Industria & formazione refrigerazione e condizionamento 8 2016

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Figura 1. Ciclo frigorifero teorico per l’R134a per le temperature di lavoro -5/+40 °C (in giallo). Stesso ciclo ma con presenza di sottoraffreddamento in rosso. Evidenziata la lettura della percentuale di refrigerante già evaporato all’ingresso dell’evaporatore.

solo relativamente ai vapori di refrigerante ma anche di eventuali incondensabili presenti nel circuito in maniera indesiderata: esso garantisce un flusso integrale di liquido verso il dispositivo di espansione, in quantità soddisfacente a quanto quest’ultimo richiede. I benefici apportati dal ricevitore possono anche essere inquadrati in un’altra ottica, non meno importante di quelle ricordate fino ad ora. Un ultimo aspetto positivo Dal punto di vista della resa frigorifera quanto è utile avere installato un ricevitore di liquido nel circuito? Non è immediato dare risposta a tale quesito e soprattutto non è facile rendersi conto della convenienza più o meno

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grande che si può ricavare dal lavoro compiuto da questo componente. Per cercare di “quantificare”, seppur in maniera grossolana, i benefici che si possono avere, in termini di maggiore freddo prodotto e/o di minore spesa da sostenere per produrre tale freddo, è necessario impiegare un utile strumento termodinamico e cercare di ipotizzare una situazione reale di funzionamento del circuito frigorifero. Lo strumento che viene in soccorso in tale situazione è il diagramma pressione-entalpia del refrigerante. Un esempio concreto Possiamo riferirci ad una piccola apparecchiatura per la refrigerazione commerciale funzionante con uno dei

refrigeranti “storici”, tra i più usati nel recente passato e avente l’importante caratteristica di essere un fluido puro, tratto distintivo nell’odierno panorama delle tante miscele che il mercato della refrigerazione propone: l’R134a. Supponiamo di lavorare con una temperatura di evaporazione di -5 °C in modo tale da garantire una temperatura del vano refrigerato attorno a 0 °C, o poco più. A tale temperatura la pressione letta sul manometro è di circa 1,4 bar. In una giornata non eccessivamente calda possiamo pensare ad una temperatura di condensazione attorno ai 40 °C, ossia poco più di 9 bar. In tali condizioni standard di funzionamento la quantità di refrigerante che entra già evaporato nell’evaporatore è di circa il 32% (vedi figura 1): questo significa


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