6Donna #1 102

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personaggio Maria Tirone

neo prefetto di Foggia

focus Sguardi sulla città

originali “selfie” su Foggia

mondo bimbi Intelligenza musicale:

bellezza: Occhi in primo piano

COSÌ SI FA LO

una dote da scoprire

SMOKY EYES

Per la copertina si ringrazia:

BIAGIO E ANNA BICCARI PARRUCCHIERI via Saseo 13 Foggia


sommario

editoriale di Maria Grazia Frisaldi on c’è nulla di più magico e adrenalinico di un nuovo inizio, sia esso una diversa fase della vita, un’esperienza che ci rimette in gioco o, più semplicemente, un’agenda nuova e immacolata da sfogliare e vivere pagina dopo pagina. Così è anche per il numero di gennaio di 6Donna: davanti a noi un nuovo anno da affrontare con rinnovata lena; alle nostre spalle 12 numeri che hanno scandito il lungo giro di boa che mi porta a tagliare il traguardo del mio primo anno alla direzione del magazine di genere che, per il 2015, ha deciso di aggiungere un nuovo tassello alla sua storia di impegno, carta e inchiostro. Si tratta del “Premio 6Donna” (ne parleremo più diffusamente nella pagina FoggiaNotes), un riconoscimento che la nostra redazione ha deciso di assegnare ad una perfetta sconosciuta, ovvero un’eroina dei nostri giorni, che si è distinta per le sue capacità, che fornisce alla comunità un contributo prezioso, che con altruismo si dedica al prossimo, nell’ombra. Perché la normalità, alle volte, sa essere straordinaria. E’ il nostro modo personalissimo per dire “grazie!” alle donne che altrimenti resterebbero nell’anonimato. La candidata ideale non occupa posizioni di rilievo nella società: potrebbe essere l’integerrima dipendente di un’azienda, un’infermiera che si dedica anima e corpo ai suoi pazienti, un’operaia, un’attivista che profonde il suo impegno per una buona causa, una volontaria che si prende cura dei poveri e degli emarginati. Sarà lei la nostra donna dell’anno. Un nuovo inizio, è anche quello che si accinge a vivere la Capitanata tutta che, in questi giorni, ha salutato il nuovo prefetto di Foggia, Maria Tirone (Personaggio del Mese). Intellettuali, influencer, attivisti e sognatori della città, poi, hanno contribuito a scattare tanti “selfie” sul momento storico della nostra città, punti di vista personalissimi che vanno a comporre il quadro d’insieme del nostro Focus del Mese. Tutti argomenti vestiti a nuovo dai grafici della Publicentro che provvederanno al restyling del nostro magazine, che si perfezionerà numero dopo numero. Tutto questo insieme alle Rubriche degli Esperti e agli approfondimenti di Bellezza, Benessere e Cultura&Spettacolo. Insomma, come sempre, un numero ricco di spunti di riflessione, per leggere insieme la città e i suoi cambiamenti. Buona lettura!

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gennaio - duemilaquindici

Personaggio del mese 4

Maria Tirone, neo prefetto di Foggia

Foggia notes 5

Straordinaria “normalità”: ecco il “Premio 6Donna” Roberta Liso, regina di “Bake Off Italia”

Focus 6 7

Foggia selfie La fotografia di “MeglioFoggia” Uno “scatto” per il senso civico Cartoline dalla città: Il punto di vista di influencers, intellettuali, attivisti e sognatori

Politica 8 9

Verso le Regionali 2015 Anna Nuzziello e “l’eredità” di Nichi Mondo bimbi L’importanza dell’intelligenza musicale

Benessere 10 Argan, oro verde Bellezza 11 È tempo di Smoky eyes Salute 12 In piscina col pancione (e anche dopo)

Ambienti 13 S.O.S. parco giochi Sicurezza a portata di bambino

Cucina 15 Cristina Bowerman Storia di una chef stellata

17 Rubriche Ginecologa: osteoporosi in menopausa Esperta in nutrizione: sindrome dell’intestino irritabile Medico CAV: curarsi durante l’allattamento Dentista: sindrome delle apnee notturne Logopedista: disturbo di attenzione e iperattività Consulente aziendale: leader si nasce o si diventa? Psicologa: le emozioni nel paziente oncologico 50&Più Enasco: indennizzo cessata attività

21 Televisione “Promossi Sposi”: vinci il tuo matrimonio

23 Teatro “Poena” d’amore, successo per il Cut Foggia Un viaggio tra musica e teatro: al Piccolo Teatro è in scena il “Novecento europeo”


I casi di studio trattati dai medici del centro FertyGyn, di via Mandara

Sulla strada della maternità

(con una tappa a Foggia)

Due donne, altrettanti approcci di fecondazione medicalmente assistita Il prof. Cerusico e la dott.ssa Valletta: “Risultati positivi nel 44% dei casi” er la letteratura scientifica sono semplicemente “casi di studio”, per chi li vive - sulla propria pelle, nella propria pancia, tra le proprie braccia - sono veri e propri “miracoli” della scienza. Cartelle cliniche con nomi, cognomi e speranze che ripercorrono le tappe di nascite tanto cercate, quanto desiderate. In ogni caso, amate. Nel centro FertyGyn di Foggia, attivo alcuni mesi in via Mandara, si lavora per raggiungere questi risultati. Di “casi di studio”, i medici del centro per l’infertilità della coppia ne hanno visti tanti, per questo il professore Fabrizio Cerusico, ginecologo esperto di fecondazione assistita, e le dottoresse Silvia Valletta (biologa embriologo) e Monica Antinori (ginecologa e responsabile della P.M.A. del Centro Raprui di Roma) hanno creato una base operativa in Capitanata, che opera in tandem con la clinica R.A.P.R.U.I. di Roma. In Puglia, infatti, c’è un alto tasso di infertilità, ma anche tante opzioni ancora da vagliare per le coppie desiderose di avere un bambino, nonostante ostacoli fisici e anagrafici che sembravano insormontabili.

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“Nel centro di Foggia raccogliamo i primi casi di successo”, spiega la biologa embriologo Silvia Valletta. “Donne che credevano di essere senza speranza di maternità e che hanno invece avuto la gioia di intraprendere il cammino della gravidanza”. La striscia positiva si attesta, per ora, nel44% di casi in donne fino ai 38 anni; percentuale che diminuisce all’aumentare dell’età. Tra i casi di successo del centro FertyGyn di Foggia, ad esempio, vi è quello di una donna Over40, alla quale “dopo aver trattato alcuni problemi della cavità endometriale, è stata praticata una fecondazione eterologa con donazione di ovociti e che ora taglia il

nastro della 12° settimana di gravidanza”. Nel centro di Foggia, infatti, le coppie possono sottoporsi a numerosi tipi di visite, esami ed indagini approfondite: dalle visite ginecologiche ai monitoraggi follicolari, dalle consulenze per infertilità, ai tamponi vaginali e valutazione della riserva ovarica. “Sempre più spesso registriamo remore e timori nell’approcciarsi ad indagini mediche: tante coppie si affidano all’informazione fai-da-te documentandosi su internet ed ignorando le opportunità offerte dalla scienza”, precisa. Come quelle che, invece, ha colto in calcio d’angolo una 35enne Da sinistra la dott.ssa Valletta, con amenorrea - ovvero assenza del ciclo prof. Cerusico, dott.ssa Antinori da quasi 10 mesi - ma che non aveva il co- gameti maschili e femminili della coppia)”. raggio di farsi visitare da un ginecologo per Benché attivo già da alcuni mesi, il centro FertyGyn non ha ancora una campionatuindagare sulle cause del fenomeno. “Sottoposta a visita, la situazione pur- ra di casi in grado di fotografare l’incidenza troppo non era delle più rosee: a quell’età dell’infertilità in terra di Capitanata. “Una e senza ciclo per un così lungo periodo, in- percentuale - spiega il prof. Cerusico - è diffatti, rischiava di entrare in menopausa pre- ficile da stimare. I casi sottoposti alla nococe. Invece siamo riusciti a riattivare il ci- stra attenzione, infatti, si dividevano per il clo e abbiamo avviato, con successo, il 60% tra infertilità femminile e il 40% mapercorso per fecondazione omologa (con schile, ma parliamo di donne dall’età avan-

zata, con fertilità limitata ad un 5 - 10%. Dai 35 ai 45 anni, infatti, il picco della fertilità inizia a scendere inesorabilmente”. Oltre all’età anagrafica, oggi, sono tanti gli ostacoli che si frappongono tra le coppie ed il proprio desiderio di genitorialità. “Innanzitutto ostacoli di tipo sociale e stili di vita che andrebbero corretti. Il sovrappeso, ad esempio, è un grosso limite per le donne che vogliono ottenere una gravidanza. Poi c’è il fumo: noi chiediamo a tutti i nostri pazienti di smettere”, precisa. “Quello che abbiamo notato, purtroppo, è che in materia di fecondazione assistita c’è davvero poca informazione e tanta confusione”, spiega la dott.ssa Antinori. “Soprattutto in merito alla fecondazione eterologa, che in Italia è possibile e legale: è una possibilità che una donna può concedersi per avere un figlio. Una donna che vuole diventare mamma può diventarlo con una donazione di gameti e non c’è nulla di cui vergognarsi perché - conclude - una donna che porterà un bambino in grembo per nove mesi è una mamma a tutti gli effetti”.

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il personaggio

Il neo prefetto di Foggia e le sue strategie d’intervento condivise

A CURA DI MARIA GRAZIA FRISALDI

Maria Tirone La voce è ferma, il sorriso è rassicurante. Il neo-prefetto di Foggia, Maria Tirone, si è catapultata nella realtà foggiana stretta in un tailleur blu e armata di buoni propositi e grandi speranze. La sua è una figura esile ed elegante, ma il suo curriculum racconta - tra le righe - di spalle ampie e forti con le quali ha saputo affrontare la realtà calabrese (è stato prefetto a Crotone), portandone il peso di onori ed oneri; un bagaglio di esperienza che - spiega - saprà mettere a frutto in Capitanata. Le sue prime settimane foggiane sono state intense, scandite da incontri istituzionali e vertici-chiave (l’ultimo quello sulla sicurezza a San Severo). In pochissimi giorni ha presieduto tre tavoli di coordinamento e ha raccolto tutte le tessere necessarie a comporre il complesso quadro di problematiche e specificità - sociali, culturali e geografiche - della provincia di Foggia. Nonostante sia ancora fresca di nomina, il prefetto Tirone ha mostrato di avere ben chiaro il polso della situazione. La sua attenzione è dedicata tutta alla triade giovani, lavoro e legalità (quindi sicurezza). Il racket delle estorsioni si pone come ago della bilancia tra la criminalità diffusa e quella organizzata, entrambe presenti sul territorio. Il suo insediamento, ne è consapevole, avviene in un momento delicatissimo per la città, ovvero all’indomani dell’istituzione dell’associazione antiracket di Foggia, un passaggio fondamentale nel processo di rinascita del territorio, ma che al tempo stesso tocca il nervo scoperto di una criminalità che, messa spalle al muro, prova ad alzare il tiro. Nel suo primo incontro con la stampa tocca ogni aspetto, ogni tasto dolente della città capoluogo e dei comuni che vi gravitano attorno. Non offre “ricette” o soluzioni prêt-à-porter (“Nessuno ha la bacchetta ma-

“Lo Stato c’è, ora tocca ai giovani”

gica”, sorride) ma indirizzi e strategie di lavoro condivise. In merito alla necessità di una maggiore presenza di forze dell’ordine in città taglia subito corto: “Lo Stato c’è. Le forze di polizia in città lavorano tanto e bene. Non si può pensare di risolvere problematiche sociali scrollando tutte le responsabilità su di loro”. No alle città militarizzate, dunque, ma porte aperte alla collaborazione tra istituzioni, prefettura (momento preventivo) e magistratura (momento repressivo). A Foggia porterà l’esperienza maturata durante il suo precedente mandato. In Calabria - anche quella terra difficile - ha avuto modo di testare i risultati di un lavoro congiunto con il terzo settore, una strategia che ha portato risultati positivi in termini economici e in materia di occupazione. “Non che ogni esperienza sia replicabile o trovi ricadute positive in qualunque comune. Ma voglio sottolineare che esistono ancora margini su cui lavorare e attraverso i quali provare a cambiare le cose”. “Punterò tutto sui giovani affinché vengano formati all’educazione civica, accompagnarli in un cammino di formazione responsabile e critica, di cultura della legalità e di partecipazione. Uno dei grossi rischi oggi è il disimpegno”, puntualizza. “Se non c’è partecipazione – anche solo per controllare l’operato di quanti hanno responsabilità pubbliche – è difficile costruire qualcosa”.

“Senza partecipazione non si costruisce nulla”

L’auto (o la moto) dei sogni è a portata di click

la passione fatta motore Intermediario con tutte le case automobilistiche er favore, non chiamatela solo concessionaria. Perché “City Motors” è qualcosa di più: è competenza, professionalità e - soprattutto - passione per il vasto mondo motori. Da quasi sei anni, infatti, l’attività che ora ha sede in via Michele Papa, a Foggia, si pone come insostituibile intermediario tra gli acquirenti e ogni casa automobilisticae motociclistica, permettendo a chiunque di vedere il proprio sogno fatto motore. Nata dalla grande passione di Giuseppe Padalino e di sua moglie Adriana (in foto), l’attività plurimarche City Motors è diventata in breve tempo un valido punto di ri-

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ferimento per la Capitanata, conquistando ampie fette di mercato di Foggia e provincia. City Motors, che è in grado di consegnare auto e moto in ogni parte d’Italia, segue una filosofia di vendita alternativa. Un lavoro quasi artigianale, con acquisti “cuciti” sulle esigenze di ognuno: i consulenti sono in grado di ordinare - tramite canali professionali, garantiti e concorrenziali - l’autovettura desiderata, con qualunque caratteristica o personalizzazione richiesta, sia dal punto di vista degli accessori che dei rivestimenti interni.

“Il rapporto con i clienti non si esaurisce con l’acquisto del mezzo, auto o moto che sia”, puntualizza Adriana. “Chiunque ha effettuato un acquisto City Motors, infatti, sa di poter contare su un pool di professionisti per risolvere qualunque problema o disbrigo pratica. City Motors, offre infatti: • Assistenza nel tempo: dal semplice tagliando alla sostituzione di uno o più pezzi con l’ausilio di officine specializzate e garantite • Servizio di guida all’acquisto: un momento interlocutorio in cui si raffrontano i desideri dell’ac-

quirente con le effettive necessità e potere economico. In questo modo si evitano acquisti “alla cieca” o avventati • Mezzi a ‘Km 0’, ovvero solo immatricolati • Auto aziendali,con un chilometraggio irrisorio, che rappresentano ottime occasioni d’acquisto. • Finanziamenti agevolati e personalizzati Tutto questo ha permesso di fare breccia nel cuore di una clientela trasversale e variegata: dall’operaio al professionista, penetrando anche nel circuito di appassionati deimotori.

“City Motors - conclude - è anche punto di riferimento continuo e valido alleato per tante donne a corto di tempo o prive di una figura maschile di riferimento cui affidare la gestione della propria auto, per un guasto tecnico o un semplice tagliando. Affidandosi a noi, infatti, le nostre clienti sanno di poter risolvere ogni problema in breve tempo, a prezzi concorrenziali e in tutta serenità”.

Dove siamo

AUTO E VECOLI COMMERCIALI PLURIMARCHE NUOVI E USATI

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Foggia • Via M. Papa, 40/42 Tel./Fax 0881.638676 citymotors8@gmail.com

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City Motors


foggia notes

PREMIO 6DONNA

Sarà assegnato nella settimana che abbraccia l’8 marzo. Segnalazioni fino al 22 febbraio

Straordinaria “normalità” Requisito indispensabile: non deve ricoprire incarichi dirigenziali o ruoli di prestigio

10 anni di storia, impegno e inchiostro 6Donna è prossimo a festeggiare i suoi primi 10 anni di storia, un traguardo non da poco per un progetto quale è il nostro, l’unico free-press al femminile “superstite” in Puglia. In questi 10 anni, grazie alle firme e alle professionalità che si sono avvicendate nel tempo, abbiamo raccontato la città attraverso le donne che vi operano ogni giorno, con un approccio a fatti e circostanze che fosse femminile ma non femminista. Abbiamo raccontato e scovato personaggi e tendenze, abbiamo intervistato centinaia di donne straordinarie per ingegno e talento o ordinariamente straordinarie per impegno e forza di volontà, realizzato un centinaio di inchieste e confezionato campagne contro il femminicidio, la violenza di genere e l’iniquo tetto di cristallo che incombe sulla testa di tante professioniste, in ogni settore. Il Premio 6Donna costituisce un ulteriore tassello di questo impegno, e si inserisce - in modo del tutto naturale - nel solco tracciato in questi anni di lavoro.

La normalità, alle volte, è straordinaria. La quotidianità eclissa l’eccezione alla regola, fino a inghiottire l’esemplare. Donne modello passano inosservate, erose da un sistema che le pretende multitasking. Hanno voluto l’emancipazione, e che se la tengano. Nessuno oltre loro sa cosa stiano passando e cosa le aspetti a casa. Eppure non hanno mancato un giorno di lavoro, non hanno abusato dei loro diritti acquisiti, con abnegazione e spirito di sacrificio si sono dedicate agli altri e non hanno fatto mai mancare il proprio contributo alla comunità, responsabilmente hanno assolto ai loro compiti anche in condizioni non favorevoli. La redazione del mensile 6Donna, l’unico free-magazine di genere in Puglia, dedicato alla famiglia, sceglie di premiare una perfetta sconosciuta, un’eroina dei nostri giorni, che si è distinta per le sue capacità, che fornisce alla comunità un contributo prezioso, che con altruismo si dedica al prossimo, nell’ombra. Requisito indispensabile: non deve ricoprire alcun incarico dirigenziale o ruolo di prestigio. E deve essere foggiana, o comunque contribuire alla crescita della città di Foggia. Chiunque, un collega, il capo, un amico, un utente, può inviare la candidatura di una donna speciale, con tutti i riferimenti uti-

0881.563395

li per rintracciarla e la motivazione. La giuria verificherà di persona le indicazioni pervenute, intervistando chi è a stretto contatto con la candidata ed effettuando eventuali sopralluoghi. Il premio sarà assegnato, a Foggia, nella settimana dell’8 marzo, a ridosso della Giornata Internazionale della Donna, nell’ambito di una serata di riflessione, interventi e performance al femminile. L’idea nasce dal desiderio di conferire un riconoscimento, dire grazie alle donne che altrimenti resterebbero nell’anonimato. La candidata ideale non occupa posizioni di rilievo nella società, dedichiamo già le copertine e la sezione riservata al personag-

gio del mese alle personalità che si distinguono in ogni settore. E questa volta vogliamo raccontare una storia al femminile diversa. Potrebbe essere l’integerrima dipendente di un’azienda, una infermiera che si dedica anima e corpo ai suoi pazienti, un’operaia, un’attivista che profonde il suo impegno per una buona causa, una volontaria che si prende cura dei poveri e degli emarginati. O chiunque operi silenziosamente al servizio del prossimo. Sarà lei la donna dell’anno. Inviate suggerimenti e segnalazioni entro il 22 febbraio all’indirizzo marketing@6donna.com oppure contattate la redazione con un messaggio alla pagina di Facebook.

La 22enne Roberta Liso ha trionfato al talent “Bake Off Italia”

“Dolce” Roberta

“Incoronata” da Benedetta Parodi, su Real Time

Roberta Liso e Benedetta Parodi

Estro, creatività e tenacia, tutto mescolato ad un palato sopraffino in materia di Dolci&Co. Sono queste le caratteristiche che hanno permesso alla foggiana Roberta Liso di imporsi su 16 concorrenti provenienti da tutta Italia ed aggiudicarsi la vittoria della seconda edizione di “Bake Off Italia”, programma dedicato agli amanti dei dolci e ai pasticceri amatoriali. Ventidue anni, un grande senso di appartenenza e rispetto per le proprie radici e una laurea in Scienze infermieristiche conseguita presso l’Università di Foggia col voto finale di 105, Roberta ha trionfato alla seconda edizione del talent show che l’emittente Real Time ha dedicato agli appassionati di bakery: pasticceria amatoriale e non. “Sono orgogliosa del posto in cui vivo, in campagna, di come vivo e delle passioni che coltivo”, ha spiegato Roberta nel suo breve filmato di presentazione. “Così come sono orgogliosa della città in cui vivo e di questa passione per la pasticceria che mi ha portato a vivere questa avventura fantastica”. Roberta si è imposta su 16 agguerriti concorrenti provenienti da tutta Italia, uniti dalla passione per la pasticceria che alcuni coltivano a livello amatoriale e altri invece anche con ambizioni professionali. A premiarla, durante la puntata che ne ha sancito la vittoria, è stata la conduttrice Be-

nedetta Parodi complimentandosi “per l’estro ma al tempo stesso anche per il temperamento”. Il suo trionfo risale allo scorso novembre (un mese evidentemente memorabile per la studentessa foggiana, visto che si è anche laureata) ma per ragioni contrattuali legate alla privacy e alla tutela del programma stesso (che viene registrato) le poche notizie circolate sono filtrate attraverso il tam-tam dei social network che hanno via via amplificato il successo di Roberta. “Una notizia veramente incoraggiante - spiegano dall’UniFg - che merita i complimenti di tutta l’Università di Foggia visto che uno dei suoi studenti è riuscito a imporsi in una trasmissione che fa del carattere, della tenacia oltre che del talento il suo princìpio ispiratore. In attesa del debutto del corso di laurea triennale in Scienze gastronomiche dell’Università di Foggia, una autentica iniezione di fiducia, considerato che - come commentato dai conduttori del programma (“evidentemente all’Università di Foggia hanno buon gusto, a giudicare da quello che propone Roberta”) - l’Ateneo ha fatto “il pieno” su media e social network ma stavolta grazie alla cosa a cui i docenti UniFg tengono di più: la vita degli studenti dopo la laurea, il loro percorso nel mondo dopo aver lasciato il nostro Ateneo”. Angela Dalicco

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002 Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco In redazione Dalila Campanile Irma Mecca Mariangela Mariani Rubriche dott.ssa Tiziana Celeste dott.ssa Dora Cucumazzi dott.ssa Anna Lepore dott.ssa Valentina La Riccia dott.ssa Ilenia Palmieri dott.ssa Paola Telese dott.ssa Floredana Arnò dott.ssa Ines Panessa Arch Nicoletta Ingelido Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (vill. Artig.) Tel. 0881.56.33.95 - Fax 0881.56.33.19 e-mail marketing@6donna.com Sito internet www.6donna.com Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

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focus La foto più bella arriva dal cielo

Foggia selfie…

Il Gargano visto dallo

spazio grazie a S. Cr istoforetti

MeglioFoggia vede la luce: la riscossa parte dalla cultura I dati dell’Osservatorio qualità della vita e l’ottimismo di Licia Centola “Se oggi l’Europa facesse un selfie, che immagine verrebbe fuori? Mostrerebbe il volto della noia”. L’efficace espressione 3.0 è del Premier Matteo Renzi, pronunciata a Strasburgo nel suo discorso di apertura del semestre europeo. E se fosse Foggia a farsi un autoscatto? Non vale sorridere accanto alla statua del viaggiatore nel piazzale della stazione. La domanda non evoca solo le diapositive della fontana del Sele ghiacciata l’ultimo dell’anno, della città in abito bianco, delle luminarie sgargianti o del Giordano tutto imbellettato per la prima. A mettere a fuoco il panorama sono influencers, inIl time-lapse di MeglioFoggia ripercorre dieci anni a rotta di collo fino al nero. Il 2013, l’ultimo della serie, è l’annus horribilis. Si contano 6.071 imprese cessate e la qualità della vita fa registrare il dato peggiore. Scorrono visi sempre più rugosi: la popolazione over 65 aumenta del 17%, i giovani tra i 25 e i 34 anni se ne vanno (-20%). L’andamento dell’indicatore della sicurezza, manco a dirlo, nell’ultimo biennio considerato cala vertiginosamente. L’istantanea dell’Osservatorio sulla Qualità della Vita confronta 163 indicatori in undici aree tematiche. Il report è stato curato da Michele Mazzone, esperto di statistica che se ne occupa dal lontano 1998, uno dei superstiti della precedente esperienza ormai archiviata (a capo dell’associazione c’era Lanfranco Tavasci). MeglioFoggia conserva il nome ma non è più la stessa. Ha un nuovo direttivo a cominciare dal presidente: è una donna, Licia Centola, economista e imprenditrice nel settore dell’agricoltura.

Qual è la fotografia scattata dall’indagine? Purtroppo non è una bella fotografia, perché parecchi degli indicatori hanno fatto registrare risultati in tendenza negativa. Soprattutto rispetto all’anno 2010, che in diversi settori evidenziava il picco migliore, nell’anno 2013 si è registrato il picco più basso per quanto riguarda il lavoro, la sicurezza, la salute, con qualche rara eccezione. Purtroppo, penso che stiamo scontando gli effetti della crisi, esplosa nel 2008. Noi viviamo in una zona meno recettiva ai cambiamenti che avvengono in ambito economico, perché la nostra non è un’economia dinamica. E allora, così come non abbiamo un beneficio immediato nei periodi di boom, in tempo di crisi il peggioramento emerge molto lentamente. Ci sono diversi indicatori che ci fanno pensare e sperare che si sia raggiunto il fondo e che quando si andranno ad esaminare i dati del 2014, soprattutto in determinati settori che riguardano la qualità della vita, ci dovrebbero essere maggiori riscontri positivi.

tellettuali, attivisti e sognatori che hanno consegnato una riflessione, più social del solito (proprio come un post in bacheca). C’è una realtà in controluce, ma c’è soprattutto la speranza. Una delle ultime immagini probabilmente più affascinanti della città è stata scattata a dicembre, in orbita, da una donna, Samantha Cristoforetti, la prima italiana sulla Stazione Spaziale Internazionale. E no, non era un selfie ma il più bel saluto a Foggia dall’altra metà del cielo. E forse è vero - come dice una canzone - “che per essere capaci di vedere cosa siamo dobbiamo allontanarci e poi guardarci da lontano”.

Al di là dei dati statistici che co- sveglio. Anche l’area tematica amnosceremo solo con la prossima in- biente dovrebbe migliorare se si riudagine, dal 2014 qual è la tendenza? scirà finalmente a organizzare la In un certo senso, stiamo ini- raccolta differenziata porta a porta ziando a vedere dei miglioramenti in che ci ha promesso da tanto tempo alcuni ambiti, per esempio in quello l’Amiu. Piano piano Foggia dovrebbe culturale. Dobbiamo tener presente avere a disposizione maggiori fondi, che ha riaperto il teatro e ci sono tan- avendo avuto accesso al salva città, te esperienze positive: il Cerchio di e quindi dovrebbe avere maggiori riGesso, il Teatro dei Limoni, la Picco- sorse da destinare alla manutenziola compagnia impertinente, una se- ne delle strade. Insomma, secondo rie di attività culturali, più stagioni tea- me, per merito magari anche dei satrali e Musica Civica. Devo dire che crifici che sono stati fatti finora, forforse questo è l’ambito in cui vedo la se a partire dal 2014 potremo iniziaprima e più grossa riscossa da par- re a vedere un po’ di luce. Io ho site della nostra città. Da cittadina curamente un’impressione positiva. foggiana, sono orgogliosa di pensaRispetto alle politiche del welfare che interessano particolarmenre di poter usufruire di questa belte le donne, i servizi alla famiglia la offerta culturale. Per la prima per esempio, qual è il quadro atvolta, ho fatto l’abbonamento sia tuale? alla prima che alla seconda È un po’ presto per dirlo, perstagione di prosa del Giordano, ché per quanto riguarda i serper Musica Civica, ho visto vizi alla famiglia siamo in che ci sono altri sei spetattesa di vedere che cosa tacoli di prosa al Teatro farà questa nuova amminidel Fuoco, e poi c’è il strazione nel campo delle Moody Cafè che fa del politiche sociali. Il fatto che jazz di altissimo livello. ci sia una donna come asC’è stato proprio un riLicia Centola

sessore al ramo dovrebbe far sì che ci sia da parte sua una maggiore sensibilità a quelle che sono le esigenze delle donne, almeno questo è quello che mi auguro. Pensa ci sia la possibilità, in futuro, di fermare la fuga dei giovani? Me lo auguro, perché ho dei figli anch’io, e vorrei che tornassero una volta esaurito il ciclo di studi. Forse una delle opportunità è rappresentata dall’e-commerce e dal fatto che grazie a internet e alle nuove possibilità di comunicazione si possa tornare a stare anche in luoghi periferici, lontano da quelli che sono i centri nevralgici dell’economia e dello sviluppo, considerato che le distanze attraverso questi mezzi si accorciano. Se Foggia si facesse un selfie, allora, quale aggettivo le attribuirebbe? Possiamo solo dire: aspettiamo fiduciosi. È già qualcosa che ci siano degli spiragli che ci fanno intravedere una luce in fondo al tunnel. Mariangela Mariani

Come i Beatles: l’iniziativa di Giovanna Russo, veicolata tramite RioCarnival

Uno “scatto” per il senso civico DI LUANA SALVATORE

Giovanna Russo

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È una iniziativa un po’ bizzarra, ma molto musicale e mi piace proprio per questo. E’ stata proposta da una mia carissima amica, Giovanna Russo, che lavora tutto l’anno in giro per il Mondo, come cantante sulle navi da crociera. Noi forse ci siamo un po’ troppo abituati ad una Foggia “in declino”, allo scenario delle strade malandate, delle strisce pedonali inesistenti, dei cestini e bidoni dei rifiuti distrutti e lo scempio delle discariche a cielo aperto... si chiudono gli occhi e si sopporta per spirito di sopravvivenza, ma chi abita fuori sede le differenze le nota, soprattutto se magari vive all’estero. Giovanna voleva chiedere alla cittadinanza attiva di farsi portavoce e “promuovere

il senso civico” attraverso un flashmob: far- altre foto. Foggia è un po’ pigra sotto questo si fotografare nell’attraversare le strisce punto di vista e va spronata. pedonali, esattamente come i Abbiamo chiesto al sindaco Beatles nella copertina del loro Landella - il primo ad aver accetfamosissimo album “Abbey Rotato di farsi la foto - ed alla sua giunad” (con le dovute precauzioni di ta, nonché ai consiglieri comunali di sorta, facendo attenzione ad atpartecipare al flashmob. Il progettraversare con il semaforo peto ha già avuto il patrocinio morale donale verde ed in assoluta sidel Comune, alcune scuole hanno curezza). Così, abbiamo deciso manifestato interesse a partecipadi far partire l’iniziativa attraLuana Salvatore re con gli alunni e Giovanna ha daverso RioCarnival, che essendo to la sua disponibilità ad esibirsi in una testata musicale poteva veicolare il un concerto in piazza quando tornerà ad messaggio anche in altre città e magari sti- aprile a casa. Perché Foggia possa essere più molare qualche altro artista o musicista ad propositiva, anche con iniziative come queaderire all’iniziativa e promuoverla a sua sta e magari guardare al futuro con po’ più volta. È esattamente quello che stiamo fa- di speranza e di ottimismo. Il futuro è nelle cendo anche noi. In questo momento lei si nostre mani, proviamo a renderlo migliotrova alle isole Seychelles e ha già inviato re. Anche con un piccolo selfie.


focus Influencers, intellettuali, attivisti e sognatori a confronto: quattro diversi punti di vista

Cartoline dalla Città Il cantautore (emigrato): Foggia “somiglia ad un amore che non scatta”

“Una tragica incoscienza” DI GIANNI PELLEGRINI

Da pochi mesi io e la mia famiglia abbiamo lasciato Foggia, per motivi di lavoro e personali. Credo che Foggia abbia un unico grande problema: la non-consapevolezza di moltissimi foggiani delle condizioni disperate in cui versa la città. E non mi riferisco all’aspetto esteriore, che pure sarebbe sintomatico. Un giorno di circa un annetto fa ero in macchina, in fila, semaforo rosso, e con me c’era mio figlio

Mangia, Prega, Ama. E soprattutto sogna

Ripartire dallo stupore I RAGAZZI DI MPA

Quello che vediamo è una città che tende la mano, stanca a volte depressa, ma che non ha mai perso la speranza e la voglia di futuro. Di passato ce n’è tanto, ma è arrivato il momento di guardare avanti con occhi nuovi. C’è bisogno di un po’ di stupore! Chi ha avuto la possibilità di vivere una serata di Mangia Prega Ama sa di quello di cui parliamo, basta poco per immergersi in sguardi pieni di speranza di giovani che non vogliono pensare la loro vita lontana da qui, di talenti che vorrebbero esprimere il loro valore su una terra ricca di potenzialità inespresse. La vita non chiede amici su Facebook che non incontriamo mai o selfie che mascherano i nostri stati interiori, ma verità. Quella verità che genera la vera bellezza di noi stessi, non costruita; siamo così come siamo e non siamo per niente sbagliati, anzi siamo il meglio, siamo noi. E con la verità il lamento muore, perché non trova alimento, e allora sì che si può far festa. Coltiviamo nei nostri cuori sogni di bellezza per la Capitanata, e ci stiamo impegnando lasciando cadere nei solchi delle nostre vite semi come “Va Zapp” per coltivare sogni. Perché, in fondo, il futuro è di chi ha il coraggio di sognarlo con un pizzico di pazzia.

primogenito, 8 anni. Davanti a noi, ferma, altra auto, altro papà, altro bambino. Ad un tratto si apre il finestrino di

Attore e regista teatrale, ha fondato la Piccola compagnia impertinente

Nella bellezza c’è il futuro DI PIERLUIGI BEVILACQUA

Una sera, mentre mi incamminavo verso l’isola pedonale per assistere ad una rappresentazione di teatro danza, frutto di un laboratorio di qualche giorno, sono passato dinanzi al Teatro Giordano. Sulla facciata, bianca e maestosa, veniva proiettato un video mapping: una serie di immagini del maestro Umberto Giordano, alcune delle sue partiture e, contemporaneamente, veniva trasmesso un passaggio dell’opera “Fedora”. Il mio selfie 2014 parte dall’immagine della gente che si raduna lì davanti, probabilmente senza sapere bene di cosa si trattasse, ma attratta da qualcosa. Per quanto la riapertura del Teatro Giordano abbia fatto dimenticare a molti dei politici locali che oggi si affannano a fregiarsi dei meriti per quel teatro simbolo della città, il grande lavoro svolto dalle piccole e validissime compagnie del territorio durante i sette anni di buio (durante i quali hanno garantito

spettacoli, cultura e ottimo teatro), vedere la gente attratta dalla bellezza ha significato molto, simbolicamente. Senza bellezza, senza rinascita culturale, non c’è progresso né idea di futuro.

quest’altra auto, il papà sporge un braccio fuori dall’auto, svuota il posacenere stracolmo, rimette tutto in macchina e, scattato il verde, riparte. Sono rimasto allibito, non sapevo cosa dire a mio figlio. Foggia è una tragica incoscienza. Il non voler percepire marciapiede, strada, aiuole, e tutto il resto come “mio perché di tutti”, “di tutti perché mio”. È per questo che la delinquenza, vero cancro della città, è ormai strutturata e potentissima: “il problema non è mio” stop. Ecco perché nella canzone “Luatamille”, canzone di protesta e amore per Foggia, ho scritto, tra l’altro: “vita di stenti / guglie di latta / Foggia somiglia ad un amore che non scatta”.

E’ la referente provinciale di Libera

Accendete la speranza DI DANIELA MARCONE

Io amo la mia città, questo è un fatto noto, e per questo sono rimasta pur potendo andare via. Negli ultimi anni ho imparato ad essere impietosa, a guardare Foggia con occhi ben aperti, senza velature sentimentali, questo non per cinismo ma per capire cosa proporre per migliorare la vivibilità in essa. Oggi vedo una città che ascolta, molto più rispetto al passato. Una città che vuole alzare la testa. Durante le festività natalizie molti di noi hanno scattato fotografie della città addobbata a festa, con la magia delle luci natalizie che la avvolgevano dolcemente. Quelle fotografie, a mio parere, esprimono un bisogno profondo di tornare a credere di poter vivere bene a Foggia. Non dimentichiamo che nei mesi precedenti avevamo vissuto paura e sconforto causati dalle deflagrazioni delle bombe. La città ci era parsa buia, pericolosa, quasi nemica. Tanti di noi si sono detti che forse sarebbe stato meglio andare via. Poi le luci del Natale hanno modificato la visuale. Ora le luci sono spente ma non la speranza del cambiamento. La speranza che dobbiamo avere non è quella forma passiva di attesa che accada l’impossibile, bensì un modo di essere cittadini vigili e partecipi. Se fotografassimo Foggia oggi, vedremmo anche che la giunta comunale ha adottato la delibera “trasparenza a costo zero” proposta da Libera, un insieme di misure per garantire un’amministrazione libera dalla corruzione. Essere cittadini partecipi vuol dire prendersi il tempo di leggere l’attività dell’amministrazione, per garantire l’intera comunità. Il nostro sguardo deve essere uno sguardo d’amore, che non perda però la consapevolezza delle bombe. Questo sguardo ci accompagnerà nel cambiamento e tra qualche tempo, fotografando di nuovo Foggia, sono convinta che vedremo una città più luminosa nonostante non sia più Natale.

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politica

In via Capruzzi, a Bari, serve “più cuore, meno burocrazia”

A CURA DI MARIANGELA MARIANI

L’eredità di Nichi Il bilancio di Anna Nuzziello, l’unica donna foggiana in Regione La sua Regione Puglia dovrebbe avere più cuore che burocrazia. Non per altro, la dote che forse apprezza di più del Presidente è l’umanità. Da cinque anni Anna Nuzziello (in foto) è l’unica donna foggiana in Consiglio Regionale. Eletta con La Puglia per Vendola, ha lavorato all’istituzione del Garante dei detenuti e di quello dei minori, e da ultimo alla proposta di un garante per le persone con difficoltà. Il suo cavallo di battaglia sono le Zone franche urbane: grazie al suo intervento piccole e medie imprese hanno potuto beneficiare di un risparmio su Irpef e imposte per quasi cinque anni. Nel suo bilancio, oltre allo sguardo tipicamente femminile, c’è la sensibilità di chi ha dedicato una vita al sociale. Non risparmia frecciatine ai colleghi che cercano le luci della ribalta. Si guarda indietro, con la consiliatura agli sgoccioli, prima di un vorticoso gioco delle sedie: ne rimarranno solo 50, venti in meno. Sempre più difficile. Che tipo di regione lascia il presidente Nichi Vendola? Una regione che finora non conosceva nessuno. Adesso anche all’estero ci conoscono, per il turismo, l’agricoltura, per tutto quello che è stato fatto in tanti anni di governo. Stimo molto il governatore Vendola, e ricordo ancora quella piazza nel 2005, anche se io non sono stata eletta allora. Rappresentava un fenomeno di innovazione, culturale e di metodo. Credo che lui abbia dato il massimo per quello che poteva fare, anche dal punto di vista umano. La sanità ha rappresentato forse la questione più spinosa e complessa. Secondo lei la Regione è andata nella direzione giusta? Il discorso della sanità va considerato a livello nazionale, non riguarda solo la Regione Puglia. Anche altre regioni hanno avuto un problema molto serio con la sanità. Il rispetto del

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paziente è essenziale ma non dobbiamo dimenticare che parliamo di economia, e che i costi per la sanità incidono nel bilancio in una maniera incredibile. La gente probabilmente non lo sa. Quando uno Stato non riesce a garantire il welfare, il benessere comune, vuol dire che tutte le belle teorie che si fanno non hanno pertinenza logica sul piano economico. La matematica non è un’opinione. Oggi vogliono fare tutti i bravi e belli: è facile scendere in piazza e alzare la bandiera. Onlus, associazioni cooperative, si sono sostituite allo Stato per i doveri cui dovrebbe assolvere. Occorre cambiare il metodo per il welfare. Non ci sarà un mago, poi se c’è me lo faccia conoscere. In questi anni si è trovata mai in difficoltà rispetto al suo ruolo in maggioranza per le questioni attinenti alla Capitanata? Probabilmente essere eletti a volte è molto facile, entrare nei meandri dei palazzi per cercare di poter collaborare diventa veramente difficile. A volte mi sento impotente nel non poter risolvere le questioni. Per me quello che sfugge di mano un po’ a tutti è la grande povertà che c’è intorno a noi. Ho lottato e lotto ancora oggi per le persone che veramente hanno bisogno. Se tanti anni fa scendevo in piazza con le bandiere s’immagini in Consiglio. Un tema su tutti, il Gino Lisa. Sul Gino Lisa sinceramente non mi sono mai voluta esprimere perché lì forse si pecca in termini di ottimizzazione, di dialogo, di risorse. È come le Zone franche urbane: come mai sono state lì per tanti anni sul tavolo a giacere? Erano state fatte nel 2001, quando governavano altri. Come mai io inizio a lavorarci su, vado a Roma, faccio incontri, cerco il dialogo, e nel 2014, dopo oltre dieci anni, vengono approvate? Forse perché qualcuno non ha sa-

puto leggere? Forse perché qualcuno non si prende la briga di andare a fare il suo lavoro invece di fare vetrina? Ritiene che voi consiglieri regionali della Capitanata siate riusciti a fare squadra in questi anni per le questioni cruciali che riguardano il territorio? Io sono di questo avviso: bisogna lavorare sulle materie di propria competenza, bisogna fare squadra quando c’è la necessità di farlo, su fatti reali e che non siano solo spot per campagne elettorali. Laddove c’era l’impegno di tutti i consiglieri, e non c’entra niente il colore politico, è chiaro che ai colleghi ho dato sempre la mia disponibilità. L’importante è che non ci sia altro fine che il bene comune. Rispetto all’eredità cosa si può migliorare nella regione del futuro? C’è sempre da migliorare. Viviamo in un momento di grave difficoltà, dei giovani che non hanno lavoro, di gente che non può mettere il piatto a tavola. Sono figlia di operaio e sto vi-

vendo momenti veramente allucinanti del passato. In questi anni ho fatto tante leggi e credo che tanta gente non sappia neanche che le abbiamo fatte perché si parla sempre delle cose negative, e diventa complicato quando pure le abbiamo fatte e chi deve applicarle non le sa interpretare. Laddove ritenevo che ci fosse una normativa fatta bene non mi andava di alzare il dito semplicemente per prendere voti da chi è debole. Bisogna cambiare il metodo culturale: può essere una Puglia con una marcia in più, ma che metta al centro il cittadino, non l’utente.

Nel suo bilancio, oltre allo sguardo tipicamente femminile, c’è la sensibilità di chi ha dedicato una vita al sociale


mondo bimbi Gli stimoli sonori sviluppano il cervello nella sua interezza

Intelligenza

MUSICALE Come la musica cambia la vita, a partire da quella in utero A CURA DEL MAESTRO CARMEN BATTIANTE concezione comune nel nostro tempo che la musica costituisca nella vita dell’uomo una sorta di “abbellimento optionale”; la scienza,invece,dimostraquantolamusicasiadeterminantenellosviluppo mentale, corporeo e spirituale, offrendo al bambino un potenziale d’intelligenza, un’emotività e una plasticità di movimento che altrimenti non potrebbero essere raggiunti. C’è da chiedersi perché la musica sia lo strumento formativo per eccellenza più efficace rispetto qualsiasi altra disciplina. Il motivo è davanti agli occhi di tutti: non esiste popolo, anche il più primitivo, che non abbia una sua musica. La spiegazione è in ciò che afferma l’antropologo John Blacking: la musica non è qualcosa che l’uomo acquisisce a contatto con l’ambiente, ma è nel suo DNA sin dal concepimento. In sintesi l’uomo “è” musica. Erroneamente, si pensa che studiare uno strumento musicale sia finalizzato alla professione, come se studiare il linguaggio abbia come unico obiettivo il creare poeti e la conoscenza delle regole matematiche sia necessaria per diventare scienziati. Invece studi scientifici dimostrano che la musica è l’attività più completa per lo sviluppo del cervelloin ogni sua sezione. Ciò vuol dire che la musica aiuta l’operaio, l’avvocato, il medico a sviluppare maggiormente aree cerebrali fondamentali nella propria attività. Per troppo tempo l’immagine che ci si è fatti del bambino corrispondeva ad un “esserino” protetto quasi come in uno scrigno, isolato da ogni contatto col mondo esterno. Tale visione del mondo ha cominciato a modificarsi a partire dallo sviluppo di strumenti e tecniche avanzate che hanno consentito di osservare come il bambino, ed ancor prima il feto, mette in atto una serie di attività fisiche e psichiche, se sollecitato da stimoli percettivi e sonori. Da alcuni decenni l’etologia, l’embriologia e la neurologia infantile ci hanno permesso di stabilire che i processi che presiedono all’audizione, così come quelli che mettono in moto il linguaggio, sono in atto molto prima della nascita e che la facoltà di ascolto, rappresenta il primo fattore di organizzazione della vita dell’uomo. L’orecchio non è limitato all’organo che noi conosciamo abitualmente: “ascoltare” significa mettere in gioco tutto il sistema nervoso attraverso il quale è possibile assicurare una comunicazione del tutto interno con il tutto esterno. Quindi la fretta con cui il feto (già a partire dal quarto mese) sviluppa l’orecchio sta proprio nella necessità naturale che l’essere umano ha di poter ascoltare e quindi crescere, evolversi, comunicare con il mondo esterno.

E’

Numerosi neurologi, pediatri, biologi e psicologi sono giunti alla conclusione che la fase prenatale e la primissima infanzia sono caratterizzate da una serie di periodi nevralgici, durante i quali si registra un picco nella formazione di connessioni sinaptiche. La natura fornisce al bambino (dai 18 mesi fino ai 9 anni) una quantità sovrabbondante di cellule per realizzare questeconnessioni:selecelluleprepostenonrealizzanotaliconnessioni,queste vengono perse e non potranno più essere recuperate, riducendo le opportunità di apprendimento del bambino nelle tappe fondamentali del suo sviluppo. Analogamente, se al bambino non viene data l’opportunità di elaborare un proprio vocabolario d’ascolto musicale, le cellule preposte allo sviluppo del senso dell’udito saranno, nella migliore delle ipotesi, dirottate verso un altro sistema sensoriale. Tutti gli uomini vengono dotati sin da prima della nascita di ben sette intelligenze, tra queste, tutte tra loro collegate, vi è anche l’intelligenza musicale.Quindituttihannounlivellodiattitudineintuttigliambiti.Ciòvuolsignificare che la differenza nello sviluppo delle diverse intelligenze sta nella stimolazione proveniente dall’ambiente. Anche colui che è al di sopra della media in un ambiente scarsamente ricco di stimolazioni può perdere il patrimonio di cui è dotato. E cosa ancora più grave è che ciò che si perde nei primi 9 anni di vita, secondo questi studi, non potrà essere più recuperato. Si aggiunga a tutto questo la pratica strumentale. Un musicista per suonare attiva contemporaneamente tantissime parti del cervello: la visiva, leggendo uno spartito e guardando lo strumento, un’area adibita alla decodifica del codice musicale, differenziato però tra le due mani, la motoria, per articolaredifferentementetutteledita,percontrollareognialtrapartedelcorpo da utilizzare per suonare, oppure per muovere le labbra per cantare, per respirare, ma c’è anche l’area uditiva per ascoltare una base, ad esempio, e cantare, per verificare che ciò che si sta eseguendo sia corretto. A ciò si aggiungano le zone talamiche responsabili dell’attivazione di stati emotivi e l’area di Wernicke deputata all’interpretazione cognitiva dei suoni. Insomma imparare uno strumento significa rendere il proprio cervello davvero molto plastico.

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benessere

ARGAN oro verde Uso cosmetico e curativo

A CURA DEL DOTT. D’ALESSANDRO

nticamente, per le sue proprietà medicinali ed alimentari, veniva considerato un prodotto benedetto da Dio e fu per questo chiamato “oro verde”. E’ il nome con cui i berberi, gli abitanti del nord-africa, chiamavano l’olio di Argan. Ottenuto dai frutti dell’albero di Argania Spinosa, per ottenerne 1 litro ci vogliono 100 chilogrammi di frutto e 12 ore di lavoro. Se prendiamo anche in considerazione che quest’albero cresce soltanto in Marocco e in un’area dell’Algeria, quindi una zona di produzione abbastanza limitata, capiamo l’elevato costo di questo prezioso prodotto. L’olio di Argan nasce dalla spremitura a freddo dei frutti della pianta di Argan, è di facile assorbimento e non lascia tracce di unto. E’ molto utile per il ringiovanimento cutaneo, contiene il doppio di vitamina E rispetto all’olio di oliva, e agisce da antiossidante per la pelle, per cui il suo utilizzo riduce drasticamente la formazione delle rughe. Usato dopo il bagno o la doccia nutre la pelle del corpo; applicato sulle labbra evita che queste possano screpolarsi a causa dell’eccessivo freddo. Se poi lo addizioniamo al sale allora otteniamo un prodotto che può essere utilizzato per fare il peeling e quindi eliminare le cellule morte.

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Le donne incinte utilizzando regolarmente questo prodotto possono ridurre o eventualmente prevenire le smagliature che solitamente appaiono sulla superficie della pelle in questo periodo. Per le sue meravigliose virtù idratanti può dare notevoli benefici anche per le placche psoriasiche o per le allergie che scatenano i sintomi dell’eczema. Oltre che sulla pelle del corpo l’olio di Argan può essere applicato anche sul cuoio capelluto, distribuendolo ciocca per ciocca, mantenendo le radici dei capelli idratate e protette. In questo caso va tenuto sui capelli per un’ora e poi si può procedere con il solito lavaggio. Alimentando le fibre capillari conferisce ai capelli brillantezza e flessibilità combattendo le doppie punte e l’inaridimento. Oltre che pelle e capelli lo possiamo applicare anche sulle unghie, rendendole più morbide e resistenti. Utilizzando l’olio di Argan ci renderemo conto che è un idratante meraviglioso, la sua efficacia è nettamente superiore a moltissime creme idratanti. Oltre che per le proprietà cosmetiche, può essere impiegato anche per curare ferite e lesioni avendo proprietà antimicrobiche. Ecco, quindi, i mille usi e proprietà di quello che viene definito “Oro verde”.


Sfoggialo con i consigli della make up artist Anna Biccari

Intrigante e seducente: è tempo di

Smoky Eyes

e prime a sfoggiarlo furono le donne egizie. Oggi è tornato alla ribalta grazie alle passerelle. In realtà, lo‘Smoky Eyes’ - letteralmente occhi fumosi - non è mai passato di moda. E’ considerato emblema di un trucco sofisticato, in grado di conferire un seducente mistero allo sguardo. Se non correttamente eseguito rischia invece di conferire al volto una allure da vampira, sicuramente poco glamour e indicata per la quotidianità. I segreti di questa tecnica ce li ha svelati Anna Biccari, titolare del salone ‘Biagio e Anna Biccari Parrucchieri’: “Per cominciare usate la polvere di riso per proteggere l’occhio dai granelli del-

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Ombretti opachi in polvere per un gioco di fascino e sfumature: da sempre, emblema di un trucco sofisticato e denso di mistero

bellezza

l’ombretto che viene successivamente fissato spiega la make up arist - poi con una matita tratteggiate la palpebra mobile; la matita andrà sfumata con un pennello a punta stretta”. Gli ombretti per lo Smoky Eyes devono essere in polvere e opachi: procurateveli nei colori del nero, grigio chiaro e grigio scuro per le sfumature; non dimenticate un ombretto color crema per il punto luce finale. “L’ombretto nero andrà applicato nella parte più bassa della palpebra, sulla parte più esterna invece applicherete un ombretto grigio scuro - continua Anna Biccari, che nei prossimi mesi sarà anche la protagonista della rubrica “Make Up Artist by Anna Biccari e Francesco Molinaro” su Telefoggia mentre l’ombretto grigio chiaro andrà applicato nel rientro dell’occhio e tutto intorno alla palpebra mobile”. Per l’applicazione finale usate un pennello morbido medio. Completate il trucco con il punto luce sull’arcata sopraccigliare per un effetto naturale ma inDalila Campanile trigante.

Sogni una carriera nel mondo dello spettacolo? Allora partecipa a “Fotomodella dell’Anno Puglia”, il concorso di avviamento professionale per fotomodelle e indossatrici. Il salone “Biagio e Anna Biccari Parrucchieri” è lo sponsor ufficiale: il primo casting per aspiranti modelle si svolgerà domenica 8 febbraio presso il salone dei coniugi Biccari in via Saseo, 13. La partecipazione è gratuita: il concorso offre concreti sbocchi professionali nel mondo dello spettacolo grazie alla partecipazione dell’agenzia “FreeStyle Diva Managment”. Anna Biccari, affiancata dal manager Giuseppe Caggeggi, sarà la coordinatrice di zona per Foggia. Sono aperte anche le iscrizioni per il “Corso di Portamento” per le aspiranti modelle e indossatrici: tra le materie di insegnamento anche lezioni di trucco impartite dalla stessa Anna Biccari.

Per info: 3911389737

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salute A CURA DELLA DOTT.SSA MARIA NAICHE MARAUCCI OSTETRICA PRELEVATRICE PRESSO IL LABORATORIO ANALISI CLINICHE “S.RITA.” TEL. 328.7717798

Il moto favorisce il benessere psicologico

In PISCINA col pancione (e dopo) I corsi di acquaticità come strumento di prevenzione: come mantenere il corpo sano durante la gravidanza

a gravidanza ed il parto sono tra gli eventi più profondi della vita di una donna in quanto comportano cambiamenti a tutti i livelli: fisico, fisiologico, emotivo, relazionale, cognitivo ma anche sociale ed economico. Cambiamenti totalizzanti che portano la donna ad affrontare un’importante tappa evolutiva della propria vita, comportando una particolare apertura verso la vita ma anche una naturale regressione, un senso di perdita e stress che portano ad attivare potenzialità e risorse sia interne che esterne alla coppia. Apertura con emozioni ambivalenti: che vanno dall’euforia fino al panico; naturale regressione perché in uno stato di così totale apertura è facile rimescolare memorie ed esperienze del passato più o meno elaborate. Tuttavia nonostante la gravidanza sia un percorso fisiologico, i cambiamenti fisici che avvengono sono i più incredibili che il corpo possa affrontare. Molti di essi (produzione di particolari ormoni, modificazioni del sistema muscolo-scheletrico, del sistema cardio-circolatorio e

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di quello metabolico) influenzano lo stato fisico, le cui alterazioni più evidenti sono la postura, il peso, l’equilibrio, la flessibilità ed il tono muscolare. Per questo l’EBM (Evidence Based Medicine) ha classificato il movimento in gravidanza di primaria importanza, quindi da incoraggiare attivamente. E’ stato dimostrato che il movimento in gravidanza riduce i sintomi somatici (ansia ed insonnia) e promuove un buon livello di benessere psicologico; riduce in modo significativo l’intensità dei mal di schiena ed il rischio di diabete gestazionale; aumenta il tono muscolare e migliora le competenze di gestione del travaglio (riducendo il tempo del travaglio e la percezione dolorosa), con conseguente riduzione del numero di donne che partoriscono ricorrendo a taglio cesareo . Se ai benefici del movimento aggiungiamo quelli dell’acqua viene fuori un connubio perfetto, in quanto l’acquaticità in gravidanza agevola il rilassamento (che facilita il riposo notturno) e migliora la circolazione sanguigna, rendendo più elastici i tes-

Tecniche innovative per la cura della salute orale

Sorridi, c’è la

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essuno può toglierci il sorriso, nemmeno la paura del dentista: basta affidarsi ai professionisti dello studio ‘Dental Solutions’ di Piazza Siniscalco Ceci, a Foggia. Situato nel centro storico della città, lo studio odontoiatrico annovera tra i suoi punti di forza la sinergia tra professionalità, le attrezzature all’avanguardia e la chirurgia specialistica e indolore. Nella struttura, infatti, operano otto specialisti: ognuno è competente in una determinata branca odontoiatrica. Presso la Dental Solutions il paziente, può contare sulla garanzia del lavoro d’equipe, basato su confronti tra professionisti del settore. In studio, inoltre, sono presenti tre medici specializzati nella cura odontoiatrica dei bambini come il pedodontista, l’ortodontista e lo gnatologo, specialista nella cura del disfunzionamento mandibolare. L’implantologia dentale mira non solo a ripristinare le funzioni masticatorie della bocca, ma anche a migliorare l’estetica del sorriso (colore e forma), migliorare la fonetica e il compito masticatorio di ogni singolo dente per una digestione e alimentazione corretta. Staff medico competente e preparato alla riabilitazione funzionale ed estetica

Un team di professionisti per prestazioni indolori ed efficaci

suti e favorendo il contatto con la nuova vita che sta crescendo. In particolar modo i benefici del movimento in acqua sono: aumento del rilascio di endorfine; sostegno del peso corporeo con conseguente riduzione della pressione sulle articolazioni; distensione delle catene muscolari; ridistribuzione dei liquidi corporei; aumento della diuresi fino a 4 ore dopo la lezione; miglioramento del ritorno venoso; riduzione dell’edema agli arti inferiori; miglioramento del tono cardiovascolare e della capacità respiratoria. Per questo, quello che propongo nel “mio” corso di Acquaticità non è nuoto o solo ginnastica, ma soprattutto un momento in cui incontrare altre donne che stanno vivendo la stessa esperienza ed un modo per divulgare suggerimenti per vivere al meglio la gravidanza ed il parto. Nel post-parto, per non interrompere il rapporto creatosi nei mesi precedenti, per affrontare meglio l’arrivo del neonato e per tornare alla forma fisica pre-gravidica avranno inizio i corsi di acquaticità per le neo-mamme.

SERVIZIO NAVETTA Per agevolare i pazienti anziani o con difficoltà di movimento è stato inaugurato un nuovo servizio. Si tratta del “Servizio Navetta” messo gratuitamente a disposizione di quanti ne faranno richiesta. Un autista e un mezzo della Dental Solutions garantiranno il servizio navetta per il percorso casa-studio e studio-casa. Sia il mezzo messo a disposizione (una Toyota IQ) che l’autista saranno immediatamente riconoscibili, per affidarsi alla Dental Solutions in tutta sicurezza.

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L’implantologia dentale è adatta a tutte l’età, il paziente viene seguito prima dell’intervento effettuando un check-up completo dello stato di salute, dove vengono valutati i valori dell’osso e pianificato l’intervento; e in seguito vengono effettuali controlli periodici, anche a lavoro ultimato in quanto un’accurata igiene e esami scrupolosi possono garantire un lavoro duraturo.

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È originaria di Cerignola: “Io unisco culture, non ingredienti”

cucina

“Stelle” da chef Cristina Bowerman: estro e creatività sono il segreto del suo successo

Cristina Bowerman (foto FB)

icette d’amore è il suo film preferito. E non potrebbe essere altrimenti. Ma non è algida quanto la protagonista, anche lei cuoca professionista. Tutt’altro. Sbarazzina, nelle calze a righe e con una rasatura verde petrolio, Cristina Bowerman di punto in bianco ha mollato una promettente carriera da avvocato e ha cambiato vita. Da chef. Con una laurea in tasca della Culinary Academy di Austin, in Texas, è tornata in Italia per diventare una star. Nel 2010 è stata l’unica donna italiana dell’anno decorata con la Stella Michelin. A dispetto del cognome, quello dell’ex marito col quale è rimasta in ottimi rapporti e al quale ha chiesto di mantenerlo per non subire discriminazioni in America - avrebbero pensato che fosse una messicana che aveva varcato il confine - è originaria di Cerignola. Non nomina spesso la sua città, ma è in cima alle sue dieci regole per osare: “Ricordati da dove vieni”. E i luoghi dove è nata e cresciuta sono una grande fonte di ispirazione, insieme alla sua famiglia. “Sono una di quelle persone che non avrebbe dovuto essere qui, che ha sconfitto qualsiasi tipo di pregiudizio ci sia nell’Italia moderna. Quando sono ritornata ho trovato dei giovani sfiancati, degli adulti ormai rassegnati. C’è una specie di rassegnazione di fondo che molto spesso è oggettivamente vera, altre volte invece è utilizzata come una sorta di giustificazione alla propria inettitudine o passività. Io sono andata via, sono ritornata, ho un cognome straniero (quindi avrebbero potuto odiarmi nella cucina italiana), non conoscevo assolutamente le personalità che venivano a cenare e tutt’oggi vengono a cenare da me, dagli attori ai politici, sono donna e ho un ristorante assolutamente diverso rispetto alla tra-

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dizione francese o alla trattoria romana, e faccio una cucina che non è italiana. Quindi in realtà sarei dovuta scomparire esattamente sei mesi dopo aver iniziato. Eppure, ora mi ritrovo ad essere probabilmente una delle chef più in vista in Italia, a dover essere una leader nei confronti delle donne che decidono di intraprendere questa carriera, ad aver scritto un libro, e a guidare la cucina di due ristoranti”. Si divide tra il Glass Hostaria, a Trastevere, e Romeo chef&baker. Dorme poche ore a notte. Vita e lavoro sono la stessa cosa, si tratta solo di cercare un equilibrio, e lo ha trovato. È una stakanovista da sempre, anche nella sua vita precedente, quella di avvocato, che non rinnega. “Ho studiato Lingue straniere e poi Giurisprudenza. Sono cresciuta in una famiglia medio-alta borghese, quindi in realtà la laurea era quasi necessaria, tanto è vero che prima di intraprendere la carriera di professionista cuoco ho dovuto aspettare che aprisse un’università di arti culinarie, perché nella mia testa non potevo essere altro che una professionista. Molti pensano che io ad un certo punto abbia cambiato mestiere perché non mi piaceva quello che facevo prima. E invece no. A me è piaciuto tutto quello che ho fatto”. La folgorazione culinaria è arrivata mentre era ai fornelli. “Era tanto tempo che ci pensavo. Comunque è successo una sera mentre stavo cucinando. Ero a casa da sola e pensavo: nella mia vita ci vuole qualcosa. Penso sempre che l’autostimolazione sia una delle cose più importanti sin da piccoli. Dobbiamo domandarci cos’è che ci rende felici, cosa vogliamo fare, qual è il nostro sogno”. Sta tutto lì, secondo lei, il segreto del suo successo. “Il mio vecchio lavoro mi piaceva, certo, però non avevo più il mordente di una volta. Guadagnavo bene, avevo una bella carriera avviata ma mi sono detta che dovevo provarci. Proprio come quando mi sono trasferita negli Stati Uniti: ho pensato “se non lo faccio ora non lo faccio più”. Altrimenti avrei rischiato di guardarmi indietro a 50 anni e chiedermi perché non lo avevo fatto”. Nel suo decalogo ci sono i tre ingredienti per farsi valere contro gli stereotipi della donna in cucina: grinta, determinazione e allenamento. Quanto basta per azzerare le differen-

Lei ha osato davvero in cucina: di punto in bianco ha cambiato vita

ze di genere in cucina. Uno dei suoi piatti preferiti parla foggiano: gli gnocchi assoluti di cime di rapa. “Li condisco esattamente come faremmo noi: si fanno con le alici, il pan grattato e con le foglie fritte di cime di rapa e quando le mangio sembra di mangiare le nostre”. Nel suo libro “Da Cerignola a San Francisco e ritorno. La mia vita da chef controcorrente” sono raccolte anche 35 ricette, riportate sul sito cristinabowerman.com con tutti gli step fotografici. “Io unisco culture, non ingredienti”: è questa la sua

filosofia in cucina. “Spero che almeno una persona, una giovane cuoca un giorno si alzi, legga questo libro e pensi: se ce l’ha fatta lei ce la posso fare pure io”. Sembra quel “libro di cucina anche per la vita, con tutte le ricette che ti dicono come affrontarla nel modo giusto” che cercava la protagonista di “Sapori e dissapori”, remake del suo film preferito. Memorabile la risposta dello psicanalista: “Sono le ricette che uno si inventa che funzionano meglio”. Mariangela Mariani

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icurezza

a portata di bimbo

Una guida per genitori, educatori e consumatori per godere momenti gioco e relax in luoghi sicuri L’area giochi pubblica è, per i bambini, il primo esempio che la città è di tutti e che, se non si corrono pericoli, il gioco è un grandioso strumento di crescita nonché il primo esempio per i cittadini di domani di come si cura un bene comune. Piste di pattinaggio, campetti per giocare a calcio, a basket o a pallavolo, piste per correre o andare in bicicletta, piccole giostre girevoli in ferro corredate da scivoli e assi oscillanti: è tutto ciò che si può trovare in un parco giochi. Queste piccole oasi di verde attrezzate consentono ai bambini di giocare in libertà e ai genitori di concedersi un po’ di relax su una panchina? Purtroppo no, non c’è da stare tranquilli. Lo stato di fatto dei parchi gioco della nostra

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città non è del tutto rassicurante né per i genitori né per i bambini che spesso sono a rischio cadute, urti e contusioni. I pericoli principali nei parchi gioco derivano dalle attrezzature che, nella maggior parte dei casi, sono installate non correttamente oppure abbandonate a sé stesse e prive di una seria manutenzione. Nei parchi gioco, poi, basta verificare che le piste ciclabili e le stradine interne sono come piste del “Camel Trophy”. La scarsa e l’inadeguata illuminazione non consentono poi l’utilizzo nelle ore serali.

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GUIDA ALLA NORMATIVA Le normative europee UNI EN 1176 e UNI EN 1177 prevedono i requisiti necessari per la sicurezza delle attrezzature per i parchi gioco ed i rivestimenti delle superfici delle aree gioco. E’ quindi opportuno, in fase di progettazione di un parco giochi, tenere conto di almeno due presupposti fondamentali: • che i giochi siano omologati e conformi alla norma europea EN 1176, e fa riferimento al sistema di fissaggio degli elementi, alla riverniciatura e al trattamento delle superfici, alla lubrificazione dei giunti, alla pulizia, alla rimozione di vetri rotti o altri detriti o contaminanti; • che la superficie, ovvero la pavimentazione, dove verranno installati i giochi sia con-

forme alla norma europea EN 1177 che indica i requisiti per i rivestimenti di superfici di aree da gioco ad assorbimento d’impatto. E’ indispensabile che la pavimentazione dell’area d’impatto abbia specifiche caratteristiche antitrauma di assorbimento d’urto come prato, corteccia di legno, sabbia, ghiaietta, oppure mattonella in fibre di gomma e poliuretano sempre accuratamente mantenuti; Inoltre per i consumatori, i genitori, gli insegnanti, gli educatori è importante sapere che • tra un’attrezzatura e un’altra devono essere rispettate distanze minime per permettere al bambino di muoversi senza pericolo; • tutte le attrezzature dotate di superfici elevate, come le piattaforme o le rampe, devono essere dotate di adeguate sponde di protezione;

• non ci devono essere punti, angoli taglienti e parti di legno scheggiate sulla superficie dell’attrezzatura; • nell’area adibita al gioco non ci devono essere corpi estranei come rocce, radici di piante, o cemento delle stesse fondazioni delle attrezzature. La norma UNI EN 1176-1177 - messa a punto dai fabbricanti di attrezzature, progettisti, acquirenti, gestori di spazi pubblici/privati e rappresentanti dei consumatori – in caso di contestazioni o incidenti può costituire un valido riferimento per verificare la conformità delle attrezzature e quindi responsabilità. Il nostro auspicio è quindi quello di vivere ore serene all’aria aperta con i nostri bambini in aree gioco che siano davvero sicure.


Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.563326 GINECOLOGA Fragilità e indebolimento osseo

DI TIZIANA CELESTE

Osteoporosi in menopausa Tra prevenzione e difesa: cosa c’è da sapere ’osteoporosi è una patologia L che si caratterizza per un graduale indebolimento della robustezza ossea e si accompagna alla comparsa di fratture provocate dalla fragilità ossea. Nella donna anziana vi sono fattori aggiuntivi che contribuiscono significativamente all’aumentata frequenza di frattura, quali le cadute associate a scarse reazioni protettive. L’osteoporosi postmenopausale si definisce di Tipo1, è associata alla ridotta secrezione di estrogeni e colpisce il 5-29% delle donne dopo la menopausa. La perdita ossea, molto accelerata nel periodo perimenopausale, può raggiungere una perdita del 5% della massa ossea totale all’anno. Le fratture vertebrali rappresentano la situazione clinica più comune in questi casi. Il Tipo2 corrisponde all’osteoporosi senile. Può colpire entrambi i sessi dopo i 70 anni di età ed interessa fino al 6% della popolazione anziana. Le fratture possono interessare non solo la colonna vertebrale, ma anche le ossa lunghe, il bacino e altre sedi. Il riassorbimento dell’osso è particolar-

mente evidente nelle donne subito dopo la menopausa, ma l’osteoporosi si sviluppa con maggiore probabilità quando il picco di massa ossea, raggiunto entro i primi 20-25 anni di vita, non è ottimale.

Si è osservato che esiste un livello di densità ossea sopra il quale non si verificano fratture e sotto il quale invece l’incidenza di eventi fratturativi aumenta progressivamente. Questo valore di massa ossea viene denominato “soglia di frattura”. Determinare e conoscere i valori che precedono la “soglia di frattura” è l’obiettivo essenziale per indirizzare verso l’utilizzo di terapie che riducono il riassorbimento di calcio dalle ossa, ritardando e talora, impedendo il raggiungimento della soglia stessa. Una volta raggiunto e superato il valore li-

mite, le terapie che riducono il riassorbimento non saranno più sufficienti e diventerà necessaria anche l’applicazione di misure che stimolino la formazione di osso. Ecco la ragione per cui, oltre alla prevenzione secondaria (ossia diagnosi precoce), appare fondamentale la prevenzione primaria dell’osteoporosi, che dovrebbe attuarsi fin dall’infanzia con stili di vita ed alimentari corretti. Ci sono condizioni a più alto rischio di malattia (quali assunzione di cortisonici, menopausa precoce, predisposizione genetica e/o precedenti fratture non dovute a ‘traumi efficienti’), che richiedono di iniziare le indagini prima dei 65 anni. La massa ossea può essere valutata con metodiche non invasive (densitometria ossea) applicabili sia in fase di prevenzione, sia per monitorare l’effetto di una eventuale terapia. Inoltre, esiste una serie di dosaggi biochimici su plasma e urine in grado di fornire informazioni sulla velocità del turnover osseo.

ESPERTA IN NUTRIZIONE Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.563326 Colpisce il 10-20% della popolazione

LA PREVENZIONE PRIMARIA PREVEDE: Stile di vita protettivo: aiuta a mantenere in salute il corpo in generale, ossa comprese, prevenendo le complicazioni delle scheletro tipiche degli anni d’argento. Sono tre i capisaldi del vivere sano: non fumare (anticipa la menopausa e amplifica i disturbi connessi), mantenere una attività fisica regolare e adottare una alimentazione corretta che favorisca il mantenimento del peso e la salute dell’osso. Dieta contro l’osteoporosi: consumare alimenti ricchi di calcio e vitamina D, fondamentali per prevenire e combattere l’osteoporosi. La nostra dieta è spesso povera di calcio: secondo quanto raccomandato dagli esperti, per favorire il raggiungimento dei livelli consigliati sulla tavola dovremmo privilegiare formaggi a lunga e media stagionatura, legumi, pesce azzurro, frutta secca e latte fresco. Per un migliore assorbimento del calcio, non esagerare con proteine, alimenti integrali o ricchi di fibre e ridurre il consumo di sale (fa aumentare l’eliminazione del calcio con l’urina).Anche l’acqua contribuisce alla copertura del fabbisogno quotidiano di questo prezioso minerale. Privilegiate, quindi, le acque con contenuto di calcio superiore ai 300 mg/lt.

DI DORA COCUMAZZI

Sindrome dell’intestino irritabile Una dieta bilanciata aiuta ad alleviare i sintomi a sindrome dell’intestino irritabiL le o IBS (Irritable Bowel Syndrome) è considerata una patologia funzionale, ossia una patologia nella quale non è presente un danno d’organo, ma nella quale si ha un’anomalia funzionale del colon che porta come conseguenza a tutta una serie di disturbi come: dolore addominale, gonfiore, flatulenza, alvo irregolare (stipsi, diarrea o loro alternanza), variazioni nella consistenza delle feci, stimolo urgente, sensazione di evacuazione incompleta; è possibile riscontrare anche sintomi extraintestinali come mal di testa e astenia. La sindrome dell’intestino irritabile è cronica ed è caratterizzata da un’alternanza di fasi con sintomatologia acuta e fasi di quiescenza; la patologia ha decorso benigno e, generalmente, non comporta compromissione delle condizioni generali. Si stima che l’IBS colpisca circa il 10-20% della popolazione, con una prevalenza che raggiunge il suo picco tra i 30 e i 50 anni e che interessa principalmente la popolazione femminile, che è colpita in misura

doppia rispetto a quella maschile. Nonostante l’IBS sia il disturbo funzionale gastrointestinale più studiato, non sono ancora note le cause che lo determinano, inoltre, è difficile sia da diagnosticare sia da curare, poiché non sono attualmente disponibili cure specifiche. Si pensa che alla base nell’insorgenza della malattia ci sia un’alterazione della motilità intestinale e una ipersensibilità viscerale, cioè che i soggetti con intestino irritabile abbiano dei recettori di sensibilità viscerale molto numerosi e con una soglia di attivazione più bassa rispetto al normale; potrebbe avere un ruolo importante anche un’alterazione del microambiente intestinale. Recenti studi, inoltre, ipotizzano che, in circa un terzo dei pazienti che ne soffrono, questa sindrome possa essere stata causata da un’infezione gastrointestinale acuta. Per alleviare i disturbi può essere prescritta una te-

rapia farmacologia, in ogni caso, poiché questa non può essere seguita per periodi prolungati, è importante adottare delle abitudini alimentari e uno stile di vita tali da tenere sotto controllo la sintomatologia e che possano essere mantenuti nel tempo. Prestando attenzione alla dieta è possibile avere un regresso dei sintomi. Purtroppo gli alimenti che determinano un peggioramento dei disturbi non sono comuni a tutti i pazienti, per cui, per poterli individuare, è necessario eseguire un lavoro di eliminazione e reinserimento dalla dieta che permetta di stabilire i cibi che effettivamente determinano la loro comparsa. Tra gli alimenti maggiormente a rischio troviamo: latte, fritture, dolcificanti (sorbitolo, maltitolo, fruttosio, ecc.), frutta secca, cavoli, carciofi, legumi, spezie, caffè e bevande contenenti caffeina, alcolici e bibite gassate. Una dieta bilanciata, con un contenuto fisso di fibre e di liquidi, può essere utile per alleviare i sintomi poiché favorisce la regolarizzazione del transito intestinale, inoltre la fibra contribuisce al riequilibrio della flora batterica intestinale fungendo da nu-

trimento per i cosiddetti “batteri buoni”. Anche l’assunzione di probiotici e prebiotici può essere d’aiuto a chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile. I probiotici sono microrganismi vivi e vitali che possono ridurre la fermentazione e quindi la produzione di gas intestinale, inoltre aiutano la normalizzazione della flora microbica intestinale. I prebiotici sono, invece, ingredienti alimentari diversi, tra i quali i fruttoligosaccaridi, che sono fermentati dai batteri intestinali creando condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo della microflora benefica, e ostili per lo sviluppo di batteri patogeni.Per favorire la motilità intestinale è consigliabile, inoltre, fare pasti leggeri, poco abbondanti e frequenti, introdurre adeguate quantità di acqua (1,5-2 litri) per migliorare la consistenza delle feci, mangiare lentamente. Anche una moderata e regolare attività fisica può contribuire all’attenuazione dei sintomi.

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Veleni bianchi

engono assunti praticamente tutti i giorni dal nostro organismo e fanno parte della nostra alimentazione, ma molti non sanno che in quantità elevate distruggono silenziosamente la nostra salute. Zucchero, sale, farina e latte sono i 4 killer bianchi considerati veleni. Lo studio della nutrizionista Benedetta Soldano di Pisa spiega cosa comportano. Il cloruro di sodio, cioè il comune sale da cucina, è già presente in modo naturale in diversi cibi. Dovremmo assumere 1 kg di sale all’anno, ma in realtà ne assumiamo ben 10 kg. Questo perché è sovrabbondante in moltissimi alimenti confezionati, come snack, fritti e patatine. L’assunzione eccessiva e duratura provoca pressione alta, cattiva digestione, insonnia, tic nervosi, stanchezza cronica, perdita di calcio nelle ossa. Lo zucchero: nessun adulto ha bisogno di assumere zucchero extra per la propria alimentazione, ma la verità è che fin da piccoli siamo abituati ad associare lo zucchero alla felicità. Alimenti ricchi di zucchero innescano un processo che produce insulina, che affatica moltissimo l’organismo e genera senso di affaticamento, ridotta capacità di concentrazione, poca lucidità mentale, stanchezza cronica, picchi e cali repentini di energia durante la giornata e nel lungo periodo la possibilità del diabete. Attenzione anche ad aspartame, altamente tossico per la nostra salute. Meglio adoperare miele, stevia oppure zucchero di canna perché non raffinato con sostanze chimiche. La farina bianca rappresenta il terzo veleno, insieme a tutti gli alimenti che la contengono: nel nostro organismo forma una massa glutinosa che causa sonnolenza e costipazione. Sarebbe meglio assumere prodotti integrali che contengono grandi quantità di vitamine e proteine e soddisfano il nostro appetito. Infine il latte: superati i due anni d’età, nel nostro organismo si riduce l’attività del ‘lattasi’, un enzima che permette l’assimilazione del latte: nell’età adulta questo enzima è praticamente inesistente. Tutto sfocia in un’intolleranza grave che può generare gonfiori, irritazione del tratto intestinale, coliche e allergie. Irma Mecca

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.563326 MEDICO CAV Quando i medicinali fanno male al bambino

DI ANNA LEPORE

Gite ad Curarsi durante l’allattamento L’elenco dei farmaci da evitare o da assumere con cautela alta quota farmaci sono sicuramente un grande aiuto e permettono di risolvere, o Icivi.quasi, i malanni fisici, ma sappiamo anche di quanto possano essere noAbbiamo già parlato dei farmaci che possono essere usati in gravidanza, di quanti miti e poca conoscenza ci sia al riguardo e della paura che subentra quando bisogna assumere necessariamente un medicinale. Ora - guardando oltre la gravidanza - inizia quella fase meravigliosa nella vita di una donna che rinsalda il legame instaurato durante la gravidanza e che prosegue con l’allattamento. Anche in questa fase, però, sorgono dubbi e incertezze quando, per una esigenza di salute, si è coe feste natalizie sono volte ormai al termine ma le temperature rigide soprattutto ad alta quota permettono qualche gita sulla la neve per la gioia di grandi e piccini. Il portale di Genitori.it ci offre alcune risposte alle tante domande che si pongono le future e neo mamme. Sicuramente andare in montagna con i piccoli va bene, ma occorrono alcune accortezze. E’ ovviamente da rimandare la gita in cima ai monti per i giovanissimi affetti da malattie virali respiratorie che incorrerebbero inutilmente in rischi gravissimi, mentre per tutti i nuovi nati, prima del compimento dell’anno di età, è bene che i genitori non commettano l’imprudenza di portarli sopra ai 2500 mt. A quote molto elevate, infatti, è facile che la respirazione sia differente ma in molti meno sanno che le permanenze durature a questi livelli aumentano notevolmente il rischio delle morti in culla, detta SIDS. Se proprio ci fosse la necessità di soffermarsi ad una tale altitudine, caso molto raro, è fondamentale contattare il pediatra per tempo. Per i bimbi un pochino più grandi, sotto i 10 anni circa, il problema più diffuso appena arrivati in montagna, riscontrabile entro le 12 ore dall’arrivo, è un malessere generale del piccolo: mal di testa, nausea, insonnia e irritabilità. Il metodo migliore per prevenire il malessere è una salita graduale e lenta dando così il tempo necessario ai piccoli per ambientarsi. Inoltre, se si vuole raggiungere un’altitudine superiore ai 2500 metri, è necessario non salire più di 300 metri al giorno, prendendosi un giorno di pausa per le quote superiori ai mille metri. Per quanto riguarda le future mamme, soprattutto quelle che hanno superato la ventesima settimana, la montagna non è certamente il posto ideale dove passare il tempo. Per prima cosa per un fattore del tutto organizzativo: spesso gli ospedali circostanti sono difficilmente raggiungibili e non attrezzati particolarmente per questi casi. In secondo luogo perché le medicine legate al malessere della montagna possono essere molto nocive soprattutto nelle prime ed ultime settimane di gestazione, le più esposte a rischio di aborto. Irma Mecca

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strette ad assumere determinati farmaci. Infatti, in relazione a ciò, riceviamo tante consulenze al Cav - l Centro antiveleni, tutte incentrate sulla possibile assunzione di farmaci. L’invito, ovviamente, è sempre quello di rivolgersi al proprio medico curante, che saprà consigliarvi per il meglio, oppure presso il Cav, che può supportarvi come già avviene; ad ogni modo, ecco di seguito alcuni esempi di farmaci, tra i più comuni, da evitare, da utilizzare con cautela (ossia sotto stretto controllo medico) o - se necessario – da prendere con maggiore tranquillità.

ANALGESICI E ANTINFIAMMATORI DA EVITARE: • Ergotamina e derivati: nel neonato può determinare vomito, diarrea, convulsioni. • Diclofenac, Voltaren: l’allattamento è possibile se il dosaggio è basso e la durata della terapia breve. • Salicinati, Aspirina Vivin C: vita lunga nel latte se la madre assume le dosi terapeutiche indicate per l’artrite reumatoide (3-5 g/die); minime esposizioni con l’assunzione del farmaco dopo la poppata. In relazione alla dose, possibili effetti sulla funzione piastrinica, rash, acidosi metabolica. DA IMPIEGARE: • Codeina: non riportati effetti collaterali, presente nel latte materno solo in tracce. • Indometacina e Piroxcam: nessun effetto.

ANTIBIOTICI SIMPATICOMIMETICI, ANTISTAMINICI, ANTIPIRETICI, BRONCODILATATORI, DECONGESTIONANTI, MUCOLICI DA USARE CON CAUTELA: • Antistaminici: determinano agitazione se associati ai decongestionanti (bromfenilaminaisoefedrina). Se possibile usarli per breve tempo. • Chetotifene: sonnolenza. • Betaclometasone: alcuni autori ne controindicano l’assunzione durante l’allattamento. DA IMPIEGARE: • Mucolitici: nessun effetto collaterale. • Antipiretici: non riportati effetti collaterali.

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.563326 DENTISTA Altera anche la qualità della vita diurna

DA EVITARE: • Idrossiclorochina: potenzialmente tossica per il midollo osseo e la retina. Passaggio di quantità sostanziali al bambino. DA USARE CON CAUTELA: • Tetracicline: possono determinare pigmentazioni dentarie, arresto di crescita e ipertensione fontanellare. Segnalati effetti gastroenterici nel neonato. DA IMPIEGARE: • Ceftazidime: non riportati effetti collaterali; possibili alterazioni della flora batterica intestinale. • Ceftriaxone: poco assorbita per via orale, come tutti gli aminoglicosidi.

DI VALENTINA LA RICCIA

Sindrome delle apnee notturne ella letteratura scientifica, si deN finisce Obstructive Sleep Apnea Il rapporto numero di apnee/ora ne definisce la gravità: Syndrome (OSAS), ovvero Sindrome delle apnee ostruttive del sonno, che impedisce il normale flusso di aria verso i polmoni quando si dorme. I pazienti adulti che soffrono di tale sindrome sono solitamente persone che presentano alterazioni cranio-facciali le quali possono comportare un restringimento delle vie aeree, patologie otorinolaringoiatriche che impediscono una buona respirazione nasale (come la deviazione del setto), alterazioni dei tessuti molli perifaringei e peritracheali (ad esempio, con macroglossia, con rinofaringe stretto) od obesità. Invece, i bambini che soffrono di OSAS sono magri, possono presentare ritardi di crescita e ipersonnia diurna o, al contrario, iperattività. Cerchiamo di capire come si sviluppa tale sindrome: noi inspiriamo dal naso ma anche dalla bocca; l’aria passa quindi attraverso la faringe, la trachea e i bronchi per giungere agli alveoli polmonari. Le nostre vie aeree sono come dei tubi: se ostruiti, l’aria non passa, configurando lo stato di apnea, e le cellule del nostro organismo iniziano a soffrire a causa della carenza di ossigeno.

tra 5 e 15 è lieve, tra 16 e 30 moderata, oltre i 30 grave

L’evento può essere riconosciuto dai conviventi del paziente, che possono avvertire i rumori tipici del russamento interrotti da brevi momenti di silenzio in cui il respiro si arresta. In queste condizioni i muscoli respiratori si affaticano per cercare di far passare l’aria, alterando la qualità del sonno e quindi anche la qualità della vita diurna (sonnolenza, colpi di sonno, deficit dell’attenzione, scarsa concentrazione, stanchezza, irritabilità, cefalea, depressione). Inoltre, durante le apnee, i livelli di ossigeno nel sangue si abbassano rapidamente e il sistema cardiovascolare cerca di compensare

aumentando la pressione sanguigna e l’attività cardiaca: ciò potrebbe comportare eventuali aritmie. In conseguenza di questo stato apnoico, durante la notte si possono verificare microrisvegli: si tratta della reazione del nostro organismo che percepisce una situazione di pericolo, cioè l’anossia, e si attiva per ristabilire l’equilibrio. Il numero di eventi di apnea o ipopnea all’ora per notte definisce la gravità della sindrome: se è inferiore a 5 si parla di russamento semplice; quando è compreso tra 5 e 15 si tratta di OSAS lieve, tra 16 e 30 di OSAS moderata, quando supera i 30 eventi si tratta di casi gravi. La diagnosi si basa innanzitutto sulla raccolta dei dati anamnestici ma anche sul grande aiuto dei conviventi del paziente e su indagini strumentali come la fibroendoscopia delle vie aeree superiori e la polisonnografia. La terapia si attua su diversi fronti e dipende dalla gravità della condizione: è previsto il calo ponderale se il paziente è sovrappeso od obeso, la riduzione dell’assunzione

di sostanze con azione miorilassante (es. alcolici, benzodiazepine, barbiturici) o l’abbandono della posizione supina di notte. Inoltre, per i casi di OSAS di grado lieve o moderato, si possono impiegare apparecchi ortodontici mobili confezionati su prescrizione del medico del sonno e dell’odontoiatra: essi servono a mantenere la lingua in posizione avanzata, evitando che collassi posteriormente sui tessuti molli e allargando lo spazio aereo posteriore. Per i casi moderati e severi di OSAS, invece, è indicata la CPAP (continuous positive airway pressure) ossia la somministrazione di un flusso d’aria a pressione costante che evita il collabimento dei tessuti, attraverso una mascherina facciale da indossare tutta la notte collegata ad una macchina che si poggia sul comodino. Si ricorre alla roncochirurgia se vi è un’ipertrofia dei tessuti: soprattutto nei pazienti più giovani, infatti, la sindrome può essere provocata da un ingrossamento delle tonsille o delle adenoidi.

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.563326 LOGOPEDISTA E’ un disordine dello sviluppo neuropsichico

DI ILENIA PALMIERI

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Disturbo di attenzione e iperattività Farmaci

vegani

Non è un legato alla “cattiveria” del bambino: necessario il sostegno di genitori e insegnanti l DDAI, il Disturbo di Attenzione e IficitIperattività, oADHD(Attention DeHyperactivity Disorder) è un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da inattenzione e concentrazione, difficoltà di controllo degli impulsi e del livello di attività, generati dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente, rendendo difficoltosi, e talvolta impedendo, il normale sviluppo e l’integrazione. Il bambino utilizza il proprio corpo come mezzo per esprimere se stesso e sperimentare il mondo utilizzando i sensi e il movimento: tocca e mette in bocca tutto, si arrampica, corre, salta. In alcuni bambini, però, il proprio corpo ha come un motore interno difficile da controllare, un’irrequietezza che spesso prende il sopravvento in qualsiasi momento o attività, piacevole e ludica come il gioco o l’interazione con

i coetanei, o più impegnativa come il rispetto delle regole sportive o lo studio. E’ bene precisare che l’ADHD non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno non è un problema dovuto alla “cattiveria” del bambino, sono bambini intelligenti, che hanno tuttavia difficoltà nel controllare il proprio movimento e la propria irruenza (iperattività e/o impulsività), o anche che hanno difficoltà nel porre in maniera prolungata l’attenzione e a mantenere la concentrazione nelle varie attività, per lo più scolastiche, soprattutto quando queste siano ripeti-

tive, noiose o particolarmente faticose. Le maggiori difficoltà di apprendimento sono nelle aree verbali, specialmente nella lettura; mentre nelle materie come matematica, educazione fisica, arte e disegno si hanno i risultati migliori.Difficilmente riescono a portare a termine compiti, incarichi o giochi, dimenticando lo scopo di ciò che avevano iniziato a fare. Questi bambini si troveranno ad affrontare tutta una serie di frustrazioni e rimproveri, posti dagli adulti con l’obiettivo di stimolarli a calmarsi, controllarsi, concentrarsi, ma anche dai coetanei, che li richiameranno quando non rispettano le regole dei giochi o disturbano in classe. Non è da sottovalutare lo stress, le frustrazioni e il senso di impotenza sperimentati con dolore e a volte rabbia

CONSULENTE AZIENDALE Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.563326 Gli spunti per potenziare la propria leadership

anche dai genitori e dagli educatori che con questi bambini devono rapportarsi, per aiutarli a ritrovare un contatto più nutriente ed equilibrato con il loro mondo interno e relazionale. Insegnanti e genitori possono mettere in atto dei comportamenti che possono aiutare il bambino a contenere l’iperattività e l’impulsività: permettendogli di stare in piedi vicino al posto, incoraggiandolo a prendere appunti, a terminare un compito e premiarlo, insegnargli ad organizzare il lavoro, a rispettare i turni nelle attività e nella conversazione, sottolineare i successi minimizzando gli errori e riconoscere i successi raggiunti e i piccoli passi in avanti. Essenziali sono le terapie specifiche, in particolare la terapia logopedia si occupa dei disturbi del linguaggio presenti in bambini con ADHD, spesso infatti ai sintomi sopracitati si associa il ritardo severo nel linguaggio, nei casi più lievi le dislalie e così via, sino a problemi negli apprendimenti.

DI PAOLA TELESE

Leader si nasce o si diventa? eader si nasce o si diventa? TutL te e due le cose. Sicuramente la Tra genetica e arte: come portare un team al successo componente genetica è importante, ma la buona notizia è che la leadership è un’arte che si può imparare. Chi è un Leader?Il termine “leader” deriva dal verbo inglese “to lead”, ovvero guidare, condurre, dirigere. Letteralmente, quindi, il leader è colui che sa guidare un gruppo di persone verso il raggiungimento di un obiettivo. Può essere il responsabile di una divisione all’interno di un’azienda, un poliziotto che assume il comando di un’operazione di emergenza o, più semplicemente, un bambino che decide le regole del gioco. Il leader è colui che incoraggia il proprio team verso il raggiungimento di un risultato, è colui che viene seguito con orgoglio dalla propria squadra perché è lui stesso a dare l’esempio; è una persona attenta alle esigenze dei propri uomini. La maggior parte delle persone possiede il potenziale per diventare un leader capace ma spesso si arrende davanti alle prime difficoltà.

Le best practice da seguire e sviluppare. Come i muscoli

Cos’è la Leadership? E’ un concetto legato non al ruolo che la persona ha, quindi non a cosa si fa ma a come lo si fa. La leadership non è qualcosa di mistico od etereo, ma è data da una serie apprendibile di pratiche che per svilupparsi richiedono tempo e vanno allenate proprio come i muscoli. Ecco alcuni spunti per sviluppare la propria leadership: Studia e diventa bravo in quello che fai. Per far vincere gli altri per prima cosa devi vincere tu: leggi, studia, frequenta corsi di formazione, visita fiere ed eventi, sii assetato di conoscenza. Incoraggia la creatività dei tuoi uomini:creaunambientedilavorodinamico e positivo, nel quale tutti possono esprimersi liberamente nel raggiungimento dei propri obiettivi. Sii sinceramente interessato ai progressi dei tuoi uomini: mostra sincero interesse verso il lavoro dei tuoi uomini e dove hanno difficoltà

assicurati che tu abbia fornito il giusto supporto per completare con successo ogni mansione. Sii positivo. Il mondo è pieno di persone che si prendono troppo sul serio, questo non vuol dire credere che sia tutto rose e fiori, ma bisogna

ni hanno bisogno di sentire che il loro contributo è stato importante, non lesinare complimenti davanti ad un lavoro fatto bene. Accetta nuove sfide:in un mercato in continua evoluzione chi si ferma è perduto. Impara dagli errori del passato ma osa e sviluppa qualcosa di fantastico per il tuo business: non c’è nulla che genera più motivazione dell’accettare nuove e impensabili sfide.

tornare a guardare le sfide in maniera positiva per trasmettere ottimismo al gruppo, anche quando l’obiettivo da raggiungere sembra lontano. Offri premi e riconoscimenti: al raggiungimento degli obiettivi i tuoi uomi-

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l boom dei vegani d’Italia ora arriva anche in farmacia”. Questa notizia, apparsa sul portale de La Repubblica, ci fa notare il cambiamento di abitudini non solo alimentari ma anche scelte di vita etiche. Sono infatti ormai 700mila le persone e il loro numero aumenta a un ritmo del 10-15% all’anno. Si tratta di consumatori, molto consapevoli ed esigenti, ma pur sempre consumatori. Se i vegetariani non mangiano carne e pesce, i vegani scelgono di non mangiare anche latte, uova e derivati ed ora in commercio esistono addirittura medicinali su misura. Sono già conclusi infatti i primi corsi per farmacisti che vogliono diventare vegano, ma anche vegetariano, friendly, cioè in grado di dare suggerimenti a chi sceglie non solo di non mangiare animali ma anche di non consumare prodotti che prevedano il loro sfruttamento. Il mercato c’è, e sempre più dottori farmacisti chiedono di fare la formazione necessaria ad ottenere l’attestato che assicura questo tipo di clienti. “Tutto parte da un gruppo di farmacisti – spiegano da Pharmavegana - Ci hanno chiesto loro di dargli una mano per imparare a confrontarsi con queste persone, che hanno una serie di richiesta salutistiche di vario tipo. Così abbiamo messo in piedi il nostro programma di formazione”. Anche integratori e prodotti fitoterapici o erboristici possono non andare bene per questo tipo di clienti, perché alcuni contengono lattosio, propoli o miele ma anche gelatine o grassi di origine animale. I vegani, infatti, non possono prenderli e hanno bisogno di qualcuno che li consigli consapevolmente riguardo a possibili alternative per curarsi o per supportare la loro alimentazione. Tutti i prodotti in vendita, anche larga parte di quelli omeopatici, sono testati su animali e così sono tutti inadatti per i vegani. Ma un farmacista consapevole delle esigenze di quel tipo di cliente può anche fargli capire che se ha una malattia importante, per guarire deve per forza prendere un farmaco. Irma Mecca

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in poche parole

Selfie mania

ilaga la moda del selfie, ovvero scattarsi fotografie da condividere sui social network, sfruttando la moderna tecnologia. Nulla di artistico e niente di male se ci si ritrae ad una festa in compagnia di amici, ma chi si fotografa e pubblica di frequente la propria immagine tramite smartphone, potrebbe nascondere un’indole antisociale. “Di sicuro ha un’autostima squilibrata”. Ad affermarlo è un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Ohio, in uno studio riportato sul sito de La Stampa e pubblicato sulla rivista Personality and Individuality Differences. Dai risultati è emersa una forte correlazione tra i livelli di narcisismo e autostima e il maggior numero di autoscatti pubblicati sui social network. Ovvero: più spiccato appariva l’autocompiacimento, più autoscatti circolavano nella rete. Ma è anche un comportamento che denota narcisismo, se non proprio un disturbo di natura psicologica. Secondo Jesse Fox, docente di comunicazione e prima firma della ricerca, “i risultati non ci dicono che gli uomini che pubblicano un sacco di ‘selfie’ sono necessariamente narcisisti o psicopatici. Di sicuro, però, hanno livelli medi di questi atteggiamenti antisociali più alti”. “La persona narcisa può essere identificata dalla convinzione di essere più intelligente, più attraente e più in gamba degli altri”, prosegue Fox. “Ma è un atteggiamento di facciata che nasconde un’insicurezza di fondo”. Quanto alla psicopatia, invece, i ricercatori fanno riferimento “alla mancanza di empatia e rispetto nei confronti degli altri e alla tendenza ad avere comportamenti impulsivi”. Nel caso dei selfie, questi si manifestano con la volontà di immortalarsi continuamente e di rendere noti questi scatti alla propria rete di contatti in un ristretto arco di tempo. Non irrilevante è apparsa anche l’abitudine a modificare le fotografie. Chi lo fa più spesso, è il dato emerso dallo studio, vive anche a un livello di auto-oggettivazione più alto. Valorizza, cioè, la propria persona per l’aspetto e non per altre peculiarità. “Sappiamo che l’auto-oggettivazione porta a un rischio più alto di sviluppare la depressione e i disturbi alimentari, almeno nelle donne”, ha commentato Fox. Irma Mecca

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.563326 PSICOLOGA Vivono i cambiamenti fisici come stigma sociale

DI INES PANESSA

Le emozioni nel paziente oncologico onostante i progressi compiuti N dalla medicina, il cancro anco- Il senso di impotenza può causare disturbi psichiatrici: ra oggi suscita una grande paura. In passato veniva definito “il brutto male”, a sottolineare quanto il nome stesso di questa malattia fosse indicibile. Oggi i termini “cancro” o “tumore” sono maggiormente “nominabili”, ma tuttora evocano un grande timore della morte, sebbene spesso dal cancro si possa guarire. Il paziente che riceve la diagnosi di tumore sperimenta dei vissuti di forte angoscia. Il pericolo che incombe riguarda innanzitutto la minaccia alla propria vita: la paura di morire spesso persiste anche quando i medici forniscono informazioni più realistiche riguardo alle possibilità di guarigione. Inoltre, il paziente vive la minaccia relativa alla propria integrità fisica: teme l’invalidità, la mutilazione, il dolore. Tale paura è particolarmente presente quando si rende necessario un intervento chirurgico radicale. Anche il dolore è molto temuto: la paura di confrontarsi con la sofferenza fisica e con un dolore cui magari i farmaci analgesici non possono più di tanto. Il cambiamento del corpo causato dai trattamenti può diventare

l’intervento psicologico aiuta ad affrontare la malattia uno stigma sociale: la perdita dei capelli conseguente a certi tipi di chemioterapia, per esempio, rende riconoscibile la malattia a tutti. E spesso i pazienti vogliono tenere al-

l’oscuro le altre persone, in quanto vivono questa malattia come una vergogna, una colpa, una ferita alla propria identità. Questo può portare il paziente ad un isolamento sociale, proprio nel momento in cui più avrebbe bisogno del sostegno e dell’aiuto degli altri. Del resto, il malato oncologico teme anche le conseguenze sociali del cancro che, come tutte le patologie gravi e di lunga durata, è responsabile di modificazioni del ruolo

sociale, familiare e professionale. Il senso di impotenza, la frustrazione, i cambiamenti che la malattia comporta possono rendere difficoltoso il controllo delle proprie emozioni e, spesso, portare allo sviluppo di veri e propri disturbi psichiatrici, come l’ansia o la depressione. E’ importante dunque, sia per il paziente che per i familiari, riconoscere le prime avvisaglie di questi disturbi, che se subito trattati possono non ricadere troppo pesantemente sul già difficile percorso della malattia oncologica. L’impatto psicologico della malattia oncologica e la relativa reazione psicologica varia in funzione di diversi elementi. Innanzitutto varia a seconda del tipo di tumore e della fase (gravità) della malattia, della personalità del paziente, dall’età e dal momento storico-evolutivo della vita (immaginiamo una giovane mamma che ha dei bambini piccoli, un uomo che ha appena ottenuto un avanzamento di carriera, un ragazzo iscritto all’università…), delle condizioni psicosociali e

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.563326 50&PIÙ ENASCO Viene ripristinato dalla legge di stabilità 2014

culturali nelle quali tali elementi evolvono. Il cancro, dunque, apre una vera e propria crisi nella vita della persona, crisi intesa come evento di vita che richiede di reagire mettendo in campo delle risorse psicologiche che non sempre sa trovare dentro di sé. In questi casi, l’aiuto dello psicologo può risultare prezioso e fondamentale per trovare un adattamento alla malattia. L’intervento psicologico si propone di aiutare il paziente e i suoi familiari a gestire lo stress che necessariamente è associato ai vari momenti dell’iter terapeutico, di mantenere e/o ristabilire la qualità di vita antecedente la diagnosi, di attenuare l’ansia e la depressione, di aiutare il paziente a trovare un senso a ciò che sta vivendo e soprattutto di aiutarlo ad attivare tutte le risorse psichiche per far fronte alla malattia e ai trattamenti, di aiutare la famiglia da integrare la malattia nella propria organizzazione quotidiana, di sviluppare modalità più funzionali e positive per affrontare la malattia.

DI FLOREDANA ARNÒ

Commercianti, l’indennizzo cessata attività Un atto fortemente voluto dalla Confcommercio La prestazione funge da ammortizzatore sociale e si cessa definitivamente l’attività commerciale e si resta in atteS sa della pensione è previsto anche quest’anno la possibilità di ottenere un indennizzo pari a poco più di 502 euro mensili. Il beneficio, già previsto dal 1996 e di cui la categoria ha potuto usufruire fino al 31 dicembre 2011, è stato ripristinato con la legge di stabilità 2014 (legge n. 147 del 2013, comma 490). Un atto fortemente voluto dalla Confcommercio, vista la persistente crisi del settore. La prestazione funziona come un ammortizzatore sociale, per accompagnare fino alla pensione coloro che lasciano definitivamente l’attività. L’opportunità è stata nuovamente prevista fino al 31 dicembre 2016 e le istanze possono presentarsi fino al 31 gennaio 2017. Non è assistenza a carico dello Stato, ma autogestione. La concessione dell’indennizzo viene finanziata - fino al 31 dicembre 2018 - con la maggiorazione dello 0,09% dell’aliquota contributiva prevista per i commercianti in attività iscritti all’Inps.

Destinatari: Sono tutti coloro che esercitano, titolari o collaboratori, l’attività commerciale al minuto in sede fissa o ambulante, i gestori di bar e ristoranti, gli agenti e rappresentanti di commercio. Requisiti e condizioni: E’ necessario che gli interessati che hanno cessato o cesseranno l’attività entro il 31 dicembre 2016, abbiano più di 62 anni di età se uomini, o più di 57 anni se donne, e vantino un’iscrizione al momento della cessazione dell’attività per almeno 5 anni, in qualità di titolari o collaboratori, nella gestione degli esercenti attività commerciali istituita presso l’Inps. Sono necessari altresì: la cessazione definitiva dell’attività; la riconsegna dell’autorizzazione per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (nel caso in cui quest’ultima sia esercitata con l’attività di commercio al minuto); la cancellazione del titolare dell’attività dal Registro delle Imprese; la cancellazione del titolare dal Registro degli

Esercenti il Commercio per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande; la cancellazione dal ruolo provinciale degli Agenti e Rappresentanti di Commercio. Incompatibilità del beneficio: L’indennizzo è incompatibile con attività di lavoro autonomo o subordinato e la corresponsione del beneficio termina dal primo giorno del mese successivo a quello in cui sia stata ripresa l’attività lavorativa, dipendente o autonoma. Il beneficiario deve comunicare all’Inps la ripresa dell’attività entro 30 giorni dal suo verificarsi. A sua volta l’Inps deve effettuare i controlli sul rispetto della norma. Misura, durata e modalità di erogazione: L’indennizzo compete dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda e fino al momento in cui si potrà percepire la pensione di vecchiaia. Ciò significa che, rispetto al passato, l’indennizzo avrà una durata superiore ai tre anni, visto che l’assegno viene erogato fino al momen-

to di compimento della nuova età pensionabile, adeguata agli incrementi della speranza di vita. L’importo– pari quest’anno a 502 euro mensili – è identico al trattamento minimo di pensione concesso dall’Inps ai commercianti iscritti alla gestione. L’Istituto ritiene che la titolarità di un trattamento pensionistico non impedisca la concessione dell’indennizzo. In una situazione del genere potrebbero trovarsi i titolari di assegno di invalidità, di pensione di anzianità, nonché le vedove ed i vedovi che hanno una rendita di reversibilità. Per ottenere la prestazione occorre inoltrare all’Inps un’apposita domanda. I periodi in cui viene riscosso l’assegno si considerano come lavorati ai fini della pensione. Si consiglia, data la non semplice procedura, di rivolgersi agli uffici del Patronato 50&Più Enasco i quali, gratuitamente, dopo un’attenta verifica dei requisiti, possono provvedere alla predisposizione dell’apposita domanda e all’inoltro presso l’Inps.

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Il format in onda su Teledauna, 6Donna media partner

“Promossi Sposi”, vinci il matrimonio ’amore che sposa la competizione. Un matrimonio felice celebrato dinanzi alle telecamere di Teledauna per un nuovo format tv dedicato alle coppie in procinto di compiere il grande passo. Tutto questo è “Promossi Sposi”: una gara, un vera e propria competizione tra coppie di futuri coniugi; in palio la possibilità di vincere il ricevimento nuziale, le bomboniere, il servizio fotografico o le fedi nuziali. Insomma, altro che regalo di nozze: in palio c’è tutto il necessario per organizzare il giorno del proprio sì, dalle partecipazioni al viaggio di nozze. Le coppie che intendono partecipare al programma - di cui il magazine ‘6Donna’ sarà media partner– dovranno celebrare il proprio matrimonio nel periodo di tempo compreso tra il 1° luglio 2015 ed il 31 dicembre 2016, e dovranno misurarsi in una serie di prove per raggiungere la vittoria finale. Un vero e proprio gioco a premi, quindi, che vede le coppie

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iscritte affrontarsi in prove di abilità e quiz per accumulare punti e scalare le posizioni della graduatoria finale: 14 “gradini”, altrettanti premi da conquistare, messi in palio dagli sponsor. La coppia che si classificherà al primo posto si aggiudicherà il ricevimento nuziale completo offerto dallo sponsor Villa Reale. I concorrenti avranno la possibilità di vincere una serie di premi offerti dagli sponsor, tutte attività legate a doppio filo con l’evento-matrimonio. L’iniziativa sarà sviluppata all’interno del programma “Promossi e bocciati” condotto da Lello Scarano, in onda ogni lunedì sera alle 21,00 su Teledauna (canale 87 del digitale terrestre) e sul sito www.miticochennel.com. Nel periodo di messa in onda della trasmissione, sono previsti anche due eventi che si svolgeranno nei locali di “Villa Rea-

le”, a Foggia. Per partecipare a “Promossi Sposi”, formato firmato Media Eventi Srl, è necessario consultare il sito internet dedicato www.promossisposi.como recarsi presso gli sponsor dell’iniziativa. L’iscrizione è gratuita e da diritto ad una forte scontistica presso le aziende partner.

televisione Una gara, tanti premi legati al “mondo nozze” I premi in palio •Crociera MSC (Berti Viaggi) •Servizio fotografico (Ivan Cocco) •Fedi nuziali (Gillet Gioielli) •Bagno completo (Mondo Edile) •Abito da sposa (Rafyva) •Trucco e parrucco sposa (Raho Parucchieri) •Tenda camera da letto (Romano) •Partecipazioni di nozze (Più Pubblicità) •Bomboniere (Cose di Casa) •Auto di lusso per il matrimonio (Auto di Classe) •Una coppia di lenzuola (At Amedeo Tessuti) •Lume da tavolo (Centro Illuminotecnica) •Mongolfiera di coriandoli e palloncini (Fantasia Pirotecnica)

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A 25 km da Foggia , nella rigogliosa campagna Dauna della tradizionale cittadina di Cerignola, lontano dai frastuoni , sorge la tenuta Villa Demetra. Una struttura immersa in un meraviglioso parco di 30.000 mq, la magica scenografia naturale che renderà ogni cerimonia indimenticabile. Nel parco di Villa Demetra è possibile gustare aperitivi deliziosi e ottimi buffet, celebrare matrimoni con rito civile o con rito religioso ed anche è realizzare un ricevimento completamente all’esterno. Villa Demetra riesce a creare magiche atmosfere sospese nel tempo che prendono vita in due distinte sale dalla diversa personalità. La Sala Demetra, struttura in grado di garantire ampia comodità anche ai matrimoni più numerosi, grazie ad una ricettività capace di accogliere oltre 300 ospiti.

L’ampiezza della sala non pregiudica la sensazione di sentirsi in un luogo intimo e familiare. Una maestosa capriata in legno che sovrasta la grande sala contribuisce a determinare quella suggestione calda e ricercata, sottolineata dalla luce di preziosi lampadari che enfatizzano i toni dorati di quadri, mobili, specchi e candelieri i cui riflessi si sposano in un connubio perfetto con l’argenteria che adorna ogni tavola. La Sala Storica è arredata con toni pastello tendaggi dalle sfumature tenui e delicate, pavimentazioni in cotto spagnolo e maioliche dipinte a mano. Il gioco di colori dall’affascinante candore che fonde arredamenti e allestimenti, rende ancor più indimenticabile ogni ricevimento, avvolgendolo in una luce da sogno che farà sentire sia gli sposi che ogni ospite, coccolati nel massimo relax.

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Spettacolo teatrale del CUT Foggia ispirato alle Heroides di Ovidio

teatro

“Poena” d’amore

A CURA DI MARIA GRAZIA FRISALDI

In un mare di lettere e parole, dove antico e nuovo si fondono in un unico messaggio di speranza a pena non è solo uno stato d’animo, la sofferenza non è solo la riga di una lacrima. Ma ha un volto e una voce, ed un profilo sottile che si staglia - bianco, immacolato, quasi evanescente sulle pareti scure di una stanza senza tempo, viatico per la libertà. La pena si fa carne, e si impossessa del cuore ferito di una giovane donna, troppo fragile per accogliere i sospiri di generazioni di donne di ogni epoca e luogo, ma abbastanza forte per sciogliere i legacci che stringono ogni amante ferita al proprio tormento. Tutto questo è “Poena”, nuova produzione del Centro Universitario Teatrale - CUT Foggia, un esperimento riuscito liberamente tratto dalle Heroides di Ovidio e presentato alla città sul palco del Piccolo Teatro di Foggia, nell’ambito della stagione CUT “Cultura è passione”. In “Poena” tutto riverbera in una stanza senza ingressi, né uscite. Una condizione mentale, forse, una chambre d’écho di emozioni e ricordi fissati su fogli immacolati che li rendono eterni. E’ in questo mare di lettere provenienti da luoghi e tempi lontani, che vive una ragazza dalla pelle candida in attesa del suo René, un gatto o più semplicemente il ricordo di un amore perduto. In questo luogo onirico e inafferrabile - ben costruito da Ste-

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Mariangela Conte

fano Tornese, regista della piéce che ne ha curato anche l’allestimento scenografico - l’inchiostro di milioni di confessioni trasuda emozioni contrastanti, di amore e odio, ma soprattutto dolore. Non importa il nome, la firma in calce, sia Medea, Ipsipile, Arianna o Saffo. Ogni storia è la storia di questa giovane custode che la pervade fin dentro le ossa, fino a trascinarla al fondo, dalla cima di una rupe. A dare consistenza a questa donna evanescente, come di filigrana, è Mariangela Conte, attrice foggiana diplomata all’Accademia Teatrale “Sofia Amendolea” di Roma, capace di dare voce e spessore al testo (originale), la cui trasposizione drammaturgica è stata curata da Andrea G. Castriotta, altro talento foggiano cresciuto nel CUT ed ora approdato alla Scuola Holden di Alessandro Baricco. “Rapportarmi con le Heroides non è stato semplice”, spiega Castriotta. “Nel corso del lavoro, Poena ha subito vari cambiamenti, anche drastici. Fino a quando non è nato un personaggio - una donna - forte abbastanza da riuscire a portarmi dove voleva. A

metà dell’opera, non riuscivo più a seguire la struttura che avevo stabilito, poiché Poena se ne ribellava. Ho lasciato, allora, che agisse come avrebbe fatto lei, e le sue parole sono venute fuori da sole”. “Poena” è una produzione che incarna appieno le peculiarità del CUT Foggia, da sempre spinto dalla volontà di affrontare la materia teatrale come approfondimento di contenuti ed argomenti classici, scientifici e, più in generale, di alto profilo culturale. Uno spettacolo fortemente voluto dal presidente del Cut Foggia, il professore Giovanni Cipriani, ordinario di Lingua e Letteratura Latina nonché Prorettore e Delegato alle Politiche culturali dell’Università di Foggia. “Poena - conclude Stefano Tornese - è un mondo intero in una stanza, un affollamento di solitudini, un viaggio senza tempo ma con un percorso già tracciato: mescolando le carte che custodiscono confessioni dolorose di donne di ogni epoca, l’antico e il contemporaneo si fondono in un unico messaggio di speranza”.

Dal cabaret ai cafè chantant: latitudini musicali da (ri)scoprire

Un viaggio tra musica e teatro Sul palco la soprano Maria Gabriella Cianci e l’attrice Rosa D’Onofrio n viaggio tra musica e parole; tre tappe previste nel percorso artistico tracciato fino al prossimo marzo, U per (ri)scoprire le latitudini musicali del Novecento europeo: Germania, Francia e Spagna, le fermate annunciate. Sul palco, due donne e una scena essenziale, ma funzionale a ricreare le atmosfere dei cabaret berlinesi o dei cafè chantant d’Oltralpe, con repertori originali e raramente eseguiti a Foggia. Sotto le luci della ribalta, accompagnate al pianoforte da Nunzio Aprile, da una parte la voce potente di Maria Gabriella Cianci, soprano e docentedelConservatorioUmbertoGiordano,dall’altralasuggestionedellaparolaconl’attriceeperformerRosad’Onofrio: un dialogo di musica e parole, continui rimandi e contrappunti per ricreare, nella cornice del Piccolo Teatro diviaDelliCarri,atmosfereesuggestionidelsecoloappena trascorso. Tuttoquestoè“CantandoilNovecentoEuropeo” ilcartelloneditreserateinauguratocon“DerBlaueEngel”, conmusiche di Weill, Hollander e Gershwin e che proseguirà, il prossimo 6 febbraio con la serata “La vie en rose, chanson d’amour” e le musiche di Satiè, Debussy, Faurè ed Edith Piaf, prima della conclusione - prevista il 27 marzo - con la serata “Cantando a Sevilla” ed un repertorio musicale che abbraccerà almeno un Trentennio di storia: da Rodrigo a Turina, da Obrador a De Falla. “Sicuramente un programma mai ascoltato, poco visto e poco eseguito, soprattutto a Foggia”, precisa la soprano Maria Gabriella Cianci, che degli spettacoli in car-

tellone cura anche la regia. “Ogni serata è strutturata come un Rosa D’Onofrio veroepropriospettacolo musicale-teatrale e non un recital vocale. La voce narrante di Rosa D’Onofrio rappresenta un’anteprima suggestiva ai brani eseguiti, un’anticipazione emotiva che aiuta e predispone il pubblico all’ascolto in lingua originale. Una preparazione all’aspetto sentimentale, emotivo e psicologico della parte cantata”. Sul palcoscenico, nulla viene lasciato al caso: dal trucco alle luci, passando per gli abiti di scena. “I costumi sono presi da una mia collezione personale, tutti abiti vintage dell’epoca. Fondamentale è l’attenzione al trucco: una “maschera” che serviva a nascondere i sentimenti negativi, di paura e rassegnazione, rispetto al momento storico preso in considerazione; una maschera d’artista che cerca di regalare momenti di felicità, evasione dalla realtà al suo pubblico. Una serenità apparente, tratteggiata da una musica leggera ma intensa e sentimentale, a tratti malinconica, che doveva portare interpreteepubblicoalasciareperunamanciatadiorelastoria oltre la porta”. Il cartellone degli eventi “Cantando il Novecento Europeo” arricchisce la stagione del Piccolo Teatro e della CompagniaPalcoscenicoedèorganizzatoincollaborazione con l’Associazione Bel Canto. Per info: 0881.723454.

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