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attualità “Araba Fenice”

Educazione alla sessualità & affettività nelle scuole

focus Oltre la cattedra

La ‘Buona Scuola’ dei mille conflitti

Nadia Tempest La “regina” del web

polis Viale XXIV Maggio C’è più vita su Marte


editoriale di Maria Grazia Frisaldi Una giovane donna cosparsa di benzina e data alle fiamme, verosimilmente dal suo ex. E’ accaduto, ancora una volta. E’ successo a Messina, nel profondo Sud, ma potrebbe essere stato ovunque. Non è il primo caso e (purtroppo) potrebbe non essere ultimo. Il nuovo anno inizia nel peggiore dei modi, in fatto di violenza sulle donne. Di tutta la vicenda, un episodio-fotocopia a tanti altri letti sulle pagine di nera dei quotidiani, sono due i particolari che mi hanno particolarmente colpita. Innanzitutto la modalità di “attacco”, ovvero il fuoco. Dopo una lunga stagione di terrore, con giovani donne deturpate a vita dai propri compagni utilizzando l’acido come arma, si alza l’asticella dell’orrore. Ma cosa scatena questo effetto emulazione? E’ come se la mente umana fosse programmata a step: esposta a tanta violenza quotidiana, acquisisce un livello, e va oltre nell’escalation di brutalità. Nel caso specifico, la 22enne di Messina è riuscita a liberarsi dei vestiti in fiamme e ha chiamato i soccorsi. Le ferite riportate sono importanti e le successive indagini hanno portato all’arresto del suo ex fidanzato, che si è avvalso della facoltà di non rispondere e che è stato immortalato da alcune telecamere mentre riempiva una tanica di benzina poco prima del ‘fattaccio’. Ed è questa la seconda cosa che mi ha particolarmente colpita di questa vicenda: dal suo letto di ospedale, la 24enne messinese continua a difendere il suo ex, nonostante le prove schiaccianti (solo il processo potrà stabilire le reali responsabilità dell’uomo). Se così fosse, sarebbe vittima due volte: di sé stessa e di chi le ha fatto del male. E nei salotti della tv, aprendo una finestra sulla vicenda siciliana, c’è chi lo chiama ancora, in modo superficiale e incosciente, “amore”, distruggendo con una parola a sproposito anni di lavoro, di campagne di sensibilizzazione, di educazione alla consapevolezza e al rispetto di sé. Non chiamatelo amore. Non mischiate violenza e sentimenti. Non sono della stessa pasta.

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Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

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La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

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sommario Attualità 4 Araba Fenice,

Bellezza 12 Saldi... in bellezza!

così la scienza batte Google

Personaggio 5 Nadia Tempest La “regina” del web

Premio 6Donna 15 Cerchiamo il volto rosa della città 17 Rubriche

Focus Monti Dauni 6 Oltre la cattedra, la riforma dei conflitti 22 ‘Di Pari Passo’, sfida all’integrazione •

Cartoline da Venezia di una Prof.

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Quando la sentenza non fa scuola Convocazioni, rompicapo dei presidi

Polis 8 Viale XXIV Maggio, c’è più vita su Marte •

Il “viaggiatore” sfregiato

Solidarietà, apre “Casa Mons. Farina”

Musica 23 Meezy, una favola tutta voce e musica •

The Queens Choir, le reginette della musica corale

Una messa ‘pop’ per gli sposi


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attualità

Al via il progetto di educazione all’affettività ed alla sessualità consapevole

‘Araba Fenice’, così la scienza batte Google N

ella testa degli adolescenti il caos regna sovrano: affettività e sessualità sono due concetti che troppo spesso collimano, si sovrappongono, si confondono. E quella che sembra essere la generazione affettivamente più libera e sessualmente più spregiudicata, in realtà è quella più disorientata e meno informata. E tanta disinvoltura, sommata ad altrettanta impreparazione, porta ad esiti disastrosi. Lo sa bene Tiziana Celeste, ginecologa e rubrichista del mensile free-press 6Donna che, nel suo lungo peregrinare tra i vari ospedali di Foggia e provincia, si è resa conto del livello di disinformazione, pericolosissimo ed impressionante, dei più giovani rispetto a queste tematiche. Al punto tale da decidere di mettere a punto un progetto – ‘Araba Fenice: educazione all’affettività ed alla sessualità consapevole’, che vede 6Donna partner dell’iniziativa- che intende fornire ai più giovani informazioni scientifiche per aiutare loro a compiere scelte ragionate e ragionevoli. Mettendosi al riparo da gravi rischi.

Oltre 600 studenti coinvolti nel progetto FENICE’ Il progetto parte il 18 gennaio, in tre istituti della ginecologa ‘ARABA superiori di Foggia (il Liceo polivalente ‘Carolina Poerio’, il Liceo ‘Alessandro Volta’ e l’Istituto tecnico programmatori Tiziana Celeste: scientifico ‘Blaise Pascal’) coinvolgendo nel complesso circa 600 studenti, con il benestare dei rispettivi genitori. Gli incontri termine“Sapere è potere, tutti ranno entro maggio, in concomitanza con un congresso scientifico legato all’iniziativa, nell’ambito del quale verranno raccolti uno strumento e campionati i risultati ottenuti dal programma di educazione sessuale. “Il problema di rimando è che sempre più ragazze, che bambine, si ritrovano con gravidanze indesiderate per evitare rischi adpocoetàpiùsempre più basse (13/14 anni)”, spiega la dottoressa Tiziana Celeste. “E non esiste un deterrente per mettere loro al e compiere sicuro da tale rischio: la famiglia svolge un ruolo decisamente marginale in tale partita, e a scuola non esistono programmi scelte giuste” didattici che aiutino a sviluppare un bagaglio di nozioni minime

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che aiuti loro a comprendere che decidere di avere rapporti sessuali ha conseguenze serie: dalla banale infezione micotica a malattie infiammatorie pelviche, dalla sterilità alla diffusione di condilomi, oltre alle gravidanze indesiderate”.

L’EMERGENZA | Una indagine dell’Unione Europea sostiene che il 14% dei bambini tra 9 e 16 anni ha visto scene porno sul web (Eukids online) e il 73% dei ragazzi tra 12 e 18 anni ha di-

chiarato di visitare siti porno (Doxakids - Telefono Azzurro). Ancora, l’età media del primo rapporto sessuale in Europa è 15 anni (OMS), il 21% degli Under16 ha visto scene di sesso su tv, riviste, telefonini (Eukids online) e il 97% dei teenager possiede uno smartphone. “I nativi digitali sono eccitati, confusi e diseducati. Ma soprattutto sono pieni di dubbi e, poiché non ricevono adeguate informazioni né a casa né a scuola, interrogano Google per trovare tutorial e risposte alle loro curiosità e pulsioni, deragliando inevitabilmente su siti porno e maturando un’idea del sesso sbagliata.

IL CICLO DI LEZIONI Il progetto ‘Araba Fenice’ è stato accolto con entusiasmo dagli istituti scolastici coinvolti e anche dagli enti che hanno accordato il patrocinio (Comune e Provincia di Foggia, Unesco, Università di Foggia, Asl Fg e Ospedali Riuniti). Il corso di educazione all’affettività e alla sessualità prevede il coinvolgimento di tre professioniste: la ginecologa Celeste che per cinque incontri illustrerà agli studenti nozioni relative all’anatomia e alla fisiologia degli apparati riproduttivi, rapporto sessuale e gravidanza, metodi contraccettivi, ivg e malattie sessualmente trasmissibili. La psicologa e sessuologa Maria Pia Conoscitore, invece, affronterà tutti i nodi della delicata fase adolescenziale e il tema dell’amore/dell’innamoramento. Ancora, salirà in cattedra la professoressa Angela Procaccino, ricercatrice UniFg che affronterà il passaggio dall’adolescenza alla maggiore età, e le responsabilità civili e legali di diventare adulti. A concludere il ciclo di incontri, l’ultima lezione della ginecologa Celeste incentrata sul rapporto sessuale e sulle dinamiche affettive e fisiologiche ad esso connesse. “La conoscenza è sapere. Ed il sapere è potere, perché fornisce uno strumento per compiere scelte ragionate e ragionevoli: quando si conosce ciò a cui si va incontro si saprà affrontarlo in modo preparato abbattendo la percentuale di errore”. m.g.f.


Foggiana, è la vlogger più amata e seguita del momento

personaggio di Maria Grazia Frisaldi

Nadia Tempest, la regina del web Dal canale Youtube alle librerie, alla conquista delle teenager

E’

partita da Foggia, la sua cittànatale. E dopo aver frequentato l’Università a Roma vi ha fatto ritorno, sicura di entrare in contatto con la moltitudine di teenager (ma non solo) che la seguono attraverso la ‘finestra’ del web. Lei è Nadia Tempest (in foto), una delle più famose e seguite vlogger (blogger che vanno in video) del momento. Non disdegna i social, che sono (anche) la sua forza: e così Nadia cinguetta su Twitter, posta su Facebook e pubblica foto su Instagram; ma è la sua attività di vlogger, attraverso un canale Youtube seguito da oltre 460mila persone, a farla entrare di diritto nella schiera delle influencer più amate e seguite d’Italia. Dalle ‘cascate’ di like ai bagni di folla il passo, per lei, è stato breve. Ed è stato decretato dal suo primo libro, edito da Sperling&Kupfer, ‘10 cose che non avresti mai pensato di fare’, che a tre mesi dalla sua uscita è già prossimo alla terza ristampa. Tra una pagina e l’altra, ‘condita’ da illustrazioni e spazi per note e appunti, Nadia mette a confronto la vita di ieri quella senza smartphone e wifi - con quella di oggi, mixando ricordi, esperienze personali, e confessioni senza filtri. Dalla tecnologia alla vecchia, cara carta stampata. Il libro rappresenta una sorta di trasgressione nel tuo percorso iperconnesso… Diciamo anche una apparente incoerenza! In realtà, mi è stata fatta una proposta editoriale da Sperling e, essendo avvezza alla scrittura per passione, ho deciso di mettermi in gioco. La casa editrice aveva una idea, che poi io ho sviluppato nel volume, pensando ad un target di lettori di età compresa dai 13 ai 20 anni. Così ho deciso di fare un parallelo tra la mia adolescenza e quella attuale, evitando luoghi comuni e frasi fatte, e con quella ironia che è alla base del mio canale YouTube. Non è un romanzo, non è un’autobiografia, non è un manuale. Cosa vuole essere ‘10 cose che non avresti mai pensato di fare’? E’ un mix di tutto: è un po’ un romanzo perché racconta delle storie; è un po’ un’autobiografia perché la protagonista di quelle storie sono io. Ed è anche un po’ un manuale, perché ognuno dei 10 capitoli termina con dei consigli rispetto a quella che è stata la mia esperienza e quello che ho imparato sulla mia pelle. Inconsapevolmente ne è venuto fuori un genere inedito. I social, la tecnologia, i video sono diventati il tuo pane quotidiano. Eppure c’è qualcosa che rimpiangi dei tempi (in realtà un

decennio appena) della vita off-line? Non mi sento di rimpiangere qualcosa: ho vissuto sì, e ricordo perfettamente, quell’epoca in cui il web non era di uso comune e i cellulari si utilizzavano solo per telefonate e messaggi importanti, ma non ero abbastanza grande per vivere appieno la quotidianità senza web, whatsapp e cellulari iper-connessi. Quello che rimpiango è che quando i messaggi si pagavano venivano centellinati. E ci si conosceva “di persona”. Oggi, invece, tutto passa attraverso uno schermo. E quando ci si incontra manca il ‘coraggio’ di conoscersi, la voglia e l’attitudine. Sembra manchi la capacità di guardarsi negli occhi. Eppure uno sguardo non può mai tradire… Qual è il tuo rapporto con Foggia? Se la tua città fosse l’oggetto di un tuo video, da cosa inizieresti? Sono nata in periferia e continuo a vivere in periferia. Foggia è la mia città, e se dovessi farci un video inizierei sicuramente dalla mia scuola: dal Liceo Lanza. La scuola per me è stata un’esperienza che si è conclusa in modo turbolento, per problemi relazionali con alcuni docenti. Tutti i miei ricordi più belli e più brutti passano attraverso i banchi. Inizierei quindi dalla mia esperienza negativa - come per molti adolescenti di oggi - che però alla fine mi ha aiutato a tirare fuori quella forza di volontà che avevo dentro e che mi ha permesso di affrontare di petto sfide e nuove avventure. Senti la ‘responsabilità’ di essere una delle più amate e seguite influencer del momento? Sì, tantissimo. La parola stessa - influencer - ha un peso importante. E credo sia fondamentale usare sempre la bussola della responsabilità nei confronti di chi ci guarda. Il web non ha fasce orarie protette e i contenuti che postiamo sono accessibili a tutti, ed a tutte le ore. E dall’altra parte del monitor possono esserci persone molto deboli o sole, per le quali diventi un punto di riferimento, con conseguente effetto-emulazione molto presente nel mio canale, come in quelli di altri influencer creator. Dai consensi virtuali alle folle acclamanti dei firma-copie c’è di mezzo il ‘calore’, vero spartiacque della vita ‘con’ e ‘senza’ connessione. Qual è stata l’emozione più grande di questa esperienza? Sì, verissimo. E l’ho scoperto proprio grazie al mio libro: fino a quel momento non mi ero resa conto della quantità e della qualità delle persone che mi seguono. Le

emozioni più grandi, fino ad ora, sono state due, una più professionale, l’altra più umana. La prima è stata la tappa al Tg5 Lettura per presentare il mio libro: entrare negli studi di uno spazio televisivo che seguo da sempre per me è stato surreale ma molto emozionante. L’altro, invece, è il ricordo di una ragazza di Taranto, che mi ha raggiunto, a Napoli, con la mamma sobbarcandosi un viaggio ed una fila estenuante per stare con me ed abbracciarmi in quei 30 secondi concessi durante i firma-copie. L’impegno che hanno preso nei miei confronti è impagabile.

Grazie al suo canale Youtube, seguito da oltre 460mila persone, è considerata tra le influencer più amate e seguite del momento

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focus Oltre la cattedra, la riforma dei mille conflitti L’impietosa ‘fotografia’ di Angelo Basta, segretario generale FLC Cgil di Foggia

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a ‘Buona scuola’ punto e a capo. O almeno così sembra essere nei propositi del neo Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, che intende addrizzare il tiro della Legge 107 (la cosiddetta ‘Buona Scuola’, ndr) con una serie di novità che saranno accolte da circa 250mila docenti in Italia. Ovvero il popolo di emigrati al Nord, per inseguire la tanto agognata cattedra. Tra loro, anche i tanti docenti foggiani di primo e secondo grado che si sono trovati improvvisamente davanti al bivio - lavoro o famiglia? scatenando polemiche e incisive proteste di piazza. Ne abbiamo parlato con Angelo Basta, segretario generale FLC Cgil di Foggia. Basta, qual è la ‘fotografia’ della reInsomma, un anno iniziato nel segno altà foggiana? Quanto pesa oggi il pre- delle conflittualità. cariato nella scuola? Sicuramente. Precari delle diverse E’ una fotografia distorta, condizio- fasi o delle GAE (graduatorie ad esaurinata dai “filtri” commi della legge 107, mento) divisi e in conflitto fra di loro, dolontana da quell’immagine nitida, chiara centi di ruolo in conflitto a causa del e reale, quale invece dovrebbe essere bonus premiale attribuito dai dirigenti quella della scolastici solo ad un scuola di un numero ristretto del paese. L’avvio personale, persodell’anno scolanale ATA completastico, quest’anno, mente ignorato dal è stato il peggiore Governo come se le in assoluto. Grascuole potessero zie agli effetti funzionare solo gradella ‘Buona zie ai docenti, senza Scuola’ abbiamo quindi segreterie, avuto assegnatecnici, e collaborazioni di docenti tori scolastici. E anche cambiavano, cora, dirigenti ai ancora nel mese quali si attribuidi ottobre, in toscono più responsatale confusione bilità e che saranno tra scuole, uffici soggetti ad un siscolastici e Ministema di valutaManifestazione FLC CGIL Foggia stero. Altro che zione a dir poco continuità didattica e altro che fine della discutibile. Ancora, ‘Concorsone docenti’ ‘supplentite’! Le convocazioni per gli in- che avrebbe dovuto portare in cattedra carichi annuali sono proseguite nel tanti precari già da settembre 2016 e che mese di novembre e solo da pochi giorni invece attendono ancora gli esiti degli i dirigenti hanno avuto autorizzazione scritti di molte classi di concorso. alle nomine per i posti fino al 30 giugno, Mobilità e trasferimenti sono i prindovendo quindi riconvocare e sostituire cipali ‘nodi’ da sciogliere. Con quali conun supplente che nel frattempo aveva seguenze? iniziato a far lezione praticamente per In provincia di Foggia i dati sono stati tutto il primo quadrimestre… molto negativi. Come sindacato, noi

LA TESTIMONIANZA

della FLC, siamo stati aperti ogni giorno, nel mese di agosto, per sostenere i numerosi docenti che ci hanno chiesto supporto. Sono stati più di 500 circa, i docenti che tra tutti gli ordini di scuola hanno dovuto lasciare la provincia. Di questi, la maggior parte che hanno subito gli ‘errori del sistema’ appartengono alla scuola primaria e di I grado. Non nascondo che abbiamo toccato con mano situazioni davvero difficili. La maggior parte del personale in questione sono donne, molte delle quali mamme che si trovavano nell’impossibilità di lasciare la propria prole nel giro di due mesi e per un minimo tre anni, considerando poi il blocco. Alcune situazioni è stato possibile tamponarle tramite l’assegnazione provvisoria annuale per chi aveva i requisiti, ma i posti disponibili erano insufficienti per accontentare tutti i richiedenti. Altri docenti hanno ricorso per vie legali e i molti che non sono riusciti a rientrare stanno facendo davvero i salti mortali sperando che le nostre azioni possano sanare quanto di sbagliato fatto dal Governo lo scorso anno. Cosa ritenete sia necessario per migliorare la situazione attuale? Riaprire un serio confronto tra chi governa e chi rappresenta i lavoratori per entrare nel merito delle questioni e non fare delle leggi-propaganda. Una prima occasione è il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale. Il 30 novembre si è trovata una prima intesa per proseguire la contrattazione. Nel contratto andranno a livello giuridico regolamentate e ‘addrizzate’ tutte le questione in cui la 107 mette mano: Valutazione, Formazione, Mobilità, Chiamata diretta, Contrattazione di secondo livello. Oltre chiaramente ad un rinnovo anche dal punto di vista economico visto

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presa. Questa domanda si fa ogni tre anni e il secondo anno mi hanno chiamata ad insegnare, quando ovviamente pensavo che non sarei stata comunque chiamata. Ho finito il TFA a luglio 2015 e dopo 4 mesi hanno aggiornato il punteggio. Io però insegno sul sostegno, non la mia materia, perché le graduatorie di Grafica Pubblicitaria sono abbastanza piene e invece quelle del sostegno sono esaurite e quand'è così mescolano tutte le varie graduatorie e prendono chi ha il punteggio più alto". Fin qui si potrebbe pensare che abbia contribuito il fattore fortuna, se non fosse che Livia Paola Di Chiara è stata l'unica

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Angelo Basta

entro 2001/2002). Per tutti coloro che vorranno partecipare alla prova preselettiva stiamo preparando come FLC Foggia insieme all’associazione Protero Fare e Sapere un corso di formazione specifico. Maria Grazia Frisaldi

LE NOVITA’ DELL’ACCORDO MINISTERO/SINDACATI Nell’incontro del 29 dicembre il Ministro Fedeli ha siglato una intesa con i sindacati in merito alla mobilità del personale scolastico per l’anno 2017/2018, che scioglie concretamente i nodi politici che hanno condizionato finora l’avvio di una vera trattativa su temi per fondamentali. Grazie ai contenuti di questa intesa sarà possibile riprendere a stretto giro la trattativa che definirà in modo articolato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale Integrativo. Le novità: • Tutti potranno presentare liberamente domanda di mobilità scegliendo tra scuola (max 5 preferenze), ambito o provincia con il conseguente supera-

mento del vincolo triennale. • Saranno revisionate le tabelle dei punteggi equiparando al servizio di ruolo l’esperienza e il servizio preruolo e in altro ruolo prestato nella scuola statale. • Il passaggio alla titolarità di scuola, fondato su principi di imparzialità e trasparenza e su di una tabella nazionale ben definita di requisiti, sarà regolamentato in un parallelo specifico percorso di contrattazione. • Il 60% dei posti disponibili sarà assegnato alle nuove assunzioni, il 30% alla mobilità, il 10% alla mobilità professionale (da riequilibrare nei successivi contratti).

La surreale esperienza di Livia Paola Di Chiara

Cartoline da Venezia di una Prof L e sue cartoline fanno invidia. In giro per le calli, con la vena artistica, le suggestioni letterarie e la curiosità itinerante. Non è poi così triste Venezia per una giovane Prof. Una fortuna per Livia Paola Di Chiara, (in foto) che non ci ha pensato due volte a prendere e partire. Lei non fa parte dei nastrini rossi, degli immobilizzati, né dei precari storici. Insegna da un anno e da un anno esatto è fuori: è andata via a metà dicembre del 2015 ed era la sua prima esperienza di insegnamento. Nella Laguna. "Ho fatto domanda in terza fascia, e mentre tutti la fanno al Sud per varie ragioni, perché si fa nelle graduatorie d'istituto sostanzialmente, io ho deciso di farla a Venezia perché tanto sapevo che non avrei mai insegnato da nessuna parte, visto che non avevo un'abilitazione - racconta Paola - Poi però l'abilitazione l'ho

che il contratto è fermo da più di 7 anni ed il potere d’acquisto del personale della scuola è diminuito mediamente del 20%. In definitiva, quali sono le prospettive di un neo-laureato che intende addentrarsi nel mondo della scuola? Va garantito un percorso di stabilizzazione per i docenti già abilitati e l’attivazione di percorsi abilitanti correttamente programmati in base alle reali esigenze delle scuole e alle legittime aspettative dei docenti che da anni garantiscono il servizio. Per i neo-laureati siamo in attesa del nuovo bando TFA che consentirà di ottenere l’abilitazione, in attesa della riforma universitaria che dovrebbe prevedere dei percorsi di studio abilitanti per determinate facoltà. Per adesso abbiamo avuto notizia solo della prossima attivazione dei TFA per il sostegno al quale possono partecipare solo chi è già in possesso di una abilitazione (abilitati SSIS o TFA o SFP o diplomati magistrale

in Puglia ad aver superato il Concorso docenti 2016 per la sua classe di concorso. "Anche se non è uscita ancora una graduatoria che lo attesti, sono l'unica che di fatto è arrivata a superare tutto con 62 punti. Tornerò in Puglia, ma potrebbero mandarmi ovunque nella regione". A legarla a Foggia, a parte il cuore, c'è anche il progetto Daunia Land Art (coordina la segreteria scientifica). E sta con un piede qui, uno lì e le radici in Irpinia. Per ora si gode la sua Venezia: la sua vita è cambiata in una manciata di ore, il tempo di fare la valigia. Surreale ma bello. "All'inizio ero sotto shock perché mi hanno chia-

mato alle quattro di pomeriggio e mi hanno detto: c'è un posto per lei, entro domani deve essere a Venezia, dalle 8 alle 10 la aspettiamo. Io non avevo alcuna esperienza, se lo avessi saputo avrei risposto che avevo del tempo per decidere e partire. Ho prenotato un B&B e sono partita in macchina perché non c'erano più mezzi, c'era solo un Intercity Notte che faceva due ore di sosta a Bologna. Venezia è una sfida, è una città meravigliosa ma un po' ostica dal punto di vista umano però sotto il profilo formativo e anche a livello didattico è una bella palestra, anche perché trovi colleghi che vengono da tutta Italia, non sono solo veneti. La maggior parte sono del Centro e del Sud Italia. È un'esperienza affascinante". Detto da lei, per un'insegnante giovane non è solo formativa ma persino necessaria, un'avventura indispensabile nel bagaglio di un docente alle prime armi. "Superata la difficoltà e il terrore di andarsene, al di là degli affetti che si lasciano, andare e poi tornare può essere

Livia Paola Di Chiara

solo un arricchimento. Quando ti emancipi dall'ostacolo, cambi". La futura destinazione non la preoccupa, del resto basterà solo qualche grammo di coraggio rispetto al primo viaggio. "Mi aspetto semplicemente che mi diano quello che mi spetta, che la legge venga applicata e chi ha fatto questo concorso venga sistemato dove lo ha fatto e soprattutto speriamo che perseguano questo canale del concorso e non rimanga una carta che ti resta in tasca come è successo - perché è successo - a tanti altri vincitori di concorso dagli anni '90 ad oggi". Mariangela Mariani


focus Camarca (FLP): “Noi abbiamo visto la disperazione dei docenti”

Quando la sentenza non fa scuola “Fai la magia, fai ritornare la mia mamma con me”. I drammi dei docenti deportati salgono al terzo piano del civico 15 di via Nicola Delli Carri con la prole al seguito. Di storie strappalacrime se ne cultura. Sapeva di dover andare fuori chi sentono tante qui, negli uffici foggiani della aveva dodici o quindici punti, ma coloro che FLP Scuola, la Federazione Lavoratori avevano un punteggio alto non si aspettaPubblici e Funzioni Pubblivano di andare al Nord. E che, il sindacato in cui c’è invece è successo il conanche l’ex Provveditore, trario: coloro che avevano più correttamente diripochi punti sono rimasti gente dell’ufficio scolastico al Sud e quanti avevano provinciale di Foggia, Giupunteggi alti sono andati seppe De Sabato. al Nord”. Maria Antonia CaGli insegnanti si sono marca, docente e coordiaggrappati ai ricorsi, l’ulnatrice territoriale FLP tima speranza per torScuola per la provincia di nare a casa. Ora si è Foggia oltre che vice seinnescata una reazione a gretaria nazionale, è rimacatena, un effetto domino sta sconvolta dalla vicenda destinato a durare. “I doMaria Antonia Camarca di una donna di sessancenti che sono rientrati tuno anni psicologicamente distrutta dal dal Nord hanno fatto ricorso a coloro che trasferimento, un trauma che ha associato avevano punteggi inferiori, e questi ultimi alla sua età. Ad affliggerla anche la trage- fanno altri ricorsi - spiega la segretaria dia di una mamma già straziata dalle vicis- provinciale FLP Scuola Foggia - Si è mossa situdini della sua bambina: dopo un tutta una macchina”. Gli avvocati del sinperiodo difficile l’ha portata con sé e lì non dacato si sono attivati già l’estate scorsa, è contenta, ma il posto non lo può rifiutare. ad agosto, con ricorsi fotocopia che, però, “Noi abbiamo visto la disperazione negli inspiegabilmente hanno avuto esiti diversi occhi dei docenti. Il target va dai 50 anni in “Abbiamo capito che le cose non si mettesu, con annesse famiglie da lasciare, figli, vano bene e siamo partiti subito - chiarisce

Lo strano caso dei ricorsi fotocopia accolti al Nord e rigettati a Foggia Maria Antonia Camarca - Alcuni hanno presentato ricorso laddove avevano preso servizio già l’anno precedente, vale a dire al giudice del lavoro del tribunale di Foggia, altri invece hanno dovuto presentare i ricorsi ai tribunali dei giudici del lavoro delle città in cui erano stati trasferiti e questo ha giocato a loro vantaggio. Lo stesso ricorso, “copia-incolla”, al Nord è stato accolto e addirittura alcuni docenti sono tornati qui già quest’anno in utilizzazione, vale a dire sul potenziamento e sui progetti, mentre purtroppo per le foggiane stiamo ancora aspettando e ci hanno rinviato di nuovo l’udienza al 3 febbraio. Vogliamo essere ottimisti anche se a questo punto non so se la legge sia davvero uguale per tutti. È una questione di giustizia, lad-

dove un’ordinanza dice che chi ha più punti sceglie la sede più vicina. Purtroppo noi ancora ieri (3 gennaio, ndr) abbiamo avuto un esito negativo da un giudice del lavoro del Tribunale di Foggia: un docente che in un triennio non aveva fatto domanda per l’aggiornamento della graduatoria ha presentato ricorso e non è stato accolto mentre un’altra docente che l’ha fatto al Nord è riuscita ad entrare”. In tutto, solo la FLP Scuola ha una ventina di ricorsi tra le mani, in via d’urgenza

ex articolo 700 del codice di procedura civile, nella speranza di anticipare gli effetti del giudizio. “L’algoritmo, il sistema che il MIUR ha messo in atto per trasferire i docenti, un programma che poi non ha funzionato bene, non ha tenuto conto degli anni di servizio. Molti docenti si sono trovati in province e ambiti che non avevano indicato, assegnati d’ufficio. Alcuni sono stati mandati in Brianza, quando non era stata nemmeno chiesta”. Maria Antonia Camarca declina tutto al femminile perché il 99% delle ricorrenti sono madri di famiglia: “La stragrande maggioranza dei docenti andati al Nord insegna nella scuola primaria, anche perché le graduatorie erano piene e tante docenti hanno scelto di fare domanda per avere l’immissione in ruolo”. Vede il futuro nebuloso, anche ad essere ottimisti: l’entropia genera caos. “Nelle scuole, di questo passo, ci sarà sempre una continua rotazione di docenti. Molti degli insegnanti che sono andati al Nord si sono messi in malattia, in congedo parentale, in aspettativa, il che significa supplenti su supplenti. Penso agli studenti, sono un’insegnante anch’io: dovrebbero essere messi al primo posto, ma a mio parere non sono stati tenuti proprio in considerazione”. Mariangela Mariani

Il punto di Gabriella Grilli, dirigente del Liceo Volta e reggente del ‘Notarangelo-Rosati’

Convocazioni, il ‘rompicapo’ dei presidi Mobilità, rinnovo del contratto, reclutamento. Con l’avvicendarsi del Governo Gentiloni e l’insediamento del nuovo Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, si torna a parlare di ‘Buona Scuola’, o meglio, si continua animatamente, perché le polemiche sollevate dalla riforma scolastica del Governo Renzi, dal 13 luglio del 2015, non si sono mai placate. Ne abbiamo parlato con Gabriella Grilli, dirigente scolastico del Liceo Scientifico ‘Alessando Volta’ di Foggia, che recentemente ha anche assunto l’incarico di dirigente scolastico reggente dell’IISS ‘Notarangelo-Rosati’ di Foggia. Preside, quanto il problema della precarietà si ripercuote nella gestione di una scuola? E’ ovvio che essere di fronte a un continuo stop and go è uno dei rischi legati alla discontinuità. Dopo che con la riforma si era sbarrata la strada che prevedeva, da quest’anno scolastico, l’inserimento nelle graduatorie di istituto di circolo solo

per chi aveva conseguito il titolo dell’abilitazione, ora, con le mille proroghe, sembra che tutto venga posticipato. C’è quindi un blocco per l’inserimento nella fascia aggiuntiva delle Gae (graduatorie ad esaurimento, ndr). Bisognerebbe, secondo me, da un lato fare in modo che si unifichi la distinzione, che ancora c’è, tra organico di diritto e organico di fatto, facendo in modo che i due organici coincidano. Inoltre si dovrebbe favorire il turnover dei docenti al fine di creare posti lavorativi per i docenti più giovani e, infine, ridurre il numero degli alunni per classe. Recentemente è stato firmato l’accordo tra il nuovo Ministro e i sindacati che prevede lo svincolo dall’obbligo di permanenza triennale nel proprio ambito o nella propria scuola. Servirà a placare le polemiche? Il Ministro ha siglato il 29 dicembre un

accordo politico che modifica la legge 107 e che dovrà fare da cornice rispetto al contratto sulla mobilità. Questo sicuramente farà molto piacere ai sindacati ed è evidente che la Fedeli intenda operare

Secondo lei questa Riforma ha davvero permesso di creare una buona scuola? La 107 ha punti di forza e di debolezza. Dare una progettualità di respiro triennale è un buon punto di partenza per una scuola che vuole conquistare la propria identità: bisogna avere il tempo di pianificare e realizzare. Altro punto positivo mi è parso quello di aver dato nuovo impulso alla formazione dei docenti, così come l’importanza di stilare concreti piani di inclusione che comprendano attenzione non solo per quei ragazzi diversamente abili, ma anche per i cosiddetti Bes, i ‘ragazzi con bisogni educativi speciali’, affinché l’integrazione sia piena e completa. Un sicuro aspetto innovativo è dato anche dall’alternanza scuola-lavoro, con gli stage che consentono l’apertura delle scuole verso le aziende, non soltanto dei professionali tecnici ma anche dei licei.

“Il successo di una Riforma cammina sulle gambe dei docenti. Come si fa a non tenere conto delle loro legittime esigenze?” in accordo con loro. Anche se qualche sindacato è contrario, come l’Anp (Associazione Nazionale Presidi, ndr) che ha inteso la novità come un primo passo per smontare la chiamata diretta dei dirigenti scolastici, privandoli così della competenza manageriale che la Riforma gli attribuisce. È ancora tutto da vedere, comunque, ci sono aspetti positivi e negativi di questa ipotesi.

Gabriella Grilli

Ecco, qui rilevo però qualche difficoltà per il nostro territorio perché non si riesce a mettere in pratica la teoria: occorrerebbe avere strutture specifiche disposte ad accogliere i ragazzi in base alle specificità di studio che, ad esempio, per il liceo scientifico non ci sono. In conclusione, ritengo che il successo di una Riforma cammini sulle gambe degli insegnanti e dei dirigenti scolastici. Dunque come si fa a non tenere conto delle loro legittime esigenze? Secondo me una Riforma che vuole cambiare tutto, rischia di non cambiare niente, se procede facendo a meno dei suoi protagonisti. Ilaria Di Lascia

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polis a cura di Mariangela Mariani

Fuga dal Quartiere Ferrovia: altre chiusure di attività in vista

Viale XXIV Maggio, c’è più vita su Marte L

a vendita continua altrove. I fittasi e vendesi sono la regola in viale XXIV Maggio. È una pietosa Via Crucis di stazioni dismesse. Passato il semaforo della Villa comunale, è una desolazione (e per la verità, rischia grosso anche l’isolato prima). A Foggia quello che è successo nei quartieri ferrovia come ce ne sono a bizzeffe in tutta Italia è solo arrivato più tardi. C’è una vita che non continua sul Viale della Stazione, serrande che calano. E quasi miracolosamente e inspiegabilmente sopravvivono due edicole a distanza di quaranta metri l’una dall’altra, sulla stessa strada. Cioè, quando i chioschi dei giornali chiudono in tutta la città, in tutta la provincia, quelli stoici, si fanno concor-

renza da un marciapiede all’altro. Roba che non ci puoi pensare, da scritturare per un film. Con lo stesso codice si sono duplicate le kebabberie. A un capo di quella strada, lo storico Bar Ruocco ha gettato la spugna. “Domani consegniamo le chiavi, si chiude un capitolo. Dopo 55 anni”: è il buongiorno senza cornetto e caffè del titolare al 12 gennaio. Alla vigilia di un doloroso addio, tiene la

serranda a metà e dietro la porta raccatta città dove anni fa c’era passeggio, c’era i rimasugli di una vita tra quattro mura vita, c’era gente. E sono previste anche ormai disadorne. Oggi si serve solo l’amaro ulteriori chiusure di altre attività italiane qui. Colpa della politica adottata dall’Ac- - è lo sfogo di Roberta Apicella, presidente quedotto Pugliese - ci conferma - non c’è degli Amici del Viale - Gli unici spazi ocuna verità occulta, nessun retropensiero, cupati adesso sono occupati solo dagli nessun mistero, niente da nascondere. stranieri, tra i quali abbiamo una macelLa sua attività non è fallita, per inten- leria, esattamente sul viale per antonoderci, e non ha mai avuto problemi con masia di Foggia. nessuno. Tantomeno c’entrano gli stranieri: A mio modesto parere, la mancanza “Gli extracomunitari erano forse i nostri del piano del commercio ha favorito un migliori clienti, per orgoglio lasciavano disordine totale, una assoluta mancanza anche la maggiorazione”. Il fitto è rad- di regole del commercio, e sarebbe bastato doppiato. Due terzi del palazzo sono vuoti. questo perché il quartiere Ferrovia non “Prima gli affitti erano vantaggiosissimi, venisse ghettizzato, anche perché nelle negli ultimi vent’anni si sono lentamente vie perpendicolari al Viale, Via Piave per adeguati ai prezzi di mercato”. Lui ha esempio, via Monfalcone, ma anche via ereditato il bar dal padre. Podgora, abbiamo tipo cinque kebbaberie Nemmeno aveva capito nel giro di cinquanta metri. Bisogna riquanto fosse popolare, quan- portare l’ordine in città, perché il piano ta gente avesse fidelizzato e del commercio manca da vent’anni. In quanta lo considerava un ri- questa zona della città in particolar modo ferimento, fino a quando non si sono permesse delle aperture sconsiha chiuso. derate e scellerate. Per piano del comLa fuga dal viale a gen- mercio, intendiamo il divieto dal momento naio ha accelerato: un altro in cui venga approvato di aprire altre commerciante, il titolare di attività uguali ad un passo l’una dall’altra. Franzi, ha annunciato la chiu- Le attività straniere in città sono concensura del punto vendita dopo trate tutte nel Quartiere Ferrovia ma non 18 anni. “Questa zona è di- è tanto quello, perché io non sono razzista ventata un vero e proprio e non sono xenofoba - ci sono delle attività ghetto” ha scritto comuni- che sono oramai storiche qui e andiamo cando il trasferimento. E an- d’accordo con tutti - però non ha senso cora: “Il salotto di aprire una kebabberia all’anFoggia non dovegolo di via Piave quando di va assolutamente fronte ce n’è un’altra e a tre essere trascurato e abbandometri un’altra ancora. Altrove nato in questo modo”. Difficile non sarebbe permesso”. continuare a guardare il mondo Il bastone e la carota per da un oblò e si salvi chi può. E l’assessore Claudio Amorese, ora come ora c’è più vita su insieme assessore alle Attività Marte. Economiche e all’Annona. “InRoberta Apicella “La situazione del viale è tendo ringraziare il comanpeggiorata perché con la chiusura del dante e tutto il Corpo della Polizia MuniBar Ruocco si avverte una sensazione di cipale che oramai ha istituto praticamente tristezza, di abbandono di una parte della un presidio permanente: gli agenti sono

sempre in via Podgora, fino alle nove di sera, a monitorare la situazione. Difatti la condizione delle vie che intersecano il viale non è affatto peggiorata ma è migliorata proprio perché ci sono controlli serrati. Per esempio quel mercatino che facevano gli extracomunitari esponendo roba di dubbia provenienza oppure presa dai cassonetti non c’è più. In Via Podgora non c’è più quel bivacco che si creava dall’una in poi. C’è una volante della polizia che passa a intervalli regolari. Ringraziamo l’assessore Claudio Amorese che ci ascolta sempre e ci è venuto sempre incontro, ha fatto in modo che vi fosse il presidio fisso dei vigili urbani, siamo pieni di telecamere. In tutta Foggia si sentono scippi e furti, al quartiere Ferrovia queste cose non succedono, perché siamo attenzionati. E poi il disordine che vedevo un tempo non lo vedo più. Quello che mi dispiace - continua Roberta Apicella - è l’abbandono del viale: un’amministrazione attenta alle sorti della propria città avrebbe dovuto puntare ad un rilancio con dei progetti, degli sgravi fiscali per esempio per chi volesse aprire un’attività sul viale cittadino, invece si conta sui centri commerciali, delocalizzando anche i cittadini, privandoli dell’opportunità di passeggiare sul viale, perché è un danno per tutti quanti. Io ho lo studio in via Isonzo, ho vissuto 21 anni in via Piave per cui la conosco benissimo la

Chi non fugge da Foggia: il viaggiatore sfregiato

Un ritorno a casa funestato Prima o poi il viaggiatore volterà il cuzzetto e se ne tornerà su un treno. Fugge da Foggia e chi s’è visto s’è visto. L’opera “Ritorno a casa” realizzata da Leonardo Scarinzi donata alla città dal Rotary Club di Foggia nel 2014 in occasione del 60esimo anno dalla sua fondazione è stata sfregiata un’altra volta. I vigliacchi, si sa, colpiscono alle spalle. La schiena è stata sfondata. Che li si chiami idioti, menti malate, vandali, stolti (il sindaco Franco Landella ha concentrato le giaculatorie in un post), incivili, imbecilli, balordi e chi più ne ha più ne metta, hanno affondato nella carne viva, dell’umanità che non si rassegna. La città si è affezionata a quel viandante con la valigia, pure quella

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all’epoca vandalizzata, prima squarciata e poi imbrattata. Nel 2015 il viaggiatore fece armi e bagagli per qualche mese e si ricoverò per un restauro e quando venne rimessa al suo posto, meno di un anno dopo, ci spruzzarono sopra la vernice. Sui social è stata proposta una raccolta fondi per ripararla subito (l’idea è partita dal presidente dell’Ordine dei Medici Salvatore Onorati), un’occasione per risvegliare anche il senso di comunità. Il viaggiatore troverà i suoi benefattori e tornerà in infermeria, ma rimarrà il simbolo di un foggiano che sceglie di tornare e dopo averne passate di cotte e di crude si domanda chi gliel’ha fatto fare.

zona, come le mie tasche, e sono molto dispiaciuta di questo disinteresse da parte dell’amministrazione comunale. Ci ha accontentato, ci sono state un paio di manifestazioni, una all’Immacolata, e l’altra nel week end dell’Epifania, quando c’erano meno quattro gradi per cui non ha partecipato nessuno, ma le cose da fare sarebbero altre”. Il comitato di quartiere e l’associazione degli Amici del Viale accolgono di buon grado tutte le buone idee, fiere e mercatini compresi, che possano portare gente. Vorrebbero indietro anche arredi, piante e panchine. “Le panchine sono state tutte quante divelte e poi sono state proprio smontate perché favorivano il fatto che le signorine che vendono il proprio corpo si sedessero lì, ma le signorine passeggiano comunque lungo il viale, per cui sono solo stati tolti gli arredi urbani a scapito del cittadino. E ci sono molte persone anziane nel quartiere ferrovia. Non c’è una ludoteca, non c’è un asilo, non c’è una merceria, mancano tanti servizi, eppure noi paghiamo le tasse che sono uguali in tutta Foggia, non si paga a seconda del quartiere in cui si sta, ma noi paghiamo dei tributi altissimi per avere zero servizi”. Promosso a pieni voti solo il nodo intermodale: i nugoli di passeggeri alla fermata, effettivamente, sono una scarica di defibrillatore. “Il terminal bus di Foggia è uno dei più grandi d’Europa per cui è giusto che venga utilizzato e sfruttato al cento per cento - conclude la presidente dell’associazione Amici del Viale - Ne siamo contenti e siamo felici di poter arrivare a Piazza Vittorio Veneto e vederla finalmente sgombera da pullman in tutta la sua bellezza” .


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Un rimedio originario dell’India

La Boswellia serrata Una gomma-resina dalle mille proprietà a cura del dott. Gianluca d’Alessandro oswellia serrata è un albero diffuso soprattutto nelle zone collinari del sud est asiatico e in India. Tagliando la corteccia ne fuoriesce una resina gommosa le cui proprietà benefiche sembrano trovare conferma anche in ambito scientifico. La gomma-resina della Boswellia serrata è fragrante, trasparente e giallabrunastra, ed ha potenti proprietà anti-infiammatorie che sono stati dimostrate in clinica. Questa sostanza viene normalmente raccolta per la produzione di incensi dalla fragranza molto intensa, ma anche per le sue potenti capacità antinfiammatorie, senza avere conseguenze a livello gastrico come accade per i farmaci della medesima categoria. Tali funzioni sono dovute alla ricca presenza di saponine, ma soprattutto di acidi triterpenici, quali l’acido beta-boswellico. Gli acidi boswellici sopprimono la proliferazione dei tessuti rinvenuti nelle zone infiammate e impediscono la rottura del tessuto connettivo. Il meccanismo è simile ai farmaci non steroidei anti-artrite, con nessuno degli effetti collaterali più comuni come l’irritazione gastrica e l’attività ulcerogena associati a tali farmaci. La boswellia possiede anche la capacità di

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UTILIZZO

aumentare l’afflusso di sangue alle articolazioni oltre alla proprietà di alleviare il dolore. Queste due proprietà lo rendono un rimedio efficace per l’artrosi, l’artrite reumatoide, i reumatismi e l’osteoartrite. Viene spesso impiegata in trattamenti cosmetici ed estetici, poiché la sua azione antisettica potrebbe contenere disturbi come l’acne e la dermatite seborroica, ma anche arrossamenti dovuti agli sbalzi di temperatura e a rari episodi di orticaria. In questi casi, l’applicazione è ovviamente topica. Studi effettuati dimostrano anche che preparati di gommoresina di Boswellia serrata sono efficaci nel trattamento della colite cronica e della sindrome del colon irritabile con effetti collaterali minimi. A livello delle vie respiratorie invece limita la proliferazione di batteri e altri agenti esterni, quindi il rimedio può essere indicato per trattare le patologie transitorie delle vie respiratorie – come tosse e raffreddore – tipiche della stagione fredda. Inoltre gli effetti della pianta si manifesterebbero anche a livello del sistema immunitario, soprattutto per contrastare alcune malattie autoimmuni come il Morbo di Chron e asma.

La Boswellia serrata può quindi tornare utile in caso di:

• Infiammazioni • Dolori muscolari • Artrite • Artrite reumatoide • Reumatismi • Artrosi • Asma • Allergie

• Colite ulcerosa • Morbo di Chron • Raffreddore • Tosse • Acne • Dermatite • Orticaria

DOVE TROVARLA La Boswellia si trova disponibile in tutte le erboristerie e nei negozi di alimentazione e salute naturalesotto forma di integratori in capsule, pomate, unguenti, tintura madre, olio essenziale e ovviamente incenso.

LA RICETTA Per fare un bagno rilassante all’olio essenziale di incenso (olio essenziale ricavato dalla boswellia), che distende la mente e purifica la pelle, vi occorrono: • 1 bicchiere di latte • 1 cucchiaio di miele • 5 gocce di olio essenziale di incenso

Preparazione: Unite l’olio essenziale al miele e amalgamate bene i due ingredienti, quindi unite il latte mescolando bene, per finire versate il composto nell’acqua calda della vasca appena prima di fare il bagno.

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A caccia di promozioni senza stress

Saldi... in bellezza! Riprendersi dopo estenuanti sessioni di shopping

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opo anni in cui vi abbiamo tenuto compagnia con articoli dedicati ai migliori acquisti da concedersi durante l’imperdibile periodo dei saldi, quest’anno vogliamo concentrarci su quello che è il risultato (fisico) dopo estenuanti sessioni di shopping. E non stiamo parlando dei nuovi acquisti che occupano lo spazio d’onore all’interno del guardaroba. Lo abbiamo fatto tutte: giri di ricognizione nei negozi qualche giorno prima, scarpe basse per macinare chilometri nelle gallerie dei centri commerciali, sbalzi di temperatura passando da una boutique all’altra del corso, sollevamento pesi per trasportare buste rigonfie su un solo braccio e così via. Il risultato? Al termine di una sessione di shopping siamo K.O. TESTA Dopo una giornata in giro per i negozi, l’emicrania è in agguato: il segreto è giocare d’anticipo con un semplice massaggio fai da te. Appoggia i pollici ai lati delle orecchie e con la punta delle dita effettua dei movimenti circolari verso il centro della testa. Non sono da sottovalutare poi i massaggi al cuoio capelluto che si possono fare direttamente dal parrucchiere: allentano lo stress, migliorano la circolazione cutanea, ossigenano i capelli. Ultimo vantaggio: in questo periodo anche i trattamenti deluxe sono scontati.

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SCHIENA Prenotare un massaggio, soprattutto se si può approfittare di un pacchetto conveniente è l’ideale: le mani esperte possono decontrarre le spalle e la schiena affaticate dal trasporto dei sacchetti degli acquisti. Se però hai urgenza di rimetterti in sesto prova “l’effetto sauna” casalingo: scalda nel microonde a bassa potenza un asciugamano e appoggialo sotto la nuca e sotto le spalle, eseguendo dei movimenti circolari. Se invece il problema è la schiena, fai una doccia calda passando una spazzola di setole naturali con manico lungo, frizionando la zona dolorante. PIEDI Camminare tutto il giorno a caccia dell’acquisto conveniente con scarpette che all’apparenza sembrano comode e poi ritrovarsi a casa con i piedi distrutti. E’ il momento di concederti una “pedicure spa” in un salone qualificato oppure di coccolare le tue estremità con tutto quello che hai a casa: preparati un pediluvio alla mela tagliando il frutto in quattro e facendolo bollire in un pentolino. Dopo, procurati una lattina e falla rotolare per un minuto sotto la pianta: un rimedio veloce ed economico per i piedi stanchi. Dalila Campanile

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salute

REUMATOLOGA

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NELLA SANTORO

Colpisce circa 1,5 milioni di italiani, soprattutto donne

La Fibromialgia: una malattia dolorosa La diagnosi della patologia si basa su criteri clinici e sull’esame fisico: quest’ultimo individua i “trigger points” che, palpati, causano dolore

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a Fibromialgia (FM) è una malattia cronica, caratterizzata da “dolore muscolo-scheletrico diffuso” e da “sintomi extra-scheletrici”, tra i quali astenia, disturbi del sonno, turbe digestive e mestruali e problematiche neuropsicologiche. La malattia colpisce circa 1,5-2 milioni di italiani, soprattutto donne, con un rapporto di 9:1 rispetto agli uomini; pur essendo una condizione benigna, è estremamente invalidante a causa della molteplicità dei sintomi con cui può manifestarsi. Dal punto di vista eziologico, si pensa che eventi stressanti socio-ambientali, quali malattie, lutti, traumi fisici e mentali, causino un’aumentata eccitabilità dei recettori e dei neuroni del cervello e del midollo spinale, condizione che predisporrebbe alla comparsa del dolore cronico e dei sintomi associati. La paziente fibromialgica lamenta “dolori diffusi a tutto il corpo”, che migliorano con il caldo e peggiorano con il freddo, l’umidità e gli stress psicofisici.

La sintomatologia dolorosa può accompagnarsi a crampi muscolari agli arti, a stanchezza cronica, ad affanno, a disturbi digestivi e mestruali (frequente è l’associazione con la sindrome del colon irritabile e con la sindrome pre-mestruale), a disturbi psichici (ansia e depressione) e limita notevolmente lo svolgimento delle comuni attività quotidiane . La diagnosi di FM si basa su criteri cli-

nici, ossia sulla raccolta dei sintomi riferiti dalla paziente (il dolore e i sintomi associati) e sull’esame fisico, per individuare i “trigger points”, ossia i punti grilletto, che palpati causano vivo dolore. Gli esami di laboratorio e gli esami strumentali vengono effettuati per escludere altre condizioni morbose, ma non sono diagnostici. Il trattamento per la FM rappresenta una sfida per il reumatologo, sia per le scarse conoscenze circa l’eziologia della malattia, sia per la scarsa risposta clinica alle terapie convenzionali. Infatti non basta curare il dolore muscolo-scheletrico per avere una remissione della patologia, ma è necessario considerare i sintomi associati ed elaborare un piano terapeutico personale e in continuo divenire. La terapia farmacologica della FM si avvale dell’uso di farmaci analgesici, antiinfiammatori, miorilassanti ed antidepressivi. L’approccio non farmacologico comprende l’attività fisica aerobica (esercizi a corpo libero, TaiChi, Yoga), la balneoterapia, la

termoterapia superficiale, la massoterapia, l’agopuntura e il supporto psicologico. Non esiste per cui un protocollo terapeutico unico per la paziente fibromialgica, ma le cure vanno concordate in base alla fase della malattia e a sintomi presenti. Di FM molto spesso non si guarisce, ma con la FM e i giusti approcci terapeutici si può vivere una vita piena e serena.

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in poche parole

EDUCATRICE FINANZIARIA

Gocce di solidarietà

Allarme pensioni: giovani a rischio povertà

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DI

GIUSY INSALATA

Assegni più bassi, più tardi e per meno tempo

“S

e code infinite come la generosità e la sensibilità di tanti foggiani, davanti ai centri trasfusionali di Foggia, nel luglio scorso, le ricordano tutti. Ma il 2016 dell’Avis foggiana ha raggiunto numeri importanti durante l’intero anno. “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”, spiegano dal Centro Avis, prendendo in prestito le parole di Madre Teresa di Calcutta per contraddistinguere le azioni che ogni singolo socio donatore ha compiuto in questo anno; un anno trascorso intensamente, per le attività svolte, per le persone che hanno prestato la propria disponibilità, per gli amici che l’associazione ha acquisito, per i risultati ottenuti; tutti elementi che hanno caratterizzato la crescita dell’associazione. La tenacia, la fermezza, la costanza, soprattutto da parte dei donatori dell’Avis Comunale di Foggia, dei giovani e dei testimonial, dei volontari del Servizio civile garanzia giovani e del Servizio civile, del presidente e del consiglio direttivo ha consentito al centro trasfusionale degli Ospedali Riuniti di Foggia di garantire le cure trasfusionali necessarie, senza mai entrare nell’emergenza sangue, ma nella più completa autosufficienza. Raggiugendo picchi di massime donazioni nelle ore e nei giorni immediatamente successivi al gravissimo incidente ferroviaria avvenuto in Puglia, lo scorso 12 luglio, sulla tratta ferrata tra Andria e Corato. All’alba di un anno tutto da scrivere, sono 6656 i ‘grazie’ per ogni donazione che i volontari dell’Avis comunale, con incalcolabile carica di solidarietà e consapevolezza dell’importanza nell’adempimento di un semplice gesto come la donazione del sangue, hanno tracciato un percorso di ‘vita’ per chi ha sofferto e soffre. E’ proprio la donazione del sangue una delle forme per iniziare bene l’anno e per prepararsi a grandi risultati che facciano sempre più grande e più sicura la nostra città. Il prossimo appuntamento per l’Avis comunale sarà il 25 febbraio con l’Assemblea Annuale, quest’anno elettiva con il rinnovo delle cariche associative.

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e mai avrò una pensione!”. Se avete 30 anni, avrete molto spesso pronunciato questa malaugurante postilla, ormai quasi una sorta di luogo comune. Al punto che si tende a rubricarla come un’eventualità tanto lontana quanto ineluttabile che non vale nemmeno la pena di comprendere. Serve, invece. Perché se di furto generazionale si tratta, sta avvenendo ora, sotto gli occhi ignari - o peggio, indifferenti - di chi lo sta subendo. Certo, si può sempre sperare che le cose cambino, che nuove riforme e l’arte di arrangiarsi sconfiggano le leggi dell’economia. O che nonni e genitori provvedano in eterno ai bisogni dei figli, nel frattempo a loro volta anziani. O ancora, che sia inventata una macchina fabbrica-soldi. Nel frattempo, tuttavia, potrebbe essere utile prendere coscienza della realtà. Il sistema pensionistico pubblico si basa su un patto fra generazioni. In altre parole: io che lavoro pago con i miei contributi la pensione di chi ha smesso di lavorare; qualcun’altro, quando sarà il momento, pagherà la mia pensione con i suoi. Questo in linea puramente teorica. La verità è che l’Italia è uno dei Paesi più vecchi e longevi

DENTISTA

La soluzione è una sola: risparmiare sin da subito attraverso un piano di risparmio a fini pensionistici al mondo. Nel 2030 gli anziani +64 saranno più del 26% della popolazione: ci saranno 4 milioni di persone non attive in più e 2 milioni di attivi in meno. Il sistema pensionistico dovrà confrontarsi con seri problemi di compatibilità ed equità. Nel 2040 i lavoratori dipendenti beneficeranno di una pen-

sione pari al 60% dell’ultima retribuzione, mentre gli autonomi vedranno ridursi il tasso fino a meno del 40%. Una soluzione però c’è: l’avvio precoce di un piano di risparmio a fini pensionistici. D’accordo la crisi economica ma, visto che l’età avanza per tutti, arriverà un momento in cui faremo i conti con le nostre politiche di risparmio. Alla fine del nostro ciclo lavorativo, crisi o non crisi, il tenore di vita verrà adeguato alle risorse finanziarie disponibili: o avremo creato un capitale rinunciando da adesso ad una piccola parte di consumi o non ci sarà più tempo per rimediare agli errori di pianificazione! Non esiste una ricetta miracolosa per riuscire a risparmiare ed alcuni si trovano in condizioni oggettivamente difficili per farlo. Tuttavia è necessario porre subito il risparmio tra gli obiettivi primari. Non scoraggiarti se adesso a malapena puoi accantonare cifre modeste, di 50 o 100 euro: l’importante è cominciare avendo chiaro che più

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tempo avrai a disposizione, più le tue possibilità di accrescere il capitale futuro aumenteranno. So che è difficile ragionare (e rinunciare ad un pezzo della tua ricchezza attuale) guardando avanti di 30-40 anni, ma procrastinare ha un costo troppo alto. E lo dimostro simulando l’andamento di una polizza vita (la più performante del 2015) in cui accantonare 100 euro al mese indicizzati, ad un’ipotesi di rendimento del 2%. Se all’età di 30 anni ritieni che sia ancora presto accantonare 100 euro al mese per quando ne avrai 65 e inizi a farlo solo 10 anni più tardi, hai sicuramente speso 100 euro in più ogni mese, ma il risultato reale è che hai perso circa 58.000 euro. Se poi inizi a farlo 20 anni più tardi, perderai circa 97.000 euro! A conti fatti, hai più di un motivo per iniziare a risparmiare sin da subito per il tuo futuro. Non hai più 22 anni e sei tra coloro che hanno procrastinato fino ad oggi? Non perdere ulteriore tempo e inizia.

DI VALENTINA

LA RICCIA

I più usati sono la resina composita e l’amalgama

Otturazioni, quale materiale scegliere? P

er otturare un dente precedentemente cariato, oggigiorno esistono diversi tipi di materiali: i più usati sono la resina composita (così chiamata perché contiene riempitivi organici) e l’amalgama. Storicamente quest’ultimo è stato il primo materiale ad essere utilizzato in odontoiatria per otturare le cavità cariose curate: si tratta di una lega metallica che contiene mercurio, argento, stagno, rame e zinco. Non è possibile dire quale tra composito ed amalgama sia il materiale migliore, infatti entrambi possiedono caratteristiche diverse. L’amalgama è un materiale metallico, quindi di colore grigio, che si impiega solitamente solo nelle otturazioni di denti posteriori, mentre la resina esiste in diverse colorazioni per adattarsi esattamente al colore del dente mimetizzandosi, perciò è perfetta per otturazioni in zona estetica. Come riportato in letteratura, le otturazioni in resina hanno una durata media inferiore rispetto alle otturazioni in amalgama e periodicamente, quando si notano segni di usura, vanno rinno-

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L’amalgama è una lega metallica che contiene anche mercurio Le autorità sanitarie non hanno divulgato allarmi circa il suo utilizzo vate. Le resine composite aderiscono alla sostanza dura del dente mediante legame chimico e quindi necessitano soltanto di una minima preparazione cavitaria ma soffrono molto l’umidità, perciò è opportuno applicarle con un buon isolamento

del campo operatorio. Le otturazioni metalliche sono più durature se il paziente mette in pratica una buona igiene orale, meno soggette ad usura, richiedono un minor numero di reinterventi, quindi sono più economiche

ed aderiscono per ritenzione meccanica, perciò richiedono una preparazione accurata della cavità e nessun legante. Da diverso tempo si parla della pericolosità del mercurio, in quanto elemento inquinante e tossico per l’uomo. Le autorità sanitarie non hanno mai divulgato allarmi riguardo la pericolosità di questo materiale per la salute umana se impiegato nelle otturazioni odontoiatriche in amalgama, tanto che non è vietato ed è commercializzato tuttora. Ricordiamo che il mercurio è attualmente presente anche in alcuni alimenti, cosmetici, colliri, medicamenti topici e vaccini. La tendenza attuale è quella di preferire il composito per le otturazioni anche nei settori posteriori, dove ha dato risultati soddisfacenti in termini di affidabilità e durata, posto che il paziente metta in pratica correttamente le manovre di igiene orale

quotidiana e professionale con cadenze precise. In attesa di ulteriori studi che, su larga scala, confermino o smentiscano l’ipotetica pericolosità dell’amalgama dentale per la salute dell’uomo, ogni paziente, guidato dal suo medico, deve scegliere in totale libertà e coscienza il tipo di materiale che preferisce per otturare i suoi denti. Chiunque volesse rimuovere le vecchie otturazioni in amalgama per sostituirle con quelle in composito può farlo. L’odontoiatra metterà in atto una procedura sicura che evita la dispersione dell’amalgama montando la diga (un foglio elastico che isola perfettamente il campo operatorio in modo che residui e vapori non possano essere ingeriti o inspirati), azionando le frese sotto abbondante irrigazione per prevenire il surriscaldamento sia del materiale che dei tessuti dentali, con aspirazione chirurgica e proteggendo le narici con un telo o con una mascherina per evitare l’inalazione dell’aerosol.

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MEDICO CAV

DI

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in poche parole

ANNA LEPORE

Le insidie nascoste tra coloranti ed esaltatori di sapidità

Non “esaltiamoci” troppo… Il consumo continuo di tali sostanze può causare reazioni allergiche L’importanza di saper leggere l’etichetta dei prodotti da acquistare

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a crisi economica ha messo a dura prova noi tutti e quindi spesso il cibo che acquistiamo lo compriamo o per il suo costo a volte irrisorio o per la fretta o… Ma quanti di noi si soffermano a leggere cosa sia contenuto in quel gelato, merendina, bibita, carne o altro? Quanti si chiedono se quel colore così vivace sarà per la freschezza del prodotto, per la qualità delle materie prime o dalla presenza di altre sostanza? Molti sono i quesiti a noi rivolti, e tra questi spesso ci pervengono richieste di informazioni inerenti ai conservanti, ai coloranti che sono presenti nei cibi e se possono essere causa di problematiche future o possano creare allergie. Impariamo quindi a leggere: certo, tutti lo sappiamo fare, ma poniamo più attenzione a ciò che leggiamo. Ecco perché è importante leggere cosa contengono alcuni alimenti con-

PODOLOGA

fezionati e non. Sulle etichette vengono riportate alcune lettere di solito seguite da numeri che identificano il conservante, additivi, addensanti ed altro. Un esempio: E120 ed E122 sono due addi-

tivi. Cosa sono? Come vengono utilizzati? E dove li troviamo? E120 – Cocciniglia. E’ un colorante naturale ottenuto da insetti da cui poi si provvede alla estrazione del carmino che è un bel rosso intenso. Lo troviamo negli alimenti ma anche nelle caramelle rosse, viola o rosa, negli yogurt, nel marzapane, nelle gelatine, nei ge-

lati, nelle bibite, nei liquori, in alcuni medicinali e in prodotti cosmetici tipo rossetti .ma spesso questo prodotto lo si trova anche nelle carni composte, tipo salsicce e insaccati “freschi”. Perché viene utilizzato? L’utilizzo di questo colorante (il color rosso vermiglio) fa’ spesso apparire l’alimento più fresco e appetibile di quello che realmente è: ecco l’importanza di leggere l’etichetta. Il consumo continuo può essere causa di reazioni allergiche con la possibilità di eruzioni cutanee o crisi allergiche gravi in soggetti con diatesi allergiche. Gli additivi sono sostanze utilizzate nel settore alimentare per migliorare le caratteristiche dei prodotti finiti. Gli esaltatori di sapidità più utilizzati sono l’E620 e l’E640; il più comune e conosciuto è sicuramente il glutammato. I glutammati sono presenti naturalmente all’interno delle proteine alimentari sotto forma di acido

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glutammico; i cibi che ne contengono maggiori quantità sono: pollame, pesce, granchi, alcuni formaggi, funghi, le leguminose ed alcuni ortaggi. Dosi eccessive di acido glutammico e glutammato monosodico possono provocare alterazioni del sistema parasimpatico che sfociano nella così detta “sindrome da ristorante cinese”, i cui sintomi più frequenti e importanti sono: nausea, vomito, diarrea, crampi addominali e cefalea. Inoltre chi ha intolleranza alimentare verso questi esaltatori di sapidità, può presentare sintomi anche in seguito all’ingestione di piccole dosi di acido glutammico. Naturalmente ci sono tantissimi altri esaltatori o conservanti questi sono solo pochi esempi ma il consiglio in questo caso è di imparare a prenderci cura di noi stessi. Cerchiamo di trovare il tempo quando andiamo a fare la spesa, prestiamo attenzione al colore, alla forma e alla etichetta… Paracelso già nel V secolo diceva che è la quantità che rende tossica ogni sostanza, ma il conoscere ci aiuta a crescere!

DI

GRAZIANA MUTI

Lo stretching gioca un ruolo fondamentale nella cura

La fascite plantare Mai trascurare le sintomatologie dolorose al tallone: ecco i campanelli d’allarme cui prestare attenzione

L

a fascite consiste nell’infiammazione di una fascia aponeurotica, detta appunto fascia plantare che origina a livello della tuberosità calcaneare e si inserisce a livello plantare delle dita. Il primo sintomo di fascite è il dolore soprattutto al mattino o comunque dopo il riposo. Nella fase iniziale, il dolore coinvolge solo l’inserzione calcaneare della fascia; successivamente potrebbe coinvolgere tutto il legamento, risparmiando solo la falange distale delle dita. Si acuisce quando estendiamo la fascia. La diagnosi di fascite, oltre che clinicamente, si fa grazie all’utilizzo di esami come l’ecografia, che ci permette di vedere se c’è la presenza o meno di tumefazione a livello della fascia. non sono utili radiografie e TC. Le cause sono veramente molteplici. Potrebbero essere sia esogene, un paio di scarpe sbagliate ad esempio, o un terreno scorretto su cui si pratica attività fisica prolungata, che endogene.

Tra queste ultime ricordiamo l’obesità, il tipo di sport ma soprattutto la postura. Gruppi muscolari più o meno contratti (i peronieri, il tibiale posteriore, l’estensore delle dita ecc), possono infatti determinare un appoggio podalico scorretto e di conseguenza un’infiammazione dell’aponeurosi. La spina calcaneare (un beccuccio osseo che si forma a livello dell’entesi della fascia) viene riconosciuta da alcuni come causa di fascite, da altri come conseguenza dato che il corpo ri-

sponde a un’infiammazione con una fibrosi e in seguito con una calcificazione. Ad ogni modo i due fenomeni non sono sempre legati. Ci sono tantissime terapie da poter seguire in corso di fascite. La prima è sicuramente il riposo. É indispensabile ridurre l’infiammazione non sottoponendo a stress la fascia e utilizzando ghiaccio e farmaci antinfiammatori topici o sistemici. Lo stretching gioca un ruolo fondamentale nella cura della fascite, dicevamo infatti che la fascia diventa tesa e dolente; va quindi allungata tramite esercizi da poter fare sia in piedi che seduti e aiutandosi con piccoli oggetti come asciugamani o elastici - per trazionare verso di se la punta delle dita per stendere così la fa-

scia - o oggetti cilindrici da far rotolare sotto la pianta del piede, per migliorare l’allungamento e la propriocezione e per massaggiare la fascia. Esistono anche terapie fisiche come gli ultrasuoni, ionoforesi e le onde d’urto per curare l’infiammazione. Il trattamento chirurgico è possibile, ma non privo di rischi di complicazioni. Abbiamo però sottolineato il fatto che molto spesso la problematica potrebbe essere di natura posturale. Quindi sarebbe l’ideale realizzare un plantare per correggere l’appoggio podalico e diminuire i carichi e le tensioni a livello della fascia in primis, ma anche per riprogrammare a livello propriocettivo determinate catene muscolari che potrebbero essere la causa della fascite plantare. Non sono mai da trascurare le sintomatologie dolorose al tallone! Rivolgetevi al vostro professionista di fiducia per trovare al più presto la causa del dolore ed individuare l’iter terapeutico più appropriato.

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Il Giappone “adotta” l’UniFg

T

okyo, Kyoto e Osaka: il Giappone “adotta” l’Università di Foggia. Nell’ottica del potenziamento del processo di Internazionalizzazione dell’Università di Foggia, si è da poco concluso un mini ciclo di conferenze e seminari scientifici tenuti dal prof. Giancarlo Colelli (ordinario di Impianti per le operazioni post raccolta presso il Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente dell’Università di Foggia) in Giappone, incentrato sulle recenti ricerche scientifiche condotte per conto di UniFg nel campo della cosiddetta ‘quarta gamma’ dei prodotti ortofrutticoli. “Un’esperienza straordinaria – commenta il prof. Colelli – che mi ha consentito di conoscere più da vicino una realtà socio-economica semplicemente imparagonabile alla nostra, oppure più in generale a quella dell’Europa. Il Giappone è un Paese molto organizzato, estremamente all’avanguardia in determinati settori della scienza, della tecnologia e della ricerca. Eppure, sotto il profilo delle cosiddette coltivazioni e produzioni agricole del terzo millennio, il Giappone guarda in particolar modo all’Italia come si guarda un Paese da cui c’è molto da imparare”. Oltre a visitare i laboratori, incontrare docenti e ricercatori per rafforzare la collaborazione (dove già in atto) o attivarne di nuove, il prof. Giancarlo Colelli ha soprattutto svolto un’intensa attività seminariale dedicata alla presentazione del territorio pugliese e dell’Università di Foggia. “Una attività di divulgazione in cui sono stati resi noti – aggiunge – gli aspetti relativi alle specificità dell’industria europea dei prodotti di IV gamma, nonché i risultati del Progetto europeo Quafety, concluso lo scorso anno, coordinato proprio dal nostro Ateneo, che ha visto la collaborazione di 14 partner e di 7 Paesi diversi, sempre incentrato sui temi della qualità e della sicurezza dei prodotti ortofrutticoli pronti per l’uso. Ho trovato molta disponibilità da parte dei docenti e dei rappresentanti degli Atenei che ho visitato, disponibilità ad aprire nuove vie di collaborazione e di intese scientifiche tra queste grandi Università e quella di Foggia”

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PSICOLOGA

DI INES PANESSA

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Lo schema è quello della profezia che si autoavvera

Il fallimento? Può essere positivo L

e persone che vivono il fallimento, in chiave negativa, sono convinte che le loro prestazioni e capacità in vari ambiti della vita quotidiana siano inferiori a quelle degli altri. Si sentono costantemente prive di talento e abilità, inferiori, inadeguate, in altre parole “fallite”. Anche queste convinzioni possono originare da esperienze precoci ed infantili. Alcune volte la convinzione si sviluppa a causa di familiari molto critici nei confronti delle prestazioni di un bambino che hanno ritenuto incapace di fare qualcosa, oppure si limitavano a comportamenti che facevano presupporre tale idea, ad esempio svolgendo loro stessi dei compiti al posto dei figli, piuttosto che insegnare la corretta maniera di svolgere un’attività. Anche un ambiente in cui vengono fatti continui confronti con ideali più elevati può far insorgere il senso di fallimento.

L’approccio corretto: analizzare l’esperienza e fare meglio Le strategie difensive sono solo tecniche di autosabotaggio Lo schema del fallimento dà spesso origine ad un circolo vizioso che è quello della profezia che si autoavvera. In altre parole, percependo di non poter raggiungere buoni risultati, la persona spesso si impegna poco in quel che fa, non

compie i passi necessari utili, non prende mai l’iniziativa, finendo per ottenere realmente un risultato scarso. Il fallimento verrà attribuito alle poche capacità, mentre in realtà

PEDAGOGISTA

sarà determinato dal comportamento passivo della persona. Questo comportamento è molto simile a ciò che viene definito “autosabotaggio”, che è una strategia “difensiva” per non entrare in con-

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tatto con la sofferenza legata al fallimento personale. La persona rimane bloccata e non raggiunge una soluzione che possa alleviare il senso di angoscia, pertanto, aumenta lo stato emotivo di ansia, umore depresso, rabbia e lo scoraggiamento, si evitano attività piacevoli, ci si isola dalla vita sociale e si possono sviluppare disturbi, ecc… Invece, prendere in considerazione un fallimento appena avvenuto e analizzare ciò che è andato male può essere un modo utile per un apprendimento e per un miglioramento della prestazione: riflettere su cosa è andato male e su come correggerlo può aiutare a trovare strategie alternative, a non ripetere gli stessi errori e a migliorare in futuro.

DI VITTORIA SALICE

“Un amore senza Edipo” ovvero libero da conflittualità generazionali

Il legame con i nonni Da figura importante a presenza patogena: il ruolo dei nonni per uno sviluppo “armonico” e sano dei nipoti affidati loro

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l legame tra nonni e nipoti è basato su quello che Ada Fonzi definisce “un amore senza Edipo” ovvero un amore libero dalle conflittualità generazionali e più sereno nei confronti educativi. I nipoti per i nonni rappresentano la continuità biologica e attivano nei nonni una sorta di rivitalizzazione e di proiezione verso il futuro. Il compito dei nonni verso i nipoti è prendersi cura di loro, di coccolarli senza eccessi. Esistono fondamentali differenze fra il nonno e la nonna: la nonna accudisce e si prende cura della casa, il nonno è il compagno di giochi e di passeggiate. Esiste, secondo Ferenzi, il complesso del nonno: il nonno, essendo il padre del padre, ha potere sul figlio e riduce l’immagine onnipotente che il bambino ha di suo padre. Queste dinamiche si verificano nelle famiglie pa-

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triarcali e autoritarie. Nella società attuale si è sostituita alla famiglia patriarcale quella nucleare, ma in essa vige la matrilinearità, che porta le giovani madri ad appoggiarsi

prevalentemente alle proprie madri e più in generale alla loro famiglia d’origine. In tal modo i nonni più coinvolti sono i nonni materni. Esistono delle situazioni in cui la presenza dei nonni è patogena: il caso più frequente è quello dei nonni che si so-

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stituiscono ai genitori che, in tal modo, assumono un ruolo fraterno nei confronti dei propri figli e delegano le funzioni genitoriali ai nonni. Il messaggio, implicito, che i bambini percepiscono è: i genitori sono immaturi e incapaci di svolgere il loro ruolo e che i nonni sono intrusivi e sono stati poco capaci di rendere i figli autonomi. Talvolta sono le circostanze economiche e lavorative che costringono i neogenitori a far assumere la responsabilità educativa ai nonni. Anche in questo caso i nonni diventano iperprotettivi e producono nei nipoti diverse forme di disadattamento, patologia chiamata “sindrome di re Salomone” (K. Lorenz). Oltre a questi, abbiamo i nonni abusanti che in alta percentuale sono stati anche padri abusanti, ribadendo la continuità generazionale; succede sia nelle famiglie patriarcali che in quelle con divorzi e successivi matri-

moni, e le violenze sono più frequenti con i nonni acquisiti, in quanto non vi sono vincoli di consanguineità. Nel caso di genitori separati può accadere che si creino problemi di rapporto e frequentazione, in particolare tra il bambino ed i nonni da parte del genitore non affidatario o comunque non convivente. La casistica in giurisprudenza è rilevante: se si pensa a quante separazioni vengono attribuite (a ragione o meno) all’influenza nella coppia dei genitori dell’uno o dell’altro, si capisce quanto sia frequente che il genitore con cui i bambini convivono e che abbia accusato problemi con i suoceri, tenda ad evitare e, addirittura, ad ostacolare la frequen-

tazione dei figli con i nonni ex suoceri. La riforma del codice civile attuata con la legge n. 54/2006 ha riformulato l’art. 155 c.c. introducendo il principio secondo cui: “anche in caso di separazione dei genitori, il figlio minore ha il diritto [omissis] di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.” Il principio essenziale a cui si ispira tutta questa riforma è la tutela dell’equilibrio e della qualità della vita dei figli minori in caso di separazione o divorzio, ed il diritto a mantenere e coltivare i rapporti con i nonni e tutti i parenti ne è considerato un aspetto essenziale.


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monti dauni

Al via un corso per l’assistenza domiciliare integrata per donne straniere

‘Di Pari Passo’, una sfida all’integrazione La Consigliera di Parità Antonietta Colasanto: “E’ questa la strada da percorrere”

aradossalmente vorrei che la mia carica tra qualche anno non esistesse più – afferma Antonietta Colasanto, Consigliera di Parità della Provincia di Foggia – solo in questo modo ci sarà la vera parità tra i sessi, per la quale stiamo tanto combattendo”. L’ultima delle creature cui ha dato vita è un corso di formazione all’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) per donne straniere che vivono nei borghi dei Monti Dauni, al fine di prepararle al meglio a svolgere il lavoro di badante.

“P

Questa è solo la punta di un iceberg chiamato “Di Pari Passo”, il programma interculturale promosso dall’Ufficio della Consigliera di Parità in collaborazione con l’Associazione Araba Fenice ed i Comuni di Carlantino, Celenza Valfortore e San Marco La Catola. Il progetto non è che il seguito di un’importante iniziativa che ha riscosso enorme successo, un corso di alfabetizzazione e potenziamento delle conoscenze linguistiche delle donne straniere, a cura della mediatrice interculturale e ideatrice del programma, Agata De Marco. Le lezioni, tenutesi l’anno scorso nei locali messi a disposizione da ogni singola amministrazione, hanno portato una ventina di alunne a sostenere un esame finale che verificasse le loro conoscenze, per poi ritirare l’attestato in un incontro, tenutosi a Palazzo Dogana nei giorni scorsi, alla presenza dei sindaci dei tre paesi promotori del progetto, la Consigliera di Parità e la mediatrice De Marco. Presente all’appuntamento anche il sindaco di Volturino, Antonio Santacroce. Entusiasti del progetto sono stati anche i comuni di Motta Montecorvino, Pietramontecorvino e Volturara, che si uniranno presto alla rete

solidarietà

Di Pari Passo che oltre all’alfabetizzazione, fornisce alle partecipanti tanti altri servizi, quali sportello di ascolto, consulenza legale, amministrativa e burocratica per il rinnovo dei permessi di soggiorno e per i ricongiungimenti familiari. Sempre più numerose sono, infatti, le donne dell’Est che arrivano in Italia tramite agenzie per svolgere assistenza agli anziani. Tale situazione costituisce per i paesi dei Monti Dauni, sempre più spopolati o abitati da anziani, un forte incentivo, che porterebbe nuova vita a queste realtà che andranno via via spegnendosi. Arriva così dalle piccole realtà la vera integrazione. Donne che giungono da lontano, senza parlare e comprendere alcuna sillaba della nostra lingua, grazie a progetti di integrazione, come quello promosso dall’associazione Araba Fenice, potranno finalmente sentirsi un tutt’uno con la comunità che le ospita e, perché no, metter su famiglia o richiamare dai propri paesi di provenienza i loro cari per insediarsi stabilmente sui nostri monti. “Di Pari Passo e forma-

zione ADI sono le nostre priorità al momento – sostiene la Colasanto – e sono sicura che questa sia la giusta strada da percorrere” I corsi di formazione ADI hanno il fine di far acquisire alle ragazze alfabetizzate le competenze sanitarie ne-

cessarie per l’assistenza diretta alla persona di cui si prenderanno cura nel proprio servizio di badante. “Creare figure specializzate permetterebbe anche alle famiglie che assumono queste donne di affidare, con tranquillità, i propri familiari alle cure amorevoli e professionali di tali specialiste – continua la Colasanto – In questo modo si produrrebbe nuovo lavoro: la Puglia è ai primi posti per la disoccupazione femminile (75%) e la ragione

principale di tale triste primato sta nel fatto che le donne preferiscono rimanere a casa e prendersi cura della propria famiglia e dei propri genitori che, spesso in là con gli anni, non saprebbero a chi affidare”. Non è da sottovalutare anche il peso che hanno ancora i pregiudizi sul lavoro femminile: anche nel 2017, alla donna in carriera si preferisce l’angelo del focolare domestico. “Pure questa mentalità costituisce una forma di discriminazione e purtroppo casi del genere in giro se ne vedono tanti. Per non parlare di licenziamenti improvvisi dovuti allo stato di gravidanza o molestie sul posto di lavoro. Io nel mio piccolo, con presentazioni di libri, convegni, incontri a tema, cerco di sensibilizzare la gente su realtà che sono più vicine a noi di quanto immaginiamo – conclude la Consigliera Colasanto – ma c’è bisogno anche dell’aiuto della politica nazionale. In realtà, la vera svolta avverrà solo quando non ci sarà più bisogno di noi, di un consigliere di parità o altre figure a difesa del gentil sesso: solo allora avremo davvero vinto”. Leonarda Girardi

‘Casa Mons. Farina’: “Qui il poco che siamo diventa abbondanza per molti”

Un ‘contenitore’ di uomini e storie Apre una sorta di ‘laboratorio solidale’ in corso Vittorio Emanuele Un luogo di accoglienza per padri rimasti soli e figli senza genitori uattro mura che accolgono e raccolgono uomini e storie: quelle di padri rimasti soli e di figli senza genitori che messi uno accanto all’altro cercano di superare i propri drammi e i propri dissidi, e che seguiti da tutor amorevoli cercano di ricucire il proprio tessuto familiare, riavvicinandosi ai figli e riconciliandosi con le mogli. E’ una sorta di laboratorio solidale quello che

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si vuole ricreare in corso Vittorio Emanuele, a Foggia, dove l’arcivescovo della diocesi di Foggia- Bovino, Vincenzo Pelvi, ha inaugurato e benedetto la ‘Casa dei padri separati’, intitolata alla memoria di monsignor Fortunato Maria Farina. A partire dal 1° dell’anno, l’edificio di due piani che per molti anni è stato la Casa del Clero, ospita al primo piano i papà separati in via di riconciliazione, uomini che a seguito di tristi vicissitudini familiari stanno diventando i nuovi poveri, affollando sempre più spesso mense e dormitori. In questo modo, potranno beneficiare gratuitamente di una soluzione di accoglienza ma anche del sostegno di una coppia-tutor al fine di migliorare il proprio rapporto con il coniuge e con i

La crisi si supera con la vicinanza, ed è quello diamo loro

Don Francesco a Casa Mons. Farina

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figli. “Come insegna Papa Francesco spiegano Rosanna e Albero, coppia tutor e punto di riferimento per i primi quattro ospiti di questo piano della struttura - la crisi si supera con la vicinanza, ed è quello che cerchiamo di fare per loro”. Al piano superiore, vi sono invece le stanze sono popolate da sei bambini, tutti con alle spalle storie difficili, ma ora amorevolmente accuditi da una coppia di coniugi affidatari: Angela e Samuele. Tra non molto la famiglia crescerà ancora, con l’arrivo di altri tre bambini. “Questa è una casa che respira con due polmoni” ha spiegato don Francesco Catalano, direttore della Caritas diocesana Foggia-Bovino, che guarda con particolare attenzione alla famiglia, spesso colpita dal cancro della divisione o della miseria. “Non possiamo stare a guardare alla finestra il dramma delle divisioni o della violenza in famiglia, di cui spesso ne fanno le spese proprio i bambini, ma vogliamo avere il coraggio di essere operatori di pace”.

Don Francesco Catalano

La realizzazione della struttura, che appartiene alla diocesi, è stata resa possibile grazie ai fondi CEI 8x1000, ed è stata ultimata grazie al contributo della Banca Popolare di Milano. I lavori sono durati più di un anno, e adesso finalmente si comincia a scrivere il primo ca- L’inaugurazione pitolo nella storia di questa nuova ‘Opera Segno’, destinata ad accogliere tante eccellenza mons. Vincenzo Pelvi, sottolinestorie a lieto fine. “Il poco che siamo, ando come proprio il condividere sia il messo nelle mani di Gesù diventa abbon- segno tangibile della presenza di Dio nella danza e grazia per molti” ha chiosato sua nostra Chiesa. Angela Dalicco


musica

La vincitrice di CapiTalent è al lavoro: “Presto un singolo per Universal”

Meezy, una favola tutta voce e musica

Il sogno di Simona Mazzeo, la foggiana che ha “firmato” il Natale d’Italia

M

usicalmente parlando, è cresciuta in un “mondo molto acustico”, dove a farla da padrone erano le ballate di Bob Dylan e le atmosfere ovattate di Norah Jones. Crescendo poi, non ha disdegnato né l’alternative rock britannico dei Coldplay né la musica di Ed Sheeran con il quale condivide la grande passione per l’ukulele. Lei è Simona Mazzeo, in arte Meezy, ventenne foggiana tutta voce e interpretazione, che ha firmato la colonna sonora del Natale d’Italia. Un talento puro il suo, scoperto da Mario De Vivo e dal compositore Umberto Sangiovanni che l’hanno subito scritturata con la loro etichetta ‘La Controra’ dopo averla sentita cantare, a Foggia, in una serata organizzata per dare un palco ai giovani talenti del territorio. Come un colpo di fulmine: “Un anno dopo era già pronto un Ep, con tre brani inediti e due cover”, spiega Simona, che scrive i testi dei suoi brani, infondendogli intenzioni e sfumature. Da quel momento, per Meezy - diplomata all’istituto tecnico programmatori ‘Blaise Pascal’ e che fino a poco tempo fa immaginava un futuro da parrucchiera o in ambito militare - si è aperta una strada reale e concreta per realizzare il sogno. In estate partecipa al concorso ‘CapiTalent’ di Radio Capital, storica emittente italiana. E lo vince, imponendosi su una concorrenza di oltre

3600 voci emergenti. La sua cover di ‘I saved the world today’ degli Eurythmics rapisce la giuria (e incassa anche i complimenti social dal duo Annie Lennox & David A. Stewart): la ventenne foggiana viene chiamata ad aprire il concertone organizzato per i 20 anni di Radio Capital, in piazza del Popolo, a Roma, esibendosi sullo

“Quello che io seguo non è la fama: vorrei fosse la mia musica a parlare per me. Oggi e sempre” stesso palco di Nile Rodgers & Chic: “Una delle emozioni più grandi della mia vita”, confessa ancora incredula. Con i suoi produttori, lavora al brano ‘Love on Christmas Day’ che è diventato il brano natalizio di Radio Capital, l’inedito che apre la compilation ‘Black or White’, distribuito da Universal, con ventuno brani selezionati da Massimo Oldani e Luca De Gennaro. “Per la prima volta mi sono resa conto che, piano piano, sto realizzando tanti piccoli sogni che possono portarmi a fare della musica il mio lavoro. E’ stata una grande emozione incontrare tante persone che credono nel mio progetto e vogliono lavorare con me. Il mio Ep è arrivato sulla scrivania di Universal (che ha distribuito anche la compilation di Natale) ed è in progetto

la realizzazione di un singolo per questa importante etichetta musicale. Insomma - continua Simona - questa avventura inizia a farsi sempre più importante e vale la pena continuare a provarci. E a crederci fino in fondo”. Dal canto suo, Simona - oltre ad una pasta vocale originalissima e ad una raffinatezza d’interpretazione che colpisce - ha le idee chiare: non esclude a priori i talent televisivi (“un trampolino di lancio che può portarti in alto o farti precipitare in un baratro. Ma è un rischio che potrei anche decidere di correre”, spiega) e vuole farcela da sola. “So bene che questo tipo di percorso è più difficile. Ma quello che io seguo non è la fama: vorrei fosse la mia musica a parlare per me. Oggi e sempre”. m.g.f.

Il “re” Agostino Ruscillo presenta il progetto nato quasi per caso

POLIFONIA SACRA

The Queens Choir, una sfida in rosa ecco le reginette della musica corale

Una messa ‘pop’ per gli sposi

A Foggia debutta una formazione tutta al femminile destinata a crescere Il Maestro Agostino Ruscillo ne ha fatta un’altra delle sue, un’intuizione rabdomantica: le sue reginette sono un portento. Sprigionano un’energia propulsiva. Lui, seppure nell’aplomb che lo contraddistingue, è già pazzo di loro. Il Maestro di Cappella e organista titolare della Cattedrale di Foggia, docente del Conservatorio Umberto Giordano, direttore artistico del Festival dei Monti Dauni e ideatore di una serie infinita di rassegne ed eventi, ha messo insieme una formazione inedita a Foggia tutta al femminile, composta da professioniste di lungo corso e voci nuove ma provenienti da studi sulla vocalità ed esperienze artistiche importanti. The Queens Choir ha debuttato a dicembre in una Cattedrale strapiena con il concerto “Christmas Jazz” e ha eseguito per la prima volta “A Little Jazz Mass” di Bob Chilcott, che fonde la messa latina e il linguaggio jazz, con influssi Blues, Groove e Swing.Si sono esibite in 14, con qualche defezione. Nel repertorio, Gospel, classici arrangiati in chiave Jazz e persino a ritmo di samba. Il coro è nato quasi per gioco. “La Fondazione Matera Musica mi aveva commissionato un progetto con l’esecuzione di questa messa breve di Bob Chilcott - racconta il Maestro Agostino Ruscillo - Il progetto doveva riguardare una coralità che metteva insieme la Basilicata e la Puglia sotto la denominazione del consolidato progetto L.A. Chorus, che sta per Lucania e Apulia, poi per ragioni pratiche abbiamo scelto di costituire il gruppo qui a Foggia, con quattro innesti da Bari e da Matera. Si sarebbe esaurito dopo la com-

missione di questo evento, ma poi l’assessore Anna Paola Giuliani mi ha chiesto di portare l’evento anche a Foggia e abbiamo scelto di continuare con il nome di “The Queens Choir”. Anche quello è nato per scherzo: dissi che erano tante reginette e loro per contrappasso mi hanno nominato re”. Il coro ideato e diretto dal Maestro Ruscillo ha già catturato l’interesse e suscitato curiosità nel panorama musicale, non soltanto tra gli addetti ai lavori e gli appassionati che sollecitano altre date. Nato sotto una buona stella, è destinato a fare strada. Dentro ci sono madri e mogli, in due hanno cantato col pancione

alla prima uscita, molte hanno avuto la capacità di mettersi ancora in gioco, altre hanno portato una fresca ventata di entusiasmo e la carica giusta. Non dev’essere facile dirigere tante personalità così diverse. “Non è difficile mettere insieme le persone che hanno voglia di fare qualcosa e la fanno con passione - assicura Ruscillo - È un coro eterogeneo da un punto di vista vocale perché ci sono persone che studiano canto, donne che hanno un’esperienza pregressa importante come Mara De Mutiis, ma loro stesse si sono appassionate. Certamente la coralità ha un’esigenza molto particolare: le voci si devono fondere, amalgamare e questo avviene solo con una pratica costante. Pian piano è cresciuto in loro il piacere di cantare insieme e poi abbiamo coinvolto l’amico Silvano Mastromatteo e sono nati gli arrangiamenti. Adesso c’è una grande aspettativa per il futuro: loro vogliono continuare quest’esperienza e a me fa piacere. Studieremo l’altra messa di Bob Chilcott e poi stiamo per programmare una serie di arrangiamenti corali in chiave jazz di musiche da film. Già nel corso del mese di dicembre sono arrivate delle richieste da parte di altre ragazze che vogliono fare quest’espe-

"Quando un uomo e una donna si trovano e si scelgono è insieme il punto di arrivo di un percorso di vita e il punto di partenza di una storia totalmente nuova, nella quale l'io cede il posto al noi. Nulla sarà più come prima". Si racchiude in queste parole di Claudio Lo Polito (in foto) il "Mistero dell'amore", un compendio di storie di vita polifoniche. Il docente foggiano che ha dedicato gran parte della sua vita al canto liturgico e religioso è l'autore di un cd composto da tredici brani, una messa completa per gli sposi che aveva composto per il suo stesso matrimonio. Gli arrangiamenti di impronta pop rendono fruibile a tutti il disco, non solo agli appassionati del genere. Pubblico numeroso, in religioso silenzio, alla prima nell'Auditorium Santa Chiara, con l'esecuzione del gruppo corale Koinonia. Il lavoro, completo di testi e spartiti, è disponibile nelle librerie San Paolo ed Ubik di Foggia e nelle principali applicazioni e piattaforme online.

rienza. Ce ne sono quattro che non hanno partecipato al concerto per motivi personali che provengono dal Daunia Gospel Choir e sono dei nostri - conclude il Maestro Ruscillo - L’idea è di arrivare a ventiquattro elementi”. Mariangela Mariani

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