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LOOK DI TENDENZA

Urban mood focus Donazione degli organi Verso il Centro trapianti di rene

ambienti La primavera in casa Arredo tessile, i must di stagione

cucina Fratelli fornelli

Per la foto in copertina si ringrazia

Nik Boutique

Via Saverio Altamura, 27 - Foggia

Fuorisede, creativitĂ in tavola


editoriale

so m ma rio

di Maria Grazia Frisaldi C’è aria di primavera, a Foggia. E non dal punto di vista climatico, ovviamente. Parliamo di desiderio di rinascita, di riscatto. Di una città che vuole rifiorire (o quanto meno ci prova). “Foggia reagisce”, diremmo, riprendendo lo slogan della partecipata manifestazione organizzata al Teatro Giordano dalla Curia Arcivescovile, dalla Camera di Commercio e dalla Fondazione Buon Samaritano con il patrocinio di Comune, Provincia e Regione. Presente, tra gli altri, il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberto. La città - o almeno una parte di essa - si è leccata le ferite, si è rimboccata le maniche e ha testimoniato la sua reale volontà di riscatto; una spinta propedeutica al radicamento e al rafforzamento della legalità e al rifiorire di un processo culturale che coinvolga l’intera cittadinanza. Non solo una passerella di buone intenzioni, si spera. E, a dimostrazione di questo, è stato salutato positivamente il blitz antimafia messo a segno dalla polizia, proprio nel giorno di “Foggia Reagisce”. E salutiamo e sosteniamo ancor più positivamente i progetti contro l’illegalità diffusa e il malaffare che partono dalle giovani leve della città. Ovvero dai giovani, dal mondo della scuola. Tra questi, la video-inchiesta partecipata “L’Ora Legale” (ne parliamo nella pagina di Attualità). Si tratta di uno dei tanti argomenti affrontati nel numero di Aprile di 6Donna. Nel Focus di questo mese parleremo della donazione degli organi attraverso le storie di chi ci è passato attraverso, degli attivisti dell’Aido e di chi lavora alacremente per portare in città il Centro Trapianti (per il momento per il solo trapianto di rene) presso gli Ospedali Riuniti di Foggia. Una vera conquista per la città, una realtà che lavorerà in staffetta con il Policlinico di Bari. Vi racconteremo della “regina” dei droni, ovvero Rosa Di Mola (Personaggio del mese), prima donna pugliese autorizzata dall’Enac al pilotaggio dei ‘robot volanti’ e di una serie di iniziative in rosa come “Correre Donna”, di cui 6Donna è mediapartner. Nella pagina di Politica vi offriremo una analisi del voto al femminile dei risultati del referendum abrogativo sulla durata delle concessioni per le trivellazioni in mare. Come sempre, spazio alle Rubriche degli Esperti e agli approfondimenti di Moda, Bellezza, Cucina e Ambienti. Buona lettura.

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Personaggio La “regina” dei droni Rosa Di Mola, pilota autorizzata Enac

Al femminile Correre Donna Un esercito rosa a Parco San Felice Monti Dauni, arrivano le “barbieresse”

Focus Presto un Centro trapiani di rene Una “rinascita” nel segno di Mattia Aido, un dono trasversale La comunicazione per il consenso

Politica Un mare di donne L’analisi “in rosa” del Referendum

Moda Urban Mood Spunti per un look di tendenza

10 Quanti anni hai?

Bellezza

Lo rivelano le tue mani

11 Colpi di testa Il “miracolo” di Olaplex

Attualità

12 Progetti di legalità

“L’ora legale” contro il malaffare

14 Fratelli fornelli

Cucina

La cucina dei fuorisede

15 Arredo tessile

Ambienti

La primavera “fiorisce” in casa

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Rubriche Sguardi d’arte

21 Il caso di Santa Maria di Siponto

Il “tempio” delle suggestioni visive

Spettacolo

22 “La Milite Ignota”, tra coraggio e oblio •

Il cyberlaw in una guida pratica

Tempo libero

23 Aurora Corcio e la “melodia del silenzio”


Guardare al benessere, orientandolo verso i bisogni di ciascuno

STAR BENE CON SÉ STESSI

n luogo in cui imparare a prendersi cura di sé. Con amore e dedizione. E trovare soluzioni personalizzate ed efficaci per combattere gli inestetismi e tornare a stare bene con sé stessi e con il proprio corpo.

U Con diagnosi efficaci la soluzione agli inestetismi è a portata di mano

E’ il centro “Surya”, da poche settimane attivo a Foggia, in piazza Siniscalco Ceci, per prendersi cura della salute e della bellezza e dei propri clienti, in un’ottica di benessere integrato e totalizzante. A dirigere la struttura è Filomena Santacroce (in foto), titolare di un altro centro Surya, attivo a Deliceto. Sotto questa insegna, vi è un centro polisettoriale che opera nel settore della medicina estetica, del benessere e della salute; in un ambiente accogliente ed elegante, operano dodici professionisti dell’estetica pura e della medicina estetica, tra i quali la stessa Santacroce, forte della sua formazione costruita passo dopo passo, in giro per l’Italia.

Solo in questo modo – e con una formazione continua e trasversale: dall’estetica al marketing, dall’economia alle relazioni sociali – è riuscita a delineare la sua figura professionale e creare una team di esperti (come dermatologo, alimentarista, foniatra, ortopedico, chirurgo estetico e plastico, maxillo-facciale, fisioterapista e logopedista, per citarne alcuni) di comprovata esperienza e competenze per curare disturbi e inestetismi attinenti alle aree della medicina estetica, dei trattamenti estetici, dell’alimentazione e del dimagrimento. In cosa si differenzia il Centro Surya dagli altri centri estetici è presto detto: “Noi trattiamo il dimagrimento, corpo e viso a 360° in modo medico-estetico”, puntualizza Santacroce, principale testimonial della sua attività: negli ultimi otto mesi, infatti, ha perso circa 40 kg. “Surya” è quindi un luogo in cui si guarda al benessere da una prospettiva diversa, ovvero orientato ai bisogni delle persone. “Sono fermamente convinta – continua Santacroce – che per fare al meglio

CONSULENZE MEDICHE

questo lavoro sia necessario inquadrare subito i desideri e i bisogni del cliente e fare una diagnosi corretta per un individuare il trattamento migliore, che possa portare risultati definitivi. E questo non si può fare da soli”. Al contrario, è necessario creare una rete di figure medicoestetiche professionalmente elevate, in grado di assicurare assoluta competenza, assoluta capacità di diagnosi e valutazione dei singoli casi. “Ma soprattutto saper

RADIOFREQUENZA FISIOTERAPIA ALIMENTAZIONE MASSAGGI MANUALI TRATTAMENTI ESTETICI OSTEOPATIA FITNESS

valutare se quel cliente può avere risultati con i nostri trattamenti”. Insomma, una questione di onestà professionale. Solo in questo modo, e con l’utilizzo di macchinari all’avanguardia e trattamenti personalizzati, è possibile segnare nuovi standard dell’eccellenza estetica e della salute. “Questo centro è nato nella mia mente tanti anni fa, perché continuavo a vedere in giro persone che vivono male con sé stessi, perché non riescono ad accettare il proprio corpo e il proprio essere. Si tratta di una condizione che ho vissuto sulla mia pelle per anni e per questo riesco a capire e ad entrare in sintonia con ogni persona”.

Piazza siniscalco Ceci, 2 - Foggia Tel. 0881.914016 - Cell. 346.9736173 centrosurya@outlook.com centro surya

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personaggio di Maria Grazia Frisaldi

Innamorata da sempre del settore aeronautico, realizza il suo sogno: è la prima donna pugliese autorizzata dall’Enac al pilotaggio dei S.A.P.R.

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Rosa Di Mola, a caccia di meraviglie con il “robot volante”

La “regina” dei droni ’ la prima donna pugliese autorizzata dall’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) al pilotaggio dei droni professionali. Ed è la foggiana Rosa Di Mola, socia dell’Aeroclub di Foggia ‘Vito Petruzzelli’ (che ha sede presso l’aeroporto ‘Gino Lisa’). Mille interessi riempiono la vita di Rosa, sportiva a tutto tondo - in grado di passare agevolmente dal Taekwondo all’equitazione, dalla box al salto ad ostacoli e attivamente impegnata nel sociale attraverso progetti di volontariato. Ma una sola passione, grande e radicata, ha da sempre esercitato su di lei un fascino particolare: il volo. E quindi, da innamorata del settore aeronautico, i droni sono divenuti per lei il modo ed il mezzo per coronare il sogno di sempre. Ed oggi, con il suo “robot volante”, è in grado di compiere meraviglie. Rosa, facciamo chiarezza: cosa sono i droni e qual è il loro utilizzo? I droni, più propriamente SAPR (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto), sono aeromobili senza pilota, capaci, quindi, di volare senza la necessità di un pilota a bordo che, invece, rimanendo a terra, li conduce per mezzo di apposito radiocomando. Com’è entrata in contatto con questo mondo? Cercavo un’attività che potesse innovare il modo di lavorare nella nostra città, nella nostra terra. Ed ecco l’idea! Guardando il video di un drone in volo, la mente ha co-

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minciato a galoppare veloce, facendo crescere la mia curiosità sul tema: così ho iniziato a documentarmi, a prendere contatti, a sviluppare nuovi campi di applicazione. Insieme al titolare della “Gargano Yachting”, Michelangelo Paparesta, ho avuto modo di vedere da vicino l’uso dei droni professionali e questa esperienza mi ha portato a capire come questi possano migliorare sensibilmente la qualità della vita. Si pensi, ad esempio, che rispetto ad un elicottero si risparmia, si inquina meno, c’è meno rumore ed è possibile avvicinarsi di più all’obiettivo grazie ad angolature impossibili per un aeromobile con un equipaggio umano a bordo. Sviluppati inizialmente in ambito militare, oggi i droni sono impiegati sempre più in campo civile. Quali sono i motivi di tale diffusione e successo? La tecnologia militare diventa finalmente accessibile alla gente comune, grazie a questi “robot volanti”: i droni, appunto. Gli ambiti d’impiego più comuni sono l’Aerial Filming per riprese video professionali ad alta risoluzione, l’Aerial Mapping per la mappatura dei terreni ed aerofotogrammetria ed il Precision Farming usato in agricoltura. Ancora vi è l’Aerial Surveying per il monitoraggio ambientale ed il 3D Reconstruction utile in ambito architettonico ed urbanistico. Da questo si può ben dedurre che l’economicità del mezzo rispetto ai più tradizionali mezzi aerei sino ad ora in uso,

la versatilità e la capacità di trasportare ogni tipo di sensore hanno permesso ai droni di invadere il mercato ed essere sempre più diffusi ed apprezzati. E’ la prima pugliese autorizzata dall’Enac al pilotaggio dei droni professionali. Quale modello di drone utilizza e per quale tipo di attività? Il modello che utilizzo è costruito dalla Italdron di Ravenna ed è un HIGHONE 4HSE Pro, adoperato dalla “Gargano Yachting” con sede a Foggia: è in grado di offrire massime prestazioni nella ripresa e nei rilievi in volo, garantendo elevati standard di sicurezza. Il suo è un settore woman-friendly? Per quella che è la mia esperienza, posso dire che questo non è un settore in cui le donne soffrono di particolari differenze di trattamento rispetto agli uomini. Sono sempre stata accolta come un pilota, né uomo né donna. Semplicemente un professionista a cui affidare un drone. E per questo devo ringraziare il mio istruttore Luigi Fruggiero e tutti i professionisti della Italdron. Qual è l’esperienza più bella che il suo drone le ha regalato? La più grande in assoluto credo sia stata quella di vedere il drone alzarsi in volo per la prima volta, comandato da me come pilota Enac. In quel momento ho realizzato il mio sogno: è stata l’emozione più grande.


al femminile Le iscrizioni sono ancora aperte (si possono effettuare presso lo studio fotografico “Momenti Felici”, in via Borrelli, 55 o presso “La Differenza Acconciatori” in via Ciampitti, 101). Il costo è di soli 3euro e tutte le partecipanti saranno omaggiate con una maglia rosa celebrativa e vari gadget.

Il 24 aprile la quarta edizione. Media partner dell’evento il free-magazine 6Donna

A Parco San Felice l’esercito rosa di “CORRERE D NNA” Benessere e sicurezza: il progetto è creare un network di donne runner su Foggia Correre. Insieme ad altre donne. Per stare meglio fisicamente, ma non solo. Anche per sentirsi più sicure e motivarsi a vicenda, ritagliandosi uno spazio di tempo tutto per sé e senza sensi di colpa. L’importante è vincere la pigrizia e cominciare. Ormai, le corse riservate alle donne sono diventate una moda diffusa in tutta Italia: il 6 marzo scorso ha avuto grande successo la “Just The woman” di Torino con oltre 12.000 presenze. Il 10 aprile a Milano si è tenuta la “Solowomenrun”, che si ripeterà anche a Trieste il 30 aprile. Il 15 maggio Roma ospiterà la “Donne in rosa”, mentre dopo l’estate si attendono le Pittarosso Pink Parade di Roma e Milano. Per eventi di questa portata, Foggia non manca all’appello. Ormai alla sua quarta edizione, domenica 24 aprile, nella cornice di Parco San Felice, si terrà

“Correre Donna – e la corsa si tinge di rosa”. Le prime tre edizioni hanno registrato un grandissimo successo e quest’anno l’obiettivo è quello di rendere l’evento ancora più partecipato. Una passeggiata libera promossa dall’associazione “Runners Parco San Felice”, con lo scopo di dar vita a una manifestazione sportiva tutta al femminile. “Correre Donna nasce dal sempre maggior interesse della donna per l’attività sportiva, in particolar modo per la corsa - ha dichiarato il presidente dell’Aassociazione Runners Parco San Felice, Anna Paola Improta - Naturalmente non stiamo parlando di grandi atlete che fanno dello sport la loro professione ma di donne che si sono affacciate lentamente o vogliono affacciarsi al mondo sportivo, a volte con timore. Stiamo parlando di donne di ogni età, senza grandi ambizioni di risultato se non la sfida con

sé stesse e i propri limiti, donne che hanno compreso l’importanza della corsa per una salute fisica e mentale, donne che vedono nello sport la possibilità di passare del tempo con un’amica o col proprio io. Insomma tutte quelle donne che sono impegnate tra carriera, casa, figli e marito, ma hanno percepito il bisogno di trovare uno spazio dedicato solo a loro stesse”.

Il ritrovo è previsto alle ore 8:00 presso il campo di calcetto: tutte pronte per foto di gruppo e riscaldamento. Si parte alle 09:30 e il percorso prevede cinque giri del parco che potranno essere fatti correndo, corricchiando o semplicemente camminando. Tutto sarà tinto di rosa: dall’arco gonfiabile di palloncini, alle t-shirt rosa delle partecipanti. Un modo simpatico e

spensierato per trasmettere l’importanza della corsa e del movimento. Quest’anno, il mensile 6Donna - unico free-magazine di genere in Puglia, da sempre attento e vicino a tutte le tematiche che riguardano da vicino il mondo delle donne - sarà media-partner dell’evento. Il 24 aprile, dunque, sarà una domenica tutta in rosa, arricchita da numerosi premi, spettacoli, danze, un ricchissimo ristoro e tante sorprese. “Correre è bello e divertente, ancor più in gruppo - ha concluso una delle organizzatrici della manifestazione, Maria delli Carri - Per questo vogliamo che sempre più donne si avvicinino alla corsa: lo scopo è creare un network tra donne runner, attraverso eventi ludici e sportivi da noi gestiti, aiutando a trovare compagne di corsa per praticare lo sport in totale sicurezza e non avere più paura”.

Sui Monti Dauni un evento unico nel panorama mondiale, tutto Made in Italy

Affilate i rasoi: arrivano le “barbieresse” A Bovino, i segreti dell’arte della barba racchiusi in un corso per sole donne Il salone di un barbiere è sempre stata una zona off limits per le donne. Ma le cose stanno per cambiare: a Bovino è infatti attivo un corso di rasatura tutto al femminile, per sole “barbieresse”. Il corso è un evento unico nel suo genere nel panorama mondiale ed è tutto Made in Italy, anzi Made in Bovino, ad opera della Barber Shop Scapicchio. Quella degli Scapicchio (in foto) è tra le famiglie di barbieri più antiche al mondo e dal 1820 e per ben cinque generazioni si tramanda questo mestiere fatto di pennelli, schiuma e rasoi. Ma non solo in Italia: gli antenati degli Scapicchio hanno acconciato per anni baffi, barbe e capelli americani, a Chicago, per poi tornare nel proprio borgo dauno di appena 4000 anime, creando uno dei templi della barberia italiana, rinomato e conosciuto in tutta la provincia. Anche quest’anno, gli artisti delle barbe metteranno a disposizione delle allieve la pro-

pria maestria in un campo fino ad ora totalmente maschile, per formare vere e proprie professioniste nella rasatura di barba old style. Prima fu Sarah Daniel Hamizi, unico barbiere donna di Parigi che, con il suo La Barbière de Paris, è ormai considerata una guru: politici e uomini d’affari prenotano con settimane di anticipo pur di farsi tagliare barba o baffi da lei. Ma ad oggi, da Londra a Bologna, sempre più sono le ragazze che hanno intuito che il futuro per la barba è donna. In Italia ci sono due donne affermatesi in questo campo. Rachele Maia, 35 anni, ha tre negozi a Cremona ed ha allargato il business creando una linea di prodotti tutta sua e scrivendo diversi libri sull’argomento. Insieme a lei, Simona Fabbri, di Sasso Marcone, alunna della migliore scuola di Lione in questo ramo, ma formatasi al seguito dei più qualificati professionisti di Bologna. “C’è chi lo fa perché rivendica un universo senza pregiudizi - racconta Luigi Scapicchio, or-

ganizzatore del corso - chi perché vuole coccolare il viso del proprio cliente così come una mamma si prenderebbe cura di suo figlio, chi perché adora la coreografia di quelle mani su un viso”. Ad accogliere le aspiranti barbieresse ci sarà ancora una volta Luigi, suo padre Enzo, suo fratello Sergio e sua moglie Pina, prima barbiere donna bovinese. Per lei, diventare barbieressa è stata l’occasione di una seconda vita: “Ho sempre fatto la mamma – spiega Pina – ma questo mestiere mi affascina da anni: spesso gli uomini sdrammatizzano e dicono che si fanno fare la barba volentieri, ma poi scherzosamente affermano “basta che non ci sia la lama”; io non me la prendo, taglio con precisione e rifinisco l’opera con la cera”. Insomma, fervono i preparativi: lo staff familiare al completo è pronto per insegnare alle corsiste con precisione, professionalità e sensibilità quel metodo che viene tramandato da generazioni,

quel trattamento di bellezza della durata di 50 minuti in cui si alternano panni caldi e freddi ed esclusivamente rasoi antichi a mano libera. E chissà cosa ne penseranno i futuri clienti di queste neo barbieresse, fresche di insegnamenti: sicuramente ci sarà diffidenza tra di loro o curiosità o entrambe le cose, ma dopo i primi colpi di rasoio dati con delicatezza e maestria, ogni dubbio svanirà, per lasciare il posto alla soddisfazione e all’ammirazione nel constatare come il farsi fare la barba da una donna sia una delle cose più belle del mondo. Leonarda Girardi

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focus Operatività prevista entro l’estate: si attende solo una deliberazione della Giunta regionale

Presto un Centro trapianti di rene, Ospedali Riuniti e Policlinico a staffetta Si va verso la costituzione del dipartimento interaziendale tra le strutture di Foggia e Bari

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olpo di reni degli Ospedali Riuniti: l’ambizioso traguardo di un centro trapianti regionale è a un tiro di schioppo. Foggia entrerebbe a far parte di un programma pugliese di trapianto renale, in tandem con il Policlinico di Bari. Già dall’estate potrebbe essere operativo, a un anno dall’autorizzazione ministeriale. Incassato anche il parere positivo del Coordinatore del Centro Regionale Trapianti Puglia, Loreto Gesualdo, manca solo una DGR, una Deliberazione della Giunta Regionale che autorizzi formalmente l’azienda ospedaliero-universitaria ai trapianti, ed è fatta. Sui tempi, il direttore generale Antonio Pedota non vorrebbe sbilanciarsi: “Non ne do più, perché quelli della pubblica amministrazione sono un po’ ballerini. Mi auguro di chiudere entro giugno”. La stesura di un protocollo per l’istituzione di Antonio Pedota un Dipartimento interaziendale tra il dg dell’azienda foggiana e il collega Vitangelo Dattoli del Policlinico potrebbe “essere di stimolo ad una definizione, la più sollecita possibile, e vedremo di farlo in poco tempo”. Per la verità, i due avrebbero già dovuto incontrarsi, e a riferirlo è proprio Pedota, poi l’appuntamento è saltato.

Il Dipartimento sarebbe costituito allo scopo di efficientare il più possibile le risorse: “Ovviamente - spiega entrando nei dettagli del protocollo - le strutture che si occupano di trapianti devono essere in alert h24, e avere due strutture che contemporaneamente lavorano in h24 genera diseconomie, anche perché il ricevente l’organo, in attesa, può spostarsi tranquillamente. Definiremo in quella sede, alla stesura del protocollo, la concreta operatività e il raccordo tra gli unici due centri trapianti per il rene della regione”. Solo in provincia di Foggia ci sono tra i 150 e i 200 pazienti in lista d’attesa, ma in quest’ottica, pur ragionando con un’unica lista d’attesa, si intercetterebbero anche candidati del Molise e della Basilicata. L’azienda ospedaliero-universitaria di Bari oggi impianta rene, fegato e cuore. I Riuniti partono dal rene, poi chissà: per il fegato c’è bisogno di altre professionalità e per il cuore non c’è ancora Cardiochirurgia, che presto però sarà attivata. Il Dipartimento interaziendale funzionerebbe così: un direttore

delle strutture interessate, Nefrologia e Urologia, tra quelle dei Riuniti o del Policlinico, assume le funzioni di direttore del Dipartimento, svolge la funzione di coordinatore di tutte le attività e si occupa anche della concreta attuazione di quanto stabilito fra i direttori generali. Una delle ipotesi da considerare poteva essere quella della prossimità: se l’espianto o il prelievo è avvenuto a Foggia si fa lì il trapianto, se avviene a Lecce si fa a Bari perché è più vicina, ma Pedota sembra escludere questa soluzione. “La reputo scarsamente efficiente perché costringe tutte le strutture ad essere operative h24 e questo, chiaramente, va a scapito di un utilizzo pieno delle risorse. Probabilmente si arriverà - ma ne dobbiamo discutere con il collega Dattoli - a stabilire che per 15 giorni sarà operativa Foggia e per 15 giorni Bari”. Il centro coinvolgerebbe due strutture importanti, e Pedota le descrive con un certo orgoglio: “L’Urologia fa già 1700 interventi chirurgici annui e la Nefrologia funziona meravigliosamente bene. Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare: abbiamo trasferito le due strutture, capaci di lavorare insieme e sinergicamente, in nuovi locali, hanno delle sale operatorie dedicate, funzionali, che operano in estrema sicurezza. Siamo in dirittura d’arrivo”. Mariangela Mariani

La vicenda di Antonello Dell’Era: così un 24enne di Martina Franca gli ha dato una seconda chance

Nel segno di Mattia. Storia di una rinascita La sua “missione” insieme alla famiglia del donatore uella di Antonello Dell’Era è una storia parti- di novembre, una serie di coliche renali impongono colarissima. Più unica che rara, verrebbe da un stop forzato alla sua vita ricca di impegni. Le dire. Sicuramente a lieto fine. E’ la storia di prime ecografie mostrano subito la gravità della situazione: “I miei reni erano un incontro salvifico e di una serie di tracce e circostanze che hanno seletteralmente “impallinati” da gnato una strada e legato indissolucalcoli”, spiega Dell’Era. bilmente la sua vita a quella di un “Dopo il primo ricovero la siragazzo di 24 anni di Martina Franca, tuazione è precipitata: negli deceduto in un incidente stradale. anni a seguire mi sono sottoMattia, questo il suo nome, non ha posto a 24 interventi chirurgici solo offerto il suo rene per la “se- compresi due trapianti, di cui conda vita” di Dell’Era - 46enne neuuno andato male - e a sette ropsichiatra infantile presso gli anni e mezzo di dialisi, tre Ospedali Riuniti e uomo dalle mille volte a settimana. Ci sono inpassioni, dai viaggi al canto, dalla teri anni di cui non ho memoradio al teatro - ma gli ha anche laria: sono stati un continuo sciato in dote la sensibilità e la gran- Antonello Dell’Era dentro e fuori ospedali e sale dezza d’animo della sua famiglia, con operatorie”, spiega. la quale Antonello porta avanti una serie di progetti Ad aggravare la situazione, una grave infezione sulla sensibilizzazione alla donazione degli organi post-operatoria, che lo ha costretto a dire addio attraverso il linguaggio dell’arte. Sì, perché Anto- anche al secondo rene. Per lungo tempo la sua nello è riuscito a risalire e a contattare la famiglia quotidianità è stata scandita dai tempi della dialisi del suo donatore grazie ad internet e alle infinite e dalle difficoltà che questa inevitabilmente ha possibilità offerte dai social-network (si tratta infatti comportato. Così fino al 2011, quando una telefodi dati che, per protocollo, non possono essere co- nata da Firenze gli annunciava la possibilità di un municati dall’ospedale né prima, né dopo il tra- trapianto. Speranza infranta contro una trombosi pianto). della vena renale dell’organo appena trapiantato. La storia di Dell’Era inizia nel 2005. Nel mese In 48 ore tutto è tornato come prima, ma nel corpo

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e nell’animo sono rimaste le cicatrici della delusione. La seconda opportunità per Antonello, però, è arrivata il 19 maggio del 2013. “Era una domenica e alle 6.44 sono stato svegliato da una telefonata. Da Bari mi chiamavano come riserva (ero il terzo della lista) per una coppia di reni disponibili. Mi sono sottoposto a dialisi e sono andato a Bari totalmente disincantato. Altre volte ero stato chiamato come riserva, ma i reni disponibili andarono sempre ai primi due della lista. Questa volta, invece, toccò a me”. L’intervento è perfettamente riuscito e il 19 maggio rappresenta, per Antonello, la sua rinascita. “In ospedale mi venne a trovare una coppia di amici e mi aiutarono a fare ricerche per risalire al mio donatore. Per me è sempre stato un cruccio l’idea di dover attendere il decesso di qualcuno per continuare a vivere. Partendo dalle poche notizie in mio possesso riuscii a risalire al giovane donatore di organi (ben sette) e a contattare la famiglia”. Il giorno dopo, inaspettata, è arrivata la telefonata dei genitori di Mattia: “E’ stata un’emozione incredibile. Poche parole, tante lacrime”. L’inizio di un rapporto che da allora non si è spezzato. Insieme hanno iniziato un percorso comune, in giro per la Puglia, incentrato sull’importanza della donazione degli organi attraverso iniziative che vedono il linguaggio artistico come

A teatro per sensibilizzare alla donazione degli organi

veicolo-principe per sensibilizzare alle donazioni. Un caso singolarissimo, in cui la famiglia del donatore e il ricevente si incontrano e fanno squadra su un terreno comune. Da allora, ogni anno, nel giorno del compleanno di Mattia, organizzano una serie di eventi a tema, con spettacoli teatrali e incontri con le scuole. Si tratta di un vero e proprio format, al quale hanno aderito, negli anni, anche personaggi dello showbiz. E le date si moltiplicano, arrivando a totalizzare anche le quattro repliche al giorno nei periodi più intensi. “Quest’anno, il 19 maggio, mio secondo compleanno, porteremo in scena lo spettacolo ‘L’alba di un nuovo giorno’, al teatro “Paolo Grassi” di Cisternino. E’ il terzo progetto teatrale sul tema”. La forza di questi incontri è tutta nell’offrire un doppio punto di vista sulla vicenda. Degli anni più “bui” della sua vita, Antonello ammette: “Non è stato semplice. Eppure questa esperienza mi ha lasciato addosso una gran voglia di vita. Ed è questo che cerco di comunicare agli altri”. Maria Grazia Frisaldi


La fotografia della realtà foggiana per la presidentessa Maria Nobili

speciale focus Premio

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Aido, l’importanza di un dono trasversale Cosa si può donare, quando e come: tutto quello che c’è da sapere aria Nobili è una donna-risorsa per Foggia. Difficile tratteggiare il suo impegno in poche, sintetiche, righe. Innanzitutto è un punto di riferimento per la chirurgia pediatrica a Foggia, e poi è una donna seriamente e concretamente impegnata nel sociale. Apprezzata chirurgo donna - da quando i “ferri del mestiere” erano appannaggio di soli uomini -, è anche il simbolo di una intera categoria di professioniste che ancora oggi stentano a trovare giusti spazi e opportunità. Impegnata a capofitto nella “chirurgia pediatrica, improntata alla vita”, come lei stessa la definisce, Nobili è anche la presidentessa della sezione Aido – Associazione Italiana Donazione di Organi - di Foggia, che presiede da oltre vent’anni con la sensibilità e la concretezza che le sono proprie. Dottoressa Nobili, quali sono i principali “scogli” incontrati durante le campagne di informazione? La nostra attività prevalente è nelle scuole, nelle quinte classi. I ragazzi sono molto sensibili al tema, eppure riscontriamo dubbi e remore ogni qual volta si tocca l’argomento dell’accertamento di morte. L’espressione “Morte cerebrale a cuore battente” irrigidisce, perché la convinzione di molti è che sia il cuore a dare la vita. Allora cerco di spiegare loro che è il cervello che ci permette di essere quello che siamo. E che quando il cervello smette di funzionare, tutti gli altri organi, uno dopo l’altro,

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cedono. Nonostante ciò, in quella fascia di età registriamo oltre il 90% di pareri positivi alla donazione. Sono gli ultrasessantenni a rappresentare la fascia più resistente, per disinformazione o logiche di paura e culto del cadavere. Sull’argomento, però, le cose stanno piano piano cambiando… Sì, prima si parlava di età cronologica per donare, adesso - e in questo senso Aido fa anche prevenzione - si parla di età biologica. Ovvero, ci troviamo di fronte a giovani in morte cerebrale con organi malandati e inutilizzabili (soprattutto il fegato, spesso affetto da epatiti alcol-correlate importanti), e a persone adulte, anche di 80 e 90 anni, che hanno organi in grado di salvare persone molto più giovani. Cosa si può donare? Del corpo umano si può prelevare e donare tutto: cuore, polmoni, fegato, reni, intestino e pancreas. Poi i tessuti - cornee e tessuti cutanei, pezzi di muscolo e cartilagine; ancora il sangue e il midollo. Insomma, tutto tranne il cervello e gli organi sessuali. Parlando di numeri, quanti organi sono stati donati e quante persone sono ancora in lista di attesa? Prendendo in esame i dati dell’ultimo anno, possiamo parlare di una situazione in netta ripresa. Nel 2015, nella lista d’attesa nazionale, abbiamo registrato 9070 pazienti (di cui 164 in attesa di più

Maria Nobili

organi e 6765 per il rene, oltre 107 per il fegato, 731 del cuore e 383 del polmone). Parliamo di ripresa perché sono stati effettuati 67 trapianti in più rispetto al 2014 e 288 rispetto al 2013. Sembrano numeri piccoli, ma per noi sono numeri eccezionali. In tutto sono stati eseguiti 3317 interventi. In particolare, sono aumentati i trapianti di rene (1867) perché vengono favoriti i trapianti con donazione da vivente, ovvero quando un parente dona uno dei suoi reni. Inoltre, sono state effettuate 6 donazione a cuore fermo, rispettando la regola del “No touch period” (per 20 minuti non bisogna toccare il cuore,

LA VITA DOPO LA MORTE | Da 10 anni si eseguono prelievi multipli di organi

La comunicazione per il consenso Michele Dambrosio: “Se cala l’attenzione, la popolazione è meno reattiva” A gennaio, il fegato di un uomo “C’è un’equipe molto attiva e di 80 anni deceduto a Foggia ha motivata - racconta il direttore viaggiato fino a Torino. Anche i suoi sanitario Laura Moffa - Gli inreni sono risultati idonei al trafermieri e strumentisti sono pianto. Prima ancora, a dicembre, i sempre gli stessi perché forpolmoni di una donna di 54 anni mati e non badano a straordierano stati trapiantati a Roma. Lei, nari. È un lavoro eroico, nel che ha smesso di vivere per silenzio”. Il direttore generale un’emorragia cerebrale, ha conAntonio Pedota è convinto che cesso un’altra opportunità anche a il compito di stimolare la culchi attendeva fegato, reni o cornee. tura della donazione spetti soDa oltre dieci anni a Foggia si ese- Giuseppe Maestri prattutto ai mass media, e che guono prelievi multipli di organi e Maria Giovanna Faccilongo se ne debba parlare anche (l’espianto avviene da vivente, il prelievo da cada- nelle scuole. “Forse il soggetto meno indicato è il vere), ma non se n’è mai parlato abbastanza. medico della Rianimazione dove avvengono i deNel 2016, l’equipe coordinata da Giuseppe cessi. Il medico viene visto come colui che deve Maestri, in quota alla struttura complessa di Ane- salvare la vita e non è il miglior attore di questo stesia e Rianimazione diretta da Michele Dambro- processo che porta al consenso”. La stessa equipe che cura i malati si occupa di sio, ha effettuato due prelievi di organi e altrettanti donatori non sono stati ritenuti idonei dal Centro prelevare gli organi. I dinieghi calano, e il Professor Nazionale Trapianti. “Il colloquio con i parenti viene Michele Dambrosio spiega come ci sia una corretenuto dal coordinatore medico e dalla coordina- lazione tra le pubblicità progresso e la predispositrice infermieristica, e probabilmente siamo gli zione dei familiari a esprimere il consenso. unici in Puglia ad avvalersi di un centro di coordi- “Questo è un aspetto che sta migliorando sempre namento - spiega Maestri - Poi bisogna verificare più, e comunque ci sono dei periodi di flessione. se in vita il defunto ha espresso una dichiarazione C’entrano tanti fattori: i programmi di formazione di volontà, e quindi era stato iscritto in una lista ad esempio. Il Governo anni fa trasmetteva degli chiamata SIT (il Sistema Informativo Trapianti, spot pubblicitari sulla donazione di organi. Se cala ndr). Sono pochi gli iscritti a questa lista”. l’attenzione su questi aspetti, è chiaro che la poAgli Ospedali Riuniti, nelle stanze dei vertici polazione è meno informata e meno reattiva. Poi aziendali, si avverte l’urgenza di parlarne, perché è evidente che l’atteggiamento sia espressione in una morte possono esserci tante vite. Ai fami- anche del tasso di fiducia nelle istituzioni: se mi liari viene fornito sempre il supporto psicologico. fido del dottore, dell’ospedale, allora do il con-

senso a prendere gli organi del mio familiare, d’altro canto il personale che se ne occupa deve essere professionale, deve avere una formazione specifica”. I tempi sono serrati: “L’osservazione di morte dura sei ore, il processo che va dall’assenso al prelievo dura dalle 12 alle 24 ore”. Dichiarare la propria volontà in materia di donazione di organi e tessuti dopo la morte solleva anche i propri parenti da una scelta che non avevano considerato. Nel mese di aprile, in un evento ECM, la formazione continua in medicina, agli Ospedali Riuniti si è parlato della comunicazione nella donazione di organi, del vissuto dell’equipe e dei loro stati emozionali, del lessico appropriato e degli inibitori della donazione. “Nel momento del lutto è giusto che la famiglia possa piangere il proprio caro senza dover pensare cosa avrebbe voluto in vita spiega Maria Giovanna Faccilongo, infermiera esperta nella donazione di organi e coordinatrice infermieristica - Noi siamo padroni dei nostri organi, è importantissimo che decidiamo in vita cosa farne e se scegliere di aiutare il prossimo. In una città come Foggia, da sempre generosa, è giusto che l’informazione sia chiara. Andare alla richiesta di non opposizione per il team curante significa dover accettare da una parte l’insuccesso perché è morto il paziente, ma dall’altro riscoprirsi contenitore emotivo attivo, perché da quella morte, a volte anche per cause violente, possiamo far nascere l’amore per il prossimo attraverso la donazione”. Mariangela Mariani

salvo poi farlo “ripartire” dai medici). Queste 6 donazioni hanno portato 12 prelievi e 14 trapianti. Come è entrata in contatto con il mondo dell’Aido? Per caso. All’inizio - ma parliamo di molti anni fa - avevo anche io le mie perplessità e riserve. Mi sono laureata a Roma, formata per una chirurgia dedicata alla vita. La morte era una cosa lontana da me. Fino a quando mi sono trovata ad assistere alla morte di una ragazza che frequentava ll’istituto Magistrale. La sua famiglia, in uno slancio di bontà e generosità, autorizzò i medici al prelievo degli organi. Quel gesto mi colpì profondamente e da allora mi avvicinai all’Aido, realtà già radicata sul territorio grazie a Filippo Carboni che istituì prima sede a Foggia. Ora sono una veterana. Perché donare? Per salvare altre vite mentre una si spegne. E’ un dono grande, gratuito, aconfessionale, apolitico e apartitico; un dono trasversale in tutto, che non riconosce etnie, razze e confessioni religione. Quali sono i prossimi impegni dell’Aido? Tra maggio e giugno abbiamo quattro importanti eventi, tra cui quello del 5 giugno, al quale tengo di più: un memorial ed un concerto dedicato a Giancarlo Ravidà, foggiano di 19 anni deceduto nel gennaio 2015 a Prato, vittima di un pirata della strada. I genitori hanno donato i suoi organi, i trapianti sono andati tutti a buon fine. Maria Grazia Frisaldi

La scelta in Comune Dichiarazione di volontà su carta d’indentità? In città il servizio non è attivo

Il Comune di Foggia non risulta nella lista delle amministrazioni interconnesse con il Sistema Informativo Trapianti. All’Ufficio Anagrafe, al momento della richiesta o rinnovo della carta d’identità, non è possibile esprimere la dichiarazione di volontà (consenso o diniego) in materia di donazione di organi e tessuti dopo la morte, possibilità prevista dalla legge. Il servizio non è mai stato attivato. In Capitanata, alla data del 16 aprile, sulla piattaforma compaiono solo Volturara Appula e Biccari, rispettivamente con una e 52 dichiarazioni registrate, tutti consensi. Completati gli ultimi adempimenti previsti dal progetto “Carta d’identità-Donazione degli organi”, comparirà anche San Severo: recentemente la Giunta comunale ha aderito e, una volta apportate le modifiche al software e formati gli operatori, il servizio sarà attivo. La Giunta comunale di Foggia non ha mai approvato la delibera per adottare “Una scelta in Comune”. Eppure, esattamente un anno fa, in occasione della Giornata di sensibilizzazione alla donazione d’organo, l’iniziativa, che avrebbe impegnato l’ufficio anagrafe nell’informare e incoraggiare gli utenti ad esprimere il consenso alla donazione, era stata annunciata. A promuovere l’incontro e il progetto era stato il medico Francesco Niglio, componente del comitato pugliese dell’ANED (Associazione nazionale dializzati e trapiantati), che ammette come la procedura si sia incagliata ma, proprio in questi giorni - assicura sta lavorando per portarla a compimento e consentirne l’operatività.

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politica a cura di Mariangela Mariani

L’analisi delle attiviste dalla parte del mare nella Puglia senza quorum

UN MARE DI DONNE on batte il quorum, ma quello dello donne sì. Ci hanno messo l’anima, pure se è andata com’è andata al referendum popolare abrogativo della norma sulla durata delle trivellazioni marine entro 12 miglia dalla costa, fino all’esaurimento del giacimento. A Foggia la piazza del concertone finale lasciava presagire il peggio: 500 persone appena, con un frequente ricambio, certo, ma pur sempre una partecipazione sgonfia. E nei seggi il ritornello della rassegnazione: tanto non ce la facciamo. Ma loro, stoiche, trascinavo amici, parenti e conoscenti, in una campagna referendaria giocata quasi tutta sui social, come fossero il Vangelo. Quella piazza virtuale in cui ogni generazione sta chiusa in un circoletto e intercettare anche solo i diciottenni è un’impresa da social media manager. Fino all’ultimo tweet, lì dove rispettare la regola del silenzio elettorale è materialmente impossibile, fosse pure perché ti ricompaiono, scorrendo la bacheca, vecchi post, il movimento trasversale delle donne dalla parte del mare ha combattuto una battaglia che sapeva senza quartiere.

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Patrizia Lusi e Vladimir Luxuria

LE PIAZZE Colleghe di segno opposto ci hanno messo la faccia, e hanno condiviso la piazza e i tavoli di lavoro. Anche gli uomini, per una buona volta e una buona causa, hanno dismesso i colori politici e ammainato le bandiere di partito. Testimonial, sul palco del 15 aprile, la foggiana Vladimir Luxuria. Gli hashtag SiAmo il mare e Tutti in piazza, per quanto fossero seducenti, non hanno attratto le masse che postano in continuazione foto dalla spiaggia. La provincia di Foggia corsara nella campagna No Triv non se lo meritava. Il 7 maggio del 2011 c’era mezza Capitanata al porto di Termoli con Lucio Dalla che veniva dal mare - e chi se lo scorda - e il 17 aprile di cinque anni dopo si sarebbe rivoltato nella tomba.

Il palco del concertone No Triv

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amici che iniziarono a battersi contro le trivelle alle Tremiti, oggi abbiamo creato un esercito di volontari che con dedizione, passione, creatività e intelligenza ha saputo portare 15 milioni di italiani a votare. Non dimenticate mai che i No Triv nascono qui con noi, con la sottoscritta, Raffaele Vigilante e con Lucio Dalla socio eterno ed onorario del nostro impegno. Sì, noi abbiamo vinto: chi ha perso ancora una volta è la politica, subdola e furba che ne è uscita sconfitta. Non immaginate neppure cosa significhi aver affrontato una campagna referendaria senza mezzi e in pochissimi giorni, tutti hanno collaborato. Gli amici di qualunque estrazione politica che hanno creduto nel nostro impegno hanno messo mano alle loro tasche formando comitati No Triv un po’ ovunque, hanno riacceso gli animi di chi non si accostava più al seggio elettorale e che bello vedere i giovani che si dannano per una causa. Devo esprimere un grazie di cuore a tutti, insieme andremo avanti perché questo, lo abbiamo sempre detto, è solo l’inizio. Non sarà un quorum non raggiunto ad arrestare il nostro impegno”.

LE PERCENTUALI Le donne, sfinite, hanno ammesso la sconfitta. Conta chi vince e chi perde, e poi al massimo si può escogitare una controffensiva o la vendetta, dopo un’analisi che non può prescindere dal dato politico. L’Italia si è fermata al 32,16%, 15.026.940. Il sì ha vinto con l’86,44% una partita annullata. La Puglia, col 41,66% (1.290.778 sì contro 66.686 no) è risultata la seconda per affluenza dopo la Basilicata col 50,17% (parliamo di 235mila votanti), l’unica regione quella del Petroliogate - a raggiungere il quorum. La provincia di Foggia con il 36,08% è stata il fanalino di coda delle pugliesi. Le Tremiti, dirette interessate, hanno raggiunto il 56,51% (sono 384 gli aventi diritto sull’arcipelago, in sette hanno votato no, gli altri sì), e oltre alla città capoluogo hanno sfondato il quaranta percento Manfredonia, Rodi, San Giovanni Rotondo, Serracapriola, Troia e Vieste. I SENTIMENTI I commenti a caldo (raccolti a poche ore dalla disfatta) delle condottiere No Triv sono intrisi di amarezza e veleno. Patrizia Lusi (PD), fedelissima di Emiliano, non le manda a dire nemmeno ai livelli locali del suo partito: “Che il quorum fosse difficile da Micaela Di Donna raggiungere, si sapeva. Anche in referendum aventi ad oggetto temi più sentiti, non fu raggiunto. La disinformazione e la natura tecnica del quesito hanno contribuito. Abbiamo perso, ma un segnale al Governo è stato mandato: più di 15 milioni di italiani vogliono avere un ruolo nelle decisioni strategiche in materia di energia ed ambiente. Il dato della Puglia è importante, la mia provincia mi ha un po’ deluso. Siamo gli ultimi e bisognerà capire perché non abbiamo avuto la risposta che ci aspettavamo. Il PD era spaccato, alcuni dirigenti si sono espressi per il no, altri per l’astensione voluta dal PD nazionale, altri non pervenuti. La segreteria cittadina, ad esempio, non si è espressa o forse sono stata distratta io e non ho sentito la dichiarazione del segretario cittadino”. “Forse troppo impegnato su altri temi “caldi” della città di Foggia? Resta il fatto che Michele Emiliano, quasi in perfetta solitudine, ha portato alle urne 15 milioni di italiani che si sono espressi

con un sì. Il Governo non potrà non tenerne conto”. Accurata l’analisi di Micaela Di Donna di Forza Italia che ha lavorato all’organizzazione degli appuntamenti della campagna referendaria fianco a fianco con l’avversaria: “Sicuramente sono dispiaciuta, su più fronti: da una parte perché era una battaglia per il territorio, per l’oggi e per il futuro dei nostri figli; dal punto di vista politico il dato è netto, perché intravedo seriamente la difficoltà dei cittadini a voler andare a votare, anche su tematiche importanti come l’ambiente. Quando purtroppo, poi, a maggior ragione come è successo in questo caso, si è messa di mezzo la politica, perché a un certo punto non sembrava più un referendum sull’ambiente ma una questione interna al Pd, la gente ha cominciato ad allontanarsi sempre più”. Il passaggio si riferisce alla lettura di una prova muscolare tra il Governatore Emiliano e il Premier Renzi. La piazza è stata indicativa più che un presagio: “La gente è stanca e il problema è che la stanchezza porta a gettare le armi. Si parte dall’incontro in piazza per una manifestazione e si arriva fino al voto nelle cabine elettorali, l’unica arma che noi cittadini abbiamo. Più perdiamo democrazia, più c’è lassismo e meno ci sarà la partecipazione al voto e a tutte queste attività collaterali. Quella piazza semivuota ha fatto immaginare come sarebbero andate le elezioni, anche se del dato di Foggia città non ci possiamo lamentare”. “Fondamentalmente io vedo grande disaffezione alla politica, qualsiasi attività implichi, che si tratti di votare la persona piuttosto che spendersi per un progetto, un’idea o per un cambiamento di passo vero e radicale dell’Italia”. Più di pancia lo sfogo di una No Triv infaticabile, Mariolina Santovito, anima del coordinamento: “Siamo sì tristi per il quorum mancato ma felicissimi allo stesso tempo. Eravamo quattro

Claudia Laricchia e Rosa Barone

La consigliera regionale dei Cinquestelle Rosa Barone ha girato come una trottola per la provincia di Foggia, incurante che fossero uno, cento o mille gli interlocutori dei suoi comizi itineranti per il Sì, col coraggio da vendere dei grillini. “Sapevamo quanto la battaglia fosse in salita: vincere contro l’astensionismo non è facile. Però in Puglia è andata bene e l’esempio della Basilicata fa comprendere che quanto più è vicino il problema tanto più la popolazione vuole partecipare, sebbene a sentire Renzi quella regione dovrebbe campare con le trivellazioni. Siamo un po’ dispiaciuti perché ci abbiamo messo anima e corpo, ma siamo pronti alla prossima battaglia perché quella di ottobre (il referendum sulle riforme costituzionali, ndr) sarà la vera guerra da combattere”. Metabolizzata la rabbia, gli attivisti non si arrendono: “La battaglia non è persa, anche perché leggevo che c’è la possibilità che l’Italia incorra in una procedura di infrazione europea, in quanto non c’è la libera concorrenza. È chiaro che quando arriveremo noi al governo toglieremo davanti questi favori alle lobby. Ma oggi siamo sotto lo schiaffo di un Governo che vince e ringrazia per l’astensione chiesta da un Premier che non è stato votato. È il paradosso. Noi ci abbiamo creduto, e io sono molto fiera di aver fatto questa battaglia e di come l’ho condotta, senza risparmiarmi. E mi troveranno ancora più combattiva”.


Black & White o Casual Chic: spunti per un look di tendenza

URBAN MOOD Il look primaverile è colorato, pop e iper-femminile: tutte le ispirazioni per il perfetto outfit quotidiano BLACK & WHITE | Basta andare in ufficio con il solito outfit spezzato: le vie del bianco e nero sono infinite. Se prediligi un abbigliamento comodo osa pure con panta-culottes bianco e una maglia oversize nera con stampa a contrasto come propone Le Fibì. Le più audaci invece non disdegneranno dettagli in vinile oppure un body con scollo a cuore a righe black&white che sbuca dal chiodo di pelle, rigorosamente nera, aggraziata da particolari fumetto tipici dello stile firmato Victoria & Stella.

IL CASUAL CHIC | Sottovalutato da tempo, si prende la sua rivincita. Il colore must del momento è il giallo, in tutte le sue forme e “sfumature”: dalla maxi t-shirt monospalla alla blusa in poliestere. Se abbinato al jeans boyfriend - taglio maschile corto alla caviglia, scolorito o con qualche strappo - sarà in grado di conferire un tocco chic anche al look più casual.

Le belle giornate sono un invito a scoprirsi: meglio non farsi trovare impreparate! E’ tempo di osare e divertirsi con le nuove tendenze, perfette da sfoggiare in città per un look urbano non convenzionale: farcito da elementi pop e fantasie fumetto che spezzano la monotonia conquistando la bambina che è in ognuna di noi.

moda ISPIRAZIONI MARINE | Con il primo sole la voglia di mare si fa insistente: nell’attesa delle ferie il mood marino fa spaziare la mente anche in città. Lo shopping prevede capi nei colori blue navy e rosso corallo, senza tralasciare l’intramontabile fantasia a righe. Dall’abitino optical rosso e blu, al blazer con maniche a tre quarti blu oceano indossato con un cinque tasche bianco: la classe di questo abbinamento non tramonta mai. Da sfoggiare anche in ufficio.

ACCESSORI AL BACIO | Irresistibile la nuova collezione di borse e portafogli firmata La fille des Fleurs. Anche per la primavera/estate il materiale protagonista è lo scuba declinato nelle tonalità più allegre della bella stagione. Versatile, multicolor o impreziosito da elementi pop come peluche e charms, il neoprene si presta ad interpretare morbide shopping bag o pochette con tracolla. La novità? Il dettaglio “kiss”: seducenti labbra schioccano baci volanti non solo dalle borse ma persino dalle scarpe. Dalila Campanile

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bellezza

Il “ritocchino” estetico a dita, dorsi &Co

Quanti anni hai? Lo dicono le mani Preservare la giovinezza dell’epidermide è fondamentale, quando è troppo tardi l’unica soluzione è la chirurgia e sei una donna alle prese con la lotta contro il tempo questo articolo è proprio per te. Nell’affanno di provarle tutte per preservare la tua giovinezza, avrai sicuramente tralasciato una parte importante del tuo corpo, in grado di rivelare impietosamente la tua vera età anagrafica. Magari passi del tempo a sperimentare la piega di capelli più giovanile oppure ti cospargi con creme miracolose che dovrebbero attenuare qualche ruga di troppo: tante azioni compiute quotidianamente con le mani a tal punto da dimenticarti che - si, purtroppo – invecchiano anche loro. E non basta una manicure di tendenza (vedi box sotto) per riacquistare una parvenza di giovinezza, magari sperando in un’illusione ottica provocata dalla tenuta perfetta del tuo smalto. L’imperativo categorico è

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solo uno: dedicare più tempo alle mani durante la tua beauty routine. Bastano piccoli accorgimenti per preservare la giovinezza della pelle di dita, dorsi e palmi: il segreto sta nell’idratazione costante e nella protezione dagli agenti esterni. Applicare quotidianamente la crema idratante specifica è il primo passo per prendersi cura del sottile strato di derma che riveste le nostre mani. Quando le temperature sono rigide è buona norma proteggersi sempre con dei guanti ma la guardia non va abbassata nemmeno in estate: il primo inestetismo delle mani sono proprio le macchie solari. Basta semplice-

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mente ricordarsi di applicare la protezione solare – magari con un filtro più basso – sui dorsi dal momento in cui aumentano le temperature, anche se si è ancora in città. Se invece la pelle delle tue mani appare assottigliata, le vene sono in evidenza e la zona tra i tendini ti sembra affossata, sei già in presenza dei tipici problemi di “vecchiaia” che affliggono le mani di ogni donna. Non tutto è perduto: in questo caso bisogna prendere esempio dallo star system. Celebrità come Madonna e Angelina Jolie hanno ceduto al ritocchino estetico dato che una mano fresca e curata ha sempre il suo perché. I costi variano a seconda

degli interventi necessari, a volte possono bastare poche sedute: anche in questo caso la fa da padrone l’acido ialuronico che una volta iniettato, distende il derma e cancella i solchi delle rughe. Le situazioni più compromesse invece possono trarre beneficio dal lipofilling, impianto di grasso autologo -cioè prelevato dal proprio corpo – in grado di rimpolpare un dorso svuotato senza complicazioni. Infine per cancellare le macchine lo strumento più efficace resta indubbiamente il laser, ancora una volta in grado di fornire risultati soddisfacenti con questo tipo di inestetismi. Le soluzioni per avere delle mani da fata sono molteplici: ricordiamoci solo di metterci in buone mani anche con la scelta del professionista che eseguirà l’intervento. Dalila Campanile

SPECIALE NAIL ART UNGHIE DA INCORNICIARE Si chiama Line Nails ed è la tendenza regina della manicure estiva. Saltata all’attenzione di tutto il mondo fashion durante la settimana della moda newyorkese si tratta - letteralmente –di contornare le unghie con una linea. Si realizza con un pennellino simile a quello che si usa per l’applicazione dell’eye liner liquido, in un colore scuro o preferibilmente a contrasto con quello usato sul resto dell’unghia.

PASTELLO RIVISITATO Per sfoggiare la primavera sulle dita via libera alle tonalità pastello nelle sfumature soft e “polverose” come il classico rosa cipria e il celeste polvere. Per sdrammatizzare l’effetto bon ton si può optare per l’abbinamento di colori da alternare (celeste e bianco latte oppure lilla e pesca, tanto per citarne alcuni). Impreziosite con un disegno a trama pizzo oppure osate un triangolino laterale per una manicure delicata ma non banale.


Dagli Stati Uniti, la soluzione in un olio

Il “miracolo” di Olaplex La rivoluzione dei capelli colorati: via libera ai “colpi di testa” uante volte capita di avvertire un’improvvisa voglia di cambiamento? Un irrefrenabile istinto di far qualcosa, dare una svolta alla nostra vita o semplicemente alla nostra estetica per sentirci diverse da prima. Con l’arrivo della bella stagione gli alberi fioriscono, le giornate si allungano, il sole splende e riscalda. Si esce di più, l’umore migliora e lo si vuole dimostrare anche agli altri. E quale miglior modo se non cambiare il mood dei capelli: gli si dà un taglio o si rivoluziona completamente il colore. Da oggi è possibile stravolgere il proprio aspetto senza alcuna conseguenza negativa. Di solito, attraverso le tinte mensili i capelli si indeboliscono, si sfibrano e si spezzano. Questo perché spesso si usano prodotti di scarsa qualità senza pensare ai rischi che si corrono. Poi, con gli anni, ci si rende conto degli errori commessi. I capelli possono cadere o diventare crespi e pieni di nodi. Ripararli è molto difficile, evitarlo è possibile. Passare dal nero al biondo, dal rosso al castano o al blu o a una colorazione grigio-bianca, è possibile e senza ritorsioni. I vostri capelli ringrazieranno. Per far tutto ciò basta ricorrere ad Olaplex. È un prodotto nato in America, creato da parrucchieri all’avanguardia e solo da poco è approdato in Italia. Nonostante siano in pochi a conoscerlo è stato eletto ‘Miglior prodotto del 2014’. Ma in cosa consiste questa miscela miracolosa, a detta di molti? È una sorta di medicina per capelli. Rinforza la chioma e la rende più morbida, tanto che è soprannominato “l’Olio Benedetto dei capelli colorati”. Assicura e garantisce un’eccellente ricostruzione ad ogni trattamento. Olaplex è un unico ingrediente attivo, la molecola Bis-Aminopropyl Diglycol Dimaleate, impossibile da riprodurre, ha la capacità di proteggere i

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L’IDEA IN PIÙ

capelli durante l’esposizione al trattamento chimico, colorazioni, calore e stress meccanici e ricostruisce i ponti bisolfuri. Olaplex, quindi, protegge, ripara e rinforza la struttura del capello, riportandolo ad uno stato di salute ottimale. È stato inventato dal Dr. Eric Presley e dal Dr Craig Hawaker, scienziati riconosciuti a livello internazionale nel campo dell’ingegneria molecolare. Sono tantissime le celebrità che hanno deciso di usarlo. Persino la bellissima Ilary Blasi. Ha scelto un look total blond quando era all’ottavo mese di gravidanza della sua ultima figlia, Isabel. In gravidanza, si sa, è sconsigliato tingere i capelli, proprio per le sostanze chimiche contenute nelle colorazioni, ma la sua hair stylist di fiducia ha assicurato l’uso di prodotti non nocivi: con Olaplex si può osare e rivoluzionare il proprio aspetto senza avere ritorsioni. Ora non rimane che sbizzarrirci con “colpi di testa”.

TAGLIO ALLA ‘MASCHIETTO’ NEL COLORE DESERT ROSE

Le tendenze moda capelli per quest’estate, già dettano legge. Torna il Pixie cut: taglio cortissimo alla ‘maschietto’, con alcuni “ciuffi” più lunghi. Compare dal passato anche il Grunge, ovvero lo scalato tipico degli anni ’90. Non può mancare il Bob morbido che negli ultimi mesi è stato vero protagonista nei saloni di parrucchiere. Si tratta del caschetto, poco più lungo del mento, ideale per addolcire il viso smussandone i tratti. Tra i tagli medio lunghi c’è il Long Bob, portato sia con i capelli lisci e la frangia, sia con l’effetto a ‘onde’. E anche per la colorazione c’è una novità, l’Hair Strobing. È una tecnica che illumina la chioma in zone precise e in maniera mirata per sottolineare determinati tratti del viso, con i punti luce che si fondono al colore naturale dei capelli.

La colorazione che farà impazzire quest’estate è il Desert Rose. Una nuance a metà tra il biondo e il rosso con tonalità aranciate. È l’ideale per le bionde, ma anche per chi ha i capelli rossi o chi li ha castano chiaro con riflessi rame. Altra novità è il biondo Frost: versione chiara del biondo cenere, con sfumature di grigio. Indicata per chi ricerca il look delle donne nordiche. Ad adornare le chiome acconciate, invece, ci sono gli accessori floreali. I fermagli con fiori possono essere indossati su capelli sciolti e naturali oppure su raccolti più elaborati. Tra le tendenze hairstyle andranno in voga i boccioli di fiori di stagione, di margherite o di fiori di campo. Per un look più sofisticato si può optare per uno chignon basso con ciocche intrecciate con rose e garofani. aprile - duemilasedici

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attualità L’ultimo “mattone” dell’iniziativa dei ragazzi del progetto “L’edificio della memoria”

“L’ora legale” contro il malaffare na sorta di “Italy in day” – il documentario-capolavoro del regista Gabriele Salvatores girato a quattro mani con l’Italia intera – ma calato tutto nella realtà di Foggia. E’ la video-inchiesta ‘partecipata’, da realizzare appunto con l’aiuto dei cittadini, per dire no all’omertà e contrastare gli episodi di illegalità, a cominciare dai casi più diffusi, quelli contro cui ci scontriamo quotidianamente. E far emergere, nel contempo, il bello e il buono della società: come la cittadinanza attiva e solerte, che ci mette la faccia e denuncia il malaffare dilagante e i soprusi che ogni giorno scorrono sotto i nostri occhi. Un progetto che si rivolge a quanti vogliono ribellarsi all’assuefazione alle logiche e alle condotte illegali, alle furbizie e agli sgambetti sociali, e che hanno come unica arma la denuncia,

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Una video-inchiesta per denunciare le illegalità quotidiane strumento che può fare molto più rumore di una “bomba” se compatta e collettiva. Allora videocamera alla mano, tasto rec e si parte: a Foggia sta per scattare “L’ora Legale”. Sarà questo l’obiettivo de “L’ora legale”, l’atto finale dell’Edificio della memoria, il progetto promosso a Foggia dalla cooperativa I bambini di Truffaut e l’Ordine degli avvocati nell’Istituto Tecnico Economico Pascal (e al liceo scientifico “Volta”), con protagonista la redazione de “Il Sottosopra”. Un progetto che si è articolato attraverso una serie di incontri arric-

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chiti dalle testimonianze dirette dei parenti delle vittime della mafia - da Giovanna Belluna, nuora dell’impren-

ditore foggiano Giovanni Panunzio a Giovanni Impastato, fratello di Peppino -, incontri cui hanno partecipato centinaia di studenti. E poi, la realizzazione di un dossier ‘rosa’, incentrato

sul ruolo delle donne, presentato anche sul palco del teatro Giordano, in occasione della seconda edizione del “Premio 6Donna”, promosso dall’omonimo free-magazine di genere. Ora, serve l’aiuto dei cittadini foggiani per il gran finale. L’ultimo “mattone” per completare un edificio che non sarà più solo della memoria, ma delle buone pratiche: una video inchiesta sulle ‘piccole illegalità quotidiane’. Per contribuire al progetto “L’ora legale” c’è tempo fino al 10 maggio: sarà possibile inviare una foto, una segnalazione, un breve filmato registrato con il proprio cellulare, per immorta-

lare una delle tante situazioni di “piccola illegalità quotidiana” alla quale ci siamo, colpevolmente, abituati e rassegnati. Tutto il materiale ricevuto sarà poi montato e farà parte di un video corale che verrà presentato in occasione della giornata conclusiva del progetto. Perché se “Foggia reagisce” – riprendendo lo slogan di una recente manifestazione -, lo fa soprattutto denunciando. m.g.f. Video, immagini e segnalazioni (che rimarranno, se richiesto, anonime) possono essere inviate in varie modalità: tramite WhatsApp al numero 340.7663401, per mail a foggialegale@gmail.com e su Facebook alla pagina ‘ilSottoSopra’.


Galleggiare nel relax: “Float Your Mind”, il network italiano per il floating

Piacere amniotico E’ la nuova frontiera per raggiungere un totale stato di benessere psicofisico

ll’estero è una pratica molto diffusa fra artisti, sportivi, manager. Anche personaggi del calibro di Jim Carrey o Wayne Rooney del Manchester United utilizzano il floating per i suoi incredibili benefici tra cui migliorare il recupero dopo le performance sportive o aumentare il rilassamento e la creatività. In Italia se ne inizia a parlare. Si chiama deprivazione sensoriale attraverso il galleggiamento: una vasca, acqua con altissima concentrazione di sale e zero stimoli sensoriali per un’esperienza di puro relax. La risposta è positiva e centri sono già presenti a Bologna e Udine e a breve a Pescara e Piacenza, con la prime floating room inaugurate nelle rispettive città e tra le poche attualmente in Italia. La vasca è in ambiente chiuso, quindi ci si immerge in totale isolamento dagli stimoli esterni quali luce e rumore, e in questa condizione di isolamento – con l’effetto del galleggiamento – la mente perde ogni necessità di controllo gravitazionale del corpo e si lascia trasportare dalla mancanza di stimoli e di riferimenti sensoriali: unica condizione per raggiungere davvero uno stato di

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completo rilassamento. Il profondo distacco dalla realtà, ottenuto con questo stato quasi amniotico, induce quella che viene definita risposta parasimpatica, con anche la produzione di sostanze benefiche come le endorfine. Una sessione dentro la floating room è in grado di ristabilire uno stato di umore e di benessere quale raramente si è provato prima. Quotidianamente usiamo gran parte delle nostre energie mentali per gestire stimoli esterni e “sopportare” la gravità. Un enorme dispendio di risorse che avviene senza che noi ce ne accorgiamo. La tecnica del galleggiamento (floating) e della deprivazione sensoriale mira a togliere – in ogni seduta – queste due impegnative attività dal nostro conto energetico. Obiettivo? Liberare risorse nuove, rilassandosi, per avere una marcia in più sul lavoro, sullo sport e per potenziare la creatività in ogni ambito artistico e professionale. La speciale “vasca” inserita in una particolare stanza, permette di praticare il galleggiamento in assenza di peso, al buio e al silenzio, al riparo da stimoli esterni, sostenuti soltanto dall’innova-

tiva e peculiare soluzione salina, costituita per il 98% da solfato di magnesio: è questo il presupposto per sciogliere in modo del tutto naturale tensioni spesso non eliminabili. Seppur molto usata all’estero, la Float Room rappresenta in Italia una scelta d’élite per i Centri che

vogliono distinguersi, offrendo un’esperienza unica e suggestiva, che sarà accolta dai suoi utilizzatori dapprima con stupore, poi con crescente interesse e soddisfazione Cosa succede quando galleggiamo? Pochi lo sanno, ma l’85% delle nostre attività mentali è dedicato a gestire gli stimoli esterni come la luce, i suoni, il tatto e la temperatura. Tantissime sono anche le energie che impieghiamo, inconsciamente, per convivere con un elemento praticamente impercettibile: la forza di gravità. Una seduta di floating con depriva-

zione sensoriale consente di eliminare del tutto questi stimoli esterni permettendo al cervello di attingere a un patrimonio di energie nascoste. L’effetto è immediato e si liberano molte endorfine e tutte le potenzialità legate alla creati-

vità, al problem solving, all’immaginazione e al pensiero laterale. Ogni seduta porta quindi benefici contro traumi, stress e malattie sia di natura psicologica che fisica; allo stesso tempo ha un effetto positivo a livello di performance mentali. L’efficacia del galleggiamento: qualche dato L’efficacia del galleggiamento contro la depressione è pari a terapie di counseling per il 70%, per il 53% alle tecniche di rilassamento e a terapie mediche per il 15%. I pazienti hanno riconosciuto numerosi altri benefici, riportando miglioramenti nel sonno (65%), nel livello di concentrazione (77%), nell’energia psico-fisica (46%), nelle relazioni interpersonali (54%), nell’abilità nel lavoro (35%), nel livello della soglia del dolore (88%), nella gestione dello stress (92%) e nel miglioramento dello stato di benessere generale (65%).*

*Excerpt from Flotation REST in Applied Psychophysiology (Float Your Mind. www.floatyourmind.eu) dor stori

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a cura del dott. Stori Tel. 0492700601

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cucina

La sfida gastronomica di Andrea e Valentina Pietrocola universitari a Roma

Fratelli fornelli: la cucina del fuorisede alla foggiana asagnetta bianca con pesto di pistacchio e basilico, con salsa verde ai piselli, aglio, basilico e prezzemolo” a casa di uno studente universitario fuorisede. Chi l’avrebbe mai detto. A smentire gli scettici è l’appetitoso progetto di Andrea e Valentina Pietrocola, fratello e sorella foggiani di 22 e 25 anni, uno studia Architettura, l’altra Giornalismo a Roma. Case diverse e stessa passione per i fornelli. Hanno messo su una community che in soli sei mesi è riuscita a catalizzare anche l’attenzione dei network nazionali. “La cucina del fuorisede - Universitari in cucina” è un vademecum per lo studente che vive lontano dalla propria città e dai vizi culinari della mamma. Il ricettario completo è sulla pagina Facebook ma sta migrando sul sito ufficiale con un’ulteriore cura per l’aspetto grafico, gli step preparatori e il costo del piatto. Sono oltre 250 le ricette postate fino ad ora, da quella veloce a quella etnica, l’elaborata, la particolare e quella patatosa. Ce n’è per tutti i gusti. Pochi ingredienti, e soprattutto economici: secondo i calcoli degli ideatori, seguendo i loro suggerimenti, si risparmiano 200 euro al mese. Fanno la spesa coi loro coinquilini: 25 euro a settimana. E te la cavi anche con un euro e cinquanta a pasto. Fuori ne spenderesti almeno dieci al giorno. Nello staff ci sono dodici ragazze tra i 22 e i 25 anni provenienti da facoltà diverse, la componente più nume-

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Lasagnetta bianca con pesto e pistacchio

Insalata fredda di sgombro con pomodorini rucola e olio evo

Orecchiette con cavolo, uvetta e mollica

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rosa, ma gli uomini non mancano e danno filo da torcere alle colleghe. Valentina ha la sua ricetta del cuore: la “bandiera”, pasta rucola e patate, che le ricorda il nonno. Quanto cambiano le ricette da uomo a donna? Un dato evidente è che non è così facile vedere un uomo che prepara un dolce, mentre è più facile vederlo impegnato nella preparazione di risotti o carni. Non so se sia una questione di precisione, perché bisogna calibrare il dosaggio alla perfezione: sono preparazioni quasi chimiche. Se l’immagine che ci viene in mente associata allo studente fuorisede è un frigorifero vuoto, perché questo tipo di esperimento dovrebbe funzionare? La nostra pagina nasce proprio per sfatare il falso mito dello studente fuorisede che non sa prepararsi da mangiare o non dedica importanza all’alimentazione. L’amore per la cucina è anche condivisione del cibo, un’occasione di aggregazione sociale. E quanto lo studente fuorisede dedica alla cucina? Per il pranzo pochissimo. Spesso lo prepara la mattina o la sera prima. Per la cena è diverso: ti rilassi, semmai guardi la televisione, e nei mesi invernali accanto al fuoco ti riscaldi - perché a volte nelle case dei fuorisede i riscaldamenti faticano a ingranare. Poi rimane una piccola parte antipatica, il lavaggio dei piatti, però mangiare un piatto caldo e ben riuscito ti fa ricordare il sapore di

casa e ti permette di avere un’alimentazione più corretta e sana rispetto a pezzi di pizza e panini. Quanta Puglia e quanta foggianità ci sono nelle ricette? Il 50-60% di noi è pugliese, quindi anche nelle ricette c’è un richiamo alla Madre Puglia. Non possono mancare piatti di orecchiette che vengono “importate” da giù. Una domenica pubblicammo la braciola perché giocava anche il Foggia. Qual è il menu perfetto del fuorisede? Un piatto di insalata di pasta o di riso, perché è facilmente trasportabile anche nei contenitori, specialmente per un pranzo da consumare in giardino o nel parco antistante l’università. Molto spesso abbiamo cucinato cotolette con vari tipi di panatura, per esempio con la farina di mais, in modo tale che risultasse più croccante. Poi per festeggiare successi universitari di solito cuciniamo paste da spadellare: alla norma coi pomodorini, oppure con vari tipi di verdure. Facciamo tanta attenzione anche alla stagionalità dei prodotti, e mio fratello tiene molto alla presentazione del piatto. Presentare un risotto su un letto di vellutata di zucca e un po’ di speck croccante sopra ripaga l’aver sporcato le pentole per realizzarlo ma, soprattutto, è un piatto caldo che ti fa sentire un po’ a casa rispetto alla solitudine di un’insalata col tonno. Mariangela Mariani


Arredo tessile: basta poco per rinnovare e stravolgere gli ambienti

ambienti

La primavera “fiorisce” in casa iccoli cambiamenti, virgole di colore in grado di portare la primavera in casa. Dettagli di classe che fanno la differenza: basta poco per rinnovare, stravolgere e svecchiare la propria casa. Il segreto è giocare con il tessile: dalle tende ai copridivani, dai copriletto alle spugne del bagno, passando per i cuscini d’arredo. Questione di gusto e di carattere. Ognuno può esprimere il suo rinnovando quegli elementi che fino a poco tempo fa erano semplicemente un contrappunto dell’arredamento vero e proprio, e che oggi hanno invece il potere di rinfrescarlo, di cambiargli i connotati. Il tutto nella piena libertà di colori e fantasie e senza particolari crucci per il portafogli.

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Toni tenui ed eleganti o fantasie frizzanti? Ecco i must di stagione TRIPUDIO DI FIORI | Le fantasie floreali la fanno da padrone in questa stagione. Soprattutto nelle camere da letto, letteralmente avvolte da turbini di fiori e farfalle. E’ la primavera del tessile. E’ l’ispirazione della collezione Blumarine che riprende i colori del matrimonio - bianco, ghiaccio e champagne, ideali per il letto della sposa - lasciandosi tentare anche dai toni del celeste serenity e del rosa quarzo, come la legge Pantone impone per quest’anno. Fantasie floreali stampate su federe e lenzuola oppure ricreate nel gioco lucido/opaco di trama e ordito di trapunte e copriletto. Tutto arricchito da strass e dettagli preziosi. Per una scelta di classe.

COCKTAIL DI COLORI | Una vera e propria esplosione di colore. E’ l’inimitabile stile Desigual (in esclusiva da Tessilbianco), che tinge di entusiasmo anche il tessile per la casa: colorati fuochi d’artificio detonano nelle camere dei ragazzi e in quelle degli adulti, perfino in bagno. Dai copriletto agli accappatoi, le fantasie inimitabili di Desigual solleticano il cuore con accostamenti cromatici frizzati e sorprendenti: dominano il verde lime, il lampone, il giallo, l’azzurro e il rosso vivo. Ha fatto del colore il suo tratto distintivo, invece, l’home collection di Missoni (in esclusiva cittadina da Tessibilanco): eleganza psichedelica veste la camera da letto e il bagno con grinta e carattere. Semplicemente intramontabile.

STILE COLONIALE | In vista dell’estate, toni e fibre naturali (lino, cotone e canapa) fanno capolino tra le nuove proposte. Un vero e proprio antidoto contro l’afa cittadina, sognando mete esotiche e viaggi lontani. Allora tendaggi, copridivani e tovagliati si accendono delle tonalità della natura e della terra - dal beige all’ocra, ma anche rosso cupo - per uno stile ricercato e un’eleganza sobria e rilassata. Colori naturali e tessuti a trama ruvida si ritrovano anche nelle ispirazioni shabby chic, veri e propri must-have, abbinati a pizzi più o meno delicati: dal tulle ricamato al macramè. Romantici i cuscini shabby a forma di cuore, leziose le tende nei colori grigio e taupe e le tovaglie. Per le tende e la tappezzeria vastissima è la scelta offerta dalle collezioni Via Roma. UN BAGNO CHIC | Anche le spugne da bagno contribuiscono all’arredamento, valorizzando ceramiche, arredi e dettagli cromati. Come quelle firmate Liu-Jo con strass e dettagli di luce. La tinta unita - glicine, grigio e ghiaccio viene illuminata dalla luce di Swarovski, per un tocco di eleganza moderna e estremamente chic. Inimitabili i completi bagno di Borbonese: spugne e accappatoi profilati dal celebre motivo “occhio di pernice” che ha fatto la storia del brand. Tutte spugne morbidissime custodite in comode pochette abbinate, ideali in viaggio o semplicemente per un armadio perfettamente in ordine.

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OSTETRICA

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DI SELENIA

ACCETTULLI

E’ la zona compresa tra vagina e ano

Il Perineo… il tesoro delle donne Un muscolo prezioso per il benessere a tutte le età i dedichiamo poco tempo. Dedichiamo poco tempo a noi stesse e così, finiamo per non conoscere la nostra ‘geografia femminile’. Zone del corpo che ci appartengono vengono spesso ignorate e rappresentano un mondo sconosciuto. Esistono ma è come se non fossero mai nate… gli organi genitali, il perineo. E’ solo quando gridano il dolore e si ammalano, ci accorgiamo di loro – infezioni, mestruazioni dolorose, perdite di urina, contrazioni, dolore durante i rapporti. E’ per questo che, scoprire come siamo fatte nel nostro intimo è importante, indispensabile direi, per vivere bene con il nostro corpo. Imparare ad ascoltarlo per guarirlo quando è ammalato, per sentirlo in modo nuovo, profondamente, proprio attraverso i genitali, troppo spesso lontani dalla nostra mente. Il perineo è una parte preziosa del nostro corpo, personalmente lo definisco il nostro tesoro. E’ quella zona compresa tra vagina e ano, che continua all’interno con un’altra struttura muscolare chiamata pavi-

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PEDAGOGISTA

mento pelvico, ma che in realtà rappresenta molto di più che un semplice muscolo… è sede di vissuti, emozioni, storie. Fondamentali nella vita di ogni donna, queste strutture contribuiscono al benessere e, se opportunamente ‘allenate’, migliorano la qualità della vita stessa. Come accade per ogni muscolo, anche il perineo può essere allenato attraverso la contrazione e il rilassamento. Un ‘lavoro’ che all’inizio risulta complicato perché si tratta di un muscolo che non possiamo vedere né toccare ma soltanto sentire. Tutte le donne dovrebbero essere educate al controllo del proprio perineo per imparare a prendersi cura del proprio femminile, senza più tabù. Dobbiamo pensare al pavimento pelvico come un’amaca all’interno della nostra pelvi, sulla quale poggiano la vescica, l’utero e il retto,

svolgendo la duplice funzione di sostegno e contenimento di questi organi. Il pavimento pelvico è inoltre coinvolto nell’attività sessuale e contribuisce all’espulsione del neonato durante il parto. Proprio le lesioni traumatiche del parto, ma anche le carenze ormonali della menopausa e i processi di invecchiamento possono portare a una ridotta prestazione muscolare del pavimento pelvico. I muscoli perdono di tono, dando origine a fenomeni quali: prolasso genitale (discesa

verso il basso dell’utero, delle pareti vaginali o della vescica e del retto) incontinenza urinaria e/o fecale (perdita involontaria di urina e/o di feci) difficoltà e ridotta sensibilità nei rapporti sessuali. Un ruolo importante è quello della ginnastica e della rieducazione pelvica attraverso la quale la donna impara a ‘sentire’ il suo femminile e a controllare quotidianamente il perineo nella contrazione e nel rilassamento. In età fertile la ginnastica pelvica aiuta a prendere coscienza del proprio corpo e migliora la vita sessuale. Mantenendo tonica la muscolatura del pavimento migliora la defecazione e previene il rilassamento muscolare, fenomeni

che si possono verificare con l’avanzare dell’età. In gravidanza è bene esercitare il perineo per preparare i muscoli del pavimento pelvico al travaglio e al parto. Inoltre, tenendo conto che la gravidanza rappresenta il primo fattore di rischio, indipendentemente dal tipo di parto, vaginale o taglio cesareo, tutte le donne dovrebbero esercitare questo complesso muscolare. Dopo il parto gli esercizi aiutano a ripristinare la muscolatura limitando fenomeni di incontinenza urinaria e fecale, molto frequenti (la percentuale di incontinenza urinaria che colpisce la donna che ha partorito è del il 3% /10%), e a limitare i disturbi sessuali che dopo il parto sono assai diffusi. Per tali ragioni, dopo circa 30-40 giorni dal parto è vivamente consigliata la rieducazione del pavimento pelvico: il muscolo deve essere rieducato alle sue funzioni di contenimento e sostegno. In menopausa la ginnastica del perineo aiuta a mantenere una buona qualità della vita sessuale, prevenire il prolasso di utero, vescica, retto, garantire una continenza urinaria e fecale adeguata. Non esiste un limite di età per stare bene e il perineo è prezioso per il benessere a tutte le età.

DI VITTORIA SALICE

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Sviluppo della personalità: alle radici del “Falso Sé”

Il neonato, questo sconosciuto l periodo dell’infanzia dura all’incirca dagli 0 ai 10 anni. Solitamente viene fatta anche una distinzione tra vari periodi dell’infanzia: neonato, dalla nascita ai 3 mesi; prima infanzia, dai 3 mesi ai 3 anni; seconda infanzia, dai 3 ai 6 anni; terza infanzia, dai 6 ai 10 anni. Il neonato è il bambino dalla nascita fino ai tre mesi, Freud riteneva che il legame tra madre e bambino fosse di tipo secondario, ovvero il piccolo aveva bisogno prima di soddisfare la fame e poi il legame affettivo con la madre. Secondo la teoria pulsionale il bambino, come l’uomo, è guidato da due istinti: dall’istinto di vita o sopravvivenza/procreazione sessuale, Eros, che è scaricata dall’energia della libido, e l’istinto di morte aggressivo, Thanatos, che è scaricata dall’energia destrudo (o destrado). Ambedue hanno un origine uno scopo e un oggetto. “Origine” sta nelle motivazioni alla ricerca sessuale esso si trova nelle gonadi (ovaie nell’addome per le donne e testicoli nello scroto negli uomini). Questi meccanismi attivano una pulsione creando una situazione spiacevole. “Scopo” di ogni pulsione

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Il rapporto madre-figlio, l’adattamento, l’ambiente di riferimento

è quello di ridurre la tensione, “Oggetto” grazie al quale possono ridurre lo stato di bisogno e di tensione altrimenti essi diventano tesi, infelici e ansiosi (ad esempio, origine la fame aumenta, scopo trovare il cibo: il bimbo piange, vuole mangiare; l’oggetto il cibo. Soddisfazione avvenuta, il bimbo si addormenta). L’uomo è un essere sociale e non può scaricare le sue pulsioni attra-

verso le energie in ogni momento allora impara a sublimare ovvero trova un oggetto sostitutivo per soddisfare la sua pulsione che deve essere socialmente accettabile. Bowlby, invece, riteneva che l’affetto tra madre e bambino fosse di tipo primario, derivante dal concetto di responsività (stimolo-risposta), bisogno di contatto e di conforto. Winnicott sottolineò dei punti: alla

nascita esiste una diade madrebambino, il ruolo dell’ambiente sullo sviluppo del bambino, l’holding o contenimento (tenere in braccio) e l’handling, il manipolare durante le cure quotidiane. Madre buona/madre cattiva, seno buono/seno cattivo, il presentare gli oggetti transizionali, produce il senso della realtà condivisa. Il quadro ci permette di raffigurare questo rapporto madre bambino, e l’adattamento della madre a questo nuovo ambiente. Una madre sufficientemente buona è la madre le cui cure sono in grado di proteggere l’immaturità del bambino e di non farlo cadere preda di angosce insostenibili, attraverso un continuo contenimento della sua fragilità e della sua non integrazione iniziale, facilitando così il suo sviluppo e facendogli sentire continuità nella propria esperienza esistenziale. Se, viceversa, la madre non è sufficien-

temente buona diviene un problema serio per il bimbo, perché non gli fornisce quell’ambiente holding del quale il piccolo ha bisogno; se il bambino avverte un bisogno e non è soddisfatto, il bambino si sente rifiutato, avverte delle pressioni e scivola nel going on being (continuare ad essere). Ovvero la madre insegna al bambino a scendere a patti con il mondo e non da la possibilità allo stesso di estendere il suo sé distruggendo la sua creatività: è in questo modo che si forma il falso sé. Il falso sé è un sé privo di energia soggettiva, fatto di accondiscendenze, non creativo, senza spinta. Esso si configura come una patologia legata ad un deficit presente nell’ambiente del bambino, ad una carenza nelle cure materne. Al contrario, il vero sé è quello nato dal normale superamento dell’onnipotenza soggettiva, la quale rimane come base del vero nucleo della personalità.

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in poche parole

Imparare viaggiando

Arriva nelle scuole di Foggia e provincia “Dalla terra alla Luna”, il progetto di educazione alla mobilità promosso dalla Michelin Italiana con l’obiettivo di stimolare la curiosità e la voglia di innovazione degli studenti per renderli protagonisti di un futuro di viaggi più sicuri e sostenibili. Essere viaggiatori e utenti dei trasporti non è la stessa cosa: maturare la cultura del “viaggiatore” vuol dire essere capace di cogliere le diverse opportunità di spostamento ed essere informato sulle innovazioni che migliorano ogni componente del sistema mobilità. Il diritto alla mobilità va conciliato con il dovere di ridurre emissioni di gas serra, smog, inquinamento acustico, traffico e incidenti. Il progetto educativo “Dalla terra alla Luna” offre alle scuole risorse didattiche per supportare gli insegnanti nella formazione di cittadini attenti a vivere la mobilità in modo intelligente, responsabile, proiettato al futuro. 2.000 classi delle scuole elementari e medie italiane - comprese quelle delle 36 scuole di Foggia e provincia - riceveranno un kit didattico gratuito con una guida per il docente, ricca di spunti multidisciplinari, un magazine interattivo dedicato a studenti e famiglie e materiali per tutta la classe tra cui le carte Michelin Italia ed Europa. Secondo le priorità individuate dagli insegnanti, gli studenti potranno approfondire uno o più argomenti trattati dal progetto, raccogliendo online e nei luoghi di vita immagini e notizie, commentando news e informazioni, proponendo soluzioni creative ai piccoli problemi di mobilità quotidiana. E, alla fine, comporre creativamente un resoconto dell’originale viaggio didattico che hanno compiuto e partecipare così alla prova educativa “Tracce di Viaggio”. Per partecipare al concorso le classi potranno presentare elaborati sotto qualsiasi forma – dal plastico al fumetto, dal disegno al power point – per aggiudicarsi il primo premio: una biblioteca di testi sul tema del viaggio del valore di 1.000 euro e un contributo ai viaggi di istruzione o uscite didattiche del valore di 800 euro. L’iniziativa è inoltre supportata dal sito www.michelinfascuola.it.

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PEDIATRA

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MONICA MANCINI

La rinite allergica, patologia frequente in età pediatrica

Quel naso che cola… a rinite allergica è una condizione patologica che interessa la mucosa nasale, determinata da un processo infiammatorio immunomediato verso un determinato allergene, nei confronti del quale il soggetto si è sensibilizzato. È una patologia frequente in età pediatrica: secondo le ultime stime, circa 1 bambino su 10 ne è affetto. Nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione familiare, nel senso che almeno uno dei genitori è allergico. Tuttavia, una significativa quota di soggetti non presenta alcuna familiarità. Quando si deve sospettare una rinite su base allergica? I sintomi più frequenti sono i seguenti, variamente combinati: starnuti, rinorrea acquosa (naso che cola), prurito nasale, congestione nasale persistente. Questi sintomi possono presentarsi in maniera intermittente o persistente, in forma lieve, moderata o grave. Generalmente le allergie ai pollini sono stagionali, mentre l’allergia alla polvere di casa (acari della polvere) tende ad essere persistente. In alcuni casi la patologia può manifestarsi anche con sintomi oculari (rinocongiuntivite allergica), in

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PODOLOGA

Secondo le ultime stime, circa 1 bambino su 10 ne è affetto. Tra i sintomi: starnuti, rinorrea acquosa, congestione nasale

questo caso il piccolo paziente potrà presentare arrossamento oculare,

edema (gonfiore) oculare, sensazione di corpo estraneo e fotofobia (fastidio alla visione della luce). Naturalmente, nel caso in cui il bambino presenti alcuni di questi sintomi è importante rivolgersi al proprio pediatra di fiducia perché la corretta diagnosi clinica è presupposto indispensabile per una terapia adeguata. Tra gli esami diagnostici, i più importanti sono i Prick test, da effettuare possibilmente su cute integra (in assenza di lesioni quali dermatite

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atopica). E’ importante che gli esami siano effettuati in assenza di trattamenti con antistaminici, che potrebbero falsarne il risultato. E’ fondamentale anche seguire norme di prevenzione ambientale; ad esempio, per l’allergia alla polvere la bonifica dell’ambiente casalingo rappresenta una strategia efficace. L’eliminazione di tappeti, tende, peluche, suppellettili e l’utilizzo di presidi come coprimaterasso e copricuscini anti-acaro aiutano, infatti, a ridurre l’esposizione all’allergene; allo stesso modo, nel caso di allergie ai pollini è preferibile non uscire nelle giornate ventilate ed evitare zone dove il polline in oggetto è abbondante. In molti casi è comunque indispensabile una terapia farmacologica per la risoluzione del quadro clinico. Talora è opportuno effettuarla anche per prevenire l’insorgenza dei sintomi, naturalmente sotto la guida di mani esperte quali quelle di un allergologo pediatra.

DI

GRAZIANA MUTI

Dopo i 40 anni inizia un lento declino neuromotorio

Anche i piedi… invecchiano on l’avanzare dell’età, le cellule naturalmente invecchiano, svolgendo le loro funzioni più lentamente e in maniera meno efficace. Vediamo come il piede viene coinvolto nel processo d’invecchiamento e come fare a prevenire o compensare diverse problematiche. I muscoli diventano meno trofici e potenti. Dopo i 40 anni inizia un lento declino neuromotorio e nell’anziano la sintesi proteica muscolare si riduce del 30%. Cosa fare a questo punto? La cosa migliore è fare attività fisica, proprio per stimolare il muscolo. Con l’attività fisica migliorano tutti i distretti. Infatti, essendo il muscolo ancorato all’osso, la sua attività mette in movimento anche le cellule del periostio, attivando quindi i processi di rigenerazione ossea. Il movimento, inoltre, fa sì che vene e arterie lavorino di più e meglio. Logicamente, il movimento contrasta anche l’obesità che sarebbe deleteria soprattutto nell’anziano. Infatti, oltre a essere considerata una vera e propria patologia, è sicuramente un fattore di rischio per molte malattie dismetaboliche e non. C’è da tener presente che il tessuto adiposo bianco produce delle citochine che causano infiammazione, negativa per tutti i distretti.

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E’ importante fare attività fisica, per stimolare il muscolo: il movimento, fa sì che vene e arterie lavorino più e meglio

Il piede è la seconda pompa venosa, in ordine di importanza, dopo il cuore. A livello plantare è presente la soletta di Lejar che favorisce il ritorno venoso. Il cammino mette in moto tutto l’apparato muscolo-scheletrico, e con esso, anche il sistema circolatorio. In caso di gravi neuropatie o patologie è sempre il caso di parlarne con il medico prima di intraprendere una qualsiasi attività fisica. Anche le ossa e le articolazioni peggiorano. L’artrosi, degenerazione delle cartilagini articolari, è molto frequente negli anziani, soprattutto nelle donne. Il piede è una

sede elettiva di questa patologia. Ad oggi, agiamo molto sulla prevenzione. È altissima la percentuale di gente che assume calcio e/o vitamina D3. Molto importante è, però, cercare di preservare al meglio le articolazioni. È possibile? Si. Un’articolazione che lavora male, per un difetto anatomico, per un vizio posturale, per delle scarpe sbagliate di cui si fa uso, tende a degenerare molto più rapidamente. Un piede, una caviglia, un ginocchio e tutte le strutture a salire, se lavorano bene, con i giusti angoli, tenderanno a usurarsi più lentamente. Nemmeno pelle

e tessuti molli sono esclusi dall’invecchiamento. Parlando di piede, i tessuti molli non sono più elastici e quindi non assorbono più gli urti in maniera efficace, diventando deficitari nella loro funzione di protezione di strutture profonde e capsule. La pelle diventa più sottile, meno elastica e quindi tende a formare più callosità. Le unghie diventano più spesse, cambiano colore. Diventa fondamentale una visita podologico almeno 3 volte l’anno. Un corretto stile di vita, una corretta alimentazione, il sottoporsi a screening e a visite di controllo periodiche, l’utilizzo di scarpe comode sono i primi passi per contenere gli effetti dell’invecchiamento. Ippocrate diceva che camminare è la migliore medicina. Lo diceva 2000 anni fa. È valido ancora oggi. Il piede è un organo estremamente complesso e delicato. Le sue strutture devono sempre lavorare in armonia e coordinazione. Nonostante l’invecchiamento sia inesorabile, è nostro compito preservare i nostri piedi e tutto il nostro corpo.

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PSICOLOGA

DI INES PANESSA

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in poche parole

Come le transizioni stagionali influenzano la psiche

Meteoropatia: e tu che tempo sei? e belle giornate sono conosciute per l’allegria e il buonumore che infondono, mentre quelle più uggiose trasmettono un po’ di tristezza. Spesso il tempo produce sbalzi d’umore, soprattutto nei cambi di stagione e ha un impatto sul nostro stato di salute. È stato dimostrato che esiste un rapporto stretto tra le variazioni climatiche legate al cambio di stagione e le condizioni psicofisiche che riguardano, in misura maggiore o minore, ciascun essere umano. Le ragioni specifiche, relativamente all’arrivo della primavera, per le quali l’essere umano risente di questo cambiamento sono da attribuire all’aumento delle ore di luce e all’aumento della temperatura ambientale. Queste due variazioni producono effetti anche a livello psichico. Il cambio di luminosità quotidiana, infatti, induce cambiamenti a livello cerebrale e influenza la trasmissione delle sostanze che regolano l’umore, i neurotrasmettitori come, ad esempio, la serotonina. L’innalzamento della temperatura, poi, produce importanti variazioni del metabolismo. I sintomi e gli indicatori di una sindrome stagionale/primaverile

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MEDICO CAV

Cambi repentini di temperatura producono sbalzi d’umore Ecco quale può essere l’impatto sul nostro stato di salute sono la stanchezza, il malessere generalizzato, la perdita di concentrazione, l’irritabilità, l’aggressività e l’ansia. Si annoverano tra questi sintomi anche una serie di modificazioni delle abitudini nel ritmo sonno-veglia a livello quantitativo e qualitativo), del peso/appetito e delle attività sociali e lavorative. Tale condizione sintomatica è definita SAD (Season Affective Disorder) o Disturbo Affettivo Stagionale, si riferisce ad un disturbo dell’umore e dell’affettività la sua peculiarità è proprio il periodo in cui essa si verifica, ossia nelle transizioni stagionali. È dimostrato, inoltre, dal punto di vista fisiologico, il condizionamento dell’aumento delle ore di luce e della sua intensità sul nostro corpo, infatti questo semplice cambiamento ambientale porta ad una maggiore produzione di cortisolo (il cosiddetto “ormone dello stress”), che l’organismo secerne per far fronte all’aumentato fabbisogno di energia che segue la fine dell’inverno

e l’allungamento del periodo di luce giornaliero. Oltre al cortisolo, aumenta la produzione di melatonina e la serotonina in circolo, determinando variazioni biochimiche brusche che possono portare all’aumento dell’attivazione fisiologica, la quale provoca un maggiore disagio nei soggetti che già soffrono di ansia. I soggetti nei quali l’attivazione di base è già importante sono esposte ad una maggiore reattività

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stimolata dalle alterazioni biochimiche indotte dal cambio di stagione, indipendentemente dal fatto che soffrano di un disturbo d’ansia. In linea generale chi si trova a disagio in questi momenti di passaggio può intervenire sullo stimolo della luce usando occhiali da sole e abbigliamento non eccessivamente caldo, ad esempio. Inoltre, è importante promuovere l’attività fisica all’aria aperta e prediligere una corretta alimentazione, preferendo frutta, verdura e acqua ad alimenti eccessivamente calorici. Chi soffre già di un disturbo d’ansia non deve sottovalutare il fatto il malessere può dipendere da ciò che succede nel proprio corpo e che quindi non c’è motivo di spaventarsi o di pensare ad un peggioramento stabile dell’ansia. È importante valutare la possibilità di un supporto psicologico per capire se tali sintomi sono il segnale di un disturbo latente causato da altri fattori e che il cambio stagionale ha messo in evidenza.

DI

ANNA LEPORE

Troppa igiene a volte può essere pericolosa

Il ‘buon uso’ della pulizia Gesti comuni apparentemente innocui possono rivelarsi rischiosi, a volte letali: il pericolo è nei “cocktail tossici” roppa igiene a volte può essere pericolosa. Gesti comuni apparentemente innocui come quelli che ripetiamo ogni giorno durante le pulizie domestiche possono rilevarsi davvero pericolosi. Ad esempio, utilizziamo troppi detergenti per le faccende domestiche, a volte anche impropriamente. Dunque, la colpa è il mix di prodotti, usando prodotti contenenti ammoniaca, acido muriatico e candeggina. Gesti comuni che però hanno conseguenze più o meno immediate sul nostro organismo. Spesso le nostre consulenze cominciano con frasi standard - “Ho la gola che gratta” oppure “Tosse stizzosa, faccio fatica a respirare” - e alla domanda “Cosa stava facendo? Cosa ha utilizzato?” la risposta è sempre “Stavo ripulendo casa”, oppure “Ho inalato per un po’ di minuti, senza accorgermene, ammoniaca, acido muriatico e candeggina”.

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In altre parole, un cocktail tossico. Cosa accade in questi casi? L’esposizione a tali sostanze può causare irritazione alle mucose, tosse e problemi respiratori bruciore agli occhi e lacrimazione e anche nausea e vomito. Spesso solo pochi minuti possono causare sintomatologie molto gravi. Le etichette dei prodotti per la casa riportano informazioni relative a quali sostanze chimiche non devono essere mescolate tra loro e

spesso sono riportate con disegni colorati o immagini di pericolo, ma molto spesso non sono considerate dai consumatori. Questa è una cattiva abitudine, alla luce di quello che può succedere. Naturalmente il nostro consiglio è quello di non mescolare mai i prodotti per la pulizia della casa, spendiamo qualche attimo nel leggere ciò di cui è composto il prodotto che stiamo utilizzando. Evitiamo l’esposizione a bambini o persone anziane o quando siamo in presenza di persone con allergie è

importante durante l’utilizzo di questi detersivi e arieggiare l’ambiente. Ancora, è fondamentale utilizzare guanti protettivi: sono prodotti caustici e facilmente potrebbero comparire escoriazioni e rossori sulle mani. Ricordiamoci di conservare tutti i prodotti per le pulizie domestiche (e non solo quelli) lontano dalla portata dei bambini, come una nota marca di detersivo oggi pubblicizza in televisione. Noi lo abbiamo detto, continuiamo a dirlo e continueremo a farlo. Da ultimo, ricordiamoci che nel momento in cui si presentano i sintomi riportati bisogna allontanarsi dall’ambiente contaminato e andare all’aria aperta. In ogni caso, consultiamo il Cav – Centro Anti-Veleni. Evitare è bene, ma sapere come comportarsi in seguito riveste la stessa importanza.

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Ricerche eccellenti

Importante riconoscimento per un innovativo lavoro della Gastroenterologia Universitaria degli Ospedali Riuniti di Foggia al Congresso nazionale delle Malattie Digestive a Napoli. Il Comitato scientifico ha premiato per la sezione di Endoscopia lo studio elaborato dal dottor Nicola Muscatiello, direttore della Struttura di Gastroenterologia Universitaria degli “Ospedali Riuniti” di Foggia, sull’utilizzo del polidocanolo nelle polipectomie endoscopiche. Lo studio è basato su un’innovativa tecnica che utilizza l’iniezione del polidocanolo, soluzione sclerosante con note proprietà procoagulative ed antiemorragiche, nelle polipectomie complesse del colon. Questa tecnica si è dimostrata efficace nel ridurre significativamente l’incidenza del sanguinamento postpolipectomia, che è la più temibile complicanza di queste procedure. Il premio è stato ritirato dal primo autore della pubblicazione, il dottor Antonio Facciorusso, dottorando di ricerca presso l’Università degli Studi di Foggia che, nonostante la giovane età, è autore di oltre 30 pubblicazioni a primo nome su riviste indicizzate e ad alto impact factor, e ha all’attivo un curriculum scientifico di primissimo piano. Il lavoro è stato pubblicato sulla più prestigiosa rivista di endoscopia a livello mondiale “Gastrointestinal Endoscopy”, organo ufficiale dell’ASGE (American Association of Gastrointestinal Endoscopy), ed è diventato subito oggetto di dibattito nella comunità scientifica internazionale. “Questo premio è l’ennesimo riconoscimento del lavoro che io e la mia equipe stiamo svolgendo ormai da anni nell’ambito dell’endoscopia digestiva - spiega Muscatiello - Inoltre, a Napoli, un altro nostro studio sull’alcolizzazione per via Ecoendoscopica dell’adenocarcinoma del pancreas (tecnica innovativa da noi messa a punto e che si effettua solamente a Foggia) è stato premiato come miglior poster nella sezione Ecoendoscopia. Questi riconoscimenti – conclude il dott. Muscatiello – dimostrano che quando ci sono menti attive e lavoro di squadra si possono raggiungere grandi obiettivi”.

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DENTISTA

DI VALENTINA

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LA RICCIA

È un intervento di odontoiatria estetica

Faccette dentali, cosa sono? Utilizzate anche per ampliare la dimensione verticale del sorriso e per risolvere problemi gnatologici (occlusali) oltre che estetici ome si può ripristinare il sorriso di un tempo dopo anni di usura, erosione o dopo un trauma? Le faccette dentali in composito oppure in ceramica sono la soluzione in questi casi. Si tratta di speciali protesi a forma di guscio che ricoprono la superficie esterna dei denti (quella che tocca le labbra) per variarne forma e colore o per riabilitarli dopo fratture o alterazioni patologiche dei tessuti dentari non risolvibili in altra maniera. È un intervento di odontoiatria estetica che permette di ottenere un sorriso diverso in poche sedute. La scelta del materiale (resina composita oppure ceramica) è importantissima e dipende dalle caratteristiche di qualità, durata e costo che si desidera soddisfare. Infatti il composito è un materiale più economico della ceramica, tuttavia

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è più facilmente soggetto ad usura e ad alterazione del colore; la ceramica invece è più duratura nel tempo, non subisce scolorimenti, è

AVVOCATO

più resistente e più costosa. Una volta scelto il materiale, nella prima seduta si effettuerà la presa delle impronte in alginato delle arcate, utili per far confezionare al laboratorio odontotecnico delle faccette provvisorie; si effettua anche la ceratura diagnostica in articolatore che permette di valutare esattamente quale sarà il risultato finale; si possono scattare fotografie per valutare le proporzioni del viso; nella seconda seduta si passa alla preparazione dei denti e si prende

una seconda impronta dei denti preparati (quella utile per far confezionare all’odontotecnico le faccette definitive, precisamente adatte ai denti del paziente); sempre nella stessa seduta si applicheranno sui denti preparati i cosiddetti “provvisori” in modo che il paziente, una volta uscito dallo studio del dentista, potrà già sfoggiare il suo sorriso e mostrare a sé e agli altri un’anticipazione di quelle che saranno le faccette definitive.

Durante l’ultima seduta si rimuoveranno i provvisori e si cementeranno sui denti le faccette finali

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del colore scelto e della forma che è più idonea per armonizzarsi al viso del paziente. Le faccette possono essere impiegate, oltre che per motivi estetici, anche per incrementare la dimensione verticale del sorriso e risolvere problemi gnatologici (occlusali): in quest’ultimo caso le faccette verranno applicate a rivestimento della superficie occlusale dei denti. Il lavoro descritto ha una durata media variabile a seconda del materiale scelto: le faccette in resina composita dopo pochi anni possono subire alterazioni di forma e colore causando un deficit estetico, anatomico e funzionale, tale da rendere opportuno un reintervento con sostituzione delle stesse; invece, nel caso delle faccette in ceramica, si prevede la necessità di un nuovo intervento ogni 8 anni circa.

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DANIELA MURANO

Il disegno di legge approvato dal Senato

Unioni civili: di cosa si tratta? Il nodo più controverso è quello delle adozioni. Non è stata approvata la “stepchild adoption” n Italia attualmente manca una disciplina che regolamenti i rapporti personali da cui originano formazioni sociali diverse dalla famiglia fondata sul matrimonio. La realtà sociale odierna conosce invece nuclei familiari di fatto che sono altrettanto meritevoli di tutela giuridica. Qualcosa però si sta muovendo: lo scorso febbraio il Senato ha approvato un disegno di legge che contiene proprio un’apposita disciplina sulle unioni civili. Tale disciplina non è ancora in vigore, dovendo essere approvata, nella stessa identica formulazione, anche dalla Camera. E’ interessante però conoscere questa disciplina per capire quali benefici potrebbe realizzare. Per “unione civile” si intende il rapporto tra due persone maggiorenni, dello stesso sesso, che vogliano organizzare la loro vita in comune. Tale rapporto viene riconosciuto e tutelato quando viene iscritto, su richiesta delle parti coinvolte, nel Registro delle unioni civili da istituirsi presso l’Ufficio dello stato civile di ogni Comune. Vi sono però dei casi in cui tale rapporto non può ottenere il riconoscimento: ciò accade, ad esempio, quando sussiste un vin-

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colo matrimoniale in atto oppure un vincolo derivante da un’altra unione civile precedentemente riconosciuta, così come quando una o entrambe le parti dell’unione civile sono interdette per infermità di mente oppure sono già legate da rapporti di parentela. L’unione civile che ha ottenuto il riconoscimento cessa, come accade anche nel matrimonio, con la morte di una delle parti ma può sciogliersi anche per volontà unilaterale o consensuale. Se le parti non vogliono più continuare il rapporto di unione basta che anche una sola di esse effettui una dichiarazione in tal senso

all’ufficiale di stato civile. Quali sono dunque i diritti riconosciuti alle parti dell’unione civile e i relativi doveri posti a carico delle stesse? Dall’unione civile deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. A differenza delle coppie legate da vincolo matrimoniale non è previsto l’obbligo di fedeltà. Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni. Il regime patrimoniale dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, in mancanza

di diversa convenzione matrimoniale, è costituito dalla comunione dei beni. Dall’unione civile derivano altresì i diritti successori previsti dalla legge a favore del coniuge superstite nonché il diritto a percepire le indennità spettanti in conseguenza della morte del lavoratore subordinato. Il punto più controverso tuttavia è in tema di adozioni. Non è stata approvata la “stepchild adoption” ossia l’adozione del bambino che sia figlio biologico di uno solo dei componenti della coppia, riconosciuta come unione civile, da parte dell’altro. Sembra dunque prevalere una valutazione negativa sulla possibilità che alla coppia omosessuale venga riconosciuto il diritto alla genitorialità essendo ancora largamente diffusa l’opinione per cui la convivenza con due genitori dello stesso sesso può avere ripercussioni negative sulla salute psicologica del bambino; al contrario è stato da più voci sostenuto che la salute psicologica del bambino dipende dalla permanenza in un ambiente affettivo sereno, cosa che prescinde dal sesso dei genitori, uguale o diverso che sia. Nonostante ciò occorre prendere atto del significativo passo in avanti che si sta compiendo.


Il caso dell’opera di Edoardo Tresoldi a Santa Maria di Siponto

sguardi d’arte

Il “tempio” delle suggestioni visive Nuove frontiere della land art: l’experience che si fa emotion all’illusione della forma alla costruzione della forma. Nel parco archeologico di Santa Maria di Siponto si superano il concettuale e la visual art, per sperimentare una idea quantomai attuale della evocazione storica che passa attraverso il tema dell’experience che si fa emotion. L’esperienza qui viene rivissuta grazie alla ricostruzione prima semantica e poi materica (rete metallica elettrosaldata e zincata) della basilica paleocristiana nata dal genio e della perizia del fare, del giovane artista Edoardo Tresoldi. Se si parlasse di memoria, come fa lo stesso artista, forse si tradirebbe il fine ultimo dell’arte che – secondo le ultime istanze – non fa memoria ma è essa stessa memoria del visibile, di quell’hic et nunc che si manifesta nell’opera di Tresoldi come epifania dell’immagine che è al tempo stesso segno tangibile di un passato che si fa presente. Negli ultimi anni la storia dell’arte è giunta ad un punto critico nel quale deve scegliere – dicono in molti – fra un tradimento della tradizione e il suo suicidio; è il nesso stesso tra “storia” e “arte” che viene messo in dubbio da alcuni storici dell’arte. Nel campo dell’arte contemporanea, la non nuova tesi hegeliana della fine della storia rinasce declinandosi sia come un necessario passaggio dalla storia dell’arte ad una scienza dell’arte, già proposta da Aby Warburg, sia come fine della storia intesa nel senso di una fine dell’arte come professato da Danto. L’arte oggi è chiamata ad asservire forse al ruolo di edutainement cioè di quel filo sottile, ma ben intessuto nelle

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maglie della società, che coniuga la vocazione all’educazione visiva (education) e le nuove frontiere del divertimento (entertainment), inteso come parabola del nostro tanto agognato “tempo libero”. A Siponto si vive così una esperienza intergrata di viaggio nel passato, nella nostra storia quella che vede un territorio daunio costellato di importanti presenze paleocristiane (vedi il “sito subacqueo” delle due basiliche paleocristiane poste sui fondali dell’invaso della diga di San Giusto, in agro di Lucera). A Manfredonia la sperimentazione

si fa dunque ardita nel progetto di una struttura in rete metallica che ridisegna i volumi dell’antica basilica; un’opera alta 14 metri realizzata con un investimento di 3,5 milioni di euro, di cui 900mila euro per la realizzazione da parte dell’artista Tresoldi che in tre mesi circa ha compiuto l’intervento site specific, assistito da professionisti nel campo dell’archeologia, dell’architettura e della storia dell’arte antica, riuscendo a dar vita nuovamente alla basilica partendo dalla pianta fino a giungere all’impercettibile essenza dell’alzato. Il tema scelto dallo scultore è quello della interazione dell’opera che così dialoga all’indietro con la storia e, in modo tutt’altro che invasivo, continua a dialogare con il territorio che la ospita in una relazione strettissima che è un caposaldo della poetica artistica e della sperimentazione visiva di Tresoldi. Qui la ricerca estetica si coniuga infatti ai temi del paesaggio urbano e della definizione del parco archeologico già in essere, in una forma narrativa che diviene a tratti descrittiva ma che non è mai scevra dall’intenzio-

nalità semantica della resa materica del manufatto. I lavori realizzati dall’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, dal Segratariato Regionale del MiBACT, dalla Soprintendenza Archeologia della Puglia e dal Comune di Manfredonia aiutano a comprendere lo sviluppo del sito del V secolo d.C. e degli edifici religiosi che vi insistono: la basilica Cattedrale, il battistero dedicato a San Giovanni, la chiesa di Santi Stefano e Agata. E il successo è assicurato e sui social la notizia viaggia veloce e - in poche ore dalla sua pubblicazione - è già trend topic, come si direbbe nell’era del digitale a cui persino il passato è costretto a strizzare un occhio. Francesca Di Gioia

FAVOREVOLI O CONTRARI? L’opera di Edoardo Tresoldi lascia senza parole. Non si può negare. E attira studiosi, appassionati o semplicemente curiosi che, nella rete metallica dell’avveniristica Iron Church sperano di trovare suggestioni ed emozioni di un tempo passato. Una manna dal cielo per il turismo storico-culturale, almeno a giudicare dai numeri rilevati subito dopo il triduo pasquale: oltre settemila, infatti, sono stati i visitatori interessati al Parco archeologico di Santa Maria di Siponto. Un numero da capogiro per queste zone. L’intervento dell’artista al Parco archeologico di Santa Maria di Siponto suscita grande curiosità, a più livelli: un’opera permanente che vuole far dialogare archeologia e arte contemporanea, restituendo la terza dimensione ad architetture ormai scomparse. Così, sul tracciato dell’antica basilica paleocristiana prende vita una struttura di intricati reticolati di fili metallici, capace di incantare lo spettatore con effetti che ricordano la realtà virtuale. Ma la struttura sarà davvero permanente? Se da una parte i numeri di visitatori registrati fanno ben sperare, dall’altra si leva la voce autorevole di Teodoro De Giorgio, storico dell’arte, che categoricamente sancisce: “L’opera va

smantellata”. Il perché è presto detto: l’installazione non è in grado, per via della sua composizione “a rete”, di proteggere il monumento sottostante. Eppure l’obiettivo principe del progetto “Dove l’arte ricostruisce il tempo”, promosso dalla soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia e il segretariato regionale del Mibact, e all’interno del quale ha preso forma l’opera, era proprio quello di conservare le tracce visibili del passato. Che però restano esposte alle intemperie e all’azione degli agenti atmosferici. Inoltre, sottolinea lo storico in un suo intervento, un altro aspetto da tenere in considerazione è che “risulta seriamente compromessa la leggibilità dell’intera area archeologica (la struttura installata non è certo invisibile o virtuale, tutt’altro). E’ nella “leggibilità”, infatti, che è racchiuso il senso del patrimonio culturale, che ha bisogno di mostrarsi senza veli, senza inutili artifici e sovrastrutture, allo sguardo dello spettatore, per permettergli di cogliere quell’intreccio di storia e arte da cui discende il presente”. Sul futuro dell’opera di Tresoldi resta, dunque, l’incognita; una vita - lunga o breve che sarà - schiacciata nel braccio di ferro tra favorevoli e contrari. m.g.f.

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spettacolo

A teatro il caso di stupro/non stupro che ha scosso le coscienze

“La milite ignota”, tra coraggio e oblio Il monologo interpretato da Ramona Genna da settembre in tournée Da una parte c’è il Tribunale della Legge, dall’altra il Tribunale dei Fantasmi, quelli che si agitano nel petto di chi è vittima di abusi, soprusi e ingiustizie. Come quelli subiti da una donna violata, che vede il proprio dramma sbriciolarsi sotto i colpi di perizie impersonali ed esami clinici. Non sempre, infatti, le sentenze delle due Corti collimano tra loro. Due verità, due diverse forme di giustizia si scontrano tra loro e si confrontano su un tema - che è quello della fragilità della verità e dei possibili limiti della Legge - che devasta l’animo di una giovane donna vittima di violenza sessuale e scossa dagli eventi come una canna al vento. Una giovane donna, che dopo essere stata data in pasto a giornali, avvocati, giudici e periti, chiederà solo silenzio. Oblio per sé e per la sua vicenda. E’ “La milite ignota”, caduta in una battaglia tanto personale quanto universale. Sciolta la seduta, la giustizia è stata fatta? Se lo chiede la Piccola compagnia impertinente di Foggia, con lo spettacolo “La milite ignota”, appunto, un progetto teatrale complesso e ambizioso che, dopo il debutto nazionale a Mantova e le sette repliche andate in scena a Foggia, si prepara ad una tournée che da settembre vedrà la compagnia foggiana protagonista prima a Roma e poi nel resto d’Italia. Lo spettacolo, scritto da Enrico Cibelli e interpretato dall’attrice Ramona Genna, è il monologo doloroso e onirico di una donna a caccia di conferme. Su sé stessa e sul proprio talento. Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale, eppure lo spettacolo muove da un fatto di cronaca realmente accaduto: Firenze, estate 2008 alla Fortezza da Basso. Una violenza di gruppo ai danni una ragazza, poco più che ventenne. “La milite Ignota è una pièce a metà tra cronaca e melodramma. La storia di una ex ragazza coraggiosa che ora non desidera altro che l’oblio. Una vittima che ha deciso di nascondersi, dopo una lotta eroica tra de-

editoria

nunce, perizie e rinvii a giudizio. Una donna che sarebbe incivile, da parte nostra, dimenticare”, spiega Pierluigi Bevilacqua, che dello spettacolo firma la regia. Lo spettacolo pone subito alcuni interrogativi: come “misurare” un abuso? Come stabilire la gravità

di una violenza subita? Un passo in avanti per la colpevolezza, uno indietro per l’innocenza. Il discrimine tra lecito e illecito è cosa labile. Nel 2013, il Tribunale di Firenze condanna 6 imputati su 7, ma nel marzo 2015 la Corte ribalta completamente la sentenza e sminuisce il fatto, definendo la vicenda «incresciosa», ma «penalmente non censurabile». Secondo i giudici, la vittima di stupro voleva, con la sua denuncia, «rimuovere» quello che considerava un suo «discutibile momento di debolezza». La sentenza è definitiva, la guerriera dei tribunali chiede solo di uscire dalle scene. La vicenda è stata calata nei bassifondi del mondo dello spettacolo, in un ambiente fatto di abusi sessuali, fatti di cronaca e gossip. Un calderone mediatico nel quale trovano posto tanto la sentenza della Fortezza da Basso, quanto quelle delle vicende giudiziarie e personali di Bill Cosby e Sara Tommasi. Lo spettacolo (che non è consigliato ai minori di 14 anni) da settembre verrà proposto anche ai ragazzi delle ultime classi delle scuole superiori. “L’idea “laterale” che sottende lo spettacolo è che l’ambizione (artistica e non) non deve mai sfociare in qualcosa che il corpo e la mente non riescano a sopportare. O, più in generale, qualcosa che non faccia parte della natura della persona stessa. Che si può vivere anche senza quei riflettori che sembrano essere l’unica ragione di vita”, spiega Bevilacqua. “Riguarda il nostro mestiere, ma anche tutti gli altri. In quest’epoca, ancor più delle precedenti, il messaggio che sembra passare è: potete arrivare in cima in pochi secondi. Spesso sembra la storia di Icaro. E tutta la ricchezza che si era convinti di avere e di condividere, si sgretola inesorabilmente a causa di errori dettati dalla foga di emergere”. m.g.f.

Dai social al processo telematico: un volume scritto a 9 mani

Il cyberlaw in una guida pratica È il “Manuale breve di informatica del giurista” di Francesco Celentano niffing, wardriving e piggybacking, spoofing, superzapping: il glossario degli illeciti informatici è sempre più complicato. Un pool di esperti e avvocati fornisce un valido strumento soprattutto a studiosi di scienze giuridiche e forensi e professionisti del settore per difendersi e non cadere nella rete, evitando di navigare a vista. È il “Manuale breve di informatica del giurista”, pubblicato da Pacini Editore, e curato da Francesco Celentano, avvocato foggiano fondatore del quotidiano on line di diritto, internet e nuove tecnologie StudioCelentano.it e docente di Informatica giuridica dell’Università degli studi Giustino Fortunato. È uno dei primi studiosi di informatica giuridica. Il volume è scritto a nove mani: Gerardo Antonio Cavaliere, Marcella D’Alessandro, Grazia Maria Mariani, Elena Bassoli, Michele Iaselli, Fabrizio Corona, Maurizio Reale hanno fornito il loro contributo nelle 360 pagine dell’opera suddivisa in tre parti. L’introduzione è firmata da Giuseppe Cassano, direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche di Roma e Milano della Eu-

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ropean School of Economics, titolare delle cattedre di Responsabilità Civile e Diritto dell’Internet. Il manuale è aggiornato con il decreto legislativo numero 7 del 15 gennaio 2016 che contiene le disposizioni in materia di abrogazione di reati e introduzione di illeciti con sanzioni pecuniarie civili. L’opera, partendo da un’infarinatura di informatica per economisti e giuristi, arriva fino al processo telematico, analizzando gli aspetti tecnici della firma digitale, il funzionamento della Pec e il ruolo dei certificatori, passando per gli strumenti di condivisione, i social network e la geolocalizzazione tra privacy e web 2.0. E ancora, il commercio elettronico e la tutela dei dati personali e i contratti informatici. Il “Manuale breve di informatica del giurista” fornisce un quadro esaustivo ma soprattutto aggiornato alle ultime disposizioni normative e risponde alla necessità di un punto d’incontro e di fusione tra l’attività del giurista e le tecniche innovative del cyberlaw (la legge del web). E in un mondo di internauti, si rivela uno strumento valido per tutti. Angela Dalicco

Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002

Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco In redazione Mariangela Mariani Dalila Campanile Leonarda Girardi Carmen La Gatta Francesca Di Gioia Rubriche dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa dott.ssa avv.

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Diciottenne foggiana, ha collezionato premi e riconoscimenti

tempo libero

Aurora e la ‘melodia del silenzio’ Giovane cantante e musicista: “La musica è la mia lingua universale” a solo 18 anni, ma quando sale su un palco, Aurora sembra una donna già vissuta, con il suo carico di esperienze e di sentimenti da raccontare. È come se avesse visto e provato tanto nonostante sia ancora molto giovane. Ma i musicisti sono così. Hanno una sensibilità diversa, particolare. Lo percepisci dalla loro musica e da come parlano di ciò che amano. E conversando con Aurora Corcio, esce fuori il meglio di una generazione che non è tutta marcia come molti pensano, ma che è in grado di sognare e di farci sperare in un mondo migliore. Aurora è uno dei talenti che Foggia ci ha regalato e che sta portando alto il nome della città in giro per l’Italia, conquistando medaglie e vincendo concorsi. La musica è stata sempre presente nella sua vita, sin da quando era piccola: “Credo di aver provato a cantare e a suonare una chitarra per la prima volta a 4 anni, circa. Mio padre e mio fratello mi hanno trasmesso la voglia di esprimere i miei pensieri. Di poter emozionare e di emozionarmi al tempo stesso”. Cantare non è semplicemente un atto volto agli altri, ma soprattutto un momento di introspezione: “È meditare. È come se la mia anima fosse trasportata in

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un mondo incontaminato. La musica è una lingua universale. Non sempre le parole riescono a dare un senso a ciò che si pensa, ma la musica... ti scompiglia cuore e mente”. E per poter comporre, come fa Aurora, c’è bisogno di ispirazione: “Credo che il silenzio sia una delle melodie più belle. Basta semplicemente saperlo ascoltare”. Il 2015 è stato un anno pieno di impegni per questa diciottenne con tanti sogni. Ha partecipato alla 7a edizione del Concorso Nazionale Musicale Umberto Giordano a Foggia, vincendo il primo premio per chitarra e voce. A Manfredonia ha raggiunto la stessa onorificenza al concorso canoro ‘Una voce per il Sud 5a edizione’. Una delle esperienze più emozionanti è stato il Tour invernale a tema Gospel Natalizio con ‘Strumenti & Figure’: 41 concerti e circa 14mila chilometri percorsi in pulmino con coristi e interpreti. Aurora sembra essere a suo agio sul palco davanti al pubblico: “Non so se considerarla una fortuna o meno ma non mi provoca ansie e paure. Semplice-

mente aumenta la mia voglia di condividere, con tutta sincerità, me stessa”. Il suo desiderio più grande è quello di poter girare il mondo per far conoscere a chiunque la sua musica, ma prima di realizzarlo deve continuare a studiare: “Oltre ad essere chitarrista e cantante, ho studiato e sto continuando a studiare violino al Liceo Musicale Poerio. Suono anche il basso in una band Alternative Metal (Viperium). Mi piacerebbe poter mescolare vari generi e culture musicali per crearne uno unico”. E come ogni artista che si rispetti, anche lei ha un fan numero uno: “È mia madre. Mi ha supportato sin dall’inizio e ha sempre creduto nelle mie capacità. Ha fatto sacrifici enormi per vedermi crescere assieme alla mia passione. La mia famiglia mi ha sempre seguita ovunque. Se ho ottenuto delle soddisfazioni è anche grazie a loro”. La strada è lunga e sarà certamente in salita, ma Aurora ha le spalle ben coperte e tanta voglia di raggiungere i traguardi tanto ambiti. Carmen La Gatta

Carissime lettrici, benvenute alla nuova rubrica di Astrologia. Dal 1993 curo spazi di questa “nobile disciplina” sulle migliori riviste ed emittenti televisive. Siamo a circa un mese dall’inizio dell’ Anno Astrologico. Il Sole sorgeva nella costellazione dell’Ariete perfino all’inizio del viaggio di Dante. Gli antichi erano convinti, specie nel medioevo, che il mondo fosse stato creato in coincidenza con l’Equinozio di primavera (21 Marzo). Gli astri inclinano, non determinano, ma sono certo che in questi mesi che verranno, molte di voi sapranno sfruttare i preziosi consigli del cielo.

OROSCOPO

APRILE ARIETE 2016

20 MARZO 20 APRILE

TORO Nel tuo segno inizia l'Anno astrologico. In questo mese avrai la giusta grinta e le idee per realizzare i tuoi progetti e allargare le frequentazioni. Non conviene fare la preziosa, se c'è qualcosa da fare tanto vale dire di si.

CANCRO

21 GIUGNO 22 LUGLIO

I pensieri ti rendono un po' fredda sentimentalmente. Già il mese prossimo diminuiranno dubbi e nostalgie, Marte ti conferirà veri e propri slanci passionali.

L'anno è iniziato all'insegna dell'aggressività verbale. Hai superato grazie a Marte diverse prove fisiche e sentimentali. Molte di voi saranno spinte a mettersi in gran forma.

CAPRICORNO

21 DICEMBRE 20 GENNAIO

Nei mesi scorsi, molti hanno messo a dura prova la vostra pazienza. Approfitta del trigono di Giove, per edificare nella Tua attività e in famiglia.

LEONE

BILANCIA

23 SETTEMBRE 22 OTTOBRE

21 APRILE 20 MAGGIO

GEMELLI

Qualche chiusura nel rapporto di coppia. Ciò che ti accontentava, oggi lascia molti dubbi. Grandi intuizioni per investimenti, capacità di concludere ottimi affari.

23 LUGLIO 22 AGOSTO

Cinque stelle per te in amore, slanci emozionali. Se svolgi un'attività in proprio, hai messo troppa carne a cuocere in passato, riemergeranno problemi che credevi di avere già risolto.

La protezione di Giove dalla vergine, regala molte frecce al tuo arco. Finalmente potrai raggiungere i tuoi obiettivi. Troverai la sicurezza per pensare ad un futuro sentimentale stabile.

ACQUARIO

21 GENNAIO 18 FEBBRAIO

Ottimo cielo per l'amore, i punti di vista differenti non metteranno in discussione il tuo rapporto. Ascolta i Suggerimenti interiori. Cambiamenti in vista molte di voi affronteranno un trasloco.

23 AGOSTO 22 SETTEMBRE

di Antonio Torre, 25 anni di esperienza in ASTROLOGIA ESOTERICA. L’esperto analizzerà la situazione del tuo quadro astrale, e dopo aver consultato il libro più antico del mondo (i Tarocchi), ti indicherà la migliore via da seguire. Fissa un’incontro in studio

VERGINE

SCORPIONE

23 OTTOBRE 21 NOVEMBRE

21 MAGGIO 20 GIUGNO

Periodo confuso per le "gemelline" come fai sbagli, ci si mette anche Marte ad indebolirti fisicamente. Vieni da una splendida Venere, in amore fa' leva sulla comunicazione.

Centro Ghost

Il momento è un po' stressante ma proficuo. Il peggio è passato, apprezza anche le piccole cose, non tutto deve sempre andare precisamente come vuoi tu. Ritardi burocratici.

Tel: 338

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ALTA PROFESSIONALITA’ E MASSIMA RISERVATEZZA

SAGITTARIO

22 NOVEMBRE 20 DICEMBRE

Carica, passionale e avventurosa. Molte di voi avranno avuto proposte per lavorare fuori. Giove ti ha messo dubbi, anche perché hai crediti non riscossi. Primavera calda in amore.

OROSCOPO DI COPPIA

Lasciati ispirare da Mercurio, per un dialogo sincero col partner. Vieni da un periodo non facile, stanchezza fisica e psicologica. Attenzione a Giove opposto per la forma fisica.

Via Stefano de Stefano, 23 71121 Foggia

PESCI

19 FEBBRAIO 19 MARZO

Se pensi che un approfondimento ti possa aiutare a risolvere una situazione, non esitare a chiamarmi al +39 338 4171313 aprile - duemilasedici

Centro Ghost

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