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focus La realtà dei senzatetto

Nonno Libero scuote la città

Premio 6Donna L’eredità di Valeria

Nasce la menzione Solesin

ambienti Rivoluzione tessile

Consigli per rinnovare casa

IOLE NATALICCHIO La nuova frontiera della genetica dei tumori


editoriale

so m ma rio

di Maria Grazia Frisaldi Il peggiore dei mali del nostro tempo, credo, sia l’assuefazione: all’ingiustizia, al malaffare, alla prevaricazione, alla violenza. In qualunque settore. Assuefazione ai “bollettini di guerra” che leggiamo ogni giorni su carta stampata e quotidiani online; racconti che si fanno sempre più ricchi di dettagli e particolari raccapriccianti, quasi a voler scuotere con le parole una selva di lettori ormai abituati a tanta crudeltà. Il mese di febbraio, in tal senso, è iniziato nel peggiore dei modi: due gravi femminicidi nel giro di 24 ore e un’aggressione brutale e disumana ai danni di una donna incinta, all’ottavo mese di gravidanza. L’orrore è figlio della violenza di genere a Pozzuoli, dove un 40enne -al culmine di un litigio - ha dato fuoco alla sua compagna riducendola in fin di vita. A strettissimo giro, altre due notizie si accavallano a questo strazio: nel Catanese, un 37enne ha ucciso la sua compagna di 41 anni, madre di tre figli, con la quale aveva frequenti dissidi, e una manciata di ore dopo, nel Bresciano, un uomo di 56 anni ha accoltellato a morte la moglie per poi scappare e schiantarsi contro un tir. Un fil rouge di sangue che unisce l’intero paese: nord, centro, sud e che va in ogni modo reciso, spezzato. Il numero di 6Donna di Febbraio parte da questa considerazione e prosegue dedicando particolare attenzione alla Sanità in Rosa: sia attraverso il Personaggio del Mese - la biologa Iole Natalicchio, “specialista” dei test predittivi BRCA - che attraverso un approfondimento sull’ospedale di San Pio, tra le eccellenze per la cure delle patologie femminili, insignito dei tre ‘bollini rosa’ per il biennio 2016/2017. Nel Focus di questo mese si indagherà il mondo sommerso (ma sempre più affollato) dei senzatetto, mentre la pagina di Politica ospita una intervista alla giovane Ilaria Mari che traghetterà la Consulta per le Pari Opportunità al Comune di Foggia. Tutto questo insieme alle Rubriche degli Esperti, agli approfondimenti in materia di Ambienti, Bellezza e Benessere. Insomma, come sempre, abbiamo cercato di confezionare per voi un numero ricco di spunti di riflessione, per leggere insieme la città e i suoi cambiamenti.

Buona lettura.

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Personaggio Iole Natalicchio: La nuova frontiera della genetica dei tumori

Speciale “Premio 6Donna” L’edizione 2016 ricorda Valeria Solesin Istituita una menzione speciale a lei dedicata

Focus La realtà (ignorata) dei senzatetto Fratelli della Stazione Storie di ordinaria solitudine Il dormitorio sempre pieno delle donne Un’altra chance per “Sant’Eligio” Nell’ex carcere un centro di accoglienza

Politica Consulta comunale Pari Opportunità Intervista alla consigliera Ilaria Mari Parità di genere in Regione: La rivincita del Comitato 50/50

Attualità Usura bancaria: gli interessi ‘trappola’

11 Il lusso ti fa bella

Bellezza

Benessere

12 Med-Food Anticancer Program La salute passa per la tavola

Sguardi d’arte

13 Il fascino della campagna fiesolana Cucina

14 Il grano: patrimonio da salvaguardare Il significato di un prodotto identitario

Ambienti

15 La “rivoluzione” del tessile

Giocare con i tessuti per rinnovare casa

febbraio - duemilasedici

Salute

17 Aspettando “Universo Donna” 18

Rubriche Al femminile

20 Sotto la buona stella della Fidapa •

Sui Monti Dauni le donne fanno impresa

Sanità in rosa

23 Banca Cordonale, un ‘patrimonio’ mondiale


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personaggio “Specialista” dei test genetici predittivi BRCA Iole Natalicchio: “La nuova frontiera della genetica dei tumori” di Maria Grazia Frisaldi

Come scoprire la mutazione che può renderci più esposti al cancro della mammella e/o dell’ovaio la “specialista” dei test genetici predittivi. Nel 2015, nei laboratori degli Ospedali Riuniti di Foggia, ne sono stati effettuati 350: tutti su pazienti con sospetta mutazione BRCA (BReast Related CAncer Antigens). Alla dottoressa Iole Natalicchio bastano due settimane di tempo e un sofisticato test di laboratorio per individuare la mutazione genetica che rende un soggetto più esposto alla malattia delle malattie - il cancro - rispetto alla popolazione generale. Dirigente biologo, PhD, esperta nella genetica dei tumori, nello studio dei biomarkers predittivi di risposta alle terapie anticancro, Natalicchio lavora nella struttura di viale Pinto dal 2007 e - grazie alla lungimiranza del direttore del Laboratorio Analisi Central, Raffaele Antonetti - ha avuto la possibilità di organizzare nell’ambito della Sezione di Citogenetica e Biologia molecolare, il settore dell’Oncologia molecolare dei tumori solidi e Farmacogenomica, che dirige dal 2008. Dottoressa Natalicchio, cosa sono i test genetici predittivi e quando bisogna fare ricorso a questo tipo di indagine? I test genetici predittivi sono cosa ben diversa dai test genetici tradizionali. Più correttamente dobbiamo chiamarli test di “suscettibilità”: questi test, infatti, non indicano che un individuo si ammalerà (nel caso del test BRCA che si ammalerà di tumore della mammella e/o

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dell’ovaio), ma soltanto che questo soggetto ha un rischio aumentato di ammalarsi rispetto alla popolazione generale. I test di suscettibilità non vanno praticati come screening di massa, ma riservati solo a quelle persone che, per storia personale e familiare, risultano avere un rischio aumentato. È importante che il test genetico sia effettuato prima di tutto su un componente della famiglia che abbia già sviluppato la malattia (caso indice) e solo se è stata identificata una mutazione predisponente può essere esteso agli altri membri della famiglia. Qual è la percentuale di attendibilità del test? Il loro utilizzo è prevalentemente di tipo diagnostico o preventivo? La percentuale di attendibilità del test è alta quando l’esame viene eseguito da mani esperte in laboratori che adottano tecnologie e procedure certificate in accordo agli standard di qualità internazionali. Il test BRCA è prevalentemente di tipo preventivo perché è in grado di identificare in anticipo i portatori di even-

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tuali mutazioni e consente di implementare trattamenti preventivi proprio quando questi risultano essere più efficaci. Nelle donne portatrici della mutazione BRCA1 e BRCA2, il rischio di sviluppare il carcinoma è elevato, si parla di un tasso medio fino al 60%. Non temete il cosiddetto “effetto Jo-

(quando indicato), sia alle scelte di sorveglianza e/o prevenzione (sorveglianza intensificata, farmacoprevenzione, chirurgia profilattica). Tecnicamente, una donna che intende sottoporsi a questo tipo di esame, a Foggia, cosa deve fare? Come deve muoversi? È sufficiente che il medico di famiglia

Nel laboratorio di Iole Natalicchio: le varie fasi del test

lie”? Assolutamente no. La strategia che ci ha consentito di contenere “l’effetto Jolie” è stata la promozione, nell’ambito di un percorso multifasico e multidisciplinare, di una scelta informata, autonoma e consapevole rispetto sia al test genetico

o lo specialista (oncologo, ginecologo, senologo, chirurgo) inviino la donna alla Sezione specifica da me diretta del Laboratorio Centrale. La paziente è invitata a fornire informazioni relative alla storia personale e familiare rispetto al tumore

della mammella e dell’ovaio attraverso la compilazione di un questionario e nel contempo riceve informazioni relative alla malattia, l’ereditarietà, le possibilità ed i limiti degli strumenti diagnostici e terapeutici attualmente disponibili. Le donne che presentano caratteristiche “a rischio” potranno effettuare il prelievo previa firma del consenso informato. Il test è prescrivibile su ricetta rossa, è coperto dal SSN ed è gratuito solo se si è esenti dal ticket per patologia o per reddito. Grazie alla disponibilità di due piattaforme di Next Generation Sequencing (NGS) i risultati dei test sono disponibili entro 2 settimane. A suo avviso, le donne sono correttamente informate su questi temi e sulle opportunità offerte loro in materia di prevenzione? Per quello che ho potuto verificare, le donne al momento dell’accesso hanno poche idee e confuse, pertanto vengono forniti loro gli strumenti affinché possano operare scelte consapevoli. Nonostante sia stata istituita una Breast Unit e definito un percorso diagnostico-terapeutico che garantisce la presa in carico della donna con tumore al seno e i migliori standard di cura, rimane ancora da strutturare un percorso di sorveglianza standardizzato per le donne sane ad alto rischio eredo-familiare BRCA positive con una programmazione personalizzata dei controlli per la diagnosi precoce.


Ultimi giorni per presentare le candidature. Il 28 febbraio stop alle segnalazioni

Il Premio 6Donna ricorda Valeria Solesin e lo chiediamo anche noi chi sarà la donna dell’anno. E la redazione di 6Donna, potete giurarci, non ci dormirà la notte fino alla vigilia, sperando di non tradire le aspettative di una città che si è presa la briga di chiamare al centralino, scrivere e-mail, contattarci sui social network per raccontare una bella storia, di quelle tenere. Stiamo collezionando segnalazioni che descrivono una Foggia generosa. Conserviamo gelosamente l’identikit di donne che lavorano col sorriso sulle labbra nonostante i guai e che agli altri dedicano il loro tempo. Il 28 febbraio scade il termine per inviare le candidature al Premio 6Donna. È semplice: basta spedire un’e-mail all’indirizzo redazione@6donna.com, indicando la motivazione e tutti i dati utili a rintracciare la persona proposta. Deve essere foggiana, o comunque vivere da tempo in città e adoperarsi per il benessere della comunità, contribuire a costruire una città migliore, ma soprattutto non deve ricoprire alcun incarico o ruolo di

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prestigio. Cerchiamo una perfetta sconosciuta, ordinariamente straordinaria, speciale. Potrebbe essere la dipendente di un’azienda pubblica o privata che lavora con dedizione, passione e abnegazione - e oggi come oggi è difficile che le venga riconosciuto un premio produttività - oppure un medico, un’infermiera, che si prende cura Sopra: la prima edizione del “Premio 6Donna” amorevolmente dei suoi A destra: Valeria Solesin pazienti, o ancora una vosto dell’annunciato arrivo di Vinilontaria impegnata nel sociale. Mar- cio Capossela che avrebbe pretedì 8 marzo riceverà il Premio parato il suo tour proprio nel 6Donna in una serata evento all’in- Teatro Giordano, blindato per terno del Teatro comunale Umberto una settimana. Proprio quella Giordano di Foggia. della Giornata Internazionale Abbiamo rischiato grosso. C’è della Donna. Ma l’artista, a causa di un mancato poco che dovessimo spo- intervento chirurgico alle corde vocali, stare la cerimonia di premiazione. ha posticipato l’uscita del suo disco e Avevamo ceduto a malincuore il palco, rinviato a data da destinarsi le date dei confortati dall’assessore alla Cultura concerti. Quella notte è ancora nostra. Anna Paola Giuliani che ha gestito Lo spettacolo è assicurato, con la magistralmente l’incredibile imprevi- partecipazione di musiciste, attrici, ar-

tiste, danzatrici che rappresenteranno l’arte al femminile in tutte le sue forme. Si parte alle ore 20. C’è più di una novità nell’edizione 2016, a cominciare dalla collaborazione con le scuole: ci saranno l’Istituto Superiore di Istruzione Einaudi-Grieco, l’Istituto Tecnico Economico Blaise Pascal e l’Accademia di Belle Arti di Foggia. Sono stati soprattutto gli studenti a chiedere di partecipare. La più bella delle sorprese ci ha emozionato, e ha le parole di una donna che insieme al marito ha regalato, nel dolore di una mamma e un papà che perdono tragicamente la propria figlia, una straordinaria lezione all’Italia. La famiglia

Solesin ha concesso di intitolare una menzione speciale del Premio6Donna alla memoria di Valeria, l’unica vittima italiana della furia cieca del terrorismo nel teatro Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015. Tutti gli italiani l’hanno vissuto come un lutto privato. È stato già scritto, ed è nel cuore di ciascuno, quanto la giovane studentessa veneta sia un esempio, il simbolo di una intera generazione, e non è alla retorica che vogliamo affidare il suo ricordo, per contribuire a mantenerlo vivo. La motivazione di questa scelta è stata colta dalla sensibilità di Luciana Milani, la mamma di Valeria, e le siamo grati, e non c’è altro da aggiungere alle sue parole per noi toccanti: “Mi piace molto - ha scritto - l’associazione di questo riconoscimento alla normalità. Valeria, al di là del suo impegno di studiosa, era soprattutto una normale giovane donna, che amava divertirsi e curiosa di tutto. Per tutta la sua vita è stata per noi fonte inesauribile di felicità. Speriamo che questo patrimonio ci sostenga anche nel futuro”.

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focus Nonno Libero, il clochard che interroga la città

La realtà (ignorata) dei senzatetto Il punto di Francesco Niglio:“C’è tutto un mondo sommerso, di povertà gravi e dilaganti” Nessuno sa quale sia il suo vero nome. E così i foggiani lo hanno ribattezzato “Nonno Libero”. E’ il clochard più famoso della città: tutti lo hanno incontrato più e più volte nel suo libero vagabondare, lento e senza meta: attraversava la città in lungo e in largo, interamente ricoperto di buste di plastica. Vi è uno spiccato accento toscano nelle sue parole, pochissime ma forbite. Perché c’è sicuramente una grande cultura e un passato importante alle sue spalle; tutti dettagli che hanno solleticato negli anni la curiosità dei foggiani che hanno immaginato sotto quei brandelli di plastica spesso maleodoranti a volte un medico, altre un importante imprenditore vitivinicolo toscano che ha gettato alle ortiche la sua vita passata scegliendo la strada. Tante leggende dietro Dottor Niglio, il caso di Nonno Libero ha squarciato il velo sulla realtà dei senza tetto a Foggia… Diciamo che “Nonno Libero”, nomignolo affettuoso che la città gli ha attribuito, ne è diventato suo malgrado l’emblema. Tutto è iniziato lo scorso 8 gennaio, quando Nonno Libero era riverso a terra dolorante e al freddo, ormai da 48 ore. Un po’ rifiutava i soccorsi, un po’ la gente lo guardava con indifferenza e andava oltre. Difficile intervenire: dopo tante telefonate e difficoltà è stato richiesto un ASO (ovvero un accertamento sanitario obbligatorio, ndr), per portarlo in ospedale. E così è iniziato il suo percorso di rinascita. Cos’era successo? Aveva subito la frattura di un femore. E’ stato operato e adesso è ospitato in una casa di accoglienza della Caritas, dove inizia a socializzare e a vi-

vere una vita degna di tale nome: ha pasti caldi, viene seguito nel percorso di riabilitazione e nella cura dell’igiene personale ed è assistito da tanti volontari e da me personalmente. Credo che la curiosità attorno a Nonno Libero - chi era e chi non era - adesso sia finita. A me, ad esempio, interessa solo che non finisca nuovamente per strada. Un caso che ha avuto il “potere” di richiamare l’attenzione della città su una realtà spesso ignorata… Sì, ma anche un caso che ha fatto conoscere a tutti il grande merito del volontariato, mostrando il volto più bello della città. Purtroppo c’è tutto un mondo sommerso che è senza fissa dimora, che soffre e che la sera dorme in stazione perché in questa città il disagio e la crisi economica hanno colpito sempre più famiglie. Ci sono povertà crescenti, che coinvolgono tanti uomini

quell’uomo minuto, che poche settimane fa ha rischiato di morire in strada sotto lo sguardo indifferente di alcuni passanti e ha riacceso prepotentemente e inconsapevolmente - i riflettori sulla realtà difficile dei senzatetto e sull’importanza e sulla valenza del volontariato; sulla mancanza di alcuni servizi essenziali e sulle povertà sempre crescenti. Francesco Niglio (in foto), medico e volontario della Caritas (diretta da Don Francesco Catalano che ha una grande sensibilità verso le problematiche legate alla povertà), è stato una delle figure-chiave per il buon esito della vicenda, insieme ai volontari del Fratelli della Stazione. E con lui abbiamo ripercorso la vicenda, dipanandone i nodi e “fotografando” una realtà sommersa, eppure grave e sempre crescente. foggiani disoccupati o senza casa a seguito di divorzio, ad esempio. Qual è stato il nodo della questione, cosa ha complicato i soccorsi? Sicuramente lui rifiutava gli aiuti. Tanti anni di strada lo hanno portato ad avere sempre un atteggiamento di difesa, ma non è un violento. Per questo, non potevamo procedere con un TSO, il Trattamento sanitario obbligatorio, che è indicato solo per chi è pericoloso per sé e per gli altri. Io, però, mi ero intestardito perché se non fossimo intervenuti subito Nonno Libero sarebbe certamente morto quella sera, in strada. Allora abbiamo invocato l’ASO, misura che attiva direttamente il sindaco come massima autorità sanitaria della città, il quale che dispone una ordinanza specifica e il soggetto viene portato in ospedale per le cure necessarie.

Attraverso il suo impegno in Caritas, lei ha ben chiaro il polso della situazione… Ogni sera la mensa della Caritas prepara 250 pasti. C’è tutto un mondo di povertà che non riguarda solo extracomunitari, ma sta coinvolgendo sempre più italiani e foggiani. Impossibile dare cifre e numeri: la crisi è galoppante e ci sono tante persone che vivono la povertà lontano da aiuti e servizi di volontariato. Quali sono i servizi offerti? La città può contare sui servizi offerti da Caritas e dalle associazioni del territorio. Per quanto attiene alla Caritas diocesana vi è una casa di accoglienza (l’ex Conventino) con servizio di distribuzione indumenti, docce, mensa con colazione e cena e un ambulatorio medico per l’assistenza sanitaria e la distribuzione dei farmaci. Poi vi è il dor-

mitorio di prima accoglienza gestito presso la parrocchia di Sant’Alfonso: si tratta di un progetto finanziato con il Comune di Foggia dove si accolgono 15 persone. Ancora, la Caritas ha attivato uno sportello di assistenza legale e orientamento lavoro, oltre che un centro di ascolto. L’auspicio è una collaborazione sempre più stretta tra associazioni enti e istituzioni. Quali sarebbero a suo avviso le prime misure da adottare, con maggiore urgenza? Sicuramente un maggior impegno a focalizzare le vere necessità sociali della città. Le mie parole hanno intento propositivo, ovvero invocare una sinergia maggiore con chi lavora nel sociale, per individuare i problemi reali e stringenti e promuovere azioni mirate e atte a colmare i disagi sociali. Maria Grazia Frisaldi

LA FOTOGRAFIA In piazzale Vittorio Veneto, la pratica dell’ascolto contro la solitudine

Fratelli della Stazione, storie di ordinaria solitudine Il presidente Leonardo Ricciuto: “Tra le misure più urgenti da attuare vi è il Centro Diurno” i “Nonno Libero” loro ne conoscono tanti. E tanti ne vedono ogni sera, in stazione. Il non-luogo per eccellenza. “Il posto in cui si è di passaggio, tra la folla, ed è facile confondersi tra viaggiatori e nascondere la propria povertà, il proprio sentirsi ‘pezzente’”. Leonardo Ricciuto, fondatore dei Fratelli della Stazione esaspera i toni; lo fa volutamente, per amore di chiarezza. E dalla vicenda di Nonno Libero basta un attimo per ritrovarsi catapultati alla realtà della stazione ferroviaria di Foggia, megafono di tutto ciò che accade in città. Difficile scattarne una “istantanea”, tanto quella realtà è complessa e composita. Ricciuto ci prova, proprio a partire da piazzale Vittorio Veneto, con tutte le criticità connesse alla difficile convivenza con i residenti e i commercianti della zona. “Tutti i problemi lamentati nel quartiere sono reali, e sono figli di una mancanze di servizi”, spiega Ricciuto. “In stazione è necessario, e con un urgenza, un centro diurno grazie al

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I Fratelli della Stazione

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quale dare una risposta di prima accoglienza in materia di cura e igiene personale. E poi proseguire lungo un percorso di reinserimento sociale con laboratori e figure professionali dedicate: medici per le risposte a livello sanitario, psicologi, avvocati. Non è fantascienza: altrove esistono e funzionano bene”. La povertà localizzata in stazione non sarà mai debellata, di questo ne è convinto. “Perché in stazione ci si mimetizza, perché c’è sempre gente e ci si sente meno soli, perché ci sono i bagni pubblici (a Foggia però sono a pagamento: 0.70 euro)”. Fortuna che c’è il volontariato, che funziona bene e va a sopperire alle mancanze istituzionali: carenze di servizi, di organizzazione, di fondi, di luoghi. “Abbiamo mancanze in tutto - spiega Ricciuto - ma soprattutto lamentiamo notevoli deficit di accoglienza: i posti letto sono pochissimi: troppo grande è la richiesta rispetto alle risposte che la città può offrire al momento”. Centro diurno

in stazione e nuovi posti letto in città sono in cima all’elenco degli interventi di massima urgenza stilata dal presidente dei Fratelli della Stazione. Da anni, con la “famiglia” di volontari e il pretesto di offrire latte caldo e biscotti ai senzatetto della città, Ricciuto ne raccoglie le storie. Chiacchiere che diventano confessioni. Storie di guerre, di violenze, di sfruttamento, di povertà generalizzata che però restano nel velo della solitudine. Molte sono custodite nel volume “Binario Zero” che raccoglie le verità di Eugenio, Marian, Ali, Dino, Ibrahim, Michele e di tanti altri senza fissa dimora. “Noi non soddisfiamo un bisogno alimentare. I pasti grazie a Dio non mancano e i servizi mensa funzionano benissimo; il nostro servizio è un pretesto per creare un’amicizia, per dare ascolto. E allora la chiacchiera diventa l’antidoto contro la solitudine e l’abbrutimento sociale”. Due delle peggiori malattie di questo tempo, insieme all’indifferenza. m.g.f.


focus Il dormitorio sempre pieno delle donne La misericordia sono anche quattro “minuscole” vite salvate

La casa di prima accoglienza della Caritas conta otto posti letto ed è attiva da dieci anni l dormitorio femminile è pieno, ma c’è chi arriva e chi lo lascia e se ne va. C’è una mamma arrivata in Italia dall’Albania con due bambini. Voleva portare la figlia a San Giovanni Rotondo per una visita all’ospedale. Sono state accolte anche due donne e altrettanti bambini ospiti del ghetto andato quasi completamente bruciato. Hanno perso tutto. Il posto si trova. Porta il nome di Madre Teresa di Calcutta, nella parrocchia del Santissimo Salvatore di via Napoli a Foggia. Dentro ci sono otto posti letto. Accoglie donne con o senza bambini. E per chi non lo sapesse, è attivo da dieci anni. La Caritas regola gli accessi, il parroco don Franco Colagrossi se ne occupa e la rete del volontariato lo manda avanti. Le richieste di posti letto per le donne sono inferiori rispetto a quelle per gli uomini, e per i maschi in città ce ne sono una sessantina. “È una casa di prima accoglienza - specifica il direttore della Caritas Diocesana di Foggia-Bovino don Francesco Catalano - Le donne che si trovano in uno stato di necessità vengono alla direzione della Caritas Diocesana ad esporre i loro problemi e vengono accolte per un periodo di quindici giorni, prorogabili. Sono soprattutto donne straniere, però stiamo registrando anche tante italiane. Proprio oggi pomeriggio ho ascoltato una donna, moglie di un signore che ha perso il lavoro. Sono andati a finire in strada dopo lo sfratto. Lei è venuta nel dormitorio femminile, lui in quello maschile, perché non ci sono dormitori per nuclei familiari. Naturalmente, il nostro compito è fare in modo che si tratti

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IL CASO

di un momento di sosta, di primo aiuto, poi cerchiamo di ricostruire il loro vissuto”. E quando don Francesco Catalano parla della vita usciti da lì si riferisce anche al lavoro. L’ente caritatevole si sostituisce allo Stato, e accompagna nell’inserimento lavorativo le donne. “Di solito, se sono persone che non hanno un tetto e non hanno grosse problematiche possono benissimo offrirsi come badanti h24: a quel punto hanno la possibilità di avere un tetto, dei pasti, un contratto di lavoro, specie nel caso delle donne straniere. E così con le concittadine: le aiutiamo attraverso l’esperienza lavorativa per poi finanziare magari per i primi mesi un piccolo monolocale”. Per il primo anno, oltre ai volontari della parrocchia ci sono anche le ragazze del Servizio Civile. La misericordia, in via Campanile, nell’ufficio di don Francesco Catalano, a volte si manifesta in altre forme, come quella di un rosario di legno infilato con le mani davanti al pancione. È il progetto “Come Maria”: il riferimento non è alla Madonna, ma alla prima donna che don Francesco ha convinto a non abortire, con la proposta di un piccolo lavoro. “Venne da me piangendo perché finalmente aveva trovato un lavoro come collaboratrice domestica presso una società che si occupava di intermediazione ma aveva scoperto di essere incinta. Quando l’hanno saputo le hanno detto che non avrebbe potuto continuare a lavorare così, e se non avesse abortito avrebbero dovuto licenziarla. Lei non voleva abortire, però non voleva perdere un la-

Don Francesco Catalano

voro che finalmente aveva trovato dopo tanto tempo. E allora decisi che avremmo comprato i grani di legno, le croci, il filo. Le donne a casa loro realizzano i rosari, e diamo loro un piccolo compenso. Poi questi rosari “benedetti”, nel senso che passano dalle loro mani attraverso le storie di vita, li diamo nei fine settimana quando facciamo raccolta fondi oppure se ci sono persone che ce li chiedono, parrocchie, noi li regaliamo. E grazie a questo progetto è nato un bambino che ho battezzato e poi un altro ancora, e poi altri due. La cosa strana è che le prime tre donne che riuscii a convincere a non abortire si chiamavano tutte e tre Maria”. Le sue parole sono pregne di umanità, prima ancora che

di spiritualità. “La crisi economica purtroppo favorisce i suicidi e gli aborti. Questo è per esempio un dato molto forte in Grecia. E molte volte le donne in lacrime ricorrono a questa pratica non volendolo, magari anche dietro pressione dei parenti - racconta don Francesco Catalano - Abbiamo visto che con poco si riesce a scongiurare il peggio. E due volte mi è capitato di incontrare la donna, casualmente, il giorno prima dell’interruzione di gravidanza. Addirittura, una era in fila ad aspettare il suo turno e mi telefonò, perché le avevo fatto la proposta ma non l’aveva accettata. E poi mentre era in fila, ha ripensato a quella proposta, mi ha chiamato, è venuta alla Caritas e mi ha consegnato il certificato di interruzione volontaria di gravidanza. Adesso speriamo di riuscire ad intercettare altre donne, perché la città di Foggia purtroppo ha un triste primato, quasi tre aborti al giorno. È un fallimento, una sconfitta della società. Allora cerchiamo di andare a cercare le donne nei consultori o nell’ospedale stesso, attraverso magari degli operatori. Questo è quello che intendiamo fare”. Ora è sommerso dai rosari di Papa Francesco, ma è felice così. “Se i vostri lettori vogliono dei rosari, li spedisco tranquillamente perché ne ho tanti che nemmeno s’immagina - sorride, al momento di congedarsi - ho i pacchi interi però a me va bene così perché anche se ho un passivo economico ho quattro bambini all’attivo. Ci penserà la provvidenza”. Mariangela Mariani

Doveva diventare un centro notturno di accoglienza, poi lo stop ai lavori

Un’altra chance per l’ex carcere di Sant’Eligio L’assessore regionale al Welfare Negro: “I fondi ci sono” Ex carcere femminile di Sant’Eligio. Correva l’anno 2011. Il 22 ottobre, il Presidente della Regione Puglia dell’epoca, Nichi Vendola, inaugurava il cantiere. Doveva diventare un dormitorio per i senza fissa dimora, il primo pubblico in città. Ventiquattro posti letto: una fortuna. E un centro diurno in un quartiere difficile, Borgo Croci. Merito soprattutto di Elena Gentile, titolare dell’assessorato regionale al Welfare, che si fece in quattro. Il sindaco Gianni Mongelli ci stava dietro. Ma non avevano fatto i conti con la fatiscenza di un immobile dell’800, diroccato. È andata più o meno così: c’erano fondi per un milione di euro, un terzo o giù di lì per le opere murarie, e quando gli operai sono entrati si sono resi conto che ci sarebbe voluto molto di più. Per dirla tutta, il tetto era da buttare giù. Hanno girato i tacchi e il Comune ha restituito i soldi alla Regione. Fine. L’allora commissario straordinario dell’IPAB di Foggia “SS. Addolorata”,

ente proprietario dell’immobile, Alfonso De Pellegrino, oggi pensa che a giudicare dalle condizioni di quella struttura sarebbe meglio realizzarlo altrove il dormitorio. Troppo costoso rimetterlo in sesto. L’architetto Augusto Marasco, già assessore all’Urbanistica, la pensa diversamente: “Per come è strutturata, è la destinazione più idonea. Occorre verificare attentamente il fabbisogno economico, tenendo conto della percentuale di imprevisti che si possono riscontrare in un edificio così antico”. Tecnicamente, chiarisce come si tratti di un intervento di risanamento conservativo e restauro, e a fronte dell’acclarata mancanza di strutture di accoglienza suggerisce di perseguire nell’intento. Questa volta, insomma, bisogna buttare giù un progetto che tenga conto delle criticità già riscontrate e di quelle in cui l’impresa potrebbe incappare una volta avviati i lavori. Comune di Foggia e Fratelli della

Stazione, in una recente riunione, avevano concordato di chiedere alla Regione Puglia se mai quell’ex carcere sarebbe diventato un dormitorio. Salvatore Negro, assessore regionale al Welfare, nella sua visita a Foggia del 12 febbraio, pur non essendo informato sui fatti e non conoscendo la materia, ha subito assicurato la piena disponibilità da parte della Regione Puglia. “Al mio assessorato non è pervenuta al momento alcuna richiesta, ma sin da ora posso garantire il mio interessamento. I fondi ci sono. Parliamo di circa 160 milioni per la riqualificazione e ristrutturazione di

L’ex carcere di Sant’Eligio

edifici e complessi con simili finalità”. Effettivamente i finanziamenti per ex Ipab ed altre strutture di quel genere destinate all’accoglienza e al sociale sono disponibili nella nuova programmazione, si tratta di presentare un progetto adeguato, fattibile e sostenibile. La Confraternita

di Sant’Eligio, amareggiata per come sono andate le cose, aveva espresso il desiderio che quel dormitorio fosse intitolato alla memoria di don Antonio Silvestri, il prete degli ultimi, che aveva consacrato nell’Ottocento quegli spazi all’accoglienza e alla carità. Il suo processo di beatificazione, ironia della sorte, si è interrotto per la morte del postulatore e, come quei lavori, non è più ripreso. m.m.

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politica

La consigliera di Parità è l’unica donna (e la più giovane) in Consiglio

a cura di Mariangela Mariani

Verso la Consulta comunale per le Pari Opportunità veva mostrato le unghie e il temperamento da rossa quando la tirarono in mezzo per la composizione della Giunta. Oggi in quota a Forza Italia, Ilaria Mari fu la più suffragata del Nuovo Centro Destra, il partito dell’attuale vicesindaco Erminia Roberto. E da quando Gabriella Grilli ha perso la poltrona perché dopo la Giunta non si torna indietro, loro sono rimaste le sole elette. L’unica donna senza carica assessorile è stata nominata consigliera di parità. E già a novembre ha dovuto fare i conti con qualche critica ingenerosa alla corsa contro la violenza sulle donne. Eppure allora era riuscita, da giovanissima qual è - ha 27 anni - a coinvolgere un target difficile da intercettare: i ragazzi e le ragazze. È soprattutto a quel mondo che fieramente rappresenta che intende dare voce, e lo ha fatto anche nell’auditorium della Biblioteca Provinciale nella riunione congiunta di Consiglio comunale e provinciale per salvare la Magna Capitana. A lei il compito di traghettare la Consulta per le Pari Opportunità del Comune di Foggia, pronta a nascere. Da luglio ha assunto la delega alle Pari Opportunità. Cosa comporta questo incarico, come può agire la responsabile alle Pari Opportunità? Credo che il compito precipuo della

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Ilaria Mari: “Se enti e associazioni avessero risposto sarebbe già attiva”

responsabile alle pari opportunità sia quello di sensibilizzare e svolgere attività di sensibilizzazione: l’azione deve essere diretta a rimuovere gli ostacoli – presenti in qualsiasi campo, sia esso economico, sociale, politico - relativi al genere, alla religione, alla razza, all’età, alle convinzioni personali. Per rimuovere un ostacolo-problema è necessario che ci sia la consapevolezza e la coscienza dell’esistenza di tale problema: ecco l’importanza della sensibilizzazione. Finora quali iniziative ha promosso e quali sono in cantiere? E cosa serve alla città in termini di Pari Opportunità? Il Comune costituirà la Consulta comunale per la Parità e le Pari Opportunità? (Nella passata consiliatura era prevista) In questi mesi, con l’ottima collaborazione del Rup (Responsabile unico del procedimento, ndr) delle pari opportunità, ho organizzato e programmato l’attività futura, concentrando l’attenzione sulla Consulta, elemento fondamentale della materia: se ci fosse stata risposta, nei tempi previsti, da parte di tutti gli enti e le associazioni coinvolte, oggi sarebbe già attiva e potremmo già essere a lavoro. La Consulta è lo strumento fondamentale per affrontare i problemi legati alle pari opportunità, per cercare soluzioni ottimali e per promuoverle, poiché consente un confronto ed un lavoro continuo ed assiduo tra istituzioni, enti pub-

blici ed associazioni, in moltissimi campi. Nelle passate consiliature erano previste, ma furono istituite per tempi brevissimi e a fine mandato. A prescindere dalla ‘programmazione’, dal 25 al 30 novembre 2015, in maniera trasversale e coinvolgendo tutta l’Amministrazione comunale, Foggia si è ‘colorata di rosso’: per sei giorni, un convegno, una corsa cittadina, le fontane rosse, i banner posti su Palazzo di città e allo stadio, locandine nelle attività commerciali hanno fatto in modo che anche i cittadini foggiani fossero a conoscenza del 25 novembre - la giornata mondiale contro la violenza sulle donne - e si chiedessero perché ci fosse tale giornata, scoprendo, magari, che la prima causa di morte non è l’Hiv o la malattia in generale, ma il femminicidio. Ha incontrato associazioni, ha avuto modo di confrontarsi con le realtà al femminile? Certo, mi sono confrontata con varie associazioni e con la realtà femminile: ho avuto il piacere di partecipare ad alcuni tavoli tecnici, organizzati dalla Consigliera di parità della provincia di Foggia, ove ci si è soffermati, in particolar modo, sulla condizione della donna nell’ambito lavorativo. Lei è la più giovane in Consiglio, oggi l’unica donna tra i banchi, Giunta a parte. Quanto è difficile a queste condizioni?

Quanto conta per lei la parità di genere in politica? Non solo “donna”, ma “giovane donna”: leggevo, inizialmente, lo stupore negli occhi di alcuni miei colleghi durante i miei interventi in Consiglio Comunale – come se fossero eventi straordinari (nel vero senso della parola, “fuori dall’ordinario”) - o, semplicemente, quando mi confrontavo con loro. Tuttavia, non condivido assolutamente qualsiasi intervento a favore delle donne per garantire la parità di genere in politica, quote rosa o doppia preferenza, per esempio: questi espedienti confermano e rafforzano la concezione maschilista e l’agevolano. La confermano perché, implicitamente, ammettono che le donne hanno bisogno di una “corsia preferenziale” per far politica. La rafforzano perché, amministrative foggiane 2014 docet, diventano lo strumento per aumentare le preferenze degli uomini: l’uomo è sempre “in coppia” con due o tre donne. Ovviamente, bisogna decidere che tipo di donne si vuol essere, perché molto dipende da noi: parafrasando la mia esperienza politica – e non solo la mia, anche quella di Lia Azzarone o di Rosa Barone-, non abbiamo bisogno di interventi legislativi per essere elette e per dimostrare ciò che siamo, anzi. In fondo, è bello essere sottovalutate: rende più divertente la sorpresa finale.

DA MONTECITORIO A VIA CAPRUZZI

Parità di genere in Consiglio regionale: non si fa alla romana

Maria Elena Ritrovato

Il risarcimento alle pugliesi del 50 e 50 è arrivato da Montecitorio. Tanto veleno, per poi vedersi riconosciuto l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali dalla Camera, dopo l’approvazione del Senato. Calato dall’alto, e nemmeno alla romana considerate le percentuali. Le donne che avevano promosso la proposta di legge di iniziativa popolare se la sono legata al dito non una ma due volte: nel lontano 2012 e il 26 febbraio 2015. Uno schiaffo a due mani. Il 3 febbraio scorso giustizia è stata fatta: doppia preferenza e i candidati dello stesso sesso in una lista non possono superare il 60 percento. A spiegare cosa cambi rispetto alla parità in salsa pugliese è Maria

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La rivincita del Comitato 50/50: “Questo Governo ha superato l’ostruzionismo” Elena Ritrovato la portavoce della Conferenza delle Donne Democratiche di Capitanata: “Differisce nelle proporzioni: noi chiedevamo il 50 e 50, invece quella approvata fissa il 60 e 40. La doppia preferenza è identica. Abbiamo perso un’occasione. Ci abbiamo provato in tutti i modi e non è servito. Questo Governo ha superato l’ostruzionismo dei Consigli regionali. Ora la legge va applicata, non c’è discussione. Alle prossime regio-

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nali le regole saranno diverse ed anche il panorama”. Ciascuna Regione ora deve prendere atto della modifica in via definitiva all’articolo 4 della legge numero 165 del 2 luglio 2014 in materia di accesso alle candidature per le elezioni dei consigli regionali. “La Regione Puglia deve metterla all’ordine del giorno per recepirla - chiarisce un’altra battagliera, la Presidente del Comitato Pari Opportunità della

Regione Puglia, Rosa Cicolella - Le Regioni sono autonome rispetto a queste cose, ma certamente non possono non tenerla in considerazione. Si tratta di vedere quale sarà la tempistica. Peraltro il Governatore aveva preso questo impegno: la legge elettorale sarebbe stata la prima cosa proprio per far rientrare la proposta 50 e 50 che era stata bocciata. Un bel passo avanti, non c’è che dire, anche perché il 50 e 50

Rosa Cicolella

qualcuno lo aveva già previsto nella tornata elettorale ma non è tanto quello il problema quanto l’eleggibilità. È un peccato, poteva essere una straordinaria occasione farlo prima con la proposta di legge”. La Coordinatrice di turno della Conferenza delle Presidenti degli Organismi di Pari Opportunità Regionali, Roberta Mori, Presidente della Commissione per la Parità e i Diritti delle Persone dell’Emilia Romagna, il giorno stesso ha fatto sapere che avrebbe scritto al presidente della Conferenza delle Regioni e Province Autonome Stefano Bonaccini, affinché si impegnasse a promuovere l’immediato recepimento della legge da parte delle Regioni. E stavolta non si scappa.


attualità

Una disamina del fenomeno con l’avvocato Elda Panniello

Usura bancaria: nella ‘trappola’ degli interessi Tra le vittime, sia privati che imprese: come difendersi e tutelarsi ivolgersi ad una banca o ad un istituto di credito autorizzato non è sempre sinonimo di garanzia e sicurezza per chi ha necessità di accedere ad un credito più o meno importante. Anche le banche, infatti, possono incorrere in reati quali l’usura bancaria, oppure illeciti quali commissioni troppo elevate o variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali. Tutto questo approfittando della buona fede di clienti interessati più all’importo della rata del mutuo o prestito, che al tasso di interesse applicato. Un fenomeno in crescita, al quale prestare massima attenzione e in merito al quale la Legge offre maggiori strumenti di tutela. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Elda Panniello, dell’omonimo studio legale. Avvocato Panniello, facciamo un po’ chiarezza: cos’è il reato di usura bancaria? L’usura è un reato che può essere commesso da chi concede somme di denaro in prestito o a titolo di finanziamento a tassi di interesse decisamente superiori rispetto a quelli consentiti dalla legge. Tale comportamento è punito con

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la pena della reclusione da due a dieci anni e con una multa fino a 30.000 euro. Non si può poi escludere, inoltre, che le stesse banche o le società finanziarie possano richiedere ai propri clienti la restituzione di interessi superiori a quelli consentiti dalla legge e in questo caso le pene sono aumentate da un terzo alla metà. Quali sono le potenziali vittime? Sia i privati che le imprese possono essere vittime inconsce: il fenomeno dell’usura bancaria, infatti, si verifica nel momento in

cui le banche o le società finanziarie pretendono la restituzione di interessi superiori al tasso soglia consentito dalla legge per effetto della conclusione di un contratto di apertura di credito in conto corrente, di un mutuo, di un leasing o di qualsiasi altro contratto di finanziamento che prevede la remunerazione degli interessi. Per questo, bisogna fare attenzione a quanti si propongono di offrire denaro a condizioni vantaggiose e senza troppe formalità, chiedono denaro per portare avanti una pratica di finanziamento, oppure offrono denaro, ma chiedono a garanzia del credito assegni o cambiali in bianco o con importi maggiorati, contratti

preliminari o scritture private o procure di vendita, atti di riconoscimento del debito, cessioni di quote di azienda, polizze assicurative sulla vita. Cosa possono fare i cittadini o i consumatori vittime di usura bancaria? A mio parere, per l’accertamento dell’usura bancaria occorre una perizia a regola d’arte che non può limitarsi al mero calcolo del tasso globale [t(a)eg] risultante dalla documentazione contabile, ma dovrà partire dall’esame dei rapporti giuridici (contratti) esistenti tra le parti, tenendo conto della eventuale nullità di clausole relative al calcolo degli interessi. Il perito, come primo atto dell’accertamento di usurarietà di un tasso, dovrebbe pertanto verificare l’esistenza delle clausole del contratto (di finanziamento) che potrebbero provocare l’usura, cioè un tasso annuo (effettivo e globale) superiore al tasso soglia (usura oggettiva) o sproporzionato (usura soggettiva). Che tutela offre la legge ai cittadini? Negli ultimi tempi si sta affermando il principio secondo il quale il contratto usurario è un contratto nullo per illiceità. La nullità è tuttavia parziale perché ri-

guarda solo le singole clausole del contratto colpite da illiceità, che vengono sostituite di diritto con le disposizioni corrette che riconducono il calcolo degli interessi entro i limiti del tasso soglia. Se il cliente ha effettuato il pagamento di interessi usurari è possibile quindi agire in giudizio contro la banca per ottenere la restituzione delle somme ingiustamente pagate. Il cliente può ottenere anche il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale se ha subito dei danni materiali o morali alla propria persona o all’impresa.

STUDIO LEGALE

Avv. ELDA PANNIELLO Piazza G. Marconi, 11 - Foggia Telefono: 0881 204600 www.consulenzalegalepanniello.it

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Il frutto più nutriente dell’Amazzonia

Bacche di Acai Ricche di antiossidanti “proteggono” il cuore

A CURA DEL DOTT. GIANLUCA D’ALESSANDRO e bacche di Acai (si pronuncia “Asai”) sono il frutto di una palma arborea che vegeta nelle foreste settentrionali del Brasile, raggiungendo altezze di oltre 20 metri. Le bacche di Acai sono piccoli frutti di colore blu e per secoli hanno rappresentato un alimento basilare per le popolazioni indigene dell’America Meridionale dove vengono considerate il frutto più nutriente dell’Amazzonia.

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Le bacche di Acai sono ricche di antiossidanti considerati utili per proteggere il cuore e l’apparato cardiocircolatorio. Contribuiscono ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e contengono steroli vegetali, preziosi per salvaguardare i vasi sanguigni. Le sostanze benefiche presenti nelle bacche di Acai migliorano la circolazione e rendono più elastiche le pareti delle arterie. Secondo alcuni studi scientifici condotti

presso l’Università Federale di Rio de Janeiro, l’estratto ricavato dalle bacche di Acai è efficace per combattere i germi che minacciano il nostro organismo. Le bacche di Acai vengono consigliate a coloro che vogliono dimagrire o tenere sotto controllo il proprio peso. Uno studio condotto dal National Institutes of Medicine ha dimostrato che la polpa ricavata dalle bacche di Acai è in grado di ridurre gli effetti negativi di una dieta ricca di grassi. Esse possono dare una mano nella dieta siccome riducono la sensazione di fame e aiutano la naturale regolarità intestinale, favorendo anche l’eliminazione di liquidi e quindi il drenaggio, con un favorevole smaltimento delle tossine. Inoltre le bacche godono di un bassissimo indice glicemico e sono accessibili anche ai diabetici. Hanno proprietà disintossicanti, risultano utili per il fegato e sono un’importante fonte di fibre vegetali, indispensabili per il corretto funzionamento dell’intestino. Presentano proprietà anti-infiammatorie che contribuiscono a supportare il sistema immunitario ed a prevenire le reazioni allergiche. Più in generale, le bacche di Acai proteggono le cellule di tutto il nostro organismo dagli attacchi dei radicali liberi e dall’azione degli agenti esterni. Sono molto ricche di vitamina C e di acido ellagico, un polifenolo antiossidante. La combinazione delle due sostanze supporta il sistema immunitario. Le bacche di Acai inoltre migliorano i livelli generali di energia del nostro organismo e contribuiscono a contrastare l’affaticamento e lo stress.

BACCHE DI ACAI E DIETA Un modo intelligente per sfruttare gli effetti benefici delle bacche nella dieta ipocalorica è sfruttare il loro sapore dolce in sostituzione allo zucchero al miele e ai grassi. Usa le bacche di Acai per: • addolcire lo yogurt magro • insaporire i tuoi dessert ipocalorici • usa il succo di bacche di Acai per insaporire l’acqua per aumentare la dose di liquidi che assumi • usa il liofilizzato di bacche di Acai (polvere) per preparare frullati di frutta con sola frutta fresca, ghiaccio e polvere di Acai • usa la composta di Acai al posto della marmellata da spalmare sulle fette biscottate • bevi un infuso di Acai la sera prima di andare

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a dormire come tisana • usa la polpa di Acai in cubetti al posto della frutta secca o come sano snack RICETTA: AÇAÍ NA TIGELA Ingredienti: 300 g di polpa di Acai - qualche fetta di banana - un cucchiaino di miele o sciroppo d’acero - 90 g di purea di mela - cereali a piacere come muesli Preparazione: Frulla la polpa di Acai con la purea di mela e miele. Versa nelle coppette e decora con fette di banana o altra frutta secca a piacere e cereali come muesli. Ricetta ideale per colazione o per una merenda nutriente.

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Oro, perle & Co: gli ingredienti preziosi amici della pelle

bellezza a cura di Dalila Campanile

Il lusso ti fa bella Non solo metalli preziosi, ma anche caviale e champagne I trattamenti deluxe da provare almeno una volta nella vita ro a 24 carati, pietre preziose e perle: non è la lista dei gioielli che desidererebbe ogni donna, bensì quella degli ingredienti alla base delle nuove creme dedicate alla skin care nonché dei trattamenti di bellezza da fare in istituto. Sdoganati dalle star, potrebbero sembrare un mero capriccio dedicato a clienti elitari, habitué delle spa a 5 stelle, dove design ricercato e servizi all’avanguardia sembrano

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ORO COLATO | La maschera di foglie d’oro a 24 carati è disponibile nella maggior parte degli istituti al passo con le ultime tendenze: la seduta è simile ad un qualsiasi trattamento

con i fanghi, solo che a differenza di questi ultimi, il metallo prezioso agisce immediatamente sulla circolazione. L’estetista cosparge il viso con la crema dorata che con il passare del tempo si indurisce. Tra i risultati

immediatamente visibili ci sono un colorito luminoso nonchè una sensazione di pulizia profonda grazie all’effetto antinfiammatorio dell’oro. COSMETICI GIOIELLO | State acquistando cosmetici per la vostra beauty routine e invece vi sembra di essere in gioielleria: le etichette di creme e fondotinta di nuova generazione sono un elenco di ingredienti luxury. I cristalli di diamante hanno un’azione equilibrante ed illuminante. Le perle micronizzate invece sono usate in preparati per tonificare la pelle: essendo di derivazione organica sono in grado di apportare proteine e aminoacidi. Il platino è un potente antirughe mentre la tormalina rosa

promettere l’eterna giovinezza. Tutt’altro. Siamo dinanzi a “lussi” da concedersi, almeno una volta nella vita, disponibili anche a prezzi decisamente democratici. Non solo metalli preziosi: persino i cibi status symbol come caviale e champagne sono diventati degli alleati per la bellezza di ogni donna. Vale la pena quindi provare sulla nostra pelle le decantante virtù di queste rarità.

produce calore e favorisce la sintesi di fibre del derma, proprio come un laser estetico. L’azione in profondità di metalli e pietre preziose è garantita dalla loro capacità osmotica: via libera quindi ad un piccolo investimento anche in profumeria. CIBI DELUXE | Le più golose gradiranno i trattamenti di bellezza gourmand ma questa volta resteranno a bocca asciutta. Per poter sfruttare il potere antiossidante dello champagne infatti meglio un trattamento naturale da fare in istituto con apposito massaggio volto a potenziare l’effetto delle pregiate bollicine. Anche il caviale e il tartufo bianco

possiedono delle interessanti proprietà anti-age grazie all’elevato contenuto di acidi grassi Omega 3. Quest’ultimo possiede anche un potere schiarente, ideale per le pelli mature con le macchie d’età, e il suo olio è un vero toccasana anche per i capelli. Per posa e applicazioni però meglio lasciar fare all’estetista, perché in fondo il vero lusso è anche sentirsi coccolate.

Unghie a 24 carati Sulle passerelle delle sfilate primavera/estate è stato il dettaglio più apprezzato, forse perché in grado di farsi notare con la sua lucentezza: la nuova tendenza in fatto di nail art si chiama craquelé. In Istituto potrai ottenere un risultato professionale e lussuoso grazie all’impiego di vere pagliuzze d’oro ma se si ha un budget low cost si realizza applicando sulle dita carta stagnola (d’argento o d’oro) e fissandola con un top coat trasparente.

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Un corso gratuito organizzato dall’Asl di Foggia

benessere

Med-Food Anticancer Program La salute passa per la tavola Il valore della dieta mediterranea e l’importanza della “nutri-terapia” Si tratta dell’utilizzo di alimenti naturali dalle proprietà medicamentose opo aver letto questo articolo, la prossima volta che cucinerete per voi e per i nostri cari farete più attenzione a cosa metterete in tavola. E cercherete di eliminare gli alimenti prodotti con farina bianca, pane e pasta, e di non acquistare le bibite gassate né lo zucchero raffinato con cui siete soliti zuccherare caffè e dolci vari fatti in casa. Non si tratta della ‘solita’ dieta per rimettersi in forma in previsione dell’estate, ma di un regime alimentare legato ad un argomento molto più serio: il cancro. È scientificamente provato che in questa patologia, al pari di altre degenerative, l’alimentazione e l’attività motoria rivestono un ruolo fondamentale. Ma non tutti lo sanno e, soprattutto, non c’è

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abbastanza informazione in merito. Per questo, l’Asl di Foggia e il Dipartimento di Prevenzione Servizio di Igiene degli alimenti e della nutrizione hanno deciso di promuovere il ‘Med-Food Anticancer Program’, ovvero un programma nutrizionale per la lotta al cancro. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Rossella Caporizzi (in foto), una dei docenti del corso. “Lo scopo del programma è di aderire ai principi della dieta mediterranea e implementare l’attività motoria sia per prevenire l’insorgenza di tumori, sia per

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fare in modo che un tumore non si riformi, anche dopo tanti anni”, ha spiegato la dottoressa. Il corso si snoda in 11 settimane e può partecipare, gratuitamente, chi ha tra i 30 e i 70 anni. Si articola in quattro fasi. La prima consiste nell’informare i partecipanti sulla nutrizione anticancro e sui benefici della ginnastica. Nella seconda fase si apprende attivamente, attraverso esperienze sensoriali, gli argomenti affrontati precedentemente. Nella terza vi è la preparazione pratica delle pietanze della dieta mediterranea. Nell’ultima fase si analizzano gli ostacoli avuti durante il cambiamento di abitudini. In certi casi, infatti, può esserci una carenza di motivazioni, per cui viene messa a disposizione una psicologa. Non sono rari i casi di sconforto: “La serenità mentale è fondamentale. Queste modifiche comportano pensieri negativi

che si oppongono alle fasi di miglioramento della vita e noi lavoriamo anche su questo”, ha aggiunto. Non è impossibile correggere le proprie pratiche di vita. Innanzitutto bisogna aumentare il consumo di frutta, di verdura, di legumi e di pesce. Alcuni cibi, infatti, soprattutto di origine vegetale, contengono delle proprietà antineoplastiche che, come spiega la dottoressa Caporizzi, “hanno delle molecole antitumorali che bloccano a diversi livelli l’insorgenza di cellule maligne. Prese singolarmente hanno un effetto limitato. Ci vuole un’alimentazione a 360°. Uno dei pilastri del programma è la nutri-terapia, ovvero l’utilizzo di alicamenti: alimenti naturali che hanno delle proprietà medicamentose proprio per queste molecole”.

È importante preferire le farine integrali a quelle bianche ed evitare gli oli vegetali, tranne l’extra vergine di oliva che ha effetti antitumorali. Da bandire i cibi spazzatura e le bevande zuccherate che favoriscono le infiammazioni. Infine, ma non per importanza, c’è l’attività fisica di qualsiasi tipo. La più economica e più semplice è la camminata quotidiana: bastano 10mila passi al giorno a ritmo svelto, cioè 6-7 km, che corrispondono ad un’ora. È un impegno costante, è vero, ma i benefici non sono da poco. Carmen La Gatta


sguardi d’arte

In fuga dalla città: il Borgo di San Domenico

LA CAMPAGNA FIESOLANA

TRA CIELO E TERRA Questa rubrica nasce per dare spazio alla voglia di evasione che abita e anima ognuno di noi, a quello spirito del viaggiatore che stuzzichiamo con qualche suggerimento per gite fuori porta e fughe esotiche. Non sono i paradisi tropicali ad interessarci bensì il Bel Paese, con i suoi borghi, la sua storia millenaria, la bellezza delle pievi, gli scorci paesaggistici e i capolavori dell’Arte di tutti i tempi. i presero dimora i Medici abitando una delle magnifiche ville che dal 2013 sono patrimonio dell’Unesco, e il Beato Angelico che si fregiò dell’essere priore del convento del borgo, la cui posa della prima pietra, al bragio nuovo, spettò addirittura al “santo scomunicato” fra Girolamo Savonarola. Sono Fiesole e la sua splendida campagna a fare da sfondo ad una serie di capolavori naturali e storico-artistici che fanno grande la storia del nostro paese dai tempi della Rinascenza. I Medici elessero questa terra rigogliosa a sede di un casolare fuori porta, dalle forme squadrate e spartane, tipiche della cascina toscana, rivisitate in chiave rinascimentale mentre un sistema di ingegnosi terrazzamenti consentiva ai Signori di Firenze di godere di un’ottima vista sulla città e di occuparsi dei loro frutteti e della splendida limonaia, oggi tornata al gusto originario grazie ad un sapiente restauro conservativo. La vicinanza al convento rendeva poi la chiesa dedicata ai santi Domenico e Barnaba, una specie di cappella di famiglia e molti furono i lasciti medicei a favore dei domenicani. A sigillo di questo legame indissolubile, uno stemma con l’arme di Leone X Medici sovrasta lo scalone monumentale di pietra serena, scolpito come fosse un lembo di stoffa, dall’architetto Giovanni Guerrini che lo pensò nel 1727 ad ornare il vestibolo d’accesso al complesso monastico. Tutt’attorno è bello, è sano, è terso, è vita. Ed è il rintocco della campana che si erge maestosa dal cupolino del Nigetti a cadenzare

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il trascorrere del tempo, ed è sempre il suo suono cupo che anima il giorno, dall’alba al tramonto: dal mattino quando il sole sorge e i galli cantano nelle aie, al crepuscolo quando le nebbie scendono fitte sulla campagna circostante. E proprio al calar delle tenebre sul Borgo, la natura è ben lontana dal “morire”, ci sono gli animali notturni, nibbi e civette, che abitano i campi, mentre il fruscio del vento alita tra i cipressi che punteggiano i viali tra Firenze e Fiesole. È incantevole pensare che ci sia ancora il modo di poter assaporare quei piccoli piaceri

quotidiani, lontani dal frastuono del mondo moderno. Da queste parti poi la storia la fa da padrona; non c’è angolo dove essa non parli, tra rocche medievali, feudi guelfi, dimore ghibelline e ville con giardini poderosi, vere mirabilia. Nel convento poi si possono saggiare le atmosfere dei cenobi trecenteschi ma la “modernità” trovò spazio per mano del genio artistico dell’Angelico, pittore in odore di santità per la sua piezza, che vivendo al borgo espresse al meglio la sua ars pingendi, realizzando ineguagliati capolavori d’arte come l’Incoronazione della Vergine trafugata dalle truppe napoleoniche ed oggi pezzo di punta delle collezioni del Louvre. Ma dell’Angelico si possono ammirare nella Sala del Capitolo, che da sola vale una visita al convento, una splendida sinopia con relativo affresco della Madonna col bambino e una Crocifissione. Alle bellezze naturalistiche si coniugano a Fiesole anche quelle enogastronomiche che qui contano diverse eccellenze. Una sosta è infatti d’obbligo, in una delle tante osterie che si trovano nelle corti fiesolane, per gustare la tagliata di chianina, che da queste parti è il “testamento del carnivoro”. Infine, tra cielo e terra, ci può fermare a mezza strada proprio al Borgo di San Domenico per consumare una merenda davvero speciale: il panino al lampredotto che, accompagnato da un bicchiere di Chianti, ci invoglia a trattenerci fino a sera, mentre la collina si fa, complice il tramonto, sempre più dolce e della città si scorgono solo i bagliori in lontananza. Francesca Di Gioia

LABORATORIO DI DISEGNO

Workshop, corsi e laboratori artistici a cura di Stefania Piccirilli

I PER-CORSI DELL’ARTE

Il Ritratto con tecnica fotografica

L’arte per affinare capacità ma anche come hobby coinvolgente Un luogo fisico e mentale, nel quale potersi esprimere in forma creativa, imparare a conoscersi e a confrontarsi con gli altri. E’ la sede de “I per-corsi dell’arte”, giovane e dinamica associazione culturale nata in città da un’idea dell’artista e docente foggiana Stefania Piccirilli. Dai laboratori alle mostre, dai seminari ai workshop: ogni giorno i locali di via Trieste si aprono per ospitare eventi in grado di promuovere un confronto costruttivo e sostenere un dialogo in materia artistica e culturale. Proprio

questa, infatti, è la finalità con la quale la presidentessa Piccirilli, nata a Foggia 33 anni fa, ha voluto fondare l’associazione che, ad oggi, riunisce attorno a sé un gruppo di lavoro costituito da persone sensibili e capaci, avviate in percorsi formativi che conducono alla scoperta di talenti e attitudini ancora nascoste o represse. Dall’inizio delle attività, la scuola d’arte ha proposto - tra le altre cose - laboratori

e corsi di natura morta, ritratto e autoritratto, figura umana e corsi creativi di disegno e pittura, con durata trimestrale e aperti a tutti, appassionati e neofiti. Per andare incontro alle esigenze di quanti frequentano la sede di via Trieste, la scuola organizza anche seminari di approfondimento che vedono legate a doppio filo la materia artistica all’approfondimento psicologico. Tanti i “per-corsi” al momento attivi e ogni segmento viene seguito personalmente dall’artista e docente Piccirilli, che vanta numerose mostre personali e altrettante collettive sul territorio regionale e nazionale. Illustratrice, disegnatrice e pittrice, Piccirilli insegna Disegno e Storia dell’arte e Arte e Immagine.

SONO APERTE LE ISCRIZIONI AI CORSI DI: Corso di natura morta

Corso di ritratto e autoritratto

Laboratorio di Mandala

Corso di Figura umana

Tutti i corsi sono rivolti a quanti intendono avvicinarsi all’arte per affinare capacità, ma anche a quanti vogliono dedicarsi ad un hobby coinvolgente e soddisfacente. Ogni corso è aperto a tutti (dai 14 anni in su) e non sono richieste precedenti esperienze artistiche, né attitudini particolari.

La durata di ciascun corso è tri­ mestrale e sono previste quat­ tro lezioni al mese della durata di due ore e mezzo ciascuna, con cadenza settimanale.

Ogni classe­laboratorio accoglierà non più di cinque allievi, per per­ mettere alla docente di seguire tutti con la medesima attenzione e dedizione, assecondando i tempi di apprendimento di ciascuno.

Corso Creativo di Disegno e Pittura

Sono aperte le iscrizioni! ASSOCIAZIONE ARTISTICO-CULTURALE

I PER-CORSI DELL’ARTE Via Trieste, 15 - Foggia Tel.349.0078470 347/4163625 info@ipercorsidellarte.it www.ipercorsidellarte.it

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cucina

Il significato di un prodotto che per noi pugliesi è identitario

Il grano, il pane: patrimonio da salvaguardare Perché allora un cibo essenziale e sacro viene bandito nelle diete? Alla scoperta delle tecniche di molitura e raffinazione delle farina mmensi campi dorati che ondeggiano al vento: questa è l’iconografia della Daunia rurale. Nessun alimento racchiude dentro sé simbologia e sacralità come il grano, incarnazione di vita, fertilità e rinascita. Il grano ha sicuramente contribuito a modificare l’originaria attività erratica dell’uomo, in quella di coltivatore stanziale. Si accorse ben presto che la raccolta dei semi offriva molteplici vantaggi: conservabilità, trasporto e nutrimento, indirizzando naturalmente la coltivazione della terra verso quella dei cereali. Orzo, frumento, mais, avena, segale, sorgo, riso: intorno

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a queste “piante della civiltà” si organizzò l’intera vita delle varie società. Si può dire che i cereali abbiano accompagnato il cammino alimentare dell’umanità. Per i Romani Cecere era la dea della Terra e della fertilità, venerata e raffigurata con la capigliatura di spighe dorate, da cui “cerealis”, cioè sacre a Cecere. La terra di Capitanata è definita il “granaio d’Italia”, grazie alla cospicua produzione di questo prezioso cereale, rappresentato da due specie: grano duro (triticum durum) e grano tenero (triticum vulgare), dalla cui ma-

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Lucia Di Domenico e Giandomenico Pazienza

cinazione si ottiene la semola, destinata alla pastificazione e la farina, utilizzata nella panificazione. Nel sud, in particolare ad Altamura e Matera, si panifica con la semola rimacinata. Il pane, per noi pugliesi è identitario e, essendo un alimento povero, lo ritroviamo anche in numerose ricette. Come mai il pane, ritenuto cibo essenziale e sacro, viene oggi così demonizzato? Perché tanto bandito nelle diete? La spiegazione è nei processi produttivi legati all’attività molitoria. Il frutto del frumento è il chicco (cariosside) costituito da una parte esterna (pericarpo) e dai tegumenti

del seme che compongono la crusca. Le parti amidacee le ritroviamo all’interno come pure il germe, ricco di proteine, antiossidanti, grassi vegetali, vitamine e minerali. Nel tempo le tecniche molitorie si sono modificate, abbandonando l’uso dei mulini a pietra, metodo più naturale poiché il chicco, non subendo surriscaldamento, conserva inalterate tutte le sue proprietà nutraceutiche. Il prodotto di molitura è cosiddetto “integrale” poiché contiene indistintamente tutte le parti del chicco di grano, interne ed esterne. Le metodiche moderne utilizzano una serie di passaggi attraverso laminatori composti da una coppia di cilindri atti a rimuovere gli strati esterni del chicco: una successiva setacciatura, separerà le parti cruscali dalla farina, eliminando anche il germe di grano. La farina è classificata in base al suo grado di raffinazione: 00, 0, 1, 2. Tale processo genera una perdita delle fibre, sali minerali, proteine e vitamine. La ricchezza di fibre è particolarmente utile a contrastare moltissime patologie: diabete, obesità, colesterolo, cancro del colon. La farina 00, largamente

utilizzata nella panificazione, è ricchissima di zuccheri. Come tutti i prodotti raffinati, provoca un aumento della glicemia e dell’insulina, fenomeno che nel tempo porta ad un maggior accumulo di grassi; essendo “impalpabile”, crea stasi intestinale favorendo l’insorgenza di tumori. Al contrario un pane integrale ha maggior potere saziante grazie alla presenza di fibre; è particolarmente indicato nelle diete perché fornisce un apporto calorico del 20% in meno. Le fibre facilitano il transito intestinale, contrastano l’iperalimentazione, favorendo una minore assunzione di cibo, riducono l’assorbimento dei grassi, del colesterolo, i rialzi glicemici. L’incremento delle farine raffinate sconta un “pregiudizio storico”, poiché nel passato il pane bianco era considerato ad appannaggio delle famiglie benestanti. Oggi questa convinzione è sovvertita da una nuova tendenza, da una emergente consapevolezza: la salute viaggia sulla strada della sana alimentazione. a cura di Lucia Di Domenico Titolare Masseria Didattica e Agriturismo Posta Guevara


Parola d’ordine: giocare con i tessuti e non aver paura di mixare

ambienti

La “rivoluzione” del tessile a cura di Roberta Simone Arredatrice di Interni ’arredamento della casa deve essere periodicamente rinnovato, chiaramente con meno frequenza del guardaroba, ma non con meno attenzione. La casa, in quanto specchio del nostro io, merita una cura costante e portare una ventata di novità all’interno della propria abitazione la rende ancora più accogliente. Cambiando la componente tessile dell’ambiente questo cambia completamente look: tende, tappeti, divani, cuscini, copriletti caratterizzano fortemente i nostri interni. Ma come orientarsi nel panorama sempre più vasto del mondo della decorazione? Ci vengono in aiuto due importanti fiere del settore, entrambe tenutesi nel mese di gennaio. La prima, Heimtextil, ha avuto luogo a Francoforte dal 12 al 15 gennaio ed è storicamente la fiera internazionale dei produttori tessili riservata agli addetti ai lavori. La seconda, Paris Deco Off, tenutasi a Parigi dal 21 al 25 gennaio, è invece una grande manifestazione a livello mondiale sulla decorazione di interni, un ventaglio espositivo dedicato a tendaggi, stoffe da tappezzeria, passamanerie, carte da parati, tappeti e biancheria da letto. Ma quali sono le nuove tendenze? Ecco qualche anticipazione di quello che vedremo nel corso dell’anno insieme a spunti creativi di interior design.

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Parola d’ordine: divertiamoci a giocare con i tessuti, osiamo con i contrasti ed impariamo a mixare. L’ispirazione alla natura si conferma un trend vincente, un invito ad un interior rilassato e ad un’eleganza riposante. Seta, lino, lana, cotone rimangono le fibre nobili per eccellenza legate ad un più ampio concetto di stile ecofriendly. La palette

dai toni a cui siamo abituati. E’ un colore di transizione, non più celeste ma non ancora azzurro, estremamente delicato ed evocativo di sensazioni rilassanti. Il suo impiego spazia in modo trasversale in tutti gli ambienti della casa, spesso accompagnato dai toni della terra che per contrasto lo riscaldano e lo mettono in risalto. Ma in

Tende, cuscini, divani&Co: i segreti per rinnovare gli ambienti in poche e semplici mosse cromatica spazierà dalle tonalità ruvide della terra alle delicate nuances pastello delle corolle floreali, senza però trascurare toni più moderni e sofisticati come il verde oliva, il blu elettrico ed il giallo limone. Novità assoluta l’abbinamento tra rosa quarzo e grigio, forse impensabile fino a qualche tempo fa. Il rosa da sempre viene etichettato come colore femminile, relegato alle camerette o nei migliori dei casi alle camere da letto. Ebbene, ora nelle sue declinazioni più fredde e delicate, diventa protagonista anche della zona giorno, ben bilanciato dall’austerità del grigio che ne smorza i toni femminili e contemporaneamente ne esalta la luminosità. Altra new entry l’azzurro serenity, ben lontano

assoluto il must del momento è il “mix and match”, soluzione ideale e spesso economica per gli indecisi. Potremo concederci il lusso di non scegliere e divertirci ad accostare tessuti con fantasie diverse, creando un mix di stili e disegni. Potremo finalmente sbizzarrirci ad abbinare cuscini a fiori con divani a quadri, tende a motivi esotici con poltrone rivestite in tessuto optical. Paura di sbagliare o di eccedere? Esiste un trucco per realizzare un ambiente accogliente e di grande impatto con questo tripudio di fantasie ed è quello di scegliere due o tre tinte base da utilizzare come filo conduttore per legare tra loro i vari elementi. Che preferiate il damascato, il velluto lavorato, i tessuti ricamati, le stampe floreali o le geometrie, vestite a festa la vostra casa, mescolando elementi tradizionali ad altri più moderni per soddisfare al meglio le vostre esigenze abitative.

tessutiperarredamento

TESSUTI Jab Fishbacher Nobilis Mastro Raphael Designers Guild Voyage Lelievre Kadeco Castello del Barro Le Trasparenze

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In via Cariglia, struttura open space dove scoprire yoga e allenamento funzionale

e t lu a S è t r o p s lo dove Attività che contribuiscono al benessere di tutti: sportivi, anziani e bambini o sport come viatico di benessere e salute. Per tutti e per tutte le età. E’ su questo assunto, tanto semplice quanto vero, che il foggiano Leonardo De Meo ha fondato il suo sogno chiamato “Rock Fit”: una struttura accogliente e confortevole, oltre 700 metri quadri open space dove scoprire benefici e virtù dell’allenamento funzionale. Ovvero il modo più semplice e immediato per sentirsi bene con sé stessi e con il proprio corpo. “Nella nostra struttura proponiamo un’attività funzionale alla vita di tutti i giorni”, spiega De Meo. “Ovvero, esercizi che riproducono i movimenti del quotidiano, e non si lavora su una singola fascia muscolare per volta, ma si sollecitano tutte in sincrono. Ancora, proponiamo attività costantemente variate e ad alte intensità per tutti, dall’atleta al neofita, dal bambino all’anziano”.

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In questo modo, con pochi attrezzi ma utilizzati nel modo corretto, è possibile sviluppare in breve tempo forza, potenza, esplosività e precisione. E nel contempo ridisegnare la silhouette, grazie ad una fisiologica perdita di peso e ad una attività mirata, che va a definire e rimodellare, sin da subito, le fasce muscolari. “Se si lavora con costanza, i risultati non tardano ad arrivare”, spiega De Meo che gestisce “Rock Fit” insieme alla compagna Daria Cangelli.

LE NOSTRE ATTIVITÀ Sportivo da sempre, De Meo ha portato a Foggia il suo bagaglio di esperienza costruito anche all’estero, in particolare negli States, dove ha vissuto per alcuni anni. “A quattro mesi circa dall’inaugurazione, Rock Fit sta lavorando già all’implementazione della struttura e delle offerte proposte, ma sempre nell’ottica di una filosofia salutistica e sportiva insieme”, tiene a precisare. Nella struttura di via Cariglia, è presente una sala cardio e un’area yoga di 200 mq per un benessere completo, che coinvolga sia il corpo che la mente.

“Lo yoga è un percorso che necessita di scoprire i limiti fisici e mentali, per spingersi oltre”, spiega Daria Cangelli. “Questa è un’attività che ci permette di apprezzare ciò di cui è capace il nostro corpo ed allo stesso tempo regala ad esso nuove ed infinite possibilità”. Nel dettaglio, è attivo il corso di yoga ‘Silver Age’, mentre nella zona cardio della struttura spazio ai percorsi ‘Circuit Trainig’ e ‘Personal Training’. Ancora, a breve partiranno anche corsi di psicomotricità e di avviamento all’attività sportiva per bambini e, per l’estate 2016 è in programma una Summer School di Kite Surf – il Kite Camp - presso una struttura ricettiva di Vieste, con il foggiano Antonio Sereno. L’allenamento “RockFit” è adatto a tutti: agli atleti che intendono implementare il loro lavoro di base per risultati migliori e a chi intende migliorare la postura, rafforzare le fasce muscolari e preservare il proprio corpo da problemi futuri. Che siano adolescenti o anziani. Ma è particolarmente apprezzato dalle donne, quelle più giovani (per il gran lavoro sulla zona addome-glutei-gambe) e quelle più in la con gli anni perché aiuta loro ad affrontare meglio la vita di tutti i giorni e tutti i suoi movimenti.

VIA Cariglia, 48/50 Foggia seguici su Rockfit


salute

L’importanza della prevenzione nella lotta contro il tumore al seno

Aspettando “Universo Donna” n cantiere la seconda edizione dell’evento in programma presso la sala conferenze della Clinica Nuova San Francesco. Un evento tutto al femminile che, quest’anno, sarà interamente dedicato alla prevenzione del cancro alla mammella. Durante la giornata di studi, i relatori porranno particolare attenzione sul ruolo fondamentale della diagnosi precoce che offre l’opportunità di instaurare tempestivamente la terapia giusta per debellare il cancro. Un appuntamento particolarmente importante sia dal punto di vista divulgativo, che informativo: attraverso le relazioni che si susseguiranno verranno passate informazioni di carattere pratico su come prendersi cura di sé e costruire il proprio “percorso di prevenzione”. Il punto della dottoressa Giuseppina Di Miscio, radiologa.

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Dottoressa Di Miscio, dopo il successo dello scorso anno lei ha organizzato nella sala conferenze della Clinica Nuova San Francesco la seconda edizione di “Universo Donna”. Quali sono gli argomenti che verranno trattati in questo secondo appuntamento tutto al femminile? Quest’anno Universo Donna è dedicato alla prevenzione contro il nemico numero uno delle donne: il tumore al seno. Un problema troppo spesso sottovalutato e che invece, con la prevenzione e la diagnosi precoce ci consente di limitare i danni di questa terribile malattia ed evitare conseguenze gravissime per un grandissimo numero di donne. Nel mio intervento, cercherò di spiegare in parole semplici e con l’aiuto dei miei co-relatori scelti tra più valenti professionisti del settore, l’importanza di sottoporsi a controlli periodici anche in età giovanile. Ma cosa s’intende esattamente per “diagnosi precoce”? E’ la possibilità, da parte del radiologo

NOVITÀ

Giuseppina Di Miscio

specialista di scoprire l’eventuale presenza di un carcinoma al seno quando è ancora molto piccolo e non ha dato alcun segno evidente della sua presenza. Con la diagnosi precoce si ha l’opportunità di instaurare tempestivamente la terapia idonea a debellare completamente il cancro. Da che età è consigliabile sottoporsi a controllo? Il mio consiglio è di praticare gli

accertamenti diagnostici, anche solo con un esame ecografico, anche molto prima dei 40 anni. Superati i 40, consiglio di aggiungere mammografia e visita senologica con frequenza annuale o biennale. Nelle pazienti con “familiarità”, ovvero pazienti che hanno avuto casi di tumore alla mammella in famiglia (madri, sorelle) i controlli debbono incominciare già intorno ai 25 anni. Si parla spesso di tumori benigni, come bisogna comportarsi in questi casi? Non vanno sottovalutati. Bisogna monitorare anche quelli verificando eventuali cambiamenti o mutazioni della forma e dimensione di una cisti o di un fibroadenoma. Cosa accade quando lo specialista evidenzia un sospetto diagnostico? Si passa subito ad approfondire con altri esami come ad esempio la MX TOMOSINTESI che consente di studiare il seno a strati e che, semplificando il concetto, può assimilarsi ad una sorta di TAC al seno. Qualora, ad esempio, si evidenzi una nodulazione, con la stessa apparecchiatura

si può effettuare un prelievo bioptico per fare l’esame istologico e verificare l’eventuale presenza di cellule neoplastiche. Ha delle raccomandazioni speciali da fare alle nostre lettrici? Le invito a partecipare al convegno che sarà davvero molto interessante ed esaustivo e in tutti i casi consiglio di sottoporsi ai controlli quanto prima senza ansie e soprattutto di conservare accuratamente tutti gli esami diagnostici senologici (anche in caso di negatività dell’esame) in modo che, nel confronto con i precedenti, lo specialista senologo radiologo, raggiunga un elevato grado di accuratezza diagnostica complessiva nell’interesse della stessa paziente.

LASER TERAPIA DENTALE:

STOP ALLA PARADONTOSI

Le terapie dentali possono essere effettuate oggi, con successo, utilizzando la tecnologia laser. Presso FisioDental viene impiegato Epic 10, laser a diodi dispositivo chirurgico e terapeutico basato su una tecnologia d’avanguardia ideato per un’ampia gamma di procedure quali: CURE PARODONTOSI SBIANCAMENTO DENTALE DOLORI DELLE ARTICOLAZIONI TEMPORO-MANDIBOLARI

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STOP AI CAPILLARI Velure S9 è il nuovo sistema laser ad alta potenza, pensato per il trattamento non invasivo delle lesioni vascolari e pigmentate quali:

• teleangectasie del viso e arti inferiori (sia superficiali di colore rosso, sia di quelle più profonde di colore bluastro) • angiomi • acne rosacea • couperose • capillari

Grazie alla sua tecnologia il laser Velire s9 è capace di effettuare un’autentica fototermolisi sulle lesioni vascolari senza danneggiare le strutture capillari circostanti , evitando di creare l’antiestetico effetto porpora

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in poche parole

GINECOLOGA

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DI TIZIANA

CELESTE

L’eccitazione sessuale femminile è multifattoriale

Tesoro del A proposito di orgasmo... Gargano Molti problemi di coppia derivano dalla differente percezione del desiderio bbiamo spesso sentito affermare che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, per sottintendere le molteplici differenze che rendono difficoltosi i rapporti tra i due sessi e che coinvolgono contemporaneamente sia la sfera affettiva che sessuale. Relativamente all’ambito dei rapporti sessuali in realtà le differenze non sono poi così numerose come si pensa. Il rapporto sessuale si può idealmente suddividere in 4 fasi, che però appartengono ad un unico momento indivisibile: eccitamento, plateau, orgasmo e risoluzione. Tutte le fasi hanno durata variabile da persona a persona e non hanno qualità specifiche e costanti, neppure per la stessa persona nei suoi diversi rapporti sessuali. L’eccitazione sessuale, nella donna come nell’uomo, si esprime a tre livelli: cerebrale e coordina le risposte sessuale, neurochimica e vascolare; periferico, che include l’aumento della salivazione, la vasodilatazione cutanea, che concorre al senso di calore e di eccitazione generale; genitale, con vaso-

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Le Faggete della Foresta Umbra candidate tra le meraviglie dell’Unesco. Un riconoscimento importante, per il Gargano e tutta la provincia di Foggia, che potrebbe divenire presto realtà. Il dossier di candidatura delle Faggete vetuste europee, infatti, è stato ufficialmente presentato all’Unesco dopo la sottoscrizione a Parigi da parte di tutti gli ambasciatori Unesco in rappresentanza degli stati membri. Per l’Italia a firmare c’era Vincenza Lomonaco, rappresentante permanente d’Italia dal 2013. In ballo c’è il processo di realizzazione della rete europea delle foreste vetuste di faggio come patrimonio naturale dell’Umanità “Beech Forests – Joint Heritage of Europe” in cui rientrano anche le faggete della Foresta Umbra, polmone verde del Parco Nazionale del Gargano. “E’ una candidatura a cui teniamo particolarmente e che adesso è ufficiale a tutti gli effetti”, spiega il presidente dell’Ente Parco Stefano Pecorella. “Per il Gargano, già premiato dall’Unesco grazie al Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, sarebbe una grandissima soddisfazione e un’opportunità di promozione in più per un territorio che ha tante altre meraviglie naturalistiche, paesaggistiche e culturali da offrire al visitatore”. I faggi della Foresta Umbra, per la qualità del clima, riescono a vivere fino a 300 anni quando l’età media di quest’albero di solito non supera la soglia dei 200. Un dato fornito dai ricercatori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste, la Natura e l’Energia (DAFNE) dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, che hanno studiato anche l’ecosistema boschivo del Parco nazionale del Gargano dimostrando come si sia assistito ad un vero ritorno del bosco: dai 40mila ettari registrati nella metà degli anni ’80 si è passati agli oltre 60mila di oggi. Il polmone verde dello sperone d’Italia, dunque, è più vivo e rigoglioso che mai. Ed il suo valore sarà presto riconosciuto in tutto il mondo.

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dilatazione e congestione genitale e traduce il desiderio e l’eccitazione mentale in lubrificazione vaginale. L’eccitazione sessuale femminile è multifattoriale e comprende fattori biologici, la storia personale, l’educazione sessuale ricevuta, eventuali fattori traumatici (molestie e/o abusi), l’immagine corporea, i livelli di autostima e di fiducia nella propria desiderabilità; la qualità dell’attrazione di coppia, dell’intimità fisica ed emotiva, i livelli di conflittualità o di intesa, nonché la competenza sessuale e sensuale del/la partner sono fattori essenziali; cui vanno aggiunti i fattori correlati al contesto familiare e/o professionale, tra i quali è critico lo stress cronico. Successivamente alla fase di eccitamento, si entra nella fase di plateau, preliminare all’orgasmo, caratterizzata da una stabile ed elevata tensione sessuale che porta a due eventi fisiologici generalizzati: una diffusa vasodilatazione e congestione superficiale e profonda ed un aumento generalizzato della tensione muscolare.

L’orgasmo è un’esperienza squisitamente soggettiva, che si accompagna ad un variabile grado di piacere e ad una perdita graduale della coscienza di sé, può essere attivato da stimoli fisici e mentali. Se l’atto sessuale giunge a termine, dopo l’orgasmo si ha una rapida decongestione vascolare ed una scarica della tensione sessuale (fase di risoluzione). Appare subito una prima differenza significativa in questa fase di rilassamento: nell’uomo, dopo l’orgasmo, intercorre un “periodo refrattario”, durante il quale, nonostante una continua ed efficace stimolazione sessuale, non è possibile ottenere un ulteriore orgasmo. Nella donna non si verifica tale inibizione: è virtualmente disponibile a più orgasmi consecutivi (“orgasmo multiplo”). Alla ripartizione in quattro fasi, dopo trent’anni, è stata aggiunta una quinta fase: il desiderio. Il desiderio fisico e la motivazione sono considerate le due forze più potenti che nutrono il desiderio sessuale.

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 PSICOLOGIA Disturbo ossessivo compulsivo da relazione

E qui casca l’asino! La maggior parte dei problemi di coppia nella sfera sessuale si individua nella differente percezione tra uomo e donna del desiderio, ma anche nei tempi di attuazione delle varie fasi del ciclo sessuale. Negli uomini queste prime due fasi sono molto più brevi rispetto i tempi femminili e creano un divario tra i due sessi che spesso è all’origine di incomprensioni, malumori ed equivoci, che possono compromettere l’intimità di coppia se non si comprende questa differenza. La donna necessita di una precedente fase di rilassamento che le consente di accantonare momentaneamente lo stress cronico, provocato dalle innumerevoli incombenze, la fase successiva deve essere evocata innanzitutto a livello mentale, affinché questo si realizzi è necessario ritagliarsi costantemente degli spazi e tempi dedicati esclusivamente alla coppia... E se è vero che l’appetito vien mangiando, una regolare e costante attività sessuale contribuisce in buona percentuale al benessere della vita di coppia.

DI INES PANESSA

L’ossessione di non amare abbastanza Incapacità di tollerare i segni di incertezza del partner: quando l’insicurezza dei sentimenti diventa patologia oc da relazione è il nome che viene attribuito al Disturbo Ossessivo Compulsivo nella variante centrata sulle relazioni sentimentali. Una delle caratteristiche del disturbo è rappresentata dal fatto che, chi lo vive, non riesce a decodificare i suoi sintomi. Infatti è normale che una persona abbia dubbi sul proprio partner o sulla relazione durante un rapporto sentimentale, fa parte della naturale evoluzione del rapporto. Però, per alcune persone, questi dubbi legittimi diventano molto forti ed invalidanti e causano profonda angoscia. In questi casi può svilupparsi il Doc da relazione. Difficile da individuare, perché le persone tendono a focalizzarsi sugli aspetti relazionali, mentre il problema reale è l’aspetto ossessivo ed è questo che deve essere riconosciuto. Pensando al quadro sintomatico di questo disturbo bisogna pensare a quanto ognuno di noi si porti dentro la favola del “vero amore” e di quanto siano forti questi condizionamenti.

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Il disturbo in atto se ne serve quotidianamente di questa distinzione tra mondo mentale e mondo reale dove invece le cose stanno in un modo tutto diverso. A questo punto si incastra la logica del disturbo ossessivo compulsivo. Il cervello è costantemente in cerca di eventi a cui associare la frase “se questo fosse vero amore non avrei dovuto sentirmi così”.

Uno dei segni più comuni di questa difficoltà è l’incapacità di tollerare il minimo segno di incertezza. Il soggetto deve sapere con certezza cosa è successo, cosa pensa, cosa sente, cosa ha visto. Il non saperlo certamente è fonte di ansia. Il pensiero è dicotomico, ossia appena sorge il

dubbio che la relazione possa non andare bene, subentra il pensiero estremo e la certezza che andrà a rotoli (“se non penso tutto il meglio di lui, allora non lo amo voglio lasciarlo”). Altra importante caratteristica è rappresentata dai pensieri ossessivi: giorno e notte ci si chiede se quello che si prova è vero amore o no. Sono previste liste di pro e contro su svariati aspetti dell’altra persona (notare l’aspetto “logico” e “razionale” che prevale sul modo spontaneo di vivere la relazione) quali: aspetto fisico, difetti fisici, moralità, capacità sociali, personalità e ancora.. “e se lei non fosse truccata bene? Se non provassi piacere nel vederla? Se sentissi la fitta d’ansia?” Ovviamente la razionalizzazione di queste ansie crea angoscia. È presente il senso di colpa rispetto a come ci si dovrebbe sentire realmente nella relazione, “forse non lo amo quanto mi ama lui, sono orribile”, misto a dubbi ossessivi continui ed incessanti: “mi attrae o lo vedo

brutto”, “lo amo o non sento niente” sono tutti dubbi classici ai quali viene dato continuamente una risposta che viene poi smentita alla prima sensazione “reale”, per poi essere nuovamente messa in dubbio. Compaiono nel disturbo aspetti razionali sulle sensazioni fisiche ed emotive (che in generale giacciono sotto uno strato soffocante e perdurante di ansia). Il supporto dello psicologo è importante per essere accompagnati in un viaggio attraverso le emozioni in grado di spegnere con un “interruttore” la produzione dei pensieri (che invece vengono rinforzati cercando di pensare ancora di più a come risolvere il problema) e giungere alla risposta che rende in assoluto più felici.

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CHIRURGO PEDIATRICO

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MARIA NOBILI

in poche parole

Indagini, cure e trattamenti in età pediatrica

Più medici in corsia

Il reflusso gastroesofageo E’ un processo normale nei lattanti sani, bambini e adulti Il GERD si verifica invece quando il reflusso causa disturbo l reflusso gastroesofageo (RGE) è il passaggio di contenuto gastrico nell’esofago con o senza rigurgito o vomito. E’ un processo normale che avviene più volte al giorno nei lattanti sani, nei bambini e negli adulti. La gran parte degli episodi dura meno di 3 minuti, si verificano nel periodo postprandiale e non causano sintomi. Il GERD (Malattia da reflusso gastroesofageo) si verifica invece quando il reflusso di contenuto gastrico causa disturbo, sintomi o complicanze. Nei lattanti e nei bambini non ci sono sintomi tipici di GERD. Nei più grandi e negli adolescenti, come negli adulti, l’anamnesi e la visita sono sufficienti a fare diagnosi di GERD se i sintomi sono tipici. Utile PH metria, se c’è esofagite e PH metria normale è possibile pensare ad una diagnosi alternativa, per valutare la terapia antisecretoria, per correlare i sintomi agli episodi di reflusso anche rispetto ai sintomi respiratori. L’esofagogastroduodenoscopia è utile per documentare le erosioni esofagee, indicative di GER.

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AVVOCATO

Trattamento: modificazioni dello stile di vita del lattante, trial con idrolisato proteico per 2 4 settimane. L’utilizzo di latte con formula addensata ha poco senso e la posizione prona durante il sonno aumenta in misura inaccettabile il rischio di SIDS (morte in culla). Modificazioni dello stile di vita del bambino adolescente, negli obesi utile non fare pasti abbondanti o tardi la sera e posizione sollevata della testata del letto. Terapia chirurgica: in pazienti selezionati, fallimento della terapia medica, dipendenza di lungo termine dalla terapia, non compliance, aspirazione nelle vie aeree. I bambini con sintomi respiratori GERD dipendenti sono candidati alla terapia chirurgica se la medica fallisce. I bambini con fattori predisponenti al GERD hanno una più alta morbilità post intervento. Prima di ricorrere alla chirurgia è necessario che la diagnosi sia ben definita. Valutazione del bambino con sospetto GERD: per i lattanti con rigurgito

ricorrente non complicato sono generalmente sufficienti la storia e la visita per farne una diagnosi. Nei lattanti con vomito ricorrente e scarsa crescita è un GER non fisiologico. Gli accertamenti iniziali sono storia dietetica, esame urine, emocromo, elettroliti, azotemia, creatinina. E’ proponibile un trial di due settimane di una formula idrolisata a base di aminoacidi, incremento calorico o di densità della dieta. Lattanti con pianto o comportamento disturbato: Il GER non è causa abituale di questi sintomi, ma IVU, stipsi, patologie neurologiche. Se il disturbo persiste, prendere in considerazione PH metria e endoscopia. Bambini di oltre 18 mesi con rigurgito o vomito abituale: dopo i 18 mesi, la persistenza di rigurgiti e vomiti è meno comune che nel lattante. E’ possibile dipenda da GERD e si raccomanda comunque di escludere diagnosi alterna-

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tive. Possibili indagini includono EGDS, pH impedenzometria, Rx prime vie digerenti. Iperattività delle vie aeree: solo tre gruppi di pazienti con asma e pirosi, asma notturno, asma cortisone dipendente difficile da controllare possono avere beneficio da un trattamento antiacido a lungo termine o chirurgia antireflusso. Utile prima di iniziare il trattamento avere una pH metria anche se il suo valore predittivo è modesto. Polmoniti ricorrenti e malattia interstiziale polmonare possono esser conseguenza di inalazione da GER; nessun test può stabilire se il GER è responsabile delle polmoniti. Una ph metria patologica aumenta la possibilità ma non costituisce la prova. Erosioni dentali. Il rapporto con il GERD è provato. I bambini con patologie neurologiche sono a rischio più elevato.

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DANIELA MURANO

Non riguardano tutti i prodotti destinati alla vendita

Guida al consumatore aldi: tutti hanno diritto di poter fare acquisti a prezzi più convenienti e tale diritto è adeguatamente tutelato dalla legislazione statale e regionale contro il rischio di eventuali frodi o abusi. Le vendite di fine stagione o a saldo possono essere effettuate soltanto in determinati periodi dell’anno e di durata limitata prestabiliti dalle Regioni: in Puglia sono iniziate a partire dal 3 gennaio 2016. Esse però non possono svolgersi arbitrariamente: i negozianti sono tenuti infatti a rispettare le precise regole contenute nel D. Lgs. n. 114/ 1998 e nel Codice del Consumo contenente particolari garanzie in favore dei consumatori. Prima di conoscere quali sono tali regole occorre prestare attenzione alla natura dei prodotti su cui ci si aspetta uno sconto sul prezzo di acquisto: i saldi non riguardano tutti i prodotti destinati alla vendita ma soltanto i prodotti “di carattere stagionale o di moda suscettibili di un notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo”. Non deve pertanto stupire la presenza, tra gli scaffali del negozio preferito, di merce esclusa

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Lo sconto applicato deve essere espresso in percentuale Il negoziante è obbligato a sostituire il prodotto se difettoso dai saldi sulla quale il prezzo di vendita non subisce alcuna decurtazione. Le merci offerte a prezzo di saldo devono essere però separate in modo chiaro ed inequivocabile da quelle che siano contemporaneamente poste in vendita alle condizioni normali. Le vendite a saldo non sono altresì obbligatorie per i negozianti ma quelli che decidono di praticarle devono darne comunicazione al Comune ove è ubicata la loro attività commerciale almeno cinque giorni prima di darvi inizio. La legge regionale n. 27/2000 della regione Puglia ha precisato che oggetto di saldo possono essere generi di vestiario e abbigliamento in genere, gli accessori dell’abbigliamento e la biancheria intima, le calzature, le pelletterie, gli articoli di valigeria e da viaggio, gli articoli sportivi, gli articoli di elettronica. I prodotti in saldo sono caratterizzati dallo sconto applicato dal rivenditore sul prezzo normale di vendita. Lo sconto applicato deve essere espresso in percentuale su ogni pro-

dotto di cui deve necessariamente essere indicato anche il prezzo originario: il negoziante non potrà chiedere un prezzo diverso da quello dichiarato con

lo sconto. Le modalità di pagamento cui l’acquirente può giovarsi devono essere le stesse di quelle normalmente praticate dal negoziante. Se il negoziante è obbligato alla chiarezza ed alla precisione nell’indicazione dei prezzi al fine di esternare l’entità del risparmio garantito al potenziale acquirente è bene fare atten-

zione al fatto che lo stesso negoziante non è tenuto al cambio del prodotto venduto a meno che detto prodotto non sia affetto da vizi o difetti non conoscibili dall’acquirente al momento dell’acquisto. Nelle vendite in saldo infatti il risparmio ottenuto sul prezzo normale di vendita non è connesso alla vendita di un prodotto difettoso: in tal caso, ma solo entro due anni dall’acquisto e su presentazione dello scontrino, il negoziante è obbligato a sostituire il prodotto difettoso ovvero a ripararlo senza ulteriori spese a carico dell’acquirente a scelta dell’acquirente stesso. Se la riparazione e la sostituzione del prodotto acquistato sono impossibili o eccessivamente onerose per il venditore ovvero proprio il venditore non vi ha provveduto entro un congruo termine l’acquirente può scegliere di tenere il prodotto difettoso richiedendo una ulteriore riduzione del prezzo di vendita o addirittura può rifiutare il prodotto difettoso esigendo l’integrale restituzione del prezzo già pagato per l’acquisto.

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Sedici anestesisti, quindici medici di Pronto Soccorso, sei di Medicina Interna, trenta infermieri, oltre ad altre numerose figure professionali tra cui, neurologi, neuropsichiatri, tecnici della prevenzione, operatori tecnici addetti all’assistenza. È con l’assunzione di queste figure professionali che la Asl Foggia amplierà le dotazioni organiche grazie agli oltre sedici milioni di euro di finanziamento appena ottenuti per le assunzioni in deroga. Lo annuncia il Direttore Generale Vito Piazzolla: “Punteremo ad assumere professionalità elevate che qualificheranno ulteriormente le dotazioni organiche”. Gli interventi prioritari nella programmazione a breve e lunga scadenza della Direzione Generale si muovono però su più fronti e coinvolgono, in particolare, l’assistenza distrettuale. Tra le priorità, l’attivazione della telemedicina e dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) sui Monti Dauni e l’ampliamento della rete dell’emergenza-urgenza. “È nostra intenzione aumentare la permanenza dell’eliambulanza a Vieste nei mesi estivi e posizionarne un altro tra San Severo e Lucera, in modo da coprire l’area dei Monti Dauni. E ancora, riqualificare, con interventi strutturali e ammodernamenti tecnologici, i servizi territoriali. Lo faremo grazie agli ottanta milioni di euro di finanziamenti FESR che abbiamo appena ottenuto, ma anche attraverso una razionalizzazione delle risorse ed una riduzione degli sprechi, a partire dai fitti che l’Azienda paga e che intendiamo azzerare entro i prossimi tre anni”. Nonostante tutti i vincoli legislativi (dal programma Operativo che impone un riordino ospedaliero, alla Direttiva europea che stabilisce regole rigide sulla organizzazione dei turni, sino al Decreto 70 del 2015 che fissa il rapporto tra posti letto e abitanti a ‘tre per mille’ e all’ultima Legge di Stabilità per la quale, se l’assistenza ospedaliera non raggiunge il pareggio di bilancio, l’Azienda Sanitaria va in Piano di rientro) Piazzolla ha assicurato che si farà portavoce in Regione delle istanze ricevute da tutto il territorio rivendicando le specificità di Capitanata, a partire dalla vastità e peculiarità orografica.

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Nasce la sezione cittadina “Foggia Capitanata”, guidata da Angela Fiore

Sotto la buona stella della Fidapa I talenti della Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari Insieme per fare la differenza attraverso la leadership femminile a Fidapa raddoppia. E la seconda sezione cittadina “Foggia Capitanata” nasce sotto i migliori auspici e la “buona stella” di tante amiche e amici - talenti e intelletti indiscussi della città - che non hanno fatto mancare il loro saluto, il loro personale ‘in bocca al lupo’. La squadra di lavoro della neonata sezione della Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari è stata presentata ufficialmente: presidente del gruppo è Angela Fiore, sua vice è Patrizia Lusi. Ma sono tante le donne a far parte di questa “famiglia”

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- che in tutto il territorio nazionale conta 11.000 socie, in 300 sezioni - fatta di idee, energie e progetti per la città, tenendo sempre presente lo scopo della Fidapa, che è quello di promuovere e sostenere le iniziative delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari. A tenere a battesimo il nuovo gruppo di lavoro, è stata Pia Petrucci, Presidente nazionale della Fidapa. Con lei, anche la presidente del Distretto Sud-Est Fiammetta Perrone e la Presidente della sezione madrina di Terlizzi,

Benedetta Giurato. Il tema nazionale di questo biennio di lavoro sarà “I talenti delle donne: una risorsa per lo sviluppo sociale, economico e politico del nostro paese” e sarà sviluppato con la vice presidente della Sezione “Foggia Capitanata” e l’interfaccia delle vicepresidente nazionale e distrettuale. La presidente Angela Maria Fiore svilupperà invece il tema internazionale: “Making a difference throuh leadership and action”, ovvero “Fare la differenza attraverso la

La Sezione Fidapa “Foggia Capitanata”

leadership e l’azione”. L’argomento è vasto e complesso e soprattutto è caratterizzato da una molteplicità di aspetti. “Nella road map, ci impegneremo per sensibilizzare l’adozione dei principi di enpowerment delle donne; promuovere dibattiti sull’eliminazione delle disparità di genere a tutti i livelli; organizzare azioni per assicurare il Diritto alla Salute, in particolare, sull’Umanizzazione delle cure, sulla Medicina di Genere, sul pieno diritto alle donne disabili; per non abbassare la guardia sul devastante fenomeno della violenza sulle donne e del femminicidio; continuare a promuovere la green economy, cioè l’economia verde, l’economia ecologica; promuovere il percorso sulla leadership rivolto alle donne che vogliono migliorare la loro posizione”, spiega Angela Fiore. L’impegno sarò tutto concentrato sulla leadership femminile: “Sviluppare il talento femminile è essenziale per far fronte alle sfide del ventunesimo secolo. Per fare la differenza attraverso

L’ORGANIGRAMMA

Comitato di Presidenza Fidapa Sezione “Foggia Capitanata” Angela Maria Fiore Presidente Patrizia Lusi Vice Presidente Angela Dalicco Tesoriera Rita Maselli Segretaria Imma Panettieri Revisore Daniela Paolella Revisore Samantha Mancini Revisore Tiziana Celeste Consigliera Daniela D’elia Consigliera Antonella Salerno Consigliera Valletta Silvia Consigliera Antonietta Colasanto Socia Giuseppina Bisceglia Socia Rosalia Pignatiello Socia Giusy Cappa Rappresentante Young la leadership e l’azione occorre la presenza delle donne in ogni settore della vita pubblica ed economica. In tal senso, sono stati fatti passi in avanti sostanziali, ma ancora non si è realizzata la piena uguaglianza e le pari opportunità. Una condivisione equilibrata delle responsabilità migliorerà la qualità della vita di tutta la popolazione”. Le ‘fidapine’ promettono grandi cose: si rimboccano le maniche e scendono in campo. Angela Dalicco

A Biccari un laboratorio per la progettazione di imprese al femminile

Sui Monti Dauni le donne fanno impresa Variegato il gruppo: dall’avvocato all’estetista, alla casalinga che sogna il B&B Una iniziativa gratuita e attenta ai tempi della conciliazione lavoro/famiglia ’etimologia dell’aggettivo “femminile” è legata all’atto del produrre, creare, generare: proprio questo è, in sintesi, il senso stesso del nuovo progetto avviato, a Biccari, sui Monti Dauni. Ovvero, il Laboratorio per la progettazione e lo sviluppo di imprese al femminile. L’iniziativa, promossa dal Comune di Biccari, è totalmente gratuita e rivolta a tutte le donne residenti nel paese. A dar forma a questa idea ci ha pensato la cooperativa “Patto Consulting Impresa Sociale”, nella persona di Barbara Torraco (in foto), amministratore unico dell’impresa e docente del corso. La “Patto Consulting Impresa Sociale” è una cooperativa sociale, inte-

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ramente al femminile, costituita da cinque socie; il valore aggiunto di essere “impresa sociale” sta nel dimostrare che è possibile produrre servizi ad alto contenuto etico e relazionale, nel produrre ricadute positive per la comunità e nell’operare per la promozione dello sviluppo locale. “La filosofia del laboratorio – ci spiega la docente – è quella di mettere a fuoco le idee delle partecipanti, selezionarne le migliori e finanziarle grazie al sostegno del Comune di Biccari, in modo da trasformare, come per magia, i sogni di queste

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donne in realtà. Il supporto che il corso si propone di offrire è duplice: garantire un percorso formativo alle corsiste ed indirizzarle verso eventuali sbocchi lavorativi. Si è deciso, concordemente con l’Amministrazione, di partire dai reali bisogni delle partecipanti, invitandole a presentare le pro-

prie idee progetto, per poi decretare infine se realizzarle tutte o sceglierne solo alcune, che vedranno la compartecipazione di più corsiste.” Durante la prima giornata di corso è stata fornita alle partecipanti una scheda per esporre la propria idea-progetto, su cui si discorrerà nelle lezioni seguenti. Il gruppo classe è costituito da circa venti ragazze. Disparata è la composizione del gruppo classe: dall’avvocato, all’estetista, alla signora che intende aprire un B&B e deliziare gli ospiti con le sue marmellate fatte a casa; univoco è, invece, l’entusiasmo che contraddistingue queste “neo-imprenditrici”, che si sentono motivate e volenterose nel proporre le proprie

idee, fiduciose che queste un giorno si concretizzeranno. Non meno entusiasta è il sindaco del paese, Gianfilippo Mignogna, che dalle donne biccaresi si aspetta “idee meravigliose, passione e tanta voglia di fare”, quella che da sempre caratterizza le donne, imprenditrici di sé stesse. Il progetto, inoltre, si mostra attento alle esigenze ed ai fabbisogni dell’imprenditoria femminile sul territorio, creando modalità apposite per conciliare lavoro e vita familiare. Durante il laboratorio saranno costantemente forniti alle partecipanti stimoli per la creazione di servizi su misura per le donne creatrici d’impresa, al fine di inserire armonicamente queste iniziative nel processo di crescita economica locale. Leonarda Girardi


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sanità in rosa di Maria Grazia Frisaldi

Banca Cordonale, un ‘patrimonio’ mondiale Da San Giovanni Rotondo a Chigago, la speranza in un viaggio: il sangue cordonale è ricco di cellule staminali emopoietiche, utilizzabili a scopo di trapianto come “terapia salvavita” a notizia è rimbalzata subito dal web alla carta stampata, alla velocità dei social, per un caso più unico che raro: due unità di sangue prelevate da altrettanti cordoni ombelicali provenienti da due parti effettuati dalla stessa donna, a tre anni di distanza l’uno dall’altro, e con identico patrimonio genetico. Entrambi risultati perfettamente compatibili con un paziente statunitense in attesa di trapianto di midollo o di cellule staminali emopoietiche. Sono le unità di sangue custodite nella Banca Cordonale della Regione Puglia, gestita dall’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, partite da San Giovanni Rotondo per raggiungere una clinica di Chicago negli Stati Uniti d’America. Una donazione eccezionale per la struttura -, centro di raccolta in Puglia e punto di riferimento in Italia e nel mondo per la cura delle malattie del

L Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco In redazione Mariangela Mariani Dalila Campanile Leonarda Girardi Carmen La Gatta Francesca Di Gioia Rubriche dott.ssa dott.ssa dott.ssa avv.

Maria Nobili Tiziana Celeste Ines Panessa Daniela Murano

Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (Vill. Artig.) Tel. 0881.72.81.15 - Fax 0881.72.81.13 E-mail marketing@6donna.com redazione@6donna.com Sito internet www.6donna.com Social facebook: 6Donna twitter: @6DonnaMagazine Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

sangue - che fa da collettore delle donazioni di sangue placentare provenienti dai 14 ospedali pugliesi abilitati. Il suo patrimonio è importantissimo e una parte di esso è giunto anche oltre oceano, nella città dell’Illinois. IL CASO ECCEZIONALE. Due distinte donazioni di una mamma che diede alla luce due bambini, uno nel 2011 e uno nel 2014, e che in entrambe le occasioni ha scelto di donare il sangue cordonale. Queste due donazioni, esposte nel registro internazionale, sono risultate pienamente compatibili con un paziente americano in attesa di trapianto. “Si tratta di un rarissimo caso di compatibilità genetica al 100% sia tra le due unità che provengono dalla stessa mamma in due parti differenti, e sia tra le due unità e lo

stesso paziente americano”, ha spiegato a Lazzaro di Mauro, direttore della Banca Cordonale e medico responsabile dell’Unità di Medicina trasfusionale e laboratorio analisi cliniche dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza. “La circostanza è resa ancora più straordinaria se si considera che solo il 10% delle unità donate è idoneo a essere conservato ed esposto nel registro internazionale, a disposizione di tutti gli ospedali del mondo”. L’ATTIVITA’. In 9 anni salgono a 14 le unità sangue cordonale cedute agli ospedali di tutto il mondo: Regno Unito, Stati Uniti, Italia, Francia, Olanda, Danimarca e Israele. Ad oggi, nella banca ospitata nell’Ospedale di San Pio sono state raccolte 14.600 unità, di cui 1.700 bancate. Il sangue cordonale è ricchissimo di cellule staminali emopoietiche, utilizzabili a scopo di trapianto come terapia salvavita. La sopravvivenza di molti pazienti affetti da alcune patologie onco-

logiche, ematologiche, immunologiche e dismetaboliche dell’infanzia e dell’età adulta, a volte rare e gravissime, dipende dalla possibilità di effettuare un trapianto di cellule staminali. Per i pazienti che non hanno un donatore familiare compatibile, il sangue cordonale donato può rappresentare un’efficace alternativa. LA “BANCA”. Presente nel laboratorio, raccoglie, analizza e banca, tutte le unità di sangue provenienti dai 14 ospedali pugliesi abilitati. Le donazione sono esclusivamente di tipo allogenicosolidaristiche, cioè rivolte a chiunque nel mondo ne possa aver bisogno, anonime e gratuite. Sono consentite anche donazione dedicate, riservate al nascituro, solo nei casi in cui il neonato o un consanguineo abbiano una patologia, in atto al momento della raccolta, per la quale risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale. É consentita anche la conservazione di sangue da cordone per uso dedicato nel caso di famiglie ad alto rischio di avere ulteriori figli affetti da malattie geneticamente determinate, per le quali risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da cordone. Donare il sangue contenuto nel cordone ombelicale durante il parto è una pratica semplice e sicura che non comporta alcun rischio né per la mamma né per il nascituro.

Tre “bollini rosa” per il biennio 2016/2017

Sanità a misura di donna Premiato l’impegno per le patologie femminili Un ospedale a misura di donna. Lo confermano i “bollini rosa” - ben tre, ovvero l’eccellenza - assegnati dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che ha riconosciuto e premiato l’impegno dell’ospedale voluto da Padre Pio nei confronti delle patologie femminili. Si tratta di una delle massime certificazioni di qualità per l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, che incassa il riconoscimento per il biennio 2016/2017, unica struttura in Puglia a fare l’en plein. Tre i criteri di valutazione con cui

sono stati giudicati gli ospedali candidati vi è la presenza, all’interno delle aree specialistiche di maggior rilievo clinico ed epidemiologico, di servizi rivolti alla popolazione femminile, appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici, a garanzia di un approccio alla patologia in relazione alle esigenze della donna, e offerta di prestazioni aggiuntive legate all’accoglienza in ospedale e alla presa in carico della paziente. Tra le novità del nuovo bando, una sezione dedicata alla prevenzione oncologica, al fine di valutare i servizi of-

ferti dagli ospedali per la diagnosi precoce delle principali patologie oncologiche di interesse femminile. Infine, per quanto concerne la neurologia, sono stati valutati servizi dedicati alla malattia di Parkinson e all’Ictus, in quanto patologie che necessitano di percorsi diagnostico-terapeutici e di follow-up altamente specializzati. “La medicina di genere e nello specifico le patologie femminili – ha spiegato Gabriella De Vincentis, medico responsabile dell’unità Organizzazione, Logistica Sanitaria e

Accreditamento Istituzionale dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza - rivestono per noi una grande importanza perché circoscrivono un universo differente, che necessita di un approccio che tenga conto non solo di una specificità anatomica, ma biologica, funzionale, psicologica e culturale. Prendersi cura delle donne, prestando attenzione alle diverse fasi di vita, con percorsi studiati e dedicati di assistenza, cura e accoglienza, vuol dire anche prendersi cura della sua famiglia e dei suoi cari, con notevoli ricadute sociali e culturali”.

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