6Donna #5 107

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focus Verde pubblico Parco San Felice torna a sorridere

foggia notes Donne&Lavoro

Ecco gli ‘Stati Regionali’

Tendenze MODA

Dettagli di stile, libertà di essere


editoriale

sommario Sociale

Personaggio 4 di Maria Grazia Frisaldi “Donne&Lavoro” è stato il tema ricorrente di questo ultimo mese. Predominante, diremmo. Imperante. E non solo per il mensile 6Donna. Ne ha parlato anche Papa Francesco nella catechesi all’Udienza Generale. Le sue sono state, probabilmente, le parole più riuscite dal punto di vista mediatico, con quell’interrogativo semplice e diretto che è rimbalzato dai giornali alle tv, moltiplicandosi sulle bacheche dei social. “Perché si dà per scontato che le donne debbano guadagnare meno degli uomini?”, ha chiesto il Santo Padre. Già, perché? Nessuna riposta è venuta fuori dopo l’interrogativo - disarmante per spontaneità e bruciante per la manifesta ingiustizia - avanzato dal Papa che ha poi stigmatizzato: “La disparità tra i sessi è un puro scandalo”, puntando il dito dritto-dritto sulla coscienza di quanti muovono i fili di un settore - duole ammetterlo - creato dagli uomini per gli uomini. “Donne&Lavoro” è stato l’argomento principe di un incontro capitale per le donne di Capitanata, ovvero la tappa foggiana degli Stati Regionali delle Donne, a Palazzo Dogana. Un momento di confronto e incontro, una “festa delle idee” durante la quale la Consigliera di Parità della Provincia di Foggia, Antonietta Colasanto, ha potuto raccogliere le istanze delle lavoratrici foggiane per farle pervenire, il prossimo Settembre, sul tavolo degli Stati Generali delle Donne, evento che si terrà a Milano, all’interno di Expo2015, in occasione della Conferenza mondiale “Pechino vent’anni dopo”. Un incontro importante, che abbiamo seguito per voi (lo troverete nella pagina FoggiaNotes) e che va a comporre il giornale che state per sfogliare. Ma non si parlerà solo di lavoro nel numero di Maggio di 6Donna: nel Focus di questo mese si parlerà di Verde Pubblico, con gli sviluppi di un’importante progettualità incentrata su Parco San Felice, polmone verde di Foggia. Ancora, spazio alla Politica, con un’intervista al più grande sostenitore del progetto Moldaunia, ormai verso il Referendum. Tutto questo insieme alle Rubriche degli Esperti, agli approfondimenti in materia di Moda, Ambienti, Bellezza e Benessere. Insomma, come sempre, abbiamo cercato di confezionare per voi un numero ricco di spunti di riflessione, per leggere insieme la città e i suoi cambiamenti. Buona lettura!

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Professione Speaker Radio801 è “donna”: tutte le voci

22 “Diversamente OrchestrAbili”, il nuovo centro di Musico-Terapia

Foggia Notes

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Tempo Libero Donne&Lavoro Ecco gli Stati Regionali delle donne

23 Fiabe in pigiama, •

Focus 6

Verde pubblico, patrimonio cittadino? Aree verdi in cerca di “mecenati”: al via le sponsorizzazioni

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Parco San Felice torna a sorridere: finanziato il progetto

Politica 8

La parità di genere? E’ nella grammatica di Mammeonline

Moldaunia all’ultimo Miglio Intervista a Gennaro Amodeo

Benessere 11 “Riconoscersi” nello specchio: cancella la cellulite, tonifica i tessuti

Ambienti 14 S.O.S. Ristrutturazione: stessa casa, nuovi spazi

Cucina&Dintorni 15 Leonardo in Centro, declinazione di gusto

17 Rubriche

maggio - duemilaquindici

un libro per volare Correre Donna, “corazzata” rosa a Parco San Felice


30 ANNI di 1985-2015 Per celebrare il traguardo dei 30 anni, Yellow and Grey ha organizzato una originalissima mostra, recuperando dagli armadi di clienti storiche e affezionate, interi outfit acquistati negli anni presso la boutique di via Tugini. Dal marzo 1985, data di inaugurazione, ad oggi: oltre 200 capi, catalogati ed esposti in un allestimento storico che ha ripercorso gli ultimi tre decenni di moda e che ha visto le spalline dei dorati anni ‘80 accanto alle linee minimaliste degli anni 2000.

... qualche volta, per vestirsi male basta seguire la Moda. Meglio liberarsi di preconcetti e codici prestabiliti...

Yellow and Grey, la moda è libertà d’essere La storica boutique si lancia in una nuova sfida Inaugurato “Angela F” in piazza Giordano Trent’anni in un soffio, senza mai perdere lo smalto e l’entusiasmo dei primi tempi. Tre lunghi decenni di cambiamenti, ‘traghettati’ con buon senso e buon gusto, ed infiniti giorni di impegno e passione che oggi si trasformano in una sfida tutta nuova. E’ questa, in pochi e rapidi flash back, la storia di Yellow and Grey, di via Tugini, a Foggia. Inevitabilmente, le pagine della moda foggiana sono state scritte tra le mura della boutique che taglia il traguardo dei trent’anni di attività e si lancia in una nuova avventura: un nuovo punto vendita, ‘Angela F’, inaugurato ad aprile nella centralissima Piazza Giordano. Lo store, che si estende su una superficie di 80mq, nasce come amplificatore della prima boutique, di cui seguirà i criteri-cardine che ne hanno decretato il successo. Innanzitutto la qualità e l’eleganza del Made in Italy, poi la ricerca di capi e modelli originali, di linee e tendenze intercettate in anteprima, in giro per l’Europa, dalla titolare Angela Francavilla. E’ lei l’anima dell’attività, è lei che ha fatto della passione per la moda la sua vita, e viceversa. “E’ con la moda che noi comunichiamo, ogni giorno”, spiega convinta. “Ed è attraverso di essa che possiamo emanciparci, imparando a ‘vestire’ la nostra testa, la

nostra essenza, prima che il nostro corpo. E’ un settore che non può conoscere crisi. Può essere in crisi lo stile e il buon gusto, ma mai la moda: quella la facciamo noi ogni giorno”. Questa la filosofia che da sempre guida le sue scelte. Infatti, tutto inizia dalla ricerca dei capi giusti, spulciando tra le varie collezioni proposte (in questo, il suo fiuto è da vera talent scout) in Italia ed in Europa. “Ogni lavoro ha una propria etica e va svolto con impegno, competenza e passione. E’ questa forse la ricetta del successo”, spiega Angela che col marito Ciro Favatà (in foto) sono ali&radici dell’attività: da un lato la parte creativa, perfettamente incarnata dalla padrona di casa, dall’altra la parte razionale, economica, burocratica. Due facce della stessa medaglia. “Credo molto nella libertà di vestire più mentale che fisica”, puntualizza ancora Angela, che combatte una vera e propria crociata contro la sciatteria e la massificazione di gusti e consumi. “Bello non vuol dire costoso. Vuol dire originale: per questo non credo che abbiamo bisogno di tutorial o di seguire una massa anonima e informe che legittima ogni scelta. Bisogna avere il coraggio di conoscersi e sperimentarsi per comprendere ogni giorno chi vogliamo essere, cosa vogliamo indossare”.

...per conoscere qualunque donna basterebbe aprire il suo armadio...

ANGELA F by

BOUTIQUE

FOGGIA, Piazza Giordano, 47 - Via Tugini, 13 maggio - duemilaquindici

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personaggio

Radio801 è “donna”: tutte le voci

di Mariangela Mariani

Professione Speaker D

a un appartamento ad alta quota trasmettono la rockettara, la cantautrice, la dotta, la fashionista, la cuoca, e le altre. On air. La radio non è morta. Sono ventuno le speaker di Radio 801. Croce e delizia del direttore dell’emittente web Luca De Michele che si spinge a ipotizzare che la radio sia persino più indicata per le donne che per gli uomini. Simona Manlio mette l’arte in musica: “Ho abbandonato una carriera giuridica per dedicarmi alla storia dell’arte e credo che la radio sia un ottimo mezzo di divulgazione. Tutto sta nel trattare argomenti che sono notoriamente “pesanti” e renderli fruibili”. Renata Ficelo cerca notizie bizzarre e divertenti, curiosità con Milk Shake. “È il mio sogno da quando ero ragazzina”, confessa, ma alla radio sul web non ci aveva mai pensato. C’è un programma delle donne per le donne: Style, con Enza Delli Carri e Valentina Quatrale. Tendenze gossip e moda ma in chiave ironica: “Noi non sapevamo nemmeno chi fosse Giselle la settimana scorsa - scherza Enza - Una cosa che abbiamo imparato è che il perlescente è di moda: quest’anno è

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la morte sua”. E poi torna seria, perché l’ultima notizia prima di chiudere riguarda sempre un movimento contro la violenza sulle donne. “Passiamo dalle notizie demenziali, tipo la nonna ninfomane che è diventata una pornodiva, alla riflessione sulla festa della primavera Indù, in mezzo c’è la moda, e più che altro la distruggiamo”. Quello è il mondo di Valentina: “Lavorando in un negozio di abbigliamento è una passione più che un lavoro. Ci documentiamo, e questo accomuna tutte noi”. C’è anche chi è arrivata come ospite ed è finita a condurre un programma come Angela Diorah: aveva presentato il suo album di inediti e c’è rimasta. Racconta i live, come nasce un progetto, l’ispirazione per una canzone e la collaborazione tra i gruppi con “I-music”, inteso come l’essere musica. “Al femminile è un po’ più complicato, io sono anche madre e

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moglie, ma non lo è per noi perché credo che questo ci renda un po’ più ricche”. Valeria Morelli è l’anima rock della radio: “In orario serale - anche a lei non manca l’ironia - ti da la carica giusta. Per andare a dormire. A parte gli scherzi, intervistiamo i gruppi

emergenti italiani che hanno la possibilità di farsi pubblicità”. La web radio non l’ascolti solo in diretta: c’è il podcast, il file del programma che puoi scaricare quando vuoi, veicolato anche attraverso i social. “Mentre andiamo in diretta - ci

spiega Valeria - registriamo e quel file viene caricato su mixcloud, in questo caso, puoi ascoltarlo in qualsiasi momento della giornata. Ci possono ascoltare in tutto il mondo”. Annamaria Lombardi è un altra tipa peperina, se non altro per il titolo del suo programma: Cacio e pepe. “Non parlo solo di ricette, sarebbe scontato. Ogni settimana mi occupo di una regione e la studio sotto il profilo territoriale, ma anche storico e cerco di capire quali sono i prodotti tipici del posto, le ricette tipiche di quella regione e perché sono nate lì. Poi parte tutto un ragionamento culinario e non manca un intervento con uno chef da quella regione in diretta. Lo chiamo e chiedo conferma di quello che ho detto. Cerco di avere sempre ospiti importanti, chef stellati. Sonia Peronaci di Giallo Zafferano è una mia conquista”. Donatella, 22 anni, è la mascotte della radio. Insieme a Natalina Carella conduce “La sala d’at-

tesa”. “Una delle ultime volte che sono andata dal medico ho aspettato quattro lunghissime ore e non c’era nulla che alleviasse questa sofferenza: non c’era radio, solo giornali vecchi”. Per Natalina si avvera un sogno: “Volevo io stessa creare una radio ma non avevo gli strumenti, mi mancavano le istruzioni”. E poi c’è Miss Grace col suo Game Over che in realtà è l’inizio di un gioco. Lei ama la tv ma in radio può dire quello che vuole con un personaggio creato appositamente. Nel team foggiano c’è anche Valeria Marra, e poi dagli studi sparsi in tutta Italia Paola Concari di Milano, Licia Cavalet da Monselice (Padova), Chiara Tasso da Sestri Levante (Genova), Adriana Armanni da Firenze, Patrizia Torrieri da Pescara, Dina Moschetta e Maria Marmo da Andria, Maria Modica e Lucia Fava da Ragusa. “Abbiamo creato un bel gruppo che ama questo mestiere e che ogni volta dà il massimo - dice Germana Zappatore, che ora trasmette con un bel pancione e parla di viaggi e cinema - Ci crediamo e vogliamo far crescere questa emittente”. Stay tuned.


foggia notes

STATI REGIONALI DELLE DONNE I dati sull’occupazione femminile sono disastrosi: 500mila lavoratrici mobbizzate nel post-gravidanza A

ttiviste e lavoratrici dipendenti, professioniste e mamme. Ma soprattutto donne. Come quelle che si sono ritrovate, a Palazzo Dogana, per la tappa foggiana degli Stati Regionali delle Donne. Chiamate a raccolta da Antonietta Colasanto, Consigliera di parità della provincia di Foggia, le professioniste, imprenditrici e lavoratrici dipendenti di Capitanata si sono messe - metaforicamente parlando - a tavolino per fare il punto della situazione sul tema Donne&Lavoro. Un argomento spinosissimo e incompiuto, per un mercato del lavoro profondamente ingiusto che penalizza vate a iniziare un percorso di condivifortemente le donne e mortifica (quasi sione e di proposta, con al centro del “punisce”) la maternità. Una quindi- dibattito il lavoro nella sua accezione cina gli interventi programmati nella più ampia: dipendente, autonomo, giornata foggiana. A prendere la pa- precario e d’impresa. Il metodo consiste nel misurola, alla presenza delrare l’impatto l’europarlamentare e (reale e potenvicepresidente della ziale) che le Commissione lavoro al donne hanno sul Parlamento Europeo, mondo del laElena Gentile, di Rosa voro, per poi traCicolella, presidente sformarlo in della Commissione Reproposte e nella gionale Pari Opportudefinizione di nità e delle consigliere priorità d’azione di parità, regionale e politica. Attraprovinciale, Molendini e verso un conColasanto, donne impeAntonietta Colasanto fronto concreto, gnate nel lavoro, nei sindacati, nell’imprenditoria, in asso- le partecipanti al tavolo di discussione ciazioni di volontariato, cinema ed edi- potranno contribuire a stabilire le toria, nella promozione del territorio. priorità dell’agenda per uno sviluppo Tutto il mercato del lavoro era rappre- sociale ed economico inclusivo e sosentato nella Sala Giunta di Palazzo stenibile, che parta dallo specifico del Dogana, con le sue problematiche ed nostro territorio, per poi elaborare una proposta unitaria su base regionale implicazioni. che sarà portata prima ad un incontro STATI REGIONALI VERSO MI- regionale a Bari e successivamente LANO. Coordinati da Serenella Molen- agli Stati Generali delle Donne che si dini, consigliera regionale di Parità, gli svolgeranno il 26, 27 e 28 settembre a Stati regionali delle Donne di Puglia Milano, all’interno di Expo2015, in oc(precedentemente convocati a Lecce casione della Conferenza mondiale e Bari), rappresentano l’autoconvoca- delle Donne intitolata “Pechino venzione delle donne di tutta Italia, moti- t’anni dopo”.

NON SOLO TETTO DI CRISTALLO Per troppo tempo la battaglia delle donne in materia di lavoro si è orientata verso azioni che potessero “sfondare”, una volta per tutte, quell’iniquo tetto di cristallo che divideva queste ultime dalle posizioni lavorative apicali. Una battaglia che non solo non ha dato - almeno fino ad ora - i risultati sperati, ma che sembra non guardare a problematiche ben più gravi e largamente sofferte: povertà, precarietà, assenza di diritti legati alla maternità, svalutazione dei titoli di studio. I dati in Puglia, in tal senso, rivelano una situazione disastrosa: l’occupazione femminile si attesta appena al 29,5%, un dato ormai costante da circa 8 anni, con oscillazioni minime, dal 28 al 30%. E ancora, sottolinea Serenella Molendini, sempre nel tacco d’Italia oltre mezzo milione di donne lavoratrici sono letteralmente mobbizzate dopo una gravidanza. Ha ancora senso – spiega in modo sarcastico – preoccuparsi delle poltrone nei Consigli di Amministrazione di grandi aziende e multina-

I relatori: da sx Rosa Cicolella, Serenella Molendini, Elena Gentile e Antonietta Colasanto

zionali quando alla maggior parte delle donne vengono negati diritti, occasioni e opportunità di lavoro? Insomma, andrebbero riviste le priorità. FEMMINISMO, NON INDIVIDUALISMO. Proprio sul tavolo del lavoro il mondo delle donne sembra essersi spaccato, negli ultimi anni. Le istanze della generazione delle madri (per intenderci, quelle del “tetto di cristallo”) non rappresentano quelle della generazione delle figlie (sempre per intenderci, quelle della disoccupazione e del precariato, quelle costrette a scegliere tra lavoro e famiglia). Per

questo è fondamentale ritrovarsi e riconoscersi, e tessere attorno al tema fondamentale del lavoro una rete che possa sanare questo divario generazionale e creare un fronte comune dal quale partorire idee e proposte concrete per una politica di genere che sia reale ed inclusiva. Suggerimenti e indicazioni che confluiranno negli Stati regionali delle donne di Puglia a Bari, per una vera e propria festa delle idee, animata dal desiderio delle donne di esserci, di parlare e relazionarsi, di non essere considerate periferia della Puglia. Maria Grazia Frisaldi

E la Consulta Femminile Comunale? Il commento di Rosa Cicolella, Cpo Regione Puglia La resistenza culturale maschile nella nostra Consulta Femminile. Un autorevole consesso trasversale che ha visto impegnate donne delle istitusocietà esiste ed insiste caparbiamente. zioni, delle associazioni, del Un’occasione persa per un imsindacato, delle professioni, dell’importante confronto che ha confermato l’alto potenziale di temi e prenditoria. Il suo lavoro ad uno stadio iniziale, proposte in svariati campi da parte aveva già raggiunto alcuni obiettivi e delle donne del nostro territorio. prometteva percorsi di genere signiA tal proposito è bene ricordare ficativi per la nostra città. che il governo di questa città al laL’appello al sindaco Landella a far voro ormai da quasi un anno, ad oggi ripartire questo organismo paritario sembra aver dimenticato un organiindispensabile nella casa comunale. smo vitale per l’esercizio della deNon lasciamo morire i pochi luoghi di mocrazia paritaria nella gestione del Rosa Cicolella partecipazione e attività democratica. bene comune nella nostra città: la

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focus

a cura di Maria Grazia Frisaldi

Ottanta ettari per una cartina al tornasole del grado di civiltà della città

Il verde pubblico in cerca di “mecenati” L’Assessore Morese, costretto al gioco alle tre carte, porta a casa risultati: “La rigenerazione è iniziata, partiamo dalle basi: pozzi, impianti e alberi” erde pubblico, croce e delizia della città: da una parte biglietto da visita di ogni Comune, dall’altra cartina al tornasole del grado di civiltà della comunità. Se da una parte c’è chi lavora per migliorare, dall’altra c’è chi non si fa scrupolo nel distruggere, vandalizzare, deturpare. E assottigliare ancora di più i fondi - già esigui - che in tempi di spending review sono destinati al settore. Nei corridoi dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Foggia se ne raccontano di tutti i colori, così tanti sono gli episodi registrati dagli operatori del verde, quelli del CNS di Bologna: dai furti di cestini portacarte in centro, ai pop-up (circa 4000) dei sistemi di irrigazione rubati o vandalizzati nelle due zone 167 cittadine; dalle pompe dei pozzi trafugati, al furto sventato dei pannelli posti a recinzione di una dog area (e - pensate un po’ - destinati ad alimentare il falò dell’Immacolata). Insomma, gestire la materia a Foggia è una bella gatta da pelare per l’assessore al ramo Francesco Morese (in foto). E questo sia per la mole di lavoro (Foggia ha un patrimonio verde di oltre 80 ettari, comprese le borgate e le strade di accesso alla città ) che per criticità specifiche.

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Sin dal suo insediamento, l’attenzione principale dell’Assessorato è stata rivolta alle alberature stradali. Partendo dalle periferie per poi arrivare al centro. E non viceversa. Carte alla mano, l’assessore al ramo, seguito dal perito agrario Antonio Punzo, mostra dati, bilanci e resoconti dell’attività svolta, trimestre dopo trimestre. L’appalto stretto il 25 maggio del 2013 dalla precedente amministrazione con il CNS prevede il trattamento di 5000 alberature stradali all’anno (oltre ad attività di abbattimenti e sfalci, cura e tutela del verde orizzontale, oltre che verticale), ma i numeri sono già decisamente più alti. “E’ stato necessario un surplus di lavoro per recuperare una situazione di abbandono preesistente. In alcune zone della città non venivano effettuate potature da 12 o addirittura 20 anni”, puntualizza Morese. Purtroppo la situazione non è delle più rosee: oggi si paga il conto di scelte errate fatte negli anni passati - nel periodo a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta - quando sono state messe a dimora specie arboree inadatte al contesto cittadino. Oggi, ad esempio, è impensabile impiantare un pino a due metri da un fabbricato. E se ci chiediamo il perché basta passeggiare in alcune nelle strade del centro cittadino per vederne le conseguenze: danni ai marciapiedi, alle strade, alle abitazioni a piano terra e alle alberature stesse. Una situazione che comporta anche potature rigorose per contenere la crescita della pianta. ALBERATURE STRADALI. Nel solo trimestre Gennaio-Marzo 2015 si contano 1611 interventi di potatura di alberature stradali; un dato che proiettato su 12 mesi porterà a chiudere l’annualità in corso a circa 7000 alberi trattati. I dati sono invece raddoppiati per quanto concerne gli abbattimenti: 150 quelli previsti per annualità, ma dal maggio 2013 ad oggi - purtroppo per noi - siamo già quasi 700 (a fronte di 300). “Tutti abbattimenti documentati - tengono a precisare in Assessorato - per alberature

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pericolose o affette da problematiche fito-patologiche o marcescenze specifiche. Grazie ad una determina comunale, però, a settembre verranno integrati circa 150 alberi in zona centro: da corso Garibaldi a via Mazzini, da piazzale Italia a via Scillitani”. Per raggiungere questi risultati - a parità di risorse umane impiegate e ore lavoro - è stato necessario perfezionare i turni e le modalità di intervento: non più ‘a macchia di leopardo’, ma per interi blocchi di strade. Il RIPRISTINO DEGLI IMPIANTI. La rigenerazione è quindi iniziata, ma per vederne i risultati bisogna attendere che i tempi siano maturi: “Stiamo iniziando dalle basi: ripristinando i pozzi per l’emungimento dell’acqua (dei 60 presenti la metà erano inutilizzabile perché rotti, difettosi o vetusti) e ripristinando gli impianti automatizzati, largamente vandalizzati nel tempo”. Nell’ultima settimana, in particolare, sono partiti i lavori di ripristino di impianti di irrigazione che da oltre due anni non erano funzionanti: dalla zona 167- comparto Biccari a via D’Addedda; da Parco San Felice a Parco Angelo Ricci-via De Petra; del pozzo del Parco Lucio Miranda, di piazza Padre Pio, di via Monsignor Farina, di Via Manerba, del Parco Volontari della Pace

Lavori in corso in Viale Michelangelo

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Cep, che si estende per un ettaro circa, e quello di San Pio X. “Sulla questione parco-giochi è in caldo una delibera grazie alla quale verranno rivisti tutti e tre: i progetti sono in itinere ma bisogna lavorarci ancora su”.

Marciapiedi sconnessi vicino al “Pantanella”

e di via Gentile. Da oltre due anni, infatti, essi non erano attivi, con conseguenze pesanti sulla cura del verde pubblico. Nel parco Lucio Miranda, invece, il pozzo non era funzionante perché erano stati rubati i 400 metri di cavi elettrici che collegavano la centralina alla pompa dell’acqua. DOG AREA E PARCO GIOCHI. Una delle esigenze maggiormente sentite dalla città è legata alla presenza di ‘dog area’ attrezzate. L’ultima in ordine di tempo è stata consegnata nel dicembre scorso, in viale Europa, nell’area di circa 1500 mq denominata Parco Chiara Lubich. “I cittadini ne vorrebbero una ogni 100 metri”, ironizza Morese. “Ma l’obiettivo è realizzarne una per ogni zona cittadina. Bisogna solo recuperare le finanze…”. Diversamente è la questione relativa ai parco-giochi. Qui si lavorerà sempre a compensazione per quanto concerne i tre parco-giochi recintati: ovvero quello della Villa Comunale (già ripristinato con Fondi POR), quello di viale Kennedy al quartiere

INTERVENTI A COSTO ZERO. Proprio a causa delle ristrettezze economiche, l’Assessore Morese lavora seguendo il gioco delle tre carte. Tutti interventi effettuati ‘a compensazione’. Questo vuol dire lavorare il doppio, ovvero recuperare prima le risorse (“spesso grazie alla benevolenza delle ditte, oppure andando a recuperare vecchi crediti”, spiega) e poi mettere a punto i progetti e seguire i lavori. E’ il caso, ad esempio, dell’azione relativa al ripristino della funzionalità degli impianti irrigui, che è stato possibile effettuare ‘a costo zero’, poiché finanziato attraverso la rinegoziazione delle misure di compensazione, da parte della ditta Marco Polo Engineering SpA Sistemi Ecologici, legate all’attività di messa in sicurezza e bonifica da biogas mediante captazione, trattamento e recupero energetico dello stesso biogas svolto nel periodo compreso tra gli anni 2012-2013-2014. IN CERCA DI MECENATI. Un’altra strada intrapresa dal Comune è quella relativa alla sponsorizzazione di aree cittadine. “L’idea è quella di consegnare alcune aree della città, come ad esempio le cosiddette ‘rotonde’ sprovviste di impianti di irrigazione, a persone di buona volontà intenzionate a ripristinarne il verde ed il decoro”, puntualizza. “E’ un risultato che vorrei mandare in porto. A tal proposito, lo scorso 30 aprile, è stato pubblicato il bando che si rivolge a tutti: imprenditori, professionisti, singoli cittadini. Ci rivolgiamo a chiunque abbia a cuore la città”, conclude. Per chi adotta l’area in questione (la più gettonata è la rotonda con il monumento all’aviere) è prevista una cartellonistica pronta a dare giusto merito al mecenate del verde. Il bando è volutamente aperto, nessuna scadenza prevista. E a parità di richieste per la medesima area, si aggiudicherà lo spazio il progetto migliore. La sfida è aperta.


focus Finanziato il progetto di riqualificazione, si entra nella fase esecutiva

Parco San Felice torna a sorridere Ad oggi, Parco San Felice è tutto tranne il volto della felicità. Le aree verdi sono rinsecchite, l’anfiteatro cade a pezzi e le sale di registrazione sono diventati tuguri maleodoranti, cannibalizzati e vandalizzati. Ma la svolta per il polmone verde cittadino potrebbe arrivare presto. Anzi prestissimo. Con un cantiere pronto ad entrare in funzione già prima dell’estate e una sfilza di iniziative ludico-formative pensate per l’infanzia e l’adolescenza. Il Parco di via Rovelli potrà trovare presto il sorriso, grazie ad un finanziamento acquisito di 200mila euro e al progetto di recupero promosso da un cartello di realtà del territorio e associazioni che vede potenzialità inespresse dietro un degrado generalizzato. Ne abbiamo parlato con Giuliano Volpe (in foto), presidente della Fondazione Apulia felix, che meno di un anno fa, proprio dalle colonne di 6Donna annunciò la volontà di adottare Parco San Felice per salvarlo dal degrado.

L’Apulia felix, nell’Associazione Temporanea di Scopo, tenta il bis: replicare in via Rovelli il successo dell’Auditorium Santa Chiara orientate ai bambini e agli adolescenti. Insomma, uno spazio formativo per sviluppare attività che facciano tornare a ridere il parco. Un progetto che si pone in linea e in assoluta continuità con gli obiettivi della Fondazione Apulia felix… Sì, questa è la filosofia della Fondazione, ovvero lavorare il più possibile con gli altri - con le istituzioni ovviamente, ma anche le associazioni, le realtà di volontariato e le imprese - in un’ottica molto inclusiva, finalizzata a lavorare per e non contro. Perché siamo convinti che, date le esigue risorse a nostra disposizione, solo le forme di aggregazione consentono di moltiplicare i pochi mezzi. La situazione e la storia di Parco San Felice sono un po’ l’emblema della città… Esatto, proprio come lo era l’Auditorium di Santa Chiara (restituito alla città grazie alla Fondazione Apulia felix, ndr). E’ dimostrato che con risorse ben indirizzate, buone idee e qualità degli interventi, un luogo degradato e abbandonato della città può tornare a vivere, può essere un luogo di aggregazione, può orientare a sviluppare momenti di confronto e di crescita culturale. Ed è esattamente quello che vogliamo fare a Parco San Felice, con la previsione di attività programmate, stagioni, appuntamenti per i più piccoli. Anche attraverso le attività culturali si può rendere la città più vivibile e la comunità più coesa e consapevole di sé stessa. Stiamo parlando di un investimento

Presidente, ci siamo lasciati 9 mesi fa con un progetto nel cassetto e l’intenzione di riqualificare Parco San Felice per renderlo un luogo di crescita e aggregazione sociale. A che punto siamo? La situazione in questo momento è favorevole. La notizia positiva è che, dopo un grosso lavoro di produzione di certificazioni e documenti, il 28 aprile abbiamo sottoscritto presso la Presidenza Consiglio dei Ministri la convenzione tra quello che una volta era il Ministero della Gioventù e l’Associazione Temporanea di Scopo interessata a Parco San Felice composta da Energiovane (ente capofila del progetto), Fondazione Apulia felix, Associazione L’Aquilone e la cooperativa Monti Dauni. Questo gruppo ha sottoscritto la convenzione che finalmente ci consentirà di essere operativi rispetto al finanziamento di 200 mila euro al quale eravamo candidati. Per cui, ora siamo in attesa di sottoscrivere il protocollo d’intesa col Comune di Foggia e partire con le attività. Quali sono gli interventi programmati? Sostanzialmente ci impegniamo a recuperare le strutture degradate e abbandonate presenti nell’area del parco, ovvero il piccolo Il manufatto che sarà oggetto di riqualificazione anfiteatro e il manufatto-ex sala di registrazione. Siamo convinti che, se importante sulla città, ma anche di un adeguatamente sistemata e attrezzata, atto di fede nei confronti dei foggiani. Mi creda, lo so benissimo. Non mi fa quella porzione di Parco San Felice possa diventare la sede di ludoteche piacere trovare sempre nuove scritte sui scientifiche, attività culturali e di svago muri esterni dell’Auditorium di Santa

Chiara appena tinteggiati, ma so che bisogna insistere. E fissare indirizzi e regole, promuovere attività di controllo e di sensibilizzazione. È troppo facile tirarsi indietro al primo momento di delusione o di scoramento. Santa Chiara ora è sentito dai cittadini come un elemento positivo, è difeso e amato. Perché non può essere lo stesso con un parco? E’ possibile abbozzare una sorta di cronoprogramma dei lavori e degli interventi previsti al Parco di via Rovelli? In linea di massima il programma è questo: a breve si sottoscriverà il protocollo col Comune. Pertanto, mi auguro di cantierizzare i lavori già per l’estate, completarli entro la fine dell’anno ed essere pienamente operativi per l’inizio della primavera prossima. I lavori riguarderanno soprattutto il piccolo anfiteatro e i locali adiacenti. Quale sarà la destinazione d’uso dei manufatti? Stiamo pensando ad uno spazio polivalente, che sia di supporto alle attività promosse o che possa costituire un’alternativa al chiuso per quando le condizioni metereologiche non consentiranno attività all’aperto. E’ normale che il nostro obiettivo sia favorire il più possibile le attività enplein air, altrimenti verrebbe meno l’essenza ed il senso del parco. Inoltre, puntiamo al coinvolgimento delle scuole e delle famiglie anche attraverso un’azione di ascolto di quelle che sono le aspettative riposte in questa struttura, per poter indirizzare al meglio l’offerta delle attività che andremo a calendarizzare. Il “Modello Santa Chiara” - fatti i necessari distinguo di target - verrà replicato sul parco. Il primo è nato sull’onda

dell’entusiasmo della nascente Fondazione, il secondo sulla consapevolezza di un risultato portato a casa… Presto faremo un bilancio delle attività sviluppate nell’ultimo anno dalla Fondazione, che è nata nel 2012 ma che è diventata realmente operativa con l’inaugurazione dell’Auditorium, il 5 giugno scorso. Un bilancio largamente positivo, mi permetto di dire. Come soggetto dell’Associazione Temporanea di Scopo, la Fondazione spera di replicare questo successo con Parco San Felice. Il problema - e lo dico con grande sincerità - è che Apulia felix avrebbe bisogno di molti più soci e sostenitori. Noi non abbiamo un euro pubblico nelle nostre casse e ci sosteniamo solo con il contributo di 5 soci fondatori e di 7 sostenitori. Per questo motivo dobbiamo anche contenere le nostre iniziative, non avendo risorse adeguate. Operiamo con spiccioli, piccoli contribuiti e un budget di circa 80mila euro l’anno (cui decurtare le spese di mantenimento dell’Auditorium), quando invece vorremmo realizzare altri luoghi, altri spazi per la rinascita della città e del territorio. Anche i singoli cittadini possono, però, sostenere la causa di Apulia felix. Certo, come il 5x1000, che sarà attivo dal prossimo anno, non costa nulla al contribuente ed è per noi un aiuto concreto. Inoltre, sarebbe bello poter aprire la Fondazione alle donne. Ad ora i soci fondatori e sostenitori sono solo uomini e questo mi dispiace molto. Abbiamo delle donne molto attive tra i soci collaboratori - quelli che donano tempo e lavoro - però mi piacerebbe un coinvolgimento attivo di imprenditrici, professioniste e cittadine direttamente in assemblea o nel consiglio di amministrazione. E visto che mi rivolgo ad un giornale dedicato soprattutto alle donne, l’invito è a farsi avanti.

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

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Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (Vill. Artig.) Tel. 0881.72.81.15 - Fax 0881.72.81.13 E-mail marketing@6donna.com Sito internet www.6donna.com Social facebook: 6Donna twitter: @6DonnaMagazine Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

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politica Verso il Referendum. “Se la Regione non cambia, cambia Regione” Progetto Moldaunia all’ultimo Miglio a cura di Mariangela Mariani

L’intervista a Gennaro Amodeo, il promotore della “ribellione” geografica

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on sono baresi e su questo non ci piove, ma non sono nemmeno secessionisti: “Noi ci distacchiamo da una regione per aggregarci all’altra, quindi è una definizione impropria. Non vogliamo costruire una regione autonoma”. I sostenitori del Progetto Moldaunia capeggiati dall’agguerrito Gennaro Amodeo, il promotore, sono convinti che questa sia la volta buona. Il referendum si farà, prevedono nella primavera 2016. Sempre che la Provincia trovi i soldi, perché spetta all’ente di Palazzo Dogana attivare le procedure per l’indizione. Non sono nemmeno astensionisti: andranno a votare per le elezioni regionali pugliesi e si ricorderanno di chi si è speso per il comitato, ci ha messo la faccia e ha fatto approvare la delibera nel proprio comune, senza distinLa Provincia riuscirà a trovare le risorse per il referendum secondo lei? Tenga presente che questo è un investimento per il futuro. Se si parte da questo presupposto il problema non si pone. Basterebbe che ogni comune contribuisse con un euro procapite: verrebbe coperta la spesa del referendum. Alle primarie hanno speso addirittura due euro. Parliamo di una spesa ragionevole. Dovrà avere in mano tutte le adesioni dei Comuni affinché venga indetto il referendum? No, non è necessario. Ho chiesto di aprirci le porte specialmente a quei comuni che ad oggi non hanno mai intavolato una discussione ed un approfondimento sul progetto. Vogliamo spiegare le motivazioni per cui noi siamo e saremo sempre la ruota di scorta in Puglia, saremo invece una ruota motrice nel Molise. Tutto è rimesso alla volontà del presidente della Provincia. Lui ha in mano la delibera di San Severo che può utilizzare ed è stata approvata all’unanimità. Ed è stata votata anche da lui all’epoca, quand’era consigliere. Sfiducerebbe se stesso. Può, invece, utilizzare quella delibera di San Severo o farla propria in qualità di presidente della Provincia con un’apposita delibera, tenendo

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conto della volontà popolare: ci sono 14 delibere comunali, compresa quella del capoluogo. Mettiamo che nasca la Moldaunia... Attenzione: Moldaunia è un’etichetta che ho dato al mio progetto, però non si chiamerà necessariamente così. Potrà essere Molise, Sannio e perché no Moldaunia, se acconsentiranno. Prima vengono eletti i consiglieri regionali della Puglia e di lì a poco un referendum potrebbe far saltare la loro elezione? No, perché non è così immediato. Bisogna rifare le circoscrizioni elettorali per la nuova Regione, e solo quando sarà sistemato tutto potranno decadere i nostri consiglieri in Puglia e faranno le elezioni nel Molise. Non si fa dall’oggi al domani. Anche il referendum, previa delibera che può fare la provincia avocando

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zione di colore politico. Il leader del Movimento popolare nato intorno al progetto, recentemente, ha inviato una richiesta di incontro con il Consiglio Comunale dei centri della Capitanata che non hanno ancora aderito, per parlare delle prospettive di sviluppo legate all’annessione della Daunia al Molise. “Senza autonomia la Provincia di Foggia non va da nessuna parte. Non è un progetto contro Bari ma per la Capitanata”. Se la Regione non cambia, cambia regione. Mentre i candidati alla carica di consigliere regionale girano in lungo e in largo per arrivare in via Capruzzi, lui conduce una battaglia parallela - con tanto di comitati referendari - per mandarli a Campobasso. E in questo caso conviene prendano la macchina. Magari nel 2018. a sé l’iniziativa, deve passare per la Cassazione perché deve dare il nulla osta - di norma lo fa nel giro di meno di un mese e in altre circostanze si è pronunciata addirittura in una settimana. Poi con decreto del Presidente della Repubblica viene fissata la data. Ecco perché noi l’abbiamo previsto per l’anno prossimo, in primavera. E stiamo cercando di costituire in ogni comune un comitato referendario che organizzi incontri pubblici e privati, che mandi quanta più gente possibile a votare nel proprio paese e, in più, che nomini i nostri referenti, quindi persone di fiducia, nei seggi elettorali, per controllare sia le operazioni di voto che lo spoglio. Da questo punto di vista, abbiamo chiara la strategia da percorrere. Quello che purtroppo è difficoltoso è recuperare le adesioni dei giovani. Il paradosso foggiano e della Capitanata, e forse anche del Meridione, è proprio questo. Tagliare il cordone ombelicale con Bari significa rimettere in discussione tutti gli assetti di potere a livello politico, sindacale e imprenditoriale. Ecco il motivo per cui non abbiamo avuto la sponda politica di un partito specifico, una sponda sindacale addirittura e una sponda imprenditoriale, perché nessuno vuole cedere quello che ha già conquistato, nessuno vuole recidere i rapporti con i poteri

forti regionali e nazionali. Si dovrebbe rimettere in discussione tutto e si aprirebbero degli spazi enormi proprio per i giovani in particolare. Con l’autonomia avremmo la possibilità di costruire infrastrutture: strade, ferrovia, porti e aeroporto secondo le nostre esigenze. Potremmo far ripensare la posizione di Bari anche sulla tratta che va a Roma perché noi privilegeremmo la tratta Foggia-Lucera-CampobassoRoma, in questo modo ricollocheremmo di nuovo Foggia nel centro nodale ferroviario. Mettiamo che il referendum si faccia: quando si arriverà alla nascita del nuovo soggetto istituzionale? Se ci sarà il referendum l’anno prossimo si devono prevedere almeno altri due anni, per la ridefinizione dei collegi elettorali, molto probabilmente si aspetterà la scadenza naturale del consiglio regionale del Molise. Lei ci crede? Questa è una sfida contro me stesso prima e contro voi, increduli di Capitanata. Per dimostrare che volere è potere. Quando un progetto ha i piedi per terra ed è validissimo alla fine la spunta, anche se si naviga controcorrente e contro la volontà della partitocrazia, del sindacalismo e dell’imprenditoria locale.


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benessere

Cancellare gli inestetismi della cellulite e tonificare i tessuti di viso e corpo

“Riconoscersi” nello specchio a premessa è d’obbligo: non si tratta di capricci estetici ma del bisogno intimo e profondo di ritrovare sé stessi in una silhouette tonica dopo un trattamento dimagrante intensivo e cancellare i segni di una cellulite nuova e aggressiva, oppure già sedimentata nel tempo. Ogni problema ha la sua soluzione: dai trattamenti di Radiofrequenza - per tonificare viso e corpo, con particolare incidenza nei cosiddetti ‘punti critici’ ai trattamenti anticellulite di Cavitazione ad ultrasuoni; tutti con risultati garantiti, calcolabili in una riduzione di 4-6 cm, circa due taglie in meno. Ne

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abbiamo parlato con la dottoressa Annamaria Conte (in foto), dietologa e omeopata. Dottoressa Conte, la cellulite è l’incubo di ogni donna. Ma di cosa si tratta nel dettaglio? Si tratta di accumuli di grasso localizzato causato dalla cattivissima alimentazione, in un processo distruttivo che inizia sin dall’adolescenza. Consumando brioche, cibi grassi, fritti e salati andiamo a rimpinzare le cellule adipose nella zona delle cosce e dell’addome. Anche gli ormoni - durante l’adolescenza ancora in fase di assestamento

- contribuiscono alla formazione della cellulite, creando un mix micidiale, in alcuni casi aggravato anche dalla predisposizione genetica. In che modo agiscono i trattamenti di Cavitazione ad ultrasuoni? Mediante un manipolo ad ultrasuoni si va letteralmente a “rompere”, a “disintegrare” le cellule che possono essere quindi facilmente smaltite attraverso le urine. Una volta eliminate, queste cellule non si riformano più. A meno che non si cade nuovamente negli errori alimentari che li hanno generati… Chi può sottoporsi a questo tipo di trattamento? Chiunque ne senta il bisogno, dai 18 anni in su. Prima di qualunque trattamento è necessario sot-

STUDIO DI MEDICINA ESTETICA E DIETOLOGIA DOTT.SSA ANNAMARIA CONTE

I CONSIGLI DELL’ESPERTO: 1 “Eliminare il fumo - la nico-

tina “gonfia” le cellule adipose - ed evitare di indossare capi troppo stretti che interferiscono sulla circolazione sanguigna”.

2 “Bere almeno 1,5 litri di

acqua al giorno (circa 8 bicchieri) e depurare l’organismo con tisane a base di melissa, finocchio e ananas o spremute di pompelmo”.

3 “Evitare di mangiare tutto

ciò che è esageratamente grasso o salato: il concetto di saporito va a braccetto col sale che favorisce il ristagno dei liquidi”.

ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI FOGGIA

Via Rosati, 137 - Foggia Via Santa Lucia, 40 - Lucera Tel. 0881.549614 - Cell. 349.8305045

toporsi ad esami specifici. Il trattamento non è consigliato a donne in stato interessante, con patologie specifiche come cardiopatie e disfunzioni tiroidee, oppure a soggetti con protesi metalliche e contraccettivi interni. In cosa consiste, invece, la radiofrequenza? La radiofrequenza lavora mediante il calore: si riattiva il collagene naturale recuperando il tono perduto. Durante la seduta si utilizzano anche oli antiossidanti, drenanti e anticellulite che ne potenziano il risultato. E’ un trattamento integrato adatto anche per le zone del viso; se associato a vaporizzazioni di ossigeno iperbarico e acido ialuronico, la terapia diventa anche anti-age, cancellando rughe di espressione e segni del tempo.

SERVIZI:

• Diete Personalizzate • Test per intolleranze alimentari • Trattamenti omeopatici • Trattamenti anticellulite (Cavitazione ad ultrasuoni e Mesoterapia) • Trattamenti con radiofrequenza per tonificare viso e corpo • Trattamenti con ossigeno per rivitalizzare viso e corpo • Trattamenti con Tecar (Tecarterapia) per algie post-traumatiche da fratture e lesioni tendinee

Il segreto per pelle e capelli bellissimi

Olio di Amla Un’antica tradizione indiana A CURA DEL DOTT. GIANLUCA D’ALESSANDRO

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’Amla (Emblica officinalis) è una pianta che si caratterizza per la produzione di frutti di colore verde, molto succosi e dotati di una polpa morbida al tatto. Oltre ai notevoli benefici per l’uso interno, è molto utilizzata in India e nei Paesi orientali sia per la cura dei capelli che della pelle del viso e del corpo. Dell’Amla possiamo trovare sia l’olio che la polvere. Il prodotto più utilizzato è certamente l'olio di amla che sui capelli è veramente miracoloso. Dona volume, spessore e lucentezza alla chioma e rende i capelli più morbidi e facili da pettinare. Inoltre, rinforza i capelli limitandone la caduta, rallenta la crescita dei capelli bianchi e garantisce un'idratazione ottimale. Va bene per i capelli secchi ma anche per i capelli grassi su cui è perfetta per combattere il problema della forfora. Adatta ai capelli scuri in quanto ravviva il colore, è un forte condizionante e anticrespo naturale, oltre ad essere efficace per il problema delle doppie punte. L'olio deve essere applicato una o due volte a settimana sul cuoio capelluto oppure sulle punte (se utilizzato come ristrutturante) lasciandolo almeno per 30 minuti (ma se i capelli sono molto grassi,

oppure decisamente rovinati, lasciarlo anche per un'ora) avvolgendo i capelli in un asciugamano. L’Amla può essere utilizzata anche come polvere mescolandola con acqua calda per fare una pasta spessa da applicare sui capelli. Dona naturali toni scuri ai capelli, quando è mescolata con henné puro o altre erbe pure a base di henné. Possiamo utilizzare la polvere anche per preparare maschere da applicare sul viso, sia per pelle grassa che sensibile. Con il tempo la vostra pelle sarà pulita e priva di acne, brufoli e altre infezioni. L'elevato contenuto di vitamina C agirà come astringente per la vostra pelle e vi proteggerà dai segni del tempo grazie al suo elevato potere antiossidante. Molto utile anche per le persone con pelle sensibile che tendono ad avere eruzioni cutanee. Rinfresca la pelle, previene l'infiammazione e riduce la dimensione dei pori.Come non definire meraviglioso quest’olio proveniente dalla magica India che si prenderà cura dei vostri capelli e della vostra pelle in modo assolutamente naturale e rispettoso per la vostra salute.

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Denti bianchi con lo sbiancamento professionale

Un sorriso a prova di selfie Seduta breve e indolore con il laser di ultima generazione N on solo prova costume: nell’era dei selfie è opportuno che anche il sorriso sia “in forma” smagliante. Rimettilo in sesto con una seduta di sbiancamento professionale: ridere sarà più facile e l’abbronzatura verrà messa in risalto. Non ti basta? Regala il trattamento come cadeau alternativo agli sposi se hai in programma un matrimonio.

COSA C’È DA SAPERE Quando si parla di sbiancamento dentale ci si riferisce tecnicamente ad uno schiarimento del colore naturale del dente, diverso per ogni individuo. Tranne pochi fortunati che possono vantare denti bianchi naturalmente, è molto comune invece che i denti della maggioranza degli individui assumano colorazioni che vanno dal giallo, al grigio o al marrone chiaro. Il risultato dello sbiancamento pertanto dipende molto dalla colorazione di partenza dei propri denti; altri fattori che possono influire sul risultato della seduta sono l’età del paziente oppure il colore alterato a causa di assunzione di medicinali. Lo sbiancamento si può effettuare solo sui denti vitali vale a dire quelli che non stati sottoposti a devitalizzazioni o ricostruzioni.

LA SEDUTA La fase preparatoria prevede che il paziente sia sottoposto ad un piano

di cura sbiancante personalizzato. In base al colore di partenza dei denti, il numero di sedute necessarie per un risultato soddisfacente è variabile: viene determinato tramite un’accurata valutazione delle dottoresse specializzate dello staff Dental Solutions. Lo sbiancamento si realizza con l’impiego di un laser all’avanguardia, in grado di agire sulle diverse lunghezze d’onda; i tempi di posa dell’agente chimico– si usa il perossido di idrogeno – sono brevi in quanto la potenza del laser di ultima generazione consente di agire sui diversi settori dentali in pochi secondi. Per visionare il nuovo colore dei denti occorrerà attendere almeno quindici giorni, terminati i quali i dentisti consigliano di sottoporsi ad un’altra seduta per “fissare” il nuovo colore raggiunto.

IL CONSIGLIO IN PIÙ Attenzione alle cattive abitudini: il fumo, i cibi ricchi di coloranti, il caffè, il vino e il cioccolato possono intaccare il nuovo colore. Prendetevi cura del vostro sorriso con una corretta igiene orale e non dimenticate di fissare almeno ogni sei mesi un appuntamento dal vostro dentista di fiducia per sottoporvi ad una seduta di igiene professionale: solo attraverso queste accortezze potrete preservare il colore più a lungo.

SERVIZIO NAVETTA Per agevolare i pazienti anziani o con difficoltà di movimento è stato inaugurato un nuovo servizio. Si tratta del “Servizio Navetta” messo gratuitamente a disposizione di quanti ne faranno richiesta. Un autista e un mezzo della Dental Solutions garantiranno il servizio navetta per il percorso casastudio e studio-casa. Sia il mezzo messo a disposizione (una Toyota IQ) che l’autista saranno immediatamente riconoscibili, per affidarsi alla Dental Solutions in tutta sicurezza.

Specialisti in Odontoiatria Foggia, P.zza Siniscalco Ceci, 11 (Adiacente al Comune di Foggia) CONTATTI STUDIO: 0881.663838 - CELL.: 3356681220 E-mail: dentalsolutionsfoggia@live.it Facebook: Dental Solutions Foggia www.dentalsolutionsfoggia.it Esplora il nostro studio con un tour virtuale a 360° http://www.paginegialle.it/dentalsolutionsfoggia

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Intolleranze: migliora la tua salute Diagnosi rapida, accurata e attendibile. Si parla d’intolleranze alimentari quando si ha una reazione avversa dell’organismo nei confronti di determinati cibi a livello metabolico.

Presso il laboratorio analisi Santa Rita è possibile effettuare test di intolleranze verso:

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Alimenti Additivi Coloranti

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Sintomi delle intolleranze alimentari: Apparato neurologico • Cefalea • Attacchi di panico • Sbalzi di umore

Apparato gastro enterico

Apparato muscolo scheletrico • Dolori alle articolazioni • Dolori muscolari

Apparato uro - genitale • Calo della libido • Cistiti

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Il test si basa sull’analisi della reazione dei leucociti messi a contatto con gli estratti alimentari nei confronti dei quali si vuole verificare l’intolleranza.

Apparato repiratorio

• Palpitazioni • Ipertenzione • Extrasistole

Cute • Eczema • Orticaria • Acne

Reazione assente

Leoucita in fase di reazione Perdita della forma circolare;

• Asma • Tosse • Naso gocciolante • Lacrimazione

Apparato cardio circolatorio

• Problemi digestivi • Diarrea e stipsi • Colite

La metodica

Leoucita in condizioni normali. Forma circolare e membrana ben definita.

Retrazione media

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Leoucita danneggiato La rottura della membrana provoca la fuoriuscita del citoplasma.

Reazione molto forte.


Scegliere il momento giusto per una sferzata di energia

E’ l’ora del caffè Quando la caffeina può alterare il ritmo tra il sonno e la veglia

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l caffè è da sempre una piacevole pausa di lavoro, di studio o una scusa per incontrarsi con un amico. Oltre a renderci svegli e più energici ha notevoli proprietà benefiche antitumorali e antiossidanti ben note. Ma qual è l’ora ideale per berlo e assumere caffeina senza compromettere sonno e salute? La risposta a una domanda che affligge milioni di caffeinomani nel mondo arriva da Steven Miller, neuroscienziato e ricercatore dell’University of the Health Sciences di Bethesda, Maryland (USA) riportata sul sito Focus.it. Miller spiega che un’attenta scelta del momento del giorno in cui bere caffè ci tutela dallo sviluppare assuefazione - e dipendenza - dalla caffeina (così come evitare di assumere antibiotici per un banale raffreddore ci permetterà di combattere con armi più potenti la prossima seria infezione). Il nostro ritmo circadiano - il complesso orologio interno che mantiene l’organismo sincronizzato con i ritmi naturali come il sus-

seguirsi del giorno e della notte - è regolato da gruppi di neuroni specializzati nella struttura cerebrale dell’ipotalamo. Queste cellule nervose controllano funzioni basilari come l’alternanza di sonno e veglia e il rilascio di cortisolo, un ormone che attiva il nostro sistema di allerta (in altre parole, ci “tiene svegli”). Questo meccanismo neurale lavora in stretta comunicazione con le cellule fotosensibili della retina. Tra le 8:00 e le 9:00 del mattino, quando siamo investiti dalla prima luce del giorno, il livello di cortisolo nel sangue raggiunge un picco: è il momento in cui siamo (o almeno dovremmo essere) naturalmente più svegli e assumere caffè a quell’ora rischia di sortire un effetto minore e, anzi, di creare assuefazione. Meglio farlo nella fascia oraria tra le 9:30 e le 11:30 quando il livello di questo ormone cala fisiologicamente, per prepararsi al picco successivo (che avverrà tra le 12:00 e le 13:00). Se proprio faticate a svegliarvi prima dell’orario ideale - suggerisce il ricercatore provate ad esporvi il più possibile alla luce naturale. Attraverso i segnali luminosi captati dalla retina stimolerete un più rapido rilascio di cortisolo che, da solo, potrebbe funzionare, in attesa dell’agognata tazzina. Irma Mecca

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ambienti

Ridisegnare gli spazi vitali per sfruttarli al meglio. E accontentare tutti

DI SIMONETTA CAMPANELLA ARCHITETTO

S.O.S. Ristrutturazione: stessa casa, nuovi spazi Cresce la famiglia, cambiano le esigenze di privacy e relax: recuperare una camera letto in più per un figlio ormai grande La signora G. scrive alla redazione di 6Donna:

“B

uongiorno, Le scrivo per risolvere un problema. La casa in cui vivo con mio marito e i miei figli ha due camere, di cui una matrimoniale, l’altra per entrambi i miei ragazzi. Uno di loro frequenta già l’università, l’altro ha appena 10 anni e vive di playstation e cartoni animati. Litigano per la discorde gestione della loro vita all’interno della stessa camera e, in particolare, il “grande” fa fatica a trovare la concentrazione giusta per studiare. Per quanto non sia grandissima, questa casa ha bisogno di una camera da letto in più. Di null’altro. Gentile Architetto, può aiutarmi? Gentile lettrice, studiando l’attuale stato dei luoghi, ci troviamo di fronte ad un appartamento caratterizzato da una distribuzione, per così dire, “verticale”: due fasce virtuali, di cui la fascia destra, da nord a sud, è individuata come zona giorno, e la fascia sinistra, sempre da nord a sud, è riconosciuta come zona notte. Le camere risultano piuttosto equilibrate, separate solo dal bagno tra loro, dotato di finestra. Ma la reale evidenza del problema sollevato necessita di un intervento che porti anzitutto a sfruttare la superficie utile dell’appartamento in modo alternativo. Individueremo dunque un diverso asse vir-

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tuale. Suddividendo teoricamente la superficie utile dell’appartamento in due fasce orizzontali, assegniamo alla fascia più prossima all’ingresso il ruolo di zona giorno, disegnando un open space luminoso e ampio con gli elementi della cucina disposti su due pareti accanto alla portafinestra che dà sul terrazzo, e una piccola penisola con piano breakfast che si insinua nello spazio centrale, verso la zona living. Quest’ultimo ha lo spazio necessario ad ospitare un divano a tre posti e un’ampia parete attrezzata con postazione tv, e di fianco, una nicchia del muro perimetrale che si prevede occupata da un armadio con funzione di cappottiera per gli ospiti. La zona giorno è conclusa e completa.

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Attraverso un varco in asse con l’ingresso, si accede alla zona filtro tra zone giorno-notte che è rappresentata da un corridoio con disimpegno finale, che offre l’accesso a tutte le camere della zona notte, bagno incluso. La camera matrimoniale ha un affaccio privilegiato sul balconcino privato, mentre le camere da letto singole hanno entrambe una distribuzione tale da prevedere, a seconda dell’esigenza, la presenza di letti singoli, o di letti a una piazza e mezzo o addirittura a due piazze, con armadiature a ponte e scrivanie per studiare separatamente. Entrambe affacciano su un balcone più ampio in comune. In fondo al corridoio, nell’ala sinistra della casa, si apre un disimpegno che offre un accesso

piuttosto nascosto al bagno della casa che manterrebbe la posizione attuale, per comodità sia rispetto alla presenza della finestra che degli scarichi attuali. Il bagno risulta dotato di grande piatto doccia, sanitari nascosti da mazzetta in muratura e lavabo sottofinestra. All’altro capo del corridoio, invece, un ampio ripostiglio, che rispetto al precedente impianto, è molto più “privato” e ben celato nella zona notte, come probabilmente è meglio che sia per tutti gli spazi di servizio di una casa. Buona ristrutturazione!

Per i vostri quesiti agli esperti della redazione di 6DONNA: marketing@6donna.com


In corso Garibaldi, nel cuore di Foggia, il ristorante di Leonardo Pillo

cucina&dintorni

declinazione di gusto

Qualità degli ingredienti e innovazione per piatti dal sapore autentico: Lo chef: “Dei miei piatti dovete ricordare il gusto, non solo l’estetica”

E’

nato e cresciuto in un ristorante. Non avrebbe potuto fare altro che lo chef. Inizia così la storia di Leonardo Pillo, figlio d’arte del noto ristoratore Pompeo, che da marzo gestisce il ristorante “Leonardo in centro” nel cuore della città. Dopo una formazione classica presso l’istituto alberghiero toscano e una gavetta tra la cucina e la ristorazione, Leonardo è tornato nella sua città per deliziare il palato dei suoi concittadini. La sua ricetta vincente contro la crisi? Ingredienti di qualità e aggiornamento continuo, conditi da intraprendenza e motivazione nel continuare una tradizione di famiglia.

Un ristorante versatile

Dal languorino improvviso all’appetito esigente: da Leonardo in centro sarà possibile soddisfare ogni palato grazie alla versatilità dell’attività ristorativa. E’ presente infatti un angolo caffetteria, una zona classica per la pizzeria attiva di sera, e il ristorante in cui consumare le pietanze scelte dal menù à la carte. Tuttavia, il fiore all’occhiello è il banco food per la pausa pranzo: si tratta di una novità pensata per i clienti indaffarati che vogliono pranzare con un ‘piatto espresso’ di alta qualità, cucinato a vista dietro l’apposito bancone perché “chi è abituato alla dieta mediterranea preferirà sempre un piatto di pasta

ben cucinato rispetto ad un panino triste e freddo, senza contare anche il senso di sazietà che un primo fornisce, grazie al quale poter affrontare il resto della giornata lavorativa”, puntualizza lo chef. Per ospitare un’attività così strutturata è stato scelto il locale ubicato al civico 42 di Corso Garibaldi: ben otto vetrine lasciano intravedere gli interni - sofisticati e accoglienti - di quello che si appresta ad essere il nuovo punto di riferimento per i buongustai della città.

La ricerca della qualità

Lo chef Leonardo Pillo lavora solo con ingredienti di prima qualità: ogni giorno va a fare la spesa personalmente, prediligendo prodotti freschi e stagionali, con un occhio di riguardo per le produzioni locali. Sulla pizza cotta nel forno a legna, da Leonardo in Centro si può gustare un DOP San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino, il pomodoro usato nella tradizionale pizza napoletana, accompagnato da un filo d’olio, rigorosamente extravergine d’oliva pugliese; il tutto viene adagiato su un impasto realizzato con farina di migliore qualità e guarnito con condimenti delle migliori

marche del settore. La cura per i dettagli si nota persino nella scelta delle bevande: da Leonardo in Centro è disponibile una fornita cantina di vini e birre e persino una “carta delle acque” con dieci etichette italiane e straniere. Non finisce qui: i clienti del bar potranno degustare l’inedita miscela di caffè Kafa, di cui il Leonardo in centro è esclusivista per la Puglia in seguito ad un progetto con la Lavazza.

La cucina dei sapori

Pur avendo lavorato con grandi chef, la cucina di Leonardo Pillo è sostanzialmente semplice, incentrata sull’autenticità dei sapori: “cerco di lavorare il prodotto il meno possibile, preferisco che il mio cliente riesca a percepire quello che sta mangiando, soprattutto se si tratta di un prodotto fresco in grado di sprigionare umori e odori tipici: dei miei piatti deve restare il gusto non solo l’estetica”. Per preservare questa genuinità di sapore, lo chef riscopre metodi di cottura come il vapore e il sottovuoto oppure utilizza il “cook and chill”, un raffreddamento veloce di pietanze appena cotte: professionalità ed esperienza consentono allo chef di innovare senza alterare il gusto della tradizione.

C.so Garibaldi / P.zza Siniscalco Ceci (Fianco Municipio) - Foggia (FG) Tel. 0881.021575 - Cell. 340.1922435 www.leonardoincentro.it - info@leonardoincentro - facebook.com/leonardoincentro

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SPECIALE

“FINANZIAMENTI AGEVOLATI PER FARE IMPRESA”

Per l’avvio di attività imprenditoriali da parte di disoccupati, persone in cerca di prima occupazione e/o società costituite da non più di 48 mesi il Governo ha previsto tre formule di finanziamenti agevolati che erogano, con contributi a fondo perduto, da €.31.000,00 ad €.1.500.000,00. Analizziamo, oggi, nel dettaglio la prima formula: SOGGETTI BENEFICIARI • persona fisica che intenda avviare un’attività di lavoro autonomo in forma di ditta individuale

(familiari, nel caso di impresa familiare, e coadiutori di imprenditori), l’artigiano, il soggetto in cassa integrazione

REQUISITI 1) essere maggiorenne e non occupato alla data di presentazione della domanda 2) essere residente nel territorio nazionale alla data del 01/01/2000 3) la sede legale, operativa e amministrativa deve essere ubicata nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia 4) può presentare domanda anche il titolare di una borsa di studio 5) il lavoratore in mobilità è da considerarsi in possesso del requisito di non occupazione, anche laddove percepisca la relativa indennità 6) non può avvalersi di questa agevolazione il titolare di rapporto di lavoro dipendente (a tempo determinato e indeterminato, anche a tempo parziale) e di contratto di lavoro a progetto, intermittente o ripartito, chi esercita una libera professione, il titolare di partita IVA anche se non movimentata, l’imprenditore

PROGETTI FINANZIABILI •qualsiasi settore (produzione di beni, fornitura di servizi anche studi di consulenza e commercio) con esclusione dei settori della produzione primaria di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, acquisto di veicoli per il trasporto di merci su strada da parte di imprese che effettuano trasporto di merci su strada per conto terzi •l’investimento complessivo non può superare €25.823,00 (IVA esclusa)

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AGEVOLAZIONI • agevolazioni finanziarie per gli investimenti per l’importo massimo di €25.823,00 • agevolazioni finanziarie per il 1° anno di gestione (canoni di locazione, utenze, materie prime, ecc.) per l’importo massimo di €5.164,00 • servizi di sostegno nella fase di realizzazione e di avvio dell’iniziativa • es.: se viene richiesto un finanziamento di

€30.987,00 (€25.823,00 per gli investimenti + €5.164,00 a titolo di rimborso spese), il 50% del detto finanziamento (€15.493,5) è a fondo perduto ed il restante 50% (€15.493,5) è da restituire con mutuo agevolato da rimborsare in 5 anni con rate trimestrali posticipate dall’anno successivo a quello di apertura dell’attività (totale mutuo €16.114,14) • per l’ottenimento del finanziamento non sono richieste garanzie di alcun tipo SPESE AMMISSIBILI 1) beni ad utilità pluriennale come attrezzature, macchinari, impianti e allacciamenti 2) beni immateriali a utilità pluriennale 3) ristrutturazione di immobili entro il limite del 10% del valore degli investimenti 4) materiale di consumo, semilavorati e prodotti finiti 5) utenze e canoni di locazione per immobili 6) oneri finanziari (con l’esclusione degli interessi del mutuo agevolato) 7) prestazioni di garanzie assicurative sui beni finanziati 8) attrezzature e macchinari possono essere anche usati

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Simulatore INPS: come funziona e a chi si rivolge

Quale sarà la mia pensione?

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“Alfabetizzazione previdenziale” per i più giovani

resto l’INPS avvierà il progetto “La mia pensione” (evoluzione del progetto “Busta arancione”), con cui l’Istituto si propone di mettere a disposizione dei suoi assicurati un servizio di simulazione e calcolo del futuro trattamento pensionistico sulla base dei dati registrati sull’estratto conto e di una proiezione dei contributi che mancano al raggiungimento dei requisiti previsti. Il progetto è diretto a circa 23 milioni di iscritti alle diverse gestioni previdenziali, ai quali tale simulatore sarà progressivamente aperto. Sulla base delle indicazioni fornite dall’Istituto, in una prima fase la possibilità di effettuare una simulazione della propria pensione sarà aperta a circa 17,5 milioni di persone iscritte alle seguenti gestioni FPLD, ART/COM/CD e GS. Per il momento la campagna coinvolgerà gli iscritti con una età anagrafica al di sotto dei 40 anni; dal mese di giugno saranno coinvolti i soggetti iscritti alle gestioni sopra indicate con una età compresa tra i 41 e i 50 anni; dal mese

di luglio saranno coinvolti tutti coloro che avranno oltre 50 anni. Dal mese di gennaio 2016, il simulatore sarà allargato anche agli assicurati iscritti alle gestioni: Fondi Speciali – Sostitutivi – Integrativi; lavoratori domestici; agricoli dipendenti. Dal mese di marzo 2016 verranno coinvolti i soggetti che hanno in estratto contribuzione mista “anche in gestioni non cumulabili”. Il Settore Pubblico Impiego inizierà ad essere coinvolto da settembre 2016, in forma graduale e cioè per singoli comparti, iniziando dagli Enti Locali. Il simulatore, sulla base della contribuzione registrata nell’estratto contributivo e delle relative retribuzioni, nonché di contributi e retribuzioni ipotizzate fino alla decorrenza teorica, effettua calcoli previsionali per quanto riguarda pensione di vecchiaia e pensione anticipata sulla base delle regole vigenti al momento in cui la simulazione viene lanciata,

senza prevedere ulteriori ipotesi quali totalizzazione, computo, cumulo, opzione, ecc. Entrati nell’area del simulatore, arrivando al proprio conto contributivo sarà possibile attivare il percorso per visualizzare la previsione base ed individuare le date previste per l’accesso alla pensione anticipata e alla pensione di vecchiaia. Quindi si potranno visualizzare gli importi mensili lordi dei rispettivi assegni, a seconda del percorso prescelto, e il confronto con l’ultima retribuzione stimata (tasso di sostituzione). Sarà anche possibile effettuare diverse simulazioni modificando alcuni parametri (ad esempio, se si prevede di cambiare lavoro, oppure se si intende prolungare la propria attività fino ai 70 anni di età); si potranno così visualizzare e confrontare i diversi scenari possibili e i diversi importi che sarà possibile incassare. Il simulatore

non gestisce modifiche della contribuzione e retribuzione registrata, né maggiorazioni figurative. Questo perché - nelle intenzioni dell’istituto - tale strumento non vuole e non può in alcun modo costituire uno strumento di “consulenza”. Con questo applicativo, l’INPS intende infatti realizzare un’operazione di trasparenza e di “alfabetizzazione previdenziale” nei confronti dei propri assicurati attivi – in particolare dei più giovani – i quali avranno la possibilità di comprendere il proprio futuro previdenziale e compiere fin da subito scelte consapevoli, “costruendo” la propria pensione, potendo verificare come influiscono i contributi versati nell’immediato e potendo altresì, “ove ne avessero la possibilità”, modificare in corso la loro vita assicurativa per migliorare la loro situazione pensionistica. Secondo l’Istituto, il simulatore costituirà anche una sollecitazione alla sistemazione degli estratti contributivi. Per le simulazioni potrete rivolgervi al Patronato 50 & PIU’ ENASCO a partire dal mese di giugno.

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in poche parole

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 MEDICO CAV Il progetto Cav: perché è giusto non deviare

DI

ANNA LEPORE

Tablet e Alcool e droga non fanno la forza batteri L’allarme: si inizia sempre prima, intorno ai 10-11 anni Tanti input e maggiore facilità nel reperire tale sostanze

E’

In genere siamo molto attenti all’igiene personale, ma in realtà non ci accorgiamo di avere spesso tra le dita alcuni oggetti tra i più ricchi di batteri in assoluto insieme alle borse e alle tavolette del WC: smartphone e tablet. Secondo quanto riportato sul sito di Focus, l’Università del Surrey ha analizzato le colonie di batteri presenti sulle superfici e negli interstizi degli smartphone di oggi. I ricercatori hanno infilato degli smartphone in una serie di piastre di Petri; si tratta di piatti rivestiti con una sostanza adatta alla crescita batterica chiamata Agar. Lo scopo della coltura è di esacerbare le varie tipologie di batteri presenti stimolandone la crescita, così da renderli evidenti anche ad occhio nudo. In appena tre giorni, il telefono ha prodotto almeno una decina di diversi tipi di batteri. I ceppi scovati erano per lo più innocui, ma è stata evidenziata anche la presenza di staphylococcus aureus, un batterio normalmente presente nelle narici dell’uomo e in grado di causare infezioni sulla pelle. Simon Park, uno dei biologi coinvolti, ha spiegato: “Da questi risultati, sembra proprio che il telefono non ricordi soltanto i numeri di telefono ma anche la storia dei nostri contatti fisici e personali con le altre persone, col suolo e con gli altri materiali. L’esperimento è servito per mostrare in modo diretto e un po’ forte quanto siano contaminati i telefoni delle persone.” E’ bene dunque avere cura dell’igiene anche del nostro supporto tecnologico attraverso semplici azioni quotidiane, passando semplicemente un panno in microfibra umido ogni giorno sul nostro smartphone o tablet. Ma nel caso in cui sul proprio dispositivo si sia “accomodato” un virus più resistente, come ad esempio quello dell’influenza, in questo caso per debellarlo è necessario utilizzare qualche detergente apposito per smartphone che, a detta dello studioso, sarebbe grado di uccidere il 99.9% dei batteri e dei virus. Irma Mecca

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tempo di bilanci, di tirare le somme: dal 2008 - data di nascita del Cav, il Centro Antiveleni - ad oggi abbiamo registrato un incremento delle consulenze del 50%. In particolar modo, tali consulenze riguardano sempre di più i giovanissimi (fasce di età a partire da 14/15 anni), per questioni legate all’uso e abuso di alcolici e di sostanze stupefacenti. Qualcosa nei giovani è cambiato: si sono modificati i pensieri, interessi e curiosità; sicuramente, oggi ci sono molti più input e maggiore facilità nel reperire tale sostanze chimiche a prezzi bassi o in altri modi (piattaforme internet e social network). Per questo, cerchiamo anche noi di dare quante più informazioni possibili, sottolineando che tutte le sostanze d’abuso creano danni il più delle volte irreversibili, gravi dai quali è difficile tornare indietro. Ecco perché dobbiamo comunicare, con ogni mezzo a nostra disposizione, i pericoli ai quali i ragazzi possono incorrere sia consapevolmente che inconsapevolmente (il più delle volte). Per quanto riguarda le tossicodipendenze, la situazione attuale, nel contesto mondiale, non ha precedenti nella storia. Sebbene molte droghe naturali fossero già note alcuni secoli prima di Cristo, il panorama del loro utilizzo si è fortemente evoluto nel tempo. Venendo ai giorni nostri, si è assistito a un

DENTISTA

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la varietà del fenomeno in evoluzione pressoché continua. Inoltre, investendo più discipline di studio (mediche, sociali, giuridiche), le sue definizioni rispecchiano gli aspetti che, di volta in volta, sono maggiormente coinvolti. Le droghe sono sostanze chimiche che hanno effetti biologici sul cervello. Si inseriscono nel sistema di comunicazione del cervello ed interferiscono con il modo in cui le cellule cerebrali mandano, ricevono e processano le informazioni.

Droghe differenti hanno effetti differenti. E alcool e droga non fanno la forza. Secondo i nostri dati, sono sempre più piccoli quelli che cominciano; infatti, si inizia dai 10/11 anni, praticamente ancora bambini. Si acquistano alcolici con la stessa facilità con la quale ci si “esibisce” mentre li si consumano. Ma a cosa si va incontro? SINTOMI. Incapacità nel limitarsi, necessità urgente o compulsione a bere, sviluppo della tolleranza all’alcol, problemi legali o difficoltà relazionali, bere da soli o di nascosto, incapacità di ricordare e conversare, ritualità perdita di interesse, irritabilità, alcolici conservati in luoghi improbabili, chiedere il bis per sentirsi meglio o sentirsi “normali. PROBLEMI DI SALUTE. Disturbi epatici, problemi digestivi, funzionalità sessuale alterata, problemi agli occhi, malattie congenite, osteoporosi, complicazioni neurologiche, aumento del rischio di tumori. L’inerzia è una brutta malattia noi non vogliamo essere malati d’inerzia Se in qualche modo riusciamo a catturare la curiosità e l’attenzione di un solo ragazzo abbiamo già vinto una piccola battaglia.

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n Italia ci sono circa 10 milioni di fumatori, 1 su 10 ha iniziato prima dei 15 anni e ognuno di essi spende in media 1500¤ ogni anno in sigarette. Il 31 maggio l’OMS celebra la giornata senza tabacco, un appuntamento annuale utile per incentivare i fumatori a smettere, gli ex-fumatori a non ricadere nella trappola, i non fumatori a non lasciarsi sedurre dalla sigaretta. I potenziali rischi fumo-correlati sono ben noti e aumentano in relazione al numero di sigarette fumate, agli anni di fumo e al modo di fumare ma, se spegnerete per sempre la sigaretta, potrete porre rimedio ai danni che vi siete procurati. È importante quindi unire i nostri sforzi per far sì che sin da giovani si capisca quanto è bello non iniziare mai a fumare, evidenziando i benefici certi di una vita libera dal fumo. Nessun fumatore vorrebbe che i suoi figli finiscano nella trappola del tabacco: eppure sono soprattutto i figli di fumatori che fumano a loro volta perché, vedendo la sigaretta in mano ai loro modelli di vita, ne percepiscono l’accettabilità e la positività. Il fumo toglie 20 anni di vita ad ogni fumatore

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cambiamento radicale della diffusione e del consumo di sostanze psicotrope. Non esiste un’unica definizione della parola “tossicodipendenza”: negli anni ha assunto connotazioni e valori differenti, sia per l’acquisizione di diverse conoscenze in materia, sia per

DI VALENTINA

LA RICCIA

È il momento giusto per smettere di fumare

Giornata senza tabacco: RITROVA IL SORRISO Smetti di fumare, guadagna salute e risparmia soldi e miete ogni anno 80000 morti. La sigaretta è infatti un miscuglio terribile contenente 4000 sostanze dannose tra cui ammoniaca, monossido di carbonio, catrame, polonio, nicotina… Il fumo di tabacco in qualsiasi forma (sigarette tradizionali o rollate, pipa o sigaro, fumo passivo) e anche in piccole quantità è correlato al 90% dei tumori al polmone, alle patologie cardiovascolari, alla bronchite cronica ostruttiva, al carcinoma orale, alla parodontite, alla perdita precoce dei denti... Non fate mai respirare il fumo della vostra sigaretta a donne in gravidanza o a bambini: il rischio di riper-

cussioni negative sul nascituro o di otiti e di altre patologie dell’apparato respiratorio del bambino, è molto alto. In alcune parti del mondo la sigaretta è vietata non solo nei luoghi pubblici chiusi ma anche nei luoghi aperti come spiagge, piazze e parchi (Los Angeles, Australia, Hong Kong, in Italia solo a Bibione l’anno scorso è partita la campagna “spiagga smoke free”). A proposito della sigaretta elettronica non esistono dati capaci di validarne la sicurezza assoluta, seppure sia meno tossica di quella tradizionale, tuttavia rischia di non avere nessun effetto disassuefante perché, non consumandosi rapidamente come una vera sigaretta, i fumatori tendono a svapare per molto tempo al giorno. Chiedete aiuto al vostro me-

dico o recatevi in un centro antifumo per iniziare una nuova vita. Chi smette di fumare, gradualmente ne avvertirà i benefici in tutto il corpo: la pelle, la bocca, i denti, l’alito, la resistenza fisica, la respirazione, la circolazione, riuscirete ad apprezzare meglio gli odori e i sapori. Esistono anche app per smartphone che offrono un piccolo aiuto nella disintossicazione da questa vera e propria droga. Siete in tempo per abbandonare il vizio: sin dal primo anno di fumo si può esporre la salute ai rischi correlati ma, nel momento in cui smetterete, i danni si azzereranno in pochi anni dopo l’abbandono del vizio. Basta privarvi di salute e di denaro: abbiate fiducia in voi stessi e chiedete aiuto. Non perdete altro tempo.

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 AVVOCATO In Italia non esistono leggi a garanzia dei “compagni”

DI

DANIELA MURANO

in poche parole

Famiglia di fatto: quali tutele?

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l giorno d’oggi non si può ignorare la realtà rappresentata dalla cosiddetta famiglia di fatto. Sono infatti sempre più numerose le coppie che, sebbene legate da un solido vincolo affettivo, decidono di vivere insieme al di fuori del matrimonio. Tale decisione può dipendere o dall’impossibilità giuridica di contrarre matrimonio, come nel caso delle unioni omosessuali, oppure da una scelta volontaria della coppia di non sottostare al vincolo matrimoniale. In entrambi i casi è opportuno evidenziare come in Italia non esistano ancora leggi che tutelino i diritti dei conviventi e ne disciplinino gli obblighi così come avviene per le coppie unite in matrimonio. In particolare il convivente, diversamente dal coniuge, non è soggetto agli obblighi di assistenza morale e materiale verso il proprio partner. Pertanto, se il vincolo affettivo che ha portato alla convivenza dovesse cessare, il convivente non potrebbe vantare alcuna pretesa di natura economica nei confronti dell’altro, e ciò sebbene la coppia abbia dato vita ad un vero e proprio rapporto di tipo familiare non diverso dal rapporto di coniugio. E’ importante però precisare che, secondo le leggi attualmente in vigore, è solo il convivente a non godere di alcuna tutela ma non i figli eventualmente nati dalla coppia: essi godrebbero degli stessi diritti che la legge attribuisce ai figli nati in costanza di matrimonio.

Unica possibilità: stipulare un “contratto di convivenza”

E’ stato dunque riconosciuto che la coppia non debba prendere la decisione di contrarre matrimonio a causa di un figlio in arrivo poiché la situazione giuridica di “figlio” è la stessa a prescindere dal fatto che i genitori siano sposati o meno. Esiste tuttavia un modo per assicurare una valida tutela al convivente? Si, dal momento che è riconosciuta ai conviventi la possibilità di stipulare un contratto di convivenza, anche con l’assistenza del proprio legale di fiducia. Un contratto di convivenza è un accordo, da redigere con atto pubblico o scrittura privata, con cui i conviventi possono stabilire sia le regole da rispettare nel corso della convivenza, sia le regole da rispettare nel caso in cui la convivenza dovesse

cessare. Più precisamente: i conviventi potranno stabilire il modo in cui ciascuno di loro contribuirà economicamente alle esigenze della famiglia di fatto e come verranno ripartite le relative spese. In caso di cessazione della convivenza, invece, i conviventi potranno concordare l’assegnazione della casa comune nonché la corresponsione di un assegno di mantenimento verso il partner più disagiato. Dal contratto di convivenza nascono veri e propri obblighi giuridici a carico delle parti che lo hanno sottoscritto: se uno dei conviventi non rispetta quanto pattuito l’altro può rivolgersi al giudice per ottenere il rispetto dell’accordo e quindi la tutela dei diritti da esso derivanti. Come un qualsiasi altro contratto però esso può sciogliersi per concorde volontà dei conviventi oppure gli stessi conviventi potrebbero riservarsi la facoltà di recedere unilateralmente dal contratto: in questi casi verrebbe meno la tutela di cui potrebbe giovarsi il convivente. In conclusione si può auspicare che i contratti di convivenza rappresentino un valido punto di partenza per richiamare l’attenzione del legislatore affinché risponda con nuove ed adeguate leggi alle mutate esigenze sociali.

DA SINISTRA GIOVANNI PAPA, TIZIANA CARELLA E CLAUDIA GIRARDI (*) PSICOLOGI La dicotomia “maschile” “femminile” limita la complessità della realtà

Oltre gli stereotipi… ruoli di generi liberi! Il rischio? Negare parti di sé che non corrispondono al modello condiviso

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l nostro viaggio questa settimana prosegue approdando a quella zona dell’identità sessuale che è il ruolo di genere. Se definiamo il genere come la declinazione culturale delle dimensione biologica del sesso, il ruolo di genere è, dunque, l’insieme dei comportamenti e delle attitudini che un determinato contesto socioculturale riconosce come proprie del sesso maschile e di quello femminile. In quasi ogni cultura si ha la creazione di veri e propri stereotipi di genere, intesi come caratteristiche associate a ciascun sesso biologico, con una dicotomia spesso accentuata tra il “maschile” e il “femminile”, il cui pericolo è quello di semplificare eccessivamente e ridurre la complessità della realtà, che è, invece, ricca di sfumature e variazioni, e di creare aspettative spesso irrealistiche nella singola persona e nella società. Gli stereotipi culturali di genere più diffusi sono quelli secondo cui le donne sono emotive, sensibili, dipendenti, “passive”, curate nell’aspetto e inclini ad un certo tipo di lavoro e gli uomini, all’opposto, razionali, indipendenti, forti, corag-

giosi, “attivi”, autonomi e dediti ad altri lavori. Il processo di assunzione di un determinato ruolo di genere comincia ai due anni di età ed è suscettibile di trasformazione nel tempo (Schaffer, 1996). Margaret Mead, invece, sottolinea come i temperamenti tipici di uomini e donne nelle diverse società siano modellati dall’educazione che essi ricevono fin dai primi mesi di vita. Da un punto di vista evolutivo, nello sviluppo di ogni persona vi può essere un processo di aderenza al ruolo di genere del proprio sesso biologico oppure una presa di distanza, parziale o totale, che non va mai confusa con la transessualità, ossia nell’identificarsi con il sesso opposto a quello biologico. Il rischio insito negli stereotipi di genere, da un punto di vista psicologico, è che la persona, pur di aderire al ruolo di genere tipico del proprio sesso,

possa escludere ciò che sente come proprio, negare parti di sé che non corrispondono al modello culturale condiviso, sperimentando così un senso di disagio profondo che può portare alla costruzione di un “falso s é ” , ossia un sé non autentico. E’ come se alcune persone incapsulassero sé stesse all’interno di un involucro ben definito dall’esterno. Lungi dal voler eliminare le differenze tra maschi e femmine, la domanda interessante da porsi è: quanto il credere che delle caratteristiche siano immutabili, naturali, definite a priori influenza il nostro vissuto e l’espressione delle nostre potenzialità? Moltissimo! La storia ci insegna che per molto tempo gli stereotipi di genere hanno influenzato i rapporti tra sessi, provo-

cando, ad esempio, asimmetrie tra i sessi a livello di diritti politici e di possibilità lavorative. Gli stessi mass media hanno contribuito alla creazione di stereotipi di genere. Lo stesso vocabolario della lingua italiana declina termini quali ministro, sindaco, chirurgo, ingegnere solo al maschile o altri come casalinga soltanto al femminile. Come uscirne? Noi crediamo che famiglia e scuola siano due agenzie che possano avere un ruolo importante nell’aiutare i ragazzi a vivere con maggiore libertà il proprio processo di sviluppo, non inseguendo un’affannosa, e spesso carica di risvolti patogeni, aderenza a qualcosa di dato come immutato dall’esterno. Parlare di differenze di genere non significa negare le diversità proprie dei due sessi ma complessificare la realtà, considerando la possibilità che non tutto è così naturale e dato per scontato soltanto perché si è nati biologicamente maschi o femmine.

Ridere è cosa seria

Ridere è una facoltà innata che possiedono tutti i bambini che iniziano a sorridere al mondo sin dai primi mesi. Esistono giochi o smorfie universali che li fanno così tanto divertire e perché? A rivelarlo è uno studio riportato sul sito di Repubblica e condotto dal dottor Caspar Addyman, un ricercatore del Centro per il Cervello e lo Sviluppo Cognitivo presso l’Università di London Birkbeck. Il ricercatore ha creato un questionario molto dettagliato per i genitori chiedendogli anche di inviare un breve rapporto e dei filmati che mostrassero cosa fa ridere i loro bambini. Finora 1.400 genitori da 25 paesi hanno risposto a svariate domande per sapere se c’è un’ora particolare della giornata in cui sono più propensi a ridere o quali giochi e rime trovano più divertenti. “La grande sorpresa è stata che, contrariamente a quanto la maggior parte delle persone ritiene, la risata è presente già da un’età molto precoce”. Il 90% dei bambini ha sorriso già nei primi due mesi di vita ed ha riso già poche settimane dopo. Al contrario, un piccolo gruppo ha riportato che i loro figli non hanno mai riso nell’arco dei primi dodici mesi. “Questo suggerisce che ogni bambino ha una sua diversa inclinazione caratteriale che è presente sin dalla nascita” spiega l’esperto. “La risata è prima di tutto un fenomeno sociale. Si ride in compagnia. Uno dei risultati emersi chiaramente da quest’indagine è che non è necessariamente ciò che facciamo, ma semplicemente il fatto che siamo insieme ai nostri bambini a contare. È questo il motivo per cui loro sono felici”. Inoltre esplodono in fragorose risate più i maschi che le femmine. “E le occasioni sono quelle classiche: il bagnetto, lo specchio, il solletico, il cucù e i compagni di gioco. Sono comportamenti che li fanno ridere, ma si tratta anche di un’esperienza che crea un legame profondo”. Inoltre, c’è da considerare che, nel primo anno di vita, sorrisi e lacrime sono il solo modo che i neonati hanno per comunicare. “Il pianto segnala che c’è qualcosa che non va e che vogliono cambiare, mentre il sorriso e la risata sono l’opposto, è il loro modo per dirci di continuare a fare ciò che stiamo facendo perIrma Mecca ché gli piace”.

(*)Tiziana Carella, psicologa e psicoterapeuta; Giovanni Papa e Claudia Girardi psicologi e specializzandi in psicoterapia

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GINECOLOGA

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DI TIZIANA

CELESTE

L’importanza della dieta nei nove mesi di gravidanza

Alimentazione sicura… per due

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E’ uno dei regali più preziosi per il nascituro: tutti i consigli da seguire, gli errori da evitare

remesso che riusciate a mangiare durante la gestazione e quindi non siate vittime di attacchi di nausea ed iperemesi incoercibili, sappiate che un’alimentazione sana e bilanciata è un programma salute per il bambino: giusto peso alla nascita, sviluppo cerebrale migliore, meno rischi di difetti congeniti e addirittura abitudini alimentari prescolastiche più sane. Anche nella mamma un’alimentazione corretta incide notevolmente nel ridurre il rischio di diabete gestazionale, preeclampsia, anemia, nausea, stipsi, affaticamento… Si riduce notevolmente il rischio di parto pretermine, accelera il recupero psico-fisico nel post-partum e non meno importante consente di smaltire più velocemente i chili accumulati. La dieta in gravidanza non si discosta molto da una normale dieta sana ed equilibrata, in quanto prevede il corretto abbinamento di carne e pesce (proteine), frutta e verdure (vitamine), cereali integrali (carboidrati), ed una immancabile quota di “grassi buoni”. Alcuni semplici accorgimenti basteranno ad evitare pericoli e man-

giare in modo sano ed adeguato, il ginecologo all’inizio della gravidanza consiglia caldamente di non superare i 10-12 chili durante la gestazione, vale il discorso che mentre nel primo trimestre di solito si perdono spontaneamente un paio di chili, nel secondo in media si guadagna un chilo al mese, ma nel terzo trimestre si viaggia al ritmo di mezzo chilo a settimana. Fare attenzione a cosa si prepara ed a come si prepara diventa una scelta rilevante. Il vostro ginecologo vi consiglierà di evitare crostacei e pesce crudo (tipo carpacci di salmone, tonno, pesce spada, alici marinate) per il rischio di infezioni come epatite A, gastroenterite da Anisakis. Vi dirà inoltre di evitare la carne cruda come bresaola, prosciutto crudo, carpaccio di vitello, salumi finché non verificherà che siete immuni alla toxoplasmosi, limitandovi al consumo di prosciutto cotto e mortadella. Ovviamente sono scon-

PSICOLOGA Azioni di opposizione e ribellione celano solo paura

sigliati tutti i cibi che già prima della gravidanza vi facevano male, e rigorosamente vietati i superalcolici e gli alcolici in genere. Sarebbe anche utile non eccedere con il consumo di caffè, evitare

la carne cotta al sangue, consumare frutta e verdura precedentemente lavate con disinfettante adatto, privilegiare latticini, succhi di frutta, ed uova pastorizzate, ed in particolare evitare le preparazioni fatte con uova fresche (maionese, creme e farciture), cucinarle preferibilmente strapazzate, lavare accuratamente

le mani dopo aver toccato il guscio delle uova, oppure carne e pesce crudo. Wurstel, salsicce e pesce affumicato possono essere contaminati, quindi è buona norma riscaldarli fino a farli diventare fumanti. Non consumate cibi lasciati fuori dal frigo oltre 3 ore, non scongelate mai gli alimenti a temperatura ambiente, la temperatura ideale del frigo deve essere inferiore a 5°C. Non acquistate carne e pesce la cui provenienza non sia più che certa, ma soprattutto che non siano adeguatamente conservati (nel refrigeratore o nel congelatore). Se decidete di andare al ristorante evitate quelli che ignorano le più elementari regole igieniche. Per concludere è fondamentale mangiare bene in gravidanza, non strafare né in eccesso, né in difetto, scegliere con cura gli alimenti, prepararli e conservarli con attenzione, ma soprattutto non stravolgere radicalmente la propria vita e rilassarsi… per godersi l’attesa della nascita.

DI INES PANESSA

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Giovani a rischio “aggressività”

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a nostra è una generazione di giovani e di adolescenti che sembra non avere riferimenti e valori, questo mette in luce l’assenza di progetti per il futuro e di regole nella vita di tutti i giorni. Questo particolare fa perdere i giovani nella ricerca di situazioni e comportamenti fuori dalle norme, confrontandosi con il limite estremo, il rischio non calcolato, l’esagerazione. Alcuni di questi comportamenti sono il bullismo, la cattiva educazione nei confronti degli adulti, la disobbedienza, i comportamenti di provocazione e violenza e devianza. Dietro il comportamento aggressivo c’è la paura, e per difendersi dalla paura si attuano comportamenti sbagliati attraverso azioni di opposizione e ribellione, violenza, distruzione (come gli adolescenti che incendiano i cassonetti). I comportamenti aggressivi umani fanno parte della natura umana. L’uomo sopravvive grazie alla sua capacità di ragionamento di fronte ai problemi e l’aggressività dovrebbe servire solo per riuscire ad imporsi. L’aggressività non è incontrollabile. Per imparare a controllarla bisogna cominciare dai comportamenti.

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Non è incontrollabile: bisogna (ri)partire dai comportamenti delle regole, problemi con i compagni, problemi familiari), una vita problematica tipica di ogni epoca. Un esempio di aggressività è il bullismo, ovvero un insieme di comportamenti in cui qualcuno ripetutamente fa o dice cose per avere potere su un’altra persona o per dominarla. È un tipo di azione persistente, individuale o collettiva, caratterizzata dall’intenzione di far del male e dalla mancanza di compassione.

L’aggressività è dentro di noi ed è fuori di noi, nei luoghi pubblici, per strada, a scuola, in discoteca, nel gruppo di amici o anche solo tra due persone. Influenza comportamenti e modi di pensare. Autocontrollo e regole sociali hanno il compito di guidarla verso un uso che possa servire in modo civile. Ma quando si impara l’autocontrollo quando si imparano i limiti sociali? Il momento di maggior apprendimento dell’uomo è senza dubbio l’età infantile e quella adolescenziale. In questi

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periodi della vita il giovane è più disponibile ad apprendere ed eventualmente a cambiare i propri comportamenti sbagliati. Gli insegnamenti provengono dal mondo adulto, che trasmette le regole con esempi pratici nella vita di tutti i giorni. Il disagio giovanile non è una caratteristica dei giovani d’oggi, ma è la manifestazione di una vita problematica di una piccola parte di loro (abuso e dipendenza da droghe, anoressia, bulimia, assenza di rispetto

Il bullo trova piacere nell’insultare, nel picchiare o nel cercare di dominare la “vittima” e continua anche quando è evidente che la vittima sta molto male o è angosciata. Rappresenta quindi una forma di oppressione in cui chi subisce sperimenta una condizione di profonda

sofferenza, di grave svalutazione della propria identità, di crudele emarginazione dal gruppo. Oltre ai comportamenti aggressivi nel mondo giovanile, si parla anche dei comportamenti a rischio come l’uso di droghe, l’abuso nel gioco, la velocità e la guida spericolata, comportamenti irrispettosi nei confronti delle persone e degli adulti, comportamenti trasgressivi in discoteca e nei luoghi pubblici, assenza di rispetto delle regole e comportamenti distruttivi in generale. Per combattere questi comportamenti è necessario avere un certo dialogo con gli adulti che possono aiutare i giovani e parlarne nei posti maggiormente frequentati da loro dove possano trovare una guida come ad esempio la scuola e l’insegnante, la parrocchia e il catechista. Fondamentale risulta essere allora la scuola, dove l’adolescente passa buona parte della propria quotidianità, in grado di fornire sostegno sociale (soprattutto grazie alle relazioni con i pari e con gli insegnanti), di favorire nell’adolescente competenza, autonomia e coinvolgimento.

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sociale E’ il primo centro di Musico Terapia Orchestrale nel Sud Italia

“Diversamente OrchestrAbili” Il potere della musica per “aggirare” gli ostacoli derivanti da deficit della comunicazione verbale

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uella del 29 aprile 2015, per la città di Foggia, è una data da segnare in rosso sul calendario. Una data che celebra un primato, questa volta positivo, tutto foggiano. Ovvero, la nascita di “Diversamente OrchestrAbili”, il primo centro di Musico Terapia Orchestrale attivo nel Sud Italia, finalizzato alla creazione di un’orchestra classica formata da ragazzi diversamente abili. L’iniziativa è dell’associazione “Note a Margine”, presieduto da Rossella Di Sabato, che ha subito incontrato la disponibilità del Comune di Foggia per il tramite dell’Assessore alla Cultura, Anna Paola

Giuliani, che non ha esitato a definire l’iniziativa “il migliore progetto che l’Amministrazione comunale potesse sostenere”. Un progetto presentato in un Teatro Giordano ricco di studenti, operatori e volontari di associazioni di assistenza ai diversamente abili di tutto il territorio provinciale e genitori di ragazzi speciali, che hanno apprezzato la grande opportunità che “Diversamente Orchestrabili” mette loro a disposizione. Il progetto, infatti, importa a Foggia il protocollo scientifico del metodo “Esagramma”, creato ed applicato da più di trent’anni, dalla

cazione verbale poiché ogni persona, seppure compromessa da malattia, ha competenze e risorse musicali. Si tratta, in pratica, di sfruttare questa innata attitudine per raggiungere la parte affettiva, perché è proprio attraverso il canale affettivo che si crea una corsia preferenziale per accedere all’ambito cognitivo: dal cuore alla mente, spronandosi - in modo naturale e piacevole – a superare i propri limiti psicofisici e mettersi in relazione col mondo”.

Fondazione Esagramma di Milano, centro di eccellenza formativa riconosciuto dalla Regione Lombardia che negli anni ha inanellato importantissimi risultati con l’attuazione della terapia. Direttore scientifico del centro di musico-terapia sarà il Maestro Carmen Battiante, musicista, direttore d’orchestra, compositrice, oltre che direttore artistico della Fondazione “Musicalia” e docente di Pedagogia e psicologia della musica al Conservatorio di Reggio Calabria. IL METODO ESAGRAMMA. E’ un metodo, la cui validità è riconosciuta in tutto il mondo, specificatamente elaborato per chi è tipicamente ostacolato nella sfera di sé e dell’altro, consentendo l’integrazione e lo sviluppo di componenti psichiche, mentali ed affettive attraverso l’esperienza in orchestra sinfonica in cui i ragazzi diversamente abili suonano strumenti classici (violini, violoncelli, contrabbassi, percussioni, arpe, ecc.), affrontando repertori tratti dalla letteratura dei più grandi compositori della storia della musica. POTERE DELLA MUSICA. Per spiegare in modo diretto, immediato ed efficace quello che può essere il potere della musica come strumento terapeutico, è stato utilizzato un video

Il M° Carmen Battiante e Rossella Di Sabato

carico di pathos. Messaggi, suggestioni, concetti ed emozioni mediati solo dall’eloquenza del mix di musica/immagini, la prima composta dalla stessa Battiante, le seconde ad opera della fotografa Monica Carbosiero. Perché - ed è questo il concetto alla base del progetto - l’uomo è predisposto geneticamente come essere musicale. E attraverso la musica può esprimersi anche in presenza di limiti psico-fisici. NOTE CONTRO GLI OSTACOLI. Attraverso la musica e lo studio di uno strumento musicale, quello più congeniale, è possibile, spiega il Maestro Battiante, “aggirare gli ostacoli oggettivi derivanti da deficit della comuni-

DIVERSAMENTE ORCHESTRABILI. Il progetto troverà casa nei locali dell’ex circoscrizione Cep, messi a disposizione dal Comune di Foggia. I ragazzi coinvolti inizieranno a familiarizzare con i vari strumenti musicali e si cimenteranno poi nello studio, con l’obiettivo di dare vita ad una orchestra attraverso la quale comunicare sé stessi al mondo. “E’ importante che il ragazzo sia attivamente impegnato in attività gratificanti in cui vi sia il riconoscimento del valore dell’essere umano”, puntualizza Battiante. “L’orchestra è la dimensione ottimale: è gruppo ma da valore al singolo; è abilità senso-motoria, impegno affettivo e mentale; è autocontrollo emotivo e relazionale”. (Foto gentilmente concesse dal Maestro Carmen Battiante)

Il progetto della casa editrice Mammeonline per insegnare ai piccoli il “peso” delle parole

La parità di genere? Passa dalla grammatica L

a grammatica la fa... la differenza. Anche quella di genere. La grammatica, infatti, pone le basi della civiltà e del rispetto. Tutto passa attraverso le sue “regole”, e non solo sui banchi di scuola. Per questo, per ripristinare correttezza lessicale ed equità tra i sessi, è bene proprio partire dalle parole. Cosa cambierebbe, ad esempio, se la maestra un giorno leggesse in classe la storia di una bambina che vuol fare la calciatrice, anziché il calciatore? O se la maestra desse un bel voto a una bimba che scrive nel tema che vuol fare la medica invece che il medico? Per alcuni nulla. Per altri tantissimo: in questo modo, infatti, sin da piccoli, ci si potrebbe abituare alla “magia” di scoprire e provare cosa succede quando le parole calzano a pennello alla persona a cui si riferiscono. Ma per ripristinare correttezza lessicale e rispetto delle differenze tra i sessi è bene ripartire dall’osservanza delle regole e dalla scelta delle parole.

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Dalla grammatica, appunto. “La grammatica la fa… la differenza” è un libro di racconti, filastrocche e fiabe edito dalla casa editrice Mammeonline che, in maniera spontanea e non forzata, mostra a bambini e bambine la naturalezza dell’uso del linguaggio di genere. Che le donne, nei secoli, siano state poco considerate è un dato di fatto inconfutabile, ma che anche la nostra lingua le abbia ignorate e continui a ignorarle rifiutando il genere femminile, non è più accettabile. Bisogna ripartire dalla lingua ed è necessario cominciare a parlarne a chi con la lingua ha il primo approccio: i bambini e le bambine.

maggio - duemilaquindici

“Questo libro - spiega la responsabile di Mammeonline, Donatella Caione - si propone di suscitare la curiosità verso argomenti apparentemente immutabili, facendo comprendere che gli strumenti per cambiare il nostro modo di parlare e pensare, rispetto al genere femminile, la lingua li possiede già, basta solo cominciare a usarli correttamente”. Ad arricchire il volume - fortemente voluto dall’ a s s o c i a z i o n e “Donne in Rete” di Foggia, con il patro-

cinio, fra le altre, delle consigliere di parità Antonietta Colasanto e Serenella Molendini - un inserto rivolto ad insegnanti ed educatori, contenente schede didattiche che spiegano i punti fondamentali dell’uso del linguaggio di genere, in modo da fornire gli strumenti per approfondire l’argomento con i/le bambini/e, accompagnando così la lettura delle filastrocche e delle fiabe/racconti. Tutti i racconti, le fiabe e le filastrocche sono stati scritti da note autrici di letteratura per l’infanzia come Anna Baccelliere, Annamaria Piccione, Flavia Rampichini, Chiara Valentina Segrè, Luisa Staffieri e Giamila Yehya. Le illustrazioni sono a cura di Gabriella Carofiglio. Il progetto è sostenuto dall’associazione Donne in Rete e patrocinato dalla Regione Puglia, dalle Consigliere di Parità della Regione Puglia e della Provincia di Foggia, dall’Università di Foggia, dal Concorso Lingua Madre. Angela Dalicco


I proventi della vendita del testo saranno devoluti all’associazione Ant-Italia

tempo libero

FIABE IN PIGIAMA, un libro per volare Raccolta di storie scritte “a cento mani” dai pazienti della sezione ospedaliera della “San Giovanni Bosco” A CURA DELLA DOTT.SSA ELEONORA VERA n libro, come un aquilone, può condurre il lettore verso luoghi nuovi, donando sensazioni ed emozioni che aiutano ad alleviare il disagio e il dolore. “Fiabe in pigiama” della collana Aquiloni: un libro per volare, contiene una selezione di testi scritti a cento mani dai piccoli pazienti ricoverati e frequentanti la sezione ospedaliera della scuola primaria “S. Giovanni Bosco”: poesie sottoposte a maquillage, fiabe rielaborate o inventate, disegni che si ispirano al tema dell’alimentazione, frutto della sperimentazione del laboratorio di lettura e scrittura creativa che utilizza il linguaggio delle fiabe, contenitori di emozioni, paure, sogni e desideri. La fiaba è la vita, una sorta di campionario che Italo Calvino definisce “catalogo dei destini umani”. Il termine pigiama riporta ad un ambiente insolito e informale per la produzione di fiabe, nel quale sono state coinvolte le madri che affiancano i bambini nei giorni della degenza. Le mamme oggi, raramente dedicano tempo alla lettura di libri con i propri figli. E’ molto più frequente che i genitori soddisfino le richieste di attenzione del bambino, mettendogli tra le mani un “compagno tecnologico”. La razionalità che caratterizza l’essere adulto, ci rende incapaci di sintonizzarci sulla stessa lunghezza

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d’onda dei bambini. Ecco perché i destinatari di questo libro, non sono solo bambini e ragazzi, ma gli stessi adulti. Attraverso la metafora, una delle espressioni comunicative originarie del bambino, gli stessi lanciano messaggi e richieste di attenzione. Anna e il libro magico, Bollicina, Lacrime di coccodrillo, Lello e ciccia e Storia d’amore e di stoviglie, raccontano il disagio alimentare, la ricerca della felicità, la cattiveria che comporta dei risvolti negativi da parte di chi se ne avvale. Ai disegni dei bambini si è ispirata la dott.ssa Fiorina Lembo nell’illustrare il volume con uno stile che lascia spazio alla fantasia dei lettori che potranno colorarne le pagine. Il libro “Fiabe in pigiama”, è stato presentato nel corso dello spettacolo musicale “Bollicina” tenutosi martedì 12 maggio presso la Scuola Primaria “S. Giovanni Bosco, in collaborazione con la Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile degli Ospedali Riuniti di Foggia; è una delle tante iniziative rivolte alla “umanizzazione” della degenza. “Bollicina” è stata messa in scena da medici, personale sanitario, docenti, volontari, genitori e alunni della sezione ospedaliera. Lo spettacolo - con un narratore d’eccezione, l’attore Michele Norillo - è stato arricchito dagli interventi musicali di Antonello Dell’Era, Nuccio Milardo, Bruno Caravella e Roberto Ruggiero e del coro della “S. Giovanni Bosco” diretto

dall’ins. Giuseppina Di Viesti. I testi, la sceneggiatura e la scenografia sono stati realizzati da Carmela Sguera, Valeria Iannaccone, Anna Nunzia Polito, Eleonora Vera. Particolari ringraziamenti vanno alla prof.ssa Barbara De Serio e alla dott.ssa Anna Erika Ena, dell’Università di Foggia per la supervisione al progetto; al dott. Luigi Giannatempo, amministratore unico dei supermercati La Prima, che ha accolto con entusiasmo l’iniziativa editoriale e ne ha consentito la stampa; a Franco Di Gemma e allo staff di Pubblicentro; ad Angela Dalicco e alla redazione di 6Donna. I proventi del libro saranno devoluti ad Associazioni di Volontariato, per iniziative a favore dell’infanzia e per arricchire la biblioteca presente nella Sezione Ospedaliera. Quest’anno il ricavato sarà devoluto alla Fondazione Ant-Italia, sezione di Foggia. Sabato 23 e 30 maggio, alle 18,30, il libro sarà presentato presso i supermercati La Prima, in via Zara. È prevista la partecipazione del Gruppo di animazione di clown therapy “Il filo del sorriso”. Il libro sarà distribuito nell’intero mese di maggio presso il punto vendita La Prima, in via Zara e nell’isola pedonale

Una “corazzata” rosa a Parco San Felice

Correre D NNA Una “festa” con i sorrisi di oltre 150 partecipanti: un evento che sugella il grande interesse per la corsa

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na passeggiata libera di sole donne, per le donne: una scia rosa che ha invaso Parco San Felice in una giornata di primavera tanto attesa. Stiamo parlando della terza edizione della manifestazione podistica “Correre Donna… e la corsa si tinge di rosa”. L’evento, organizzato dall’Associazione Runners Parco San Felice, è nato dall’interesse, sempre maggiore, mostrato dalle donne per l’attività sportiva in generale, e per la corsa in particolare. Non stiamo parlando di atlete professioniste, ma di donne che si sono affacciate o che vogliono affacciarsi per la prima volta al mondo sportivo; donne di ogni età, senza grandi ambizioni di risultato se non la sfida con sé stesse e con i propri limiti: tutte quelle donne che si dividono tra carriera, casa, figli e marito, ma hanno percepito il bisogno di trovare uno spazio da dedicarsi. “Correre Donna” è una manifestazione non competitiva, con un percorso di 5 km di corsa o 3 km di camminata, delimitato da nastri e fiocchi rosa: cinque giri del parco, in senso

orario, per chi ha corso o corricchiato; 3 giri invece per chi ha piacevolmente camminato, con arrivo sotto un arco gonfiabile di palloncini. La manifestazione quest’anno ha registrato una partecipazione numerosa e calorosa, replicando e incrementando i numeri degli anni precedenti. Una bellissima festa con i tanti sorrisi delle donne, oltre 150, sempre più motivate e orientate al proprio benessere. Donne di ogni età, tutte con la stessa maglia rosa, con un palloncino al vento e la medesima voglia di mettersi alla prova. Fondamentale è stato anche il supporto degli uomini, per qualche ora calati nel ruolo di tifosi e supporter nei confronti di mogli, mamme, compagne, amiche o parenti di corsa. Un prezioso supporto alle donne che corrono, in una manifestazione di grande successo che si ripeterà nuovamente il prossimo anno, per la sua quarta edizione: perché la forza delle donne è infinita e stupisce sempre. maggio - duemilaquindici

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