6Donna #3 115

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foggia notes Anticontraffazione

A scuola di shopping legale

cucina I simboli della Pasqua

Ricette della tradizione

focus Oltre il cancello

Viaggio nel canile di Foggia

ANNA LILIANA DI GREGORIO Alla volontaria Andos il Premio 6Donna 2016


editoriale

so m ma rio

di Maria Grazia Frisaldi Per noi è stato un mese importante. Faticoso per certi versi e ricco di soddisfazioni per altri. Con il “Premio 6Donna” abbiamo voluto premiare l’impegno, l’agire delle donne, la loro essenza e la loro importanza nella società. Tutto questo nella normalità, nella quotidianità. Ovvero lontano da eccezioni e casi limite, che - in quanto rarità - non rappresentano la cartina al tornasole della città. Abbiamo voluto dare nuovamente valore ad alcune parole forse oggi sottovalutate - ‘normalità’, ‘responsabilità’, ‘impegno’, ‘agire’ perché è da questi concetti che vorremmo ricominciare a considerare Foggia. Gli applausi, i ringraziamenti e le parole di stima e condivisione del progetto avute in questi giorni ci hanno fatto bene al cuore. Pochi giorni dopo la nostra serata, però, assistiamo inermi al solito teatrino di cliché e pregiudizi. E ci sembra di fare un salto indietro nel tempo di decenni. Da una parte l’infelice uscita di Guido Bertolaso che, rivolgendosi alla candidata sindaco di Roma in dolce attesa, Giorgia Meloni, sentenzia: “Sarà mamma, non può fare il sindaco”, richiamando alla mente i più desueti luoghi comuni dell’angelo del focolare e simili, e considerando la maternità una preclusione, quasi un impedimento, alla realizzazione professionale. Dall’altra parte abbiamo assistito ad una malriuscita campagna anti-trivelle che avrebbe dovuto incitare a votare ‘SI’ al referendum del 17 aprile prossimo. Si tratta della campagna partorita dall’agenzia di comunicazione ‘BeShaped’, “Trivella tua sorella”, con tanto di immagine (che non vi proponiamo per non pubblicizzare oltremodo uno slogan sessista) e annesso hashtag. Il richiamo alla donna è gratuito e volgare, e poco o nulla centra con la propaganda dei movimenti no-triv favorevoli all’abrogazione del quesito referendario. Allora ci rendiamo conto di quanto (tanto!) lavoro c’è ancora da fare. E ci rimbocchiamo le maniche, cercando di fare tutto il possibile secondo le nostre possibilità. Nel numero di 6Donna che state per sfogliare troverete uno Speciale dedicato al nostro premio, Focus sulla situazione del canile di Foggia mentre il nodo Gino Lisa, sarà affrontato nella pagina di Politica con l’europarlamentare Elena Gentile. Tutto questo insieme alle Rubriche degli Esperti, agli approfondimenti in materia di Ambienti, Salute, Moda Bimbi e Moda Cerimonia. Buona lettura.

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Foggia Notes 4

A scuola di shopping legale Da Foggia un progetto nazionale Confcommercio

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Focus

22 Dall’altra parte del cancello Viaggio nel canile di Foggia

Speciale Premio 6Donna 6

Rubriche

La città è femminile plurale

Ambienti

23 Carta da parati, scegli il tuo mood 7 •

Anna Liliana e la ‘bellezza del dare’ Menzioni speciali 2016

Politica 8

Gino Lisa, la strategia di Elena Gentile L’europarlamentare su aeroporto e PD

Salute 10 Red Power Le proprietà del mirtillo rosso

Moda 12 L’invitata perfetta Consigli per un look di classe

Moda Bimbi 13 Baby style Le collezioni kids primavera-estate

Cucina 14 La Pasqua in tavola Le ricette della tradizione

Sguardi d’arte 15 Gita fuori porta Arezzo e le valli del Casentino

marzo - duemilasedici

Soluzioni innovative e dal design all’ultimo grido Solidarietà sanitaria Nasce a Foggia il primo centro medico So. San.


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foggianotes di Mariangela Mariani

Anticontraffazione, a Foggia un Progetto nazionale di educazione all’acquisto responsabile

A scuola di shopping legale Confcommercio sensibilizza gli studenti con il linguaggio del teatro civile

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bbiamo rinunciato definitivamente a distinguere il vero dal falso. E il punto è che non ce ne importa più niente. Mangiamo senza guardare, beviamo senza annusare e poi finiamo per tracannare candeggina, pensando che sia acqua. Succede perché facciamo le cose in automatico, senza pensarci, e succede perché siamo costretti a risparmiare. E invece non stiamo risparmiando, stiamo solo buttando via i nostri soldi”. Un’incisiva Tiziana Di Masi, attraverso il linguaggio chiaro del teatro civile, con un format efficace, descrive la società che si rifornisce dai vucumprà e che non guarda l’etichetta quanto piuttosto al prezzo. “Ci riempiamo la casa di spazzatura, convinti di aver fatto l’affare, perché l’abbiamo pagata poco. E non solo non sappiamo che cosa farcene ma non sappiamo nulla di quei prodotti: da dove arrivano, come sono stati realizzati, che problemi ci possono creare. Oggi invece, in particolar modo oggi, certe domande dobbiamo farcele”. La scenografia è fatta di cartoni e merce contraffatta: in cima alle scatole c’è il bazar del falso d’autore, borse, maglie e calzature di noti marchi riprodotti, vino e un bidone della spazzatura. È un’immagine familiare per gli studenti degli istituti superiori della città che assistono dai palchi del Teatro Giordano allo spettacolo “Tutto quello che sto per dirvi è falso - made in Italy e contraffazione”. È la formula scelta da Confcommercio per il “Progetto nazionale di educazione all’acquisto legale e responsabile” partito proprio da Foggia il 4 marzo scorso. “Se la tentazione di comprare qualcosa di dubbia provenienza fosse forte, ricordiamoci del piccolo Archie. Archie Lloyd Bennett è un bambino inglese, di Birmingham, oggi ha quasi cinque anni, cresce bene e sta meglio, ma quattro anni fa, a soli nove mesi, fece la cosa più normale che un bambino della sua età potesse fare: si addormentò sul divano. Non poteva sapere lui, come la sua mamma, Rebecca, che quel divano era stato trattato con un potente fungicida”. La foto di un neonato sfigurato è il più impressionante deterrente.

Lo spettacolo gira l’Italia già da tre anni. A volere fortemente questa giornata è stata la Presidente Terziario Donna di Confcommercio Foggia, Lucia La Torre, una “tosta”, che in prima persona ha subito furti e angherie e cerca di

I relatori della giornata

scuotere il sistema, affinché la legalità abbia il sopravvento: “Dobbiamo liberarci da queste forme di illegalità. In un momento di crisi come questo non può continuare a crescere solo il mercato parallelo”. Per l’occasione, è arrivata in città la delegata nazionale Confcommercio Anna Lapini che ha portato il saluto e le parole che ama ripetere il numero uno di Confcommercio Carlo Sangalli: “Denunciare si deve, si può e conviene”. Agli studenti ha presentato concorsi e rassegne dedicati anche a loro: il Premio Libero Grassi “Contro la corruzione”, alla sua dodicesima edizione, “Trame” il Festival dei libri sulle mafie di Lamezia Terme, il Premio Giorgio Ambrosoli all’integrità, responsabilità e professionalità. “C’è bisogno di cultura della legalità: siamo fermamente convinti che questa lotta alla criminalità e alla contraffazione passi solo attraverso i ragazzi, il futuro, i nuovi imprenditori”. E poi ha illustrato i dati dell’ultima indagine di Confcommercio che fotografa il fenomeno, con una nota positiva: cala l’acquisto dei prodotti generalmente più pericolosi, e cioè cosmetici, profumi e alimentari. Diretto e particolarmente energico l’intervento del Prefetto Maria Tirone che ricalcava il

Lucia La Torre con il giornalista Rai Sergio De Nicola

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copione prima ancora di assistere allo spettacolo: “Quando compriamo quella merce pensiamo di fare un affare, e invece stiamo creando un danno, abbiamo dato i nostri soldi alla criminalità. La criminalità vi toglie il futuro”. E perché il suo messaggio arrivi dritto ai ragazzi, racconta di quando viveva a Napoli: andavano di moda delle infradito di plastica, poi comparvero foto raccapriccianti di piaghe e reazioni allergiche. Il sostituto procuratore, Enrico Infante, ammette come nonostante la legge sia cambiata le direttive alle forze specializzate di polizia che vengono dal ministero siano carenti in materia di marchi contraffatti affinché, attraverso le indagini, si possa ricostruire la filiera della distribuzione: lo strumento legislativo c’è ma bisogna sensibilizzare il decisore politico, e giornate come quella del Giordano possono rivelarsi utili anche in quest’ottica. Gli studenti hanno seguito i lavori con interesse. L’assessore alle Attività

Il pubblico

Economiche del Comune di Foggia Claudio Amorese ha annunciato un progetto nelle scuole sulla legalità. A chiudere il confronto a più voci la proposta lanciata da Lucia La Torre ai Presidenti di Confcommercio, Damiano Gelsomino, e Camera di Commercio, Fabio Porreca: aprire un osservatorio sulla legalità.


Una realtà assicurativa che dedica particolare attenzione al mondo delle donne

Allianz, soluzioni per un futuro sereno Il gruppo è presente a Foggia dal 1958 con la famiglia Schiavone Tra le novità: Allianz 1 business, Allianz 1 e Allianz Bonus Drive ssicurare il proprio futuro e i propri affetti. E’ quello che da anni, ormai in tutto il mondo, riesce a fare il gruppo assicurativo Allianz S.p.A., ai primi posti del mercato italiano delle assicurazioni e dei servizi finanziari. Una realtà solida e affidabile - che fa parte del Gruppo Allianz SE, leader assicurativo mondiale che ha sede a Monaco di Baviera e ha una forza di oltre 147 mila persone - e che dal 1958 è presente anche a Foggia, offrendo soluzioni sempre nuove in materia di auto, casa, persona e previdenza per andare incontro alle esigenze dei clienti, anche quelli più esigenti. Una grande famiglia composta da 5500 dipendenti sparsi sul territorio italiano e che fa della forza competitiva, della crescita sostenibile e della semplificazione delle complessità i suoi punti di forza. Cos’è il mondo Allianz e come è strutturato a Foggia? Allianz, con più di 80 milioni di clienti nel mondo, è il primo gruppo assicurativo: 7 milioni di clienti e oltre 3000 agenti solo in Italia. In Capitanata è rappresentata dall’agenzia Foggia Nord nata nel 1958, quando i fratelli Leonardo e Crescenzo Schiavone, unici agenti su Foggia, crearono una rete di subagenzie diffuse sul territorio. Nel 1991 l’agenzia storica di famiglia è stata ereditata da Francesco Schiavone, che ancora oggi - con uno staff di persone competenti e affiatate - è un punto di riferimento in città in grado di offrire risposte veloci e

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soluzioni personalizzate per tutte le esigenze assicurative. Oltre a due sedi operative a Foggia, in Via Dante Alighieri 5 e Via Pietro Nenni 21, l’agenzia ha una fitta rete di subagenzie dislocate in provincia, due sedi a Lucera, Troia, Celenza Valfortore, Pietramontecorvino, Orsara Di Puglia, Castelnuovo della Daunia. Particolarmente vicino e attento al mondo delle donne, Allianz ha creato delle soluzioni specifiche per rispondere alle loro molteplici esigenze. Di cosa si tratta? Prima di tutto Allianz ha pensato al mondo del lavoro, con Allianz 1 business, prodotto unico e rivoluzionario che con una piccola spesa mensile permette di proteggere l’attività commerciale di giovani imprenditrici, dai rischi quali incendio, furto e rapina, danni a terzi. Per la vita privata, invece, è nata Allianz 1 che con la combinazione di 13 moduli vendibili singolarmente o abbinabili fra loro, tutela la persona, la famiglia e la casa con gestione delle emergenze anche in viaggio, per le mamme che hanno a cuore i propri figli e il loro futuro oltre alla salvaguardia del proprio patrimonio. Allianz Bonus Drive, invece, è il prodotto appena lanciato sul mercato assicurativo. Una polizza RCA che premia lo stile di guida prudente e un uso intelligente dell’auto, che per-

VIA DANTE ALIGHIERI, 5

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FOGGIA

mette di ridurre le probabilità di incidente, aumentando la sicurezza e trasformando lo stile di guida in un risparmio fino al 30%. Una realtà a forte prevalenza femminile, che investe sui talenti delle donne affidando loro ruoli e incarichi di prestigio all’interno del gruppo Allianz… La presenza delle donne all’interno del gruppo è prevalente. Allianz, infatti, nelle sedi di Trieste e Milano ha istituito per le neomamme asili nido aziendali, e ha dato loro la possibilità di lavorare da casa. Inoltre, numerose sono coloro che rivestono incarichi di prestigio a livello dirigenziale. Lo stesso staff della nostra agenzia è a forte prevalenza femminile che, con una consolidata professionalità, rappresenta un elemento fondamentale nei rapporti con i clienti di agenzia.

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speciale Premio

6Donna

Premio 6Donna 2016, i nomi della “Donna dell’Anno” e delle due Menzioni Speciali

La città è femminile plurale Tutte le emozioni della serata-evento che celebra l’impegno

La violinista Marta Dell’Anno

La soprano Bianca D’Errico e il Maestro Basilio Fiorentino

L’attrice Enza Di Nuzzo del Piccolo Teatro

L’attrice Mariangela Conte del C.U.T. Foggia

Antonella Salerno e ‘Libertango’

Il quartetto d’archi ‘Setas Quartet’

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C’è chi ha bussato direttamente alla porta della nostra sede, al Villaggio Artigiani, chi ha contattato il centralino, chi ha scritto lettere cartacee, email o messaggi privati sulla nostra pagina Facebook. Ogni modo e ogni mezzo è stato utile per segnalare alla nostra redazione donne speciali che con i loro talenti e la loro opera contribuiscono a rendere Foggia una città migliore. Il “Premio 6Donna”, giunto alla seconda edizione, ha toccato il cuore della città, che ha raccontato storie di donne incredibili, mostrandoci il volto di una Foggia “femminile plurale”. Ingegni, altruismi e capacità celebrati lo scorso 8 marzo, sul palco del Teatro Umberto Giordano che, quella sera, si è trasformato nel ‘tempio dei talenti delle donne’. Un’idea resa possibile grazie alla sensibilità dell’assessore comunale alla Cultura, Anna Paola Giuliani, e al sindaco di Foggia, Franco Landella, che ci ha ospitato nella ‘casa della cultura’ dei foggiani.

quale è stata istituita la Menzione Speciale “Mamma dell’Anno” (vedi box a lato). A premiare la super-mamma è stata il Direttore Marketing di 6Donna, Angela Dalicco che ha ripercorso, in breve, i 12 anni di storia del free-magazine, “una realtà del panorama editoriale locale che è riuscita ad andare avanti e a ritagliarsi il suo spazio, rimanendo sempre fedele a sé stessa e mantenendo sempre intatta la sua identità”. Ad arricchire l’edizione 2016 del Premio, è stata anche la collaborazione con le scuole: l’Istituto Superiore di Istruzione Einaudi-Grieco, l’Istituto Tecnico Economico Blaise Pascal e l’Accademia di Belle Arti di Foggia. LA MENZIONE SOLESIN. Stilando i requisiti per il Premio 6Donna e tracciando un identikit ideale della nostra “Donna dell’Anno” è stato naturale rivolgere un pensiero a Valeria Solesin, la giovane veneziana vittima degli attacchi terroristici del

LE SEGNALAZIONI. Per la seconda edizione del “Premio 6Donna” abbiamo ricevuto 71 segnalazioni. Un numero importantissimo. In queste settimane ci siamo appassionate alle storie che sono giunte in redazione e ci siamo emozionate per la sensibilità mostrata da chi ci ha segnalato loro. “Esattamente un anno fa, lanciavamo l’idea un po’ folle di un premio alla normalità. Un premio povero solo in apparenza, ma in realtà ricco, ricchissimo di significato”, ha spiegato il direttore responsabile del magazine, Maria Grazia Frisaldi. “Un premio alla ‘normalità’, ma non quella stanca e disillusa, che si ripiega su sé ia daco di Fogg stessa. Il nostro è un omaggio alla normalità iani con il sin iangela Mar nna Paola Giuliani ar M na on responsabile, leale, appassionata che contri- La giornalista 6D Cultura A ssessore alla Bataclan, buisce a far andare avanti la città in ogni set- Franco Landella e l’a a Parigi. Una giovane donna impegnata tore. In silenzio e con il sorriso sulle labbra”. Le segnalazioni che abbiamo ricevuto, ci hanno nel sociale, attiva nel volontariato e ricercatrice di offerto un pretesto per affacciarci in una dimen- grande talento. Tutte attività che portava avanti in sione diversa della città, per mettere il naso in silenzio con impegno, discrezione e sobrietà, fino quella Foggia concreta, generosa ed operosa che a quella drammatica sera. Il nostro pensiero ha schiva i riflettori e non fa nulla per mettersi in evi- trovato sponda nella famiglia Solesin che ha audenza; quella realtà che ogni mese, puntuale da torizzato l’istituzione di questa Menzione Speciale, ormai 12 anni, cerchiamo di raccontare attraverso che di concerto, abbiamo deciso di collegare al le pagine del nostro giornale, edito dalla Publi- mondo dell’università e della ricerca. Ad aggiudicentro di Franco Di Gemma. carsi la Menzione Speciale Valeria Solesin è stata Antonia Carlucci (vedi box a lato), ricercatrice IL PREMIO 6DONNA. Tra tutte le candidate, a UniFg, impegnata in uno studio sul batterio Xylella conquistare la redazione di 6Donna è stata la vo- e la malattia che sta decimando il patrimonio lontaria Andos Anna Liliana Di Gregorio (vedi pa- degli ulivi secolari in Puglia. gina accanto), un mix inedito di positività, impegno e altruismo, che strizza l’occhio ad uno dei temi LA FESTA DEI TALENTI. Ad arricchire la ceriricorrenti per questo giornale, unico free-maga- monia di consegna del Premio sono stati i talenti zine di genere della Puglia. Anche quest’anno, di tante donne, che hanno sposato la nostra causa però, un solo premio non poteva soddisfare la no- con la loro arte. Tutte donne che abbiamo impastra redazione, travolta da nomi, storie e vicende rato a conoscere attraverso le pagine del nostro che ci hanno emozionato e commosso. Una di giornale. Tra loro, la violinista globetrotter Marta queste è la vicenda di Gina Santangelo, per la Dell’Anno, foggiana ma parigina d’adozione che

Il pubblico

ha incantato la platea del ‘Giordano’ con la sua voce, il suo violino, la sua loop-station. Mariangela Conte, attrice del Centro Universitario Teatrale, ha dato voce e corpo al dramma della violenza domestica, tema più volte indagato sulle nostre colonne, attraverso una pièce originale, scritta per noi da Marcello Strinati. La voce del soprano Bianca D’Errico, accompagnata al pianoforte dal Maestro Basilio Fiorentino, ha regalato al pubblico presente due arie, “Porgi amor” da “Le nozze di Figaro”, e “Van la casa e l’albergo” da “Rita” Gaetano Donizetti. E’ stato un omaggio al talento e alla pervicacia di Anna Marchesini, invece, la performance dell’attrice Enza Di Nuzzo, della fucina teatrale del Piccolo Teatro. La terapia dell’abbraccio nel tango, ovvero tangoterapia, è stata portata in scena da Antonella Salerno e dall’associazione ‘Libertango’ di Foggia, attraverso una intensa coreografia. A chiudere l’aspetto ar-

L’orafo Francesco De Matteo, di ‘Aurum et Margaritae’ con la vincitrice del Premio 6Donna 2016

tistico della serata, è stato il “Setas Quartet”: un quartetto d’archi composto da Claudia di Corcia al violino, Elena De Bellis al violino, Erika Lo Mele alla viola e Michela Celozzi al violoncello. Sponsor unico della serata è stata l’Agenzia Allianz Foggia Nord di Francesco Schiavone. Presenti alla cerimonia di conferimento del premio, Ciro Pazienza (Direttore Vendite Sud Allianz) e Mario De Lisi (Responsabile Vendita Motor Allianz). Photo: Monica Carbosiero


speciale Premio

6Donna

Si inserisce nel solco di una delle tematiche-cardine del nostro magazine: la lotta al tumore al seno. Donna, moglie e mamma di quattro bambini, fisioterapista part-time presso il Don Uva di Foggia, da anni mette il suo tempo libero a disposizione delle donne operate al seno a causa del cancro. Da volontaria, contribuisce a tracciare la strada per una “rinascita” che sia non solo fisica, ma anche e soprattutto psicologica, emotiva e sociale.

L’editore Franco Di Gemma e il direttore responsabile 6Donna Maria Grazia Frisaldi premiano la ‘Donna dell’Anno’ Anna Liliana Di Gregorio. Per lei un gioiello in oro bianco realizzato dall’orafo foggiano Francesco De Matteo, della gioielleria ‘Aurum et Margaritae’

IL PREMIO 6DONNA 2016 ANNA LILIANA DI GREGORIO

Il suo impegno per le donne mastectomizzate. A lei il “Premio 6Donna”

Anna Liliana e la ‘bellezza del dare’ Volontaria 43enne, fisioterapista part-time, moglie e mamma di 4 ragazzi ha messo a punto un programma in acqua per le donne operate al seno l suo biglietto da visita è un sorriso positivo e smagliante. Un “accessorio” che non abbandona mai e che porta con sé ovunque: a casa, al lavoro, nelle sue tante ore di volontariato spese per le donne operate di cancro al seno. Anna Liliana Di Gregorio è la vincitrice del “Premio 6Donna” 2016; a lei, la redazione dell’omonimo magazine ha appuntato su petto una simbolica “medaglia all’impegno” che fa di lei una donna straordinariamente ordinaria. Nella sua quotidianità - tranquilla, ma dai ritmi serrati - è donna, moglie, mamma di quattro ragazzi di età compresa tra i 17 e i 10 anni e lavoratrice (è fisioterapista part-time al ‘Don Uva’). Pur tra mille impegni, dal 2011 si ritaglia del tempo da dedicare alle sue “sirenette”, come vezzosamente le chiama: si tratta delle donne mastectomizzate che partecipano ad un gruppo di lavoro in acqua, una serie di esercizi atti a riprendere non solo la corretta funzionalità muscolare, spesso compromessa dopo l’intervento chirurgico, ma soprattutto a riconquistare la confidenza perduta con il proprio corpo e la propria femminilità. “Ho sempre svolto attività di volontariato”, spiega la ‘Donna dell’Anno 2016’. “In passato sono stata anche pioniera della Croce Rossa. Nel 2011 sono stata contattata da un membro dell’Andos (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno)

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che ora è l’attuale presidente, per dare vita ad un e soprattutto a livello psicologico ed emotivo. “In progetto specifico per le donne operate”. Così, acqua, le donne trovano un modo per comunicare dal nulla, è stato creato il programma “Benes- tra loro. Esprimono paure ed emozioni e si consere in acqua”, che si svolge presso l’impianto frontano su problematiche incontrate a livello personale, familiare, dell’Assori e che al mosociale. Piano piano mento coinvolge 15 donne foggiane. imparano a percepire “E’ stata una sfida. Non nuovamente il proprio sapevo a cosa sarei andata corpo e la sua strutincontro, quali sarebbero tura. Si sentono più stati gli scogli da superare”, armoniche e questo le confessa. Invece il progetto aiuta a riconsiderare ha preso forma e sostanza: la propria femmini“Due volte a settimana tralità”. Ad arricchire quescorriamo 45 minuti in acqua, effettuando un prosto programma, ci gramma di esercizi mirati sarà presto l’arrivo di un apparecchio eletalla tonificazione muscolare, ma soprattutto all’elatromedicale in grado sticità, perché l’intervento di agire efficacemente chirurgico al seno può prosui linfedema, che Anna Liliana Di Gregorio con le colleghe vocare una diminuzione sarà acquistato grazie dell’armonia del movimento. Si tratta di un pro- ai fondi stanziati dalla Susan G Komen, organizgetto che sostiene il sistema linfatico, poiché zazione di volontariato, che tra nove progetti ammolte donne, a seguito dell’asportazione dei lin- messi a finanziamento ha premiato quello fonodi, possono avere problemi di linfedema da presentato dall’Andos di Foggia. In materia di prevenzione, la volontaria 43enne spiega: “Supedrenare e ridurre”. Si tratta di esercizi che fanno bene non solo rati i 40 anni le donne sono più attente e consadal punto di vista medico-riabilitativo, ma anche pevoli. Anche correttamente informate. Credo

E’ la front-woman di un successo targato ‘Unifg’, ovvero la sperimentazione salvifica sugli ulivi del Salento affetti dal batterio Xylella. La ricerca scientifica risponde non solo a conoscenze e competenze specifiche e comprovate, ma soprattutto alla perseveranza e alla caparbietà nel cercare soluzioni alternative alla distruzione di un patrimonio comunitario.

La menzione speciale “Valeria Solesin” va a Antonia Carlucci, ricercatrice Unifg

La menzione speciale “Valeria Solesin” va a Antonia Carlucci, ricercatrice Unifg

bisogna spostare l’attenzione su un pubblico più giovane e lavorare su quello. Le giovani donne non sono molto coscienti dell’importanza della prevenzione o vedono l’ipotesi della malattia distante da loro. Eppure, la fascia d’età in cui il cancro al seno può colpire si sta abbassando”. Sorpresa dalla candidatura e spiazzata dalla investitura, per Anna Liliana l’emozione più grande di una serata da incorniciare è arrivata il giorno dopo, quando ha visto un piccolo video girato dalla sua famiglia. Durante la proclamazione della vincitrice, in sottofondo vi erano le voci dei suoi quattro figli. “Quando sono stata chiamata sul palco è stata una sorpresa per tutta la famiglia. Mi è piaciuto sentire le loro voci sorprese e meravigliate. Loro ormai conoscono il mio impegno, e questo mi ha emozionata ancora di più”. A loro, che sono collaborativi e mostrano già una spiccata sensibilità in questo campo, Anna Liliana vorrebbe insegnare “la bellezza del dare. Se ognuno si impegnasse a dare il proprio contributo, ci si aiuterebbe a vicenda. Quello che vorrei che i miei figli imparassero è aprirsi all’altro: siamo una società troppo chiusa, facciamo cose e ci impegniamo solo se c’è un ritorno personale. Invece esistono altri tipi di persone e di mondi, e un ritorno emotivo talmente forte e positivo per chi aiuta che ripaga di ogni sacrificio”. Maria Grazia Frisaldi

La maternità è un dono che si coniuga nei verbi più belli. E che in questo caso si lega ad una generosità e una sensibilità rarissime. Moglie, mamma e grande lavoratrice, divide il suo grande cuore tra i suoi tre figli, l’ultimo dei quali adottato in condizioni estreme a causa delle violenze inflitte al piccolo dalla madre naturale. E’ l’esempio concreto della forza dell’amore che va oltre le difficoltà e i legami di sangue.

Il direttore marketing 6Donna Angela Dalicco premia Gina Santangelo ‘Mamma dell’anno’

La Menzione Speciale “Mamma dell’anno” va a Gina Santangelo marzo - duemilasedici

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politica a cura di Mariangela Mariani

L’europarlamentare su aeroporto, piccoli comuni e PD

Gino Lisa, la strategia di Elena Gentile “Specializziamolo, altrimenti è destinato alla non sostenibilità” errigna e schietta, non le manda mai a dire. L’uragano Elena è una furia quando si parla di PD, ma questa volta non fa danni e si concentra sulla sua attività parlamentare. Nel 2014, quasi 150mila voti nella circoscrizione sud catapultarono Cerignola in Europa. Elena Gentile è membro del Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti & Democratici. Per anni nella Giunta regionale pugliese, quel ruolo ce l’ha ancora cucito addosso, anche da europarlamentare. Memorabile la sua battuta quando a febbraio arrivò a Foggia Salvatore Negro, assessore regionale al Welfare, incarico che Elena Gentile aveva ricoperto sotto il governo Vendola: che potesse fare meglio di lei, gli disse scherzando in cerignolano, sarebbe stato un po’ difficile. Prima ancora si occupò della sanità. È un fiume in piena. Wikipedia la definisce un’attivista. Ha sempre la valigia pronta per Bruxelles e dopo una giornata di riunioni delle commissioni, dal Belgio, ricostruisce il rapporto tra le politiche europee e il territorio: “Qui affrontiamo direttive, risoluzioni, mozioni che hanno un interesse generale e talvolta nella “scrittura” delle politiche della Comunità Europea certamente possiamo trovare nelle pieghe delle scelte anche un interesse territoriale più specifico. Parlare per esempio di crescita blu, quindi di economia del mare, significa anche da questo punto di vista sostenere gli interessi economici e d’impresa di un settore che va dalla pesca ai trasporti, alla biocosmesi. Sono delle grandi scelte politiche, delle opzioni di sistema”. Una partita su tutte, quella del Gino Lisa, Foggia la sta

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giocando proprio a Bruxelles, e su quella si pronuncia senza giri di parole. E ha un piano. “Si apre un altro scenario dentro un’attenzione che da parte della Comunità Europea non è mai venuta meno. Mi pare che si stia aprendo una fase di nuova interlocuzione, senza termini di scadenza, rispetto alla quale fino ad oggi (alla data del 16 marzo, ndr) la Regione Puglia non ha ancora espresso una nuova opzione. Nel senso che la procedura che era stata avviata è stata chiusa e ne è stata aperta una nuova e si attendono gli atti della Regione Puglia, dell’assessorato ai Trasporti, per verificare fino in fondo la fattibilità di questa iniziativa: la Comunità Europea non ha chiuso i ponti, ha riaperto il dialogo, però si attendono atti e scelte consequenziali che fino ad ora, oggettivamente, non sono pervenuti”.

Lei sta seguendo da vicino la vicenda del Gino Lisa? Certamente sì, perché c’è questo carteggio che ormai è diventato sufficientemente elaborato, e per alcuni versi anche stucchevole, che va definito una volta per tutte. La Regione Puglia deve dire chiaramente se intende o non intende fare del Gino Lisa un aeroporto almeno di interesse regionale, confezionando un piano industriale e un business plan che abbiano una vocazione anche extraterritoriale. Oggi più di ieri sostengo una lettura che può sembrare forse particolarmente suggestiva ma che in futuro potrebbe avere ricadute importanti per il territorio, dentro questa scelta importante della macroregione adriatico-ionica. Abbiamo approvato finalmente questa direttiva e si apre uno scenario molto interessante per tutte le regioni costiere dello Ionio e dell’Adriatico, guardando per esempio ai Paesi dirimpettai. Noi abbiamo i Balcani di fronte, Paesi che stanno percorrendo la strada che li porterà all’ingresso nella Comunità Europea - mi riferisco in modo particolare al Montenegro e all’Albania. Penso che se un futuro e un interesse possa avere quell’aeroporto, al netto delle tratte nazionali - e qui apro e chiudo una parentesi: il completamento dell’alta velocità sul Tirreno, la linea Bari-Foggia-Napoli, e una decisione definitiva sull’alta velocità adriatica potrebbero accorciare indubbiamente i tempi di percorrenza - debba averlo come scalo o hub che guarda ai Balcani, che poi sono la porta di mercati molto più interessanti come la Russia o la Cina. Specializziamo un hub, specializziamo l’aeroporto Gino Lisa in previsione di quello che potrà accadere e sta già accadendo nei confronti dei paesi balcanici ma soprattutto verso Oriente e verso i Paesi dell’Est. Noi vogliamo dare un rango a questo aeroporto, se poi vogliamo

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pensare a tratte che sono sufficientemente banali - Roma, Milano, Torino, Palermo - destiniamo quell’aeroporto alla non sostenibilità economica. Invece, allargando un po’ lo sguardo, allungandoci verso l’orizzonte, potremmo cogliere questa opportunità. Per andare da Foggia in Montenegro il viaggio è un calvario e così in Albania. E sono una piattaforma interessante per la nostra economia, non possiamo sottovalutarlo perché l’Europa chiede un piano industriale sostenibile. La sostenibilità tu la incardini in una visione, in una prospettiva economica e di relazioni industriali ma anche politiche e con i nostri dirimpettai per davvero potremmo fare di quell’aeroporto un punto nevralgico, potrebbe essere la piattaforma per altre regioni che potrebbero trovare nello scalo pugliese e quindi foggiano un link molto interessante. Un’altra battaglia che la vede in prima linea è quella per difendere l’agricoltura italiana. Certo, proprio oggi in Commissione Occupazione e Lavoro sono intervenuta per puntualizzare alcuni passaggi che mi sembrano assolutamente importanti in previsione della rivisitazione della PAC, cioè della Politica Agricola Comune. Il tema era come ripensare la Pac quale occasione di promozione di nuove opportunità di lavoro, e io ho sottolineato la questione del riequilibrio delle risorse comunitarie anche a sostegno dei nostri piccoli comuni. Questo è un tema più generale ma che si cala benissimo nella nostra realtà. L’economia agricola può essere una leva di sviluppo per i nostri piccoli comuni che oggi sono destinati ad una tragica deprivazione non solo economica, perché soprattutto i giovani che continuano a vivere in quei comuni decidono di delocalizzare la propria vita nelle città o nei

comuni più grandi e più ricchi di prospettive. Se noi utilizzassimo i fondi comunitari in maniera assolutamente integrata spostando le risorse che fino ad oggi sono state destinate alle grandi città, alle città metropolitane, verso il sostegno della crescita dello sviluppo sostenibile ed inclusivo dei piccoli comuni daremmo fiato ed ossigeno alla piccola economia agricola, ai prodotti di nicchia, alle produzioni di qualità che sono la punta di diamante del made in Italy agroalimentare. Più attenzione per i piccoli comuni significa costruire una sinergia importante per far crescere l’economia agricola, attraverso questo noi offriremmo più opportunità di lavoro e quindi consentiremmo alle piccole comunità di non chiudere la loro esperienza demografica, perché il rischio non è più un rischio, ormai è una certezza. Lei fa parte di un partito caratterizzato da una vivace dialettica interna e talvolta travagliato. Come lo vede il suo Pd qui in Capitanata? Non lo vedo in ottima salute, se devo dirlo con la sincerità che mi contraddistingue. Si fa fatica a costruire un profilo unitario dentro una fibrillazione che, a mio avviso, non ha ragion d’essere se non nella indisponibilità di buona parte del Partito ad accettare l’idea che questo partito possa crescere solo ed esclusivamente subendo l’OPA delle liste civiche che poi tanto civiche non sono, perché sono rappresentate da personaggi politici che hanno cambiato più maglie e più casacche. Il tema è quello della transumanza del ceto politico che io non condivido assolutamente, e questo non significa pensare ad un partito chiuso che non si apra al dialogo, che non si confronti con altre sensibilità. Il Pd nasce per essere il luogo della convivialità delle differenze, ma attraverso una nuova connessione sentimentale con i cittadini e con le cittadine, quindi non gruppi di potere e di interesse, ma cittadini e cittadine soprattutto tante donne che ci auguriamo si innamorino sempre di più della politica e guardino con attenzione al Partito Democratico. Lei si è sempre battuta per far valere le sue ragioni. Lo ha fatto anche a muso duro. Cosa l’ha fatta andare avanti ? Quanto sente di contare ancora nel partito e quanto le donne contano? È una domanda un po’ complessa. Io non sono una donna vanitosa ma sono una donna orgogliosa. Orgogliosa di una storia che è stata costruita mattone su mattone, dentro una grande esperienza politica e amministrativa tutta votata alla declinazione di temi che oggi possono sembrare obsoleti e lontani: i diritti, soprattutto delle persone più fragili, più deboli; la trasparenza e la democrazia degli atti, dentro una visione che mi ha vista protagonista di un welfare non fatto di compassione e di pietà ma di valorizzazione delle differenze. Una visione molto innovativa e moderna di welfare come spaccato dell’economia di questo Paese. Temi che sto coltivando qui in Europa dove ovviamente vi è una visione differente. Io sto sempre dalla stessa parte, non so gli altri come girano su questa giostra della politica. Ovviamente ho dovuto fare più fatica perché noi donne siamo ancora poche, e questo è un vulnus della politica e poi bisogna far crescere una nuova consapevolezza e un nuovo senso di responsabilità delle donne che si cimentano in politica. L’idea da incoraggiare è sempre quella: l’autonomia e l’indipendenza da chi appare più forte e quindi esercita un potere che non può essere quello che è nella nostra cultura di genere. È una fatica rilevante però, nonostante questo, portiamo a casa risultati importanti.


ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO NATA DAL DESIDERIO DELLA FAMIGLIA PEDONE

“L’amico Enrico” è al fianco dei ragazzi L’idea è aiutare a prevenire le forme di disagio adolescenziale, difficilmente intercettate, che sfociano spesso in gesti autolesivi i chiama “L’amico Enrico” ed è un’associazione di volontariato senza fini di lucro, neanche indiretto, che opera esclusivamente per fini di solidarietà. L’idea di costituire l’associazione nasce dal desiderio della Famiglia Pedone di mantenere viva nel tempo la memoria del figlio Enrico, scomparso adolescente, in modo inaspettato e drammatico. Pertanto, per iniziativa del padre, Lorenzo Pedone, si è costituito un gruppo di lavoro che ha messo a punto il presente progetto per renderlo una realtà e una risorsa per la città di Foggia e provincia. Il progetto ruota intorno all’idea forte di creare un’opportunità reale per gli adolescenti del territorio locale che vivono spesso situazioni e stati di disagio latenti e difficilmente intercettati e percepiti dalla famiglia, dalla scuola e dall’intera comunità. La finalità prima che l’associazione intende perseguire è, dunque, quella di aiutare a prevenire le diverse forme di disagio che connotano oggi l’universo adolescenziale e che sfociano sempre più spesso in gesti autolesivi. La speranza che le difficoltà e le problematiche della società attuale potessero risparmiare i “custodi” del nostro futuro, gli adolescenti, è messa a dura prova. E’ una speranza spezzata dall’evidenza di notizie e dei dati che, giorno dopo giorno, dimostrano quanto gli adolescenti siano “eroi fragili”, capaci di

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grandi gesta e depositari di sogni, ma con un’armatura di sabbia che al primo colpo di vento o di “non mi piace” viene spazzata via, lasciandoli deboli e disarmati. Alcuni non ce la fanno e volano via lasciando nella disperazione i sopravvissuti. Affinché non si perdano nella ‘solitudine del loro malessere’, l’associazione interviene con progetti (”La Palestra del BenEssere,rafforza il tuo IO” e “Spazio-Ascolto”) di promozione del “sè”, di inclusione scolastica o sociale, con sportelli di ascolto, con interventi di aiuto personalizzato, attualmente adottati da alcuni istituti scolastici di Foggia e provincia. Come sappiamo l’adolescenza è un periodo della vita molto delicato dove cambiamenti fisici si accompagnano a quelli psichici, sociali e comportamentali non sempre accettati, in cui i ragazzi andrebbero accolti, ascoltati e guidati nell’affrontare un percorso che tenga conto della loro identità in continua evoluzione. La missione che si propone “L’Amico Enrico” di Foggia è proprio quella di intervenire in un momento di difficoltà, di essere un punto di riferimento per tutti quei ragazzi (e genitori) che si sentono smarriti e che non riescono a ritrovare la propria strada. “Il piacere di aiutare, di restituire loro sogni e speranze, di rivedere la luce brillare nei loro occhi è ciò che ci ha spinti a costituire questa Associazione e a dare il nostro contributo in qualità di persone e di professionisti”, spiegano dal gruppo. L’Amico Enrico inoltre, ha sostenuto la formazione dei

professionisti che ne fanno parte attraverso incontri formativi sul fenomeno suicidario (epidemiologia, cause, interventi, ecc.) prima con l’Associazione “L’Amico Charly” onlus di Milano e, in seguito, con il dott. psicologo Stefano Callipo del Centro di Psicologia Callipo di Roma su temi più specifici (valutazione e gestione del rischio suicidario negli adolescenti), al fine di garantire un aiuto competente e specialistico per le ragazze e i ragazzi fra i 12 e i 18 anni. Attualmente lo staff di psicologi è formato dalle dottoresse e dottori Francesca Abate, Andrea Croce, Marisa Gualano, Tiziana Manlio, Antonella Mellino, Silvana Spagnuolo, Giovanna Zampaglione e dalla pedagogista Giovanna Specchio. L’auspicio vissuto come missione dall’associazione è quello di accompagnare questi “eroi fragili” da ragazzi incerti e sofferenti a futuri uomini, capaci di riconoscere che non si può essere sempre invincibili, ma che è comunque possibile superare gli ostacoli con l’aiuto di qualcuno che è lì per loro, pronto ad ascoltarli e sostenerli. Perché chiedere aiuto non è segno di debolezza, ma è il primo passo per rialzarsi e ricominciare a correre. A cura di: Prof.ssa Alessandra Flagella, vice-presidente Dott.ssa Enza Paola Cela, psicologa - psicoterapeuta, Dott.ssa Tiziana Manlio, psicologa specializzanda in psicoterapia Dott.ssa Giovanna Specchio, pedagogista clinica

L’Associazione di Volontariato “L’amico Enrico” di Foggia offre gratuitamente ai ragazzi la possibilità di consultare una equipe di psicologi psicoterapeutici e pedagogisti clinici, dando loro disponibilità di ascolto, al confronto ed all’individuazione di eventuali disagi adolescenziali. Bullismo, cyberbullismo, emarginazione, poca o nessuna fiducia in se stessi, gestione delle conflittualità interiori o verso gli altri, manifestazioni di autolesionismo. Questo invito è rivolto agli adolescenti ma anche ai genitori che desiderano avere maggiore conoscenza e consapevolezza dei fenomeni che possono riguardare ragazzi e ragazze fra i 12 e i 18 anni, ovvero nell’età evolutiva

CONTATTATECI AL 380 78.74.633 Associazione di volontariato L’amico Enrico, via Portogallo, 9 Foggia - Tel. 380/7874633 www.amicoenrico.it - info@amicoenrico.it c.f. 94093820713 Iscritta all’Albo Regionale delle associazioni di volontariato al n.1847

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salute Frutto dalle grandi proprietà antinfiammatorie

Mirtillo Rosso Americano Un ottimo rimedio per la cistite A CURA DEL DOTT. GIANLUCA D’ALESSANDRO i tratta di un piccolo arbusto di origine nordamericana che produce un frutto rosso dal sapore acido, già utilizzato dagli indiani per curare ferite, infezioni urinarie e lo scorbuto. L’efficacia antibatterica di questo rimedio erboristico deriva dalla capacità di rendere antiadesiva la superficie delle mucose, impedendo quindi l’adesione cellulare dei batteri patogeni responsabili della cistite e di altri disturbi. Il cranberry (o mirtillo rosso) è una pianta assunta come integratore alimentare per via orale sotto forma di succo o capsule. Alcune ricerche condotte sulla specie umana dimostrano che l’uso del succo di cranberry e dei relativi integratori sarebbe utile per la prevenzione delle infezioni delle vie urinarie Il cranberry è stato oggetto di ricerca per molti altri usi medici, tra le aree più promettenti c’è la prevenzione dell’infezione da H. pylori, batterio responsabile delle ulcere gastrointestinali e della placca dentale. Secondo alcune stime almeno il 30% delle donne ha sofferto almeno una volta nel corso della vita di infezioni urinarie (principalmente cistiti) ed il 20% di queste ha avuto almeno una recidiva: una delle principali cause di recidive, specie nella popolazione più giovane, è sicuramente l’attività sessuale. Il cranberry migliora la qualità della vita negli uomini affetti da sintomi delle basse vie urinarie che hanno il PSA alto o soffrono di iperplasia prostatica benigna. Il succo o le compresse di cranberry potrebbero essere utili per la prevenzione delle infezioni delle vie urinarie nelle donne, anche gestanti. Alcuni organismi scientifici internazionali, dopo studi clinici su pazienti affetti da cistite, hanno sancito le proprietà antinfiammatorie, antiflogistiche delle bacche di mir-

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tillo rosso, che grazie all’acido citrico e malico, ai polifenoli, antocianine e antiossidanti contenuti, creano una protezione che impedisce a batteri come l’Escherichia Coli di annidarsi sulle pareti della vescica. Il cranberry è considerato sicuro per prevenzione della cistite, però va segnalata la possibile interazione con il warfarin (Coumadin®), un anticoagulante abbastanza diffuso nella popolazione di età avanzata. Il mirtillo rosso si può assumere sia in succo che in capsule, il primo è ottimo in fase preventiva, l'estratto secco invece è consigliato in caso la cistite si sia già manifestata. Le dosi di Cranberry da assumere, considerate del tutto sicure dagli ultimi studi, sono di 500 mg o 1000 mg al giorno, A seconda del prodotto che si acquista corrispondono a 23 compresse (da assumere lontano dai pasti). Dato però che esistono diverse marche in commercio, è sempre meglio rivolgersi ad un professionista per farsi consigliare il prodotto migliore per le proprie esigenze. Quantità ridotte di mirtilli rossi possono ridurre il livello di calcio nell’urina, evitando situazioni di aggravamento, per chi soffre di calcoli renali. La sua utilità è dimostrata anche come coadiuvante in caso di diarrea, nelle stitichezze, e nei problemi legati al colon irritabile e alle emorroidi. Infine, i mirtilli rossi hanno anche la capacità di attenuare i piccoli inestetismi della pelle quale la couperose. Per quanto riguarda invece il loro utilizzo dal punto di vista alimentare, i mirtilli rossi vengono utilizzati per la preparazione di ottime marmellate, conserve e gelatine, o per essere gustate con l'aggiunta di un po' di succo di limone e zucchero, magari “accompagnate” da more e lamponi, a costituire la classica coppa di frutti di bosco, servita e consumate specialmente nelle località alpine. Anche la grappa che si ottiene dalla macerazione di questi frutti (con un alto grado alcolico), ha un sapore intenso e delicato

MIRTILLI ROSSI PER COMBATTERE LA COUPEROSE

I mirtilli rossi, come accennato, hanno proprietà rinfrescanti, astringenti, toniche, e diuretiche e contengono numerosi principi attivi, fra cui le vitamine A e C, l'acido citrico e quello

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malico, la mirtillina, fosforo, calcio, manganese. L’azione di queste vitamine è apprezzabile soprattutto per quanto riguarda i problemi legati ai capillari (ne rinforza infatti le pareti). Ecco perché in caso di couperose vengono prescritte dagli specialisti, creme a base di mirtilli o rimedi quali quello di creare in casa una maschera per il viso contro questo in estetismo: in un quarto di litro di acqua, bollire un cucchiaio di bacche per 10 minuti. Schiacciarle, aggiungere 2 cucchiai di avena polverizzata e mescolare. Stendere sul viso tenendo per 15minuti. Infine sciacquare con acqua tiepida.


Tecniche innovative per la cura della salute orale

Sorridi, c’è la Un team di professionisti per prestazioni indolori ed efficaci essuno può toglierci il sorriso, nemmeno la paura del dentista: basta affidarsi ai professionisti dello studio ‘Dental Solutions’ di Piazza Siniscalco Ceci, a Foggia. Situato nel centro storico della città, lo studio odontoiatrico annovera tra i suoi punti di forza la sinergia tra professionalità, le attrezzature all’avanguardia e la chirurgia indolore. Nella struttura, infatti, operano otto professionisti: ognuno è competente in una determinata branca odontoiatrica. Presso la Dental So-

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lutions il paziente, può contare sulla garanzia del lavoro d’equipe, basato su confronti tra professioni-

sti del settore. In studio, inoltre, sono presenti tre medici che si occupano esclusivamente della cura odontoiatrica dei bambini, come il pedodontista, ortodontista e lo gnatologo. L’implantologia dentale mira non solo a ripristinare le funzioni masticatorie della bocca, ma anche a migliorare l’estetica del sorriso (colore e forma), migliorare la fonetica e il compito masticatorio di ogni singolo dente per una digestione

e alimentazione corretta. Staff medico competente e preparato alla riabilitazione funzionale ed estetica NELLA STESSA SEDUTA, per dare il massimo comfort ed efficienza al paziente. L’implantologia dentale è adatta a tutte l’età, il paziente viene seguito

prima dell’intervento effettuando un check-up completo dello stato di salute, dove vengono valutati i valori dell’osso e pianificato l’intervento; e in seguito vengono effettuali controlli periodici, anche a lavoro ultimato in quanto un’accurata igiene e esami scrupolosi possono garantire un lavoro duraturo.

Per una riabilitazione non invasiva del tuo sorriso AFFIDATI A NOI. In alcuni casi non è necessario realizzare una nuova protesi in quanto è possibile utilizzare la vecchia protesi del paziente modificandola per ospitare gli attacchi che si vanno ad agganciare sulle strutture implantari normali o a dei mini impianti. I vantaggi sono numerosi: - Tempi di guarigione ridotti, - Protesi superiore senza palato; - Elimina i costi e gli inconvenienti degli adesivi, ecc..

Oltre a costituire una presenza naturale, gli impianti sono anche sinonimo di stabilità e salute. QUESTO SISTEMA È L'OVERDENTURE. Le protesi sono rimovibili per cui si possono pulire facilmente, vantaggio non da poco, ma allo stesso tempo sono perfettamente stabili durante la masticazione e la fonesi.

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moda Cerimonia: consigli per un look di classe

L’INVITATA PERFETTA

Abiti sontuosi, accessori preziosi e dettagli profumati: così si ottiene una mise da cerimonia indimenticabile e dalla tua cassetta della posta fanno capolino raffinati inviti per eventi formali e romantiche partecipazioni di nozze è il caso di cominciare a pensare ad un look da cerimonia. Lasciati ispirare alle nuove collezioni primavera/estate di pregiati brand d’Oltralpe ma non dimenticare il dettaglio in grado di esprimere la tua personalità come l’accessorio giusto o il profumo adatto al tuo abito. Leggi i nostri consigli per essere un invitata indimenticabile.

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CORTO D’EFFETTO | Se sei invitata ad una cerimonia formale che si svolge in tarda mattinata, sarà un piacere rispettare il galateo: per l’occasione infatti sarà adeguato un abito da cocktail. Le diverse linee cerimonia coniugano tradizione e innovazione, proponendo tubini, abitini bon ton e tailleur strutturati che esaltano con eleganza le forme femminili. I tessuti sono preziosi, i colori brillanti. I blazer con motivo tono su tono completano ogni outfit con grazia. Scoprirsi all’interno della sala ricevimenti sarà un vero piacere: tutti potranno ammirare i lussuosi dettagli con cui ogni abito è confezionato; dall’orlo dello scollo arricchito di pietre, alla scollatura raffinata sulla schiena sino alle delicate plissettature che fasciano il punto vinta.

originale realizzata in acciaio inossidabile e dall’inconfondibile stile made Italy, disponibile nell’unico color silver in grado di adattarsi a qualsiasi mise per realizzare un prezioso contrasto. L’ESSENZA DELL’ELEGANZA | L’ultimo tocco di classe per il tuo look? Due gocce di profumo per essere unica. Se il tuo stile strizza l’occhio alla seduzione vaporizza sul decolté qualche spruzzo di Montale Paris, magari prediligendo le note arabe a base di oudh, antica pozione d’amore riservata ai sultani dalle potenziali proprietà afrodisiache. E’ un piacere guardare e indossare un profumo firmato Penhaligon’s London:

OSARE IN LUNGO | Se il tuo sogno è sempre stato quello di indossare un abito da sera, approfitta delle cerimonie serali per osare. Per un invitata che vuole puntare tutto sulla seduzione via libera ad avvolgenti modelli a sirena con pregiate lavorazioni in pizzo, applicazioni di cristalli e cinture gioiello. Se invece hai una silhouette più morbida fa al caso tuo l’abito stile impero con scollatura ad incrocio e se la gonna non ti aggrada, sarai sicuramente a tuo agio con la tuta, vero must per chi desidera uno stile non convenzionale. PREZIOSI CONTRASTI | Un look da cerimonia riuscito si completa sicuramente con l’accessorio giusto. Tuttavia se l’abito è carico di fantasie meglio restare sobrie e riscoprire l’intramontabile parure di perle. Se preferisci sdrammatizzare un abito formale con un dettaglio che parla di te, esprimi pure la tua personalità con i bijoux “10 Buoni propositi” by Anna Bilò. Bracciali, collane e anelli e orecchini portano impressi sui charms o pendenti i tuoi desideri, intenti e stati d’animo: un’idea

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il flacone è impreziosito da un dolce fiocco e lo jus si presenta intenso e inaspettato. Il brand londinese infatti propone codici olfattivi tradizionali ma in grado di conquistare anche i nasi più raffinati: da indossare con un abbigliamento classico ma al tempo stesso ricercato, proprio come le note del famoso profumiere di corte inglese. Dalila Campanile


moda bimbi Nuove collezioni kids primavera/estate

BABY STYLE a ognuno il suo Dalla nascita alla prima infanzia i capi d’abbigliamento permettono di esprimere il proprio modo di essere bambini di oggi? Sono già dei fashion-addicted. Hanno ricevuto il ‘buon esempio’ dai genitori o dai fratelli più grandi, all’asilo hanno già qualche amichetto che mostra orgoglioso le scarpine nuove che sbucano sotto il candido grembiulino e infine, i cartoons di nuova generazione, propongono sempre più di frequente linee di abbigliamento e accessori con le immagini dei propri protagonisti. Inevitabile che i più piccoli non desiderino solo giocattoli ma anche vestiti nuovi e all’ultima moda. Come correre ai ripari? Facendo shopping con il proprio bambino e scegliendo lo stile giusto per le sue esigenze, senza rinunciare alla comodità e soprattutto alla qualità.

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poter affrontare la bella stagione con abiti comodi e sgargianti: un piacere per gli occhi dei più piccoli, una sicurezza per mamma e papà. Sono proposte linee di abiti trendy per bimbo e bimba in tessuti leggeri come il cotone o il pizzo San Gallo. I capi sono essenziali: via libera a t-shirt o abitini a giro manica. Si tratta di uno stile che strizza l’occhio alla praticità ma non dimentica la tendenza prediligendo fantasie giocose come cuori e farfalle oppure accostamenti di colore vivaci e insoliti.

CASUAL Impossibile fare a meno del jeans, il capo casual per eccellenza che piace a grandi e piccini. E se i genitori pensano al classico cinque tasche indistruttibile, con cui i bambini sono liberi di giocare senza troppi pensieri si sbagliano. Oggi è possibile trovare resistenza e stile in un unico capo. Dal classico jeans a sigaretta che sembra uscito dall’armadio della giovane mamma, ai bermuda con il risvolto per gli ometti che vogliono stare comodi con le alte temperature, fino al jeans sottoposto al lavaggio nel colore verde per chi vuole stupire. Anche i neonati possono sfoggiare sin dai primi mesi uno stile sportivo e confortevole in cui i pezzi forti sono tutine, felpe e t-shirt da cui occhieggiano slogan simpatici . TRENDY Chi ha detto che per i bebè ci sono in commercio solo tutine nei classici colori di genere non sa dove andare a fare shopping! Per la nuova collezione primavera/estate tanti i brand che hanno puntato sul binomio freschezza e colore, l’ideale per consentire ai bimbi da 0 a 12 mesi di

CHIC La primavera è tempo di cerimonie e di occasioni mondane che solleticano la vanità dei più piccoli: piaceranno a genitori e figli le collezioni dei brand iberici Bimbalina e Wooloo Mooloo, un trionfo di stile e qualità. Dimenticate i capricci con cui i bambini vogliono disfarsi dell’abito delle feste: i capi sono realizzati in materiali soft, indossarli diventa solo un piacere. La collezione dedicata ai maschietti propone bermuda aderenti in tenui colori pastello ma dalla vestibilità morbida, polo bon ton impreziosite da micro fantasie di tendenza: tutti capi dall’alta versatilità con cui essere chic in ogni occasione dalla cerimonia all’aperto alla gita in barca. Per le bambine (e le mamme) poi non sarà difficile innamorarsi di abitini plissé in sfumature lime, bluse floreali e t-shirt con fiocchi e dettagli in pizzo sulla schiena proposte da Bimbalina. Dalila Campanile marzo - duemilasedici

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cucina

La metafora per eccellenza è l’uovo. Al suo fianco, l’agnello e il grano

La Pasqua nella cultura culinaria

essuna festività cristiana è così caratterizzata da simbolismi come la Pasqua. Il simbolo per eccellenza è l’uovo. Ci rimanda al concetto primario della fecondità e quindi dell’eternità. La sua forma rappresenta una linea continua e infinita, senza inizio e senza fine e si riporta al principio che la vita non nasce dal nulla, “Omne vivum ex ovo”: tutti gli esseri viventi nascono da un uovo. Nel paganesimo l’uovo rappresentava un dono, simbolo di fertilità e ritorno alla vita, scambiato in occasione delle feste di primavera. Nella reinterpretazione cristiana l’uovo è concepito come rinascita dell’uomo e della resurrezione di Cristo: il suo involucro (guscio) è il sepolcro dal

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I piatti che non possono mancare sulla tavola pasquale in Capitanata quale egli risorge. In età moderna viene riprodotto di cioccolato: un dono nel dono poiché al suo interno racchiude una sorpresa, alimentando fervide attese. Nei tanti piatti della tradizione culinaria pasquale ritroviamo l’agnello, simbolo di innocenza che ricorda il sacrificio compiuto da Gesù sulla croce, immolato come un agnello. La simbologia la ritroviamo nell’antico testamento allorquando Abramo sacrificò un ariete al posto di Isacco (immagine di Cristo). Altro elemento, sebbene non presente in forma diretta, è il grano. Simbolo sacro di eterna

SPEZZATINO DI AGNELLO E CARDONCELLI (Le quantità sono soggettive) INGREDIENTI Agnello - Cardoncelli - Uova - Pecorino - Pomodorini - Aglio - Vino bianco - Olio di oliva, sale, pepe e peperoncino - formaggio pecorino PROCEDIMENTO: Mondare i cardoncelli e lessarli a mezza cottura. Rosolare l’agnello a pezzetti in un fondo di olio, aglio e peperoncino, sfumando con il vino bianco, aggiungere i pomodorini. Unire i cardoncelli con abbondante acqua della loro cottura. Sbattere le uova con sale, pepe e formaggio, versare nel composto. Completare la cottura in forno a temperatura moderata.

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abbondanza, di morte e risurrezione: i chicchi muoiono nella terra per poi germogliare. Diventa il simbolo del Cristo che si sacrifica sulla croce per poi risorgere e lo ritroviamo anche nel momento dell’eucarestia, simbolo di vita spirituale. La cucina del periodo pasquale si arricchisce di uova, formaggi, ricotta, erbette, funghi. Qui di seguito alcune ricette più rappresentative dell’Italia del sud e della Capitanata. Lucia Di Domenico e Giandomenico Pazienza Titolari dell’Agriturismo Posta Guevara, Masseria Didattica Scuola di cucina

SQUARCELLA PER L’IMPASTO Farina:1 kg - Strutto: 300 gr - Zucchero: 400 gr - Uova: 6 - Lievito per dolci: 2 bustine - Ammoniaca per dolci: ½ bustina - Limone grattugiato: 1 - Naspro (ghiaccia reale) - Zucchero a velo: 150 gr - Albume: 1 - Succo di limone: 1 cucchiaino Decorazione: confettini colorati PROCEDIMENTO Disporre la farina a fontana, mettervi all’interno tutti gli ingredienti ed impa-

LE RICETTE stare. Far riposare la pasta in frigorifero per 30 minuti e creare le squarcelle con forme e dimensioni di fantasia, disponendole su una teglia. Cottura in forno a 180° per il tempo necessario. Per il naspro montare l’albume con lo zucchero ed il succo di limone, fino a quando, sollevando la frusta, si presenta “a nastro”. Pennellare le squarcelle con il naspro e decorare con i confettini.


sguardi d’arte Arezzo e le valli del Casentino Un viaggio nella storia tra i tesori dell’arte italiana er tanti Arezzo è la città dell’antiquariato che con la sua mostra-mercato si è aggiudicata sul campo, un posto d’onore tra le manifestazioni fieristiche di maggior interesse culturale. Ma non di solo antiquariato vivono quelle terre anzi, giunti nella città toscana, l’imbarazzo tra le bellezze storico-artistiche da vedere e gli appuntamenti culturali da seguire, ci assale e non sarà l’ufficio informazioni posto nel piazzale antistante la stazione ferroviaria, a schiarirci le idee. Concerti, musei, gallerie private, scavi archeologici (tra i quali lo splendido anfiteatro romano di età adrianea): qui c’è tanto da fare. Giunti nel cuore pulsante della cittadina una sosta è d’obbligo nella chiesa di San Francesco per vedere l’opera magna di Piero della Francesca, il ciclo ad affresco con le storie della Vera Croce. Uscendo dal tempio sacro ancora inebriati dai geometrismi estetici e dal colorito metafisico di questi, si potrà far serata perdendosi tra le stradine tutt’attorno, per trattenersi poi per un aperitivo davvero cool in uno dei tanti baretti che si dispiegano alla vista davanti al sagrato della chiesa, per un happy hour davvero “felice” che sostituisce cena e dopocena. Un’altra tappa va senz’altro fatta al Museo del Manierismo ospitato nella Casa del Vasari. La dimora che fu il buen retiro del critico aretino, da lui decorata in quasi tutti gli ambienti, e che

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ospita oggi le opere della ricca quadreria. Fu sempre il Vasari ad occuparsi della progettazione della loggia in piazza Grande, nell’ampio declivio che ricorda la vicina, più nota, piazza del Campo di Siena. A pochi chilometri dal capoluogo, il panorama si fa davvero affascinante; basta muoversi con la mobilità lenta della linea ferroviaria Arezzo-Stia e un piccolo locomotore ci porterà nel cuore del Casentino. Le fermate consigliate sono due: una a Bibbiena e una a Poppi. A Bibbiena, piccolo borgo medievale, si può ammirare la collezione del Museo archeologico “Pietro Albertoni”, che conserva interessanti reperti archeologici riferiti ad una stipe etrusca e provenienti dalla Ciliegeta, un posto magico del Casentino tra Capo d’Arno, dove nasce il fiume toscano, e il Monte Falterona, un tempo crecevia di popoli e culture.

A Poppi invece ci si immerge nella storia, percorrendo i vicoli che si inerpicano fino alla rocca sulla quale si pone il castello abitato un tempo, dai Conti Guidi; questo, che ha forme del tutto simili a quelle di Palazzo Vecchio a Firenze, è affrescato da Taddeo Gaddi, un allievo di Giotto. La tradizione vuole che proprio in questo maniero, Dante Alighieri abbia scritto il XXXIII ed ultimo canto dell’Inferno. Il castello ospita anche la Biblioteca Rilliana, una raccolta libraria di eccezionale valore, il cui nucleo principale è costituito da manoscritti, incunaboli e alcune rare edizioni aldine, stampate a Venezia nella tipografia del celebre stampatore Aldo Manuzio. Se poi si vogliono assaggiare le pietanze locali, basta fermarsi in una delle tante trattorie che popolano il contado e ordinare i tortelli di pa-

tate fatti con pasta sfoglia ripiena di patate di Cetica, condita con pomodoro, aglio e un po’ di pecorino. Oppure si possono assaggiare gli “gnudi del Casentino”: gnocchi con un impasto molto simile ai normali ravioli ma privi della sfoglia che li ricopre, tanto da farli sembrare quasi delle quenelle di ricotta e verdure, da gustare con del vino bordotto prodotto dai Monaci Camaldolesi a Villa Mausolea nei pressi di Soci. Infine una prelibatezza è di sicuro, in tema pasquale, la panina, un dolce che esiste in una duplice versione. Imperdibile per gli aretini il rito della mattina di Pasqua, quando si gusta la panina gialla impastata con lo zafferano, accompagnata dall’uovo benedetto e la panina unta, con qualche fetta di salame. Una colazione che fa subito festa! Francesca Di Gioia

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GINECOLOGA

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CELESTE

Il toxo-test classifica i soggetti in tre categorie

Toxoplasmosi e gravidanza Una grave infezione, asintomatica nel 90% dei casi a toxoplasmosi è una zoonosi causata dal Toxoplasma gondii, un microrganismo che non si trova solo nella carne, ma anche nelle feci di gatto e nel terreno in cui abbia defecato un animale infetto. Il parassita può infettare moltissimi animali (dai mammiferi agli uccelli, dai rettili ai molluschi) e può trasmettersi da un animale all’altro attraverso l’alimentazione con carne infetta. L’infezione viene trasmessa per via orale mediante cibi poco cotti o carni crude, contenenti le cisti. Il congelamento a –20 °C o la cottura a 66 °C della carne rende le cisti non infettive. La toxoplasmosi è ad alto rischio nel caso in cui venga contratta in gravidanza: l’infezione può infatti passare al bambino attraverso la placenta, provocando in determinate circostanze malformazioni o addirittura l’aborto o la morte in utero. Dai risultati di uno studio pubblicato sul British Medical Journal nel

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2000, emerge infatti che i fattori di rischio principali sono legati all’alimentazione (dal 30 al 63% dei casi dovuti all’assunzione di carne poco cotta). È quindi necessario evitare di assaggiare la carne mentre la si prepara e lavarsi molto bene le mani sotto acqua corrente dopo averla toccata. Le carni devono essere ben cotte, evitare gli insaccati come salumi e soppressata, il prosciutto

crudo deve essere stagionato almeno 12 mesi, prosciutto cotto e mortadella si possono mangiare, purché siano di marca. Lo stesso studio evidenzia che un’altra importante fonte di contami-

ESPERTA IN NUTRIZIONE

nazione è rappresentata dalla manipolazione della terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver defecato. È quindi necessario che, chi svolge attività di giardinaggio, si lavi molto bene le mani prima di toccarsi la bocca o la mucosa degli occhi. Lo stesso vale per il consumo di ortaggi, verdura e frutta fresca, che dev’essere lavata accuratamente sotto acqua corrente. Infine, negli ultimi anni si è ridimensionata l’attenzione nei confronti del gatto come portatore della malattia, in particolare se si tratta di un gatto domestico, alimentato con prodotti in scatola e la cui lettiera è cambiata tutti i giorni (le cisti del parassita si schiudono dopo tre giorni a temperatura ambiente e alta umidità). Il vero serbatoio della toxoplasmosi è invece rappresentato dai gatti randagi, che si infettano cacciando uccelli e topi contaminati, e che possono defecare nel terreno rilasciando Toxoplasma anche per diverse settimane. Le probabilità di trasmissione dell’infezione materna al feto au-

mentano man mano che la gravidanza progredisce: i bambini la cui mamma abbia contratto la toxoplasmosi dopo le 16-24 settimane di gestazione appaiono spesso normali alla nascita, anche se opportune indagini strumentali possono mettere in rilievo alcune anomalie. I feti contagiati nelle prime settimane di gravidanza, invece, sono quelli che subiscono le conseguenze più gravi dell’infezione congenita: interruzione spontanea della gravidanza, idrocefalia, lesioni cerebrali che possono provocare ritardo mentale ed epilessia, ridotta capacità visiva che può

portare fino alla cecità. Nel caso in cui la donna dovesse essere contagiata durante la gravidanza, è possibile bloccare la trasmissione dell’infezione al bambino

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attraverso un trattamento antibiotico mirato: la spiramicina, un antibiotico ben tollerato sia dalla madre sia dal feto. L’uso di antibiotici più efficaci (pirimetamina e sulfadiazina) è d’obbligo quando la trasmissione dell’infezione al feto sia dimostrata attraverso l’amniocentesi (quindi intorno alla 16^ settimana di gestazione), almeno nell’impedire la comparsa di postumi all’anno di vita. Nel caso in cui il trattamento non sia stato adeguato o sia iniziato troppo tardi, il bambino potrebbe avere una malattia grave già visibile alla nascita. Poiché la malattia è spesso asintomatica, teoricamente sarebbe opportuno conoscere il proprio stato prima della gravidanza, e cioè sapere se nel proprio siero siano presenti gli anticorpi per la toxoplasmosi, tramite un semplice esame del sangue: il Toxo-test. Il Toxo-test permette quindi di verificare l’assenza o la presenza di anticorpi (immunoglobuline), e, in questo secondo caso, di evidenziare se si è ancora in una fase a rischio o se invece la donna è da considerarsi protetta.

DI

DORA COCUMAZZI

E’ dovuta all’interazione tra fattori genetici e ambientali

Sindrome metabolica, cosa c’è da sapere La sua prevalenza L è del 34,1%, ed è in aumento nei bambini: fondamentale agire su alimentazione e uno stile di vita sano

a sindrome metabolica è una condizione piuttosto diffusa caratterizzata dalla presenza di una serie di fattori che predispongono all’insorgenza di patologie come diabete, steatosi epatica e malattie cardiovascolari. Si stima che la sua prevalenza sia di circa il 34,1%, ma il dato preoccupante è che negli ultimi anni è stato evidenziato un aumento della prevalenza nei bambini e negli adolescenti, parallelamente con l’aumento dell’obesità infantile. Per palare di sindrome metabolica, secondo i criteri del National Cholesterol Education Expert Panel (Adult Treatment Panel III), è necessaria la presenza di tre o più dei seguenti disordini: Obesità centrale (Circonferenza vita > 102 cm per i maschi; > 88 cm per le femmine) Alterata Regolazione Glicemica (Glicemia a digiuno ≥ 110) Ipertensione arteriosa (≥130/85 mmHg) Ipertrigliceridemia (≥ 150 mg/dl) Ridotto Colesterolo HDL (<40 mg/dl per i maschi; <50mg/dl per le femmine) Il ruolo principale nello sviluppo della sindrome metabolica sembra essere svolto dal tessuto adiposo, soprattutto di quello localizzato a livello addominale. Il tessuto adiposo, infatti, produce diverse sostanze indicate come adipo-

chine, attraverso le quali interagisce con altri organi e tessuti. L’obesità determina un’alterazione dell’equilibrio metabolico causando un aumento del tessuto adiposo addominale, il quale a sua volta produce un’alterazione della produzione di alcune adipochine, determinando un aumento della resistenza all’azione dell’insulina e un incremento dello stato infiammatorio. La resistenza insulinica favorisce l’aumento dei trigliceridi e del colesterolo LDL aumentando il rischio di insorgenza di steatosi epatica, di aterosclerosi e di conseguenti malattie cardiovascolari, inoltre, causa un innalzamento dei livelli di insulina e di glucosio nel sangue incrementando così il riassorbimento di sodio a livello renale e causando aumento della pressione arteriosa. Si ritiene che la sindrome metabolica sia dovuta all’interazione tra fattori genetici e alcuni elementi ambientali come scarsa attività fisica e scorretta alimentazione. Dato l’importante ruolo svolto della componente ambientale, agire su fattori quali l’alimentazione e lo stile di vita, è fondamentale per la cura e soprattutto per la

prevenzione di questo disordine. Per quanto riguarda l’alimentazione, è ormai accertato che l’eccessivo consumo di grassi, soprattutto di origine animale e grassi trans, di carboidrati a elevato indice glicemico e uno scarso introito di fibra, sono fattori che possono contribuire all’insorgenza della sindrome metabolica. Gli alimenti di origine vegetale si sono dimostrati particolarmente efficaci nella prevenzione delle manifestazioni cliniche della sindrome metabolica, soprattutto grazie al loro contenuto di fibra che, a livello dell’apparato digerente, determina un rallentamento dello svuotamento gastrico rendendo più graduale il passaggio dei nutrienti all’intestino, inoltre, grazie alla formazione di soluzioni viscose, la fibra rallenta l’assorbimento di nutrienti, condizionando la liberazione degli ormoni coinvolti nel metabolismo degli zuccheri, come l’insulina, stabilizzando così i livelli di glicemia post-prandiale. Gli alimenti di origine vegetale sono, inoltre, ricchi di fitocomposti, sostanze chimiche prodotte dalla pianta come risposta a stress ambientali, in grado di proteggere il nostro organismo dallo stress ossidativo, dai processi infiammatori e con molti altri effetti benefici sulla salute. Un’efficace prevenzione della sindrome metabolica può essere ottenuta attraverso l’adozione di un corretto stile di vita, che preveda un’adeguata attività fisica e corrette abitudini alimentari.

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in poche parole

S.O.S. anemia

OSTETRICA

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ANNA MAGISTRO

La prevenzione è una buona abitudine

Salute, correre ai ripari con un Pap-test Esistono circa 100 tipi diversi di Papilloma virus responsabili di lesioni benigne, displasie o tumori ono circa 3.500 le donne che ogni anno in Italia scoprono di avere un tumore al collo uterino o cervice uterina. Esso è causato da un’infezione persistente da Papillomavirus umano (HPV), un virus a trasmissione sessuale, che è in assoluto la più frequente infezione sessualmente trasmessa. L’assenza di sintomi ne favorisce la diffusione poiché la maggior parte degli individui affetti non è a conoscenza del processo infettivo in corso. L’infezione da HPV è più frequente nella popolazione femminile e spesso regredisce spontaneamente con il tempo, mentre altre volte, in presenza di fattori predisponenti, l’infezione virale persiste e cronicizza causando una lesione tipica in un’area specifica del collo uterino che potrebbe poi evolvere in carcinoma. Esistono circa 100 tipi di Papilloma virus, alcuni di questi sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi (virus a basso rischio come 6 e 11), altri sono in grado di produrre lesioni pre-invasive (displasie) ed invasive, cioè il tumore della cervice uterina (virus ad alto rischio come 16 e 18). In linea di principio, tutte le donne sessualmente attive corrono il rischio di avere un’infezione cronica da HPV, tuttavia, altri fattori fanno aumentare ulteriormente il rischio di ammalarsi di cancro del collo dell’utero. Tra questi, frequenti cambiamenti di partner (le donne che cambiano

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Veicolare all’esterno le problematiche della talassemia, facendosi portavoce delle istanze di coloro che sono affetti dalla talassemia (meglio nota come anemia mediterranea), la malattia ereditaria che comporta una sensibile diminuzione della presenza di emoglobina - utile al trasporto dell’ossigeno - nel sangue, costringendo i malati a periodiche trasfusioni. E’ questo l’obiettivo dell’associazione ‘Microcitemici di Capitanata’, attiva sul territorio da più di trent’anni e reduce da una riorganizzazione interna che ne ha modificato l’assetto. Ai vertici dell’associazione figurano adesso Antonio Di Rosario e Mario Tateo, rispettivamente presidente e vicepresidente, mentre il consiglio direttivo è composto da Isabella Quatraro (segretaria), Valentina Caiazzo (tesoriera), Luigi caiazzo (presidente uscente), Diego Avezzano, Michele Caggiani, Massimo Pintauro, Rosaria Terribile, Rosanna Rendinella e Francesco Brescia. “La finalità della nostra associazione” dichiara Di Rosario “è quella di creare un ponte tra i talassemici e le istituzioni, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica alle problematiche che caratterizzano la quotidianità dei pazienti affetti da questa malattia (circa settemila in tutta Italia di cui ottanta in Capitanata, ndr). Dopo anni di battaglie siamo determinati ad incrementare le nostre attività di sostegno ai malati di Capitanata informandoli sulle novità della ricerca scientifica, sulle nuove terapie farmacologiche e trasmettendo le loro istanze al personale medico ed alle istituzioni”. Dello stesso avviso il vicepresidente Tateo: “La presenza sul territorio di un’associazione che tuteli microcitemici e talassemici dinanzi alle istituzioni locali, nazionali e internazionali, allo scopo di fornire loro e alle loro famiglie un’assistenza globale, tutelandone il diritto alla salute, all’accesso alle cure, alla parità sociale ed alle opportunità di lavoro è fondamentale. E’ per questo che monitoreremo le attività normative nazionali, osteggiando quelle che riterremo inappropriate e promuoveremo campagne di promozione per il sostegno della ricerca clinica e di sensibilizzazione alla donazione del sangue”.

DI VANESSA

DENTISTA

frequentemente il partner hanno un rischio più elevato di contrarre un’infezione da HPV), infezioni degli organi genitali provocate da agenti patogeni trasmessi per via sessuale, malattie croniche del sistema immunitario e fumo (le sostanze nocive presenti nel fumo del tabacco danneggiano anche le cellule del collo dell’utero). Generalmente il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa 5 anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma cervicale può essere di decenni. Le lesioni e le infezioni sono solitamente asintomatiche, per questo motivo è necessario eseguire esami specifici per identificarle, in primis il Pap-test, test di screening rivolto alla popolazione femminile di età compresa tra i 25 e i 64 anni da eseguire ogni tre anni. Anche le donne al di sotto dei 25 anni, se sessualmente attive, dovrebbero eseguire il test così come le donne in gravidanza, se non lo hanno mai eseguito o non lo eseguono da tre o più anni, le donne in menopausa e le donne che hanno subito un’isterectomia (asportazione chirurgica dell’utero). La metodica, che può essere eseguita dall’Ostetrica o dal vostro Ginecologo di fiducia, è molto semplice e indolore: mediante l’introduzione di uno speculum, l’operatore visualizza il collo dell’utero e procede al prelievo di alcune cellule

dello stesso attraverso una piccola spatolina e un piccolo bastoncino che termina con delle morbide setole. Il tutto richiede pochissimi minuti e consente all’operatore che lo svolge anche di valutare l’aspetto del collo uterino, effettuando un primo esame obiettivo. Le cellule prelevate, dopo essere state sottoposte a un particolare processo chimico, vengono analizzate al microscopio per valutare la presenza di alterazioni. Se il Pap-test non evidenzia nessuna anomalia, la donna viene invitata a ripetere l’esame dopo tre anni; se così non fosse, verranno effettuati esami di secondo livello per chiarire il quadro clinico. L’adesione puntuale ai programmi di screening aumenta notevolmente le probabilità di individuare lesioni a uno stadio di sviluppo molto precoce. Ciò significa che, come sempre, prevenire è meglio che curare, quanto mai vero perché: un Pap-test può salvarti la salute!

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DI VALENTINA

LA RICCIA

Come scegliere le cure più idonee per ciascuno

Reazioni allergiche: che fare? Nel 40% dei casi la reazione si scatena contro l’antibiotico i è mai capitato di assumere un farmaco e poi di ritrovarvi con il viso rosso, gonfio, la sensazione di non respirare e il bisogno di correre in pronto soccorso? La sensazione è tra le più spiacevoli ed allarmanti che ci siano. L’allergia ai farmaci è una situazione fortunatamente non molto frequente che si scatena quando il sistema immunitario del paziente viene in contatto con una molecola che ne scatena l’attivazione producendo anticorpi specifici. È causata da una ipersensibilità individuale a determinate sostanze: nel 40% dei casi si verifica dopo aver assunto un antibiotico. Esistono diverse classi di antibiotici (penicilline, macrolidi, chinoloni etc.) e si sceglie di volta in volta la molecola più idonea in base alla patologia, allo spettro di azione del farmaco (più è ad ampio spettro, più l’antibiotico riesce ad agire contro molti tipi di batteri diversi), al mecca-

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nismo di azione (attive contro la parete cellulare, contro la sintesi proteica, contro gli acidi nucleici…) ed alla sicurezza del paziente. Non tutti sanno di essere allergici ad un determinato farmaco e, quando si verifica la crisi, questa può essere confusa con altri effetti tossici del farmaco

come ad esempio sovradosaggio o interazioni con altre sostanze. La parola “farmaco”, di etimologia greca, significa letteralmente “veleno”. Non saltiamo a errate conclusioni e facili allarmismi: i farmaci sono da sempre una grandissima risorsa per l’umanità, che al giorno d’oggi sarebbe

stata decimata dalle malattie, se la medicina non avesse fornito le cure ed i medicamenti di cui necessitiamo. È importante tuttavia essere prudenti. La reazione allergica in genere si manifesta con prurito, gonfiore (angioedema), difficoltà respiratorie fino allo shock anafilattico. Per escludere ogni altro tipo di reazione e fare una diagnosi medica precisa di allergia ad un determinato farmaco, è importante fare un’attenta anamnesi cioè ricostruire tutto ciò che si è assunto o toccato nelle ore precedenti all’evento ed effettuare le prove allergologiche. Infatti saltare a conclusioni affrettate e dichiarare di essere allergici ad un determinato farmaco senza aver fatto tutti gli accertamenti del caso, rischia di impedire ad un paziente di beneficiare di una classe di farmaci senza tra l’altro individuare con esattezza la causa scatenante dell’allergia ed

esponendo al rischio di un nuovo attacco. Quando si verifica una probabile reazione allergica ad un farmaco, la prima cosa da fare è richiedere l’intervento del medico di famiglia o recarsi in pronto soccorso portando con sé il farmaco che sospettiamo essere stato il responsabile della crisi. I medici valuteranno il caso e somministreranno cortisonici, antistaminici ed eventualmente adrenalina. Una volta risolta la crisi e ottenuta la conferma diagnostica di allergia, si eviterà il farmaco sospettato. Bisogna informare il proprio medico curante e l’odontoiatra di tutte le allergie (farmacologiche, alimentari, al lattice etc.) di cui si soffre: insieme si valuterà l’impiego di farmaci alternativi da associare eventualmente ad una premedicazione con antistaminici. Al policlinico Gemelli di Roma sono state predisposte delle card per i pazienti sulle quali annotare quali farmaci sono sicuri e quali invece scatenano la reazione allergica nel paziente. Potrebbe essere utile segnalare le allergie di cui si soffre sulla carta d’identità.

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PEDAGOGISTA

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DI VITTORIA SALICE

in poche parole

Primo estraneo o perfetto sostituto materno?

Diventare genitori: il ruolo del padre Da Klein a Spitz, tante scuole di pensiero sulla figura genitoriale Quando il rapporto esclusivo mamma-figlio mette in ombra l’uomo iventare papà: sempre più spesso si parla di invidia del padre, nonostante i padri oggi cercano di vivere il più possibile l’esperienza vicino alla propria compagna, perché ne invidiano l’esperienza della gravidanza. In proposito ci sono diverse scuole di pensiero sulla figura del padre: la Klein so-

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AVVOCATO

stenne che il diventar padre riattiverebbe nell’uomo le dinamiche edipiche, ovvero la trasformazione della propria moglie in madre, porta alla fantasia di aver dato, alla propria madre, un figlio. Spitz invece considera il padre come il primo estraneo. La Mahler ne rileva gli aspetti positivi, il padre è colui che aiuta il bambino nel processo di individuazione e separazione dalla madre, Renna sostiene che i padri, oggi, sono perfetti sostituti materni. Diventar mamma o puerpera. Il puerperio è il periodo della madre compreso fra il parto e la ripresa della normale attività ovarica ed ha una durata approssimativa di sei settimane o 1 mese e mezzo. Da un punto di vista pedagogico essere neomamma o puerpera può temporaneamente mettere in ombra la

parte più sensuale di una donna, raffreddando in parte o completamente la sfera intima della coppia. A ciò si aggiungono le modificazioni fisiche che inevitabilmente fanno sì che la neomamma si percepisca come meno attraente, oltre che

meno interessata alla sessualità. A volte, invece, capita che il suo desiderio di fisicità, ora espresso in modo più tenero, sia sufficientemente appagato dall’accudimento del bambino. Si viene a creare così un rapporto d’ipercuria nella diade tra madre e

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bambino, dove il padre potrebbe esserne escluso e sentirsi inadeguato. Il nervosismo che caratterizza le prime settimane dopo il parto, dovuto alla necessità di ritrovare nuovi ritmi in funzione del neonato (sonno, pappe, nuovi impegni, timori di inadeguatezza, ecc), può ripercuotersi sul rapporto di coppia. Il partner deve essere paziente e assecondare la volontà e il desiderio sessuale della compagna. Non deve procurarle ansie, nel caso in cui i primi rapporti dovessero provocare “fastidio”. Gli organi genitali devono riprendersi dallo stress del parto, cosa che avviene in tempi brevi ma variabili da donna a donna. Entrambi devono impegnarsi a cercare la complicità, devono aiutarsi e condividere gioie e fatiche di questo primo periodo. Sdrammatizzare, ogni tanto, prendendosi un po’ in giro è più efficace del crearsi falsi problemi, lasciando che il tempo gradualmente riporti tutto ad una nuova normalità.

DI

VALENTINA DINISI

Le novità introdotte con il pacchetto depenalizzazioni

Dove va a finire la giustizia? La nuova normazione suscita alcune “perplessità” C Attenuata tutela delle vittime? Facciamo chiarezza

on il pacchetto depenalizzazioni, approvato con i decreti legislativi nn. 7 e 8 del 15 gennaio 2016, il Governo ha operato una depenalizzazione di una serie di fattispecie di reato. Che cosa vuol dire? Vuol dire che alcuni fatti che erano considerati reati e, quindi, perseguibili da parte del Giudice penale, ad oggi non sono più tali, non sono più reati.

In linea generale, e senza cadere in alcuna specificazione, sono stati depenalizzati quei reati per i quali si prevedeva la sola pena della multa o dell’ammenda, per esempio gli atti osceni, le pubblicazioni e gli spettacoli osceni, il rifiuto di prestare la propria opera in occasione di un tumulto, l’abuso della credulità popolare, le rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive, gli atti contrari alla pubblica decenza, non-

ché ulteriori fattispecie contenute nelle leggi speciali. Altri reati, invece, sono stati del tutto abrogati con conseguente introduzione di illeciti con sanzioni pecuniarie civili, per esempio la falsità in scrittura privata, la falsità in foglio firmato in bianco, l’ingiuria etc. Chiunque commetterà tali fatti non sarà più protagonista di un procedimento penale, ma gli sarà comminata soltanto, a seconda dei casi, una sanzione amministrativa di tipo pecuniario o una multa a seguito di un processo civile di risarcimento del danno azionato dalla vittima (come nel caso dell’ingiuria o del danneggiamento). Semplificando: per quei reati trasformati in illeciti amministrativi, è ora competente l’autorità amministrativa e per quei reati trasformati in illeciti civili, la punizione dipende dalla circostanza che la vittima intraprenda o meno una causa civile per il risarcimento del danno. La legge nasce con l’intento di semplificare il lavoro della giustizia

penale e ciò, in linea teorica, dovrebbe facilitare il risarcimento dei danni in favore dei cittadini. Sempre in linea teorica, tale novità legislativa dovrebbe garantire una maggiore certezza della pena. Ma, cosa accade veramente nella realtà? Ci si chiede se questa depenalizzazione, che ha come intento quello di snellire la macchina burocratica della giustizia nell’ambito penale, non rischi di ingolfare il lavoro procedurale dei processi civili. Soprattutto, ci si domanda se non si corra il rischio che la trasformazione di reati penali in illeciti amministrativi, non comporti uno svilimento del reato in sé agli occhi del cittadino. La nuova normazione suscita

certamente alcune perplessità in ordine alla attenuata tutela delle vittime. Il cittadino privato non dispone dei mezzi e dei poteri adeguati in ordine, per esempio, alla identificazione dell’autore della condotta (ex reato); la vittima dovrà certamente affrontare tempi e costi più gravosi rispetto che al passato, così che è da prevedersi che la maggior parte preferirà rinunciare ad ogni richiesta di giustizia, pur di non affrontare tali difficoltà. Con molta probabilità, quindi, la sanzione civile non avrà alcun effetto deterrente, nel senso di scoraggiare il compimento di condotte offensive di beni privati, rispetto alla sanzione penale che poteva avere un effetto di prevenzione maggiore. In conclusione, una sanzione penale era sicuramente ben più temibile rispetto ad una condanna civile, sebbene la ratio del provvedimento attuale è di deflazionare il sistema penale, non perseguendo più condotte considerate di “scarso allarme sociale”.

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Epatite C, quale cura?

L’unità di Epatologia dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza ha messo a punto un complesso test di laboratorio per predire il rischio di appartenere alla minoranza di pazienti, stimata nel 10%, che non rispondono alla terapia orale con gli inibitori diretti del virus dell’epatite C attualmente in uso in Italia. Il virus dell’epatite C quando si riproduce è soggetto a cambiamenti nel suo codice genetico, cioè nella sua sequenza. Queste mutazioni possono rendere il virus resistente all’azione di alcuni farmaci antivirali per uso orale attualmente impiegati nella cura dell’epatite cronica da virus C. In particolare, le mutazioni giocano un ruolo sfavorevole nella risposta al trattamento di pazienti con cirrosi epatica, esponendoli al rischio di un insuccesso terapeutico. “Per evidenziare queste mutazioni nel codice genetico dell’HCV non esistono al momento test commerciali - spiega Alessandra Mangia, medico responsabile dell’Unità e del Laboratorio di Epatologia che da oltre 20 anni si occupa di diagnosi e cura dell’infezione cronica da virus C. Abbiamo pertanto messo a punto una tecnica di laboratorio altamente specializzata, chiamata sequenziamento virale, in grado di guidarci nella scelta della migliore terapia da somministrare ai pazienti, anche nel caso di precedenti insuccessi terapeutici”. Al test di laboratorio possono accedere tutti i pazienti che devono intraprendere la terapia antivirale o che abbiano già fallito un primo ciclo, dopo averne discusso con lo specialista da cui sono seguiti. Il test si esegue su campione congelato di siero del soggetto infettato da HCV, o su prelievo di sangue effettuato direttamente presso l’ambulatorio di Epatologia ubicato al Poliambulatorio Giovanni Paolo II. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì e fornisce risposte nell’arco di 20 giorni. Per ulteriori informazioni è possibile contattare la segreteria dell’Unità di Epatologia al numero 0882.416271.

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50&PIÙ ENASCO

DI FLOREDANA

ARNÒ

Pochi euro in più, ma non per tutti

Invalidità civile in primo piano La gran parte dei pensionati si sono dovuti accontentare di un trattamento pensionistico identico a quello del 2015 ivalutate quest’anno solo alcune prestazioni agli invalidi civili. Il tasso provvisorio di perequazione per il 2016, rilevato dall’ISTAT, si è attestato a -0,1% la gran parte dei pensionati si sono dovuti accontentare di un trattamento pensionistico identico a quello percepito nel 2015. Ma c’è una particolarità: l’indice di rivalutazione non è unico. In particolare, alle prestazioni che sono denominate “pensioni” si applica il tradizionale tasso di inflazione ISTAT (indice delle famiglie di operai e impiegati – FOI) mentre ad alcune indennità ed assegni si applica il tasso di variazione delle retribuzioni del settore industriale (indice di dinamica salariale) pari quest’anno a +2,12%. Come si ricorderà, poi, con il decreto legge n. 76 del 2013, è stata posta la parola fine alla querelle scoppiata tra gli invalidi e l’Inps, a seguito di un intervento della Corte di Cassazione che aveva stabilito che le prestazioni di invalidità (assegno ordinario e pensione di inabilità) dovessero esser erogate in conformità ai limiti reddituali riferiti non

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solo all’invalido ma anche al nucleo familiare compreso il coniuge. Per quanto riguarda i requisiti, per acquisire il diritto all’invalidità e all’assegno di accompagno, nulla è cambiato e allo stato attuale sono considerati invalidi tutti coloro affetti da minorazioni di vario tipo non riconducibili a causa di guerra, di servizio e di lavoro, che appartengono ad una delle seguenti categorie: cittadini di età compresa tra i 18 e i 65 anni affetti da menomazioni congenite o acquisite che comportano una riduzione della capacità di lavoro non inferiore ad 1/3; minori di 18 anni con difficoltà persistenti a svolgere compiti e funzioni proprie dell’età; cittadini con più di 65 anni non autosufficienti. In base al grado d’invalidità riconosciuto, si possono ottenere i seguenti benefici: il 33,33 per cento è la soglia minima per essere considerato invalido ed avere diritto alle prestazioni protesiche e ortopediche; il 46 per cento consente all’invalido di ottenere l’iscrizione nelle liste speciali del collocamento obbligatorio; il 74 per cento è la soglia

invece per ottenere l’assegno economico mensile di assistenza. Agli invalidi con età tra i 18 e 65 anni ed un grado di invalidità compreso tra il 74 e il 99 percento, spetta un assegno mensile di assistenza per 13 mensilità. Per fruire dell’assegno – pari quest’anno a € 279,47 mensili – l’invalido deve essere disoccupato, residente in Italia e avere un reddito annuo personale (quello del coniuge non conta) che non superi un determinato limite (€ 4.800,38 per il 2015 e 2016). In presenza di queste condizioni, anche i cittadini stranieri possono ottenerlo. Anche quest’anno i titolari di detta prestazione debbono presentare l’apposito modello on-line tramite il Caf, in cui debbono dichiarare, sotto la propria responsabilità, di non svolgere attività lavorativa. La dichiarazione va inviata all’INPS entro ottobre prossimo.

La pensione di inabilità, invece, spetta agli invalidi ai quali sia stata riconosciuta un’inabilità lavorativa totale e permanente del 100 per cento. L’importo è pari a quello stabilito per l’assegno di assistenza, ma le condizioni di accesso anche se al momento restano più facili, in quanto il limite di reddito annuo personale è molto più elevato (€ 16.532,10 per il 2015 e 2016), c’è da augurarsi – come già sopra indicato – che detto limite reddituale non venga modificato dalla legge e resti riferito solo al titolare della pensione non anche al coniuge. E’ opportuno, data la particolare materia e la procedura telematica adottata dall’INPS, rivolgersi agli uffici del Patronato 50&Più Enasco e del Caf 50&Più i quali gratuitamente sono in grado di fornire ogni informazione e provvedere all’inoltro on-line della domanda e/o delle sopra citate dichiarazioni all’Istituto previdenziale.


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focus Viaggio nel canile di Foggia, struttura fatiscente che ospita 400 cani

Dall’altra parte del cancello uando ci si trova davanti al grande cancello che dà accesso al canile comunale di Foggia sono tante le sensazioni che si provano. C’è un po’ di timore, perché i numerosi cani all’interno abbaiano costantemente e, se sono liberi, si avvicinano e saltano cercando di buttar giù quelle inferriate; c’è dispiacere perché è difficile che tutti ricevano l’affetto che meritano; c’è rabbia perché la struttura non è all’altezza del servizio che svolge. Una volta entrati, però, svanisce tutto… o quasi. Si viene accolti dall’amore che solo un cane sa dare. Si avvicinano, ti annusano, ti fanno le feste. Molti vogliono essere coccolati e abbracciati e ad una carezza sono pronti a giurarti fedeltà per la vita. La maggior parte sono adulti. Hanno trascorso lì dentro l’intera esistenza. Probabilmente sperano ancora di essere adottati. Come pieni di speranza sono gli occhi della coppia che è lì per prenderne uno. “Vogliamo un cucciolo, può farcene vedere qualcuno?” Sì, è la solita richiesta, con la convinzione che un cane piccolo sia più facilmente addestrabile e più riconoscente. La realtà è diversa e ce l’ha raccontata Anna Laura Pagliara (in foto) presidente associazione ‘A largo raggio’, che gestisce il canile da aprile dello scorso anno, quando è subentrata alla vecchia gestione: “Ovviamente i comportamenti dei cani qui dentro sono falsati. Sono sottoposti a stress e ad una convivenza forzata con l’elevato numero di altri cani. Quando vanno a vivere in un ambiente tranquillo e normale, dove hanno orari

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precisi per uscire, per la passeggiata e per il pranzo, diventano tranquillissimi. Vederli qui è deprimente. Ci fosse una panchina, un prato. Sarebbe un’altra cosa”. Il canile ospita circa 400 cani, ma la struttura è fatiscente. Di problemi ce ne sono, di soluzioni, per ora, non se ne vedono: “In passato non so con

quale coraggio è stato definito ‘a 5 stelle’. Non penso durerà a lungo. C’è il problema delle fogne che si otturano perennemente. Già una volta ho dovuto chiudere il canile quando sono venuti a sturarle e adesso siamo nella stessa situazione. Alcuni muri di cinta stanno crollando sulle tettoie in lamiera delle cucce. Per il momento si sono solo piegate, ma rischiano di essere sfondate. Da questo punto di vista, lo dico francamente, l’Amministrazione comunale mi sembra piuttosto latitante”. Si è parlato molto della possibilità di costruire una nuova struttura: “Ne abbiamo parlato e anche loro (il Comune, ndr) per certi versi si rendono conto. Noi ci stiamo muovendo. Il vicepresidente e la tesoriera sono impegnati nella ricerca di finanziamenti. Sarebbe gratuito per il Comune che quindi non avrà scampo e non potrà accampare scuse di alcun genere”. La nuova gestione è molto attiva su Facebook dove quotidianamente posta foto di cuccioli che hanno biso-

gno di una casa o di cani smarriti o di randagi che necessitano di una famiglia: “Le persone vengono e c’è un bell’afflusso. Sono pochi quelli che vanno via senza cani. Dei cuccioli che sono entrati da quando ci siamo noi, solo due sono rimasti qui”. Gli animali sono seguiti e curati: “Abbiamo il veterinario di fiducia dell’associazione che passa la mattina presto durante la settimana e programma gli interventi o porta i cani in ambulatorio se devono sottoporsi a esami o altro. Per le sterilizzazioni ci sono i veterinari dell’Asl. Ora abbiamo in programma la sterilizzazione di molte cagne che sono al Cara di Borgo

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Direzione commerciale Angela Dalicco In redazione Mariangela Mariani Dalila Campanile Leonarda Girardi Carmen La Gatta Francesca Di Gioia Mezzanone. Lì già da qualche anno fa fu fatto un lavoro del genere, però purtroppo le persone continuano ad abbandonare i cani”, ha concluso la signora Pagliara. L’associazione ‘A largo raggio’ ha anche il merito di aver esteso ai gatti il trattamento di cure riservato ai cani. L’associazione ha assunto 6 persone con un contratto part-time, mentre chi è nel direttivo sono volon-

Il trend è positivo per le adozioni (+40%) ma sono aumentati anche gli abbandoni

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Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi

I NUMERI Con l’associazione ‘ A largo raggio’ che da quasi un anno gestisce il canile di Foggia, le adozioni dei cani sono aumentate del 40% rispetto al passato. I cuccioli quando vengono portati nella struttura, nell’arco di qualche giorno, riescono a trovare una famiglia che si prenda cura di loro. Molti sono stati svezzati da alcuni membri dell’associazione stessa. Si riesce a fare adottare anche qualche adulto. Purtroppo anche i dati sugli abbandoni sono aumentati. In passato questo fenomeno si concentrava nel periodo estivo, ma adesso riguarda tutto l’anno. A Foggia in molti evitano di microchippare i cani proprio per questo motivo: è raro che si riesca a risalire al proprietario. È difficile calcolare la media dei cani accalappiati, perché ci sono

tari con un lavoro e che non vivono con i soldi del canile. Il motto dell’associazione è “Adotta, non comprare”. Magari non si troverà il cane di razza con l’attestato del pedigree, ma si potrà conquistare il cuore di un nuovo amico a quattro a zampe. Carmen La Gatta

tante varianti. Ad esempio alcuni volontari di strada che per scelta non segnalano la presenza di cagne da sterilizzare o se ci sono dei cuccioli. La retribuzione per ogni cane è minima: si tratta di 80 centesimi, forse anche meno. Già a Pordenone la situazione è diversa: si danno 5 euro per ognuno. Il Comune per anni ha escluso i gatti dal trattamento riservato solo ai cani. Ultimamente è diverso e hanno le stesse opportunità: il problema è che in canile ai felini è riservato un piccolo soppalco in una stanza dove sotto ci sono i cani. c.l.g

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Tutte le declinazioni del rivestimento che ha fatto la storia dell’arredamento

ambienti

Carta da parati, scegli il tuo mood e carte da parati non smettono mai di stupire: sono il tipo di rivestimento che ha fatto la storia dell’arredamento, ma ancora si rivelano attuali e capaci di fornire le soluzioni di arredo ideali, sia tecniche che estetiche, per rinnovare la casa in poche mosse. La carta da parati è un tipo di rivestimento superficiale adoperato fin dal 1100 dalle famiglie nobiliari le quali si facevano inviare la carta dalla Cina e, dopo averla fatta decorare e dipingere da abili mani artigiane, la utilizzavano per rivestire, al pari delle tappezzerie di pregio dei divani nei salotti, anche le pareti degli ambienti più dignitosi e importanti della casa. L’uso della carta è in realtà ancora attualissimo, grazie alla duttilità e varietà dell’offerta dell’industria di settore. Grazie alle realizzazioni più avanzate, le carte non smettono di stupire il consumatore, offrendo soluzioni di altissima tecnologia nei materiali e nei colori, giungendo alle soluzioni più insolite, altamente prestazionali e dal design all’ultimo grido. Tuttavia, il vero punto di forza delle carte da parati, che permette loro di es-

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Non smettono di stupire, offrendo soluzioni innovative, altamente prestazionali e dal design all’ultimo grido sere ancora sul mercato delle ristrutturazioni di interni in maniera così poderosa, è determinato non solo dalle prestazioni tecnologiche elevate, ma anche dal fatto che le carte da parati riescono in pochissime mosse a trasfor-

mare l’aspetto di un ambiente, sia esso un bagno, una cucina, una sala o una cameretta. Certamente, dal punto di vista economico la scelta delle carte da parati può risultate particolarmente dispendiosa, soprattutto sulle grandi superfici. Di contro, però, risulta vincente grazie alla grande durabilità nel tempo, alla sempre frequente capacità ignifuga del rivestimento, e all’attualissimo aspetto ecologico, proprio di quasi tutte le carte da parati. Sono presenti sul mercato principalmente due tipologie: il parato vinilico, la cui decorazione è stampata su uno strato di resina vinilica a sua volta applicata su uno strato di carta, e carta da parati vera e propria, il cui motivo decorativo viene stampato direttamente sul supporto cartaceo. Accanto a questi due tipi principali esistono rivestimenti murali di tipo tessile su supporto cartaceo (che i francesi chiamano Fil-pose) , ottenute con l’applicazione di fili di stoffa

direttamente sul supporto cartaceo. Inoltre, esistono anche rivestimenti in simil-pelle o pelle applicata al supporto cartaceo, oppure carte in TNT (tessuto non tessuto), un materiale che ha la caratteristica di richiedere ben poca manutenzione. I tessuti utilizzati per realizzare questo tipo di rivestimento in TNT sono quelli naturali: lino, cotone e juta , bambù o seta. Spesso vengono dipinte a mano, aumentando il pregio (come i costi) di questo tipo di carta.

DI SIMONETTA CAMPANELLA ARCHITETTO

Esistono anche i tipi cosiddetti “floccati”, ovvero stampati a rilievo in 3D con una tecnologia a fibre morbide come velluto incollate al materiale di supporto. Questo consente di dare alla superficie sia il rilievo 3D che una speciale morbidezza al tatto. e successivamente plastificate. Qualsiasi sia la carta che sceglieremo, dovremo far pretrattare la parete interessata prima della sua applicazione. E’ questo passaggio, unitamente a quello della scelta della colla da adoperare, che consente la perfetta posa del rivestimento e consente la maggiore o minore traspirabilità della parete. Rispetto al passato, in cui il principio decorativo era quello di adornare tutte le pareti dell’ambiente di lusso con la carta, oggi si cerca di dare alla carta una dignità differente, destinandola alla parete principale della camera. O all’elemento caratterizzante, sia esso un soffitto o un pilastro centrale. Le rimanenti pareti dell’ambiente solitamente vengono semplicemente tinteggiate.

Nasce a Foggia il primo centro medico So.San

Solidarietà sanitaria I medici offrono gratuitamente la loro professionalità mettendola a disposizione delle persone indigenti Un ambiente protetto e garantito, nel quale i “nuovi poveri” potranno accedere alle cure sanitarie. E’ il centro So.San ‘Madre Teresa di Calcutta’, il primo in città e il primo in una struttura pubblica in Puglia, attivato nei locali dell’ospedale ‘Colonnello D’Avanzo’ di Foggia: si tratta di una struttura nella quale i medici potranno mettere gratuitamente a disposizione di quanti versano in stato di indigenza, il proprio tempo e la propria professionalità. La SO.SAN, organizzazione Lions per la Solidarietà Sanitaria onlus, nasce infatti nel 2003 per coordinare le attività dei medici desiderosi e pronti a offrire gratuitamente la propria esperienza e professionalità in paesi caratterizzati da un alto tasso di povertà e indigenza in Africa, Asia e America Latina, e a beneficio delle realtà nazionali caratterizzate da analoghe necessità e bisogni. Non ha fini di lucro, ma persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale. In questi ultimi due anni, considerando la perdurante crisi economica che attanaglia in particolare l’Italia e la situazione finanziaria in cui versano ormai milioni di famiglie, la

SO.SAN - non potendo rimanere insensibile alle contingenze sociali ed economiche che hanno visto e continuano a vedere aumentare in Italia le nuove povertà - ha deciso di impegnare tutte le proprie forze nella realizzazione di un Progetto Sanitario in Italia. Sono stati così creati dei Centri Sanitari SO.SAN in varie regioni italiane (Toscana, Puglia, Sicilia, Molise, Veneto, Emilia Romagna) che lavorano in sinergia con i servizi sociali dei Comuni interessati. Sono state così redatte ed approvate Linee guida e dichiarazioni di prestazione d’opera finalizzate a regolare le attività dei Centri e degli operatori. In questo contesto, i Lions foggiani, con la pronta adesione degli Ospedali Riuniti di Foggia che ha concesso l’utilizzo di alcuni locali, e il significativo partenariato dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Foggia, che segnalerà le persone bisognose di attenzioni e cure, si sono attivati per realizzare anche nella nostra città una realtà destinata, nelle intenzioni dei promotori e di quanti si adopereranno per la sua crescita e sviluppo, a diventare un importante e prezioso punto di riferimento per tanti, scivolati ai margini della società loro Angela Dalicco malgrado.

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