondo momento come sport: basti pensare che il tiro con l’arco è divenuto ufficialmente disciplina olimpica solo negli settanta.

I I BENEFICI SUL CORPO Quando l’attività si svolge all’aria aperta, l’arciere beneficia di tutti gli aspetti positivi connessi ad una disciplina outdoor. Prima di cimentarsi con il tiro, si esegue il riscaldamento basato su esercizi di stretching che rendono più elastica la muscolatura. Il tiro con l’arco migliora il coordinamento psicofisico e influisce positivamente sul portamento. Fondamentale saper coordinare la respirazione. E’ l’ideale anche per mantenersi in forma: la parte superiore del corpo è quella più sollecitata. Praticare il tiro con l’arco consente uno sviluppo armonioso di busto, braccia e spalle; fa bene anche alla schiena e aiuta a rilassare il collo. Dopo aver scoccato la freccia, si avverte una sensazione di rilassamento fisico e mentale.

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I BENEFICI SULLA MENTE Il perfetto arciere è colui che raggiunge mentalmente il bersaglio prima di scoccare la freccia: la concentrazione e l’autocontrollo sono i segreti per riuscire in questa disciplina; non a caso i benefici di questo sport sono evidenti anche nella vita sociale. L’arciere può contare su una nuova organizzazione mentale, sull’attitudine al raggiungimento degli obiettivi nonché può sviluppare un sano spirito di competizione. Per questo motivo il tiro con l’arco è lo sport più praticato dagli attori e persino quello consigliato ai bambini che vogliono incrementare il proprio rendimento scolastico.

LE ATTREZZATURE Per praticare il tiro con l’arco è sufficiente un abbigliamento comodo e sportivo: t-shirt o pile - a seconda delle temperature - con maniche aderenti e scarpe da ginnastica. L’attrezzatura ha un costo che si aggira dai 150 ai 750 euro circa: tuttavia sono gli stessi istruttori a fornire all’allievo principiante gli accessori di base, per evitare un investimento dispendioso e inutile qualora si decida di non proseguire con questa disciplina.

GLI IMPIANTI Durante la stagione invernale l’allenamento si svolge in palestra mentre le gare si svolgono all’interno di palazzetti sportivi: si tratta del cosiddetto Tiro al chiuso. E’ possibile praticare la disciplina anche all’aperto: di solito i bersagli vengono allestiti su appositi campi di allenamento oppure all’interno di un grande impianto sportivo, come un campo da calcio. Particolarmente suggestivo è invece il Tiro di campagna, una competizione che rievoca la caccia poiché si svolge appunto in campagna oppure in mezzo a boschi e foreste. Questa varietà è altamente formativa per i bambini i quali possono apprendere così l’amore e il rispetto per la natura, vissuta per la prima volta in ogni sua sfumatura durante tutte le stagioni. Per info: www.fitarco-italia.org


Chili in eccesso o adiposità localizzate: quando le ferie sono un danno

salute

Fine vacanza, il ‘dramma’ allo specchio I consigli di salute e bellezza della dott.ssa Annamaria Conte Il rientro dalle vacanze può risultare spesso catastrofico. E non solo per il brusco ritorno alla vita e ai ritmi di tutti i giorni. Il cambio di alimentazione, orari e stile di vita, infatti, può ripercuotersi negativamente sul nostro organismo, lasciando segni inequivocabili sul nostro corpo. Che siano veri e propri chili in eccesso o accumuli di grasso localizzato, è necessario correre ai ripari af-

fidandosi a medici esperti, per risultati garantiti e sicuri. Ovvero, trattamenti ed interventi dimagranti che non vadano a minare il nostro organismo, una macchina perfetta ma dagli ingranaggi delicatissimi. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Annamaria Conte, dietologa e omeopata, presso il Centro medico diagnostico ‘Telesforo’, a Foggia.

DIMAGRIMENTO EFFICACE

per persone con patologie specifiche e prescrivere esami ed eventuali farmaci. Il nutrizionista, invece, quasi sempre è un biologo specializzato; il suo ruolo è fondamentale nella diffusione delle buone pratiche dell’educazione alimentare.

Dott.ssa Conte, perché bisogna evitare le diete fai-da-te? La dieta non è una procedura standard, uguale per tutti. Prima di stilare un piano nutrizionale, i medici devono valutare una serie di fattori: si parte da uno screening clinico, con esami specifici fondamentali per inquadrare il funzionamento del metabolismo del paziente e lo stato di salute generale. Poi vanno valutate tante altre variabili che attengono allo stile di vita. Le diete fai-da-te, invece, tendono solo ad eliminare: non solo il superfluo, ma anche alimenti e sostanze fondamentali per la nostra sopravvivenza. Qual è la differenza tra ‘dietologo’ e ‘nutrizionista’? Il dietologo è un medico, laureato in medicina e chirurgia e poi specializzato in dietologia; può fare una valutazione clinica del paziente, stilare piani nutrizionali

Ci sono delle spie che possono farci capire che stiamo sbagliando strada (e dieta)? Ce ne sono tante. In linea di massima, se si segue una dieta molto carente c’è rischio di anemizzarsi, perdere i capelli e avvertire debolezza, fino a svenire; con una dieta iperproteica si rischia di danneggiare i reni; se c’è una predisposizione al diabete e seguiamo una dieta ricca di carboidrati rischiamo di spianare la strada alla malattia. In definitiva, dimagrire è possibile? Ovviamente sì, ma mangiando. Si possono ridurre le quantità, ma non va tolto il cibo dalla tavola.

STUDIO DI MEDICINA ESTETICA E DIETOLOGIA DOTT.SSA ANNAMARIA CONTE

TRATTAMENTI ANTI -CELLULITE Dott.ssa Conte, la cellulite è l’incubo di ogni donna. Ma di cosa si tratta? Si tratta di accumuli di grasso localizzato causato dalla cattivissima alimentazione, in un processo distruttivo che inizia sin dall’adolescenza. Anche gli ormoni - durante l’adolescenza in fase di assestamento - contribuiscono alla formazione della cellulite, creando un mix micidiale, in alcuni casi aggravato anche dalla predisposizione genetica. In che modo agiscono i trattamenti di Cavitazione ad ultrasuoni? Mediante un manipolo ad ultrasuoni si va letteralmente a “rompere”, a “disintegrare” le cellule che possono essere quindi facilmente smaltite attraverso le urine. Una volta eliminate, queste cellule non si riformano più. A meno che non si

cade nuovamente negli errori alimentari che li hanno generati… Chi può sottoporsi a questo tipo di trattamento? Chiunque ne senta il bisogno, dai 18 anni in su. Prima di qualunque trattamento, però, è necessario sottoporsi ad esami specifici. In cosa consiste, invece, la Radiofrequenza? La radiofrequenza lavora mediante il calore: si riattiva il collagene naturale recuperando il tono perduto. Durante la seduta si utilizzano anche oli antiossidanti, drenanti e anticellulite che ne potenziano il risultato. È un trattamento integrato adatto anche per le zone del viso; se associato a vaporizzazioni di ossigeno iperbarico o acido ialuronico, la terapia diventa anche anti-age, cancellando rughe di espressione e segni del tempo.

ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI FOGGIA

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Tecniche innovative per la cura della salute orale

Sorridi, c’è la Un team di professionisti per prestazioni indolori ed efficaci essuno può toglierci il sorriso, nemmeno la paura del dentista: basta affidarsi ai professionisti dello studio ‘Dental Solutions’ di Piazza Siniscalco Ceci, a Foggia. Situato nel centro storico della città, lo studio odontoiatrico annovera tra i suoi punti di forza la sinergia tra professionalità, le attrezzature all’avanguardia e la chirurgia specialistica e indolore. Nella struttura, infatti, operano otto specialisti: ognuno è competente in una determinata branca odontoia-

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trica. Presso la Dental Solutions il paziente, può contare sulla garanzia del lavoro d’equipe, basato su confronti tra professionisti del settore.

In studio, inoltre, sono presenti tre medici specializzati nella cura odontoiatrica dei bambini come il pedodontista, l’ortodontista e lo gnatologo, specialista nella cura della disfunzione mandibolare. L’implantologia dentale mira non solo a ripristinare le funzioni masticatorie della bocca, ma anche a migliorare l’estetica del sorriso (colore e forma), migliorare la fonetica e il compito masticatorio di ogni singolo dente per una digestione

e alimentazione corretta. Staff medico competente e preparato alla riabilitazione funzionale ed estetica NELLA STESSA SEDUTA, per dare il massimo comfort ed efficienza al paziente. L’implantologia dentale è adatta a tutte l’età, il paziente viene seguito

prima dell’intervento effettuando un check-up completo dello stato di salute, dove vengono valutati i valori dell’osso e pianificato l’intervento; e in seguito vengono effettuali controlli periodici, anche a lavoro ultimato in quanto un’accurata igiene e esami scrupolosi possono garantire un lavoro duraturo.

Per una riabilitazione non invasiva del tuo sorriso AFFIDATI A NOI. In alcuni casi non è necessario realizzare una nuova protesi in quanto è possibile utilizzare la vecchia protesi del paziente modificandola per ospitare gli attacchi che si vanno ad agganciare sulle strutture implantari normali o a dei mini impianti. I vantaggi sono numerosi: - Tempi di guarigione ridotti, - Protesi superiore senza palato; - Elimina i costi e gli inconvenienti degli adesivi, ecc..

Oltre a costituire una presenza naturale, gli impianti sono anche sinonimo di stabilità e salute. QUESTO SISTEMA È L'OVERDENTURE. Le protesi sono rimovibili per cui si possono pulire facilmente, vantaggio non da poco, ma allo stesso tempo sono perfettamente stabili durante la masticazione e la fonesi.

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cultura

Dopo un’estate di eventi, i nuovi percorsi formativi dell’associazione

Jaco, a ottobre partono i laboratori Corsi di musica e teatro per tutti ’Associazione di promozione sociale e culturale JACO, che lo scorso 5 Giugno ha inaugurato la sua nuova e spaziosa sede al Villaggio Artigiani in via di Camarda (II^ Traversa Tratturo Castiglione) a Foggia, ha riempito la stagione estiva cittadina con numerosi eventi e manifestazioni culturali, coinvolgendo adulti e bambini, ed avvalendosi di uno staff giovane, motivato e dall’alto profilo professionale. A partire dal mese di ottobre, l’Associazione, con i suoi esperti, ospiterà i 30 ragazzi del Progetto Nazionale “La Pietra Scartata”, di età

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compresa tra i 14 e i 20 anni. I giovani, selezionati dall’Assessorato ai Servizi Sociali, parteciperanno ai laboratori di realizzazione di strumenti musicali a partire da materiale di scarto. Il progetto, dall’alta valenza sociale e culturale, durerà 18 mesi e si concluderà con la costituzione di una vera e propria orchestra. Nel mese di ottobre saranno, inoltre, attivati diversi e interessantissimi percorsi formativi e culturali. Dal 6 ottobre 2015 a maggio 2016 Corsi di percussione batucada didattica musicale sugli strumenti di percussione brasiliana, tutti i martedì dalle 13:30 alle 18:30. Scadenza iscrizioni: 30 settembre. Il corso, che sarà tenuto dal Maestro Stefano Rossini, uno dei massimi esponenti del genere afro-brasiliano in Italia, mira alla conoscenza e alla pratica delle tecniche basilari su tutti gli strumenti di percussioni brasiliane e sull’utilizzo di poliritmie e di interazione fra i vari strumenti. Laboratori di Teatro Sociale per tutti. dal 14 ottobre a maggio 2016. scadenza iscrizioni: 30 settembre. “piccoli princìpi” per bambini dai 6 ai 14 anni e

“...ma liberaci dal mare...” dai 15 anni in poi. Il primo laboratorio isolerà le principali tematiche sociali, prendendo spunto dalla celeberrima opera di Antoine Saint-Exupery, con l’obiettivo di costruire uno spettacolo finale attraverso il gioco dell’improvvisazione teatrale. Il secondo laboratorio sarà dedicato esclusivamente al tema dell’immigrazione, attraverso l’applicazione di esercizi di immedesimazione (Metodo Stanislavskij) con uno sguardo attento alla Metodologia del Td’O di Boal. CORSI DI MUSICA PER TUTTI. Corsi individuali collettivi di pianoforte, percussioni, viola, violino, violoncello, tromba, trombone, flauto, sassofono, clarinetto, basso, contrabbasso, chitarra e clarinetto. Inoltre, sono stati attivati

i Laboratori collettivi di: Coro & orchestra, RiciclART, fotografia digitale, tarantella del Gargano, costruzione di chitarra battente del Gargano, restauro ligneo, liuteria per pianoforte. A NOVEMBRE Sabato 7 e domenica 8 novembre, workshop di “Didattica con la Body Percussion - Educazione al movimento, al suono e alla musica attraverso l’utilizzo del corpo” nella sede operativa dell’Associazione, con il patrocinio della Regione Puglia. Il workshop è aperto a tutto il personale docente ed educativo, nonché a tutti i musicisti e agli operatori del settore sociale e assistenziale. La direzione didattica e artistica è affidata al Maestro Mauro d’Alessandro, percussionista, insegnante di propedeutica musicale (Metodologia Orff Schulwerk). Per informazioni sulle iscrizioni contattare la segreteria didattica e organizzativa dell'Associazione Jaco, ai recapiti 329.8484102 / 380.6349021 o all'indirizzo email associazionejaco@gmail.com pagina web: https://www.facebook.com/jacoassociazione.foggia

“FINANZIAMENTI AGEVOLATI PER FARE IMPRESA”

SPECIALE

Per l’avvio di attività imprenditoriali da parte di disoccupati e persone in cerca di prima occupazione così come per l’ampliamento di società esistono diverse tipologie di bandi per l’ottenimento di finanziamenti agevolati con contributi a fondo perduto: oggi analizziamo nel dettaglio il bando “Smart&Start Italia”. SOGGETTI BENEFICIARI • start-up innovative, costituite da non più di 48 mesi, di piccola dimensione e con sede legale e operativa ubicata su tutto il territorio nazionale; • persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa, ivi compresi i cittadini stranieri in possesso del visto start-up;

AGEVOLAZIONI • I piani di impresa possono avere ad oggetto la realizzazione di programmi di investimento e/o il sostenimento dei costi di esercizio per un importo complessivo di spese e/o costi ammissibili non superiore ad €1.500.000,00 e non inferiore ad €100.000,00.

PROGETTI FINANZIABILI

SPESE AMMISSIBILI

• Piani di impresa caratterizzati da un significativo contenuto tecnologico e innovativo, e/o mirati allo sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale, e/o finalizzati alla valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata. Non sono ammissibili le iniziative: • nel settore della produzione agricola; • rivolte al sostegno ad attività connesse all’esportazione; • nel settore carboniero. Sono ammissibili i piani d’impresa nel settore della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, pesca e acquicoltura.

a) impianti, macchinari e attrezzature tecnologici, ovvero tecnico-scientifici, nuovi di fabbrica; b) componenti hardware e software; c) brevetti e licenze; d) certificazioni, know-how e conoscenze tecniche, anche non brevettate; e) progettazione, sviluppo, personalizzazione, collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produttivi, consulenze specialistiche tecnologiche.

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AGEVOLAZIONI CONCEDIBILI Le agevolazioni consistono in: a) un finanziamento a tasso zero pari al 70% delle

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spese ammissibili. L’importo del finanziamento agevolato è pari all’80% nel caso in cui la compagine è interamente costituita da giovani under 36 e/o da donne, oppure preveda la presenza di almeno un esperto, in possesso di titolo di dottore di ricerca o equivalente da non più di 6 anni e impegnato stabilmente all’estero in attività di ricerca o didattica da almeno un triennio. Per le start-up innovative localizzate nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nel Territorio del cratere sismico aquilano il finanziamento agevolato è restituito dall’impresa beneficiaria solo per un ammontare pari all’80% dell’importo. La quota del finanziamento agevolato, non soggetta a rimborso, rappresenta pertanto un contributo a fondo perduto pari al 20% del finanziamento concesso. b) servizi di tutoraggio tecnico-gestionale per le imprese costituite da non più di 12 mesi alla data di presentazione della domanda. I finanziamenti agevolati hanno una durata massima di 8 anni, sono rimborsati dopo 12 mesi a decorrere dall’erogazione dell’ultima quota dell’agevolazione, non sono assistiti da forme di garanzia.

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cucina&dintorni Il galateo al ristorante: istruzioni per l’uso Regole di bon ton per i commensali, dall’ingresso al conto

Discrezione e buon senso: basta poco per riscoprire le buone maniere a tavola onoscere il galateo è considerato ormai superfluo e demodé: non la pensano così i titolari dei locali pubblici e i clienti costretti a sorbirsi l’aria pesante che si respira a causa di ospiti che non conoscono le buone maniere. Il bon ton del commensale non è poi così difficile da applicare: basta riscoprire i principi basilari della buona educazione, come la discrezione e il buon senso. Così si mitigano l’impazienza e l’intolleranza che fanno capolino dinanzi all’attesa o a qualche umana – gaffe commessa da chef e camerieri.

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L’ingresso. Chi ha invitato amici e parenti in un locale , li attenda all’esterno, fino al loro arrivo. Spetta anche a colui che si è occupato della prenotazione, fermare il cameriere per far apparecchiare il tavolo. Tuttavia se il locale è affollato, non ab-

biate fretta: se ci sono già dei clienti in attesa, attendere pazientemente il proprio turno. Anche gli altri ospiti hanno il diritto di godersi con calma la serata. Il ristoratore farà di tutto per farvi accomodare quanto prima. L’ordinazione. Il cameriere non va mai chiamato con lo schiocco delle dita o facendo tintinnare il bicchiere: è sufficiente un gesto di-

screto per attirare la sua attenzione. Quando il cameriere si avvicina al tavolo, le conversazioni con i commensali vanno sospese per concentrarsi sull’ordinazione, evitando di far perdere tempo prezioso agli altri clienti che aspettano per ordinare. Evitare di richiamare il cameriere per cambiare un’ordinazione già assegnata. Chi ha espresso esigenze particolari, dovrà sapere che il tempo di attesa è proporzionale all’attenzione e all’impegno che in cucina stanno investendo per soddisfare pienamente il cliente.

o il piatto ricevuto non corrispondono a quelli ordinati, segnalarlo al cameriere, senza dilungarsi nei dettagli o esprimere commenti negativi ad alta voce.

In attesa delle portate. Di solito sono gli stessi ristoratori a prendersi cura dell’ospite quando le portate si fanno attendere: si riceveranno grissini o stuzzichini con cui ingannare l’attesa e soprattutto l’appetito. Non giocherellare con il pane. Se il vino

fare a meno, sarebbe il caso di riscoprire la vecchia regola che vieta l’uso del telefonino a tavola. Sarebbe opportuno infatti inserire la modalità “silenzioso” per non disturbare gli altri commensali con il suono continuo di sms e notifiche, preferendo

Il cellulare. Anche se al giorno d’oggi sembra che non se ne possa

la conversazione con i presenti. Molti non riescono a distaccarsi dallo smartphone perché fotografano le portate e recensiscono il locale in cui si trovano; se il servizio o il piatto non è stato di proprio gradimento, il galateo ricorda che è preferibile farlo presente- in modo discreto- direttamente al cameriere o al titolare, mettendolo così anche in condizione di rimediare piuttosto che far andare via il cliente con in bocca solo il sapore della delusione. Il conto. Se si paga alla romana, evitare un eccessivo passaggio di denaro; basta che uno solo dei presenti si presti al controllo del conto e alla raccolta delle quote. Si allontanerà per pagare direttamente alla cassa.

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salute

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AVVOCATO l desiderio di maternità è spesso presente nella maggior parte delle donne che, ad un certo punto della loro vita, ne sentono fortemente la necessità o il bisogno. Purtroppo però non sempre la donna riesce a realizzare naturalmente la sua volontà di restare incinta e, di conseguenza, onde pervenire concretamente al risultato di diventare genitori, si cerca di praticare strade alternative ad una normale gravidanza. Una di tali strade è quella della surrogazione di maternità rappresentata dal ricorso al cosiddetto utero in affitto. E’ necessario evidenziare però che tale strada non è praticabile secondo il nostro ordinamento giuridico. Infatti, secondo l’art. 269 dell’attuale codice civile “la maternità è dimostrata provando l’identità di colui che si pretende essere figlio e di colui che fu partorito dalla donna, la quale si assume di essere madre”. Dalle parole del legislatore si evince dunque il legame indissolubile tra maternità e parto per cui è madre colei che partorisce. Quando questo legame non sussiste è lo stesso legislatore che si preoccupa di trovare soluzioni alternative al desiderio di genitorialità che, in tal caso, non è supportato da alcun legame biologico. Ebbene la soluzione proposta consiste nell’addivenire all’adozione poiché in tal modo si ritengono rispettati e garantiti tutti i diritti e i doveri connessi da una parte allo stato di “figlio” e dall’altra allo stato di “genitore”. L’unico problema che tale soluzione presenta è quello di instaurare un procedimento lungo e complesso mediante il quale non sempre viene assicurato ai potenziali genitori il raggiungimento del

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DANIELA MURANO

Una strada non praticabile per il nostro ordinamento giuridico

Utero ‘in affitto’: e in Italia? Necessario migliorare la funzionalità degli strumenti giuridici a disposizione di coloro che intendono diventare genitori risultato desiderato. E’ stata pertanto presa in considerazione la possibilità di ricorrere all’utero in affitto, pratica per la quale una donna si obbligherebbe, dietro compenso, a portare avanti una gravidanza e a partorire un figlio per conto di altri soggetti che, alla nascita, ne diventerebbero genitori. Il legislatore ha considerato negativamente la suddetta pratica ed ha vietato il ricorso

all’utero in affitto dichiarando lo stato di adottabilità del bambino nato su commissione. Ma il fatto che i genitori, così diventati grazie alla pratica dell’utero in affitto, si vedrebbero privati del bambino tanto desiderato non è l’unica conseguenza del mancato rispetto di tale divieto: esso è in-

fatti rafforzato dalla previsione di ulteriori sanzioni, molto gravi, perché a carattere penale. La L. n. 40/2004 che detta le norme in materia di procreazione medicalmente assistita prescrive infatti che “chiunque, in qualsiasi forma realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”. Ultima considerazione sul punto che dovrebbe definitivamente eliminare il ricorso all’utero in affitto è quella che deriva dall’esame di sentenze recenti della Corte di Cassazione in cui i giudici hanno dimostrato di applicare in maniera rigorosa le sanzioni conseguenti alla violazione del divieto. In conclusione, data la presenza di una rigida linea legislativa in materia di genitorialità, si auspica che il legislatore intervenga con opportune riforme per migliorare la funzionalità, oggi decisamente insufficiente, degli strumenti giuridici a disposizione di coloro che intendono diventare genitori.

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MEDICO CAV l lavoro di un CAV, Centro Anti-Veleni, è a 360° perché le richieste che ci pervengono spesso varie: ci occupiamo di tutto ciò che può o potrebbe causare un’intossicazione. In questo periodo - vuoi per la temperatura più calda, vuoi per il non rispetto delle regole di conservazione dei prodotti - veniamo contattati per cibi contaminati da muffe. Ad esempio, cibi in scatola con i quali dovremmo essere più sicuri poiché hanno avuto una conservazione tale da abbattere ogni microorganismo, oppure per cibi mal conservati o scaduti o dimenticati, molte volte consumati, e solo dopo ci si rende conto che forse era meglio non mangiarli. La domanda frequente è cosa mi succede ora? Noi vogliamo provare a rimediare consigliando quale precauzioni seguire. La conservazione degli alimenti ha lo scopo di salvaguardare, per tempi più o meno lunghi, la commestibilità, il valore nutritivo e le caratteristiche organolettiche degli alimenti. Si possono conservare gli alimenti sfruttando metodi fisici (il caldo, il freddo, la disidratazione, l’essiccamento, il sottovuoto o le atmosfere modificate) oppure metodi chimici (con il sale, lo zucchero, l’olio, l’aceto, o i conservanti artificiali). I prodotti che non hanno bisogno del frigorifero per essere conservati si possono tenere in dispensa, preferibilmente al buio se sono confezioni in vetro. Va sempre controllata la data di scadenza, avendo cura di tenere a portata di mano i prodotti che stanno per scadere. Importante è buttare via senza esitazioni

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S.O.S. muffe in scatola Mai fidarsi delle conserve se la confezione è gonfia o manomessa. una conserva se la confezione è gonfia o manomessa, se all’apertura produce gas o bollicine, o se presenta muffe o cattivi odori. Le muffe, in particolare, su alimenti in cui non sono previste possono produrre pericolose tossine. Gettiamo via interamente, se ci sono muffe anche piccole, le confezioni di marmellata, le conserve (anche quando la muffa è solo nel tappo), e i prodotti più cremosi (come alcuni formaggi), dove le tossine potrebbero spostarsi nella parte non ammuffita, e tagliamo via parti molto generose dei formaggi duri che si siano guastati. Soprattutto facciamo attenzione a tenere il frigorifero pulito. Ricordiamoci del botulino, che si può formare nelle nostre conserve ma anche

in quelle che acquistiamo. Conservare in frigorifero. Il frigorifero, a 45°C, consente di conservare cibi freschi e facilmente deperibili, ma per brevi periodi. E’ importante, però, che gli alimenti siano chiusi in contenitori separati, mantenuti nelle confezioni originarie se ancora non aperti, e protetti adeguatamente con le apposite pellicole dopo l’apertura. In questo caso, la data di scadenza si riferisce al prodotto chiuso; una volta aperta la confezione, ogni ali-

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Dopo il cervello, la pelle è il più importante dei sistemi organici.

ANNA LEPORE

Attenzione al botulino: può essere presente nei prodotti industriali

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mento va consumato rapidamente. Inoltre, poiché piccole zone di condensa tra la pellicola e l’alimento possono favorire la formazione delle muffe, meglio non mantenere l’alimento chiuso per più di un paio di giorni. Quando dobbiamo conservare alimenti cotti o avanzi, ricordiamoci che la permanenza a temperatura ambiente permette la crescita e la moltiplicazione di numerosi batteri. Ogni cibo, quindi, va protetto (coperto bene) mentre si raffredda e va riposto in frigo ancora tiepido, senza aspettare che si raffreddi a temperatura ambiente. Quanto tempo in frigorifero? Dipende dalla scadenza ma anche dopo l’apertura invece molti alimenti non si conservano per più di 2-3 giorni. Ad esempio, la carne macinata, che va cotta entro 24 ore dall’acquisto, e le carni di pollo e tacchino, che devono essere consumate entro circa 48 ore. Anche il pesce, come la carne macinata, va cotto il prima possibile e comunque entro le 24 ore. Se sappiamo già di aver bisogno di tempi più lunghi, meglio congelare. Congelati e poi scongelati. Il congelamento degli alimenti, a livello domestico, è un ottimo modo per conservare più a lungo alimenti crudi o cotti, in maniera da fermare la crescita dei batteri già presenti, che ricominceranno però a moltiplicarsi appena si inizia lo scongelamento. Per questo, quando si scongela, è meglio cuocere i cibi prima possibile, meglio se ancora congelati.

DI INES PANESSA

Come la mano ascolta, trasmette, sblocca.

Tutti i benefici del tocco terapeutico ella nostra mente e nel nostro corpo portiamo tutta la nostra storia. Attraverso il corpo si può arrivare alla psiche e viceversa la psiche inscrive tutto il vissuto conscio e inconscio sul corpo. Il tocco terapeutico, ovvero il contatto fisico fornisce la chiave per leggere ciò che portiamo scritto su di esso e instaura un dialogo armonico tra corpo e mente. Questa decodifica viene attivata da un mezzo molto semplice: le mani. La mano ascolta, trasmette, riceve, calma, lenisce, sblocca. E dunque il tocco terapeutico su zone dove ristagnano blocchi e tensioni può permettere di ricomporre l’integrità psicosomatica dell’uomo. Il senso del tatto è il primo a svilupparsi, da questo possiamo desumere che sia anche il bisogno primario dell’uomo. L’uomo all’atto della nascita abbandona definitivamente la dimensione amniotica in cui viene continuamente cullato e massaggiato. Da questo momento in poi

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si sente spinto a ricercare in continuazione quell’approccio fisico che appaghi il suo bisogno di affettività, di protezione, di attenzione, di relazione. La mano mentre massaggia ci guida a quel primitivo benessere psico-fisico dove tutto funziona senza sforzo, in modo armonico, facendoci distaccare dal mondo esterno e mettendoci in contatto con quello interno. Nel contatto fisico attraverso il massaggio si racchiudono mille emozioni, migliaia di sensazioni assolutamente vere. In realtà sono i fantasmi della mente che fanno nascere nell’uomo la paura di essere toccato, di toccare. Tutto questo è strettamente associato ai tabù legati alla sessualità. Per questo dal punto di vista terapeutico il massaggio è importante per dissolvere questa erronea concezione e permettere all’uomo di vivere la sua corporeità come fonte di benessere e non di malessere. Dopo il cervello la pelle è il più importante dei sistemi organici. Non a caso attraverso la stimolazione dei recettori presenti su di essa è possibile sostituire il dolore con il piacere e ristabilire un equilibrio turbato. Gli equivoci creati dalla nostra mente e registrati dal

nostro corpo possono essere eliminati quando entrambi vengono messi in grado di esprimersi liberamente e sinergicamente. Molte persone cercano di nascondere i loro blocchi, le loro paure dentro il corpo nella speranza di farli diventare una parte segreta di cui nessuno può venire a conoscenza, neppure loro stessi. A volte grosse tensioni possono restare nascoste per lungo tempo per poi trasformarsi in dolori, malattie, e disagi psico-emotivi. La mano fisicamente e simbolicamente aiuta a sospingere via ciò che si è bloccato in un determinato punto, rimettendo in moto quella spinta vitale che alberga in ognuno di noi e permettendoci di fluire armonicamente nella nostra esistenza. Massaggiare significa portare un cambiamento al corpo e trasformarlo. Una mano calda e rassicurante è quanto di meglio per superare stress e frustrazioni, per sciogliere tensioni, per sedare il dolore sia fisico che morale. Il massaggio a livello emotivo può essere vissuto come una scintilla che accende l’amore per il nostro corpo e di conseguenza ci sentiamo più portati ad amare noi stessi e gli altri.

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.72.81.15 DENTISTA Oral Cancer Day. ANDI ed Expo 2015 contro il tumore della bocca

DI VALENTINA

LA RICCIA

Parola d’ordine: prevenire Visite odontoiatriche gratuite fino ad ottobre Una mini-guida per l’autoesame del cavo orale l tumore del cavo orale è una tra le neoplasie più diffuse e invalidanti. Diversi sono i fattori di rischio (molti dei quali evitabili) che possono aumentare la possibilità di insorgenza di tale patologia tra i quali l’alimentazione; infatti, proprio in occasione di Expo Milano 2015, l’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) promuove visite odontoiatriche gratuite fino al giorno di chiusura dell’esposizione universale (31 ottobre 2015). Sul sito www.oralcancerday.it troverete informazioni dettagliate e la lista degli studi odontoiatrici aderenti alla campagna di prevenzione in cui potrete richiedere una visita gratuita. Infatti, anche

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per il tumore del cavo orale, un ottimo strumento a nostra disposizione è la prevenzione: condurre uno stile di vita sano, che ci tiene al riparo anche da altre numerose patologie cronico-degenerative (non fumare, mangiare sano, non abusare di alcol, mantenere una corretta igiene orale, non esporsi eccessivamente ai raggi UV) ed effettuare controlli periodici. È consigliato sottoporsi ad una visita odontoiatrica ogni sei mesi ed effettuare frequentemente l’autoesame del cavo orale poiché le possibilità terapeutiche sono migliori quanto prima si riesce a fare diagnosi. Per autoispezionare la vostra bocca

OSTETRICA

vi servirà solo uno specchio ben illuminato: 1. Per prima cosa osservate le labbra esternamente; poi con entrambe le mani afferrate il labbro inferiore e stiratelo completamente verso il basso per poter osservare la mucosa delle labbra internamente; fate la stessa operazione tirando il labbro superiore verso l’alto. Osservate anche le gengive. Poi, tenendo sollevato con l’indice prima un labbro poi l’altro, passate il dito indice dell’altra mano sulle gengive per valutare se sono irregolari al tatto o se tendono a sanguinare. 2. Passate all’osservazione della mucosa interna della guancia sinistra: con l’indice della mano sinistra afferrate la mucosa interna del labbro superiore, con il pollice la cute esterna dello stesso labbro; con l’indice destro invece afferrate la mucosa interna del labbro inferiore, con il pollice la cute dello stesso labbro; poi stirate verso

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DI VALENTINA

l’esterno la guancia per poter osservare la mucosa interna, tenendo la bocca ben aperta. Ripetete l’operazione dall’altra parte. 3. Tirate fuori la lingua e muovete la punta a destra e a sinistra per osservarne il dorso e i margini laterali. Tastatela. Poi portate la lingua verso il palato e con l’indice tastate il pavimento della bocca (cioè la mucosa su cui poggia la lingua). 4. Infine spostate il capo indietro e aprite la bocca il più possibile per osservare il palato. Le mucose normali sono rosee, uniformi, integre e lisce. Se osservate rigonfiamenti, macchie (bianche o rosse), ulcere che non guariscono entro 15 giorni o se tastate zone indurite, anche se non avvertite fastidi o dolori, recatevi dall’odontoiatra che saprà certamente distinguere le lesioni sospette dalle condizioni normali e non preoccupanti.

GALLO

Spesso si associa il benessere del piccolo ai suoi movimenti

Bimbo&Mamma, binomio perfetto Affidarsi all’istinto materno per vivere appieno il “miracolo-gravidanza” e chiedessi ad una mamma come sta il suo piccolo in pancia, non sempre riceverei una rapida risposta. Sicuramente mi risponderebbe con uno stringato: “sta bene… si muove”. Con molta spontaneità la mamma associa il benessere del suo piccolo ai suoi movimenti. Nonostante già dalla settima settimana di gravidanza il feto nuoti felice nel suo ambiente, la sua minuta grandezza ed il lieve movimento le appaiono come semplici attività intestinali. Queste sensazioni vanno scemando quando i movimenti divengono più netti ed evidenti come calci, pugni, piroette o stiramenti, ovvero ciò che avviene intorno alla ventesima settimana. Per la mamma, questo rappresenta un evento tanto unico e singolare quanto straordinario per la sua natura. Eppure non si può rapportare il benessere fetale esclusivamente al suo moto. Anche il bambino ha le sue competenze “fondamentali” che gli permettono di anticipare in pancia quella piena “vitalità” che mostrerà ai suoi genitori successivamente alla nascita. Già a ventiquattro giorni dal suo concepimento tutti i suoi organi sono formati. A sei settimane percepisce gli odori ed i sapori attraverso la sua mamma, grazie al liquido amniotico che lo avvolge, lo protegge e che viene assunto dallo stesso attraverso la deglutizione e prodotto mediante l’urina (indice di benessere fetale). A otto settimane si sviluppa completamente il tatto. Questo permette di percepire l’ambiente circostante nonché il “tocco” e le carezze dei suoi genitori attraverso la pancia. A dieci si completa la formazione oculare; a dodici si sviluppa la placenta (le radici del feto nel terreno della madre), organo deputato agli scambi metabolici tra la mamma ed il piccolo.

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A sedici si definisce il sesso; a ventiquattro percepisce perfettamente i suoni, come la voce della sua mamma e del suo papà; a ventotto vi è la maturazione polmonare proseguendo poi con lo sviluppo del tessuto adiposo che prepara il bambino alla sopravvivenza durante la vita extrauterina. Quindi grazie alla sua mamma conosce sapori, ascolta suoni, riceve carezze, immagini positive e belle della vita oppure le sue forme mentali, percepisce di riflesso le sue sensazioni più intime e tramite i sogni, vi è un livello di comunicazione diretta tra di loro. Na-

turalmente in tutto questo non bisogna tralasciare la presenza del papà che è parte integrante della vita del bambino. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che il bambino porta con sé un suo bagaglio di “energie” che possono per la mamma essere una grande risorsa e un valido aiuto in un qualunque suo momento difficile. Da tutto questo comprendiamo il grado di profonda interazione che si instaura tra di loro. Nessuno può capire appieno tale legame se non la mamma. Ma negli ultimi anni abbiamo tralasciato e trascurato l’importanza di tale unico rapporto comunicativo, perdendo di vista cosa sia una gravidanza e il “miracolo” che essa rappresenta. Sempre più le mamme si sono lasciate togliere le loro “competenze di mamme”, riducendo la gravidanza ad un’appendice da delegare a qualcun altro (semmai ad un operatore sanitario), affidandosi agli “occhi di un ecografo” e alle “orecchie di un cardiotocografo” per vedere, sentire e sapere come sta il proprio piccolo , tralasciando ciò che il corpo nonché il bambino costantemente dicono alla mamma. Da qui nasce il mio consiglio da ostetrica, quale professionista della fisiologia, ovvero quello di dedicare maggiore tempo a sé stesse, di percepire e fidarsi delle proprie sensazioni, del proprio “istinto di mamma” e di tutto ciò che il nostro corpo/piccolo in pancia ci dice non delegando il “miracolo-gravidanza” a nessuno. In questo modo alla domanda “come sta il tuo piccolo in pancia?” riuscirete a dare agli altri e soprattutto a voi stesse una risposta ferma e convinta. Non solo. Se vi chiederanno il nome del bimbo potrete rispondere con naturalezza usando il presente “si chiama” e non il futuro “si chiamerà”. Perché li dentro, in quel pancione che cresce di giorno in giorno, lui c’è già...

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Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco In redazione Mariangela Mariani Dalila Campanile Irma Mecca Rubriche dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa Arch. Avv.

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Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (Vill. Artig.) Tel. 0881.72.81.15 - Fax 0881.72.81.13 E-mail marketing@6donna.com Sito internet www.6donna.com Social facebook: 6Donna twitter: @6DonnaMagazine Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 CHIRURGO PEDIATRICO Il progetto del Leo Club Foggia con gli attori di “Un medico in famiglia”

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MARIA NOBILI

Anche a Foggia ‘Leo4Children’: ospedali a ‘misura’ di bambino Una postazione di articoli ludico-didattici al reparto di Chirurgia Pediatrica I Leo italiani sono i soci del Leo Club, associazione giovanile del Lions Club International, composta da ragazzi tra i 12 ed i 30 anni. Oggi in Italia costituiscono una realtà ben radicata di oltre 4.000 giovani che, oltre alle numerose attività di servizio rivolte alla comunità, si impegnano periodicamente a realizzare un progetto di respiro nazionale, volto a sostenere le realtà più fragili all’interno della nostra società. In particolare, dal 2013 al 2016, i Leo hanno sviluppato un progetto di carattere nazionale denominato Leo4children, avente come obiettivo il miglioramento o l’allestimento di sale ricreative nei reparti pediatrici degli ospedali italiani, fornendo articoli e materiali di genere ludico e didattico. I Leo hanno voluto così sostenere i bambini in un momento di criticità, apportando un sensibile miglioramento alla loro qualità di vita durante la loro permanenza all’interno della struttura ospedaliera. A tal fine, i Leo hanno organizzato una raccolta fondi, mediante la vendita di pandori natalizi e colombe pasquali, attuata nell’arco di tre anni ed avente come testimonial Edoardo Purgatori ed

“L’impegno speso nell’arco degli anni dal Leo Club ha permesso la donazione di una postazione di articoli ludico-didattici, al Reparto di Chirurgia Pediatrica degli OO.RR. di Foggia”.

FISIOTERAPISTA

Eleonora Cadeddu, i noti attori della serie televisiva Rai “Un medico in famiglia”. Il Leo Club Foggia “Umberto Giordano” grazie alla disponibilità della dottoressa Maria Nobili, è riuscito a coinvolgere anche gli Ospedali Riuniti di Foggia nel progetto Leo4Children. L’impegno speso nell’arco di questi anni dai soci del Leo Club nell’organizzazione di attività di servizio relative al progetto e gli importanti risultati ottenuti hanno perciò permesso la donazione, da parte del Distretto Leo 108AB, di una postazione composta da articoli di genere ludico-didattico, al reparto di Chirurgia Pediatrica degli Ospedali Riuniti di Foggia. All’inaugurazione della postazione, avvenuta il 21 luglio scorso, oltre ad i soci del Leo Club Foggia “Umberto Giordano” presieduto da Francesco

Murano, erano presenti: la dott.ssa Maria Nobili, responsabile del Reparto di Chirurgia Pediatrica degli Ospedali Riuniti di Foggia, il presidente del Distretto Leo 108AB per l’anno sociale 2014/15 Vita Caroli Casavola ed i presidenti dei Leo Club Foggia Host e San Severo, rispettivamente Francesco Landa e Laura Bentivoglio. Il kit è diventato parte integrante del materiale ospedaliero, quindi di proprietà dell’ospedale, di sua responsabilità e manutenzione.

DI LUTGARDA

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CONSOLETTI

La WCPT ha istituito una Giornata Mondiale loro dedicata

Fisioterapisti, questi sconosciuti Una professione sanitaria talvolta poco conosciuta (e riconosciuta), tutt’altro che semplice, tesa a garantire la salute dell’essere umano ei fisioterapista? Allora fai massaggi! Questa è la frase che ogni professionista appartenente alla mia categoria, si sente dire più spesso ed è anche quella che probabilmente detesta di più. Nell’immaginario collettivo la figura del fisioterapista è troppo spesso associata a massaggi e macchinette, viene confusa con altri operatori e ignorandone gli ambiti di operatività. Una professione sanitaria talvolta poco conosciuta (e riconosciuta), tutt’altro che semplice, tesa alla salute dell’essere umano, che semplice proprio non è. Proprio per questi motivi la WCPT, World Confederation for Physical Therapy, ha deciso nel 1996 di istituire la Giornata Mondiale della Fisioterapia, che ricorre l’8 settembre, al fine di ricordare l’importanza di questa professione e del contributo che offre quotidianamente per migliorare la sa-

lute delle persone. In questa giornata molti studi hanno aperto al pubblico offrendo informazioni, valutazioni e consulenze gratuite; l’AIFI Puglia (Associazione Italiana Fisioterapisti) per

mente più vasti, concernenti tra le altre, lesioni e malattie del sistema nervoso, muscoloscheletrico, respira-

questa occasione ha deciso di festeggiare richiedendo ed ottenendo udienza dal Santo Padre, invito esteso non solo a tutti i fisioterapisti ma anche a pazienti ed amici. L’intento è quello di far conoscere e promuovere la professione del fisioterapista, il significato e l’importanza del suo lavoro, oltre ai suoi ambiti di applicazione, non solo post-trauma o post-intervento ma estrema-

torio, cardiovascolare, patologie oncologiche, addestramento all’utilizzo di protesi e ausili. In estrema sintesi, il fisioterapista costituisce una figura sanitaria centrale che attraverso la valutazione e lo studio, nonché complesse tecniche ed iter riabilitativi, mira a recuperare le abilità motorie, psicomotorie e cognitive, permettendo al paziente con funzionalità lese di utilizzare al meglio le potenzialità residue per rispondere alle esigenze dell’ambiente esterno, restituendogli

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una migliore qualità di vita possibile. Di fronte ad ogni paziente bisogna tener conto di numerose variabili, inerenti non solo fattori patologici ma anche il contributo psicologico. Pertanto sono necessarie elevate capacità tecnico-scientifiche unite ad una giusta dose di empatia. Proprio in merito a quanto appena detto, un altro degli obiettivi della giornata dell’8 settembre è quello di informare l’utente sull’esercizio legale della professione del fisioterapista; il fenomeno dell’abusivismo è purtroppo dilagante nella nostra professione, in Italia su 100 mila operatori che impiegano procedure fisioterapiche, solo 55 mila sono legalmente abilitati. Diventare fisioterapisti prevede il conseguimento di una laurea triennale (a numero chiuso con test d’ingresso) che abilita alla professione, a cui possono seguire due anni di laurea magistrale, oltre a percorsi formativi specialistici ed aggiornamenti continui. I “sedicenti” fisioterapisti non possono dare garanzie di preparazione e professionalità e ciò potrebbe paradossalmente aggravare la situazione del paziente che finisce nelle loro mani.

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DI GRAZIANA MUTI PODOLOGA Viene confuso con i vecchi callisti o pedicuristi

Podologo: è ora di fare chiarezza È la figura sanitaria che ha esclusive competenze sui disturbi del piede l piede è sempre più spesso sede di vari disturbi come callosità, unghie distrofiche o incarnite. La figura sanitaria che ha le esclusive competenze per curare questi fastidi è il podologo. Al giorno d’oggi, il podologo è ancora un personaggio misconosciuto, confuso con i vecchi callisti o con estetiste/pedicuristi. Facciamo un po’ di chiarezza. Il podologo è il professionista che, in possesso della laurea abilitante, tratta direttamente ipercheratosi, unghie deformi, incarnite o più in generale, il piede doloroso. Con la sua formazione garantisce un trattamento efficace e in tutta sicurezza del paziente, utilizzando solo materiali che seguono le procedure standardizzate di sterilizzazione. Il podologo avendo l’obbligo sia deontologico che legislativo di utilizzare queste procedure, rispetta le normative per la sicurezza igienico-sanitaria richieste dal Ministero della Salute. Il podologo inoltre previene e cura le infezioni di unghie e cute del piede come micosi e infezioni batteriche. Si occupa delle verruche, curandole in maniera incruenta, senza bisturi, anestesie né cicatrici. A volte, deformità articolari del piede anche minime, causate o da una cattiva postura o da eredità genetiche, possono portare infiammazione, dolore, formazione di fastidiose callosità. Quando queste compaiono a livello interdigitale avremo l’heloma molle, meglio conosciuto come occhio di pernice. Ma potrebbero esserci piccole ipercheratosi anche

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a livello dorsale o apicale delle dita. Oltre all’escissione di tali formazioni, il podologo realizza piccole ortesi in silicone su misura, pratiche ed efficaci. Quando invece le placche di callosità insorgono a livello plantare (non è raro trovare tilomi, cioè punti sottoposti a massima pressione in cui il callo, moltondoloroso, cresce verso l’interno e non verso l’esterno), oltre alla rimozione manuale, si può procedere a un’indagine biomeccanica e alla realizzazione di un plantare. Nella sua sfera di competenze, infatti, rientra la produzione di ortesi plantari biomeccaniche e propriocettive. Sempre previo esame obiettivo (anamnesi,sintomatologia dolorosa, mobilità articolare di piede e caviglia) , effettua visite del piede in ambito posturale, sia con mezzi clinici che strumentali, avvalendosi di pedana baropodometrica e podoscopio. Il podologo funge anche da sentinella sul territorio per lo screening e la prevenzione delle complicanze podaliche legate al diabete. Rientra infatti nel team di specialisti multidisciplinari di cui oggi tanto si sente parlare. E, quando la prevenzione non basta, il podologo medica le ulcere plantari e realizza, una volta terminata la fase acuta, plantari di scarico. Non è solo attivo nella lotta contro il diabete. Infatti il podologo individua e segnala al medico specialista le sospette condizioni

Dott.ssa Dora

Cocumazzi

Biologa Nutrizionista

Specialista in Scienze degli alimenti e Nutrizione Umana

patologiche che necessitano di un approfondimento diagnostico o di un intervento terapeutico. Per qualsiasi problematica dei vostri piedi, non affidatevi a personale non qualificato. Non è raro infatti trovare in studi di estetica chi dice di praticare la podologia, ma il podologo può lavorare solo in strutture sanitarie pubbliche o private e effettua visite a domicilio per persone non autosufficienti. La podologia è una disciplina universitaria: chi la pratica senza aver conseguito la laurea universitaria abilitante è reo di abusivismo.

• Valutazione dello stato nutrizionale • Valutazione della composizione corporea • Anamnesi personale con valutazione antropometrica Elaborazione di piani • Educazione alimentare • Controlli periodici dei risultati raggiunti nutrizionali personalizzati per: - Sovrappeso e Obesità - Dislipidemie - Diabete mellito - Patologie gastroenteriche - Gravidanza e Allattamento - Età Pediatrica Si riceve su appuntamento

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sociale Dal desiderio di don Michele De Paolis, semi di speranza per i giovani di Capitanata VàZapp, tutte le opportunità della terra a cura di Maria Grazia Frisaldi

Il progetto intende contrastare uno dei maggiori mali del nostro sud: la disoccupazione. Carannante: “Il nostro futuro? Un hub in una serra dove si coltivino piante e relazioni” àZapp è un sogno con le radici ben piantate nella terra. Quella fertile e generosa del Tavoliere, che risponde con i frutti di un futuro ancora tutto scrivere. In bella copia. “Coltiviamo e diffondiamo semi di speranza” è il loro motto, e non è un caso che ad animare il progetto - che strizza l’occhio all’omonima app, ma che di ‘virtuale’ ed ‘effimero’ non ha proprio nulla - siano i giovani dell’associazione ‘Terra Promessa’, professionisti foggiani che seguono e mettono in pratica gli insegnamenti di don Michele De Paolis, zfondatore della comunità Emmaus, scomparso lo scorso ottobre, a 93 anni. Con quell’approccio laico alla fede che fu il tratto distintivo del ‘prete degli ultimi’, l’associazione presieduta da Giuseppe Savino punta a creare la prima comunità rurale in Puglia, la seconda in Italia dopo quella operativa a Salerno. Dietro VaZapp, infatti, ci sono cuori grandi e mani laboriose; ci sono menti aperte e professionalità varie e spiccate che si mettono in gioco puntando tutto sul territorio. Insomma, i giovani tornano alla terra, si sporcano le mani e lo fanno nel modo più etico ed ecosostenibile possibile. Ne abbiamo parlato con Valeria Carannante (in foto), vicepresidente dell’associazione ‘Terra Promessa’ e responsabile della comunicazione e dei social di VàZapp.

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origine a idee e progetti innovativi. Dalla cura della terra alla cura dei rapporti con l’altro. In questo progetto i due aspetti sono strettamente legati… Il progetto si lega indissolubilmente all’iniziativa che l’ha generato: “Mangia, prega e ama”. Un format nato dal desiderio di parlare con e tra i giovani del senso della vita, della solitudine, ma soprattutto della qualità delle relazioni. La cura delle relazioni rappresenta per noi il cuore pulsante di ogni nostra azione. Da lì nasce e dipende ogni cosa. Se diamo valore alle relazioni con chi ci circonda, possiamo solo generare un ambiente positivo e far nascere buoni

Valeria come nasce e cos’è Vazapp? VàZapp nasce dal desiderio di don Michele di seminare semi di speranza tra i giovani, contrastando uno dei mag- frutti. Lo stesso discorso vale per il rapgiori mali del nostro tempo e soprattutto porto con la terra. Attenzione, pazienza, del nostro sud: la disoccupazione gio- delicatezza e amore. In entrambi i casi vanile. Ripartire dalla terra. Ecco perché si genera bellezza e si diffonde nell’aria il nome ‘Terra Promessa’. La Capitanata il profumo della speranza. ha un enorme patrimonio che va tutelato L’approccio alla terra, quello più cone valorizzato. creto, però, non può esPartire da lì per sere quello creare qualcodelle generasa, per genezioni passate. rare possibilità In che modo lavorative conintendete crete per le rinnovare il nuove generasettore? zioni ed evitare Siamo che facciano le giovani e valigie per andar altrove. Vàsappiamo Zapp è un hub cosa vogliono rurale che rii ragazzi porta i giovani come noi. ad avere un Condividiacontatto diretto mo il loro lincon la terra, guaggio e Valeria Carannante Vice Presidente “Terra Promessa” con i suoi temcerchiamo di pi e i suoi vadimostrare lori. È un luogo d’incontro che accoglie, loro come la comunicazione con il web fa condividere e confrontare i saperi, le e i social possa essere utilizzata corretpassioni e i sogni di ciascuno per dare tamente e con ottimi risultati per la cre-

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scita di un’attività. Non possiamo, però, negare che il lavoro della terra non richieda un sacrificio troppo alto e che molto spesso rischia di non produrre nemmeno una remunerazione dopo tanto tempo e lavoro. Ecco perché occorrono stimoli nuovi. Per motivare i giovani che hanno ereditato questo futuro dai propri genitori, ma anche per chi vuole (ri)avvicinarsi alla terra attraverso un lavoro in grado di regalare ritmi di vita differenti e grandi soddisfazioni. Ma è fondamentale rinnovare il settore agricoltura, ci devono essere ricambi generazionali, nuovi approcci, verso un’agricoltura sostenibile volta alla difesa

Cascina Savino sede di VàZapp

dell’ambiente circostante, della salute del consumatore e dello stesso operatore agricolo. Abbiamo parlato di approccio etico ed ecosostenibile. In che modo vi state muovendo? L’innovazione passa anche da questo. L’utilizzo di strumenti nuovi consentono davvero di far risparmiare non solo tempo, ma anche denaro e garantiscono una maggiore qualità del prodotto. Tutte le azioni sono sempre volte a integrare diverse strategie agronomiche e biologiche, facendo convivere tradizione e innovazione, con l’obiettivo ultimo di ridurre gli sprechi e salvaguardare le risorse naturali. Abbiamo particolarmente a cuore il creato e sentiamo la responsabilità di esserne custodi, così come ci ha ricordato papa Francesco. Recentemente avete preso posizione anche in merito alla cosiddetta “guerra del pomodoro”, e la vostra voce - o meglio, un vostro tweet - è giunta fino alle orecchie del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina. Qual è la vostra posizione al riguardo? Noi siamo contro ogni forma di guer-

ra. Questa, in particolare, ci tocca intimamente, non solo da un punto di vista economico, ma anche etico e sociale. Abbiamo fatto un uso intenso dei social network e del passaparola, portando la nostra petizione (presente sul sito Change.org) ad oltre 35 mila firme. L’attenzione mostrata dal Ministron Martina, ci ha incoraggiato ad andare avanti. In fondo le vere rivoluzioni partono dal basso, Anzi, dalla terra. La nostra petizione cerca di ridare dignità a quello che un tempo era considerato oro rosso. Gli agricoltori oggigiorno sono l’anello più debole e non facendo sistema tra loro

non riescono ad avere alcun potere contrattuale. Pertanto sono soggetti a trattamenti che non rispettano la dignità e la fatica del lavoro svolto. Questo provoca un effetto a catena che vede coinvolte non solo intere famiglie di agricoltori, ma anche gli operai che offrono la propria mano d’opera. Le aziende agricole stanno soffrendo. Il rischio di fallimento è elevato. A queste condizioni, chi mai potrà continuare ad occuparsi della nostra terra? VaZapp è un punto di partenza. Quale sarà il vostro futuro? La nostra idea è di continuare ad avere occhi vigili e orecchie ben aperte. Continuare ad ascoltare e a conoscere chi ogni giorno mette le proprie mani nella terra. Ma parallelamente continueremo a fare corsi, seminari e viaggi volti a farci acquisire nuove competenze e a importare approcci innovativi. Il nostro futuro vedrà concretizzarsi il nostro hub in una serra. Una serra sui generis, dove non si coltivino solo piante, ma anche relazioni. Un ambiente accogliente e pieno di luce, con scrivanie, cucina, spazio conferenze e con un orto esterno. Siamo certi che le istituzioni ci sosterranno, al fine di creare uno sviluppo reale e più umano della nostra Capitanata.


ambienti Resina, una soluzione per tutti i gusti Non è solo sinonimo di duttilità tecnica, ma anche di estetica

DI SIMONETTA CAMPANELLA ARCHITETTO

Le vecchie superfici diventano la ‘tela ideale’ per un’opera unica: la tua casa l progetto di un edificio - sia che si tratti di un manufatto realizzato ex novo, sia che si tratti di uno da ristrutturare - necessita di scelte tecnicamente efficaci ed esteticamente accattivanti. In particolare, la fase delle finiture, oltre ad essere il passaggio conclusivo delle opere, è davvero determinante ai fini dell’immagine stilistica complessiva del lavoro finito. Con un occhio di riguardo per il portafogli, per l’eco-compatibilità del lavoro e per la facilità di manutenzione, uno dei materiali più consigliati, sia per rivestimenti che a pavimento, fino addirittura ai complementi d’arredo, è la resina. Si tratta di un materiale formato da prodotti organici di tipo sintetico e naturale composto da polimeri modificati in modo da renderlo duro, resistente e indeformabile al pari della pietra. Scegliere la resina significa poter contare su indubbie caratteristiche tecniche: una elevata resistenza agli urti e all’usura, assoluta impermeabilità e leggerezza (si applica in modo completamente coprente fin da pochi millimetri di spessore). Inoltre, la resina non è soggetta a sbalzi di temperatura,

non è attaccabile da muffe e batteri, è facile da pulire ed è probabilmente più igienica di solu-

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zioni più tradizionali, in quanto utilizzando la resina si ottengono pavimenti monolitici, dunque privi di fughe e giunti nei quali lo sporco si annida facilmente. La resina, grazie a queste sue caratteristiche prestazionali, sebbene sia nata per rispondere a esigenze del settore edile industriale, viene sempre più largamente usata nell’edilizia residenziale soprattutto come ri-

vestimento in sovrapposizione a diverse superfici ed è sovrapponibile, anche su pavimenti e rivestimenti già esistenti (piastrelle, legno, cemento), evitando così i disagi, i tempi e i costi di lavori di demolizione e smaltimento. Solitamente non è necessario interveneanche nire sulla regolazione di porte o portoni, in quanto lo spessore del rivestimento può essere minimo. La resina non è solo sinonimo di duttilità tecnica, ma anche estetica. Infatti, si può utilizzare sia per interni che per esterni, ed è persino adatta per le pareti di casa, scegliendo oltre al colore e alla decorazione, anche l’effetto finale di superficie: opaco, lucido, antiscivolo, nuvolato, monocolore, sfumato, tridimensionale con possibilità di inserire all’interno dello spessore anche

oggettistica per un’estrema personalizzazione. La resina è applicabile in modo del tutto esclusivo, originale ed irripetibile, realizzandola direttamente in opera. Si può anche resinare una grafica particolare usata come fondo. Questo materiale dall’utilizzo così variegato consente di realizzare di tutto, in qualsiasi forma e colore, con finiture a misura di ogni gusto ottenibili lavorando la resina con svariati utensili e tecniche applicative, affogando al suo interno inerti di diverse dimensioni, pagliuzze metalliche e polvere di madreperla, fotografie e fibre ottiche. Dal punto di vista più pratico, in commercio esistono diversi tipi di resina, ognuno specifico per un particolare uso. La valutazione della resina più adatta alle proprie necessità, compiuta grazie a personale tecnicamente preparato, nasce unicamente dalla funzione del rivestimento e dal risultato estetico finale che si desidera raggiungere. Quel che è certo è che il risultato scenografico è assicurato.

Il metodo per riordinare la propria casa (e la propria vita) che ha conquistato il mondo

Kosmos e Caos: tutti pazzi per “Konmari” Nella filosofia Zen il riordino fisico è un rito che porta grandi vantaggi spirituali Ecco come guadagnare spazio nell’armadio e conquistare l’agognata serenità immi come organizzi la tua casa ed i tuoi spazi e ti dirò chi sei. Già, perché il caos che regna sovrano su scrivanie o dentro gli armadi non è altro che la rappresentazione di un disordine interiore e di una cattiva gestione dei rapporti con le cose e con le persone. E viceversa. Una teoria che arriva da lontano, addirittura dal paese del Sol Levante, messa a punto dalla giapponese Marie Kondo, meglio nota con il nickname Konmari. Con il suo libello “Il magico potere del riordino” (Vallardi Editore), la trentunenne di Tokio è diventata una guru del settore, osannata in tutto il mondo: il suo breviario è diventato ovunque best-seller, i suoi tutorial su youtube contano milioni di visualizzazioni e i suoi corsi (quelli nei quali si impara a fare proprio il ‘metodo’) vedono liste di attesa lunghe anche 6 mesi. E non parliamo solo di casalinghe disperate, ma anche di professionisti, manager e star dello showbiz. Il suo è un libro

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che cambia la vita: non si tratta (solo) di consigli pratici, ma di un vero e proprio metodo – una teoria, appunto – per gestire i rapporti con le cose e, per estensione, con le persone. Insomma, imparare a riordinare la casa e gli armadi per “fare ordine” nella nostra vita. Una volta e per sempre. Perché indietro non si torna. Lavorare su sé stessi e sulle cose sono due concetti strettamente collegati. Per iniziare ad applicare il suo

metodo bisogna prendere il coraggio a due mani e liberarsi dell’accumulo di oggetti che ‘soffocano’ letteralmente gli appartamenti e le vite. Un taglio netto, convinto e indolore Già perché nel metodo Konmari si procede per categorie e non per ambienti (come spesso fanno in molti), perché in questo modo si affrontano, grado per grado, i veri e propri ‘nodi emotivi’ di questo processo. Un percorso a scaglioni che, inevitabilmente,

scava nel nostro passato. Allora si parte dagli armadi: il primo cordone ombelicale da recidere è con i vestiti; poi i libri, carte e documenti e oggettistica varia. Solo alla fine si metterà mano ai ‘ricordi di famiglia’ e alle foto, la parte più difficile. Come capire quando un oggetto va eliminato dalla propria vita? Per Konmari è semplice: bisogna essere onesti con sé stessi (altrimenti come lo si può essere anche con gli altri?) e chiedersi se quel vestito, libro o ninnolo di sorta sia ancora in grado di “esprimere gioia”. Diversamente, diventa tutto inutile. E va eliminato. Senza rancore. Ma non prima di averlo salutato e “ringraziato” per il lavoro svolto per noi. Tipico della cultura giapponese, secondo la quale, negli oggetti dimorino gli spiriti che gli danno vita. In cinque capitoli e circa 250 pagine, il libro che ha reso Marie Kondo una star permetterà a tutti di garantirsi l’ordine e l’organizzazione degli spazi domestici. Un percorso per passare dal Caos al

Kosmos, ovvero dal disordine all’ordine, e conquistare insieme la serenità, perché nella filosofia zen il riordino fisico è un rito che produce incommensurabili vantaggi spirituali: aumenta la fiducia in sé stessi, libera la mente, solleva dall’attaccamento al passato, valorizza le cose preziose, induce a fare meno acquisti inutili. Rimanere nel caos significa invece voler allontanare il momento dell’introspezione e della conoscenza. Provare per credere.

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Angela Dalicco

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