6Donna #6 118

Page 1

TIPE DA SPIAGGIA

MUST-HAVE VACANZIERI focus Violenza domestica Alle radici del problema

mondo bimbi Ad ognuno il suo sport Disciplina per ogni età

Per la foto in copertina si ringrazia

“Sanitaria Pharmamedical” VIALE GIOTTO, 36 - FOGGIA

cucina Monti Dauni

Il turismo ‘slow’ è di casa


editoriale

sommario

di Maria Grazia Frisaldi

“Ed io mi sarei fermata?”. Una domanda che ci siamo posti tutti (o almeno credo) leggendo del brutale, disumano, ultimo caso di femminicidio nel nostro Paese. Mi riferisco all’assassinio di Sara Di Pietrantonio, 22enne romana, studentessa di Economia, aggredita e barbaramente uccisa - nella fattispecie data alle fiamme - dall’ex fidanzato, un ragazzo di 5 anni più grande, alla Magliana. Pistola, coltello, fuoco. Cambiano armi e mezzi, ma è tutto un terribile déjà-vu. Il 59esimo, tanto per essere precisi, dall’inizio dell’anno. Le pagine dei giornali che ripercorrono la vicenda sono agghiaccianti: una giovane donna morta tra le fiamme e ridotta un pezzo di carbone. Ma c’è un aspetto ancora più terribile. E’ la consapevolezza del fatto che Sara ha tentato di salvarsi: si è lanciata in una corsa disperata in strada, di notte. Nessuno si è fermato. Nessuno ha avuto pietà di quella ragazza in fuga dal suo assassino; nessuno ha avuto fiducia di quella ragazza in cerca di aiuto. Paura, diffidenza e indifferenza hanno avuto il sopravvento sui sentimenti di solidarietà, umanità. “Ed io mi sarei fermata?”. La domanda mi ronza nella testa ogni volta che apro il giornale e vedo la foto di Sara, accompagnata da informazioni sempre più dettagliate sulla sua morte, sui suoi funerali, sui suoi sogni spezzati. Possibile che nessuno abbia avuto coraggio, cuore e coscienza necessari per dare aiuto, o tanto meno chiedere aiuto? Nemmeno una telefonata al 112 o al 113. Se la paura ci rende sordi e ciechi, l’indifferenza ci rende complici di un terribile fatto di sangue. E non basteranno cortei, fiaccolate e campagne di indignazione social a restituirci l’umanità perduta. E voi, vi sareste fermati? Il numero di 6Donna che state per sfogliare è l’ultimo numero prima della consueta pausa estiva. Tra gli argomenti che affronteremo, ampio spazio è dedicato al tema della violenza domestica (Focus del Mese) e ad un servizio sperimentale promosso dall’associazione “Impegno Donna”. Come sempre, non mancheranno approfondimenti in materia di Attualità, Politica, Moda, Bellezza e Viaggi, insieme alle Rubriche degli Esperti. 6Donna torna a settembre. Buona lettura.

2

Personaggio 4

La pigotta digital pop Felice Limosani racconta la sua “creatura”

Al femminile

5 ‘Donne d’onore’ secondo l’antimafia •

La ricerca di Teresa Principato Open OCA, nella “rete” dei sognatori

Focus 6 •

7 •

Violenza domestica Alle radici del problema Dalla parte della vittima: significati e rimedi Uomini oltre la violenza La rinascita in quattro step Il servizio di ascolto per uomini in cambiamento

Politica 8

L’Europa Femm di Miss Barbara Matera Il suo impegno per i diritti delle donne

Bellezza 10 Il beauty case delle vacanze Moda 11 Tipa da spiaggia, must-have vacanzieri Mondo bimbi 12 Ad ognuno il suo... sport Cucina 14 Monti Dauni, il turismo slow è di casa Viaggi 15 Isole Tremiti, benvenuti in “paradiso” 17 Rubriche Arte&Cultura 22 L’arte dentro l’arte: la sfida di Silvia Panniello

giugno - duemilasedici


giugno - duemilasedici

3


personaggio di Mariangela Mariani

Segni particolari: capelli fucsia e un’infinita tenerezza

La pigotta digital pop di Limosani E’ la protagonista di Next, il singolo dell’album di Gegè Telesforo La presenta il suo “creatore”, digital storyteller di fama internazionale e non fosse già stato inventato, sarebbe arrivata l’ora di coniare il termine petaloso. È proprio così, non altrimenti, l’universo della pigotta digital pop di Next. Lei è morbidosa, non c’è che dire. Non ha un nome, “però ha un’identità”, giura il suo inventore, Felice Limosani, digital storyteller di fama internazionale, un creativo, un genio. Foggiano mai sufficientemente osannato in patria. La sua pigotta pop è la protagonista di un video clip per il singolo del progetto FunSlowRide, collettivo internazionale di musicisti viaggiatori, un album prodotto da Gegè Telesforo, altro gigante e orgoglio foggiano. Segni particolari: capelli fucsia - “un po’ parruccona” - e un’infinita tenerezza. “Ho evitato di definire dei tratti somatici, ho voluto darle solo un’espressività positiva e solare, quella degli occhi ridenti”. Non ha un’età, “perché secondo me l’amore non ha età”.

S

4

La pigotta pop di Limosani ciano nel vuoto e non fluttua da sola tra cuori di imparano a non gommapiuma, stelle spugnose e aver paura, flutbolle di sapone: c’è un maschietto tuano e voltegin un altro fiore. “È un filmato giano liberi fino ricco di metafore, tutto è estrea incontrarsi per mamente simbolico. Ho voluto non lasciarsi dare ai personaggi una fisicitàl’incontro e la non fisicità: per quanto loro si condivisione - si muovano come se fossero viventi, allontanano, si in realtà sono dei pupazzi, la vecavvicinano, in un chia bambola di pezza, quella sofgioco spontaneo fice”. dell’unione. Ci I protagonisti iniziano il loro sono simboli Felice Limosani (foto Fb) viaggio lanciandosi da un fiore che semplici da desi schiude lentamente, sospeso nello codificare, in cui un bambino può idenspazio e morbido come un pouf. Si tificarsi senza difficoltà. È la stessa chiama digital pop animation, tecnica- facilità con cui dovremmo insegnare a mente. Senza tecnicismi, più semplice- chiunque ad aver fiducia nei sogni che mente un capolavoro. “Penso che la rendono possibile l’impossibile. Io sono bellezza generi bellezza. Tutto inizia con un grande sostenitore della fantasia al un volo solitario che li trasporta in un potere come strumento per costruire la mondo poetico: sono soli quando si lan- realtà, solo che purtroppo spesso ten-

giugno - duemilasedici

diamo a impedire ai bambini di fantasticare perché per qualche motivo nella nostra epoca si tende ad associare il sogno e la fantasia a qualcosa di insostanziale, di immateriale, di poco concreto. Ci dimentichiamo che prima della realtà arriva il sogno: se una cosa non la sogni e non la desideri, come fai a concretizzarla? La via lattea surreale, le mongolfiere disperse tra le stelle, servono per ricordarci che la paura è il preludio del coraggio, prima di aver coraggio bisogna aver paura perché altrimenti saremmo solo dei presuntuosi che non vanno dritti al cuore, ma vanno a sbattere contro un muro”. Lei, la “parruccona”, è nata da una chiacchiera tra due vecchi amici: “Tutto parte da un incontro con Gegè. Siamo amici d’infanzia e ci siamo anche un po’ persi perché ognuno ha fatto il suo percorso: siamo partiti entrambi dalla musica, io volevo fare il Dj e lui voleva fare il

musicista. Così è stato, perché io ho fatto il dj per vent’anni, lui continua a fare musica e ci siamo ritrovati in studio. Mi invitò per una trasmissione, Sound Check di Radio24, a parlare di creatività. Lì mi presentò il suo progetto a sostegno di Unicef, quindi mi ha parlato della sua idea di raccontare ai bambini il senso di condivisione, anche da padre, perché lui ha una bimba, la condivisione e l’unione non necessariamente ed esclusivamente tra due persone che si vogliono bene nella coppia, in un modo più universale”. Il re dello scat che ha riunito talenti di tutto il mondo in un disco si è commosso vedendo quel video. “Racconta l’amore che supera l’amore - ripete quello per la bellezza e per tutto ciò che ci circonda”. In due, fluttuando nella stessa galassia, hanno dimostrato che l’amicizia si può trasformare in arte. E anche questa è una forma di amore.


Il ruolo di madri, mogli e figlie dei clan raccontato agli studenti

al femminile

‘Donne d’onore’ secondo l’antimafia al femminile Toghe rosa, all’UniFg la ricerca del procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato alermo, città in cui bene e male si confondono e le donne d’onore in controluce hanno contorni definiti. Teresa Principato studia da anni le donne di Cosa Nostra. Tra le toghe star, peraltro rosa, il procuratore aggiunto del capoluogo siciliano ha all’attivo una serie di pubblicazioni sulle donne di mafia e i mutamenti del loro ruolo all’interno dei clan. Interpreta un fenomeno in continua evoluzione: mogli, madri e figlie negli anni hanno cambiato pelle proprio come le organizzazioni mafiose. Arriva a Foggia per il Festival della Ricerca e dell’Innovazione dell’Università di Foggia, a maggio, insieme ad altri magistrati antimafia, e spiega come ad un certo punto la strategia comunicativa venne affidata

P

proprio alle donne: “Non persone, così Cosa Nostra le ha sempre prospettate. Evidentemente non lo erano, tant’è che si sono messe subito a difendere i loro uomini in carcere e a maledire in modo plateale i collaboratori che ne avevano determinato la carcerazione”. Il suo intervento è scrupoloso e avverte quasi l’urgenza di consegnare alle ragazze ai ragazzi una visione particolareggiata. Già di norma è un fiume in piena, le sue dichiarazioni hanno sempre un carico di novità, spesso tranchant, destabilizzanti o addirittura scomode. Altrimenti, del resto, non avrebbero voluto preparare il tritolo per lei. Nell’aula magna del Dipartimento di Economica il procuratore Principato indugia sulla chiave di lettura al fem-

monti dauni

minile, davanti ad una platea composta soprattutto da studenti al convegno “Cinque Mafie, una Nazione”. A margine dell’incontro farà un passo indietro, ricordando com’è nata l’esigenza di un approfondimento di genere. “È una ricerca che ho voluto fare perché indignata dalle tante assoluzioni di donne di boss mafiosi che solo per aver commesso per amore dei delitti non venivano mai condannate. Si escludeva una loro autonoma capacità ad autodeterminarsi, come se potesse sussistere una incapacità alla cattiveria, una immagine che è stata naturalmente strumentalmente fornita dagli uomini d’onore per lasciare fuori da ogni responsabilità penale almeno le donne, ma che poi inevitabilmente è venuta fuori proprio

quando gli uomini d’onore dovevano difendere Cosa Nostra, al momento delle tante collaborazioni determinate dall’attacco che noi abbiamo fatto alla mafia grazie anche agli strumenti politici che in quel momento ci venivano forniti”. La sua missione da sette anni è catturare la primula rossa Matteo Messina Denaro, il super ricercato latitante da 23 anni. È sotto scorta. Adotta le più disparate strategie, ma su tutte un sistema: fare terra bruciata intorno a lui. Centinaia e centinaia di arresti, miliardi confiscati alla famiglia e a tutte le persone vicine al boss di Castelvetrano: “Io credo moltissimo che privare il mafioso del denaro è molto peggio che metterlo in galera, perché i mafiosi sono abituati alla galera, per

loro è un rischio scontato, perdere il denaro no”. Il magistrato che dedica buona parte della sua vita a capire la mala femmina è lei stessa una donna. L’unica al tavolo dei relatori, tutti nomi altisonanti che operano nel profondo Sud, ammette quanto sia dura. “Il ruolo di una donna che combatte la mafia è onestamente molto difficile. Come per ogni lavoro bisogna vedere con quale intensità e con quali convinzioni si affronta. Il mio lavoro mi ha deprivata di ogni altro interesse. O meglio, non di interessi perché ne ho tanti, ma di molti altri doveri, prima di tutto quello di madre, che è stata molto lontana dal figlio proprio per ragioni di lavoro”. Mariangela Mariani

Tre donne giramondo alla ricerca del luogo perfetto: Celle di San Vito

Open Oca, nella “rete” dei sognatori

Un ex convento si trasforma in una residenza artistica temporanea iaggiando a lungo in giro per il mondo mi sono accorta che in molti, soprattutto provenienti da grandi città, hanno bisogno di un luogo tranquillo e un po’ fuori dal comune per avere la giusta ispirazione per trasformare i propri sogni in realtà”. In questi termini Carolina Bernarders descrive la sua creatura: Open Oca, un’iniziativa che promuove la nascita di residenze artistiche temporanee in diversi Paesi, con l’obiettivo di fomentare sogni, progetti e idee. Il suo accento portoghese lascia trasparire l’emozione e l’orgoglio di aver messo su dal nulla una realtà che più che un luogo fisico, è una vera e propria rete di persone che sognano. Negli ultimi tre anni Carolina, raccogliendo le dichiarazioni di tante persone in un quaderno da lei definito “Il Libro dei Sogni”, si è accorta che tutti coloro che desiderano dipingere un’opera, disegnare, fotografare, scrivere un libro o un racconto, vorrebbero risiedere in un luogo ispiratore, rallentare il ritmo della vita quotidiana ed avere la tranquillità necessaria per lavorare ai propri progetti, magari entrando in contatto con altra gente che condivide gli stessi ideali. Da lì la caccia alla residenza che faceva per lei. La scintilla è scoccata quando dal suo amico e compagno di viaggi Matteo Tangi è venuta a conoscenza dell’esistenza di un antico palazzo costruito più di mille anni fa a Celle di San Vito, il più piccolo comune della Puglia, a 750 m di al-

“V

tezza: un ex convento, oggi proprietà dello zio di Matteo, Don Michele Tangi, che ha permesso a Carolina ed alle sue due socie Priscila Cotta e Vanja Sao Jose di farla propria, trasformandola in un ambiente pronto ad accogliere i partecipanti per due mesi, fino al 18 luglio.

“Celle di San Vito è il luogo perfetto per il nostro progetto – continua Bernardes – perché oltre ad essere un ambiente stimolante dal punto di vista naturalistico, ha una lunga storia alle spalle, che emerge da ogni pietra del paese, ed una cultura unica nel suo genere: quella Franco-provenzale, che può essere per tutti i partecipanti e per noi stesse, desiderose di conoscere le particolarità di ogni paese, opportunità di crescita e confronto”. Ed è proprio durante uno di questi viaggi in giro per il mondo che le tre brasiliane si sono conosciute: accomunate dalla passione per il giornalismo, per i progetti sociali, le pubbliche relazioni e le comunicazioni digitali, Carolina, Priscila e Vanja non ci hanno messo poi molto a stringere amicizia e gettarsi a capofitto nel progetto di Carolina che ormai stava diventando sempre più un sogno comune. Open Oca è un progetto Open Source, sperimentale, gestito da volontari, che offre alla comunità locale che lo ospita ed ai partecipanti la possibilità di interagire con realtà diverse dalla propria, come per esempio, nel caso specifico di Celle, con la cultura franco-provenzale, anche grazie alla presenza in loco di uno dei massimi conoscitori di tale lingua e cultura, nonché pre-

Le “anime” del progetto Open OCA

sidente dell’associazione culturale franco-provenzale di Puglia in Piemonte, Silvano Tangi. In modo particolare, la residenza del piccolo borgo dei Monti Dauni offre due tipi di sistemazione: stanze con letti in comune o due appartamenti separati. Inoltre sono previsti quattro spazi di lavoro: due collettivi e due individuali ed una biblioteca in comune. “Quella di Celle è solo la prima edizione di Open Oca – conclude Carolina – ma noi non intendiamo fermarci: è già in programma, infatti, la costruzione temporanea di altre Open Ocas in paesi d’Asia e Africa. Anche noi avevamo messo in elenco nel famoso quadernino il nostro sogno: finalmente oggi lo abbiamo realizzato”. Leonarda Girardi

giugno - duemilasedici

5


focus

a cura di Maria Grazia Frisaldi

Il punto a Foggia con Franca Dente, presidentessa di “Impegno Donna”

Violenza domestica, alle radici del problema I numeri: 100 segnalazioni in sei mesi, due denunce negli ultimi 15 giorni

Franca Dente

i fa presto a dire “violenza domestica”. Ma quella perpetrata nel silenzio delle mura di casa ha molteplici forme e sfumature. L’organizzazione Mondiale della Sanità riconduce a questa espressione ogni forma di abuso psicologico, fisico e sessuale e qualunque forma di comportamento coercitivo esercitato per controllare emotivamente una persona dello stesso nucleo familiare. Un fenomeno diffusissimo, se si considera che almeno una donna su tre è (o è stata) vittima di abusi. Franca Dente, presidentessa di “Impegno Donna” - che da anni si occupa di prevenzione e contrasto a ogni forma di discriminazione, abuso e violenza di genere, e gestisce il Centro antiviolenza Telefono Donna - esordisce prendendo in prestito le parole - chiare e dure come un macigno - di Emma Bonino: “La violenza sulle donne è lo sport storicamente più praticato, più crudele e più diffuso al mondo”, spiega. “La violenza domestica ancora oggi viene considerata un fatto privato, su cui in molti alzano barriere di indifferenza. Invece è proprio in quel contesto che si consuma una violenza che ha raggiunto alti livelli di crudeltà, efferatezza, ferocia e insensibilità, che portano in molti casi alla distruzione di intere famiglie”. La violenza sulle donne è quindi un problema strut-

S

turale, sicuramente maschile ma che riguarda tutti, per il modo di pensare, agire, educare, relazionare, concepire la relazione uomo/donna. Più un fenomeno è sfaccettato e composito, più difficile è contrastarlo. Con quali strumenti? Il fenomeno richiede interventi su vari fronti: culturali, sociali, formativi ed educativi. Richiede una particolare attenzione all’educazione delle nuove generazioni e alla rieducazione degli adulti. Promuovere un processo di cambiamento nel rapporto di genere, superando la matrice della dominazione maschile, dove gli uomini sono attivi e protettivi e le donne passive e da proteggere, a partire dal nostro quotidiano. Sullo sfondo di questo fenomeno c’è ancora una cultura patriarcale. “Impegno donna” da anni è attivamente impegnata sul territorio e rappresenta un osservatorio privilegiato per analizzare il fenomeno. Qual è il polso della situazione foggiana? La situazione foggiana riflette quella nazionale. E questo nonostante sia cresciuta la consapevolezza della radice culturale della crisi del rapporto di genere ad opera di associazioni femminili presenti sul territorio, e quindi anche la consapevolezza delle donne sui propri

L’AVVOCATO

diritti di cittadinanza. Esiste ancora molto sommerso e molte sono ancora le resistenze, soprattutto da parte delle famiglie di origine, a liberarsi dei vecchi modelli culturali di famiglia. Ad oggi, nel 2016 abbiamo avuto 100 segnalazioni di cui circa il 60% sono prese in carico. Solo negli ultimi 15 giorni ci sono state due denunce. Purtroppo parliamo di un fenomeno trasversale, che può colpire tutte le fasce di età ed ogni ceto sociale. Ma quanto influisce la componente socioculturale? Influisce pesantemente soprattutto rispetto all’autonomia economica della donna, che costituisce un elemento fondamentale verso la sua autodeterminazione. Non dimentichiamo che il meridione ha un alto tasso di disoccu-

pazione femminile… Il servizio “Telefono Donna” quest’anno compie 20 anni. Un periodo di tempo durante il quale si è visto come è cambiata la concezione del rapporto uomo/donna. Cosa è cambiato in questi anni e quanto ancora c’è da fare? E’ cambiata soprattutto la donna, che oggi è molto più consapevole del suo diritto ad essere rispettata, diritto a essere libera di scegliere il proprio progetto di vita familiare, sociale, lavorativa e relazionale. Contestualmente non è cambiato l’uomo che vive questo processo di cambiamento come una imposizione. L’evoluzione della coscienza maschile non corre alla stessa velocità delle conquiste sociali e degli stessi processi di cambiamento sociale. Non è facile liberarsi dagli stereotipi che

Misure contro gli abusi nelle relazioni familiari

Dalla parte della vittima: significati e rimedi “Ha iniziato a picchiarmi con la scopa, la scopa rotta. Non era ubriaco né drogato, era lucido. Poi è andato a dormire e la mattina dopo mi ha detto scusa, ero nervoso”. Oppure: “Mio marito non mi lasciava guidare, né voleva che uscissi da sola. Non avevo carta di credito, né libretto degli assegni. Non avevo nemmeno la chiave della cassetta delle lettere, perché lui ci teneva ad aprire tutta la posta…”. Questi sono solo alcuni esempi di violenza tra le pareti domestiche, dove spesso trovano malamente sfogo insoddisfazioni, tensioni, rabbia, frustrazioni. Per molto tempo, la violenza domestica è stata percepita come un affare privato, da risolvere segretamente e solo di recente se ne è riconosciuta l’estensione e la gravità. La violenza è fondata sulla dominazione dell’uomo sulla donna che si esercita con brutalità fisiche o psicologiche. Si tratta di imporre la propria

6

giugno - duemilasedici

volontà, di dominare l’altro con molestie, umiliazioni, fino alla sottomissione. L’obiettivo è uno solo: porre la vittima in uno stato di sudditanza per sentirsi potente, comandare per sentirsi appagato e sicuro di sé. Con la legge 154/2001 nel nostro ordinamento sono state introdotte importanti misure contro la violenza domestica a tutela dell’integrità fisica e morale della vittima, per tutelare l’esigenza di liberare la persona offesa da una coabitazione pregiudizievole e pericolosa, per impedire il protrarsi di comportamenti violenti. Si può chiedere l’intervento sia del giudice penale che di quello civile. Si può chiedere l’emissione dei provvedimenti

di adozione degli ordini di protezione contro gli abusi familiari quali misure a carattere di urgenza che però sono provvisorie, in quanto durano non più di un anno. Sussistono comunque gli strumenti giuridici della separazione e del divorzio. Sul piano penale, i vari tipi di violenza possono integrare molteplici fattispecie di reato. L’art. 282 del codice penale prevede tre possibili provvedimenti: l’allontanamento dalla casa fa-

classificano gli uomini e le donne in questa divisione di genere. Quali passi si devono compiere per aiutare chi è vittima di violenza domestica? E’ opportuno sensibilizzare i servizi sociali, sociosanitari, formativi pubblici e privati a cogliere i segnali di un disagio, di una violenza e a suggerire l’invio ai Centri antiviolenza. Formare le forze di polizia e il personale sanitario e tutti coloro che a vario titolo possono entrare in contatto con donne vittime di violenza e accoglierle e sostenerle nella loro travaglio doloroso per aiutarle a liberarsi. La società, gli enti e le istituzioni supportano adeguatamente il lavoro dei Centri antiviolenza e delle associazioni che operano sul territorio? Forse solo la società civile apprezza fino in fondo lo sforzo che queste associazioni fanno, assolutamente in forma gratuita e in autofinanziamento. Le istituzioni pubbliche spesso le ignorano, ai loro occhi sono invisibili, nonostante offrano un servizio altamente qualificato alla cittadinanza. Noi abbiamo moltiplicato i nostri progetti e le nostre prestazioni nei confronti delle donne e dei loro figli, avremmo bisogno di una sede adeguata ma non siamo in grado di pagarcela.

DI

VALENTINA DINISI AVVOCATO PENALISTA

miliare, l’ordine di non avvicinarsi a determinati luoghi, nonché il pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi. Scegliere di denunciare il proprio partner è difficile: la vittima si sente isolata, paralizzata, non in grado di uscire dalla situazione di dipendenza psicologica, materiale ed economica. A rendere meno facile la denuncia è la difficoltà di avere un supporto istituzionale adeguato. Esistono, altresì, i centri anti-violenza e le associazioni di volontariato, dove spesso si incontrano donne che lavorano per le donne, e mettono a disposizione la propria professionalità. Spesso alla vittima che ha perso la capacità di progettare una vita normale per sé e per i figli, i centri offrono un percorso terapeutico per svincolarla dalla dipendenza psicologica tipica di tali situazioni, affinché assuma le proprie responsabilità per un futuro in autonomia.


focus

a cura di Maria Grazia Frisaldi

Laura Ciapparelli: “Chiedere aiuto è il trampolino verso il cambiamento”

Uomini oltre la violenza: una scelta di volontà La strada della rinascita, in quattro step di consapevolezza e trattamento n ingresso a gamba tesa nella partita giocata contro la violenza domestica. Lo propone l’associazione “Impegno Donna”, che promuove un servizio di ascolto e trattamento per uomini in cambiamento. Il progetto sperimentale “Uomini oltre la violenza” è un tassello in più che va a completare un percorso spesso difficile, di sostegno a chi la violenza la subisce e a chi la pratica. Quando gli uomini nelle relazioni affettive usano il loro potere per ferire, punire e “controllare”, oltre ad offrire protezione alle vittime è importante dare una restituzione rispetto all’illegittimità del comportamento violento al maltrattante e spingerlo ad assumersi le responsabilità rispetto alla scelta di usare violenza. Ad illustrare il progetto è la sua responsabile, l’avvocatessa e operatrice di Impegno Donna, Laura Ciapparelli.

U

Dottoressa Ciapparelli, come nasce questo progetto? “Uomini oltre la violenza” è un progetto sperimentale dell’associazione Impegno Donna, che gestisce principalmente il Centro Antiviolenza Telefono Donna ma in altra sede e con altri operatori ha deciso di riporre lo sguardo sulla questione maschile, dedicando un servizio ad hoc alla presa in carico dell’uomo che agisce violenza nella relazione affettiva. L’idea nasce dai colloqui con le donne vittime di violenza, nasce dalla volontà di noi operatrici di capire e vedere l’altra parte della “mela”. Per agire in contrasto e prevenzione alla violenza di genere abbiamo bisogno di scoprire la “questione maschile”, abbiamo bisogno di fornire strumenti di consapevolezza di sé all’uomo che agisce violenza, abbiamo bisogno di mostrargli di poter guardare in faccia le sue fragilità e farne un motore di cambiamento dello stile comunicativo violento. Come è possibile responsabilizzare gli uomini circa le loro azioni? L’attenzione iniziale innanzi alla presa in carico di un uomo violento volge subito a garantire la sicurezza della partner e degli eventuali minori coinvolti. La spinta trasformativa, come in ognuno di noi, parte dalla motivazione al cambiamento. In particolare si parte dal porre/porsi una semplice domanda: “E’ più importante avere ‘ragione’ all’interno della

coppia o ‘stare’ in coppia?”. Le dinamiche di potere/controllo, la paura di mostrare la propria fragilità è un motore che può spingere ad un gesto violento. Da dove cominciare, allora?

La nostra attività inizia con 5 colloqui individuali volti a comprendere la volontà di cambiamento dell’uomo e la sua idea di sé. Dopo i colloqui iniziali, qualora l’uomo sia ritenuto motivato al cambiamento inizia il percorso di gruppo suddiviso in sessioni tematiche che conducono lo stesso alla presa di responsabilità del gesto compiuto e lo spingono a riconoscere a livello corporeo ed emotivo l’emozione che sta alla base del suo essere violento al fine di imparare a contenersi e di relazionarsi con la partner in modo non violento (sia in senso fisico che psicologico). Qual è la “molla” che deve scat-

tare in un uomo maltrattante per riconoscersi tale e chiedere un adeguato aiuto? Iniziare a guardarsi allo specchio, capire che la relazione non sta andando come vorrebbe, il disagio per ciò che è stato detto o fatto alla partner. Chiedere aiuto è il trampolino verso il cambiamento: dall’esperienza di centri come il CAM (Centro di Ascolto uomini Maltrattanti) di Firenze, l’85% degli uomini si rivolge a loro spontaneamente perché si rende conto di essere controllante nei confronti della partner, percepisce - ma forse ancora non comprende - che il bisogno di controllo non permette alla coppia di vivere la libertà della coppia e dell’amore. Quali e quanti possono essere i motivi che spingono un uomo ad essere violento? Tutti e nessuno in particolare. Non esiste la possibilità di generalizzare: ogni uomo ha le sue fragilità e la mancata consapevolezza e gestione delle stesse, insieme alle radici culturali basate sul potere e controllo, il terrore della paura, la mancanza di empatia, l’attribuzione alla donna della gestione del benessere emotivo sono fattori che potrebbero agevolare un comportamento violento in senso fisico e psicologico.

Laura Ciapparelli

Quanti uomini hanno “bussato” fino ad ora alla vostra porta e stanno seguendo questo percorso di rinascita nella consapevolezza? Attualmente il progetto è portato avanti all’interno della Casa Circondariale di Lucera. Da circa un mese abbiamo “lanciato” il progetto anche al di fuori delle mura carcerarie e siamo quindi in trepida attesa di iniziare i gruppi con altri uomini. Attraverso i casi in trattamento e le storie raccolte fino ad ora, è possibile fare una “fotografia” della situazione foggiana? Quello che posso fare è una fotografia del modo in cui gli uomini arrivano a formulare la richiesta di aiuto e si rivolgono al servizio. E’ un “elenco” molto interessante, fornitomi dal dott. De Maglie, psicologo del Centro Uomini Maltrattanti di Firenze. Possiamo ricondurre gli uomini che si rivolgono al servizio a quattro principali categorie: il primo è l’uomo che si dichiara “Non violento”, il secondo è l’uomo “Io sono violento e sto male”, il terzo è l’uomo “Va tutto bene” e il quarto è l’uomo “Aiutami a capire”. Questo piccolo elenco serve a noi operatori per comprendere, se c’è, lo stimolo al cambiamento.

IL PROGETTO

Uomini in cambiamento Il servizio di ascolto offre percorsi di sostegno ed aiuto per uomini che agiscono violenza fisica, psicologica, economica o sessuale con le proprie compagne, partner, mogli o ex mogli. Gli interventi rivolti all’uomo si basano su alcuni principi guida, come la sicurezza delle vittime e l’attribuzione della responsabilità del comportamento violento all’autore. APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE | Il progetto, realizzato grazie a un’équipe multidisciplinare di psicologi, psicoterapeuti e criminologi con una formazione specifica sui temi della violenza domestica, intende stabilire rapporti di collaborazione con i Centri antiviolenza operanti sul territorio per assicurare sostegno, informazione e accoglienza alle vittime; stabilire rap-

porti di collaborazione con i servizi invianti come i Tribunali, la Questura; fornire formazione e aiuto nello sviluppo di linee guida e lavorare per aumentare la consapevolezza pubblica rispetto alla violenza, intervenendo anche con sensibilizzazioni mirate. PROMUOVERE IL CAMBIAMENTO | Si ritiene che, per cambiare, l’uomo che ha agito violenza debba: assumersi la responsabilità rispetto al proprio comportamento; rendersi conto che agire la violenza è una scelta che costituisce reato; capire che la violenza si basa sull’esercizio di potere e controllo. Il servizio offre gruppi per uomini che sono stati violenti e controllanti verso i membri della famiglia e ora vogliono cambiare. I partecipanti parlano, condividono

informazioni, si confrontano e si sostengono a vicenda per essere uomini, partner e padri migliori. Questi gruppi possono aiutare gli uomini a cambiare i propri comportamenti e a mettere fine alla violenza familiare. È possibile contattare il Servizio di ascolto e trattamento per uomini in cambiamento al numero 392.2463806, previo appuntamento il lunedì e mercoledì mattina, dalle 9.00 alle 12.00. Resta sempre attivo il servizio gratuito e riservato per le donne vittime di violenza domestica, al numero 0881.772499 (lunedì e mercoledì, dalle 16.00 alle 19.00; martedì, giovedì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00).

giugno - duemilasedici

7


politica a cura di Mariangela Mariani

L’Europa Femm di Miss Barbara Matera Dalla Commissione per l’uguaglianza di genere si batte per i diritti delle donne on rinnega il passato e giammai le sue origini. Alle malelingue ha sempre risposto con il diploma di laurea. Qui a Foggia la ricordano negli studi televisivi delle reti locali dove ha mosso i primi passi nella sua vita precedente, quella di presentatrice, annunciatrice e attrice. Non resta che un ricordo per Barbara Matera, europarlamentare lucerina. Nel suo curriculum rimane traccia delle esperienze nei network nazionali, in Rai e sul grande schermo. Il grande salto lo fece da qui, una volta superate le selezioni regionali di Miss Italia. Per lei Miss Italia non continua oltre le Prefinali ma da lì incomincia una brillante carriera televisiva. La Miss che non fu mai finalista a Salsomaggiore oggi si batte a Strasburgo per i diritti delle donne dell’Unione Europea. Lo fa dal 2009, da quando è stata eletta al Parlamento Europeo ed è diventata vicepresidente della Commissione Femm per l’uguaglianza di genere. Per la provincia di Foggia e la sua regione ha sempre un occhio di riguardo, vigile sui temi caldi. E se è vero che l’età di una donna non si chiede e non si dice, è impossibile non constatare come abbia solo 34 anni e sia membro del Parlamento Europeo da sette.

N

In questo momento su cosa si sta concentrando la sua attività parlamentare, in particolar modo rispetto ai temi che interessano anche la Puglia e la Capitanata? Due dei temi più sensibili per me e per la regione da cui provengo, sono la questione del batterio Xylella e le nuove esenzioni doganali per l’olio tunisino. Per quanto riguarda la prima questione, dobbiamo cercare una soluzione che dia ai nostri produttori delle misure compensative a fronte dell’abbattimento delle piante malate e di quelle vicine. Il governo Renzi, insieme alla Commissione europea dovrebbero fare di più per cercare di dare ristoro ai produttori di una regione, la Puglia, che si trova già in difficoltà. Da ultimo, non possono non notare come la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea abbia legittimato il taglio di migliaia di ulivi aggravando ulteriormente la situazione. Il secondo tema molto importante per la mia regione è la recente approvazione dell’aumento della quota di esportazioni senza dazio dell’olio tunisino. Lo scorso marzo, insieme agli altri colleghi della delegazione di Forza Italia, ho votato convintamente contro la proposta della Commissione europea perché ritengo che questo provvedimento, voluto per aiutare un Paese in difficoltà, avrà conseguenze devastanti sul mercato olivicolo italiano ed in particolare su quello pugliese, già fortemente compromesso, come detto prima, dalla diffusione del batterio Xylella. Non riesco a comprendere, ancora, cosa abbia fatto il nostro Governo per tutelare non solo la Puglia, ma anche le altre regioni produttrici di olio di oliva. Da parte mia assicuro che continuerò a seguire le due questioni molto attentamente, denunciando ulteriori provvedimenti dannosi per la nostra economia. Lei ha preso un impegno importante con la Capitanata, nella cabina di regia

8

per il Gino Lisa. Dopo l’ultima teleconferenza di gennaio tra Bari e Bruxelles sembra non ci siano stati ulteriori sviluppi. Lei che se ne sta interessando, sa cosa stia succedendo e se si stia muovendo qualcosa? Quanto tempo ha Foggia (in questo caso la Regione) per “non perdere l’aereo”? Ho seguito la vicenda del Gino Lisa da vicino fin dalla prima legislatura, è una questione annosa e che ha creato molta frustrazione nella cittadinanza. Insieme al Comitato “Vola Gino Lisa” abbiamo inviato alla Commissione europea numerose interrogazioni parlamentari per avere degli aggiornamenti sulla procedura di infrazione che era stata avviata per il finanziamento pubblico per allungare la pista. Abbiamo capito che la Regione Puglia aveva inviato documentazioni incomplete che hanno trascinato la vicenda per tre anni. Essendo l’ente Regione azionista di maggioranza della società Aeroporti di Puglia ci aspettiamo che siano loro a dare nuovo impulso alla questione. Tutti riconoscono nel Gino Lisa un’infrastruttura chiave per la crescita economica e lo sviluppo regionale e auspico che presto vedremo la situazione migliorare e che ci sia finalmente un piano industriale che definisca obiettivi e investimenti per lo scalo dauno, a medio e lungo termine. Lei è vicepresidente della Commissione Femm. In che modo si sta occupando dei diritti delle donne, e cosa manca secondo lei all’Italia, in particolare al Sud in tema di uguaglianza di genere? Il Parlamento europeo rappresenta i cittadini di 28 stati membri che hanno storie comuni ma culture profondamente diverse. Riguardo l’uguaglianza di genere molto va ancora fatto a livello di Unione. I dati del Istituto dell’Uguaglianza di Genere di Vilnius ci danno una mano ad avere un quadro d’insieme: nell’Unione europea le donne in media guadagnano circa il 16% in meno degli

giugno - duemilasedici

uomini, il tasso complessivo di occupazione femminile è del 63% circa, contro

quasi sempre sono a carico delle donne), possa dare alle donne del Sud

Barbara Matera (Foto: Giornalettismo.com)

il 75% circa degli uomini in età compresa tra 20 e 64 anni, l’83% delle donne ha un diploma di istruzione secondaria superiore nell’UE, contro il 77,6% degli uomini, e le donne rappresentano il 60% dei laureati. Guardando queste cifre capiamo che le donne studiano e si impegnano di più nei loro percorsi formativi ma vengono ancora pagate meno. Abbiamo calcolato che su base annuale, avendo le donne un salario del 16% inferiore a quello degli uomini, è come se lavorassero gratis per due mesi. Una situazione che l’Europa democratica e civile non può tollerare. Se guardiamo la situazione al sud Italia il quadro è ancora più desolante. La donna è ancora troppo legata a degli schemi culturali arcaici specialmente nelle zone rurali o montane. Io credo che quello che vada fatto di più è istruire le donne all’imprenditorialità. Credo che scegliere una carriera, supportata da politiche sociali per figli e anziani (che

quell’indipendenza e quella libertà di crearsi un avvenire contando sulle proprie forze ed eliminando il circolo vizioso della dipendenza dal maschio. Prima della sua elezione ha percorso una brillante carriera sulle reti nazionali (prima ancora locali qui a Foggia). Cosa le rimane di quella esperienza e quanto poi è stato difficile, se lo è stato, affermarsi nel mondo della politica, soprattutto in quanto donna? Della mia carriera televisiva resta l’esperienza che mi ha permesso di affrontare qualsiasi tipo di situazione imprevista senza incertezze. Dietro lo schermo bisogna imparare a sentirsi sicuri di sé e capaci di farsi valere in qualsiasi contesto. L’approccio alla politica è stato un naturale sbocco per una delle mie passioni, che coltivo da oltre 15 anni. Infatti, dal 2001 ho cominciato ad aderire alle attività di Forza Italia e svolgere le attività di qualsiasi militante. I temi politici, nazionali ed esteri, hanno sempre attirato la mia attenzione, sin dai primi

anni dell’università, che ho frequentato a Roma. Ho però sempre considerato la politica come un’attività seria, che richiede professionalità e preparazione. Ecco perché, prima che mi venisse offerta la candidatura alle elezioni europee, ho rifiutato la candidatura al Parlamento nazionale. Sentivo di aver bisogno di tempo per studiare e prepararmi. L’impegno profuso nel mio lavoro, dal 2009 – anno della mia prima elezione – ad oggi, testimonia il mio senso di responsabilità verso i miei elettori, ed è pubblicamente riscontrabile sul sito del Parlamento europeo. Non solo ho raggiunto un’alta percentuale di presenze, ma soprattutto, il mio lavoro viene stimato dai miei colleghi, europei e nazionali. Sono portavoce delle istanze delle regioni del Sud Italia e ascolto le richieste dei miei connazionali ogni volta che il mio lavoro mi permette di tornare in Italia, nel mio ufficio sito nella mia città, Lucera. Un ultimo passaggio relativo al suo partito, Forza Italia: cosa vede nel futuro? È forse un partito che rischia di ritrovarsi al capolinea? Forza Italia è un partito che ha fatto la storia del nostro paese. É la storia di un progetto di un uomo, Silvio Berlusconi, costellata di vittorie e grandi risultati. Il futuro dovrà passare prima da un periodo di transizione e cercare di ripetere quello che solo Berlusconi è riuscito a fare, ossia riunire tutte quelle forze moderate di centrodestra in un’unica famiglia politica. Io non credo che questo voglia dire mettere da parte Berlusconi. Io credo che lui abbia ancora tanto da offrire ai milioni di italiani che gli hanno affidato la loro fiducia in numerose occasioni. Forza Italia non è al capolinea, ha solo bisogno di ritrovare una sua dimensione, rinnovandosi e dando nuove risposte alle esigenze di un elettorato che è stanco di tasse, sprechi e malfunzionamento della cosa pubblica.


speciale cerimonia In arrivo a Foggia le linee cerimonia Mon Chéri, icona americana di stile

Matrimoni “American style” A ciascuno il suo stile: eleganza sensuale, sofisticata o bon-ton Estate, tempo di matrimoni. Cerimonie del cuore che si differenziano per stili, location e desideri degli sposi. Il dress-code per gli invitati, quindi, non è mai scontato. Almeno per le donne. Per questo è importante lasciarsi guidare verso l’abito giusto, in grado di valorizzare la silhouette, rispondere alle tendenze moda ed essere in linea con lo stile della cerimonia. Ne abbiamo parlato con Ivana La Gatta, stilista foggiana; insieme alla madre Raffaella, gestisce l’atelier Rafyva e porta in esclusiva a Foggia le linee “Paris”, “Le Gala” e “Homecoming” di Mon Chéri, icona americana di stile. ELEGANZA SENSUALE | “Le collezioni di quest’anno si caratterizzano per una eleganza spiccatamente sensuale”, spiega Ivana. “Trasparenze, schiene scoperte, ricami e pizzo fanno da padrone”. Tutti dettagli che si riscontrano nei modelli proposti nella linea “Paris” di Mon Chéri, preziosi ed eleganti. Per quanto riguarda, invece, i colori spazio alla fantasia: giallo, verde, blu e tutti i colori pastello.“Ciononostante, non tramonta mai il nero, confezionato in modo elegante ed iper-femminile”. AMERICAN STYLE | Negli ultimi anni si guarda con maggiore interesse ai matrimoni americani. E davanti la sposa, lungo la navata, spuntano le damigelle, avvolte in abiti identici che danno una allure importante a tutta la cerimonia. “Ci stiamo avvicinando sempre di più allo stile americano. Così le damigelle non sono più bambine, ma vere e proprie ancelle, i cui abiti appaiono in linea con lo stile di tutta la cerimonia: un colore, un fiore o qualunque tema possa aver scelto la sposa”, puntualizza. Il corto non è da disdegnare, se rivisitato in chiave Sixties, con tagli in vita bon-ton, fantasie fresche e scollature particolari. Tutto ciò che propone la linea “Homecoming”.

DETTAGLI DI STILE | Affidandosi ad un atelier dalla riconosciuta competenza sartoriale e stilistica, è possibile arricchire la propria mise con dettagli unici e “di stile”, che possono essere in linea con i desideri della sposa. “E’ possibile realizzare, su misura, cappellini e velette in stile bon-ton o scarpe e pochette personalizzate per completare l’outfit in modo unico e originale”.

FOGGIA - Via E. Perrone, 14 Tel. 0881.203246 ALTA SARTORIA SPOSA E CERIMONIA SCARPE E ACCESSORI

Cell. 380.4352155 www.ateliersposarafyva.it

giugno - duemilasedici

9


bellezza

Cosa mettere in valigia? Il kit della perfetta viaggiatrice

Il beauty case delle vacanze La check-list prodotti per il benessere da portare in villeggiatura reparare la valigia per le vacanze non significa solo preoccuparsi del look. Affinché la vacanza sia davvero un sogno bisogna avere a portata di mano prodotti indispensabili e cosmetici furbi a prova di ogni evenienza. La pancetta fa capolino dall’elastico del costume? Può essere dovuta anche al gonfiore addominale. Stress e disordini alimentari sono le cause di un addome prominente; in vacanza poi, con il cambio di abitudini e gli sgarri alimentari, la situazione può anche peggiorare. Una cura di fermenti lattici è la soluzione: ripristina l’equilibrio della flora intestinale e aiuta a ritrovare una pancia piatta, da esporre finalmente al sole senza tanti sensi di colpa. Non dimenticarsi però dei solari: scottarsi significa provocare un danno alle pelle e ritrovarsi poi la sera rosse come un peperone nonché doloranti, trasformando i giorni di relax in un calvario.

P

Prima di partire quindi meglio passare in farmacia per acquistare prodotti ad uso topico con un effetto analgesico in grado di guarire rapi-

gonfie e affaticate: anziché rinunciare ai propri short preferiti meglio tenere a portata di mano delle creme frozen, i nuovi preparati agli estratti naturali come il mentolo che favoriscono il drenaggio dei liquidi. In pochi minuti le gambe tornano leggere. Per potenziarne l’effetto il trucco è tenere la crema in frigo. Infine, guai a dimenticare le estremità: in estate i piedi sono sotto ai riflettori, incorniciati in un bel sandalo diventano un’arma di seduzione ma non è sufficiente limitarsi all’applicazione della crema idratante apposita

damente le scottature. Anche le punture di insetti rappresentano un attentato alla bellezza della pelle e un fastidio da scongiurare con un repellente antizanzare per il corpo. Consigliate le formule spray che non ungono e non otturano i pori dell’epidermide. Il caldo è nemico della circolazione, basta poco per ritrovarsi con gambe

TENDENZE BEAUTY DA METTERE IN VALIGIA MISS ABBRONZATURA Il 2016 è l’anno della rivincita degli autoabbronzanti. I prodotti di ultima generazione non macchiano e conferiscono un piacevole effetto bonne mine, quel colorito sano e ambrato agognato da tutte. Sono l’asso nella manica per chi detesta aspettare che la melanina faccia il suo corso con i consueti bagni di sole. Da provare assolutamente il self tan per le gambe: nasconde gli inestetismi al pari di un paio di calze velatissime.

EFFETTO SHINE Chi ha poco spazio in valigia potrà lasciare a casa il portagioie: l’accessorio glamour del momento è il metallic tatoo. Amati dalle star e dalle sportive, i tatuaggi metallici resistono all’acqua, durano dieci giorni e sono perfetti per far risaltare l’abbronzatura. Ma anche per essere sempre agghindate dato che quelli nelle versioni oro e argento sostituiscono collane, anelli e bracciali.

CAPELLI DA SIRENA Incubo ricrescita anche in vacanza? Basta munirsi di prodotti come il mascara per capelli e lo spray colorante, disponibili in diverse nuance. Regalano un aspetto naturale e curato in pochi gesti. Invece per stupire si può osare l’effetto “mermaid” (effetto sirena). E’ la nuova tendenza capelli lanciata negli States, si può realizzare senza l’aiuto di un parrucchiere con uno shampoo colorante blu da applicare solo sulle punte, per ottenere una capigliatura mitologica da sfoggiare in una pazza sera d’estate.

10

giugno - duemilasedici

– soprattutto per prevenire i talloni screpolati – e ad una pedicure perfetta. Repentini cambi di scarpe in una stessa giornata, calzature nuove che costringono il piede - già di per sé dilatato dal caldo - ad un fastidioso attrito possono provocare calli e vesciche, dolorose e poco piacevoli da vedere.

Essere previdenti è l’ideale, munendosi dei famosi cuscinetti in gel da applicare all’interno delle scarpe oppure di uno spray protettivo per i piedi nudi. E fare anche una scorta di cerotti e stick dedicati che accelerano la guarigione, per essere sicure di non trascorrere tutta la vacanza con le sole ciabattine da Dalila Campanile mare.


MUST-HAVE VACANZIERI

TIPA DA SPIAGGIA Il giusto mix di costume e accessori ti rende perfetta per gli scatti in riva al mare a qualsiasi ora Per la vacanza nell’era dei selfie urge un look intercambiale che possa farti apparire perfetta in ogni evenienza: mentre prendi la tintarella sotto un ombrellone di paglia o ti cimenti nella tua prima lezione di uno sport acquatico, al tramonto mentre fai l’aperitivo con le amiche in piscina, sotto un cielo stellato davanti al falò oppure ai primi chiarori dell’alba mentre stai ancora ballando scalza sulla sabbia al party iniziato ieri sera in riva al mare… Non devi allontanarti dalla spiaggia per cambiarti: ti bastano solo gli accessori giusti da sfoggiare tutto il giorno, piccoli accorgimenti a portata di scatto per immortalare i ricordi più belli senza rinunciare allo stile.

Icona marina | Strisce di tessuto in colore contrapposto: è il costume preferito anche da Victoria Beckham che apprezza l’effetto ottico in grado di scolpire il corpo, stile di punta della collezione beachwear di Simone Pérèle. Nella collezione non mancano anche nodi e plissettature strategiche soprattutto nei costumi a due pezzi che, uniti ad una minigonna pendant, si trasformano in un look adatto ad una serata in discoteca in riva al mare.

Revival anni ‘90 | E’ capiente e lascia le mani libere per scattarsi i selfie: quest’estate l’occorrente per la spiaggia si ripone nello zainetto vintage. Archiviata la classica borsa di paglia, è il grande ritorno del momento, si porta con nonchalance in città e in spiaggia. In tela con fantasia tropicale piacerà alle bagnanti con uno stile sportivo e alle praticanti di surf & co.

moda Accessori XXL | Il solito costume? Per ravvivarlo punta sugli accessori: grandi, esagerati e soprattutto colorati. I nuovi occhiali da sole hanno lenti sfumate con montatura a contrasto dalla forma esagonale. Non si passa inosservate nemmeno con i lunghi orecchini in ottone cromato e i bangle, bracciali rigidi smaltati, da tenere anche mentre ci si tuffa in acqua, ideali per essere subito pronte per l’aperitivo a bordo piscina.

Frida mood | Sono un omaggio alla pittrice Frida Kahlo i capi di ispirazione messicana visti sulle passerelle primavera/estate 2016. I costumi con fiori, animali e motivi stilizzati si abbinano alla grande con gonne lunghe con le frange e kaftani, da sfoggiare al posto del classico pareo, perfette anche per la nottata davanti al falò. Completa l’outfit con un turbante colorato di seta in cui raccogliere i capelli. Dalla spiaggia alla piscina, è il must-have più ricercato della stagione. E se non te la senti sostituiscilo con una coroncina di fiori finti a prova di gavettone di Ferragosto. Dalila Campanile

giugno - duemilasedici

11


mondo bimbi L’importanza dell’attività fisica, sin da piccolissimi

Ad ognuno il suo… SPORT! In base all’età, favorisce lo sviluppo fisico, emotivo e sociale rescere ed educare un figlio, al giorno d’oggi, è particolarmente difficile. Ci sono tante cose di cui occuparsi, ma ce n’è una, in particolare, che dovrebbe essere alla base della vita del piccolo. Una certezza da cui partire: l’attività fisica. Si tratta di un elemento talmente scontato che spesso viene sottovalutato o messo da parte o posticipato a data indefinita. Ed è un grave errore. Praticare sport, di qualsiasi tipo esso sia, aiuta il bambino in mille modi. Sono moltissimi i benefici che ne derivano, da un punto di vista fisico, emotivo e sociale. Sia che si giochi a calcio, a pallavolo, a basket o si pratichi danza, karate, equitazione o nuoto, la prima cosa fondamentale che si apprende è la disciplina. In alcuni casi più che in altri, come ad esempio accade per il karate e la danza classica. Si coltiva la costanza e la determinazione. Ci si pone il raggiungimento di un obiettivo che talvolta coincide con la competizione agonistica e si fa il possibile per raggiungerlo. Per gli sport di squadra, come il calcio o la pallavolo, è importantissimo far gruppo e condividere, perché dando una mano all’altro ci si aiuta e si raggiungono le mete comuni. In questi sport c’è un forte spirito di aggregazione. Si diventa amici e a volte fratelli. Si trascorre insieme

C

12

giugno - duemilasedici

molto tempo: sia quello in campo che al di fuori. Quando si è molto piccoli tutto questo è utile per comprendere il senso della condivisione. Lo

sport è un elemento fondamentale per il sano sviluppo dei bambini, per la salute e per gli insegnamenti di vita. Per tale motivo le Nazioni Unite lo hanno inserito tra i diritti fondamentali. Avvicinarsi allo sport vuol dire allontanarsi dalle situazioni pericolose che strada facendo si potrebbero incontrare. Da un punto di vista fisico si irrobustisce l’organismo prevenendo le malattie, e si allontana il rischio obesità. Favorisce il corretto sviluppo delle ossa. È importantissimo anche sul piano psicologico perché combatte la depressione, aiuta ad adattarsi in vari ambienti, favorisce le nuove esperienze, aumenta l’autostima e, ovviamente, consente di divertirsi e di imparare. Nel caso in cui il bambino decida di competere a livello agonistico è importante che accetti la scon-

fitta ed impari a rimettersi in gioco. Così come, nel caso contrario, dovrà imparare a gestire la vittoria. Per iniziare il bambino all’attività motoria è importante che sia lui a sceglierla. Non deve essere imposta dai genitori in alcun modo. Deve essere divertente, svolgersi all’aria aperta e deve permettere lo sviluppo complessivo delle capacità motorie del bambino. Il tutto va contestualizzato con l’età del bambino. Se è al di sotto dei due anni i genitori dovrebbero proporre dei momenti di gioco istruttivi e poco strutturati da svol-

gersi all’aria aperta. L’ideale sono le passeggiate e i giochi al parco. I bambini fino ai 6 anni dovrebbero partecipare ad attività che siano innanzitutto divertenti e semplici, con poche regole come correre, nuotare, giocare a palla. Tra i 6 e i 9 anni possono cominciare a praticare sport organizzati allo scopo di svagarsi e non finalizzati alla competizione. All’età di 10 anni si possono spiegare tattiche e strategie attraverso sport complessi e che mirino allo sviluppo della massa muscolare. In tutto ciò si deve garantire una continuità al piccolo e per farlo bisogna proporre sport interessanti e in compagnia di amici. Tra i vari tipi di sport il nuoto è il più consigliato dai pediatri, perché favorisce la crescita armonica del corpo con l’impiego di tutti i muscoli. Si può praticare da piccolissimi ed essendo un’attività aerobica migliora l’ossigenazione e la resistenza fisica. Praticare sport ha solo conseguenze positive, senza controindicazioni e, soprattutto, è la cura per Carmen La Gatta prevenire molte malattie.


giugno - duemilasedici

13


cucina

Alla scoperta di una fetta di Puglia che profuma di terra e di boschi

Monti Dauni, il ‘turismo slow’ è di casa Natura incontaminata, cibo sano e la schiettezza di un popolo ospitale Cosa aspettarsi nei centri che privilegiano la formula del turismo rurale siste una Puglia che non si affaccia sul mare. Una Puglia che profuma di terra, di boschi, di colline verdi sfiorate dal vento, di odori di camini. Una Puglia di storia e tradizioni millenarie: i Monti Dauni. Qui tuttora si racconta di briganti e brigantesse e del loro “esercito dei cafoni”. Si snodano ancora le vie naturali dei tratturi, lungo cui i pastori abruzzesi “transumavano” gli animali in zone adatte a trascorrere l’inverno. Territori solcati dal passaggio di genti e dal cammino dei pellegrini. Natura incontaminata e cibo sano, schiettezza di un popolo ospitale: questo il nuovo modello di vacanza slow da trascorrere nel territorio dei Monti Dauni, lontano dal frastuono dei centri urbani e da spiagge affollate. Qui si può trovare il piacere dell’ospitalità dove ogni cosa racconta di una storia antica e preserva sapori indimenticabili da regalare a coloro che vogliono vivere questo splendido angolo di terra. I centri storici conservano inalterate le caratteristiche storiche e architettoniche, alcuni dei quali riconosciuti tra i borghi più belli d’Italia e Bandiera Arancione da parte del Touring Club (Orsara di Pu-

E

14

giugno - duemilasedici

glia, Sant’Agata, Pietra Montecorvino, Bovino). L’economia locale si è prontamente adeguata alla richiesta di ospitalità turistica, attraverso l’apertura di B&B e strutture agrituristiche, per dare risposta a una crescente domanda di vacanza da vivere secondo i canoni della natura e dei ritmi slow. La Puglia batte il primato tra le mete più scelte da coloro che privilegiano la forma di turismo rurale e dei piccoli borghi.Natura, storia, arte e folclore si mescolano in un fitto programma che si sviluppa sull’ampio territorio dei monti dauni, attraverso visite ai musei, siti archeologici ed eventi. NATURA Visitando, ad esempio, il Parco avventura di Biccari si può vivere un’esperienza accattivante, in un mix tra sport e natura in cui gli utenti effettuano dei percorsi sospesi tra gli alberi. Per gli appassionati di trekking e passeggiate naturalistiche si possono scegliere svariati percorsi per il proprio benessere psicofisico in un rapporto dialettico con un ambiente incontaminato alla scoperta di piante di grande interesse botanico, tra cui le diverse orchidee rare presenti nell’area boschiva di Bovino.

STORIA, ARCHEOLOGIA E FOLKLORE Bovino (uno dei cento Borghi più belli d’Italia) il 29 agosto organizza la suggestiva cavalcata storica e alla sfilata di dame e cavalieri: un momento di rievocazione degli episodi salienti della storia religiosa e culturale del paese che si collega all’apparizione della Madonna presso il Santuario di Valleverde risalente al 1266. Santuario visitato anche da Maria Teresa d’Austria, sorella del Re di Spagna Filippo IV e sposa di Ferdinando d’Austria, in occsione della sua permanenza a Bovino presso la corte dei duchi Guevara nel 1630. Nel corso della giornata il paese si arricchisce di mercatini e delizie gastronomiche organizzate dai produttori locali. Nell’occasione si possono ancora visitare la Concattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, costruita in stile romanico pugliese con interno a tre navate e il Museo Diocesano, posto all’interno del Castello Ducale in cui si possono ammirare i pregiati dipinti come “Il Martirio di San Sebastiano” e il Tesoro della Cattedrale. Ad Ascoli Satriano è stata riportata alla luce l’area archeologica del sito La Faragola con un complesso

edilizio risalente ai tempi della daunia, mentre presso il museo civico-diocesano si possono ammirare i Grifoni, marmi policromi, recentemente presenti presso Expo 2015. ENOGASTRONOMIA La permanenza sui Monti Dauni non può prescindere dalle sue eccellenze gastronomiche. Rinomati i salumi di Panni e Faeto tra cui spiccano quelli di maiale nero, mentre recandosi a Pietramontecorvino, unico luogo di produzione della noglia. Tra i formaggi di allevamenti locali di animali al pascolo non perdersi il pecorino da Gentile di Puglia e il cacioricotta di capra, senza escludere gli altri prodotti realizzati con latte di bufala. Imperdibile l’abbinamento con i vini, primo tra tutti il Nero di Troia, per non parlare del Cacc’ e Mitt di Lucera, il Tuccanese di Orsara e le birre artigianali, nuova realtà del territorio. Tutto ciò racchiuso in una formula: momenti di pieno relax per regalarsi una vacanza all’insegna del sano benessere. A cura di Lucia Di Domenico, titolare della Masseria Didattica- Scuola di cucina e Agriturismo Posta Guevara.


viaggi Isole Tremiti, benvenuti in “paradiso” Con il campo boe, l’Arcipelago entra nel contesto internazionale degli approdi turistici Il “paradiso” a pochi chilometri da casa e ad una manciata di miglia marine. Sono le Isole Tremiti, uno scrigno di bellezze naturalistiche e biodiversità, tutte da scoprire. Il piccolo arcipelago è costituito da cinque tra isole e isolotti - San Nicola, San Domino, Cretaccio, Caprara e, a circa 11 miglia, Pianosa - che per la loro incantevole ed incontaminata bellezza sono definite “le perle dell’Adriatico”. Per una ricchezza, storica e naturalistica, tutta da scoprire. UN “MUSEO” SUBACQUEO E’ quello presente nei fondali delle Diomedee e che si offre ai sub e agli amanti di snorkeling (ovvero nuotare in superfice con maschera e pinne). Alle Tremiti, infatti, sono stati recentemente censiti 11 siti archeologici di grande interesse storico, tutti intorno alle isole; siti che possono raccontare più di 2000 anni di storia: dalla Nave Oneraria Romana del I sec a.C. al Piroscafo “Lombardo” a ruote utilizzato da Garibaldi per la Spedizione dei Mille, passando al B24 della II Guerra Mondiale. Si tratta di relitti e reperti presenti anche a profondità limitate (a partire dai 9 metri), facilmente accessibili anche da sub poco esperti, se adeguatamente guidati. Ad esempio, le parti più importanti del piroscafo a ruote si trovano tra gli 8 e 10 metri di profondità, e possono essere “scoperte” anche durante un percorso snorkeling. Le isole godono di tanta attenzione da parte dei turisti anche per l’effetto di conservazione, realizzato attraverso i progetti dell’Area Marina Protetta, che le ha salvaguardate da comportamenti speculativi di ogni genere.

RICCHEZZA E BIODIVERSITA’ Quello delle Isole Tremiti è il fondale delle sorprese: una realtà unica nell’Adriatico, ricca di colori e di vita, in grado di stupire tutti. Tra i suou “regali” più grandi, vi è una foresta di “falso corallo nero”, una colonia di Geradia savaglia con una base di diametro di circa 12 cm e 38 cm di circonferenza. Secondo gli esperti, si tratterebbe di una colonia di 2000 - 2500 anni, dall’eccezionale valore storico. La crescita di questo tipo di corallo è, infatti, lentissima: si può calcolare nell’ordine di 2-3 micron (cioè millesimi di millimetro) all’anno. La straordinaria scoperta è frutto delle periodiche operazioni di scansione del fondale a scopo di esplorazione e ricerca condotto dal team del Laboratorio del Mare MarlinTremiti, che ha individuato, a largo dell’isola di San Domino, nel sito Punto 55, uno straordinario promontorio roccioso sommerso, straordinariamente ricco di vita bentonica.

IL CANTIERE ‘CAMPO BOE’ Fervono i lavori per il primo Campo Boe che nascerà nello specchio d’acqua compreso tra le Isole di San Domino, Cretaccio e San Nicola. Saranno 69 i gavitelli ecocompatibili destinati all’ancoraggio delle imbarcazioni di varia grandezza che consentiranno ai diportisti, che quest’estate sceglieranno l’Arcipelago, di godere finalmente di un attracco sicuro. “La svolta che si attendeva da tempo è finalmente arrivata”, spiega il presidente del Parco del Gargano Stefano Pecorella. “Grazie al campo boe, Tremiti si inserisce in un contesto nazionale ed internazionale degli approdi turistici, consentendo a diportisti e residenti di avere un approdo per passare le vacanze in barca o per ormeggiare in modo sicuro ad una bracciata dalla propria abitazione. L’intervento si inserisce nel più ampio contesto di valorizzazione e tutela degli splendidi fondali delle Diomedee, messi così al riparo da ormeggi selvaggi”. Angela Dalicco

giugno - duemilasedici

15


16

giugno - duemilasedici


OSTETRICA

DI VIVIANA LOBUONO

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.72.81.15

Il parto, un evento da tutelare

I 15 diritti delle partorienti Nozioni essenziali che ogni donna dovrebbe conoscere el lontano 1985 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha redatto e pubblicato un documento nel quale sono sintetizzati i 15 diritti fondamentali della partoriente; tali raccomandazioni hanno posto le basi per il Disegno di Legge “Tutela dei diritti della partoriente e salvaguardia della salute del neonato” del 18 Luglio 2008, approvato dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 14 Luglio del 2008, che intende tutelare i diritti e la salute della gestante e del neonato promuovendo una appropriata assistenza sanitaria. Nonostante gli innumerevoli dibattiti e ricerche susseguitesi, negli ultimi decenni si è assistito comunque all’aumento di una serie di pratiche volte ad indurre, accelerare, regolare, monitorare il processo fisiologico del travaglio. E le raccomandazioni OMS? Conosciamole insieme… 1. Per il benessere psicologico della neo-madre deve essere assicurata la presenza di una persona di sua scelta (familiare o non) e deve potere ricevere visite nel periodo post-natale. 2. A tutte le donne che partoriscono in una struttura deve venire loro garantito il rispetto dei valori e della loro cultura. 3. L’induzione del travaglio deve essere riservata solo per specifiche indicazioni mediche, ed in nessuna regione geografica dovrebbe avere un tasso superiore al 10%. 4. Non esiste nessuna prova che dopo un precedente cesareo sia necessariamente richiesto un ulteriore intervento per la gravi-

N

danza successiva: dopo un cesareo dovrebbero essere incoraggiati i parti per via vaginale. 5. Non esiste nessuna indicazione per la rasatura del pube e per il clistere prima del parto. 6. La rottura delle membrane va provocata solo in caso di estrema necessità e a travaglio inoltrato. 7. Durante il travaglio si dovrebbe evitare la somministrazione di farmaci se non per casi specifici. 8. Il monitoraggio fetale dovrebbe essere effettuato solo in vista di un travaglio indotto o in situazioni particolari. 9. Non c’è motivo di imporre alla donna la posizione supina né durante il travaglio né durante il parto. La mamma deve poter scegliere di camminare durante il travaglio e che posizione assumere, anche al momento della nascita del bambino. 10. Quando si può è meglio evitare l’episiotomia. 11. Le madri vanno incoraggiate a tenere il bimbo accanto e allattarlo ogni volta che lo richieda. 12. Il neonato in salute deve restare con la madre il più possibile; nessun controllo della sua salute giustifica la separazione da lei, se non in casi specifici. 13. Si deve incoraggiare immediatamente l’allattamento al seno. 14. Il latte materno costituisce l’alimentazione ideale del neonato e dà allo sviluppo del bambino basi biologiche ed effetti impa-

reggiabili. Le madri vanno incoraggiate a tenere il bimbo accanto e allattarlo ogni volta che lo richieda. 15. In gravidanza si raccomanda un’educazione sistematica sull’allattamento al seno, poiché attraverso una educazione ed un sostegno adeguato tutte le donne sono in grado di allattare il proprio bambino al seno. Sono nozioni essenziali che ogni donna, coppia e professionista sanitario dovrebbe conoscere e tenere a mente perché la nascita è un evento da proteggere soprattutto dalla crescente medicalizzazione che va combattuta promuovendo informazione, sensibilizzazione, supporto e sostegno alle madri. Per avere un quadro più chiaro sul tipo di assistenza che riceviamo, basterebbe regalarsi una breve ma indispensabile lettura.

Il Consiglio Direttivo dell’A.C. ISIDE - Centro di Arte Ostetrica, nella persona del Presidente Dott.ssa Vanessa Anna Magistro e nella persona della Vicepresidente Dott.ssa Viviana Lobuono, prendono le distanze rispetto alle dichiarazioni rilasciate nell’intervista focus dalla Dott.ssa Selenia Accettulli, facente parte del medesimo direttivo, nell’ambito dell’inchiesta affrontata a pagina 6-7 del numero 5 del mensile free-press 6donna.Le Ostetriche Magistro e Lobuono, inoltre, fanno presente che in nessun modo sono state coinvolte e interpellate prima della pubblicazione dell’intervista sopra citata. Si precisa che le sottoscritte, operano nel rispetto del proprio codice deontologico, in particolare, a ciò che viene riportato nei punti 4.2 e 4.3: “ Il rapporto tra colleghi ed altri professionisti ed operatori sanitari, si ispira a principi di reciproco rispetto e collaborazione nell’esercizio professionale indipendentemente dai ruoli ricoperti; l’Ostetrica si impegna a tutelare la dignità personale e professionale per se e per tutte le colleghe, si astiene da comportamenti lesivi dell’onore e della reputazione”. Dott.ssa Vanessa Anna Magistro - Dott.ssa Viviana Lobuono

giugno - duemilasedici

17


in poche parole

Benessere & equilibrio

Cibo-benessere-equilibrio: è questo il filo conduttore del percorso di buone pratiche per la prevenzione e lotta ai tumori promosso dalla sezione provinciale della L.I.L.T. di Foggia nell’ambito della R.I.L.T. (Rete Integrata Lotta Tumori), il progetto sostenuto della Fondazione con il Sud e che coinvolge altre cinque associazioni: Cerignola per l’Oncologia, Caritas Incontro San Severo, Il Girasole (Manfredonia), Associazione Mosaico (San Marco in Lamis) e Associazione Sos Ser (San Marco in Lamis), e che vede la L.I.L.T. di Foggia come soggetto capofila. Un percorso, quello della L.I.L.T. che prevede più tappe laboratoriali e che porterà i partecipanti a conoscere, fra teoria e pratica, come adottare sani e corretti stili di vita che partono da una sana alimentazione e includono esercizio fisico, anche moderato, e socialità. “E’ dimostrato – dichiara la dott.ssa Valeria De Trino Galante, presidente della sezione di Foggia della Lilt – come la psiche influenzi il fisico, nella salute e nella malattia. Questo nostro percorso di prevenzione, in più tappe, mira da un lato ad incentivare il potere della psiche attraverso il bello e a fornire gli strumenti per affrontare il cambiamento legato ai corretti stili di vita. Nel campo dell’alimentazione, il percorso servirà ad implementare le conoscenze sulle proprietà e l’utilizzo di alimenti, spezie, odori...”. La prima tappa di questo percorso, sarà alle Isole Tremiti dove è in programma “Dal percorso vita al canto delle Diomedee”, una passeggiata nel micromondo delle biodiversità e della bellezza naturalistica. Seconda tappa a San Marco in Lamis. “Dai dinosauri alla Defenza di San Matteo” è il titolo del percorso, guidato, che porterà i partecipanti a visitare il bosco di San Matteo e poi il parco dei dinosauri, con una tappa al monastero. Particolarmente suggestivi i temi degli altri percorsi, con date e luoghi in qualche caso ancora da definire, e tutti guidati da esperti dell’alimentazione. Un nutrizionista-dietologo insegnerà a costruire una dieta per dimagrire mangiando, e poi si vedrà cosa succede “quando l’aiuto viene dal cibo”, un progetto che arriva dall’Istituto Tumori di Milano per aiutare ad affrontare le malattie con l’aiuto di una corretta alimentazione.

18

AVVOCATO

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115

DI

DANIELA MURANO

I criteri che il giudice deve seguire per stabilire la cifra

S.O.S. Assegno di mantenimento na domanda ricorrente da parte di chi intende porre fine ad un matrimonio ormai in definitiva crisi riguarda l’esistenza e la eventuale quantificazione del diritto al mantenimento nei confronti del coniuge. Ebbene l’assegno di mantenimento è disciplinato dall’art. 156 del codice civile per il quale “il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a carico del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri”. La legge dunque prevede la possibilità, in sede di separazione consensuale o giudiziale dei coniugi, di stabilire un assegno di mantenimento a favore del coniuge più debole al fine di garantirgli lo stesso tenore di vita goduto nel matrimonio: l’ammontare di tale assegno, in caso di accordo tra i coniugi, sarà stabilito dai coniugi stessi mentre in caso di disaccordo

U

PSICOLOGIA

Va garantito il tenore di vita avuto durante il matrimonio deciderà il giudice seguendo determinati criteri. Quali? Secondo la Cassazione il giudice deve anzitutto accertare il tenore di vita dei coniugi durante il matrimonio. Tale accertamento non dovrà però tenere conto della possibilità che i coniugi abbiano attuato un regime di vita eccessivo rispetto alle proprie possibilità o, viceversa, ridotto rispetto alle stesse. Poi è necessario verificare se i mezzi economici a disposizione del coniuge separato gli permettano di conservare detto tenore di vita indipendentemente dalla percezione dell’assegno di mantenimento. In caso di esito negativo di tale verifica il giudice procederà alla determinazione dell’assegno in relazione alle circostanze e ai redditi posseduti dal coniuge obbligato. E’ da dire che tra i redditi da considerare ai fini del calcolo del mantenimento devono essere compresi

non solo i redditi da lavoro ma anche altre utilità economiche di cui beneficia il coniuge che deve corrispondere l’assegno: ad esempio occorre tenere presente il valore di eventuali beni immobili di cui esso sia titolare, anche ai fini di una loro eventuale locazione o vendita, nonché crediti o risparmi, partecipazioni in società o titolarità di aziende. Non solo: se è fornita la prova dell’esistenza di redditi in capo al coniuge quest’ultimo è obbligato al mantenimento anche in caso di redditi non dichiarati e non regolari. Tra le circostanze determinanti per la quantificazione dell’assegno devono essere annoverate tutte le situazioni di fatto che caratterizzano la

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115

separazione: ad esempio va considerata l’attitudine a lavorare del coniuge beneficiario nonché le condizioni di salute del medesimo. La legge individua poi un ulteriore criterio per la quantificazione dell’assegno di mantenimento che è costituito dalla durata del matrimonio. Il giudice, in caso di inadempimento dell’obbligo di corrispondere l’assegno, può anche ordinare ai terzi che sono tenuti a corrispondere periodicamente somme di denaro al coniuge obbligato che una parte di esse vanga versata direttamente al coniuge beneficiario. Va ricordato infine che la legge sul divorzio prevede la stessa possibilità di ricevere un assegno, di natura assistenziale, anche a favore del coniuge divorziato in caso di peggioramento della propria situazione economica a causa del divorzio, e nonostante la definitiva cessazione del vincolo matrimoniale. Questo perché nel nostro ordinamento il principio di solidarietà economica tra i coniugi sopravvive alla fine del matrimonio e si protrae anche dopo il divorzio.

DI INES PANESSA

Uno “schema” sviluppato a causa di familiari molto critici

Gli aspetti positivi del fallimento Il rischio è l’autosabotaggio, strategia “difensiva” ma distruttiva e persone che presentano lo schema del Fallimento, in chiave negativa, sono convinte che le loro prestazioni e capacità in vari ambiti della vita quotidiana siano inferiori a quelle degli altri. Si sentono costantemente prive di talento e abilità, inferiori, inadeguate, in altre parole delle fallite. Anche queste convinzioni, come quelle di altri schemi, possono aver origine da esperienze precoci ed infantili. Alcune volte lo schema si sviluppa a causa di genitori o familiari molto critici nei confronti dei risultati e delle prestazioni, che ripetevano spesso al bambino che non era capace di fare le cose, che era tonto o maldestro, oppure si limitavano a comportamenti che facevano presupporre tale idea, ad esempio svolgendo loro stessi dei compiti al posto dei figli, piuttosto che insegnare la corretta maniera di svolgere un’attività. Anche un ambiente in cui vengono fatti continui confronti con ideali più elevati può far insorgere il senso di fallimento. Lo schema del fallimento dà spesso origine ad un brutto circolo vizioso: quello della profezia

L

giugno - duemilasedici

che si auto-avvera. In altre parole, percependo di non poter raggiungere buoni risultati, la persona spesso si impegna poco in quel che fa, non compie i passi necessari utili, non prende mai l’iniziativa, finendo con l’ottenere realmente un risultato scarso. Il fallimento verrà attribuito alle poche capacità, mentre in realtà è dato dal comportamento passivo della persona. Questo comportamento è molto simile a ciò che viene definito “autosabotaggio”, che è una strategia “difensiva” per non entrare in contatto con la sofferenza legata al fallimento personale. Quando la nostra mente è impegnata in profonde riflessioni preoccupanti può rimanere “intrappolata” in pensieri negativi, generando il fenomeno della “ruminazione mentale”. La ruminazione è data dal ripetersi di pensieri focalizzati su eventi negativi passati, su stati emotivi spiacevoli o su situazioni future che generano preoccupazione (es. “Perché capitano tutte a me?”, “Perché mi sento così in ansia?”, “E se tutto andrà male?”). La persona ri-

mane bloccata e non si raggiunge una soluzione che possa alleviare il senso di angoscia, pertanto, aumenta lo stato emotivo di ansia, umore depresso, rabbia e lo scoraggiamento, si evitano attività piacevoli, ci si isola dalla vita sociale e si possono sviluppare disturbi mentali (depressione, problemi alimentari, ecc.). Le forme di ruminazione sono due: la state rumination, focalizzata sul proprio stato emotivo negativo e sulle conseguenze del fallimento; l’action rumination,orientata al raggiungimento di un obiettivo e sui modi possibili per migliorare o recuperare errori passati, in questa accezione, la ruminazione, permette di vivere il fallimento in forma positiva

che attiva un processo simile al problem-solving, in cui l’attività mentale ripetitiva si focalizza sui diversi modi per fronteggiare una crisi e creare uno stato mentale utile per la risoluzione di un problema. Secondo alcuni autori, la ruminazione focalizzata sull’azione, volta ad analizzare e correggere recenti fallimenti, dovrebbe produrre esiti positivi in termini di miglioramento della prestazione. La ruminazione può essere, dunque, una risposta umana adattiva che, se utilizzata in modo inappropriato, può risultare controproducente: cercare di comprendere le proprie emozioni o focalizzarsi sulle conseguenze del fallimento sembra non essere vantaggioso. Invece, prendere in considerazione un fallimento appena avvenuto e analizzare ciò che è andato male può essere un modo utile per un apprendimento e per un miglioramento della prestazione: riflettere su cosa è andato male e su come correggerlo può aiutare a trovare strategie alternative, a non ripetere gli stessi errori e a migliorare in futuro.

rubriche rubriche rubriche rubriche rubriche


PEDIATRA

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115

DI

MONICA MANCINI

in poche parole

I “nove passi” per una adeguata cura e trattamento

Acque sicure

Gastroenterite acuta, che fare? Il rischio maggiore è costituito dalla disidratazione La gastroenterite è una patologia molto frequente in età pediatrica, in particolare nei primi 2-3 anni di vita. La maggioranza degli episodi di diarrea acuta ha un’eziologia virale, mentre solo in una piccolissima quota di casi tra quelli ospedalizzati, circa il 10%, sono causati da batteri tra cui Salmonelle cosiddette minori, Escherichia coli e Campylobacter spp.

mate o liquide in numero di 3 o più evacuazioni al giorno. Se la diarrea ha una durata superiore alle 2 settimane si definisce persistente; se supera le 4 settimane si definisce cronica. La diarrea acuta associata o meno a vomito è una patologia che può essere trattata a casa con i giusti presidi. Diventa invece necessario il controllo medico nel caso in cui le evacuazioni sono in numero superiore alle 8 scariche al giorno, se il paziente è piccolo con età inferiore ai 2 mesi o se il vomito è persistente. Nei casi su menzionati diventa spesso neces-

sario il ricovero per effettuare la reidratazione per via endovenosa. Il rischio della gastroenterite è costituito, infatti, principalmente dalla disidratazione. Il trattamento chiave è, pertanto, la reidratazione per via orale, quando possibile, o per via endovenosa in alternativa. Esistono bevande in-

dicate per la reidratazione, le co-

I NOVE PASSI PER UN ADEGUATO TRATTAMENTO DELLA GASTROENTERITE ACUTA

I rotavirus e gli adenovirus di tipo “enterico” sono tra gli agenti virali i più frequentemente responsabili delle diarree acute. La diarrea si definisce acuta quando vi è l’emissione di feci semifor-

MEDICO CAV

1 Usa l’ORS per la reidratazione 2 Soluzione ipotonica (sodio 60 mmol/L, glucosio 74-111 mmol/l) 3 Rapida reidratazione orale, nelle prime 3-4 ore della diarrea. 4 Rapida rialimentazione 5 L’uso di formule speciali non è giustificato

6 L’uso di formule diluite non è giustificato 7 Non interrompere mai l’allattamento al seno 8 Supplementare con l’ORS sino a quando non vi è ripristino delle normali condizioni 9 Non sono necessari farmaci Da Davidson G, JPGN 2002

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115

siddette ORS, “Soluzioni Reidratanti Orali”, che devono possedere alcune caratteristiche di base quali: osmolarità 200-250 mOsm/kg; sodio 50-60 mmol/l; potassio 20 mmmol/l; glucosio 74-111 mmol/l, basi 10 mmol/l. Sono assolutamente controindicate alcune bevande quali cocacola, succo di mela, brodo di pollo, reintegratori sportivi, perché presentano un’osmolarità non idonea o elettroliti in concentrazioni sbagliate. I probiotici o fermenti lattici non hanno effetto sulla perdita di acqua con le feci, mentre riducono di 24 ore la durata della diarrea. La terapia antibiotica generalmente non è raccomandata, tranne in alcuni casi selezionati. Di seguito sono riportati i “nove passi” per il trattamento della gastroenterite.

DI

ANNA LEPORE

Sos adolescenti per intossicazioni da stupefacenti

Lo sballo a tutti i costi L’ultima moda: sniffare Ketoprofene, antidolorifico alla portata dei giovani arliamo di sballo. Non lo sballo relativo ad una forte emozione, ma quello cercato a tutti i costi, quello falso e illusorio che dura solo un attimo. Partiamo da due nomi comuni: farmaco e droga. Il primo è una qualsiasi sostanza che abbia la proprietà di curare una patologia, il secondo è una qualsiasi sostanza il cui uso e consumo è proibito dalla legge. L’interesse della medicina, e in questo caso l’interesse del Centro Anti-Veleni, è rivolto totalmente al benessere della persona (e non solo). Ad oggi evidenziamo una triste constatazione: le nostre consulenze relative ai giovani nei mesi di aprile/maggio 2016 hanno come causa primaria di intossicazione proprio le sostanze stupefacenti. Purtroppo le parole che si sentono dai ragazzi sono: “Vogliamo sballarci con qualsiasi sostanza che riusciamo a recuperare”. Infatti, l’ultima moda importata dagli

P

USA è sniffare ketoprofene, farmaco noto con il nome Oki e usato in genere come antidolorifico. In moltissime case è disponibile, lì nel cassetto dei medicinali di mamma e papà. Ma anche se non ci fosse, è semplicissimo procurarselo fuori, dal momento che si trova facilmente in commercio sia in farmacia sia nei “mercati paralleli” degli adolescenti, mercati a

volte poco conosciuti. E sono proprio gli adolescenti ad essere diventati consumatori, a

volte anche abituali, di questo medicinale, che viene “sniffato”, per procurarsi un po’ di sballo. Ma si è consapevoli dei rischi che si corrono? Il più delle volte no, per niente. Si è convinti di poter smettere in qualsiasi momento. E tarda anche il riuscire a sapere ciò che si è preso, e le parole vengono fuori solo quando gli effetti negativi sopraggiungono e sono molteplici. Nel caso di assunzione di ketoprofene gli effetti collaterali possono essere anche molto gravi, dalle irritazioni della mucosa gastrica ai sanguinamenti, per non parlare di reazioni anafilattiche ed altro ancora. Ecco perché ora vi vogliamo raccontare di Marco (nome di fantasia).

Qualche giorno fa veniamo interpellati per un quattordicenne che presentava una crisi asmatica con perdita di coscienza. Il ragazzo, ovviamente per timore, non riferiva di aver fumato cannabis, sniffato farmaci ed altro. Il ragazzo, dopo un trattamento mirato e alcuni giorni di ricovero, è tornato a casa, ma quanti rischi si corrono per un attimo di sballo? Sappiamo che a volte è difficile comunicare con i giovani; per loro è fondamentale il “gruppo” e per far parte di un gruppo può essere necessario “copiare”. Evitiamo di essere “brutte copie”, differenziamoci e restiamo protagonisti. Impariamo a dire no, pensiamo con la nostra testa, evitiamo il copia e incolla: la vita è unica e vale la pena viverla.

rubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Acque sicure nelle strutture sanitarie. E’ questo l’importante tema dibattuto a Pugnochiuso, sul Gargano, da oltre 50 relatori provenienti da diverse realtà geografiche e professionali, del mondo accademico, del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, della Sanità ospedaliera e territoriale nell’ambito del convegno organizzato dal Dipartimento di Prevenzione della Asl Foggia e dalla Società Italiana di Igiene e dal Gruppo delle infezioni Ospedaliere (GISIO) La tematica della sicurezza dell’acqua, in particolare nelle strutture sanitarie, è stata affrontata, per la prima volta congiuntamente, da due realtà, gli igienisti e le aree tecniche che, spesso, viaggiano in maniera parallela e difficilmente si incontrano. Il convegno ha sancito una collaborazione che si preannuncia duratura: grazie ai Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA), le due branche saranno sempre più impegnate in maniera multidisciplinare a garantire una corretta gestione della rete idrica “interna”, sia delle strutture sanitarie, con utenze particolarmente sensibili, che di altre strutture (edifici pubblici, strutture ricettive, condomini). Nel corso dei lavori è stato osservato come, per fare in modo che la “questione acqua” sia affrontata sempre più come una “tematica” e non una “problematica”, siano fondamentali la formazione e informazione continua non solo degli “addetti ai lavori”, ma, soprattutto, dei cittadini e delle associazioni. È dalla corretta informazione che si sviluppano, infatti, comportamenti adeguati, derivanti da una consapevole “coscienza dell’Acqua”. Seguendo tale indirizzo, la Asl Foggia ha implementato l’attività informativa sviluppando un’area tematica sul portale aziendale, promuovendo una campagna di informazione nelle scuole di ogni ordine e grado e organizzando incontri in collaborazione con enti e associazioni. Un successo frutto anche del grande lavoro di squadra della complessa macchina organizzativa messa in moto dalla Asl, alla quale è andato il riconoscimento di Carlo Signorelli e Ira Pasquarella, rispettivamente Presidente Nazionale della SItI e Coordinatore del GISIO. Premiata anche la scelta di garantire la diretta streaming che ha visto 1104 collegamenti di cui 40 dagli Stati Uniti e 68 dall’Europa.

giugno - duemilasedici

19


GINECOLOGA

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115

DI TIZIANA

CELESTE

Cosa può favorire l’insorgenza delle infezioni intime?

Tutte al mare... in sicurezza diventando fonte di altri disturbi fastidiosi, quali algie pelviche, disturbi minzionali, perdite vaginali maleodoranti, difficoltà ad avere rapporti sessuali (che risultano molto dolorosi e spesso si accompagnano a secchezza vaginale), fino a sfociare nella sterilità. Non è opportuno trascurare i primi sintomi quali prurito e bruciore vulvovaginali, né conviene rimandare la visita al ritorno dalle vacanze, poiché si rischia di subire un’esacerbazione dei sintomi. Inoltre non bisogna dimenticare che le vaginosi batteriche decorrono in maniera asintomatica e che a volte si sospetta la loro

Tra prevenzione e buone pratiche da seguire in spiaggia i avvicina l’estate e quindi si avvicina anche il momento delle tanto agognate vacanze. Tutte siamo in fibrillazione per la famosa “prova costume”, quindi ci stiamo impegnando fino allo spasmo per arrivare in spiaggia con un fisico tonico e atletico, ma oltre alla maggior attenzione all’aspetto estetico siamo davvero pronte ad affrontare le vacanze al mare? Premesso che in spiaggia sussistono mille fattori e variabili che ci rendono più suscettibili all’insorgenza di infezioni intime, siamo davvero sicure di arrivare in buono stato di salute? Certo è che se ci sono infezioni genitali latenti al mare si potrebbero esacerbare o risvegliare. Sarebbe utile prima di partire per le vacanze fare un check-up completo, soprattutto se si è rimandato il famoso controllo annuale. A che serve? E’ giusto accertarsi che non esistano problemi ginecologici riposti che potrebbero regalarci sgradevoli sorprese. Cosa fare allora? Sicuramente, sottoporsi ad una visita ginecologica e contestualmente effettuare un pap-test e la colposcopia ci consentirà di escludere l’eventuale presenza di infezioni, infiammazioni ed altre affezioni vulvo-vaginali. Come ben sappiamo una vaginite mal curata può cronicizzarsi,

S

20

giugno - duemilasedici

presenza indirettamente, in quanto causa di rapporti sessuali dolorosi. Di qui la necessità di controlli accurati, completi ed eventuali terapie adeguate.

A cosa fare attenzione? Innanzitutto conoscere le regole per una igiene intima corretta (lavarsi accuratamente con acqua corrente, utilizzare detergenti a ph acido, utilizzare salviette intime esclusivamente personali, biancheria intima di cotone preferibilmente bianca), inoltre risulta utile sapere che non conviene indossare a lungo costumi umidi o bagnati, né sedersi sui teli-mare altrui, soprattutto se umidi, non è opportuno sdraiarsi né sedersi a riva sul bagnasciuga e tantomeno a bordo piscina, occorre evitare di sedersi ovunque senza un telo di protezione, e utilizzare i sanitari pubblici munendosi di copri water. Tutte queste piccole accortezze eviteranno di favorire o scatenare l’insorgenza di infezioni micotiche o infiammazioni intime. Infine una alimentazione ricca di verdure e frutta, un alto consumo di acqua aiuterà a prevenire l’insorgenza delle fastidiose cistiti estive. Comunque il mare non è un nemico da temere, anzi ha effetti benefici sul nostro organismo a 360°, non è solo l’acqua marina ma l’intero ambiente marino che con le sue caratteristiche è un vero toccasana per il nostro corpo e la nostra anima. L’aria, l’acqua, il sole e anche la sabbia svolgono numerose funzioni non solo riequilibrative ma anche curative, l’aria marina con la sua purezza e le microparticelle che vengono dal mare fortifica il sistema respiratorio e stimola le funzioni metaboliche; la sabbia ha un’azione antidolorifica, può essere considerata come una termoterapia esogena a calore secco che sfrutta il calore del sole insieme all’azione dell’acqua di mare, i raggi ultravioletti sono fondamentali per la nostra salute fisica e mentale, per la forza muscolare, stimolano il sistema immunitario e il metabolismo. L’acqua di mare ha un’azione antinfiammatoria, antisettica e antiedemigena, stimola il sistema immunitario e il sistema endocrino, non solo incrementando l’attività tiroidea ma sembra agire anche sull’apparato genitale femminile favorendo la sintesi di gonadotropine, la maturazione dei follicoli e regolarizza il ciclo mestruale.


maggio - duemilasedici

21


Il fascino del body painting incontra la fotografia

arte&cultura

L’arte dentro l’arte: la sfida di Silvia (Ph. Potito Casparrini)

A Foggia, 27 quadri fotografici di Panniello che esaltano e idealizzano la donna

l suo sguardo passa attraverso un obiettivo e, attraverso una lente, restituisce tutto il fascino del body painting. Scatti d’arte. Lei è Silvia Panniello, foggiana, fotografa amatoriale cresciuta nella fucina del FotoCineClub dauno. Ci voleva una donna per raccontare con tanta grazia l’arte del corpo dipinto. A pelle, ci è riuscita egregiamente. Le sue opere, 27 quadri fotografici, sono state mostrate al pubblico foggiano nell’ambito della sua prima personale - “Alimenta il tuo corpo, nutri la tua anima” - ospitata al Palazzetto dell’Arte Andrea Pazienza, un evento fortemente voluto per far conoscere l’arte del body painting, nella sua essenza e profondità. Un mix di linguaggi e di forme d’arte: eternare con la fotografia una creazione temporanea come il body painting. Come nasce questo progetto? Nasce dalla curiosità di esplorare il mondo artistico e fermare nel tempo, attraverso scatti fotografici, le varie fasi di un evento di portata nazionale, quale il body painting. Una sorta di backstage. La fotografia in aiuto alla body art, in una stretta simbiosi che lascia traccia di ciò che è destinato a scomparire non appena la modella entra nella doccia. I suoi quadri fotografici immortalano i momenti più significativi della decima edizione del Campionato Italiano dei Corpi Dipinti, svolto sul lago di Garda. Quale aspetto di questa forma d’arte l’ha colpita e conquistata? Sono stata particolarmente attratta, dalla concentrazione delle artiste e dalla precisione assoluta con cui riproducevano sul corpo delle modelle i bozzetti. Ancora, sono stata affascinata dalla maestria con cui utilizzavano gli strumenti: pennelli, aerografi, effetti speciali. Insomma,

I

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco

In redazione Mariangela Mariani Dalila Campanile Leonarda Girardi Carmen La Gatta Francesca Di Gioia Rubriche dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa avv. avv.

Anna Lepore Viviana Lobuono Ines Panessa Monica Mancini Tiziana Celeste Valentina Dinisi Daniela Murano

tutte le sfaccettature che rendono il body painting un’arte. Nelle sue tele, però, c’è il fascino dell’opera d’arte dentro un’opera d’arte. Come una caccia al tesoro di simboli e significati. In che modo il suo progetto si lega al concetto “Alimenta il tuo corpo, nutri la tua anima”? Nell’aver rispettato sia il tema del concorso che le idee degli artisti. Quest’ultime scritte su cartoncini a diposizione dei visitatori per una più efficace comprensione; nell’aver invitato i visitatori a riflettere per immagini, attraverso esplosioni di forme e colori su tematiche importanti, come quella rappresentate nel quadro fotografico “White Africa” sulla fame nel mondo, in contrapposizione al benessere della società occidentale fatta di immagini e sovrastrutture mentali. O ancora sulla tematica espressa in “Eva”: grazie alla trasgressione simboleggiata dall’albero del bene e del male ed il serpente tentatore, tutti noi ci nutriamo di curiosità e andiamo alla ricerca della conoscenza superando i nostri limiti. E concludo con il quadro “Soul Desirèè” che risponde alla sua domanda: quando segui le tue passioni, la tua anima è in festa. Quest’ultima riflessione

Redazione Foggia - Via Tressanti, I trav. (Vill. Artig.) Tel. 0881.72.81.15 - Fax 0881.72.81.13 E-mail marketing@6donna.com redazione@6donna.com Sito internet www.6donna.com Social facebook: 6Donna twitter: @6DonnaMagazine Impaginazione e stampa Publicentro Graphic

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

22

giugno - duemilasedici

Silvia Panniello (foto P. Casparrini)

rispecchia appieno il mio stile di vita. Il corpo come una tela bianca, per un’opera che esalta, valorizza e idealizza le sinuosità della donna. Il corpo non è oggetto ma è mezzo, strumento d’arte. Insomma, una celebrazione della donna stessa? Certamente. Il corpo/tela diventa lo strumento per rendere visibile il messaggio dell’artista/pittore. Ma quando la tela si anima, si scopre l’eleganza, la sinuosità, il valore aggiunto del messaggio attraverso l’alta espressività della comunicazione. Insomma, si scopre l’essenza della donna: una valenza che - mi perdoni - solo un’altra donna può capire. Maria Grazia Frisaldi


giugno - duemilasedici

23


24

giugno - duemilasedici


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.