6Donna #6 108

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focus Allarme furti Come difendere affetti & averi

politica Regione Puglia Più donne in Consiglio: tutte all’opposizione

SPECIALE Moda Stile e colore in spiaggia

Per la foto in copertina si ringrazia

SANITARIA PHARMAMEDICAL Viale Giotto 36/38 FOGGIA


editoriale

sommario Personaggio 5

di Maria Grazia Frisaldi Ci siamo. Ultimo numero di 6Donna prima dell’estate. Arrivederci a settembre, ma non prima di aver messo su 24 pagine che, in un certo senso, possano accompagnarvi e farvi compagnia durante l’estate ormai alle porte. Tra gioie e dolori della bella stagione, ovviamente. Tra le gioie vi è, ad esempio, la straordinaria avventura di una giovane giornalista foggiana, Graziana Morcaldi (Personaggio del Mese), e la sua vita in barca a vela, in giro per il mondo, con il progetto “La vuelta al mundo en 80 guitarras”; tra i dolori, invece, vi è l’allarme furti in appartamento, cui abbiamo dedicato il Focus di questo mese, inquadrando il fenomeno e suggerendo strategie per correre ai ripari. Ancora, spazio alla Politica, con un rapido zoom-out nei palazzi della cosa pubblica: da una parte il Comune di Foggia, dall’altro l’Ente Regionale di via Capruzzi e lo stuolo di consiglieri neo-eletti, alla corte del Sindaco di Puglia, Michele Emiliano. Tutto questo insieme alle Rubriche degli Esperti, agli approfondimenti in materia di Moda, Salute e Sociale. Insomma, come sempre, abbiamo cercato di confezionare per voi un numero ricco di spunti di riflessione, per leggere insieme la città e i suoi cambiamenti. Un piccolo spazio di questo editoriale vorrei riservarlo per “notizie interne” alla grande famiglia “6Donna-Publicentro”. Per quanto riguarda il magazine di genere, rinnoviamo l’invito a segnalare e proporre nomi di possibili candidate alla seconda edizione del Premio 6Donna. Da settembre, infatti, lavoreremo a pieno regime per omaggiare nuovamente, con un premio loro dedicato, le eroine di ogni giorno. Oppure, come amiamo definirle noi, donne ordinariamente straordinarie. Festa grande, invece, per il Gruppo Publicentro che poche settimane fa ha tagliato il traguardo dei 25 anni storia. La Publicentro (tra le tante cose “mamma” del free-press 6Donna) ha festeggiato le “nozze d’argento” con la città, un matrimonio suggellato anche attraverso il giornale che state per sfogliare. All’editore e imprenditore Franco Di Gemma e a tutto lo staff, i migliori auguri dalla redazione. Buona lettura e buona estate!

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Il sogno di Graziana Morcaldi: il giro del mondo in 80... chitarre

18 Rubriche Salute 21 Dimagrire... mangiando: l’elogio della lentezza

Focus 6 7

Allarme furti in casa: le vacanze dei ”topi d’appartamento” Affetti & averi: l’abitazione come una ”cassaforte”

Sociale 22 Adozioni internazionali, a Foggia arriva ”Enzo B”

Donare memoria: il valore dei nonni

Politica 8

Regione Puglia, più donne con i grillini

Rosa Barone Superstar: l’intervista

Speciale Moda 9 Moda Bimbi Piccoli in grande stile: tendenze di stagione

10 Moda Mare E’ tempo di Tropici! Lo stile sulla spiaggia

11 Moda Donna Ispirazione etnica:

13 Alimentazione One Love: il cruelty free sbarca in radio

Cucina&Dintorni 15 La bontà della sicurezza

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Al Femminile 23 La danza dolce con i bimbi in fasce, il flash mob di ”Mamme Arcobaleno”

Storia di Micol, “Cervellone” dal cuore green


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Al Villaggio Artigiani, laboratori di realizzazione di strumenti musicali, concerti e mostre

Con ‘Jaco’ è tutta un’altra musica L’associazione mira all’inclusione di giovani svantaggiati mediante percorsi formativi

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rosegue l’attività di promozione e sensibilizzazione dell’associazione di promozione sociale e culturale JACO, al Progetto pilota nazionale “La Pietra Scartata”. Il Progetto, finanziato dal PAC - Avvisi Pubblici “Giovani no-profit della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, attraverso il bando “Giovani per il sociale” 2012, mira a favorire l’inclusione sociale di giovani svantaggiati di età compresa tra i 14 ed i 20 anni, attraverso percorsi didattico-formativi che andranno dalla costruzione di strumenti musicali a partire da materiali di scarto, laboratori di liuteria, fino alla costituzione di una vera e propria orchestra giovanile. Si tratta di un grande segno di emancipazione del territorio e della nostra nazione, poiché potrebbe contribuire a convertire energie negative di cui alcuni giovani sono circondati, in energie nuove e brillanti. Anche se non formerà dei nuovi Mozart, almeno formerà nuovi membri di una società più civile. Nell’ambito delle attività legate al progetto, l’associazione Jaco ha organizzato, presso la propria sede in Via Tratturo Castiglione, 5 a Villaggio Artigiani, il 1° Contest Di Recycled Art, con laboratori di costruzione di strumenti musicali a partire da materiali di scarto, laboratori di costruzione della chitarra battente, un grande con-

In particolare il 2 luglio, a partire dalle 17:00, si svolgeranno i Sound Labs, aperti a tutti, dai bambini agli adulti di ogni età. Il 3 luglio, grande concerto dei Riciclato Circo Musicale, alle ore 21. Il secondo evento si terrà nei giorni 4 e 5 luglio, con la partecipazione di illustri Maestri della tradizione musicale e artigiana del Gargano, quali Salvatore Villani e Gabriele Or-

certo e una mostra temporanea di strumenti della tradizione musicale garganica. Il primo evento del contest si terrà nei giorni 2 e 3 luglio 2015, con la partecipazione straordinaria ed in anteprima per la città di Foggia, del noto gruppo “Riciclato Circo Musicale”.

lando. Il programma prevede, per il giorno 4 luglio 2015, dalle 18, un Laboratorio di costruzione di chitarra battente ed una conferenza con proiezioni di filmati e musica dal vivo; il 5 luglio, invece, l’associazione ospiterà la prima Mostra Temporanea di Strumenti musicali della tradizione garganica, della collezione del Maestro Etnomusicologo Salvatore Villani, a partire dalle 9 e per tutta la giornata, con ingresso gratuito. L’intera manifestazione è patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Puglia e dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Foggia. Per tutta la durata del Contest artistico sarà possibile iscriversi all’Associazione o rinnovare l’iscrizione per l’anno 2015.

Per la partecipazione è necessario prenotare al numero 329.8484102 Per maggiori informazioni:

www.facebook.com/jacoassociazione.foggia

Tangoterapia e Riabilitango, variazioni (scientifiche) sul tema

Il Benessere a passo di danza Le potenzialità terapeutiche e olistiche del tango argentino

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er favore, non chiamatela (solo) “danza”. Perché il tango argentino è molto di più. Non è solo un ballo di coppia, ma un’esperienza utile per la conoscenza di sé, un viatico per il benessere psico-fisico. Innumerevoli e scientificamente provati sono, infatti, i benefici che questa pratica può apportare al corpo e alla mente, anche come “terapia complementare”. Lo sa bene Antonella Salerno, presidente dell’A.S.D. “Libertango” sita in via Ciampitti, a Foggia, che si candida a diventare un importante polo di tangoterapia in Puglia, grazie ad una rete di medici e professionisti che sta pazientemente tessendo sul territorio. Il frutto di questa collaborazione è stato l’evento del 30 maggio scorso, che ha permesso di far conoscere alla cittadinanza la multidimensionalità del tango, evidenziandone l’aspetto medico e la valenza culturale. Maestra di tango argentino, Antonella Salerno è abilitata – detenendo l’esclusiva per le province di Foggia, Bat e Bari – all’esercizio del metodo “Riabilitango”, fondato da Marilena Patuzzo e sperimentato presso l’Ospedale San Giuseppe di Milano, e del “Metodo Trossero”, conosciuto anche come “Psicotangoterapia”.

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Mentre Riabilitango ha un approccio più fisico, e interviene in materia di coordinazione, equilibrio e postura; il secondo - che prende il nome dallo psichiatra che lo ha messo a punto - si concentra più sulla sfera psicologica ed emotiva mediante la terapia dell’abbraccio. Affiancata alle cure tradizionali, la tangoterapia è un valido supporto in ambito oncologico: mettersi in gioco nello spazio di un abbraccio, per ballare con l’altro e per l’altro, aumenta, infatti, il livello di benessere fi-

successo come “terapia coadiuvante” in diverse patologie o situazioni di disagio, per persone affette da problemi dell’equilibrio e del controllo della postura di origine ortopedica o neurologica, come Sclerosi Multipla e Morbo di Parkinson. “E’ soprattutto su quest’ultima patologia che si sono concentrati i maggiori studi scientifici - puntualizza - e con risultati sorprendenti”. Il tango argentino, quindi, è una valida risorsa di promozione della salute. Ma può essere anche un ‘toccasana’per le coppie. Non n e ce ss a r i a mente quelle in crisi. “Il tango è un dialogo. E in quanto tale presuppone un ascolto, ovvero una grande connessione uomo donna per la ricerca di un equilibrio per veicolare emozioni, stati d’animo e sentimenti”, spiega. “E questo avviene attraverso il linguaggio non verbale del corpo, una vera e propria ‘grammatica relazionale’”. Inoltre, durante lo studio del tango, bisogna essere necessariamente proiettati sul “qui ed ora” . Vivere il presente, insomma, e sviluppare di conseguenza sensazioni di benessere e positività

c h e possono essere utili anche a contrastare stati depressivi. Per la sua capacità di personificare le differenze culturali e il dialogo, dal 2009 il Tango argentino è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

“Il tango veicola emozioni, stati d’animo e sentimenti” sico, psichico e sociale, “costruendo” le basi solide e positive con le quali affrontare il percorso di cura della malattia. Del tango argentino, la Maestra Salerno ha esplorato tutte le latitudini e tutte le applicazioni verificando sul campo potenzialità ed opportunità. “Il Tango Argentino - spiega - è un mezzo potentissimo che si basa sull’improvvisazione e sull’interpretazione, lasciando libero sfogo alla creatività e alla personalità di ciascuno”. Il metodo Riabilitango, viene utilizzato con

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Per ulteriori informazioni e iscrizioni:

A.S.D. LIBERTANGO via Carlo Ciampitti, 38 - Foggia Tel: +39 389.8710100 www.asdlibertango.it info@asdlibertango.it libertangofoggia


personaggio a cura di Maria Grazia Frisaldi

L’avventura tra musica e mare della “Familia Flotante”: il ‘diario di bordo’

Il giro del mondo in 80… chitarre Graziana Morcaldi, giornalista foggiana e la sua vita in barca a vela: “Ogni giorno baratto la ‘sicurezza’, che maltratta i desideri, per la felicità”

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l racconto di un viaggio fatto di mare, musica e luoghi da scoprire. Il ‘diario di bordo’ di un’avventura straordinaria: quella de ‘La Familia flotante’ ed il loro progetto ‘La vuelta al mundo en 80 guitarras’, che tradotto è ‘Il Giro del Mondo in 80 chitarre’. Obiettivo della ‘Familia flotante’ - allegra comunità di giovani musicisti, una giornalista e una blogger, che vivono a bordo di una barca a vela - è quello di costruire ottanta strumenti musicali in quarant’anni: due all’anno, uno per ogni tappa. Ed essere, in un certo senso, i “custodi” della musica nel mondo. Ad annotare ogni passo, ogni tappa di questo progetto che da Fuerteventura - ultima tappa in ordine di tempo - punta dritto a Capo Verde entro ottobre, e in Brasile entro dicembre, è una giornalista foggiana: Graziana Morcaldi, trentenne di San Giovanni Rotondo. E’ lei che scrive, racconta e fotografa il progetto-tour nato da un’idea del liutaio Hector e della fidanzata Vero-

Graziana Morcaldi

nica, al quale poi si sono uniti anche percorso a tappe tra doveri e responsaGraziana ed il suo compagno, il batteri- bilità, fra rinunce e piccole amarezze, sta Riccardo. Ed è sempre lei che ci rac- “perché non si può vivere come si vuole, conta come il suo lavoro si è trasformato bisogna accontentarsi”. Siamo andati oltre questo cliché fuggendo obbligain una grande avventura. Graziana, come è iniziato questo zioni che spegnerebbero il talento in nome di un’etica in viaggio? Come ti cui non ci riconosei legata alla Familia flotante? sciamo. La Familia La barca è un mezzo; la musica è Flotante non è un codice. Qual è altro che l’obiettivo-ultimo del l’unione sponta‘Giro del Mondo in nea di sognatori 80 chitarre’? che, condiviL’obiettivo è dendo la stessa viaggiare per il filosofia di vita, mondo portando con hanno deciso di La Familia Flotante noi tutto quello che rendere straoramiamo: l’arte e la dinario il loro presente, costruendo giorno per giorno musica. Il Giro del Mondo in 80 chitarre il loro domani. Quello che ci caratterizza nasce dall’amore di due persone speè la scelta di vivere unicamente per le ciali - Héctor e Veronica - che hanno lanostre passioni che sono l’arte, la mu- vorato duro per rendere possibile il loro sogno. Insieme hanno ristrutturato la sica e il viaggio. Quali sono i principi che loro barca a vela e insieme hanno preso animano questa avventurosa la via del mare, lasciandosi guidare dal comunità? Com’è la vita in vento e dall’istinto, lasciandosi alle spalle la stabilità di una vita che non vagiro per il mondo? Siamo animati dal deside- lorizzava i loro valori semplici e genuini. rio comune di preservare la Navigando sono giunti alle Canarie dove nostra felicità, che ha più im- ci siamo conosciuti, unendoci al loro portanza di qualsiasi “sicu- grande viaggio. Da qui La Familia Florezza”. L’esperienza di vita tante. Da una paese di provincia di Foggia che stiamo sperimentando ci insegna, infatti, che la sicu- all’oceano: sembrerebbe un bel salto rezza che può derivare dal de- nel buio. Cosa ti manca e cosa, invece, naro e da tutto ciò che è non ti manca affatto della tua vecchia materiale maltratta i desideri, vita? Quello che non smette di stupirmi giustificandosi in una stabilità che piuttosto che arricchire quando torno in Italia è il confrontarmi indebolisce la creatività, spe- con l’insoddisfazione e il malcontento gnendola lentamente, in un che leggo negli occhi di troppa gente e percorso lento ma irreversi- di troppi giovani. Sembra siano in attesa bile. Abbiamo trovato una che la vita cominci dimenticando di vicrepa nel muro delle obbliga- vere l’attimo e dimenticando di essere zioni e abbiamo scelto un felici, che dovrebbe essere l’unica obblicammino ignoto con un’unica gazione per noi tutti. D’altronde, come ci costante: il sole. Il sistema ci ricorda Einstein: “Non pretendiamo che ha convinti che la vita sia un le cose cambino se continuiamo a fare

le stesse cose”. cando sempre di più il “bello”. Poi la vita Come sono scandite le giornate a mi ha regalato una Familia, un amore bordo di una barca a vela, in mezzo al- grande e la possibilità di averla con me l’oceano? in un lungo viaggio senza date di scaLa vita in barca a vela è scandita da denza. Era talmente bello da terrorizritmi lenti che ti costringono a fare i conti zarmi, ma soprattutto ho dovuto con madre natura che ha sempre l’ul- imparare a viaggiare e vivere in una pictima parola sull’organizzazione e sul cola comunità, con ritmi diversi e molto viaggio. Bisogna saper attendere le cor- più lenti, e per me che scappavo sempre renti e gli alisei. Sei tu al servizio della da una parte all’altra come un fulmine, natura e mai il contrario, dunque la è stato tutt’altro che facile. Gli anni di riprima regola è lasciare fuori lo stress e cercata solitudine che avevo alle spalle la fretta. Per viaggiare in barca a vela bi- mi hano aiutato a suo tempo a conosogna avere il tempo, e noi abbiamo scermi a fondo, ma con la Familia Flotutto il tempo del mondo e ne assapo- tante ho dovuto presentarmi riamo ogni minuto, lasciandoci dondo- nuovamente a me stessa e fare i conti lare dalle onde e dalla buona musica, con tante piccole lacune che avevo nelche non manca mai. l’anima. Tutto lascia pensare ad una avvenVeronica è per me una maestra di tura straordinaria e, diciamolo, invidia- vita. Mi cibo della sua calma e della sua bile. Ma suppongono che insidie e le saggezza, entrambe apprese in mare, e imparo da lei ogni giorno. La sua predifficoltà siano dietro l’angolo… Se non ci fossero senza ha il potere di le difficoltà sarebbe tranquillizzarmi e utopia. La differenza acquietare le mie è l’approccio con cui ansie, che a volte torsi affrontano e si sunano, e i miei timori, perano. Noi viviamo la mia impazienza, i ogni situazione, miei bronci. La vita bella o meno piacemi ha regalato quevole che sia, con un ste persone meraviforte atteggiamento gliose e inattese che positivo, perché conhanno stravolto tutto sapevoli che è la il mio mondo, colorandolo con colori strada giusta e la faLa Familia Flotante tica, così come le difche non credevo esificoltà, sono dei stessero, e ho fatipassaggi necessari per crescere e ap- cato al principio a credere che tutto era prendere. Le burrasche, poi, hanno un reale e che stava succedendo a me. “Me sapore dolce-amaro quando le affronti lo merito?” mi sono domandata centinaia di volte, fino a quando ho smesso di mano per mano con chi ami. Cosa ti sta insegnando la Familia chiedermelo e ho cominciato a valorizflotante? In cosa oggi ti senti più “ricca”? zarlo con tutta la mia anima. “Nel caso La Familia Flotante mi ha messo di in cui non dovessi meritarlo farò in modo fronte a tutta una seria di miei limiti per- ogni giorno di esserne degna”. Ognuno sonali, alcuni dei quali mi erano comple- dei miei compagni di viaggio della Famitamente estranei. Anche prima ero stata lia è fondamentale per la scuola di vita una nomade, in giro per città e paesi sotto le stelle che ogni giorno mi regala stranieri e avevo conosciuto varie forme un nuovo insegnamento, una nuova di solitudini, affinando la vista e ricer- emozione, un nuovo tramonto.

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focus

aa cura cura di di Maria Maria Grazia Grazia Frisaldi Frisaldi

Estate, periodo “caldo” in tutti i sensi: nessuno può ritenersi immune. I dati

Le vacanze dei “topi d’appartamento” E

’ l’incubo di molti. Rientrare a casa dopo una vacanza, dopo una giornata di lavoro, o dopo una veloce commissione - e trovarla messa a soqquadro, violata, profanata. Perché la possibilità di rimanere vittima di un furto in appartamento accomuna tutti. Ricchi e poveri, residenti in condomini o in villette unifamiliari. Sfatato il mito della “sicurezza” dei piani alti: anche gli attici, oggi, possono essere colpiti dai malviventi, non più semplici “topi d’appartamento”, ma ladri acrobati specializzati oppure esperti di chiavi adulterine (così vengono definite dai tecnici), che entrano direttamente dalla porta d’ingresso senza generare rumori molesti e senza colpo ferire. Sfatata anche la giustificazione, che sfocia nell’autocommiserazione, del “non colpiranno mai me, non ho nulla di buono da offrire”, perché - e la città di Foggia lo dimostra ogni giorno - per certi ladri seriali (o altri alla prime esperienze) è meglio un colpo povero ma facile, che uno ricco ma rischioso o particolarmente complesso. Il periodo “caldo”, in tutti i sensi, è quello ormai alle porte: l’estate, quando le case, i condomini e le città si svuotano. Non importa per quanto tempo: per colpire basta anche lo spazio di una giornata al mare. Eppure - va precisato il fenomeno è sempre grave e preoccupante, ma è in flessione rispetto agli anni passati, in modo inversamente proporzionale rispetto al pacchetto di insicurezza, allarme e timore generato nella popolazione. REALTA’ E PERCEZIONE. Insomma, per semplificare, l’allarme è ancora alto, i dati iniziano a calare mentre la percezione di pericolo dei cittadini continua a salire. E non a torto, perché correre ai ripari e prevenire è l’unico modo per dormire sonni tranquilli. Per spiegare questa dicotomia basta pensare a quanto avviene per la crisi economica. Realtà e percezione camminano su binari paralleli, ma non alla stessa velocità, non in sincrono. La crisi economica (o, nel caso specifico, l’emergenza furti in appartamento) viene inizialmente accusata solo dalle banche (o nel caso di specie vittime e forze dell’ordine); inizia ad essere avvertita dalla popolazione solo quando raggiunge il suo culmine e le esperienze dei singoli si rincorrono di condominio in condominio oppure affollano le pagine di cronaca dei giornali. La percezione massima di pericolo giunge nel momento in cui il fenomeno accenna a calare. Si tratta di processi molto lenti, motivo per il quale c’è tutto il tempo per organizzarsi e tutelarsi. I ‘NUMERI’ DEL FENOMENO. I dati forniti dalla questura di Foggia, in tal senso, parlano

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chiaro: i furti in appartamento, nella sola città di Foggia, dal 2013 al 2014, sono calati da 717 a 582. Un dato confermato, in media, anche nel primo quadrimestre dell’anno in corso: 128 da gennaio ad aprile, contro i 177 casi registrati nel quadrimestre dell’anno precedente. Lo stesso parametro resta stabile se allargato all’intera provincia: 1783 i furti in abitazione registrati nel 2013, 170 in meno nel 2014. Dall’inizio dell’anno al 30 aprile, invece, i furti in abitazione sono stati 401, ovvero 150 in meno rispetto allo stesso quadrimestre dell’anno precedente. Questo per quanto attiene il fenomeno specifico: la famiglia dei furti, infatti, si apre ad accogliere 14.729 casi in provincia di Foggia nel 2013 (tra furto con strappo, su auto, in esercizi commerciali) e 14.202 nel 2014. La media si mantiene stabile nel primo quadrimestre del 2015 con 4569 casi registrati. Il dato si ferma a 1982 considerando i “colpi” registrati nella sola città di Foggia. LE “TECNICHE” USATE. Impossibile fare una casistica specifica. La città di Foggia, infatti, offre una vasta campionatura al riguardo. Ogni mondo è paese e ogni ladro - sia egli impegnato in un’azione solitaria o in gruppo - ha una sua teoria e una sua tecnica: la più gettonata, ultimamente, è quella delle chiavi adulterine, dispositivi meccanici ed elettronici in grado di doppiare, direttamente nella toppa della serratura, il profilo di qualunque chiave di tipo “a doppia mappa” o “a farfalla”. In questo modo aprire una porta blindata è un gioco da ragazzi. Restano sempre in

L’identikit dei malviventi e le tecniche d’attacco: tra ladri acrobati o maghi delle chiavi adulterine, in azione anche durante matrimoni e funerali auge i furti con scasso ed effrazione e risultano, in percentuale, più sporadici quelli messi in atto da ladri funamboli, veri professionisti nel settore. Meno utilizzata la tecnica del buco, perlopiù riservata ai furti nei depositi delle attività commerciali. MATRIMONI E FUNERALI. Nei giorni di festa e nei giorni di lutto. Quando la mente è rivolta a gioie o dolori bisogna prestare attenzione anche alla propria abitazione. Se l’estate è il momento maggiormente a rischio, nel resto dell’anno non bisogna abbassare la guardia. Anzi. Molti dei furti registrati in città, infatti, sono stati messi a segno in corrispondenza di queste due tipologie di eventi. I fiori davanti alla porta o i manifesti funebri, per i topi d’appartamento, infatti, costituiscono un chiaro segnale di “via libera” per malintenzionati. Fondamentale, in tal senso, è la collaborazione con vicini e dirimpettai, in grado di monitorare costantemente cosa accade negli spazi comuni, condominiali e non, e in caso di furto o tentato furto, allertare per tempo le forze di polizia. Ancora, è opportuno lasciare sempre un duplicato delle chiavi di casa a una persona di fiducia che andrà informata, quando ci si assenta da casa, della propria partenza e della data prevista per il rientro, lasciando un recapito sicuro per essere sempre rintracciabili in caso di bisogno. Sperando che quella telefonata non arrivi mai.

L’IDENTIKIT DEL LADRO La Polizia di Stato traccia quattro profili di ladri-tipo, catalogandoli per grado di esperienza, modalità di azione (metodica o a “macchia di leopardo”) e obiettivi da centrare. •Ladri occasionali: sono malfattori che traggono il proprio sostentamento da espedienti e misfatti vari. Individuano occasionalmente e in maniera estemporanea l’abitazione da derubare, senza alcun piano premeditato. Hanno particolare dimestichezza con porte e serrature. •Topi d’appartamento: spesso sono minorenni, e vengono utilizzati da terze persone per questa loro caratteristica, allo scopo di ottenere un trattamento penale meno afflittivo nel caso in cui fossero scoperti. Anch’essi hanno grande abilità, oltre che nell’introdursi all’interno di edifici condominiali, nell’aprire porte e cancelli, con effrazione o altri espedienti.

•Ladri acrobati: una percentuale significativa di furti in abitazione viene realizzata da parte di malviventi specializzati nell’arrampicarsi sulle facciate delle case approfittando di balconi, grondaie, appoggi vari. Costoro solitamente entrano da finestre o portefinestre che scardinano o aprono aiutandosi con attrezzi d’uso comune: trapani, ganci, cesorie, piede di porco, flex. •Bande specializzate: un settore particolarmente agguerrito tra i ladri di abitazione è costituito da bande organizzate e con grado molto elevato di specializzazione, che agiscono avvalendosi di una organizzazione e di idonei equipaggiamenti. Spesso agiscono “in trasferta” e si appoggiano a basisti del luogo. Studiano con anticipo i colpi da realizzare, individuando gli obiettivi, gli orari, le abitudini di vita delle vittime mediante sopralluoghi.

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

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focus Serrature “intelligenti” contro lo spauracchio delle “chiavi bulgare”

Affetti & averi, la casa come una ”cassaforte” La criminalità si evolve, le soluzioni anti-effrazione pure. E c’è chi brevetta il defender ”corazzato“

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’ un esperto di serrature scassinate. Nella sua carriera ne ha viste a migliaia, ma non è certo un topo d’appartamento. Al contrario: il suo obiettivo è quello di contribuire a difendere le abitazioni da qualunque tipo di intrusione, con soluzioni all’avanguardia che siano sempre un passo in avanti rispetto alle innovazioni/evoluzioni della criminalità. Domenico D’Addario (in foto), per gli amici Mimmo, da 36 anni è a capo di una delle aziende leader nel settore di porte blindate. Così, per spiegare le possibili falle di una serratura, si affida all’esperienza. In pochi semplici gesti, ne smonta e rimonta più di una, tra quelle più comuni, indicandone gli eventuali punti di forza e le possibili défaillance. E passa in rassegna defender, cover, cilindri, catenacci e chi più ne ha, più ne metta. Scegliere una porta blindata non è una decisione da prendere a cuor leggero. Tutt’altro. C’è tutto uno studio dentro la toppa di una serratura. E D’Addario, studiando le effrazioni più comuni commesse, ne ha brevettate alcune a prova di ladro. Portano il suo nome e sono vendute in tutt’Europa, ma lui preferisce parlare di idee e non di invenzioni. “Il segreto di tutto è la continua ricerca del know how, di soluzioni sempre più efficaci a garantire sicurezza e creare ciò che ancora non c’è”, spiega. Così, ad esempio, è nato il prototipo del defender corazzato, brevettato dall’azienda foggiana e sul mercato da gennaio 2015 come ultimo ritrovato in materia di sicurezza. In questi 36 anni, l’azienda è cresciuta dal punto di vista di commissioni, dal punto di vista del personale impiegato (ad oggi, sono 14 i dipendenti) e dal punto di vista tecnico. Non a caso, D’Addario è entrato a far parte dell’Ersi –

IL GRANDE FRATELLO

Esperti Riferme Serrature Italia. “Perché la sicurezza viene prima di tutto”, spiega. “E’ un investimento sull’incolumità personale propria e su quella dei propri cari”. Oggi come oggi, puntualizza, c’è tanta confusione e disinformazione. Soprattutto in materia di chiavi europee. Che siano più sicure di quelle a “doppia mappa” (in voga 40 anni fa e ancora oggi largamente diffuse) è fuori d’ogni dubbio. Ma non sono jolly. A seguito dell’impennata di furti in abitazione registrata - “una vera e propria escalation”, spiega, “in città è fobia” - la popolazione si è divisa in due gruppi: quelli che sono ricorsi ad una frettolosa sostituzione delle serrature in loro possesso e quelli che “tirano a campare”, convinti che non finiranno mai nel mirino di ladri. Nel primo caso, il più delle volte, ci si è rivolti a dopolavoristi o amanti del fai-da-te, acquistando profili europei generici o commerciali nei grandi magazzini, dai bassi parametri anti-effrazione. “Ma queste sono soluzioni poco efficaci: è necessario affidarsi ad un professionista (a Foggia ce ne sono più d’uno) per avere la certezza di acquistare la serratura giusta per la tipologia di porta in proprio possesso, dagli adeguati parametri anti-effrazione e assicurarsi un lavoro di ancoraggio e di messa in opera adeguati al livello di sicurezza richiesto”. Lo spauracchio di molti è costituito dalla cosiddetta “chiave bulgara”, una chiave adulterina in grado

di fungere da passe-partout per le serrature a doppia mappa. I filmati in rete mostrano quanto sia semplice utilizzarle. E pensare che anche quello è un brevetto Made in Italy. “L’ha inventata un italiano, in forza ai servizi segreti: veniva utilizzata per aprire le cassette di sicurezza nell’ambito delle indagini. Alla sua morte questo congegno è finito nelle mani dei servizi segreti bulgari e poi qualcuno ha pensato bene di utilizzarlo per altri scopi. Trasformarlo in business”, spiega D’Addario. Vent’anni fa, la “doppia mappa” era la chiave più sicura. Oggi è quella più vulnerabile. La criminalità si è evoluta e parallelamente anche il mondo dei serramenti. Le chiavi europee hanno così innalzato i livelli di sicurezza, escogitando tecniche anti-effrazione sempre più sofisticate, anti-bumping e anti-picking, due tecniche messe a segno per forzare le serrature a cilindro. Vastissimo lo scenario che si apre tra la serratura e la porta: in materie di “blindate”, infatti, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dalle porte con le cerniere a scomparsa (impossibili quindi da recidere) a quelle con spioncino con camera incorporata, dalle serrature meccatroniche (che uniscono i criteri della meccanica a quelli dell’elettronica, decidendo ‘quando’ e ‘da chi’ la porta può essere aperta) a quelle trasponder, che consentono di ‘armare la porta’ in automatico, attivando la fuoriuscita e il rientro dei chiavistelli. Tutti modi per difendere la propria casa e mettere affetti e averi in una “cassaforte” a quattro mura e un tetto.

Presto 66 videocamere a ”sorvegliare” la città

Una sorta di “Grande Fratello” in città. Sessantasei occhi elettronici per un sistema di controllo capillare delle principali strade cittadine. L’Amministrazione comunale cala la carta più alta sul tavolo dove si gioca la partita per la sicurezza. E punta a migliorare e potenziare il sistema di videosorveglianza in città. Sono attualmente in tutto dieci le videocamere in funzione: 2 collocate in viale XXIV maggio, 4 in corso Giannone, 2 in corso Cairoli, 2 in corso Vittorio Emanuele. Si tratta di un sistema di videosorveglianza

moderno, che ha visto aumentare sensibilmente la qualità delle immagini prodotte. “Un passo in avanti significativo, sia in termini di dislocazione territoriale sia dal punto di vista del supporto alle attività investigative condotte dalle forze dell’ordine”, spiega il sindaco Franco Landella. “Un modo per dimostrare concretamente il sostegno del Comune di Foggia nella lotta ai fenomeni criminosi, anche con riferimento agli episodi di microcriminalità che allarmano la popolazione”. A “regime” saranno in tutto 66 le videocamere attive sul territorio.

I CASI • 24 maggio 2015 Sabato sera shock per una coppia di foggiani. Tornati a casa hanno trovato i ladri in azione. E’ accaduto in una villetta su due livelli in via del Salice Nuovo, alla periferia di Foggia. I malviventi stavano rovistando nei cassetti della camera da letto, quando sono stati sorpresi dai proprietari. Sono poi fuggiti, bottino in mano, dalla porta di servizio della cucina, non prima di esplodere un colpo di pistola in aria a scopo intimidatorio. Trafugati oggetti d’oro e altri preziosi. • 6 gennaio 2015 Un colpo da professionisti e dal bottino ricchissimo. E’ quello consumato in un appartamento al quinto piano di via Papa, a Foggia, mentre i proprietari di casa - avvocato lei, imprenditore edile lui - erano fuori per la settimana bianca. I malviventi sono entrati dalla porta d’ingresso, un lavoro "pulito" e silenzioso - da professionisti, appunto - per un colpo studiato nei minimi dettagli: si sono diretti subito verso la cassaforte dalla quale hanno prelevato, con l'ausilio di una fiamma ossidrica, denaro contante, orologi e gioielli di alta oreficeria e di alto pregio (una ventina tra Rolex e Cartier e, tra gli altri preziosi, un diamante da 5 carati), per un valore di centinaia di migliaia di euro. • 10 settembre 2014 Hanno forzato la porta d’ingresso e hanno portato via argenteria, gioielli e altri oggetti preziosi per un valore complessivo di circa 80mila euro. E’ il ricco bottino del furto messo a segno al terzo piano di una palazzina di viale Michelangelo. Un doppio-colpo per le vittime di furto, colpite non solo sul piano economico, ma soprattutto su quello sentimentale. L’appartamento svaligiato, infatti, era disabitato da alcuni giorni per l’avvenuta morte della proprietaria, ma i malviventi non hanno esitato a portare via tutti i suoi ricordi custoditi in una cassaforte: denaro e gioielli in oro e diamanti che hanno fatto schizzare il valore del bottino a quasi 80mila euro.

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politica

Da tre a cinque nei banchi del Consiglio, sono tutte all'opposizione

a cura di Mariangela Mariani

Regione Puglia, più donne con i grillini Corso Garibaldi

Alla fine del primo anno Landella boccia e promuove, non tanto gli assessori quanto i partiti. Sotto esame durante la campagna elettorale per le regionali, la sua maggioranza ha aspettato i "quadri" per più di due settimane, con gli assessori ancora in carica senza deleghe. Salva l'attività amministrativa, ma i rapporti vanno in subbuglio. Dopo il giro di consultazioni il sindaco stava per fare di nuovo di testa sua, ma i partiti hanno tirato il freno a mano. A chi non andava giù l'ingresso dei fittiani, pur sempre ex forzisti, Fratelli d'Italia che minacciava la ritirata, i "piccoli" che accampano pretese e i "grandi" che non arretrano. Blindati Sergio Cangelli, amico fidato - ma visti i precedenti con Ciccio D'Emilio il rapporto amicale non costituisce una garanzia -, Francesco Morese, braccio destro del sindaco, e Anna Paola Giuliani. Su Erminia Roberto cala la protezione del Nuovo Centro Destra di Franco Di Giuseppe. Non ci sono santi per Sergio Lombardi e Antonio De Filippis. Ha aspettato il suo turno Bruno Longo, che ha fatto il nome di Claudio Amorese, il genero. A dettare le condizioni Forza Italia: tre assessorati, carta bianca e non si scende, con Gabriella Grilli e Gianni De Rosa che per due mesi in Giunta rischiano di giocarsi il posto da eletti. E si pone pure il problema delle donne, con Jenny Moffa che paga pegno per le intemperanze di Giuseppe Mainiero. Quando suona la campanella è già estate.

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oteva andare peggio, eppure gli analisti liquidano come un fallimento l’operazione parità guardando l’altra metà del cielo di Puglia. Nel firmamento ci sono praticamente solo stelle. Se non fosse per i grillini, di donne in Consiglio regionale manco a parlarne. E vatti a fidare di un centrosinistra che ha contribuito ad affossare la proposta di legge 50 e 50 e che non ha eletto neanche una consigliera. Era già scritto in quella sonora bocciatura. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno: su cinquanta consiglieri le donne sono cinque, una in Forza Italia e quattro tra i Cinquestelle al loro debutto. A sorpresa, aumentano rispetto alla precedente consiliatura proprio grazie ai pentastellati e siedono tutte nei banchi dell’opposizione. Prima erano tre, e all’epoca i consiglieri eletti erano settanta. I pronostici della vigilia, calcolando il numero ridotto degli eletti, non ne davano certo più del passato, quanto piuttosto in numero inferiore. Il democraticissimo sistema grillino dà un’altra lezione ai partiti maschilisti e salva la rappresentanza di genere in aula. A rimediare una figuraccia è piuttosto l’attuale maggioranza e Michele Emiliano (in foto) ha già promesso di metterci una pezza a co-

lori con la composizione di una Giunta più rosa in seconda battuta, dopo la necessaria modifica allo statuto che consenta di nominare cinque donne e cinque uomini. Parapatta e pace. Insistente, circola il nome di Patrizia Lusi, la capolista foggiana PD che il Governatore aveva sponsorizzato. Le continuano a fischiare le orecchie, nominata in questa campagna elettorale quanto Elena Gentile, l’eurodeputato che a parte la sconfitta cerignolana ha giocato la sua partita anche a livello regionale: checché ne dica il Governatore è intramontabile. I ritardi nella proclamazione degli eletti, legati anche al pasticcio della trascrizione della legge elettorale sul Bollettino Ufficiale senza emendamento riallinea-seggi, fanno slittare il varo del nuovo esecutivo targato Emiliano. I foggiani scalpitano: si preparano le new entry Raffaele Piemontese e Paolo Campo del PD, Napoleone Cera dei Popolari, e Rosa Barone dei Cinquestelle. Sono già lì Leonardo Di Gioia (Emiliano

Sindaco di Puglia), Giannicola De Leonardis (Movimento Schittulli) e Giandiego Gatta (Forza Italia). I rumors riportano in Giunta l’assessore al Bilancio uscente, senza altre chance per la Capitanata, anche perché il Sindaco di Puglia promette un esecutivo ridotto a sette poltrone. Le rivendicazioni del Partito Democratico potrebbero non trovare accoglimento. I grandi esclusi, intanto, si leccano le ferite, alcuni beffati da una legge elettorale che taglia fuori la campionessa di consensi Loredana Capone con 12mila preferenze (pronta a rientrare dalla finestra come assessore) e i candidati governatori Francesco Schittulli e Adriana Poli Bortone. Quello che Vendola aveva definito “mostro giuridico”. Chi se n’è fatta una ragione è Michaela Di Donna, ma non intende disperdere un patrimonio di 7448 preferenze. A mezzo manifesti, la candidata di Forza Italia ringrazia e annuncia che la sua avventura continua con “Disegniamo il domani”. Sempre che sia più roseo e più rosa.

Rosa Barone Superstar M5S al lavoro: l'unica presenza femminile foggiana in via Capruzzi

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chi la ferma più. Il contachilometri di Rosa Barone, la consigliera regionale della porta accanto, non smette di girare dopo il 31 maggio. Ha passato una campagna elettorale da fare invidia, divertente, quasi spensierata, rimettendoci praticamente soltanto la benzina. E se l’è sudata. Per tutti un’amica, una faccia pulita. Le 5079 rose sparse per la Capitanata sono state una bella iniezione di fiducia. Oggi quando le chiedi cosa prova ti risponde che è entusiasta. Parla sempre al plurale. È uno dei sette portavoce-consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle eletti in Puglia. Non ha ancora varcato la soglia di via Capruzzi eppure la sua agenda è strapiena: non c’è tempo da perdere per i grillini nostrani. In meno di tre settimane, Rosa Barone ha incontrato Andrea Trisciuoglio dell’Associazione LapianTiamo per la cannabis terapeutica, ha partecipato alla riunione del Comitato contro il baffo di Borgo Cervaro, poi Conferenza di Servizi sull’inceneritore di Marcegaglia. Ha girato i

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meetup della provincia, è arrivata anche a Bisceglie per la manifestazione davanti alla Casa Divina Provvidenza, sta lavorando al ricorso al Tar contro le trivellazioni e a Foggia visita i quartieri al buio con gli altri pentastellati per l’evento “Illuminateci”. San Marco La Catola, San Severo, Orta Nova. A Rignano per Grotta Paglicci. Primo impegno preso con il radicale Trisciuoglio: “La sua battaglia sarà la nostra - ha detto a margine di uno dei suoi primi incontri Era nel nostro programma per la sanità”. Siete già pronti a partire. Si è fatta un’idea di quella che sarà l’attività al suo insediamento? Porteremo avanti sicuramente una legge sui tagli dei costi della politica e poi le istanze dei territori che ci arriveranno volta per volta.

Oltre alla cannabis terapeutica, c’è un altro progetto che riguarda i regi tratturi. Controlleremo i bilanci, ci sono tante cose da fare una volta entrati, però chiaramente oggi essendo fuori non abbiamo neanche tanto l’idea di come muoverci. Cosa avverte intorno a lei da quando è stata eletta? Ci sono molte aspettative, la gente ripone in noi tanta fiducia, mi scrive, anche desiderosa di partecipare. Non so se capiti agli altri. Le persone chiedono di sapere, apprezzano che io scriva quello che faccio, dove andiamo. Le rendo partecipi, penso che sia importante. C’è molto entusiasmo, in tutte le fasce d’età. Dai giovani agli anziani. Come donna, avverte la responsabilità di essere una delle poche elette? No, perché per noi è normale.

Mi fa strano che gli altri non ne abbiano. Però non ho una responsabilità diversa o maggiore secondo me. È strano che non siano riusciti a eleggerle, ma del resto loro fanno le liste ad hoc per eleggere l’uno piuttosto che l’altro, noi invece lasciando libertà a chi sceglie abbiamo più possibilità, probabilmente, di essere scelte. C’è stata un’apertura a Emiliano da parte del Movimento 5 Stelle... No, non è un’apertura. Noi abbiamo soltanto detto che volevamo incontrarlo per parlare, perché via tweet o via messaggi è complicato. Volevamo un incontro per avanzare le nostre proposte, soprattutto quelle riguardanti le primarie per la scelta degli assessori, che lui aveva proposto durante la campagna elettorale. Noi abbiamo già preso i curricula degli assessori possibili. Il Movimento continuerà a rifiutare l’assessorato? Non c’è motivo perché ci sia un assessorato. Soprattutto quello all’ambiente che è la patata bollente. A maggior ragione quando Emiliano ha vinto col 47 %: i pugliesi vogliono che governi lui.


moda bimbi a cura di Dalila Campanile

TENDENZE DI STAGIONE

PICCOLI, in grande stile Ironico, classico, ricercato e fantasioso? Scegli l’outfit ideale per il tuo bambino

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nche l’armadio dei più piccoli necessita del cambio di stagione: per rendere questa incombenza meno noiosa ai genitori basta un po’ di shopping; le proposte delle nuove collezioni primavera/estate infatti, sono un inno allo stile e al colore. Sarà facile mettere d’accordo grandi e piccini: anzi, forse saranno proprio i grandi a prendere l’ispirazione dallo stile kidswear. Scommettiamo che i quattro mood che vi proponiamo piaceranno anche a mamma e papà? Scopriteli tutti.

ICONICO La linea kidswear della Paul Frank è la soluzione per chi vuole osare con un look fotocopia genitorifigli. Abbigliamento, pigiameria, mare e accessori: su ogni superficie c’è Julius, la simpatica scimmietta simbolo del noto brand americano. Colori vivaci e stampe simil-fumetto sono alla base di uno stile ironico e spensierato: nell’armadio di un bambino moderno non può mancare una t-shirt Paul Frank da sfoggiare nel “mood” vacanze estive.

RAFFINATO

MARINARO Non solo al mare. Lo stile marinaro conquista anche la città: non a caso il bianco, il blu e il rosso sono i colori passpartout dell’estate e stanno bene anche ai più piccoli. L’abbigliamento proposto dal brand spagnolo Tutto Piccoli fa di questi tre colori il fulcro della collezione primavera/estate. Gli abbinamenti però non sono mai scontati: righe e pois, quadretti e ruches, profili a contrasto, per combinazioni ad alto tasso di personalità.

Cerimonia in vista? Scopri le proposte di Mash Junior. Nella collezione estiva ci sono anche capi eleganti pensati per piccole dame e ometti bon ton. Piacerà a tutte le mamme l’abito con maniche corte e gonna a ruota ricoperta di fiori di pizzo; il dettaglio vezzoso è la cintura in vita. Per i maschietti giacca blu con revers classiche e camicia bianca impreziosita da firma del brand a contrasto, in grafia corsiva, una finezza che conquisterà i papà.

FANTASTICO E’ un omaggio alla fantasia la nuova collezione firmata Bòboli. Colori vividi, natura fiabesca e personaggi estrapolati dall’immaginazione di ogni bambino campeggiano su abiti e t-shirt: anche se i tessuti e le forme rispettano i dettami modaioli previsti per gli adulti, nell’essenza dell’abbigliamento si respira la spensieratezza della fanciullezza. Disegni stilizzati, trame oniriche, dettagli teneri: dalla fatina allo squalo, ogni outfit è una nuova storia da raccontare.

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moda mare

Tropici! STAMPE E COLORI SHOCK: SONO LA COPPIA FORTE DELLA STAGIONE PIÙ BELLA

Borse, borsine, pochette: tutto oro quello che luccica Borsa in ecopelle effetto metallico specchiato. Collezione “Capsule” by Elenoire Casalegno per Giò Cellini

Le tinte forti sono le protagoniste assolute quest’estate sulle spiagge. La declinazione più ludica e divertente? L’ispirazione che arriva dai Tropici. Frutta, fiori, animali, ma anche paillettes ed effetti pepita. Tanto amati anche dalle vip Un selfie con le stelle Allegri, coloratissimi e anche molto amati dalle vip nostrane. Sono i bikini 4giveness. Fumetti in stile pop up, fantasie fiorate e frutti sono le fantasie che richiamano le colorate spiagge brasiliane

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Gli articoli in foto sono disponibili presso il Temporary Store LEONIE MODE


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LE STAMPE FOLK Le volumetrie sono ampie: anche quest’anno sono di gran moda le gonne e gli abiti lunghi, i caftani e le camicette svolazzanti come proposte dal brand Annarita N. Su tessuti così accoglienti il monocolore è sprecato: meglio sfoggiare anche le stampe folk: fiori, fantasie geometriche o animalier. Unica accortezza: dosare gli accessori.

SC AMO

moda

a cura di Dalila Campanile

ACCESSORI DA SQUAW Per completare un outfit etnico non possono mancare borse morbide in camoscio con frange. Orecchini piumati e collane vistose di perline contestualizzano anche l’abito più semplice. Anche se si indossano abiti lunghi il sandalo ultraflat è di nuovo un musthave dell’estate, ma se non vuoi rinunciare al tacco i sandali in suedé frangiati sono il top.

I DETTAGLI ETNO-CHIC Anche l’abbigliamento più classico può essere ravvivato da contaminazioni etniche. Candide camicette fanno a meno dei bottoni e si legano con corde piumate, le maniche corte a pipistrello sono decorate da frange. Le scollature sono impreziosite da stringhe a vista che ricordano le tende degli indiani d’America.

P E N S AT I P E R T E

I SALDI di

ANGELA F BOUTIQUE

prossimamente... FOGGIA, Piazza Giordano, 47 - Via Tugini, 13 giugno - duemilaquindici

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“ONE LOVE”, il cruelty free sbarca in radio Il programma radiofonico dell’estate per il mondo ‘Vegan’ a cura di Angela Dalicco LA FREQUENZA Radio Albatro nasce nel 2010 a Torremaggiore e in poco tempo, grazie alla qualità della programmazione offerta, riesce a raccogliere consensi e ascolti in tutta l’Italia diventando, fra le altre cose, radio partner del Summer Jamboree di Senigallia, l’annuale manifestazione dedicata agli anni ‘50 che attira appassionati e propone artisti da tutto il mondo. Grazie alla trasmissione via internet, anche tanti italiani all’estero ascoltano l’emittente, ormai vicina al compimento del suo quinto anno di attività. “One Love” è una nuova sfida, una finestra aperta sulla società.

La filosofia “vegan” sbarca in radio, con un programma dedicato a tutti i suoi seguaci. Perché anche il mondo della musica e dell’informazione può scegliere di essere cruelty free. A casa, in auto o dove si vuole sarà possibile posizionare il cursore sulla stazione di Radio Albatro, a pochi chilometri da Foggia, e scegliere il programma “One Love” pensato per tutti i vegani, vegetariani, simpatizzanti della materia e non solo. Un programma di intrattenimento ma anche di informazione, che potrà fungere da spunto di riflessione anche per quanti non

sono vegani o vegetariani ma vogliono capire il mondo che li circonda, o per quanti vorrebbero diventarlo ma preferiscono prima ampliare le loro conoscenze in proposito. Ancora, spazio a rubriche di benessere naturale, ricette, eventi, ospiti: ogni settimana la speaker Lilac Aysel terrà compagnia al pubblico con un’ora di approfondimenti, notizie, novità, appuntamenti, interviste e, ovviamente, l’immancabile selezione musicale della radio di Capitanata. Il programma andrà in onda per tutta l’estate, ogni mercoledì alle 10, per otto puntate, con replica ogni giovedì alle 21:00.

VEGETARIANI O VEGANI? Realtà affini, ma differenti. Due stili di vita, altrettante convinzioni che vengono ancora confuse o considerate erroneamente equivalenti. Spesso vengono associate, ma la differenza è sostanziale. I vegetariani rifiutano la carne, ma consumano altri prodotti di origine animale e loro derivati, quali latte o uova. I vegani, invece, rifiutano e quindi non consumano alcun tipo di alimento di origine animale. I vegani puri, ad esempio, non consumano neanche il miele, es-

sendo quest’ultimo un prodotto delle api. Non si tratta di “dieta” o di “regime alimentare”. In questi casi, infatti, alla base di tutto vi sono precise convinzioni etiche, scientifiche e morali. Quello ‘vegan’ è un esercito in crescita in Italia: ilSole24Ore, tramite il rapporto Eurispes 2014, conta 4,2 milioni vegetariani (+15% in un anno), ma le associazioni hanno numeri più elevati: 7 milioni, di cui 700mila vegani. Tra questi ultimi, soprattutto donne: sono tutti animalisti

ferventi, puristi della tavola e scelgono deliberatamente di non utilizzare nessun prodotto derivato dallo sfruttamento o dall’uccisione degli animali. Per loro, trascorrere una serata in un pub o un ristorante, acquistare cosmetici, accessori e capi di abbigliamento non è semplice. Sono poche le attività commerciali e della ristorazione pienamente “attrezzate” per soddisfare questo tipo di richiesta. Per tutto il resto, invece, c’è la rete.

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cucina&dintorni Al ristorante “Leonardo in centro” piatti sani e gustosi

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a Leonardo in centro la sicurezza dei clienti viene prima di tutto. Nella cucina di corso Garibaldi 42, lo chef Leonardo Pillo si attiene scrupolosamente ai protocolli sanitari per quanto riguarda la conservazione della sua materia prima: il cibo, che quotidianamente acquista con occhio esperto prediligendo i sapori della stagionalità e poi conserva con metodologie che ne dimezzano lo spreco. La sua regola principale? “Abbattere” tutto quello che passa nelle sue pentole usando l’abbattitore di temperatura: strumento che in un ristorante non può assolutamente mancare. Ecco perché.

Chef Pillo, cos’è un abbattitore di temperatura e quali sono i suoi vantaggi? E’ uno strumento di raffreddamento rapido in grado di portare in breve tempo, circa 90 minuti, la temperatura dei cibi caldi da quella di cottura a quella di 3 °C al cuore. Un prodotto abbattuto risulta essere in regola dal punto di vista igienico sanitario e consente di limitare gli sprechi: non devo gettare via il cibo

La bontà della sicurezza Il segreto dello chef Leonardo Pillo: “Mai senza l’abbattitore”

dopo pochi giorni come sarei costretto a fare con un prodotto raffreddato a temperatura ambiente. Studi scientifici inoltre hanno dimostrato che la carica batterica di un cibo abbattuto viene ridotta al minimo rispetto al metodo classico. Esistono dei limiti per l’uso dell’abbattitore? Non posso farne più a meno, praticamente tutto quello che cucino viene prima passato nell’abbattitore.

Posso abbattere anche cibi già cotti, posso utilizzarlo per i prodotti sottovuoto per cui utilizzo il metodo di cottura del sacchetto a norma in cui il cibo rilascerà tutti i suoi umori. L’abbattitore presente nel mio ristorante si può regolare su ben tre te m p e ra ture, una italiana e due estere, anche questo strum e n t o ovviamente deve essere a norma con i parametri esistenti in merito. Qual è la differenza tra un abbattitore e un comune congelatore domestico? L’abbattitore abbatte in maniera rapida la temperatura sia nel raffreddamento che nel congelamento:

questo evita la formazione di cristalli di ghiaccio che invece si formano quando un prodotto viene conservato nel congelatore domestico. I cristalli di ghiaccio forano il cibo e quando si sciolgono portano via con sé preziosi liquidi che, in cottura, renderanno il cibo più secco e asciutto. Come si conserva l’eventuale cibo abbattuto? Un prodotto cotto e abbattuto può essere conservato fino a cinque giorni in una temperatura di circa quattro gradi. Dopo l’abbattimento provvedo ad apporre un’etichetta sul prodotto per avere un memorandum personale nonché per agevolare un’eventuale ispezione sanitaria, così facendo rendo anche tracciabile lo stato di conservazione del cibo. L’abbattitore è diventato noto ai più perché rende commestibile il pesce crudo…

E’ stata proprio una circolare del Ministero della Sanità a stabilire che il pesce prima di essere servito deve essere abbattuto per eliminare il pericolo di intossicazione da parte del parassita “anisakis”, che vive nell’intestino del pesce, soprattutto quello azzurro, come merluzzi, sarde e alici. Grazie all’abbattitore oggi si possono gustare salmone, tonno, pesce spada e tante altre specie crude senza paura di spiacevoli conseguenze. E per chi vorrebbe provarci a casa? Sconsiglio vivamente di mangiare alici marinate, magari anche acquistate nei negozi, se prima non si ha la certezza che siano state abbattute. Evitare di cimentarsi in preparazioni con il pesce crudo se non si dispone di un abbattitore: meglio informarsi prima sulla possibilità di acquistarne uno domestico se proprio si prediligono questo tipo di ricette.

C.so Garibaldi / P.zza Siniscalco Ceci (Fianco Municipio) - Foggia (FG) Tel. 0881.021575 - Cell. 340.1922435 www.leonardoincentro.it - info@leonardoincentro - facebook.com/leonardoincentro

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Rischi delle diete fai-da-te: i consigli della dottoressa Annamaria Conte

salute

Dimagrire… mangiando: l’elogio della lentezza l corpo umano come un castello di carte: l’equilibrio deve essere perfetto. Basta un piccolo intoppo - un elemento carente o, al contrario, sovrabbondante - per far crollare tutto. Nel caso specifico, l’elemento destabilizzate per l’organismo può essere una dieta sbagliata, esageratamente carente o inadatta alle nostre esigenze per grippare il funzionamento del nostro metabolismo. Ne abbiamo parlato con la dottoressa AnnaMaria Conte, dietologa-omeopata (in foto). Dottoressa Conte, perché bisogna evitare le diete fai-da-te? La dieta non è una procedura standard, uguale per tutti. Prima di stilare un piano nutrizionale, noi medici dobbiamo valutare una serie di fattori: si parte da uno screening clinico, con esami specifici fondamentali per inquadrare il funzionamento del metabolismo del paziente e lo stato di salute generale. Poi vanno valutate tante altre variabili che attengono allo stile di vita. Le diete fai-da-te, invece, tendono solo ad eliminare: non solo il superfluo, ma anche alimenti e sostanze fondamentali per la nostra sopravvivenza. Qual è la differenza tra ‘dietologo’ e ‘nutrizionista’? Il dietologo è un medico, laureato in medicina e

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chirurgia e poi specializzato in dietologia; può fare una valutazione clinica del paziente, stilare piani nutrizionali per persone con patologie specifiche e prescrivere esami ed eventuali farmaci. Il nutrizionista, invece, quasi sempre è un biologo specializzato; il suo ruolo è fondamentale nella diffusione delle buone pratiche dell’educazione alimentare. Ci sono delle spie che possono farci capire che stiamo sbagliando strada (e dieta)? In linea di massima, se si segue una dieta molto carente c’è rischio di anemizzarsi, perdere i capelli e avvertire debolezza, fino a svenire; con una dieta iperproteica si rischia di danneggiare i reni; se c’è una predisposizione al diabete e seguiamo una dieta ricca di carboidrati rischiamo di spianare la strada alla malattia.

I CONSIGLI DELL’ESPERTO STUDIO DI MEDICINA ESTETICA E DIETOLOGIA • “Bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno (circa 8 bicchieri) e depurare l’organismo con tisane a base di melissa, finocchio e ananas o spremute di pompelmo”. • “Evitare di mangiare mele a fine pranzo: sono ricche di carboidrati, che si andrebbero a sommare a quelli di pasta e pane”. • “Diffidare di pane e pasta integrali: nella maggior parte dei casi sono amalgamati con strutto o altri grassi. Nel dubbio, scegliere il riso integrale, tale in natura”. C’è un rapporto tra intolleranze alimentari e aumento di peso? Purtroppo sì. Ogni volta che assumiamo l’alimento nocivo - le intolleranze più diffuse sono al lattosio e al glutine - la bilancia segnerà 300 grammi in più. In definitiva, dimagrire è possibile? Ovviamente sì, ma mangiando. Si possono ridurre le quantità, ma non va tolto il cibo dalla tavola. Una dieta fatta in modo serio, con l’aiuto di un professionista, porta percentuali di successo del 90%. I tempi devono essere però lunghi: le diete-flash non esistono.

DOTT.SSA ANNAMARIA CONTE ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI FOGGIA

SERVIZI:

• Diete Personalizzate • Test per intolleranze alimentari • Trattamenti omeopatici • Trattamenti anticellulite (Cavitazione ad ultrasuoni e Mesoterapia) • Trattamenti con radiofrequenza per tonificare viso e corpo • Trattamenti con ossigeno per rivitalizzare viso e corpo • Trattamenti con Tecar (Tecarterapia) per algie post-traumatiche da fratture e lesioni tendinee

Via Rosati, 137 - Foggia Via Santa Lucia, 40 - Lucera Tel. 0881.549614 - Cell. 349.8305045


SPECIALE

“FINANZIAMENTI AGEVOLATI PER FARE IMPRESA”

Per l’avvio di attività imprenditoriali da parte di disoccupati e persone in cerca di prima occupazione così come per l’ampliamento di società sono operative diverse tipologie di bandi per l’ottenimento di finanziamenti agevolati con contributi a fondo perduto: oggi analizziamo nel dettaglio il bando “microimpresa”. SOGGETTI BENEFICIARI

PROGETTI FINANZIABILI

• chi intende avviare un’impresa di piccola dimensione in forma di società di persone (sono ESCLUSE ditte individuali, società di capitali, cooperative, società di fatto e società con unico socio)

• produzione di beni e fornitura di servizi (anche studi di consulenza) con esclusione dei settori del commercio, produzione primaria di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, acquisto di veicoli per il trasporto di merci su strada da parte di imprese che effettuano trasporto di merci su strada per conto terzi • l’investimento complessivo non può superare € 129.114,00 (IVA esclusa)

REQUISITI • almeno la metà numerica dei soci deve essere maggiorenne e non occupata alla data di presentazione della domanda e deve risiedere nel territorio nazionale • la sede legale, operativa e amministrativa deve essere ubicata in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia • non può avvalersi di questa agevolazione il titolare di rapporto di lavoro dipendente (a tempo determinato e indeterminato, anche a tempo parziale) e di contratto di lavoro a progetto, intermittente o ripartito, chi esercita una libera professione, il titolare di partita IVA anche se non movimentata, l’imprenditore (familiari, nel caso di impresa familiare, e coadiutori di imprenditori), l’artigiano, il soggetto in cassa integrazione

tuire con mutuo agevolato da rimborsare in 5 anni con rate trimestrali posticipate dall’anno successivo a quello di apertura dell’attività (totale mutuo € 74.211,66) • per l’ottenimento del finanziamento non sono richieste garanzie di alcun tipo • il finanziamento viene erogato su presentazione di fatture non pagate (non occorre anticipare alcun costo)

SPESE AMMISSIBILI AGEVOLAZIONI • agevolazioni finanziarie per gli investimenti per l’importo massimo di € 129.114,00 • agevolazioni finanziarie per il 1° anno di gestione (canoni di locazione, utenze, materie prime, ecc.) per l’importo massimo di € 30.000,00 • servizi di sostegno nella fase di realizzazione e di avvio dell’iniziativa • es.: se viene richiesto un finanziamento di € 141.114,00 (€ 129.114,00 per gli investimenti + € 12.000,00 a titolo di rimborso spese), il 50% del detto finanziamento (€ 70.557,00) è a fondo perduto ed il restante 50% (€ 70.557,00) è da resti-

• beni ad utilità pluriennale come attrezzature, macchinari, impianti e allacciamenti • beni immateriali a utilità pluriennale • ristrutturazione di immobili entro il limite del 10% del valore degli investimenti • materiale di consumo, semilavorati e prodotti finiti • utenze e canoni di locazione per immobili • oneri finanziari (con l’esclusione degli interessi del mutuo agevolato) • prestazioni di garanzie assicurative sui beni finanziati • attrezzature e macchinari possono essere anche usati

Studio di Progettazione Finanziaria facebook: www.shootyourtarget@hotmail.it cell. 338 2834434 - 347 7763752

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in poche parole

CHIRURGO PEDIATRICO

MARIA NOBILI

Dolori addominali ricorrenti Le infezioni gastrointestinali possono favorirne l’esordio

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DI

Una patologia a metà strada tra pediatra e chirurgo pediatra

SOS olio di palma

Attenzione a cereali, cracker, biscotti, snack, creme spalmabili, merendine e gelati industriali. Ma anche ai prodotti per la primissima infanzia: dal latte di proseguimento ai biscotti che si sciolgono nel biberon. Assumere cibi che contengono olio di palma è una scelta che potrebbe portare a conseguenze gravi per la salute. L’ulteriore conferma arriva da uno studio italiano: l’olio di palma - dicono le Università di Bari, Padova e Pisa, in collaborazione con la Società Italiana di Diabetologia è in grado di distruggere le cellule del pancreas che producono l’insulina. Nello studio portato avanti da Francesco Giorgino, professore dell’Università di Bari e coordinatore della ricerca, e come riporta il sito de Il Fatto Alimentare, questo provoca danni irreversibili a carico del sistema cardiovascolare e il diabete mellito. “La proteina p66Shc - ha spiegato il professor Giorgino all’Adnkronos - è un potente induttore di stress ossidativo a livello cellulare. Agisce promuovendo la formazione di specie reattive dell’ossigeno, che sono in grado di danneggiare e uccidere le cellule. E funge anche da amplificatore di altri fattori in grado di promuovere lo stress ossidativo, quali l’iperglicemia nel diabete e un aumento della produzione di fattori coinvolti nell’infiammazione”. L’olio di palma non è solo dannoso per la salute, ma anche per l’ambiente: infatti lo studio ha coinvolto anche le più importanti associazioni impegnate nella difesa dell’ambiente, dal WWF a Greenpeace. La palma da cui si estrae questo olio è coltivata soprattutto in Indonesia e Malesia. Per produrre quest’olio vengono distrutti molti spazi di foresta tropicale. Nel ‘95 la percentuale era scesa già e si pensa che si azzererà entro il 2020. Nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione il WWF ha chiesto ai consumatori di prestare più attenzione ai prodotti che si portano a casa. Meglio per l’ambiente (e per la salute) scegliere un prodotto oil free. Irma Mecca

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a patologia a carico dell’apparato gastroenterico è molto frequente in età pediatrica e si manifesta con una serie di condizioni caratterizzate da una variabilità di sintomi che comprendono il vomito, il rigurgito, il dolore addominale, la diarrea e la stipsi. Una condizione molto frequente è costituita dai dolori addominali ricorrenti (DAR) termine che non rappresenta una diagnosi ma semplicemente una definizione. È stata evidenziata in bambini che soffrono di DAR funzionali la presenza di iperalgesia viscerale e di un particolare tipo di onde peristaltiche del tubo gastro-enterico associate a dolore, definite come stimoli motori migranti. Infezioni gastrointestinali pos-

sono favorire l’esordio del problema che poi riceve rinforzo dall’ambiente e dallo stress. Il dolore addominale funzionale non è quasi mai periombelicale, è episodico, non in concomitanza con i pasti e raramente è causa di risveglio notturno. L’esame obiettivo è negativo e la crescita nella norma. Spesso questi bambini hanno un ottimo rendimento scolastico, sono impegnati in molteplici attività scolastiche ed extrascolastiche o in alternativa sono presenti problematiche familiari importanti che spesso sono sotto-stimate dai genitori. L’approccio clinico si basa su un’accurata anamnesi e su un attento esame obiettivo. Vanno esclusi, anche rivolgendo domande specifiche ai familiari, i segnali di allarme (dolori periombelicali, dimagramento, infezioni intestinali, febbre, diarrea, perdita di sangue con le feci, vomito persistente, stitichezza ostinata), che quando presenti, impongono indagini più approfondite. In assenza di questi segnali e con un esame obiettivo ed una crescita nella norma, sono sufficienti per una diagnosi di DAR funzionali esami minimi quali emocromo, indici di flogosi,

esame urine, urinocoltura, screening sierologico della celiachia. L’ecografia addome va riservata solo ai casi in cui esiste un sospetto diagnostico di patologia a carico dell’apparato genito-urinario (cisti ovariche o malformazioni renali, calcoli) o delle vie biliari. Nel sospetto di una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI), l’esame ecografico serve per valutare lo spessore delle anse intestinali. Se le caratteristiche del dolore suggeriscono la presenza di un’ulcera peptica è necessario ricor-

rere ad esami endoscopici. Quando il dolore si localizza a livello epigastrico associato a sintomi dispeptici nel bambino, ma soprattutto nell’adolescente deve essere esclusa una gastrite associata ad infezione da Helicobacter pylori con o senza ulcera duodenale, una malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE), un

esofagite eosinofila. Importante è escludere anche in età pediatrica l’uso eccessivo di farmaci anti-infiammatori non steroidei (paracetamolo, ibuprofene, ketoprofene). Un breve ciclo di terapia antisecretiva (antagonisti H2 o inibitori di pompa protonica), può essere di aiuto. Se i DAR si associano a scariche diarroiche che risolvono il dolore, presenza di meteorismo, distensione addominale, sensazione di evacuazione incompleta, alternanza di diarrea e stipsi, con esame obiettivo e crescita nella norma, esami di laboratorio normali, il bambino presenta una sindrome dell’intestino irritabile. Deve essere verificato se esiste un consumo eccessivo di bevande zuccherate e si cura con i probiotici (fermenti lattici). Una particolare condizione che si verifica nella fascia di età fra i 6 e i 36 mesi è la diarrea cronica aspecifica: colpisce soprattutto i maschi si tratta di una diarrea acquosa con presenza di elementi in digeriti. In genere non sono evitabili, considerata la preoccupazione familiare, indagini di primo livello con esami colturali e parassitologici delle feci e lo screening sierologico della celiachia.

DA SINISTRA GIOVANNI PAPA, TIZIANA CARELLA E CLAUDIA GIRARDI (*)

Il ‘punto’ sulla manifestazione, in attesa della parata del 4 luglio, a Foggia

Pride, l’importanza di andare oltre le apparenze Il fine dell’evento: celebrare le differenze ed affermare le ‘identità’

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luglio 2015: Foggia Pride. Per prepararci a comprenderlo e a viverlo, proviamo a spiegarvi, al di là dei luoghi comuni, in cosa consiste e quali messaggi veicola questo evento che vedrà la nostra città principale protagonista del Puglia Pride. Dunque, cos’è il Pride? Partiamo dalla sua storia. La nascita di manifestazioni legate al bisogno del riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali si colloca in un periodo storico - quello della fine degli anni ’60 - caratterizzato da un grande fermento culturale e sociale. Ai movimenti femministi, studenteschi, hippies di quegli anni si aggiungono le manifestazioni delle persone LGBT. Il denominatore comune era la necessità di creare un contesto aperto alle differenze. Questo, dunque, è il senso della sua nascita, che prende il via da un fatto storico, noto come Moti di Stonewall. Nel giugno 1969, a Stonewall, la comunità omosessuale si sollevò contro la brutale chiusura, da parte della polizia di New York, di un locale gay, in seguito alla quale seguirono tre giorni di scontri caratterizzati da violenze.

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In merito a quanto accaduto, il poeta della Beat Generation, Allen Ginsberg, si espresse con una frase pregnante: “I gay hanno perduto quel loro sguardo ferito”, alludendo alla nascita di un processo di liberazione dagli atteggiamenti vittimistici e di emarginazione che avevano caratterizzato le persone omosessuali sino a quel momento. A seguito dei moti di Stonewall, anche nel resto degli Stati Uniti ci furono manifestazioni che con il tempo assunsero le forme di quello che oggi è conosciuto come Pride. Questa manifestazione, nel corso degli anni, si è diffusa in modo capillare in tutta Italia fino ad arrivare ad un’onda pride che ha portato quasi ogni regione ad organizzare eventi di questo tipo. Ma perché manifestare così apertamente? Uno degli stereotipi più comuni intende questa manifestazione come un atto di pura provocazione e di esibizionismo. In realtà, una prima risposta più critica e corretta a tale quesito, la si trova nelle parole della giornalista Jill Johnston la quale affermò, già nel lontano 1973, che “La

parola chiave è come out (uscire fuori). Uscire fuori dal nascondiglio. Trovare la propria identità. Celebrare la propria sessualità”. Il termine Pride, tradotto comunemente in italiano con la parola “orgoglio”, ha generato numerosi equivoci poiché spesso è stato inteso come “superbia”. A tal proposito la traduzione più corretta è “fierezza” (ossia il contrario della vergogna), termine che rimanda più chiaramente all’idea di accettazione personale e liberazione da una condizione di emarginazione. Il Pride è espressione dell’affermazione della complessità e degli infiniti intrecci tra le diverse aree dell’identità sessuale, da noi sottolineata negli articoli di questa rubrica. Oggi, parlare di Pride significa, in maniera più vasta, celebrare le differenze ed esprimere i diritti civili comuni e non solo quelli di una minoranza. In sostanza significa celebrare apertamente la propria identità con dignità. Difatti il movimento Lgbt, negli anni è andato esprimendo sempre più il bisogno di riconoscimento sul piano

civile discostandosi dai cliché che continuano a identificare le persone omosessuali solo in base all’espressione della propria sessualità. Il 4 luglio si terrà a Foggia, per la prima volta, la parata finale del Puglia Pride 2015, evento conclusivo a seguito di due mesi, quelli di maggio e giugno, che vedono importanti iniziative promosse dalle associazioni Agedo e Arcigay. Tali momenti informativi e formativi si pongono l’obiettivo di promuovere una cultura delle differenze, all’interno della quale le persone possano rapportarsi ad esse in maniera libera e curiosa, senza quell’alone di paura spesso legata all’incontro con l’altro, diverso da noi. Come tali, esse possono essere un’occasione di crescita personale e sono rivolte all’intera cittadinanza. Il Pride è di tutti, di tutti coloro che credono in una società più giusta, che includa e valorizzi le differenze invece di emarginarle. Quindi, porta anche tu la tua differenza. Diceva Gregory Bateson “La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza”. Questa è la sfida, sei pronto a provarci?

(*)Tiziana Carella, psicologa e psicoterapeuta; Giovanni Papa e Claudia Girardi psicologi e specializzandi in psicoterapia

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 AVVOCATO Evitare delusioni o vere truffe: cosa c’è da sapere

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DANIELA MURANO

in poche parole

Vacanze: un sogno, non un incubo! Il turista non è privo di tutela: ecco come difendersi

È

in arrivo il tanto atteso periodo estivo per cui tantissimi pensano al modo in cui trascorrere le meritate giornate di ferie. Sempre molto diffusa è l’abitudine di rivolgersi ad un’agenzia di viaggi che propone in vendita i cosiddetti pacchetti turistici all inclusive a fronte di un prezzo dalla stessa prestabilito. Si tratta di contratti di viaggio turistico in cui, a fronte del pagamento del prezzo, l’agenzia è tenuta non solo ad assicurare il trasporto ed il soggiorno del turista nella località prescelta ma anche ad organizzare tutta una serie di servizi funzionali al viaggio. E se qualcosa non va come dovrebbe? Sono emersi diversi casi in cui l’agognata vacanza si è trasformata in un vero e proprio incubo: la qualità delle strutture alberghiere e dei servizi promessi non era affatto quella concordata. Ad esempio, una volta arrivati nel luogo di vacanza i turisti hanno dovuto sopportare lunghe attese prima di ricevere le camere oppure fare i conti con cattive condizioni igieniche oppure verificare personalmente di essere giunti in una struttura di fatto obsoleta in cui le migliorie apportate come aria condizionata e piscina idromassaggio erano di fatto non funzionanti o non praticabili. In casi come questi il turista non è privo di tutela: già da qualche anno infatti, con il D. Lgs. n. 79/2011 o codice del turi-

smo, è stabilito che con il contratto avente ad oggetto un pacchetto turistico l’organizzatore assume specifici obblighi contrattuali. Ciò significa che nel caso in cui i servizi pattuiti non siano stati correttamente eseguiti il turista ha diritto al risarcimento del danno subito e pertanto alla restitu-

zione del prezzo pagato. L’organizzatore può sottrarsi alla restituzione del prezzo soltanto dimostrando di aver svolto diligentemente il proprio lavoro e di non essere responsabile dei danni subiti dal turista perché dovuti a caso fortuito o forza maggiore. In particolare il turista non può chiedere il risarcimento dei danni dovuti al maltempo poiché in tal caso nessun

rimprovero può essere rivolto all’organizzatore. Ma non è tutto: nel caso di specie l’inadempimento contrattuale dell’organizzatore oltre ad aver causato al turista il danno patrimoniale causato dal pagamento del prezzo è stato altresì fonte di un danno non patrimoniale dato dal disagio psicofisico subito proprio in conseguenza della privazione della vacanza desiderata e dunque il turista ha diritto ad un risarcimento ulteriore alla mera restituzione del prezzo pagato. In altre parole l’organizzatore è altresì tenuto a risarcire al turista anche del danno da vacanza rovinata. Se dunque il turista non ha realizzato in tutto o in parte la vacanza programmata ed ha subito disagi tali da superare una soglia minima di tollerabilità ha diritto ad ottenere, a seconda di casi più o meno gravi, un cospicuo risarcimento dei danni subiti. Cosa fare se ci si trova nella condizione di aver subito simili danni? Innanzitutto è opportuno fare reclamo all’agenzia di viaggio mediante lettera raccomandata A/R entro 10 giorni dalla data di rientro ma non è necessario. Tale reclamo serve infatti unicamente a favorire una soluzione della controversia in via stragiudiziale. Il mancato reclamo non priva il turista del diritto di rivolgersi al giudice competente per ottenere il risarcimento dovuto entro un anno dal rientro della vacanza rovinata.

MOVIMENTO CONSUMATORI Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 Dubbi e perplessità dell’Istituto di Vigilanza Assicurazioni

DI

ROSANGELA LORISO

RC Auto, non è tutto oro ciò che luccica Rischi e penalizzazioni dietro l’angolo: cosa c’è da sapere Sempre più spesso le case automobilistiche inseriscono nelle proprie promozioni l’assicurazione Rc Auto gratuita per un anno o più in caso di acquisto di un’auto nuova. L’offerta a prima vista può risultare allettante e portatrice esclusivamente di vantaggi, soprattutto per i neopatentati ovvero per i residenti in zone più a rischio ove vengono praticati premi assicurativi molto alti. Ma non è sempre così e non è tutto oro quel che luccica. Infatti, la pratica di concedere l’assicurazione RC Auto gratuita per un anno a chi acquista un’auto nuova è finita nel mirino dell’Istituto di Vigilanza delle Assicurazioni (IVASS), che ritiene possano esserci dei risvolti negativi potenzialmente capaci di penalizzare i clienti, nonostante l’apparente convenienza, a prima vista, dell’offerta. Trattasi, secondo l’IVASS, di una pratica commerciale ingannevole i cui rischi non sembrerebbero adeguatamente segnalati e rappresentati ai consumatori. La questione è stata sollevata dopo una serie di segnalazioni pervenute ad alcune associazioni dei consumatori e tanto è bastato per convincere l’Istituto di Vigilanza ad avviare una indagine che si concluderà a breve, sulle conseguenze dannose per i clienti che aderiscono all’offerta, derivanti dalla perdita della classe di merito maturata e dei benefici della Legge Bersani. L’IVASS ha anche prospettato possibili soluzioni per quanti hanno già accettato l’offerta, soluzioni essenzialmente volte a salvaguardare la continuità

della storia assicurativa e la conservazione della classe di merito maturata. In particolare, il problema sembra essere legato essenzialmente al tipo di contratto “libro matricola”, che quindi non è intestato al singolo titolare dell’assicurazione, alla formula franchigia che sostituisce la formula bonus-malus solitamente applicata nei contratti RC Auto. Il tipo di contratto assicurativo proposto, infatti, rientra nella categoria dei contratti collettivi. Ciò vuol dire innanzitutto che la casa produttrice stipula un contratto che va a coprire con la polizza assicurativa tutti i veicoli che vende. In questo genere di contratto c’è sempre una franchigia, vale a dire una soglia al di sotto della quale non si è rimborsati e si deve contribuire di tasca propria. A causa di questi dettagli, l’automobilista che accetta la polizza gratuita rischia di trovarsi alla scadenza del periodo promozionale senza avere più i benefici della classe di merito in cui si trovava precedentemente all’acquisto, con il rischio particolarmente concreto di vedere aumentare sensibilmente il premio assicurativo negli anni successivi, vanificando così il risparmio ottenuto durante la promozione. In realtà la questione non finisce qui, perché l’accettazione di una polizza annuale ovvero biennale a costo zero può portare anche all’annullamento degli effetti del decreto Bersani, ovvero la regola che tutela l’assicurato riconoscendogli il diritto di mantenere la classe di merito maturata con un

vecchio veicolo anche quando si acquista una vettura nuova. L’indagine delle autorità competenti sarà incentrata sulla valutazione dei reali vantaggi per gli assicurati e particolare attenzione si dovrà fare per capire se tutte queste conseguenze vengano adeguatamente segnalate al cliente in fase di sottoscrizione di una offerta e, quindi di sua accettazione. Infine, ma non meno importante, la penalizzazione che ne deriva per i neo patentati che hanno diritto di beneficiare della classe di merito di un familiare, ma solo se al momento in cui acquistano l’auto, che sia essa nuova ovvero usata, stipulano il contratto come proprietari della stessa. Il problema sorge al termine del periodo di copertura gratuita, poiché il neopatentato dovrà assicurare per la seconda volta una macchina già di sua proprietà, così di fatto perdendo l’agevolazione riservata ai nuovi acquisti di veicoli neo immatricolati ovvero volturati e ad una prima assicurazione. Anche in questo caso il neopatentato si troverà a pagare un premio sicuramente più elevato di quello che avrebbe pagato rifiutando l’offerta della polizza gratuita e assicurando il veicolo per proprio conto, sfruttando le agevolazioni conseguenti al decreto Bersani.

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La paura del buio

Il termine scientifico è Acluofobia e non è solo comune a quasi tutti i bambini ma è molto diffusa anche tra gli adulti. Essere adulti significa percepirsi capaci di affrontare qualsiasi pericolo, saper mantenere la calma anche di fronte alle innumerevoli sfide della vita e avere timori “reali”. La paura del buio non è, infatti, una paura reale e come tutte le paure immaginarie è terribile perché non ha limiti, significa essere spaventati da tutto e sempre. Secondo la Dott.ssa Valentina Nappo sul sito di La Stampa e Medicitalia.It, la paura del buio può ritenersi fisiologica nel bambino, specie in alcuni momenti chiave della sua crescita che richiamano i temi della separazione e del distacco dai genitori. Per esempio, è frequente che compaia o che si inasprisca nella fase del “trasloco”, quando mamma e papà decidono che è il momento di spostarlo dalla loro camera in uno spazio che poi diventerà solo suo, la sua cameretta. Il respiro, le voci, i movimenti quasi impercettibili dei genitori durante la notte rassicurano il piccolo sulla loro presenza. Ma quando è solo, le strane forme iniziano a spaventarlo, si trasformano in mostri, in draghi, nell’uomo nero e di fronte ad esse si sente impotente. Si intuisce, dunque, la particolare importanza in questa fase della lucina sul comodino e della favola raccontata dai genitori prima della nanna, che lo tranquillizzano e lo accompagnano nella fase dell’addormentamento. Si tratta di una fase transitoria che in genere si risolve spontaneamente senza lasciare strascichi. Può capitare però anche da adulti, pur consapevoli dell’irragionevolezza dei loro timori, che si viva con angoscia anche la sola idea di dormire a luci spente o di trovarsi in un luogo al buio. La paura del buio può ritenersi normale se è passeggera e se compare a seguito di un evento particolarmente stressante della vita, come essere in lutto, perdere il lavoro, essere stati rapinati o aggrediti, ma se persiste e si cronicizza diventa necessario l’intervento di uno psicoterapeuta che permetta di esplorarne i significati e i collegamenti con la storia di vita attuale e pregressa. Irma Mecca

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GINECOLOGA

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uando i momenti di intimità diventano un temuto appuntamento con l’altra metà, conviene capire subito dove si origina il problema, prima che degeneri con ripercussioni dolorose anche sulla sintonia di coppia. I disturbi si possono originare sia durante l’amplesso che all’atto della penetrazione e si possono percepire come dolori lancinanti, bruciore, secchezza intensa che compromettono l’atto stesso fino ad impedire la penetrazione stessa. Una volta escluse le cause mediche più frequenti di secchezza vaginale - vaginiti batteriche, menopausa, uso di contraccettivi orali, allattamento, esiti di interventi chirurgici o post-partum - bisogna distinguere se il dolore avvertito è provocato dalla suddetta secchezza o riconducibile ad altro. Alcuni farmaci antidepressivi e antipsicotici possono dare problemi di dispareunia: flufenazina, amoxapina, tioridazina. Sembrano esistere, infine, rari casi di allergia allo sperma del partner che si risolvano con l’uso del profilattico. Accanto alle cause fisiche che giustifichino il dolore, bisogna considerare la possibile presenza di fattori psicologici. La prima domanda da porsi per valutare la presunta componente psicologica del disturbo è: il dolore è sempre presente, o compare solo in specifiche circostanze? Il dolore si presenta con tutti i partner? Se il dolore è presente con un partner ma non con un altro, allora ci sono buone possibilità che il problema abbia una base psicologica. Sembra però che diversi casi di dispareunia siano di origine mista, sia medica che psicologica. Al problema medico si aggiunge il disagio psicologico, che si manifesta, ad esem-

DI TIZIANA

CELESTE

La patologia può anche minare l’equilibrio di una coppia

S.O.S. intimità “dolorosa” I disturbi possono originarsi prima e durante l’amplesso Si distinguono in dispareunia, vulvodinia e vaginismo pio, con eccessiva tensione muscolare, difficoltà di abbandono e di sintonizzazione sulle sensazioni di piacere e di eccitazione, in tal modo amplificando il disagio provocato dal dolore stesso. In particolare, la dispareunia sembra essere presente in coincidenza con la sindrome della vestibolite vulvare o vulvodinia, ovvero una infiammazione del vestibolo cioè dell’apertura vaginale e dei tessuti vaginali immediatamente adiacenti all’ingresso vaginale stesso. Nelle donne con dispareunia si riscontrano frequentemente un’ansia elevata ed una marcata ten-

denza all’ipercontrollo, variabili che tendono ad incrementare la tensione dei muscoli perivaginali e a produrre una minore lubrificazione vaginale, aumentando la possibilità che si percepisca dolore durante la penetrazione. Oltre a ciò, a volte si ritrovano nelle donne con problemi di vaginismo convinzioni religiose eccessivamente rigide, precedenti esperienze sessuali molto sgradevoli, problemi sessuali del partner come impotenza ed eiacul a z i o n e precoce. Al contrario quando lo stesso rap-

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porto sessuale è impedito da un’eccessiva contrazione muscolare si parla di vaginismo. Si intende per vaginismo una contrazione involontaria dei muscoli vaginali che impedisca o renda molto difficoltosa la penetrazione, ostacolo che non può essere spiegato sulla base di un problema medico. Più precisamente, la contrazione interessa i muscoli perineali (posti tra l’orifizio anale e quello vaginale), della vulva e dell’orifizio vaginale. Una buona percentuale di donne vaginismiche non è consapevole dell’esistenza che uno spasmo muscolare è alla base del loro problema. Il vaginismo può presentarsi in seguito a problematiche di tipo medico, come una infezione, ma persiste anche dopo la guarigione della problematica medica. Frequentemente le donne che presentano vaginismo possono presentare alcune delle seguenti caratteristiche: personalità fobica, tendenza all’ipercontrollo, poca familiarità con l’anatomia dei propri organi genitali, paura degli uomini, forte conflittualità con il partner, paura a lasciarsi andare. In passato sono stati anche effettuati tentativi chirurgici per intervenire sul problema del vaginismo. Ad esempio, si è proceduto con la dilatazione chirurgica della vagina o la resezione dei muscoli che si contraggono involontariamente. Il vaginismo, però, non è un problema della vagina, non è un problema muscolare, ma della persona e/o della relazione di coppia.

DI

DORA COCUMAZZI

Donne e alimentazione: dipende dall’età Dall’adolescenza alla senilità, Kcal per ‘ogni stagione’

tazione è la gravidanza; in questa fase i nutrienti assunti dalla madre contribuiscono al benessere del bambino e il controllo dell’alimentazione costituisce la base per assicurare un’adeguata copertura delle

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’alimentazione è uno dei fattori che più influisce sulla salute della donna e molte patologie possono essere prevenute grazie ad un’alimentazione corretta. Le esigenze nutrizionali delle donne sono differenti rispetto a quelle dell’uomo, e variano nelle diverse fasi della vita. Le differenti necessità nutrizionali emergono durante l’adolescenza: in concomitanza con la comparsa del ciclo mestruale, infatti, aumenta il bisogno di alcuni nutrienti, in particolare di ferro e di calcio. Molto spesso, tuttavia, a causa di una scorretta alimentazione, l’apporto di questi minerali è insufficiente e questo può causare un aumento del rischio di comparsa di anemie e di una ridotta mineralizzazione dello scheletro, tale da rendere precoce e più grave l’osteoporosi in età matura. Un altro periodo in cui la donna deve prestare particolare attenzione all’alimen-

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spese energetiche durante la gestazione. L’apporto energetico supplementare nella gravidanza deve essere modesto, è necessario seguire una dieta corretta che vari nei diversi periodi di gestazione. La richiesta supplementare media di energia è stimata intorno alle 300 Kcal al giorno; in questo pe-

riodo è necessario prestare una maggiore attenzione alla quantità e qualità delle proteine e dei grassi della dieta, alla quantità di vitamine e minerali, in particolare calcio, ferro e acido folico. Particolare cura va posta nella scelta degli alimenti: quanto più saranno diversificati e freschi, tanto più sarà difficile andare incontro a deficit nutrizionali. L’attenzione alla dieta dovrà proseguire durante l’allattamento, tenendo presente che la richiesta energetica supplementare per i primi sei mesi di allattamento è di circa 500 Kcal al giorno. Una giovane donna che non è gravida e non allatta ha un fabbisogno energetico inferiore a quello dell’uomo adulto, che ha una massa muscolare maggiore. Nelle donne dopo i 40 anni si possono avere delle modificazioni corporee come aumento di peso, ridistribuzione del grasso corporeo, spostamento da una configurazione di tipo ginoide ad una di tipo androide con maggiore presenza di grasso periviscerale e aumento della circonferenza vita. La menopausa fa parte della vita di ogni donna, anche se

spesso viene vissuta come una malattia. I disturbi che la accompagnano possono avere intensità e durata molto variabili e in molti casi possono essere alleviati adottando uno stile di vita salutare e una corretta alimentazione. Anche in questa fase è sempre bene variare l’alimentazione scegliendo fra i piatti tipici della cucina mediterranea, inoltre, alcuni alimenti come soia, lenticchie, piselli, cavolini di Bruxelles, grano saraceno, semi di lino e sesamo, contengono fitoestrogeni, sostanze che possiedono una debole azione ormonale e svolgono un effetto protettivo nei confronti di osteoporosi e malattie cardiovascolari. Inoltre, aiutano anche a prevenire o attenuare alcuni disturbi tipici della menopausa quali ad esempio le vampate di calore e sembra che svolgano un’azione protettiva nei confronti del cancro mammario. Con l’avanzare dell’età, la riduzione della massa magra e dell’attività fisica determinano una progressiva riduzione dei fabbisogni energetici. Variare il più possibile la dieta, preferire i grassi vegetali come l’olio d’oliva, consumare buone quantità di frutta, verdura e legumi, scegliere pesce e carni bianche, evitare pasti pesanti frazionando l’alimentazione durante la giornata e ricordarsi di bere frequentemente acqua, sono piccoli accorgimenti che possono aiutare a mantenersi a lungo in buono stato di salute.

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sociale

La presidente Cristina Nespoli spiega come funziona

Adozioni internazionali, c'è Enzo B L'ente autorizzato dalla CAI arriva a Foggia

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uattro fratellini moldavi aspettano una famiglia speciale. Una bimba dalla Cina di undici anni con una storia un po’ triste alle spalle, da due anni in un istituto, sogna una mamma e un papà. “Oltre ad essere molto bella, ama ballare e la sua materia preferita è la matematica”. La sezione “Ci siamo anche noi” sul sito dell’Associazione Enzo B ti stringe il cuore. Segnala i bambini tra i 6 e i 12 anni, gruppi di fratellini, e piccoli affetti da patologie lievi e ordinariamente gestibili. I tempi di adozione sono sensibilmente più brevi rispetto alle procedure standard. “Enzo B” nasce nel 1991 per dare vita ad una comunità di famiglie che volevano dare accoglienza a mamme con figli in situazione di disagio. “Da allora racconta la Presidente Cristina Nespoli (in foto) - abbiamo provato a dare sostegno alle persone in difficoltà con particolare attenzione ai minori e alle donne”. Lo scorso anno l’organizzazione no profit ha aperto la prima sede in Puglia, a Lecce, ed è arrivata anche a Foggia con una serie di incontri formativi. Che ruolo svolge la vostra associazione nell’iter adottivo?

Enzo B , sempre nel solco della sua mission, dal 2004 è Ente Autorizzato per le adozioni internazionali dalla Commissione Adozioni Internazionali. Tale riconoscimento ci permette di operare fornendo assistenza e supporto a tutte le coppie che vogliono adottare un figlio e agevola il loro progetto di famiglia. Quali requisiti deve avere una coppia che decide di rivolgersi a voi? Come può entrare in contatto con voi una famiglia della provincia di Foggia? L’unico requisito che noi richiediamo è il Decreto di idoneità rila-

sciato dal competente Tribunale per i Minorenni, senza il quale non è possibile procedere ad un’adozione. Per una famiglia di Foggia mettersi in contatto con noi non è poi così difficile. Ci può contattare direttamente presso il centralino della sede legale di Torino o tramite il sito www.enzob.org. Inoltre, le famiglie pugliesi hanno un’ulteriore opportunità per averci fisicamente più vicino. Da ottobre 2014 infatti è

attiva ed operativa la nuova sede di Lecce e, tramite una nostra referente (Vincenza Villani Miglietta, ndr), abbiamo potenziato la nostra presenza con un ciclo di incontri informativi a cadenza mensile anche a Bari e Foggia. Quali sono le procedure da seguire e quali sono i tempi? Per poter adottare un minore straniero bisogna essere in possesso del decreto di idoneità che si ottiene dal Tribunale per i Minorenni dopo un iter con i Servizi Sociali di appartenenza. I tempi per ottenere il Decreto, se lo si ottiene, solitamente sono intorno ai 12 mesi, ma possono ovviamente cambiare di caso in caso. Da quali Paesi arrivano i bambini? Per quanto riguarda Enzo B i bambini provengono dai Paesi dove siamo accreditati: Africa in 14 paesi, da Haiti, Romania, Moldavia, Vietnam e Cina. Quali problemi possono sorgere durante il percorso di adozione, quali sono i rischi, e in quali casi può non andare a buon fine? I problemi che possono sorgere sono di varia natura e indipendenti

spesso dalla nostra volontà: si va da un colpo di Stato che destabilizza un Paese rendendo pericoloso terminare la procedura, ad un Giudice che può ritenere l’adozione del bimbo non legittima perché non risponde all’interesse del minore o perché ritiene di dover fare ulteriori accertamenti. A cosa devono essere preparati i futuri genitori? Devono essere pronti a fare i genitori. Ad affrontare l’adozione che come la vita può andare liscia oppure trovare ostacoli e difficoltà. Ad avere fiducia che da parte nostra faremo il possibile, e a volte l’impossibile, affinché un bimbo che una famiglia non ce l’ha la trovi e possa crescere circondato dall’affetto di cui ogni bambino ha diritto. Dal punto di vista economico, è un iter sostenibile? È sicuramente molto costoso: difficile spendere meno di 20.000 euro ma si arriva ben oltre. Lo Stato italiano permette una parziale detrazione dalle imposte. È un impegno economico pesante meglio esserne consapevoli, sperando che si arrivi ad ottenere dal nostro Governo un sostegno economico maggiore e a contenere i costi all’Estero. È una buona legge quella che oggi disciplina le adozioni interna-

zionali? Come ogni legge sicuramente potrebbe essere migliore, ma già così è una legge che tutto il mondo ci invidia perché garantisce, per quanto possibile, tutti gli attori in gioco. E come ogni legge diventa molto più buona se buoni sono i suoi esecutori. Perché scegliere di accogliere un bambino straniero nonostante la burocrazia? Perché ci sono ancora tanti bambini che hanno bisogno di una famiglia e aprirsi ad un bimbo straniero apre ancora di più le porte del mondo: è un universo che ti arriva in casa e ti arricchisce e arricchisce tutti coloro che con quell’universo si incontreranno. Avete creato una sezione nel vostro sito, “Ci siamo anche noi”. Quanto è difficile trovare famiglie così “speciali”? Abbiamo incontrato tante famiglie speciali in questi anni, alcune più speciali di altre. A volte è semplice a volte un po’ meno: i bimbi grandicelli stentano spesso a trovare una famiglia così come le fratrie numerose, ma ci proviamo sempre. È un nostro preciso dovere, non lasciamo nulla di intentato affinché tutti i bimbi che incrociano la nostra strada possano stare meglio. Mariangela Mariani

Il contributo del presidente provinciale Forum delle Associazioni Familiari di Foggia

“Donare memoria”: il valore dei ‘nonni’ Il riconoscimento del ruolo che l’anziano può rappresentare, oggi, per le famiglie

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onare memoria” è stato il titolo del convegno che il Forum delle Associazioni Familiari della Provincia di Foggia ha tenuto il 10 giugno scorso in conclusione dell’omonimo progetto realizzato in 5 città italiane, tra cui Foggia, finanziato dal Consiglio dei Ministri (Dipartimento Politiche Familiari). Il Progetto ha avuto come obiettivo il riconoscimento del valore aggiunto che l’anziano oggi può rappresentare per la famiglia, un valore fatto di trasmissione di saperi, di racconti, di memorie, di sentimenti, del senso stesso della vita. Al convegno hanno preso parte l’assessora all’istruzione del Comune

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di Foggia, Gabriella Grilli e la presidente regionale del Forum delle Associazioni Familiari, Lodovica Carli. L’intervento dell’assessora ha messo in luce l’importanza dell’ascolto dei giovani, spesso lasciati soli e disorientati dai molteplici messaggi che arrivano da una società consumistica e carente di quei valori fondamentali per una sana crescita. Ha poi ribadito l’importanza del primato della famiglia nell’educazione dei propri figli e di una necessaria collaborazione scuola-famiglia attraverso la stipula di un vero e proprio “patto educativo” che riconosca le specifiche responsabilità e le reciproche collaborazioni di titolarità.

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La presidente regionale Lodovica Carli ha analizzato le difficoltà che la famiglia, oggi, vive di fronte ad una sfida educativa che è strettamente connessa con l’idea che abbiamo dell’uomo, della donna, della vita e del suo senso. “Alle radici della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita”. Il prevalere del relativismo e del nichilismo hanno come conseguenza la fragilità della persona, la liquidità delle relazioni, deficit di speranza e di impegno costruttivo per il bene comune. La sfida educativa, oggi, riguarda anche affettività e sessualità, perché se la sessualità è una dimensione

fondamentale della persona umana, l’affettività ne è il cuore. Occorre passare da una mera informazione tecnica ad un confronto relazionale che tenga conto dei bisogni e delle aspettative dei giovani, offrendo loro risposte di senso. L’educazione sessuale, diritto e dovere fondamentale dei genitori, deve attuarsi sempre sotto la loro guida sollecita, sia in casa, sia negli enti educativi da essi scelti e controllati. In questo caso ribadiamo la scelta della sussidiarietà che la scuola è tenuta ad osservare quando coopera all’educazione sessuale, collocandosi nello spirito stesso che anima i genitori. Alla luce di ciò, per

Ugo Ferrantino - Presidente Forum Associazioni Familiari di Foggia

il Forum, non è accettabile la diffusione nelle scuole dell’ideologia gender senza permettere ai genitori di conoscere e di prendere posizione su quanto predisposto per i loro figli. Per mezzo del condivisibile obiettivo di lottare contro ogni forma di discriminazione e di bullismo, a cominciare da quelle dettate dall’orientamento sessuale, passa il tentativo di far giungere alle nuove generazioni il messaggio della “neutralità” della identità sessuale.

Forum delle Associazioni Familiari Della Provincia di Foggia Via Filippo Smaldone, 1 Tel. 393.9711915


al femminile a cura di Maria Grazia Frisaldi

A Foggia, a Parco San Felice, il flash mob nazionale del ‘portare in fascia’

La danza dolce con i bimbi in fasce L’iniziativa di “Mamme Arcobaleno” per la promozione del baby wearing

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na decina di famiglie con pargoli al seguito. Non importa se di pochi mesi o di tre anni e 12 chili di dolce peso. Tutti loro sono cresciuti - raccolti in un abbraccio e dolcemente cullati - in quelle fasce colorate e di diverse fogge che sempre più spesso vediamo indossate da mamme e, talvolta, anche da papà. Oltre a sostenere una relazione sana e serena tra genitori e bimbi, infatti, il “baby-wearing” garantisce ai genitori di avere entrambe le mani libere in ogni momento, cosa impossibile con le classiche carrozzine ed i passeggini più accessoriati. Per promuovere e sostenere il baby wearing, l’associazione Mamme Arcobaleno di Foggia, presieduta da Patrizia Palmieri, ha portato il “flash

mob del portare in fascia” anche a Foggia, per un appuntamento che si è svolto a Parco San Felice in contemporanea con le altre città d’Italia. IL FLASH MOB. E’ la danza delle mamme (e dei papà) con bimbi in fascia. Tre minuti di coreografia, pochi e semplici passi di danza, gesti tesi alla convivialità e alla diffusione di una nuova consapevolezza della genitorialità. Prima del flash mob, i volontari di Mamme Arcobaleno hanno fornito indicazioni utili e pratiche per l’uso corretto dei supporti ergonomici (fasce elastiche e non, mei-tai) perché

alla base di tutto deve esserci la corretta informazione, a tutela tanto dei genitori, quando dei bambini. Ma a partecipare al flash mob non vi erano solo genitori: presenti anche alcune giovani donne che con bambolotti al seguito hanno provato l’esperienza del “portare in fascia”. L’appuntamento, infine, ha coinvolto anche bambini più grandicelli, che con una semplice pashmina hanno ballato “portando in fascia” la p ro p r i a bambola o orsacchiotto del cuore condividendo un momento di gioco e intimità con i genitori.

L’ASSOCIAZIONE. Giovane e ricca di fermenti, l’associazione Mamme Arcobaleno si spende con competenza e tenacia sui temi della genitorialità consapevole, dalla collaborazione con le ostetriche per un accompagnamento fisiologico alla nascita, all’allattamento al seno, all’alimentazione naturale, al baby-wearing appunto, pratica che favorisce un rapporto più stretto e naturale tra i genitore e il bambino, con ripercussioni positive sul benessere dei bambini, sulla qualità del loro sonno, su un corretto

sviluppo psiconeurologico. Già numerosi i seminari e gli interventi vari pensati e proposti dalle Mamme Arcobaleno su questi temi, organizzati coinvolgendo di volta in volta le professionalità adeguate: medici, nutrizionisti, ostetriche. Anche l’adesione agli eventi nazionali e internazionali, come la SAM, Settimana Mondiale dell’allattamento (organizzata per ormai per ben quattro anni, mentre ci si accinge all’organizzazione del quinto), vede le mamme foggiane sempre in prima linea.

Lo studio della ricercatrice Unifg scelto dalla giuria presieduta da Umberto Veronesi

Storia di Micol, “cervellone” dal cuore green Ha concorso con 360 colleghe. A lei la borsa di studio ‘Fondazione L’Oréal’

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n “cervellone” dal cuore green, che mette a segno un ulteriore successo targato Unifg. Una collaboratrice del gruppo di Microbiologia del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente dell’Università di Foggia si è aggiudicata una delle 5 borse di studio messe a concorso dalla prestigiosa Fondazione l’Oréal – Unesco nell’àmbito del premio L’Oréal Italia - Per le Donne e la Scienza. Stiamo parlando della 34enne Micol Bellucci, vincitrice del concorso che prevede il conferimento di borse di studio, del valore di 15.000 euro, assegnate a ricercatrici d’età inferiore ai 35 anni, residenti in Italia e laureate in discipline nell’area delle Scienze della vita e della materia. La giuria, presieduta anche in questa edi-

zione dal prof. Umberto Veronesi, ha selezionato le cinque vincitrici tra oltre 360 candidature pervenute. Tra loro ha spiccato la ricercatrice dell’Unifg. LO STUDIO. La società utilizza principalmente energia proveniente da combustibili fossili: petrolio, gas naturali e carbone. Sfruttare queste risorse non è più sostenibile, sia per i costi di estrazione sia per le conseguenze ambientali Per questo motivo le politiche europee e nazionali, in campo energetico e ambientale, hanno rivolto la loro attenzione verso fonti di energia alternativa e rinnovabile, come le biomasse residuali

agro-industriali e i rifiuti organici. Gli scarti dell’industria agroalimentare, infatti, possono diventare una fonte pulita di energia. Lo scopo della ricerca della dott.ssa Micol Bellucci è quello di sviluppare una nuova generazione di digestori anaerobici in grado di migliorare la produzione di metano e idrogeno, diminuendo al contempo la quantità di azoto presente nei materiali di scarto (che costituisce una fonte di inquinamento ambientale derivante dall’uti-

lizzo di queste tecnologie). Il suo studio intende sperimentare nella dark fermentation l’utilizzo della micro areazione per produrre una maggiore quantità di idrogeno e metano rimuovendo al contempo parte dell’azoto contenuto nel digestato. LE PROSPETTIVE. Il progetto verificherà l’efficacia di questa nuova metodologia, utilizzando un approccio multidisciplinare. Inizialmente verranno realizzati in laboratorio impianti di digestione anaerobica a due stadi. Studiandone il funzionamento in laboratorio, verranno individuati i migliori parametri operativi di ossigenazione, per ottimizzare la produzione di idrogeno e metano e limitare al massimo quella di azoto. I

dati raccolti verranno quindi esaminati e comparati con quelli presenti nella letteratura scientifica per determinare l’efficienza e la sostenibilità del processo. L’ipotesi è che si ottenga un aumento del 10-20% nella produzione di idrogeno e metano, nonché una riduzione del 30% di azoto. L’ultima fase della sperimentazione prevede l’analisi della comunità microbica selezionata nel processo attraverso metodi di biologia molecolare. Al termine del progetto, i ricercatori disporranno di tutte le informazioni ingegneristiche e microbiologiche necessarie alla sviluppo di una tecnologia innovativa, prima su scala pilota poi su scala industriale, per ottimizzare la produzione di energia da fonti rinnovabili in modo sostenibile.

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