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editoriale di Maria Grazia Frisaldi

«Auguri donne! E ricordate che nessuno, e dico nessuno, si può permettere di calpestare la nostra dignità! Buona festa della donna a tutte… ed un grazie particolare a tutti quegli uomini che sanno cosa significhi la parola rispetto». Il post - semplice e diretto, come tanti se ne sono letti in questi giorni - è stato pubblicato su una bacheca Facebook lo scorso 8 marzo. Non una bacheca qualsiasi. A rendere questo messaggio diverso dagli altri, e a restituirgli quindi un peso differente, è la storia di chi ha affidato queste parole al noto social network. A pubblicarlo è stata Gessica Notaro, 28enne ex Miss Romagna sfregiata con l’acido, lo scorso 10 gennaio, dal suo ex fidanzato, riconosciuto e denunciato dalla vittima, mentre lui continua a dirsi innocente. Il processo è in corso, la verità dietro l’angolo. Un’aggressione-fotocopia a tante altre purtroppo registrate in lungo e in largo lo Stivale. Un gesto estremo, avvenuto dopo alcuni mesi di minacce e intimidazioni da parte dell’ex, cui sono seguiti tre delicati interventi chirurgici, due al volto e uno all’occhio. Mentre la ex Miss, addestratrice di leoni marini all’Acquario di Rimini, scriveva questo augurio a tutte le donne, nel Tribunale cittadino vi era il suo avvocato, in attesa dell’udienza a porte chiuse per i precedenti - minacce e atti persecutori - che Gessica (ma anche le persone a lei vicine) hanno subito dal suo ex. Avrebbe voluto essere presente. Seppure con il volto ancora bendato e un occhio sinistro malconcio e che potrebbe non recuperare mai appieno. Avrebbe voluto essere presente, ha confidato al suo legale, per far vedere quel viso sofferente e deturpato al suo aggressore. E trasformarsi, suo malgrado, in ‘terapia d’urto’. A pochi giorni dal nostro Premio 6Donna - durante il quale è stata lanciata la campagna #nonvoltarelatestadallaltraparte, contro la violenza di genere (ne parliamo nel nostro speciale) vorrei rendere omaggio al coraggio di questa giovane donna, che con sacrificio e tenacia sta cercando di trasformare il suo dramma in uno strumento per combattere la violenza sulle donne. Buona lettura.

sommario

Speciale Premio 6Donna 4 Una sinfonia di donne 5 •

Società 6 ‘Donna Faber’, il mestiere di essere donne Focus 7 In ‘trincea’ per i diritti sul lavoro Intervista ad Antonella Di Modugno

Polis 8 Strade alle pezze Bellezza 10 Vita da vespa con il ‘Waist training’ Speciale Lui&Lei 12 La stagione dell’amore Viaggi 13 Mio figlio viaggia da solo: istruzioni per l’uso Cucina 14 Primavera, stagione a tutto detox Sociale 16 Il ‘regalo’ di Giovanni Allevi per Foggia 17 Rubriche Salute 21 Primavera, tempo di allergie Al femminile 22 Marzia Albenzio, una carriera ‘Made in UniFg’ •

Monti Dauni, territorio in rosa

Cultura 23 Torna il Museo Provinciale del territorio •

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Samantha Fontana, il sorriso dell’omeopatia Le menzioni speciali dell’edizione 2017

Amori e passioni della Foggia che fu

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speciale Premio

6Donna

Questore di Foggia Piernicola Silvis , il Sindaco Franco Landella, Assessore Anna Paola Giuliani

Dal palco del Teatro Giordano parte la campagna #nonvoltarelatestadallaltraparte

Premio 6Donna 2017, una sinfonia di donne Menzioni speciali per le foggiane Maria Luisa D’Ippolito e Maria Rosaria Bruno a tre anni a questa parte, l’8 marzo, si suona sempre la stessa musica. Una sinfonia di donne, un concerto in rosa per raccontare la realtà di Foggia con occhi diversi, grati e innamorati. Il ritmo è sempre lo stesso: quello del cuore grande delle donne, che batte per la loro città. Il Premio 6Donna, giunto alla terza edizione, è nato con questo scopo ed è diventato un’istituzione. E’ entrato nel cuore dei foggiani, che lo hanno fatto proprio, portando sul palco del Teatro Giordano le voci più belle che riecheggiano in città, facendo emergere una città che altrimenti rimarrebbe in ombra.

D Con le Consigliere di Parità, Colasanto e Bagni Cipriani

Floredana Arnò e Annamaria La Notte - 50&Più

Gli attori del CUT Foggia - Teatro della Polvere

Virginia Barrett

Annarita Del Piano

The Queen’s Choir e il Maestro Agostino Ruscillo

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l’ambiente e del patrimonio artistico allo sport. I foggiani l’hanno scelta, indicando il suo nome per il terzo anno consecutivo. L’IMPEGNO IN UN VIDEO | Dal palco del Teatro Giordano, il mensile 6Donna ha lanciato la campagna #nonvoltarelatestadallaltraparte. Sono stati illustrati i risultati di un esperimento sociale, progetto nato da un’intuizione dell’editore Franco Di Gemma. A Foggia, in alcune strade trafficate della città, è stata simulata un’aggressione ai danni di una giovane donna. Il video mostra

LA FOGGIA CHE VALE | Quest’anno sono arrivate 53 segnalazioni, esempi civili che hanno nel loro DNA senso di comunità, sacrificio e la dedizione al bene comune. “Abbiamo ritenuto doveroso - ha spiegato il Presidente del Comitato organizzatore Angela Dalicco, direttore marketing del mensile - mettere in rete esperienze e persone, come accade per il nostro magazine sin dalla sua nascita, per far conoscere donne meritevoli al di là delle cariche ricoperte, di ruoli e status. In questo modo, vogliamo contribuire a dare Lauriola e Mazzone ancora più senso all’8 marzo e alle Agenti Allianz Schiavone tante battaglie ancora da fare per le reazioni dei passanti davanti ad una una piena valorizzazione dell’universo femminile scena di ordinaria violenza, sia fisica che verbale: in tutte le sue molteplici sfumature”. a fermarsi per prestare aiuto alla donna in difficoltà è stata, in media, 1 persona su 9, per lo più IL PREMIO 6DONNA | Come sempre sono le persone adulte, mentre tanti, soprattutto i più donne le protagoniste dell’iniziativa. Con il loro giovani, hanno preferito tirare dritto. “Abbiamo impegno, con la loro passione, con la loro dedi- deciso di ‘mettere alla prova’ i foggiani con la zione nei più disparati ambiti. Il titolo di Donna complicità degli attori del Cut Foggia - Teatro dell’anno è stato assegnato a Samantha della Polvere, Mariangela Fontana, farmacista e omeopata. Per lei Conte e Carlo Baldassini”, il gioiello in oro con la figura stilizzata ha spiegato il direttore resimbolo del giornale, realizzato artigiasponsabile di 6Donna, nalmente da Francesco De Matteo di Maria Grazia Frisaldi. “Si è Aurum et Margaritae. La menzione trattato di un ‘esperi6Donna nel Mondo è stata assegnata a mento’, un bilancio della Maria Rosaria Bruno, dell’Ufficio delle nostra attività per capire Nazioni Unite per il Coordinamento degli quanto è stato fatto e Affari Umanitari, che proietta Foggia sui quanto ancora c’è da fare. principali tavoli internazionali per la coOvviamente con questo struzione di un mondo più giusto, equo video non vogliamo ape solidale. Al premio è stato abbinato il porre alcuna etichetta necelebre Kuore dell’artista Gianni Pitta. Francesco De Matteo gativa alla città, ma Da Ginevra, dove era impegnata per ne- con Samantha Fontana evidenziare una tendenza goziare accessi umanitari, Bruno ha ringenerale e adeguare, di graziato la sua città in un videomessaggio, conseguenza, il nostro impegno nell’ottica di un dedicando questo premio ai genitori Raffaele e obiettivo comune”. Hanno commentato il video, Tina, che hanno ritirato per lei il premio. Men- confezionato da Michele Di Tonno e Stella Lo zione speciale, infine, a Maria Luisa d’Ippolito, in Campo dello studio ‘Visioni Creative’, il questore prima linea nelle principali battaglie della città, di Foggia, Piernicola Silvis, affatto stupito dell’indalla medicina al volontariato, dalla tutela del- differenza davanti a episodi più genericamente

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Il video messaggio da Ginevra di Maria Rosaria Bruno

criminosi, reati e ingiustizie, il sindaco Franco Landella che ha lamentato quanto l’ignavia sia il male dei tempi e l’assessore Anna Paola Giuliani che brandisce l’arma della Cultura per risvegliare le coscienze soprattutto tra i giovani. LA SERATA EVENTO | Come sempre, sono i talenti delle donne della nostra terra i protagonisti della serata di gala del Premio 6Donna, presentata dalla giornalista Mariangela Mariani, firma storica del mensile di genere. Dinanzi ad un teatro gremito in ogni ordine di posto - in sala è stata riservata una poltrona alla campagna nazionale ‘Posto Occupato’ per ricordare con un gesto concreto tutte le donne vittime di violenza - ha aperto la serata Virginia Barrett, artista eclettica foggiana. Il suo è stato un ritorno a casa (mancava in città da 12 anni). Al pubblico foggiano ha raccontato, tra teatro e musica, la complessità di Marlene Dietrich. Hanno incantato il pubblico presente, invece, le “reginette” dirette dal Maestro Agostino Ruscillo, Maestro di Cappella e organista titolare della Cattedrale di Foggia edocente del Conservatorio Umberto Giordano. E’ lui che ha ideato il progetto ‘The Queens Choir’, formazione tutta al femminile, per una miscela corale di grande impatto. Ancora un ritorno, questa volta in Puglia, è stato per l’attrice Anna Rita Del Piano, nota al grande pubblico per la sua interpretazione della mamma di Checco Zalone nel film Che bella giornata, oggi impegnata a teatro in progetti contro il bullismo. Il Premio 6Donna, patrocinato dal Comune di Foggia, dalla Provincia di Foggia e dalla Consigliera di Parità della Provincia, è sostenuto dagli Agenti Allianz Lauriola Mazzone e Schiavone, e dall’Associazione 50&Più, oltre che da Publicentro Srl, editore del free magazine. Anche quest’anno il mondo della scuola è stato coinvolto attivamente nella cerimonia: hanno partecipato gli studenti dell’ITC Giannone di Foggia, impegnati nel servizio di accoglienza, accompagnati dalla docente Billa Consiglio. Photo: Stella Lo Campo - Visioni Creative


speciale Premio

6Donna

Mette le sue competenze e conoscenze al servizio dell’altro, insieme ad una buona dose di sensibilità e ad un sorriso sempre aperto. Donna, mamma di due bambini ed apprezzata farmacista, si è specializzata nel campo dell’omeopatia con un unico obiettivo: alleviare le sofferenze dei pazienti oncologici dagli effetti collaterali del trattamento chemioterapico. E’ impegnata anche nella formazione di nuovi farmacisti omeopati per condividere la medesima missione.

IL PREMIO 6DONNA 2017 SAMANTHA FONTANA

L’editore Franco Di Gemma e il direttore marketing di 6Donna Angela Dalicco premiano la ‘Donna dell’Anno’ Samantha Fontana. Per lei un gioiello in oro bianco realizzato dall’orafo foggiano Francesco De Matteo, della gioielleria ‘Aurum et Margaritae’

La farmacista e omeopata 45enne foggiana si aggiudica il Premio 6Donna 2017

Samantha Fontana, il sorriso dell’omeopatia La medicina alternativa come ‘risorsa’ in ambito oncologico: “Allevia le sofferenze dei malati in trattamento chemioterapico” dealmente, dedica la vittoria del Premio 6Donna 2017 a Giulia, Francesca e a tutte le persone incontrate negli ultimi 15 anni. “Tutte storie simili, eppure uniche”, spiega. Sono quelle dei pazienti oncologici che Samantha Fontana, farmacista e omeopata 45enne foggiana, ha supportato durante il tempo buio delle aggressive cure contro il cancro con terapie omeopatiche finalizzate ad alleviare le terribili conseguenze dei trattamenti chemioterapici. Effetti collaterali che per molti malati risultano essere anche peggio della malattia in sé. Nella candidatura giunta a suo nome, si legge di una «una mamma, di un’amica dal cuore immenso e dal sorriso contagioso; ma soprattutto di una professionista, una farmacista scrupolosa, che integra la medicina tradizionale con quella alternativa, senza però mai sostituirla». “Tante persone le ho viste andar via, è inevitabile. Con altri sono rimasta in contatto”, spiega la donna dell’anno 2017 facendo chiarezza sul

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suo impegno. “Sull’argomento c’è ancora una ad avvicinarmi all’omeopatia, grazie anche ad scarsa conoscenza in generale, tanti dubbi e una serie di opportunità di studio e di crescita tante remore. L’omeopatia, sia ben chiaro, non che mi sono state offerte nel corso degli anni. cura il cancro; è una malattia che va trattata chi- Peraltro - puntualizza - oggi, c’è un ricorso al rurgicamente o con cicli di farmaco esagerato e chemioterapia e radioteratroppo semplicistico pia; trattamenti aggressivi e spesso si consiche si portano dietro una dera il farmacista serie di disturbi correlati, come un mero botche possono essere notetegaio. Nulla di più volmente alleviati con mesbagliato. In ambito dicinali omeopatici”, oncologico poi, il continua. farmacista può davCome si è avvicinata vero offrire al meall’omeopatia è presto dico quel quid in più detto: “Mi sono laureata al in termini di rispetto Bari nel 2002. All’università e recupero della diho sostenuto 17 esami di gnità del malato, chimica; poi sono diventata mettendo loro a dimamma e ho capito che la sposizione una sorta sola chimica non mi poteva di arsenale terapeuSamantha Fontana, farmacista più bastare. Così ho iniziato tico”.

In Italia si lavora su questo versante relativamente da poco tempo (solo il 33% degli italiani ricorre abitualmente all’omeopatia). “In Francia, invece, dal 2003 esiste un Protocollo farmaceutico oncologico con relativo Protocollo omeopatico di accompagnamento”, continua. Proprio nella capitale di Francia, Samantha Fontana affronterà presto una nuova tappa della sua formazione, «selezionata tra i tre migliori farmacisti omeopati del Sud Italia - come si legge nella segnalazione - a partecipare al corso di formazione organizzato dal CEDH, Centre d’Ensignement Développement de l’Homéopathie, scuola internazionale impegnata nell’omeopatia clinica. I corsi, che si terranno a Parigi, partiranno in autunno prossimo». Per lei, è un riconoscimento importante: “Sono onorata di potervi partecipare, di essere tra i 10 farmacisti selezionati in Italia. Sono un’entusiasta della vita e del mio lavoro: il mio sogno in materia è quello di poter contribuire a creare una figura di farmacista formatore ufficiale”.

menzioni speciali

Menzione Speciale a Maria Luisa D’Ippolito

Dalla medicina al volontariato, dalla tutela dell'ambiente e del patrimonio artistico allo sport. Un impegno totale e totalizzante in tutti gli ambiti professionali e sociali nei quali ha profuso impegno, sensibilità e capacità organizzative. In prima linea nelle principali battaglie della città, oltre alla faccia, agli ideali e alle ragioni della comunità, ci ha sempre messo il cuore, dimostrando uno straordinario attaccamento al territorio e alle sue genti.

La Menzione speciale “Premio 6DONNA” della 3^ edizione del Premio 6Donna va a Maria Luisa D’Ippolito

L’artista Gianni Pitta con Raffaele e Tina Bruno, genitori di Maria Rosaria

Da Foggia ai principali tavoli internazionali per giocare la partita più importante: la costruzione di un mondo più giusto, equo e solidale. Le tappe del suo impegno hanno toccato le zone più calde e difficili del mondo, colpite da guerre, terremoti e carestie o vessate da gravi crisi sociali. In questi luoghi, porta il linguaggio della mediazione, contribuisce a negoziare accessi umanitari e a tracciare una strada per la conciliazione, spendendosi in prima persona e guardando sempre al mondo e all’altro con una sensibilità del tutto femminile.

La Menzione Speciale “6DONNA NEL MONDO”della 3^ edizione del Premio 6Donna va Maria Rosaria Bruno marzo - duemiladiciassette

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società on sono principesse, non sono ritratte in pose plastiche, né in abiti ricamati con pizzi e merletti, ma hanno negli occhi la luce e la soddisfazione di chi ce l’ha fatta, di chi è riuscita a realizzarsi facendo il mestiere che desiderava da bambina. C’è chi sognava di diventare fabbro o minatore, chi di guidare un elicottero o di fare il vigile del fuoco, la guardia giurata, la camionista. Sono donne che fanno mestieri da uomini, ritratte nella quotidianità di ruoli considerati ancora appannaggio esclusivamente maschile.

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La mostra “Donna Faber. Lavori maschili, sessismo e altri stereotipi” ha fatto tappa a Foggia, nell’ambito delle attività promosse dall’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Foggia, Antonietta Colasanto. “Stiamo operando un percorso di educazione di genere indirizzato alla cittadinanza”, racconta la

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A Palazzo Dogana la mostra fotografica frutto di una ricerca di sociologia visuale

‘Donna Faber’, il mestiere di essere donne Consigliera. “Siamo convinti che le discriminazioni di cui la donna ancora oggi è oggetto, vadano combattute educando prima di tutto le nuove generazioni. Dopo il primo Festival del Cinema di Genere, realizzato nei mesi scorsi in collaborazione con l’associazione Cinemafelix, infatti, abbiamo promosso una serie di incontri rivolti ai bambini dai 7 ai 12 anni, con il titolo esplicativo di “Ma quale principe azzurro”, che hanno inteso raccontare ai più piccoli, il percorso di vita di eroine non convenzionali, quali Frida Khalo, Violeta Parra, Juana Azurdauy e Artemisia Gentileschi. La mostra Donna Faber, inaugurata alla presenza della Consigliera Nazionale di Parità, Francesca Bagni Cipriani, dunque, porta a compimento un percorso dal più ampio respiro.” Nel corso dell’inaugurazione a Palazzo Dogana, si è svolta una lectio magistralis tenuta da Antonella

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Cagnolati, docente di Storia dell’Educazione di Genere all’Università di Foggia e rappresentante delle Pari Opportunità, sul tema “Sguardi differenti – Il lavoro delle donne in un’ottica di genere” e da Emanuela Abbatecola, docente di Sociologia Economica e del Lavoro Università di Genova, su “Donna Faber. I lavori maschili e altri stereotipi”. La fotografia è utilizzata come strumento di comunicazione immediata e ricerca sociale, mezzo per uscire dall’ambito accademico e portare l’esito degli studi compiuti, in giro per l’Italia. Il progetto è, infatti, il frutto di una ricerca di sociologia visuale sviluppata dal laboratorio Ag. About Gender e il laboratorio di sociologia visuale dell’Università di Genova, coordinato da Emanuela Abbatecola, ricercatrice e direttore della Rivista Internazionali di Studi di Genere AG-AboutGender. Le fotografie sono state realizzate dall’associazione culturale 36° Fotogramma. Trenta immagini a corredo di altrettante interviste e testimonianze, che raccontano le storie di donne che quotidianamente si misurano

con un mondo del lavoro sessista e costellato da pregiudizi, difficili da abbattere. “Una volta ero a casa di un cliente e il mobile non entrava. Il marito mi guardava e ha detto alla moglie ad alta voce: te l’avevo detto che una donna non è capace di prendere le misure!”, si legge a corredo della foto che ritrae “Irene, falegnama”. L’uso del femminile nelle didascalie delle immagini, come spiegato in calce, è volutamente forzato, per sottolineare quanto anche grammaticalmente il maschile assume troppo spesso un’autorevolezza ostentata. “I passi avanti nella storia dell’affermazione dei diritti delle

donne nel mondo del lavoro sono stati fatti e sono tanti – ha concluso la Colasanto - ma non è ancora abbastanza. Bisogna puntare alle politiche legate alla conciliazione tempo vita - lavoro. Un donna, a partire dalla famiglia, deve essere messa in condizione di potersi realizzare e lavorare in maniera serena. Bisogna operare delle scelte fatte in base alle capacità e sarebbe tutto più facile se si riconoscesse alle donne la grande capacità che hanno di portare nel lavoro il loro essere originali, la propensione alla creatività, la passione, peculiarità unica delle donne, in ogni ambito”. Ilaria Di Lascia


Antonella Di Modugno, a capo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Foggia

focus

In ‘trincea’ per i diritti sul lavoro on si accontenta della classica spanna in più. Punta in alto, molto più in alto: “Sono un’ottimista e una perfezionista di natura. Il mio sogno è che Foggia possa diventare una eccellenza nella gestione del lavoro, e che l’ufficio che dirigo possa porsi al di sopra dell’illegalità che vessa il settore”. Ma Antonella Di Modugno, che da circa due anni è a capo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Foggia, è anche una donna con i piedi ben piantati a terra e subito addrizza il tiro: “Per raggiungere grandi obiettivi è necessario però un ricambio generazionale. Nuove energie, nuovi slanci, nuove risorse”. Pugliese di origine, è tornata nel tacco d’Italia il 1° aprile di due anni fa, dopo aver lavorato quasi esclusivamente nella Capitale. “Quando mi hanno detto di essere stata destinata a Foggia, in tutta onestà, ho pensato che si trattasse di una sede evitata da altri colleghi. Insomma mi era stata rifilata una ‘patata bollente’. Ho accettato però la sfida con grande slancio: so bene che chi è a Foggia è sempre in trincea, a cominciare dal Prefetto e tutte le altre istituzioni”, confessa. Una volta rimboccate le maniche, negli uffici di viale Di Vittorio ha riorganizzato la gestione del lavoro, pagando lo scotto di esserne la prima donna a capo. “Le regole iniziano nell’ufficio, poi vanno applicate all’esterno”, spiega con l’aria di chi dà filo da torcere ai dipendenti. Sono 97 in tutto, cui si aggiungono i 6 carabinieri del NIL, il Nucleo Ispettorato del Lavoro, che operano nella stessa sede. Dott.ssa Di Modugno, c’è una “rivoluzione” in atto, che sta investendo in pieno l’organizzazione e le attività del suo ufficio… L’ufficio, per sua definizione, svolge attività di contrasto al lavoro sommerso e irregolare accanto ad altre funzioni: abbiamo un ufficio legale collegato all’attività ispettiva, viene seguito l’aspetto conciliativo, quindi la mediazione nelle controversie di lavoro, e vi è l’attività interna che nessuno vede eppure è la macchina di tutto. La rivoluzione in atto è

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presto detta: l’entrata in vigore del decreto 149 del 14 settembre 2015 introduce l’Agenzia Unica per le Ispezioni del Lavoro, denominata Ispettorato Nazione del Lavoro, con sede a Roma, 4 sedi interregionali e 74 territoriali. In che termini si andrà ad ‘armonizzare’ quindi il lavoro? Questa agenzia integra i servizi ispettivi del Ministero del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail creando un unico corpo ispettivo col fine di migliorare la performance in generale, integrare le forze e snellire i procedimenti. Ovviamente è un percorso, siamo nella fase iniziale e la strada è tutta in salita. In che modo ha deciso, invece, di impostare e riorganizzare lavoro e risorse interne? Quali sono i cardini della sua, mi passi il termine, “gestione”? Ho cercato di motivare il personale, innanzitutto. E sto sostenendo il principio della ‘rotazione’ degli incarichi per evitare che, nel lungo termine, possano crearsi ‘feudi’ nei vari uffici. Più in generale ho rimodulato l’organizzazione del la-

Questa apertura all’esterno è fondamentale per guadagnare la fiducia dei lavoratori… Sì, e ho notato un ritorno positivo. Riceviamo segnalazioni e denunce, in forma anonima e non, relative a varie vicende lavorative per le quali i lavoratori intendono essere tutelati. Tutte situazioni che poi vengono studiate e gestite secondo norma, ovvero si procede con l’ispezione o con la conciliazione monocratica se vi sono i presupposti. La nostra attività, è bene chiarirlo,

non è solo sanzionatoria e repressiva, ma anche e soprattutto di mediazione, consulenza e conciliazione con l’obiettivo-principe di tutelare sempre il lavoratore. Lavoro irregolare, lavoro nero, lavoro privo di diritti e dei più basilari standard di sicurezza. Qual è la “fotografia” della città? E quali sono i settori più a rischio? E’ un territorio molto difficile. Riscontriamo criticità in tutti i settori, dall’agricoltura al commercio, dal settore turistico a quello dell’edilizia voro con la creazione di nuove aree (di cui siamo competenti anche per la ispettive, nominando anche una sicurezza, mentre per gli donna capoarea. altri settori la compeCosa fondamentale tenza spetta a Spesal per me è ‘aprire’ Asl). L’attività ispettiva si l’attività all’esterno: è molto rafforzata in per questo ho creato • Nell’anno 2016 sono state ispezionate 3.139 aziende, questi due anni: interveun front-office ed è delle quali 1.964 sono risultate irregolari e sono stati eseniamo a qualsiasi ora, in stato potenziato l’Ufguiti 2.952 accertamenti definiti per una percentuale di irqualunque giorno, in ficio Relazioni con il regolarità pari al 65,68%. modo imprevisto e imPubblico, che funge prevedibile. Vorrei però • Durante le ispezioni sono stati individuati 1.131 lavoda interfaccia con la che la legalità non sia ratori in nero e contestate alle aziende interessate altretcittà. C’è ancora solo ‘indotta’ dalla paura tante maxisanzioni; nel corso di tali verifiche sono stati molto da fare ma dei controlli e dal rischio adottati 122 provvedimenti di sospensione dell’attività imnon mi scoraggio. di sanzioni, ma divenprenditoriale. tasse endemica, cultu• E’ stato introitato un importo pari a 612.600 euro quali rale. sanzioni amministrative ed un importo di circa 234.00 euro In questo senso, la a titolo di sanzioni penali per un importo complessivo di ‘punizione economica’, oltre 847.500 euro. ovvero la sanzione, è lo strumento migliore? • L’Ispettorato ha promosso 139 tentativi di conciliazione Diciamo che non è il monocratica di cui 85 si sono conclusi con esito positivo per solo. Ma essendo sani lavoratori e le lavoratrici che hanno quindi ottenuto rispozioni importanti sicurasta alle proprie richieste di natura patrimoniale, con il ricomente sono un buon noscimento della sussistenza di rapporti di lavoro. deterrente. Ha notato una diffe• Per le attività di contrasto del fenomeno del caporalato renza tra le varie genee dello sfruttamento lavorativo in agricoltura sono stati efrazioni di imprenditori? fettuati 4 interventi tra agosto e settembre che hanno inteSi assolutamente. ressato un totale di 64 lavoratori provenienti dalla Romania, Nei giovani c’è tanta voMali, Costa d’Avorio e Burkina Faso, che hanno portato alla glia di imparare e una denuncia di 7 intermediari stranieri. diversa mentalità di ap-

“Vorrei che la legalità non sia solo ‘indotta’ dalla paura, ma diventasse endemica, culturale”

REPORT

proccio alle regole e alle norme. In materia di sicurezza, parliamo anche degli ispettori del lavoro: a quali problematiche possono andare incontro? In che modo garantire il corretto svolgimento delle ispezioni? Sono quelli più esposti a minacce, insulti, aggressioni. E’ successo purtroppo più di una volta. Però sono professionisti che hanno accettato il rischio: i risultati che hanno raccolto sul campo ha motivato e reso loro più collaborativi e attivi. Il rischio c’è, è inevitabile: la ‘rotazione’ dei ruoli messa in atto eviterà di trasformare loro in possibili ‘bersagli’. E tentativi di corruzione? In generale, questi sono uffici ad alto rischio corruzione. Ma questo non significa che lo siano. Qui non mi è mai giunto nulla all’orecchio, ma invito sempre tutti a denunciare qualsiasi situazione di illegalità. Una delle piaghe del nostro territorio è sicuramente quella relativa al caporalato e allo sfruttamento nei campi. Sull’argomento è stato aperto un tavolo permanente in Prefettura ed è attiva una apposita task-force: con quali risultati? A maggio scorso è stato siglato un protocollo d’intesa a livello nazionale tra Ministero del Lavoro, Ministero dell’Interno, le regioni a rischio, tra cui la nostra, Inps Inail e Caritas. Da questo incontro è scaturito un protocollo d’intesa a livello territoriale coordinato dalla prefettura. Il prefetto ha sensibilizzato le istituzioni locali affinché apportassero un contributo per combattere questa piaga, ognuno per la parte di propria competenza. Il nostro obiettivo è incidere in maniera stringente attraverso l’attività ispettiva. Purtroppo, parliamo di una piaga ormai incancrenita e che sarà difficile da sanare.

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polis

Consulta Comunale per la Parità, entra Dimitri Lioi

a cura di Mariangela Mariani

a Consulta Comunale per la Parità e le Pari Opportunità di Foggia non è più un organismo esclusivamente al femminile. Da febbraio è entrato anche Dimitri Lioi, presidente dell’Associazione “Giovanni Panunzio - Eguaglianza Legalità Diritti”. Con proprio decreto, il sindaco Franco Landella lo ha nominato, ad integrazione, Dimitri Lioi in seno alla Consulta, accogliendo la richiesta, formulata a novembre scorso dall’associazione, “per poter favorire e condividere collegialmente una politica efficace contro le discriminazioni nel territorio cittadino”. La partecipazione è a titolo gratuito, dunque incarico oneroso per chi vive fuori come Dimitri Lioi, ma l’avvocato bergamasco, da sempre impegnato a rinsaldare i rapporti tra l’associazione e il restante tessuto sociale della città, è presente con una certa frequenza a Foggia e impaziente di partecipare alla prossima riunione. La presidentessa Ilaria Mari è felicissima del nuovo ingresso: sbagliato - aveva detto in occasione delle celebrazioni del 25 novembre - escludere gli uomini, rischiando di incorrere in una visione parziale. In tutto, ad oggi, sono 29 i componenti della Consulta, numero che per certi versi rappresenta comunque un handicap e complica le attività dell’organo consultivo, ma che certamente si arricchisce di un ulteriore punto di vista.

L Foggia cantiere aperto: lavori infiniti in via Parisi e dintorni

Strade alle pezze Il Comune copre le buche, ma i foggiani non vogliono le toppe bile intervenire. È arrivata una tiratina d’orecchi anche alle società che effettuano scavi: l’Amministrazione ha chiesto una maggiore sinergia.

lla prima pioggia, la tattica chirurgica degli automobilisti che conoscono a memoria la geografia delle buche si scompagina, saltano gli schemi da battaglia navale e, inesorabilmente, scansare i crateri annacquati diventa un terno al lotto. Dei quasi 150 chilometri di strade nella cinta urbana di Foggia si salvano poche lingue di asfalto. Gli operai della squadra ausiliaria del Comune passano coi rulli e coprono le magagne, ma i rappezzamenti continuano a saltare. Le strade di cartone si sgretolano dopo un acquazzone e la brecciolina sparsa sulla carreggiata segnala il pericolo voragine.

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Gli interventi I rappezzamenti abbondano: solo a inizio marzo sono state rattoppate via Salandra, via Manerba, via Cavotta, tratturo Camporeale, uno degli ingressi della città, disastrato e sconnesso biglietto da visita; operai a lavoro per coprire le buche in via Martire, via La Rosa, via La Rocca, via Lenotti e via D’Addedda. Scorre anche la vernice: la segnaletica orizzontale è tornata in via Da Zara (insieme alle strisce blu che mancavano), via De Stisi, via Figliolia, via Rosati e via Testi. Ma i cittadini continuano a brontolare per le trincee. “Non è possibile cambiare pneumatici ogni 5-6mesi”, scrivono sui social sotto le foto dei lavori. E ancora: “Qui più che pezze va rifatto l’asfalto”. Puntual-

mente, arriva una vagonata di segnalazioni dai commenti ai post: tutta la zona della Macchia Gialla dove c’è la chiesa di San Pietro è impraticabile, cortile Luigi Zuppetta, via Sant’Eligio, e più passa il tempo più la lista si allunga. La strada del tribunale è martoriata da una vita. Via Trinita-

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poli manco a parlarne. Viale I Maggio - le tre corsie - è tutto dissestato, con le radici degli alberi che hanno sollevato la pavimentazione. L’ultimo censimento delle buche, inteso come faldone, risale all’amministrazione Mongelli. E così tante sfuggono ai ripristini. “Penso che gli ultimi rappezzamenti fatti siano peggio delle buche che coprono è caustico Giorgio Cislaghi, del Circolo Che Guevara di Foggia che da sempre pungola l’amministrazione insieme ai consiglieri di opposizione Vincenzo Rizzi e Marcello Sciagura - perché non ristabiliscono l’integrità del manto stradale, anzi creano delle insidiose deformazioni del manto stradale. Preoccupa come è stato rappezzato viale Fortore perché era una strada rifatta da poco che è tornata a essere piena di insidie”. Impensabile un piano organico di rifacimento del manto stradale, non ci sono le risorse e l’assessore ai Lavori Pubblici Antonio Bove continua a predicarlo, pur confermando l’impegno ad eliminare le buche e le condizioni di pericolo. Agire con l’asfalto a freddo è soltanto un palliativo per la messa in sicurezza, lo sa bene, quello a caldo garantisce una tenuta migliore e in primavera inoltrata sarà possi-

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I tempi biblici di Aqp Nei quartieri settecenteschi, nel groviglio di strade alle spalle della chiesa delle Colonne fino a piazza Medaglie d’Oro, residenti e commercianti combattono ancora con i lavori, infiniti, alla rete idrica. Il manto stradale è scarificato da mesi, dall’estate scorsa. Ormai è un cantiere permanente. Anche il Comune ha fatto la voce grossa con Aqp, ma non accelerano. Sullo sterrato, il passaggio delle macchine alza polveri in continuazione, con la pioggia diventa fanghiglia, i tombini sputano acqua, le infiltrazioni sono arrivate nei bassi e nelle grotte durante gli interventi. Gli abitanti sono esasperati. I commercianti lamentano perdite economiche: i fornitori non possono scaricare, i clienti cambiano strada, per paura di cadere, e gli esercizi commerciali diventano inaccessibili per anziani e disabili. Fine pena mai. Le condi-

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco

zioni sono persino peggiorate, e all’orizzonte non si vede la chiusura del cantiere: “È uno stillicidio - dice lo chef Gianfranco Brescia, che ormai in via Parisi guida la rivolta, denunce alla mano, considerate le ripercussioni sulla sua attività che è stato costretto a chiudere nei giorni infernali, quando il fango gli entrava nel ristorante Uno sconforto senza fine. Hanno fatto dei rabbocchi agli scavi esistenti mettendo sabbia e il risultato che è diventata una polveriera, in tutti i sensi. Siamo stanchi e disarmati”.

Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (Vill. Artig.) Tel. 0881.72.81.15 - Fax 0881.72.81.13

In redazione Mariangela Mariani Dalila Campanile

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Hanno collaborato Michela Serafino Ilaria Di Lascia Leonarda Girardi

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La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia


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a cura di Dalila Campanile

IL TRAINING DEL CORSETTO

Lo sport si fa vintage con il bustino delle dame d’Ottocento

i chiama waist training ed è una categoria di allenamento sportivo praticata da chi desidera modellare il proprio corpo in modo (quasi) permanente. In questo caso la zona interessata è il punto vita e il training avviene con l’ausilio di un corsetto specifico, il cui fine è quello di accentuare la forma a clessidra, considerata la silhouette seducente per eccellenza, perché a sua volta enfatizza anche il seno e i fianchi.

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‘Waist training’ Corsetto modellante, segreto di bellezza per snellire il punto vita

COME UNA DAMA l bustino per praticare in maniera efficace il waist training si ispira a quello delle dame ottocentesche. La forma più facile da indossare è quella a clessidra, il modello più comodo è l’underbust ovvero il più comune “stringivita” che fascia sotto al seno. La stoffa esterna può anche essere decorata magari in raso per le amanti del vintage - così da poter indossare il corsetto anche sopra le t-shirt mentre la stoffa interna a contatto con la pelle dovrà essere più morbida. Il nastro centrale di raso o di tela deve essere cucito alle quattro estremità per assicurare la massima efficacia della stretta.

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Vita da vespa con il

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VITA DA VESPA n principio furono le dame a stringerlo fino al punto di svenire: nell’Ottocento la massima ambizione era quella di avere una vita esile, arma di seduzione del tempo. Oggi è stata Kim Kardashian che ancora una volta ha fatto parlare del suo fisico prorompente grazie ai selfie mentre indossa un corsetto modellante. Sarà mica questo il segreto della sua sinuosa forma a clessidra? Secondo i sostenitori del waist training sembrerebbe di sì: lasciarsi sedurre da quello che all’apparenza sembra un capo di lingerie vintage al posto dei classici addominali non è difficile, occhio però al corretto metodo di utilizzo.

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l segreto ovviamente è lacostanza: bisogna utilizzare il bustino in maniera giornaliera per un numero prolungato di ore, effettuando degli aggiustamenti a seconda di come lo si avverte comodo nell’arco della giornata, adeguandolo ai cambiamenti percepiti dal nostro corpo. Questo significa che se la mattina siamo in grado di stringere i lacci per una circonferenza vita di 64 centimetri magari dopo pranzo avremo bisogno di allentare il bustino tornando ad una circonferenza di 66 centimetri. Attenzione anche all’allacciatura: le due strisce di tessuto devono essere parallele per garantire una pressione concentrata solo sul punto vita. I sostenitori del metodo sostengono che si possa raggiungere realmente una significativa riduzione del giro vita: non resta che provare.

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CORSETTO VS GUAINE ccorre distinguere il corsetto dai restanti prodotti simili disponibili in commercio. Le guaine modellanti da indossare sotto i vestiti così come quelle che si indossano dopo il parto possono solo modellare il corpo comprimendo l’adipe. Anche le cinture sportive e i sostegni per la schiena che stanno spopolando nelle palestre

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non hanno niente in comune con il bustino in questione. La differenza fondamentale è nel materiale: i primi sono realizzati in tessuto elastico che a lungo andare cede mentre per il secondo si usa il coutil, una delle tessiture più resistenti in assoluto, che garantisce l’efficacia del corpetto modellante sul lungo periodo.


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Speciale Lui&Lei

a cura di Dalila Campanile

’arrivo della primavera risveglia il corpo e l’anima. Ma soprattutto il cuore. Durante la stagione dell’amore chi non ha ancora incontrato l’anima gemella avverte un fremito nell’aria e ritrova la voglia di rimettersi in gioco, mentre chi è felicemente in coppia ritrova lo slancio per corteggiare il partner di sempre. Boccioli d’amore o piante ben radicate, non importa: qualunque sia la vostra situazione sentimentale è arrivato il tempo di scoprirsi e rilanciarsi nel’appassionato gioco della seduzione, regalandosi qualche piacevole vezzo da sfoggiare in camera da letto e non solo.

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anche zza ladra, ratti a g la e m Proprio co l partner sono att io e gli occhi d io: sedurre con un g a n ll a ti ll in o c c s una dallo , meglio se mente sul te n a ll ri b iello uosa cade volutt gazze. lunga che ra a d o c un gio seno sarà

Ispiratevi ai profumi della natura per scegliere la vostra nuova fragranza: il mix di fiori e frutti di stagione associato a note profonde che stuzzicano gli istinti più nascosti del partner sarà l’arma letale per lasciargli un ricordo olfattivo irresistibile.

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e i sexy anch per sentirs zioni prota s iu g e ri lle ge Basta la lin iù casto. Le nuove co può far inp i s o it e b h a c l’ a o s sott nco e ro ia b o anche se il z iz tt p e a camic a i di moda. pongono ll a d o s io z ali ma travedere m seducente non passa e co s e fr raso

La stagione dell’amore

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Il sole tiepido, la voglia di rilassarsi… Perché non coccolarsi con un bel massaggio? Per farlo a regola d’arte meglio procurarsi un olio adatto, arricchito da inebrianti profumazioni. Diventerà un piacevole rituale.


L’adolescenza è il momento migliore per compiere un viaggio

Mio figlio viaggia da solo: istruzioni per l’uso iao mamma, ciao papà! Sto organizzando una vacanza con amici…”. Questa è la frase temuta da ogni genitore e che prima o poi dovrà affrontare, seppur sia uno dei momenti più entusiasmanti nella vita del proprio figlio. Così, iniziano le prime domande:

“C

“Dove? Come?” e, soprattutto, “Con chi?”. Da non sottovalutare, poi, l’aspetto economico e i fini del viaggio, a cui seguono profondi dubbi ed insicurezze riguardo la maturità di coloro che, fino a ieri, erano solo dei pargoletti. Tranquilli, il timore è comprensibile: l’importante è considerare il primo viaggio di un figlio come un’opportunità di crescita e un’ulteriore formula educativa.

DI

MICHELA SERAFINO SOCIOLOGA

La soluzione per i genitori? L’investimento in vacanze studio Non bisogna dimenticare che, prima di diventare adulto e genitore, ognuno di noi è stato giovane e ha provato la stessa curiosità verso le novità e il mondo che c’è lì fuori. Allora, cari genitori, facciamo un passo indietro e torniamo alla gioventù, cercando insieme la soluzione adatta a questa delicata circostanza. Premesso che ogni momento della vita sia quello giusto per viaggiare, l’adolescenza è il tempo migliore! Durante quella che, oso poeticamente definire, la “primavera della vita”, ogni azione e gesto lasceranno un ricordo speciale nell’adulto di domani. Quindi, bisogna investire in cultura e viaggi ora e subito! Facendo leva sull’entusiasmo, la forza di volontà e la curiosità dei ragazzi, i quali mireranno principalmente alla libertà del viaggio, i genitori potranno metterli alla prova di sé. Un percorso

di formazione verso l’età adulta, in cui già la scelta della meta li porrà a serio confronto con persone adulte, in primis papà e mamma. Per tale ragione, parlarne in modo aperto e “giovanile” non servirà a nulla. Proprio perché lontani da casa e famiglia, il viaggio li porterà alla scoperta della responsabilità e dell’autogestione. Poco cambia se il soggetto in questione sia minorenne o maggiorenne, in

entrambi i casi si tratterà di un individuo molto “giovane” per organizzare autonomamente l’itinerario. A tutto ciò penseranno i genitori. E se il viaggio è all’estero? Niente panico! Si contano numerose agenzie di viaggio ed associazioni attive sul territorio per la promozione di scambi interculturali e vacanze studio all’estero: un mese in college o due settimane in un campus al Nord Europa e a settembre noterete i risultati anche con la lingua straniera. E chi

l’ha detto si può viaggiare solo in estate? Le scuole sono spesso promotrici di gemellaggi internazionali svolti in itinere. Inoltre, in molti già sapranno che l’Inpdap (Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica) mette a disposizione un bando annuale diviso in due quote, di cui la prima offerta dall’istituto e la seconda a carico delle famiglie in base al reddito del nucleo. Tuttavia, nonostante le agevolazioni fiscali e finanziarie, in altri casi un viaggio in Italia o all’estero può comportare dei sacrifici di tasca. Allora, la domanda sorge spontanea: si risparmierebbe mai per l’istruzione e la cultura dei figli? L’investimento nei viaggi, mirati ad una giusta causa, hanno lo stesso valore sia economico che sociale dell’istruzione, poiché viaggiare non significa solo imparare bene una lingua, ma soprattutto imparare ad adattarsi e sentirsi appagati da persone e situazioni nuove. Che siano due settimane o un anno intero, l’avventura del viaggio è un’esperienza unica, al cui seguito i figli ritornano a casa con un po’ di bagagli e propositi in più. Intanto, viaggiate e fate viaggiare!

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cucina

Ricette e consigli per ‘rinnovarsi’ e ‘sbocciare’ come i ciliegi in questi mesi

Primavera, stagione a tutto detox L’aiuto che viene dalla natura grazie a frutti, spezie e cereali non raffinati

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l 21 marzo perdiamo un’ora di sonno, ma guadagniamo un’ora di sole. Beh sì, è il giorno in cui avviene l’equinozio di primavera e si inizia a pregustare la bella stagione: le giornate si allungano, diciamo addio a sciarpe e cappellini e diamo ingresso nel nostro guardaroba ai colori. Stop al nero e via a tutti i colori pastello, quest’anno specialmente al celeste carta da zucchero e al rosa antico. La primavera è però la stagione dell’avvertimento. Sì, avete letto bene. Annuncia che a breve arriverà l’estate e se si incomincia a seguire una buona alimentazione si può evitare di temere la agognata prova costume. Ecco perché in questo numero ho pensato di darvi qualche consiglio detox per rinnovare il vostro corpo, grazie ad una corretta alimentazione, e sbocciare come fanno i ciliegi in questi mesi. La prima regola è quella di consumare al mattino prima di far colazione due bicchieri d’acqua calda con il succo di un limone e qualche pezzettino di zenzero, che lascerete in infusione per 15 minuti al massimo. Questa bevanda non solo aiuterà la diuresi ma fungerà da stimolante per un metabolismo addormentato. A chi piace, consiglio di aggiungere in questa infusione un cucchiaino di curcuma e un pizzico di pepe nero.

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A scoprire la curcuma furono gli indiani, le sue proprietà benefiche sono possibili grazie agli elementi che contiene: la curcumina, il potassio, la vitamina C e l’amido. Dopo aver gustato questa bevanda toccasana per un mese inizierete a vedere i suoi benefici anche sulla pelle che sarà resa più luminosa e idratata. Altro consiglio detox è quello di consumare 5 pasti al giorno evitando di non far passare più di 3 ore fra un pasto e un altro. Come spuntino mattutino e merenda vi consiglio di gustare una centrifuga o un estratto al cetriolo, sedano e Ace. E’ una bomba di vitamina C oltre ad avere benefiche proprietà dimagranti: inserite il cuore di un sedano, che è la parte in cui risiedono le maggiori proprietà, un cetriolo, il succo di 2 limoni, una carota e un’arancia. Frullate il tutto e per non disperdere le proprietà degli alimenti gustatelo appena pronto. Il consiglio in più: utilizzate il cetriolo senza eliminare la buccia perché tutte le vitamine presenti nell’ortaggio si concentrano principalmente nella buccia e secondariamente nei semi. È controindicato quindi sbucciarlo per evitare di perdere le vitamine e i minerali presenti. Per un pasto veloce e salutare il consiglio è quello di consumare cereali non raffinati perché sono più facili da assorbire oltre al fatto che limitano il gonfiore addominale.

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VALENTINA PIETROCOLA ‘LA CUCINA

DEL FUORISEDE’

la ricetta La ricetta che suggerisco è Polpette di quinoa e amaranto con piselli e carote. Il primo passaggio è quello di far cuocere i cereali in acqua per 15 minuti. Nel frattempo peliamo finemente una patata e una carota. Una volta cotta la quinoa, aggiungiamo le verdure, i pisellini rosolati precedentemente in padella con cipolla, un uovo e tre cucchiai di formaggio. Mescoliamo il tutto fino ad avere un composto omogeneo, regoliamo di sale e aggiungiamo un pizzico di pepe. Formiamo delle palline e le disponiamo su una leccarda in forno con un filo d’olio a 200 gradi per 20 minuti. Facili da fare e pronte da gustare, deliziose al palato e ottime dal punto di vista nutrizionale L’amaranto infatti, contiene, più di tre volte, la quantità media degli altri cereali di calcio ed ha anche un alto contenuto di ferro, magnesio, fosforo, potassio e vitamina C; la quinoa invece è un alimento ricco di carboidrati complessi a basso indice glicemico, che aiutano a tenere il peso sotto controllo, a evitare gli alti livelli di zucchero nel sangue, e che forniscono al nostro corpo sostanze nutritive estremamente importanti.


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Un’aula ascolto per i diritti dei minori: prende forma il progetto del Club per l’Unesco di Foggia

Il ‘regalo’ di Giovanni Allevi per Foggia Floredana Arnò: “Sosteniamo i diritti dell’infanzia e di tutte le fasce deboli” ll’indomani del concerto-evento di Giovanni Allevi - che lo scorso 20 febbraio si è esibito al Teatro Giordano di Foggia, nell’unica tappa pugliese del suo tour europeo, facendo registrare il tutto esaurito - il Club per L’Unesco di Foggia è al lavoro per mettere a frutto l’obiettivo che si era preposto. Il concerto, infatti, è soltanto il felice epilogo di un progetto dal più ampio respiro, che prende le mosse circa un anno fa, e che mira a tutelare i diritti dell’infanzia. “E’ stato un lavoro di squadra riuscitissimo. Questo grazie al patrocinio dell’assessorato alla Cultura e al Comune di Foggia, al Gruppo Salatto che ha subito scelto di sostenerci, all’Ufficio Scolastico Provinciale, alla cittadinanza che ha risposto con grande entusiasmo, e alla quale speriamo di aver regalato, oltre a un concerto dall’indiscussa qualità artistica, anche qualcosa di molto concreto. Come associazione, abbiamo sposato questo progetto per l’infanzia, che è partito nel gennaio dello scorso anno”, spiega Floredana Arnò, presiden-

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tessa del Club per l’Unesco di Foggia. “Il primo tassello è partito da una collaborazione con la scuola media Foscolo-Gabelli, nella quale abbiamo tenuto delle lezioni sui diritti dell’infanzia. Gli alunni di elementari e medie hanno poi partecipato a un concorso: attraverso disegni, racconti e poesie hanno rappresentato la Carta dei Diritti dei Bambini e le

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opere più significative sono state selezionate per far parte di un calendario, che abbiamo poi venduto al prezzo simbolico di 5 euro”, continua. “Con il ricavato dei biglietti venduti per il concerto di Giovanni Allevi, invece, vogliamo dotare questa città di un’aula ascolto dei minori vittime di violenza, che verrà allestita presso la Questura di Foggia.” Un’aula di ascolto è una struttura prevista dalle leggi, che consente ai minori o a vittime e spettatori di reati per esempio donne vittime di stalking - di poter fornire testimonianza in un ambiente dotato di personale specializzato a fornire supporto psicologico, tutelati dal rispetto della privacy. Possono essere utilizzate anche nel caso in cui il giudice abbia necessità di accogliere testimonianza di bambini durante un processo di separazione dei genitori, per consentire loro di sottrarsi allo stress di un’aula giudiziaria e venire quindi accolti in un

contesto consono alla loro tenera età. Questi ambienti necessitano di tutta una serie di attrezzature tecnologiche, videocamere e apparecchiature per la videoregistrazione. “Sono strutture che ancora mancano in molte città d’Italia, proprio perché, data la scarsità di fondi, non sono di facile realizzazione. Per questo come associazione abbiamo deciso di colmare questa lacuna, donando un’aula ascolto che riteniamo essere indispensabile per venire incontro ai diritti dei minori e di tutte le fasce deboli, in circostanze così delicate. Siamo già al lavoro con il questore Piernicola Silvis e con la responsabile dell’ufficio minori e sostituto commissario Alfonsina De Sario per dare il via ai lavori. Contiamo di realizzarla in tempi brevi.” Il Club per l’Unesco ha inoltre coinvolto gli studenti del Liceo Artistico Perugini: “Ci aiuteranno con gli arredi e renderanno l’aula più piacevole, con disegni e colori adatti ad accogliere i piccoli”. Ilaria Di Lascia


GINECOLOGA

DI TIZIANA

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CELESTE

L’interruzione volontaria di gravidanza può essere medica o chirurgica

IVG: come, quando, dove e perché’ E’ consentita dalla legge 194/78 entro 90 giorni dalle ultime mestruazioni Negli ultimi giorni si è accesa una viva polemica circa la decisione della regione Lazio di indire un concorso esclusivamente rivolto a ginecologi non obiettori di coscienza, al fine di poter garantire alle donne la possibilità di sottoporsi ad interruzione volontaria di gravidanza, dal momento che in Italia circa l’80% dei ginecologi si dichiara obiettore di coscienza. In Puglia i dati non si discostano di molto: 83,6% di ginecologi è obiettore, nella Capitanata i presidi ospedalieri che forniscono questo servizio sono Foggia, Manfredonia e Cerignola. Ma quale iter seguire quando si scopre che la mestruazione non arriva ed il test di gravidanza positivo non è un pesce di Aprile? Se non sapete cosa fare rivolgetevi ai consultori pubblici, onlus femminili (a Foggia l’associazione ‘Donne In Rete’ svolge un ruolo attivo di supporto a donne in difficoltà), strutture sanitarie ospedaliere. L’Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) è consentita dalla legge 194/78 entro i primi novanta giorni, calcolato dalla data delle ultime me-

struazioni. Sapere questo è molto importante: di solito, quando ci si accorge di essere incinte sono già passate almeno cinque o sei settimane dall’ultimo ciclo. Bisogna inoltre tenere conto che la legge 194 impone sette giorni di “riflessione” dalla data del certificato medico a quando ci si può presentare in ospedale per l’intervento.

Oltre la 12^ settima si può ricorrere all’aborto terapeutico solo se la gravidanza o il parto comportano un grave pericolo di vita per la donna, o quando sono accertati processi patologici (rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro) che possano determinare un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

MEDICO CAV

Dal 2010 è possibile abortire anche con metodo farmacologico (RU486): la pillola abortiva, però, può essere somministrata non oltre la 7^ settimana di gravidanza (49 giorni dall’ultima mestruazione). Per ottenere il certificato per l’IVG gratuitamente basta rivolgersi ai consultori familiari pubblici, in ospedale, altrimenti privatamente presso un ginecologo di fiducia, con un documento di identità, la tessera sanitaria e – nel caso il medico non sia un ginecologo – il test di gravidanza positivo. Il medico è tenuto a verificare i motivi che portano a interrompere la gravidanza e a fornire indicazioni sui supporti a carattere sociale ed economico a cui si ha diritto in caso si decidesse di non abortire. La legge consente di interrompere la gravidanza anche alle minorenni, previo consenso di entrambi i genitori, o del giudice tutelare competente che può autorizzare, con atto non soggetto a reclamo, a procedere con l’interruzione. Ci si può rivolgere a un ospedale pubblico o convenzionato per richie-

dere l’interruzione di gravidanza. La modalità di accesso all’ospedale varia da regione a regione, e spesso anche nella stessa città gli ospedali hanno procedure diverse. Per evitare di perdere tempo prezioso, è sempre bene informarsi prima. In ospedale verranno eseguiti gli esami di routine, stabilito il tipo di interruzione se medico o chirurgico ed in quest’ultimo caso la data per l’intervento, che solitamente viene eseguito in regime di day hospital. L’anestesia consiste in una sedazione profonda, che solitamente dura dieci minuti durante i quali si procede alla dilatazione del collo dell’utero tramite dilatatori cervicali e all’aspirazione del prodotto del concepimento tramite isterosuttore ed infine a raschiamento della

cavità uterina per asportare i residui del materiale abortivo. Si può tornare a casa circa tre ore dopo l’intervento chirurgico con adeguata terapia antibiotica e dopo circa un mese bisogna sottoporsi a visita di controllo. Per quanto riguarda l’aborto farmacologico consiste nell’assunzione del mifepristone, la cosidetta RU486, che è uno steroide sintetico antagonista del progesterone (che è il cosiddetto ormone della gravidanza), che può essere assunto entro e non oltre la 7^ settimana di gestazione, sotto stretto e attento controllo medico, provocando un’emorragia con espulsione dell’embrione entro 24-48h dall’assunzione. Il vantaggio della somministrazione orale consiste nella minore invasività rispetto alla tecnica chirurgica, non richiede anestesia, può essere eseguito precocemente. Per concludere è opportuno richiedere informazioni corrette ed esaurienti su come funziona il proprio corpo, sui risvolti psico-fisici di una IVG e su come è possibile evitare di restare nuovamente incinta, valutando e scegliendo il metodo contraccettivo più adeguato alle proprie esigenze personali.

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ANNA LEPORE

Sappiamo proprio tutto dei giocattoli dei nostri bambini?

Io gioco in sicurezza In alcuni prodotti, la quantità di sostanze tossiche può essere elevata I nove punti del vademecum stilato sul tema dal Ministero della Salute IL MINISTERO DELLA SALUTE HA STILATO UN VADEMECUM A TAL PROPOSITO: • Quando ereditate vecchi giocattoli, eliminate quelli di plastica morbida. • Non lasciate che il vostro bebè metta in bocca oggetti che non sono fatti per neonati. • Evitate assolutamente di fargli mettere in bocca il cellulare o il telecomando della TV, ma anche le chiavi di casa o qualsiasi oggetto di plastica non pensato per l’infanzia, perché potrebbe rilasciare ftalati o altre sostanze nocive. • Acquistate solo giocattoli con il marchio di controllo della Comunità Europea. • Non lasciate giocare i bambini con gli scontrini. • Utilizzate contenitori di vetro per gli alimenti. • Evitate giocattoli che profumano o che sono luminescenti. • I pennarelli utilizzati per colorare dovrebbero essere esclusivamente a base di acqua. • Scegliete il più possibile materiali naturali. • Leggete sempre l’indicazione di età sul prodotto e cercate per quanto possibile di rispettarla.

pesso quello che sembra un gioco potrebbe non esserlo. O meglio, sappiamo proprio tutto dei giocattoli che hanno in mano i nostri bambini? Giocattoli di plastica o di materiali trattati chimicamente invadono le nostre case, e i bambini giocano un po’ con tutto. Nonostante le leggi e i controlli da parte della Comunità Europea, la quantità di sostanze tossiche alla portata di mano e di bocca è veramente alta. Perché i bambini possono essere più a rischio di un adulto? Perché sono più ‘sensibili’ ed esposti. Tutto questo li rende più fragili e l’effetto che sostanze tossiche possono avere sul loro organismo è potenzialmente più elevato. Le norme di sicurezza europee e na-

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zionali pongono spesso limiti precisi e restrittivi sulle singole sostanze, ma esistono pochi studi sull’effetto cocktail, ossia sulla combinazione di varie sostanze chimiche presenti nello stesso oggetto o in una serie di oggetti con i quali bambini (e adulti) vengono in contatto quotidianamente. Vale la pena ricordare che la legislazione cambia con il tempo, e aumenta il numero di sostanze ritenute tossiche, ma che è purtroppo ancora presente in giocattoli vecchi. Questo non vuol dire che si devono buttare tutti i vecchi giocattoli, ma è importante imparare a riconosce cosa è a riconoscere quali sono i rischi. Ad esempio, il bis fenolo è una di quelle sostanze che è stata messa sotto accusa e infine bannata dai prodotti per l’infanzia, quali biberon e tettarelle dal 2011. Altra sostanza di cui preoccuparsi sono gli ftalati, che vengono utilizzati per rendere la plastica morbida e possono interferire sul sistema ormonale. Ovviamente il loro utilizzo è vietato negli oggetti per la prima infanzia, ma la loro presenza nell’ambiente è praticamente ovunque. Infatti possono essere presenti nella tenda della doccia, in

contenitori di plastica per i giocattoli e in giocattoli morbidi o anche nel pavimento in plastica (in PVC) o nel cruscotto della macchina (l’odore di nuovo della macchina?) o nei seggiolini della macchina per i bambini. Uno dei problemi principali è che gli ftalati vengono rilasciati quando il bambino morde un oggetto o lo succhia, o quando la plastica è consumata o rovinata, quando si raggiungono alte temperature (ad esempio d’estate nel parcheggio al sole). Quindi essendo consapevoli che i bambini portano tutto in bocca… riflettiamo. Attenzione al piombo, mercurio e cadmio presenti in alcune batterie, componenti elettroniche, computer, cellulari, consolle di videogiochi.

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in poche parole

Vediamoci chiaro

CHIRURGO PEDIATRICO

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MARIA NOBILI

E’ molto frequente nell’infanzia, in particolare nei neonati prematuri o di basso peso

L’ernia ombelicale in età pediatrica Il rigonfiamento va gestito dai genitori con semplici manovre Diversamente, sarà necessaria una valutazione chirurgica ’ernia ombelicale è una protrusione (fuoriuscita) di una piccola porzione di anse intestinali o omento (grasso di protezione dell’intestino), attraverso una breccia tra i muscoli addominali, dovuta all’incompleta chiusura dell’anello ombelicale. E’ un’ernia molto frequente nell’infanzia, in particolare nei neonati prematuri o di basso peso, nei bambini con una debolezza della parete addominale e nei bambini afro-americani. Nei neonati, l’ernia ombelicale si manifesta a seguito della caduta del cordone ombelicale e si presenta come una tumefazione (rigonfiamento) in corrispondenza dell’ombelico, di consistenza elastica e di dimensioni variabili (da 1 cm a 5 cm), che tende a rientrare con la semplice pressione di un dito, mentre tende a diventare più evidente nelle situazioni che causano un aumento della pressione intra-addominale (pianto, colpi di tosse, sforzi, stitichezza). Nella maggioranza dei casi l’ernia ombelicale è asintomatica e tende a risolversi spontaneamente entro i 12-18 mesi di vita, senza ricorrere a terapie mediche o all’uso di dispositivi di contenimento (cerotti, fasce elastiche, cinti erniari, mo-

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Un ambulatorio di “Ipovisione e riabilitazione visiva” è stato attivato presso l’ospedale di Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Affidato al medico Anna D’Ambrosio, e inserito nell’Unità di Oculistica diretta da Antonio Laborante, l’ambulatorio è rivolto ai pazienti adulti che presentano le seguenti caratteristiche: capacità visiva con la migliore correzione tollerata inferiore a 3/10 in entrambi gli occhi o una percezione dello spazio rilevata con il campo visivo inferiore al 60% del normale, con una patologia in fase di stabilizzazione e che abbiano esigenze di vita quotidiana non più affrontabili con il proprio residuo visivo. Nell’ambulatorio i pazienti verranno sottoposti ad una prima valutazione durante la quale, oltre a considerare la capacità visiva, si stimerà anche la sensibilità al contrasto, il recupero dopo l’abbagliamento, la percezione dei colori, la velocità di lettura, la postura adattata ed altre funzioni visive superiori. A questa prima fase seguirà la prescrizione dell’ausilio e quindi la riabilitazione, cioè il training per utilizzare al massimo il residuo visivo, gli esercizi per usare l’ausilio e quelli per acquisire nuove strategie per l’autonomia. La disabilità visiva è una delle maggiori cause di perdita dell’autonomia personale e di difficoltà nella vita quotidiana. Le più frequenti cause di ipovisione dell’adulto sono: maculopatie (degenerazione maculare senile e miopica, maculopatie ereditarie giovanili), le patologie eredo-degenerative come la retinite pigmentosa, il diabete, la miopia elevata, e la neuropatia glaucomatosa ed ischemica. Questi pazienti hanno difficoltà nella lettura e scrittura, nel riconoscimento/utilizzazione di oggetti, farmaci e nell’autonomia personale. Il numero di pazienti di questo genere sono in costante aumento: secondo l’Unione Italiana Ciechi, in Italia esistono oltre un milione di ipovedenti e più della metà possono essere aiutati mediante ausili visivi. All’ambulatorio, coadiuvato dagli ortottisti dell’Unità di Oculistica e dal Servizio di Psicologia dell’Ospedale, si accede tramite impegnativa e prenotazione telefonica (0882.410217).

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DENTISTA

nete, bottoni). Importante è fare evacuare il bimbo se stitico, per favorire una più rapida chiusura. Sebbene la presenza di un’ernia ombelicale in un neonato sia causa di ansia e preoccupazione nei genitori, è importante ricordare che la suddetta ernia raramente va incontro a complicanze, quali intasamento o strozzamento. Il rigonfiamento va gestito dai genitori con semplici manovre di riduzione nella cavità addominale, che è molto semplice, non dolorosa, alla stregua di un massaggio, ed è sufficiente a tranquillizzare il bambino. Nella situazione, in cui la tumefazione appare di consistenza dura, dolente e non riducibile, è sempre necessaria una valutazione chirurgica per l’immediato trattamento, che solo in una

piccolissima percentuale di casi, sarà un’urgenza chirurgica. Certamente, è opportuno sottoporre il bambino a periodiche visite pediatriche e chirurgiche per valutare l’evoluzione dell’ernia e l’appropriato trattamento. La diagnosi è molto facile e non necessità di particolari indagini. In considerazione del decorso benigno, l’intervento chirurgico è indicato in caso di una mancata risoluzione spontanea dell’ernia ombelicale, ma solo verso i 5 anni di età, oppure nei casi in cui l’ernia diventi sintomatica (dolore,aumento della stitichezza, episodi di intasamento) o tenda ad aumentare progressivamente di volume. La procedura chirurgica consiste nella riduzione del contenuto erniario nella cavità addominale e nella chiusura del difetto senza l’utilizzo di protesi, con una piccola incisione periombelicale e una sutura estetica. L’intervento viene eseguito in anestesia generale. Il bambino si rialimenta già in serata, la dimissione avviene il giorno successivo all’intervento o nel secondo giorno nelle ernie particolarmente voluminose. I bambini possono riprendere l’attività scolastica dopo 7-8 giorni, mentre possono riprendere l’attività sportiva a 4 settimane dall’intervento.

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DI VALENTINA

LA RICCIA

L’indagine: 8 adulti su 10 ricercano informazioni sanitarie sul web

Medicina on line, quale affidabilità? Esiste un modo per aggirare le cosiddette “bufale” su internet el giuramento di Ippocrate, che ogni medico recita durante la cerimonia che lo introduce all’esercizio della professione, è riportata una frase: “Giuro di promuovere l’alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei princìpi a cui si ispira l’arte medica”. Quest’alleanza basata sulla reciproca informazione è la base di ogni buon rapporto medico-paziente, fondamentale per mettere in pratica il principio di sanità consapevole ed attiva, ben lontano dal paternalismo di un tempo. Infatti la maggior parte delle persone è in grado di recepire e comprendere informazioni articolate e piuttosto complesse, inoltre il web ha talmente tanto accorciato le distanze tra le persone che oggi, prima di rivolgersi ad un medico, si cercano on-line le soluzioni ai propri quesiti, perché è il modo più immediato e semplice per ottenere una risposta ai dilemmi che ci angosciano, senza dover “fare la fila”, evitando qualunque attesa. Da un’indagine

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condotta negli Stati Uniti è emerso come 8 adulti su 10 ricercano informazioni sanitarie online e come il web abbia influenzato la decisione del paziente se recarsi o meno dal medico. Navigando in rete, è facile imbattersi in siti di divulgazione sanitaria non ufficiali, trovando pertanto notizie più o meno attendibili. Esiste un modo per aggirare le cosiddette “bufale”: rivolgersi a siti seri ed affidabili quali anzitutto Pubmed e The Cochrane Library (che contengono tutta la raccolta di pubblicazioni riconosciute valide dalla comunità scientifica, dopo essere state verificate

accuratamente da un team di esperti), i siti istituzionali quali il sito della FDA (Food and Drug Administration), dell’AIFA (Agenzia italiana del Farmaco), del Ministero della Salute e, per quanto concerne l’ambito strettamente odontoiatrico, il sito dell’ANDI (Associazione nazionale Dentisti italiani), dell ’ A I O (Associazione italiana Odontoiatri), della SIPMO (Società italiana di Patologia e Medicina Orale) o delle riviste scientifiche di settore per citarne alcuni. Fate attenzione ai blog ed ai forum: nel primo caso si tratta di diari personali on-line, chiunque può aprirne uno e decidere di parlare di ciò che desidera, anche senza alcuna competenza specifica, quindi le notizie presenti nei blog non vengono sottoposte a nessun tipo di controllo né validazione; i forum sono invece una sorta di piazza virtuale, in cui le

persone si incontrano, si confrontano, raccontano esperienze. Per evitare di imbattersi in notizie false, il primo consiglio è quello di consultare sempre più di un sito, valutando con spirito critico le informazioni trovate: innanzitutto verificate sempre se l’autore degli articoli si firma e se si tratta di un medico, verificate se sono citate le fonti, chiedetevi se l’articolo è equilibrato, verificate se viene dichiarato esplicitamente che le informazioni fornite non sostituiscono la consultazione con il medico, notate se sono presenti messaggi pubblicitari che possono far pensare che il sito sia sponsorizzato e che quindi abbia tutto l’interesse ad elogiare i propri prodotti, verificate che i link presenti nel sito rimandino a siti istituzionali anziché a siti commerciali. In ogni caso, la cosa migliore che si possa fare quando si ha un dubbio relativamente al proprio stato di salute, resta affidarsi al parere di uno o più medici competenti e qualificati con i quali poter parlare faccia a faccia ed ai quali esprimere tutti i nostri dubbi.

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REUMATOLOGA

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DI

NELLA SANTORO

in poche parole

Rappresenta il 90% di tutte le neuropatie da ‘intrappolamento’

La sindrome del Tunnel Carpale Tra i sintomi clinici dolore, formicolii ed intorpidimento delle dita Colpisce soggetti di ogni età con una predilezione per le donne a “Sindrome del Tunnel Carpale” (STC) rappresenta il 90% di tutte le neuropatie da intrappolamento. Essa colpisce soggetti di ogni età con una predilezione per il sesso femminile; la prevalenza nella popolazione generale varia da 0,1 a 9,2%, con valori di 5,8 % nelle donne e di 0,6 % negli uomini. Il termine “tunnel” è usato per indicare lo spazio anatomico che il nervo mediano attraversa per innervare la mano; il “tunnel” è costituito da un pavimento (ossa del carpo e tendini) e da un tetto (legamento trasverso del carpo), che possono andare incontro a processi degenerativi ed infiammatori con conseguente compressione nervosa e comparsa della sindrome. Nella maggior parte dei casi non è identificabile una causa unica e certa della STC. A volte può comparire in seguito ad un trauma o ad una frattura del polso, specialmente quando questi eventi comportano una distorsione o un restringimento del tunnel. In altri casi, può complicare il decorso clinico di un’artrite cronica, soprattutto se

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PEDAGOGISTA

essa causa tumefazione dell’articolazione o dei tendini della mano e del polso. Infine può associarsi a ritenzione di liquidi, come avviene negli ultimi mesi di gravidanza, o a patologie croniche, come il diabete e l’ipotiroidismo. I sintomi clinici comprendono dolore, formicolii ed intorpidimento al pollice, all’indice, al dito medio e a parte dell’anulare e nei casi più severi possono essere coinvolti anche l’avambraccio ed il braccio. Il dolore è più intenso durante le ore notturne e costringe il paziente a continui risvegli e a manovre (come scuotere la mano, farla “ciondolare” dal letto) per poterlo alleviare. Durante il giorno i sintomi possono essere sfumati o provocati da alcune azioni, quali scrivere, digitare su una tastiera, fare le faccende domestiche. Nei casi più gravi, la sintomatologia è continua nell’arco di tutta la giornata e la mano sarà debole, con dita intorpidite ed incapaci di afferrare gli oggetti.

L’iter diagnostico comprende l’esame clinico e l’elettroneuromiografia. Nelle fasi iniziali, la mano di un paziente affetto da STC può essere normale all’esame visivo, mentre nei casi più datati può presentare un’ipotrofia della muscolatura alla base del pollice (eminenza tenar). Successivamente la positività di due semplici manovre fisiche, il Test di Phanel e il Test di Tinel, eseguiti durante la visita medica, e soprattutto dell’elettroneuromiografia, che documenta il ritardo di conduzione nevosa del nervo mediano, confermano la diagnosi. Il trattamento può essere conservativo o chirurgico e la scelta dipende dalla gravità dei sintomi. Il trattamento conservativo si avvale di una terapia medica (diuretici, neuroprotettori, integratori vitaminici, FANS), di una terapia infiltrativa (cortisonica), di una terapia di immobilizzazione (tutore del polso da usare durante la notte), di fisiote-

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rapia e di agopuntura. Il trattamento chirurgico è da riservarsi alle forme più gravi ed invalidanti e consiste nel ridurre la compressione sul nervo mediano, incidendo completamente il legamento trasverso del carpo. La STC può essere molto invalidante e dolorosa ma può essere trattata, con buoni risultati sulla funzionalità e sulla qualità di vita. La precocità della diagnosi e del trattamento è importante per ottenere una completa risoluzione dei sintomi.

DI VITTORIA SALICE

Il bisogno del bambino determina una relazione di qualità tra lui e la madre

Il pianto, la paura e l’ansia nel neonato Il bambino definisce la ‘madre buona’ (non ansiosa) e la ‘madre cattiva’ (ansiosa) l pianto è ciò che maggiormente allarma una madre nel primo mese di vita del bambino, procurando ansia e tensione. Sono le grida di pianto che avvolgeranno la casa nel momento in cui il bebè avrà la necessità di comunicare un suo bisogno o una sua sensazione interna che lo spaventa, essendo, specialmente all’inizio, tutto nuovo e sconosciuto per lui. E’ importante mantenere la calma affinché la madre possa rapidamente individuare la causa del pianto, che può essere: fisica (come la fame, il freddo o un dolore) o emotiva (come a risposta di un evento esterno inatteso che lo ha turbato o ad un improvviso senso di abbandono e solitudine). Sullivan, nella sua teoria delle relazioni interpersonali, diceva che lo sviluppo della personalità e dei disturbi psichici (ansia) è marcato dalle relazioni (esperienze) immaginarie o reali con gli altri e non da fattori intrinseci dell’individuo. Esso è stato creato per pazienti psicotici soprattutto per i schizofrenici ed è curabile. Per gli altri teorici la causa è un disturbo organico del cervello o del me-

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tabolismo, in presenza di una famiglia difficile, dal vedere le persone diverse da quelle che sono e da un abbassamento dell’autostima. L’ansia dà forma al sé e regola l’interazione con gli altri. Sullivan prendeva spunto dalla teoria delle relazioni oggettuali di M. Klein diceva che la presenza del bisogno del bambino determina una relazione di qualità particolare tra lui e la madre; il tono emotivo di tenerezza materna (presenza/assenza di angoscia, collera, gentilezza …), piuttosto che il soddisfacimento del bisogno, contribuisce in modo decisivo alla formazione della personalità del bambino. I bisogni di gratificazioni/frustrazione sorgono

spontaneamente nel bambino, ma l’ansia è qualcosa che lo coglie dall’esterno. Sullivan distingue tra paura e ansia: nel primo caso, il bambino si spaventa se ha fame e non viene soddisfatto o con un rumore forte; essa agisce come tendenza all’integrazione poiché viene espressa attraverso il pianto che attira l’adulto che si prenderà cura di lui e affronterà il problema. L’ansia invece, non ha un oggetto specifico e non sorge dall’aumento di tensione del bambino. Sullivan definiva legame empatico la tendenza alla fusione contagiosa degli umori, dall’adulto al bambino. Se l’adulto è rilassato e a suo agio il bambino oscilla tra stati di benessere euforico a stati di tensione; se l’adulto invece è in stato d’ansia il bambino percepisce quest’ansia e piange cosi si creerà uno stato d’ansia maggiore perché l’adulto non sa come calmarlo. Il bambino definisce la madre buona (non ansiosa) e madre cattiva (ansiosa). Tutti gli adulti che si prendono cura di lui nello stato ansioso per il bambino

vengono definiti ‘madre cattiva’. La differenza, per il bambino, è che in questi due stati diversi, la stessa persona diventano due persone diverse. Poco a poco il bambino acquista un controllo sempre maggiore sul suo destino. Prende coscienza della madre buona o cattiva da segnali verbali paraverbali e non verbali. Il secondo passaggio cruciale per il bambino si ha quando si accorge che il fatto che si avvicini la madre buona o cattiva dipenda

da lui. Ovvero si rende conto dell’effetto ansioso o calmante che provoca con i suoi gesti nell’adulto di consapevolezza approvazione/disapprovazione buonme o me/ cattivo me o non-me.

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Pacemaker, meglio micro

Il pacemaker più piccolo del mondo arriva a Foggia. Nella Struttura Complessa di Cardiologia Universitaria degli Ospedali Riuniti di Foggia, diretta dal Prof. Matteo Di Biase, è stato eseguito con successo l’impianto con tecnica mini invasiva del rivoluzionario pacemaker MICRA™, l’innovativo sistema di stimolazione intracardiaco senza catetere di Medtronic, già impiantato in pochi altri Centri in Italia. L’impianto è stato effettuato, nella stessa giornata, in due pazienti che necessitavano l’impianto di un pacemaker tradizionale. Gli interventi sono stati eseguiti dal dott. Pier Luigi Pellegrino, dirigente medico della Struttura di Cardiologia. L’équipe, composta da infermieri specializzati, tecnici di radiologia ed ingegneri biotecnologi, è stata coordinata dal prof. Matteo Di Biase. Si tratta della prima cardiocapsula al mondo di circa 2 cm di grandezza (pari a una moneta da un euro), 2 grammi di peso e una batteria in grado di stimolare in modo intelligente l’attività del cuore per dieci anni. La nuova tecnologia non richiede l’uso di cateteri per condurre l’impulso elettrico dal pacemaker (normalmente posto sottocute) al cuore, in quanto l’apparecchio si impianta direttamente all’interno delle cavità cardiache. L’impianto non richiede incisioni sul torace, né la creazione di una tasca sottocutanea, eliminando, così, il rischio di potenziali complicazioni, soprattutto infettive. In dettaglio, si arriva direttamente nella cavità cardiaca, attraverso la vena femorale e senza l’impianto di elettrodi di stimolazione. “La tecnologia propone ogni giorno delle soluzioni innovative che rappresentano la base per i successivi ulteriori sviluppi – dichiara Matteo Di Biase. - E’ necessario, quindi, migliorare le capacità tecniche degli operatori sin dall’inizio della introduzione delle nuove tecnologie in modo da poter essere al passo con i tempi ed essere pronti a recepire e mettere in pratica le successive evoluzioni tecnologiche sullo stesso argomento. Questo nuovo impianto rappresenta un completamento del mio percorso professionale che mi vede come uno dei più anziani impiantatori di pacemakers in servizio attivo”.

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50&PIÙ ENASCO

DI FLOREDANA

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ARNÒ

Pochi euro in più e non per tutti: l’indice di rivalutazione non è unico

Invalidità civile in primo piano ochi euro in più e non per tutti: è questa la situazione che molti pensionati si trovano ad affrontare già da 3 anni nonostante i trattamenti siano stati calcolati sui redditi dei singoli. Rivalutate anche quest’anno solo alcune prestazioni agli invalidi civili. Il tasso provvisorio di perequazione per il 2017, rilevato dall’Istat, si è attestato a 0,0% la gran parte dei pensionati si è dovuta accontentare di un trattamento pensionistico identico a quello percepito nel 2015 e nel 2016. Ma c’è una particolarità: l’indice di rivalutazione non è unico. In particolare, alle prestazioni che sono denominate “pensioni” si applica il tradizionale tasso di inflazione ISTAT (indice delle famiglie di operai e impiegati – FOI) mentre ad alcune indennità ed assegni si applica il tasso di variazione delle retribuzioni del settore industriale (indice di dinamica salariale) pari quest’anno a +1,35%. La tabella che si riporta, dunque, indica il quadro aggiornato delle prestazioni e dei limiti di reddito per il 2016 e il 2017. Come si ricorderà, poi, con il decreto legge n. 76 del 2013, è stata posta la parola fine alla querelle scoppiata tra gli invalidi e l’Inps, a seguito di un

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Il tasso provvisorio di perequazione per il 2017 si è attestato a 0,0% I pensionati si sono dovuti accontentare, come nel 2015 e nel 2016 intervento della Corte di Cassazione che aveva stabilito che le prestazioni di invalidità (assegno ordinario e pensione di inabilità) dovessero esser erogate in conformità ai limiti reddituali riferiti non solo all’invalido ma anche al nucleo familiare compreso il coniuge. Sulla questione grazie anche alla dura posizione assunta da tutte le associazioni dei pensionati, compresa la nostra 50&Più, tutto si è risolto al meglio. Per quanto riguarda i requisiti, per acquisire il diritto all’invalidità e all’assegno di accompagno, nulla è cambiato e allo stato attuale sono considerati invalidi tutti coloro affetti da minorazioni di vario tipo non riconducibili a causa di guerra, di servizio e di lavoro, che appartengono ad una delle seguenti categorie: i cittadini di età compresa tra i 18 e i 65 anni affetti da menomazioni congenite o acquisite che comportano una riduzione della capacità di lavoro non inferiore ad 1/3; i minori di 18 anni con difficoltà persistenti a svol-

EDUCATRICE FINANZIARIA

gere compiti e funzioni proprie dell’età; i cittadini con più di 65 anni non autosufficienti. In base al grado d’invalidità riconosciuto, si possono ottenere i seguenti benefici: il 33,33 % (un terzo) è la soglia minima per essere considerato invalido ed avere diritto alle prestazioni protesiche e ortopediche; il 46 % consente all’invalido di ottenere l’iscrizione nelle liste speciali del collocamento obbligatorio; il 74 % è la soglia invece per ottenere l’assegno economico mensile di assistenza. E’ opportuno, comunque, data la particolare materia e la procedura telematica adottata dall’INPS, rivolgersi agli uffici del Patronato 50&PiùEnasco e del Caaf 50&Più i quali gratuitamente e presenti su tutto il territorio nazionale, sono in grado di fornire ogni informazione e provvedere all’inoltro on-line della domanda e/o delle sopra citate dichiarazioni all’Istituto previdenziale.

DI

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GIUSY INSALATA

Come interviene lo Stato per tutelare la perdita della capacità di lavoro?

Incidenti sul lavoro e non, danni imprevisti ma calcolati Le prestazioni dell’Inail e dell’Inps in caso di invalidità permanente: quando è un danno economico per la famiglia e come calcolarlo osa può causare la perdita dello stipendio? Un infortunio o una malattia grave, perché la capacità di produrre reddito è legata all’integrità fisica. Fin qui no problem. Come interviene lo Stato a tutelare la perdita della capacità di lavoro nel caso (denegato) in cui sia la nostra salute a venir meno? E qui many problems! In verità, la domanda sarebbe: “Lo Stato interviene…”? Perché gli italiani continuano a fare eccessivo affidamento sul welfare pubblico, ignorando del tutto i rischi che gravano sulle proprie finanze. Facciamo allora chiarezza sulle prestazioni assistenziali di Inail e Inps, per capire quanto pagano e in quali casi. L’Inail tutela il lavoratore contro i danni fisici ed economici derivanti da infortuni sul lavoro e malattie

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professionali. E’importante la valutazione medico-legale del grado di invalidità permanente, in quanto: se inferiore a 6%, il lavoratore non ha diritto a nessun indennizzo; se tra 6% e 16% escluso (ad esempio, la perdita di un dito medio), il lavoratore ha diritto ad un indennizzo del solo danno biologico (poco importa che sia uno psicologo o un pianista). Si tratta di una prestazione una tantum, compresa tra € 3000 e € 27000 circa, in base all’età e all’entità del danno (come da tabella INAIL); se tra 16% e 100%, il lavoratore ha diritto ad una rendita di cui una quota per danno biologico ed una quota per danno patrimoniale. La prima è compresa tra € 1170 e € 16500 circa all’anno. La seconda è la risultante di un calcolo: retribuzione x coefficiente di menomazione x % di invalidità. Il coefficiente ha ef-

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fetto riducente, essendo compreso tra 0,4 e 1 e la retribuzione annua lorda sulla quale si applica è rapportata ai seguenti limiti minimi e massimi: € 16000 e € 30000 circa (se guadagni più di 30000, pazienza!).

gamba equivale al 50%); che il lavoratore abbia maturato almeno 5 anni di attività di cui gli ultimi 3 continuativi. La rendita risulta da un calcolo: (contributi versati + crescita PIL) x coefficiente di conversione. Solo in

L’INPS eroga una rendita per l’invalidità che deriva da infortunio o malattia extraprofessionale, a due condizioni: che il danno sia superiore al 66,67% (la perdita di tutta la

caso di inabilità assoluta (100%), ai contributi versati si sommeranno i contributi figurativi fino al 60° anno di età. La crescita del PIL si commenta da sola… mentre il coeffi-

ciente varia in base all’età ed è consultabile sul sito dell’Inps, come anche i contributi versati. Com’è evidente, sarebbe scorretto affermare che lo Stato non intervenga mai, ma attenzione: quanto erogato sarà sufficiente alle spese di cura ed assistenza dell’invalido? E sarà ancora possibile destinare una parte di reddito ai bisogni della famiglia? Dati alla mano, purtroppo no. E se non ricorrono nemmeno i presupposti per beneficiare di quelle prestazioni? Se, ad esempio, si resta invalidi per un incidente avvenuto fuori dal lavoro con una percentuale di gravità inferiore al 66%, l’Inail non paga perché l’infortunio è extraprofessionale, e neanche l’Inps, che inizia a pagare per un’invalidità superiore al 66%. Ecco allora il momento di avere delle coperture vere, che integrino quelle pubbliche: non per un raffreddore o per una storta, ma per i gravi eventi che possano seriamente compromettere il futuro di una famiglia. Eventi imprevisti, ma …calcolati!


salute

Primavera tempo di

ALLERGIE

Soluzioni efficaci per contrastare naso chiuso, starnuti e lacrimazione a cura della Farmacia Ronga Tartaglia

a Primavera è alle porte e per molti è tempo di cominciare a fare i conti con le pollinosi, le allergie causate dai pollini, i microscopici granelli prodotti dagli elementi maschili delle piante durante la fioritura. Trasportati dal vento e inalati durante la respirazione scatenano, nelle persone predisposte, una serie di sintomi molto fastidiosi: starnuti, naso chiuso, prurito agli occhi, lacrimazione abbondante, fotofobia (fastidio alla luce). E, nei casi più seri, anche crisi di asma. La reazione allergica è la risposta esagerata dell’organismo a sostanze, in questo caso pollini, che sono innocue per la maggior parte delle persone. Quando una sostanza penetra nell’organismo, viene sempre controllata dal sistema immunitario. Nelle persone che non hanno problemi di allergia non si verifica alcuna reazione, perché non viene riconosciuta come dannosa; in chi è allergico, invece, il sistema di difesa dell’organismo reagisce come si trovasse di fronte a un nemico. E sono proprio i complessi meccanismi attivati da questo ‘abbaglio’ a scatenare starnuti, naso che cola, lacrimazione e così via.

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Come si cura con la medicina naturale Chi soffre di allergie può anche affrontare il disturbo utilizzando i numerosi rimedi offerti dalla medicina naturale, ma è importante rivolgersi a un medico qualificato che sia in grado di consigliare il rimedio più adatto in base al singolo caso. Omeopatia Si basa sull’uso di quantità minime d prodotti (i rimedi), sostanze vegetali, minerali o animali che vanno a stimolare l’organismo per favorire o accelerare il processo di guarigione. I rimedi si presentano di solito sotto forma di granuli, che devono essere messi in bocca e sciolti

sotto la lingua senza toccarli con le mani. Bisogna prendere 5 granuli per 3-4 volte al giorno fino all’attenuazione dei sintomi, poi si può diminuire la frequenza e passare a una-due volte al giorno.

Fitoterapia Le piante possono essere utili per contrastare l’allergia. La fitoterapia, infatti sfrutta un sapere millenario che usa le proprietà terapeutiche delle erbe. I rimedi fitoterapici si trovano in erboristeria e nelle farmacie che hanno un reparto erboristico.

Con i farmaci Per contrastare la rinite (il naso che cola) sono

indicati i decongestionanti, farmaci sotto forma di spray nasale che offrono un sollievo immediato. Quando l’allergia dà sintomi più fastidiosi (oltre alla rinite anche lacrimazione, fastidio alla luce o prurito) un aiuto può venire dagli antistaminici, medicine che bloccano nell’organismo la produzione dell’istamina, la sostanza responsabile delle manifestazioni allergiche. Nei casi più seri, cioè quando i sintomi dell’allergia sono particolarmente marcati e, quindi difficilmente sopportabili, possono essere utilizzati anche i cortisonici. In presenza di asma si rendono invece necessari broncodilatatori, in grado di dilatare meccanicamente i bronchi.

SI POSSONO PREVENIRE

La migliore prevenzione è quella di evitare il contatto con l’allergene, ma nel caso delle pollinosi ciò è praticamente impossibile. L’unica cura preventiva possibile, rimane, quindi, quella dei vaccini.

CON I VACCINI TRADIZIONALI Più che di vaccino si dovrebbe parlare di “immunoterapia specifica”, che consiste nella somministrazione di un estratto dell’allergene a cui si è allergici a dosi via via crescenti. Quello che si vuole ottenere è una riduzione della sensibilità verso quel determinato polline. Il trattamento, però va iniziato per tempo e poi ripetuto ogni anno: nel caso delle allergie primaverili, i mesi giusti sono ottobre-novembre. I sintomi si riducono sensibilmente sin dalla prima somministrazione ed entro il terzo ciclo si ottiene la massima efficacia possibile.

CON QUELLI OMEOPATICI Anche in questo caso occorre giocare d’anticipo, almeno due mesi prima della comparsa dei pollini. In questo caso, per desensibilizzare l’organismo si somministra il polline responsabile dell’allergia a una diluizione di 30CH, una volta alla settimana. Sin dal primo ciclo (che poi va ripetuto ogni anno) i sintomi si attenuano.

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al femminile

Da studentessa a ordinario, storie di chi resta e scommette su Foggia

Marzia Albenzio, una carriera ‘Made in UniFg’

’ il professore ordinario più giovane d’Italia nel suo settore (Zootecnia speciale, ambito da sempre appannaggio maschile). Ma soprattutto è la prima studentessa dell’Università di Foggia ad aver fatto tutta la trafila: dai banchi alla cattedra più importante del Dipartimento di Scienze agrarie UniFg. E’ la storia della professoressa Marzia Albenzio, un percorso di una maturazione (accademica e professionale) ed un racconto di amore e fiducia per la propria città e le sue potenzialità. I primi 18 anni di autonomia dell’Università di Foggia contengono molte storie che vanno sedimentandosi man mano che cresce la profondità della traccia lasciata dall’Ateneo nel tessuto sociale del territorio che lo ospita. Albenzio - 45 anni il 23 agosto

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A 45 anni è, oggi, l’Ordinario più giovane d’Italia in un settore tutto maschile “Vivo il mio come il traguardo di un territorio, qui sono nata e qui volevo restare” – ha vissuto appieno l’esperienza universitaria: da studentessa a laureata, da ricercatrice a professore associato, fino a diventare ordinario della Dipartimento in cui ha mosso i primi timidi passi. “Vivo il mio personale come un traguardo del mio territorio”, spiega Albenzio. “Quando, dopo la maturità, ho deciso di proseguire gli studi, ho scelto l’Università di Foggia. Il perché era semplice: qui sono nata, qui volevo continuare la mia formazione. Ho scelto un corso di laurea afferente alla Facoltà di Agraria, e la prima lezione che ho seguito è stata di Zootecnia generale. Nel tempo questa circostanza, che a me sembrava solo casualità, si è rivelata un segno del destino”. Si è laureata il 10 ottobre 1996 (110 con lode, tesi in Microbiologie degli alimenti presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia allora sede gemmata dell’Università di Bari): da quel momento in poi il dilemma che riguarda un po’ tutti i laureati presso gli Atenei del Sud, restare o partire. Oggi grazie all’attività di placement e alle molte conquiste socio-territoriali ottenute dall’Università di Foggia, il dubbio appare quanto meno più robusto rispetto a una scelta che – oltre vent’anni fa – appariva scontata. Invece la prof.ssa Albenzio scelse di re-

stare e di investire nell’Università che l’aveva formata. “Quando mi sono laureata e abilitata all’esercizio della professione, i miei titoli erano facilmente spendibili soprattutto fuori dalla Puglia”, racconta. “Ancora una volta mi sono trovata di fronte a un bivio e ancora una volta, grazie all’ammissione ad un corso di dottorato di ricerca afferente all’Università di Foggia, potevo continuare la formazione post lauream nella mia città, nel mio territorio. Per questo percorso e durante tutte tutte queste scelte, i miei genitori mi hanno sempre sostenuta e incoraggiata. Dopo i tre anni di PhD la scelta è stata definitiva e, nonostante mio marito lavorasse lontano dalla Puglia, abbiamo deciso di continuare ad investire nella nostra città, nel nostro territorio: questa, alla fine, è diventava anche una scelta familiare. Da quando ho preso servizio come ricercatore di Zootecnica speciale, le mie ricerche sono state preferenzialmente rivolte allo studio del territorio ed al suo potenziamento; in questo sono stata avvantaggiata dalla naturale vocazione agricolo-pastorale della nostra terra. Negli anni a seguire, nel ruolo di professore associato ho consolidato la passione per l’attività didattica e cercato di ottimizzare la capacità di trasferire la mia passione, le mie

“Scegliendo di rimanere nella mia città, mi sono fatta scegliere dall’Università”

conoscenze agli studenti, per una formazione quanto più completa possibile”. Dallo scorso ottobre, è docente Ordinario dell’Università di Foggia. La prima studentessa foggiana a diventarlo, come detto la più giovane d’Italia nel proprio settore disciplinare. Albenzio, inoltre, è il secondo Ordinario donna in un settore, quello della Zootecnia, caratterizzato da una preponderante presenza di uomini. “Quando penso a questo traguardo al femminile - conclude - penso alle mie figlie, al dono della maternità, a come loro vivono la mia e nostra UniFg, con un senso di appartenenza assoluto. Scegliendo di rimanere nella mia città, mi sono, in qualche modo, fatta scegliere dall’Università di Foggia, che mi ha riservato un importante percorso professionale, ma anche e soprattutto di vita”.

Monti Dauni, la Nuova Pro Loco di Biccari è una sfida tutta in rosa

La promozione del territorio passa dalle donne Una realtà giovane, che parla attraverso nuove progettualità e punta alla valorizzazione dei ‘sapori e saperi’ dauni Lavorano in silenzio, discrete; nessuno si accorge della loro presenza ma tutti non possono che constatare i loro brillanti risultati. Le menti e le braccia della ‘Nuova Pro Loco di Biccari’ sono quelle di donne, talentuose e preparate, che non amano parlare di sé, ma che desiderano che a parlare siano i propri progetti, le proprie attività ed i propri traguardi. L’associazione turistica Nuova Pro Loco, attiva da circa due anni, si pone un unico e semplice obiettivo: operare attivamente per favorire lo sviluppo turistico, culturale, ambientale, sociale, storico, artistico del territorio del comune di Biccari. Quello della Pro Loco tutta in rosa è un nuovo modo di fare rete, entrando in contatto con i soci, con le realtà esistenti e con la popolazione tutta: ne è un esempio il concorso fotografico ‘Illustra Biccari’ che ha coinvolto Biccaresi

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e non, residenti, ospiti, visitatori del piccolo borgo dauno, invitati a rappresentare Biccari secondo il proprio punto di vista, inviando all’associazione foto o disegni di scene di vita quotidiana, paesaggi, eventi, piatti tipici e storie. Fiore all’occhiello dell’organizzazione è sicuramente il successo riscosso dalla ‘Festa dell’oro verde di Biccari’, convegno dedicato all’elemento principale del paese, l’olio. Tenutosi nella suggestiva cornice del Convento Sant’Antonio a pochi passi dal centro, l’evento ha celebrato l’olio in modo innovativo, attraverso un percorso sensoriale sul tema. In tanti tra cuochi, gastronomi e nutrizionisti si sono messi a lavoro per coinvolgere il visitatore attraverso un percorso atto a stimolare

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tutti i sensi, dal tatto, con l’angolo benessere, all’olfatto, alla vista, all’udito attraverso l’ascolto di esperti del settore, ed al gusto, assaggiando i prodotti cucinati con olio, come la pizz a furn apiert, piatto tipico della tradizione gastronomica biccarese. Tra i più ambiziosi obiettivi dell’associazione possiamo enumerare sicuramente la destagionalizzazione dei flussi turistici verso il piccolo borgo, concentrati

soprattutto nei mesi estivi e nel periodo natalizio, attraverso eventi complementari e non simili a quelli organizzati dall’Amministrazione, puntando sulla gastronomia dauna. Non solo cucina e sapori però. Diverse sono le realtà che l’associazione si propone di valorizzare e promuovere, tutto l’anno, come le bellezze strutturali ed architettoniche del paese, rese accessibili e note a tutti mediante guide turistiche e visite guidate, e le nume-

rose risorse naturali che circondano Biccari, come l’Orto di Zolfo, il Lago Pescara, il Monte Cornacchia, sempre al centro delle attività di tutela e promozione firmate Pro Loco. Un’organizzazione giovane, che punta su giovani e giovanissimi, attraverso laboratori e workshop su tematiche che mutano di volta in volta, proponendosi di catturare l’attenzione dei più piccoli, facendo di loro dei protagonisti, oltre che spettatori. Come ribadito dalle stesse animatrici, l’obiettivo primario della Nuova Pro Loco biccarese – regolarmente iscritta e riconosciuta a livello regionale – è quello di non gravare sulle tasse comunali, ma di organizzare eventi e manifestazioni con risorse economiche provenienti da sponsor, accedendo a bandi e finanziamenti regionali o nazionali. Leonarda Girardi


cultura

Nel polo didattico di via Arpi un percorso esperienziale tra i tesori della Daunia

Il Museo Provinciale del Territorio è vivo e torna ai giovani

e studentesse armeggiano con il teschio dell’antenata Lucy nel Museo Provinciale del Territorio. Lo misurano con un compasso antropometrico per calcolare la capacità cranica. Siamo nel bel mezzo di un laboratorio di antropologia. Gli studenti dell’ultimo anno dell’Istituto d’Istruzione Superiore Olivetti di Orta Nova studiano le tappe dell’evoluzione dell’uomo e delle sue caratteristiche. Nella cranioteca sono riprodotti teschi dall’Australopithecus afarensis fino all’Homo sapiens, passando per il robustus, abilis ed erectus. “Al Museo in tutti i sensi” è un progetto che si rivolge soprattutto alla fascia d’età compresa tra i 14 e i 19 anni, ma la tipologia dell’attività viene adattata anche ad altri target, e ci sono già percorsi pensati per i più piccoli. Il Museo di via Arpi (proprio di fronte al Dipartimento di Studi Umanistici, all’estremo opposto del Museo Civico) è irriconoscibile, un percorso esperienziale che stimola curiosità. Un gruppo è alle prese con uno scavo archeologico: in una sala sono state ricostruite fedelmente le tombe di Ascoli, con gli stessi identici reperti di corredi funebri maschili e femminili. Gli studenti simulano il lavoro certosino dell’archeologo, scavando e imparando le tecniche per rimuovere gli strati superficiali, fino all’analisi e studio dei reperti ossei e dei manufatti. Nel nuovo polo didattico c’è

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anche tutta l’attrezzatura per lavorare il marmo con le antiche tecniche per realizzare mosaici: gli studenti utilizzano materiali veri e ricavano le tessere con la martellina su un tronco di legno. “Prima, c’erano pochi reperti e il museo era fortemente didascalico spiega Luciana Stella, dell’Associazione di Promozione Sociale Mira, responsabile del progetto - I grandi pannelli riportavano, certo, dei contenuti importanti, curati da Saverio Russo, ma era poco fruibile da un’utenza giovane. Andava valorizzato e reso più dinamico. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato questo progetto proprio perché mirava a restituire questo luogo ai giovani, rendendolo più vivo”. Per l’appunto, l’avviso era denominato “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici”, un intervento che si inseriva nell’ambito della riprogrammazione dei fondi comunitari co-finanziati per lo sviluppo nelle Regioni Obiettivo Convergenza. L’allestimento non è ancora concluso. “Stiamo aspettando la seconda erogazione, quella più cospicua e importante, per continuare. Ci siamo avviati nel 2015 e, purtroppo, siamo andati a rilento a causa dei problemi legati ai musei, con l’apertura a singhiozzo, ma ce l’ab-

biamo fatta lo stesso, grazie alla collaborazione e all’impegno di Franco Mercurio che ha supportato tanto l’andamento del progetto, e siamo riusciti ad attivare subito, inizialmente, la sezione didattica dove ospitare i ragazzi, poi proseguiremo per tutto il 2017 con iniziative e mostre temporanee e ultimeremo i lavori per l’allestimento delle altre sale”. Mira si occupa di progetti e didattica dei beni culturali ed è tutta al femminile: sono cinque donne, archeologhe, naturaliste, esperte nel settore dei beni culturali e museali, dai 25 ai 42 anni. L’Associazione di promozione sociale è nata nel 2010, con Bollenti Spiriti, grazie al progetto “La vita nella grotta” per la valorizzazione del sito archeologico abbandonato di Manaccora, nell’omonima baia di Peschici. Ha portato in visita 2mila bambini delle scuole elementari. A Foggia, attraverso il progetto “La strada della cultura” ha fatto vivere agli studenti esperienze laboratoriali all’aperto nel centro storico di Foggia. Ora concede una seconda vita al Museo del Territorio. “Arpi ritrovata” è un autentico tesoro: solo i due crateri a ceramica policroma nella sala principale valgono un patrimonio. Appartengono ai reperti recuperati in Svizzera dai carabinieri del Nucleo Tutela e Patrimonio Culturale, riportati a casa prima che potessero alimentare il mercato clandestino e

prendessero il volo per l’America. La sezione successiva è una sorprendente scoperta, una vera e propria succursale del laboratorio di restauro della Soprintendenza dove vengono esposti, prima ancora di essere analizzati, i reperti appena ritrovati. “Questi sono stati riportati alla luce a dicembre a Pietramontecorvino - spiega Luciana Stella mostrando il contenuto di una teca - Ci sono ancora le falangi attaccate agli anelli perché si è trattato di scavi di emergenza: gli archeologi per fare presto hanno tagliato le dita così da portare via gli anelli”. La necropoli è emersa durante i lavori per la messa in opera di pale eoliche. Accanto, i chiodini di ferro dei calzari ritrovati ai piedi nelle tombe, ancora sporchi di terra. “Torneranno nel laboratorio di restauro della Soprintendenza, al piano di sopra - spiega Luciana Stella mentre ci accompagna nella visita - vengono restaurati e poi riportati qui”. L’esposizione è temporanea, la mostra non è permanente. Le attività aumenteranno. “I testi dei pannelli non andranno buttati - assicura - verranno tutti digitalizzati. Attraverso un touch screen si potrà accedere a questi contenuti e poi verrà completato l’allestimento con dei pannelli descrittivi sia delle vetrine che della sala delle tombe ‘Dalla terra al museo’ e ampliato con altri reperti e materiale didattico. Apriremo anche il bookshop e sarà realizzato un opuscolo. Questo museo ora è finalmente vivo”. Mariangela Mariani

Per i 150 anni del Circolo Daunia, il nuovo volume di Carmine de Leo

“Amori e passioni della Foggia che fu” Una piacevole lettura di gossip d’antan che celebra le donne e la città

Sicuramente nessuno immagina quante storie d’amore e quante passioni voluttuose e contrastate si sono consumate tra le vie e gli antichi palazzi del centro storico della città: anche Foggia ha avuto i suoi Romeo e Giulietta, le sue monache di Monza, i suoi Paolo e Francesca con l’occasione galeotta e - per la gioia degli inguaribili romantici -le sue storie d’amore a lieto fine. Ma non sono mancati anche duelli, omicidi efferati, leggende e storie che si intrecciano tra mito e realtà: è questo quello che traspare dalle pagine di “Amori e passioni della Foggia che fu”, l’ultima fatica letteraria di Carmine de Leo, giornalista e scrittore foggiano nonché presidente dell’associazione Amici del Museo Civico di Foggia. Il volume, edito dall’associazione culturale Mitico Channel e sponsorizzato dal Circolo Daunia è stato presentato dalla giornalista di 6Donna, Dalila Campanile. La serata culturale svoltasi presso il Circolo Daunia è stata un’occasione per aprire i festeggiamenti della ricorrenza storica dei 150 anni del più antico circolo cittadino: dopo l’apertura con i saluti del presidente in carica del circolo, l’ing.

Franco Nobili, la parola è passata al Presidente del Consiglio Comunale, Luigi Miranda. E’ seguito poi un dibattito tra l’autore e la giornalista che ha deliziato la platea con la lettura recitata di alcuni dei brani più coinvolgenti del libro. Le storie, scritte con un linguaggio semplice ma ad effetto, sono il risultato di minuziose ricerche che l’autore ha svolto presso gli Archivi di Stato di Foggia e provincia nonché di testimonianze familiari che ha raccolto e romanzato all’interno del volume. Si tratta di singolari

episodi avvenuti in città tra il Settecento e il Novecento, storie intime ma al tempo stesso intrise di un’inaspettata modernità, attraverso cui l’autore ci dimostra come la società non sia mai veramente cambiata. I lettori – soci del circolo e appassionati – a cui il volume è dedicato possono così sfogliare pagine in cui il gossip d’antan la fa da padrone anche se, quella che sembra a primo impatto una lettura leggera e stuzzicante, cela numerose curiosità sul nostro centro storico e soprattutto celebra le donne del passato che hanno fatto in qualche modo la storia della nostra città: croniste, attrici, nobildonne, dame che a pochi giorni di distanza dalla Festa della Donna sono state ricordate per i loro amori ma anche per il loro coraggio di sfidare la mentalità del tempo. Angela Dalicco

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