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foggia notes Emergenza abitativa

La capanna sotto l’albero

focus Quanto vale la pensione? Il valore sociale dei “nonni”

e l a t a N e l a i c Spe o r e b l a ’ l o t t o s i Regal In copertina - Collezione Flamant

Lia Maruotti Home Design Foggia - Via Dante 11/A


editoriale di Maria Grazia Frisaldi Gli attentati di Parigi del 13 novembre scorso hanno sconvolto tutti, nessuno escluso. La follia umana divampa tra i bistrot e la vie parisienne seminando morte e terrore. Sulla strage del Bataclan si è detto di tutto e di più, a volte a torto o sproposito, altre a ragione. A Parigi, in quel drammatico 13 novembre, come sappiamo, ha perso la vita la 28enne Valeria Solesin, donna talentuosa tra le menti della Sorbonne e dell’Istituto nazionale di studi demografici; donna generosa e altruista, volontaria tra i volontari, impegnata in diversi progetti di solidarietà. Sulla vicenda, a dare un sonoro schiaffo morale ai tanti opinionisti dell’ultima ora e ai leoni da tastiera, insieme a un grande insegnamento di civiltà, è stato il padre della giovane veneta. Alberto Solesin, e tutta la sua famiglia, ha sconvolto a sua volta (ma questa volta positivamente), l’Italia e l’Europa con un gesto di una nobiltà e sensibilità davvero uniche e rare. Per l’ultimo saluto alla loro figlia, strappata alla vita in un modo così tragico e illogico, la famiglia Solesin ha chiesto una cerimonia di Stato. E questo non solo per ideologia o educazione. Lo hanno fatto perché hanno voluto riunire, in una gremita piazza San Marco, persone di tutte le fedi e religioni. Così hanno realizzato un piccolo miracolo in questo particolare momento storico. A salutare il feretro di Valeria vi era il patriarca di Venezia, il presidente della comunità islamica e l’imam della città. Uno accanto all’altro, tutti accomunati dallo stesso dolore, tutti scossi dalla stessa follia, tutti chiamati a interrogativi precisi e non più procrastinabili. A dare loro forza, hanno dichiarato in quell’occasione i familiari di Valeria, è il pensiero di tutte le Valerie che lavorano, studiano, soffrono e non si arrendono. Tutti ragazzi “gioiosi, operosamente rivolti a un futuro che tutti, mi pare, assieme a lei vogliono migliore”. Una fede incrollabile nel futuro e nelle sue infinite possibilità. Un insegnamento da portare in dote nel nuovo anno ormai alle porte, nel segno di una giovane donna ordinariamente straordinaria, di quelle che questo giornale da anni si prefigge di celebrare, di nome Valeria.

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Laura Mariano Nel segno dei Monti Dauni

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Foggia Notes 5 •

Emergenza abitativa: La capanna sotto l’albero Salva Enti contro l’abusivismo

Focus 6 7 •

L’Italia è una Repubblica democratica fondata... sui pensionati La fotografia di Capitanata Nonna a tempo pieno: il caso Basta garanzie: banche fiduciose

Politica 8

Il Comune auspicio per l’anno che verrà Tutti i cantieri possibili del 2016

Speciale Natale 10 Ambienti preziosi e scintillanti 11 Regali per lui & per lei 12 Il make up per le grandi occasioni Cucina 15

Menù a “cinque stelle”

Benessere 17 In forma dopo le feste 18

Buona lettura.

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Tempo Libero

Personaggio

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Rubriche

Dicembre carico di meraviglie con ‘Jaco’ Eventi su misura

Al femminile 22 La ‘leva emotiva’ per rinascere alla vita •

Il seminario “Ricomincio da me” Premio 6Donna, a caccia di candidate


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personaggio Dire ‘progetto’ vuol dire ‘opportunità’ per il territorio Nel segno dei Monti Dauni a sua è una fede incrollabile. Nel territorio e in tutto quello che i Monti Dauni hanno da offrire. Al punto tale da dedicarci la sua tesi di laurea, in Marketing Territoriale, conseguita presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma. Da 10 anni ormai, la bovinese Laura Mariano si occupa del coordinamento e dell’attuazione di progetti di cooperazione interterritoriali e transnazionali per il Gal (Gruppo di Azione Locale) Meridaunia, con l’obiettivo di creare reti e partenariati sul territorio, tra i territori. Dottoressa Mariano, sembra esserci una rivoluzione in atto: se fino a poco tempo fa, i Monti Dauni erano considerati (a torto) una “zavorra” per la provincia di Foggia, adesso sembrano esserne diventati nuovo centro propulsore. Cosa è successo? Proprio per le caratteristiche demografiche, sociali ed economiche di questa parte di territorio, i Monti Dauni sono sempre stati oggetto di finanziamenti sia dell’Unione Europea che delle Regioni. Questo genere di finanziamenti c’è da decenni, ma il cambiamento che si è avuto è che sia soggetti come i Gal, che i Comuni ne

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Laura Mariano e la sua fede incrollabile nella terra natia: “L’autenticità dei luoghi è il primo dei valori da coltivare” hanno capito l’importanza e hanno maturato un orgoglio propositivo e propulsivo finalizzato a spendere risorse in modo efficace, per essere promotori di un modello di sviluppo unico in tutta la Regione Puglia. Agroalimentare, turismo sostenibile, slow life: su cosa puntare ed investire? Sicuramente su un turismo sostenibile, legato a modelli di vita slow. Per esperienza, posso assicurare che è un mercato davvero richiesto. Quello che si cerca, quando si arriva sui Monti Dauni, è trovare luoghi in cui riscoprire sapori e tradizioni di una volta, con tutte le emozioni ormai perse nelle città. Credo che l’autenticità sia il primo dei valori del nostro territorio: è questo che si deve coltivare. Purtroppo abbiamo ancora alcune carenze nell’offerta dei servizi complementari: a parte la ristorazione - nella quale siamo bravissimi - è ne-

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cessario mettere a sistema tutto il resto, dalle escursioni alle visite a musei e masserie didattiche.

Cosa ha influito, o influisce, sul mancato sviluppo del territorio: deficit infrastrutturali o un approccio culturale? Il nostro peccato originale sono le strade e la viabilità. Ma è una cosa talmente grande che sfugge alla portata dei Monti Dauni stessi. Escluderei l’approccio culturale: il problema grande del nostro territorio è infrastrutturale e, se vogliamo, di marginalità rispetto alla politica che conta. Per lavoro ti occupi di progetti, dunque di opportunità. Cosa bolle in pentola? In questo momento c’è grande fermento per la nuova programmazione 2014/2020 sia per il PSR – Piano di Sviluppo Rurale, che gestiamo in parte come Gal, destinato ad aree rurali e agricoltura, e sia per i fondi strutturali. E’ vera la leggenda dei fondi per la Capitanata inutilizzati e rispediti al

mittente? Risponderei con un “Nì”. Ogni fondo è diverso: per il PSR il Gal ha sempre attuato il 100% della spesa. La scorsa programmazione è stata chiusa con il 99% dei fondi assegnati, questa in corso è ancora in fase di definizione. Altri fondi, invece, gestiti direttamente dai Comuni, hanno progettualità più complesse di quello che si racconta, dietro alle quali ci deve essere la mano di un progettista esperto. Non tutti i Comuni hanno queste possibilità. Quindi non si tratta di mancata raccolta delle sfide, ma impossibilità a parteciparvi. Da dieci anni al servizio dei Monti Dauni. Quale sfida, quale obiettivo ti sei posta per il prossimo decennio? La mia aspettativa è quella di creare progetti che coinvolgano direttamente le aziende del territorio. Questo tipo di progetti - tecnicamente “a regia diretta” con gli attori del territorio - sono molto difficoltosi, ma fanno crescere davvero il territorio, con progettualità in grado di andare avanti da sole e funzionare. Sarà questa la mia personale sfida per la prossima programmazione.


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Un altro Natale nei container per i baraccati

di Mariangela Mariani

LA CAPANNA SOTTO L’ALBERO La rabbia delle donne a Palazzo di Città e donne portano avanti la baracca. Anna e le altre difendono con le unghie e con i denti il diritto alla casa. Guai se tocchi i loro bambini. Hanno nomi diversi ma lo stesso sangue agli occhi le mogli e mamme che, sistematicamente, rivendicano sotto il Palazzo le ragioni di sfattati, senzatetto e baraccati. Le famiglie accampate per giorni in Corso Garibaldi prima vivevano in conigliere riadattate ad abitazioni. Nel giorno dell’allestimento dell’albero di Natale le tende sono state smantellate, per decoro e perché lì non si può vivere. Anna, in graduatoria al 390esimo posto per una casa popolare, si è piazzata con una sdraio in mezzo alla carreggiata per ore. Di lì a poco, è spuntata una capanna. “Manca solo il bue e l’asinello, ora”, l’amara constatazione degli accampati, sfrattati anche da lì. C’è anche una donna incinta. Un’altra è alla 1413esima

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posizione in graduatoria. La casa la vede con un binocolo. Sono abusivi, ma lamentano di essere stati discriminati perché possono certificare di essere nelle stesse condizioni di chi è stato ritenuto bisognoso, indigente, pur non risultando assegnatario. “Non abbiamo motivo per stare fuori, avevamo la residenza da tre anni, anche noi abbiamo bambini. Siamo povera gente davvero, senza lavoro”. Diciotto famiglie. “Sindaco a Natale puoi” avevano scritto su un lenzuolo. Tagliati fuori dalla lista degli aventi diritto stilata dal Comune dopo gli sfratti al Salice e in via San Severo. La verità la sanno solo loro. Un anno prima, sempre nel mese di novembre, le donne dei container si erano barricate dietro i cassonetti divelti che bloccavano la strada. Li percuotevano con le mazze, nere di rabbia anche

davanti ai caschi blu che avanzavano. Volevano la corrente e non accettavano di pagare onerose utenze. Tutte mamme e mogli, in quella società apparentemente matriarcale quando esplode la rabbia. Giulia e le altre.

Amazzoni dei tetti di lamiera, che arretrano solo quando si nominano i servizi sociali e hanno un cuore di mamma. Al tempo degli sfratti, nei container, come quelli di via San Severo o del Campo degli Ulivi, si allarmano. Se un

abusivo, pure povero, ottiene un alloggio perché loro dovrebbero restare lì, è la domanda ricorrente. Incoronata, in uno di quei container, mastica rabbia perché è un’assegnataria e vive tra topi, blatte, umido e ruggine. D’estate è un inferno, d’inverno si muore di freddo. La pioggia penetra nelle baracche. Hanno addobbato l’ennesimo albero di Natale, numero imprecisato, chi più chi meno. Hanno paura di morirci in quelle baracche, aspettando la casa di una graduatoria che non scorre mai. Al rione Candelaro, nelle cosiddette piastre, alla spicciolata, le famiglie sfrattate dal Salice Nuovo entrano nelle sedi delle associazioni che assomigliano a un’abitazione. Alcune erano disabitate. Mai nessuno, appena aperte, avrebbe mai pensato che quella sarebbe diventata una vera Cittadella della Solidarietà. La solidarietà agli sfrattati.

Il Comune taglia i fitti, restano casi isolati e qualche alloggio in provincia ad esaurimento

Salva Enti, per debellare l’abusivismo Dopo gli sfratti, al vaglio le posizioni degli occupanti degli immobili busivi alla porta, si salva solo chi è più povero di tutti. Nel marasma degli sfratti, il Comune di Foggia, che non può permettersi più fitti passivi, locazioni varie e utenze per conto terzi, analizza le posizioni di tutte le famiglie sgomberate e riduce all’osso la lista degli aventi diritto. Si mette alla disperata ricerca di un alloggio temporaneo solo per gli assegnatari e i casi di accertata necessità, quelli più gravi, anche se occupavano illegalmente l’abitazione che hanno dovuto abbandonare. Gli altri li lascia per strada. Il rigoroso regime del Salva Città, che ingessa i Comuni e, a fronte dell’elargizione di un prestito, li obbliga a ridurre drasticamente la spesa, si rivela un espediente per ristabilire la legalità. C’è un vero e proprio pool che si occupa dell’emergenza abitativa al tempo degli sfratti: i dirigenti comunali Francesco Paolo Affatato e Carlo Dicesare, l’assessore ai Lavori Pubblici Antonio Bove e il consigliere comunale delegato alla Casa Saverio Cassitti, impegnati a cercare soluzioni a costo zero per gli sfrattati, l’assessore alle Politiche Sociali Erminia Roberto che assorbe i malumori e il disagio, e di mezzo ci è finita anche Claudia Lioia, assessore alla Pubblica Istruzione, quando

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due scuole del rione Candelaro erano state individuate come sistemazione provvisoria. Ad esaminare tutti i contratti, le certificazioni e i dati patrimoniali delle famiglie è l’assessore Sergio Cangelli, insieme ai suoi uffici. State vagliando le posizioni di tutti i nuclei sfrattati o che occupano immobili comunali. Quali sono oggi i numeri? Il censimento sta avvenendo sull’immobile di Borgo Mezzanone. È in corso. C’erano 93 assegnatari che hanno sottoscritto un contratto di locazione con il Comune nel 1998 e adesso dobbiamo vedere quanti sono gli occupanti, quali degli originari assegnatari sono rimasti in quell’immobile e verificare quindi chi ha diritto all’alloggio. All’esito di questa verifica si stabilirà chi deve rimanere e chi no. Sempre su Borgo Mezzanone, siccome c’è una debitoria pregressa enorme, c’è stata una proposta con la ditta e quindi con l’istituto di credito che è subentrato nei suoi diritti di acquisire questo immobile dopo il fallimento, però sono in corso una serie di verifiche, innanzitutto di fattibilità giuridica e anche rispetto agli importi. È evidente che chi non ha diritto dovrà andarsene. Gli altri sfratti hanno comportato la stessa operazione?

Proprio così. Ad esempio sulle 42 famiglie del Salice Nuovo solo cinque erano assegnatari effettivi però quindici famiglie in tutto sono state ritenute meritevoli di assistenza da parte del Comune. Per quanto riguarda, invece, via San Severo, negli alloggi sgomberati, su quattro famiglie nessuna è risultata assegnataria però una è stata ritenuta bisognosa di tutela e assistenza. Ci sono altre situazioni di abusivismo già accertate? Stiamo monitorando tutti i casi, però non sono così concentrati. Sono questioni per così dire singole. Le famiglie accampate per giorni nelle tende sotto Palazzo di Città affermano di poter dimostrare che per loro sussistono le stesse condizioni di bisogno degli sfrattati assistiti dal Comune e non capiscono perché sono state escluse. Le situazioni sono state esaminate sulla base dell’Isee e sulla base delle relazioni dei servizi sociali. Non c’è discrezionalità nelle decisioni, insomma. Assolutamente no. Ci siamo basati sulle dichiarazioni di redditi e delle situazioni patrimoniali dichiarate da loro stessi. Sulla base di quello che loro

hanno dichiarato sono state prese le decisioni. Indipendentemente poi da quelle che sono le altre graduatorie per le case popolari. Esatto, per le quali attendiamo spiragli da parte della Regione. In questo momento, quali altri fitti il Comune paga e deve tagliare? Quello di Borgo Mezzanone è il più gravoso. Ci sono altre situazioni sparse, per esempio a Carapelle, Orta Nova, alcune su Foggia, però stanno andando per fortuna ad esaurimento. Per i container e le baracche prima o poi si arriverà alla stessa risoluzione? Per i container non ci sono locazioni. Loro occupano questi container e non c’è una spesa per il Comune addirittura non c’è neanche il costo delle utenze. È ovvio che nel momento in cui dovessimo avere degli immobili dall’Arca Capitanata o lo sblocco di programmi per i quali abbiamo diritto a immobili, coloro che sono in graduatoria verrebbero trasferiti lì. Comunque non si tollereranno più situazioni di abusivismo? Assolutamente no. A spese del Comune poi non più. L’occupazione di immobili privati è una vicenda privatistica

che non inficia le casse del Comune e saranno i titolari privati a doversene occupare. Sembra una banalità, ma se noi sgomberiamo un immobile dove pagavamo l’affitto e dopo una settimana vanno di nuovo a occupare ovviamente non è più una vicenda che riguarda il Comune ma il proprietario dell’immobile. Forse è il più grande escamotage della storia della città per debellare l’abusivismo quello del Comune che non può permettersi più di pagare. È un escamotage fino a un certo punto, perché è un vincolo giuridico derivante da una legge finanziaria del Decreto Salva Enti. È l’occasione, certo, per porre fine ad un abuso non più tollerabile.

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focus

In Capitanata, ci sono 166 mila lavoratori in quiescenza

L’Italia è una Repubblica democratica La provocazione Spi Cgil: nonni in sciopero? Si bloccherebbe il Paese La loro “opera” vale 18,3 miliardi all’anno, circa 1,2 punti del Pil e consente a 800.000 donne di poter lavorare e di produrre reddito ’Italia non è un paese per giovani. E la Capitanata si allinea al resto dello Stivale. E’ la terza età - fascia fragile per più e più motivi - a reggere le sorti del Paese. Comprese le generazioni centrali - quelle di figli e nipoti, emblema della precarietà - per le quali una pensione, anche se esigua, appare una certezza imprescindibile. Non solo per spese voluttuarie e accessorie (quanti sono in nonni che si fanno carico delle spese di palestra, scuole di musica e danza per i nipoti?): tanti nonni si fanno carico delle “tasse universitarie dei FIGLI DEI FIGLI”, “per assicu-

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Un interrogativo, avanzato provocatoriamente dallo Spi Cgil di Foggia, da far tremare le vene dei polsi. Il Sindacato Pensionati Italiani della Cgil di Foggia lancia la bomba in concomitanza con la Festa dei Nonni. Ma si tratta di una miccia a lenta combustione, e la deflagrazione rimbomba nelle coscienze di tanti. L’obiettivo dello Spi non era gettare nel panico un’intera generazione, ma era porre l’accento sulla figura del nonno come ‘risorsa’ e non solo come ‘necessità’, di sensibilizzare cittadini, opinione pubblica e istituzioni sulla vita, le difficoltà e l’imprescindibile contributo alla tenuta del “sistema Paese” dei pensionati e più in generale degli anziani. “Non siamo noi la Banda Bassotti”, rivendicava a gran voce Franco Persiano, segretario provinciale Spi Cgil Foggia che ha tappezzato l’intera città di manifesti. Non sono gli anziani a rubare il futuro alle giovani generazioni, tutto il contrario: “Chi ha lavorato per una vita intera, chi si è battuto e ancora lotta per diritti e dignità, lo fa soprattutto per i propri figli, per i propri nipoti, affinché le conquiste ottenute con sacrifici e sudore non siano vanificate”, spiega Persiano. Il Sindacato Pensionati della Cgil sta rafforzando un’azione e una presenza già capillari, con più servizi e più iniziative per sostenere lavoratori, disoccupati e pensionati. Se i nonni dovessero scioperare, anche solo per una settimana, si paralizzerebbe l’intero Paese. E per immaginare le ripercussioni basta prendere in esame la più piccola cella della società, ovvero la famiglia: le conseguenze sarebbero devastanti nella gestione dei bambini, nella cura di tante persone non autosufficienti e, ancora, sarebbe riscontrabile anche nell’ambito di tante associazioni di volontariato, centri sociali, patronati.

teriormente arrivano a 1.026 euro. In provincia di Foggia, ci sono circa 166 mila pensionati. Il 66% di loro riceve pensioni minime, inferiori a 500 euro mensili. L’importo medio delle pensioni erogate in provincia di Foggia è pari a 616 euro. Sono quasi 94mila le donne pensionate, poco meno di 73mila gli uomini in pensione. Sono circa 32mila le prestazioni riconosciute agli invalidi civili per un importo medio mensile di quasi 400 euro ciascuno. Oggi i pensionati sono diventati gli ammortizzatori sociali della crisi all’interno delle famiglie. Le nonne e i nonni sostengono e cercano di aiutare come possono, non solo economicamente, i figli e i nipoti. 800.000 donne di poter lavorare e di produrre una ricchezza pari al 2,4% del Pil, vale a dire 36,6 miliardi di euro. Considerando le difficoltà economiche, sociali e occupazionali vissute in provincia di Foggia, in proporzione il valore delle mansioni svolte quotidianamente da nonne e nonni di Capitanata è certamente superiore alla media del dato italiano. Basti pensare al numero degli asili nido comunali, certamente insufficiente a sostenere il fabbisogno delle famiglie, soprattutto quelle più giovani, con mamma e papà costretti a barcamenarsi tra lavori e lavoretti precari che assorbono tempo ed energie. Senza l’impegno dei nonni, soprattutto per le giovani madri, spesso diventa proibitivo se non impossibile cercare un lavoro e tenerselo stretto. QUANTO PRENDONO I PENSIONATI? I dati ufficiali svelano bugie e disinfor-

LA FOTOGRAFIA. In Italia, fonte Istat, vivono 11.500.000 di nonne e nonni. Nel 2010, una ricerca specifica sul valore del lavoro svolto dai nonni ha registrato un risultato sorprendente. Il lavoro dei nostri nonni vale 18,3 miliardi di euro all’anno, circa 1,2 punti del Pil, il Prodotto Interno Lordo. La stessa ricerca ha appurato che il lavoro di cura svolto dagli anziani verso i loro nipoti consente a

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rare quel pezzo di carta che loro non hanno potuto avere”, o delle utenze e delle spese mediche dei figli “che non arrivano a fine mese”. E tanti altri, ancora, che con la loro opera e il loro impegno permettono a generi e nuore di fare come i saltimbanco, e scapicollarsi nel liquido mondo del lavoro, occupandosi a tempo pieno dei nipoti ma anche della gestione della case (pagamenti delle bollette, prenotazione degli esami, acquisti di varia natura). Ma cosa succederebbe se gli oltre 200mila nonni di Capitanata si mettessero in sciopero?

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mazione, e quanti sostengono che i pensionati italiani godano di pensioni da sogno: 2.592.168 pensionati ricevono mensilmente meno del trattamento minimo, vale a dire un importo medio di 267 euro lordi. E non è tutto, perché sono 4.915.594 gli italiani che percepiscono una pensione di 687 euro lordi. Altri 3.987.848 ricevono mensilmente 1.199 euro. Questo significa che, complessivamente, circa 12 milioni di italiani hanno un trattamento pensionistico inferiore ai 1.200 euro mensili. In totale, i pensionati sono 16.761.445 e ricevono un importo m e d i o mensile di 1.243 euro lordi, ma per gli ex lavoratori dipendenti quella cifra scende ul-

AMMORTIZZATORI SOCIALI? Una fotografia precisa e ben circoscritta, supportata dai numeri e dalle storie che Spi Cgil raccoglie. In via della Repubblica, infatti, nella sede del sindacato, in quella dello Spi e del patronato, ci sono moltissime donne che prestano volontariamente il proprio contributo. E ci sono tante altre donne che rappresentano nei fatti, non retoricamente, gambe, motore e sensibilità nelle funzioni dirigenziali e in quelle di assistenza quotidiana alle persone, alle donne sole, ai giovani precari e disoccupati, agli immigrati, ai padri di famiglia che perdono il lavoro a 50 anni e faticano a ritrovarne uno. In molti quartieri “difficili” di Foggia, soprattutto negli ultimi anni, le donne hanno dovuto assumere una triplice funzione: mantenere economicamente la famiglia dopo la perdita del posto di lavoro da parte dei loro compagni; tenere unita la famiglia in un momento di difficoltà (psicologica oltre che economica) ed accudire figli e nipoti. Una fotografia precisa e nitida che mostra quanto la figura del nonno sia socialmente imponente, come supporto e come possibilità per le famiglie.

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

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focus

fondata… sui pensionati. E Foggia?

L’esperienza di Maria Rosaria, biologa

Nelle banche, timidi segnali di schiarita

Nonna a tempo pieno

Basta garanzie

“Non solo una necessità, ma una risorsa”

Col Job Act, i figli se la cavano da soli

Cuore di mamma non si risparmia mai. Cuore di nonna non si tira mai indietro. Così le giornate di alcuni nonni diventano veri tour de force, con orari scanditi dai tempi di lavoro dei figli e delle necessità dei nipoti. Lo sa bene Maria Rosaria, biologa foggiana in pensione e nonna di una bambina di due anni e mezzo. Dopo una intensa attività lavorativa, il momento della pensione ha dato il via ad una nuova vita: quella di nonna a tempo pieno, ricca di impegni e responsabilità certo, ma anche di dolcezza e affetti nuovi. Da mamma lavoratrice quale è stata, sa bene quali possono essere le difficoltà e le esigenze di figlio e nuora. E con generosità, mette loro a disposizione il suo tempo e la sua esperienza. Forse anche un pizzico di pazienza. A ripagarla di tutto è l’affetto e la serenità della sua nipotina. Maria Rosaria, la serenità della pensione è solo un’illusione? Come è cambiata la routine della Sua vita con l’arrivo della Sua prima nipotina? E’ la serenità della vita, non solo della pensione, ad essere un’illusione. E, comunque, non è l’inattività a dare serenità. La mia routine è cambiata radicalmente con l’arrivo della nipotina, evento coinciso, in maniera non casuale, con il termine della mia attività lavorativa. Mamma lavoratrice prima, nonna impegnata poi: nel volgere di una generazione cosa è nelle politiche sociali e nei servizi alla famiglia? Le necessità di una donna che lavora sono principalmente legate alla presenza di figli, ancor più se in tenera età. Negli anni la società ha recepito questa esigenza, con l’offerta di strutture aperte anche nelle ore pomeridiane. Sono, però, aumentate anche le esigenze, in quanto molte famiglie vivono lontane dai nuclei di appartenenza e non possono contare sul supporto familiare. Anche le attività lavorative richiedono attualmente un impegno orario ben diverso da quello del pubblico impiego. In conclusione, la problematica è ancora più rilevante che nei decenni passati. Quali valori aggiunti, a Suo avviso, può apportare la presenza costante di un nonno, accanto a quella dei genitori, per un bambino? Quali sono

invece le criticità? La presenza di altre figure oltre a quelle genitoriali sono un valore aggiunto per i bambini, soprattutto per quelle figure nei cui confronti c’è un rapporto affettivo. La criticità può derivare da una mancata chiarezza dei ruoli. In che modo riesce a contemperare le esigenze di rigore educativo che un impegno di tale responsabilità richiede, con il ruolo di nonna? I nonni non hanno un ruolo prioritario, rispetto a quello dei genitori, nel rigore educativo. Per quanto mi riguarda, mi sono proposta nei confronti di mia nipote di essere sempre sincera con lei e di non tornare mai indietro quando dico ‘no’ (poche volte!) alle sue richieste. D’altronde la vera educazione, al positivo e al negativo, è l’esempio. I tempi della gestione della famiglia e quelli del lavoro (di alcune professioni più di altre) non sembrano essere più gestibili. Di chi è la responsabilità? Cosa manca e cosa si potrebbe fare affinché il lavoro non penalizzi la famiglia, e la famiglia non sia da ostacolo per la realizzazione professionale? La necessità di conciliare la gestione della famiglia e quella dell’ attività lavorativa è sempre stata un’ardua impresa. Lo è ancora di più ai tempi odierni, in quanto molte attività lavorative non hanno quelle coperture contrattuali, sociali, economiche e familiari, su cui si poteva contare in passato. Più che parlare di responsabilità, data la complessità delle variabili, penso sia più utile coalizzare le forze, personali e istituzionali, per rendere più semplice e felice la vita delle persone. Un’ultima personale osservazione: non è mai saggio sacrificare, al di là delle difficoltà, la realizzazione professionale, che - non dimentichiamolo è fonte di reddito e quindi di libertà. I sindacati provocano: senza i nonni l’Italia si bloccherebbe. Lei cosa ne pensa? I sindacati hanno ragione. Però, i nonni non sono solo una necessità. Sono una risorsa. Il rapporto che si crea con un nipote che ti viene affidato ha le caratteristiche di intensità, affettività, esclusività che sono tipiche dei veri amori. E chi potrebbe rinunciare a un grande amore?

Nelle banche si vedono timidi segnali di schiarita. Merito del Job Act, dice qualcuno. Aumentano infatti le richieste di finanziamenti da parte di neo-assunti finalmente con “le carte in regola”. Nella maggior parte dei casi, si tratta di finanziamenti destinati all’acquisto di un’auto, me c’è anche chi fa richiesta di mutuo per l’acquisto di una casa. E riesce ad ottenerlo. Cosa che negli ultimi tempi accadeva assai di rado. E quando accadeva era grazia alle garanzie offerte dai genitori, pensionati o pensionandi. Non certo per i redditi prodotti e dimostrati all’impiegato di banca. Negli anni passati era più complicato, per le giovani coppie che desideravano metter su famiglia, riuscire a ottenere un mutuo solo con le proprie forze. A volte addirittura impossibile. Per questo, correvano in aiuto i genitori: nei casi più fortunati bastava una firma come garanzia e il prestito era concesso. Una pensione statale, si sa, vale molto di più della paga di un precario. Oggi, invece, la situazione sta lentamente cambiando. Sono sempre meno coloro che si rivolgono ai parenti per questioni economiche. Nell’ultimo anno, grazie alla riforma del lavoro, sono diminuiti gli impieghi a tempo determinato in favore di quello a tempo indeterminato, a lungo considerato un miraggio. Le garanzie, almeno sulla carta, ci sono ed è più semplice che le banche concedano mutui. I genitori garantiscono sempre meno e i figli iniziano a cavarsela da soli. Anche economicamente: nel 2015 - stando sempre alle carte trattate dagli impiegati di banca - si registra un timido miglioramento delle condizioni economiche, soprattutto per la fascia di età che va dai 25 ai 35 anni. In parte, il merito va al Job Act dell’attuale Governo, e gli istituti di credito ringraziano. La maggioranza dei datori di lavoro hanno preferito regolarizzare i propri dipendenti, date le agevolazioni di cui avrebbero goduto. Le richieste di mutui que-

st’anno sono state tantissime, complice anche il tasso di interesse che, nell’ultimo semestre, è sceso notevolmente. Molti sono stati anche i prestiti accordati e destinati all’acquisto di un’auto. La prima cosa a cui si pensa quando si ha un impiego stabile, infatti, è comprare una macchina. E farlo con i propri guadagni è una grande soddisfazione. Per farlo bastano tre buste paga e il contratto di lavoro ed è fatta. Prima non accadeva così spesso, perché non sussistevano le condizioni base. Vi è la possibilità per i genitori, anziani e pensionati, di richiedere un prestito alla banca saldandolo mensilmente con la trattenuta di un quinto della pensione (cessione del quinto). Nel presente, questa pratica non è molto richiesta. In passato sì. I soldi in prestito servivano per aiutare i figli in difficoltà economica. Ovviamente alle banche non veniva fornita la vera motivazione, ma una che poteva essere più plausibile: nella top three la ristrutturazione della casa, cure mediche generiche o l’acquisto di un’auto. I dipendenti degli istituti di credito, con la loro esperienza, forse capivano che dietro c’era altro, soprattutto quando - trattandosi di clienti abbastanza in la con gli anni - comprare una macchina risultava improbabile. Assicuratisi il presente, c’è anche chi cerca di garantirsi un futuro più sereno: e allora, al front-office si allunga la fila per consigli sulla previdenza pensionistica complementare. Oltre all’Istituto nazionale della previdenza sociale, infatti, chi vuole può aprire un fondo privato e versare mensilmente una quota a piacere, anche minima di 50 euro. E dopo 8 anni può richiedere una percentuale della somma accumulata da spendere come si preferisce. E che ciò che si versa annualmente può essere detratto dalla dichiarazione dei redditi. Foggia è in crescita? Nelle banche sembrerebbe di sì. Resta da capire cosa accade fuori. Carmen La Gatta

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politica

Tutti i cantieri possibili del 2016 nell’augurio dell’amministrazione

a cura di Mariangela Mariani

Il Comune auspicio per l’anno che verrà Dall’orbitale al Medusa Park, passando per i parchi gioco e la riqualificazione del centro Buoni propositi tanti, senza effetti speciali. L’amministrazione Landella vola basso e non promette la luna. Il comune auspicio a lungo termine è rallentare l’emorragia di giovani. A una domanda a bruciapelo sul 2016, sindaco e assessori esprimono piccoli e grandi desideri per la città e si sbilanciano con qualche anticipazione. Alcuni cantieri possibili sono già avviati. Nessuno escluso, formulano auguri e speranze. E tra le risposte di pancia c’è anche il Foggia in serie B. L’ORGOGLIO DELLA FOGGIANITÀ

IL DOCUMENTO STRATEGICO DEL COMMERCIO

MEDUSA PARK, L’OCCUPAZIONE RIPARTE

IL SOGNO DEL NUOVO PALAZZETTO

VERO IL PUG E LA CITTÀ DEL DOMANI

“Auguro ai foggiani che si possano avverare tutti i loro sogni. La città può migliorare non solo con un sindaco bravo e amministratori capaci, ma necessita del contributo di tutti i foggiani. Dobbiamo rispolverare il nostro senso di appartenenza, l’orgoglio. È proprio nei momenti difficili che Foggia ha saputo ritrovarsi: vorrei ricordare il periodo buio dei bombardamenti. Una città che ha saputo ricostruire non solo gli edifici, ma la speranza e la vita. E siccome noi proveniamo da un buio profondo, da un’amministrazione che purtroppo non ha regalato i sogni ai foggiani, è proprio in questi momenti che i cittadini devono ritrovare il loro vigore, la loro forza e l’orgoglio della foggianità. E io sono fiducioso, perché ci sono segnali positivi. Foggia non è solo bombe e rapine”. Franco Landella, sindaco

“Il mio è un augurio di pace e benessere sociale, vuoi perché la nostra è una città particolare e talvolta difficile, vuoi perché le emergenze in questo periodo ci hanno fatto percepire difficoltà di vario genere. A livello progettuale, lavoriamo alla chiusura del documento strategico del commercio e vediamo se riusciamo a chiudere anche il nuovo regolamento di Polizia Municipale. Quanto all’abusivismo, la speranza è che l’indirizzo che abbiamo dato venga messo in pratica sia dagli organi competenti e sia dagli stessi ambulanti che devono prendere coscienza della loro posizione, perché purtroppo l’irregolare sembra ambisca a diventare la normalità, invece per quanto ci riguarda la normalità ha due caratteristiche: la legalità e il rispetto delle regole”. Claudio Amorese, assessore alle Attività Economiche

“Se le cose vanno in un certo modo, a febbraio c’è l’opportunità per Foggia di vedere un secondo anello tra la circonvallazione principale e viale Ofanto: l’orbitale. Un altro cantiere possibile è il Medusa Park: la speranza è che vada in porto questo progetto, che comporterebbe importanti ricadute in termini occupazionali. Potrebbe rappresentare un volano per far ripartire l’economia. L’auspicio è vedere qualche imprenditore con nuove proposte, project financing importante per dare risposte all’emergenza abitativa. E la pubblica illuminazione, molto importante anche per il controllo del territorio: c’è la possibilità di efficientare la città con un ritorno finanziario, e questa è una cosa molto importante che spero avvenga al più presto”. Antonio Bove, assessore ai Lavori Pubblici

“In vista del nuovo anno, ormai alle porte, lavoreremo alla risoluzione dei contenziosi più onerosi e, laddove sia prevedibile una soccombenza, proporremo la transazione con abbattimento dei costi. In materia di contratti, l’obiettivo è la risoluzione progressiva delle locazioni passive. E poi dobbiamo necessariamente operare un’attualizzazione delle convenzioni urbanistiche. Procederemo anche ad una razionalizzazione e valorizzazione del patrimonio comunale, partendo dal censimento e accatastamento dei beni. Insieme al sindaco, ci occuperemo dell’affidamento in gestione ad enti sportivi delle strutture comunali. Il sogno è un nuovo palazzetto dello sport”. Sergio Cangelli, assessore all’Avvocatura e Contenzioso

“L’attualizzazione e la rivisitazione del vecchio Documento programmatico preliminare è la base propedeutica per il Pug. Noi cercheremo di realizzare la prima fase in modo da andare verso il completamento e quindi adottare quanto prima il Piano urbanistico Generale. Molti argomenti che riguarderanno la Foggia del domani stanno iniziando a prendere corpo. Tra le tante cose utili c’è la proroga del Piano Casa, varato dalla Regione Puglia: abbiamo modificato anche gli oneri economici collegati al piano stesso. Cercheremo di armonizzare il tessuto urbano della città e rendere omogenei i vari quartieri, perché molti programmi del passato hanno creato un po’ di confusione e alcune zone presentano una pluralità di destinazioni urbanistiche”. Francesco D’Emilio, assessore all’Urbanistica

UMBERTO GIORDANO TORNA NEL SUO TEATRO

A SCUOLA DI LEGALITÀ

POTENZIAMENTO DELLA DIFFERENZIATA

UN AIUTO ALLE FASCE DEBOLI

CONTI IN ORDINE E INVESTIMENTI IN ARRIVO

“L’auspicio è che Foggia torni sempre più a riprendersi la scena e ad essere protagonista. In questi ultimi mesi sta dimostrando di esserlo. Sono più di uno i desideri: qualche riapertura importante che la città si aspetta, e che davvero possiamo continuare in qualche modo ad emozionare e ad emozionarci. Proviamo a regalare una speranza per questo 2016. Facciamocelo come augurio quello della riapertura del Teatro Mediterraneo. Ci sono tantissimi nomi che vorrei portare a teatro, e qualche bel ritorno lo avremo già a breve. Tante sorprese per un 2016 meraviglioso, come questa città merita. E nel 2016 Umberto Giordano tornerà al Teatro Giordano con le sue opere”. Anna Paola Giuliani, assessore alla Cultura

“La strada che abbiamo intrapreso è finalizzata alla riscoperta della città da parte dei giovani. Vogliamo far amare Foggia ai nostri ragazzi, per fare in modo che non si allontanino più o che abbiano voglia di tornare a casa. Non possiamo più permetterci che l’abbandonino. Promuoveremo iniziative che coinvolgano le scuole attraverso un’offerta formativa sempre più orientata al lavoro, agli sbocchi occupazionali. Sto lavorando a un progetto, non vorrei anticiparne i contenuti, ma riguarda la legalità, perché Foggia ne ha bisogno. Coinvolgerà i ragazzi e spero di far arrivare in città personalità molto importanti che possano dialogare con loro e far capire che la legalità e il rispetto delle regole sono fondamentali per la crescita sociale”. Claudia Lioia, assessore alla Pubblica Istruzione

“C’è una bella novità: con l’assessorato sto lavorando alle sponsorizzazioni. Mi spiego meglio: in pratica i privati investono sullla città per riqualificare una piazza, una rotonda, un giardino. È quasi tutto pronto e abbiamo registrato già diverse richieste da parte di privati. È un anno che ci sto dietro. E poi sarà potenziata, senz’altro, la raccolta differenziata. In primis, dal punto di vista dell’attrezzatura: implementeremo la dotazione. Ci sono una serie di altri progetti, non ci fermiamo mai. Più di tutto, tengo a che i cittadini acquisiscano una spiccata coscienza civica. C’è una minoranza che deve ancora ritrovare il senso civico: dobbiamo portare questi cittadini sulla strada giusta”. Francesco Morese, assessore all’Ambiente

“L’auspicio è che il 2016 porti tanto benessere a tutte le famiglie di Foggia. Ce lo auguriamo veramente, perché ne hanno davvero bisogno e ne abbiamo soprattutto bisogno noi. Perché si possa regalare un futuro migliore ai nostri figli, affinché possano restare a Foggia e non debbano chiedere di andare via. Questo è il desiderio che io ho espresso quando l’8 dicembre in piazza Cavour abbiamo lanciato i palloncini per ‘Il volo dei desideri’. Sto lavorando a tanti progetti, soprattutto per cercare di dare un aiuto alle famiglie più deboli. È il pensiero che mi assilla di più, su cui lavoro dal primo momento, da quando ho ricevuto questo incarico, e vorremmo riuscire a poter dare un po’ di benessere a tutti”. Erminia Roberto, vicesindaco e assessore alle Politiche Sociali

“L’intento per il 2016 dell’assessorato al Bilancio che guido da qualche mese è quello di continuare sulla strada del risanamento dei conti pubblici, compito svolto finora piuttosto egregiamente; basti pensare che il disavanzo di amministrazione è passato da un passivo di 41 milioni di euro a 34 milioni nel giro di un anno. Non sarà compito facile visti i tagli ai trasferimenti statali, ma gli Uffici dei Servizi finanziari sono al lavoro per razionalizzare le spese e continuare a garantire i servizi ai foggiani. Nonostante i tagli ai Comuni da parte del governo, sono previsti investimenti per il ripristino dei parchi gioco comunali ed interventi di riqualificazione in piazza Giordano e via Lanza”. Annarita Tucci, assessore al Bilancio

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speciale natale

Gli stili shabby e country cedono il passo al colore

Il Natale si fa prezioso. E scintillante ’è un appuntamento assolutamente imperdibile e magico, ogni anno; romantico e fascinoso come fosse sempre la prima volta. Anche quest’anno ci siamo: la nostra casa si prepara al Natale. Il trend che caratterizza queste feste è meno shabby degli scorsi anni. Il country e il minimal, con le rarefatte atmosfere di sogni di ovatta, hanno ceduto il passo dopo due o tre anni di gran successo, seppur rimanendo - un po’ in sordina - ancora presenti nelle case degli amanti più fedeli. Per il Natale 2015, invece, diamo il benvenuto a nuovi ed inconsueti abbinamenti: anzitutto apriamo all’uso di colori non convenzionali ma di gran voga nelle cerimonie, già dalla primavera appena passata. Parliamo del turchese (nella sua declinazione bon-ton color “Tiffany”, nome ispirato al colore del packaging della celebre casa di alta gioielleria), del celeste, dell’antracite (anche scuro e quasi neri) che, insieme al rosa bebè e al glicine, hanno arricchito il ventaglio delle proposte più audaci per questo Natale ormai alle porte. Ingentilite spesso da abbinamenti con il classico color tortora metallizzato o dal color argento o champagne metallizzato, riescono ad inserirsi con classe e originalità nelle case dal taglio più glamour. Per gli amanti delle atmosfere da renne e slitta e mercatini di montagna, diamo il bentornato allo spirito della tradizione del Natale. Certamente in contrasto con la tendenza

DI SIMONETTA CAMPANELLA ARCHITETTO

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TUTTE LE FOTO SONO di FLAMANT.COM

Spazio al color ‘Tiffany’, all’antracite e ai finish metallizzati Impossibile resistere all’opulenza dell’oro, bianco e rosso salva-portafogli dello shabby, ritornano con opulenza il rosso, il verde e il bianco. L’oro, l’argento e il metallizzato in generale, ricamano preziosi castoni per pietre dure ma anche semplici pezzi di vetro o anche glitter su resina dorata. In effetti, la diffusa esigenza di fare economia ha trovato risposta in numerosissime realizzazioni in resina e plastica commerciali al contempo molto sofisticate e di discreta fattura, che riescono con pochi euro ad essere di fortissimo impatto. Però, nulla è d’effetto come una casa decorata con le ceramiche smaltate dei candelabri di

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fattura tradizionale, come le sfere in vetro soffiato dalle nuance chiare e calde raccolte con intento decorativo all’interno di ampolle in vetro; e ancora preziosi pendenti realizzati a mano con pietre dure e metalli esattamente come veri gioielli con cui decorare l’albero come la casa. Ritornano le atmosfere tipiche del Natale nelle baite di montagna: il calore del camino, luogo di riunione per le famiglie la sera a fine giornata, richiama il significato dell’attesa e dall’Avvento, e viene rievocato dalle calze di lana in maglia decorate e piene di dolci, appese ad aspettare la

Santa Notte. Decorazioni a parete ottenute con ghirlande di verde naturale e frutta secca, e i centrotavola ottenuti con le composizioni floreali a base di fiori e bacche veri. I presepi di ceramica, gli splendidi carillon a tema natalizio, con figure di babbi Natale con renne al seguito, tovaglie dal gusto tradizionale in cotone pesante E pizzo classico. Il pizzo infine ingentilisce e rinnova le decorazioni in arte povera, come nastri e tovaglie in juta o piccole realizzazioni in legno, rendendole più romantiche, quasi classiche e senza dubbio molto preziose.


speciale natale

REGALI per Lui&Lei

Se è vero che il regalo è la parte tangibile di un concetto più alto e nobile che è quello del “dono”, la scelta dell’oggetto da regalare non è dettata solo da gusti personali ma anche dalla capacità di interpretare i desideri di chi riceve. Ecco qualche idea per dedicare un pensiero gentile Per stupire una persona speciale e vivere una magica atmosfera natalizia il brand Pandora lancia i nuovi charms natalizi: stelle luminose e scintillanti fiocchi di neve, in vendita presso Gioielleria Aurum et Margaritae Via Vittime Civili, 66

Per questo natale Erbolario propone linee naturali profumate per la cura e il benessere del corpo racchiuse in scatole decorate con fiori e foglie. In vendita presso Erboristeria dott. D’Alessandro C.so Roma, 94

Crea atmosfera con la lampada catalitica “Crespi Milano” in vetro trasparente o colorato. La profumazione d’ambiente attraverso la lampada catalitica è una soluzione efficace per eliminare i cattivi odori, immettendo la fragranza desiderata nell’ambiente. In vendita presso Sweet Home

Montale Paris. Il profumo è sogno, è mistero, è un viaggio nell’emozioni. Starry Night - Notte stellata - una fragranza fresca, unisex, in cui sentori di oriente e note mediterranee si fondo in un cuore di ambra e muschio bianco. In linea con la migliore tradizione profumiera francese. In vendita presso Profumi e Balocchi

Sorridenti angioletti in resina in tante pose e dimensioni, e originali candele natalizie graditissimi come regali per creare atmosfere uniche. In vendita presso Sweet Home via S. Altamura 50/52

Bayolea la linea skin care per lui. Anime e gentleman fatevi sotto. Il brand Penhaligon’s ha lanciato un vero kit per la cura del proprio aspetto: dal detergente per il viso alla crema per radersi passando per la cera per i baffi. In vendita presso Profumi e Balocchi Via della Repubblica 85

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Il make-up per le grandi occasioni

Bagliori di festa Per la sera focus su occhi e labbra rillare senza abbagliare. Sarà questo il leitmotiv del trucco di fine anno, che va realizzato a regola d’arte. In altre parole, stop agli effetti superscintillanti e via libera alle tinte iridescenti, che cambiano in base alla luce. Merito della tecnologia che ha messo a punto texture avveniristiche, con pigmenti a interferenza, nei quali il colore è dato dalla sovrapposizione di più strati che, a seconda, dell'angolo d'incidenza luminosa, danno un risultato diverso, sempre trasparente e cangiante. Alla base, fondotinta naturale ma coprente con punti luce

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COME USARE I GLITTER Si tratta di pagliuzze che illuminano e accendono di bagliori iridescenti viso, capelli e décolleté sotto le luci artificiali. Dunque sono adatti solo alla sera: il segreto è quello di usarli a piccoli tocchi, su zigomi e arcata sopraccigliare, rotondità delle spalle e dei seni. Non serve esagerare, basta scegliere un solo punto da enfatizzare e lasciare il resto naturale. In alternativa, si può puntare sul contrasto trucco mat, molto sofisticato, e una capigliatura “accesa” di brillantini. Oro, argento, rosa... la nuance adatta che meglio si accorda con la carnagione, l'abito o i capelli: tutto è permesso.

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dorati sugli zigomi. Protagonisti del make-up saranno gli occhi, per uno sguardo seducente e pieno di fascino. Il tocco che fa subito festa? L'effetto smokey eyes, grande protagonista di stagione, per un risultato ad alto impatto, ma sicuramente elegante. Da privilegiare le texture brillanti/madreperlate, con ombretti intensi dalle sfumature metalliche o con micro glitter, per un tocco shine. Se il make-up degli occhi è importante, la bocca deve essere naturale, illuminata da gloss trasparenti, magari anche dalle virtù volumizzanti.


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Per un Natale da MasterChef: tutti i consigli, dall’antipasto al dessert

cucina

Il menù delle feste? È a “cinque stelle”

LA RICETTA Datteri ripieni con marzapane di pistacchi e miele INGREDIENTI per circa 30 datteri: • 100 g di pistacchi sgusciati non salati • 1 cucchiaio di zucchero semolato • 1 cucchiaio e ½–2 cucchiai di miele liquido • 1 cucchiaino e ½ di succo di limone • ½ cucchiaino d’acqua di rose o a piacere zucchero a velo, per spolverare • 28–30 datteri medjoul o deglet

Come stupire i commensali con i piatti dei più famosi talent show culinari ll’inizio era pura curiosità, come quando assaggi se la pasta è buona di sale: soli pochi minuti per visionare i Menù di Benedetta, in cui c’era sempre qualche piatto possibile da replicare anche nella tua cucina; e poi – diciamoci la verità – le sue simpatiche gaffe ti fecevano sentire una cuoca niente male al suo confronto. Ma poi anche tu sei impazzita come la maionese: sei diventata una addicted dei programmi dedicati al succulento mondo della cucina perché non hai perso una puntata dei vari Prova del Cuoco, Cucine da Incubo e Bake Off Italia, solo per citarne alcuni. Ti sei resa conto di essere caduta dalla padella alla brace quando la tua Bibbia è diventata il ricettario ufficiale di MasterChef e

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IL MENÙ STELLATO Accogli con dolcezza i tuoi ospiti, facendo trovare loro un biscotto natalizio come segnaposto: segui la ricetta di Ernest Knam, il pasticcere di Bake Off Italia per realizzare stelle fragranti ricoperte di glassa. Il segreto? L’aroma alla ogni volta che il risotto non lega nella tua mente riecheggiano i brutali commenti di Gordon Ramsay. Eppure anche quest’anno, sei ancora qui a chiederti cosa preparare per il cenone della Vigilia? E’ tempo di stupire i tuoi ospiti con un menù all’altezza dei vari Carlo Cracco e Antonino Cannavacciuolo: approfitta delle vacanze natalizie per sfoderare la cuoca che c’è in te e mettere finalmente in pratica tutto quello che hai imparato dai reality show culinari.

cannella. Secondo Carlo Cracco, nel menù di Natale non può mancare una zuppa: prova quella alle castagne, un modo insolito per degustare questi squisiti frutti di stagione accompagnati con crostini o grissini aromatizzati. Rispetta la tradizione invece Antonino Cannavacciuolo secondo cui il menù natalizio deve lasciare spazio a portate di mare come il risotto con vongole e limone e l’immancabile baccalà - alla pizzaiola - per un sapore verace. Concludi con un dessert alternativo consigliato da Gordon Ramsay che reinterpreta un ingrediente presente sulle nostre tavole delle feste in chiave esotica: i datteri, un vero stuzzichino dolce per l’ultimo coup de théâtre per i tuoi commensali. Dalila Campanile

PREPARAZIONE: Mettete i pistacchi e lo zucchero in un robot da cucina e azionate fino ad avere un composto granuloso. Versate sul composto il miele, il succo di limone e l’acqua di rose, poi azionate nuovamente finché il composto inizia a diventare omogeneo. Rovesciate il marzapane su un piano spolverato di zucchero a velo e impastate leggermente fino ad avere una pasta morbida e liscia. Tagliate i datteri a metà per il lungo e togliete i noccioli. Prendete un cucchiaino di marzapane di pistacchi e formate un rotolino leggermente più corto rispetto al dattero che dovete farcire, spolverandolo con un po’ di zucchero a velo per evitare che si attacchi alle dita. Inserite il marzapane nel taglio del dattero e premetelo con delicatezza per racchiudere il ripieno. Adagiate il dattero in un pirottino di carta e ripetete l’operazione per riempire gli altri.

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Le star scelgono la Detoxification Diet

In forma dopo le feste Via libera a brodi, minestre, decotti e frullati on abbiamo ancora deciso i menù dei cenoni di Natale e Capodanno e già vi fasciate la testa pensando a quanto sarà dura recuperare gli eccessi delle feste, che si manifesteranno sotto forma di odiati accumuli adiposi e temuti chili do troppo. E’ la storia di ogni anno, e - lo sappiamo benissimo - le la-

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crime di coccodrillo dopo gli stravizi a tavola servono a mettere a tacere una coscienza sporca, ma nessun potere hanno sull’ago della bilancia. Allora, nei menù ricordiamo di aggiungere una voce fondamentale: il momento detox.

La Detoxification Diet è la più amata dalle star, anche per le ripercussioni positive sull’aspetto della pelle, subito più luminosa e in salute. L’obiettivo di questo regime alimentare è quello di disintossicare l’organismo e accelerare il metabolismo. In che modo? Riducendo il consumo di carne, insaccati e formaggi stagionati per due settimane circa - tempo limite per una depurazione profonda - a favore di una buona dose di fibre, frutta e verdura. Per un’azione detox profonda è importante assumere una grande quantità di liquidi. Non solo acqua: via libera a brodi, minestre, decotti e frullati. Certo, tutto molto lontano rispetto alle sontuose tavolate di Natale, ma l’organismo – ne siamo certi – ringrazierà. Per affrontare bene la giornata (ed evitare i morsi della fame) è importante dedicare attenzione al momento della colazione, che deve essere più ricca, ma altrettanto salutare e genuina: spazio a frutta di stagione e yogurt magro, magari arricchito con frutta secca. Un po’ di furbizia non guasta: il segreto per non cadere in tentazione? Liberarsi di vassoi e alzate piene di dolci natalizie. Non gettateli, mi raccomando (sarebbe uno schiaffo alla povertà); ma poiché in certe situazioni la forma è sostanza, potreste incellophanarli e portati alla vicina di casa per il momento del caffè. Sperando che anche lei non sia a dieta. IL CONSIGLIO | Nei pomeriggi freddi, le tisane rappresentano una “coccola” da concedersi, magari in compagnia delle amiche. Ce ne sono per tutti i gusti: scegli la tua combinazione preferitra tra menta, finocchio, tarassaco, liquirizia e cardo mariano. Oltre a depurare l’organismo, contribuirai a drenare i liquidi in eccesso ed eliminare i gas intestinali per un effetto pancia-piatta assicurato.

E’ stata realizzata grazie al Rotary Foggia

Musicoterapia in fasce Service multicanale nei reparti della Maternità: aiuterà a lenire il dolore nei neonati pre-termine uoni new-age e melodie rilassanti per accompagnare il momento, intimo e raccolto, dell’allattamento e dell’assistenza ai neonati nella Terapia Intensiva e nel Nido: è il ‘regalo’ degli Ospedali Riuniti di Foggia per le neo-mamme e i nascituri della struttura di viale Pinto, dove da pochi giorni è stato attivato un doppio impianto stereo digitale multicanale nei due reparti della Maternità. L’impianto è stato acquistato grazie alla generosità e al prezioso contributo della Fondazione Rotary e del Rotary del capoluogo dauno, presieduto dal dott. Paolo Tanzi, già Dirigente Medico Neonatologo della Struttura di Neonatologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia. L’impianto, attraverso canali internet e radio web, potrà fornire musica monotematica durante le 24 ore a costo zero, sia alle mamme nutrici che ai neonati del Nido e dell’Utin. Non si tratta di un vezzo né di un optional, ma di un aiuto concreto per i piccoli in fasce: recenti studi hanno rilevato un miglioramento di alcuni parametri fisiologici, come la frequenza respiratoria, la saturazione di ossigeno nel sangue e l’aumento della soglia del

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dolore con l’ascolto della musica. Il potere della musica, infatti, è noto da secoli, ma di recente è stato rilevato da alcune riviste internazionali, quali, ad esempio, quelle del gruppo Archivies of Disease in Children, che hanno documentato come la musica possa lenire il dolore nei neonati pre-termine e favorire il passaggio dell’alimentazione naturale. dicembre - duemilaquindici

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in poche parole

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 PODOLOGA Non solo micosi: i limiti dell’automedicazione

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GRAZIANA MUTI

Nasi rossi Le malattie dell’unghia crescono Non solo estetica, ma campanello d’allarme per malattie sistemiche Tutto quello che c’è da sapere per mantenerle in buona salute ossiamo definire l’unghia come un vero e proprio apparato, con sue funzioni e patologie. Ha funzione oltre che estetica, di autodifesa, di protezione da agenti patogeni, migliora la sensibilità tattile ed è un fondamentale campanello d’allarme per varie malattie sistemiche (prima di un intervento chirurgico infatti, ci viene chiesto di togliere lo smalto). E’ costituita da lamina, letto e matrice. La lamina è la parte a noi visibile, quella su cui applichiamo lo smalto, per intenderci. E’ composta da cheratina principalmente, ma sono presenti anche lipidi, zolfo, acqua, amminoacidi, vitamine e minerali. A seconda dell’età, la composizione dell’unghia si modifica. Nel bambino avremo un’unghia ricca di lipidi e acqua, di conseguenza sarà molto elastica e lucente. Con l’avanzare dell’età queste due componenti si ridurranno e aumenterà la presenza di zolfo e l’unghia risulterà non elastica, ma dura e, quasi paradossalmente, più friabile.

P Foggia invasa dai nasi rossi, grazie al corso di Clownterapia organizzato dalle associazioni di volontariato. E’ quello svolto per la prima volta a Foggia, fortemente voluto dalla referente provinciale Jole Figurella e sostenuto da alcune associazioni locali, come l’E.R.A. sezione di Foggia, che in collaborazione con l’associazione Il Cuore Onlus nella figura del dottore Fulvio Fusco, che hanno formato ‘nasi rossi’ nella provincia di Foggia. Il corso è durato 7 giorni, tra formazione e stage, presso reparti oncologici e strutture residenziali della provincia di Foggia. “Nell’immaginario collettivo spiega Jole Figurella - clownterapia significa medici in camici bianchi, con nasi rossi e buffi palloncini tra le mani, che tentano di portare un sorriso tra i bambini malati. Questa assistenza in ambiente sanitario ha dietro di sé una vera formazione, che non si limita all’aspetto ludico e che non coinvolge solamente piccoli pazienti”. “L’Associazione Cuore Onlus aggiunge Fusco - rappresenta un esempio italiano di clown dottori, che utilizza questa terapia anche in orfanotrofi, case di cura, centri anziani, asili e case famiglia, cercando di creare un rapporto empatico con la persona bisognosa di sollievo e assistenza”. I corsi di clownterapia accolgono un preciso numero di partecipanti, in modo da poter offrire una concreta gestione negli esercizi della parte teorica, tanto che per accontentare un po’ la numerosissima richiesta avuta, sono state già previste tre nuove date nel nuovo anno. L’obiettivo è far trascorrere del tempo al paziente in cui tutte le problematiche del corpo o della mente vengono dimenticate: il tempo, quando i clown entrano nei reparti o nelle case di cura passa velocemente. La clownterapia, sottolinea il Presidente del Ce.Se.Vo.Ca., Pasquale Marchese, “riesce ad arricchire il volontario e ad alleggerire il peso della sofferenza e della malattia del paziente”. La lezione è quella del padre di tutti i Clown, Patch Adams: “L’amore è un concetto che si è perso. Bisognerebbe insegnarlo nelle scuole, un’ora al giorno, cinque giorni a settimana, per tredici anni, come la matematica”.

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Il letto è la parte sottostante la lamina a cui è adeso. La matrice, riccamente innervata e vascolarizzata, produce la lamina ungueale. L’unghia, proprio per la sua complessità, è soggetta a tantissime patologie. Purtroppo la maggior parte vengono confuse con le micosi. Non tutte le patologie ungueali sono onicomicosi. Per fare diagnosi certa di micosi, oltre ad un’attenta analisi clinica (si ricercano infatti ipertrofia del letto e della lamina, discromia, fragilità della lamina, onicosi), bisogna avvalersi anche di un esame colturale che si effettua prelevando un frammento di lamina e letto unguale. Se non ci sono queste certezze, bisogna analizzare tantissimi altri aspetti; ne seguono alcuni trattati sinteticamente. Il semplice avanzare dell’età può portare ad un diverso trofismo dell’unghia in seguito ai suoi cambiamenti istologici. Inoltre la lamina in seguito a microtraumatismi ripetuti (la tomaia della scarpa, il secondo

dito sovraddotto, un urto ecc) può staccarsi dal letto (onicolisi) diventando così più giallastra (discromia). Le macchie sull’unghia, potrebbero anche essere conseguenze di callosità subungueali, di piccole lesioni o versamenti avvenuti per le più svariate cause. Addirittura l’utilizzo di chemioterapici e radioterapici può alterare il trofismo della lamina. O ancora, le unghie sono sede elettiva di manifestazioni di problemi dermatologici come dermatiti, psoriasi, artrite psoriasica ecc. Le unghie si modificano

Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 PSICOLOGA Il suo ruolo nella crescita psicologica del bambino

anche in seguito a problemi respiratori: sono molti i casi in cui la BPCO ad esempio, è associata a dita ippocratiche e a unghie a vetro d’orologio. Allo stesso modo una cattiva circolazione periferica causa danni agli annessi cutanei (unghie, peli e capelli) perche non arrivano le giuste sostanze nutritive. Anche deficit ematici di vitamine e minerali possono manifestarsi sull’apparato ungueale. Un forte trauma, così come una passeggiata in montagna con scarpe sbagliate, possono addirittura danneggiare la matrice. Qui la situazione diventa più delicata perche se si danneggia in maniera permanente la matrice, la lamina che essa produrrà non sarà più sana. Questa è solo una piccola parte dei problemi che l’unghia può presentare. Prima di acquistare farmaci di automedicazione, prima di fidarvi delle esperienze altrui, recatevi a visita dal podologo per qualsiasi problema che le vostre unghie dei piedi possano manifestare.

DI INES PANESSA

La figura paterna nello sviluppo del Sé Alcuni dimostrano capacità di provvedere anche a figli piccoli, una consapevolezza sostiene la realtà del “padre partecipante” imbolicamente rappresenta - nel sistema famiglia - colui che istituisce le regole e dunque rappresenta l’Istanza Morale. Freud parlava di Super Io ovvero di imperativo morale. Questa Istanza o codice morale è la base per la coscienza etico - sociale che guida il comportamento e sostanzia le relazioni interpersonali.In letteratura, spesso, ci si sofferma di più sulla relazione madre- bambino piuttosto che sul sistema triadico madrepadre–bambino, ancor meno ci si è interessati alla esclusiva relazione padre - figlio. Il padre resta figura marginale che fa il proprio ingresso in una fase successiva dello sviluppo del Sé del figlio. Gli studi moderni rivalutano il ruolo del padre sin dalla nascita (importante già durante la gestazione), il padre influenza il clima familiare e incide sul benessere psicologico della madre. E’ interessante domandarsi se esista un istinto paterno pari a quello materno o se la paternità sia un apprendimento successivo che insorge con la genitorialità e che si acquisisce

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con la cultura di appartenenza. Cosa accade quando un padre acquisisce un atteggiamento distanziante o rifiutante? Buona parte delle difficoltà relazionali ritrovano una connessione con una distanza affettiva dal padre, i bambini, in risposta al rifiuto da parte dei genitori, non solo tendono a sentirsi più ansiosi e insicuri, ma risultano anche più ostili e aggressivi nei confronti degli altri. Il dolore del rifiuto tende a ripresentarsi in età adulta, rendendo più difficile instaurare relazioni sicure e fiduciose con i loro partner. Il padre è colui che simbolicamente rappresenta - nel sistema famiglia - colui che istituisce le regole e dunque rappresenta l’Istanza Morale. Freud parlava di Super Io ovvero di imperativo morale. Questa Istanza o codice morale è la base per la coscienza etico - sociale che guida il comportamento e sostanzia le relazioni interpersonali. La tendenza attuale sembra quasi delegare

questa funzione alla scuola o alle istituzioni terze mentre la figura paterna si spoglia di questo ruolo, ciò non significa attribuire al padre una funzione autoritaria e punitiva depauperando il ruolo paterno della dimensione affettiva, ma significa valorizzare il ruolo paterno assegnando la funzione di guida nel mondo sociale. Alcuni padri dimostrano notevoli capacità di provvedere anche a figli molto piccoli. Le ipotesi generate si fondano sulla deprivazione attentiva e di accudimento e di come questa possa generare disturbi del comportamento o comportamento problematico del bambino che rappresenterebbe il tentativo di sollecitare una reazione in risposta alla mancanza di coinvolgimento del padre nell’interazione con il piccolo. Questa crescente consapevolezza sostiene la formazione del cosiddetto

“padre partecipante”, cioè colui che si mostra capace di creare con i figli una relazione fondata sull’affettività e sulla condivisione.

Il padre è chiamato subito ad essere protagonista, assumendosi le responsabilità che comporta la funzione genitoriale, confrontandosi anche con il suo essere stato figlio elaborando la relazione con il proprio padre. Questa consapevolezza favorisce il processo di separazione dalla madre e introduce il figlio ad un sano sviluppo del Sé attraverso il linguaggio logico, il pensiero razionale e il rispetto delle regole nelle relazioni sociali facilitando l’emancipazione dall’infanzia e il suo ingresso nel mondo adulto.

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GINECOLOGA ell’ambito delle indagini utilizzate per studiare l’apparato genitale femminile un ruolo rilevante è rivestito dalla Colposcopia, che di solito si affianca al pap-test nel momento in cui quest’ultimo fornisce risultati dubbi o risposte meritevoli di ulteriori indagini. Come ben sappiamo il PapTest è il cardine nello screening della patologia cervico-vaginale, infatti ci consente di rilevare la presenza di infiammazioni, infezioni, e tumori del collo dell’utero, della vagina ed a volte del corpo uterino. Quando risultano delle anomalie ghiandolari o delle cellule squamose (che sono i due tipi di epitelio presenti in loco) è necessario completare ed approfondire l’esame con una indagine di secondo livello, che è dirimente nell’individuazione di falsi positivi e falsi negativi. Per eseguirla si utilizza un Colposcopio: apparecchio dotato di una potente lente di ingrandimento, che serve a studiare vulva, vagina, ano e cervice. Per eseguire la colposcopia è necessario porre la paziente in posizione star trek (leggi litotomica, ovvero a gambe all’aria!) e previo posizionamento di speculum, si visualizza il canale vaginale. Dopodiché si applicano due soluzioni, prima di acido acetico e

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DENTISTA

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DI TIZIANA

CELESTE

in poche parole

L’esame affianca e completa il pap-test

Che cos’è la Colposcopia? Come si svolge l’esame, cosa avviene e a cosa serve: perché è importante sottoporsi all’indagine annualmente

Colposcopio Zeiss

successivamente di Lugol: entrambe servono ad evidenziare la presenza di lesioni, alcune sono già visibili ad occhio nudo, come i condilomi floridi, altre si evidenziano solo tramite l’applicazione di queste soluzioni, come i condilomi

piatti, o lesioni pre-neoplastiche e non. Quando si visualizza l’introito vaginale si deve cercare la presenza di escrescenze digitiformi (microcondilomi) di solito localizzati sulla faccia interna delle piccole labbra e delle pareti vaginali, l’eventuale presenza di lesioni discromiche (cioè di colori diversi dalla mucosa) o ulcerate o escrescenze. Si deve valutare la presenza di leucorrea: il suo aspetto, odore e colorazione ci forniscono importanti dettagli sul tipo di infezione vaginale (il caratteristico “cattivo odore” è segno di vaginosi batterica, mentre le secrezioni a “ricottina” sono chiaro segnale di candidosi). Anche l’aspetto dell’epitelio che ricopre l’esocervice ci fornisce importanti informazioni sul-

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l’agente infettivo all’origine di queste patologie (batteri, virus, protozoi). Ed è in base a queste informazioni ricavate che siamo in grado di decidere la terapia adatta al tipo di infezione presente (come già spiegato in passato una vaginite è totalmente diversa da una vaginosi, così come una rinite allergica è differente da un semplice raffreddore). Infine si possono visualizzare anche tumori benigni e maligni, sui quali è possibile intervenire chirurgicamente asportandoli in toto o semplicemente effettuando una biopsia, il cui risultato istologico ci guiderà nella scelta terapeutica. Concludendo è fondamentale sottoporsi a queste due indagini annualmente poiché alcune patologie del basso tratto vaginale (di solito le meno belle) hanno un decorso lento ma silenzioso e quando si palesano con sintomi sono già in stato avanzato.

DI VALENTINA

LA RICCIA

Il fluoro è fondamentale per la salute dei denti

Fluoroprofilassi sì o no? Il suo assorbimento avviene tramite la dieta o preparati specifici, se assunto in eccesso provoca macchie sulle superfici dentarie l fluoro è un elemento molto importante per i denti. Durante gli anni della crescita ne influenza positivamente lo sviluppo e conferisce loro durezza, poiché aiuta l’organismo a ritenere il calcio, e li rende più resistenti alla carie. Se assunto correttamente e nelle giuste quantità è ottimo per preservare la salute dei denti. Possiamo trovarlo naturalmente in acqua, thè, latte, frutta, verdure a foglia verde (spinaci, asparagi…), pesce, cereali integrali e semi di girasole, ma in commercio esistono numerose preparazioni al fluoro come dentifrici, gel e vernici dentali da applicare sui denti per attuare così la fluoroprofilassi. La dose giornaliera raccomandata di fluoro per i bambini è variabile in base all’età mentre per gli adulti è pari a 1 mg: in generale per un bambino è opportuno utilizzare un dentifricio che contiene 500 ppm (parti per milione) di fluoro mentre per un adulto 1000 ppm. Questo, unitamente alla dieta, aiuta a garantire

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l’apporto quotidiano sufficiente. Quando c’è carenza di fluoro, è indicato ricorrere ad agenti fluorati da applicare topicamente sui denti o da assumere per bocca (pastiglie o gocce), ma ricordiamo che la via topica risulta essere la via di somministrazione in grado di fornire concentrazioni molto più elevate di fluoro nella saliva rispetto ad altre. Infatti, secondo le ultime linee guida ministeriali, il miglior agente remineralizzante dei denti è proprio la saliva e le concentrazioni massime di fluoro nella saliva si ottengono con l’applicazione di composti fluorati (ad es. dentifrici) direttamente sui denti. Analogamente, secondo le ultime raccomandazioni cliniche, somministrare le pastiglie al fluoro alla mamma in gravidanza per favorire il

sano sviluppo dei dentini del nascituro non è più indicato in quanto non trova supporto dalle evidenze scientifiche disponibili, infatti l’azione di contrasto alla carie da parte del fluoro avviene solo dopo l’eruzione dei denti. Dunque fino ai 6 anni di età è consigliato utilizzare una minima quantità di dentifricio ( d e l l a grandezza di una lenticchia) contenente un basso dosaggio di fluoro (500 ppm); dai 6 anni in poi, si può passare ad un dentifricio contenente 1000 ppm di fluoro. Se da una parte è così importante assumere un quantitativo sufficiente di fluoro, dall’altra l’eccesso può causare la comparsa di macchie sulle superfici dentarie (fluorosi), per questo è im-

portante fare attenzione e rivolgersi ad un odontoiatra che può valutare se è necessario ricorrere ad ulteriori misure fluoroprofilattiche, come l’applicazione di gel o vernici fluorate direttamente sui denti. Le pastiglie o le gocce restano dei validi integratori per quei pazienti in cui l’assunzione giornaliera di fluoro attraverso la dieta è insufficiente o laddove non è possibile accedere ad acque fluorate (contenenti almeno 0.7 mg/l di fluoro). La fluorazione delle acque è infatti una misura preventiva adottata in vari Paesi ed utilissima per acquisire il quantitativo adeguato di fluoro ogni giorno. Attraverso il link www.acqueitaliane.fondazioneamga.org è possibile conoscere il contenuto dello ione fluoro nelle più diffuse acque minerali reperibili in Italia. Pertanto se avete dei dubbi rivolgetevi al vostro dentista, infatti è bene assumere fluoro sotto supervisione del medico poiché un’assunzione eccessiva e sregolata può risultare dannosa o perfino tossica.

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S.O.S. Funghi

Un progetto unico in tutto il sud Italia: un protocollo d’intesa, sottoscritto presso la direzione generale degli Ospedali Riuniti, che vede insieme il Parco del Gargano e l’Università di Foggia per avviare un importante progetto di ricerca che vedrà coinvolto anche il Centro Anti Veleni di Foggia. Al centro di tutto vi sono i funghi, tanto importanti quanto pericolosi. I funghi svolgono un’importantissima funzione regolatrice dell’ecosistema e pertanto rientrano tra le risorse più importanti del polmone verde del Parco del Gargano in termini di biodiversità, spesso depauperata dalla raccolta indiscriminata e dalla non adeguata preparazione dei cercatori occasionali che possono mettere a rischio la salute del consumatore, come confermato dai tanti casi di intossicazione (40 nel 2014 e 51 fino a novembre 2015) registrati dal CAV di Foggia, l’unico della Puglia. Di qui l’esigenza di effettuare uno studio scientifico che possa valorizzare, tutelare e valutare qualitativamente e quantitativamente le specie fungine presenti sul Gargano. Un progetto importante, perché porta con sé un triplo salvataggio: della cultura, delle vite umane e della biodiversità. Il Gargano vanta la presenza di oltre 2000 specie di funghi, numeri enormi per un’area così circoscritta. Dopo aver effettuato una mappatura dei funghi del Gargano, i ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente dell’Università di Foggia, unitamente a quelli del Centro Anti Veleni, valuteranno attentamente la presenza o meno di sostanze inquinanti, metalli pesanti o agenti patogeni all’interno degli stessi funghi. Inoltre, sempre con il Dipartimento di Scienze Agrarie di Foggia e con quello di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari, il Parco del Gargano allestirà presto l’Unità mobile Gargano, una vera e propria clinica mobile veterinaria con a bordo un esperto di igiene e tecnologia degli alimenti che sarà in grado di fornire all’occorrenza e sul posto, un fondamentale supporto ad allevatori e piccoli produttori artigianali.

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Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com - Tel. 0881.728115 AVVOCATO Il defunto potrebbe lasciare in eredità anche debiti

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DANIELA MURANO

Testamenti ed eredità: che fare? ome recita un antico proverbio “Chi muore giace e chi vive si dà pace”. Nessun proverbio ma solo la comune esperienza dimostra che, in realtà, la morte di ciascun individuo comporta la necessità che i propri congiunti adempiano a tutta una serie di obblighi previsti dalla legge. Il defunto potrebbe lasciare in eredità ai suoi cari non solo denaro o beni immobili ma anche debiti di importo più o meno elevato. Cosa occorre fare dunque se si è coinvolti in una vicenda successoria? La persona della cui successione si tratta potrebbe aver fatto testamento: secondo il codice civile il testamento è un atto revocabile con il quale ciascuno può disporre dei propri averi per il tempo successivo alla morte. Il testatore può indicare una o

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più persone alle quali intende lasciare il proprio patrimonio: dette persone, all’apertura della successione dovranno decidere se accettare l’eredità cui sono state chiamate ovvero rinun-

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La parte di patrimonio denominata “quota di legittima” sarà riservata Il testatore non ne può disporre liberamente: va ai parenti più stretti ciare alla stessa. Se esse decidono di accettare l’eredità riceveranno i beni del defunto ma dovranno anche saldare i suoi debiti. L’accettazione dell’eredità può avvenire, entro dieci anni dalla morte, in modo espresso ovvero tramite comportamenti inequivoci della volontà di accettare. In proposito è bene sapere che, accettando l’eredità, l’erede è chiamato a rispondere dei debiti ereditari anche con il proprio patrimonio personale, nella misura in cui il valore dei debiti è superiore ai beni o ai diritti ricevuti dal defunto. L’unico modo in cui l’erede può tutelarsi nel caso in cui l’eredità cui è chiamato sia gravata da ingenti debiti è procedere ad effettuare l’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario: così facendo l’erede sarà tenuto al pagamento dei debiti ereditari solo nei limiti del valore di quanto ha ricevuto in eredità. Per accettare l’eredità beneficiata l’erede deve recarsi da un notaio o dal cancelliere del tribunale del luogo dell’ultimo domicilio del defunto e dichiarare di voler accettare l’eredità in questione con beneficio di inventario. Il pubblico ufficiale richiesto deve ricevere

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la suddetta dichiarazione che, successivamente, deve essere inserita nel registro delle successioni conservato nello stesso tribunale e trascritta presso l’Ufficio dei Registri immobiliari del luogo ove si è aperta la successione. Prima o dopo aver effettuato l’accettazione beneficiata l’erede dovrà redigere l’inventario del patrimonio del defunto, con l’aiuto di un professionista di fiducia per assicurarsi il rispetto di tutte le regole imposte dalla legge. Se invece l’erede vuole rinunciare all’eredità che gli è stata offerta deve effettuare la ri-

nunzia con dichiarazione espressa, ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del luogo ove si è aperta la successione, che deve essere poi inserita nel registro delle successioni tenuto presso il tribunale stesso. Se, infine, tutti gli eredi dovessero rinunziare all’eredità la stessa finirebbe allo Stato, dal momento che secondo l’ordinamento giuridico ogni persona che muore deve necessariamente avere un successore. Nonostante il defunto abbia fatto testamento in vita istituendo eredi i soggetti desiderati vi è una parte di patrimonio denominata “quota di legittima” di cui il defunto stesso non può liberamente disporre poiché riservata ai suoi parenti più stretti. In particolare le persone a favore delle quali la legge riserva una quota di eredità nella successione sono: il coniuge, i figli e gli ascendenti. Se invece una persona muore senza aver fatto testamento è la stessa legge a stabilire le persone a cui deve spettare l’eredità ma gli eredi designati devono rispettare le stesse suddette regole per l’acquisto o la rinuncia alla stessa.

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Ricco il calendario proposto dall’associazione al Villaggio Artigiani

tempo libero

‘Jaco’, un dicembre carico di meraviglie Entra nel vivo “La pietra scartata”, per giovani a svantaggio sociale di età tra i 14 e i 20 anni i è da poco chiuso un mese carico di meraviglie per l’Aps Jaco. Sono stati, infatti, numerosissimi gli eventi proposti e organizzati dall’associazione con sede al Villaggio Artigiani: dal concerto “Piano Solo” del Maestro Pucci Chiappinelli, alla rassegna cinematografica in quattro appuntamenti dedicata al genio di Hayao Miyazaki, passando per la tanto attesa presentazione del progetto nazionale “La Pietra Scartata”, attraverso un concerto originalissimo costruito ad hoc per mostrare ai ragazzi destinatari del progetto le tipologie e le finalità dei laboratori in cui saranno coinvolti. Lo staff di progetto al completo si è riunito per dar vita alla “Skart Orchestra”, composta da musicisti e non solo, e ha dato vita ad una versione inedita della celebre filastrocca “Fra’ Martino Campanaro”, in cui la Body Percussion ha incontrato la percussione Brasiliana, sino ad arrivare all’esecuzione del noto motivo, eseguito dall’orchestra in un

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arrangiamento ritmico e coinvolgente. Il progetto, finanziato con fondi PAC dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, mira ad accogliere 30 ragazzi a svantaggio sociale di età compresa tra i 14 e i 20 anni. Inoltre, l’associazione ha recentemente deciso di aprire il progetto a tutti i ragazzi e le famiglie della città, dando priorità alle fasce deboli e svantaggiate, attraverso protocolli d’intesa e convenzioni sottoscrivibili con tutti gli enti e le istituzioni di ac-

coglienza e di recupero sociale cittadini. Si tratta di un’iniziativa importante di cui potrà beneficiare l’intera città. Il calendario eventi di dicembre a sostegno dell’associazione sarà ricchissimo: tutti i giovedì di dicembre “Giochi da Jaco”, evento settimanale dedicato allo svago, con giochi da tavola, carte, ping pong, calcio balilla e contorno di thè e pasticcini. Inoltre, quest’anno, l’associazione Jaco sarà presente alla Fiera del Natale di Capitanata 2015, che si

terrà dal 18 al 23 dicembre, e sarà a disposizione di tutti i visitatori per dare allegria, animazione musicale e tutte le informazioni utili sulle attività a grandi e piccini. Non mancheranno concerti serali e pomeridiani. Il programma degli eventi e manifestazioni in fiera verrà pubblicato direttamente sul sito www.nataledicapitanata.it e sulla pagina Facebook ufficiale dell’associazione. Il 29 dicembre, sarà la volta dell’estrazione premi della prima Lotteria di Natale promossa da

Jaco: il ricavato della vendita dei biglietti, disponibili presso lo stand Jaco in Fiera o presso la sede dell’associazione al Villaggio Artigiani, andrà completamente a sostegno dei ragazzi beneficiari de “La Pietra Scartata”. L’ambìto primo premio prevede la partecipazione gratuita al corso di Percussioni Brasiliane; il secondo premio sarà l’utilizzo della sala feste dell’associazione per un party o un evento; infine il terzo premio consisterà in un mese di lezioni di uno strumento a scelta.

Per maggiori informazioni contattare la segreteria didattica e organizzativa dell'Associazione Jaco, ai recapiti 329.8484102 / 380.6349021 o all'indirizzo email associazionejaco@gmail.com; pagina web: www.facebook.com/jacoassociazione.

Scelti per voi: appuntamenti ed esperienze da vivere con gli amici o la famiglia

A ciascuno il suo Natale: eventi su misura Teatro, musica gospel, mercatini e scienza: la parola d’ordine sarà vietato restare a casa DICEMBRE GIURASSICO. “Jurassic Park” è realtà. Ad una manciata di chilometri da Foggia, più precisamente a Borgo Celano, sarà possibile fare un salto indietro nel tempo grazie al Parco Paleontologico e dei Dinosauri, il più grande d’Italia. Ad attendere i visitatori, 24 ricostruzioni animatroniche, ossia robot intelligenti, che si azionano ogni volta che un visitatore attraversa i campi con le fotocellule. Ci si potrà avventurare tra dinosauri animati a grandezza naturale, osservare le orme fossili ritrovate nelle cave di San Marco in Lamis. Il parco è aperto tutti i giorni.

RIFLESSIONE SOCIALE. Le contingenze storiche impongono una riflessione ampia e profonda. La Piccola compagnia impertinente spinge i pensieri e le opinioni di tutti con lo spettacolo ‘Checkpoint Charlie’, in scena nel teatro di via Castiglione, il 23, 26, 27, 28, 29 e 30 dicembre, e dall’1 al 2 gennaio 2016. “Checkpoint Charlie” è tutto ciò che la guerra significa. E’ uno spettacolo complesso e plurale, che rappresenta l’esistenza stessa del conflitto, portando ad una semplice riflessione: perché tutto il meglio che l’uomo crea deve necessariamente nascere dallo scontro?

LA MAGIA DEI MERCATINI. Per gli amanti delle fiabe, Candela diventa tappa obbligatoria. Fino al 6 gennaio, sarà possibile visitare la Casa di Babbo Natale: oltre 700 mq di allestimenti nel palazzo Ripandelli, per atmosfere da sogno. Stessa magia a San Giovanni Rotondo, dove tutto il borgo antico si trasformerà in villaggio nordico, con i maestri d’ascia del Trentino. Per i più golosi, tra le prelibatezze enogastronomiche locali, anche un maestro cioccolataio svizzero, che preparerà cioccolata calda e deliziosa fonduta di cioccolato bianco accompagnata da mirtilli.

VERNACOLO, CHE PASSIONE. Le feste, al Piccolo Teatro di via Delli Carri, hanno il ritmo della travolgente commedia brillante ‘Nu Colpe De Furtune’, in scena tutti i sabato e domenica, fino al 17 gennaio 2016. Liberamente ispirata al capolavoro comico firmato da Samy Fayad, ‘Come si rapina una banca’, l’inedita produzione della compagnia Palcoscenico è stata scritta da Pasquale Mongiello per la regia di Dino La Cecilia, ed è ambientata nella Foggia di fine anni ’50. E per le giovani famiglie, il Piccolo Teatro offre un servizio esclusivo riservato ai soci: il mini-club per bambini.

A TUTTO GOSPEL. La gioia del Natale invade piazza Cesare Battisti, dove il prossimo 25 dicembre, alle 22, è attesa la travolgente performance gospel di Pastor Patrick George (and his people). Un coro gospel composto da 10 elementi, voci e sezione ritmica. L’evento rientra nell’ambito della stagione 2015/2016 del Teatro Giordano, ed è un punto di orgoglio per l’assessorato alla Cultura del Comune di Foggia. Pastor Patrick George ha certamente il dono della musica: il suo motto è “contro di Lui nessun’arma deve prosperare”, messaggio mirato a fare la differenza nel segno del cambiamento.

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“Ricomincio da me”, il seminario dell’associazione ‘Via le mani dagli occhi’

La ‘leva emotiva’ per rinascere alla vita Panessa, Gitto &Co: da dove possono ripartire le vittime di violenza? La data scelta è simbolica e significativa. Il 26 novembre, ovvero il giorno dopo la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, l’associazione “Via le mani dagli occhi” ha chiamato a raccolta i professionisti e le professioniste del territorio per rimboccarsi - metaforicamente parlando - le maniche e offrire spiragli di luce e speranza a quante sono vittime di violenza (in ogni sua forma) e soprusi. Tutti insieme per spingere al riscatto e alla rinascita, per indicare gli appigli giusti per ritornare alla vita. I CONTRIBUTI. Dal mondo dello sport, con la campionessa di Taekwondo Maristella

Smiraglia a quello dell’estetica con Gabriella Milano; dalla comunicazione con la direttrice di “6Donna” Maria Grazia Frisaldi, agli strumenti legali, con gli avvocati Valentina Dinisi, Alfredo Tonti e Saverio Catalano, passando per i toccasana di anima e corpo come lo yoga (Romina Iorio) e la danza del ventre (Francesca Trisciuog l i o ) : l’associazione presieduta dalla psicologa Ines Panessa ha sondato e attraversato tutte le latitudini del fenom e n o , cercando di offrire quante più risposte e opportunità possibili, affinché ciascuna possa trovare dentro di sé la leva

giusta con la quale risollevarsi, rinascere, ripartire. “Ricomincio da me” è il nome scelto per il seminario, moderato da Siro Marasco. L’ASSOCIAZIONE. Ad aprire i lavoro è stato il presidente onorario dell’associazione, Francesco Gitto (‘Via le mani dagli occhi’ prende il nome dall’omonimo romanzo psicologico edito dalla Bastogi che porta la sua firma). E’ stato proprio il suo lavoro, e la storia di Valeria (donna-simbolo, emblema di tutte le donne vittime di violenza), ad ispirare la nascita della realtà foggiana in favore delle vittime di abusi, violenze e maltrattamenti, che si propone di offrire assistenza legale e psicologica a quante ne faranno richiesta. Un’associazione di profes-

sionisti, tutti volontari, in grado di offrire il necessario sostegno psicologico, leg a l e , sociale, sanitario ed educativo attraverso quattro momenti importanti e imprescindibili: formazione, informazione, sensibilizzazione, ascolto. Tutte attività sono coordinate dalla psicologa forense Ines Panessa. MEDIA PARTNER. 6Donna, da 11 anni impegnato con inchieste e campagne di comunicazione sul tema, non poteva mancare all’evento. “Credo sia arrivato il momento di affrontare, con cognizione di causa e

con gli strumenti giusti, tutto quello che c’è prima e dopo”, ha spiegato il direttore, Maria Grazia Frisaldi. “Ovvero come prevenire e smorzare sul nascere atteggiamenti violenti o discriminanti. E soprattutto come tracciare percorsi per ricostruire fiducia e identità annientate. Non è un percorso semplice, ma nemmeno impossibile. In questi anni ci siamo resi conto che la cosa fondamentale è innanzitutto esserci. Con discrezione e costanza. Noi lo facciamo attraverso le colonne del nostro mensile, denunciando soprusi, condizionamenti sociali e pregiudizi sessisti, in ogni ambito. Perché la violenza non è solo quella fatta di lividi e ferite. Ma è anche e soprattutto quella fatta di opportunità negate, di professionalità sottostimate, di futuro rubato. Allora per ricominciare è necessario ricostruire le fondamenta di sé. Perché essere è agire e reagire”. Angela Dalicco

CERCHIAMO DONNE

ORDINARIAMENTE STRAORDINARIE a ricerca è partita: forsennata, certo; forse dissennata, ma sicuramente appassionata. La redazione di 6Donna, unico free-press di genere della Puglia, spia dal buco della serratura di uffici, aziende, istituti scolastici, ospedali e associazioni di volontariato, certa di trovare tante storie da raccontare. E altrettante donne incredibili pronte a scriverle giorno dopo giorno. Reduci dall’inaspettato successo della prima edizione del “Premio 6Donna” siamo pronte a rimetterci in gioco. Noi con voi, per raccontare il lato bello, generoso e operoso di una Foggia tutta da scoprire e valorizzare. Cerchiamo eroine di tutti i giorni, sulle cui gambe cammina la città, e sulle cui spalle poggia il peso della quotidianità. Ma sempre con il sorriso sulle labbra. La prima edizione dell’iniziativa è stata per noi un piccolo-grande successo: la città ha sposato con 35 nomi diversi (tante sono state le candidature ricevute) la nostra pazza idea - omaggiare la normalità, quando sa essere straordinaria per la collettività -, e noi crediamo così tanto al progetto da metterci nuovamente a lavoro. Allora cominciate a spremere le meningi, a passare in rassegna tutti i nomi, i volti e le storie delle donne che rispondono al nostro identikit e scrivete alla nostra redazione.

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LE CANDIDATURE | I requisiti per la nostra eroina di ogni giorno sono sempre gli stessi: la redazione di 6Donna vuole premiare una perfetta sconosciuta, una donna che si distingue per le sue capacità, che fornisce alla comunità un contributo prezioso, che con altruismo si dedica al prossimo, ogni giorno, senza cercare vetrine o riconoscimenti di sorta. La nostra candidata ideale non deve ricoprire (o aver ricoperto in passato) alcun incarico dirigenziale o ruolo di prestigio. E deve essere foggiana, o comunque contribuire alla crescita della nostra città. Chiunque, un collega, il capo, un amico, un nostro lettore, può inviare la candidatura di una donna speciale, con tutti i riferimenti utili per rintracciarla e la motivazione. Anche quest’anno, la nostra redazione vaglierà le proposte, verificherà di persona le indicazioni pervenute, intervistando chi è a stretto contatto con la candidata ed effettuando eventuali sopralluoghi. Il premio sarà assegnato, a Foggia, il prossimo 8 marzo - Giornata Internazionale della Donna - nell’ambito di una serata di riflessione, interventi e performance al femminile. Abbiamo avviato il ‘cantiere’, la redazione è tutta un fermento: presentateci altre donne straordinarie, Foggia ne ha bisogno.

Inviate le vostre segnalazioni all’indirizzo mail redazione@6donna.com oppure contattateci allo 0881.728115

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