25° Maratona dles Dolomites

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INCONTRO CON

DUE FEDELISSIMI DEL COMITATO ORGANIZZATORE

BEGEGUNG MIT ZWEI MITGLIEDERN DES ORGANISATIONSKOMITEES DER ERSTEN STUNDE A MEETING WITH TWO VERY FAITHFUL MEMBERS OF THE ORGANIZING COMMITTEE

L

a lunga storia della Maratona dles Dolomites è scritta anche e soprattutto da uomini che hanno dedicato 25 anni della loro vita a questa granfondo ciclistica diventata una classica a livello internazionale. Senza nulla togliere all’impegno e alla dedizione di tutti coloro che hanno collaborato finora, ne ricordiamo oggi due di questi personaggi, entrambi tuttora molto attivi nell’organizzazione e nella gestione della corsa: Otto Vittur e Giovanni Rubatscher, entrambi presenti nel comitato organizzatore fin dalla prima edizione. Otto Vittur da sempre si occupa dell’assistenza ai ciclisti in gara. “All’inizio - ricorda - era tutt’altro che semplice, soprattutto per avere i concorrenti. Andavamo, in bici, al Giro d’Italia per reclutare i ciclisti. Alla fine delle tappe distribuivamo i manifesti che annunciavano il giorno della Maratona: era importante fare numero. Le prime edizioni erano ostacolate da una certa diffidenza sia da parte degli albergatori che dell’azienda di soggiorno: tutti volevano più ciclisti possibili e che avessero anche i soldi. Non è stato facile. Ma la Maratona era troppo bella e quando, gradatamente, è cresciuta anche le perplessità iniziali sono via via venute meno. Il boom di iscrizioni ha superato anche le diffidenze ed ora ci godiamo questo successo il cui merito principale va al territorio dove la gara si svolge: non c’è paragone con lo scenario straordinario delle Dolomiti. Poi bisogna ricordare anche il contributo, prezioso ed insostituibile, di tutta la comunità badiota e delle valli attraversate dalla Maratona”. Otto Vittur, da sempre, si occupa dell’assistenza ai ciclisti. Mette in pratica, lungo il tragitto, ciò che ha imparato e messo in pratica nel suo negozio.” Ad ogni edizione piazzo una ventina di persone lungo il percorso, pronte a dare una mano. Chi corre sa che in determinati punti c’è sempre un punto di assistenza. E quindi corre tranquillo”. Lo staff è disponibile anche ad aiutare chi, per esempio, soffre il freddo. E Vittur ricorda che proprio due anni fa “un appassionato cicloamatore di Castelfranco Veneto mi ha restituito un paio di guanti che gli avevo consegnato un paio di anni prima. Me li sono sempre scordati a casa: stavolta li ho portati con me e glieli restituisco, ringraziandola ancora”. Poi anche un ricordo, commosso: “Nelle prime edizioni della Maratona abbiamo usufruito di un grande sostegno da parte della ditta Wilier di Rossano Veneto, il cui titolare ci è venuto incontro con grande passione ed entusiasmo. Proprio lui, Lino Gastardello, è morto di recente in un incidente stradale mentre si stava allenando in bicicletta. E’ stata una grande perdita per tutti noi della Maratona. Lo voglio ricordare proprio in occasione di questa venticinquesima edizione: è stato un grande uomo”. Anche Giovanni Rubatscher è da sempre nel comitato organizzatore della Maratona dles Dolomites. E da sempre si occupa del ristoro dei concorrenti. Organizza i volontari, ordina tutto ciò che serve in corsa, distribuisce nei punti di ristoro quel ben di Dio che ogni ciclista apprezza quando decide di fermarsi e di... tirare il fiato. “E’ un impegno notevole - ricorda Rubatscher - soprattutto da quando il numero dei concorrenti è arrivato a 9.000. Nelle prime edizioni, quando il tracciato era unico, i punti di ristoro erano 3 e mezzo. I tre, dove era possibile anche mangiare, si trovavano sul Sella, sul passo Duran sopra l’abitato di Agordo e quindi sul passo Fedaia. Ad Arabba invece c’era un punto dove era possibile soltanto bere qualcosa. Poi, con lo sviluppo della Maratona, i ristori si sono moltiplicati: se il thè, nelle prime edizioni, era preparato nelle taniche e quindi portato nei punti di ristoro, successivamente sono subentrati i sali minerali nelle apposite bevande, poi anche le torte preparate da un pasticcere della zona e quindi trasportate nei luoghi diventati oramai classici per il ristoro dei ciclisti che, ogni anno, dimostrano di apprezzare il lavoro che svolgiamo con grande passione e sempre tenendo conto delle esigenze di chi è impegnato in corsa. Giovanni Rubatscher aggiunge un particolare: “Finora siamo stati sempre molto fortunati nell’organizzazione: grazie alle condizioni meteo, la Maratona - ad esclusione di poche edizioni - si è sempre corsa con il sole. E questo ha indubbiamente facilitato il nostro lavoro di ristoro: non voglio neppure pensare ai problemi che avevamo incontrato quando la corsa venne colpita dalla pioggia, dalla neve, dalla grandine e da tanto freddo. Ma questi sono soltanto dei ricordi. Adesso bisogna pensare all’edizione numero 25. Noi, dello staff del ristoro, siamo pronti”.

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OTTO VITTUR

GIOVANNI RUBATSCHER


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