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focus Diritti negati e violenza

La fotografia foggiana

polis Il volo dei desideri

i sogni infranti della città

viaggi Mete da sogno

Dove l’inverno è baciato dal sole Per la foto in copertina si ringrazia

Cosmopolitan Dress&Food

SPECIALE NATALE Dettagli di stile per “accendere” le feste Piazza U. Giordano, 9/10


editoriale di Maria Grazia Frisaldi

Violenza e diritti negati: è questo il binomio sul quale si regge il Focus del numero di Dicembre di 6Donna, che prova ad andare alle origini del problema attraverso una panoramica delle iniziative organizzate a margine della Giornata nazionale contro ogni forma di violenza sulle donne. Eppure, per una strana combinazione degli eventi, violenza e diritti negati è anche la diade che mi esplode nel cuore ogni volta che penso a lei: vent’anni, origini forse nigeriane, uccisa e data alle fiamme ad una manciata di chilometri da Foggia. L’orrore, questa volta, si è concretizzato a Borgo Mezzanone a due passi dalla cosiddetta ‘pista’, il ghetto dei disperati che corre lungo il perimetro del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo della borgata, e a poche settimane dai buoni propositi e dai proclami del 25 novembre. Violenza e diritti negati. Cos’altro pensare, a mente fredda e lucida? Io, invece, non riesco a non pensare che ad una giovane ragazza, il cui cadavere è stato ritrovato abbandonato in un vigneto e scoperto un sabato mattina, per caso, da un passante. Il corpo rannicchiato a terra, un fianco completamente carbonizzato e il viso sfigurato dalle fiamme. Diritti negati, violenza, disumanità: cos’altro pensare, quando la mente si connette al cuore? Vent’anni e una fine orribile per una giovane donna trovata semicarbonizzata e seminuda in un terreno di campagna: non sappiamo nemmeno il suo nome. Le è stata tolta la dignità dell’essere, l’identità. Vittima forse di un tentativo di stupro (le sue scarpe e i suoi pantaloni sono stati trovati dagli inquirenti abbandonati lungo la strada), oppure punita per essersi ribellata a chi la voleva sulla strada: le risultanze degli investigatori portano alla luce elementi sempre più cruenti. La giovane senza nome è stata forse bruciata viva e lasciata morire tra atroci sofferenze. Diritti negati, violenza, disumanità, imbarbarimento: cos’altro pensare, quando le storie ci toccano a tal punto da farci pesare il fallimento di una intera società? E allora, di fronte a realtà e derive umane e sociali come questa, credo siamo tutti chiamati a promuovere un cambiamento attivo e reale. E a rivedere le liste dei buoni propositi per il 2017. Buona lettura, e che il prossimo sia un anno migliore. Per tutti.

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Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco In redazione Mariangela Mariani Dalila Campanile Hanno collaborato Leonarda Girardi Francesca Di Gioia Ilaria Di Lascia Valentina Pietrocola Rubriche dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa avv. arch.

Anna Lepore Floredana Arnò Valentina La Riccia Vittoria Salice Tiziana Celeste Monica Mancini Valentina Dinisi Simona Campanella

Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (Vill. Artig.) Tel. 0881.72.81.15 - Fax 0881.72.81.13 E-mail marketing@6donna.com redazione@6donna.com Sito internet www.6donna.com Social facebook: 6Donna twitter: @6DonnaMagazine

Impaginazione e stampa Publicentro Graphic

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

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sommario Attualità 4 I tabù della legge 194/78 •

Nella terra degli obiettori Torna il Premio 6Donna A caccia di storie

Personaggio 5 La scuola secondo Maria Aida Focus 6 Cav, 51 richieste di aiuto Consulta comunale Pari Opportunità: “Così non va”

7 •

Impegno Donna, al fianco delle vittime Dai diritti negati alla violenza, Alle radici del problema

Polis 8 Il volo dei desideri •

La campagna delle donne Udc

9-16 Speciale Natale 17 Rubriche Viaggi & Cucina 22 Dove l’inverno è baciato dal sole •

La tavola delle feste

Teatro 22 ‘Teatro della polvere’ •

La sfida del CUT La personale di Daniela Tzetkova L’arte dalla Az alla Buki


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attualità

Donne in rete e Ucronìa scrivono ad Emiliano: “Troppe criticità sui protocolli IVG”

di Maria Grazia Frisaldi

I tabù della legge 194, nella terra degli obiettori Nel Foggiano restano solo quattro ginecologi non-obiettori, tutti a fine carriera: “Così, nel giro di un paio di anni, si rischia di tornare ai tempi delle ‘mammane’” e donne non ne parlano mai, né volontariamente né messe faccia a faccia con la realtà. Ma le attiviste di ‘Donne in rete’ hanno intercettato il dolore e il disagio vissuto da quante hanno dovuto fare ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, un’esperienza che brucia sulla pelle anche a causa di falle e disorganizzazioni che incrinano l’intero sistema. Così, si sono fatte portabandiera dei problemi e delle criticità riscontrate, raccogliendo in una lettera aperta, firmata Donne in Rete e Ucronìa e indirizzata al Governatore della Puglia, Michele Emiliano (in quanto titolare della delega al Servizio Sanitario Regionale), tutte le incongruenze relative all’applicazione della legge 194/78 ‘Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza’, nelle strutture sanitarie della provincia di Foggia.

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LA FINE DEI NON-OBIETTORI. In Capitanata la dotazione organica di medici ginecologi non-obiettori di coscienza, che dovrebbero garantire un

servizio continuativo per l’esplicazione del protocollo IVG, risultano in numero decisamente insufficiente alle necessità. “In Puglia l’86% dei medici ginecologi è obiettore di coscienza”, spiega Maria Teresa Santelli, tra le attiviste di Donne in Rete che ha seguito e analizzato la problematica da vicino. “I numeri relativi ai non-obiettori, di conseguenza, sono veramente esigui: in Capitanata, ad esempio, ci sono solo due ginecologi presso gli Ospedali Riuniti di Foggia, uno presso l’ospedale di Manfredonia e uno a Cerignola. Nessuno a San Severo. Ad aggravare la situazione, vi è il fatto che i non obiettori siano tutti a fine carriera, dunque prossimi al pensionamento. E considerata la lentezza del turn-over nelle strutture sanitarie possiamo dire che nel giro di un paio di anni si rischia

Donne in rete

di fare un grave passo indietro”. I TEMPI DELLE ‘MAMMANE’. “In più - continua - non solo i medici si dichiarano obiettori di conoscenza, ma anche le ostetriche, le infermiere e persino le portantine si dichiarano tali, nonostante la legge 194 faccia riferimento alla fase di attuazione del protocollo IVG, mentre aiutare una paziente prima e dopo non può essere vietato, perché rientra negli obblighi di assistenza”. Maria Teresa lancia quindi una provocazione: “Torneranno i tempi delle ‘mammane’? E’ una forzatura,

certo, ma poco ci manca: non torneranno, mi auguro, i tempi in cui le donne morivano per gli aborti provocati con il ferro da calza e gli infusi di prezzemolo, ma il rischio degli aborti clandestini per chi non può permettersi soluzioni a pagamento è dietro l’angolo”. A tutto ciò, si aggiungono le difficoltà ambientali riscontrate: negli ospedali, manca un luogo adeguato per dare la riservatezza dovuta alle donne che ricorrono all’ivg, che spesso si ritrovano ignorate dai medici, in un angolo della stessa stanza con le partorienti, in situazioni che aumentano esponenzialmente il senso di colpa e la sofferenza che una scelta di questo tipo comporta. LA RISPOSTA DI EMILIANO. Il Presidente Emiliano non ha fatto mancare risposta. Ma le sue parole hanno destato, nelle attiviste di Donne in Rete, più di una perplessità. “Se con la delibera di Giunta sulla ‘Interruzione Volontaria della Gravidanza Mediante Mifepristone

(Ru 486)’ è stata deospedalizzata l’ivg con metodologia non chirurgica (e per questo siamo soddisfatte), altrettanto vero è che non è stato affrontato il problema dell’obiezione di coscienza tra i medici ginecologi”, spiegano. “Le Regioni hanno gli strumenti per intervenire e arginare la portata del problema assicurando alle donne il diritto all’ivg oltreché ai medici non obiettori un percorso professionale non penalizzante”. “Tirando le fila del discorso - conclude Maria Teresa - siamo soddisfatte che siano state approvate le linee guida relative alla RU486 (anche se l’ospedale utile più vicino per usufruirne è nella Bat) ma c’è ancora tanto, tanto da fare: chiediamo infatti che venga attuato il protocollo nel rispetto della volontà delle donne e nel rispetto di una legge che c’è, e che non deve essere un tabù, che siano previsti degli spazi idonei per questo tipo di interventi e che sia garantito alle donne l’effettiva libertà di scelta sul metodo con cui effettuare, in assoluta sicurezza, l’ivg ovvero con intervento chirurgico o con assunzione della pillola Ru486”.

Il free-magazine di genere foggiano continua a far brillare il suo sogno

Premio 6Donna, alla ricerca di storie Il nostro desiderio: dire “grazie” alle donne che lavorano per la comunità Gli occhi sono ancora pieni dei sorrisi, il cuore gonfio di storie eccezionali, quelle delle donne che ci sono state presentate in questi primi due anni del ‘Premio 6Donna’, l’iniziativa promossa dall’omonimo free-magazine e sostenuta dalla Publicentro, che intende premiare l’impegno al femminile. Il mensile di genere foggiano continua, dunque, a far brillare il suo sogno, ma nulla può fare senza le tante donne che rendono più bella, più umana e più viva la città, lavorando sodo per la collettività. La redazione è al lavoro per la terza edizione dell’iniziativa, immaginando nuovi scenari e nuove ‘menzioni speciali’ per le nostre ‘eroine’ di tutti giorni. Siamo alla Premio 6Donna 2016 ricerca di perfette sconosciute, che non ricoprano o abbiano ricoperto in passato alcun ruolo o incarico di prestigio, foggiane o donne che vivano la città e si adoperino per migliorarla, o che si dedichino al prossimo. Cerchiamo, ancora, donne che abbiano portato alto il nome di Foggia fuori dai confini regionali e nazionali, affermandosi ognuna nel proprio campo professionale. Per candidare quella che ritenete sia una donna straordinaria, la cui storia merita di essere raccontata, è sufficiente inviare un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica redazione@6donna.com, indicando nell’oggetto la dicitura ‘Candidata Premio 6Donna 2017’. Chiunque - un collega, il capo, un amico, un utente - può inviare la proposta,

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con tutti i riferimenti utili per rintracciare l’aspirante vincitrice, indicando la motivazione a sostegno della sua candidatura. Sarà poi cura della redazione vagliare ogni proposta e verificarne la veridicità ‘intervistando’ chi è a stretto contatto con la candidata ed effettuando eventuali sopralluoghi. Come ormai tradizione, il premio sarà assegnato, a Foggia, nella settimana dell’8 marzo, nella Giornata Internazionale della Donna, nell’ambito di una serata di riflessione, interventi e performance al femminile. IL PREMIO. Il mensile 6Donna, unico free magazine al femminile in Puglia dedicato alla famiglia, distribuito a Foggia in 43mila copie, ha istituito il premio nel 2015 per conferire un riconoscimento alle donne ordinariamente straordinarie che, silenziosamente, contribuiscono alla crescita della città. Potrebbe essere la dipendente di un’azienda pubblica o privata che lavora con dedizione, passione e abnegazione, oppure un medico, un’infermiera che si prende cura amorevolmente dei suoi pazienti, o ancora una volontaria impegnata nel sociale. L’idea nasce dal desiderio di conferire un riconoscimento, dire “grazie” alle donne che altrimenti resterebbero nell’anonimato.


Prima donna alla guida dell’Ufficio scolastico provinciale

personaggio di Maria Grazia Frisaldi

La scuola secondo Maria Aida Tra risorse e criticità del mondo-scuola di Capitanata Episcopo: “Gli studenti saranno dietro ogni mio passo” a scuola secondo Maria Aida. Si apre un capitolo nuovo negli uffici di via Rosati, sede dell’ex Provveditorato agli Studi. Per la prima volta a Foggia, infatti, sarà una donna a guidare l’Ufficio scolastico provinciale: si tratta di Maria Aida Episcopo, già dirigente scolastico dell’istituto ‘Notarangelo’ ed ex assessore all’Istruzione della giunta Mongelli, chiamata a ricoprire un ruolochiave per il presente ed il futuro della comunità scolastica. Il suo primo pensiero è andato agli studenti (“Sono convinta che saranno sempre presenti in carne ed ossa dietro ogni passo che farò attraverso questo ufficio”, spiega) e le sue prime parole sono state una dichiarazione di intenti: “Mi impegnerò al massimo come docente, ex preside e cittadina, creando un contesto collaborativo con le risorse del territorio”. Con quale spirito ha intrapreso questo nuova avventura? Lo spirito è sempre lo stesso: quello amalgamante della scuola. Ho cambiato ufficio e scrivania, ma la mia ragion d’essere di lavoratrice è sempre la stessa, solo inserita in un contesto più ampio. Il comune denominatore che attraversa la mia vita è sempre stata la scuola: ora lo sarà ancor di più ma con compiti più onerosi e di natura amministrativa,

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legale, contabile e gestionale. Onori e oneri, dunque. Dal suo nuovo ufficio sta toccando con mano quelle che sono le principali problematiche del mondo scuola… Oggi le scuole lamentano carenze strutturali e richiedono più risorse finanziarie per realizzare i delicatissimi obiettivi prefissati dalle offerte formative d’istituto e territoriali, ma anche per realizzare quelle innovazioni che le sfide del terzo millennio, l’Europa e il Ministero ci chiedono. I problemi sono tanti: indubbiamente ci sono motivi da attenzionare

scuola o intende entrarci… Sì, purtroppo gli uffici territoriali sono gravati da contenziosi seriali che riguardano il mondo del lavoro scolastico: dai docenti che rivendicano una vicinanza territoriale al proprio domicilio alle difficoltà legate agli ingressi nelle cosiddette graduatorie ad esaurimento (professionisti con titoli abilitanti o equiparati). Si tratta di numerose istanze, alcune lanciate come un SOS: in un mercato del lavoro ormai collassato la speranza di una porta che si apre alberga tra i numerosissimi aspiranti. In Italia ci sono potenzialmente oltre 750mila posti per la docenza, uno sbocco lavorativo ampio ma saturato sia per il rinvio dell’età pensionabile che per le riforme che, in passato, hanno abbassato il monte ore settimanali di lezione in molte scuole diminuendo percentualmente il numero degli aspiranti reclutabili. Ha avuto modo di confrontarsi su questi temi con i sindacati? Sì, sto ricevendo i segretari provinciali delle sigle sindacali di comparto per intraprendere un confronto di qualità tra parti datoriali e parti prestazionali, per il bene della scuola. Abbiamo avuto modo di conoscerla anche nelle

Gli studenti saranno sempre presenti in carne ed ossa dietro ogni passo che farò attraverso questo ufficio più di altri: strutture, gratificazione dei lavoratori e disponibilità di risorse per implementare la già ricca offerta formativa progettuale. La scuola del Foggiano ha anche dei punti di forza notevolissimi, e questo va detto: le ottime risorse umane che vi operano stanno facendo cose incredibili e che ci onorano. Una grave piaga del mondo-scuola è costituita dal precariato che colpisce chi già opera nella

Maria Aida Episcopo

vesti di assessore comunale. Cosa porterà di quella esperienza? Ho ricoperto un incarico assessorile di due anni, a partire dal 2012. La mia era una ‘figura tecnica’ in un momento in cui la storia di Foggia era plumbea, la città viveva un grave momento di recesso e mi furono affidate delle deleghe (Pubblica Istruzione, Università e Gemellaggi, Istituti di partecipazione) in modo fiduciario. In quei due anni ho avuto modo di affrontare, elaborare e gestire la materia amministrativa in un vivo laboratorio sul campo. Per di più in un periodo privo di risorse, potenzialità e speranze. Credo che quell’esperienza mi abbia temprato, e non poco, allo scopo.

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focus

a cura di Mariangela Mariani

Erminia Roberto sulla mancata assegnazione dei fondi regionali: “Un’ingiustizia”

Al CAV, 51 richieste d’aiuto nel 2016 Nel biennio precedente 69 interventi in tutto e da gennaio a oggi gli assistiti aumentano a gennaio a novembre il Centro Antiviolenza ha gestito 51 richieste di intervento. Nel novero sono compresi anche maschi adulti e anziani, non solo donne e bambini, ma tutte le vittime di soprusi, abusi e maltrattamento. Nel biennio precedente, 20142015, gli assistiti erano stati 69. Paradossalmente, è un bene che l’utenza cresca, in quanto sintomo di una lenta emersione, perché tra le mura domestiche c’è ancora tanto sommerso, ne sono certe nell’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Foggia che lavora alla promozione dei servizi e monitora costantemente le attività e l’utenza del CAV comunale. Il Centro Antiviolenza dell’Ambito Territoriale di Foggia è operativo da giugno 2011, non è nato mica ieri, e gestito dal Comune in collaborazione con l’Asl e il “Consorzio Terzo Settore Società di Servizi Sociali - Cooperativa Rebus”. È attivo un numero verde: 800180903. Il CAV comunale è l’unico istituzionale, gli altri sono abilitati a fare attività di ascolto, ma senza una convenzione non possono passare alla fase della presa in carico. “Prima c’era reticenza, per paura di ritorsioni, per motivi psicologici, e fino a quando non c’erano strutture deputate sul nostro territorio la domanda non emergeva - spiegano dallo staff dell’assessore e vicesindaco Erminia Roberto - Ora sono in aumento i casi in cui è urgente la messa in sicurezza, in un luogo sicuro, le case rifugio a indirizzo segreto per donne e figli. Significa che le donne hanno preso coscienza e si sentono tu-

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Erminia Roberto

telate in questi percorsi ed è importante che vengano accompagnate in questa fase delicata: la persona che decide di denunciare va allontanata ma va anche seguita affinché possa raggiungere l’autonomia”. Un’attenzione particolare è rivolta al trattamento e recupero degli abusanti: un’equipe lavora anche sul maltrattante che ha bisogno di essere aiutato e c’è chi riesce a uscirne, come raccontato nella testimonianza di una donna alla fiaccolata del 25 novembre a Foggia. A rivolgersi al Centro Antiviolenza, secondo i dati in possesso del Comune, sono soprattutto donne che hanno un titolo di studio inferiore al diploma, la terza media, e che non sono autonome economicamente. Sulla scorta di questi elementi, la prima progettazione, approvata dalla Regione, è stata la sperimenta-

zione delle borse alloggio, canoni di lo- e i numeri lo dimostrano, un personale cazione per consentire di allontanarsi e che segue corsi di formazione e aggioravere una casa alle vittime che non namento e ottimi professionisti. Avehanno possibilità economiche o un titolo vamo tutte le carte in regola per poter che le abiliti all’inserimento nel mondo accedere a questo fondo, per far sì che del lavoro. “Oltre al percorso delle ci venisse assegnato. Ci hanno comunidonne nelle case rifugio che dura sol- cato con due righe che all’Ambito territanto sei mesi abbiamo la possibilità di toriale non erano stati assegnati questi pagare il fitto per un anno - spiega l’as- fondi, senza nemmeno comunicarci il sessore Erminia Roberto - la donna che punteggio. Mi sono recata personaldenuncia, dopo essere stata aiutata in mente a Bari per chiedere spiegazioni e questi sei mesi a camminare con le sue chiederò anche l’accesso agli atti. Il giugambe, eventualmente anche a trovare un lavoro, può avere un ulteriore aiuto di dodici mesi”. Considerati i numeri che comprovano la validità dei servizi offerti dal Centro, nell’assessorato di via Fuiani proprio non si spiegano come la Regione possa aver negato il finanziamento di 40mila euro al Programma Antiviolenza. Il bando, chiarisce una fida collaboratrice dell’assessore al ramo, riguardava la formazione degli operatori e l’inserimento Consiglio Comunale in strutture alternative alle case rifugio a seguito di allontanamento per dizio è stato assegnato a discrezione di motivi di sicurezza. L’assessore Erminia chi ha esaminato le pratiche. Non c’era Roberto non si dà pace: “Abbiamo tutta una griglia di punteggio. Voglio andare la documentazione in regola. Ci è stata fino in fondo e capire perché non si è rifatta un’ingiustizia - ha detto anche pub- conosciuto all’Ambito Territoriale che ha blicamente nel Consiglio comunale mo- presentato il progetto il diritto di avere notematico in occasione della Giornata questi soldi che erano destinati esclusiInternazionale contro la violenza sulle vamente agli Ambiti territoriali che sono donne - L’ambito territoriale ha parteci- pochi. Nessun altro può averli al nostro pato al progetto rispettando tutti i canoni posto. Perché danneggiare un territorio e i requisiti, con un Centro che funziona che sta lavorando? A me dispiace che

Foggia e l’utenza non possano beneficiare di quei fondi. Vorrei essere accompagnata in questa mia rivendicazione è l’appello dell’assessore - ho chiesto in Consiglio comunale l’aiuto e il supporto di tutti affinché possano supportare l’Ambito, tutti dovrebbero concorrere, l’ho chiesto pubblicamente perché quando si lavora al bene della gente non esiste colore politico, né differenza tra pubblico e privato”. Lo staff dell’Ambito Territoriale si domanda perché non ci siano state richieste di chiarimento, qualora il punteggio fosse stato determinato da formulazioni che andavano esplicitate meglio, perché altrimenti, se il progetto non avesse avuto i requisiti sarebbe stato rigettato. Per fortuna, ad alimentare le attività del CAV ci sono i fondi del Piano Sociale di Zona. Le case rifugio, che devono avere particolari requisiti e garanzie di protezione, funzionano senza problemi e tutto viene pagato regolarmente. L’assessorato ovviamente punta ad acquisire sempre più fondi, partecipando a tutti i progetti utili a reperirli. “Non lasciamo progetti nei cassetti - assicura l’assessore Erminia Roberto rispondendo anche alle accuse formulate in aula dal consigliere Giuseppe Mainiero - Abbiamo sempre accordato il partenariato a tutte le associazioni e non abbiamo mai fatto scadere nulla, purché abbiano i requisiti perché io amministro soldi pubblici”.

In tutto 36 le componenti, compresi i membri di diritto. Difficile mettere tutte d’accordo

Consulta comunale Pari Opportunità, così non va onne che parlano senza rapportarsi all’altro sesso, senza un contraddittorio, in una visione parziale, priva del punto di vista maschile. “Solo donne? Ma di che parliamo?”: la retorica tipica della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, nel Consiglio comunale monotematico convocato apposta, cede il passo alle provocazioni e all’autocritica nell’intervento di Ilaria Mari, la consigliera del Comune di Foggia delegata alle Pari Opportunità, che si riferisce alla Consulta comunale per la Parità che presiede. La sua requisitoria non fa una grinza. È pronta a rimettere nelle mani del sindaco Franco Landella il suo incarico, purché ad occuparsene sia un uomo e diventi un organismo davvero inclusivo. La Consulta conta 36 donne, compresi i membri di diritto (le componenti della giunta, la presidentessa, la delegata del dirigente del Servizio Pianificazione e una volontaria, dipendente comunale). Comprensibili, peraltro, le diver-

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La presidentessa Ilaria Mari: “Sbagliato escludere gli uomini” genze di vedute. La presidentessa della Consulta non sottace i limiti evidenti. La Consulta funziona? Potrebbe funzionare meglio. Potrebbe, se ci fossero uomini. Un consesso esclusivamente femminile non consente di raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissate: confrontarci con l’altro sesso, indurli alla riflessione ed evitare i loro gesti più o meno estremi. Cosa ha fatto fino adesso di significativo la Consulta? Sicuramente il confronto su tematiche importanti, qual è quella della violenza contro le donne. Negli ultimi mesi, in particolar modo, ci siamo impegnate ad analizzare il 25 novembre ed il suo significato, sperando che non diventi un altro otto marzo e che sia solo una giornata dedicata alla comprensione della gravità del fenomeno, affinché, poi, se

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Ilaria Mari

ne possa parlare tutti i giorni dell’anno. Abbiamo individuato come momento importante quello del Consiglio comu-

nale e, il giorno successivo, abbiamo organizzato un convegno con alcuni ragazzi delle scuole superiori per discutere, con loro, del problema (alcuni sono gli autori del manifesto che ha promosso l’iniziativa). È stata, invece, annullata l’iniziativa dal Foggia Calcio del 20 novembre, per ragioni a noi sconosciute, ma, seppur non in collaborazione con il Comune, la squadra ha deciso di scendere in campo contro la violenza sulle donne il 27 novembre. Ed è giusto che un ambiente come quello calcistico, esclusivamente o, comunque, maggiormente maschile, diventi luogo di massima sensibilizzazione. Questo organismo può catalizzare finanziamenti? È molto complesso, bisognerebbe studiare la modalità più opportuna. L’Assessorato alle Politiche Sociali detiene

tutti i “poteri” di gestione attinenti alla materia de quo, nonché tutti gli strumenti e gli organi di competenza -il centro antiviolenza, per esempio, è un servizio promosso esclusivamente da questo assessorato. Tuttavia, l’assessore Roberto è componente di diritto della Consulta e, dunque, non escludiamo che eventuali proposte possano esser veicolate verso il suo ufficio. Le componenti sono tante... Sono troppe, è stata la prima cosa sollevata da questa Amministrazione: avevamo valutato, in un primo momento, di modificare il regolamento e di ridimensionare il numero delle componenti, come in passato, ma i tempi della “commissione regolamento” sono lunghissimi e se fosse arrivata una bozza in quella commissione, forse, la Consulta non sarebbe ancora attiva.


focus

Il CAV ‘Impegno donna’ offre consulenza e sostegno concreto

Da 22 anni al fianco delle vittime di abusi Francesca Vecera: “Anche i minori vittime della violenza maschile” ’associazione ‘Impegno Donna’ nasce a Foggia nel 1994, affiancata due anni dopo dal servizio Telefono Donna, uno dei primi centri di ascolto attivi sul territorio per accogliere e sostenere le segnalazioni di donne in difficoltà. L’equipe, come ci ha spiegato Francesca Vecera, coordinatrice di Telefono Donna e membro dell’associazione, è composta interamente da volontarie specializzate per offrire assistenza psicologica e gestire il problema a partire dalla segnalazione. “Siamo un centro autorizzato dalla Regione ma non percepiamo fondi: ci sostentiamo con le nostre attività”, ci racconta. “Il nostro team conta tra le 15 e le 20 unità. E’ formato da criminologhe, psicologhe, pedagogiste, avvocati, assistenti sociali e tutte quelle figure qualificate e in grado di offrire consulenza e sostegno concreto. Durante l’anno promuoviamo raccolte fondi che ci servono come sostentamento, ma sono anche fondamentali operazioni di sensibilizzazione alla problematica. Lavoriamo molto nelle scuole con diversi progetti, perché siamo convinte che si debba partire dalle nuove generazioni per arginare e debellare gli abusi. E’ fondamentale educare le fasce più giovani della società per promuovere la cultura di genere. In un territorio come il nostro, in cui il patriarcato è tanto radicato, bisogna lavorare sulla quotidianità”. Il sostegno che l’associazione offre riguarda anche i minori. “ Ci impegniamo a rispondere ai bisogni dei figli delle donne maltrattate, considerando anche i minori vittime della violenza maschile. La denuncia è un momento di presa di coscienza e consapevolezza, è un atto di valutazione su quelli che possono essere i rischi sulla propria persona e sui propri figli. Purtroppo è questo che frena maggiormente una donna dal denunciare abusi: per la maggior parte si tratta di giovani madri con figli piccoli, che subiscono il timore di

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poter esporre i propri bambini a pericoli e soprusi. Il 55% delle telefonate ci arriva da Foggia città, il 45% dalla provincia. Da poco abbiamo attivato anche i Cav nei comuni di San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo, Rignano e San Nicandro Garganico”. Ma l’attività di Impegno Donna non si limita soltanto ad accogliere il problema, si tenta anche di andare alla fonte cercando di stabilire un dialogo di sostegno con uomini maltrattanti che abbiano ma-

nifestato l’intenzione di cambiare. “Organizziamo dei Gruppi psicoeducativi in conformità a quello che è il progetto del Cam di Firenze, il primo Centro in Italia per Uomini Maltrattanti - spiega Francesca Vecera - I percorsi riabilitativi si svolgono in carcere, lo scorso anno abbiamo lavorato presso il carcere di Lucera. I partecipanti si confrontano tra loro e si spronano ad essere padri e mariti migliori. Ma sono ancora troppo pochi quelli che riusciamo a riabilitare”. Ilaria Di Lascia

Cittadinanza attiva per dare voce ai più deboli

“Dai diritti negati alla violenza” alle radici del problema Una settimana di eventi per riconoscere e combattere i soprusi Una settimana per far valere i diritti delle fasce più deboli della società, per parlarne, sensibilizzando e coinvolgendo attivamente la cittadinanza. Questo ciò che la ‘Settimana dei diritti’, come è stata ribattezzata, ha inteso fare. La Giornata dei diritti all’infanzia, celebrata in tutto il mondo il 20 novembre, ha simbolicamente dato il via a sette giorni di iniziative, reading, mostre, incontri a tema, rappresentazioni teatrali, rivolte a tutte le fasce di età, che hanno compreso anche la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre. La serie di eventi ha preso le mosse da un luogo simbolo per l’affermazione di un diritto fondamentale, quello della gestione di un bene comune: Parco San Felice, recentemente restituito alla cittadinanza grazie al progetto Parco città, promosso da una associazione temporanea di scopo che vede la sinergia di associazione Energiovane, associazione

Così le attività commerciali diventano gallerie d’arte

La macchina della solidarietà La pittura di Maria Luigia Cirillo a sostegno del CAV

L’Aquilone, Coop. Monti Dauni Multiservice e Fondazione Apulia Felix Onlus. “Stiamo dimostrando che questo posto può rinascere, che è fondamentale per questa comunità. Abbiamo lavorato insieme affinché coesione e partecipazione tra associazioni portassero risultati tangibili”, ha detto Rita Amatore, dell’associazione l’Aquilone, nel corso della conferenza stampa di presentazione delle iniziative, a cui hanno preso parte anche Elisabetta Boccia, direzione politiche sociali e relazioni territoriali – Coop Alleanza 3.0, Francesca Vecera, coordinatrice del Centro Antiviolenza Donna e referente dell’associazione Impegno Donna e Annapaola Improta, vicepresidente dell’associazione Gli Amici del Parco. “E’ uno spazio che è tornato alla vita - ha sottolineato Improta - quello che ci sembrava impossibile si sta realizzando e questa finestra che abbiamo

Sorridenti, provate, dePaolini, e l’Associazione terminate, sensuali, affaGiovanni Panunzio di Dimitri scinanti, a volte inquiete: in Lioi sono al fianco di Maria un mosaico di volti di etnie Luigia Cirillo. diverse, Maria Luigia Cirillo Le attività commerciali abbozza l’intero universo diventano gallerie d’arte. “I femminile. “Le donne X le negozi sono un’arma vidonne” è un percorso itinevente della legalità sul terrante, un grido di battaglia, ritorio per quello che un hashtag, una campagna Maria Luigia Cirillo subiscono, e vanno supportati - spiega l’artista - noi di sostegno per il Cav comunale. Pennellate morbide, a volte cerchiamo di offrire la massima visibiruvide e decise, alimenteranno le atti- lità a costo zero per i commercianti che vità del Centro Antiviolenza, innescando ci ospitano e devo dire che hanno acun inedito circuito di solidarietà dalla colto molto favorevolmente questa inimiccia dell’arte. ziativa”. Le donne disegnate aiutano le La collezione completa si compone vittime di violenza a raggiungere l’obietdi circa 300 dipinti su carta in tecnica tivo del reinserimento sociale e lavoramista. Le opere dell’artista, presidente tivo: parte del ricavato della vendita dei dell’associazione Bellami, girano per i quadri andrà al Cav comunale. La monegozi. Il Comitato Pari Opportunità stra itinerante ha fatto la sua prima dell’Ordine degli Avvocati di Foggia pre- sosta nella sede dell’Associazione Giosieduto da Ida Di Masso, Confartigia- vanni Panunzio, dove si è rinsaldata la nato Imprese guidata da Roberta collaborazione sui temi della discrimi-

riaperto si sta riempiendo di iniziative e possibilità”. “L’idea di unire le giornate del 20 e del 25 novembre risponde alla nostra esigenza di mettere in primo piano l’uomo, la persona prima ancora che il consumatore” ha spiegato Elisabetta Boccia di Coop 3.0. “E’ grazie a iniziative come queste che riusciamo a far emergere il fenomeno della violenza sulle donne e di conseguenza a combatterlo”, ha spiegato Francesca Vecera di Impegno Donna. E le iniziative che si sono avvicendate tra il centro polivalente Parcocittà e la galleria del Centro Commerciale Mongolfiera, sono state davvero molteplici e tutte diverse, grazie alla partecipazione di tanti protagonisti della vita attiva cittadina, tra cui la Casa Editrice Matilda, la compagnia ScenAperta, il Coordinamento Donne Acli, la Consulta Provinciale degli Studenti, i volontari lettori AIB Nati per Leggere Puglia, la Piccola Compagnia Impertinente, l’associazione Scatto Matto, il CUT, l’associazione “Uomini che prendono la parola”. Appuntamento centrale della settimana è stato il convegno “Sguardi differenti”, ospitato dal Centro Polivalente Parcocittà, durante il quale i principali promotori dell’iniziativa si sono confrontati sul tema del dibattito. Realtà diverse, insieme sullo stesso fronte per la battaglia comune contro quella che possiamo definire la madre di tutti i problemi, ovvero la negazione dei diritti. Infine, la performance canora “Donne incanto, voci contro la violenza”, lo spettacolo “Scarpette rosse”e il saggio di danza “To be brave”, attraverso le arti sceniche, hanno posto l’accento sull’importanza di manifestare il disagio per riuscire a combatterlo. Ilaria Di Lascia

nazione e della violenza di genere, preludio di future comuni iniziative. “Il CAV è frenetico, ha bisogno di sostegno. Ho scoperto in questi giorni, mea culpa, che esistono anche altri CAV oltre quello dell’Ambito territoriale di Foggia e vorrei capire come possiamo aiutarli”. L’impegno civile della pittrice Maria Luigia Cirillo e della sua associazione culturale “Bellami” non si ferma qui: “Abbiamo avviato un corso per le donne dei centri antiviolenza, quello della Consigliera di Parità Antonietta Colasanto con il Conform, l’ente formativo di Confartigianato. E anche quello è un percorso in cui crediamo: creare formazione per reinserire le donne e agevolare l’autonomia lavorativa, l’elemento principale che non ti fa staccare da una famiglia che non funziona. Come artista, vorrei impegnarmi affinché la mia pittura, quello che so fare, possa essere di supporto e di spinta alle m.m. altre donne”.

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polis

a cura di Mariangela Mariani

Il volo dei desideri eanche davanti alla morte Foggia rallenta. Il 20 novembre le automobili sfrecciavano ancora nel centro e nella periferia, infischiandosene dei pedoni. Si va a tutta birra per le strade della città, come se non ci fossero limiti da rispettare, spadroneggiando al volante, schiacciando l'acceleratore, azzardando con arroganza. Non abbiamo imparato niente dalla vita spezzata di Luigia Campanaro. I sogni di una ragazza di 25 anni che sorride nel giorno della Laurea e nelle foto della compagnia ScenAperta, incredula, sono volati via in una notte, per una macchina che l'è piombata addosso, in una via sempre troppo buia e con le auto in doppia fila nelle notti della movida. L'impatto ha massacrato tre famiglie, compresa quella del giovane alla guida. Ma Foggia non riduce la velocità nelle strade coi semafori giallo lampeggiante. Finisce la sua corsa in una rotonda o accavallata su un'auto parcheggiata. E non decelera.

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IL LAVORO Foggia è una città a doppia velocità. "Ci avete tolto qualcosa si grande... il futuro". Una tegola giudiziaria ha messo a repentaglio il destino di più di 800 persone, giovani, aspiranti commesse e commessi, amministrativi, magazzinieri, e tutto l'indotto. Chi si era licenziato, chi aveva già fatto le valige dal Molise, chi si era messo finalmente l'anima in pace dopo aver inviato curriculum a raf-

Tutti i sogni infranti della città fica. Hanno passato le feste col magone. In città qualche serranda si abbassava, altre si rialzavano, nel bailamme del commercio. Implacabile, la magistratura, frena gli entusiasmi degli investitori. In mezzo le vite degli altri, quelli che non vogliono fuggire da Foggia, nonostante tutto.

di fuoco. Poteva scapparci il morto in tanti altri incendi. A rimetterci, nel ghetto dei Bulgari, è stato un ragazzo di vent'anni, che forse aveva i sogni più grandi della sua età. Tutto quello che possiamo offrire ai migranti si riduce ad una baraccopoli in cui

LA SICUREZZA Dietro le vetrine, i volti affranti dei negozianti sono l'emblema della crisi e della persecuzione della malavita. Sono costretti ad aperture massacranti e se ne devono inventare una ogni giorno per spingere i consumi, fino a quando la criminalità non viola il loro mondo ovattato, coi sogni chiusi in un registratore di cassa. Se non scoppiano le bombe, i ladri svaligiano gli esercizi commerciali, li ripuliscono fino all'ultima gruccia. E per rialzarsi i commercianti devono farsi forza, dopo una notte nera, e sperare solo che non tornino. L'ACCOGLIENZA Nella notte dei palloncini rossi che volano in aria insieme ai sogni dei bambini a Foggia, quando si accendono ventimila lampadine di Natale, una vita arrivata da lontano in cerca di fortuna rimane imprigionata in un inferno

morire. In Prefettura, pochi giorni prima, venivano dispiegati i nuovi modelli di accoglienza. E se un sindaco batte i pugni e l'altro mette i paletti, sotto sotto c'è un sistema che non riesce a garantire

standard adeguati per gestire i flussi e a offrire accettabili condizioni di vita a chi magari è già scampato alla morte una volta. LA CASA A Foggia le case non bastano mai. E anche quest'anno si è rivisto un presepe sotto al Comune. Il 23 gennaio scade il bando per l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Punto e accapo. L'emergenza abitativa continua ad attanagliare le viscere della città. I sogni della gente dei bassi, dei container, delle case sgarrupate sono riposti in una graduatoria, che ormai è un esercizio di stile per fasce deboli. Gli abusivi tutti da una parte e gli aventi diritto dall'altra, che una volta tirata la linea della legalità comunque non c'è posto. Il primo nella graduatoria del palazzone SperAnziani di via D'Addedda vive in una scatola di latta in via San Severo. Si chiama Tonino e ha 76 anni. E di tutti i desideri ne ha uno che non si avvera, nemmeno quando gli certificano che ha tutti i requisiti per avere una casa vera, quella che i vandali hanno sventrato. Luigia e Tonino sono il simbolo della città dei sogni infranti. Quelli di una giovane 25enne non potrà portarli indietro nessuno. Quelli di un anziano, paradossalmente, si possono ancora salvare. E a loro sono dedicate le speranze di un 2017 migliore.

In tutte le sezioni nasce lo Sportello Pari Opportunità

La campagna di ascolto delle donne Udc All'ombra dello Scudocrociato diciotto donne, di gran carriera, attivano una campagna di ascolto delle comunità e accorciano le distanze tra la politica e la gente. Applicano alle pari opportunità le logiche e le dinamiche dei democristiani del porta a porta vecchio stampo: orecchie a terra e contatto diretto con i cittadini. "Sono tutte donne in gamba, che hanno competenze settoriali totalmente differenti che arricchiscono il loro contributo: psicologhe, medici, avvocati, insegnanti". La Commissaria provinciale Pari Opportunità dell'Udc Maura Di Salvia (in foto) descrive così la sua squadra. Lei è impegnata in politica da dieci anni e da maggio ricopre questo ruolo, affiancata da una vice, Porzia Pinto. Animata da un forte senso di appartenenza, parla del partito come di una grande famiglia, crede nel primato della meritocrazia e appartiene alla scuola di pensiero contraria alle quote rosa: "Il mio partito permette a donne

Al centro una battaglia di civiltà: l'adozione del Peba nei Comuni

capaci, meritevoli, che vogliono impegnarsi, di partecipare attivamente alla vita politica. Non approvo che la legge debba imporre il numero di donne presenti nei ruoli pubblici e istituzionali. Penso, piuttosto, che bisognerebbe rimuovere gli ostacoli che spesso impediscono alle donne di occupare ruoli decisionali e favorire la loro partecipa-

zione alla vita politica adeguando, ad esempio, strutture e uffici alle loro esigenze, con gli asili nido". Il Comitato Provinciale Pari Opportunità dell'Udc ha una bella rappresentanza territoriale e Maura Di Salvia ha un progetto piuttosto ambizioso. In tutte le sezioni nasce lo Sportello Pari Opportunità per recepire le problematiche locali, in tema di violenza di genere, disabilità, devianza minorile (la referente comunale di Foggia è Stefania Vurchio). Le attività sono partite a novembre. "Facciamo politica al servizio della gente, ma ci riusciamo soltanto se ci prefiggiamo di trovare soluzioni ai problemi reali. Anche con l'ausilio del consigliere regionale Napoleone Cera e dell'onorevole Angelo Cera, considerato che abbiamo questa possibilità, cerchiamo di attivarci per fornire risposte efficaci. Una volta recepite le

istanze, vogliamo intervenire concretamente sollecitando l'opinione pubblica e le amministrazioni. Lì dove ci dovessimo rendere conto che l'amministrazione locale non interviene e secondo noi ha delle mancanze, ci mobiliteremo con raccolte firme, attraverso l'informazione, per stimolare la politica e i governi cittadini". La finalità degli sportelli è duplice, considerata la disaffezione dei cittadini: "La politica da troppo tempo è lontana dalle esigenze della gente - spiega Maura Di Salvia - Parlare di problematiche reali, di quello di cui la gente ha bisogno per vivere meglio, serve anche a farla riappassionare alla politica". La rete territoriale non si limiterà ai punti di ascolto ma promuoverà anche una serie di incontri tematici. Il cavallo di battaglia è la campagna sociale di sensibilizzazione per l'adozione del

Peba, il Piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche. "Vogliamo parlare di disabilità e di disagio giovanile perché rivediamo anche questo tipo di problematiche nel concetto ampio di pari opportunità, e lo faremo con dei convegni-dibattito nelle varie città. Le barriere architettoniche restano una delle problematiche per noi più gravi, e vogliamo invitare i Comuni ancora inadempienti ad adeguarsi alle norme previste sin dagli anni 80, ma applicate solo a macchia di leopardo. Monitoreremo preventivamente la situazione nei comuni della provincia per stilare una mappa completa. A consuntivo, in un convegno - conclude la commissaria provinciale - analizzeremo i dati della Capitanata e cercheremo di comprendere con gli esperti e i soggetti coinvolti a tutti i livelli quali siano le possibili azioni da intraprendere".

La proposta dei Popolari in Regione: ampliare la tutela nella legge contro la violenza di genere Il Gruppo Popolari della Regione Puglia ha presentato una proposta di modifica al testo della legge regionale n.29/2014 “Norme per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, il sostegno alle vittime, la promozione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne”. Primo firmatario è il consigliere regionale eletto in Capitanata e presidente dei Popo-

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lari Napoleone Cera. La proposta integra la legge sulla violenza di genere ampliando i soggetti coinvolti, con l'intento di tutelare minori, figli e disabili. Ambiti sociali non considerati nella giusta dimensione nella normativa verrebbero inseriti tra le norme. In particolare, la modifica richiesta dal Gruppo Popolari, anche nell'intestazione, ri-

guarda una maggiore difesa dei figli e/o dei disabili, vittime di un contesto violento; la promozione di un’adeguata formazione per operatori del settore, così da essere in grado di venire incontro alle diverse necessità e affrontare le molteplici emergenze delle vittime e dei loro familiari; l'assistenza legale gratuita alle vittime. La proposta è stata sottoposta al Presi-

dente del Consiglio regionale Mario Loizzo. "C’è poi la necessità anche di ragionare su dati e documenti per meglio agire in favore delle vittime di violenza - ha spiegato Napoleone Cera - Per questo abbiamo previsto la pubblicazione dei dati raccolti dall’Osservatorio regionale per il contrasto alla violenza di genere, così come previsto all’articolo 14 della legge regionale".


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All we want for Christmas! Eleganza Una valida alternativa al solito tubino, la tuta capo cult della stagione. Elegante in nero con inserti in pizzo New Collection Relish in vendita da Cosmopolitan

n regalino per tutti o selezionare i riceventi per la serie pochi ma buoni? Meglio andare sul sicuro con un regalo classico o giocare la carta dell’originalità? In vista del Natale sale l’ansia da regalo: ecco alcuni suggerimenti per evitare che il piacere dello shopping si trasformi in un’occasione di stress senza paragoni!

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Solo il top per lui Zancan Collezione Power Bracciali con base in silicone realizzati in argento con particolari in oro e spinelli naturali neri in vendita da Aurum et Margaritae

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"Un gatto normale, anzi un po' male in arnese e spelacchiato, rimane un giorno stregato. Ma di questo male non si lamenta: è forse innamorato, certamente ammaliato da una tale gattina. Allora s'ingegna e chiede alla strega, sua amica, di diventare stregone, di imparare il mestiere, il segreto o almeno una nuova certa pozione..." Una dolcissima favola scritta da Paolo Cossi in vendita da La Borsa di Tappeto.


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Colore, forma e hair tatoo: consigli per chiome da fotografare

Natale a prova di helfie! I trend per sfoggiare capelli impeccabili durante le festività La tua foto di Natale più cliccata? Si chiama helfie: lo scatto con cui mostrare in tempo reale l’acconciatura e l’hairlook delle festività (e non solo). L’evoluzione del selfie quindi passa dal parrucchiere anche se le più intraprendenti potranno avvalersi di una buona manualità che, unita ai trucchi del mestiere, permette comunque di sfoggiare una capigliatura impeccabile. Le antesignane di questa nuova tendenza destinata ad impazzare sui social soprattutto durante il periodo natalizio sono, come sempre, le star. E se queste ultime possono contare su uno stuolo di hairstylist prestigiosi per curare e acconciare le loro chiome invidiabili, le comuni mortali potranno ottenere lo stesso risultato con degli acquisti furbi oppure rendere felici le amiche con dei regali mirati. RITORNO AL PASSATO | Nell’era della diretta digitale non si può attendere che i capelli crescano per cambiare look: meglio stupire ogni giorno i propri interlocutori con dei cambi repentini grazie alle applicazioni di capelli posticci. Non si tratta più solo di extension e crocchia spettinata - quella che andava negli anni Novanta - ma di frange, code di cavallo, trecce e chignon con cui realizzare da sole acconciature degne di una star, soprattutto durante le feste. La qualità dei materiali poi assicura

un risultato naturale. CHIOMA SCINTILLANTE | Niente investimenti sui gioielli per il look delle feste: a scintillare saranno invece i capelli con gli innovativi hair tatoo. Sono tatuaggi semi permanenti la cui peculiarità è l’applicazione sulla chioma, con un procedimento semplicissimo. Disponibili anche nei colori oro e argento, si prestano a diventare un dettaglio glamour ammirato. Meglio prediligere un unico colore e un’unica fantasia e limitarsi ad una sola ciocca per un risultato di classe. REGALARE BENESSERE | Non c’è dubbio: i regali più graditi restano sempre quelli legati al benessere. Anche in fatto di capelli. Amiche, colleghe e parenti saranno sicuramente felici di ricevere un buono da spendere presso il parrucchiere di fiducia: trattamenti alla keratina, tecniche riflessanti innovative, massaggi al cuoio capelluto e così via. Altrimenti piastre e spazzole di ultima generazione, kit da viaggio, confezioni regalo contenenti prodotti biologici per la haircare sono sempre apprezzati perché ci ricordano di coccolare un po’ i capelli, dopo tutto lo stress a cui vengono sottoposti per apparire sempre perfetti. Soprattutto durante le feste. Dalila Campanile dicembre - duemilasedici

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Case decorate a festa: il lighting è la tendenza regina

Quando il Natale si veste di luce a cura dell’arch. Simona Campanella

l Natale è alle porte ed è tempo di appendere calze, decori con nastri e palline. E naturalmente, è tempo di pensare alle luci! Mai come quest’anno il lighting è la tendenza regina per il Natale, che mixa le diverse tradizioni di illuminazione del Natale. Lasciamoci quindi ispirare dai trend relativi all’allestimento delle luci nei diversi ambienti della casa.

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RAMI DI LUCE IN VASI L’atmosfera di un ambiente si scalda in modo soft quando si può concentrare in un punto della casa un volume di luce, ottenuto con rami avvolti da fili luminosi, per affascinare gli ospiti con la bellezza semplice di una tessitura naturale di luce. Si può potenziare questo effetto utilizzando sequenze di vasi sfaccettati in cristallo o barattoli in vetro contenenti lucine, oltre che rami, ma anche riempiti solo di serie luminose: infatti, la trasparenza e la presenza di numerosi piani di riflessione amplificherà la luce offrendo uno spettacolo dal risultato garantito.

CANDELE E PORTACANDELE Senza dubbio sono un evergreen degli allestimenti natalizi, sia sulle tavole che in modo più diffuso in casa, grazie al simbolismo che associa la luce naturale al raccoglimento della celebrazione della Santa Nascita, e sono tra gli elementi più classici del Natale: perfette da sole o anche in piccoli centrotavola realizzati con pigne, bacche, rametti e minuti pezzi di legno.

LUCI “GEOMETRICHE” PER GLI ALBERI DI NATALE Luci di tipo geometrico, come solidi sfaccettati illuminanti, aggiungono un significativo e fresco tocco di modernità al vostro “capolavoro verde”. Non è più sufficiente appendere le luci tradizionali, dunque, ma per aggiungere movimento al complesso, sui rami è di effetto assicurato decorare con serie di luci in diverse forme e colori, che danno profondità al volume dell’albero, mantenendo l’atmosfera soft grazie all’elemento che contiene la luce, che filtra il fascio e rende la luce più diffusa.

possono creare veri e propri assi prospettici che guidano l’occhio dell’osservatore al punto in cui culmina la costruzione decorativa del Natale, sia esso l’albero o il presepe. Inoltre, le luci incorniciano elegantemente anche gli infissi, l’uscio e i camini.

DECORAZIONI OTTENUTE CON LUCI LED

PERCORSI ILLUMINATI Decorare con la luce angoli morti di disimpegni e corridoi, come anche i camminamenti nei giardini (per chi ha la fortuna di poter allestire il Natale anche all’aperto), è una delle migliori tendenze di quest’anno. Si

Le luci Led sono note per essere un modo per illuminare a basso dispendio di energia, efficiente ed economico. Non solo durano più a lungo rispetto alle luci tradizionali, ma sono molto più nitide alla vista. Le luci Led, tuttavia, sono presenti sul mercato dell’allestimento luminoso già da qualche tempo, però ogni anno godono di piccoli progressi tecnologici che le rendono sempre più

innovative, come le serie che cambiano di colore e sono programmate e controllate in modalità wireless attraverso un’applicazione per lo smartphone. Queste belle luci portano una sensazione di freschezza alle vostre decorazioni e sono anche disponibili in una varietà di silhouette diverse, dal fiocco di neve alla renna alla sagoma dell’albero.

PROIETTORI LED E PROIETTORI OLOGRAFICI Oltre al light design tradizionale, in questo Natale la fa da padrone anche un modo diverso di usare la luce. È l’ultima frontiera delle decorazioni natalizie americane, che sta sbarcando anche in Italia: si tratta dei proiettori Led e dei proiettori olografici. Grazie ad essi, è possibile dire addio all’intrico dei fili delle luci tradizionali ed è possibile addobbare l’albero, ma anche le pareti di casa sia esterne che interne, o di un giardino con migliaia di luci colorate (rosse e verdi) che si muovono a ritmo di musica, oppure con le immagini decorative di fiocchi di natale, di fiocchi di neve e colorati babbi natale.

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La sfida di Luigi Giannatempo: “Far dialogare clienti e artigiani del gusto”

‘Mercati di Città’, orgogliosi della nostra terra La sua è una fede incrollabile nel territorio di Capitanata e nel suo ricco bagaglio di tradizioni, gusto e genuinità nei prodotti e nelle materie prime. Luigi Giannatempo, imprenditore locale e già titolare dei supermercati ‘La Prima’, crede così tanto nelle sue radici che si è tuffato a capofitto in una nuova avventura: un format di vendita differente, che ha trovato la sua dimensione ideale nel progetto ‘Mercati di Città’, un punto di contatto tra clienti e artigiani del gusto locali. ‘Mercati di Città’ è un progetto pilota del Consorzio Coralis (che raccoglie 40 imprenditori di settore sparsi in tutta Italia e di cui Giannatempo è vicepresidente), che è partito proprio da Foggia, dove ha trovato casa in via Evemero Nardella. Una sfida, dunque, che parte dal cuore della Daunia per raccogliere le eccellenze di Capitanata e offrirle in una ‘vetrina’ di oltre 700 mq, con 25 addetti alla vendita preparati e costantemente aggiornati. Giannatempo, cos’è il progetto ‘Mercati di Città’? Cosa caratterizza questa nuova formula

In via Nardella, ecco il format di vendita differente in una ‘vetrina’ di oltre 700 mq: la filosofia degli antichi mercati si coniuga agli standard di qualità della modernità

di vendita? E’ un’ulteriore evoluzione della nostra attività: la ricerca e sperimentazione continua di nuovi format che siano in grado di soddisfare il cliente, garantendo per lui in termini di tipicità, genuinità e freschezza delle materie prime. Un progetto che va di pari passo con la nostra volontà di valorizzare le eccellenze del territorio che trovano così la vetrina giusta per presentarsi ai consumatori. Non è un caso che ci si richiami al concetto del ‘Mercato’. Come a voler sopperire alla mancanza di quel contatto diretto tra produttore e consumatore che ormai si è perso nel tempo… Sì, certamente. Parliamo di mercato perché è il luogo NEL ‘CUORE’ dove le persone si La famiglia Giannatempo, incontrano, dove c’è DEL MERCATO tre generazioni al servizio del territorio uno scambio di idee, e una crescita economica e culturale. Il mercato l progetto Mercati di Città si ispira - in termini di stagionalità così inteso non è un luogo fisico, ma una dimendei prodotti, freschezza di materie prime e dialogo tra consumatore e produttore - al modello del ‘mercato’ storicasione di dialogo, confronto e salvaguardia delle mente inteso. Il suo logo (una raggiera ispirata alla forza e alla nostre tradizioni. Una vera sfida in questi tempi. ricchezza di questa terra) si richiama a questa filosofia, ispiranAlla base di tutto vi è l’esigenza di far incontrare dosi nella forma, alla pianta di un antico mercato - Macellum e dialogare produttori e clienti in un mercato emerso nel territorio di Ordona durante le numerose campagne senza intermediazione, e garantire loro l’alta di scavi archeologici nel sito di Herdonia. qualità dei prodotti locali ad un giusto prezzo. In Così come nel Macellum di Herdonia, al sorgere del sole, vequesto modo si genera anche maggiore potere nivano raccolte e selezionate le carni, le merci e i frutti del terridi acquisto. E’ importante però valorizzare queste torio, così accade ogni giorno nel punto vendita ‘Mercati di Città eccellenze, raccontando il lavoro, la storia e la – La Prima’. Tanti i servizi offerti alla clientela e messi nero su fatica che vi è dietro o dentro la sua produzione: bianco in una ‘Carta dei Servizi’ che sancisce un patto di traspasolo così si può portare nuovamente il gusto a renza con i consumatori: tra questi l’angolo della Salsicceria (saltavola. Tutto, in ‘Mercati di Città’, parla di questa sicce lavorate al momento e condite secondo il proprio gusto), tradizione. dei Salumi e dei Formaggi, servizio consegna Spesa a Domicilio. Questo implica una inversione di rotta nella Scopri di più su www.mercatidicitta.it mentalità dell’acquirente, che fino ad ora si è

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orientato usando solo la ‘bussola’ dell’offerta, del prezzo più basso… Di fronte ad argomenti quali genuinità e qualità il cliente sa bene cosa scegliere. Forse compra meno, ma meglio: riesce cioè a focalizzare la sua attenzione sull’autenticità dei prodotti, consapevole di poter acquistare ad un prezzo leggermente più alto un prodotto garantito in termini di sicurezza e di filiera, oltre che di qualità nettamente superiore. Come è possibile avere questo rapporto qualità-prezzo? In questo conta molto l’esperienza di buyer: si fa riferimento a prodotti del territorio, che non hanno incidenza di costi aggiuntivi quali marchi, pubblicità o trasporti. Questa produzione locale, però, va sostenuta al giusto prezzo (e non sfruttata) per invogliare i vari artigiani del gusto a produrre sempre di più e sempre meglio. Fino ad ora quante sono le aziende del territorio ‘reclutate’ in Mercati di Città? Per ora sono una trentina, ma l’elenco cresce di giorno in giorno. Tutte aziende selezionate e testate, alcune volte anche presentateci dagli stessi consumatori che si recano nei vari paesini per reperire un prodotto di qualità artigianale. Quali sono le iniziative future che Mercati di Città intende realizzare e sostenere a stretto giro? Innanzitutto stiamo calendarizzando una serie di appuntamenti dedicati alle scuole (come la ‘Colazione Bio’ che arriva alla terza edizione, e i laboratori didattici) ma anche alla città (come degustazioni di prodotti tipici locali). Inoltre, stiamo lavorando ad un progetto molto importante: la creazione di un centro di lavorazione carni a Lucera, dove verrà trattata solo carne proveniente da allevamenti e macelli certificati e rispondenti ad elevatissimi standard di qualità. Inoltre, sempre a Lucera, verrà avviato in primavera un orto bio con annessa Masseria Didattica. Tanti tasselli che andranno a completare un progetto che vuole valorizzare e sostenere il potenziale agroalimentare di Capitanata.


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Sale a 7 miliardi la dote del ‘Pacchetto Previdenza’

Cambiano le pensioni, le iniquità restano Nel dettaglio, le misure che si vogliono adottare ale da 6 a 7 miliardi di euro la dote triennale del ‘Pacchetto Previdenza’ contenuta nella Manovra 2017, varata a metà ottobre scorso dal Consiglio dei Ministri. Per la decisione finale bisognerà attendere l’approvazione del Parlamento entro dicembre prossimo. Ma intanto su queste nuove regole per le pensioni, va sottolineato che quasi i due terzi di questi finanziamenti verranno distribuiti ai pensionati: 700 milioni alla 14esima mensilità (vecchie e nuove) e 260 milioni per l’estensione della “no tax area” ai redditi annui da pensione fino a 8.125 euro. Vediamo di seguito le misure che si vogliono adottare. La 14esima mensilità. È previsto un incremento di circa il 30% per i pensionati che la 14esima già la percepiscono e che hanno un reddito fino a 752,00 euro al mese. Tale beneficio viene esteso a 1.200.000 pensionati che oggi non la prendono, il limite massimo per aver diritto alla “somma aggiuntiva” è fino a 1.003 euro al mese circa. Per loro la misura è quella attuale non incrementata del

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30%. Al riguardo il Presidente di 50&Più, Renato Borghi, ha già avuto modo di sottolineare che è questa un’impostazione preconcetta. Non si comprende perché un trattamento di sostegno al reddito, che deriva da risorse della collettività, possa differenziare i pensionati a seconda della categoria, con un’anzianità contributiva e con importi di assegni non allineati. No tax area L’altra misura che si vuole approvare per sostenere le pensioni basse, è l’equiparazione della soglia al di sotto della quale non si pagano le tasse, la cosiddetta no tax area. Si vuole alzare l’asticella a 8.125 euro annue anche per i pensionati. Non per tutti però, solo quelli con più di 74 anni, e con un reddito fino a 55.000 euro, e con un meccanismo analogo a quello previsto per i lavoratori dipendenti: fino a 8.125 euro di pensione niente tasse, la detrazione poi si riduce fino ad azzerarsi a 55.000 euro. Ai pensionati con età inferiore a i 75 anni resta il doppio regime: la no tax area si ferma 7.750 per i redditi

fino a 15.000 euro e 7.500 euro per coloro che superano questa soglia di reddito. Anticipo pensionistico (APE). L’anticipo pensionistico è l’unico punto dell’intesa dove tra Governo e Sindacati non si è trovato unanime consenso. Sono indicate tre forme di sostegno flessibile all’uscita dal mercato del lavoro: L’APE volontaria consente l’anticipo pensionistico fino a 3 anni e 7 mesi sui requisiti di vecchiaia standard con prestito bancario assicurato e rimborso ventennale che scatta con la pensione ordinaria. L’intervento è sperimentale per due anni a partire da maggio prossimo e riguarderà, per ogni singolo anno i nati tra il ’51 e il ’53 dal 2017 e quelli tra il ’52 e il ’55 dal 2018. Varrà per tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati e per gli autonomi. Per chi sceglie di anticipare l’uscita l’onere è a suo carico e sarà di circa il 4,5-4,6% per ogni anno di anticipo fino al 15-20% in caso di anticipo massimo di tre anni e sette mesi. Nell’eventualità di premorienza il capitale residuo sarà restituito dall’assicurazione e quindi non si rifletterà sull’assegno reversibile agli eredi.

COME CAMBIA LA 14ESIMA DAL 2017

L’APE agevolata (social) è l’anticipo pensionistico “a costo zero” attraverso un bonus fiscale che dovrebbe annullare il costo dell’ammortamento del prestito per uscita anticipata evitando che possa gravare sull’assegno. Viene garantita a categorie di lavoratori svantaggiate come i disoccupati e chi possiede requisiti soggettivi (inabilità, invalidità, la presenza di disabili in famiglia), con almeno 30 anni di contribuzione. La platea viene estesa anche alle categorie con lavori gravosi (operai edili, macchinisti, autisti di mezzi pesanti, maestre anche di asilo e infermieri), che abbiano maturato 36 anni di contributi di cui 6 svolti in dette attività. La soglia del reddito da pensione per accedere al bonus è pari a €1.500 lordi mensili. L’APE aziendale prevede l’accesso per i lavoratori coinvolti in ristrutturazioni e verrà finanziata (in tutto o in parte) dal datore di lavoro. Si prevede che le aziende sostengano i costi del

rimborso attraverso un versamento all’Inps di una contribuzione correlata alla retribuzione percepita prima della cessazione del rapporto di lavoro. E’ possibile rivolgersi agli uffici del patronato 50&Più Enasco che, gratuitamente, sono presenti su tutto il territorio nazionale per ottenere ulteriori informazioni e i chiarimenti necessari.

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in poche parole

Diritto & Salute

MEDICO CAV

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ANNA LEPORE

Il fumo nuoce gravemente alla salute… in vari modi

I pericoli della sigaretta elettonica Cosa fare se il liquido viene ingerito o assorbito in via cutanea? Ecco alcune delle cause che potrebbero renderne tossico l’utilizzo l Centro Anti Veleni - Cav di Foggia ha come attività principale la conoscenza, la ricerca e la comunicazione di tutto ciò che potrebbe essere causa di intossicazione. La nostra attenzione in questo periodo - sollecitati dalle richieste che ci pervengono - è rivolta all’utilizzo della sigaretta elettronica. Cosa può accadere se viene accidentalmente ingerito il liquido contenuto nella sigaretta o eventualmente assorbito per via cutanea? Naturalmente possono esserci dei pericoli: non a caso, la Commissione Europea ha divulgato un’allerta sull’uso della sigaretta elettronica. Proviamo ad elencare alcune delle cause che potrebbero renderne tossico l’utilizzo: l'avvelenamento da ingestione e inalazione di liquidi contenenti nicotina, a

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Un nutrito gruppo di professionisti foggiani si uniscono e fanno squadra nella lotta ai disservizi e alle inefficienze del Sistema Sanitario. Ad ispirare loro è uno dei pilastri della Costituzione italiana che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.” Insieme hanno deciso di mettere le proprie esperienze e professionalità al servizio delle vittime di malasanità, del lavoro e dei sinistri stradali dando vita all’associazione ‘Diritto e Salute art.32’. Si tratta di una realtà senza fini di lucro, che si propone principalmente come servizio alla collettività a tutela del rispetto dei diritti di ogni persona, ma anche per contribuire al miglioramento dei livelli di assistenza sanitaria in Italia. Tutti hanno diritto a veder tutelati i propri diritti, non tutti hanno la forza economica di affrontare un percorso lungo, difficile e, a volte doloroso, come quello che porta al riconoscimento del danno provocato da errori medici. “Offrire e garantire tutela giuridica e medico legale a tutti gli associati, a titolo completamente gratuito, è uno degli obbiettivi che ‘Diritto e Salute art.32’ si propone”, spiega l’avvocato Giovanni Pio De Giovanni, presidente della neonata realtà. “Ma l’associazione è animata anche da altri obiettivi, quali la diffusione di una costante e corretta informazione per far conoscere tutte le problematiche attinenti al campo del diritto alla salute ed ogni sua forma di danno e la creazione di forum e di centri di ascolto al diritto e di monitoraggio delle problematiche legate al diritto alla salute e dei casi di danno alla salute stessa”, spiega De Giovanni. ‘Diritto e Salute art.32’, attraverso un proprio comitato tecnicoscientifico, costituito da medici, medici specializzati in medicina legale e delle assicurazioni, tecnici della ricostruzione di incidenti stradali, avvocati esperti in sicurezza del lavoro, psicologi e grafologi, esaminerà e valuterà i casi che saranno sottoposti all’associazione, per definire la concreta fattibilità di un’azione risarcitoria. Per info: info@associazionedirittoesaluteart32.

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AVVOCATO

carico soprattutto dei bambini, reazioni cutanee correlate al contatto con i liquidi, rischi associati al fai-da-te e i rischi connessi alla personalizzazione dell'hardware. Le sigarette elettroniche ricaricabili, nella maggior parte dei casi, sono dotate di sistemi aperti che consentono un accesso diretto ai liquidi contenenti nicotina. Vogliamo ricordare che la nicotina

è un alcaloide ed è uno stimolante che agisce sul sistema nervoso. Come proteggere soprattutto i più piccoli? I contenitori di liquido di rica-

rica e i dispositivi delle sigarette elettroniche dovrebbero essere a prova di bambino; le sigarette elettroniche ricaricabili e i relativi contenitori di liquido di ricarica dovrebbero essere inoltre venduti con adeguate istruzioni per l'uso. Quindi, tenere lontano dalla portata dei bambini. Le sigarette elettroniche vengono ricaricate tramite un flacone o un contenitore di liquido. Quando viene aperto, o anche nel momento della ricarica stessa, c’è il rischio che il liquido fuoriesca e venga a contatto con la pelle. Il liquido contiene nicotina, glicole propilenico e aromi. I soggetti particolarmente sensibili possono riportare irritazioni locali nel momento del contatto cutaneo. Ancora, molte volte si preferisce preparare il liquido in casa acquistando nicotina aromi ed altro, ma la buona norma vuole che quello già confezionato abbia un giusto quantitativo degli ingredienti: il fai-da-te, infatti, significa spesso eccedere soprattutto con la nicotina. Inoltre, attenzione alla provenienza: il risparmio

non è indice di affidabilità e sicurezza. Il fai-da-te consiste anche nel personalizzare i dispositivi acquistando separatamente i componenti e "costruendo" il proprio dispositivo personale. Alcuni studi hanno evidenziato tra l'altro che se il liquido da inalazione viene riscaldato a temperature elevate c’è un aumento delle emissioni tossiche. I fumatori più accaniti, poi, tendono a potenziare le sigarette elettroniche con batterie potenti. L’utilizzo della sigaretta elettronica dovrebbe essere quello di diminuire i rischi dovuti alla nicotina cercando di diminuire la dipendenza dal fumo. Ma il cattivo utilizzo del dispositivo o la disattenzione può essere causa di gravi problematiche. Prestiamo attenzione acquistiamo il prodotto certificato, con le etichettature comprensibili e allontaniamola dai più piccoli. Anzi, non fumiamo davanti a loro e, se riusciamo proviamo ad allontanarla anche da noi adulti. Per dubbi o informazioni contattare il Cav Centro Anti Veleni di Foggia.

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VALENTINA DINISI

Mantenimento, cosa dice l’articolo 570 del codice penale

S.O.S. obblighi di assistenza familiare Se il mancato pagamento determina condizione di disagio, l’ex coniuge danneggiato può decidere di sporgere querela ono sempre più frequenti le coppie di coniugi che decidono di separarsi e di porre fine alle loro unioni, con tutte le gravose conseguenze che, spesso, ne derivano. Si iniziano lotte cruente per la gestione dei figli, ma soprattutto per gli aspetti economici, per il cosiddetto “mantenimento”, e c’è chi, ritenendo leso il proprio diritto a vedersi versati quei soldi per il proprio sostentamento e per quello dei propri figli da parte dell’ex coniuge obbligato, ricorre al giudice penale. Eh già! Il coniuge avente diritto al mantenimento così come stabilito dalla sentenza di separazione e/o di divorzio, ovvero dai patti consensuali intercorsi tra gli ormai ex coniugi, può decidere di sporgere querela nei confronti dell’ex marito o dell’ex moglie qualora dovesse venir meno ai suoi impegni circa il mantenimento. Si faccia attenzione, però. Per iniziare un procedimento penale non è sufficiente il mancato pagamento di un assegno stabilito da un giudice, ma è

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necessario che si integri una condotta tale da far mancare i mezzi di sussistenza. E cioè, il mancato pagamento deve aver determinato una condizione di disagio, deve aver messo in difficoltà, con riferimento alle primarie esigenze di vita, la persona che doveva beneficiarne. Certamente il dettato dell’articolo 570 del codice penale costituisce un valido strumento nei confronti di quei genitori obbligati che ignorano deliberatamente e costantemente il loro obbligo di mantenere i figli. È comunque indispensabile precisare che se è un minorenne ad essere privato dei mezzi di sussistenza, non è necessario sporgere querela, in quanto il giudizio penale farà comunque il suo corso. Il mancato versamento dei mezzi di sussistenza ai familiari che si trovino in stato di bisogno, è certamente uno dei comportamenti più ricorrenti e più denunciati. Ma che cosa si intende per mezzi di sussistenza? Con questa espressione

si intende tutto ciò che è necessario per soddisfare le esigenze di vita primarie (abitazione, cibo, vestiario, ecc.). Pertanto, si ripete, la responsabilità penale non è legata in modo automatico al mancato versamento del mantenimento, ma dipende esclusivamente dal verificarsi di uno stato di bisogno dell’avente diritto. Può pure accadere che il soggetto obbligato al versamento si ritrovi, improvvisamente, in condizioni tali da non poter più ottemperare al suo obbligo. Cosa accade in questo caso? Certamente non si potrà gridare a gran voce di essere dinanzi ad un fatto di reato, ma è opportuno fare un distinguo. Ed è qui che entra in gioco quello che nel diritto penale si chiama “elemento soggettivo del reato”. In buona sostanza bisogna verificare che il soggetto obbligato non si sia sottratto volontariamente al suo obbligo, per esempio si sia licenziato o si sia fatto licenziare. I giudici sono unanimi però nel sostenere che, anche nel caso di perdita

del lavoro o di crisi economica, queste non sono sufficienti a sottrarre il padre o la madre dall’obbligo di assolvere al mantenimento. Anzi, dovranno “rimboccarsi le maniche” ed impegnarsi in qualsiasi modo al fine di mantenere l’impegno circa la corresponsione del famoso mantenimento. Il dichiararsi “disoccupato/a” non scusa. Il consiglio importante per chi venga a trovarsi nella situazione di non poter più ottemperare agli obblighi imposti dal giudice è quello di chiedere la modifica delle condizioni risultanti dalla sentenza che stabilisce l’ammontare del mantenimento, al fine di ottenere un nuovo provvedimento che riduca l’importo dovuto. Infatti, le condizioni stabilite in sentenza non possono essere eluse in modo arbitrario autoriducendo la misura dell’assegno, ma richiedono sempre una previa domanda di revisione.

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GINECOLOGA

DI TIZIANA

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CELESTE

in poche parole

Come capire se è il momento di correre in ospedale ?

I ‘falsi miti’ del travaglio di parto Tra i racconti delle nonne e le nuove linee guida: come gestire gli attimi che precedono il travaglio? uante volte avremo visto nei film la partoriente che si sveglia nel cuore della notte toccandosi il pancione e destando il marito con la frase: “Svegliati caro, è ora...”? In verità la realtà è un tantino diversa. Le gravide soprattutto verso la fine della gestazione sono assalite da mille dubbi, specie se non hanno frequentato un corso di preparazione al parto. Cerchiamo di fare chiarezza sulle domande più frequenti che mi vengono poste: partiamo dal presupposto che l’istinto materno è la migliore bussola di cui siano dotate le donne, se poi si impara a riconoscere in precedenza la differenza tra pretravaglio, falso travaglio e travaglio vero ci saranno sicuramente meno timori e confusione. Alcune settimane prima del parto si inizia ad avvertire la sensazione di discesa del feto nell’addome ed anche la comparsa di crampi addominali simili a quelli mestruali, talvolta accompagnati anche da mal di schiena persistente. Alcune donne si sentiranno energiche ed euforiche al punto da risistemare tutta casa (la cosiddetta sindrome del nido) altre saranno spossate e talmente esauste da non avere neanche la forza di alzarsi dal divano. Si noterà la comparsa di secrezioni vaginali più abbondanti e consistenti, a volte possono essere confuse con la perdita di liquido amniotico. Il collo dell’utero inizia a modificarsi, cioè ad accorciarsi e dilatarsi, e contemporaneamente compaiono striature di sangue dovute alla rottura dei capillari,

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PEDIATRA

si può verificare anche la perdita del tappo gelatinoso e la comparsa di contrazioni che possono aumentare o diminuire, diventare più frequenti e regolari. A seconda della frequenza e dell’intensità si può distinguere se si tratta di vero o falso travaglio, in quest’ultimo caso le contrazioni cessano se camminate per la stanza o cambiate posizione ed i movimenti fetali si intensificano per breve tempo durante le contrazioni. Nessuno sa con precisione perché scatta il travaglio, ma certamente prende avvio dal cervello fetale che manda una seria di segnali chimici alla madre che li trasforma in una reazione a catena ormonale, che a sua volta è l’input per l’insorgenza delle contrazioni. Le contrazioni del travaglio vero si intensificano anziché ridursi, non smettono cambiando posizione, hanno la tendenza a diventare più frequenti, più regolari, più intense. All’inizio possono essere percepite come crampi mestruali o coliche addominali limitate al basso ventre, successivamente si diffondono a tutto l’addome, alla schiena, ed alle cosce. Le secrezioni vaginali iniziano ad apparire rossastre e nel 15% dei casi si può verificare la rottura del sacco amniotico prima che inizi il travaglio vero e proprio (in questo

caso bisogna porre molta attenzione al colore del liquido amniotico che normalmente è trasparente, qualora apparisse verdognolo va subito segnalato al personale sanitario). Quando decidere di avvisare il proprio ginecologo ed andare in ospedale? Innanzitutto se compaiono all’improvviso perdite di sangue rosso vivo in quantità moderata o abbondante bisogna correre in ospedale (potrebbe essere una placenta previa o un distacco di placenta). Poi se “Si sono rotte le acque”... simpatica espressione per indicare la rottura del sacco amniotico, che necessita di ricovero immediato per poter avviare un’adeguata profilassi antibiotica. Ancora, se compaiono le contrazioni e diventano sempre più intense e regolari e durano almeno un paio di ore (soprattutto nelle primigravide), in special modo lo specialista va avvisato immediatamente se le contrazioni compaiono diverse settimane prima del termine della gravidanza, poiché in tal caso si rischia un parto prematuro. Molte donne si arrovellano tra mille dubbi, nel timore di gridare troppo presto “al lupo”, e di non essere prese sul serio. In realtà l’istinto materno non fallisce quasi mai e, a fronte di un dubbio, è meglio prendere le giuste precauzioni e recarsi in ospedale per un falso allarme che sottovalutare situazioni che potrebbero complicarsi.

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MONICA MANCINI

E’ un evento dell’infanzia che insorge abitualmente tra i 3 mesi e i 5 anni

Convulsioni, quando la febbre fa paura e convulsioni febbrili sono il disturbo neurologico più frequente in età pediatrica. E’ un evento dell’infanzia che insorge abitualmente tra i 3 mesi e i 5 anni accompagnato da febbre senza segni di interessamento del sistema nervoso e di cui non è nota la causa scatenante. Molti studiosi ritengono che in alcuni soggetti vi sia un’aumentata sensibilità alla febbre, ovvero, un aumento dell’eccitabilità neuronale durante il periodo della maturazione cerebrale. Generalmente hanno una buona prognosi, non determinano danno cerebrale o delle capacità intellettive, recidivano solo nel 30% dei casi e il rischio di sviluppare un’epilessia è molto raro circa 2-4%. La maggior parte delle crisi dura pochi minuti. Le crisi convulsive sono definite semplici quando durano meno di 10 minuti, non si ripetono nelle 24 ore e non hanno segni di localizzazione. Le crisi convulsive complesse invece durano più di 10 minuti, iniziano con

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E’ una delle manifestazioni che terrorizza maggiormente i genitori Una sola condizione deve essere temuta ed esclusa: la meningite segni focali che si mantengono durante la crisi convulsiva. La maggior parte dei bambini con convulsione febbrile non avrà successivamente un altro episodio, ma un 1/3 di essi avrà almeno un altro episodio. Il rischio di ricorrenza è legato ad alcuni fattori di rischio, quali l’età inferiore a 18 mesi, la familiarità, la temperatura corporea relativamente bassa al primo episodio convulsivo, breve intervallo fra l’insorgenza della febbre e la convulsione e più episodi convulsivi nell’ambito dello stesso episodio febbrile. La maggior parte delle

convulsioni febbrili è già terminata quando il bambino arriva in ospedale ed è seguita dalla così detta

fase post critica in cui il piccolo risulta sonnolento. Se invece la crisi è ancora in atto, va interrotta im-

mediatamente con gli idonei presidi farmacologici. E’ certamente un evento che terrorizza i genitori per le caratteristiche di presentazione e per la paura della morte che genera e che va affrontata. Ma ben più importante è determinare la causa della febbre. Una sola condizione deve essere temuta ed esclusa, la meningite.La puntura lombare, esame cardine per escludere tale condizione, diventa necessaria quando ci sono determinate condizioni: sintomi meningei, crisi prolungate, deficit focale. È molto importante informare e istruire adeguatamente con informazioni scritte e orali la famiglia su come comportarsi in caso di febbre e in caso di crisi convulsiva e rassicurarli sul fatto che non vi è evidenza che si possa morire per una convulsione febbrile.

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Il ‘Lupo’ è donna

Quando ti complimenti con lei, a stento ci crede: timidamente ti ringrazia, ma ha come l’impressione che quelle parole siano troppo grandi per lei. È la vincitrice della Sezione Racconti del Premio Lupo 2016, Maria Teresa Infante, sanseverese ma dauna d’adozione. Ancora oggi, quando me ne parla, è incredula, felice e sorpresa che tale premio sia toccato a lei. Eppure quella del Premio Lupo è stata solo l’ultima delle sue vittorie: tra le più importanti, ‘Premio Città di Arcore’ 2015; Premio ‘Accademia G. Belli’ sezione giornalismo 2015 e narrativa 2016; XVI Premio letterario nazionale 2016 ‘U. Fraccacreta’; Premio N. Zingarelli 2016 e, non di minore importanza, un secondo posto nel 2013 al Premio nazionale di Poesia ‘Alda Merini/Accademia dei Bronzi’. Al Lupo ci è arrivata con il racconto Il richiamo - l’appartenenza: “Il Richiamo più che un racconto è un percorso fra ricordi e fantasie spiega la vincitrice - che parla di noi, di ciò che siamo e non dobbiamo dimenticare di essere, fieri della terra che ci ha partorito”. La Infante è una donna d’arte e di cultura, da sempre impegnata a contrastare, con la sua sensibilità, ogni forma di violenza, come ha fatto lo scorso 26 novembre, quando a Recanati, all’interno di un convegno sulla violenza sulle donne, ha presentato anche la sua trilogia Ciò che Caino non sa frutto di una fatica letteraria durata tre anni, in cui ha coordinato le voci di oltre 150 autori. Instancabile com’è, non si ferma certo qui: dopo aver presentato la sua terza silloge poetica Il Viaggio a Pesaro, tanti sono i progetti in cantiere tra cui una raccolta di racconti brevi a cui attribuirà la fascia del Premio Lupo 2016. “La mia attività poetica e letteraria di sensibilizzazione verso le donne vittima di violenza – conclude la sanseverese – è la mia ragione di vita e mi ha procurato un’emozione immensa: un verso della mia poesia ‘Agnese’ (sulla violenza del branco) è stato scritto a Busto Arsizio sul MURO innalzato a simbolo da Amnesty International”. Leonarda Girardi

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DENTISTA

DI VALENTINA

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LA RICCIA

Denti puliti, sani e allineati. Ma il segreto di un sorriso sano è nelle gengive

Parodontite, prevenirla e curarla l segreto di un sorriso sano? Denti puliti, bianchi ed allineati ma non solo. La salute del tessuto di supporto dei denti (tessuto parodontale) è imprescindibile per mantenere la dentatura forte nel tempo. La radice dei denti, in condizioni di salute parodontale, è ben salda all’interno dell’osso alveolare, completamente ricoperta dalle gengive. Nel nostro cavo orale albergano specie batteriche che, in certe condizioni, possono aggredire i tessuti di supporto dei denti e causare la malattia parodontale: se non adeguatamente curata, essa può comportare la completa perdita di attacco dei denti, che diventano mobili fino a cadere. Come ci si ammala di questa patologia? I soggetti predisposti ed esposti ai fattori di rischio riconosciuti quali scarsa igiene orale (domiciliare e professionale), familiarità, fumo, alcol, diabete, obesità, patologie autoimmuni, gravidanza, hanno una maggiore probabilità di sviluppare la malattia. Le cure funzionano meglio quanto più precocemente si arriva

Se non adeguatamente trattata, comporta la perdita dei denti Tra i fattori di rischio fumo, alcol, diabete, obesità e gravidanza

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alla diagnosi, pertanto la prima cosa da fare è recarsi subito dal dentista che valuterà la situazione clinica con strumenti in grado di svolgere una valutazione assolutamente rapida ed indolore: sono sufficienti uno specchietto ed una sonda parodontale. Quest’ultima viene appoggiata lungo il dente per verificare la presenza di tasche parodontali (spazi anomali tra il dente e la gengiva). Il risultato di questo screening rivelerà se si tratta di un’infiammazione superficiale e reversibile del parodonto oppure se il problema è più grave. La prima forma con cui si manifesta l’infiammazione del parodonto è la gengivite, una malattia

PEDAGOGISTA

reversibile che si manifesta con gengive rosse, gonfie, dolenti e sanguinanti. Con gli opportuni interventi odontoiatrici sia alla pol-

trona del dentista che a casa, è possibile controllarla fino alla sua remissione. Nel momento in cui, invece,

si è instaurata la malattia parodontale, la terapia deve essere adeguata alla gravità del singolo caso. Esistono sostanzialmente due forme di parodontite, di cui soffrono in Italia 8 milioni di persone: la forma cronica (che si instaura solitamente dopo i 50 anni) e la forma aggressiva (detta anche “giovanile”). Il primo approccio in entrambi i casi prevede la rimozione accurata del tartaro sopragengivale e sottogengivale con strumenti manuali o ultrasonici che disgregano il tartaro e quindi il biofilm batterico. La terapia parodontale viene coadiuvata da prodotti specifici (colluttori, gel, dentifrici, farmaci) prescritti dal medico (mai affidarsi al fai da te!)

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che hanno un’attività antisetticaantibiotica per contrastare l’azione dei batteri parodontopatogeni. La parodontite è una patologia cronica che richiede interventi accurati e specifici. Fondamentale è la grande motivazione all’igiene orale da parte del paziente. A distanza di tre mesi dalla terapia meccanica professionale di rimozione degli aggregati batterici, si rivaluta con la sonda parodontale lo stato del parodonto: si deciderà quindi se proseguire con una terapia di mantenimento o con ulteriori indagini in vista della necessità di un intervento più complesso. Talvolta i sintomi possono essere molto sfumati e quasi impercettibili, perciò è opportuno recarsi con cadenza semestrale dal dentista per una visita. Come sempre la cosa migliore che possiamo fare è giocare d’anticipo con l’arma più potente e sicura che possediamo: la prevenzione.

DI VITTORIA SALICE

Cosa c’è da sapere per valutazioni convinte e serene

Guida alle istituzioni educative Dall’asilo nido al liceo: l’importanza delle scelte di formazione el caso in cui la scelta cada su di una baby sitter di fiducia o puericultrice (per bambini dai 0 giorni ai 3 mesi), prendere informazioni sulle sue credenziali oppure, informatevi presso le scuole di puericultura o le agenzie che offrono a tal proposito figure specializzate. Comunque sia, una volta che abbiamo di fronte la baby sitter, parliamo con lei, poniamole delle domande anche di semplice conoscenza, invitiamola a passare con noi ed il bambino alcune ore: in questi momenti, oltre a valutare la sua predisposizione, la sua dolcezza e senso di responsabilità nei confronti del piccolo, ascoltiamo anche cosa profondamente ci muove, in modo da utilizzare due filtri di valutazione: uno più concettuale ed uno più empatico e sottile, in modo da sentirci tranquilli e sereni nel momento

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della decisione. Per i cristiani cattolici è il momento del battesimo (di solito al 2° mese): i genitori d’accordo col parroco e la madrina o il padrino, in-

differentemente dal sesso del neonato, faranno 2/3 incontri prebattesimo. Ci sono poi, gli asili nido (per bambini dai 3 mesi ai 3 anni) e le

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sezioni primavera (per bambini dai 2 ai 3 anni): nel caso di una mamma lavoratrice, che non può accudire il figlio durante le ore di lavoro, la scelta migliore rimane l’asilo nido e la sezione primavera, organizzati per garantire il massimo della sicurezza e dell’igiene e ad accogliere, pertanto, in modo adeguato il vostro bambino. Meglio rivolgersi prima alla struttura più vicina alla propria abitazione, chiedere informazioni, osservare il comportamento della pedagogista per dirigere, coordinare, per consulenze e progettazione, delle educatrici e dei bambini attraverso le attività e i giochi che vengono proposti, e valutare se la soluzione proposta si adatta alle proprie esi-

genze. Per bambini dai 3 ai 5 anni invece bisogna scegliere la scuola d’infanzia dove avrà la pedagogista per consulenze e progettazione e le insegnanti. Per i bambini dai 6 ai 10 anni invece bisogna scegliere la scuola primaria ove avrà la pedagogista per consulenze e progettazione e le insegnanti. Per i bambini cristiani cattolici dai 7 anni ai 9 anni è il momento del catechismo per la prima confessione e prima comunione. Alla fine della 3^ primaria faranno la prima confessione mentre alla fine della 4^ primaria faranno la prima comunione. Per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni bisogna scegliere la scuola secondaria di I grado ove avrà la pedagogista per consulenze e progettazione e le insegnanti. Per i ragazzi cristiani cattolici all’ età di 11 anni in 1° secondaria di primo grado è il momento del

catechismo per la cresima che faranno a 14 anni alla fine della 3^ secondaria di primo grado. Il ragazzo/a farà la scelta di chi dovrà essere il padrino/madrina indifferentemente dal sesso del cresimando/a. Per i ragazzi dai 15 ai 18/19 anni sarà il ragazzo/a a scegliere tra una ventaglio di opportunità la scuola secondaria di II grado secondo le sue aspirazioni future: licei, tecnici o professionali. Qui avrà le insegnanti e la pedagogista per consulenze e progettazione o sarà la pedagogista che insegnerà in alcune scuole le materie scienze umane psicologia o teorie e tecniche di comunicazione.


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Vacanze da sogno: una guida alle mete da visitare tra dicembre e gennaio

Dove l’inverno è baciato dal sole e siete stanche di cieli plumbei e grigi palazzi e, almeno per le festività natalizie, vorreste svegliarvi baciate dal sole che fa capolino dalle vostre finestre e con il fruscio del mare in sottofondo, questa è la guida che fa per voi: le mete da sogno per questo Natale sono varie e per tutti i gusti. Un classico che non cambia sono le isole Seychelles: un arcipelago di 115 isolette, acque cristalline dell’Oceano Indiano, paradiso dei sub. Se amate l’avventura e l’esplorazione subacquea, Mahè e Digue sono le isole che fanno al caso vostro. Se avete voglia di spostarvi dall’altra parte del mondo, precisamente nell’Oceano Indiano, la meta che fa per voi è costituita dall’isola di Mauritius, che tra dicembre e gennaio vi offrirà il meglio, grazie al suo clima mite che andrà man mano

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Ce n’è per tutti i gusti: per chi vuole conoscere civiltà nuove e per chi vuole fare un bagno in acque limpide e cristalline riscaldandosi. Da vedere: la famosa “cattedrale”, una maestosa architettura rocciosa sommersa, la spiaggia di Flic en Flac, paesaggi variegati, spiagge bianche ed acque dalle mille sfumature turchesi. Paradisiache, selvagge ed incontaminate sono, invece, le spiagge di Capo Verde, un arcipelago incantato di dieci isole al largo delle coste del Senegal. Vario il ventaglio di paesaggi da visitare: le isole più vicine alle coste africane, Ilha do Maio, Ilha do Sal e Boa Vista, offrono spiagge

chiare e ampie, mentre le altre sono più rocciose (essendo vulcaniche alcune sono a sabbia scura). Gioiellino da non perdere: Praia de Chave, in cui le dune di sabbia dorata si gettano direttamente nelle acque azzurre. E come non citare le Maldive? Atolli spettacolari nel bel mezzo dell’Oceano Indiano, a sud-sudovest dell’India, paesaggi da cartolina, acque di un blu intensissimo e hotel dotati di ogni comfort. Per partire è proprio questo il momento migliore: la stagione secca, che va da dicembre ad aprile, infatti, è l’ideale per trovare le condizioni climatiche più favorevoli e godervi così, oltre che la bellezza della natura, anche la visita delle città e la pratica degli innumerevoli sport acquatici.

Se, invece, in queste vacanze avete voglia di conoscere posti e culture nuove, andate in Thailandia e non ve ne pentirete. Nel sud-est asiatico, al confine con Laos, Cambogia, Malesia e Birmania, potrete confrontarvi con nuove realtà e scoprirne storia, arte, cultura, gastronomia. Non solo: qui le isole sono veri e propri paradisi terrestri. L’isola di

Phi Phi, per esempio, offre rive da sogno con le montagne alle spalle, senza dimenticare quelle di Ko Samui e Phuket. Un mix di storia e divertimento è anche Cuba: bellissime spiagge, acque calde e cristalline ed una popolazione tra le più amichevoli e cordiali del mondo. Appena sopra Cuba, a pochi km da Miami, nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico, troverete spiagge rosa, acque trasparenti dagli splendidi fondali e resort da sogno: sono le Bahamas, paradisi in cui ammirare spettacoli della natura, quali le “Blue Hole”, grotte sommerse piene di cunicoli e stalattiti, fenicotteri rosa e l’isola di San Salvador, in cui nel 1492 approdò Cristoforo Colombo. Lusso, sole e mare: in una parola, Dubai. Secondo per grandezza, dopo Abu Dhabi, tra i sette Emirati Arabi Uniti e primo per popolazione, è un intreccio frenetico tra antico e moderno, tra sobrietà e sfarzo. Quindi che aspettate? Mano al bagaglio e biglietto in pugno: il Leonarda Girardi sole vi attende!

Qualsiasi alimento non deperibile può diventare un’originale decorazione

La tavola delle feste, ‘buona’ da mangiare Dai segnaposto creati con la cannella al centrotavola di mele: nulla scalda il cuore come una tavola imbandita e ricca d’amore e decorazioni natalizie sono certamente importanti per rendere una casa gioiosa e accogliente. Ma avete mai pensato di usare degli addobbi realizzati con alimenti per decorare la vostra tavola delle feste? Potete usare, potenzialmente, qualsiasi alimento non deperibile e che abbia delle caratteristiche di gusto e colore idonee alla festività natalizia. Partiamo da qualche idea per realizzare dei deliziosi segnaposto da far trovare in tavola ai nostri commensali: una carina è una cornucopia di sapori invernali realizzata con tre bastoncini di cannella tenuti fermi da un cordino rosso su cui incollare con della colla liquida anice stellato, una scorzetta di arancia candita e una fogliolina di pungitopo, cercando di incastrare nel mezzo della composizione, un biglietto con il nome del nostro caro. Ultima idea per i segnaposto delle feste è creare con della pasta dei simpatici angioletti. Ecco tutte le dritte per realizzarli: come prima cosa abbiamo bisogno di tre formati di pasta differenti

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- rigatoni, farfalle e capellini. Poi occorrono nocelline, un po’ di colla a caldo, una bomboletta spray e dei cartoncini rossi.

Realizziamo il nostro angioletto incollando come prima cosa il corpo (rigatone) alla testa (nocellina), poi incolliamo una farfalla sul retro del rigatone per creare le ali e infine applichiamo sulla nocellina alcuni capellini di pasta. Lasciamo asciugare per 24h e il giorno seguente spruzziamo, all’aria aperta, i nostri bellissimi angioletti con una bomboletta dorata. Ultimo passaggio è quello di incollare a dei cartoncini rossi, su cui scriveremo il nome dell’invitato, il nostro angioletto. Ma in una tavola degna di nota, ciò che non può veramente mancare è il

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centrotavola, il re degli addobbi natalizi. In base ad alcune regole di galateo si dice che un buon centro tavola non deve esser né troppo ingombrante da creare fastidio ai commensali, né così del tutto anonimo da restare indifferente: come in ogni situazione la verità sta nel mezzo. Ecco perché il nostro consiglio per un buon centro tavola delle feste è quello di realizzarne uno semplice ma di effetto: una boule di vetro al cui interno andremo ad adagiare del muschio, delle mele rosse, qualche chicco di melograno e quattro candele. Come prima cosa andiamo a scavare in superficie le quattro mele utilizzando come diametro di riferimento quello di un cerino bianco. Una volta scavata la mela adagiamo perfettamente il cerino al suo interno. Posizioniamo in basso alla boule il muschio, poi disponiamo in cerchio le mele con le candele e nel mezzo riversiamo una manciata di chicchi di melograno, simbolo di buon augurio e di prosperità. a cura di Valentina Pietrocola la cucina dei fuorisede


teatro

Nel cuore di Foggia una struttura off da 160 mq e platea da 70 posti

‘Teatro della Polvere’, la sfida del CUT ’insegna non è stata ancora apposta - arriverà versitario Teatrale e che renderà il progetto di più presto - ma i locali al civico 97 di via Nicola ampio respiro. Questo anche grazie ai tanti univerParisi si sono aperti ad accogliere un nuovo sitari e giovani professionisti del settore che si sono teatro nel cuore di Foggia: è il ‘Teatro della Polvere’, avvicinati al Cut e ne hanno sposato la causa. La la dimora del Centro Universitario Teatrale - CUT compagnia, infatti, voleva dare una casa ai suoi proFoggia, la compagnia universitaria nata nel 2011 e getti, un luogo dove poter ospitare e programmare ormai pronta al ‘salto di qualità’. le varie attività permetLa struttura - teatro off di 160 mq, tendo, di conseguenza, la con ampio foyer e platea da 70 posti crescita dell’associacirca - è stata presentata ufficialmente zione, con una offerta più alla città lo scorso 9 dicembre, con lo ricca e di qualità. “Credo spettacolo ‘Molto rumore per nulla’, una sia il sogno di molti codelle più note tragicommedie shakestruire qualcosa con le speariane è stata riadattata in chiave proprie mani, con le promoderna per un omaggio al drammaprie forze”, sottolinea turgo William Shakespeare nell’anno in Marcello Strinati, presicui decorrono i 400 anni dalla sua morte. dente del Teatro della Il Teatro della Polvere è la sede di Polvere. “In questi giorni, una omonima associazione culturale, io e i miei compagni di che sarà una ‘costola’ del Centro Uni- Taglio del nastro con l’ass. Giuliani avventura abbiamo toc-

crescita del singolo e del gruppo, acceleratore di riflessioni sociali e portatore sano di geni per la costituzione di una coscienza civica e collettiva. La terza stagione teatrale ‘Cultura è Passione’ è quindi pronta a partire dallo spazio off di via Parisi: da dicembre ad aprile sono previsti altri quattro spettacoli per otto repliche e una mini-rassegna di Teatro Famiglia.

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Teatro della Polvere

cato più polvere che qualsiasi altra cosa. E’ da questa polvere, da questa fatica e da questo sogno comune che sta nascendo il nostro teatro”. Dalle attività laboratoriali alle produzioni originali, quelle che hanno permesso al Centro Universitario Teatrale di allestire tre stagioni teatrali indipendenti, spaziando da autori e motivi classici a tematiche dalla forte valenza sociale, nella convinzione che il teatro sia confronto, strumento di

‘Molto rumore per nulla’ -Foto di scena

NATALE A TEATRO COSE PERDUTE

A TUTTO GOSPEL

MISERIA E NOBILTA’

Teatro dei Limoni Via Giardino Dal 26 al 30 dicembre

Teatro Giordano Piazza Cesare Battisti 25 dicembre, ore 20

Piccolo Teatro Via Delli Carri Ogni sabato e domenica fino al 15 gennaio

Si dice che esista un posto in cui vendono oggetti perduti nel tempo. A vederlo così sembrerebbe un bazar, ma più che di oggetti si parla di “ricordi”. Noi siamo la somma delle nostre emozioni, ma certe emozioni nel tempo vengono dimenticate, e quando si perdono, una piccola parte di noi muore. Così l’Anima, la mente e il cuore diventano, in questa trasposizione favolistica, un Bazar pieno di oggetti perduti e ricordi dimenticati.

La musica di James Hall riscalderà piazza Cesare Battisti accogliendo tutte le suggestioni del gospel. James Hall porta la sua voce alla ribalta con un nuovo progetto artistico: James Hall & Worship & Praise dove tra i tanti colori musicali trovano spesso interpretazioni di gospel in cui i botta e risposta tra le parti coro / voce leader / musicisti fanno la parte del leone e trascineranno il pubblico in un vortice di musica ed entusiasmo.

Un capolavoro della tradizione drammaturgica italiana, firmata al grande Eduardo Scarpetta, che proietta il pubblico nella intensa atmosfera delle festività natalizie con una storia che appartiene grazie anche all’indimenticabile interpretazione di Totò - al patrimonio collettivo. Una commedia il cui tema centrale è la “fame”, un tema sempre attuale che diventa punto di partenza per riflessioni sociali, all’insegna di un umorismo amaro e grottesco.

La personale dell’artista bulgara esposta alla Galleria d’Arte “Creo”

sguardi d’arte

Daniela Tzetkova dall’Az alla Buki A

z e buki, sono le prime due lettere dell’alfabeto bulgaro e sono loro a divenire installazioni monumentali, e a pendere all’alto per accogliere il visitatore nella sede dell’Associazione di Promozione Sociale “Creo” in via Lustro a Foggia, e gestita dai soci fondatori Angelo Pantaleo e Anna Altamura. Fino al 2 dicembre è stato possibile ammirare le creazioni grafiche dell’artista bulgara Daniela Tzetkova (in foto), nota al pubblico foggiano per una serie di collaborazioni strette, negli anni, con le associazioni cittadine che operano nell’ambito del sociale e della società civile; la Tzetkova ha prestato, infatti, la sua indiscussa professionalità e il suo talento per diverse “cause” artistiche tra le quali anche le decorazioni all’interno dell’allestimento della collezione archeologica al primo piano del Museo Civico di piazza Nigri. Oggi il suo percorso maturo e mai scontato, si rivolge al mondo nella sua essenza, quella del colore, della luce e non ultima, della materia. L’emotività è il filo condut-

Il fascino dell’alfabeto, segni tramandati nella storia e tradotti in “disegni” tore di un percorso espositivo carico di suggestioni e rimandi alla cultura proto-bulgara. Si parte dunque dall’alfabeto che dalle rune al cirillico ha attraversato millenni di storia tramandando segni che la Tzetkova traduce in “disegni”. Nelle serigrafie in particolar modo, il tratto si libera dalle regole sia della scrittura che della tradizione orale, e le filastrocche bulgare danno vita a immagini archetipiche diventando: fate, gatti a sette code, animali notturni, piante mostruose, anemoni e bambini capricciosi. Il capriccio artistico invece corrisponde ad una linea ludica che segue dinamiche proprie della filosofia del concept, rifuggendo da stereotipi iconografici e traducendo l’energia del pensiero in ductus grafico dal

sapore nordico. Dal Nord Europa l’artista pesca ad ampie mani, attingendo dalla grande temperie dello studio del segno grafico, dal quale riprende sia gli stilemi formali che il legame che questi popoli hanno da sempre con la cultura degli abitanti della penisola scandinava. Sono poi la carta naturale e i pigmenti ricavati da piante rigorosamente custodite nel viridarium dell’artista a fare il resto, con quel terrazzo odoroso che lei custodisce gelosamente e che è diventata la sua bottega alchemica, nella quale - grazie a impasti e misture - per via di sperimentare, vengono fuori tessuti (in fibra picta, appunto), sui quali viene impressa una immagine che rinvigorisce o sbiadisce con inconsueti modi. E non provate a chiederle come ottiene quei colori lievi dalle misture strutturate, poiché le “ricette” dell’indaco polvere, della ruggine, della terra bruciata, degli ocra pallidi e dei rosa cangianti, sono rigorosamente top secret, e il suo hortus conclusus è lo spazio nel quale crea con animo puro e con evidente stupore, opere che

Una delle opere in mostra

parlano un alfabeto altro… Che, secondo noi, non è solo quello proto-bulgaro ma è quello dell’aria, dell’acqua, della terra, ispirato dal Creato, da cui tutto nasce e a cui tutto torna, dall’Alfa all’Omega, o meglio per dirlo come direbbe la Tzetkova: dall’Az alla Buki. Francesca Di Gioia

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