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focus Differenziata

Foggia non sarà più un bidone

moda Passione autunno

scopri i trend di stagione

SPECIALE Sposa D’Inverno 2015

Per la foto in copertina si ringrazia

Atelier Calabrese

Foggia - Corso Giannone, 99


editoriale di Maria Grazia Frisaldi Dei vari articoli di giornale che quotidianamente leggo per interesse personale e professionale, ce n’è stato uno che ha particolarmente catturato la mia attenzione. E mi ha indignata profondamente. Quasi ferita. E’ il dettagliato articolo di Maria Novella De Luca, collega del quotidiano La Repubblica, che entra a gamba tesa nelle discriminazioni economiche in ambito lavorativo e ha quantificato la disparità, per pari mansione, tra i salari percepiti dagli uomini e quelli delle donne. Lo studio dell’Unione Europea monetizza la differenza: il divario è impressionante e in un batter di ciglia si fa baratro sociale. In soldoni, è come se le donne lavorassero gratis due mesi all’anno. Sì, avete capito bene: gratis. Tempo, talenti e professionalità sottostimate. In altre parole sprecate. E questo non accade solo nella sgangherata Italia: l’indagine è su scala europea. Ancora più grave. Il “gender pay gap”, infatti, è stato calcolato non soltanto in denaro, ma in giorni e ore. Ovvero beni irrecuperabili. E allora, se la società fa ancora il gioco dei due pesi e due misure, le pari opportunità rappresentano solo un slogan da sfoderare in tv e nelle convention? Mentre ci interroghiamo su dinamiche internazionali, vi invitiamo a sfogliare 6Donna di Novembre. In questo numero, vi presenteremo Roberta Paolini (Personaggio del Mese), prima donna in Puglia e seconda in Italia eletta a capo di una associazione di categoria, e ripercorreremo l’avvento della raccolta differenziata di prossimità in città (Focus del Mese): una sperimentazione partita da poche settimane tra speranze, difficoltà tecniche e polemiche. Spazio alla Politica: torniamo in via Capruzzi per affrontare con l’Assessore regionale alle Politiche Agricole - il foggiano Leonardo Di Gioia - tutti i nodi cruciali per lo sviluppo della terra di Capitanata. Come consuetudine, il numero di Novembre è caratterizzato dallo Speciale Sposa D’Inverno: a voi consigli utili sulla scelta dell’abito da sposa, sul bon-ton delle cerimonie e su come valorizzarsi con trucco&parrucco. Tutto questo insieme alle Rubriche degli Esperti, agli approfondimenti in materia di Moda, Salute e Società. Buona lettura!

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so m ma rio Personaggio 4

Roberta Paolini Presidentessa Confartigianato di Foggia

Foggia Notes 5

A testa alta contro il racket: L’antimafia è donna

Focus 6 7 • •

17 Torna il “Premio 6Donna” 18 Rubriche Società 22

Un anno di Rec24

Al femminile 23 Tutti i volti della violenza

Foggia non sarà più un bidone? Differenziata, il futuro in una convenzione La realtà del Comparto Biccari La differenziata secondo le donne BORGO ARPINOVA, 21 - FOGGIA - TEL. 335.7798796

Politica 8 •

Fieramente agricoli A colloquio con Leonardo Di Gioia Dentro il Palazzo: la bacchetta magica

Speciale Sposa D’inverno 9 Il bon-ton delle cerimonie 10 L’abito dei sogni è bianco regale 11 Trucco e parrucco per il “Sì” Benessere 12

In forma con la “dieta del freddo”

Moda 15

Passione autunno, i trend di stagione

Sociale 16 Parte il progetto “La Pietra scartata”

novembre - duemilaquindici

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personaggio L’imprenditrice a capo di Confartigianato Federimpresa Il ‘primato’ di Roberta Paolini di Maria Grazia Frisaldi

Per la prima volta in Puglia, una donna alla presidenza uai a parlare di ‘quote rosa’. Roberta Paolini, neo presidentessa di Confartigianato Federimpresa Upac di Foggia, storce un po’ il naso dinanzi a questa espressione. “Mi sembra discriminante”, spiega. “Mi piace pensare, invece, ad una società in cui uomo e donna siano davvero sullo stesso piano, e dove si vada avanti solo per il merito e le capacità dimostrate sul campo”. E lei - dermocosmetologa ed imprenditrice, membro del comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio - ne è un esempio, avendo all’attivo una lunga attività associativa nella confederazione degli artigiani. Il coraggio di cambiare le cose e le spalle forti, temprate dall’esperienza, non le mancano; e, a meno di un mese dalla sua elezione, ha già le idee chiare sulle criticità del settore - che, oggi più che mai, è capace di reggere le sorti dell’economia di Capitanata e dell’intero Paese - e sull’agenda di lavoro.

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Presidentessa, con lei, per la realtà create e condotte da donne, prima volta in Puglia (e per la seconda ndr). Avverto molto il peso di questo in Italia) un’organizzazione di categoria impegno: è certamente una nuova ha scelto di essfida per me, ma sere guidata da sono positivauna donna. La mente ispirata e sua elezione, spero di dimodunque, assume strare il mio valore una doppia vaa chi guarda il mio lenza… operato con inteSì, sicuraresse e curiosità, mente è un una perché prima responsabilità donna in Puglia a notevole, oltre ricoprire tale che un grande ruolo. Voglio dimotivo di orgomostrare quanto glio. Sia per le noi donne siamo donne che, come capaci e, per queme, sono impesto, dobbiamo dignate a livello ventare sempre di sindacale e polipiù. In quali tico, ma sopratRoberta Paolini, aspetti, a suo avtutto perché presidentessa Confartigianato viso, si evidenzia stiamo parlando di un ambiente tipicamente maschile la mancanza di donne ai posti di (su 2000 associati, solo 200 sono le comando?

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Nella concretezza e nella versatilità. Noi donne siamo abituate ad un approccio immediato e integrato. Come nella vita di tutti i giorni: portiamo avanti la famiglia, i figli, il lavoro, la casa, le relazioni sociali e, spesso, anche la famiglia di provenienza. Che, tradotto, vuol dire capacità di organizzazione e versatilità. Caratteristiche che, a volte, mancano agli uomini. Riusciamo a fare più cose contemporaneamente e bene. Ma soprattutto nonostante la lentezza della macchina burocratica - riusciamo a trovare risposte concrete e veloci per risolvere problemi. O quantomeno cercare di risolverli. Insomma, agire. In queste settimane ha avuto modo di cristallizzare le criticità del settore? Ha già stilato una agenda di lavoro? Sì. Con la nuova Giunta abbiamo deciso di dare una svolta rispetto al passato. Vogliamo collaborare e comunicare tra noi prima di decidere. Daremo priorità ai servizi alle imprese per i nostri associati, che sono la ra-

gion d’essere dell’associazione di categoria. Poi, in programma vi è sicuramente lotta all’illegalità, ovvero al lavoro nero che distrugge molte delle nostre imprese. Un fenomeno odioso, che danneggia l’economia sia locale che nazionale. Qual è stato il suo primo pensiero da presidente Confartigianato di Foggia? È stato per le aziende colpite dai nubifragi dello scorso ottobre, ora alle prese con la conta di danni ingenti. A loro va la mia solidarietà e vicinanza. È importante, però, che si sappia che c’è la possibilità di accedere ai fondi messi a disposizione dall’Ente Bilaterale per le aziende e i dipendenti. Noi come Confartigianato offriamo assistenza, a chi ne ha diritto, per la valutazione dei danni, e per lo svolgimento della pratica di domanda. Per migliorare la vita dei singoli associati, invece, offriremo un ampio ventaglio di servizi sempre più completo. E’ il nostro punto di partenza: c’è davvero tanto lavoro da fare.


foggianotes In memoria di Giovanni Panunzio, il costruttore assassinato perchè si ribellò al malaffare

A testa alta contro il racket: l’Antimafia è rosa n una città come Foggia - con il suo passato pieno di luci, certo, ma soprattutto di ombre - non è difficile comprendere il ruolo, l’importanza e la valenza delle donne nella lotta al racket e al malaffare. Basti pensare al lavoro svolto nell’antimafia da Daniela Marcone, ad esempio, vicepresidente nazionale di Libera, ma soprattutto “figlia senza giustizia” di Francesco, il direttore dell’ufficio del registro di Foggia assassinato nel 1995 sulle scale di casa. Oppure a Giovanna Belluna, nuora di Giovanni Panunzio, ucciso 23 anni fa perché si ribellò alla mafia del mattone. Fu proprio Giovanna a ricevere la prima richiesta estorsiva - 2 miliardi di lire da pagare sull’unghia - e minacce di morte che correvano da un capo all’altro del telefono. E fu la stessa Giovanna a capire subito, insieme al suocero e a tutta la sua famiglia, che non si doveva cedere, né abbassare la testa. Testimoni viventi della lotta alla

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La nuora Giovanna Belluna ne mantiene viva la memoria e l’esempio: “Grazie a lui abbiamo capito da che parte stare, quella della legalità” mafia, Giovanna e Daniela erano en- collaborazione con l’associazione Metrambe sedute allo stesso tavolo, lo moria Condivisa. scorso 6 novembre, nell’anniversario Un incontro da overbooking, nel dell’omicidio quale si è parlato di Panunzio. mafia con il senatore Hanno inCorradino Mineo (“Qui contrato, tra siete messi peggio che gli altri, i gioin Sicilia”, ha stigmavani delle tizzato) e del suo imscuole nelpatto sulla società con l’ a m b i t o altri valenti relatori. dell’incontro A testa alta, fiera ‘Donne per delle cicatrici di anni la Legalità’ di difficoltà, Giovanna organizzato non ha remore o tendall’associatennamenti nel denunGiovanna Belluna Panunzio zione ‘Prociare che “Giovanni Pae Daniela Marcone getto Foggia’ nunzio fu ucciso perdi Michele Sisbarra, con il sostegno di ché fu lasciato solo. Abbandonato dalla C.S.V. Daunia, della Consigliera di politica, dalle istituzioni, dagli imprenParità della Provincia di Foggia e in ditori che dovevano sostenerlo, aiutarlo.

Lasciato solo fu un bersaglio facile per la mafia. Gli unici a sostenerlo furono i suoi familiari: la mamma, le cognate, le nuore. Tutte donne”. Sono state loro - donne diverse ma uguali nella determinazione - il suo ‘salvagente’ nei tre anni di minacce e ricatti che hanno anticipato la sua esecuzione; sono state loro il suo coraggio e la sua forza, condividendo il peso di una la scelta difficile, con pe-

Autorità e pubblico presente

santi strascichi anche in seguito, negli anni del processo, delle condanne ai mandanti e agli esecutori, dei troppo silenzi e delle ostilità. Il suo sacrificio, però, non è stato vano: “Sono stati anni difficili e duri, per me e la mia famiglia. Abbiamo affrontato difficoltà, minacce e la crudeltà di un processo. Ma abbiamo affrontato tutto con coraggio e a testa alta, come ci aveva insegnato Giovanni”, spiega. “Ci ha lasciato più morto che da vivo: ci ha trasmesso i suoi valori, non come imposizione di un capofamiglia, ma come impostazione di vita. Con lui abbiamo capito subito da che parte stare, quella della legalità”. Da anni, infatti, Giovanna Belluna mantiene vivo il ricordo e l’esempio di Giovanni, e chiede a gran voce che la città di Foggia si liberi dalla mafia, dal racket e dai costi umani e sociali che la criminalità organizzata impone da troppo tempo al nostro territorio. (m.g.f.) Per le foto si ringrazia Mario Arpaia

L’eccezionale esperienza formativa di Adriana, studentessa di 19 anni

SSML San Domenico, da Foggia all’Onu dei ragazzi Tra i 500 baby diplomatici del Romun 2015 grazie a una borsa di studio ’è anche il contributo di una foggiana nella risoluzione finale dell’Onu under 30 consegnata al Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. Adriana Diani (in foto), classe 1995, è una studentessa modello del polo di Foggia della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici San Domenico diretto dall’ingegnere Lorenzo Albano: concilia studio e lavoro, e al primo anno ha conseguito la media del 29.7. Ha vinto una borsa di studio per partecipare al Romun 2015 (official Model United Nations in Rome), la simulazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite riservata ai ragazzi di età compresa tra i 16 e i 30 anni promossa dalla SIOI, Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale. Per cinque giorni (dal 16 al 20 ottobre a Roma), 500 partecipanti provenienti da più di sessanta Paesi si sono confrontati su temi di strettissima attualità, divisi in tavole rotonde. A ciascuno studente è stata assegnata una Nazione da rappresentare. Adriana era una delegata

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del Mozambico, ed è lei a spiegare come funziona il programma: “Facevo parte del gruppo di lavoro che

doveva ragionare di come assicurare l’istruzione e il diritto al lavoro a uomini, donne e bambini. Eravamo sessanta delegati, quindi 60 paesi e altrettante idee diverse. Bisognava fare delle ricerche sulle leggi, approfondire la cultura del proprio paese e scoprire come le donne venivano trattate a livello lavorativo, qual era il tasso di istruzione, se i

bambini abbandonavano prima la scuola oppure non prendevano proprio parte alle lezioni perché magari andavano a lavorare”. I negoziati tra i baby diplomatici sono durati due giorni, rigorosamente ed esclusivamente in lingua inglese. Adriana studia quattro lingue del corso di laurea triennale in Mediazione Linguistica: è iscritta a inglese, francese e arabo e segue anche un corso di spagnolo (sono sette le lingue attive). “A livello linguistico la preparazione mi è servita tantissimo, perché se avessi partecipato a questo programma due anni fa non sarei stata in grado di mettere due frasi insieme. Qui affrontiamo sempre temi di politica e attualità quindi ero molto avvantaggiata. È stata una grande emozione, un’esperienza unica: incontri tanta gente, hai l’opportunità di approfondire la conoscenza della lin-

gua e vedi ragazzi che si interessano davvero ai problemi del mondo. Chi partecipa più volte al programma può ricoprire posizioni diverse, da segretario, e mi piacerebbe tornarci e avere una funzione più importante”.

“È stata una grande emozione, un’esperienza unica: incontri tanti ragazzi che si interessano davvero ai problemi del mondo. “

È proprio nelle organizzazioni mondiali che Adriana sogna di entrare come interprete. La Scuola Superiore per Mediatori Linguistici San Domenico continuerà a partecipare al Romun con l’auspicio di inviare da Foggia sempre più studenti e pensa già a nuove borse di studio, assegnate secondi criteri meritocratici: in futuro ai migliori sarà prospettata anche l’opportunità di un’esperienza all’estero.

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focus Tra alti e bassi, alcuni cittadini si misurano con la differenziata di prossimità

Foggia non sarà più un bidone. O almeno ci prova L’assessore Morese: “Una sfida strategica per costruire una città migliore. Ci lamentiamo per l’arretratezza sui temi ambientali? Azzeriamo il deficit” oggia non sarà più un bidone. O almeno ci prova. Tra alti e bassi, speranze, polemiche e lamentele, la sperimentazione della raccolta differenziata ‘di prossimità’ è partita nella zona tra via Lucera e via Gioberti, ovvero parco San Felice e Comparto Biccari, ma anche presso la zona di nuova edilizia in via Rovelli e poi via Silvio Pellico e Tratturo Camporeale. Bianco, giallo, verde, marrone e nero i colori che da alcune settimane scandiscono le abitudini dei foggiani, chiamati a differenziare i rifiuti nel rispetto dell’ambiente. Consegnati i kit agli utenti e posizionate 3800 “pattumelle”, i cassonetti a gestione condominiale dotati di chiavi e lucchetto. Perché non si sa mai. Il calendario per il ritiro dei rifiuti è stato approvato con apposita ordinanza: tre passaggi settimanali per l’umido (ovvero i rifiuti organici), altrettanto per l’indifferenziato, due per la plastica, e un passaggio a settimana per carta e vetro. La quotidianità dei “cittadini eletti” adesso si deve adeguare di conseguenza. Ne abbiamo parlato con l’assessore comunale all’Ambiente, Francesco Morese. Assessore, qual è il bilancio di queste prime settimane? È obiettivamente difficile poter tracciare un bilancio di questa sperimentazione. Siamo partiti da poche settimane, dunque è fisiologico che i risultati ottenuti non possano essere considerati né indicativi, né rappresentativi della risposta della comunità foggiana. Dal canto nostro, siamo fiduciosi che la città sappia accogliere la sperimentazione che abbiamo avviato assieme ad Amiu Puglia SpA - e che si attendeva ormai da anni - come una sfida strategica per costruire una Foggia migliore, per elevare la qualità della vita e dell’ambiente in cui viviamo ed anche per centrare l’obiettivo di una riduzione della pressione fiscale, collegata alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. Sono traguardi ambiziosi, che contiamo di poter tagliare con il contributo e la collaborazione determinanti dei cittadini. Non sono mancate però le polemiche dei residenti, soprattutto per quanto concerne la scelta di una differenziata di “prossimità” (con tutto ciò che comporta in termini di ‘convivenza condominiale’) rispetto al classico e più auspicato “porta a porta”. Fac-

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L’assessore comunale all’Ambiente, Francesco Morese.

ciamo un passo indietro: perché questa scelta? L’Amministrazione comunale non ha compiuto alcuna scelta in questo senso: abbiamo semplicemente ereditato il progetto predisposto da chi ci ha preceduto al governo della città. Quanto alle polemiche dei residenti di alcune aree oggetto della sperimentazione, faccio notare che da parte del Comune di Foggia ed anche di Amiu Puglia SpA non è mai venuto meno lo spirito di dialogo con la cittadinanza. A fronte di questa disponibilità, però, in alcuni casi ab-

biamo dovuto fare i conti con atti di vero e proprio boicottaggio, quando non addirittura di violenza fisica manifestata nei confronti degli operatori che avevano il compito di consegnare le cosiddette “pattumelle”. Atteggiamenti intollerabili, che condanno senza

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alcuna attenuante. Chi si è reso responsabile di questi comportamenti, indipendentemente dalle ragioni, è un nemico della città e del suo sviluppo. La fase di start-up vede coinvolti 17mila abitanti: praticamente un terzo di quelli per i quali si è ottenuto il finanziamento regionale due anni fa, circa. Cosa è cambiato nel frattempo? La decisione di rimodulare il progetto è stata avanzata da Amiu Puglia SpA, sulla base della necessità di contenere la porzione di città interessata dalla sperimentazione, anche per correggere sul breve periodo eventuali disfunzioni. Proprio il carattere di sperimentazione della raccolta differenziata ha indotto Amiu Puglia SpA stimare in tre mesi il tempo necessario per compiere una prima stima. Ad inasprire maggiormente gli animi e a smorzare i facili entusiasmi, la cronaca cittadina ha portato alla luce, e lo si accennava prima, casi di veri e propri boicottaggi. Quali sono, ad oggi, le criticità più grandi riscontrate in

questo meccanismo appena avviato? Guardi, è evidente che la partenza della raccolta differenziata modifica abitudini e stili di vita. Così come è evidente che per alcune tipologie abitative la raccolta “di prossimità” comporti qualche disagio. Ma credo ci siano solo due possibilità: compiere qualche sacrificio ed accettare la sfida oppure sabotarla scientificamente, provocando un danno all’intera comunità cittadina. Le cronache, purtroppo, non ci hanno raccontato di richieste di chiarimenti. Ci hanno riferito, invece, di atteggiamenti delinquenziali che secondo me hanno anche profili penalmente rilevanti. Una cosa dunque del tutto diversa da un approccio dia-

logante, sia pure su posizioni critiche. Noi siamo stati disponibili sin dall’inizio a discutere, a confrontarci e ad incontrare i cittadini, a spiegare loro il funzionamento del sistema adottato a Foggia, anche ad accogliere le loro sollecitazioni. Ma è del tutto ovvio che se dall’altra parte incontriamo questa ostilità e questo tentativo di impedire la partenza della raccolta differenziata non c’è dialogo possibile. Nonostante questo, però, proprio nella zona al centro delle polemiche e degli atti di boicottaggio la raccolta differenziata sta crescendo giorno dopo giorno. Tutto l’umido - per intenderci, la frazione dell’organico - sarà conferito presso il chiacchierato impianto BioEcoAgrim di Lucera. Non c’erano altre soluzioni? Francamente non penso ci fossero altre soluzioni realmente praticabili, che pure sono state ricercate da Amiu Puglia SpA, che però ha rilevato come l’impianto BioEcoAgrim di Lucera sia l’unica struttura con la capacità di accogliere volumetrie importanti come quelle che ci aspettiamo. L’alternativa sarebbe stata portare l’umido fuori provincia, con un aggravio dei costi, che ovviamente si sarebbero finiti per scaricare sui cittadini. Quali saranno i prossimi step del percorso? Quali risultati vi aspettate a breve, medio e lungo termine? Proprio per gli atti di boicottaggio che si sono verificati nella zona del Comparto Biccari la distribuzione delle cosiddette “pattumelle” ha subito dei ritardi. Ora lo sforzo da parte di Amiu Puglia SpA è quello di completare la distribuzione del materiale in tutte le zone della città inserite nel perimetro della sperimentazione. Solo allora potremo partire a pieno regime, cominciando finalmente a valutare la risposta della città e, in corso d’opera, eventuali correzioni. Personalmente mi aspetto nel lungo termine che Foggia sappia dimostrare di essere una città che sa stare dentro processi complessi ma ambiziosi come quello che riguarda la raccolta differenziata. Troppo spesso ci siamo lamentati per una sorta di arretratezza sui temi ambientali. Oggi

abbiamo, insieme, la possibilità di azzerare questo deficit, di recuperare il ritardo accumulato in questi anni. Io penso che la città saprà essere all’altezza di questa sfida.

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco In redazione Mariangela Mariani Dalila Campanile Irma Mecca Rubriche dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott. Avv.

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Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (Vill. Artig.) Tel. 0881.72.81.15 - Fax 0881.72.81.13 E-mail redazione@6donna.com marketing@6donna.com Sito internet www.6donna.com Social facebook: 6Donna twitter: @6DonnaMagazine Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia


focus Il CONAI potrebbe investire anche su Foggia

Il futuro è in una convenzione In centro arriva il ‘porta a porta’ Al vaglio di Amiu Puglia e Comune la realizzazione di un impianto di compostaggio l cronoprogramma sarà rispettato. Per Natale, sotto gli alberi del Villaggio Artigiani ci saranno i bidoni della raccolta differenziata di prossimità. L’Amiu Puglia non si sottrarrà allo scadenzario, parola di Gianfranco Grandaliano, il numero uno dell’azienda dell’igiene urbana partecipata al 21,87% dal Comune di Foggia. I dati finora in possesso della società sulla fase di start up del progetto finanziato dalla Regione Puglia non sono esaustivi: “Non è passato neanche un mese e non sono significativi, solo sul lungo periodo si possono fare delle valutazioni, dopo 3-6 mesi. Dobbiamo cercare di migliorare - e questo in corso del Mezzogiorno e fino a Bari lo sanno già - studieremo con l’Amministrazione dei correttivi per quanto concerne le modalità di raccolta. Ogni differenziata ha i suoi problemi”. E questo, ci tiene a precisarlo proprio come gli attuali amministratori, è un progetto ereditato. Ora però l’Amiu e il Comune sono in trattative con il Conai. Alla Fiera Ecomondo di Rimini, ai primi di novembre, il presidente Grandaliano, il sindaco Franco Landella e l’assessore all’Ambiente Francesco Morese hanno incontrato i vertici del Consorzio Nazionale Imballaggi che promuove la raccolta differenziata e investe su

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alcune grandi città per migliorare il servizio. Ha individuato anche Foggia. “Siamo in fase di studio della convenzione. Stabiliremo un rapporto di collaborazione che prevede uno scambio di know-how, di sistemi, e un contributo finanziario da parte del Conai spiega Grandaliano entrando nel merito dell’accordo - Predisporremo con il Consorzio un progetto complessivo. È una collaborazione che porterà ulteriori benefici, perché potremo contare su un supporto tecnico ed economico”. Per la città di Bari l’intesa è già stata sottoscritta ad aprile: il Conai, oltre al ritiro dei materiali raccolti, si è accollato l’acquisto di una parte delle attrezzature per la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio e la realizzazione delle campagne in-

formative, e ha aiutato l’Amiu a redigere un piano di fattibilità per sperimentare nuovi servizi e metodologie di raccolta differenziata. “Non esistono modelli di città per la raccolta: le modalità sono sempre quelle e le devi adattare alle esigenze e alla configurazione urbanistica. Dove è possibile, si fa il porta a porta, dove è possibile fare la prossimità si sceglie quella. Non è una questione di modelli in senso assoluto, funziona così”. L’estensione del servizio fino al centro di Foggia era prevista solo ad aprile, ma in primavera potrebbe essere già stata attivata la convenzione, e allora gli step successivi saranno coordinati e concordati insieme al Conai. Nel cuore della città arriverà il porta a porta, considerata la modalità

QUI COMPARTO BICCARI li irriducibili non si castigano. I dossier fotografici del presidente del Comitato di quartiere Comparto Biccari, Antonello Abbattista, sono impietosi. Le frasche nei bidoni bianchi della carta, i sacchetti abbandonati a latere, ti fanno cadere le braccia. Per il resto della popolazione è solo una questione di abitudine. Inizialmente impacciati con le chiavi e le buste, gli abitanti che se ne sono fatti una ragione ce la stanno mettendo tutta. “Al di là delle tensioni iniziali, dovute alle giustificabili ritrosie da parte dei residenti per un progetto calato dall’alto e non certo concertato, si può dire che, finora, la raccolta differenziata di prossimità al Comparto Biccari sta procedendo bene - racconta Antonello Abbattista - Non si segnalano particolari disservizi da parte di Amiu e, per lo più, vi sono problemi legati all’inAntonello Abbattista civiltà di qualche

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residente, evidentemente incapace di fare la raccolta differenziata. Inoltre vi è ancora qualche problema legato al posizionamento dei bidoni in alcune strade della Zona 167 per cui, in qualche caso, si sta verificando una sorta di braccio di ferro tra Amiu e residenti con l’azienda intenta a rimettere nella loro allocazione originale i bidoni che, nottetempo, vengono spostati altrove. Tuttavia - evidenzia Abbattista - è possibile rivolgersi all’Amiu o all’assessorato all’Ambiente qualora vi fossero oggettive necessità di spostare i bidoni evitando iniziative improvvide ed egoistiche”.

più idonea in quella zona. Foggia, in futuro, potrebbe diventare autonoma anche dal punto di vista dello smaltimento e recupero dei rifiuti, perché il progetto industriale dell’azienda rimane invariato: “Avvieremo i lavori di manutenzione straordinaria dell’impianto di trattamento della raccolta differenziata che avevamo acquisito dal Comune in proprietà, sarà realizzato un impianto di recupero di materia finanziato in parte anche dalla Regione Puglia. Stiamo predisponendo il tutto. E poi stiamo valutando con l’amministrazione di realizzare un impianto di compostaggio”. Una volta chiuso il ciclo dei rifiuti, la città sarà autosufficiente. L’efficacia dell’intero sistema dipende sempre dalla variabile costituita dalla collaborazione dei cittadini: sono loro a fare la differenza. “È ovvio che ci sono sempre le forme patologiche che sono restie ad adeguarsi al sistema, succede ovunque, ma dalle esigenze che ci vengono rappresentate dai cittadini ritengo che non ci dovrebbero essere problemi - conclude il presidente di Amiu Puglia Gianfranco Grandaliano, ottimista considerate le premesse - I foggiani dovrebbero essere molto attenti alla raccolta differenziata visto quello che hanno sofferto in passato, ovvero l’emergenza ambientale”. Mariangela Mariani

QUELLO CHE LE DONNE DICONO Dalla zona di San Ciro al San Salvatore, le donne annotano le criticità e suggeriscono i rimedi. Nelle case di viale Pinto, via Benedetto Croce, via Silvio Pellico e via Napoli si analizzano le criticità. “Per me che faccio fatica a camminare, aver messo i bidoni fuori dal cortile del mio condominio è un problema: un conto è andare con una busta, provare ad aprire il cassonetto e gettare tutto dentro, un altro è andare con più buste piccole in una mano, la chiavetta in un’altra, tra poco ci si metterà anche l’ombrello - spiega Elsa C. - Altri condomini la pensano diversamente perché temono la puzza ma io penso che l’Amiu avrebbe dovuto imporsi mettendo i cassonetti nel modo più comodo a chi è più in difficoltà, non a chi ne fa una questione estetica”. L’azienda dell’igiene urbana non ha ancora rimosso i vecchi cassonetti, per evitare che i cittadini vivessero la novità come un trauma. Paola P. avrebbe preferito la sterzata: “Hanno sbagliato a lasciare ancora attivi i cassonetti di prima insieme ai bidoni

della differenziata, nel nostro grande condominio solo pochissimi coscienziosi sentono la necessità di cominciare a usare i bidoni nuovi, gli altri vedendo i vecchi cassonetti continuano a usare quelli”. E c’è chi come Luisa L.M. non si accontenta della campagna di comunicazione: “Sarebbe stato bello avere più informazioni su tutto il servizio: a me piacerebbe sapere che fine fanno i rifiuti che differenzio, dove vanno, chi li ricicla, quanto tempo ci vorrà prima che potrò vedere un risparmio nella tassa per i rifiuti”. Non è passato un messaggio, a rischio di scoraggiare gli utenti: nell’ambito del progetto sono stati acquistati anche alcuni autocarri bivasca, che ritirano frazioni diverse suddivise in due distinti spazi di contenimento. Facile avere l’impressione - errata - che il contenuto dei bidoni venisse mischiato in un unico camion vanificando gli sforzi dei cittadini. Qualcuno c’è cascato. Ma non c’è trucco e non c’è inganno. E soprattutto, non ci sono m.m. alibi.

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politica a cura di Mariangela Mariani

Fieramente agricoli Foggia ombelico del mondo agricolo. Il ritorno alla terra di Leonardo Di Gioia el 2013 il suo ingresso in giunta fece storcere il naso ai puritani. Sacrilegio. Se non fosse che le geografie politiche, nazionali mica solo locali, si stavano ineluttabilmente sconvolgendo. Leonardo Di Gioia, che di norma non si scompone più di tanto, si limitò a dimostrare le sue capacità e tanto bastò per mettere a tacere il chiacchiericcio. All’epoca era assessore regionale al Bilancio, delega di peso. Nel 2015 ha fatto il bis. E il suo pedigree non è più argomento di discussione. Il nuovo incarico, conferito al secondo round di nomine dopo il no dei grillini al governo pugliese, era scritto nelle stelle se già in campagna elettorale indugiava sui temi dell’agricoltura. Il Presidente Michele Emiliano ha fatto scorrere la classifica della consultazione on line “La Giunta che vorrei”, e il popolo delle sue Sagre lo aveva inquadrato proprio nel settore delle politiche agricole. Se ne occupa insieme alle Risorse agroalimentari, Alimentazione, Riforma fondiaria, Caccia e pesca, Foreste. Sembra lavorare praticamente in tandem con il collega che ha raccolto il testimone del Bilancio, il foggiano Raffaele Piemontese. I suoi interlocutori gli riconoscono una grande preparazione. È volitivo e schietto - fin troppo - eppure misurato nelle parole: pane al pane e vino al vino, anche a rischio di esprimere concetti scomodi, ma resta pur sempre serafico. A ottobre si è precipitato sui luoghi flagellati dalle alluvioni, sui campi martoriati degli agricoltori. Ora si concentra sulla programmazione per lo Sviluppo Rurale che, tradotto, significa oltre due miliardi per il futuro dell’agricoltura pugliese. La continuità dell’incarico assessorile cosa comporta? In cosa differisce rispetto alla precedente questa Giunta? Il presidente Vendola e il presidente Emiliano sono due personalità diverse, entrambe hanno caratteristiche spiccate di leadership. Ho avuto e ho la fortuna di poter lavorare con persone di altissimo profilo istituzionale e politico. Questo è stato un insegnamento ed è ovviamente un arricchimento continuo nella fase in cui mi trovo oggi. È un grande onore poter rappresentare la Capitanata e averlo potuto fare in due diverse Giunte e, quindi, per me questo è uno stimolo a fare sempre meglio, sempre di più. Lei è anche coordinatore della commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni. Cosa significa per la Puglia e la Capitanata? Anzitutto che la Puglia ha voluto ribadire la sua vocazione agricola e, quindi, in linea generale significa determinare un consolidamento di una posizione dominante in tema agricolo. Secondo, significa per me un’ulteriore grandissima sfida e responsabilità perché il coordinamento costituisce il luogo dove si assumono le decisioni più importanti assieme al Ministro e quindi ha grande rilievo per la politica agricola nazionale e regionale. Terzo punto, per la Capitanata è

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un’opportunità nella misura in cui saprà essere più brava degli altri territori a sfruttare questa vocazione in tema agricolo. Anche il capoluogo dauno è una città a vocazione agricola, ma resta esclusa dai ragionamenti che riguardano il mondo agricolo. Eppure comprende borghi rurali che vivono della terra. Come rilanciarli? Una delle cose da fare sarà cambiare anche la perimetrazione del PSR: purtroppo i requisiti attuali impongono a Foggia un sacrificio notevole in termini di accessibilità ai bandi perché viene considerato tutto territorio urbano, quando in realtà il territorio di Foggia è prevalentemente agricolo. Su questa caratteristica bisognerà fare grandi investimenti, con una valorizzazione di natura agricola dei borghi che possono diventare veramente dei luoghi di sperimentazione. A proposito del PSR, a che punto siamo? Siamo alla chiusura del negoziato, ho ereditato una situazione in cui il lavoro era stato svolto ma c’erano anche tanti rilievi da parte dell’autorità comunitaria. Noi abbiamo la necessità di chiudere urgentemente questo negoziato. Siamo fiduciosi. Dopodiché circa due miliardi e cento milioni tra fondi pubblici e privati verranno sviluppati per l’agricoltura e verranno utilizzati per l’agricoltura. Non rischiamo più di perdere finanziamenti? Dobbiamo lavorare per non perdere finanziamenti. Sono sicuro che non li perderemo. La Fiera dell’Agricoltura rischia il col-

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lasso. Cosa farà la Regione? Tutte le fiere hanno grandi difficoltà, in particolare le fiere dei comuni più piccoli che anche a livello nazionale stanno subendo la fortissima crisi economica e anche un sistema nuovo di commercializzazione, di esposizione, di mostre. Noi dobbiamo capire se funziona la privatizzazione a Foggia, se per esempio il sistema delle Camere di Commercio regionali si può far carico anche della gestione privatistica della Fiera di Foggia, se c’è modo per valorizzare il patrimonio immobiliare. In tutti i casi, per la parte dell’agricoltura, dovremo fare un progetto interessante per rendere di nuovo centrale la città di Foggia già da maggio, in quella che sarà la sfida che arriverà con la prossima programmazione delle fiere. È stato a Roma dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina con i ragazzi dell’hub rurale VàZapp’. Che ne pensa del loro progetto, la Regione intende sostenerlo? È un progetto interessante perché riguarda l’economia agricola sociale. È un progetto fatto con la volontà di immaginare un’agricoltura che non sia un ripiego, che non sia una forma residuale di lavoro ma che sia una forma di valorizzazione delle attitudini, della storia, delle tradizioni di un territorio, quindi quello è, se vogliamo, anche un modo per rivendicare una modalità di essere pugliesi, di essere foggiani. Dunque, grande attenzione e saranno sicuramente nelle condizioni di poter partecipare a quelli che sono i bandi per lo sviluppo rurale. Sono fiducioso che sapranno valorizzare la loro idea. Di cos’altro avete parlato, in quella occasione, con il Ministro Martina? Con il ministro abbiamo un rapporto buono, di collaborazione. Tra Regioni e Governo deve esserci un feeling, che non significa sempre essere sulle stesse posizioni ma significa avere una visione di insieme del sistema, una strategia comune. Ci siamo detti che un’opportunità fondamentale per i prossimi anni è riscoprire la capacità di essere regioni guida a livello dell’agricoltura con la speranza che questo si traduca in tanti posti di lavoro, tanto presidio e difesa del territorio e del suolo, anche con quelle che sono le attività di vettoriamento dell’acqua, insomma, con quelle tipicità che l’agricoltura pone in essere e con la presenza quindi di una qualificata attività imprenditoriale. I foggiani confidano molto nella presenza di due assessori regionali espressione del loro territorio. Cosa sente di poter promettere, al di là dei proclami, ai suoi concittadini? Tutto il nostro impegno, tutto il nostro sacrificio, tutte le nostre capacità, con la speranza e con l’umiltà che dal confronto anche con la migliore parte della nostra città, della nostra provincia, possano emergere iniziative di rilievo. Sapendo che il presidente Emiliano è un amico della Capitanata e di Foggia.

DENTRO IL PALAZZO

LA BACCHETTA MAGICA Dev’essere una regola aurea del buon amministratore: spalle al muro, di fronte ai problemi atavici e irrisolti, sfodera la classica espressione “non abbiamo la bacchetta magica”. È la soluzione universale. Ma i contribuenti non se la bevano. L’ipse dixit si ripropone davanti alle cosiddette “piaghe”, una su tutte l’emergenza abitativa. Prendiamo le case SperAnziani di via D’Addedda, a Foggia: la speranza è morta, gli assegnatari fanno il giro con l’indice e il medio tesi per dire, con i dovuti scongiuri, che forse la politica aspetta che anche loro se ne vadano all’altro mondo. “Si ricordi il sindaco che ci saranno altre elezioni e avrà bisogno del voto degli anziani. I giovani, se non trovano lavoro e se non trovano il sindaco o chicchessia che li aiuta, non gli daranno retta e dovrà venire da noi”.

Stesso avvertimento dalle case del Salice nuovo, dove sono rimasti senza servizi, senza luce e senza santi in Paradiso. Nel primo caso, i soldi li passa la Regione, e quindi non c’è altro da fare che aspettare il finanziamento. Sui fitti passivi, poi, il Comune deve necessariamente chiudere i rubinetti: in regime di Salva Enti, cioè con un prestito sulle spalle per evitare il dissesto, non può più accollarseli. La scure dei tagli si è abbattuta pure sulla Provincia, ormai ente di secondo livello svuotato delle sue funzioni e dei soldi. Gli amministratori di Palazzo Dogana, tutti politici scafati in quanto consiglieri comunali o sindaci come da Legge Delrio, non sanno più che pesci pigliare, perché le funzioni non sono state ancora assegnate in via definitiva. L’opposizione invita ad andarsene tutti a casa, e la maggioranza - a giusta ragione - fa presente che seppure si dimettessero in massa ne arriverebbero altri. In quel di Bari, la Giunta regionale alle piaghe prova a mettere qualche punto di sutura, anche considerate le ristrettezze economiche dei Comuni, e approva il ReD, Reddito di Dignità. Un contributo fino a 600 euro al mese, per massimo un anno, per 20mila famiglie sotto la soglia di povertà, in cambio di percorsi di formazione e di riqualificazione professionale o la disponibilità a svolgere mansioni di utilità sociale. Non sarà la panacea di tutti i mali, ma è una speranza. “In questo momento destinare 70 milioni di euro circa l’anno è un grandissimo sforzo”, ha ammesso Emiliano. Quando le risorse scarseggiano, tocca ingegnarsi, studiare alternative, partorire buone idee. Non serve la bacchetta magica. E nessuno aveva mai pensato di eleggere dei maghi.


Il bon-ton delle cerimonie: i consigli

Wedding Style

Speciale Sposa d’inverno

l’educazione non è mai fuori moda iamo a novembre. Sembra di aver archiviato la stagione delle cerimonie ed ecco che ci si ritrova nella cassetta della posta l’invito di una cara amica, che ha pensato di convolare a giuste nozze a dicembre, per godere del clima festoso e colorato dell’Avvento o delle magiche atmosfere del Natale. Immediatamente la mente viene assalita da un interrogativo fondamentale: “Che cosa indosserò?”. Per risolvere tale quesito, la prima cosa da fare è sicuramente diffidare dei consigli di alcuni zelanti negozianti, che consigliano il “solito” vestito nero, luccicante di paillette e lustrini. Nulla di più sbagliato.

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Dalla scelta dell’abito alla ricerca della ‘misura’ nelle public relation: tutto quello che c’è da sapere per evitare gaffe, non solo con gli sposi

L’ABITO La cerimonia nuziale, anche se serale e nella stagione invernale, richiede sì colori scuri ed eleganti, ma che diano la sensazione di allegria e di gioia, perché di una festa si tratta (e non di un funerale…). Quindi via libera ai vari toni di bluette, ciclamino, rosso, verde salvia, giallo ocra se la cerimonia è di mattina; se la stessa si tiene di sera, invece, ideali sono il blu notte, blu cobalto, verde imperiale, bordeaux, color cioccolato e oro.

Vietate scollature esagerate, trasparenze che non lasciano nulla all’immaginazione o gonne inguinali: una cerimonia richiede un abbigliamento sobrio e misurato, sia in Chiesa, sia in Municipio. agli adulti e che i bambini dovranno restare a casa.

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L’INVITO Ricevuto l’invito è buona norma far sapere in tempi celeri ai nubendi se si parteciperà alla festa o meno. Gli sposi, si sa, hanno dei tempi stretti per comunicare il numero degli invitati a chi si occuperà del ricevimento. Si tratta di tenere un comportamento collaborativo e sollecito. Nel caso di coppie con figli, prestare attenzione all’intestazione dell’invito: se non è indicato, ad esempio, “Famiglia Rossi”, ma solo i nomi dei coniugi, vuol dire che l’invito è rivolto solo

Altra regola di buona educazione, una volta arrivato il grande giorno, è cercare di salutare tutti i presenti, presentarsi alle persone che non si conoscono (soprattutto se più grandi d’età) o far sì che qualcuno si preoccupi di presentarvi ad esse. Soprattutto, mai dimenticare di salutare all’inizio della festa e alla conclusione i genitori degli sposi: non dimenticate che nella maggior parte dei casi sono loro gli “sponsor” della giornata e, in un certo senso, siete loro ospiti.

SELFIE, BRINDISI & CO. Per gli sposi, la giornata durerà un soffio. Evitate di far perdere loro tempo

prezioso scattando infiniti selfie. Una foto è più che ben accetta, il selfie-selvaggio no. Ancora, divertitevi, ballate e animate la festa ma senza rubare la scena ai novelli sposi: in queste situazioni il protagonismo non è mai bene accetto ed è sinonimo di invadenza. Ancora, non costringete gli sposi a brindisi continui e, se qualcosa nel ricevimento non dovesse essere di vostro gradimento, rivolgetevi al Maitre di Sala senza mortificare inutilmente gli sposini.

E GLI SPOSI? I festeggiati non sono immuni da obblighi. Su tutte, vige la regola aurea dell’ospitalità: la maggior parte degli invitati ha dovuto chiedere una giornata o più di ferie, magari affrontare un viaggio lungo, acquistare un abito nuovo e un regalo per presenziare al vostro matrimonio. E’ bello, doveroso ed educato riuscire a scambiare qualche parola con tutti e dedicare attenzione all’apertura del dono e non farlo con atteggiamento annoiato e distratto, come se tutto fosse dovuto, leggendo anche il bigliettino di accompagnamento e dimostrando - ça va sans dire - gratitudine. (e.f.)

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Speciale Sposa d’inverno

Tessuti nobili e modelli principeschi per gli abiti da sposa 2016

BIANCO REGALE

TRA FASCINO E SEDUZIONE

Le nuove collezioni si ispirano alle nozze reali: tra pizzi, sete e mikado, ball gow o trumpet: scegli il tuo stile e gli abiti bianchi di Kate Middleton e Beatrice Borromeo ti hanno fatto sognare, le collezioni 2016 dei maggiori brand fanno al caso tuo. Ogni sposa, infatti, potrà sentirsi una principessa moderna, sfoggiando abiti che coniugano l’inimitabile artigianalità del made in Italy, plasmata su tessuti di prima qualità. Un lusso che si manifesta anche attraverso la magistrale lavorazione dei dettagli, con un occhio di riguardo alle tendenze dei tempi. Dopo le ultime nozze reali, infatti, si riaccendono i riflettori sui ball gown, gli abiti principeschi con gonna ampia, il cui romanticismo trionfa anche grazie alla portabilità di questo stile. Abiti sontuosi, morbidi, vaporosi che stanno bene a tutte ma vengono reinterpretati in chiave moderna per accontentare anche le spose più giovani e intraprendenti: le nuove collezioni sono un trionfo di colore, come i toni cipriati adatti all’inverno, passando per preziosi dettagli in nero e blu elettrico per una sposa all’avanguardia, fino ai più delicati colori pastello da indossare nella bella stagione. Il risultato è uno stile regale, in cui la sensualità si fa spazio tra la trasparenza dei pizzi, i corpetti succinti e il punto vinta sottile evidenziato da cinture e fiocchi. L’allure nobile è dato anche dai tessuti utilizzati come il pizzo francese,

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la seta, l’organza e le pregevoli lavorazioni damascate. Tuttavia, la vera novità del momento è il mikado, stoffa pregiata in grado di conferire un aspetto regale e rigoroso a qualsiasi abito. Lo scollo a cuore vive una battuta d’arresto; è il momento di gloria invece della manica a giro oppure della manica lunga, ideale per le temperature più rigide ma che resiste anche in estate per via del suo allusivo vedo-non vedo. Omaggiano sicuramente la nuova signora Casiraghi, gli abiti dalla linea morbida, con strascico e mantello strategicamente fermato sulle spalle con ricami preziosi e inserti floreali. Le spose che anche il giorno del sì vogliono sedurre con la propria fisicità potranno farlo senza discostarsi dallo stile bon ton delle nuove collezioni, sfruttando a proprio vantaggio i modelli trumpet (semi sirena) o leggermente svasati: fasciano ma non troppo con una decorazione fatta apposta per creare furbe illusioni ottiche. Piacerà alle più audaci l’abito effetto tatuaggio, in cui il pizzo viene posizionamento strategicamente a coprire un sottile velo che cela la pelle nuda: per essere una sposa aristocratica via libera solo ad una profonda scollatura sulla schiena. Infine, un abito principesco si completa degnamente con un velo lungo, impreziosito sul bordo da ricchi ornamenti di pizzo e cristalli. Dalila Campanile


Speciale Sposa d’inverno

Trend di bellezza per le nozze

Perfette per il giorno del sì

Tecniche sofisticate e colori inediti: i segreti per chi non ha paura di osare causa della crisi sono molte le spose che scelgono di tagliare la spesa destinata al make up artist: purtroppo non sempre questa scelta parsimoniosa si rivela azzeccata, in quanto il grande giorno si rischia di essere troppo agitate per poter realizzare da sole un trucco all’altezza delle emozioni della cerimonia. Un make up da sposa professionale infatti dovrebbe resistere a lacrime e baci e garantire un incarnato luminoso che venga catturato dai flash senza lasciare il ricordo di opacità e sbavature. Per il giorno del sì, quindi, meglio concedersi anche questo lusso: sin dalle prove trucco fornite al vostro truccatore di fiducia dettagli sull’acconciatura, lo stile dell’abito e le vostre preferenze relative al make up. Per queste ultime, potete prendere spunto anche dalle tendenze trucco sposa 2016 in cui la fa da padrone

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il contouring: una tecnica con cui si rimodellano i lineamenti del viso, attraverso un sapiente gioco di luci ed ombre che solo un professionista saprà realizzare. Una base valida inoltre si presterà facilmente a ritocchi dell’ultimo minuto che potrete effettuare anche da sole prima di concedervi le classiche foto di rito. Resta sempre valida la vecchia regola di prediligere un trucco naturale ma chi se la sente di osare potrà sposare i nuovi trend: ombretti rame e oro e labbra illuminate da gloss colorati nelle sfumature del ciliegia e del magenta. E per chi vuole sentirsi un po’ diva anche il giorno del proprio matrimonio via libera al trucco vintage con eye-liner marcato e labbra opache, ritornato in auge per abbinarsi allo stile delle ultime collezioni dedicate agli abiti bianchi.

L’acconciatura trasformista

IL ‘COLPO DI SCENA’? I CAPELLI DELLA SPOSA Dimenticate l’acconciatura classica che torreggia intatta fino alla fine della cerimonia: per uno stile nuziale moderno bisogna giocare con i capelli. Se la sposa ha scelto una pettinatura raccolta, potrebbe sciogliere i capelli per il taglio della torta, fermandoli con uno strategico fermaglio gioiello oppure con una romantica treccia laterale. La sposa che invece ha già optato per i capelli sciolti potrebbe raccoglierli in una coda bon ton o un tuppo vivacizzato da fiori freschi sfilati dal bouquet per la seconda parte dell’evento. Anche coloro che hanno sempre sfoggiato un taglio corto, potranno sentirsi delle vere spose: sono molto in voga infatti le acconciature retrò in cui bastano un cerchietto gioiello o una veletta per incorniciare in modo romantico il viso anche se il taglio è sfilzato e sbarazzino. Dalla

moda quotidiana allo stile nuziale il passo è breve: il mood hippie chic conquisterà sicuramente le spose più giovani che vorranno sfoggiare un hair look naturale fatto da capelli sciolti, trecce morbide o raccolti con finti ciuffi sfuggenti, valorizzati da coroncine con decorazioni stagionali o nastri legati intorno al capo con le estremità libere di cadere sulle spalle. Non dimenticate di tarare l’acconciatura anche in base alla vostra statura e allo scollo del vestito: le spose minute faranno bene a prediligere le pettinature raccolte mentre le più slanciate possono portare i capelli sciolti. Questi ultimi stanno bene con abiti dalla scollatura profonda o con il corpetto a cuore e dovranno essere sfoggiati in voluminose onde morbide. Dalila Campanile

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benessere a colonnina del mercurio inizia timidamente a calare e nell’armadio si fanno largo maxi pull, felpe e abiti comodi che possono mettere facilmente a tacere disagi e sensi di colpa per qualche rotondità in eccesso. Ma i capi che sembrano essere nostri alleati, si rivelano in realtà insidiosi nemici di salute e benessere, che prestano il fianco alla tendenza - del tutto fisiologica - che ci porta a mettere da parte riserve di grasso per il periodo invernale. Con buona pace del peso forma. Come correre, quindi, ai ripari? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Annamaria Conte, dietologa e omeopata foggiana. Dott.ssa Conte, perché è così difficile mantenere la linea nei mesi freddi? Purtroppo, in inverno si tende ad ingrassare più facilmente. E questo accade per una serie di fattori strettamente connessi tra loro: perché la vita si fa più sedentaria e ci si intrattiene più volentieri a tavola; perché si trascorre più tempo seduti e il metabolismo tende a rallentare. Inoltre, con il freddo, cerchiamo alimenti che siano in grado di fornire più calore ed energia: dai formaggi stagionati ai superalcolici, passando per condimenti più ricchi. Tutte calorie. E’ solo un’esigenza fisica o c’è una componente psicologica preponderante? Entrambe le cose: sicuramente l’organismo brucia più calorie e quindi ne richiede in maggiore quantità; però molto spesso, si tratta solo di una “coccola” da concedersi… Tra uomini, donne o adolescenti chi sono i soggetti più a rischio?

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In inverno si tende ad ingrassare più facilmente: come correre ai ripari?

Restare in forma con la “dieta del freddo” Sicuramente gli adolescenti che, con l’inizio della scuola, si vedono costretti a rimanere per gran parte della giornata seduti al banco la mattina, alla scrivania il pomeriggio e alla postazione pc o tv la sera: da metà settembre il loro stile di vita subisce una brusca frenata. E poi gli uomini, la maggior parte dei quali, finita la giornata lavorativa, considerano la cena uno dei momenti più gratificanti della giornata. In che modo, dunque, possono correre ai ripari? Affidandosi ai prodotti di stagione: consumando più frutta e yogurt e integrando il tutto con verdure e ortaggi che saziano e depurano. In questo periodo ce ne sono tanti: broccoli, carciofi, zucca. Ce n’è per tutti i gusti. Quindi, il momento ideale per iniziare una dieta non è la primavera, ma l’inverno… Esatto. Cominciare d’inverno è anche più facile (l’organismo tende a bruciare più calorie per mantenere il corpo ad un calore costante). Così facendo si arriva in primavera in

A seconda della concentrazione di Metilgliossale può curare ferite, mal di gola, gastriti e ulcere A CURA DEL DOTT. GIANLUCA D’ALESSANDRO

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forma e sarà necessaria solo una dieta di mantenimento. Inoltre, avendo un margine di tempo più ampio, si è chiamati a sforzi e privazioni minori: una dieta drastica è difficile da portare a termine e risulta molto stressante per il corpo e la mente.

STUDIO DI MEDICINA ESTETICA E DIETOLOGIA DOTT.SSA ANNAMARIA CONTE ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI FOGGIA

Via Rosati, 137 - Foggia Via Santa Lucia, 40 - Lucera Cell. 349.8305045

l miele di Manuka è originario della Nuova Zelanda, qui le api dal polline della pianta Leptospermum scoparium produrranno un miele dalle importanti proprietà curative. A offrire al miele di Manuka il supporto scientifico che lo rende uno dei mieli più apprezzati a livello curativo è stato il gruppo di ricerca del professor Thomas Henle dell’Università di Dresda, in Germania, che nel 2008 ha individuato nel Metilgliossale (MGO) la sostanza “responsabile dell’attività anti batterica del miele di Manuka”. Esso agisce sia contro i ceppi di Escherichia Coli (causa infezioni di ferite), Helicobacter pylori (causa ulcere dello stomaco) che Streptococcus pyogenes (causa mal di gola). Il Metilgliossale negli alimenti di uso comune è presente nella quantità di 0-50 mg/kg, nel miele di Manuka raggiunge concentrazioni fino a 500-600 mg/kg. In commercio si trovano confezioni con quantità diverse di metilgliossale espresse da numeri da 100 a 550, quanto più questo numero è alto, tanto più il contenuto di metilgliossale è significativo e tanto più è elevato il potere antibiotico del miele. Una concentrazione di 100 mg va bene per il mantenimento di un buon stato di salute, scegliendo invece

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Il miele di Manuka

Occhio all’ago della bilancia: tra i soggetti a rischio, uomini e adolescenti

DOTT.SSA

ANNAMARIA CONTE

I CONSIGLI DELL’ESPERTO: • Affidarsi ai 7 alimenti “alleati” di stagione: zucca, carciofi, broccoli, finocchi, cipolla, kiwi e agrumi non devono mai mancare sulle nostre tavole. • Consumare agrumi aiuta a bloccare l’assorbimento dei grassi e fornisce grandi quantità di vitamina C, fondamentale per il nostro sistema immunitario. • Non dimenticate i carciofi: hanno un alto potere drenante, stimolano la diuresi, depurano il fegato e abbassano il tasso di colesterolo nel sangue.

SERVIZI:

• Diete Personalizzate • Test per intolleranze alimentari • Trattamenti omeopatici • Trattamenti anticellulite (Cavitazione ad ultrasuoni e Mesoterapia) • Trattamenti con radiofrequenza per tonificare viso e corpo • Trattamenti con ossigeno per rivitalizzare viso e corpo • Trattamenti con Tecar (Tecarterapia) per algie post-traumatiche da fratture e lesioni tendinee

la concentrazione a 250 si può agire già a un livello più alto e intervenire ad esempio contro il reflusso gastroesofageo e il bruciore di stomaco, mentre ulcere, candida e diarrea possono richiedere concentrazioni più alte, come ad esempio quella a 400 o a 550. Il miele di Manuka si rivela molto efficace nel trattamento di ferite e lacerazioni dei tessuti, comprese la piaghe da decubito. Vengono con la sua applicazione accelerati il processo antinfiammatorio e quello cicatriziale, così come si può trarne giovamento in caso di acne, psoriasi, dermatiti ed eczema. Un cucchiaino al giorno preferibilmente prima di colazione. È consigliabile assumerlo con un po’ di pane o di frutta per aumentarne l’assimilazione da parte dell’organismo. Evitare di bere per i successivi 15-20 minuti. In caso di problemi alla pelle, irritazioni, ferite o herpes applicare una piccola dose di miele di Manuka sulla parte interessata e proteggere con un piccolo bendaggio. Il difetto di questo miele è soltanto il prezzo, obiettivamente impegnativo. Considerato però che potrà farvi risparmiare più di qualche medicina e aiutarvi a mantenervi in salute più a lungo, potrebbe convenire acquistarlo.


Tecniche innovative per la cura della salute orale

Sorridi, c’è la Un team di professionisti per prestazioni indolori ed efficaci essuno può toglierci il sorriso, nemmeno la paura del dentista: basta affidarsi ai professionisti dello studio ‘Dental Solutions’ di Piazza Siniscalco Ceci, a Foggia. Situato nel centro storico della città, lo studio odontoiatrico annovera tra i suoi punti di forza la sinergia tra professionalità, le attrezzature all’avanguardia e la chirurgia specialistica e indolore. Nella struttura, infatti, operano otto professionisti: ognuno è competente in una determinata branca

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odontoiatrica. Presso la Dental Solutions il paziente, può contare sulla garanzia del lavoro d’equipe, basato su confronti tra professioni-

sti del settore. In studio, inoltre, sono presenti tre medici che si occupano esclusivamente della cura odontoiatrica dei bambini, come il pedontista, ortodontista e lo gnatologo. L’implantologia dentale mira non solo a ripristinare le funzioni masticatorie della bocca, ma anche a migliorare l’estetica del sorriso (colore e forma), migliorare la fonetica e il compito masticatorio di ogni singolo dente per una digestione

e alimentazione corretta. Staff medico competente e preparato alla riabilitazione funzionale ed estetica NELLA STESSA SEDUTA, per dare il massimo comfort ed efficienza al paziente. L’implantologia dentale è adatta a tutte l’età, il paziente viene seguito

prima dell’intervento effettuando un check-up completo dello stato di salute, dove vengono valutati i valori dell’osso e pianificato l’intervento; e in seguito vengono effettuali controlli periodici, anche a lavoro ultimato in quanto un’accurata igiene e esami scrupolosi possono garantire un lavoro duraturo.

Per una riabilitazione non invasiva del tuo sorriso AFFIDATI A NOI. In alcuni casi non è necessario realizzare una nuova protesi in quanto è possibile utilizzare la vecchia protesi del paziente modificandola per ospitare gli attacchi che si vanno ad agganciare sulle strutture implantari normali o a dei mini impianti. I vantaggi sono numerosi: - Tempi di guarigione ridotti, - Protesi superiore senza palato; - Elimina i costi e gli inconvenienti degli adesivi, ecc..

Oltre a costituire una presenza naturale, gli impianti sono anche sinonimo di stabilità e salute. QUESTO SISTEMA È L'OVERDENTURE. Le protesi sono rimovibili per cui si possono pulire facilmente, vantaggio non da poco, ma allo stesso tempo sono perfettamente stabili durante la masticazione e la fonesi.

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moda

Outfit storico | Li indossavano gli aristocratici francesi prima della Rivoluzione; ora sono il capo storico sdoganato in passerella: i panta-culottes sono un vero must del momento ma insidiosi da portare. Per un look vincente sceglili in tinte classiche - grigio, nero - da indossare con una camicia elegante bianca e le stringate maschili come propone il marchio Leidirò.

Outfit perfetto? Una guida allo shopping Mini dress | Dopo un’estate trascorsa indossando fluttuanti vestiti lunghi, i riflettori si accendono di nuovo sui mini abiti. Tuttavia il risultato non è accattivante ma bon ton; i colori sono opachi, il taglio morbido e le gonne svasate: modelli che stanno bene a tutte. Le fantasie insolite come le romantiche piume dell’abito firmato B.Young segnano la svolta rispetto agli abiti corti del passato.

PASSIONE AUTUNNO

i trend di stagione

Mini dress, panta-culottes, handbag: cosa non può mancare negli armadi rchiviato il cambio di stagione, è tempo di pensare ai nuovi pezzi iconici da acquistare per poter sfoggiare finalmente un look all’ultimo grido. La redazione di 6Donna ha selezionato per voi il meglio delle tendenze stagionali che potrete acquistare comodamente nei negozi della nostra città.

A Stringate che passione | Tutte le fashioniste ne hanno almeno un paio: le stringate sono comode e versatili. Rubate dalla scarpiera di lui per via del design marcatamente maschile, donano un’eleganza castigata a qualsiasi look. Diventano un investimento se acquistate nei toni del nero e del blu.

A portata di mano | In fatto di borse i trend sono molteplici: predominano le handbag, le pratiche borse a mano con manico. La praticità però viene temperata dai materiali come il tessuto scozzese, la copertura felpata, il neoprene e gli inserti di pelliccia o decoro gioiello per non passare inosservate: così i nuovi modelli della Pinko e Duck Farm.

Mai senza sciarpa | E’ indubbiamente uno degli accessori più utili della moda: la sciarpa protegge dal freddo conferendo un mood preciso a seconda del suo stile. Quest’anno è più di tendenza che mai: sceglila oversize e colorata. La differenza sta nel modo di indossarla: a mantella con nodo davanti, a cravatta e addirittura prolungandola sulla testa, a mo’ di turbante.

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sociale

Con la musica, per accrescere il senso di appartenenza al gruppo/comunità

“La Pietra Scartata” per scrivere il futuro L’associazione Jaco si prepara ad accogliere 30 ragazzi a svantaggio sociale, tra i 14 e 20 anni di età el mese di Novembre, entra nel vivo il Progetto Nazionale "La Pietra Scartata", finanziato con fondi PAC dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, attraverso il quale l'Associazione di promozione sociale e culturale JACO, si prepara ad accogliere 30 ragazzi a svantaggio sociale di età compresa tra i 14 e i 20 anni, direttamente selezionati dall'Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Foggia e dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo, in qualità di partners di progetto. Inoltre, l’Associazione ha recentemente deciso di aprire il Progetto a tutti i ragazzi e le famiglie della città, dando priorità alle fasce deboli e svantaggiate, attraverso protocolli d’intesa e convenzioni sottoscrivibili con tutti gli enti e le istituzioni di accoglienza e di recupero sociale cittadini. Si tratta di un’iniziativa importante di cui potrà

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beneficiare l’intera città. Il progetto prevede percorsi e attività incentrate

sulla musica e sull’artigianato. Infatti, i ragazzi saranno coinvolti in laboratori collettivi propedeutici di percussioni

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afro-brasiliane, body percussion e canto, ai quali seguiranno laboratori artigianali, finalizzati alla costruzione di strumenti musicali attraverso il riutilizzo di materiale di scarto. Il percorso prosegue con lo studio dello strumento singolo e i laboratori di musica d’insieme, importantissimi per la funzione sociale e di aggregazione che svolgono. Il tutto terminerà con la costituzione della prima orchestra giovanile cittadina, il cui obiettivo è quello di contribuire ad accrescere il sentimento di partecipazione e di consapevolezza del gruppo/comunità di cui si fa parte. La Pietra Scartata mira all’accoglienza di quanti più ragazzi possibile per far accrescere sempre più l’orchestra costituita, sia numericamente che professionalmente, così come già testimoniato dall’esperienza

de “El Sistema” venezuelano Abreu, al quale si ispira il progetto stesso. Al fine di raggiungere gli obiettivi sociali di progetto, l’Associazione ha bisogno del sostegno di tutta la cittadinanza, a partire dalle istituzioni, sino al singolo cittadino. Ognuno può fare la sua parte per sostenere il progetto e il bene comune. Pertanto per tutto il mese di Dicembre Jaco proseguirà le sue attività con proposte culturali parallele al progetto. In particolare a partire dall’8 Dicembre le attività si arricchiranno con eventi ludici, serate di raccolta fondi, giornate dedicate ai bambini e un grande concorso a premi, il cui ricavato andrà in favore del Progetto La Pietra Scartata. Restano aperte le iscrizioni alla nascente JACO SAMBA SCHOOL, nata in collaborazione con il Direttore di-

dattico Maestro Stefano Rossini, uno dei massimi esponenti del genere afro-brasiliano in Italia. La scuola ha l’obiettivo di costituire una “bateria” di percussioni itinerante formata da 50100 componenti, che a fine anno (maggio 2016) si esibirà con una grande festa aperta a tutta la cittadinanza. Per maggiori informazioni sul progetto La Pietra Scartata, su come aderire e sulle attività dell’associazione contattare la segreteria didattica e organizzativa dell'Associazione Jaco, ai recapiti 329.8484102 / 380.6349021 o all'indirizzo email associazionejaco@gmail.com; pagina web: https://www.facebook.com/jacoassociazione.foggia


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ORDINARIAMENTE STRAORDINARIE a ricerca è partita: forsennata, certo; forse dissennata, ma sicuramente appassionata. La redazione di 6Donna, unico free-press di genere della Puglia, spia dal buco della serratura di uffici, aziende, istituti scolastici, ospedali e associazioni di volontariato, certa di trovare tante storie da raccontare. E altrettante donne incredibili pronte a scriverle giorno dopo giorno. Reduci dall’inaspettato successo della prima edizione del “Premio 6Donna” siamo pronte a rimetterci in gioco. Noi con voi, per raccontare il lato bello, generoso e operoso di una Foggia tutta da scoprire e valorizzare. Cerchiamo eroine di tutti i giorni, sulle cui gambe cammina la città, e sulle cui spalle poggia il peso della quotidianità. Ma sempre con il sorriso sulle labbra. La prima edizione dell’iniziativa è stata per noi un piccolo-grande successo: la città ha sposato con 35 nomi diversi (tante sono state le candidature ricevute) la nostra pazza idea - omaggiare la normalità, quando sa essere straordinaria per la collettività -, e noi crediamo così tanto al progetto da metterci nuovamente a lavoro. Allora cominciate a spremere le meningi, a passare in rassegna tutti i nomi, i volti e le storie delle donne che rispondono al nostro identikit e scrivete alla nostra redazione.

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LE CANDIDATURE | I requisiti per la nostra eroina di ogni giorno sono sempre gli stessi: la redazione di 6Donna vuole premiare una perfetta sconosciuta, una donna che si distingue per le sue capacità, che fornisce alla comunità un contributo prezioso, che con altruismo si dedica al prossimo, ogni giorno, senza cercare vetrine o riconoscimenti di sorta. La nostra candidata ideale non deve ricoprire (o aver ricoperto in passato) alcun incarico dirigenziale o ruolo di prestigio. E deve essere foggiana, o comunque contribuire alla crescita della nostra città. Chiunque, un collega, il capo, un amico, un nostro lettore, può inviare la candidatura di una donna speciale, con tutti i riferimenti utili per rintracciarla e la motivazione. Anche quest’anno, la nostra redazione vaglierà le proposte, verificherà di persona le indicazioni pervenute, intervistando chi è a stretto contatto con la candidata ed effettuando eventuali sopralluoghi. Il premio sarà assegnato, a Foggia, il prossimo 8 marzo - Giornata Internazionale della Donna - nell’ambito di una serata di riflessione, interventi e performance al femminile. Abbiamo avviato il ‘cantiere’, la redazione è tutta un fermento: presentateci altre donne straordinarie, Foggia ne ha bisogno.

Inviate le vostre segnalazioni all’indirizzo mail redazione@6donna.com oppure contattateci allo 0881.728115

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 MEDICO CAV Possono riguardare chiunque: da 0 a 99+ anni

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ANNA LEPORE

Leggere è Intossicazioni alimentari: che fare? felicità Non cadere in falsi miti ed evitare di peggiorare le cose: non indurre mai il vomito, né mangiare o far bere latte. Tra le stanze più a “rischio” in casa, il bagno e la cucina

l Cav – Centro Anti Veleni di Foggia, ci occupiamo ogni giorno di tanti casi diversi di intossicazioni che interessano la fascia di età che va da 0 a 99+ anni. In questo periodo di attività abbiamo constatato che un gran numero di consulenze hanno come protagonisti i più piccoli e riguardano soprattutto i prodotti per la cura domestica e l’igiene della casa. Purtroppo il fenomeno è in costante crescita: l’ingestione di prodotti tossici si verifica prevalentemente in due ambienti domestici, ovvero il bagno e la cucina e, nella maggior parte dei casi, nella fascia oraria che abbraccia le 12.00 e le 20.00. Questo perché è, verosimilmente, fascia nella quale i bambini hanno terminato le loro attività, ma sono ancora “attivi”, mentre i genitori sono stanchi o presi da altro (la preparazione del pranzo e la cena) e quindi cala la sorveglianza. Tra i prodotti cui prestare particolare attenzione vi sono le tavolette che vanno posizionate direttamente

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“Mai avuto un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato.” (Montesquieu). Più ottimisti di chi non legge. Meno aggressivi, più predisposti alla positività. Il tema della ricerca “La felicità di leggere” voluta da Gems (gruppo editoriale Mauri Spagnol) e affidata a Cesmer, Centro di studi su mercati e relazioni industriali dell’Università di Roma Tre è incentrata sul capire come e quanto i libri, cartacei o digitali, incidano sul benessere generale dell’individuo. Riportato sul sito del Corriere della Sera è il valore della lettura in ambito emotivo e cognitivo. I lettori italiani sono complessivamente più felici dei non lettori, “una differenza statisticamente molto significativa”, spiegano gli studiosi che hanno realizzato la ricerca. Chi ama saggi e romanzi sperimenta emozioni positive più spesso di chi non si dedica ai libri e prova emozioni negative con minore frequenza rispetto a chi non legge. Come sostengono gli studiosi, “la lettura offre preziosi strumenti cognitivi per affrontare le difficoltà”. Dunque leggere fa stare meglio. Inoltre, fa notare Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato di Gems, “fa emergere un profilo del lettore lontano dagli stereotipi”. Non curvo sui testi, solitario, asociale, ma attento a godere ogni momento della giornata, soprattutto quando non è al lavoro. Mauri afferma: “Come si deduce dai numeri, chi legge impiega in modo più ricco e articolato i suoi momenti di libertà dal lavoro, è curioso, sa assaporare e scegliere le attività che gli danno gioia. Inoltre leggere amplifica le emozioni positive, consente di affrontare gli eventi negativi senza perdersi. Fa bene sul serio”. Gli amanti della lettura, secondo i dati, dedicano il loro tempo libero ai libri dal lunedì al venerdì dalle 19 all’una di notte, soprattutto durante il fine settimana. Fondamentali la famiglia e la scuola: il 68,7% del campione sottolinea l’importanza dei genitori e degli insegnanti nell’incoraggiamento alla lettura. Per diventare ‘lettori felici’ bisogna cominciare Irma Mecca da piccoli.

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nel wc, senza vaschetta di protezione, dalle quali i bambini sembrano essere particolarmente attratti, forse per la forma, per i colori brillanti, la consistenza gelatinosa e l’odore gradevole. Sono attratti così tanto, da metterci le mani, toccarlo, assaggiarlo. E ci si accorge di ciò che è avvenuto troppo tardi, ovvero ai primi

sintomi. Come bisogna comportarsi in casi simili? Innanzitutto, il nemico numero uno di mamma e papà è il panico. E’ assolutamente sconsigliato indurre il vomito dopo l’ingestione, perché potrebbe aggravare la situazione, così come far bere del latte (è solo un alimento: non cadiamo nei falsi miti!). Tra le cose da fare, sicuramente lavare bocca e mani, togliere gli indumenti, qualora fossero contaminati e consultare il centro antiveleni. Di assoluta importanza è il “conoscere” per evitare. Quindi si consiglia di non rimuovere mai l’etichetta da contenitori di sostanze o farmaci potenzialmente pericolosi, di custodire farmaci e prodotti domestici in luoghi inaccessibili al bambino e di non chiamare i medicinali “caramelle”... Non lo sono.

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 PEDAGOGISTA Dall’imprinting al bondig post natale: cosa c’è da sapere

Ancora, non invitiamo i più piccoli a prenderli per portarli alla mamma o al nonno. Molto importante è non travasare sostanze caustiche in contenitori anonimi e, nel dubbio, non indurre mai il vomito nel bambino che ha ingerito una sostanza. Quando avviene il contatto con una sostanza pericolosa e il bambino non mostra sintomi, consultare ugualmente un centro antiveleni per chiedere indicazioni. Nel caso in cui il bambino venga condotto in ospedale, ricordarsi di portare sempre il contenitore della sostanza assunta. Evitare di far mangiare il bambino subito dopo la presunta ingestione di una sostanza tossica e, in caso di possibile, ingestione di sostanza caustica non “assaggiare” il prodotto. Questi sono semplici consigli: evitare sempre “il fai da te”, non affidarsi alle credenze popolari e soprattutto non sottovalutiamo qualsivoglia situazione in maniera da evitare spiacevoli conseguenze.

DI VITTORIA SALICE

Il valore del contatto “pelle a pelle” Le tappe della relazione simbiotica tra madre e bambino l bambino, alla nascita, dovrebbe essere portato al seno alla madre, prima di tagliare il cordone ombelicale: è importante che, fin dai primi minuti di vita, madre e figlio rimangano insieme il più possibile, facendo in modo che si instauri il cosiddetto contatto “pelle-a-pelle”: il corpo della madre aiuta il bambino a mantenere una temperatura adeguata. Inoltre la puerpera ha una remissione della neo-corteccia e un lasciar emergere le funzioni sottocorticali del cervello limbico e rettilico ciò vuol dire che prendono il sopravvento le emozioni e l’istinto che permettono alla mamma di sintonizzarsi sul bambino. Le risorse endogene che attiva il cucciolo e la madre: l’imprinting (K. Lorenz), una particolare modalità di apprendimento che può avvenire entro le 36 ore circa dopo la nascita. Si tratta di una registrazione cerebrale della prima immagine vista dal bambino alla nascita e delle percezioni sensoriali; poi vi è il bonding post natale (coniugi Kenel e Klaus). Si tratta della “relazione unica tra due individui, specifica e perseverante nel tempo”. Nei genitori si svi-

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luppa attraverso le tenerezze (il vezzeggiare, baciare, coccolare, guardare), nel bambino si sviluppa attraverso i sensi di cui è dotato sin dalla nascita (la vista, l’udito, l’odorato, il tatto e il gusto).

Il bambino vede nel primo mese: gli occhi del neonato sono fatti per mettere a fuoco dai 17 ai 30 cm, che è esattamente la distanza che c’è tra il viso della mamma e del bambino tenuto in braccio; inoltre è attratto dai contrasti e mette a fuoco cose rotonde e scure (come il capezzolo della mamma e gli occhi). Invece, dai quattro ai sei mesi, il bambino sviluppa completamente la vista ed è capace di seguire il moto degli oggetti in qualsiasi direzione. Già da prima della nascita ha uno spiccato udito, Il bambino riconosce

la voce della mamma, la mamma riconosce il pianto del suo bambino. Il bambino è attratto da suoni ritmici come quelli dei carillon ed è infastidito da rumori particolarmente forti e acuti; nello stesso tempo, la mancanza di rumori può renderlo nervoso e piangere la mamma e il bambino si riconoscono dall’odore. Anche il tatto è estremamente sviluppato sin dalla nascita, il neonato non è in grado di auto-termoregolarsi, quindi la temperatura corporea della mamma è la temperatura ideale per mantenere quella del piccolo, il bambino si sente al sicuro tra le braccia della madre. Il riflesso di suzione consente al neonato di attaccarsi alla tettarella del biberon o al seno della madre e di nutrirsi del latte materno. Egli è capace di distinguere benissimo i quattro sapori base: amaro, dolce, salato e acido. Ciò conferma la sua predisposizione ad un’alimentazione a base di latte e la nostra tendenza da adulti a “coccolarci” con qualcosa di dolce quando siamo tristi o in preda dello sconforto, il sapore dolce nutre e rassicura. Il colostro ha un odore simile al li-

quido amniotico. Il colostro (primo latte) è un liquido giallo sieroso, molto ricco d’immunoglobuline di classe A e cellule immunitarie (come i linfociti), secreto dalle ghiandole mammarie durante la gravidanza ed i primi giorni dopo il parto, composto principalmente da acqua, leucociti, proteine (fra le quali anche agenti immunologici), grassi e carboidrati. Con il colostro la madre trasmette le proprie difese immunitarie al figlio, le quali lo proteggeranno nei primi mesi di vita. In medicina umana può essere somministrato colostro conservato di donatrici, oppure il colostro può essere sostituito da immunoglobuline purificate esso ha un odore simile al liquido amniotico.

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.72.81.15 PSICOLOGA Può minare il benessere della persona e della coppia

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DEBORA PENNA

Quando la sessualità non è piacevole… ivere in modo soddisfacente la sessualità è un aspetto importante per il benessere della persona e della coppia. Può succedere che difficoltà in tale ambito non siano adeguatamente affrontate, mantenendo e amplificando il problema e facendolo perdurare nel tempo, con tutta una serie di conseguenze spiacevoli. Nelle donne, tali disturbi possono essere di diversa natura: innanzitutto, per definirli tali, bisogna escludere che essi possano essere attribuiti ad un altro disturbo psicologico in corso (ad esempio, alla depressione), a malattie fisiche in corso, interventi chirurgici o all’assunzione di determinati farmaci o sostanze. Col passare del tempo, le prove a favore di un’origine prevalentemente psicologica della disfunzione sessuale femminile si stanno moltiplicando, e le così dette ‘cause organiche’ sembrano ormai in grado di spiegare solo un numero molto limitato di casi. Il ciclo della risposta sessuale femminile si suddivide in 5 fasi: Desiderio > eccitazione > plateau > orgasmo > risoluzione. Ogni fase è legata alla successiva, generando di volta in volta un effetto di potenziamento o di inibizione. Al centro di tutto il processo si pone il piacere, che tipicamente accompa-

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Molto spesso si tratta di disfunzioni di origine psicologia, le ‘cause organiche’ riguardano un numero limitato di casi

gna, amplifica e colora in senso erotico ogni fase del ciclo della risposta sessuale. In ogni fase del ciclo della risposta sessuale si possono evidenziare ostacoli che interferiscono o interrompono la naturalezza del processo. Difficoltà importanti nelle prime fasi del ciclo di risposta sessuale possono persino interromperlo completamente. Esistono, poi, i disturbi sessuali che si verificano durante il coito e non, ossia i disturbi da dolore sessuale: vaginismo, dispareunia, vulvodinia. I disturbi presenti nella sessualità femminile non si esauriscono completamente e facilmente in queste classi-

ficazioni. Esistono infatti, problemi più sottili da identificare, anche da parte delle donne stesse, ma che non di meno sono piuttosto diffusi e compromettono una piena serenità ed espressività della vita sessuale e affettiva femminile. Alcuni tra i più rilevanti e frequenti possono essere: sentimenti di inadeguatezza rispetto alla femminilità e all’aspetto fisico; difficoltà di abbandono e nel prendere l’iniziativa; repressione o scarsa consapevolezza dei propri desideri; presenza di sensi di colpa inopportuni; disturbi della dimensione del piacere, quindi non specificamente sessuali. Molto importanti sono anche le seguenti aree problematiche: difficoltà sessuali del partner che si riflettono sulla donna e nell’armonia della coppia; problemi relazionali della coppia, che si riflettono sulla vita sessuale di uno o di entrambi i membri della coppia. Generalmente, la prognosi delle disfunzioni sessuali è molto buona: con

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 AVVOCATO Quando può essere effettivamente invocata?

le terapie sessuali brevi si ottengono elevati tassi di successo in tempi ridotti. È stato dimostrato che i migliori risultati derivano proprio dall’applicazione di tecniche comportamentali per ogni specifico disturbo, combinate con una ristrutturazione cognitiva dei pensieri disfunzionali legati al sesso e, talvolta, in associazione con la somministrazione appropriata di farmaci. Tali tecniche consistono in esercizi volti ad ottenere un ri-addestramento graduale alle abilità compromesse. Si tratta di esercizi da svolgere ‘passodopo-passo’ individualmente o, preferibilmente, in coppia. In conclusione, le problematiche sessuali femminili vanno considerate secondo una prospettiva integrata, prendendo in considerazione tanto l’aspetto biologico quanto quello psicologico. Vanno, quindi, analizzate le diverse aree della vita della donna, che permettono di identificare il significato della difficoltà che viene presentata.

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VALENTINA DINISI

Legittima difesa, questa sconosciuta n questi ultimi giorni si è fatto un gran parlare dell’anziano di Vaprio d’Adda (MI) che, scoperto un soggetto di origini albanesi che stava per entrare all’interno della propria abitazione, “si è difeso” uccidendolo con un colpo di pistola. Si è gridato a gran voce: “è stata legittima difesa”. Ma che cos’è la legittima difesa? Il nostro ordinamento disciplina l’istituto della legittima difesa nell’ambito del codice penale all’art. 52, che la classifica quale scriminante atta ed elidere l’antigiuridicità di un fatto di reato. Che vuol dire? Vuol dire che un fatto, che normalmente è considerato un reato, in presenza della legittima difesa, diventa lecito. E’ opportuno, però, esaminare se invocare la legittima difesa è sempre “legittimo”. Il legislatore pone a fondamento della scriminante della legittima difesa l’interesse di chi viene aggredito, reputandolo prevalente rispetto a quello di chi intende delinquere. Si tratta di una sorta di autotutela privata, “farsi giustizia da sé”, in presenza di un’aggressione contro la persona o contro i propri beni. Ma quando la legittima difesa può essere effettivamente invocata? E’ opportuno sottolineare che, per poter parlare di difesa legittima ci sia un pericolo attuale di un’offesa ingiusta ad un diritto proprio o altrui, personale e patrimoniale. Che cosa si intende per pericolo attuale? Perché la legittima difesa sussista è sufficiente un’elevata probabilità che il reato si realizzi: allora perché chi si difende viene indagato e condannato

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Il diritto di difendersi: la cronaca recente riapre il dibattito

per omicidio volontario? Ed è qui che si pone il problema. La necessità di difendersi si verifica quando il pericolo non può essere evitato se non reagendo contro l’aggressore, ma attenzione... ci si deve difendere solo se questa è l’unica strada percorribile e non anche se, per esempio, la vittima ha la possibilità di chiamare le Forze dell’Ordine o di darsi alla fuga. Si deve ammettere, però, che è un po’

difficile pensare a tutto quello che si potrebbe fare se si viene aggrediti o se si scopre un ladro in casa. Un altro elemento che non si deve dimenticare è quello per cui la reazione difensiva deve essere proporzionata all’offesa minacciata: non è possibile togliere la vita ad un uomo se, per esempio, quest’ultimo ha dato solo uno schiaffo. Con riferimento a questo elemento della proporzione, è intervenuta, nel 2006, una nuova legge che ha inteso regolare la legittima difesa domiciliare (legge n. 52 del 2006). Si è intervenuti, dunque, sul rapporto di proporzione tra reazione e aggressione; aggressione da parte di chi si introduce abusivamente nel domicilio provato o in un luogo dove viene esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale. Ai fini dell’applicazione di questa scriminante, per così dire, “speciale” è necessario che si verifichi una violazione di domicilio: si ponga il caso del ladro che, sorpreso all’interno della abitazione dal proprietario, mostri di voler continuare nella sua impresa criminosa, aggredendo fisicamente il proprietario. Questa è l’ipotesi in cui opererebbe la legittima difesa, quando vi sia da difendere il bene dell’incolumità personale propria o altrui, dinanzi ad un’aggressione attuale e concreta. Al fine di poter invocare la legittima difesa, anche nell’ipotesi speciale di legittima difesa domiciliare, deve sempre sussistere un’aggressione ovvero il pericolo di un’aggressione in atto. Al contrario si tratterà di reato.

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Uomini e sesso

“Mystery cells of the male”, cioè i Misteriosi neuroni dei maschi, sono cellule nervose che rendono il sesso una priorità e fanno parte della differenza biologica tra il cervello maschile e quello femminile. Una ricerca pubblicata su Nature e riportata sul sito de La Repubblica conferma ciò che è già ben noto al mondo femminile. Questa classe specifica di cellule neurali maschile è stata individuata per la prima volta nel cervello di una vecchia conoscenza dei genetisti, il minuscolo verme Caenorhabditis elegans. Vista la sua semplice composizione anatomica (ha solo 385 neuroni) viene utilizzato per la ricerca da genetisti e biologi perché i suoi meccanismi cellulari interni possono essere comparati a quelli che avvengono nel corpo umano ad un livello base. E queste “cellule misteriose” hanno svelato una sorpresa: si sviluppano nel cervello del verme in un modo simile allo sviluppo cellulare che avviene in quello umano. Scoperte da un gruppo internazionale coordinato da Arantza Barrios, dell’University College di Londra, queste cellule “misteriose” di derivazione gliale (cellule che costituiscono il sistema nervoso insieme ai neuroni), si sviluppano con la maturità sessuale e funzionano come un campanello d’allarme che costantemente ricorda al maschio che le esigenze legate al sesso sono prioritarie, tanto che durante l’accoppiamento fanno passare in secondo piano perfino l’esigenza di mangiare. Come il cromosoma Y è unico nel genoma maschile, i neuroni appena individuati sono esclusivi del cervello dei maschi e sono la chiave che spiega le differenze nell’apprendimento e nelle abilità cognitive rispetto alle femmine. “Abbiamo dimostrato come le differenze genetiche e quelle nello sviluppo tra i due sessi siano legate a cambiamenti strutturali nel cervello che avvengono durante la maturità sessuale”, osserva Barrios. “Questi cambiamenti - ha aggiunto - fanno sì che il cervello maschile funzioni in modo diverso, rendendo i maschi più inclini a ricordare gli incontri sessuali avuti in passato e a considerare il sesso una priorità”. Irma Mecca

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 DENTISTA Reazioni possibili in ambito odontostomatologico

DI VALENTINA

LA RICCIA

Si può essere allergici alle cure del dentista? Le allergie ai farmaci possono manifestarsi in vari modi: dall’orticaria allo shock anafilattico, nel peggiore dei casi e reazioni allergiche sono risposte anomale del sistema immunitario verso allergeni, ossia molecole solitamente innocue per la maggior parte delle persone (pollini, forfore animali etc.). Tuttavia nel linguaggio comune si tende a chiamare allergia qualsiasi reazione indesiderata attribuita (spesso in modo arbitrario e senza una diagnosi medica) ad una sostanza e questo causa fraintendimenti tra medico e paziente ed impedisce a quest’ultimo di beneficiare delle cure migliori. Dobbiamo sapere che la reazione allergica coinvolge direttamente il sistema immunitario e viene diagnosticata dal medico in modo inequivocabile attraverso test specifici su cute o su sangue. È importante essere precisi, perché esistono anche reazioni avverse non allergiche provocate da altre cause: pensiamo ad esempio che gli anestetici locali possono provocare non solo reazioni allergiche ma più frequentemente psico-somatiche dovute a stress, idiosincrasiche causate da deficienze enzimatiche del paziente oppure tossiche da iperdosaggio. Oggigiorno la possibilità che si sviluppi una

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reazione allergica nello studio del dentista è minima, tuttavia esiste, perciò è indispensabile informare il proprio odontoiatra delle eventuali allergie di cui si soffre perché alcuni materiali impiegati comunemente nello studio dentistico possono essere potenzialmente allergizzanti. Le allergie a farmaci come antibiotici, antinfiammatori ed anestetici, possono manifestarsi con l’orticaria, l’asma e la rinite o, nella peggiore delle ipotesi, con lo shock anafilattico, una reazione grave che deve essere curata adeguatamente e tempestivamente. Per quanto concerne invece i prodotti non farmacologici di impiego odontoiatrico come gomme (lattice e additivi), resine, antimicrobici (antisettici per cute o mucose come etanolo e clorexidina, disinfettanti, antibiotici topici), coloranti, preservanti (parabeni), aromatizzanti, detergenti (contenuti in dentifrici e colluttori), metalli, amalgama d’argento etc., questi possono causare dermatiti e stomatiti allergiche da contatto. In genere la mucosa orale si sensibilizza meno rispetto alla cute poiché la ricca vascolarizzazione di cui è dotata allontana rapida-

mente l’allergene e la saliva lo diluisce in concentrazioni non sensibilizzanti, tuttavia potrebbero manifestarsi senso di torpore, dolore o bruciore del cavo orale, alterazioni nella percezione dei gusti e xerostomia (bocca secca) non necessariamente accompagnati da segni clinici quali iperemia (mucose arrossate), edemi, afte, cheiliti e dermatiti nella zona periorale. Se vi rivedete in uno dei quadri sopra descritti, dovrete innanzitutto prenotare una visita dall’allergologo che, a seguito di un’accurata anamnesi (cronologia degli eventi e delle sedi, evoluzione delle lesioni, prodotti impiegati re-

centemente) sceglierà quali allergeni testare. Una volta individuata la sostanza responsabile dell’allergia, la terapia della stomatite allergica da contatto consisterà semplicemente nella rimozione della sostanza allergizzante e nella sostituzione con altri prodotti a base di molecole chimicamente diverse. Per favorire la guarigione delle lesioni si consiglia di fare sciacqui con un colluttorio contenente un antinfiammatorio e applicare localmente gel a base di acido ialuronico. Nei casi più importanti si prescriverà una terapia a base di corticosteroidi topici o sistemici.

DA SINISTRA GIOVANNI PAPA, TIZIANA CARELLA E CLAUDIA GIRARDI (*)

L’aspetto omotransfobico e le sue drammatiche conseguenze

Tutte le facce del bullismo Può portare a conseguenze gravissime: dalla depressione al suicidio. Nell’esito più drammatico, le statistiche raddoppiano nei casi GLBT l bullismo è un fenomeno socio-relazionale caratterizzato da oppressione psicologica, fisica o verbale, perpetrata da un bullo (ossia colui che mette in atto aggressioni e prevaricazioni) ai danni di una vittima (colei che subisce e viene perseguitata). Da uno studio della SIP (Società Italiana di Pediatria) emerge che nel 2012 la percezione dell’incidenza degli atti di bullismo tra i ragazzi delle scuole medie è stata di circa il 53%. Si manifesta in età compresa tra i 7 e i 16 anni e sembra diminuire con l’avanzare dell’età. Che differenza c’è rispetto ai semplici conflitti che possono esserci tra coetanei? L’intenzionalità del bullo di far male all’altro; la mancanza di compassione; la ripetitività e la frequenza degli episodi oltre alla differenza di potere tra il bullo e la vittima. I conflitti, invece, di solito terminano con un confronto e una conseguente negoziazione delle parti. Tra le varie tipologie di bullismo, esistono le varianti omofobica e transfobica. L’omofobia corrisponde al complesso di reazioni di ansia, rabbia, paura e avversione nei confronti dell’omosessualità che si sviluppa a partire da stereotipi e pregiudizi e si manifesta in atti di prepotenza e abuso rivolti a persone omosessuali o individui percepiti come tali. La transfobia, invece, si avvicina all’omofobia ma è rivolta

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a persone che sfidano i ruoli di genere (transgender) e alle persone transessuali. Perché esistono questi fenomeni? Gli individui hanno il “naturale” bisogno di definire cosa è normale e cosa è deviante o patologico. Nel bullismo omotransfobico l’etichetta dell’altro come diverso serve a proteggere la propria identità e a sentirsi adeguati rispetto agli standard socioculturali sul genere e l’orientamento sessuale, a sentirsi inclusi nel gruppo dei pari e a dare prova pubblica della propria normalità, che in tal caso corrisponde all’eteronormatività. Ma perché è un fenomeno così preoccupante? Innanzitutto le conseguenze sulle vittime possono essere molto allarmanti, tra esse: la perdita di sicurezza e di fiducia, la perdita di autostima, uno scarso rendimento scolastico, il rifiuto della scuola e l’assenteismo oltre a difficoltà di concentrazione. Ma non è tutto. Possono manifestarsi conseguenze ancor più gravi per chi subisce, tra cui: depressione, aggressività, autolesionismo, ansia sociale, attacchi di panico, disturbi psicosomatici e, nei casi più estremi, condurre al suicidio, esito che vede le statistiche raddoppiare in caso di soggetti GLBT. Anche la figura del bullo ha delle peculiarità. Di solito i prevaricatori sono bambini o ra-

gazzi tendenzialmente più aggressivi dei loro coetanei e che finiscono con il mettere in atto comportamenti violenti che perdurano nel tempo. Inoltre i bulli sembrano prediligere valori diversi rispetto ai coetanei, quali successo, ricchezza e dominanza. Il bullismo omotransfobico si differenzia da quello comunemente inteso per il fatto che la vittima può incappare in difficoltà maggiori nel chiedere aiuto agli adulti dal momento che le prepotenze riguardano una dimensione molto intima, la sessualità, e la denuncia delle violenze porrebbe ancora più attenzione su di essa. Inoltre, un bambino o adolescente vittima di tale forma di bullismo difficilmente può contare sul sostegno e la protezione dei suoi compagni che, preoccupati di poter venire etichettati a loro volta come “diversi”, tendono a mantenere le distanze dalla vittima. Una ulteriore implicazione di questo e altri tipi di bullismo è la sua diffusione attraverso i social media: il cyberbullismo, caso in cui la vittimizzazione assume connotati ancor più insidiosi poiché i bulli possono restare nell’anonimato ed eludere qualsivoglia provvedimento disciplinare ed educativo. E noi, tutti, cosa possiamo fare di fronte a questo fenomeno? Oltre a favorire l’educazione alle differenze, sarà importante agire precocemente sulle competenze emotive dei protagonisti, al fine di generare una reciprocità affettiva nei conflitti tra bulli e vittime.

(*)Tiziana Carella, Giovanni Papa e Claudia Girardi, psicologi e psicoterapeuti

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società La testata diretta da Ivana Gaeta spegne la sua prima candelina Un anno di Rec24, tutti reporter di Capitanata Una realtà per gran parte al femminile: dalla direzione alla redazione i scrive giornalismo partecipativo, si legge opportunità, per chiunque, per raccontare le città e territorio, per condividere il bello e il buono che c’è, o per denunciarne brutture e storture. Dalla “A” di Accadia alla “Z” di Zapponeta, armati solo di tablet, smartphone e spirito di osservazione. E’ questo quello che, da un anno a questa parte, fa (e permette di fare) la piattaforma Rec24.it. A dirigere la testata è la giornalista Ivana Gaeta, circondata da donne: Mariangela Mariani in redazione e Maria Grazia Di Gennaro ideatrice del logo. A supportare le quote rose di Rec24, però, ci sono anche valenti colleghi e collaboratori, come Francesco Quitadamo. Oggi Rec24 spegne la sua prima candelina e i suoi numeri sono imponenti: all’8 novembre (anniversario del debutto nella rete delle reti) sono stati caricati oltre 1.110 contenuti, 2000 fotografie a corredo degli articoli e otre 750 video. Direttore, qual è il bilancio di questo primo anno di attività? Il bilancio è positivo: l’idea sta funzionando e riceviamo video e segnalazioni

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Mariangela Mariani e Ivana Gaeta

da tutta la provincia. Il progetto è stato apprezzato anche da importanti realtà, che hanno scelto Rec24 come partner giornalistico, come la CIA Foggia-Confederazione Italiana Agricoltori, SPI Cgil e Smile Puglia. Inoltre, siamo stati media-partner del Premio Lupo e del Comune di Orsara di Puglia per la notte

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dei Fucacoste, per citare solo alcune delle iniziative che ci hanno visto ‘in campo’. Sinceramente non ci aspettavamo tanto in un solo anno di vita. Un progetto - direzione, redazione e comparto grafico - quasi tutto al femminile: in che modo questo aspetto caratterizza il vostro lavoro? Comandiamo noi donne: lo dico sorridendo ma è vero. Ci mettiamo un tocco in più di passione e creatività, ma anche di equilibrio. Amiamo questo lavoro, che facciamo ormai da molti anni, forti di esperienze precedenti che ci hanno viste impegnate in radio, televisione e sulla carta stampata. La credibilità ce la siamo conquistata sul campo e non rinunciamo mai a confrontarci. Come è possibile far convivere e dialogare le deontologia giornalistica con il protagonismo di utenti, lettori, cittadini? Gran bella domanda. In poche occasioni ci siamo trovati a dover rifiutare la pubblicazione di un video inviatoci. Un utente ci inviò un video per denunciare un presunto ‘fannullone’, ma del sensazionalismo non ce ne importa nulla:

nessuno deve essere messo in cattiva luce senza prove e senza potersi difendere. Noi non siamo né un tribunale né un ufficiodelazioni. Un altro video che abbiamo rispedito al mittente, invece, vedeva protagonista un personaggio che, alle ultime elezioni amministrative, ha conquistato l’attenzione dei media nazionali. Era un insieme di insulti e di accuse rivolte ai suoi avversari politici: avremmo fatto tanti click, ma in situazioni come queste ne facciamo volentieri a meno. Qual è stato l’evento più “sentito”, raccontato e condiviso fino ad ora? Ce ne sono stati diversi. La serata di Muti per la riapertura del Teatro Giordano ci ha dato le prime grandi soddisfazioni. Gli utenti hanno inviato video dall’interno del teatro e poi li hanno condivisi e commentati, aggiungendo emozioni e dettagli al racconto collettivo di una serata storica per Foggia. Poi le contestazioni al leghista Salvini, le nevicate dello scorso inverno,

le vittorie del Foggia e le alluvioni delle scorse settimane sono state ‘virali’, per usare un termine che rende bene l’idea. Tavoliere, Gargano, Monti Dauni: qual è la fetta di territorio che si è mostrata più collaborativa? Tra quanti ci inviano video e foto abitualmente, con molti ormai c’è un rapporto confidenziale. Lucia, Gioacchino, Ennio, per fare solo alcuni nomi, sono affezionati a Rec24: tengono al progetto, e questo è bellissimo. Video, foto e segnalazioni arrivano da Foggia e da tutte le aree della provincia, ma quelli più condivisi riguardano i Monti Dauni. Vogliono far apprezzare a tutti le bellezze e la vivacità culturale dei loro borghi. (m.g.f.)


al femminile IL PROGRAMMA Tutti i volti della violenza DEGLI EVENTI Gli eventi promossi dalla consigliera di Parità della Provincia

Tra i temi: discriminazioni sul lavoro, caporalato e ricatti sessuali

a violenza sulle donne ha tante facce. E spesso del territorio, tutti accomuè talmente subdola da insinuarsi nelle co- nati dal medesimo obietscienze e serpeggiare negli ambienti familiari, tivo. Ovvero tracciare lavorativi, sociali e mettere radici. L’isolamento è strategie di promozione e dietro l’angolo, lo scoramento e la sfiducia pure. Lo radicamento della parità di sa bene la Consigliera di Parità per la provincia di genere, inserimento lavoFoggia, Antonietta Colasanto, impegnata in prima rativo, inclusione sociale e linea in quella che definisce “la politica delle buone di tutte le azioni che in prassi” finalizzata alla promozione e divulgazione di qualche modo possano aiuazioni di contrasto alla violenza e alla discrimina- tare quante, oggi più che zione di genere. mai, sono vittime di discriPer lei, avvocatessa con alle spalle 20 anni di minazioni e violenze. esperienza nel sociale, i due concetti - discrimina“Gli appuntamenti in zione e violenza - costituiscono un binomio inscin- programma toccano temi importanti, oserei dire dibile perché non c’è violenza scottanti”, spiega la Consigliera Colasenza un presupposto di disanto. “Abbiamo parlato di caporalato scriminazione. Non si come ricatti sessuali, scandagliando una batte l’una senza debellare delle sacche più oscure della nostra l’altra. E, per contribuire a cosocietà, dove maturano prepotenze, struire una coscienza civile discriminazioni e atti contrari alla dinelle giovani generazioni, ma gnità di tante donne. Secondo alcune non solo - ha organizzato una ricerche dei sindacati, sono proprio le rassegna di eventi (“Discrimiitaliane le nuove schiave, costrette a nazione e violenza; due facce sottostare a caporali e fattrici per nedella stessa medaglia”) che, cessità economiche”. Molti dei temi giunta alla seconda edizione, trattati sono mediati attraverso il linmette seduti allo stesso tavolo guaggio delle arti, per un approccio associazioni, sindacati, profesche possa essere immediato e natuAntonietta Colasanto sionisti, artisti e realtà diverse rale. Quasi istintivo.

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“Le violenze sulle donne sono tante e noi cercheremo di analizzarle tutte. Il nostro interesse non è dialogare tra di noi, ma coinvolgere tutti quei soggetti che possono aiutarci a tracciare alternative e soluzioni possibili”, sottolinea la Consigliera. A pesare maggiormente sono le prepotenze ed i soprusi che si consumano oggi in ambito lavorativo con donne sfruttate, sottopagate, schiavizzate, derubate del loro talento, delle loro capacità e dei loro diritti. “Per questo, stiamo lavorando molto in direzione della conoscenza dei diritti, spesso sconosciuti per condizionamenti sociali o altro. Il nostro impegno – conclude – si concretizzerà poi in un percorso di inserimento nel mondo del lavoro. Perché, lo dice anche la Costituzione, il lavoro da dignità alla persona. Ma anche forza e indipendenza”. (m.g.f.)

LA MADONNA NERA LE MADONNE NERE 25 novembre, ore 16 Palazzo Dogana Mostra a cura dell’artista Maria Cirillo, incontro con le donne e degustazione di prodotti enogastronomici etnici. ERODIADE – LA VIOLENZA DELL’AMORE CHE VUOLE 1° dicembre, ore 17 Palazzo Dogana Opera senza canto, incontro con le associazioni e riflessioni sul tema della violenza e percorsi di inserimento delle donne violate nel mondo del lavoro. IN PUNTA DI PIEDI, IL PARTO DIFFICILE: MITI CLASSICI E TRADIZIONI DI CAPITANATA 15 dicembre, ore 17 Palazzo Dogana Presentazione ricerca dell’Unifg – Dipartimento Studi Umanistici. Con l’evento sarà presentata la mostra fotografica dell’artista Anna Maria Salvatore dal tema “La Maternità”.

Continuano le battaglie della onlus fondata da Bongiorno & Hunziker

‘Doppia Difesa’ contro l’alienazione parentale

Una forma di violenza che troppo spesso viene trascurata: vittime sono i bambini nell’ambito di separazioni conflittuali on si arresta la battaglia della Fondazione “Doppia Difesa” contro la violenza sulle donne e in ambito familiare. Anche quest’anno, infatti, è possibile sostenere la onlus fondata da Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker - che offre sostegno e tutela alle vittime di violenza - destinando il 5x1000 in favore della Fondazione Doppia Difesa Onlus indicando il Codice Fiscale della Fondazione, 97460840156. “Dopo il successo del 2014”, spiegano Bongiorno e Hunziker, “abbiamo scelto ancora Rai Cinema e la One More Pictures: quest’anno abbiamo realizzato tre spot che richiamano l’attenzione su una forma di violenza troppo spesso trascurata, quella di cui sono vittime i figli nell’ambito di separazioni conflittuali. Purtroppo, infatti, in queste circostanze molte volte i bambini sono strumentalizzati da un genitore ai danni dell’altro: questo fenomeno – definito “alienazione parentale” – vede come genitore alienato non

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solo il padre, ma spesso anche la madre”. “Riteniamo fondamentale far capire che i bambini vengono prima di tutto: noi abbiamo il dovere di tutelarli, e loro hanno il diritto di essere tutelati. Anche quest’anno abbiamo voluto lanciare un messaggio positivo, che andasse oltre il dolore e la sofferenza: abbiamo mostrato come i conflitti tra ex possano essere superati facendo prevalere la v o lontà di assicurare ai figli un sano rapporto di crescita con entrambi i genitori, fondamentale per il loro equilibrio psicologico. Speriamo, con questa campagna, di riuscire a trasmettere dei modelli in grado di stimolare comportamenti positivi e responsabili verso i figli e di favorire il dialogo tra ex come unico strumento per giungere a soluzioni pacifiche e condivise”. Angela Dalicco

UNA BELLA GIORNATA L’elemento caratterizzante dell’alienazione parentale è il tentativo da parte di uno dei due genitori di mettere il figlio contro l’ex coniuge. In questo episodio – in cui i genitori sono interpretati da Raul Bova e Andrea Osvart – al padre viene negata la possibilità di scegliere come trascorrere il suo tempo con il figlio Pietro. La situazione si risolve con un compromesso e il finale offre una possibilità di ripensamento che porta il genitore alienante, in questo caso la madre, ad assumere un atteggiamento positivo e corretto nei confronti del figlio. IL COLLOQUIO La scuola e l’educazione dei figli sono spesso oggetto di scontri violenti tra ex coniugi; è proprio questa situazione il fuoco dell’episodio che vede protagonisti Chiara Francini e Rolando Ravello, genitori in contrasto davanti a un’insegnante – Milena Mancini – preoccupata per la piccola Carlotta, sempre più chiusa e infelice. Nel finale dell’episodio si assiste alla “redenzione” dei genitori, che offre agli spettatori una prospettiva di cambiamento indispensabile per il benessere dei figli. I TURNI PER STARE CON LEI L’affidamento e la gestione del tempo da passare con i figli sono tra gli aspetti più difficili da governare in una separazione conflittuale. Questo episodio, che vede protagonisti Ambra Angiolini e Vinicio Marchioni, racconta come spesso i bisogni dei bambini - e persino i loro diritti - siano trascurati per effetto delle incomprensioni e dei litigi tra genitori. Il finale racconta un’altra storia: quella in cui trionfa il sorriso della piccola Marta, salvaguardato da entrambi i genitori come il dono più prezioso.

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