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IL MONDO WEDDING SPOSA LA BELLEZZA focus #Bastatacere

Contro la violenza ostetrica

ambienti Case da sogno

Lusso a basso costo

Per la foto in copertina:

“Donne da sposare” Il reality contest di Wedding Television e Anna Biccari

società Donne in gioco

La storia è ‘femmina’

Modella : Maria Pia Ercolino - Fotografia: Foto Star - Abito: Atelier Calabrese - Hair & make up: Biagio e Anna Biccari parrucchieri


editoriale di Maria Grazia Frisaldi Una terapia d’urto. Uno shock per gli occhi e il cuore. Per 24 ore, Foggia ha ospitato la teca contenente quel che resta dell’auto della scorta del giudice Giovanni Falcone e davanti a quei resti - accolti nella scuola di polizia, grazie al progetto “Sulla scorta degli uomini coraggiosi” - hanno sfilato, in un silenzio inconsueto, gli studenti delle scuole di Foggia. Davanti a quell’ammasso informe di lamiere, infatti, tutto ciò che ha a che fare con il malaffare, la criminalità organizzata e la mafia ha assunto una concretezza inaspettata e spaventosa. E questo grazie ai resti di una Fiat Croma - la ‘Quarto Savona Quindici’ - ricomposta con dignità e decoro, come si fa per le persone care. La lamiere contorte, il contachilometri fermo, il sigillo di morte che pervade ogni suo centimetro induce ad una riflessione condivisa. Così l’ha ridotta la mafia, il 23 maggio del 1992, quando 300 chili di tritolo fecero saltare in aria i pugliesi Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, a Capaci. L’auto che seguiva era quella del giudice Falcone. Una delle pagine più nere della storia recente. Vite immolate sull’altare dell’antimafia e che non possono essere dimenticate, né il loro sacrificio vanificato. La città schiaccia l’acceleratore sulla cultura della legalità e punta tutto sui più giovani. Anche dall’Università di Foggia partono segnali importanti. Come la provocazione - ma nemmeno tanto - lanciata dal rettore Maurizio Ricci e dal professore Cristoforo Pomara, ovvero attribuire crediti formativi agli studenti attivamente impegnati in iniziative per la legalità. Una proposta, al momento solo simbolica, che ha raccolto numerose adesioni, tra le quali quella eccellente del Procuratore aggiunto della Procura di Palermo, Teresa Principato, da anni impegnata nella cattura del super latitante e boss Matteo Messina Denaro. E’ la seconda volta nel giro di pochi mesi che affrontiamo queste tematiche. E’ evidente che Foggia sta indicando una nuova strada, lontana dalla deviazione delle regole di sistema che era diventata prassi. La ‘terapia d’urto’ smuove le coscienze, certo; ma deve essere in grado di crearne una nuova, collettiva e civile. Buona lettura.

sommario Personaggio 4

Nastassia Calia La voce che scalda l’Europa

Attualità 5

Il ‘racconto’ in un calice di vino ‘Cantina La Marchesa’, 10 anni di storia

13 Ginseng, tonico per corpo e mente Sguardi d’arte 14 In viaggio sulle tracce di Pietro •

Focus 6 •

7 •

#Bastatacere Le donne contro la violenza ostetrica La storia di Francesca Giornate piene di amore e di latte Il punto di Selenia Accettulli, ostetrica Si rischierà una caccia alle streghe? Il punto di Tiziana Celeste, ginecologa

Politica 8

La leadership delle donne I progetti di rilancio per Asp, Fondazioni e società consortili

Itinerario romano per il Giubileo Le “custodi” della Torre Normanna Cinque donne e l’amore per i Monti Dauni

Ambienti 15 Case da sogno Quando il lusso è a basso costo

Società 16 Donne in gioco •

La storia è ‘femmina’ Sulla vetta dell’arte La personale di Raffaele Guastamacchio

17 Rubriche

Bellezza 10 Green Beauty 11 I “trucchi” del make up

Cucina 22 Ammalarsi di cibo Riconoscere allergie e intolleranze

Tempo libero

Salute 12 Baciati dal sole Ad ognuno il suo fototipo

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Benessere

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23 Astrologia, la scienza della felicità •

Oroscopo

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

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personaggio

Tra teatro e musica: storia di un talento a tutto tondo

di Mariangela Mariani

La voce di Nastassia Calia scalda l’Europa Il sogno di uno spettacolo a Foggia: “Sarebbe come tornare dall’esilio” stata Arkadina nel Gabbiano, Liubov nel Giardino dei ciliegi, Sofia nel Platonov, Gertrude in Amleto, Nelly in “Tutto” di Rafael Spregelburd, ora è Nastassia Calia in tour per l’Europa con la sua band. La sua voce ha scaldato Stoccolma, Helsinki, Tallin e Riga per poi continuare il giro tra Spagna, Marocco, Portogallo e Canarie. Un viaggio che è un po’ la metafora della sua vita di attrice, emigrata per studiare e lavorare prima a Roma e poi a Milano: “Quando ero a Foggia non c’erano proprio delle strutture in cui potessi riconoscermi, purtroppo, quindi si sceglie di andare via. E mi sembra sempre di andare via, da tantissimi posti, ma è una cosa positiva, non negativa”. Nastassia Calia è stata la madrina dell’edizione 2015 del Foggia Film Festival, e prima ancora aveva prestato il volto e la verve comica ad un concentrato di foggianità: la telenovela del web “Acqua lorda”. Tra le tante virtù, ha un raffinato sarcasmo, un’ironia spassosa. Ha studiato alla Scuola di Teatro del Piccolo di Milano, ed è impossibile scindere l’anima dell’attrice da quella di cantante: “Ho studiato canto lirico con Lydia Stix, che era un’insegnante prodigiosa, e poi canto moderno. Secondo la scuola del Piccolo un attore deve essere necessariamente un can-

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tante. Il teatro è l’amore della mia vita così come il canto, ma c’è una differenza: mentre nel teatro c’è anche un ingaggio molto intellettuale, nel canto è come se i miei pensieri si aprissero, c’è tanto altro che si manifesta ed è una cosa che mi svuota la testa dai pensieri. È un altro tipo di approccio. È l’unica differenza, ma per me restano complementari”. A marzo ha fatto le valige ed è partita insieme ai cinque musicisti provenienti da diverse parti d’Italia. Quale repertorio avete portato in tour? E com’è nato questo progetto? Abbiamo un’offerta variegata, cerchiamo di coprire tutti i generi musicali, anche se io canto soprattutto jazz, soul e blues. Siamo una party band, nata da un anno e mezzo. Abbiamo fatto dei provini ed è iniziata la nostra avventura, un’avventura ben retribuita, devo ammetterlo. In Italia la situazione è quella che è, soprattutto per il teatro e per la disponibilità che hanno le persone a produrre o a investire nei progetti. Devo essere onesta, sto facendo tutto questo anche per un ritorno economico, perché con i soldi che porterò a casa da questa esperienza e anche con l’esperienza stessa voglio produrre un mio spettacolo teatrale che intendo scrivere di mio pugno. Era l’occasione sia per dare un’altra svecchiatina alla creatività ve-

dendo cose nuove, sia per avere un capitale da investire sul mio progetto. Che tipo di riscontro hai avuto negli altri Paesi da parte del pubblico? È stato bellissimo perché in Svezia sono puri, calorosissimi. C’è da dire che in Svezia e in Finlandia non si respira la crisi, e questo si avverte anche nel divertimento e nella disponibilità all’ascolto. Quando mi sono trovata a cantare dei pezzi prettamente italiani, tipo Caruso, ho visto la gente esaltarsi, mi hanno portato fiori, un signore mi ha dato una bottiglia di Champagne con un calice. Si lasciavano emozionare, non c’era diffidenza, non c’era filtro. Molte volte hanno gridato sotto al palco perché continuassimo a suonare. Una delle cose che mi ha divertita di più è stata cantare un paio di canzoni degli Abba - che in Svezia sono il massimo - e vedere il pubblico impazzire perché tu stavi facendo un omaggio alla loro cultura. In Italia il rapporto con il pubblico è un po’ più filtrato, invece lì se c’è da ballare ballano, si divertono e sono riconoscenti. A fine concerto ci abbracciavano e ci ringraziavano. Una cosa assurda. Qual è stato e qual è oggi il tuo legame con Foggia? È complesso avendo allargato sempre di più gli orizzonti, fino a spingermi in quello che per me era il nord

massimo che immaginavo da Foggia. La vedo sempre come casa mia chiaramente, dove ci sono i miei genitori. Il punto è questo: mi piacerebbe veramente lavorare a Foggia e dare alla mia città qualcosa di artistico, in qualche modo esistere per la mia città come artista e dare il mio contributo in questo senso. Poi l’ho fatto in modo più o meno divertente giocando con Antonio Cappiello per la telenovela, ci divertivamo molto, era un gioco, però nella mia testa frulla sempre l’idea di fare uno spettacolo dedicato e di riuscire a farlo a casa mia, perché sarebbe bello, sarebbe come tornare dall’esilio che poi in qualche modo uno ha dovuto affrontare per poter studiare e per potersi formare.


“Cantina La Marchesa”, a Lucera: alle radici del nostro territorio

attualità

Il ‘racconto’ dentro un calice di vino Dieci anni fa l’inizio dell’avventura: la sfida (vinta) di Marika e Sergio l vino come un racconto. Una storia d’amore che affonda le radici nel terreno e spiega le sue ali al sole. Un racconto che parla di tradizione, dedizione e sacrificio. C’è tutto un mondo dentro un calice di vino. “C’è la storia di chi lo produce, che rappresenta un sigillo speciale”, spiega Marika Maggi che, insieme al marito Sergio Grasso, ha avviato il progetto ‘Cantina La Marchesa’, a Lucera. “In un calice di vino si trova il racconto di un anno di lavoro: 365 giorni di sole o di pioggia, l’impegno della vigna, la dedizione per la trasformazione del prodotto e i sentimenti di chi lo produce”. Un progetto che nasce nel 2006, frutto di una passione comune tra Marika, già sommelier professionista, e Sergio, viticoltore, oggi suo marito. “Ci aveva unito sin da subito la passione per il vino e insieme abbiamo voluto dare vita ad una nuova avventura”. Ovvero, una cantina che puntasse tutto sulle radici del territorio e che potesse fare

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dell’artigianalità del lavoro il suo punto di forza. “Per noi è fondamentale il rispetto della manualità: quello che fa la mano dell’uomo non riesce a fare la macchina. Ad oggi abbiamo 14 ettari vitati a circa 300 metri dall’azienda: questo vuol dire che dal taglio dei tralci alla lavorazione in cantina trascorre pochissimo tempo, per mantenere inalterata la grande concentrazione di sapori e aromi”, continua Marika Maggi. Cantina La Marchesa produce vini da vitigni autoctoni: Nero di Troia, Montepulciano, Bombino Bianco, Fiano Pugliese e Falanghina. “Siamo partiti 10 anni fa con tre etichette: bianco “Il Quadrello”, rosato “Il Melograno” e rosso “Donna Cecilia”. Poi abbiamo concentrato la nostra sfida sui vini rosati, che

rappresentano il nostro tratto distintivo”, continua Marika Maggi. Per far affermare un territorio, quindi, bisogna tornare alle origini. “Devi raccontare da dove sei partito. Per questo insistiamo sulla valorizzazione del vino rosato, in passato tanto bistrattato; in realtà parliamo di un prodotto molto sofisticato, più complesso di un vino rosso e che si presta a tantissimi abbinamenti”. A queste prime tipologie di vino, si sono aggiunte, con il passare degli anni, una piccola produzione di Nero di Troia

il “Nerone”, una bottiglia importante grazie all’affinamento in barrique di rovere francese, il “Cacc’è mmitte”, unica Doc di Lucera, ma reinterpretata secondo la filosofia “Cantina La Marchesa” e infine “Il Capriccio della Marchesa”, un Fiano in purezza fermentato in barrique. “Un prodotto molto particolare, un vino bianco complesso, strutturato, profondo, dallo stile molto francese”. Una sfida ai palati nella quale Marika e Sergio si sono lanciati a capofitto. “E’ un lavoro stimolante; occupandomi soprattutto della commercializzazione dei prodotti sono portata a viaggiare

molto e a scoprire la ricchezza di questo mondo”. Ultimo viaggio, ma solo in ordine di tempo, è stata la tappa al Vinitaly, prestigioso palcoscenico dove confrontarsi con il meglio dell’enologia nazionale e internazionale. “Siamo al nostro sesto Vinitaly: in questi anni la Puglia si è conquistata una fetta di mercato importante, e anche i vini di Capitanata iniziano ad emergere. Noi siamo molto apprezzati per il nostro rosato ’Il Melograno’, che trascina molti produttori”. Insomma, per la ‘Cantina La Marchesa’, la produzione di vino è come processo artigianale, un lavoro di cesello per un’opera irripetibile. “Mi piace collegare sempre il vino a differenti forme d’arte”, puntualizza ancora Marika Maggi. “Per il lancio de ‘Il Capriccio’, ad esempio, insieme a Valentina Italiani, una cara amica creativa ed esperta di moda, abbiamo lanciato un cofanetto speciale: ad ogni bottiglia di vino era abbinata una collana, creazione artistica unica in pietre naturali. Un progetto che è nato da uno scatto fotografico di Claudio Brufola, esposto in una mostra ad Eataly, a Roma, che Arianna Greco, pittrice salentina, ha trasformato in dipinto. Dopotutto, il mondo del vino, oggi, è sempre più donna”.

Dallll’a Dall’amore am mooorrree m de d eelllllla a no oossstttrrra a tte eerrrrrra a della nostra terra un u n vvi iin no pieno pi piieen no d’amore d’a am mooorrree m vino

SStrada trrada provinciale prrovvinciale N.8 al kkm 1 (strada (strrada per Cast Castelnuovo) telnuo e vo o) - Lucera Lucerra (FG) - T Telefono: eelefo ono: +39 + 0881 52 40 00 - Fax: Faax: +39 0881 52 40 00 - C Cellulare: ellularree: +39 33 337.838702 7..8388702 7 - +39 329.0946868 329.0

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focus

Le coordinate di un fenomeno al limite della disumanità e prepotenza medica

Al fronte contro la violenza ostetrica Spesso durante la nascita, i diritti fondamentali e costituzionali non vengano rispettati Al punto da dover introdurre un reato, punibile con la reclusione da 2 a 4 anni ome un sassolino che diventa valanga. Così è stata la campagna mediatica #Bastatacere che, in 15 giorni (tanto si era proposta di durare), ha travolto l’Italia intera, raccogliendo migliaia e migliaia di testimonianze in materia di violenza ostetrica. Dentro c’è un po’ di tutto: manovre dolorose (forse inutili), umiliazioni e derisioni, tagli e cuciture senza anestesia, vere e proprie mutilazioni genitali. Oltre all’assenza totale di rispetto per il corpo, che diventa “carne da macello” al servizio di turni e necessità degli operatori sanitari. Nata sul web, per due settimane #Bastatacere ha monopolizzato i social esplodendo come una bomba: tantissime donne si sono confrontate con altre esperienze di abuso ostetrico e si sono sentite meno sole. Così hanno trovato la forza di denunciare i loro vissuti consapevoli di trovare un contrappunto reale alle proprie sensazioni e al proprio dolore. Veri e propri racconti dell’orrore, al limite della disumanità e della prepotenza medica: in 15 giorni sono state raccolte oltre 1200 testimonianze in formato cartello-foto che segnano le coordinate di un fenomeno trasversale che riguarda la maggior parte degli ospedali italiani, dal nord al sud.

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15 giorni. “Si tratta di una sensibilizzazione mediatica verso il tema dell’abuso e mancanza di rispetto nella nascita presso le strutture ospedaliere, così come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’abuso nel parto, detta anche violenza ostetrica”, spiega a 6Donna Elena Skoko del coordinamento Human Rights in Childbirth in Italia, un newtork di madri e avvocate attiviste per i diritti umani della nascita. Lei, insieme alla collega Alessandra Battisti (entrambe in foto), è una delle anime del progetto nato in collaborazione con La Goccia Magica, Nanay e Alma Mater. “La campagna è legata alla proposta di legge Zaccagnini che tratta di temi legati

ad un fenomeno purtroppo molto diffuso”, continua. “Parliamo di un fenomeno che dura da quanto dura l’ospedalizzazione, un fenomeno intrinseco a questa organizzazione”, continua Skoko. “Noi ne abbiamo raccolto testimonianze dirette. Nei primi sette giorni abbiamo raccolto 10mila like sulla pagina appena nata. In 15 giorni il numero è più che raddoppiato e ancora cresce. Circa 1200 testimonianze in formato

cartello-foto e moltissime altre in formato testuale; il gesto di portare sulla piazza globale la propria esperienza, spesso negata a lungo, ha avuto anche un effetto terapeutico. Il nostro è stato un esperimento sociale”. TRATTAMENTI ABUSANTI. Il testo dell’OMS evidenzia quali siano i trattamenti che le donne subiscono durante l’assistenza al parto e in particolare e che possono definirsi trattamenti abusanti, inumani e irrispettosi della dignità della partoriente. Tra questi figurano l’abuso fisico diretto, la profonda umiliazione e l’abuso verbale, procedure mediche coercitive o non acconsentite (inclusa la sterilizzazione) e la mancanza di riservatezza. Ancora, rientrano in questa categoria la carenza di un consenso realmente informato, il rifiuto di offrire un’adeguata terapia per il dolore e la trascuratezza nell’assistenza al parto con complicazioni altrimenti evitabili che mettono in pericolo la vita della donna. Scorrendo le testimonianze, si legge di “episiotomia e sutura senza anestesia”, manovre effettuate senza consenso, umiliazioni morali (“spingi,

la testimonianza

che lo vuoi far morire questo bambino?”) e fisiche (“fanno del mio corpo ciò che gli pare: episiotomia, Kristeller, ventose e forcipe. Sembra un tiro alla fune…” ). LA PROPOSTA DI LEGGE. L’11 marzo 2016 è stata depositata la proposta di legge “Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico” da parte dell’On. Adriano Zaccagnini di Sinistra Italiana. La proposta propone il rispetto dei fondamentali diritti umani della madre e delle persone che nascono perché garantire i diritti significa anche garantire sicurezza e salute. “Per

la prima volta si definisce cos’è un abuso in sala parto”, puntualizza Skoko. Si tratta di una proposta che mette la madre e il bambino al centro del sistema: nessuna legge sulla nascita, in-

fatti, deve prescindere dal rispetto dei diritti fondamentali e costituzionali delle persone assistite, e gli utenti hanno il diritto di partecipare attivamente all’assistenza sanitaria a loro fornita e alle politiche sulla salute. La proposta di legge introduce il reato di violenza ostetrica che - viene precisato - non vuole costituire un attacco generalizzato alla categoria medica. LA REALTA’ IN PUGLIA. Data la ristrettezza dei tempi, non è stato possibile fare un censimento delle esperienze regione per regione. Ma a tastare il polso della situazione pugliese nell’ambito dell’esperienza #Bastatacere è stata Denise Montinaro, di Lecce, attivista dell’associazione Rinascere al Naturale e Comitato per la Buona Nascita. “Quello che ho percepito, e che arriva anche dall’esperienza matura in questi anni a contatto con le donne di Puglia, è che si sta diffondendo la consapevolezza che quello che viene offerto non è un servizio che tutela la nostra salute”, spiega. Attraverso questa esperienza, “è stato scoperchiato un ‘Vaso di Pandora’. Le vittime di violenza ostetrica si sono sentite accolte e comprese, cosa che non sempre la famiglia, le amiche e gli stessi compagni sono in grado di fare. Non è facile comprendere la sofferenza e il senso di abuso che si può provare attraverso un’assistenza di quel tipo. Questo riscoprirsi ‘non sole’ ha unito tantissime donne che si sono trovate ad avere un riscontro alle proprie sensazioni e al proprio dolore”. E a chiedere rispetto.

Il primo parto di Francesca, tra le storie di #Bastatacere

“Diremo a tuo marito che sei stata brava…” Una “pioggia” di storie crude e dirette, appuntate su fogli di quadernone, post-it e cartelloni, che raccontano esperienze negate e sottaciute per tanto, troppo tempo. Troppo spesso, le utenti dell’assistenza alla maternità sono escluse dalle decisioni sul percorso nascita e sulle politiche sanitarie che riguardano il loro corpo e i loro bambini. Le loro voci non vengono ascoltate, eppure esse descrivono un quadro preoccupante in cui emerge come nell’assistenza alla nascita i diritti fondamentali e costituzionali non vengano rispettati. Tanto da dover ricorrere ad una proposta di legge per introdurre il reato di violenza ostetrica, punibile con la reclusione da due a quattro anni, salvo che il fatto costituisca più grave reato. #BASTATACERE. La campagna nasce il 4 aprile con l’intento di durare

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Mai più un parto medicalizzato. Lo aveva promesso a sé stessa e ha tenuto fede alla sua parola. Così, per la nascita del secondo figlio, appena tre mesi fa, Francesca - docente di danze orientali foggiana e mamma di due bambini - ha optato per il parto in casa. E non si è pentita della sua scelta. Troppo negativa è stata la prima esperienza, in ospedale; una delle tante storie che sono andate a confluire nella campagna #Bastatacere, contro la violenza ostetrica in Italia. “Violenza non è soltanto quella materiale, fisica, corporea; violenza è anche non essere libere di sperimentare le proprie competenze, seguire i propri bisogni e i tempi fisiologici dell’esperienza del parto”, spiega. “La mia prima esperienza di parto non è stata affatto felice”, confessa. Ripercorre a larghi tratti quella lunga giornata, iniziata con un tocografo mal posizionato e che non riusciva a regi-

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strare le contrazioni, e andata avanti con un “bombardamento” di ossitocina per accelerare un processo in realtà già in atto. Ricorda con chiarezza il dolore per la dilatazione manuale dell’utero e tutte le procedure atte a velocizzare un’esperienza che di naturale non aveva più nulla. “In questo modo una donna non è libera di seguire i tempi fisiologici del parto e, quel che è peggio, è iniziata una procedura di emergenza della quale forse non c’era bisogno”, continua. “Ero stanca, affamata e assetata, ma stavo bene”, ribadisce a più riprese. “Eppure sono scattate sia l’episiotomia che la

manovra di Kristeller (questo il dolore più intenso di tutto il parto) spacciate come ‘aiutino’. Poi, una volta nato il bambino”, continua, “mi è stata detta una frase agghiacciante: ’A tuo marito diremo che sei stata brava’; un giudizio gratuito che è stata la cosa più lacerante di tutto. Mi sono sentita umiliata e sono uscita dalla sala parto piangendo, e le mie non erano lacrime di gioia”. Per la nascita del suo secondo figlio, Francesca ha deciso di partorire in casa. “Una scelta ponderata e convinta. Ho avuto la possibilità di gestire il dolore e i tempi del parto, di sperimentare le mie competenze e di vivere l’esperienza del travaglio sorretta e sostenuta da mio marito. Un’esperienza che unisce la coppia in modo profondo”, spiega. “Sono stata accudita e seguita con dedizione e tatto. Ero in compagnia di mio marito e di due ostetriche espertissime che mi hanno seguito senza intralciare

i miei bisogni”. Dopo la prima esperienza, per due anni Francesca è rimasta in silenzio. “Per me quel vissuto è stato un grosso trauma. Poi sono entrata in contatto con l’associazione ‘Mamme Arcobaleno’ di Foggia e lì ho conosciuto delle ostetriche che mi hanno aiutato a capire che quello che è successo a me, in realtà accade in tutti gli ospedali d’Italia. Mi sono sentita meno sola e quando è iniziata la campagna mediatica #Bastatacere ho immediatamente aderito”. Sulla proposta di legge in materia di violenza ostetrica ha le idee chiare: “E’ uno dei tanti passi. In genere preferisco che si proceda non per imposizione di legge ma per riflessioni condivise. Però pazienza: se questa può essere una maniera per riformulare i protocolli di nascita e rivedere i comportamenti le assunzioni in questo campo allora ben venga”.


focus

Selenia Accettulli (Iside): “Su dieci storie raccontate otto sono tragiche”

Giornate piene di amore e di latte anze, manine, massaggi: sono così le “giornate di amore e di latte” di Selenia Accettulli (in foto), una delle socie fondatrici di Iside. La vita è tutta lì. Da due anni, ha reinventato, insieme ad altre due colleghe, la missione di accompagnare i piccoli miracoli: il Centro di Arte Ostetrica si prende cura della donna dal concepimento alla menopausa. La formula funziona alla grande proprio perché garantisce la continuità dell’assistenza, fino all’anno di vita. La donna non si sente sola, quella spiacevole sensazione che, al contrario di quanto si possa pensare, la assale più nel post parto, che nel travaglio. Selenia Accettulli è decisamente favorevole alla proposta di legge sulla violenza ostetrica: “Finalmente abbiamo cominciato ad aprire gli occhi perché più si va avanti e più la violenza ostetrica aumenta, anche se non se ne parla ancora tantissimo. Si parla tanto di violenza sulle donne ma la prima violenza che facciamo alle donne è lì, in sala parto. Io non lavoro in ospedale ma seguo le donne dalla gravidanza al parto e oltre: su dieci storie che raccontano otto sono storie tristi e trasfor-

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mano il parto in un momento tragico che porta la donna, molto spesso, a non avere più figli. Non vengono garantite le linee guida che poi sono l’ABC: il libero movimento, la libera posizione tutto quello che appartiene al nostro corpo e ci viene tolto perché deve essere medicalizzato. Utilizzare la medicina in modo eccessivo in realtà è un danno per la donna e per il bambino”. A maggio anche Foggia ha celebrato la giornata internazionale dell’ostetrica e ha scelto una passeggiata tra donne da Piazza Cesare Battisti all’isola pedonale per stringere un nuovo patto di alleanza e ripensare il ruolo delle ostetriche che “non sono quelle che fanno nascere i bambini, che in realtà nascono da soli”. Sotto l’hashtag #ostetricheperledonneorapiuchemai hanno dato voce alla categoria. “Sicuramente il numero di ostetriche iscritte all’albo è altissimo e la percentuale che poi si è presentata in piazza era bassis-

sima. Forse dobbiamo ancora lavorare su noi stesse, però è stato bellissimo vedere tutte le donne, le coppie che ho seguito e le altre colleghe tornare lì per ascoltare le testimonianze in uno scambio reciproco di affetto. Perché poi quello che dai ti ritorna tutto”. Nel suo carnet ci sono storie che hanno il tepore di una casa, una scelta consapevole, minoritaria in termini percentuali rispetto all’ospedale. Eppure si viene ancora al mondo tra le mura domestiche. “È il mio lavoro e lo faccio non perché sia di moda come molti pensano o un ritorno al passato. È un parto che viene fatto in sicurezza, sia per la mamma che per il bambino, che rispetta dei criteri ben precisi per cui non tutte le donne possono partorire a casa ma sicuramente la maggior parte

di loro può, perché sappiamo bene che la gravidanza è un processo fisiologico per cui se non ci sono fattori di rischio tutte le donne potrebbero scegliere la casa. Paradossalmente, se fatto secondo i criteri, è il luogo più sicuro per la donna e per il bambino perché non c’è fretta, vengono rispettati i tempi, e perché in sicurezza segui tutta la fisiologia di quel momento, di quella donna e di quel bambino”. Selenia Accettulli, ostetrica per vocazione e per passione a giudicare dai suoi sorrisi, continua ad emozionarsi ad ogni pancione. E la più grande bellezza è tutto il tempo del viaggio. “Lo dico sempre: non mi abituerò mai, nel senso che credo non diventerà mai una cosa scontata perché poi ogni nuova vita ti dà delle emozioni diverse. Dal massaggio al pancione dove il bambino ti risponde e ti accompagna con le mani - che sembra una favoletta e invece è esattamente così - fino al momento più bello, quando riesci ad accompagnare questa donna anche al parto e quindi siete tutti lì, la donna, il bambino, il compagno e tu. Rinasce la donna, nasce il bambino ma rinasci anche tu, ogni volta, come donna e come ostetrica”. Mariangela Mariani

Il punto di vista della dottoressa Tiziana Celeste, ginecologa

Timori in corsia: “Si rischia una caccia alle streghe” Troppe le variabili che si realizzano durante i turni di lavoro “Stiamo andando verso l’implosione delle strutture sanitarie” In oltre quindici anni di lavoro ha visto formarsi migliaia di famiglie, contribuendo a far nascere altrettanti bambini. “Ho visto tante nuove vite venire alla luce, non abbastanza per sentire il mio cuore ancora più vicino a Dio, ma quanto basta per farmi sentire utile e anche un po’ speciale”, confessa la ginecologa Tiziana Celeste (in foto). Da sempre, si alterna tra ferma dolcezza e dolce fermezza lungo il percorso che accompagna le future mamme (e i futuri papà) verso una genitorialità informata e consapevole, vivendo la sua professione “con passione ed estrema dedizione”. Eppure non nasconde i suoi dubbi e le sue preoccupazioni in merito allo scenario che si sta delineando attorno al mondo dell’ostetricia e della ginecologia. Il riferimento è alla proposta di legge Zaccagnini, una norma per introdurre il reato di violenza ostetrica. “Se questa proposta dovesse passare, sarà necessario ravvisare i termini in cui sarà redatta, altrimenti potrebbe trasformarsi in una sorta di caccia alle stre-

ghe”, spiega la dottoressa Celeste. Sono in molte, tra ginecologhe e ostetriche, a vivere questa proposta di legge come una sorta di “serrata” contro la categoria, “quando in realtà bastava introdurre un codice etico, delle nuove linee guida evidentemente necessarie”, spiega. Non è una vita semplice, quella dei ginecologi. “Nella scala delle categorie assicurative noi siamo al secondo posto, dopo i cardiochirurghi, ad ex aequo con gli anestesisti. Abbiamo i premi assicurativi più alti nella sfera medica e questo la dice lunga sul nostro carico di responsabilità. Questo perché la nostra specializzazione - l’ostetricia - è una branca di emergenza-urgenza e anche perché possono verificarsi degli eventi inattesi, imprevedibili e talvolta incontrollabili che vanno al di là della capacità professionale di chi si trova ad operare”. Ha seguito con attenzione i risvolti dell’inchiesta che a Reggio Calabria ha interessato i suoi colleghi - “episodi che gettano un’onta vergognosa che pende

su tutta la categoria sanitaria”, stigmatizza - e i termini della campagna #Bastatacere, le mamme al fronte mediatico per denunciare casi di violenza ostetrica. “Per quella che è la mia esperienza precisa la dott.ssa Celeste - ho notato una tendenza, da parte delle pazienti e dei loro familiari, ad enfatizzare alcuni comportamenti, a confondere atteggiamenti che possono sembrare po’ frettolosi, con una mancanza di empatia, cura ed attenzioni. Ci sono colleghi - continua - caratterialmente ruvidi e poco predisposti all’interazione, e questo è un dato di fatto. Ma in generale credo sia giusto considerare anche tutte le variabili che si realizzano durante un turno di lavoro: stiamo andando verso l’implosione delle strutture sanitarie, in quanto non ci sono sufficienti finanziamenti per garantire il numero minimo e necessario di figure sanitarie preposte a far funzionare bene un reparto. Si continua a lavorare sotto organico, con infermieri, ostetriche e medici costretti a coprire turni massacranti. Queste variabili hanno un

enorme peso, ma non possono giustificare in alcun modo eventuali mancanze di sensibilità, educazione, rispetto e umanità nei confronti delle pazienti”. Su un punto non transige: lei, che ha sempre fatto del dialogo con le pazienti uno dei suoi punti di forza, non ammette leggerezza in materia di informazione. “Tutte le manovre e le procedure diagnostiche invasive strumentali e chirurgiche devono essere precedute da una corretta informazione, affinché il consenso sia realmente informato. Purtroppo, il modo in cui queste informazioni vengono fornite dipendono sempre dal numero di persone in turno, da quanto carico di lavoro c’è in quel momento e anche da chi sta lavorando. Per questo è importante che le partorienti vengano adeguatamente preparate tanto dai rispettivi ginecologi durante tutto l’arco della gravidanza, quanto dai corsi di preparazione al parto”. Le colpe, però, non sono solo dei medici. “Devo constatare che alcune donne (soprattutto se alla prima espe-

rienza) non si sentono in grado di affrontare la tensione e i dolori del travaglio e del parto, e fanno pressioni per ricevere ‘aiutini’ e per ricorrere al cesareo. Certo, il travaglio non è facile per nessuna e talvolta le partorienti non collaborano più e si dissociano completamente. Sta alla bravura del personale prendere in mano la situazione e discernere tra quelle donne che vogliono essere spronate, anche duramente, e quelle che vogliono essere assecondate e consolate. A volte si sbagliano le valutazioni, può capitare, ma nulla può giustificare comportamenti al limite della prepotenza e della disumanità”.

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politica foto:dire.it

a cura di Mariangela Mariani

I progetti di rilancio di Asp, Fondazioni e società consortili

LA LEADERSHIP DELLE DONNE a capolista eccola qua. Patrizia Lusi in odor di nomine dai tempi della campagna elettorale è stata ricompensata con un incarico di prestigio: a maggio ha firmato la nomina a presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda di Servizi alla Persona Vincenzo Zaccagnino. Lia Azzarone, nel comitato di reggenza del PD provinciale, è il Commissario di un’altra Asp, la De Piccolellis, che non è tutta rose e fiori. Leadership alle donne: più che un cambio di rotta, è la fisiologica evoluzione della scelta del Governatore Michele Emiliano di valorizzare la componente femminile del Partito Democratico dopo l’obbrobrio bipartisan della bocciatura della proposta di legge di iniziativa popolare 50 e 50 per il riequilibrio di genere in Consiglio Regionale (sanato solo dal Parlamento). Sono incarichi di natura fiduciaria, assegnati direttamente dal Presidente della Regione e dalla sua Giunta. Nel caso di Promodaunia, una costola della Provincia, i decreti

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QUI ZACCAGNINO

Patrizia Lusi

Il futuro della Comunità Alloggio per minori

La più ricca Azienda di Servizi alla Persona del Mezzogiorno d’Italia è guidata per la prima volta nella sua storia da una donna. Il Governatore della Puglia Michele Emiliano consegna alla sua fedelissima Patrizia Lusi - che per la cronaca non percepisce un euro, in quanto l’incarico è a titolo gratuito - il tesoretto più consistente, quello della storica Asp Vincenzo Zaccagnino di San Nicandro Garganico. Le è andata di lusso. Formalmente, a dieci giorni dalla firma, rispetto all’amica Lia Azzarone, aspetta un ultimo atto della Regione per l’insediamento, che nel caso della De Piccolellis non serve: dopo la delibera di Giunta per l’attribuzione della presidenza, c’è un ulteriore passaggio, ovvero il de-

Il più ingarbugliato degli incarichi è toccato a Lia Azzarone. È il terreno scivoloso dell’ASP “Marchese Filippo De Piccolellis” di Foggia, travolta dallo scandalo delle assunzioni senza concorso e commissariata dall’allora Governatore della Puglia Nichi Vendola nel 2014. Ora Lia Azzarone, sempre in qualità di commissario, traghetterà l’ex Fondazione di Via degli Aviatori in questa fase particolarmente delicata. “C’è da fare una ricognizione iniziale: la prima cosa che sto facendo è cercare di capire da che parte cominciare - spiega solo tre giorni dopo il suo insediamento - In realtà devo dire che il mio predecessore, Stefano Catapano, ha già fatto un ottimo lavoro”. L’Oasi Bianca, casa di riposo per anziani a cinque stelle finanziata con circa 3 milioni di fondi europei, non è mai stata completata e il cantiere, dove peraltro ha perso la vita un operaio, è ancora bloccato. “Sto chiedendo carte, sto comin-

QUI PROMODAUNIA

Rosa Cicolella

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di nomina del nuovo Cda sono firmati dal Presidente Francesco Miglio. Il passaggio di testimone è avvenuto tra due donne, nonostante le prime indiscrezioni propendessero per il cambio di genere: dopo Billa Consiglio che a dicembre aveva rassegnato le sue dimissioni e ora presiede la Fondazione ITS Apulia Digital Maker, adesso c’è Rosa Cicolella. Non si spertica in omaggi e complimenti la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle Rosa Barone che aveva chiesto un giro di vite: stop alle nomine politiche e avanti col bando pubblico. E quando ha prevalso la logica del Manuale Cencelli, ha definito le spartizioni di quelle che sono pur sempre poltrone “degne della peggiore politica ed ex democrazia cristiana”. Le donne del PD non si disturbano più di tanto e a pochi giorni dalle nomine conoscono già vita, morte e miracoli delle ex Fondazioni benefiche.

creto di ricostituzione del Cda. All’interno del Consiglio di Amministrazione ci saranno tre consiglieri comunali, due di maggioranza e uno di opposizione, ed un rappresentante indicato dalla Diocesi di San Severo. “C’è tanto da fare, perché non c’è solo la gestione di un patrimonio di 2300 ettari di terra più diversi immobili in vari comuni tra cui Foggia, Apricena e San Severo. Anzi, non è tanto quello, quanto le possibilità che ci sono, oltre alla comunità per minori che già esiste e che accoglie al momento 12 minori che provengono da tutta la provincia di Foggia e che vivono in condizioni di disagio per cui i genitori non possono mantenerli e vengono assegnati dal Tribunale alla co-

QUI DE PICCOLELLIS

munità per essere seguiti. È residenziale, quindi vivono là. Ci sono opportunità infinite, sempre tenendo presente la mission di quella che era la Fondazione Zaccagnino e ora è una Asp: essere vicini ai minori in difficoltà. Zaccagnino nel suo testamento scrisse fino alle scuole medie, però la comunità accoglie ragazzi fino alla maggiore età, e la mission è utilizzare i fondi per sviluppare azioni a favore dei minori. Il mio obiettivo è sicuramente potenziare questo tipo di azioni in varie forme, perché poi l’assistenza ai minori non è solo dare loro un tetto e un ambiente affettivo e sociale confortevole qualora i minori non lo avessero, ma è anche arricchire la vita di questi bambini e ragazzi soddisfacendo anche altre esigenze di carattere culturale, sociale, di convivialità. C’è da fare così tanto per nutrire anche lo spirito oltre che il corpo”.

Obiettivo Oasi Bianca

ciando ad avere incontri con i tecnici. Chiaramente lì c’è una zona sotto sequestro, è attenzionata dalla magistratura, collaboro con la Guardia di Finanza, questo è il lavoro che bisogna fare al momento: avere tutte le carte e con i tecnici capire a che punto stanno le cose. Molte carte sono sotto sequestro, anche se la Finanza mi ha detto che se ne ho bisogno avrò tutta la collaborazione. L’obiettivo è di continuare sulla scorta di quello che ha fatto Catapano e di rimettere tutto in ordine. È chiaro che non è semplice, non è bastato un anno. Il mio personale obiettivo è consegnare alla città quella grande struttura: mi sembra il minimo, questa città ne ha bisogno”. Consolante la visita al Centro Diurno socio-educativo e

riabilitativo Oasi Verde, destinato a diversamente abili e pazienti psichiatrici stabilizzati: “Sono andata lì, ho conosciuto i ragazzi, la struttura, i dipendenti. È una bellissima realtà”. Sul piano politico, il commissario Lia Azzarone non risparmia una risposta al vetriolo alla consigliera regionale M5S Rosa Barone: “Deve imparare a leggere le carte, a leggere la politica e a studiare. Io non legifero da commissario di una Asp, e se ci devono essere concorsi per chi non legifera loro mi devono spiegare quali sono le competenze che hanno per candidarsi a fare i consiglieri regionali per cui vanno a legiferare. Le competenze di chi è candidato al Consiglio regionale, quali sono, il click su internet?”.

Lia Azzarone

Un progetto di eccellenza per il Gargano

Archiviata la pratica dell’ex Diomede, Promodaunia può tornare a concentrarsi sulla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale della Provincia di Foggia. I lavoratori sono stati assorbiti dalla società consortile e i musei provinciali, l’Infopoint e l’Osservatorio sul turismo, dopo una lucidata, possono riaprire. Già sotto la presidenza di Billa Consiglio erano state avviate le procedure per tentare di mettere in cassaforte il destino dei dipendenti, ora c’è addirittura la possibilità che il personale possa essere ricollocato nell’organico della Regione, nell’ambito del processo di riordino delle funzioni non fondamentali delle Province. Rosa Cicolella, ora alla guida di Promodaunia, vuole rilanciare quei musei trasformandoli in contenitori più dinamici. “Ci sono risorse che hanno sempre lavorato alle progettualità con le scuole, quindi proveremo a rianimare le attività culturali, perché il museo può essere uno spazio

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attivo dove proporre anche conoscenza di un territorio”. Le frullano nella testa tante idee: “A breve, ho intenzione di convocare un tavolo tecnico con quelli che sono i maggiori promotori o quantomeno gli attori di tutte le attività turistiche e culturali della Capitanata. E siccome Promodaunia viene fuori da un bel Progetto di Eccellenza per i Monti Dauni, la nostra idea è quella di lanciare un Progetto di Eccellenza per il Gargano. Vorremo focalizzare e valorizzare alcuni aspetti: per esempio, abbiamo intenzione di far partecipare a questo tavolo chi oggi fa e mette a sistema nel web i percorsi turistici, perché manca sul Gargano una App che restituisca una visione complessiva, una sorta di aggregatore, una guida turistico-culturale. Mi ero interfacciata con un trabucchiere di Vieste che conserva ancora il trabucco per la sola pesca, e siccome l’Europa ha lanciato un bando abbastanza importante proprio sulle attività di pesca tradizionali, ci sarebbe la possibilità di partecipare ed eventualmente attingere ai fondi europei. Soprattutto

in questo tempo in cui i giovani vanno alla ricerca di nuovi modi di fare impresa, potrebbe essere interessante lavorare sulle tradizioni che possono ancora essere tramandate. Alla conoscenza del metodo di pesca, magari mostrandolo anche nelle ore serali, si potrebbe unire semmai l’aspetto gastronomico”. Un paio di progetti per iniziare, non di più: “Chiaro che l’idea è quella di fare rete: turismo e cultura devono andare insieme. Non dobbiamo sovrapporci all’esistente ma capire come integrarci. Si potrebbero valorizzare, ad esempio, i siti religiosi in un’altra ottica, con un approccio diverso, più laico, come luoghi improntati alla vita semplice lontana dai centri urbani, alla contemplazione”. Non si sbilancia in un giudizio sulla chiacchierata edizione speciale della Lonely Planet per #weareinPuglia, e non intende certo farne un doppione: “L’ho vista molto velocemente, io vorrei modernizzare, togliere un po’ di gesso, una guida meno istituzionale, più viva e facilmente fruibile”.


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bellezza rubrica Partner Davines, a Foggia, è “Angolo Zen”

Green beauty Ricette in cambio di sconti con il progetto “La bellezza in tavola”, che strizza l’occhio all’ambiente a bellezza tende una mano all’ambiente, e strizza l’occhio alla cucina e alle tradizioni locali. Una formula originale utilizzata dall’azienda Davines, che promuove prodotti di bellezza e per la cura dei capelli, il cui ideale trova da sempre ispirazione nel concetto di equilibrio tra sostanza e forma, una bellezza in grado salvaguardare l’ambiente. E’ nel solco della filosofia Davines che si inserisce l’iniziativa “La bellezza in tavola”. IL PROGETTO. L’iniziativa - in esclusiva per i saloni partener - consiste in una campagna di comunicazione digitale che possa legare insieme le tradizioni culinarie del Belpaese, la bellezza sostenibile e la salvaguardia dell’ambiente. Per partecipare è necessario accedere al sito Davines, al portale internet del salone di riferimento o ai loro principali social. In questo modo sarà possibile scaricare il coupon che, debitamente stampato e compilato, potrà esser utilizzato per un servizio colore nella settimana dal 6 al 10 giugno. Portando con sé una ricetta stagionale tipica della propria città, la cliente riceverà il valore

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di 15 euro, da utilizzare sul servizio colore o sull’acquisto di almeno due prodotti della linea Davines. A Foggia, è possibile partecipare all’evento presso il salone “Angolo Zen”, di Carmen Rubano e Rita Biondi. STORIA E TRADIZIONI. Le ricette tipiche di luoghi e stagioni narrano la storia locale, mantengono in vita le lavorazioni artigianali, tutelano la biodiversità e divulgano la cultura del cibo come fonte di impatto sulla salute nostra e del pianeta. Concetti che non potevano lasciare indifferenti una azienda che si fonda sui concetti del bello e del buono. Inoltre, il parrucchiere di riferimento, nella visione di generare un business sostenibile, sceglierà quale uso fare del patrimonio di ricette raccolte e su come questo impatterà sulla comunità. Le possibilità e le idee sono illimitate: dalla loro raccolta in un libro da divulgare sul territorio alla realizzazione di eventi di cooking experience, passando per incontri con esperti nutrizionisti o ambientalisti. Non resta che spolverare i libri di ricette delle nonne.


I “trucchi” del make up I consigli per una corretta beauty-routine n buon make-up è quello in grado di minimizzare le imperfezioni e valorizzare i punti di forza di ognuno. Una vera e propria arte, insomma, da imparare e mettere in pratica “armandosi” di creme, pennelli e polveri. Da “Angolo Zen”, si è svolta una giornata dedicata al corretto make up con uno dei migliori truccatori d’Italia: si tratta di Giuseppe Chiatante, collaboratore di Diego Dalla Palma, che ha presentato la nuova linea Voilà Revlon Professional, firmata proprio da Dalla Palma. Da quella giornata, abbiamo estrapolato alcuni semplici consigli e piccoli accorgimenti da mettere in pratica per una corretta beauty-routine. - Detergere sempre il viso con una crema. L’obiettivo è mettere in luce l’incarnato: per questo è importante partire da correttori di diversi colori, che vanno stesi su tutto il viso coprendo le imperfezioni. - Mai applicare il fondotinta direttamente sul viso: se me mette un po’ su una mano e poi con un pennello lo si preleva e lo si stende, partendo dagli occhi (per coprire le occhiaie) e continuando verso l’esterno. Il fondotinta va applicato anche sulle labbra, per trattenere più a lungo il rossetto. Non deve esserci stacco tra il collo (che non va mai truccato) e il viso, per questo bisogna scegliere un colore neutro, non troppo scuro. - La cipria va sempre utilizzata, perché fissa il

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trucco creando uno “scudo”, usando un pennello grande. Si applica partendo dagli occhi, avendo l’accortezza di stendere bene la pelle affinché non si creino segni di espressione. Deve essere dello stesso colore della pelle. - Matita nera, un vero e proprio must. Si deve stendere la pelle dell’occhio e tracciare piccoli tratti facendo attenzione a non lasciare spazi tra ciglia e matita. Nella parte interna dell’occhio, la linea deve essere più sottile e ci si ferma alla fine delle ciglia. La matita va anche messa sotto all’occhio, sia nella parte interna che in quella esterna. Se l’occhio è piccolo, è preferibile non usarla nella rima inferiore. - L’eyeliner va usato dopo la matita e deve terminare con un triangolo scaleno in modo che sia un prolungamento dell’arco ciliare in base alla piega palpebrale. - Focus su labbra: contornarle sempre con una matita, così che il rossetto non fuoriesca, lasciandone il cuore vuoto. Applicare il rossetto, facendo in modo che non si veda lo stacco con la matita. Si mette anche al centro e si crea un effetto 3D. Quando la parte inferiore e quella superiore del labbro non sono perfettamente uguali le si equilibra con la matita, ingrandendo quella più piccola. Se l’occhio è truccato con colori vistosi, il labbro deve essere più naturale, e viceversa.

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icuramente sai già che spalmare la crema solare è d’obbligo per evitare scottature e proteggere la pelle dal sole. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, come recita il vecchio adagio: sono tanti gli errori commessi che annullano l’efficacia protettiva dei filtri solari. Lo sbaglio più comune è quello di utilizzare il prodotto dell’anno precedente. Si crede di risparmiare e invece si finisce per far pagare il conto più salato alla propria pelle, perché questo tipo di lozione perde efficacia sul lungo periodo dopo l’apertura. Fare una scelta consapevole è il primo passo per ottenere il massimo dalla propria crema solare. Bisogna partire dal fototipo: ne esistono principalmente sei che vanno dal grado 1 (occhi chiari, pelle chiarissima, efelidi) fino ad arrivare al grado 6 (carnagione nera, capelli neri, occhi scuri). Nella vasta gamma di prodotti in commercio c’è sicuramente quello che fa al caso tuo, altrimenti basta farsi aiutare dal farmacista.

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Ad ognuno il suo fototipo: come scegliere la crema solare

Baciati dal sole SOLE NEMICO | Il sole può essere un vero nemico per chi si ritrova una cute sensibile: l’esposizione alla luce solare e al calore infatti provoca arrossamenti, pizzicore, sensazioni di bruciore fino alle irritazioni più fastidiose. Chi ha questo problema ma desidera una sana tintarella deve acquistare un filtro solare specifico, prediligendo un numero di protezione elevato. L’attenzione in più potrebbe essere quella di scegliere un prodotto ecobio, privo di quegli ingredienti che potrebbero risultare aggressivi per una pelle delicata. Anche l’epidermide dei bambini ha bisogno di particolari

attenzioni: meglio scegliere una crema solare dedicata, magari resistente all’acqua e facilmente applicabile come lo spray. Il sole è il nemico numero uno anche di chi ha i tatuaggi: le radiazioni sbiadiscono il nero, rendendolo simile al verde; munirsi di un pratico stick da spalmare sull’area interessata può essere la soluzione migliore. La consistenza compatta di questi preparati si assorbe facilmente e conserva la brillantezza dei colori.

ISTRUZIONI PER L’USO Non basta acquistare una crema solare ad ampio spettro se poi non la si usa nel modo giusto. Prima di applicare il prodotto, il flacone va agitato per permettere alle particelle protettive di distribuirsi in maniera uniforme. Il filtro solare va steso almeno mezz’ora prima di esporsi al sole, per permettere agli ingredienti di penetrare a fondo nella cute. La quantità giusta corrisponde ad un bicchierino di liquore (35 ml) da cospargere con più applicazioni.

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E’ consigliabile utilizzare due prodotti differenti per il corpo e per il viso: in commercio esistono creme solari antirughe. Anche se il filtro solare è waterproof è preferibile applicarlo nuovamente dopo il bagno, dopo la doccia o semplicemente dopo aver sudato stando sdraiati al sole. La pelle ha assunto un bel colorito ambrato? Bisogna continuare l’utilizzo della crema solare per proteggersi dalle radiazioni dannose e prevenire le antiestetiche macchie solari. A fine giornata via libera al doposole per un bel massaggio nutriente. La tua pelle ringrazierà.

salute Bastano piccoli accorgimenti per ottenere il massimo dal proprio filtro solare

MITI DA SFATARE | I raggi ultravioletti possono essere riflessi dall’acqua, dalla sabbia e anche da neve e cemento: questo significa che il rischio scottatura persiste anche quando si sta all’ombra e persino durante una giornata nuvolosa. Anche la cattiva abitudine di relegare l’uso della protezione solare alla situazione vacanziera ci espone alle scottature da “sole involontario” ovvero quello preso in città, mentre si passeggia o si va in bici. Limitare i danni è possibile ricordandosi di applicare la crema solare quotidianamente, dal momento in cui si alzano le temperature. Dalila Campanile


benessere Una radice dalle mille proprietà

IL GINSENG Tonico per il corpo e la mente a cura del dott. Gianluca D’Alessandro Il ginseng è un rimedio naturale universalmente riconosciuto ricavato dalle radici della pianta appartenente alla specie Panax ginseng. E’ utilizzato in Cina, Corea, Giappone e Russia come tonico e stimolante per l’organismo. E’ interessante conoscere il significato del nome ginseng, che lega due termini come gin (uomo) e seng (radice): infatti la radice ricorda una forma umana. Oltre che come tonico generale per il corpo e per la mente, il ginseng veniva util i z z a t o soprattutto nella cura degli stati febbrili. Ora ne vengono effettuati anche altri utilizzi, in particolare in caso di affaticamento e difficoltà di concentrazione. Può essere utile per rivitalizzare un fisico debilitato e per ridurre il senso di stanchezza e la capacità di resistere alla fatica, in quanto il ginseng può stimolare la produzione di adrenalina. E’ inoltre raccomandato nei periodi di convalescenza, poiché stimola il processo di guarigione. Il ginseng contiene 12 tipi di sostanze chimiche bioattive, una delle quali è considerata in grado di diminuire i livelli della glicemia e di migliorare gli effetti dell’insulina. Il ginseng presenta inoltre proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antidepres-

sive e afrodisiache. E’ in grado di diminuire i livelli di colesterolo nel sangue e ha effetti positivi sulla circolazione sanguigna che sulla memoria. E’ considerato inoltre in grado di migliorare la funzionalità polmonare. E’ inoltre importante conoscere le proprietà nutritive del ginseng che possono essere utili a tutti, indipendentemente dall’età. Poiché stimola il funzionamento delle ghiandole endocrine, il ginseng accresce l’assorbimento delle vitamine e dei sali minerali. Inoltre è in grado di aiutare l’organismo ad adattarsi a condizioni esterne sfavorevoli, come il freddo, lo stress e la malnutrizione. La quantità di componenti attivi presenti nelle radici aumenta con il passare del tempo, tanto che si ritiene che il ginseng sia da considerarsi pienamente maturo quando la pianta raggiunge un’età di sei anni. Considerato uno stimolante per il sistema immunitario, il ginseng è raccomandato in caso di abbassamento delle difese dell’organismo, soprattutto nei periodi invernali, in cui si può essere più di frequente soggetti a raffreddore e febbre. E’ d’aiuto in caso di affaticamento mentale sia per i giovani che per gli adulti e gli anziani.

Grazie alle sue proprietà, il ginseng si rivela un ottimo rimedio antiage poiché i ginsenosidi sono noti per la loro capacità di stimolare la produzione di collagene; sembra inoltre che i ginsenosidi siano in grado di facilitare l’espressione di fattori proteici associati alla proliferazione cellulare e di proteggere i cheratinociti contro i danni dei raggi solari. Per queste sue proprietà, la radice di ginseng trova impiego, oltre che per la produzione di integratori alimentari, anche per la formulazione di creme antirughe per il viso e trattamenti tonificanti per la pelle del corpo. MASCHERA RIVITALIZZANTE AL GINSENG Per ridare luminosità alla pelle spenta, provate questa maschera per il viso una o due volte alla settimana: • 2 cucchiai di ginseng in polvere • 2 cucchiai di acqua demineralizzata • 1 cucchiaio di acqua di rose In una piccola ciotola mescolate la polvere di ginseng all’acqua demineralizzata e all’acqua di rose. Applicate la maschera sulla pelle del viso evitando il contorno occhi e lasciate in posa per circa dieci minuti dopodiché risciacquate con acqua tiepida.

GEL ANTIRUGHE AL GINSENG Per prevenire e minimizzare le rughe e migliorare il tono della pelle, utilizzate questo semplicissimo gel a base di aloe: • 100 grammi di gel d’Aloe vera • 2 millilitri di estratto idroalcolico di ginseng • 3 gocce di olio essenziale di geranio Mescolate al gel d’aloe l’estratto idroalcolico di ginseng e l’olio essenziale. Riponete in un contenitore pulito e asciutto e utilizzate il gel per idratare la pelle del viso, del decolleté e della mani.

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sguardi d’arte

Un itinerario per il Giubileo della Misericordia

Roma, un viaggio sulle tracce di Pietro San Pietro in Montorio e Santa Maria in Palmis. Alla scoperta del primo papa etros eni[enesti]”. È questa la scritta graffita che suona come una altisonante affermazione, incisa quindi a caratteri capitali in greco antico sul così detto “muro rosso”, detto anche “muro g”. Un frammento di intonaco che proviene dalla Necropoli vaticana, quella per intenderci che si sviluppa al di sotto dell’alzato della celebre basilica petrina e che un tempo interessava in forma di sito sepolcrale il colle Vaticano, una altura extra moenia della municipalità romana, posta al di là del fiume Tevere. Furono gli scavi realizzati dall’équipe di Margherita Guarducci nel secolo scorso, ad identificare le reliquie ritrovate nell’oculo di una tomba terragna appartentenete al Trofeo di Gaio, nell’ipogeo vaticano, con quelle dell’apostolo Pietro. L’ufficialità arrivò nell’annnuncio fatto da Paolo VI che il 26 giugno 1968 durante una udienza pubblica e le spoglie mortali furono visibili per la prima volta durante

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una mostra inaugurata nel 2006 per celebrare il cinquecentesimo anniversario della costruzione della Basilica Vaticana. Ma se la cassetta rinvenuta nelle Grotte al di sotto della Confessione nel “muro

g[raffito]” sembrerebbe coincidere con quella descritta anche dalle fonti coeve (come ad esempio nei testi di Eusebio di Cesarea) con quella contenente le reliquie del corpo di Pietro, diverso è il luogo dove avvenne il suo martirio.

Cinque donne e l’amore per la propria terra

Le “custodi” della Torre Normanna Santoro&Co: “Così portiamo l’Italia sui Monti Dauni” A Pietramontecorvino, cinque donne ai piedi della Torre normanna si prendono cura della propria terra e delle proprie tradizioni: sono le ‘Volontarie della Torre’. “Tutto nacque nella calda serata del 4 agosto dello scorso anno - racconta Rossana Santoro, una delle cinque paladine dei Monti Dauni - quando il sindaco del paese, Raimondo Giallella, ci convocò per presentarci un progetto che avrebbe segnato un punto di svolta per noi e per il nostro piccolo centro”. Rossana Santoro, Caterina Circelli, Antonella Di Ruberto, Rachele Moccia ed Ida Iannelli, questi i nomi delle Volontarie che, prima di entrare a far parte di questa iniziativa, si conoscevano solo di vista. Oggi sono accomunate da un unico obiettivo: la promozione del proprio territorio. “Nel nostro paese – continua la Santoro – mancava un Punto Informazioni e proprio da qui è nata l’idea del CIT (Centro Informazioni Turistiche)”. Ubicato nella suggestiva sede della Torre normanna del paese, il centro informazioni è ormai diventato il cuore del borgo, tappa obbligata dei tanti visitatori del paese, Bandiera arancione del Touring Club Italiano. Organizzazione di eventi, manifestazioni e visite guidate tra le loro principali attività, il tutto volto a far conoscere a più gente possibile le bellezze della propria terra. Ed i numeri dimostrano che la bizzarra idea di una calda sera d’estate sta diventando ogni giorno di più una realtà: 1700 i visitatori iscritti solo in pochi mesi nel registro di

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monitoraggio. Numerose sono state le attività organizzate dalle cinque volontarie, che hanno fatto salire sul cucuzzolo dei Monti Dauni i tanti turisti provenienti da tutta la regione e da tutta Italia, dalla rappresentazione teatrale de “Il Vangelo secondo Caravaggio”, a mostre di pittura, passando per le feste per i più piccoli, come quella di Halloween e quella di Babbo Natale, che nelle festività natalizie ha portato tanti regali a tutti i bambini del paese accorsi in una stanza della Torre normanna che, per quella giornata, si è trasformata in un angolo della Lapponia. Si definiscono “Vispe, Volontarie Indipendenti Senza Padroni” le donne del CIT, perché distanti da ogni schieramento politico, neutrali ed indipendenti, anche se a volte ciò significa grandi sacrifici nel far quadrare i conti; molto spesso, però, ci sono state collaborazioni con l’Amministrazione, come per esempio in occasione della Giornata della Bandiera Arancione o della prossima Giornata dei Borghi Romantici del 25 Giugno. “Noi siamo delle privilegiate, abbiamo fatto della nostra passione per il territorio il nostro lavoro – conclude fiera la Santoro – e siamo orgogliose di aver messo su dal niente un’organizzazione che ormai si regge in piedi da sola e cammina sulle proprie gambe. Siamo entusiaste e motivate, e promettiamo tante nuove iniziative per questa estate che si preannuncia pregna di eventi in rosa, ancora una volta nel segno della donna”. Leonarda Girardi

È infatti nella chiesa di San Pietro in Montorio (Mons Aureus, monte dorato come veniva chiamata la parte Sud del Gianicolo, per il colore giallo delle sue sabbie), in una zona confinante con il Circolo di Caligola e con i celebri orti neroniani, che si conserva la memoria storica dell’avvenuto martirio e crocifissione del “pescatore di uomini”. Qui di fianco alla chiesa che ha le fattezze di una cappella monumentale affrescata tra gli altri da Giorgio Vasari e Francesco Salviati, firmatari della grande stagione manierista nella versione tosco-romana, si erge l’empireo dell’arte rinascimntale: il tempietto del Bramante. L’opera, voluta dall’architetto urbinate, sorge nel punto esatto dove fu posto il legno che vide crocifisso a testa in giù Pietro e commissionata dai Re Cattolici di Spagna in un tenimento che già apparteneva alla corona spagnola, ancora oggi occupato dalla Reale Accademia di Spagna di cui si possono ammmirare i bellissimi edifici e le terrazze panoramiche sulle pendici del Gianicolo. L’ultimo luogo che porta un vincolo indissolubile con la vita del primo papa, oltre alle Grotte Vaticane e a San Pietro in Montorio, ma che racconta anche un momento di cedimento nell’incessante predicazione, è posto all’incrocio tra la via Appia e la via Ardeatina. È la chiesa di Santa Maria in Palmis che conserva infatti all’interno una impronta dei piedi di Cristo, una copia in realtà perché l’ori-

ginale è nelle Catacombe di San Sebastiano (uno dei più antichi complessi catacombali di età imperiale). La chiesetta fu costruita nell’XI secolo nel luogo in cui la tradizione vuole che Gesù abbia riposto alla celebre domanda proprio all’apostolo Pietro in fuga da Roma perseguitato da Nerone. “Domine, quo vadis?”, avrebbe chiesto Pietro al rabbi che passava con indosso la pesante croce, e lui: “A Roma, per essere di nuovo crocifisso”. Pietro, compreso il rimprovero, tornò sui suoi passi ed affrontò il martirio. L’impronta attribuita al Cristo nell’attimo in cui viene fermato da Pietro, e forse un ex voto pagano, ha consegnato alla chiesetta rupestre il nome anche di Santa Maria ad passus o ad transitum, nome conservato fino al XV secolo. Francesca Di Gioia


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Basta un dettaglio “prezioso” per dare tono a tutto l’ambiente

ROBERTA SIMONE

ARREDATRICE DI INTERNI

ambienti

Case da sogno, lusso a basso costo Il settore tessile offre alternative importanti e “d’effetto”, con costi contenuti ed una manutenzione più pratica uardando le riviste d’arredamento un po’ tutti noi identifichiamo quegli ambienti come “case da sogno”, quasi irraggiungibili, destinate ad una ristretta elite. Restiamo incantati davanti all’opulenza dei tessuti pregiati ed associamo inevitabilmente l’eleganza al costo elevato. In realtà oggi il settore tessile offre alternative altrettanto “d’effetto” con costi contenuti ed una manutenzione più pratica. E’ la rivoluzione dei “nuovi sintetici”, frutto di anni di ricerca per dare alle fibre di sintesi l’aspetto ed il fascino delle fibre naturali. Dobbiamo dimenticare il poliestere lucido e scricchiolante ed aprirci a nuove texture più morbide, setose, avvolgenti, che possono dare tono ai nostri ambienti senza costi elevati. Tessuti belli ma nello stesso tempo resistenti e pratici. Le fibre naturali conservano il loro fascino, è innegabile, ma spesso sono delicate e richiedono una manutenzione a secco che poco si sposa con la praticità della

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vita quotidiana. Case belle si, ma soprattutto vivibili, specialmente perché oggi gli ambienti sono aperti e quindi diventa prioritario coniugare estetica e funzionalità. In particolare vanno evidenziati i pregi di quelli che sono sempre stati identificati come “tessuti tecnici”, cioè gli ignifughi e gli outdoor.

I primi sono nati per il contract alberghiero e per i locali pubblici, ma oggi trovano sempre più impiego nell’uso domestico perché sono molto resistenti e facilmente lavabili in casa pur mantenendo spesso un aspetto elegante. L’offerta varia dal classico al mo-

derno con la possibilità di realizzare numerosi coordinati. Gli outdoor invece nascono per gli esterni ma oggi sono diventati un’interessante proposta per la tappezzeria dei divani moderni, in quanto sono impermeabili, imputrescibili, con elevata solidità all’uso ed alla luce, ed anche dermatologicamente testati e monitorati dai centri skin care. Detto questo, certamente il fruscìo della seta o la freschezza di un lino sono impareggiabili, ma è importante valutare anche alternative sintetiche senza per questo pensare di togliere importanza all’arredo tessile. Come sempre si possono mixare materiali diversi in base all’uso, scegliendo tessuti più resistenti e pratici per le strutture fisse tipo testate di letti e divani e magari concedendosi qualche sfizio in più nel tendaggio. Questo infatti è spesso puramente decorativo, non sottoposto a sollecitazioni di trazione od usura da sfregamento e anche soggetto a lavaggi meno aggressivi. E poi non sot-

tovalutiamo mai l’importanza dei complementi come cuscini, copritavoli, runner. Spesso basta un piccolo dettaglio “prezioso” per date tono a tutto l’ambiente, quel particolare che fa la differenza, che personalizza la nostra casa rendendola unica e speciale. Oggi si può davvero scegliere il meglio in base alle proprie esigenze abitative, riuscendo a coniugare alto design ad un costo contenuto.

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società

Due mazzi di carte e un gioco per ripercorrere gli ultimi 70 anni

“Donne in gioco”, la storia è ‘femmina’ Un progetto educativo sulla cultura di genere, ideato da Elena Luviso, un viaggio accattivante, tra le protagoniste del passato e del presente ipercorrere gli ultimi 70 anni di storia attraverso i volti e le storie delle donne che hanno contribuito a costruirla. Dal 1946 ad oggi, ovvero da quando le donne hanno conquistato il diritto al voto e hanno acquisito, quindi, una loro identità politica. Un viaggio accattivante, tra protagoniste del passato e del presente, da realizzare con due mazzi di carte, due dadi e un gioco in scatola. Stiamo parlando di “Donne in gioco”, primo gioco di formazione realizzato in Europa e ideato da Elena Luviso, giurista informatico e giornalista di origini foggiane, realizzato dalla ‘Modiano’ e presentato ufficialmente a Montecitorio, nell’ambito delle celebrazioni per il 70° anniversario del diritto di voto alle donne. “Donne in gioco” è un progetto educativo-formativo finalizzato all’alfabetizzazione di genere, ideato da Luviso e basato su un metodo applicativo sperimentale. E’ la giurista foggiana la “mente” del progetto, nato dopo 26 anni trascorsi a lavorare tra le donne, per le donne. Ma sono tante le “braccia” che hanno contribuito all’opera, che a più riprese definisce “collettiva, corale”. Dopotutto, da soli, non si va da nessuna parte. Tanti i volti presenti sulle carte, tante “regine” di una società costruita mattone dopo mattone in ogni ambito, eppure ancora in divenire. Tra loro numerose donne foggiane e pug l i e s i :

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scorrendo il mazzo, si riconoscono, tra gli altri, i visi del direttore d’orchestra Gianna Fratta, di Daniela Eronia ed Elena Gentile, solo per citarne alcuni. Accanto a loro, l’étoile Carla Fracci, l’astrofisica Margherita Hack, la politica Nilde Iotti e l’astronauta Samantha Cristoforetti. “La scelta delle protagoniste di questo gioco è stata fatta dal comitato scientifico nazionale seguendo un doppio binario”, spiega Luvisio. “Da una parte quello della riconoscibilità, con personaggi di fama mondiale, dall’altro quello della riconoscenza, verso tutte quelle persone forse sconosciute ai più, ma che ogni giorno lavorano sodo nel dietro le quinte”. Il meccanismo di gioco risulta subito coinvol-

gente ed è stato ideato per un pubblico trasversale di giovani e meno giovani. “Inoltre, insieme ad un team di pediatri, pedagogisti e psicologi abbiamo pensato ad una versione dedicata ai bambini della scuola primaria, perché non è mai troppo presto per avviarsi alla cultura di genere”, continua Luviso. Dopo la presentazione nazionale del progetto, Luviso ha voluto omaggiare la sua città natale, dove “Donne in gioco” verrà presentato nell’ambito di una due-giorni organizzata a Palazzo Dogana, i prossimi 24 e 25 maggio. All’evento parteciperanno, tra gli altri, l’onorevole Livia Turco e la Consigliera Nazionale di Parità Francesca Bagni Cipriani (in foto), per la prima volta a Foggia. Durante la serata, verranno presentate le prime tre carte di “Donne in gioco” realizzate in inglese, francese e spagnolo, in attesa di tradurre l’intero progetto in 18 lingue per una capillare diffusione in ambito europeo. Il progetto è solo agli albori: accanto all’alfabetizzazione alla cultura di genere, l’obiettivo è anche quello di creare mappatura geografica dell’impegno donna sul territorio, attraverso la realizzazione di altri mazzi di carte con altre protagoniste, regione dopo regione. Il progetto, inoltre, contribuisce alla lotta alla

Il prossimo 24 maggio, nei locali di Palazzo Dogana sarà allestita la mostra “I volti della Repubblica”, con i ritratti delle protagoniste di “Donne in Gioco”, ovvero gli originali delle carte pittoriche realizzate da quattro giovani artisti foggiani, ovvero Louis Antonio Palumbo, Eleonora Iorio, Roberta Romeo e Luciana Chirici.

mostre

ludopatia, sostenendo il concetto secondo il quale si può imparare giocando, senza cadere nella trappola del vizio. L’idea è stata accolta con grande slancio dalla Consigliera di Parità della Provincia di Foggia, Antonietta Colasanto, che si è fatta promotrice della diffusione delle scatole da gioco nelle scuole di Foggia. “Dobbiamo sperimentarci in tutti i percorsi alternativi per coinvolgere le nuove generazioni”, spiega la consigliera Colansanto. “Donne in gioco ha la forza di unire due generazioni e due mondi diversi. La trasversalità delle scelte operate, inoltre, rende l’idea della rete di talenti, ingegni e impegno che sottende il territorio. Dalla politica al sindacato, dal mondo della scienza a quello dell’arte, le donne sono ovunque, sono la forza di ogni settore”. Elena Luviso, presidente dell’A.d.e.c.o.c. - Associazione Diritti e Culture Organizzare Comunicando, si è fatta anche promotrice della proposta di legge per l’istituzione di una Giornata Nazionale fissata nel 10 marzo, giorno in cui le donne hanno acquisito individualità politica. La proposta ha trovato ascolto nell’onorevole Roberta Agostini che ne sta seguendo l’iter. In questo modo si valorizzerà una tappa fondamentale della storia italiana.

L’amore per l’archeologia, “sognato” e illuminato in technicolor

Dall’alto di Monte Sognato, sulla vetta dell’arte Al Museo Civico la personale del maestro Raffaele Guastamacchio ’ultima mostra del maestro Raffaele Guastamacchio nasce dall’amore per l’archeologia. Un amore “sognato” e illuminato in technicolor. Una personale che “nasce da un sogno, da un’avventura immaginata e tenuta nel cuore e nella mente per tanto tempo. E Monte Sognato diventa il luogo della magia e dell’incontro con un tesoro, da riportare alla luce fingendosi, almeno per un giorno sognato, archeologo”. Queste le parole con le quali Gloria Fazia, direttrice del Museo Civico di Foggia introduce la personale ‘Dall’alto di Monte Sognato’ ospitata fino al 31 maggio nei locali del museo di piazza Nigri, struttura che, con i temi della mostra, ha tanto in comune. Non si tratta solo di un allestimento artistico, ma di un vero e proprio percorso di arte visiva curato dalla stessa Fazia e dal

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critico d’arte Angelo Calabrese; entrambi ben conoscono la profondità creativa di Guastamacchio e si sono lasciati guidare in un percorso originale e coinvolgente, un modo diverso di interpretare le tracce dell’antichità con la mano innovatrice dell’artista, che ricrea un mondo a colori ormai svanito da secoli. “Nell’antro di Monte Sognato, che evidentemente non è lontanissimo dalla Puglia, emergono, quasi in un sacrario immaginario, antefisse e stele daunie, che riportano alla nostra mente i re-

perti esposti nei musei della nostra terra e anche in quello di Foggia”, continua Fazia. “Ma l’estro di Guastamacchio compie un prodigio, e questi antichi segnacoli di tombe e ornamenti di tetti prendono vita grazie al colore”. Squilli di colori originali e inaspettati, ben distanti dai rossi, dai neri e dai colori pastello che riusciamo a immaginare dal poco che resta; il sogno di Guastamacchio si tinge di violetti, verdoni, gialli vibranti della policromia resa visibile dalla lampada di Wood. La mostra ‘Dall’alto di Monte Sognato’ è visitabile ogni giorno, escluso il lunedì, dalle 9 alle 13; martedì e giovedì anche nel pomeriggio dalle 16 alle 19. Angela Dalicco

L’ARTISTA Nato nel comune di San Severo, nell’Alto Tavoliere, ma foggiano di adozione, Raffaele Guastamacchio si è formato presso l’Accademia di Belle Arti del capoluogo dauno, dove ha avuto come docenti Elio Filippo Accrocca e Luciano Luisi, ed ha insegnato Decorazione e Tecniche delle incisioni in varie Accademie di Belle Arti italiane. Sperimentatore accanito, l’artista ha sempre rinnovato il suo registro espressivo fino a installazioni in grado di coinvolgere lo spettatore rendendolo protagonista.


PEDAGOGISTA

DI VITTORIA SALICE

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La causa può essere fisica o emotiva

Il pianto, la paura e l’ansia nel neonato La consapevolezza dell’approvazione/disapprovazione definisce i target buon-me/cattivo me o non-me l pianto: ciò che maggiormente allarma una madre, nel primo mese di vita del bambino, procurando ansia e tensione, sono le grida di pianto che avvolgeranno la casa nel momento in cui il bebè avrà la necessità di comunicare un suo bisogno o una sua sensazione interna che lo spaventa, essendo, specialmente all’inizio, tutto nuovo e sconosciuto per lui. E’ importante mantenere la calma affinché la madre possa rapidamente individuare la causa del pianto, che può essere: fisica, come la fame, il freddo o un dolore, oppure emotiva come a risposta di un evento esterno inatteso che lo ha turbato o ad un improvviso senso di abbandono e solitudine. Sullivan nella sua teoria delle relazioni interpersonali diceva che lo sviluppo della personalità e dei disturbi psichici (ansia) è marcato dalle relazioni (esperienze) immaginarie o reali con gli altri e non da fattori intrinseci dell’individuo. Esso è stato creato per pz. psicotici soprattutto per i schizofrenici ed è curabile. Per gli altri teorici la

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causa è un disturbo organico del cervello o del metabolismo, in presenza di una famiglia difficile, dal vedere le persone diverse da quelle che sono e da un abbassamento dell’autostima. L’ansia da forma al sé e regola l’interazione con gli altri. Sullivan prendeva spunto dalla teoria delle relazioni oggettuali di M. Klein diceva che la presenza del bisogno del bambino determina una relazione di qualità particolare tra lui e la madre; il tono emotivo di tenerezza materna

DENTISTA

(presenza/assenza di angoscia, collera, gentilezza …), piuttosto che il soddisfacimento del bisogno, contribuisce in modo decisivo alla forma-

zione della personalità del bambino. I bisogni di gratificazioni/frustrazione sorgono spontaneamente nel bambino, ma l’ansia è qualcosa che lo coglie dall’esterno. Sullivan distingue tra paura e ansia. La paura: il bambino si spaventa se ha fame e non viene soddisfatto o con un rumore forte, essa agisce come tendenza all’integrazione poiché viene espressa attraverso il pianto che attira l’adulto che si prenderà cura di lui e affronterà il problema. L’ansia, per contro non ha un oggetto specifico e non sorge dall’aumento di tensione del bambino. Sullivan definiva legame empatico la tendenza alla fusione contagiosa degli umori, dall’adulto al bambino. Se l’adulto è rilassato e a suo agio il bambino oscilla tra stati di benessere euforico a stati di tensione; se l’adulto invece è in stato d’ansia il bambino piange; così si creerà uno stato d’ansia maggiore perché l’adulto non sa come calmarlo. Il bambino definisce la madre buona (non ansiosa) e madre cattiva (an-

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siosa). Tutti gli adulti che si prendono cura di lui nello stato ansioso per il bambino vengono definiti madre cattiva. La differenza per il bambino è che in questi due stati diversi, la stessa persona per lui sono due persone diverse. Poco a poco il bambino acquista un controllo sempre maggiore sul suo destino. Prende coscienza della madre buona o cattiva da segnali verbali paraverbali e non verbali. Il secondo passaggio cruciale per il bambino si ha quando si accorge che il fatto che si avvicini la madre buona o cattiva dipenda da lui. Ovvero si rende conto dell’effetto ansioso o calmante che provoca con i suoi gesti nell’adulto di consapevolezza approvazione/disapprovazione buonme/cattivo me o non-me: ad esempio si tocca i genitali e produce ansia nell’adulto; dorme e produce calma nell’adulto. Il bambino associa al dormire approvazione adulto- il buon me. Il bambino associa toccarsi i genitali disapprovazione adulto – il cattivo me.

DI VALENTINA

LA RICCIA

Il 31 maggio: è la giornata nazionale senza tabacco

Mini-guida per smettere di fumare Basta farci rubare anni preziosi di vita: il fumo ci consuma lentamente… l fumo di tabacco ci cambia lentamente: il fiato si riduce, la pressione arteriosa sale, le arterie diventano sempre più piccole e ossigenano i tessuti con difficoltà, la pelle ingiallisce, le cellule impazziscono... Il fumo di sigaretta è un fattore di rischio di numerosissime patologie cronico-degenerative (infarto, ictus, tumore, asma, bronchite cronica…) ed è responsabile del decesso di circa 5 milioni di persone ogni anno nel mondo. I dati sui consumi di tabacco sono ad oggi tutt’altro che in calo rispetto al 2013, ma non tutto è perduto perché i danni da esso provocati sono reversibili. È sufficiente dire basta. La nostra è la specie più evoluta sulla Terra eppure l’unica che da decenni continua a pagare morte e malattia vendute in pacchetti e a illuderci che ci piaccia e che sia inevitabile! Insomma, decidiamo deliberatamente di farci del male. L’unico metodo infallibile per smettere di fumare si basa sul saper trovare la giusta motivazione. Provate a rispondere a queste domande: perché fumate? Vi piace davvero quel sapore? E quell’odore sui vestiti e tra i capelli? Non siete stufi di essere schiavi di quel bisogno impellente che vi costringe a fare di tutto per accen-

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dervi una sigaretta anche quando non ne avete la possibilità? Vi piacerebbe essere più rilassati, liberarvi dalla tosse cronica, avere i denti meno gialli, i polmoni meno neri, le arterie più pervie? Vi piacerebbe vivere più a lungo e me-

glio? Volete anche preservare la salute di coloro che vi stanno intorno, che costringete a fumare passivamente e che state esponendo a seri rischi per la salute? Volete bene ai vostri cari, che soffrirebbero se vi ammalaste? Leggete questa mini guida elaborata in occasione della giornata nazionale senza tabacco che si celebra il 31 maggio: troverete i consigli per stare meglio, essere più felici, più ricchi e finalmente liberi come prima.

1. Scaricate sul vostro smartphone l’applicazione gratuita “Quanto fumi?” sviluppata dal Ministero della Salute: vi aiuterà ad acquisire consapevolezza della vostra dipendenza. 2. Gradualmente riducete il numero di sigarette fumate fino a smettere del tutto per un giorno soltanto. Annotate su un diario quello che avete riscontrato di positivo attribuibile alla cessazione dell’abitudine: poi analizzate ciò che avete scritto, consapevoli che l’umore nei primi giorni potrebbe non essere dei migliori. Apprezzate ogni singola nota positiva che riscontrate. Dopodiché abbandonate la sigaretta per un periodo di tempo più lungo: fissate un obiettivo che sia verosimilmente realizzabile (tre giorni, poi una settimana e così via). Nei momenti di debolezza che purtroppo non mancheranno, rileggetelo e risperimen-

tate tutte le note positive che avete scritto. La lista dei pregi è destinata a crescere: tornerete a stare bene come prima. 3. I momenti che erano dedicati alla sigaretta devono essere ora riservati ad un’altra attività: leggete un libro, uscite all’aria aperta, sgranocchiate della verdura, insomma distraetevi dal pensiero di fumare. 4. Adottate uno stile di vita sano: bevete molta acqua, praticate attività fisica (una passeggiata di mezz’ora, salite e scendete le scale…) e mangiate cinque porzioni al giorno tra frutta e verdura che vi aiuteranno a liberarvi dalle tossine accumulate. 5. Informate tutti che il vostro stile di vita è cambiato: nessuno dovrà farvi ricadere nella tentazione, anzi potrete voi stessi aiutare altri fumatori, testimoniando quanto si vive meglio senza sigarette.

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in poche parole

PEDIATRA

DI

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MONICA MANCINI

Importante l’esecuzione del tampone faringeo

Progetto Scarlattina, cosa c’è da sapere Vìola La fascia di età più colpita è tra i 5 e i 15 anni, quella scolare L La malattia si trasmette attraverso la saliva, starnuti e tosse a scarlattina è una malattia esantematica acuta determinata da Streptococcus pyogenes ed in maniera più specifica dalle tossine prodotte da questo batterio. Questo microrganismo si annida nel nasofaringe, può essere riscontrato a tale livello anche in soggetti asintomatici, definiti per tale motivo portatori sani, ma è anche il responsabile di infezioni per lo più al faringe, ma anche a livello cutaneo e polmonare.

Sono stati divulgati durante i lavori del corso formativo “Maltrattamento e violenza domestica: progetto vìola”, i risultati del questionario somministrato nella precedente edizione in forma anonima per verificare l’incidenza del fenomeno sul territorio. Distribuito all’interno di 45 ambulatori di medicina generale, pediatria di libera scelta, guardia medica e 118, il questionario si è rivolto a donne di età compresa tra 18 e 65 anni. Delle donne intervistate, 2.083 in tutto, il 93% è di nazionalità italiana, il 56% ha un impiego, il 60% è in possesso di un diploma di scuola superiore. Il 18% ha dichiarato di aver subìto abusi, prevalentemente psicologici, anche se si evidenzia, in molti casi, il perpetrarsi di violenze multiple. Forte la connessione tra violenza e psicofarmaci: il 76.4% delle donne che assumono psicofarmaci dichiara di farlo in seguito ad un episodio di violenza e circa una donna su 2 ritiene pessimo il suo stato di salute proprio in virtù della violenza e del conseguente utilizzo di psicofarmaci. Questi ultimi si dimostrano quindi un utile elemento di screening e un importante fattore di rischio. Ulteriore aspetto rilevato attiene alla relazione medico-paziente: il 55% delle donne ha dichiarato di aver parlato delle violenze subìte al medico di medicina generale. Una conferma, questa, della necessità, per i medici del territorio che per primi, nei loro ambulatori e nel sistema dell’emergenza-urgenza, si trovano a fronteggiare la problematica della violenza domestica, di essere adeguatamente formati. E il Progetto vìola, nel corso di questi anni, si è preoccupato proprio di fornire agli operatori sanitari le competenze per riconoscere eventuali casi di maltrattamenti e gli strumenti concreti per individuare i segnali della violenza come il software con specifici indicatori che consentono di valutare segni e sintomi rivelatori. Molti i successi registrati dal progetto vìola: il prossimo giugno, dopo il riconoscimento ottenuto al IV congresso nazionale SIICP (Società Italiana Interdisciplinare delle Cure Primarie) dove ha conquistato il premio per la migliore tesi (realizzata da Laura Spinelli, componente del gruppo di lavoro), sarà infatti presentato nel corso del prestigioso congresso europeo WONCA di Copenaghen.

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La scarlattina è una patologia molto contagiosa che si trasmette attraverso la saliva o le goccioline emesse con gli starnuti e la tosse. La fascia di età colpita è tra i 5 e i 15 anni ovvero quella scolare, con un picco tra i 4 e gli 8 anni. Il periodo di incubazione può variare tra i 2 e i 5 giorni.

Il soggetto colpito dalla patologia resta contagioso fino a circa 48 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica. I sintomi sono rappresentati da dolore a livello del faringe, febbre, cefalea, malessere generale, dolori muscolari, a volte vomito. Il rash cutaneo si sviluppa in meno del 10% dei casi e solitamente dopo 1-2 giorni di febbre tipicamente inizia a livello della zona genitale per poi estendersi al tronco. Ha un colore rosso accesso ed è costituito da lesioni maculo-papulari confluenti. L’esantema interessa anche il viso che assume l’aspetto a faccia schiaffeggiata o “maschera di Filatov” . Il faringe appare iperemico, con essudato purulento, possono presentarsi micropetecchie e in sede laterocervicale compaiono linfoadenomegalie legate all’infezione. La lingua è detta “a fragola” perché è ricoperta da una patina bianca con dei rilievi rossi rappresentati dalle papille gustative iperemiche. Naturalmente è fondamentale fare la diagnosi che

PSICOLOGA

nella forma con rash cutaneo è semplice e implica il trattamento antibiotico. Il problema insorge nei casi dubbi: in questi casi dirimente è l’esecuzione del tampone faringeo, effettuabile con test rapidi in alcuni studi pediatrici di base e, con metodiche colturali, presso laboratori dei presidi ospedalieri o altri laboratori, sempre su indicazione del pediatra curante. Il tampone faringeo è un test di facile

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esecuzione con un’alta sensibilità (circa il 90% per i metodi colturali, il 70-90% per i test rapidi) e alta specificità che raggiunge quasi il 100%. Fondamentale è riconoscere e trattare tale patologia, soprattutto per scongiurare alcune complicanze tardive della stessa, tra cui la malattia reumatica e la glomerulonefrite post-streptococcica.

DI

DEBORA PENNA

Preziosissimo strumento di apprendimento

La “ricchezza” del gioco C’è un mondo di significati dietro i momenti ludici dei bimbi: è creare terreno fertile per imparare cose nuove e crescere giochi dei bambini non sono solo dei semplici divertimenti e per questo bisogna valutarli come le loro azioni più serie” (Montaigne). Il gioco riguarda l’apprendimento, gli aspetti emotivi relazionali e ha differenti funzioni che sono importantissime e vitali. Il momento di divertimento non è un benessere fine a se stesso: per il bambino stare bene è terreno fertile per imparare cose nuove e crescere. Quindi si deduce che senza gioco e senza divertimento non può esserci un’armonica crescita per il piccolo. Attraverso il gioco, il bambino incomincia a comprendere il funzionamento degli oggetti, impara ad essere perseverante e ad avere fiducia nelle proprie capacità. E’ un processo attraverso il quale diventa consapevole del proprio mondo interiore e di quello esteriore, incominciando ad accettare le legittime esigenze di queste sue due realtà. Le attività ludiche crescono e si modificano di pari passo con lo sviluppo intellettivo

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e psicologico del bambino, anche se rimangono una tappa fondamentale nella vita di ogni uomo qualunque sia la sua età. Il gioco ha anche una importante funzione relazionale: fatto con il genitore è un momento molto intimo in cui si sperimentano diversi aspetti della relazione e si rinforza il legame genitore-bambino. E’ giusto spronare il bambino al gioco in autonomia ma occorre anche valutare le differenti situazioni. Infatti, il bambino che chiede ai genitori di giocare con lui, chiede in un modo diretto di sentirsi accolto in qualche bisogno. Il gioco ha anche un’importante funzione riparativa: attraverso l’attività ludica, un bambino può mettere in scena una sua paura e dominarla come invece non era stato in grado di fare nella realtà, può anche sfogare la rabbia e la frustrazione. Nel gioco un bambino può anche sentirsi invincibile: non bisogna mai dire a un bambino mentre sto giocando “questa cosa non esiste” perché, grazie alla sua fantasia, impara a dominare e a prendere le misure con le sue paure le sue debolezze e quindi ovviamente il gioco in qualche modo rinforza anche la sua autostima. Il gioco diventa significativo per lo sviluppo intellettivo del bambino, in quanto, quando gioca, riesce a sorprende sé stesso e attraverso la sorpresa acquisisce nuove modalità che gli consentono di relazionarsi con il mondo esterno. Il gioco aiuta il bambino a sviluppare la creatività, a sperimentare le capacità cognitive, ha modo di poter entrare in relazione con i

suoi pari, dà vita allo sviluppo della sua personalità. Il gioco è anche uno strumento prezioso per l’adulto per valutare il benessere di un bambino. E’ un’ attività che permette di vedere, imparare molte cose sui propri figli. Il gioco per i bambini è una funzione di base, da valutare come fosse un parametro vitale. Potrebbero anche presentarsi dei comportamenti da valutare come campanelli d’allarme. Ad esempio, il gioco aggressivo è da monitorare: che ci sia dell’aggressività durante i giochi è sano, dato che il gioco è una modalità per sfogare la rabbia che non verrebbe accettata in altri contesti. Quando però scaricare la rabbia diventa l’unico modo di giocare, allora occorre capire cosa crei frustrazione e aggressività nel bambino. In questo caso non ci sono ricette magiche da seguire, ma occorre comprenderne il significato per riflettere sulle modalità attraverso le quali la famiglia possa aiutare il bambino a ritrovare un suo equilibrio. In linea di massima, è bene evitare di etichettare il bambino come problematico perché molto spesso i problemi dei piccoli rappresentano soluzioni alle situazioni difficili che invece stanno attanagliando i grandi che si trovano intorno a loro. In conclusione, come diceva Platone, “Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione”.

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MEDICO CAV

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ANNA LEPORE

in poche parole

L’UE indica un incremento pari al 384% di falsi medicinali

Farmaci contraffatti, pericoli in rete Tra i “falsi perfetti” e i “falsi criminali”: cosa c’è da sapere on ci stancheremo mai di ripeterlo: bisogna usare i farmaci solo in caso di reale necessità e su prescrizione del medico curante. Pertanto, evitiamo il classico fai-da-te, e acquistiamo in farmacia o eventualmente in parafarmacia. Purtroppo però è dilagante la moda dell’acquisto online: negli ultimi anni, infatti, ci giungono numerose richieste di informazioni del tipo: “ho acquistato tramite internet, ma l’etichetta di composizione è tutta in inglese, o non è comprensibile”, oppure “le capsule sembrano deteriorate e hanno uno strano colore”, “ho acquistato su internet secondo voi posso fidarmi?” Bene, a tal proposito, vi vogliamo informare che l’Aifa (Agenzia Italiana del FArmaco) da alcuni anni dedica particolare attenzione al tema della contraffazione farmaceutica. Cosa si intende per contraffatto: “un farmaco la cui etichettatura è stata deliberatamente preparata con informazioni ingannevoli in relazione al contenuto e alla fonte”. E’ possibile distinguere diverse tipologie di contraffazione poiché un medicinale contraffatto può contenere le medesime sostanze di quello

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AVVOCATO

originale o sostanze/dosaggi diversi, può non contenere alcun principio attivo o addirittura può essere composto da ingredienti contaminati e pericolosi. Le diverse tipologie hanno tuttavia un comune denominatore nella scarsa qualità in quanto la produzione, anche laddove realizzata con ingredienti non tossici, non avviene secondo le norme di buona fabbricazione e distribuzione (gmp|gdp) stabilite a livello mondiale. Le statistiche dell’Unione Europea indicano un incremento pari al 384% di falsi medicinali sequestrati e, ancora, sempre secondo quanto riportato dall’UE, negli ultimi anni sarebbero stati segnalati 27 casi di contraffazione nella catena legale e ben 170 nella rete illegale.

Cerchiamo di chiarirci le idee. La contraffazione dei farmaci si può presentare in diverse forme: i falsi perfetti, i falsi imperfetti, i falsi solo apparenza e i falsi criminali. I falsi perfetti sono prodotti che contengono gli stessi principi attivi e gli stessi e cc i p i e n t i , nelle dosi giuste, che

vengono corre t t a m e n t e confezionati ed etichettati. I falsi imperfetti sono prodotti che contengono gli stessi principi attivi e gli stessi eccipienti, ma non nelle dosi esatte e/o le formule non rispettano le caratteristiche richieste, ad esempio, alla scadenza o alla biosensibilita’. I falsi solo in apparenza sono prodotti realizzati senza nessun principio attivo oppure con elementi usati solo per renderli simili ai farmaci originali.

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I falsi criminali sono prodotti che all’apparenza sono simili a quelli autentici, ma che non hanno gli stessi principi attivi e possono contenere, addirittura, sostanze nocive per la salute. Attenzione alla confezione ricordiamo che ogni farmaco deve avere il “bugiardino” ossia la legenda di composizione dose modo di somministrazione, quantità a chi può essere somministrato modo di conservazione effetti collaterali oltre alla data di scadenza e il numero del lotto di confezionamento il tutto in lingua italiana. Attenzione a tutto quello che ci viene proposto dal web ossia le grandi offerte. Il nostro consiglio: i farmaci devono essere prescritti da un medico, la farmacia o la parafarmacia è più sicura degli acquisti online a basso costo. E se capita di aver qualche dubbio, fermarsi e contattare il CAV – Centro Antiveleno potrebbe essere una ottima soluzione.

DI

VALENTINA DINISI

Le novità dell’ordinamento del 23 marzo 2016

Omicidio stradale, c’è la legge Tra le pene: reclusione e sospensione della patente ono notizie di ogni giorno quelle relative ad incidenti stradali, spesso mortali. Molte sono le vittime innocenti che pagano per un’ingiustificabile condotta di guidatori che, spesso in stato di ebbrezza o per essersi drogati, si mettono alla guida di un’autovettura; così come molti sono gli incoscienti che trasformano la strada in una pista da corsa, convinti di poter correre senza conseguenze, causando, invece, incidenti mortali. Le chiamano “vittime della strada”, vittime di chi corre troppo, di chi si distrae per rispondere al cellulare e dopo aver messo sotto qualcuno, in tanti casi scappa. I numeri parlano chiaro: tremila morti all’anno, donne, uomini, bambini che non ci sono più. Oltre centottantamila gli incidenti stradali con lesioni a persone. La legge 23 marzo 2016 n. 41 ha comportato una serie di modifiche all’ordinamento italiano affinché chi si renda colpevole di un incidente stradale, sia sottoposto ad un severo giudizio e che quanto da lui causato, sia equiparato ad un vero ed effettivo omicidio. Troppo spesso si legge che coloro

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che si rendono colpevoli di terribili incidenti la facciano franca e che addirittura continuino a guidare nonostante il reato commesso. Questa legge è sicuramente un passo avanti rispetto a prima, quando la maggior parte degli incidenti si risolvevano con pene minime, multe e patteggiamenti. La novità principale contenuta nella legge è l’introduzione dei due nuovi reati: l’omicidio stradale e le lesioni personali stradali. Chi si mette alla guida in stato di ebbrezza o dopo aver assunto stupefacenti e causa la morte di qualcuno, sarà attinto da una pena che va da 5 a 12 anni di reclusione. Se l’investitore si dimostra lucido e sobrio, ma la sua velocità di guida è il

doppio del consentito, la pena va da 4 a 8 anni. In caso di omicidio multiplo, la pena può essere triplicata ma non superiore a 18 anni. È invece punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni chi, guidando non sobrio o non lucido, procura lesioni permanenti. Uno tra gli aspetti più importanti è certamente quello che prevede, in caso di condanna per omicidio o lesioni stradali, la revoca della patente. Una nuova patente sarà conseguibile solo dopo 15 anni (omicidio) o 5 anni (lesioni). Però nei casi più gravi dovranno trascorrere almeno 30 anni dalla revoca. Tale nuovo reato non si occupa però di tutti gli “omicidi stradali”, cioè tutti gli omicidi che coinvolgono un veicolo, ma dà rilievo ad una peculiare situazione, che è quella in cui il soggetto che causa l’incidente abbia assunto sostanze stupefacenti o alcoliche. Non bisogna, però, mettere da parte alcune inevitabili criticità del nuovo reato: si tratta certamente di un delitto riprovevole, ma al più delle volte non doloso, per cui le pene non rispetterebbero il principio di proporzionalità tra il fatto e la sanzione. In secondo

luogo, pene così elevate possono spingere l’autore del reato alla fuga, specie se si trova in condizioni di scarsa lucidità. Infine, è criticabile il fatto che la nuova legge sanzioni in modo simile l’omicidio causato in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe, in una condizione di alterazione coscientemente auto-provocata e quello causato per la violazione delle norme del codice della strada, che il conducente vìola incolpevolmente. È, dunque, auspicabile che si faccia sempre una valutazione caso per caso e che soltanto chi si mette alla guida “incoscientemente” paghi in maniera severa.

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Obiettivo Terra

Ulivi che guardano e proteggono il Lago di Varano. Questo lo scatto con cui la fotografa foggiana Monica Carbosiero ha fatto vincere il Parco Nazionale del Gargano al concorso Obiettivo Terra¸ promosso dalla Fondazione UniVerde e dalla Società Geografica Italiana Onlus e volto a valorizzare il patrimonio ambientale e le peculiarità enogastronomiche, storico-culturali e sociali dei Parchi Nazionali e Regionali italiani. Monica Carbosiero ha vinto la menzione speciale “Madre Terra” assegnata alla foto più bella scattata da una donna nel 2016, Anno Europeo della lotta alle violenze contro le donne. La foto sarà oggetto della selezione per la mostra “Il mare: polmone blu del Pianeta” che sarà inaugurata il 31 maggio al Palazzo delle Nazioni Unite a New York in collaborazione con Marevivo e la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’ONU. La cerimonia di premiazione si svolta a Roma presso Villa Celimontana, proprio nel giorno in cui si celebra la 46ª Giornata Mondiale della Terra. A consegnare il premio all’autrice dello scatto il Presidente del Parco Nazionale del Gargano Stefano Pecorella. “Siamo davvero contenti per questo riconoscimento che premia ancora una volta il Gargano e il nostro Parco”, commenta Pecorella. “La foto di Monica Carbosiero, esalta la bellezza e la varietà del nostro territorio che ospita, accanto a foreste millenarie e coste mozzafiato, anche due laghi attorniati di ulivi, da sempre simbolo di una paesaggio incontaminato e di una tradizione, anche gastronomica, che si tramanda da generazioni”. La giuria di esperti, che ha fatto un’accurata selezione delle 1802 foto pervenute da tutta Italia, era composta da Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde; Filippo Bencardino, Presidente Società Geografica Italiana; Luigi Vicinanza , Direttore settimanale “l’Espresso”; Giovanni Valentini, Giornalista e scrittore; Giampiero Sammuri , Presidente Federparchi; Ottavia Ricci, Consigliere del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; Vincenza Lomonaco, Rappresentante Permanente d’Italia presso l’Unesco; Fulco Pratesi, Presidente onorario WWF Italia; Rosalba Giugni, Presidente Marevivo; Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano e Italo Clementi , Vice Presidente Nazionale FederTrek. Testimonial dell’edizione 2016 del concorso Obiettivo Terra è stata la conduttrice televisiva Tessa Gelisio.

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50&PIÙ ENASCO

DI FLOREDANA

ARNÒ

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PROFILI PREVIDENZIALI: SIMULAZIONI

Simulazioni di calcolo del trattamento di pensione

Busta arancione: proiezioni poco attendibili Le variabili che possono incidere sul futuro assegno pensionistico ette milioni di lavoratori privati stanno per conoscere quale sarà il loro futuro pensionistico. La busta arancione inviata dall’Inps mette a disposizione un documento che contiene la simulazione di calcolo del probabile trattamento di pensione sulla base dei dati registrati sull’estratto conto e la proiezione dei contributi che mancano al raggiungimento dei requisiti previsti. La campagna riguarda in maniera graduale (circa 150 mila lettere al giorno) i lavoratori dipendenti del settore privato (compresi i domestici), i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coldiretti) ex Inpdai, iscritti alla gestione separata, i ferrovieri, e altri fondi speciali e agricoli, mentre ai dipendenti pubblici la comunicazione viene acclusa nella busta paga. La busta arancione (dal colore del plico inviato ai cittadini svedesi già 20 anni fa) non è mai diventata realtà nel nostro Paese anche perché se da una parte consente all’assicurato di acquisire

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AVVOCATO

maggiore consapevolezza e trasparenza della propria situazione previdenziale, dall’altra le conseguenze non piacevoli potrebbero essere quelle di una diffusione di previsioni poco attendibili o, in prospettiva, di incassare una pensione inadeguata per garantirsi uno standard di vita più o meno analogo a quello tenuto durante gli anni di lavoro. Il tasso di sostituzione. Con il termine “tasso di sostituzione” si intende il rapporto tra l’ultimo stipendio/reddito e il primo importo di pensione. Secondo stime dell’Inps circa il 60% degli assicurati sta per ricevere sorprese negative, ovvero chi ha effettuato versamenti modesti o ha versato contributi a singhiozzo potrebbe avere un tasso di sostituzione anche inferiore al 50%. I calcoli contenuti nella busta non sono precisi in quanto le variabili di cui tener conto sono tante: la carriera lavorativa dell’interessato; la crescita del suo reddito; l’andamento del Pil (Prodotto interno lordo) e dell’inflazione. Un’ulteriore incognita da valutare è data dal fatto che il montante contributivo accumulato dall’assicurato viene rivalutato ogni anno in base all’andamento quinquennale del Pil. La media degli ultimi 10 anni di incrementi quinquennali è stata dello 0,2%, cioè in frenata e questo perché l’economia del nostro Paese cresce poco e quindi può garantire solo magre pensioni. Il servizio on line dell’Inps “La mia pensione” ipotizza, invece,

(Elaborazione 50&PiùEnasco - aprile 2016 – su dati Inps ) *Circa 43 anni di contribuzione versata **Circa 42 anni di contribuzione versata ***Circa 42 di contribuzione se donna e 43 anni se uomo ****Tasso di sostituzione: è il rapporto tra l’ultimo stipendio/reddito e il primo importo di pensione. un aumento annuo del Pil dell’1,5% con la possibilità di scendere all’1% ma non più in basso. Il Patronato per gli assicurati. E’ necessario fornire agli assicurati una strumentazione adeguata di consulenza sulla propria posizione e sulle misure da adottare. Esiste per questo un sistema di patronati, all’interno del quale 50&PiùEnasco opera da 50 anni – gratuitamente e su tutto il territorio nazionale – e permette ai lavoratori e pensionati di conoscere on line la situazione personale con la consultazione del proprio conto previdenziale, ma che in questa operazione così delicata non è stato coinvolto. E’ mancata una preventiva condivisione con l’Inps. L’operazione in atto, comunque, comporta un’attività significativa per il patronato,

quale: l’opportunità/necessità di segnalare e sistemare i periodi di contribuzione mancanti per cause diverse (non versamenti del datore di lavoro, contributi di vecchia data che non risultano nell’estratto conto); periodi di contribuzione figurativi non accreditati (foglio matricolare, disoccupazione, malattia, maternità, etc); importi retributivi e/o di reddito non corrispondenti ai valori effettivi; l’opportunità di ricevere una consulenza in merito alle possibili modalità e, fra queste, le più convenienti come il riscatto laurea, la regolarizzazione per omissione contributiva, il riscatto del lavoro all’estero; l’utilizzazione dei periodi contributivi accreditati in altre o più gestioni previdenziali come la ricongiunzione, il cumulo, la totalizzazione e il computo.

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DI

ELDA PANNIELLO

L’opposizione alla cartella di pagamento

Equitalia, buste che scottano Autotutela in caso di ricezione della cartella esattoriale uando si riceve una cartella esattoriale, per prima cosa bisogna verificare se in precedenza si è ricevuto la notifica del verbale di accertamento cui essa è riferita. A tal proposito è opportuno rivolgersi all’Ente creditore indicato nella cartella chiedendo di esibire l’originale della “relata di notifica” che nella maggior parte dei casi è costituita dalla cartolina di ritorno della raccomandata a/r firmata dal ricevente. Bisogna, infatti, controllare che la raccomandata non risulti consegnata a soggetti terzi (es. congiunti, conviventi, portinai, ecc.) e che la notifica non si consideri comunque avvenuta per compiuta giacenza. Una volta effettuati gli opportuni controlli, se risulta che il verbale di accertamento è stato notificato correttamente e non è stato tempestivamente impugnato, si sarà formato un valido titolo esecutivo che giustifica la pretesa di pagamento, pertanto l’emissione della cartella esattoriale sarà del tutto legittima. Tuttavia, anche in questi casi, possono esserci altri motivi di oppo-

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sizione, quali vizi formali oppure errori di notifica della cartella stessa. Si può dire che la notifica è un passaggio fondamentale di tutta la procedura di recupero delle somme dovute all’Ente creditore e la sua mancanza/tardività costituisce il principale motivo di contestazione da parte del cittadino-contribuente. Esistono, però, anche altri validi motivi di impugnazione della cartella esattoriale, ad esempio quando il ricorso al Prefetto è stato accolto per mancata risposta, oppure quando il trasgressore è deceduto (in base all’art. 7 della Legge n. 689/81 l’obbligazione di pagare le sanzioni amministrative non si trasmette agli eredi). In conclusione, se si riscontrano almeno uno dei motivi di annullabilità di una cartella esattoriale, il primo step da fare è sicuramente agire in autotutela, richiedendo con raccomandata a/r l’annullamento del debito iscritto a ruolo esponendo i motivi che giustificano la pretesa: questa è la via più semplice e immediata. Il debitore può impugnare la cartella davanti all’autorità compe-

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tente solo per lamentare la legittimità della procedura di riscossione e non per contestare il merito del titolo esecutivo su cui si fonda la cartella, a meno che dimostri di non essere stato posto in condizione di svolgere la propria difesa in una fase precedente. Avverso le cartelle esattoriali pertanto sono ammissibili i seguenti ri-

medi: opposizione ai sensi della L. 689/81 se si tratta di sanzioni al CdS, quando sia mancata la notificazione del verbale o dell’ordinanza ingiunzione impedendo così i mezzi di tutela previsti dalla legge riguardo gli atti sanzionatori; opposizione ai sensi del DPR 602/73 se si tratta di tasse e/o tributi; opposizione ai sensi dell’art. 615 c.p.c., quando si contesti la legit-

timità dell’iscrizione a ruolo per omessa notifica della stessa cartella o si adducano fatti sopravvenuti alla formazione del titolo; opposizione agli atti esecutivi ai sensi dell’art. 617 c.p.c., quando si deducano vizi formali della cartella, dopo che è iniziata l’azione esecutiva. L’azione di opposizione spetta ad ogni soggetto obbligato al pagamento della sanzione, sia egli debitore effettivo oppure obbligato in solido in possesso della notifica dell’atto ingiuntivo. In caso di erronea iscrizione a ruolo per la presenza di vizi sostanziali e procedurali o per prescrizione del debito, l’amministrazione che ha formato il ruolo, senza particolari formalità, può annullarlo d’ufficio in procedura di autotutela chiedendo all’esattore cui è stato trasmesso di cancellarlo dal ruolo. Questo procedimento, che può essere attivato su istanza dell’interessato, è una particolare forma di autotutela amministrativa della Pubblica Amministrazione che, riconoscendo il proprio errore, ha il dovere di annullare l’atto amministrativo viziato.


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cucina

Dalle cause alla possibile manifestazione del sintomo: i casi in aumento

Allergie e intolleranze: ammalarsi di cibo Cosa sono, come si manifestano e quali accorgimenti bisogna adottare ssistiamo a un dilagante aumento di casi di intolleranze e allergie alimentari, ritenute oramai delle vere e proprie “malattie”. In molti casi gonfiore intestinale, spossatezza, cefalea, disturbi intestinali, ne sono la spia più evidente. Le intolleranze sono una reazione avversa a un determinato cibo, mentre le allergie rappresentano una risposta patologica immediata: una modalità reattiva del sistema immunologico del nostro organismo. Tra le allergie emergono quelle al latte, uova, soia, frutta secca, pesce e crostacei. Gli alimenti suscettibili di reazioni sono definiti allergeni. Le intolleranze alimentari, invece, rappresentano l’incapacità dell’organismo di metabolizzare alcune sostanze; sono scientificamente riconosciute quelle al lattosio e al glutine. Per il lattosio corrisponde ad una carenza dell’enzima lattasi, preposto alla scomposizione del lattosio in glucosio e galattosio. Per il glutine è causata da una reazione alla gliadina, proteina presente nel grano, orzo e segale. Le manifestazioni sono molteplici e diversificate. Per le intolleranze possono verificarsi nausea, diarrea, stipsi, dermatiti, afte, eczemi e affezioni respiratorie; variazione di peso, inappetenza o eccesso di appetito, stanchezza cronica, ansia, insonnia, lievi depressioni sono gli ulteriori sintomi. Le allergie si manifestano sotto forma di reazioni cutanee, gastrointestinali, respiratorie, in taluni casi anche gravi, addirittura fatali. In caso di persistenza dei disturbi è consigliato richiedere il consulto di uno specialista – allergologo - che potrà giungere all’individuazione del problema attraverso una serie di analisi specifiche e test. Non è sempre detto che l’insorgenza diventi permanente: po-

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trebbe essere frutto di accumulo di tossine o alterazione della flora batterica intestinale, semmai conseguenti ad un periodo di particolare stress psico-fisico (ad esempio in viaggio). Basta un corretto stile di vita e un periodo di eliminazione dell’alimento incriminato per ritornare alla normalità. Purtroppo tra queste non possiamo annoverare la celiachia, ossia l’intolleranza al glutine. Riconosciuta come una vera e propria malattia, è una predisposizione genetica; si caratterizza per il malassorbimento dovuto a una reazione infiammatoria dell’intestino tenue, con atrofia dei villi intestinali, destinati a irreversibile scomparsa. La prassi alimentare da adottare, è l’eliminazione di tutti quegli alimenti che contengono glutine. Se per le altre intolleranze o allergie la loro esclusione non è eccessivamente complicata, nel caso del sog-

getto celiaco bisogna osservare alcune metodiche necessarie ad evitare possibili fenomeni di contaminazione. In particolare i pasti devono essere preparati in ambiente privo di polveri (farine), con pentolame ed utensili totalmente dedicati, compreso spugne e canovacci di cucina, tutti da riporre in apposito armadio. Va precisato che l’intolleranza al glutine varia da soggetto a soggetto, con conseguenze reattive differenti: da leggero disturbo o malore a casi gravi risolvibili solo in ambiente ospedaliero. La preparazione di pietanze per coloro che ne sono affetti, deve essere affidata a persone amorevoli e, fuori dall’ambiente domestico, responsabili e qualificate. E’ buona norma non sottovalutarne l’importanza, soprattutto nel caso della celiachia; è consigliabile consultare il Prontuario sugli alimenti e prodotti riconosciuti idonei per l’alimentazione del celiaco redatto dall’ l’A.I.C. (Ass.ne Italiana Celiaci). Il crescente fenomeno di allergie e intolleranze obbliga le aziende produttrici di alimenti alla segnalazione degli allergeni; leggere le etichette (ivi compreso i farmaci), deve divenire l’azione propedeutica all’acquisto o una preparazione alimentare. Quali le cause? Cibi sottoposti a troppi processi, fuori dalla stagionalità, animali allevati con sistemi intensivi ed eccessivo uso di antibiotici, un’agricoltura all’insegna di pesticidi ed anticrittogamici, farine raffinate ed eccessivamente proteiche, presenza di metalli pesanti, è sicuramente la risposta a tutte queste problematiche. In una frase: il malessere del benessere. A cura di Lucia Di Domenico e Giandomenico Pazienza, titolari della Masseria Didattica- Scuola di cucina e Agriturismo Posta Guevara.


tempo libero

Le basi di una scienza antica, che è anche la più moderna

Astrologia, la scienza della felicità Come i cambiamenti del cielo si riflettono sugli esseri viventi Astrologia è una scienza antica, ma anche la più moderna; di certo non è “superstizione”, e la persona che la conosce è già padrona del futuro. Perché Astrologia “esoterica”? Esotericos in greco significa interno, ovvero appartenente ad una saggezza antica, che ha messo in relazione la sfera interiore - la parte emozionale e immateriale dell’essere - con le leggi apparentemente soltanto fisiche che regolano l’Universo. Il modello astrologico tiene conto che la personalità sia influenzata da alcuni fattori principali. Sicuramente un fattore ereditario, non parliamo di geni, ma di schemi di comportamento che abbiamo visto mettere in atto dai nostri genitori, e dagli altri importanti, conosciuti nella nostra infanzia, quindi l’ambiente, il luogo di nascita. Una specie di fermo immagine di “Conio”,

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per capirci meglio. E fin qui ci siamo anche con la Psicologia della scienza ufficiale. La Psicologia esoterica tiene conto anche di una natura superiore, una parte sottile eterna e immortale, una sorta di coscienza dal significato ancora più sublime. Proprio su questa parte dell’essere - come sosteneva il “Motto d’Ermete” Come in alto, cosi in basso - intervengono quei cambiamenti che, dal cielo, si riflettono sugli eventi della Terra e quindi sugli esseri viventi. Esiste quindi una forza fisica, in strettissima relazione con quella sottile, una sorta di energia, di magnetismo. La terra stessa è un magnete, quindi non si fa fatica ad immaginare un’influenza sul campo magnetico dell’uomo. Se considerassimo ora anche il magnetismo solare, lunare e

di altri pianeti mille volte la massa terrestre (Giove) ci viene facile capire che è difficile sottrarsi a questa forza. Immaginate la Luna, le sue corrispondenze col ciclo ormonale delle donne, la gravità lunare che causa il fenomeno delle maree, come può non influenzare il bagaglio emotivo e mentale dell’uomo? Fino a due secoli fa le leggi inglesi riconoscevano delle attenuanti ai lunatici, che commettevano crimini nelle fasi di plenilunio, come una sorta di incapacità di agire derivante dall’influsso del disco bianco. Altri pianeti quindi anche se distanti, con i loro transiti hanno effetto sugli umani e sulla natura. Infine ci chiediamo, dopo tutto questo esiste un vero segreto per la felicità? Rispettare la legge “Universale”, la natura, aiutare gli altri, ma non tramite un piccolo gesto di donare

denaro ad uno sconosciuto, giusto per scaricarsi la coscienza, ma donare il proprio tempo che è il bene più prezioso. Saper riconoscere chi ha davvero bisogno di aiuto, e non lo chiede per dignità per vergogna, amici, parenti, persone del nostro quartiere, far del bene non deve per forza avere un sapore “esotico”. In altre parole cerchiamo di “ scoprire “ chi ha davvero bisogno di aiuto, gli “invisibili” non per forza quelli che rientrano già nei piani di assistenza delle istituzioni. Inoltre sfruttare i transiti positivi dei pianeti, per avere maggiore possibilità di successo nei

Ben trovate alla seconda uscita della nuova rubrica di Astrologia. Ringrazio le numerose lettrici che mi hanno rivolto parole di stima, in particolare Maddalena, del Capricorno che grazie ai consigli degli astri ha messo a frutto un ottimo investimento. Manca un mese al "Solstizio d' Estate" abbiamo pensato ad una sorpresa per tutte le amiche che verranno a trovarci in questo periodo. Regaleremo, a chi prenoterà un consulto, un strumento, semplice per trovare l'ascendente, il segno zodiacale che sorge a Oriente sull'orizzonte al momento della nascita. Sarà un gioco, divertente per cominciare a familiarizzare con l'Astrologia. Vi lascio all'oroscopo, e auguro a tutte le Donne del segno dei Gemelli un Buon Compleanno!

OROSCOPO

18 MAGGIO ARIETE 18 GIUGNO 2016 20 MARZO 20 APRILE

TORO Sono stelle che promettono bene in questo periodo, soprattutto dal 24 con una splendida Venere, rafforza le coppie, favorisce nuove conoscenze, purché si tenga a bada la gelosia. Riguardo il lavoro, sono favorite le attività autonome.

21 APRILE 20 MAGGIO

CANCRO Gli Ottimi aspetti di Giove, Mercurio LEONE

21 GIUGNO 22 LUGLIO

ti garantiscono buonumore, fiuto negli affari, se sei dipendente, prova a chiedere un cambiamento di mansione, ma non come un ultimatum, con calma, avrai soddisfazioni. L' Amore torna in primo piano, dopo un periodo da dimenticare.

23 LUGLIO 22 AGOSTO

È uno dei mesi più importanti dell'anno, considerato tanti pianeti favorevoli che transitano nel tuo segno. Il tuo fascino personale sarà alle stelle, puoi sfruttarlo per la sfera sentimentale, ma anche per ottenere qualche favore, nel lavoro. Armati di pazienza, Mercurio avverso renderà' difficile la Tua comunicazione. Attenzione alle giornate tra il 16 e 17 giugno, non entrare in collisione con capi e colleghi. In generale cominceranno a sbloccarsi situazioni, problemi legali e burocratici.

GEMELLI Sei un vulcano di idee grazie ad

21 MAGGIO 20 GIUGNO

Urano, ma poco praticabili soprattutto sulla Tua attività'. Ancora il quadrato di Giove dalla Vergine, porta ritardi. Le ostilità' di Marte, Saturno, Giove e Nettuno hanno portato non poco nervosismo. Dal 24/05 goditi Venere nel segno, il peggio e' passato.

quadratura di Marte ti ha VERGINE L'ostica resa un po indisponibile verso il partner, questo ha creato non poche tensioni. Inizia però adesso un periodo differente, sarai pervasa da un'enorme autostima, mai come adesso ti sentirai sottopagata, o se lavori in proprio, sentirai di non es23 AGOSTO sere apprezzata per l'impegno e la 22 SETTEMBRE qualità' che offri. Opportunità' ...

nostri piani di vita, nelle tre modalità principali: amore, denaro, equilibrio psicofisico. Quindi un caro saluto a chi ha avuto pazienza di leggermi fin qui. In conclusione: ogni tanto guardare in alto può schiuderci luminosi orizzonti, non trascurando mai i bisogni materiali, poiché anche di materia siamo fatti. Gran Maestro Eccelso Antonio Torre - Centro Ghost

Centro Ghost di Antonio Torre, 25 anni di esperienza in ASTROLOGIA ESOTERICA CARTOMANZIA. L’esperto analizzerà la situazione del tuo quadro astrale, e dopo aver consultato il libro più antico del mondo (i Tarocchi), ti indicherà la migliore via da seguire. ALTA PROFESSIONALITA’ E MASSIMA RISERVATEZZA

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BILANCIA Il mese delle rose ti porta una forte SCORPIONE Vuoi qualcosa, ma non sai cosa... Le SAGITTARIO

23 SETTEMBRE 22 OTTOBRE

CAPRICORNO

intesa con il partner, e diminuiscono le preoccupazioni. Sfrutta il mese di Giugno per superare prove, esami, mettiti in discussione per un lavoro, prepara il terreno, l'autunno sara' foriero di soddisfazioni. Anche chi lavora in proprio, amplierà' il suo raggio d'azione.

Il periodo e' sempre fortissimo, sul fronte lavorativo, e' chiaro che tutto va anche rapportato, ad un momento economico difficile, ma tu ti difendi bene. Approfitta a dare stabilita' ora a quello che fai, le occasioni che ti farai sfuggire, certamente non le re21 DICEMBRE cupererai in autunno quando nel tuo 20 GENNAIO cielo comparirà' qualche nuvola.

opposizioni di Venere e Mercurio ti rendono iperattiva, ma anche un po' incontentabile. Litigare per poi far pace, l'amore diventa passionale. Vieni da un 2015 non idilliaco per l'economia, furono messe a dura 23 OTTOBRE prova anche le coppie più solide. 21 NOVEMBRE Buone notizie in arrivo.

La disciplina ispirata da Saturno, ti proteggerà' da scelte sbagliate. Il periodo è di insofferenza, soprattutto per te che lavori a stretto contatto con famigliari, si acutizzano le preoccupazioni per i figli. Evita cam22 NOVEMBRE biamenti e discussioni sul lavoro, at20 DICEMBRE tendi un periodo più favorevole.

ACQUARIO Soprattutto le amiche nate a febbraio PESCI

21 GENNAIO 18 FEBBRAIO

risentiranno di un aspetto magnetico di Marte un po' nervoso. Attenzione agli equivoci ti sentirai incompresa. Non strafare i momenti di stanchezza si faranno sentire. Venere ti proteggerà' in amore, ad esclusione di quei casi in cui ti ostini a portare avanti un rapporto impossibile.

19 FEBBRAIO 19 MARZO

Sei pervasa dalla voglia di viaggiare, andare lontano. Il lungo passato economico sfavorevole, ( opposizione di Giove ) ha eroso le tue finanze. Venere in sestile ti renderà' più' radiosa fino al 24 Maggio. E' un mese di sblocco per le situazioni lavorative stagnanti, alcune volute altre forzate.

Via Stefano de Stefano, 23 71121 Foggia

Se pensi che un approfondimento ti possa aiutare a risolvere una situazione, non esitare a chiamarmi al +39 338 4171313 maggio - duemilasedici

Centro Ghost

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