Asta 4 - Da ASSAB all'AFIS

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VILLA MOSCONI BERTANI - VERONA

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Catalogo a cura di Esperti Numismatici ROBERTO FINOTTI LORENZO BELLESIA MATTEO DEL GRANDE Amministratore ed esperto numismatico SIMONE CAVAZZOLA Con la collaborazione di GRETA GAZZANIGA ILARIA BERTOLANI Riprese fotografiche STEFANO DI VIRGILIO Responsabile amministrazione e rapporti clienti esteri VALENTINA MONTAGNA © Copyright 2023 – Nomisma Aste srl Tutti i diritti riservati La riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo di questo catalogo è assolutamente vietata senza specifica autorizzazione scritta da parte di Nomisma Aste SRL.


ASTA NUMISMATICA

4 12 NOVEMBRE 2023 Esposizione e Vendita L’asta si svolgerà presso: VILLA MOSCONI BERTANI Via Novare, 2 37024 Arbizzano-Santa Maria (Verona) Tel. +39 345 32 57 359 e-mail: info@nomisma-aste.it – sito internet: www.nomisma-aste.it

ESPOSIZIONE L’esposizione dei lotti si terrà Sabato 11 Novembre a partire dalle ore 10:00 CET presso la nostra sede di Via Legnago 144. I giorni precedenti sarà possibile visionare i lotti solo su appuntamento. Il giorno dell’asta, domenica 12 novembre, non sarà possibile visionare e ritirare i lotti aggiudicati.

VENDITA Sessione unica – Domenica 12 Novembre 2023 dalle ore 10:00 CET lotti 1 - 372

ASTA LIVE sul nostro sito www.nomisma-aste.it previa registrazione almeno due giorni prima dell’asta Per ogni informazione contattate i nostri uffici

Via Legnago, 144 - Tel. +39 345 32 57 359 37134 VERONA - ITALIA info@nomisma-aste.it www.nomisma-aste.it


TERMINI E CONDIZIONI DI VENDITA

1 – Premessa Le presenti condizioni generali disciplinano e regolano qualsiasi vendita effettuata per il tramite della casa d’aste Nomisma Aste S.r.l. con sede legale in Verona (VR), via Legnago n. 144, Capitale Sociale Euro 50.000,00 i.v., P. IVA e C.F. n. 04871770238, indirizzo mail amministrazione@nomisma-aste.it e P.E.C. nomismaaste@pec.it (di seguito denominata anche “Casa d’Aste”). I lotti oggetto di vendita sono di proprietà di soggetti terzi (di seguito il “Venditore”) che hanno conferito mandato alla vendita mediante sottoscrizione di contratto di commissione alla Casa d’Aste (mandato senza rappresentanza). 2 – Informazioni e stime Illustrazioni, descrizioni, valori e stime dei lotti contenuti nei cataloghi ed in qualsiasi altro materiale illustrativo e informativo sono di carattere puramente indicativo e da utilizzare soltanto all’identificazione del lotto. Illustrazioni, descrizioni, valori e stime non costituiscono in alcun modo garanzie convenzionali o qualità promesse ai sensi degli artt. 1490 e 1497 cod. civ. e non possono costituire affidamento per i terzi. I valori di stima pubblicati non comprendono le commissioni della Casa d’Aste, i costi dei diritti di seguito, le spese doganali, di esportazione e l’IVA. Ulteriori informazioni riguardanti una specifica asta potranno essere inserite sul sito internet della Casa d’Aste, in catalogo o comunicate in sala prima o durante la vendita. Ove si registrassero discrepanze tra il testo delle condizioni generali pubblicato sul catalogo d’asta e quello pubblicato sul sito web della Casa d’Aste, avrà prevalenza quest’ultimo. 3 – Esame dei lotti Agli interessati è consentito esaminare i lotti in vendita prima dell’asta nei giorni e durante gli orari stabiliti dalla Casa d’Aste. 4 – Registrazione, accettazione delle condizioni generali, deleghe Al fine di partecipare all’asta è necessario procedere alla registrazione e accettare integralmente le presenti condizioni generali. Con la registrazione sono integralmente accettate le presenti condizioni generali. Ai partecipanti all’asta potranno essere richieste informazioni e referenze bancarie. In particolari situazioni la Casa d’Aste si riserva il diritto di richiedere ai partecipanti all’asta di versare dei depositi a garanzia del saldo del prezzo di vendita e delle commissioni d’asta e potrà, a sua esclusiva discrezione, vietare a soggetti non graditi o non idonei l’ingresso in sala. Qualora il partecipante agisca in nome e per conto di un’altra persona fisica o giuridica dovrà essere esibita idonea procura prima dello svolgimento dell’asta. La Casa d’Aste si riserva la facoltà di non far partecipare all’asta rappresentanti di terzi qualora, a proprio insindacabile giudizio, non ritenga dimostrato il potere di rappresentanza. Ai partecipanti in sala, previa registrazione, sarà fornito un cartellino numerato per indicare le offerte al banditore durante l’asta. Tutti i lotti venduti saranno fatturati al nome ed all’indirizzo indicati nel modulo di registrazione. Non saranno accettati reclami o contestazioni per l’eventuale perdita o smarrimento del cartellino. La Casa d’Aste è esonerata da qualsiasi responsabilità nel caso di mancata esecuzione della partecipazione dovuta a eventuali disguidi che possono occorrere durante o precedentemente il collegamento telefonico e/o internet. 5 – Partecipazione per corrispondenza, tramite collegamento telefonico, online I potenziali acquirenti potranno partecipare all’asta, previa sottoscrizione di appositi moduli, anche per corrispondenza, tramite collegamento telefonico, on line. Con l’invio e la sottoscrizione dei moduli di cui sopra, il partecipante accetta di prendere parte all’asta di riferimento e si impegna a corrispondere il prezzo di aggiudicazione e le commissioni d’asta qualora la sua offerta abbia successo. Il partecipante si impegna inoltre a controllare, al termine dell’asta, se la sua offerta è andata a buon fine sollevando la Casa d’Aste da ogni responsabilità in tal senso. Le offerte per corrispondenza compilate in modo errato non saranno accettate. La Casa d’Aste declina ogni responsabilità nei confronti di chi partecipa all’asta mediante collegamento telefonico e/o online nel caso di mancata esecuzione della partecipazione dovuta a eventuali disguidi che possono occorrere durante o precedentemente il collegamento telefonico e/o on line. 6 – Aggiudicazione dei lotti Il prezzo di partenza dell’asta sarà quello indicato come base, salvo quando non sia pervenuta prima dell’apertura dell’asta un’offerta diversa e più alta, nel qual caso il prezzo di partenza sarà quello dello scatto successivo a tale offerta. In caso di uguali offerte per corrispondenza avrà la precedenza quella giunta per prima e in ogni caso esse hanno priorità su offerte uguali in sala. Gli scatti delle offerte saranno regolati a discrezione del banditore. Il banditore si riserva il diritto di ritirare, aggiungere, 4


raggruppare o dividere i lotti, nonché il diritto di rifiutare un’offerta in sala o inviata per iscritto. I lotti verranno aggiudicati al miglior offerente. La Casa d’Aste si riserva il diritto di annullare l’aggiudicazione in caso di eventuali contestazioni di terzi che rivendichino la proprietà del lotto. 7 – Commissioni d’asta per vendita di lotti con regime IVA del margine Salvo diversa indicazione i lotti vengono venduti nel regime del margine di cui all’art. 40-bis del DL 23.2.95 n. 41. Per tale regime, in caso di aggiudicazione o vendita, sarà addebitata all’acquirente una commissione di acquisto a favore della Casa d’Aste nella misura che segue: 1. • • 2.

In caso di aggiudicatario italiano o UE: Asta beni numismatica: l’acquirente corrisponderà su ogni lotto, oltre al prezzo di aggiudicazione, una commissione d’asta pari al 21%. Per tutte le altre Aste: l’acquirente corrisponderà su ogni lotto, oltre al prezzo di aggiudicazione, una commissione d’asta pari al 21%. In caso di aggiudicatario Extra UE: le commissioni saranno uguali a quelle del successivo punto 8 (Regime ordinario aggiudicatario Extra UE).

8 – Commissioni d’asta per vendita lotti con IVA ordinaria I lotti in cui viene evidenziato dopo il numero di lotto “Regime ordinario IVA” indica un regime di fatturazione con IVA ordinaria. Per il regime ordinario IVA, in caso di aggiudicazione o vendita, sarà addebitata all’acquirente una commissione di acquisto a favore della Casa d’Aste nella misura che segue: 1. • • 2. • •

• •

3. • •

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In caso di aggiudicatario italiano: Asta beni numismatica: l’acquirente corrisponderà su ogni lotto, oltre al prezzo di aggiudicazione, una commissione d’asta pari al 21%. Sul prezzo di aggiudicazione, al lordo della commissione, verrà applicata l’aliquota IVA di legge (22%). Per tutte le altre Aste: l’acquirente corrisponderà su ogni lotto, oltre al prezzo di aggiudicazione, una commissione d’asta pari al 21%. Sul prezzo di aggiudicazione al lordo della commissione verrà applicata l’aliquota IVA di legge (4%/10%/22%). In caso di aggiudicatario UE: Asta beni numismatica: l’acquirente corrisponderà su ogni lotto, oltre al prezzo di aggiudicazione, una commissione d’asta pari al 21%. Sul prezzo di aggiudicazione al lordo della commissione verrà applicata l’aliquota IVA di legge (22%). Rimborso: I clienti (solo i soggetti IVA iscritti al VIES), entro 90 gg dalla consegna del bene, potranno chiedere il rimborso dell’IVA versata sul prezzo di aggiudicazione al lordo della commissione presentando un documento ufficiale che provi l’uscita del bene dall’Italia. Per tutte le altre Aste: l’acquirente corrisponderà su ogni lotto, oltre al prezzo di aggiudicazione, una commissione d’asta pari al 21%. Sul prezzo di aggiudicazione al lordo della commissione verrà applicata l’aliquota IVA di legge (4%/10%/22%). Rimborso: I clienti (solo i soggetti IVA iscritti al VIES, entro 90 gg dalla consegna del bene, potranno chiedere il rimborso dell’IVA versata sul prezzo di aggiudicazione al lordo della commissione presentando un documento ufficiale che provi l’uscita del bene dall’Italia. In caso di aggiudicatario Extra UE: Asta beni numismatica: l’acquirente corrisponderà su ogni lotto, oltre al prezzo di aggiudicazione, una commissione d’asta pari al 21%. Sul prezzo di aggiudicazione al lordo della commissione verrà applicata l’aliquota IVA di legge (22%). Rimborso: I clienti, entro 90 gg dalla consegna del bene, potranno chiedere il rimborso dell’IVA versata sul prezzo di aggiudicazione al lordo della commissione presentando un documento ufficiale che provi l’uscita del bene dal territorio dell’Unione Europea. Per tutte le altre Aste: l’acquirente corrisponderà su ogni lotto, oltre al prezzo di aggiudicazione, una commissione d’asta pari al 21%. Sul prezzo di aggiudicazione al lordo della commissione verrà applicata l’aliquota IVA di legge (4%/10%/22%). Rimborso: I clienti, entro 90 gg dalla consegna del bene, potranno chiedere il rimborso dell’IVA versata sul prezzo di aggiudicazione al lordo della commissione presentando un documento ufficiale che provi l’uscita del bene dal territorio dell’Unione Europea.

9 – Lotti in regime di Temporanea Importazione (T.I.) I lotti acquistati in regime di Temporanea Importazione non potranno essere ritirati direttamente dagli acquirenti, ma dovranno essere spediti, alla chiusura della pratica di Temporanea Importazione, a cura della Casa d’Aste e a spese dell’acquirente. Gli stessi verranno indicati nel catalogo d’asta.

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10 – Pagamento Il pagamento dovrà essere effettuato, per i presenti in sala alla consegna dei lotti e per gli acquirenti per corrispondenza, per collegamento telefonico e online entro 15 (quindici) giorni di calendario a decorrere dalla data dell’asta. Non saranno accettati pagamenti provenienti da soggetti diversi dell’acquirente. Verranno conteggiati interessi di mora su tutti gli importi non pagati nel termine sopra indicato ad un tasso annuo pari al 5% (cinque-per-cento). La Casa d’Aste emetterà fattura contestualmente al pagamento dei beni aggiudicati. Per il caso di mancato saldo del prezzo di vendita da parte dell’acquirente o di ogni altra somma dovuta alla Casa d’Aste entro 15 (quindici) giorni di calendario dall’asta di aggiudicazione, la Casa d’Aste avrà facoltà di risolvere di diritto il contratto di vendita ai sensi dell’art. 1456 cod. civ., fatto salvo il diritto di risarcimento del danno causato per l’inadempienza. Le eventuali rate pagate dall’acquirente prima della risoluzione del contratto di vendita resteranno acquisite dalla Casa d’Aste a titolo di indennità ai sensi dell’art. 1526 cod. civ. fermo restando il risarcimento dell’eventuale maggior danno. Il pagamento può avvenire: 1. a mezzo Bonifico Bancario: UniCredit conto intestato a NOMISMA ASTE SRL IBAN IT91V0200811770000106335809 Paese: IT CIN/EU: 91 CIN/IT: V ABI: 02008 CAB: 11770 BIC/SWIFT: UNCRITM1M01 2. in contanti fino a 4999 euro 3. mediante carta di credito (Mastercard e Visa); per i dettagli si prega di contattare l’amministrazione a info@nomisma-aste.it. 11 – Ritiro e consegna dei lotti venduti Sino al completo pagamento del prezzo dovuto, i lotti sono conservati presso la sede di Casa d’Aste e assicurati con idonea copertura a cura e spese della Casa d’Aste. L’obbligo di consegna dei lotti venduti è subordinato all’integrale pagamento di ogni credito della Casa d’Aste verso l’acquirente. La Casa d’Aste non assume l’obbligo di provvedere alla spedizione del lotto oggetto di aggiudicazione o vendita il quale dovrà essere ritirato dall’acquirente. Su richiesta la consegna del lotto avverrà a cura della Casa d’Aste e a rischio e spese dell’acquirente. 12 – Esportazione dei lotti Le spese doganali e di esportazione sono a carico dell’acquirente. Le richieste di rilascio dell’attestato di libera circolazione per l’esportazione saranno effettuate dalla Casa d’Aste per conto e a spese dell’acquirente. Per ottenere l’autorizzazione all’esportazione sono necessarie, a titolo indicativo, almeno 10/12 settimane. I lotti importati temporaneamente non potranno essere ritirati dagli acquirenti, ma dovranno essere spediti, a spese di questi ultimi, a cura della Casa d’Aste. N.B. Per i lotti contrassegnati in catalogo con il simbolo § Nomisma Aste Srl non effettua pratiche di esportazione, ritenendo improbabile il rilascio delle relative autorizzazioni. La spedizione all’estero (anche verso Paesi UE) di monete o medaglie aventi più di 50 anni è subordinata all’inoltro al Ministero dei Beni Culturali di specifiche pratiche tramite il servizio internet SUE. Per lotti di valore inferiore ai 13.500 Euro: Autocertificazione (DVAL) con tempi di attesa di circa 50/60 gg (indicativi) dall’inoltro della pratica al competente Ufficio Esportazione. Per lotti di valore pari o superiore ai 13.500 Euro: Attestato di Libera Circolazione (ALC) con tempi di attesa (indicativi) di 10/12 settimane dalla consegna della pratica al competente Ufficio Esportazione. Le pratiche sono a carico degli acquirenti. La casa d’aste può inviare la richieste di esportazione a nome dell’acquirente,non essendo in ogni caso responsabile dell’esito e/o delle tempistiche di tali pratiche. 13 – Esclusione di garanzia da parte della Casa d’Aste I lotti sono venduti dalla Casa d’Aste per conto del venditore nello stato in cui si trovano al momento dell’asta con ogni eventuale vizio, difetto, imperfezione, danneggiamento e/o mancanza di qualità. Ogni asta è preceduta da pubblica esposizione che permette agli eventuali compratori di esaminare i lotti e accertarne l’autenticità, lo stato di conservazione, la provenienza, le caratteristiche, le qualità e gli eventuali vizi e difetti. In ogni caso l’eventuale responsabilità della Casa d’Aste nei confronti dell’acquirente è limitata al corrispondente prezzo di aggiudicazione e/o di vendita e alla commissione d’acquisto pagati dall’acquirente.

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14 – Perizie e attestati Nei soli casi previsti dall’art. 64 del D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 la Casa d’Aste, su richiesta dell’acquirente, consegna all’acquirente una dichiarazione contenente le informazioni disponibili sulla autenticità del lotto, o, in alternativa, sulla probabile attribuzione e sulla provenienza dello stesso. 15 – Termini e valutazioni della casa d’Aste Ogni rappresentazione scritta o verbale fornita dalla Casa d’Aste, incluse quelle contenute nel catalogo, in relazioni, commenti o valutazioni concernenti qualsiasi carattere di un lotto, quale paternità, autenticità, provenienza, attribuzione, origine, data, età, periodo, origine culturale ovvero fonte, la sua qualità, ivi compreso il prezzo o il valore, riflettono esclusivamente valutazioni in buona fede della Casa d’Aste e possono essere riviste e modificate in qualsiasi momento. L’acquirente quindi non può fare alcun affidamento su tali rappresentazioni, avendo facoltà di verificare i beni prima dell’asta. 16 – Verifica di interesse culturale La Casa d’Aste, a sua esclusiva discrezione, potrà procedere a un’aggiudicazione temporanea dei lotti che, prima o durante l’asta, dovessero essere oggetto della comunicazione di avvio del procedimento per la dichiarazione di interesse culturale di cui all’articolo 14 e ss. del D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 (il “Codice dei Beni Culturali”). Nel caso di aggiudicazione temporanea la Casa d’Aste provvederà a denunciare la vendita al Ministero competente ex art. 59 Codice dei Beni Culturali. La vendita sarà sospensivamente condizionata alla intervenuta dichiarazione della natura di “bene culturale” ed al mancato esercizio da parte del Ministero del diritto di prelazione nel termine di legge. In pendenza di tali termini il lotto non potrà essere consegnato all’acquirente. 17 – Diritto di seguito I lotti in cui viene evidenziato “Soggetti al diritto di seguito” saranno assoggettati al diritto di seguito di cui al D.Lgs. 118/2006 e lo stesso sarà a carico dell’aggiudicatario. 18 – Assenza del diritto di recesso L’offerta e la vendita on line, per corrispondenza, per telefono da parte della Casa d’Aste costituiscono un contratto a distanza disciplinato dal Capo I, Titolo III (artt. 45 e ss.) del Codice del Consumo e dal Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70, contenente la disciplina del commercio elettronico. L’art. 59, comma 1, lett. m) del Codice del Consumo esclude il diritto di recesso per i contratti conclusi in occasione di un’asta pubblica, quale è l’asta organizzata dalla Casa d’Aste. Di conseguenza, è escluso il diritto di recesso in relazione ai lotti aggiudicati tramite contratto a distanza a mezzo asta pubblica. 19 – Vendita con riserva di proprietà I lotti sono aggiudicati ovvero venduti dalla Casa d’Aste con riserva della proprietà ai sensi dell’articolo 1523 cod. civ. e pertanto la proprietà degli stessi si trasferirà in capo all’acquirente solo al momento dell’integrale pagamento del prezzo dovuto per la compravendita. Il rischio di perimento o di danneggiamento dei lotti si trasferirà all’acquirente al momento della consegna dei lotti stessi. 20 – Garanzia legale per i consumatori Nell’ipotesi in cui il Venditore che abbia conferito alla Casa d’Aste l’incarico di vendere il lotto sia un “professionista” ai sensi di quanto previsto dall’art. 18, comma 1, lett. b) del Codice del Consumo (D. Lgs. 6 settembre 2005 n. 206), ai lotti aggiudicati o venduti per il tramite della Casa d’Aste si applicherà la garanzia legale di conformità prevista dagli artt. 128-135 del Codice del Consumo. 21 – Legge applicabile Le presenti Condizioni Generali ed ogni contratto di vendita con la Casa d’Aste sono regolati a tutti gli effetti dalla legge italiana. 22 – Foro competente Per ogni e qualsiasi controversia con la Casa d’ Aste, ivi incluse quelle relative alla interpretazione, esecuzione, risoluzione o validità del presente contratto, sarà competente in via esclusiva il Foro di Verona.

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TERMS OF SALE

1 – Introduction These general conditions govern and regulate any sale undertaken through the auction house Nomisma Aste S.r.l. with registered premises in Verona (VR), at Via Legnago n. 144, paid-up share capital € 50,000.00, VAT and Tax Code. n. 04871770238, email address amministrazione@nomisma-asto.it and certified mail: nomismaasto@pec.it (hereinafter also referred to as ‘Auction House’). The lots for sale are owned by third parties (hereinafter the ‘Seller’) who have mandated sale to the Auction House by signing up to a contract under which commission is payable on sale (mandate without representation). 2 – Information and estimates Illustrations, descriptions, values and estimates of lots contained in catalogues and in any other illustrative and informative material are purely indicative and to be used only for lot identification. Illustrations, descriptions, values and estimates do not constitute conventional guarantees or quality promises in any way pursuant to articles. 1490 and 1497 of the [Italian] Civil Code and cannot be relied upon by third parties. The estimated values published do not include the commissions of the Auction House, the costs of rights below, or customs, export, and VAT expenses. Further information regarding a specific auction may be entered on the website of the Auction House, in the catalogue or communicated in the auction room before or during the sale. Where discrepancies appear between the text of the General Conditions published in the Auction catalogue and the text published on the website of the Auction House, the latter will prevail. 3 – Examination of lots Interested parties are allowed to examine lots on sale before auction in the days and during the times established by the Auction House. 4 – Registration, acceptance of the General Conditions, proxies In order to participate in an auction, it is necessary to register and fully accept the present General Conditions. Registration entails tacit, full acceptance of these General Conditions. Participants in the auction may be asked to provide information and bank references. In particular situations, the Auction House reserves the right to request that participants in the auction pay deposits to guarantee the balance of the sales price and the auction commissions and may, at its sole discretion, prohibit unwelcome or unsuitable individuals from entering the room. Should the participant act in the name of and on behalf of another person or legal entity, they must exhibit written authorization of the power of proxy for the auction. The Auction House reserves the right not to allow representatives of third parties to participate in the auction if, under its own final judgment, it does not consider the power of proxy to be proven. After registration, a numbered bid card will be provided to the participants in the room to signal bids to the auctioneer during the auction. All lots sold will be invoiced to the name and address indicated in the registration form. Complaints or disputes will not be accepted for possible mislaid or lost bid cards. The Auction House is exempted from any responsibility in the event of failure to effectively participate due to any problems that may occur during or previous to the telephone and/or internet connection. 5 – Participation via correspondence, telephone connection, or online Potential buyers will be able to participate in the auction, subject to prior signing of specific forms, by correspondence, by telephone connection, or online. By sending and signing the above-mentioned forms, the participant agrees to take part in the specific auction and undertakes to pay the declared price and auction commissions, should their bid be successful. The participant also undertakes to verify, at the end of the auction, whether their bid was successful, thereby excluding the Auction House from all responsibility in this regard. Incorrectly completed bids made by means of correspondence will not be accepted. The Auction House declines all responsibility towards those who participate in an auction by telephone and/or online in the event of failure to effectively participate due to any problems that may occur during or previous to the telephone connection and/or online connection. 6 – Awarding of lots The starting price of the auction will be the price indicated as a base, except when a different and higher offer was reached before the auction opened, in which case the starting price will be that of the bid made following this offer. In the event of equal 8


bids made via correspondence, the bid that arrived first will take precedence and, in any case, such bids will have priority over equal bids made in the room. The bids will be regulated at the discretion of the auctioneer. The auctioneer reserves the right to withdraw, add, group or divide the lots, as well as the right to reject a bid made in the room or sent in writing. Lots will be awarded to the highest bidder. The Auction House reserves the right to cancel the award in the event of third-party disputes that claim ownership of the lot. 7 – Auction commissions for the sale of lots with margins subject to VAT Unless otherwise indicated the lots are sold subject to the margins referred to in art. 40-bis of [Legislative Decree] DL 23.2.95 n. 41. Under this regime, in the event of award or sale, a purchasing commission will be charged to the buyer in favour of the Auction House as follows: 1. In the event of an Italian or EU buyer: • Auction of numismatic items: on each lot, the buyer will pay, in addition to the contracted price, an auction commission of 21%. • For all other Auctions: on each lot, the buyer will pay, in addition to the contracted price, a 21% auction commission. 2. In the event of a non-EU [Third Country] buyer: • Commissions will be the same as those of the following point 8 (ordinary regime, for a non-EU contractor). 8 – Auction commissions for sale of lots with ordinary VAT For lots whose batch numbers are followed by a highlighted ‘ordinary VAT regime’, this indicates a billing regime with ordinary VAT. For the ordinary VAT regimes, in the event of award or sale, a purchasing commission will be charged to the buyer in favour of the Auction House as follows: 1. In the event of an Italian contractor: • Auction of numismatic items: on each lot, will pay, in addition to the contracted price, a 21% auction commission. The contracted price including commission will be subject to the legally applicable VAT (22%). • For all other Auctions: on each lot, the buyer will pay, in addition to the contracted price, a 21% auction commission. The contracted price including commission will be subject to the legally applicable VAT (4%/10%/22%). 2. In the event of an EU buyer: • Auction of numismatic goods: on each lot, the buyer will pay, in addition to the contracted price, a 21% auction fee. The contracted price including commission will be subject to the legally applicable VAT rate (22%). • Reimbursement: Customers (only VAT subjects registered to the VIES system), within 90 days of delivery of the goods, will be able to request the reimbursement of VAT paid on the contracted price including commission by presenting an official document that proves the exit of said goods from Italy. • For all other Auctions: on each lot, the buyer will pay, in addition to the contracted price, a 21% auction commission. The contracted price including commission will be subject to the legally applicable VAT rate (4%/10%/22%). • Reimbursement: Customers (only VAT subjects registered to the VIES system), within 90 days from delivery of the goods, will be able to request the reimbursement of VAT paid on the contracted price including commission by presenting an official document that proves the exit of said goods from Italy. 3. In case of non-EU (Third Country) buyer: • Auction of numismatic goods: on each lot, the buyer will pay, in addition to the contracted price, a 21% auction commission. The contracted price including commission will be subject the legally applicable VAT rate (22%). • Reimbursement: Customers (only VAT subjects registered to the VIES system), within 90 days from delivery of the goods, will be able to request the reimbursement of VAT paid on the contracted price including commission by presenting an official document that proves the exit of said goods from the European Union. • For all other auctions: on each lot, the buyer will pay, in addition to the contracted price, a 21% auction commission. The contracted price including commission will be subject to the legally applicable VAT rate (4%/10%/22%). • Reimbursement: Customers (only VAT subjects registered to the VIES system), within 90 days from delivery of the goods, will be able to request the reimbursement of VAT paid on the contracted price including commission by presenting an official document that proves the exit of said goods from the European Union. 9 - Lots subject to temporary importation (T.I.) Lots purchased under the Temporary Importation regime cannot be collected directly by the buyer, but must be shipped, at the end of the Temporary Importation procedures, by the Auction House at the buyer’s expense. The same will be indicated in the auction catalogue.

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10 – Payment Payment must be carried out, for those present in the auction room on delivery of the lots, and for buyers via correspondence, telephone or online connection, within 15 (fifteen) calendar days from the date of the auction. Payments made by individuals other than the buyer will not be accepted. Late payment interest will be applied on all amounts unpaid within the terms indicated above at an annual rate of 5% (five-per-one hundred). The Auction House will issue an invoice as soon as payment is made for the contracted assets. In the case of failure to pay the sale price by the buyer or any other sum due to the Auction House within 15 (fifteen) calendar days from the auction, the Auction House will have the right to rescind the sales contract pursuant to art. 1456 of the [Italian] Civil Code, without prejudice to the right of compensation for the damage caused by the default. Any instalments paid by the buyer before the sales contract is rescinded will be acquired by the Auction House as a bonus pursuant to art. 1526 of the Civil Code without prejudice to the compensation of any outstanding greater damage. You can pay by: 1. Wire transfer to: UniCredit account owned by NOMISMA ASTE SRL IBAN IT91V0200811770000106335809 Country: IT CIN/EU: 91 CIN/IT: V ABI: 02008 CAB: 11770 BIC/SWIFT: UNCRITM1M01 2. Cash (up to 4999 euros) 3. Credit card (Mastercard and Visa); for details, please contact the administration at info@nomisma-aste.it. 11 – Collection and delivery of lots sold Until complete payment is made of the amount due, the lots are stored at the Auction House and insured with suitable care and at the expense of the Auction House. The obligation to deliver the sold lots is subject to the integral payment of each credit of the Auction House towards the buyer. The Auction House does not assume the obligation to provide for the shipment of the lot subject to award or sale, which must be collected by the buyer. On request the delivery of the lot will be arranged by the Auction House and at the risk and expense of the buyer. 12 – Export of lots Customs and export expenses are borne by the buyer. Requests to issue a certificate of free circulation for export will be carried out by the Auction House on behalf of, and at the expense of, the buyer. At least 10-12 weeks are required to obtain export authorization. Lots imported temporarily cannot be collected by the buyers, but must be shipped, at the expense of the latter, by the Auction House. N.B. All the lots marked with the § symbol cannot be exported. Nomisma Aste will not apply for export permits for said lots, as we consider the release of the permits highly unlikely. International shipping (including EU countries) of coins or medals that are over 50 years old is subject to specific procedures at the Monuments and fine arts office, via SUE. Lots value under 13,500 euros: Autocertification (DVAL), estimated waiting time 50/60 days from the receivement of the application by the Export office Lots value over 13,500 euros: Free circulation permit (ALC), estimated waiting time 10/12 weeks from the receivement of the application by the Export office. The application for the export permit is responsibilty of the buyer. The auction house can submit said requests in the buyer’s name. Under no circumstance is Nomisma Aste Srl liable for the outcome or the waiting for the mentioned permits. 13 – Exclusion of guarantee by the Auction House The lots are sold by the Auction House on behalf of the Seller in the state in which they are at the time of auction with any eventual flaw, defect, imperfection, damage and/or lack of quality. Each auction is preceded by a public display, allowing any potential buyers to examine the lots and verify their authenticity, state of conservation, origin, characteristics, qualities and any flaws and defects. In any case, the possible liability of the Auction House towards the buyer is limited to the corresponding award and/or sales price and the purchasing commission paid by the buyer.

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14 – Expert assessments and reports Only in cases provided for by art. 64 of Legislative Decree of 22 January 2004 n. 42, will the Auction House, at the request of the buyer, provide the buyer with a declaration containing any available information on the authenticity of the lot, or, alternatively, on the probable attribution and origin of the same. 15 – Terms and evaluations of the Auction House Every written or verbal communication provided by the Auction House, including those contained in the catalogue, in relationships, comments or evaluations concerning the nature of a lot, such as authorship, authenticity, provenance, attribution, origin, date, age, period, cultural origin or source, its quality, including price or value, exclusively reflect assessments made in good faith by the Auction House and may be reviewed and modified at any time. The buyer therefore cannot draw solidly reliable conclusions based on these views, having the right to verify the goods before the auction. 16 – Verification of cultural interest The Auction House, at its sole discretion, may proceed to a temporary adjudication of lots which, before or during the auction, should be the subject of formal initiation of the procedure for the declaration of cultural interest referred to in Article 14 et seq. of Legislative Decree 22 January 2004 n. 42 (Codice dei Beni Culturali - ‘Code of Cultural Heritage’). In the case of temporary adjudication, the Auction House will report the sale to the relevant Ministry pursuant to art. 59 Codice dei Beni Culturali. The sale will be conditionally suspended subject to the issuing of a declaration regarding the nature of the “cultural asset” and to the failure by the Ministry to exercise its pre-emptive rights within the terms of the law. Pending this procedure, the lot cannot be delivered to the buyer. 17 – Right of resale Lots that are ‘Subject to the right of resale’ will be subject to the resale rights costs referred to in Legislative Decree 118/2006 and the same will be paid by the buyer. 18 – Absence of the right to withdrawal Bids and online sales undertaken by correspondence and by telephone by the Auction House constitute a remote contract regulated by Chapter I, Title III (Articles 45 et seq.) of the Codice del Consumo [‘Consumer Code’] and by Legislative Decree 9 April 2003, n. 70, containing the regulations governing e-commerce. Art. 59, paragraph 1, letter m) of the Consumer Code’ excludes the right of withdrawal for contracts concluded on the occasion of a public auction, which is the sort of auction organized by the Auction House. As a result, the right of withdrawal is excluded in relation to lots awarded via remote contract during a public auction. 19 – Sale with reservation of ownership The lots are awarded or sold by the Auction House with reservation of ownership pursuant to Article 1523 of the Civil Code and therefore the ownership of the same will be transferred to the buyer only on complete payment of the due sale price. The risk of decay or damage to the lots will be transferred to the buyer at the time of delivery of the said lots. 20 – Legal guarantee for consumers In the case in which the Seller who mandated the Auction House with the task of selling the lot is a “professional” pursuant to the provisions of art. 18, paragraph 1, letter b) of the Consumer Code (Legislative Decree September 6, 2005 n. 206), the legal guarantee set out by articles 128-135 of the Consumer Code will apply. 21 – Applicable law The present General Conditions and each sales contract with the Auction House are regulated to all effects by Italian law. 22 – Jurisdiction Each and any dispute with the Auction House, including those relating to the interpretation, execution, resolution or validity of this contract will be subject exclusively to competent jurisdiction of the Court of Verona.

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PAGAMENTI / PAYMENTS Bonifico bancario / wire transfer: UniCredit intestato a NOMISMA ASTE SRL IT91V0200811770000106335809 Paese: IT CIN/EU: 91 CIN/IT: V ABI: 02008 CAB: 11770 BIC/SWIFT: UNCRITM1M01

ABBREVIAZIONI

METALLI

D/ R/ d. s. s.d. mm Ø s.s.z. ÷ cfr. q. +

AC AG AL AU Æ BA CU EL IT MA MD MI

Diritto Rovescio Destra Sinistra Senza data Millimetri Diametro Senza segno di zecca Da…a Confrontare Quasi Più di

ZECCHE

Acmonital Argento Alluminio Oro Bronzo o rame Bronzo alluminio Rame Elettro Italma Metallo argentato Metallo dorato Mistura

NI PB PE PL ST

Nichelio Piombo Peltro Platino Stagno

Senza segni di zecca BI Senza segni di zecca A R L V

Addis Abeba Birmingham Harar Parigi Roma Londra Vienna

GRADI DI CONSERVAZIONE FS FDC SPL BB MB B D

- Fondo specchio - Fior di conio - Splendido - Bellissimo - Molto bello - Bello - Discreto

- Flan bruni - Fleur de coin - Superbe - Très beau - Beau - Très bien conservè - Bien conservè

- Proof - Uncirculated - Extremely fine - Very fine - Fine - Good fine - Discret

- Polierte Platte - Stempelglanz - Vorzüglich - Sehr schön - Schön - Sehr gut erhalten - Gut erhalten

IL PREZZO DI PARTENZA, INDICATO IN EURO, È COSTITUITO DALLA STIMA INDICATA A FIANCO DI CIASCUN LOTTO E NON SI ACCETTANO OFFERTE INFERIORI.

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Presentazione Nella storia del collezionismo numismatico ci sono occasioni irripetibili, in particolare quando viene posta all’incanto una collezione importante per un determinato settore. Si parla allora, per esempio, delle collezioni Martinori o Ruchat, che hanno fatto epoca. Più ci avviciniamo ai giorni nostri e più è raro trovare raccolte significative da questo punto di vista, un po’ perché è sempre più difficile, data la concorrenza sul mercato, mettere insieme collezioni di rilievo, un po’ perché alcuni collezionisti che raggiungono certi traguardi non vogliono proporre tutto insieme quanto selezionato in anni e anni di ricerche. Siamo perciò orgogliosi di poter presentare una raccolta che ha per tema la presenza italiana all’estero attraverso le monete e le banconote: Eritrea, Somalia, Cina, Albania e degli altri territori occupati dagli italiani, ma anche quelle intimamente ad esse connesse, come ad esempio la monetazione dell’Etiopia di Menelik II e i diversi esempi di emissioni di emergenza durante i periodi di crisi nella circolazione di monete e banconote in quelle terre, tema che coinvolge non solo il collezionismo italiano ma che si apre felicemente anche a livello internazionale. Sono diversi i motivi per cui quest’asta è da considerarsi “eccezionale”: a) Per l’originalità e la completezza del percorso storico delineato dalla collezione messa all’incanto. Per quanto abbiamo potuto accertare non è mai apparsa una collezione che ripercorresse per intero la storia della presenza italiana all’estero: nei territori occupati poi divenute colonie ma anche nelle terre affidate all’Italia in concessione o in amministrazione fiduciaria. b) Per la rarità di molte delle monete e delle banconote in essa contenute: sono comprese in pratica quasi tutte le monete, le banconote e i titoli cartacei emessi nei territori esteri in cui si è realizzata la presenza italiana, alcune di queste straordinarie rarità sono quasi delle icone della monetazione italiana e ci risultano apparse solo una o due volte nel mercato numismatico mondiale dalla loro produzione. c) Per l’alto stato di conservazione di molte delle monete e delle banconote presenti in questa collezione: quando lo stato di conservazione non è altissimo, soprattutto in alcuni casi di monetazione cartacea, è la loro difficilissima reperibilità che le rende assolutamente ricercate. In questa raccolta viene ripercorsa una storia lunga oltre un secolo, iniziata il 15 novembre 1869 con l’acquisto effettuato dall’ex padre lazzarista Giuseppe Sapeto, per conto della società di navigazione genovese Raffaele Rubattino & C., dei diritti sulla baia di Assab (Mar Rosso) e formalmente terminata il 10 febbraio 1947 con la firma del trattato di Parigi con il quale viene sanzionata, conseguenza della nostra sconfitta nel Secondo conflitto mondiale, la rinuncia dell’Italia a tutte le sue colonie. Di fatto però la presenza italiana all’estero proseguì: dal 1950 al 1960 in Somalia con l’affidamento all’Italia, da parte delle Nazioni unite, dell’Amministrazione fiduciaria della Somalia (AFIS) e nel tessuto produttivo locale in Libia dove si concluse definitivamente il 21 luglio 1970 quando il Consiglio del comando della rivoluzione libica, agli ordini del colonnello Muammar Gheddafi, salito al potere con un colpo di stato militare il 1° settembre 1969, decretò l’espulsione definitiva della comunità italiana residente nella nostra ex colonia del Nord Africa e la confisca delle loro proprietà. Fino a pochi anni fa questa collezione comprendeva anche tutte le emissioni cartacee, alcune straordinariamente rare, riguardanti la Grecia. Ad iniziare dalle banconote della Banca di Grecia rimesse in circolazione subito dopo l’occupazione italo-tedesca del 1941; per proseguire con le banconote campione e quelle emesse della Cassa Mediterranea di Credito per la Grecia del 1941; i biglietti a corso legale per le Isole Jonie e quelle straordinariamente rare sovrastampate e firmate Rapotikas pubblicate dal catalogo Crapanzano, Giulianini, Vendemia e tutte le emissioni di emergenza emesse a Rodi per i possedimenti del Dodecanneso dal Governo delle Isole italiane dell’Egeo anch’esse pubblicate nel sopra citato catalogo. Il collezionista di questa straordinaria raccolta, con lo scopo di mantenere integra questa parte riguardante la Grecia decise di conferirla in blocco ad un unico soggetto interessato allo studio degli eventi storici greci e alla conservazione per intero di questo nucleo. La mancanza delle emissioni cartacee riguardanti la presenza italiana in Grecia tuttavia nulla toglie alla straordinarietà dell’intera raccolta. Basta solo questa brevissima descrizione per capire il momento “storico” che rappresenterà la vendita della raccolta così come l’acquisirne un esemplare sarà una vera gioia ed un investimento per il futuro. Ringraziamo quindi il collezionista che, con tanta passione, dedizione e, non ultima, competenza, ha saputo mettere insieme una selezione davvero significativa come questa. Lorenzo Bellesia

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Presentation In the history of numismatics collecting there are unique occasions, especially when an important collection of a specific sector is on auction. We are referring to, for example, Martinori collection or Ruchat collection, which made the history. Nowadays is extremely rare to find such significant collections, because it’s more difficult to put together important items due to the market competition and because collectors don’t want to sell all together what they have selected in many years. We are very proud to introduce a collection of Italian presence abroad through coins and banknotes: Eritrea, Somalia, China, Albania and other territories occupied by Italians, but also coins that are connected to them, for example Ethiopian coins of Menelik II and those released during periods of crisis in coins and banknotes circulation in those territories. We can consider this auction extraordinary for different reasons: a) For the originality and completeness of the historical period of the collection: it includes occupied territories which have become colonies but also territories in concession or administrated by Italy. As far as we know, a collection which retraces the history of Italian presence abroad has never appeared. b) For the rarity of its coins and banknotes: almost all the coins, banknotes and titles released in the foreign territories with Italian presence. Some of the rarest, as far as we know, have appeared only one or two times on numismatics market since their production. c) For the high state of preservation of many coins and banknotes in the collection. When the state of conservation is not high, especially in banknotes, the hardest availability makes them very sought-after. This collection retraces the history of over a century, which started on November 15th 1869 with the purchase of the rights on Assab Bay by the ex Lazzarist Father Giuseppe Sapeto on behalf of the Genovese Shipping Company “Raffaele Rubattino & C.” and ended on February 10th 1947 with the signing of Paris Peace Treaties, which established the end of the Italian colonial empire. Actually, the Italian presence abroad continued: from 1950 to 1960 United Nations assigned the Trust Territory of Somaliland under Italian administration. Furthermore, Italian presence carried on also in Libyan production industry and ended on July 21st 1970 when Libyan Revolutionary Command Council, guided by colonel Muammar Gaddafi, who took the power on September 1st 1969 with a coup, established the final expulsion of Italian Community resident in the ex-colony in Northen Africa and the confiscation of its property. Till some years ago this collection included also banknotes about Greece, some of them extremely rare: Bank of Greece banknotes which were recirculated after the Italian-German occupation in 1941, “Campione” banknotes and those released by Cassa Mediterranea di Credito per la Grecia in 1941, state-issued currency for Ionian Islands, the extremely rare overprinted banknotes with the signature of Rapotikas, which were published in Crapanzano, Giulianini, Vendemia Catalogue and banknotes extraordinary released by the Government of Italian Islands of the Aegean in Rhodes for the Dodecanese territories, included in the catalogue mentioned above. The collector, in order to preserve intact the Greek part of the collection, decided to give it to a person interested in the study of Greek historical events and the conservation of the entire collection. However, the lack of banknotes of Italian presence in Greece doesn’t affect the extraordinariness of the collection. This short description helps us to understand the “historical” moment that selling the collection will represent, such us buying a specimen will be an investment for the future. We would like to thank the collector who, with passion and knowledge, was able to put together a very significant collection. Lorenzo Bellesia

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Da Assab all’AFIS Storia della presenza italiana all’estero attraverso le monete e le banconote Catalogo La storia della presenza italiana fuori dai confini nazionali ebbe inizio il 15 novembre 1869, due giorni prima dell’inaugurazione del canale di Suez; quel giorno l’ex padre lazzarista Giuseppe Sapeto, esploratore ed esperto africanista, acquistò, con l’accondiscendenza del Governo italiano, dai sultani Hassan ben Ahmed e Ibrahim ben Ahmed, per 6.000 talleri di Maria Teresa, il dominio sulla baia di Assab (Mar Rosso) per conto della società genovese di navigazione “Raffaele Rubattino & C.” La società genovese negli anni successivi ampliò i suoi possedimenti intorno ad Assab fino a quando il 5 luglio 1882 cedette formalmente al Governo italiano tali possedimenti. Lo stesso giorno con la legge n. 857 Umberto I decretò la costituzione della “Colonia italiana di Assab”. Il nostro Governo negli anni successivi si preoccupò di estendere progressivamente la presenza italiana lungo la costa africana del Mar Rosso. In seguito però si iniziò a tentare di allargare la nostra influenza anche verso i regni etiopi che dalla costa risalivano verso gli altipiani. Un ruolo determinante lo ebbe in quel periodo il rapporto degli emissari italiani con Sahle Maryam, il quale, a sottolineare che era lui ad essere il 223° discendente del capostipite aksumita Menelik, figlio primogenito della regina di Saba e di re Salomone, decise di farsi incoronare con il nome di Menelik II. Il re dello Scioa dopo la morte improvvisa dell’imperatore d’Etiopia Johannes IV, avvenuta in battaglia il 10 marzo 1889, con Baia di Assab, 1883. l’aiuto degli italiani si autoproclamò negus neghesti (“re dei re”). Il successivo 2 maggio Sono ritratti, in un disegno dal nell’accampamento di Uccialli nel nord dell’Etiopia, lo stesso neo imperatore Menelik vero, l’appuntato e il carabiniere II e il conte Pietro Antonelli in rappresentanza del re d’Italia Umberto I firmarono un reale che assieme al maresciallo trattato d’amicizia e di scambi commerciali tra Etiopia e Italia. Il 29 settembre il trattato Enrico Cavedagni, furono i primi fu ratificato a Roma e il successivo 1 ottobre il presidente del Consiglio italiano Francesco tre rappresentanti ufficiali dello Crispi e ras Makonnen, in rappresentanza dell’imperatore etiope, firmarono a Napoli Stato italiano sbarcati ad Assab. una Convenzione. All’articolo 4 della Convenzione è affrontata la questione riguardante la coniazione e la circolazione monetaria in Etiopia e nei confinanti possedimenti italiani, venne stabilito che: «L’imperatore d’Etiopia potrà far coniare pei suoi Stati una moneta speciale di un peso e di un valore da stabilirsi di comune accordo. Essa sarà coniata nelle zecche del re d’Italia ed avrà corso legale anche nei territori africani posseduti dall’Italia. Se il re d’Italia conierà una moneta pei suoi possedimenti, essa avrà corso legale in tutti i regni dell’imperatore d’Etiopia». A seguito di questa convenzione il capo del Governo italiano prese in considerazione l’eventualità di una moneta unica, che potesse circolare sia in Etiopia sia nei confinanti possedimenti italiani. A questa ipotesi va fatto risalire quest’originale progetto di Tallero predisposto da Filippo Speranza, capo incisore della zecca di Roma dal 1870, nel cui rovescio è ripreso il bel disegno del Carlino da 5 Doppie, emesso nel 1786 da Vittorio Amedeo III re di Sardegna.

Massaua, 1885. Padiglione della mensa degli ufficiali nella penisola di Abd-el-Kadir (disegno di Q. Cerri da uno schizzo del signor tenente Pieragostini). Da “L’Illustrazione italiana”, n. 37 del 13 settembre 1885.

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The history of Italy’s presence beyond the national borders begins on November 15, 1869, two days before the inauguration of the Suez Canal; on that day, former Lazarist priest Giuseppe Sapieto, explorer and experienced Africanist, bought the bay of Assab (on the Red Sea) from the sultans Hassan ben Ahmed and Ibrahim ben Ahmed for 6.000 Maria Theresa thalers. The priest sealed the deal on behalf of the Genoa shipping company “Raffaele Rubattino & C.”, with the approval of the Italian Government. In the following years the Genoese company expanded its domain around Assab and on June, 5 1882 the ownership was formally transferred to the Italian Government. The same day, Umberto I declared the constitution of the “Italian Colony of Assab” (legge n. 857). In the years to come, our government expanded Italy’s presence on the African coast and tried to exert influence towards the Ethiopian kingdoms that started on the coast and went up the highlands. During that time the relationship between the Italian envoys and Sahle Maryam played an important role. The latter had himself crowned Menelik II, in an attempt to underline the fact that he was the 223rd descendant of the Aksumite progenitor Menelik, firstborn of the Queen of Sheba and King Solomon. After the sudden death of the Emperor of Ethiopia Johannes IV, happened in battle on March 10, 1889, the King of Shewa, with the help of the Italians, proclaimed himself negus neghesti (“king of kings”). On May 2nd, in Uccialli (or Wuchale), a camp in Northern Ethiopia, a treaty was signed by the new Emperor Menelik II and the Italian ambassador Count Pietro Antonelli, on behalf of Italy’s King Umberto I. The friendship and trade treaty was ratified in Rome on September 29 and the following October 1st, Italian Prime Minister Massaua, febbraio 1885. Francesco Crispi and Ras Makonnen, who represented the Ethiopian King, signed a Tavola a colori di Carlo Riccardi ripreConvention in Naples. Article 4 of the Convention regulated the mintage and circulation sa da schizzi dal vero raffigurante un of currency in Ethiopia and in the neighbouring Italian territories and stated that: «The capitano di stato maggiore del conEmperor of Ethiopia may mint a special coin for his States, weight and value shall be tingente di stanza a Massaua, nel febagreed upon. The coin will be minted in the mints of the Kingdom of Italy and will be the braio 1885. (Da Soldati d’Africa, vol. 1, legal currency in all the realms of the Emperor of Ethiopia». Following this Convention, Albertelli Editore, Parma 2002). the Italian head of government considered the possibility of minting only one coin, that would circulate in both Ethiopia and in the bordering Italian territories. That is where this original Thaler Pattern comes from, proposed by Filippo Speranza, Rome Mint Master from 1870. On reverse is the precious design of the Carlino da 5 Doppie, issued in 1786 by Vittorio Amedeo III, King of Sardinia.

Saati, 1888. Il colonnello Baratieri e il suo Stato maggiore (foto d’epoca Fiorillo).

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1

§ Menelik II (1889-1913)/Umberto I (1878-1900) Progetto di Tallero Impero abissino/ Colonia italiana in Africa s.d. (1889) - P.P. 135 CU (g 29,85) UNICO Minimi colpetti al bordo. Quest’esemplare, citato e fotografato dal Pagani al numero 135 nel suo fondamentale studio sui Progetti e le Prove italiane e successivamente ripreso in tutti gli studi e i cataloghi della monetazione italiana dell’epoca, proviene dalla raccolta personale di Filippo Speranza. Al museo della Zecca esiste un Progetto del solo dritto. Ex Asta Negrini 37 del 18/01/2013, lotto 1303. Ex asta Negrini 25/11/1998 Collezione Rocca, lotto 482. 17

SPL-FDC

15.000


Che da parte italiana, ma come vedremo anche da parte etiope, quella di una moneta unica fosse solo una lontana ipotesi è dimostrato dal fatto che contemporaneamente a Filippo Speranza fu affidato l’incarico di progettare anche una moneta da destinare alla circolazione nei soli possedimenti italiani in Africa con l’effige di re Umberto I. Speranza incise il rovescio quasi identico al progetto precedente. From Italy’s perspective, and as we’ll see the same goes for Ethiopia, the idea of one unique coin was a mere and distant hypothesis, and this was proven by the fact that at the same time Filippo Speranza was also asked to design a coin that would only circulate in the Italian territories in Africa, a coin that would picture King Umberto I. The reverse Speranza coined looked almost exactly like the previous pattern.

Asmara, agosto 1889. Tavola a colori di Carlo Riccardi ripresa da schizzi dal vero raffigurante un capitano dello squadrone a cavallo del contingente di occupazione di Asmara, nell’agosto del 1889. (Da Soldati d’Africa, vol. 1, Albertelli Editore, Parma 2002).

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§ Umberto I (1878-1900) Progetto di Tallero per la Colonia italiana in Africa 1889 - P.P. 136 MB (g 21,35) RRRRR Questo Progetto, della più grande rarità, è il medesimo citato e documentato da Giovanni Carboneri a pagina 648 della sua celebre opera La circolazione monetaria nei diversi Stati, pubblicata a Roma nel 1915 e successivamente ripreso e illustrato in tutte le opere e i cataloghi riguardanti le Prove e i progetti delle monete per il regno d’Italia. Ex asta Negrini 37 del 18/01/2013, lotto 1304. Ex asta Nomisma 34 del 28/04/2007, lotto 1945. 18

SPL

10.000


Il 1 gennaio 1890, con R.D. n. 6592 vennero raggruppati tutti i possedimenti italiani sul Mar Rosso. A questo territorio, su suggerimento di Carlo Dossi, stretto collaboratore di Crispi, venne dato il nome di Eritrea (“terra rossa” ovvero “terra sul mar Rosso”). Con il successivo R.D. n. 7049 del 10 agosto 1890 la regia zecca fu autorizzata a coniare monete decimali speciali per l’Eritrea. Filippo Speranza nel disegnare il Tallero (5 Lire) utilizzò, con qualche lieve modifica, il riuscito rovescio dei due progetti delle mai realizzate monete precedenti. I nominali per l’Eritrea potevano essere cambiati presso la tesoreria con i tipi corrispondenti italiani. Questa possibilità era data dal fatto che il Tallero per l’Eritrea, pur essendo di diametro e peso maggiore dei pezzi da 5 Lire nazionali era in lega di argento di 800/000 anziché di 900/000 e quindi il Tallero eritreo e le 5 Lire nazionali avevano il medesimo valore intrinseco. Gli spezzati invece avevano le medesime caratteristiche delle corrispondenti monete italiane. Le monete in rame da 2 Centesimi e da 1 Centesimo di Tallero non vennero mai realizzate, in loro sostituzione in Eritrea furono immesse in circolazione le monete nazionali da 10 Centesimi, battute con i millesimi 1893 e 1894, e quelle da 5 Centesimi, coniate nel 1895 e nel 1896.

Umberto I, Re d’Italia 1878-1900. Nasce a Torino il 14 marzo del 1844, figlio di Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, salì al trono il 9 gennaio del 1878. Soprannominato il “re buono” per aver personalmente prestato soccorso durante una epidemia di colera a Napoli, fu promotore dell’abolizione della pena di morte. Tuttavia la sua azione politica fu marcatamente conservatrice. Con lui ebbe inizio l’avventura coloniale italiana con le prime occupazioni nel Corno d’Africa a partire dalla fine degli anni ottanta dell’Ottocento. Morì il 29 luglio 1900 a Monza in un attentato per mano dall’anarchico Gaetano Bresci.

On January 1st, 1890 the Royal Decree n. 6592 consolidated all the Italian territories on the Red Sea. On a suggestion made by Carlo Rossi, a close collaborator of Crispi, this new dominion was named Eritrea, meaning “red land” or “land on the Red Sea”. With another decree, R.D. n. 7049 of 10 August 1890 the royal mint was authorized to issue special decimals for Eritrea. While designing the Thaler (5 Lire), Filippo Speranza used the well-executed reverse of the previous two patterns, both never adopted. The decimals meant for Eritrea could be exchanged with the equivalent Italian ones at the Treasury. This exchange was possible because although the Eritrea Thaler was larger than the 5 lire in both size and weight, it was made of Silver 800/000 instead of Silver 900/000 ; therefore the Eritrean Thaler and the national 5 Lire had the same intrinsic value. Fractional coins had the same features of the respective Italian coins. The 2 Cents and 1 Cent in copper were never made. Instead, the national 10 Cents, dated 1893 and 1894, and the 1895 and 1896 5 Cents were put into circulation.

Moka sul Kubkub, 3 aprile 1890. Manoscritto originale d’epoca del telegramma cifrato, con firma autografa del maggiore Giuseppe Fadda comandante del II battaglione del reggimento fanteria indigena, inviato al comando della sotto zona Anseba Keren per il successivo inoltro al comando superiore di Massaua che testimonia la situazione di forte tensione e combattimenti in corso nei mesi successivi alla creazione della Colonia Eritrea (Collezione privata).

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3

Eritrea Umberto I (1890-1896) 2 Lire 1890 - Nomisma 1039 AG NC In slab NGC n° 6638769-014.

MS 62

400

4

Eritrea Umberto I (1890-1896) Lira 1890 - Nomisma 1041 AG NC In slab NGC n° 6638769-015.

MS 64

300

5

Eritrea Umberto I (1890-1896) 50 Centesimi 1890 - Nomisma 1044 AG R In slab NGC n° 6638769-016.

MS 63

250

6

Eritrea Umberto I (1890-1896) Tallero 1891 - Nomisma 1037 AG R In slab NGC n° 6638769-017.

MS 62

2.500

7

Eritrea Umberto I (1890-1896) Lira 1891 - Nomisma 1042 AG NC In slab NGC n° 6638769-018. Ex Asta Nomisma 43 del 07/05/2011, lotto 1949.

MS 62

350

20


8

Umberto I (1878-1900) 10 Centesimi 1893 R - Nomisma 1017 CU (g 10,07) NC

SPL

20

9

Umberto I (1878-1900) 10 Centesimi 1893 Birmingham - Nomisma 1018 CU (g 10,09) Ex Asta Nomisma 23 del 22/01/2003, lotto 2491.

FDC

30

10

Umberto I (1878 - 1900) 10 Centesimi 1894 R - Nomisma 1019 CU (g 10,00) R

FDC

60

11

Umberto I (1878-1900) 10 Centesimi 1894 Birmingham - Nomisma 1020 CU (g 9,78)

FDC

30

12

Umberto I (1878 - 1900) 5 Centesimi 1895 - Nomisma 1021 CU (g 5,00) R

FDC

150

21


13

Eritrea Umberto I (1890-1896) Tallero 1896 - Nomisma 1038 AG R In slab NGC n° 6638770-017. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Conservazione eccezionale con fondi speculari. Ex Asta Nomisma 43 del 07/05/2011, lotto 1946.

PF 65+ CAMEO

8.000

Eritrea Umberto I (1890-1896) 2 Lire 1896 - Nomisma 1040 AG R In slab NGC n° 6638769-019. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Ex Asta Inasta 16 del 07/05/2006, lotto 1469.

MS 65

1.200

15

Eritrea Umberto I (1890-1896) Lira 1896 - Nomisma 1043 AG RR In slab NGC n° 6638769-020. Ex Asta Arsantiqua 1 del 03/11/2000, lotto 707.

AU 58

1.000

16

Umberto I (1878-1900) 5 Centesimi 1896 - Nomisma 1022 CU (g 4,94) R Minimo colpetto al bordo.

FDC

150

14

22


In Eritrea, ma, come poi vedremo in seguito, anche in tutte le altre colonie, il Governo italiano promosse e sostenne la nascita di imprese pubbliche e private per lo sfruttamento delle risorse naturali e minerarie delle terre occupate. In particolare in quella che fu definita “la Colonia primogenita”, la scoperta di giacimenti di oro fece nascere molte speranze. Tra le altre imprese minerarie, la più importante fu la “Società Eritrea per le miniere d’oro” fondata il 24 giugno 1900; la stessa pur essendo un’impresa privata in pratica era emanazione del Governo coloniale. Dopo qualche tempo la quantità di minerale estratto dai giacimenti si rivelò così esigua da non riuscire a coprire neanche i costi dello sfruttamento. Nel 1914 la società fu posta in liquidazione. In Eritrea, and in all the other colonies as we’ll see later on, the Italian government, in order to facilitate the use of the natural and mineral resources of the occupied land, promoted the birth of public and private companies. In one particular colony, named “the firstborn Colony”, the discovery of gold mines raised many hopes. Among various mining companies, the most important one was “Eritrean company for the gold mines”, founded 24 June, 1900; despite being a private company, it was essentially an extension of the colonial Government. After a few years, the amount of gold extracted from the mines was so scarce, it didn’t even cover the costs of the mining. In 1914 the company was liquidated.

30%

17

Eritrea Titolo al portatore da 5 azioni - Società Perlifera Italiana, Concessione Governativa Asmara (15/12/1898). Milano, 1 Dicembre 1899 RRRR

SPL

100

30%

18

Eritrea Titolo al portatore da 1 azione - Società Eritrea per le Miniere d’Oro con sede in Asmara RR 23

SPL/SUP

80


40%

19

Eritrea Titolo al portatore da 5 azioni - Società Eritrea per le Miniere d’Oro con sede in Asmara RR

SPL

80

40%

20

Eritrea Titolo al portatore da 10 azioni - Società Eritrea per le Miniere d’Oro con sede in Asmara RR

24

SPL

80


40%

21

Eritrea Titolo al portatore da 25 azioni - Società Eritrea per le Miniere d’Oro con sede in Asmara RR

22

Eritrea Titolo al portatore da 25 azioni - Compagnia Minera Coloniale Certificato. Asmara-Torino, Ottobre 1918. Titolo completo di tutte le cedole.

SPL/SUP

80

40%

25

SPL/SUP

100


In Etiopia Menelik accarezzò per anni l’idea di battere moneta propria. Dopo qualche tempo, più per sottolineare l’indipendenza del proprio impero che per vere e proprie esigenze monetarie, ruppe gli indugi e agli inizi del 1893 decise di far riaprire l’antica zecca di Harar, dove per secoli gli emiri musulmani avevano coniato le loro monete, e in quella zecca fece battere finalmente la sua prima moneta. Venne coniata una piccola moneta d’argento del peso di 1,40 grammi, con un diametro di soli 15 millimetri con valore nominale di 1 Mahalek (o Mahalaq). Si tratta di un’emissione simbolica, rimasta unica, considerata l’ultima moneta battuta dall’antica zecca di Harar e la prima dell’Etiopia moderna.

Menelik II, Imperatore d’Etiopia 1889-1913. Nasce ad Ancober, capitale dello Scioa, il 17 agosto 1844, figlio del negus locale Halé Melekot e della principessa Woizero Ejigayehu fu battezzato con il nome di Shale Maryam. Esule dalla propria terra ritorna nel 1865 e si fa incoronare con il nome di Menelik II. Alla morte dell’imperatore d’Etiopia Jahannes IV, caduto in battaglia il 10 marzo del 1889, con un colpo di mano assume il potere imperiale dell’Etiopia. Prima amico poi acerrimo nemico degli italiani fu l’artefice e il condottiero supremo della sconfitta degli italiani ad Adua il 1 marzo 1896. Morì ad Addis Abeba il 12 dicembre 1913.

In Ethiopia Menelik entertained the idea of minting his own currency for years. After a while, not so much for actual monetary needs, but rather in an attempt to underline his Empire’s independence, in 1893 he decided to open up the ancient Harar mint, where the muslim emirs had minted their coins for centuries. That is where his first coin was minted, a small silver piece that weighed 1,40 grams and had a diameter of only 15 millimeters, with a face value of 2 Mahalek (or Mahalaq). It was a symbolic mintage, it remained the only one, and it is considered the last coin to be minted at the ancient Harar mint and the first one in modern Ethiopia.

Zecca di Harar

23

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Mahalek EE 1885 (1893) - KM 1 AG (g 1,50) RR Ex Asta NUMISMADRID del 13/03/2012.

26

SPL

500


Il 10 febbraio di quello stesso 1893, Menelik emise un editto con il quale stabilì la creazione di una moneta nazionale etiope. L’unità di base della nuova moneta doveva essere il Birr. La stessa doveva essere coniata in argento con titolo di 835 millesimi, con peso di 28,07 grammi e diametro di millimetri 40. Moneta quindi avente peso e dimensione identici al Tallero di Maria Teresa e contenuto di argento fino leggermente superiore alla moneta austriaca. Gli eventi nel giro di pochi mesi volsero al peggio: il 27 novembre Menelik denunciò il trattato di Uccialli; dopo un burrascoso colloquio chiuse il lungo e consolidato rapporto di amicizia con Antonelli e inviò in tutti i regni dell’impero i banditori per chiamare il popolo alle armi. Il 15 maggio 1895 Menelik emise un bando con il quale rese obbligatorio in tutte le terre dell’Abissinia il corso della nuova moneta. La situazione intanto precipitò, il 7 dicembre iniziarono aspri combattimenti tra italiani e etiopi che ebbero il loro tragico epilogo il successivo 1 marzo 1896 ad Adua, dove gli italiani subirono la triste e nota sconfitta in quella che viene considerata la più sanguinosa battaglia coloniale del XIX secolo. Menelik dopo aver provato inutilmente per anni con gli italiani, rotti i rapporti con il nostro Governo decise di soddisfare l’ambizione di battere moneta con la propria effige riannodando e rinsaldando la collaborazione con i francesi i quali erano in Africa i principali rivali degli inglesi ma anche i nostri maggiori antagonisti, sin dal lontano 11 maggio 1881 quando, con l’occupazione della Tunisia, avevano frustrato le ambizioni italiane in Africa settentrionale. Con le autorità di Parigi il negus stipulò accordi commerciali che prevedevano aiuti di vario genere, la fornitura di armi e anche la coniazione delle monete imperiali etiopi. La zecca di Parigi nel 1894 (1887 dell’Era etiope) iniziò a coniare le prime quattro monete d’argento. Due anni dopo furono coniate le altre tre monete in rame Adigrat, 1896. Soldati feriti ad Adua al posto di medicazione (foto d’epoca Quattrociocchi). previste dall’editto di Menelik. On February 10 of that same year, 1893, Menelik issued a decree with which he created a national Ethiopian currency. The basic unit was meant to be the Birr. Said coin was supposed to be minted in silver, with a title of 835/000 , 28, 07 grams of weight and a diameter of 40 millimeters. This coin was equal to the Maria Theresa thaler in weight and size, but with slightly more silver in it. In just a few months, events took a turn for the worse: November 27 Menelik denounced the Treaty of Wuchale; after a heated conversation, he ends the long and consolidated friendship with Antonelli and sends heralds in all the Empire’s realms, in order to call the people to arms. May 15, 1895 Menelik issued a notice with which he made the new coin the new currency in all Abyssinia. December 7 harsh fighting began, between Italians and Ethiopians; it all culminated in the tragic but famous defeat of the Italians in Adwa, March 1, 1896. That battle is considered to be the most bloody colonial battle of the XIX century. After many years of trying and failing and after severing the ties with the Italian government, Menelik decided to finally mint coins with his effigy, by consolidating Ethiopia’s relationship with France, the main enemy of not only England, but of Italians as well, ever since the occupation of Tunisia on May 11, 1881, which frustrated Italy’s ambitions in Northern Africa. The negus sealed trade deals with Paris’ authorities, which meant various kinds of support and aid, including weapon supply and the mintage of Ethiopian imperial coins. The Paris mint started to coin the first four silver coins in 1894 (1887 of the Ethiopian era). After two years, the other three copper coins present in Menelik’s decree were minted.

Zecca di Parigi

24

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Birr EE 1887 (1894) A - KM 5 AG (g 28,07) R Minimi colpetti al bordo. Ex Asta Varesi 44 del 11/11/2004, lotto 1673. 27

SPL

300


25

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/2 Birr EE 1887 (1894) A - KM 4 AG R In slab NGC n° 6638769-004. Ex Asta Nomisma 30 del 20/09/2005, lotto 1883.

MS 64

400

26

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/4 di Birr EE 1887 (1894) A - KM 3 AG (g 7,04) R Ex Asta elettronica Pegasus Cezar Nan del 26/01/2011.

SPL+

200

27

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/8 di Birr EE 1887 (1894) A - KM 2 AG RR Prooflike specimen. Ex Asta Heritage USA del 01/06/2007, lotto 50704.

FDC

800

28

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/8 di Birr EE 1887 (1894) A - KM 2 AG (g 3,46) R

qFDC

300

28


29

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Prova in 2 pezzi uniface della moneta da Un Birr EE 1888 (1896) A - UNICO Coppia di prove uniface più unica che rara, con al diritto il conio della zecca di Parigi per il Birr datato EE 1888 e al rovescio il classico leone disegnato da Lagrange. È da sottolineare che il Birr EE 1888 in argento non fu mai coniato, mentre le monete in argento da Ottavo, Quarto e Mezzo Birr e quelle in bronzo da 1 Gersh, Mezzo Gersh e Quarto di Gersh furono tutte coniate anche se solo in 200 pezzi ciascuno. Ognuno dei due esemplare riporta specularmente inciso nel rovescio la scritta: “1 Thalari”. Questa interessante coppia di prove presenta i contorni lisci e un peso di 28,00 e 28,5 grammi. Ex Asta 3016 Heritage lotto 23927.

29

FDC

5.000


30

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/2 Birr EE 1888 (1896) A - KM 4 AG (g 14) RRR Solo 200 esemplari coniati. Già in precedenza in slab NGC n° 3590129-013. Ex Asta Heritage A3024 del 18/04/2013, lotto 23770.

MS 62

3.000

31

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/4 di Birr EE 1888 (1896) A - KM 3 AG (g 7,02) RRR Solo 200 esemplari coniati. Ex Asta Schmölz del 17/11/2005.

SPL

1.400

32

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Gersh EE 1888 (1896) A - KM 8 CU RRR Solo 200 esemplari coniati. In slab NGC n° 6638769-006. Ex Asta Künker 183 del 15/03/2011, lotto 2231.

MS 63 BN

3.500

30


33

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/2 Gersh EE 1888 (1896) A - KM 7 CU RRR Solo 200 esemplari coniati. In slab NGC n° 6638769-007. Ex Asta Heritage del 09/09/2011, lotto 24688.

MS 63 BN

3.000

34

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/4 di Gersh EE 1888 (1896) A - KM 6 CU RRRR Solo 200 esemplari coniati. Ossidazioni.

SPL

2.800

35

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Birr EE 1889 (1897) A - KM 5 AG Ex Asta Nomisma del 22/06/2007, lotto 950.

SPL+

250

31


36

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/2 Birr EE 1889 (1897) A - KM 4 AG Ex Asta Waddilove del 10/05/2005.

SPL+

200

37

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/4 di Birr EE 1889 (1897) A - KM 3 AG Ex Asta Pegasus Cezar Nan del 21/01/2013.

SPL

200

38

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Gersh EE 1889 (1897) A - KM 13 NC AG In slab NGC n° 6638567-020. Ex Sulpice Sharum Francia.

MS 65

50

39

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Centesimo di Birr EE 1889 (1897) A - KM 9 CU In slab NGC n° 6638756-006. Ex Nova Marketing Chiasso del 21/01/2013.

MS 63 BN

80

40

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Gersh EE 1891 (1898) A - KM 12 AG

FDC

100

32


41

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Birr EE 1892 (1900) A - KM 19 AG

SPL/FDC

1.200

42

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Birr EE 1895 (1903) A - KM 19 AG Ex S. Oppenheimer USA del 18/09/2006.

qSPL

200

43

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/4 di Birr EE 1895 (1903) A - KM 3 AG Ex Asta Pegasus Cezar Nan del 16/06/2014.

SPL

150

44

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Gersh EE 1895 (1903) A - KM 3 AG In slab NGC n° 6638756-007 (erroneamente descritto come Gersh EE 1889 A). Ex Liberty coin USA del 21/04/2011.

MS 64

100

33


Il temperamento irrequieto di Menelik lo portò dopo qualche tempo a mettere in discussione anche i rapporti con i francesi. L’occasione fu data dall’accesa controversia nata per la costruzione e la futura gestione della ferrovia, progettata da Henri Auguste Jules Patey, che dalla colonia francese di Gibuti doveva arrivare ad Addis Abeba. La controversia fu poi ricomposta con un accordo che l’imperatore etiope firmò con i francesi nel 1903 (EE 1895). After a while, Menelik’s troubled temperament brought him to question the relationship with France. The occasion presented itself when controversy arose from the building and future management of the railways, designed by Henri Auguste Jules Patey, that was meant to connect the French colony of Gibuti to Addis Abeba. The controversy was settled with an agreement between the French and the Emperor in 1903 (EE 1895).

50%

45

FRANCIA Parigi - Titolo azionario francese per la costruzione della ferrovia in Etiopia del 14/12/1899 in lotto con la medaglia ricordo in bronzo coniata per celebrare l’evento.

34

SPL

70


Questo episodio e la grande passione che Menelik aveva per le nuove tecnologie servirono a convincerlo che era necessario dotarsi di una propria officina monetaria, in modo da non essere più obbligato a dipendere da uno stato straniero per la produzione di monete nazionali. Così in quello stesso 1903 decise di utilizzare un’altra parte dell’indennizzo di guerra ricevuto dagli italiani, dopo Adua, per aprire una zecca ad Addis Abeba. Questa volta si rivolse agli austriaci e la ditta Artur Krupp fu incaricata di fornire le attrezzature necessarie. Nel 1904 l’ingegner Willy Hentze, ricevuto l’incarico dal negus, iniziò l’allestimento dell’officina monetaria in alcuni locali del Palazzo Reale. Ultimati i lavori Hentze si adoperò anche per istruire un armeno locale: Hagop Bagdassarian, il quale, acquisita una qualche competenza, riceverà dall’imperatore l’incarico di dirigere la Zecca. Nella zecca abissina furono battuti tre tipi di monete d’argento: il Mezzo Birr (o Alad), il Quarto di Birr (o Rub) e 1 Gersh, che erroneamente viene indicato in molti cataloghi equivalente a 1/20 di Birr, ma che più correttamente dovrebbe essere indicato come 1/16 di Birr in quanto battuto dopo il 1903, data in cui Menelik decise di portare il Gersh da 1/20 a 1/16 di Birr. Il pezzo da un Birr, per il quale a Vienna furono predisposti i punzoni, non fu mai prodotto sia perché il gradimento del Birr presso le popolazioni locali era ormai stato giudicato soccombente rispetto al Tallero di Maria Teresa, sia a causa delle macchine coniatrici che si rivelarono non adatte a battere in serie monete di grosso modulo. This episode and the great passion that Menelik had for new technologies convinced him it was necessary for Ethiopia to have its own mint, so as not to depend on a foreign state for the supply of national currency. So in 1903 he decided to use part of the war compensation received from Italy after Adwa, to open a mint in Addis Ababa. This time he turned to the Austrians and the company Artur Krupp was charged with providing the necessary equipment. In 1904 the engineer Willy Hentze, appointed by the negus, began setting up the mint in rooms of the Royal Palace. After ultimating his work, Hentze also instructed a local Armenian, Hagop Bagdassarian, who, after having acquired some expertise, will later be appointed Mint Director by the Emperor. The coins struck In the Abyssinian mint were three, all in silver: the Half Birr (or Alad), the Quarter of Birr (or Rub), and the 1 Gersh, which is mistakenly referred to in many catalogues as equivalent to 1/20 of Birr, but it is actually closer to 1/16 of Birr, since it was coined after 1903, when Menelik decided to bring the Gersh from 1/20 to 1/16 of Birr. The Birr, for which the punches were made in Vienna, was never coined because among the locals, Maria Theresa Thaler was always favored and because the machinery turned out to be unsuitable for the mass production of large module coins.

Zecca di Addis Abeba

46

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Werk EE 1889 (1897) - KM 18 AU In slab NGC n° 6638759-019. Ex Nova Marketing Chiasso del 30/08/2004.

MS 61

500

47

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/2 Werk EE 1889 (1897) - KM 17 AU Ex Heritage del 10/06/2006, lotto 12748. Segnetti al bordo.

SPL

500

35


48

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/4 di Werk EE 1889 (1897) - KM 16 AU In slab NGC n° 6638759-020 (erroneamente descritto come 1/2 Werk). Ex Künker 186 del 18/03/2011, lotto 8106.

MS 62

500

49

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/2 Birr EE 1889 (1897) Prova in oro - KM Pn4 RRRR AU Ex Künker 186 del 18/03/2011, lotto 8107. Colpetti al bordo.

BB-SPL

5.000

50

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/2 Birr EE 1889 (1897) - KM 15 RR AG Ex Künker 237 del 08-09/10/2013, lotto 3911.

SPL

700

36


51

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/4 di Birr EE 1889 (1897) - KM 14 R AG In slab NGC n° 6638769-001. Ex Northeast Numismatics USA del 24/01/2012.

MS 62

400

52

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Gersh EE 1889 (1897) Prova in oro - KM PN1 RRRRR AU Ex Heritage del 10/06/2006, lotto 12747.

FDC

3.000

53

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) Gersh EE 1889 (1897) - KM 13 RRR AG In slab NGC n° 6638768-020. Ex Künker 237 del 08-09/10/2013, lotto 3911.

MS 62

400

54

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/32 di Birr EE 1889 (1897) - KM 10 CU In slab NGC n° 6638756-005. Ex Varesi 54, lotto 984.

MS 64 RB

100

55

ETIOPIA Menelik II (1889-1913) 1/32 di Birr EE 1889 (1897) - KM 11 CU In slab NGC n° 6638756-004. Ex Stephen Album USA del 18/01/2013.

MS 65 RD

80

37


L’espansionismo italiano, partito dalla baia di Assab nel 1882 e che portò alla costituzione della Colonia Eritrea, tentò di muoversi, fallendo, verso gli altipiani etiopi, ma, con maggior fortuna, si allungò anche sulla costa dell’oceano indiano in direzione del litorale somalo. Gli italiani dopo aver occupato la città di Athale (poi divenuta Itala) nel Benedir, nel febbraio 1891 ottennero in affitto dal Sultano di Zanzibar tutti i porti della regione. Questa concessione fu affidata, l’11 maggio 1893, all’allora console italiano nello Zanzibar, Vincenzo Filonardi, che fondò la “Compagnia italiana per la Somalia V. Filonardi & C.”, il 15 luglio di quello stesso anno la Compagnia Filonardi fece stampare a Roma titoli denominati “Buono da 5 Rupie”, destinati alla circolazione nella concessione somala. Questa banconota è considerata la prima emissione cartacea coloniale del Regno d’Italia. Italian expansionism, which started from Assab Bay in 1882 and led to the establishment of the Eritrean colony, tried to move, without success, towards the Ethiopian highlands, and, with better luck, along the coast on the Indian Ocean in the direction of the Somali coast. The Italians, after having occupied the city of Athale (later Itala) in the Benedir, in February 1891 rented all the ports of the region, owned by the Sultan of Zanzibar. The then Italian ambassador in Zanzibar Vincenzo Filonardi was entrusted with the license, on May 11, 1893. He founded the “Italian Company for Somalia V. Filonardi & C.” and on July 15 of that same year the Filonardi company had Rome print bonds called “Buoni da 5 Rupie”, destined to circulate in the Somali rented land. This note is considered the first colonial paper currency release of the Kingdom of Italy.

56

SOMALIA Compagnia Italiana per il Benadir - Buono per 5 Rupie Filonardi 15/07/1983 04845 A RRRR Piccolo strappetto bordo superiore. Gig. FIL 1.

38

BB/SPL

500


Vittorio Emanuele III, Re d’Italia 1900-1946. Nasce a Napoli il’11 novembre del 1869, figlio di Umberto I e di Margherita di Savoia, salì al trono, alla morte del padre, il 29 luglio 1900. Prosegui durante il suo regno la politica espansionistica coloniale con la conquista nel 1912 della Tripolitania, della Cirenaica e del Dodecanneso. Il 9 maggio del 1936, dopo la sua conquista, assume il titolo di imperatore d’Etiopia e il 12 aprile 1939 anche quello di re d’Albania. Sostenne l’intervento nella Prima guerra mondiale la cui vittoria portò all’annessione del sud Tirolo, della Venezia Giulia, di Zara e di alcune isole dalmate. Nel 1938 firmò le leggi razziali emanate dal regime fascista. Dopo la sconfitta dell’Italia nel Secondo conflitto mondiale il 9 maggio 1946 abdicò in favore del figlio Umberto II. Morì in esilio ad Alessandria d’Egitto il 28 dicembre 1947.

Dopo l’ascesa al trono di Vittorio Emanuele III, il 29 luglio 1900 a seguito dell’assassinio di Umberto I avvenuta lo stesso giorno a Monza per mano dell’anarchico Gaetano Bresci, il primo richiamo numismatico ai possedimenti italiani in Africa fu la coniazione nel 1902 di una moneta da 20 Lire in oro con incisa un’ancoretta al dritto, battuta in solo 115 pezzi con l’oro proveniente dalla Colonia Eritrea. After Vittorio Emanuele III became king on 29 July 1900, after the assassination of Umberto I in Monza by the anarchist Gaetano Bresci that same day, the first numismatic reference to the Italian territories in Africa was a gold 20 Lire minted in 1902 with a small anchor engraved on obverse; the gold came from the Eritrean colony and only 115 pieces were minted.

57

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 20 Lire 1902 Ancoretta - Nomisma 1073 AU RRRR In slab NGC n° 5781496-013.

39

MS 63 PL

30.000


Con Vittorio Emanuele III, crebbe ulteriormente l’entusiasmo per le imprese coloniali. Questa circostanza spinse molti imprenditori a investire, con il sostegno del Governo italiano, in società che avevano come scopo il commercio con le colonie e lo sfruttamento delle risorse naturali di quelle terre. With Vittorio Emanuele III, the enthusiasm for colonial ventures grew further. This drove many entrepreneurs to invest, with the support of the Italian government, in companies aimed at developing colonial trade and the exploitation of the colonies’ natural resources.

40%

58

ITALIA Napoli - Titolo al portatore per 10 azioni - Società Italiana per Imprese Coloniali del 20 Ottobre 1911. Titolo completo di tutte le cedole.

40

SPL/SUP

100


In Somalia il regio Commissario Luigi Mercatelli propose, nel 1904, la creazione di una apposita monetazione in lire in grado di sostituire la circolazione dei talleri di Maria Teresa e delle Bese di Zanzibar, Mombasa e Muscat, che allora circolavano in gran parte del Corno d’Africa. Tale proposta però, non ebbe seguito. Il 13 gennaio 1905 il governo italiano proclamò la sua sovranità sul Benedir e dopo aver acquistato dal sultano di Zanzibar l’area costiera da Warsheikh a Brava, prendendo a pretesto le continue aggressioni e le razzie che avvenivano in quel territorio, il 19 marzo 1905 decise di assumere direttamente il controllo della colonia. Il 25 maggio con il Decreto commissariale n. 13 nei territori somali furono dichiarate fuori corso le Bese in bronzo di Muscat, di Mombasa e di Zanzibar e in loro sostituzione furono inviate le monete nazionali da 1 e 2 centesimi in bronzo coniate nel 1902, 1903, 1904 e 1905 e quelle da 25 centesimi in nichelio coniate nel 1902 e 1903. A queste monete fu attribuito un valore nominale del 50% superiore a quello che avevano nel territorio nazionale. Tale circostanza determinò la loro limitata circolazione in quanto, appena immesse nel territorio somalo, rientravano quasi subito nelle casse dello Stato. Successivamente, dopo la sconfitta nel 1906-1907 del madhi somalo Muhammad ibn ‘Abd Allah, detto “Mad Mullah”, la colonia fu ampliata a Nord. Il 5 aprile del 1908 con la Legge n. 4 il Benedir e i protettorati somali furono riuniti in un’unica amministrazione e costituiti in colonia alla quale venne dato il nome di “Somalia italiana”. Con questa legge il Governo fu autorizzato a regolare anche la circolazione monetaria nella nuova colonia. Dopo che il 16 maggio 1908 fu redatta la Convenzione che tracciava sommariamente i confini con l’Etiopia si stabilì di dar corso alla coniazione di un’apposita serie monetale. Con i decreti n. 95 del 28 gennaio 1909 e n. 847 dell’8 dicembre 1910, furono autorizzate le nuove monete per la Somalia italiana. L’incarico di predisporre modelli e punzoni fu affidato a Luigi Giorgi. Questa serie, composta da sei valori, tre in argento e tre in rame, aveva come unità di base la Rupia. Il valore della Rupia fu equiparato a quello della Sterlina inglese, nella proporzione fissa di 15 Rupie per una Sterlina; il valore della Rupia corrispondeva quindi a 1,68 lire. Il rapporto tra Somalia italiana, 1911. le monete somale era di 100 Foto d’epoca presentata e distribuita come cartolina all’Esposizione coloniale di Torino del Bese per 1 Rupia. 1911 (Collezione privata). In Somalia, Royal Commissioner Luigi Mercatelli proposed, in 1904, the creation of a special coinage in lire capable of replacing the Maria Theresa Thaler and the Bese of Zanzibar, Mombasa and Muscat, which at the time circulated in most of the Horn of Africa. However, this proposal had no follow-up. On January 13, 1905 the Italian government declared its sovereignty over Benedir and, after having bought the coastal area from Warsheikh to Brava from the Sultan of Zanzibar, using the continuous attacks and raids that took place in that territory as an excuse, on 19 March 1905 Italy decided to take direct control of the colony. On May 25, with the Decreto Commissariale N. 13 the bronze Bese of Muscat, Mombasa and Zanzibar were declared no longer legal and they were replaced by the Italian 1 and 2 cents bronze minted in 1902, 1903, 1904 and 1905 and the 25 cent in nickel minted in 1902 and 1903. These coins were given a face value 50% higher than the one they had in the national territory. This was the cause of their limited circulation: as soon as they entered the Somali territory, they almost immediately returned to the state coffers. After the defeat of the Somali Madhi Muhammad ibn ‘Abdallah, known as “Mad Mullah” in 1906-1907, the colony was extended north. With a new law (N. 4) on April 5, 1908, the Benedir and the Somali territories were united in one single administration and a new colony was born, which was named “Italian Somalia”. With this law the Government was also authorized to regulate the currency in the new colony. After a Convention was drawn up on May 16, 1908, which roughly outlined the borders with Ethiopia, the government also decided to issue a special coin series. Decrees No. 95 of 28 January 1909 and No. 847 of 8 December 1910 authorized the new coins for Italian Somalia. Luigi Giorgi was assigned with the task of designing the models and punches. This series, consisting of six coins, three in silver and three in copper, had the Rupee as its basic unit. The value of the Rupee was based on that of the British pound, in the fixed ratio of 15 rupees for a Pound; therefore the one Rupee was equal to 1.68 lire. The ratio between the two Somali currencies was 100 Bese for 1 Rupee.

41


59

Vittorio Emanuele III (1900-1943) Progetto da 25 Centesimi 1902 - Pagani PP285; Luppino PP214 NI RRRR

FDC

2.000

60

Vittorio Emanuele III (1900-1943) Progetto da 25 Centesimi 1902 - Pagani PP286; Luppino PP215 NI RRRRR L’unico esemplare apparso ci risulta essere quello della Collezione Rocca, esitata all’asta Negrini del 29 aprile 1999, lotto 797. Questa moneta è in tutto simile alla moneta definitiva, con la sola differenza, ben visibile, che il valore è in cifre più piccole di quella approvata (e anche la forma dei rami d’alloro, la cui base è inoltre ad una distanza maggiore dal bordo, e la R del segno di zecca più grande in maniera evidente).

FDC

2.000

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 25 Centesimi 1902 - Nomisma 1266 NI R

qFDC

100

61

42


62

Vittorio Emanuele III (1900-1943) Centesimo 1902 - Nomisma 1391 CU RRR In slab NGC n° 6638770-014. Ex Inasta 9 del 07/11/2004, lotto 1431.

63

MS 64 BN

2.500

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 25 Centesimi 1903 - Nomisma 1267 NI R

qFDC

100

64

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 2 Centesimi 1903 - Nomisma 1377 CU.

FDC

30

65

Vittorio Emanuele III (1900-1943) Centesimo 1903 - Nomisma 1392 CU

qFDC

20

43


66

Vittorio Emanuele III (1900-1943) Progetto da 25 Centesimi 1904 - Pagani PP287; Luppino PP216 NI RRRRR. I modelli sono di Alfredo Polledri, che aveva sostituito Filippo Speranza, deceduto nel 1903. Moneta della più grande rarità, non ci risultano altri esemplari apparsi in aste pubbliche.

FDC

2.000

67

Vittorio Emanuele III (1900-1943) Centesimo 1904 - Nomisma 1393 CU

FDC

20

68

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 2 Centesimi 1905 - Nomisma 1378 CU NC

FDC

50

69

Vittorio Emanuele III (1900-1943) Centesimo 1905 - Nomisma 1394 CU

FDC

20

44


70

§ Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1909 Prova - Mont.774 AG UNICO. Questo è l’unico esemplare conosciuto del 4 Bese in argento. Luppino, nella sua ultima opera “Prove e Progetti di monete Italiane”, al numero 620 la classifica RRRRR senza alcuna indicazione del valore. Proveniente dalla collezione Farouk, re d’Egitto, asta The Palace Collections of Egypt – Sotheby e Co. – Londra 1954. Sempre la stessa moneta è transitata successivamente dall’asta Santamaria 1961 n° 683.

45

FDC

25.000


71

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Scatola della Regia Zecca con 4 Bese, 2 Bese, Besa Prova bronzo + 4 Bese, 2 Bese, Besa Prova bronzo con patina di Zecca - Luppino PP309, PP310, PP311, PP312 , PP313, PP314 BR RRRRR. Unico astuccio di questo tipo finora apparso. Eccezionale insieme delle 2 tipologie, in bronzo e in bronzo con patina di Zecca, delle serie da 4 Bese Prova + 2 Bese Prova +1 Besa Prova. L’insieme è ancor più impreziosito dal fatto di essere contenuto in astuccio della Regia Zecca di Roma. Nella nota a pagina 492 della sua opera “Prove e Progetti di Casa Savoia”, Luppino scrive che «Non si tratta di una emissione per collezionisti, bensì della serie campione inviata al ministero del tesoro per la visione». 46

FDC

12.000


47


72

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1909 - Nomisma 1429 CU NC Ex Asta Varesi, Collezione D’Incerti 20/04/2000, lotto 534.

FDC

500

73

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 2 Bese 1909 - Nomisma 1435 CU NC In slab NGC n° 6638769-002. Ex Asta Nomisma del 21/04/2009, lotto 2023.

MS 64 RB

300

74

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Besa 1909 - Nomisma 1441 CU NC

FDC

200

75

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Rupia 1910 Prova patinata - Nomisma P73; Luppino PP304 AG RRRR In slab NGC n° 6638769-003 . Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 518. MS 65 MATTE

2.000

48


76

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Rupia 1910 - Nomisma 1414 AG R Ex Asta Varesi 51 del 20/04/2008, lotto 1658.

FDC

400

77

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 1/2 Rupia 1910 Prova patinata - Nomisma P75; Luppino PP306 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-013. La Mezza Rupia, tra quelle patinate è la più rara della serie delle Rupie, gli esemplari apparsi ci risultano essere stati solamente 2, Collezione Rocca FDC e questa, della collezione D’Incerti, con segnetto sulla guancia. Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 526. MS 63 MATTE

1.800

78

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 1/2 Rupia 1910 - Nomisma 1422 AG R Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 525.

FDC

300

79

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 1/4 di Rupia 1910 Prova patinata - Nomisma P77; Luppino PP308 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-014. Anche del quarto di Rupia Prova Patinata, ci risultano 2 esemplari apparsi: Collezione Rocca e Collezione D’Incerti, entrambe FDC. Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 532. MS 64 MATTE

1.800

49


80

Vittorio Emanuele III - Somalia (1909-1925) Quarto di Rupia 1910 - Nomisma 1427 AG R

qFDC

300

81

§ Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1910 Prova - Pagani PP399; Luppino NConf99 NI RRRRR In slab NGC n° 6638771-011. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Moneta, coniata in Nichel, della più grande rarità, non ci risultano altri esemplari apparsi sul mercato. Ex Asta Negrini aprile 1999, Collezione Rocca, lotto n° 1028.

MS 65

12.000

82

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1910 - Nomisma 1430 CU NC Ex Asta Varesi, Collezione D’Incerti 20/04/2000, lotto 536.

qFDC

500

83

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 2 Bese 1910 - Nomisma 1436 CU NC

qFDC

300

50


84

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Besa 1910 - Nomisma 1442 CU NC

qFDC

200

85

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Rupia 1912 - Nomisma 1415 AG R In slab NGC n° 6638768-015. TOP POP miglior esemplare certificato NGC.

MS 65

250

86

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 1/2 Rupia 1912 - Nomisma 1423 AG R

FDC

200

87

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Rupia 1913 - Nomisma 1416 AG R Ex Asta Varesi, Collezione D’Incerti 20/04/2000, lotto 520.

FDC

400

88

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 1/2 Rupia 1913 - Nomisma 1424 AG R Ex Nomisma del 31/05/2001, lotto 1922.

FDC

500

51


89

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 1/4 di Rupia 1913 - Nomisma 1428 AG RR In slab NGC n° 6638769-008. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Ex Astarte Lugano del 20/05/2000.

MS 64

600

90

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1913 - Nomisma 1431 CU RR

qFDC

1.000

91

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 2 Bese 1913 - Nomisma 1437 CU RR

FDC

500

92

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Besa 1913 - Nomisma 1443 CU R

qFDC

400

93

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Rupia 1914 - Nomisma 1417 AG R In slab NGC n° 6638769-009. Ex Asta Varesi, Collezione D’Incerti 20/04/2000, lotto 521.

MS 64

400

52


94

95

§ Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Rupia 1915 “I° Anno di Guerra” Pagani PP394; Luppino RN164 AG RRRRR Moneta della più grande rarità, non ci risultano altri esemplari apparsi sul mercato.

FDC

30.000

Vittorio Emanuele III - Somalia (1909-1925) Rupia 1915 - Nomisma 1418 AG R In slab NGC n° 6638769-010. Millesimo di difficile reperibilità nella massima conservazione. Ex Asta Inasta 7 del 28/03/2004, lotto 1068.

MS 63

300

53


96

97

§ Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 1/2 Rupia 1915 “I° Anno di Guerra” - Pagani PP396; Luppino RN167 AG RRRRR Moneta della più grande rarità, non ci risultano altri esemplari apparsi sul mercato.

FDC

30.000

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 1/2 Rupia 1915 - Nomisma 1425 AG R In slab NGC n° 6638769-011. TOP POP miglior esemplare certificato NGC.

MS 65

1.000

54


98

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Rupia 1919 - Nomisma 1419 AG R Ex Asta Varesi 51 del 20/04/2008, lotto 1663.

FDC

400

99

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 1/2 Rupia 1919 - Nomisma 1426 AG R In slab NGC n° 6638769-012. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Ex Asta Varesi, Collezione D’Incerti 20/04/2000, lotto 530.

MS 65+

500

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Rupia 1920 - Nomisma 1420 AG RRR In slab NGC n° 6638769-013. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Millesimo rarissimo, ancor di più nel caso specifico di questo esemplare, uno dei pochissimi nella massima conservazione. Nell’asta Nomisma 45 del 2012 un esemplare FDC (segnetti) ha realizzato 25.000 euro più diritti. Ex Asta Varesi, Collezione D’Incerti 20/04/2000, lotto 524.

MS 64

12.000

100

55


101

§ Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Rupia 1921 - Nomisma 1421 AG RRRRR In slab PCGS n° 37441751. Moneta della più grande rarità, tra le più ricercate dell’intera monetazione italiana.

56

MS 63

80.000


102

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1921 - Nomisma 1432 CU NC In slab NGC n° 6638766-019. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Ex Nomisma 40 del 10/10/2009, lotto 786.

MS 63 BN

500

103

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 2 Bese 1921 - Nomisma 1438 CU NC

SPL

300

104

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) Besa 1921 - Nomisma 1444 CU NC

SPL

250

105

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1923 - Nomisma 1433 CU NC In slab NGC n° 6638766-020. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Ex Asta Inasta 13 del 12/11/2005, lotto 1768.

MS 64 RB

500

57


106

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 2 Bese 1923 - Nomisma 1439 CU NC Ex Nomisma 21 del 10/04/2002, lotto 82.

SPL+

300

107

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1924 - Nomisma 1434 CU NC Ex Asta Varesi, Collezione D’Incerti 20/04/2000, lotto 540.

FDC

500

108

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 2 Bese 1924 - Nomisma 1440 CU NC Ex Asta Varesi, Collezione D’Incerti 20/04/2000, lotto 547.

FDC

300

58


Consolidato il possesso della Somalia, il Governo intese riordinare la circolazione monetaria e con Decreto n. 600 del 13 maggio 1920 la Banca d’Italia fu autorizzata all’emissione cartacea di “Buoni di Cassa della Banca d’Italia” nei tagli da 1, 5, 10, 20 e 50 Rupie. Per assicurarne la convertibilità venne disposta la piena copertura attraverso l’immobilizzazione presso la filiale di Mogadiscio, incaricata anche della distribuzione delle nuove banconote, di un corrispondente valore in rupie d’argento e, qualora ve ne fosse stato bisogno, in valuta aurea. I tagli delle banconote da 20 e 50 Rupie non vennero mai emessi e oggi le banconote per la Somalia italiana sono considerate molto rare, in particolare quelle da 5 e da 10 Rupie, quest’ultima conosciuta in non più di dieci esemplari al mondo dei quali, forse, quattro o cinque, in Italia. Le rupie d’argento e le bese in bronzo, su indicazione del governo, furono ritirate dalla Banca d’Italia a partire dal 1921. Va considerato che per effetto del decreto del 13 maggio del 1920 buona parte delle rupie in argento coniate in quell’anno e quasi tutte quelle del successivo 1921 furono immobilizzate, e successivamente rifuse, a copertura dell’emissione cartacea dei Buoni di Cassa, ciò spiega il perché le Rupie in argento del 1920 sono rarissime e quelle del 1921 sono praticamente introvabili a dispetto della loro consistente tiratura. La Rupia in argento del 1921, in pratica, non entrò mai in circolazione.

Somalia italiana, 1920. Sede della Banca d’Italia a Mogadiscio in una cartolina d’epoca.

Once the control of Somalia was consolidated, the government proceeded to reorganize the currency circulation; Decree No. 600 of 13 May 1920 authorized the Bank of Italy to issue paper bonds called “Buoni di Cassa della Banca d’Italia” in denominations of 1, 5, 10, 20 and 50 Rupees. In order to ensure the convertibility of the banknotes, full cover was provided by keeping a deposit of silver and golden rupees in the same amount, at the Mogadishu branch, also responsible for the distribution of the new notes. The 20 and 50 rupees banknotes were never issued and today the Italian Somalia banknotes are considered very rare, especially the 5 and 10 rupees, with no more than ten copies known of the latter, of which, perhaps, four or five, in Italy. The silver rupees and the bronze bese were withdrawn by the Bank of Italy from 1921, upon the government’s recommendation. As a result of the Decree of 13 May 1920, most of the silver rupees minted that year and almost all of those minted in 1921 were immobilized, and subsequently recast, to cover the issue of the paper bonds, and this is why the 1920 silver Rupees are very rare and the 1921 ones are practically impossible to find, despite the considerable number of pieces issued. Essentially, the 1921 silver Rupee never circulated.

59


60%

60%

50%

109

Somalia Italiana - Banca d’Italia - serie completa dei 3 Buoni di cassa da: 1 Rupia del 1920 RRR In slab PMG n° 1914635-17 + 5 Rupie del 1920 con segni di restauto e bordi ricostruiti RRRRR + 10 Rupie del 1921 con segni di restauro RRRRR Il 5 e 10 Rupie sono banconote della più grande rarità, pochissimi gli esemplari conosciuti, accompagnate da certificati di autenticità firmati da Guido Crapanzano, sono le medesime illustrate a pag. 265 del volume LA CARTAMONETA ITALIANA Corpus Notarum Pecuniarum Italie, Volume primo di Guido Crapanzano, Ermelindo Giulianini e Gerardo Vendemia. Crap. OI 38, 40, 41 B/MB 15.000 60


Il 18 giugno 1925, con il decreto n. 1143, le monete aventi come base la Rupia furono dichiarate fuori corso e con decorrenza dal 1° luglio 1925 lo stesso decreto introdusse nella Somalia italiana il sistema monetario decimale in uso nel territorio metropolitano. Furono così coniate, su modelli e incisioni di Attilio Silvio Motti, le monete da 10 e 5 lire per la Somalia, le uniche che riportano effigiato Vittorio Emanuele III con il capo coronato. Esse furono ritirate nel 1927, quando in Italia furono variati il peso (-2 gr.) e il diametro (-1 mm.) delle monete allora in circolazione. Da quel momento nei territori dei possedimenti italiani nel Corno d’Africa circolarono le monete e le banconote del Regno d’Italia. On 18 June 1925, Decree No. 1143 took the coins that derived from the Rupee out of circulation and from 1 July 1925 the same decree introduced the national monetary system in Italian Somalia. Thus the 10 and 5 lire for Somalia were minted, with models and engravings by Attilio Silvio Motti, they were the only ones bearing the effigy of Vittorio Emanuele III with the crowned head. They were withdrawn in 1927, when the weight (-2 gr.) and the diameter (-1 mm.) of the coins then in circulation in Italy changed. From that moment the coins and banknotes of the Kingdom of Italy started circulating in all the Italian territories in the Horn of Africa.

110

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 10 Lire 1925 Prova - Nomisma P81; Luppino PP315 AG RRR Ex Asta Bowers and Merena, lotto 5801.

FDC

1.200

111

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 10 Lire 1925 Prova di Stampa - Nomisma P82; Luppino PP316 AG RRR Ex Asta Varesi, Collezione D’Incerti 20/04/2000, lotto 555.

FDC

1.200

61


112

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 10 Lire 1925 - Nomisma 1445 AG R

FDC

600

113

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 5 Lire 1925 Prova - Nomisma P83; Luppino PP317 AG RRR Ex Asta Bowers and Merena, lotto 5803.

FDC

1.000

114

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 5 Lire 1925 Prova di Stampa - Nomisma P84; Luppino PP318 AG RRR Ex Asta Varesi, Collezione D’Incerti 20/04/2000, lotto 558.

FDC

1.000

115

Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 5 Lire 1925 - Nomisma 1446 AG R

FDC

500

62


Anche in Somalia il Governo italiano promosse e sostenne la nascita di imprese private e pubbliche per lo sfruttamento delle risorse naturali di quelle terre. Even in Somalia, the Italian Government promoted and supported the start-up of private and public companies aimed at the exploitation of the natural resources of the land.

30%

116

Somalia, Mogadiscio Titolo al portatore per 10 azioni - Società Romana di Colonizzazione in Somalia del 1 Gennaio 1922 perforato “ANNULLATO”.

BB

50

30%

117

Somalia, Mogadiscio Titolo al portatore per 10 azioni - Saline ed Industrie della Somalia Settentrionale “MIGIURTINIA” del Aprile 1930. 63

SPL/SUP

100


L’assassinio, il 28 giugno 1914 a Sarajevo, dell’erede al trono dell’impero austro-ungarico, l’arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sophie, fu la scintilla che portò in poco tempo allo scoppio della Prima guerra mondiale. L’Italia legata alla Germania e all’Austria-Ungheria dal patto difensivo della Triplice Alleanza, stretto nel lontano 1882, dichiarò inizialmente la propria neutralità. Nel nostro paese però si accesero subito forti contrasti tra i fautori della neutralità e gli interventisti tra i quali, con rilevante peso, Vittorio Emanuele III. Questi ultimi intravedevano l’occasione per risolvere una volta per tutte l’annoso problema delle terre irredente, il Trentino e Trieste, ancora sotto il dominio austro-ungarico. Il 26 aprile 1915 a Londra il marchese Guglielmo Imperiali, ambasciatore italiano nel Regno Unito su incarico del governo Salandra, senza che il Parlamento italiano, per lo più neutralista ne fosse informato, firma con sir Edward Grey per il Regno Unito, Pierre Paul Cambon per la Francia e il conte Alexander Benckendorff per l’Impero russo, un patto, rimasto segreto fino al 1917. Il trattato, in quattordici punti, prevedeva che l’Italia entrasse in guerra al fianco dell’Intesa entro un mese, in cambio avrebbe ottenuto, in caso di vittoria, il Trentino, il Tirolo meridionale, la Venezia Giulia con gli altipiani carsico-isontini e l’intera penisola istriana escluso Fiume. Inoltre avrebbe avuto il possesso di una parte della Dalmazia, di numerose isole dell’Adriatico, di Valona e Saseno in Albania, e del bacino carbonifero di Adalia in Turchia, oltre alla conferma della sovranità su Libia e Dodecanneso. A margine l’Inghilterra fece intendere anche concessioni territoriali sulle coste del Mar Rosso. Il Governo italiano, dopo aver sottoscritto il patto segreto prevedeva in tempi brevi l’occupazione della Venezia Giulia e della Venezia Tridentina, allora territori austriaci, e commissionò all’Officina governativa carte valori di Torino la realizzazione, in breve tempo, di alcune prove di banconote da introdurre in quei territori. La soluzione più semplice e rapida fu quella di usufruire delle matrici dei biglietti da 10, 5, 2 e 1 Lira già circolanti in Italia introducendo alcuni elementi distintivi in queste ipotizzate nuove emissioni. Fino al 2017 non erano mai apparsi esemplari di questi progetti. Dai numeri di serie e dai decreti di emissioni riportati si può dedurre che essi furono realizzati tra il 26 Sarajevo, 28 giugno 1914. aprile, data della firma del trattato, Il movimentato arresto dell’attentatore bosniaco Gavrilo Princip subito dopo l’assassie il 24 maggio 1915. nio dell’arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sophie. The assassination of the Austro-Hungarian crown-prince Francis Ferdinand and his wife in Sarajevo on June 28, 1914 was the spark that led to the outbreak of World War I. Italy, as part of the Triple Alliance, a treaty signed with Germany and Austria-Hungary in 1882, first declared itself neutral. Soon, disagreement arose between the promoters of neutrality and the interventionists, among them Vittorio Emanuele III. The pro-intervention faction saw the war as a chance to take back the regions of Trento and Trieste from the Austro-Hungarians. On April 26, 1915 marquis Guglielmo Imperiali, the Italian ambassador in London on behalf of Salandra’s government, signed a secret deal with sir Edward Grey for the UK, Pierre Paul Cambon for France and count Alexander Benckenderoff for the Russian empire. The Italian Parliament, that was mostly pro neutrality, was not informed about the deal, which remained secret until 1917. According to the 14 points treaty, Italy would have to enter the war within the following month and fight for the Allies and, in case of victory, would get Trentino, South-Tyrol, Venezia-Giulia and the Karst highlands and the whole Istrian peninsula except Rijeka. Furthermore, Italy would also obtain control of part of Dalmatia, various islands in the Adriatic Sea, Vlorë and Sazan in Albany, the coal-mining region of Antalya in Turkey, and finally sovereignty of Libia and the Dodecanese would be confirmed. England implied there would be further coastal concessions, on the Red Sea. After having singed the secret treaty, the Italian Government soon envisioned the occupation of Venezia Giulia and Venezia Tridentina, then Austrian territories, and commissioned the “Officina governativa carte valori” in Turin some pattern banknotes to be introduced in those territories. The simplest and quickest solution was to use the matrices of the 10, 5, 2 and 1 Lira banknotes already circulating in Italy and adding some distinctive elements in these hypothetical new issues. Before 2017, no example of these patterns had ever appeared. From the serial numbers and the decrees of issue reported it can be inferred that they were made between April 26, the date of the signing of the treaty, and May 24, 1915.

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85%

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Vittorio Emanuele III (1900-1943) Dieci corone per la Venezia Giulia e la Venezia Tridentina 1915, stampa Officina Governativa Carte Valori Torino su modello di Biglietto di Stato 1619 025800 con firme Dell’Ara - Righetti, senza filigrana. Sul fronte una sovrastampa in maiuscolo di colore nero indicante il valore in corone. Sul retro, in posizione da coprire l’indicazione dell’originale valore facciale, una marca fiscale dentellata raffigurante una testina dell’Italia RRRRR Della più grande rarità, ad oggi sono noti solo due esemplari di prova differenti tra loro per il posizionamento della marca fiscale. Non circolata, con lievi imperfezioni. Questa e le altre tre banconote della serie sono le medesime rimaste in mostra dall’8 giugno al 4 novembre 2018 in un apposito spazio espositivo all’interno dell’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Roma ed è illustrata a pag. 253 del volume LA CARTAMONETA ITALIANA Corpus Notarum Pecuniarum Italie Volume primo di Guido Crapanzano, Ermelindo Giulianini e Gerardo Vendemia. Crap. OI 5a.

SUP

5.000

85%

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Vittorio Emanuele III (1900-1943) Cinque corone per la Venezia Giulia e la Venezia Tridentina 1915, stampa Officina Governativa Carte Valori Torino su modello di Biglietto di Stato 1365 073309 con firme Dell’Ara - Righetti, senza filigrana. Sul fronte una sovrastampa in maiuscolo di colore nero indicante il valore in corone. Sul retro, in posizione da coprire l’indicazione dell’originale valore facciale, una marca fiscale dentellata raffigurante una testina dell’Italia RRRRR Della più grande rarità, ad oggi sono noti solo due esemplari di prova differenti tra loro per il posizionamento della marca fiscale. Non circolata, con lievi imperfezioni. Questa banconota è la medesima illustrata a pag. 252 del volume LA CARTAMONETA ITALIANA Corpus Notarum Pecuniarum Italie Volume primo di Guido Crapanzano, Ermelindo Giulianini e Gerardo Vendemia. Crap. OI 4a.

65

SUP+

5.000


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Vittorio Emanuele III (1900-1943) Due corone per la Venezia Giulia e la Venezia Tridentina 1915, stampa Officina Governativa Carte Valori Torino su modello di Buono di cassa 038 225000 con firme Dell’Ara - Righetti, senza filigrana. Sul fronte una sovrastampa in maiuscolo di colore nero indicante il valore in corone. Sul retro, in posizione da coprire l’indicazione dell’originale valore facciale, una marca fiscale dentellata raffigurante una testina dell’Italia RRRRR Della più grande rarità, ad oggi sono noti solo solo due esemplari di prova differenti tra loro per il posizionamento della marca fiscale. Non circolata, con lievi imperfezioni. Questa banconota è la medesima illustrata a pag. 252 del volume LA CARTAMONETA ITALIANA Corpus Notarum Pecuniarum Italie Volume primo di Guido Crapanzano, Ermelindo Giulianini e Gerardo Vendemia. Crap. OI 3a.

SUP+

5.000

Vittorio Emanuele III (1900-1943) Una corona per la Venezia Giulia e la Venezia Tridentina 1915, stampa Officina Governativa Carte Valori Torino su modello di Buono di cassa 037 173500 con firme Dell’Ara - Righetti, senza filigrana. Sul fronte una sovrastampa in maiuscolo di colore nero indicante il valore in corone. Sul retro, in posizione da coprire l’indicazione dell’originale valore facciale, una marca fiscale dentellata raffigurante una testina dell’Italia RRRRR Della più grande rarità, ad oggi sono noti solo solo due esemplari di prova differenti tra loro per il posizionamento della marca fiscale. Non circolata, con lievi imperfezioni, una piccola mancanza angolare in alto a sinistra. Questa banconota è la medesima illustrata a pag. 251 del volume LA CARTAMONETA ITALIANA Corpus Notarum Pecuniarum Italie Volume primo di Guido Crapanzano, Ermelindo Giulianini e Gerardo Vendemia. Crap. OI 2a.

SUP-

5.000

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Durante il Primo conflitto mondiale il circolante carta-monetario nelle colonie era pressoché inesistente; nelle transazioni tra civili e militari si usavano titoli bancari cartacei né era possibile far giungere moneta metallica d’argento a causa della crisi dell’argento e dell’economia di guerra. In Eritrea la Banca d’Italia dopo l’apertura al pubblico il 2 febbraio 1914 della filiale di Asmara e il successivo 16 marzo dell’agenzia di Massaua, per sostenere l’attività commerciale sviluppatosi enormemente durante il periodo bellico decise di ampliare la propria presenza. Nella relazione agli azionisti sull’attività del 1915 il Governatore Bonaldo Stringher annunciò, tra l’altro, la costituzione di una piccola banca locale, la Massaua, aprile 1928. La sede della Banca d’Italia inaugurata dal principe ereditario Umberto di Savoia durante “Banca Cooperativa Popolare il suo lungo viaggio del 1928 nelle colonie italiane del Corno d’Africa. Per decenni è stata Eritrea” per sovvenire il piccolo una delle più grandi sedi del nostro istituto di emissione in Africa. commercio consentendo all’istituto di emissione «di poter estendere il campo de’ suoi affari [...]». Fu proprio questa piccola banca ad essere autorizzata nel 1917 ad emettere in via emergenziale “Buoni in conto corrente senza interesse” nei tagli di Due, Una e 0,50 Lire. Questi biglietti destinati alle piccole transazioni locali, diversamente da quanto indicato in alcuni testi di riferimento, a nostro parere sono di grande rarità. Tra i primi a citarli fu Cesare Gamberini di Scarfea in un agile volumetto da lui scritto nel 1974 intitolato Quando mancano gli spiccioli…, stampato da: “Edizione de La Numismatica Brescia”. Nel suo saggio, l’illustre studioso raffigura solo un biglietto da 1 Lira e nel descrivere quello da 2 Lire lo indica di un colore diverso da quello effettivo. Dalle nostre ricerche, dall’epoca della pubblicazione del volume di Gamberini di Scarfea ad oggi, sono stati illustrati in testi di riferimento o apparsi in vendite pubbliche solo quattro biglietti da 1 Lira, dei quali due in questa raccolta diversi tra loro per la firma del Presidente, e i soli biglietti da 0,50 e 2 Lire qui presentati. During the First World War the circulation of bank notes in the colonies was almost non-existent; in transactions between civilians and the military, paper bank bonds were used and because of the silver crisis and the war economy it was not possible to bring in silver coins. After the opening on 2 February 1914 of the Asmara branch and the agency of Massawa the following 16 March, the Bank of Italy decided to expand its presence in Eritrea in order to support the great commercial activity that developed during the war. In a report to the shareholders on the bank’s activity in 1915 Governor Bonaldo Stringher announced, among other things, the establishment of a small local bank, the “Banca Cooperativa Popolare Eritrea” to support smaller businesses and allowing the institue «to extend the field of its business [...]». It was this small bank that was authorized in 1917 to issue emergency “Bills in current account without interest” in the denominations of 2, 1 and 0.50 Lire. Unlike some literature says, these notes, meant for small local transactions, are very rare in our opinion. One of the first to mention them was Cesare Gamberini di Scarfea in a booklet he wrote in 1974 entitled Quando mancano gli spiccioli… by: “Edizione de La Numismatica Brescia”. In his essay, the famous expert illustrates a 1 Lira note only, and while describing the 2 Lire one, he mentions a color that differs from the actual one. Based on our research, from the time of the publication of Gamberini’s work until today, only four 1 Lira banknotes have appeared, in texts or in public sales , of which two are in this collection: the signature of the President differs; and the only 2 and 0.5 Lire ever seen are the ones presented here.

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Eritrea - Banca Cooperativa Popolare Eritrea (Asmara) - Buono per Lire Due, 1917 A 43936. Questo esemplare è il medesimo illustrato in Gavello Cartamoneta Antica Vol II. Gav. 03.004 RRR. A nostro parere RRRRR

SPL+

500

Eritrea - Banca Cooperativa Popolare Eritrea (Asmara) - Buono per Lire Una, 1917 A 5879. Questo esemplare è il medesimo illustrato in Gavello Cartamoneta Antica Vol II. Gav. 03.004 RRR. A nostro parere RRRR

SPL+

300

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Eritrea - Banca Cooperativa Popolare Eritrea (Asmara) - Buono per Lire Una, 1917 A 5701 con firma del presidente RRR. A nostro parere RRRR

MB/BB

300

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Eritrea - Banca Cooperativa Popolare Eritrea (Asmara) - Buono per Lire 0,50, 1917 A 31853. Strappétto riparato, in alto a sinistra. Questo esemplare è il medesimo illustrato in Gavello Cartamoneta Antica Vol II. Gav. 03.003 RRR. A nostro parere RRRRR

BB

400

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Verso la fine del Primo conflitto mondiale, su insistente richiesta dei privati, si decise di procedere alla coniazione di una nuova moneta d’argento per la Colonia Eritrea; l’incarico di predisporre modelli e incisioni fu affidato ad Attilio Silvio Motti. Con il R.D. n. 856 del 21 maggio del 1918 fu autorizzata la coniazione di una moneta del diametro di mm. 40, del peso di g. 28,07 a titolo di 835/000 d’argento chiamata “Tallero d’Italia”, la cui somiglianza con il Tallero di Maria Teresa aveva lo scopo di farla accettare alle popolazioni indigene. Non fu commesso lo stesso errore fatto con la vecchia coniazione del Tallero di Umberto per il quale non si volle tener conto dell’inarrestabile deprezzamento che l’argento subiva in quegli anni scegliendo di attribuirle un valore nominale fisso, che inevitabilmente in breve tempo diventava superiore a quello reale, senza che ne fosse garantito il cambio, cosa che creava nei fatti un sistema monetario ibrido, a tutto vantaggio della consolidata supremazia del Tallero di Maria Teresa che era scambiato a peso. Ciò nonostante la coniazione del Tallero d’Italia, fu sospesa quasi immediatamente perché ci si accorse che gli eritrei preferivano, in ogni caso, utilizzare i talleri di Maria Teresa. Il motivo dell’insuccesso di questa moneta fu, soprattutto, di ordine psicologico infatti gli indigeni consideravano il Tallero di Maria Teresa un pezzo d’argento ben riconoscibile. «Gli indigeni erano soliti giudicare il calo del metallo tastando con il pollice il bottone che ferma il vestito dell’imperatrice» (M. Lanfranco, I progetti e le prove di monete del Regno d’Italia, in “Rassegna Numismatica”, Roma 1934): la causa dell’insuccesso del Tallero d’Italia perciò potrebbe essere stata influenzata anche dalla mancanza del bottone, o di qualunque altra sporgenza che potesse servire allo scopo. A ricordare le motivazioni per cui fu battuta questa moneta, nel rovescio della stessa è incisa la leggenda: ADNEGOT[IORVM] ERYTHR[AEORVM] COMMOD[ITATEM] ARG[ENTUM] SIGN[ATVM] (Moneta battuta in argento per la comodità dei commerci con gli eritrei). Su alcuni esemplari manca il nome dell’incisore sotto il busto; questa mancanza è puramente casuale: «essendo il contorno ricavato, prima della coniazione, facendo passare il tondello nella macchina orlettatrice, il tondello del diametro di mm. 37 era battuto fuori ghiera, in modo che si espandesse liberamente fino al diametro stabilito di mm. 40, e la circonferenza riuscisse leggermente ellissoidale, come nel prototipo. Così se l’espansione del metallo era scarsa nel basso, il nome non riusciva per mancanza di spazio; se era troppo rapida, il conio, scivolando, lo cancellava; mentre se l’espansione era uniforme il nome riusciva perfettamente» (cfr. Ministero delle finanze, Relazione della Regia Zecca, pagg. 62-63. Roma 1940). Towards the end of the First World War, at the insistence of private individuals, it was decided to proceed with the minting of a new silver coin for the Eritrean colony; the task of designing the patterns and preparing the engravings was assigned to Attilio Silvio Motti. The R.D. No. 856 of 21 May 1918 authorized the minting of a coin with a diameter of mm. 40, a weight of g. 28,07 in 835/000 silver called “Thaler of Italy”, with a strong resemblance to the Maria Theresa Thaler, so that the locals would accept it more easily. When the Umberto I Thaler was minted, a mistake was made: the choice of assigning the coin a fixed face value failed to take into account the unstoppable depreciation that silver suffered in those years. Soon the face value was higher than the real value of the coin and the exchange rate was not being guaranteed. This led to a hybrid monetary system, all to the advantage of the consolidated supremacy of the Maria Teresa Thaler, that was traded at weight. This mistake was not made this time. Nevertheless, the Eritreans preferred the Maria Theresa Thalers so the minting of the Thaler of Italy was suspended almost immediately. The reason behind the failure of this coin was, above all, psychological: the natives considered the Maria Theresa Thaler an easily recognizable piece of silver. «The natives used to judge the decline of the metal by feeling the button that on the Empress’ dress with the thumb» (M. Lanfranco, I progetti e le prove di monete del Regno d’Italia, in “Rassegna Numismatica”, Rome 1934). The cause of the failure of the Italian Thaler could therefore have been influenced by the lack of the button, or any other protrusion that could have served the purpose. To recall the reasons for which this coin was struck, on the reverse of the coin a legend was engraved: ADNEGOT[IORVM] ERYTHR[AEORVM] COMMOD[ITATEM] ARG[ENTUM] SIGN[ATVM] (Silver coin struck for the convenience of trade with the Eritreans). The name of the engraver under the bust is not present in every single piece; this is just a coincidence: «the rim was obtained, before the minting process, by making the planchet go into the coin rimming machine. The flan had a diameter of 37 mm and it was struck without a ring or bezel, so that it could expand freely up to the fixed 40 mm diameter, and the circumference was slightly ellipsoidal. So if, towards the lower edge, the metal did not fully expand , the name would not appear for lack of space; if the expansion happened too fast, the die would slide and erase the name; while if the metal expanded in an even manner, the name was perfectly visible» (cf. Ministry of Finance, Report of the Royal Mint, pp. 62-63. Rome 1940).

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126

§ Vittorio Emanuele III Eritrea (1900-1943) Progetto del Tallero 1918 - Mont. 742; Luppino PRS5 AG RRRRR Ex Asta Ratto, Collezione Curatolo, 1971 n° 759. Ex 5 asta Varesi 1986 n° 940. Esemplare definito di presentazione, di cui si conoscono solamente 2 esemplari. Come riportato nell’articolo a pagina 204 della rivista “Numismatica”, fascicolo III del 1965, secondo Alberto Santamaria si tratta di un progetto in argento avente diametro compreso tra mm.40,5 e 41,1, e con un peso variante da gr.30,50 a 30,34. Esaminando quanto riportato dall’autore nella nota su indicata, emerge innanzitutto che lo studioso aveva acquistato, qualche anno prima della stesura dell’articolo, un complesso di monete e prove di conio già appartenute all’incisore Motti. Santamaria afferma che «si trovò di fronte a due esemplari del Tallero d’Italia che risultavano, a prima vista, di dimensioni e di peso assai maggiori dei talleri usuali. Apparve subito ben chiaro che doveva trattarsi di esemplari speciali, forse di presentazione, da considerarsi come progetti più che come vere e proprie monete».

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FDC

20.000


127

§ Vittorio Emanuele III Eritrea (1900-1943) Tallero 1918 “IV° Anno di Guerra” Pagani PP392; Luppino RN163 AG RRRRR Moneta della più grande rarità, ex Asta Negrini aprile 1999, Collezione Rocca, lotto 1004.

72

FDC

30.000


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Vittorio Emanuele III Eritrea (1900-1943) Tallero 1918 Prova - Nomisma P71; Luppino PP301 AG RRR In slab NGC n° 6638768-016. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Ex asta Varesi del 20/04/2000, Collezione D’Incerti, lotto 514.

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MS 65

1.500


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Vittorio Emanuele III Eritrea (1900-1943) Tallero 1918 “con firma” - Nomisma 1412 AG R In slab NGC n° 6638768-018.

MS 64

700

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Vittorio Emanuele III Eritrea (1900-1943) Tallero 1918 “senza firma” - Nomisma 1412 AG R In slab NGC n° 6638768-017. Ex asta Nomisma 19 del 09/10/2001, lotto 1237.

MS 62

600

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Preso atto dell’insuccesso del Tallero d’Italia, per far fronte alle esigenze locali, il governo italiano stipulò, il 9 luglio 1935, un accordo con il governo austriaco secondo il quale la Zecca di Roma fu autorizzata a coniare i talleri di Maria Teresa. I talleri coniati a Roma presentano alcune differenze rispetto a quelli austriaci: sono a titolo 835/000 invece di 833/000, il diametro è di mm 40 contro misure che vanno da mm 40,80 a 42,50 e la leggenda, sul contorno, è più corposa e in rilievo; inoltre i talleri italiani presentano il bordo sfuggente, quindi senza orlo. I pezzi di questa moneta coniati dalla Zecca di Roma, tra l’agosto 1935 e il 30 giugno 1939, furono 19.446.729; la coniazione definitiva finì nel 1950. L’Italia restituì, nel 1961, una copia dei punzoni alla Zecca austriaca, mentre una seconda copia fu consegnata al Museo della Zecca di Roma. Having taken note of the failure of the Italian Thaler, in order to meet the locals’ needs, on 9 July 1935 the Italian Government signed an agreement with the Austrian Government that allowed Rome’s Mint to coin Maria Theresa thalers. The thalers minted in Rome have some differences, compared to the Austrian ones: they are 835/000 fineness instead of 833/000, the diameter is 40 mm instead of measures ranging from 40,80 to 42,50 mm and the legend, on the border, is thicker and in high relief; moreover the Italian thalers have the no rim. The pieces minted in Rome, between August 1935 and June 30, 1939, were 19,446,729; minting ended permanently in 1950. In 1961, Italy returned a copy of the punches to the Austrian Mint, while a second copy was given to the Museum of the Mint of Rome.

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Vittorio Emanuele III Eritrea (1900-1943) Tallero di Convenzione 1780 Zecca di Roma 1935 - Nomisma 1413 AG

FDC

100

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Vittorio Emanuele III Eritrea (1900-1943) Tallero di Convenzione 1780 Zecca di Vienna - AG In slab NGC n° 6638756-003.

MS 64

50

75


Il 19 febbraio 1919 a Parigi si aprì la Conferenza di pace organizzata dai paesi vincitori della Prima guerra mondiale ad eccezione della Russia e degli alleati minori. L’Italia chiese che venisse applicato alla lettera il patto di Londra, la cui attuazione integrale gli avrebbe consentito di ottenere buona parte della Dalmazia con le isole adiacenti, venne chiesta anche la concessione della vicina città di Fiume a motivo della prevalenza numerica dell’etnia italiana nel capoluogo del Carnaro. Nell’estate del 1919 Gabriele d’Annunzio, preso atto della indisponibilità delle potenze partecipanti alla Conferenza di Parigi a concedere la sovranità italiana sulla città di Fiume, si mise al comando di una Brigata di granatieri e di un Gruppo di volontari e il 12 settembre, con l’appoggio della maggioranza della popolazione locale, entrò a Fiume e prese il controllo della città. Nel capoluogo del Carnaro c’era un disordine valutario conseguenza dell’occupazione interalleata, con l’uso, a volte forzato di valute di diversa provenienza. Nella città erano usate in quel momento banconote del disciolto impero Austro-Ungarico obliterate con un timbro tondo con la scritta: “Città di Fiume”. Nei primi giorni dell’occupazione dannunziana alcune banconote, oggi della più grande rarità, vennero sovrastampate con un timbro sabaudo già in uso nei comandi delle truppe italiane. Il 31 ottobre il comandante Gabriele d’Annunzio ordinò di immettere in circolazione, dal successivo 3 novembre, nuove corone fiumane sovrastampando le banconote austro-ungariche con un nuovo timbro rettangolare con al centro una stella a cinque punte e la scritta: “Istituto di Credito - Consiglio Nazionale - Città di Fiume”. Nell’ordinanza il vate tra l’altro scrive: «Tali banconote dovranno diventare la normale moneta ufficiale della città e dovranno inoltre eliminare le monete ungheresi e jugoslave». On February 19, 1919, the Peace Conference organized by the First World War victors, with the exception of Russia and the minor allies, started in Paris. Italy requested that the London Pact be applied to the letter, the full implementation of which would allow Italy to gain large part of Dalmatia with the adjacent islands. The town of Rijeka was also requested, due to the large presence of Italians, that were the majority in the city. In the summer of 1919, Gabriele d’Annunzio took note of the unwillingness of the participating powers at the Paris Conference to grant Italy sovereignty over the city of Rijeka and put himself in command of a grenadier Brigade and a group of volunteers. On September 12, with the support of the majority of the local population, he entered Rijeka and took control of the city. In the capital of the Carnaro region there was disorder in terms of circulating currency, as a result of the interallied occupation, with the sometimes forced use of currencies of different origin. At that time, banknotes from the dissolved Austro-Hungarian Empire were used, marked with a round stamp that read “City of Rijeka”. During the first days of the occupation some banknotes, that today are of the greatest rarity, were overprinted with a Savoy stamp already in use in the commands of the Italian troops. On October 31, the commander Gabriele d’Annunzio ordered to put into circulation, from the following November 3, new Rijeka crowns and to do so overprinting the Austro-Hungarian banknotes with a new rectangular stamp with a five-pointed star in the center and the words: “Istituto di Credito – Consiglio Nazionale – Città di Fiume”. In the ordinance the poet wrote, among other things: «These banknotes must become the official currency of the city and must also eliminate the Hungarian and Yugoslav coins».

76


133

Fiume - Reggenza Italiana del Carnaro - Collezione composta da 44 banconote accompagnate da certificato di autenticità firmato da Guido Crapanzano comprensivo delle fotocopie a colori di tutte le banconote su 18 fogli anch’essi con autentica Crapanzano. RRRRR Insieme della più grande rarità, considerata ad oggi la più completa collezione di biglietti della Città di Fiume esistente al mondo. B/MB - FDS 13.000 77


Banconote classificate secondo il catalogo “Crapanzano, Giulianini, Vendemia”, Volume primo Tipologie delle sovrastampe: I Tipo, timbro Sabaudo II Tipo, timbro circolare con all’interno la scritta CITTÀ DI FIUME III Tipo, timbro rettangolare con scritto in cerchio intorno a una stella a cinque punte ISTITUTO DI CREDITO CONSIGLIO NAZIONALE, sopra CITTÀ e sotto FIUME

1 Corona, 01-12-1916 – Sovrastampa I° tipo Crap. OI 6 RRRRR

1 Corona, 01-12-1916 – Sovrastampa II° tipo Crap. OI 7 RR

1 Corona, 01-12-1916 – Sovrastampa doppia I° e II° tipo Crap. OI 6 e 7 RRRRR

2 Corona, 05-08-1914 – Sovrastampa I° tipo Crap. OI 8 RRRRR

78

60%

60%

60%

60%


60%

2 Corona, 05-08-1914 – Sovrastampa II° tipo Crap. OI 9 RR

60%

2 Corone, 05-08-1914 – Sovrastampa doppia I° e II° tipo Crap. OI 8 e 9 RRRRR

60%

2 Corone, 01-03-1917 – Sovrastampa I° tipo Crap OI 10 RRRRR

60%

2 Corone, 01-03-1917 – Sovrastampa II° tipo Crap. OI 11 RR 79


2 Corone, 01-03-1917 – Sovrastampa doppia I° e II° tipo Crap. OI 10 e 11 RRRRR

10 Corone, 02-01-1904 – Sovrastampa I° tipo Crap. OI 12 RRRRR

10 Corone, 02-01-1904 – Sovrastampa II° tipo Crap. OI 13 RR

10 Corone, 02-01-1904 – Sovrastampa doppia II° e III° tipo Crap. OI 13 e 14 RRR 80

60%

60%

60%

60%


10 Corone, 02-01-1915 – Sovrastampa I° tipo Crap. OI 15 RRRRR

50%

10 Corone, 02-01-1915 - Sovrastampa II° tipo Crap. OI 16 RR

50%

10 Corone, 02-01-1915 – Sovrastampa doppia I° e II° tipo Crap. OI 15 e 16 RRRRR

50%

10 Corone, 02-01-1915 – Sovrastampa del III° tipo Crap. OI 17 RR

50%

10 Corone, 02-01-1915 – Sovrastampa doppia II° e III° tipo Crap. OI 16 e 17 RR

50%

81


50%

20 Corone, 02-01-1907 – Sovrastampa I° tipo Crap. OI 18 RRRRR

50%

20 Corone, 02-01-1907 – Sovrastampa II° tipo Crap. OI 19 RR

50%

20 Corone, 02-01-1907 – Sovrastampa doppia I° e II tipo Crap. OI 18 e 19 RRRRR

50%

20 Corone, 02-01-1907 – Sovrastampa doppia II° e III° tipo Crap. 19 e 20 RRRR 82


50%

20 Corone, 02-01-1913 – Sovrastampa I° tipo Crap. OI 21 RRRRR

50%

20 Corone, 02-01-1913 – Sovrastampa II° tipo Crap. OI 22 RR

50%

20 Corone, 02-01-1913 – Sovrastampa doppia I° e II° tipo Crap. OI 21 e 22 RRRRR

50%

20 Corone, 02-01-1913 – Sovrastampa III° tipo Crap. OI 23 RRR 83


20 Corone, 02-01-1913 – Sovrastampa doppia II° e III° tipo, al D/ e al R/ Crap. OI 22 e 23 RRRR

50%

50%

20 Corone, 02-01-1913 – Sovrastampa doppia II° e III° tipo, entrambe al D/ Crap. OI 22 e 23 RRR

50 Corone, 02-01-1902 – Sovrastampa doppia I° e II° tipo Crap. OI 24 e 25 RRRRR

50 Corone, 02-01-1902 – Sovrastampa II° tipo Crap. OI 25 RRR 84

50%

50%


50 Corone, 02-01-1902 – Sovrastampa III° tipo Crap. OI 26 RRRR

50 Corone, 02-01-1914 – Sovrastampa I° tipo Crap. OI 27 RRRRR

50 Corone, 02-01-1914 – Sovrastampa doppia I° e II° tipo Crap. OI 27 e 28 RRRRR

50 Corone, 02-01-1914 – Sovrastampa III° tipo Crap. OI 29 RR 85

50%

50%

50%

50%


50 Corone, 02-01-1914 – Sovrastampa III° tipo con cancellazione d’epoca Crap. OI 29 RRRRR

50%

100 Corone, 02-01-1910 – Sovrastampa I° tipo Crap. OI 30 RRRRR

50%

100 Corone, 02-01-1910 – Sovrastampa doppia I° e II° tipo Crap. OI 30 e 31 RRRRR

50%

100 Corone, 02-01-1912 Sovrastampa I° tipo Crap OI 33 RRRRR 86

50%


100 Corone, 02-01-1912 Sovrastampa II° tipo Crap OI 34 R

50%

100 Corone, 02-01-1912 Sovrastampa III° tipo Crap OI 35 RR

50%

100 Corone, 02-01-1912 Sovrastampa doppia II° e III° tipo Crap OI 34 e 35 RRR

50%

100 Corone, 02-01-1912 Sovrastampa doppia II° e III° tipo con cancellazione d’epoca Crap OI 34 e 35 RRRR

50%

87


45%

1000 Corone, 02-01-1902 – Sovrastampa II° tipo Crap. OI 36 R

45%

1000 Corone, 02-01-1902 – Sovrastampa III° tipo Crap OI 37 RRRR

45%

1000 Corone, 02-01-1902 – Sovrastampa doppia II°e III tipo Crap. OI 36 e 37 RRRR

88


Fin dal 1919 l’allora governatore della Banca d’Italia Bonaldo Stringher aveva dato incarico al direttore della filiale di Trieste di studiare un modo per aprire una dipendenza a Fiume. Dopo il 1° dicembre 1921 con il trattato di Rapallo venne istituito lo Stato libero di Fiume, fu questa l’occasione per aprire una dipendenza che con un apposito ordinamento speciale gli consentiva di operare in sostanza con le stesse funzioni di una filiale. Il 22 febbraio 1924 con il R.D.L. n. 211 la città di Fiume venne annessa al Regno d’Italia, due giorni dopo fu emesso il R.D. n. 235 con il quale, a partire dal 2 marzo, nell’ex Corpus separatum di Fiume si dava corso legale alla circolazione di monete e banconote italiane. La dipendenza della Banca d’Italia da quel momento cessò il suo regime speciale e divenne ufficialmente filiale della provincia del Carnaro. L’esempio di questi due assegni testimonia quel periodo storico. Since 1919, the then governor of the Bank of Italy, Bonaldo Stringher, had assigned the director of the Trieste branch with the task to find a way to open a subsidiary in Rijeka. After December 1, 1921 with the Treaty of Rapallo, the Free State of Rijeka was established. This was the perfect occasion to open a subsidiary that, with special regulation, would be able to operate essentially with the same functions of a regular branch. On 22 February 1924, with the R.D.L. n. 211 Rijeka was annexed to the Kingdom of Italy; two days later the R.D. n. 235 was issued, and from 2 March Italian coins and banknotes would be the legal currency in the former Corpus Separatum (territory) of Rijeka. From that moment the subsidiary of the Bank of Italy ceased its special regime and became officially a branch of the province of Carnaro. The example of these two cheques is a testimony to that historical period.

50%

134

Città di Fiume - Assegno bancario della Banca d’Italia datato 06/09/1924

SPL

20

50%

135

Città di Fiume - Assegno bancario della Banca d’Italia datato 27/11/1929

89

SPL

20


Così come accadde soprattutto nei possedimenti e nelle colonie, nella prima metà degli anni venti del Novecento, anche a Fiume si determinò una scarsa circolazione di spezzati metallici di piccolo taglio. Per sopperire a tale carenza nel 1925 fu dato incarico alla tipografia Urania di stampare “Buoni di cassa dei Servizi pubblici di Fiume” nei tagli da 10, 20 e 50 centesimi di Lira. Just like it happened in the other territories and colonies in the first half of the 1920s, Rijeka also experienced scarce circulation of small-cut coins. To make up for this shortage, in 1925 the typography Urania was commissioned to print “Buoni di cassa dei Servizi pubblici di Fiume” (paper bonds) in denominations of 10, 20 and 50 cents of Lira.

136

Città di Fiume 1925 - Buono di Cassa da 10 Cent. dei Servizi Pubblici. Gav. 03.103 RRR

90

BB

60


L’1 giugno del 1900, dopo le prime violenze a Pechino contro gli occidentali e i cristiani, un primo contingente di 436 marinai aderenti alla “Alleanza delle otto nazioni” (Italia, Regno Unito, Austria-Ungheria, Germania, Russia, Francia, Stati Uniti e Giappone) sbarcò nel porto cinese di Ta Ku e da lì raggiunse in treno Pechino per proteggere le legazioni occidentali assediate dai rivoltosi nazionalisti. I così detti “Boxer”. Successivamente il contingente italiano in Cina venne via via incrementato fino a raggiungere, a fine agosto, oltre 2.500 uomini al comando del contrammiraglio Camillo Candiani. Con la firma del trattato di pace con cui si mise fine all’intervento delle potenze straniere in Cina il Celeste impero concesse in perpetuo all’Italia, con poteri di extraterritorialità, un territorio di 458.000 m2. La zona consisteva nell’immediata periferia orientale di Tientsin, città situata nella Cina settentrionale all’imboccatura del fiume Hai Ho a sud-est di Pechino, lungo la riva sinistra del fiume Hai-He, ricco di saline con un villaggio e un’ampia area paludosa. Il 7 giugno del 1902 la Concessione di Tientsin passò ufficialmente sotto l’amministrazione del Regno d’Italia. Cesare Poma si insediò quale primo Governatore. Negli anni successivi si svilupparono attività di vario genere, vennero costruiti edifici pubblici e la caserma per il contingente italiano posto a presidio della Concessione, anche la toponomastica locale divenne bilingue. Il 19 ottobre 1919, azionisti cinesi rappresentati dall’onorevole Hsu Shih-ing, tramite l’Ambasciatore cinese in Italia, Wang Kouang Ky e azionisti italiani tra cui i delegati del Credito Italiano, della Banca Unione e del Credito Varesino si incontrarono presso l’ambasciata cinese a Roma e firmarono una convenzione con la quale venne costituita in Cina una nuova banca denominata “Banca Italo-Cinese” (Sino-Italian Bank). L’atto costitutivo definitivo fu poi registrato dal console italiano Vincenzo Fileti presso il consolato italiano a Tientsin il 18 febbraio 1920. La costituzione di questa nuova banca fu un passo importante per migliorare il ruolo della comunità e delle imprese italiane in Cina. La Sino-Italian Bank entrò da quel momento a far parte del nucleo di banche internazionali che, a partire dalla fine delle guerre dell’oppio, si erano insediate nel grande paese asiatico. A questo istituto bancario si deve, Avvenimenti in Cina, 24 giugno 1900. nei primi mesi del 1921, la decisione di sperimentare l’emissione di Copertina della rivista L’illustrazione italiana del 24 giubanconote con il probabile intento di destinarle alla circolazione locale gno 1900. Nella prima delle due immagini è ritratto il nella Concessione italiana e ai commerci italo-cinesi. marchese Giuseppe Salvago Raggi, diplomatico italiano tra i più prestigiosi tra fine Ottocento e lo scoppia della Prima guerra mondiale. Il 23 marzo 1899 fu trasferito a Pechino dove durante gli anni della penetrazione politica e commerciale europea in Cina, assunse il ruolo di ministro residente. Durante la Rivolta dei Boxer, resistette, assieme alla sua famiglia, all’assalto al quartiere diplomatico, fino all’arrivo dei contingenti internazionali. In seguito alla liberazione delle legazioni, il 13 dicembre 1900, ottenne la nomina a ministro plenipotenziario. In seguito alle trattative tra la Cina e gli altri paesi europei, spinse il ministero degli Esteri ad autorizzare l’occupazione da parte italiana di quella che sarebbe stata la concessione di Tientsin.

Furono commissionate, a due diversi istituti specializzati nella stampa di carte valori, due emissioni sperimentali, la prima fu stampata in Cina dal Bureau of Engraving and Printig Peking con stampata la data del 1 aprile 1921. Di questa prima emissione sono giunte ai giorni nostri solo alcuni esemplari del biglietto da 1 Yuan e i soli biglietti da 10 Yuan e da 5 Yuan presenti in questa raccolta, due banconote di straordinario interesse storico-documentario ad oggi le uniche al mondo. La seconda emissione fu stampata, con la data del 15 settembre 1921, negli Stati Uniti dall’American Bank Note Company (ABNC) nei pezzi da 100, 50, 10, 5 e 1 Yuan. Di questi solo la banconota da 100 Yuan fu sicuramente utilizzata,

Partenza delle truppe per la Cina, 19 luglio 1900. Doppia pagina centrale della rivista L’illustrazione italiana del 29 luglio 1900 raffigurante, in un realistico disegno di Fortunio Matania, il saluto di Umberto I ai militari in partenza da Napoli per la Cina il 19 luglio 1900. Tutti i giornali dell’epoca dettero ampio rilievo all’evento che, considerati i tempi di realizzazione della stampa di allora, venne pubblicata nei giorni successivi. Per una tragica coincidenza, L’Illustrazione italiana, come tutte le altre riviste illustrate che allora uscivano di domenica, pubblicò con grande rilevo la notizia lo stesso giorno in cui Umberto I veniva assassinato a Monza.

91


probabilmente in transazioni di un certo rilievo. Ciò è dimostrato dal fatto che i pochissimi pezzi di questo taglio giunti fino a noi risultano tutti con evidenti segni di circolazione, alcune in modestissimo stato di conservazione. Probabilmente circolarono anche pochissime banconote da 50 Yuan. Dalle nostre ricerche risultano apparsi non più di cinque banconote da 50 Yuan circolate, tra le quali una in questa raccolta. On June 1, 1900, after violence first broke out in Beijing against Westerners and Christians, a contingent of 436 sailors belonging to the “Eight-Nation Alliance “ (Italy, United Kingdom, Austria-Hungary, Germany, Russia, France, United States and Japan) landed in the Chinese port of Ta Ku. From there, they reached Beijing by train to protect the foreign legations that had been besieged by nationalist insurgents, the so-called “Boxers”. Subsequently, the Italian contingent in China was gradually increased to reach, at the end of August, over 2,500 men under the command of Counter Admiral Camillo Candiani. With the signing of the peace treaty which put an end to the intervention of foreign powers in China, the Celestial Empire granted Italy, in perpetuity, extraterritorial powers on a territory of 458,000 squared meters. The area consisted of the eastern outskirts of Tientsin, a city located in northern China at the mouth of the Hai River, southeast of Beijing, along the left bank of the river, an area rich of salt mines, with a village and a large marshland. On June 7, 1902, the Concession of Tientsin officially became part of the Kingdom of Italy. Cesare Poma took office as the first Governor. In the following years various activities developed, public buildings were built among which was the garrison of the Italian contingent placed to defend the Concession, even the local place names became bilingual. On October 19, 1919, Chinese shareholders represented by Mr Hsu Shih-ing, via the Chinese Ambassador to Italy, Wang Kouang Ky, and Italian shareholders including delegates of Credito Italiano, Banca Unione and Credito Varesino, met at the Chinese embassy in Rome and signed an agreement Spedizione italiana in Cina, maggio 1901. with which a new bank called Banca ItaloCartolina originale d’epoca con timbro delle Truppe italiane in Cina raffigurante Cinese (Sino-Italian Bank) was established ufficiali del 3° Battaglione del genio germanico e ufficiali italiani del distaccain China. The articles of incorporation mento Bersaglieri a Tientsin nel maggio del 1901 (Collezione privata). were then registered by the Italian consul Vincenzo Fileti at the Italian consulate in Tientsin on 18 February 1920. The establishment of this new bank was an important step in improving the role of the Italian community and Italian companies in China. From that moment on, the Sino-Italian Bank was part of the of group international banks that had settled in the great Asian country, since the end of the opium wars. To this institution is owed the decision, in the first months of 1921, to issue experimental banknotes probably meant for local circulation in the Italian Concession and for the Italian-Chinese businesses. Two experimental issues were commissioned, to two different companies specialized in the printing of security papers. The first issue was printed in China by the Bureau of Engraving and Printig Peking, with the date April 1, 1921. Of this first issue, only a few copies of the 1 Yuan ticket and the 10 Yuan and 5 Yuan banknotes in this collection have survived, two notes of extraordinary historical and documentary interest, the only ones in the world to date. The second issue was printed on September 15, 1921 in the United States by the American Bank Note Company (ABNC) in denominations of 100, 50, 10, 5 and 1 Yuan. Of these, only the 100 Yuan note was used for sure, probably in transactions of some importance. This is demonstrated by the fact that the very few pieces of this denomination that have made it to this day all have obvious marks from circulation, some are in a very modest state of preservation. Probably, very few 50 Yuan notes circulated as well. From our research, no more than five circulated 50 Yuan banknotes have appeared, one of which is in this collection.

92


Stampa Bureau of Engraving and Printing Peking

50%

137

Concessione italiana in Cina, Tientsin 10 Yuan del 01/04/1921 0118104 Crap. OI 44 RRRRR In slab PMG n° 1914635-009 Banconota della più grande rarità, non ci risultano altri esemplari apparsi sul mercato, è la medesima illustrata a p. 267 del volume LA CARTAMONETA ITALIANA Corpus Notarum Pecuniarum Italie, Volume primo di Guido Crapanzano, Ermelindo Giulianini e Gerardo Vendemia.

PMG 63

7.000

50%

138

Concessione italiana in Cina, Tientsin 5 Yuan del 01/04/1921 0082785 Crap. OI 43 RRRRR In slab PMG n° 1914635-008 Banconota della più grande rarità, non ci risultano altri esemplari apparsi sul mercato, è la medesima illustrata a p. 267 del volume LA CARTAMONETA ITALIANA Corpus Notarum Pecuniarum Italie, Volume primo di Guido Crapanzano, Ermelindo Giulianini e Gerardo Vendemia.

93

PMG 64

7.000


40%

139

Concessione italiana in Cina, Tientsin 1 Yuan del 01/04/1921 0144809 Crap. OI 42 RRR in slab PMG n° 1914635-007 La banconota è la medesima illustrata a p. 266 del volume LA CARTAMONETA ITALIANA Corpus Notarum Pecuniarum Italie, Volume primo di Guido Crapanzano, Ermelindo Giulianini e Gerardo Vendemia.

PMG 50

500

Stampa American Bank Note Company (ABNC)

40%

140

Concessione italiana in Cina, Tientsin Coppia di prove preliminari uniface (fronte + retro) del 100 Yuan del 15.9.1921. Pick S255p1, S255p2 RRRRR Prove della più grande rarità, non ci risultano altri esemplari apparsi sul mercato, in slab PMG 1914636012 e 1914636-013 Ex Asta Stack’s Bowers Session J, 21/08/2013 Hong Kong lotto 52226.

94

PMG 64

2.000


50%

141

Concessione italiana in Cina, Tientsin – 100 Yuan del 15/09/1921 SPECIMEN Crap. OI 49s RRRR In slab PMG n° 1914636-002.

PMG 64

2.500

50%

142

Concessione italiana in Cina, Tientsin - 100 Yuan del 15/09/1921 004878 Crap. OI 49 RRRRR In slab PMG n° 1914636-003 Banconota della più grande rarità, è la medesima illustrata a p. 270 del volume LA CARTAMONETA ITALIANA Corpus Notarum Pecuniarum Italie, Volume primo di Guido Crapanzano, Ermelindo Giulianini e Gerardo Vendemia.

95

PMG 50

4.000


40%

143

Concessione italiana in Cina, Tientsin - Coppia di prove preliminari uniface (fronte + retro) del 50 Yuan del 15.09.1921 Pick S255p1, S255p2 RRRRR In slab PMG 1914636-010 e 1914636-011 Ex Asta Stack’s Bowers Session J, 21/08/2013 Hong Kong lotto 52226.

PMG 64 / 63

1.000

25%

144

Concessione italiana in Cina, Tientsin - Coppia di prove uniface (fronte + retro) su cartoncino del 50 Yuan del 15.09.1921 Pick S255p1, S255p2 RRRRR In slab PMG 1914636-020 e 1914638-001. 96

PMG 67 / 66

1.400


40%

145

Concessione italiana in Cina, Tientsin - 50 Yuan del 15/09/1921 SPECIMEN Crap. OI 48s RRR In slab PMG n° 1914635-003.

PMG 65

600

40%

146

Concessione italiana in Cina, Tientsin - 50 Yuan del 15/09/1921 001098 Crap. OI 48 RR In slab PMG n° 1914635-002.

PMG 63

400

40%

147

Concessione italiana in Cina, Tientsin - 50 Yuan del 15/09/1921 004450. Esemplare circolato. Crap. OI 48 RR In slab PMG n° 1914636-001. 97

PMG 15

200


35%

148

149

Concessione italiana in Cina, Tientsin - Coppia di prove preliminari uniface (fronte + retro) del 10 Yuan del 15.09.1921 Pick S255p1, S255p2 RRRRR In slab PMG 1914636-008 e 1914636-009 Ex Asta Stack’s Bowers Session J, 21/08/2013 Hong Kong lotto 52226.

Concessione italiana in Cina, Tientsin - Coppia di prove uniface (fronte + retro) su cartoncino del 10 Yuan del 15.09.1921 Pick S254p1, S254p2 RRRRR In slab PMG 1914636-018 e 1914636-019. 98

PMG 64

800

30%

PMG 64 /65

800


35%

150

Concessione italiana in Cina, Tientsin - 10 Yuan del 15/09/1921 SPECIMEN Crap. OI 47 R In slab PMG n° 1914635-012.

PMG 64

400

35%

151

Concessione italiana in Cina, Tientsin - 10 Yuan del 15/09/1921 205940 Crap. OI 47 In slab PMG n° 1914635-013.

PMG 55

30

35%

152

Concessione italiana in Cina, Tientsin - Coppia di prove preliminari uniface (fronte + retro) del 5 Yuan del 15.09.1921 Pick S254p1, S254p2 RRRRR In slab PMG 1914636006 e 1914636-007 Ex Asta Stack’s Bowers Session J, 21/08/2013 Hong Kong lotto 52226.

99

PMG 64 / 63

600


35%

153

Concessione italiana in Cina, Tientsin - Coppia di prove uniface (fronte + retro) su cartoncino del 5 Yuan del 15.09.1921 Pick S254p1, S254p2 RRRRR Conservazione eccezionale, in slab PMG 1914636-016 e 1914636-017.

PMG 67

1.000

40%

154

Concessione italiana in Cina, Tientsin - 5 Yuan del 15/09/1921 SPECIMEN Crap. OI 46 R In slab PMG n° 1914635-010.

100

PMG 66

300


40%

155

Concessione italiana in Cina, Tientsin - 5 Yuan del 15/09/1921 443763 Crap. OI 46 In slab PMG n° 1914635-011.

PMG 58

30

40%

156

Concessione italiana in Cina, Tientsin - Coppia di prove preliminari uniface (fronte + retro) del 1 Yuan del 15.09.1921 Pick S253p1, S253p2 RRRRR In slab PMG 1914636004 e 1914636-005 Ex Asta Stack’s Bowers Session J, 21/08/2013 Hong Kong lotto 52226.

101

PMG 64

600


157

Concessione italiana in Cina, Tientsin - Coppia di prove uniface (fronte + retro) su cartoncino del 1 Yuan del 15.09.1921 Pick S253p1, S253p2 RRRRR In slab PMG 1914636-014 e 1914636-015.

158

Concessione italiana in Cina, Tientsin - 1 Yuan del 15/09/1921 SPECIMEN Crap. OI 45 R In slab PMG n° 1914635-014.

159

Concessione italiana in Cina, Tientsin - 1 Yuan del 15/09/1921 057866 Crap. OI 45 In slab PMG n° 1914635-015. 102

30%

PMG 66

800

40%

PMG 66

300

40%

PMG 58

30


Gli interessi degli azionisti cinesi e italiani all’interno della Sino-Italian Bank dopo poco tempo iniziarono a discostarsi. Il direttivo della banca non considerava il mercato e gli imprenditori cinesi come entità commerciali di rilievo a causa delle incertezze politiche che caratterizzarono la Cina in quegli anni; inoltre, le imprese cinesi locali stavano generando ingenti perdite finanziarie per la banca. La Banca sino-italiana fu sciolta e ribattezzata “Banca Italiana per la Cina” dopo la deliberazione dell’assemblea tenutasi il 14 gennaio 1924 a Tientsin. Il nuovo atto di registrazione fu depositato presso il consolato italiano di Shanghai il 19 agosto 1924 e la sede legale della nuova banca fu fissata a Shanghai. Di questa successiva presenza italiana in Cina se ne da qui una testimonianza con questi due assegni emessi in due delle principali filiali. The interests of the Chinese and Italian shareholders within the Sino-Italian Bank soon began to diverge. The bank’s management did not consider the Chinese market and entrepreneurs as major commercial entities because of the political uncertainties that characterized China in those years; moreover, the local Chinese companies were generating huge financial losses for the bank. The Sino-Italian Bank was dissolved and renamed “Banca Italiana per la Cina” after the decision made at the shareholders’ meeting held on 14 January 1924 in Tientsin. The new articles of incorporation were deposited at the Italian consulate in Shanghai on 19 August 1924 and the headquarters of the new bank were established in Shanghai. Of this later Italian presence in China, testimony can be found in these two cheques issued in two of the main branches.

40%

160

CINA filiale di Tientsin - Assegno emesso dalla Banca Italiana per la Cina nel 1936. Questo esemplare è il medesimo illustrato Cartamoneta Antica Vol II pag. 54.

BB

30

40%

161

CINA filiale di Shanghai - Assegno emesso dalla Banca Italiana per la Cina nel 1925.

103

BB

30


Nei primi mesi del 1917, nel pieno della Prima guerra mondiale, lo Stato maggiore italiano decise di rafforzare il controllo dell’Adriatico e a giugno, su decisione del nostro Governo, dichiarò il protettorato italiano sull’Albania affidando l’incarico di imporlo al generale Giacinto Ferrero comandante dell’armata italiana in Albania. L’Italia mantenne il controllo del paese fino alla stipula dell’armistizio di Villa Giusti, il 3 novembre 1918, con il quale venne sancita la conclusione delle ostilità. Il vicino stato adriatico non aveva allora un sistema monetario proprio. Circolavano sulla costa monete italiane e per le transazioni di rilievo venivano usate monete d’oro di diversa provenienza e monete d’argento, in gran parte corone austriache. La monarchia di Guglielmo di Wied, allora formalmente ancora al potere, proseguì fino al 1924, quando una gravissima crisi interna portò alla nascita di un governo che proclamò la Repubblica con a capo Ahamet Bey Zogu. La carenza di circolante monetario e la consuetudine nel meridione all’uso della Lira italiana spinse la Camera di commercio della Città di Berat, nell’aprile del 1924, a far stampare dalla “Shtyp Dori Koti Korce” biglietti di emergenza in lire italiane, da 0,50, 1 e 2 Lire, con testo in italiano e albanese. In early 1917, at the height of the First World War, the Italian General Staff decided to Berat, Albania. strengthen control of the Adriatic Ingresso dell’antica cittadella con la chiesa bizantina della Santissima Trinità del XIII secolo Sea and in June, at the decision che, con altre chiese dello stesso periodo nella città, testimoniano la secolare presenza criof our Government, the Italian stiana nel sito sul fiume Osum. protectorate over Albania was announced and the government entrusted General Giacinto Ferrero, commander of the Italian army Albania, with the task of imposing the protectorate. Italy maintained control of the country until the armistice of Villa Giusti was signed on 3 November 1918, which sanctioned the end of hostilities. The neighbouring Adriatic state did not have its own currency. Italian coins circulated on the coast and for important transactions gold and silver coins of different origins were used, mostly Austrian crowns. The monarchy of William of Wied, then formally still in power, continued until 1924, when a serious internal crisis led to the birth of a government that proclaimed the Republic under Ahamet Bey Zogu. The shortage of circulating currency and the already established custom to use the Italian Lira, mainly in the south of the country prompted the Chamber of Commerce of the City of Berat, in April 1924, to have the “Shtyp Dori Koti Korce” print emergency tickets in Italian lira, from 0,50, 1 and 2 Lire, written in both Italian and Albanian.

40%

162

ALABANIA Berat - Biglietto di emergenza da Lire Italiane 1 con testo italiano e albanese, stampato da Shtyp Dori Koti Korce nell’aprile del 1924 per conto della DHOMA TREGETARE E BERATIT (Camera di commercio di Berat) n. di serie 1207 Gav. 03.127 RRR In slab PMG n° 1914638-004.

104

PMG 63

100


40%

163

164

165

ALBANIA Berat - Biglietto di emergenza da Lire Italiane 1 con testo italiano e albanese, stampato da Shtyp Dori Koti Korce nell’aprile del 1924 per conto della DHOMA TREGETARE E BERATIT (Camera di commercio di Berat), senza numero serie Gav. 03.127 RRR In slab PMG n° 1914638-005.

PMG 64

100

ALBANIA Berat - Biglietto di emergenza da Lire Italiane 0,50 con testo italiano e albanese, stampato da Shtyp Dori Koti Korce nell’aprile del 1924 per conto della DHOMA TREGETARE E BERATIT (Camera di commercio di Berat) n. di serie 2083 Gav. 03.126 RRR

SUP

100

ALBANIA Berat - Biglietto di emergenza da Lire Italiane 0,50 con testo italiano e albanese, stampato da Shtyp Dori Koti Korce nell’aprile del 1924 per conto della DHOMA TREGETARE E BERATIT (Camera di commercio di Berat) senza numero di serie Gav. 03.126 RRR

SUP

100

105


Il 15 marzo 1925 il Ministro degli esteri albanese Mufid Bey Libohova e Mario Alberti, in rappresentanza di un gruppo finanziario italiano, firmarono una convenzione che successivamente fu ratificata dal Parlamento albanese. In attuazione di tale convenzione in giugno il Governo promulgò una legge per il riordino monetario nazionale e la creazione della “Banca nazionale d’Albania”. La nuova banca, indipendente dal Governo, fu costituita il 2 settembre di quello stesso 1925 e aveva la sua sede legale a Roma, era amministrata da un direttivo composto da due italiani e due albanesi con l’impegno di assegnare la presidenza sempre a un italiano. Il capitale inizialmente era previsto fosse per il 26% posseduto da un gruppo finanziario italiano partecipato dalle più importanti banche nazionali, per il 10% da un gruppo jugoslavo, per il 15% da un gruppo svizzero-belga e per il restante 49% da privati italiani e albanesi. In breve tempo, con una serie di operazioni finanziarie, il controllo fu saldamente assicurato al gruppo finanziario italiano e, attraverso l’Istituto nazionale cambi con l’estero, al Governo italiano. Zogu sollecitò e accettò da subito l’appoggio degli italiani, determinando di fatto il nostro completo controllo sulla politica finanziaria e monetaria del paese. Nel 1926 la Banca nazionale d’Albania istituì un sistema monetario nazionale con a base il Franco albanese, corrispondente al peso di 0,290333 grammi di oro fino, pari al Franco oro dell’Unione monetaria latina. Fu stabilita l’emissione di banconote da 100, 20 e 5 franchi stampate a Londra dalla “Bradbury Wilkinson & C.” e una, a 5 Lek corrispondente a 1 Franco oro, stampata dalla “Off. Carte valori Richter & C. Napoli”. Oggi le banconote da 1 e 100 franchi sono della più grande rarità, in particolare quella da 1 Franco oro difficilmente appare nel mercato numismatico internazionale. Ahamet Bey Zogu, Presidente della Repubblica d’Albania 1925-1928. Re d’Albania 1928-1939. Nasce a Burgajet nei pressi di Burrel da Xhemal Pasha Zogolli, un bajrak musulmano (“capo tribù di montagna”) e dalla nobildonna Sadije Toptani. Il cognome Zogolli, in cui vi è il suffisso turco: “olli” che significa “figlio di”, fu cambiato da Ahmet in Zogu, che in lingua albanese significa “uccello”. Una rivolta promossa da forze di sinistra e guidata da monsignor Fan Noli, fondatore della Chiesa ortodossa albanese, costrinse Zogu all’esilio nel giugno del 1924. Il governo Noli non ricevette l’appoggio né della Francia, né dell’Italia. Mussolini, anzi, finanziò segretamente il ritorno di Zogu in Albania. Fu eletto ufficialmente presidente della giovane repubblica albanese dall’Assemblea costituente il 21 gennaio 1925. Il suo governo seguì i modelli europei. Il principale alleato di Zogu durante questo periodo fu l’Italia. Il 1° settembre 1928 si proclamò re degli Albanesi (Mbret i Shqiptarëve). Il regime del nuovo re portò stabilità in Albania e istituì un sistema di istruzione nazionale. La dipendenza fiscale ed economica dell’Albania dall’Italia continuò a crescere in un periodo in cui Mussolini stava estendendo la sua sfera di influenza nei Balcani. Il 27 aprile 1938 sposò la contessa Géraldine Apponyi de Nagyappony, una cattolica metà ungherese e metà statunitense. Il loro unico figlio, il principe Leka Zogu, nacque il 5 aprile 1939. Due giorni dopo, il 7 aprile 1939, le truppe italiane entrarono in Albania. Zogu e la sua famiglia si rifugiarono in esilio in Grecia, Turchia, Gran Bretagna, Egitto, e infine in Francia, in Costa Azzurra dove decise di stabilirsi. Qui visse in ristrettezze economiche e senza servitù. Morì in Francia, in un ospedale di Suresnes, il 9 aprile 1961. Fu sepolto al cimitero parigino di Thiais fino al 2012, quando i suoi resti furono trasferiti in Albania e tumulati nel ricostruito “Mausoleo della famiglia reale albanese” a Tirana.

On 15 March 1925, Albanian Foreign Minister Mufid Bey Libohova and Mario Alberti, representing an Italian financial group, signed a convention which was subsequently ratified by the Albanian Parliament. In implementation of this convention, in June, the Government enacted a law that reorganized the national currency and the “National Bank of Albania” was established. The new bank, independent of government, was established on 2 September 1925 and had its headquarters in Rome. It was managed by a board composed of two Italians and two Albanians, the presidency was always assigned to an Italian. At first, the capital was expected to be composed as the following: 26% owned by an Italian financial group participated by the most important national banks, 10% by a Yugoslav group, 15% by a Swiss-Belgian group and the remaining 49% by Italian and Albanian individuals. Soon, with a series of financial transactions, control was firmly ensured to the Italian financial group and, through the National Institute of foreign exchange, to the Italian Government. Zogu urged and immediately accepted the support of the Italians, effectively determining our complete control over the country’s financial and monetary policy. In 1926, the National Bank of Albania established a national monetary system based on the Albanian Franc, corresponding to the weight of 0.290333 grams of fine gold, equal to the Gold Franc of the Latin Monetary Union. It was decided to issue 100, 20 and 5 francs banknotes, printed in London by the “Bradbury Wilkinson & C.”. It was also decided to put forward another issue, at 5 Lek corresponding to 1 gold franc, printed by the “Off. Carte valori Richter & C. Napoli”. Today the 1 and 100 franc notes are of the greatest rarity, the 1 gold franc one hardly appears on the international numismatic market. 106


40%

166

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Protettorato Italiano - 100 Franchi Oro del 1926 SPECIMEN con dicitura “Annullato”. Crap. OI 54s RR In slab PMG n° 1914638-017.

PMG 66

600

60%

167

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Protettorato Italiano - 100 Franchi Oro del 1926 A68,309. Crap. OI 54 RRRRR Della più grande rarità, accompagnata da certificato di autenticità firmato da Guido Crapanzano.

107

FDS

3.500


40%

168

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Protettorato Italiano - 20 Franchi Oro del 1926 SPECIMEN con dicitura “Annullato”. Crap. OI 53s RR In slab PMG n° 1914638-015.

PMG 64

200

40%

169

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Protettorato Italiano - 20 Franchi Oro del 1926 J74,719. Crap. OI 53 In slab PMG n° 1914638-016.

PMG 35

100

40%

170

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Protettorato Italiano - 5 Franchi Oro del 1926 SPECIMEN con dicitura “Annullato”. Crap. OI 51s RR In slab PMG n° 1914638-013.

108

PMG 66

200


40%

171

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Protettorato Italiano - 5 Franchi Oro del 1926 K75,847 (Alberti - Gambino). Crap. OI 51 R In slab PMG n° 1914638-014.

PMG 58

300

60%

172

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Protettorato Italiano - 1 Franco Oro / 5 Lek del 1926 SPECIMEN con dicitura “Annullato”. Crap. OI 50s RRRR In slab PMG n°1914638-011.

109

PMG 66

1.000


173

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Protettorato Italiano - 1 Franco Oro / 5 Lek del 1926 46833 . Crap. OI 50 RRRRR Della più grande rarità, pochissimi gli esemplari conosciuti, accompagnata da certificato di autenticità firmato da Guido Crapanzano.

SPL

3.500

40%

174

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Protettorato Italiano - 5 Franchi Oro del 1930 K80,850 (Bianchini - Gambino). Crap. OI 52 In slab PMG n° 1914638-019.

110

PMG 30

100


La Banca nazionale d’Albania stabilì inoltre la coniazione di monete metalliche in oro da 100, 20 e 10 franchi; in argento da 5, 2 e 1 Franco; in nichelio da 1, ½ e ¼ di Lek; in bronzo da 10 e 5 Qindar (10 e 5 centesimi di Lek). L’incarico di disegnare le nuove monete fu affidato al medaglista Giuseppe Romagnoli e quello di predisporre i coni all’incisore Attilio Silvio Motti. Le monete in questa prima fase, tranne alcuni esemplari del 20 Franchi Skanderbeg del 1927 in oro e alcune prove battute nella zecca di Vienna, furono tutte coniate nella zecca di Roma. The National Bank of Albania also issued 100, 20 and 10 francs gold coins; 5, 2 and 1 silver franc; 1, ½ and ¼ Lek in nickel; 10 and 5 Qindar bronze (10 and 5 Lek cents). The task of designing the new coins was entrusted to the medallist Giuseppe Romagnoli and engraver Attilio Silvio Motti prepared the dies. Except for few 1927 gold 20 Franks Skanderbeg and some patterns struck in the Vienna Mint, in this first phase the coins were all minted in Rome.

175

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 100 Franga 1926 Prova - Mont. 01 AU RRRR Solo 50 esemplari coniati. Ex asta NAC 76 del 10/12/2013, lotto 490.

qFDC

4.000

176

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 100 Franga 1926 R - Mont. 04 AU R

SPL+

2.500

111


177

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1926 R - Mont. 26 AU R In slab NGC n° 6638770-006.

MS 63+

1.500

178

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1926 R “Fascetto” - Mont. 28 AU RRRRR In slab NGC n° 6638771-007. Di questa moneta, battuta nella zecca di Roma con un piccolo fascio accanto alla R, furono battuti soltanto 100 esemplari, 90 dei quali subito rifusi. Ex asta Nomisma 46 del 28/10/2012, lotto 445.

MS 65 PL

12.000

179

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 5 Franga 1926 R “senza stella sotto il collo” Mont. 41 AG R Ex asta MPO 46 del 21/05/2015, lotto 3089.

qFDC

500

180

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 5 Franga 1926 R Prova “stella sotto il collo” Mont. 40 AG RRR Solo 50 esemplari coniati.

FDC

1.000

112


181

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 5 Franga 1926 R “stella sotto il collo” - Mont. 42 AG R Ex asta Busso 424 del 15/05/2019, lotto 501.

SPL+

400

182

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Franga 1926 R Prova - Mont. 43 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-019. Solo 50 esemplari coniati.

MS 64

1.200

183

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Franga 1926 R - Mont. 44 AG R In slab NGC n° 6638768-005.

MS 65+

800

184

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Lek 1926 R Prova - Mont. 65 AG RRRR In slab NGC n° 6143414-018. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta MDC Monaco 9 del 03/06/2022, lotto 148.

MS 66

1.200

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Lek 1926 R - Mont. 66 AG R In slab NGC n° 6638767-019. Ex asta Heritage A1282 del 02/04/2012.

MS 66

100

185

113


186

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Mezzo Lek 1926 R Prova “seconda emissione” Mont. 70 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-006. Solo 25 esemplari coniati. Ex asta Palombo 14 del 21/11/2015, lotto 75.

MS 66

1.500

187

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Mezzo Lek 1926 R - Mont. 71 AG R In slab NGC n° 6638767-020. Ex asta Heritage A1282 del 02/04/2012.

MS 66

100

188

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Quarto Lek 1926 R Prova - Mont. 72 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-007. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Heritage A2495 del 14/04/2014, lotto 30786.

MS 66

1.000

189

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Quarto Lek 1926 R - Mont. 73 AG R Ex asta Inasta 45 del 11/07/2012, lotto 1803.

qFDC

50

190

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 10 Qindar Leku 1926 R - Mont. 77 CU R In slab NGC n° 6638767-016. Ex asta Heritage A1282 del 02/04/2012.

MS 66 RB

100

191

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 5 Qindar Leku 1926 R - Mont. 79 CU R In slab NGC n° 6638767-017. Ex asta Stephen Album del 18/01/2013, lotto 15.

MS 66 RB

100

114


192

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 100 Franga 1927 R Prova - Mont. 07 AU RRRR Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Inasta 52 del 07/12/2013.

SPL+

4.000

193

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 100 Franga 1927 R - Mont. 10 AU R Ex asta Varesi 62 del 30/04/2013, lotto 214.

SPL-FDC

2.500

194

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 100 Franga 1927 Prova R “stella sotto il collo”Mont. 08 AU RRRR Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Varesi 75 del 12/11/2019, lotto 888.

SPL+

4.000

115


195

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 100 Franga 1927 R “stella sotto il collo” - Mont. 11 AU R Ex asta Bolaffi del 23/05/2013, lotto 1079.

SPL+

1.800

196

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 100 Franga 1927 Prova R “2 stelle sotto il collo”Mont. 09 AU RRRR Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Teutoburger 127 del 06/12/2019, lotto 1276.

SPL+

4.000

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1927 Prova R - Mont. 29 AU RRRR In slab NGC n° 6638770-004. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Nomisma 58 del 07/11/2018, lotto 374.

MS 64

5.000

197

116


198

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1927 R - Mont. 30 AU R Ex asta Spink 13039 del 01/10/2013, lotto 5.

qFDC

1.000

199

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 10 Franga 1927 R - Mont. 38 AU R In slab NGC n° 6638759-017. Ex asta Spink 13039 del 01/10/2013, lotto 9.

MS 63

500

200

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Franga 1927 R Prova - Mont. 45 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-002. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Nomisma 58 del 07/11/2018, lotto 389.

MS 63

1.200

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Franga 1927 R Prova - Mont. 54 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-001. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Palombo 14 del 21/11/2015, lotto 72.

MS 65

1.200

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Franga 1927 R - Mont. 55 AG R In slab NGC n° 6638768-003. Ex asta Bolaffi del 30/11/2018, lotto 1352.

MS 65

600

201

202

117


203

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Franga 1927 R Prova - Mont. 57 AG RRRR In slab NGC n° 5887104-006. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Nomisma 66 del 26/11/2022, lotto 63.

MS 67

1.200

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Lek 1927 R - Mont. 68 AG R In slab NGC n° 6638767-018. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Ex asta Palombo 16 del 21/10/2017, lotto 109.

MS 65

100

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Quarto di Lek 1927 R Prova - Mont. 74 AG RRRR In slab NGC n° 6143414-029. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta MDC Monaco 9 del 03/06/2022, lotto 151.

MS 66

1.200

206

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Quarto di Lek 1927 R - Mont. 75 AG R In slab NGC n° 6638767-007. Ex asta Northeast Numismatic del 06/06/2012.

MS 66

100

207

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Franga 1928 R Prova - Mont. 49 AG RRRR In slab NGC n° 2127290-025. Solo 50 esemplari coniati.

MS 64

1.500

204

205

118


208

209

210

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Franga 1928 R Prova - Mont. 58 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-004. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Nomisma 58 del 07/11/2018, lotto 400.

MS 66+

1.200

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Lek 1928 R Prova “bordo largo”- Mont. 64a AG RRRR In slab NGC n° 6638766-017. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Solo 50 esemplari coniati.

MS 64

1.200

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Lek 1928 R Prova Mont. 64b AG RRRR In slab NGC n° 2127290-029. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Genevensis 16 del 14/11/2022, lotto 136.

MS 66

1.200

119


Al fine di consolidare il suo potere il 1° settembre 1928 Zogu si autoproclamò “Re degli albanesi“. Anche queste nuove emissioni con inciso al dritto: Zog I Mbreti Shqiptarevet (Zog primo re degli albanesi) furono coniate nella zecca di Roma. Anche in questa seconda tipologia di emissioni esistono alcuni esemplari delle monete da 1 e 1/2 Lek del 1930 con scritto “Prova” battute a Vienna e una da 1 Lek del 1931, sempre con scritto “Prova”, battuta a Londra. In order to consolidate his power, on 1 September 1928 Zogu proclaimed himself “King of the Albanians”. The new issues, that on obverse read: Zog I Mbreti Shqiptarevet (Zog first king of the Albanians), were also coined in the Rome mint. Even in this second issue, some examples of the 1 and 1/2 Lek coins of 1930 with the words “Prova” were struck in Vienna and a 1 Lek of 1931, always with the words “Prova”, was struck in London. Tirana, 1938. Sede della Banca nazionale d’Albania costruita nel 1938 su progetto dell’architetto italiano Vittorio Morpurgo esponente di rilievo dell’architettura italiana degli anni trenta del Novecento.

211

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Franga 1935 R Prova - Mont. 50 AG RRRR Solo 50 esemplari coniati.

FDC

1.000

212

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Franga 1935 R Prova - Mont. 59 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-008. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Nomisma 58 del 07/11/2018, lotto 401.

MS 64

1.000

120


213

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Franga 1935 R - Mont. 60 AG R

FDC

60

214

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Qindar 1935 R Prova - Mont. 80 CU RRRR In slab NGC n° 6638768-009. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Heritage A2495 del 14/04/2014, lotto 30785.

MS 64 BN

1.200

215

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Qindar 1935 R - Mont. 81 CU R In slab NGC n° 6638756-001. Ex asta Palombo 16 del 21/10/2017, lotto 110.

MS 65 BN

100

216

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Qindar 1935 R Prova - Mont. 82 CU RRRR In slab NGC n° 6638768-010. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Nomisma 58 del 07/11/2018, lotto 418.

MS 65 BN

1.000

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Qindar 1935 R - Mont. 83 CU R In slab NGC n° 6638756-002. Ex asta Tommy Shea del 28/12/2012.

MS 66 RB

80

217

121


218

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1937 R Prova 25° Anniversario dell’Indipendenza - Mont. 31 AU RRRR Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Nomisma 58 del 07/11/2018, lotto 376.

SPL+

5.000

219

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1937 R 25° Anniversario dell’Indipendenza - Mont. 32 AU R Ex asta Inasta 44 del 19/05/2012, lotto 355.

qFDC

1.500

220

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Franga 1937 R Prova 25° Anniversario dell’Indipendenza - Mont. 52 AG RRRR Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Palombo 14 del 21/11/2015, lotto 71.

FDC

1.200

122


221

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 2 Franga 1937 R 25° Anniversario dell’Indipendenza - Mont. 53 AG R Ex asta Nomisma 58 del 07/11/2018, lotto 395.

FDC

100

222

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Franga 1937 R Prova - Mont. 61 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-011. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Ranieri 4, lotto 1121.

MS 66

1.200

223

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Franga 1937 R - Mont. 62 AG R

qFDC

80

224

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Franga 1937 R Prova 25° Anniversario dell’Indipendenza - Mont. 63 AG RRRR In slab NGC n° 6638768-012. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Nomisma 58 del 07/11/2018, lotto 402.

MS 66

1.200

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) Franga 1937 R 25° Anniversario dell’Indipendenza - Mont. 64 AG R In slab NGC n° 6638766-018. Ex asta Nomisma 58 del 07/11/2018, lotto 403.

MS 63

100

225

123


226

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1938 R Prova Celebrazione matrimonio del re - Mont. 33 AU RRRR Solo 50 esemplari coniati. In slab NGC n° 3067459005. TOP POP miglior esemplare certificato NGC.

MS 65

6.000

227

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1938 R Celebrazione matrimonio del re - Mont. 34 AU R Ex asta Nomisma 58 del 07/11/2018, lotto 379.

qFDC-FDC

1.500

228

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 50 Franga 1938 R Prova 10° Anniversario della monarchia - Mont. 23 AU RRRR Solo 50 esemplari coniati. Ex asta Baldwin’s New York Sale XXXII del 08/01/2014.

SPL-FDC

5.000

124


229

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 50 Franga 1938 R 10° Anniversario della monarchia - Mont. 35 AU RR In slab NGC n° 6638770-009. TOP POP miglior esemplare certificato NGC. Ex asta Heritage 3030 del 06/01/2014, lotto 23004.

MS 66

4.000

230

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1938 R Prova 10° Anniversario della monarchia - Mont. 35 AU RRRR Solo 50 esemplari coniati In slab NGC n° 2127523-018.

MS62

5.000

231

ALBANIA Amet Zogu (1925-1939) 20 Franga 1938 R 10° Anniversario della monarchia – Mont 36 AU R In slab NGC n° 6638759-012. Ex asta Nomisma 53 del 21/10/2015, lotto 393.

MS 62

1.200

125


Con il trattato di pace di Losanna firmato il 18 ottobre 1912 si pose fine alla Guerra italo-turca combattuta dal 1911 al 1912. Con esso la Turchia cedette all’Italia il Dodecanneso e la sovranità sulla Tripolitania e la Cirenaica, queste ultime subito dopo distinte in due differenti colonie. Sin dal 1907 il nostro governo aveva suggerito ad alcune banche italiane una penetrazione pacifica della Tripolitania attraverso l’apertura di proprie agenzie con lo scopo di fare di quelle terre una sorta di “estensione” del territorio nazionale. A tale scopo concretizzatosi formalmente il dominio italiano sulle due nuove colonie furono immediatamente introdotte monete, banconote e strutture organizzative identiche a quelle in uso nel territorio nazionale. Nel primo dopoguerra si avvertì, soprattutto nei possedimenti e nelle colonie, una forte carenza di circolante monetario. La crisi fu soprattutto sentita nelle colonie del Nord Africa dove nel 1921 era iniziata una campagna di riconquista della Tripolitania cui seguirà quella del Fezzan e della Cirenaica. A questo periodo risale questo primo esempio di emissione di assegni a taglio fisso usati in sostituzione della valuta ufficiale. The Lausanne Peace Treaty signed on 18 October 1912 ended the Italo-Turkish War fought between 1911 and 1912. With it, Turkey surrendered the Dodecanese and sovereignty over Tripolitania and Cyrenaica to Italy, these last two were soon after divided into two different Tripoli, 11 ottobre 1911 colonies. Since 1907 our government suggested, Cartolina originale d’epoca da una fotografia raffigurante lo sbarco delle Truppe italiane a Tripoli l’11 ottobre 1911 (Collezione privata). to some Italian banks, a peaceful penetration of Tripolitania through the opening of their own agencies, with the aim of making those lands a sort of “extension” of the national territory. To this end, the Italian domain over the two new colonies was formalized and coins, banknotes and organizational structures identical to those in use in the national territory were immediately introduced. After the First World War, there was a heavy shortage of outstanding monetary, especially in the territories and colonies. The crisis was felt mainly in the North Africa colonies where in 1921 a campaign of reconquest of Tripolitania had begun, followed by those of Fezzan and Cyrenaica. This first example of the issuance of fixed-rate cheques used to replace the official currency dates back to this period.

60%

232

Tripolitania, filiale di Tripoli - Vaglia cambiario del Banco di Sicilia a taglio fisso del 27/07/1926 RRRRR

126

SPL

450


Con l’avvento del fascismo vi fu in quelle terre un massiccio incremento di coloni italiani e una significativa proliferazione di aziende e banche italiane che diedero vita una progressiva introduzione di manifestazioni ed eventi culturali tipicamente italiani. Il 3 dicembre 1934 il Governo italiano decretò l’unificazione della Tripolitania e della Cirenaica in un’unica amministrazione a cui fu dato il nome di: Colonia di Libia. With the advent of fascism there was a massive increase of Italian settlers and a significant proliferation of Italian companies and banks that gave rise to a progressive introduction of typical Italian cultural events. On 3 December 1934 the Italian Government declared the union of Tripolitania and Cyrenaica into a single administration which was given the name of: Colony of Libia.

50%

233

Tripolitania Obbligazione nominativa - Cassa di Risparmio della Tripolitania sede di Tripoli.

127

SPL

50


40%

234

Tripoli Certificato al Portatore di 50 Azioni - Società Fondiaria Libica datata Luglio 1931.

SUP

80

40%

235

Libia, Bengasi - Lotto di 5 Titoli al Portatore per una azione di lire Mille - Tutti i titoli hanno sul D/ una marca da bollo COLONIE ITALIANE da Lire 2.

128

SUP

30


50%

236

Tripoli - Lotto di 7 Titoli di partecipazione alla Lotteria automobilistica di Tripoli dal 1933 al 1939.

129

BB - SPL

30


Dopo alcuni incidenti accaduti nei primi giorni di dicembre del 1934 tra militari italiani ed etiopi ai confini con la Somalia italiana, iniziò in tutta Italia un’intensa campagna di reclutamento: le nostre forze armate si preparavano alla guerra. Il 3 ottobre 1935 le truppe italiane diedero inizio alle operazioni di conquista dell’Etiopia. Il 5 maggio 1936 entrarono nella capitale Addis Abeba. Il maresciallo Pietro Badoglio telegrafò a Mussolini: «Oggi 5 maggio alle ore 16:00, alla testa delle truppe vittoriose, sono entrato in Addis Abeba». Alle 19 di quello stesso giorno dal balcone di piazza Venezia a Roma in un celebre discorso Mussolini diede l’annuncio a una esultante folla oceanica. La conquista dell’Etiopia segnò il punto più alto di consenso degli italiani al fascismo. Il 9 maggio Vittorio Emanuele III venne proclamato imperatore d’Etiopia. Il 1° giugno la Somalia italiana, l’Eritrea e l’Etiopia vennero unificate sotto l’unica denominazione di: “Impero dell’Africa orientale italiana” (A.O.I.). Con il R.D.L. n. 1371 del 2 luglio venne sancito che a decorrere dal successivo 15 luglio la Lira italiana, con i suoi multipli e sottomultipli, dovrà essere la sola moneta avente corso legale in tutta l’A.O.I., nei cui territori, in futuro, potranno circolare soltanto banconote di una apposita serie speciale. Con decreto ministeriale datato 18 agosto 1936 la Banca d’Italia fu autorizzata ad emettere, per la circolazione nazionale, una banconota da 100 Lire con l’allegoria di Roma guerriera, è la prima emissione monetaria dell’Italia imperiale. After some incidents occurred in the first days of December 1934 between Italian and Ethiopian soldiers on the borders of Italian Somalia, an intense recruitment campaign began throughout Italy: our armed forces were preparing for war. On October 3, 1935, Italian troops began operations to conquer Ethiopia. On May 5, 1936, they entered the capital Addis Ababa. Marshal Pietro Badoglio sent a telegraph to Mussolini: «Today May 5 at 16:00, at the head of the victorious troops, I entered Addis Ababa». At 7pm that same day from the balcony of Piazza Venezia in Rome in a famous speech, Mussolini gave the announcement to an exultant oceanic crowd. The conquest of Ethiopia marked the highest point of Italian consent to fascism. On 9 May Victor Emmanuel III was proclaimed Emperor of Ethiopia. On June 1, Italian Somalia, Eritrea and Ethiopia were unified under the name “Impero dell’Africa Orientale Italiana (Empire of Italian East Africa)” (A.O.I.). With the R.D.L. n. 1371 of 2 July it was sanctioned that from the following 15 July the Italian Lira, with its multiples and submultiples, would be the only legal currency throughout the A.O.I.; in those territories, in the future, only banknotes of a special series would circulate. By ministerial decree dated 18 August 1936, the Bank of Italy was authorized to issue, for the national circulation, a 100 Lire note with the allegory of Rome warrior: it is the first issue of imperial Italy.

Giornata della fede, 18 dicembre 1935. Copertina della rivista La Tribuna illustrata del 29 dicembre 1935 con una illustrazione di Vittorio Pisani in cui si esalta la “Giornata della fede” celebrata il 18 dicembre mostrando la regina Elena che offre la sua fede nuziale sull’Altare della Patria a sostegno dello sforzo bellico per la conquista dell’Etiopia. La raccolta di oro in tutta Italia fruttò circa un miliardo di lire.

Il generale Pietro Badoglio entra ad Addis Abeba, 5 maggio 1936. Copertina della rivista La Domenica del Corriere del 17 maggio 1936. In una delle sue celebri tavole Achille Beltrame raffigura il generale Pietro Badoglio alla testa delle truppe italiane entrare ad Addis Abeba il 5 maggio 1936.

130


65%

237

Banca d’Italia - 100 Lire Roma Guerriera (Fascio) Roma del 18/08/1936 M192 3929 (la prima banconote Imperiale) Gig. BI 19/10 R In slab PMG n° 1914638-010.

131

PMG 35

80


Nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’impero il primo impegno delle autorità di governo fu quello di predisporre una serie di monete in grado di celebrare ed esaltare quello che, nel sentire comune, era considerato un evento di importanza storica. L’incarico di realizzare le nuove monete fu affidato a Giuseppe Romagnoli il quale, con encomiabile velocità, già il mattino del 18 maggio fu in grado di consegnare a Mussolini le bozze dei disegni delle 11 monete della serie: 100 e 50 Lire in oro; 20, 10 e 5 Lire in argento; 2, 1, 0,50, 0,20 Lire in nichelio; 10 e 5 Centesimi in rame. Nella stessa mattinata il capo del governo ottenne l’approvazione di Vittorio Emanuele III cosicché Romagnoli poté pensare alla realizzazione dei coni. Era appena scomparso lo storico incisore della zecca di Roma, Attilio Silvio Motti; al suo posto era stato chiamato l’allora giovane Pietro Giampaoli il quale, ricevuto l’inaspettato gratificante incarico, in breve tempo realizzò prima i punzoni delle due monete d’oro e delle tre d’argento e subito dopo quelli delle altre sei monete. A maggio del 1937 la serie “Impero” fu finalmente presentata al pubblico. In the days immediately following the proclamation of the Empire, the first commitment of the government authorities was to prepare a series of coins to celebrate and enhance what was considered, in public sentiment, an event of historical importance. The task of creating the new coins was entrusted to Giuseppe Romagnoli who, with commendable speed, on the morning of May 18 was able to deliver to Mussolini the drafts of the 11 coins of the series: 100 and 50 Liras in gold; 20, 10 and 5 Liras in silver; 2, 1, 0,50, 0,20 Liras in nickel; 10 and 5 Cents in copper. The same morning the head of the government obtained the approval of Vittorio Emanuele III so that Romagnoli could think about the realization of the dies. The famed engraver of Rome Mint Attilio Silvio Motti had just passed away; the young Pietro Giampaoli was called to replace him. Once he received the unexpected but rewarding assignment, he quickly made first the punches of the two gold coins and the three silver ones and immediately after those, of the other six coins. In May 1937 the series “Empire” was finally presented to the public.

238

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 100 Lire 1936 Prova - Nomisma P6; Luppino PP120 AU RRRR

FDC

12.000

239

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 50 Lire 1936 Prova - Nomisma P11; Luppino PP130 AU RRRR

FDC

12.000

132


240

Vittorio Emanuele III (1900-1946) Serie 1936 - Nomisma 1059; 1071; 1094; 1121; 1180; 1219; 1253; 1294; 1329; 1368. AU; AG; NI; CU RRRR

FDC

20.000

241

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 20 Lire 1936 Prova - Nomisma P20; Luppino PP152 AG RRRR

FDC

3.000

133


242

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 20 Lire 1936 “1° tipo”- Nomisma 1094 AG R

FDC

1.500

243

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 10 Lire 1936 Prova - Nomisma P25; Luppino PP161 AG RRRR Ex asta Inasta 32, lotto 1464.

FDC

1.500

244

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 10 Lire 1936 - Nomisma 1121 AG

FDC

100

245

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 5 Lire 1936 Prova - Nomisma P33; Luppino PP180 AG RRRR Ex asta Nomisma 42 del 23/10/2010, lotto 1085.

FDC

1.500

246

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 5 Lire 1936 - Nomisma 1144 AG

FDC

80

134


247

§ Vittorio Emanuele III (1900-1943) 2 Lire 193/X contorno rigato - Simonetti 133/1; Luppino NConf66 NI RRRRR Ex Asta Santamaria 1961 n° 697. Ex Asta Negrini, Collezione Rocca n° 688. Da nota catalogo Negrini: «Questo esemplare, sconosciuto al Pagani, avendo la data incompleta è da ritenersi a tutt’oggi il prototipo delle prove della monetazione imperiale da 2 lire». Secondo Montenegro trattasi di un progetto preliminare. Stessa moneta illustrata da Simonetti a pagina 141, n. 133/I, della III parte della sua opera sulle monete di Casa Savoia, il quale è propenso a considerarlo un progetto approvato di questo tipo di moneta, dato che non porta impressa la dicitura PROVA.

FDC

3.000

248

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 2 Lire 1936 Prova - Nomisma P39; Luppino PP195 NI RRR Ex asta Nomisma 41 del 09/05/2010, lotto 1789.

FDC

1.000

249

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 2 Lire 1936 - Nomisma 1180 NI R Ex asta Thesaurus 4, lotto 1487.

qFDC

200

135


250

Vittorio Emanuele III (1900-1943) Lira 1936 Prova - Nomisma P45; Luppino PP202 NI RRR Ex asta Nomisma 41 del 09/05/2010, lotto 1815.

FDC

1.000

251

Vittorio Emanuele III (1900-1943) Lira 1936 - Nomisma 1219 NI R Ex asta Nomisma 40 del 10/10/2009, lotto 684.

FDC

150

252

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 50 Centesimi 1936 Prova - Nomisma P50; Luppino PP213 NI RRR Ex asta Nomisma 49 del 14/05/2014, lotto 2570.

FDC

1.000

253

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 50 Centesimi 1936 - Nomisma 1253 NI R

FDC

150

254

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 20 Centesimi 1936 Prova - Nomisma P54; Luppino PP234 NI RRR Ex asta Nomisma 42 del 23/10/2010, lotto 1152.

FDC

1.000

136


255

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 20 Centesimi 1936 - Nomisma 1194 NI R

FDC

200

256

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 10 Centesimi 1936 Prova - Nomisma P62; Luppino PP274 CU RRR

FDC

800

257

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 10 Centesimi 1936 - Nomisma 1329 CU R

FDC

20

258

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 5 Centesimi 1936 Prova - Nomisma P68; Luppino PP295 CU RRR Ex asta Nomisma 43 del 07/05/2011, lotto 1628.

FDC

800

259

Vittorio Emanuele III (1900-1943) 5 Centesimi 1936 - Nomisma 1372 CU R

SPL

20

137


La decisione presa con il R.D.L. n. 1371 del 2 luglio 1936 nel quale si prevedeva, tra l’altro, la realizzazione di una serie speciale di banconote per l’A.O.I. aveva sicuramente attivato l’Istituto Poligrafico della Stato nello studio di varie ipotesi per dar seguito alla realizzazione di questa programmata serie speciale. L’eccezionale ritrovamento, alcuni anni fa, di questo bozzetto ci rivela il desiderio di realizzare quella che, se fosse stata prodotta, con un’area stampabile di 222 millimetri di larghezza e 155 di altezza, sarebbe diventata la più grande banconota italiana dell’epoca. Il fronte mostra, all’interno di una cornice di 4 millimetri, due ovali composti da elementi floreali architettonici sormontati dal valore 1000 con all’interno dell’ovale di sinistra la rappresentazione di Augusto, massima espressione dell’antica Roma imperiale. L’ovale a destra era destinato a contenere la filigrana. Il retro è ancor più evocativo: nella corrispondenza dell’ovale di destra c’è il fascio littorio e l’anno XIV dell’era fascista che, come è noto, decorreva dal 28 ottobre 1935 al 27 ottobre 1936, il che ci fa immaginare che il progetto sia stato eseguito dopo l’emanazione del R.D.L del 2 luglio e prima del 27 ottobre 1936. Elementi decorativi e floreali circondano gli ovali e li uniscono nella parte inferiore mentre nella parte superiore è raffigurato il transatlantico Rex, rappresentante l’eccellenza tecnologica dell’industria italiana dell’epoca. La versione definitiva avrebbe sicuramente soddisfatto il re e il capo del Governo ma, probabilmente, i tempi ristretti ne impedirono la completa realizzazione. The decision taken with the R.D.L. No. 1371 of 2 July 1936, in which was planned, among other things, the realization of a special series of banknotes for the A.O.I., had certainly prompted the Polygraphic Institute of the State to study various hypotheses for the design of this programmed special series. The exceptional discovery of this sketch, happened a few years ago, revealed the desire to realize what, if it had been ultimated, would have been the largest Italian banknote of the time, with a printable area of 222 millimeters wide and 155 high. The front showed, within a frame of 4 millimeters, two ovals made of floral elements surmounted by the value 1000 with the representation of Augustus, the highest expression of ancient Imperial Rome, inside the left oval. The oval on the right was intended to encircle the watermark. The back was even more evocative: on the right was the lictorian fasces and the year XIV of the fascist era, that went from October 28, 1935 to October 27, 1936, which makes us imagine that the project was executed after the issuance of the R.D.L of July 2 and before October 27, 1936. Decorative and floral elements surround the ovals and unite them at the bottom while at the top there is the transatlantic Rex, representing the technological excellence of the Italian industry of the time. The final version would surely have satisfied the king and the head of the government, but, probably, the short time prevented its complete realization.

138


65%

260

Africa Orientale Italiana - 1000 Lire Progetto, anno XIV dell’era fascista, stampa Istituto Poligrafico dello Stato Roma, UNICO Inedito studio preliminare per la realizzazione delle banconote per l’A.O.I., stampa monocromatica di colore verde intenso, mm 225x155, il fronte su carta, il retro su cartoncino. Entrambi sono montati su cartoncino rigido, incollati allo stesso. Segni di piegatura sul fronte. Altri, più lievi, da maneggiamento sul retro. Di grande interesse storico. 139

SPL

10.000


Fu la ristrettezza dei tempi a disposizione che quasi certamente impose al Governo di optare per l’emissione dei quattro biglietti per l’A.O.I. ricavandoli dalla serie di banconote della Banca d’Italia già in circolazione nel territorio nazionale: quelle da 1000, 500 e 100 Lire disegnate da Giovanni Capranesi e quella da 50 Lire disegnata da Alberto Pietrucci con la collaborazione di Capranesi. Furono modificati i colori e aggiunte le scritte con le quali si indicava la limitata circolazione delle stesse nei soli territori dell’A.O.I. Limitazione che il 25 novembre del 1942, con decreto ministeriale, fu poi revocata. It was the short time available that almost certainly required the Government to opt for the issuance of the four A.O.I. banknotes from the series of banknotes of the Bank of Italy already in circulation in the national territory: 1000, 500 and 100 Liras designed by Giovanni Capranesi and 50 Lire designed by Alberto Pietrucci with the collaboration of Capranesi. The colors were modified and the writings were added indicating the limited circulation of the same in the territories of the A.O.I. Limitation that on 25 November 1942, by ministerial decree, was then revoked.

261

Africa Orientale Italiana - 1000 Lire Regine del Mare del 1938 T1 9789 Gig. AOI 4A RRR

50%

BB++

1.000

50%

262

Africa Orientale Italiana - 500 Lire Mietitrice del 1938 Q4 2712 Gig. AOI 3A RRR In slab PMG n° 1914640-002.

140

PMG 55

800


50%

263

Africa Orientale Italiana - 100 Lire Aquila Romana del 1938 A16 3956 Gig. AOI 2A R

BB++

150

70%

264

Africa Orientale Italiana - 50 Lire Lupetta Capitolina del 1938 R28 1817 Gig. AOI 1A R

BB/SPL

100

50%

265

Africa Orientale Italiana - 1000 Lire Regine del Mare del 1939 M3 6465 Gig. AOI 4B RRRR 141

BB++

1.200


40%

266

Africa Orientale Italiana - 500 Lire Mietitrice del 1939 F6 1806 Gig. AOI 3B RRRR In slab PMG n° 1914640-004.

PMG 25

1.000

40%

267

Africa Orientale Italiana - 100 Lire Aquila Romana del 1939 Q27 6765 Gig. AOI 2B RR In slab PMG n° 1914638-007.

PMG 30

200

40%

268

Africa Orientale Italiana - 50 Lire Lupetta Capitolina del 1939 B51 3398 Gig. AOI 1B RR In slab PMG n° 1914638-006. 142

PMG 40

100


Dopo che la Germania nazista, il 15 marzo del 1939, aveva invaso la Cecoslovacchia senza che Mussolini ne fosse informato, il capo del Governo italiano per non essere da meno e rischiare di indebolire il proprio ruolo, il 7 aprile, venerdì santo, diede l’ordine di invadere l’Albania. Il paese già con una significativa presenza italiana al suo interno in una settimana venne interamente occupato. Il re Zog fuggì e riparò in Grecia. Il 12 aprile l’Assemblea nazionale albanese, sotto la pressione delle forze armate italiane, offrì la corona a Vittorio Emanuele III il quale accettò aggiungendo ai suoi titoli quello di re d’Albania. Il successivo 20 dello stesso mese venne immediatamente affrontata la questione monetaria e fu stipulata una “Convenzione economica, doganale, valutaria”, successivamente approvata con la legge n° 1046 del 6 giugno 1939-XVII. All’articolo 10 la legge stabiliva che «Il valore del Franco albanese è ragguagliato alla lira italiana ad una parità fissa di lire italiane 6,25 per ogni franco albanese» e all’articolo 14 che «Per la coniazione delle monete la Banca Nazionale d’Albania si servirà della Regia Zecca italiana adottando il metallo e la lega usati per la coniazione delle monete italiane. Per la stampa delle sue banconote la Banca predetta si servirà delle officine dello Stato italiano e della Banca d’Italia». Il Comando militare italiano prese immediatamente il controllo della Banca Nazionale d’Albania e diede ordine di ritirare tutte le banconote con l’effige di re Zog e sovrastampare, per le più urgenti esigenze, con un’aquila nera bicefala solo le banconote da 100 Franchi oro, dichiarando prive di valore tutte le altre. Le officine della Banca d’Italia si misero subito al lavoro e tra giugno del 1939 e gennaio 1941 introdusse nella circolazione locale nuove banconote da 100, 20 e 5 Franchi e da 10, 5 e 2 Tirana, 8 aprile 1939. Lek. Tutte riportano simbologie e immagini che Prima pagina del Corriere della sera di sabato 8 aprile 1939. A tutta pagina richiamano i Savoia, alcune in filigrana anche annuncia l’entrata delle truppe italiane a Tirana. il profilo di Vittorio Emanuele III e lo stemma araldico del nuovo re d’Albania. After Nazi Germany invaded Czechoslovakia on March 15, 1939, without Mussolini being informed, the head of the Italian Government, in order not to be outdone and risk weakening his role, on April 7, Good Friday, gave the order to invade Albania. The country already had a significant Italian presence in it within a week. King Zog fled and fled to Greece. On 12 April, the Albanian National Assembly, under pressure from the Italian armed forces, offered the crown to Victor Emmanuel III, who accepted it by adding the title of King of Albania. The following 20th of the same month the monetary question was immediately addressed and an “Economic, Customs, Currency Convention” was concluded, subsequently approved by the law n. 1046 of 6 June 1939-XVII. Article 10 of the Law provided that «The value of the Albanian franc is related to the Italian lira at a fixed parity of Italian lira 6,25 for each Albanian franc» and article 14 which For the minting of coins the National Bank of Albania will use the Royal Italian Mint adopting the metal and alloy used for the minting of Italian Durazzo, 24 aprile 1939. coins. For the printing of its banknotes, the Bank Foto d’epoca, le truppe italiane entrano a Durazzo in parata, accolte dalla will use the workshops of the Italian State and the cittadinanza locale e dalle autorità locali. Bank of Italy». The Italian Military Command immediately took control of the National Bank of Albania and gave orders to collect all the banknotes with the effigy of King Zog and overprint, for the most urgent needs, with a two-headed black eagle only the 100 Franc gold banknotes, declaring all the others worthless. The workshops of the Bank of Italy immediately set to work and between June 1939 and January 1941 introduced new 100, 20 and 5 Franc and 10, 5 and 2 Lek banknotes into local circulation. All have symbols and images that recall the Savoy, some in filigree also the profile of Vittorio Emanuele III and the coat of arms of the new king of Albania. 143


50%

269

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Regno d’Italia e Albania - 100 Franchi Oro emissione del 1926 con sovrastampa del 1939 B15,271. Crap.OI 63 RRR In slab PMG n° 1914640-009.

PMG 50

750

40%

270

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Regno d’Italia e Albania - 20 Franchi del 1939 SPECIMEN con perforazione + stampa “ANNULLATO” e presenza di linee diagonali verticali e orizzontali come ulteriore annullo della banconota (fino ad oggi inedita) RRRRR In slab PMG n° 1914640-008.

144

PMG 55

1.000


45%

271

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Regno d’Italia e Albania - 20 Franchi del 1939 A23 4735 Crap. OI 68

q.SPL

20

60%

272

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Regno d’Italia e Albania - 5 Franchi del 1939 SPECIMEN con perforazione “ANNULLATO” . Gav. 03.137 R

SUP

200

60%

273

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Regno d’Italia e Albania - 5 Franchi del 1939 F41 9680. Piccoli restauti sul bordo Gav. 03.138

145

SPL

25


60%

274

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Regno d’Italia e Albania - 100 Franchi del 1940 V6 5471. Macchia sul bordo inferiore. Crap. OI 69

q.SPL

80

60%

275

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Regno d’Italia e Albania - 10 Lek del 1940 SPECIMEN con perforazione “ANNULLATO”. Gav. 03.135 R In slab PMG n° 1914638-020.

146

PMG 64

250


276

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Regno d’Italia e Albania - 10 Lek del 1940 B30 9531. Gav. 03.136

SPL/SUP

20

277

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Regno d’Italia e Albania - 2 Lek del 1941 004 160211. Gav. 03.136

SUP

30

278

ALBANIA Banca Nazionale d’Albania, Regno d’Italia e Albania - 5 Lek del 1942 G10 7352. Gav. 03.132 R

SPL/SUP

70

147


Anche la zecca di Roma si mise subito al lavoro e predispose per l’Albania un nuovo tipo di monetazione che in qualche modo richiamasse la serie imperiale circolante in Italia. La serie fu progettata in otto valori; le monete riportano il solo nome di Giuseppe Romagnoli ma anche in questo caso, come lo fu per le monete della serie “Impero” destinate alla circolazione nazionale, è da ritenersi che le stesse siano state modellate da Romagnoli ma che l’autore delle incisioni sia stato Pietro Giampaoli. La leggenda del diritto è composta dalla dicitura in italiano VITT[ORIO] EM[ANUELE] III RE E IMP[ERATORE] e dalla traduzione albanese dei titoli del sovrano MBRET “re” E “e” PER “imperatore”. Nel contorno dei pezzi da 10 e 5 Lek d’argento si legge: MBRETNIA SHQIPTARE, ossia “regno d’Albania”. Giova sottolineare che in Italia l’argento non era più usato per la fabbricazione delle monete dal 1937, ultimo anno di produzione della moneta da 5 Lire della serie “Impero”. Rispettando l’autarchia la zecca decise, nel 1939, l’emissione di monete in “acmonital” (acciaio monetario italiano) al posto di quelle in nichelio circolanti in Italia che furono ritirate. Sin dall’inizio la composizione della lega dei tondelli, forniti dalla Società nazionale Cogne di Aosta, sia per le monete destinate alla circolazione nazionale sia per quelle destinate all’Albania, passò dall’originale acciaio al nichelio-cromo (Ac/Ni), non calamitabile, a quello al solo cromo (Ac), calamitabile. Per questo le monete in acciaio emesse nel 1939 sono del tipo sia calamitabile sia non calamitabile. Le monete da 2 Lek e da 1 Lek con millesimi 1940 e 1941 e quella da 0,05 Lek del 1941 pur essendo state previste in un numero ritenuto adeguato alle esigenze (di quelle da 2 Lek però non è nota la tiratura prevista) sono conosciute solo in pochissimi esemplari. Su questo affascinante mistero sono state scritti decine di articoli nelle riviste specializzate e non, fatte moltissime supposizioni, alcune arricchite anche da fantasiose ipotesi, nessuna delle quali ha però trovato oggettivi riscontri storici. I fatti certi sono: a) che non è mai stato ritrovato un provvedimento legislativo italiano con cui venisse disposta la coniazione e descritte le caratteristiche di questa monete, b) che nonostante il numero dei pezzi considerati noti in molti cataloghi prezzari, oltre alle coppie di ognuna di esse esistenti al Museo della zecca, gli unici apparsi in vendite pubbliche negli ultimi 55 anni sono le quattro monete qui presentate in conservazione FDC, provenienti dalla Collezione Rocca, e il pezzo da 1 Lek del 1941, in conservazione BB, apparso nella nostra asta n° 16 del 2000. Le ipotesi più verosimili potrebbero far pensare che la zecca si sia attivata immediatamente su disposizione diretta del Governo o della Banca Nazionale d’Albania, comunque allora sotto il diretto controllo del Governo italiano, e che i previsti pezzi da 2 Lek e da 1 Lek con i millesimi 1940 e 1941, dopo che ne furono coniati pochissimi pezzi di saggio, poi non furono più effettivamente battuti. Giova notare che il 10 giugno del 1940 l’Italia entrò ufficialmente in guerra a fianco della Germania. Questo evento, sia pur preparato dalle autorità italiane, determinò un immediato cambiamento della situazione anche in Albania. In Italia nacque l’esigenza di immettere nella circolazione nazionale al più presto un grosso quantitativo di monete metalliche di largo uso. Con il millesimo 1940 la zecca di Roma coniò 5.673.000 pezzi da 2 Lire e ben 25.997.000 pezzi da 1 Lira. Inoltre ai tantissimi italiani maschi non appartenenti alle forze armate presenti per motivi di lavoro in Albania fu ordinato l’immediato rimpatrio, per evitare eventuali illecite sottrazioni agli obblighi di richiamo alle armi e ciò limitò sicuramente l’esigenza di circolante monetario in territorio albanese rispetto a quanto si poteva prevedere. Even the Rome Mint immediately set to work and prepared for Albania a new type of coinage that somehow recalled the imperial series circulating in Italy. The series was designed in eight values; the coins bear the only name of Giuseppe Romagnoli but, again as it was for the coins of the series “Empire” intended for national circulation, It is believed that the same were modeled by Romagnoli but that the author of the engravings was Pietro Giampaoli. The obverse legend reads VITT[ORIO] EM[ANUELE] III RE E IMP[ERATORE], with the Albanian translation, MBRET “king” E “and” PER “emperor. In the outline of the pieces of 10 and 5 Lek silver reads: MBRETNIA SHQIPTARE, that is “kingdom of Albania”. It should be noted that in Italy silver was no longer used for the production of coins since 1937, the last year of production of the 5 Lire coin of the “Impero” series. Respecting the autarchy, the Mint decided in 1939 to issue coins in “acmonital” (Italian monetary steel), instead of those in nickel circulating in Italy that were withdrawn. From the beginning, the composition of the alloy of round pieces, supplied by the National Society Cogne of Aosta, both for coins intended for national circulation and for those destined for Albania, passed from the original nickel-chrome steel (Ac/Ni)not calamitable, to that to the single chromium (Ac),. For this reason, the steel coins issued in 1939 are both magnetic and non-magnetic. The 2 Lek and 1 Lek coins with 1940 and 1941 thousandths and the 0.05 Lek coin of 1941, despite having been provided in a number deemed adequate to the needs (of those with 2 Lek but the intended circulation is not known) are known only in very few copies. On this fascinating mystery dozens of articles, in specialized magazines and not, have been written, many assumptions have been made, some enriched by creative hypotheses, none however found objective historical evidence. The certain facts are: a) that no Italian legislative provision was ever found by which the coinage was ordered and the characteristics of this coin described, b) that despite the number of pieces considered known in many catalogues price, in addition to the pairs of each of them existing at the Mint Museum, the only ones appearing in public sales in the last 55 years are the four coins presented here in FDC conservation, from the Rocca Collection, and the 1 Lek piece of 1941, in storage BB, appeared in our auction No. 16 of 2000. The most probable hypothesis could suggest that the mint was activated immediately at the direct disposal of the Government or the National Bank of Albania, however then under the direct control of the Italian Government, and that the planned pieces from 2 Lek and 1 Lek with the thousandths of 1940 and 1941, after very few pieces of essay were minted, then they were not actually beaten anymore. It should be noted that on 10 June 1940 Italy officially entered the war alongside Germany. This event, although prepared by the Italian authorities, brought about an immediate change in the situation in Albania. In Italy there was a need to introduce a large quantity of widely used coins into national circulation as soon as possible. With the thousandth 1940 the mint of Rome minted 5,673,000 pieces of 2 Lire and 25,997,000 pieces of 1 Lira. In addition to the many Italian males not belonging to the armed forces present for work in Albania was ordered immediate repatriation, to avoid any unlawful withdrawal from the obligation to recall weapons and this certainly limited the need for monetary circulation in Albanian territory compared to what could be expected. 148


279

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 10 Lek 1939 Prova - Nomisma P85; Luppino PP319 AG RRRR Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 560.

FDC

2.000

280

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 10 Lek 1939 - Nomisma 1447 AG Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 559.

FDC

100

281

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 5 Lek 1939 Prova - Nomisma P86; Luppino PP320 AG RRRR Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 562.

FDC

1.800

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 5 Lek 1939 - Nomisma 1448 AG

FDC

30

282

149


283

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 2 Lek 1939 Prova - Nomisma P87; Luppino PP321 AC RRRR Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 564.

FDC

1.500

284

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 2 Lek 1939 antimagnetica - Nomisma 1449 AC/NI

FDC

50

285

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 2 Lek 1939 magnetica - Nomisma 1450 AC

SPL

40

286

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) Lek 1939 Prova - Nomisma P88; Luppino PP323 AC RRRR Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 566.

FDC

1.500

287

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) Lek 1939 antimagnetico - Nomisma 1453 AC/NI

FDC

50

150


288

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) Lek 1939 magnetico - Nomisma 1454 AC

SPL+

40

289

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) Lek 1939 magnetico - Nomisma 1454 var. an XVII AC RR

SPL

100

290

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,50 Lek 1939 Prova - Nomisma P89; Luppino PP324 AC RRRR Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 568.

FDC

1.500

291

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,50 Lek 1939 antimagnetico - Nomisma 1457 AC/NI Ex Asta Inasta 58 del 03/03/2015, lotto 6385.

SPL+

50

292

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,50 Lek 1939 - Nomisma 1457 Var AC/NI Leggermente magnetico. Ex Asta Varesi 58 del 20/04/2011, lotto 924.

FDC

40

151


293

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,50 Lek 1939 magnetico - Nomisma 1458 Var AC

SPL+

30

294

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,20 Lek 1939 Prova - Nomisma P90; Luppino PP325 AC RRRR Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 572.

FDC

1.200

295

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,20 Lek 1939 antimagnetico - Nomisma 1461 AC/NI

FDC

50

296

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,20 Lek 1939 magnetico - Nomisma 1462 AC

SPL

30

297

§ Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 2 Lek 1940 - Nomisma 1451 AC RRRRR Moneta della più grande rarità, conosciuta in soli 5 esemplari. Ex Asta Negrini aprile 1999, Collezione Rocca, lotto 1059.

FDC

30.000

152


298

§ Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) Lek 1940 - Nomisma 1455 AC RRRRR Moneta della più grande rarità, conosciuta in soli 5 esemplari. Ex Asta Negrini aprile 1999, Collezione Rocca, lotto 1065.

FDC

30.000

299

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,50 Lek 1940 - Nomisma 1459 AC

qFDC

30

300

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,20 Lek 1940 - Nomisma 1463 AC

FDC

30

301

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,20 Lek 1940 - Nomisma 1463 var. an. XVII AC RRRR

BB-SPL

300

302

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,10 Lek 1940 Prova - Nomisma P91; Luppino PP326 NI RRRR Ex Asta Varesi XXXII, Collezione D’Incerti del 20/04/2000, lotto 576.

FDC

1.000

153


303

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,10 Lek 1940 - Nomisma 1465 CU

FDC

50

304

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,05 Lek 1940 Prova - Nomisma P92; Luppino PP327 CU RRRR Frattura del tondello. Ex Asta Negrini aprile 1999, Collezione Rocca, lotto 1080.

FDC

1.000

305

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,05 Lek 1940 - Nomisma 1467 CU

FDC

50

306

§ Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 2 Lek 1941 - Nomisma 1452 AC RRRRR Moneta della più grande rarità, conosciuta in soli 5 esemplari. Ex Asta Negrini aprile 1999, Collezione Rocca, lotto 1060.

FDC

30.000

154


307

§ Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) Lek 1941 - Nomisma 1456 AC RRRRR Moneta della più grande rarità, conosciuta in soli 6 esemplari. Ex Asta Negrini aprile 1999, Collezione Rocca, lotto 1066.

FDC

30.000

308

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,50 Lek 1941 - Nomisma 1460 AC

SPL+

30

309

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,20 Lek 1941 - Nomisma 1464 AC

FDC

20

310

Vittorio Emanuele III Albania (1900-1943) 0,10 Lek 1941 - Nomisma 1466 CU R

FDC

300

155


La raffigurazione di Vittorio Emanuele III con l’elmetto, effettuata da Giuseppe Romagnoli per l’Albania, piacque a molti nel Governo. L’immagine del sovrano combattente ben interpretava il momento storico che l’Italia stava vivendo. Dopo l’abbandono dell’uso dell’argento si pensò di utilizzare questa immagine anche per la produzione di una nuova moneta da 5 Lire in acciaio monetato o forse in alluminio da destinare alla circolazione nazionale. Il progetto fu abbandonato probabilmente per difficoltà tecniche emerse durante le prove. Come rileva Santamaria nella nota al lotto n° 699 della sua asta del 1961, riferendosi a un progetto in acmonital simile a questo qui presente, «i coni si avvallarono (per la durezza dei tondelli) dopo la battitura di 5 o 6 pezzi». The depiction of Vittorio Emanuele III with the helmet made by Giuseppe Romagnoli for Albania, pleased many in the Government. The image of the fighting sovereign well interpreted the historical moment that Italy was experiencing. After the abandonment of the use of silver it was thought to use this image also for the production of a new 5 Lire coin in monetized steel or perhaps aluminum to be used for national circulation. The project was abandoned probably due to technical difficulties during the tests. As Santamaria points out in the note to lot n, lot n. 699 of his 1961 rod, referring to a project in acmonital similar to this here present, «the cones used (for the hardness of the round) after the beating of 5 or 6 pieces».

311

Vittorio Emanuele III (1900-1946) 5 Lire 1940 Progetto su due lamine in argento P.P. 236 AG (g 33,20; g 38,49) RRRRR

156

qFDC

3.000


Le vicende che portarono alla coniazione dell’ultima moneta d’oro del Regno d’Italia e a questa serie, grazie alle opportunità offerte dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza su disposizione della Magistratura di Roma nel 2000 a seguito di una importante asta dell’epoca, sono state ricostruite con puntualità e dovizia di particolari da Domenico Luppino nel volume Stato del collezionismo indagine sulla numismatica volume I, stampato nel 2009 per i tipi di Eupremio Montenegro Editore. In questo studio vengono evidenziate e documentate le motivazioni che portarono alla decisione di celebrare il 40° anno del regno di Vittorio Emanuele III con la coniazione di una moneta da 100 lire in oro ma anche l’iter produttivo e le difficoltà con cui fu possibile alla zecca trovare l’oro necessario. Dalla ricostruzione storica di Luppino emerge anche la straordinaria rarità sia della moneta stessa sia, e ancor più, di questo astuccio. Dalla documentazione dell’epoca si ricava che furono coniate quattro o forse cinque monete da 100 Lire con millesimo 1940. Certamente un esemplare fu consegnato direttamente dall’allora direttore della zecca Ernesto Rizzo a Vittorio Emanuele III, scrive Luppino: «Altri esemplari, confezionati in preziosi astucci, unitamente agli altri valori coniati nell’anno (tra i quali altre “gemme” numismatiche, le lire 20, le lire 10 e le lire 5 in argento con millesimo 1940 A. XVIII), verranno consegnate ad alcuni alti funzionari dello Stato [...]». Quello che riteniamo oggi opportuno aggiungere a quanto minuziosamente ricostruito da Luppino, e che giustifica la presenza di questo rarissimo astuccio in questa prestigiosa raccolta, è che la moneta da 100 Lire del 1940 non solo fu l’ultima in oro del regno d’Italia ma fu anche l’ultima in oro in cui Vittorio Emanuele III è indicato come re e imperatore, ossia come monarca non solo dell’Italia ma anche delle altre nazioni che negli anni furono occupate e colonizzate dagli italiani. Un astuccio di grande interesse storico e numismatico. The events that led to the minting of the last gold coin of the Kingdom of Italy and this series, thanks to the opportunities offered by the investigations conducted by the Guardia di Finanza on the disposal of the Magistrature of Rome in 2000 following an important auction of the time, have been reconstructed with punctuality and richness of details by Domenico Luppino in the volume Stato del collezionismo indagine sulla numismatica volume I, printed in 2009 for the types of Eupremio Montenegro Editore. In this study are highlighted and documented the reasons that led to the decision to celebrate the 40th anniversary of the reign of Vittorio Emanuele III with the minting of a 100 lire gold coin but also the production process and the difficulties with which it was possible to the mint find the necessary gold. The historical reconstruction of Luppino also shows the extraordinary rarity of both the coin itself and, even more, of this case. From the documentation of the time it is deduced that four or perhaps five 100 Lire coins were minted with 1940 milliseconds. Certainly a copy was delivered directly by the then director of the mint Ernesto Rizzo to Vittorio Emanuele III, writes Luppino: «Other specimens, packaged in precious cases, together with the other values minted during the year (among which other numismatic “gems”, the 20 liras, the 10 liras and the 5 liras in silver with a thousandth 1940 A. XVIII), will be delivered to some high officials of the State [...]». What we think it appropriate to add today to what was meticulously reconstructed by Luppino, and that justifies the presence of this very rare case in this prestigious collection, is that the 1940 100 Lire coin was not only the last in gold of the Kingdom of Italy but was also the last in gold in which Vittorio Emanuele III is referred to as king and emperor, that is, as monarch not only of Italy but also of the other nations that over the years were occupied and colonized by the Italians. A case of great historical and numismatic interest.

157


158


312

§ Vittorio Emanuele III (1900-1943) Serie 1940, A. XVIII composta da 10 valori (Lire 100, 20, 10, 5, 2, 1 e Centesimi 50, 20, 10, 5) AU, AG, NI, CU RRRRR Serie in astuccio della zecca, della più grande rarità. 159

FDC 150.000


Dopo l’occupazione militare delle forze congiunte italo-tedesche della Jugoslavia la vasta area che comprendeva la maggior parte dell’odierna Croazia e tutta l’attuale Bosnia Erzegovina fu proclamata stato indipendente e alleato delle Potenze dell’Asse. Il 18 maggio 1941 a Roma fu firmato un trattato con il quale il nuovo stato fu ufficialmente costituito in monarchia e posto sotto la protezione dell’Italia. Proposto come re da Vittorio Emanuele III, il principe Aimone di Savoia-Aosta, duca di Spoleto inizialmente rifiutò di assumere la corona in disaccordo con la decisione di annettere la Dalmazia, a maggioranza croata, all’Italia. In seguito sotto pressione di Vittorio Emanuele III dovette accettare e venne incoronato re col nome di Tomislao II, ma rifiutò di lasciare l’Italia e non mise mai piede in Croazia, limitandosi a creare a Firenze un “Ufficio per gli affari croati”. Il governo dello Stato fu posto sotto il controllo del gruppo nazionalista di ispirazione fascista degli ustascia (ustaše) e del suo capo, Ante Pavelić. Il regno di Croazia fu un condominio territoriale di Germania e Italia. Durante il regno di Tomislao II furono emesse due serie di banconote. La prima ufficialmente dallo stato croato, stampata nel 1941 e 1942 in due stamperie di Zagabria con la firma del Ministro dell’economia nazionale (Ministar narodnog cospodarstva) e con la raffigurazione dello stemma araldico del sovrano italiano. La seconda emessa dalla Banca di Stato croata (Hrvatska Državna Banka) nel 1943. Aimone di Savoia abdicò al titolo il 12 ottobre 1943. Lo Stato indipendente di Croazia cessò di esistere alla fine della Seconda guerra mondiale, nel maggio del 1945, quando le forze dell’Asse e croate vennero sconfitte. La Croazia e la Bosnia ed Erzegovina si trasformarono in “Repubblica Popolare di Croazia” e “Repubblica Popolare di Bosnia ed Erzegovina” e divennero parte della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia. After the military occupation of the combined Italo-German forces of Yugoslavia, the vast area that comprised most of present-day Croatia and all of present-day Bosnia and Herzegovina was proclaimed an independent state and an ally of the Axis Powers. On 18 May 1941 in Rome a treaty was signed with which the new state was officially constituted in monarchy and placed under the protection of Italy. Proposed as king by Victor Emmanuel III, Prince Aimone of Savoy-Aosta, Duke of Spoleto initially refused to assume the crown in disagreement with the decision to annex Dalmatia, a majority Croatian, to Italy. Under pressure from Victor Emmanuel Aimone di Savoia duca d’Aosta, Re di Croazia 1941-1943. III, he had to accept and was crowned king Aimone Roberto Margherita Maria Giuseppe Torino di Savoia-Aosta nasce as Tomislaus II, but refused to leave Italy and a Torino il 9 marzo 1900 da Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta e da Elena d’Orleans. Il 1º luglio 1939, in Santa Maria del Fiore a Firenze, sposa la never set foot in Croatia, limiting himself to principessa Irene di Grecia, figlia del re Costantino I e della regina Sofia. creating an “Office for Croatian Affairs” in Da questo matrimonio nacque un solo figlio, Amedeo, nato a Firenze il 27 Florence. The state government was placed unsettembre 1943. È stato ammiraglio della regia Marina. Dopo il referendum der the control of the Ustaše-inspired nationalist istituzionale del giugno 1946, abbandonò l’Italia e si trasferì in Sudamerica, group (ustaše) and its leader, Ante Pavelić. The muore il 29 gennaio 1948 a Buenos Aires, colpito da un infarto. Kingdom of Croatia was a territorial condominium of Germany and Italy. During the reign of Tomislaw II two series of banknotes were issued. The first officially by the Croatian state, printed in 1941 and 1942 in two printing houses in Zagreb with the signature of the Minister of National Economy (Ministar narodnog cospodarstva) and with the depiction of the heraldic coat of arms of the Italian sovereign. The second was issued by the Croatian State Bank (Hrvatska Državna Banka) in 1943. Aimone of Savoy abdicated the title on 12 October 1943. The independent state of Croatia ceased to exist at the end of World War II in May 1945, when Axis and Croatian forces were defeated. Croatia and Bosnia and Herzegovina became the “People’s Republic of Croatia” and the “People’s Republic of Bosnia and Herzegovina” and became part of the Federal People’s Republic of Yugoslavia.

160


45%

313

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 1000 Kuna, biglietto di Stato del 26/05/1941 F0879472 Gav. 03.249

SPL/SUP

5

55%

314

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 500 Kuna, biglietto di Stato del 26/05/1941 F0879472 Gav. 03.248 RR

FDS

150

50%

315

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 100 Kuna, biglietto di Stato del 26/05/1941 C0730668 Gav. 03.247

161

SPL/SUP

10


60%

316

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 50 Kuna, biglietto di Stato del 26/05/1941 L0078442 Gav. 03.246 R

q.FDS

30

60%

317

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 10 Kuna, biglietto di Stato del 30/08/1941 ML 160403 Gav. 03.245

FDS

20

318

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 2 Kuna, biglietto di Stato del 25/09/1942 BH 207151 Gav. 03.244

FDS

10

319

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 1 Kuna, biglietto di Stato del 25/09/1942 AB 233281 Gav. 03.243

FDS

10

162


320

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 50 Banica, biglietto di Stato del 25/09/1942 F 161401 Gav. 03.242

FDS

15

70%

321

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 5000 Kuna, banconota della Banca di Croazia I° tipo del 15/07/1943 T297952 Gav. 03.252

163

FDS

30


60%

322

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 5000 Kuna, banconota della Banca di Croazia II° tipo del 01/09/1943 B0320953 Gav. 03.253

FDS

20

60%

323

Regno di Croazia 1941 - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 1000 Kuna, banconota della Banca di Croazia del 01/09/1943 E1245478 Gav. 03.251

FDS

20

60%

324

Regno di Croazia - Tomislao II (Aimone di Savoia) - 100 Kuna, banconota della Banca di Croazia del 01/09/1943 U2296242 Gav. 03.250

164

FDS

30


Dopo l’occupazione italo-tedesca anche l’amministrazione del Montenegro fu affidata all’Italia. Nel luglio del 1941 le autorità italiane vennero a conoscenza di un ritrovamento di banconote nascoste dall’esercito jugoslavo durante la sua ritirata. Per tenere sotto controllo il circolante monetario anche al fine di sostenere le spese di occupazione fu deciso di mettere in circolazione le banconote della Banca Nazionale dell’ex Regno di Jugoslavia obliterandole con una timbratura italiana con la dicitura: “verificato”. Non si sa se per disattenzione o volutamente furono obliterate anche un ristretto numero di biglietti da 100 Dinari del precedente Regno di Serbia, Croazia e Slovenia, simili a quelle jugoslave ma prodotte molti anni prima. After the German-Italian occupation, the administration of Montenegro was also entrusted to Italy. In July 1941 the Italian authorities learned of a discovery of banknotes hidden by the Yugoslav army during its retreat. To keep the currency circulation under control and also in order to support the costs of occupation, it was decided to put the banknotes of the National Bank of the former Kingdom of Yugoslavia into circulation, marking them with an Italian stamp with the words: “verified”. It is not known if it was for carelessness or intentionally, also a small number of 100 Dinar banknotes from the previous Kingdom of Serbia, Croatia and Slovenia, similar to the Yugoslav ones but printed many years before, were marked.

50%

325

Occupazione Italiana del Montenegro 1941 – 1000 Dinari della Banca Nazionale del Regno di Jugoslavia 01/12/1931 con sovrastampa a timbro “Verificato” (1941) Crapanzano OI 86

q.SUP

50

50%

326

Occupazione Italiana del Montenegro 1941 - 500 Dinari della Banca Nazionale del Regno di Jugoslavia 06/09/1935 con sovrastampa a timbro “Verificato” (1941) Crapanzano OI 85 R 165

q.SPL

50


50%

327

Occupazione Italiana del Montenegro 1941 - 100 Dinari della Banca Nazionale del Regno di Serbia, Croazia e Slovenia 30/11/1920 con sovrastampa a timbro “Verificato” (1941) Crapanzano OI 82 RRR

MB/BB

150

50%

328

Occupazione Italiana del Montenegro 1941 - 100 Dinari della Banca Nazionale del Regno di Jugoslavia 01/12/1929 (filigrana Alexander I) con sovrastampa a timbro “Verificato” (1941) Crapanzano OI 84

SUP

20

50%

329

Occupazione Italiana del Montenegro 1941 - 50 Dinari della Banca Nazionale del Regno di Jugoslavia 01/12/1931 con sovrastampa a timbro “Verificato” (1941) Crapanzano OI 81

166

BB/SPL

15


65%

330

Occupazione Italiana del Montenegro 1941 - 20 Dinari della Banca Nazionale del Regno di Jugoslavia 06/09/1936 con sovrastampa a timbro “Verificato” (1941) Crapanzano OI 80

SPL+

25

65%

331

Occupazione Italiana del Montenegro 1941 - 10 Dinari della Banca Nazionale del Regno di Jugoslavia 22/09/1939 con sovrastampa a timbro “Verificato” (1941) Crapanzano OI 79

167

FDS

50


L’analisi delle vicende che portarono, durante la Seconda guerra mondiale, all’emissione di vaglia cambiari e di assegni circolari e bancari a taglio fisso quali succedanei della carta moneta, decine di anni fa, animò confronti, ricerche e dibattiti tra cultori e studiosi di queste particolari emissioni ma anche tra gli studiosi di storia moderna. Nel tempo è stato ampiamente dimostrato, con documenti e annotazioni molte volte apposte su gli stessi titoli, che questo tipo di emissioni ebbe effettivamente tale funzione. La loro circolazione sicuramente iniziò nel nord Italia prima del bando del 21 settembre 1943 con il quale Vittorio Emanuele III, nell’allora sua veste di comandante delle forze armate dell’Italia liberata, le ufficializzò. Ma fu soprattutto nelle colonie e nello specifico nell’Africa Orientale Italiana che iniziarono ad essere emessi. In quelle terre, dove il supporto delle istituzioni nazionali in breve tempo si affievolì, l’esito nefasto per l’Italia del conflitto mondiale iniziò a delinearsi molto prima che in Europa. Le forze britanniche rinforzate con l’afflusso di truppe indiane e di altre, provenienti dai diversi loro possedimenti, già nel febbraio del 1941 passarono all’offensiva sferrando un doppio attacco agli italiani in Eritrea e in Somalia e con relativa facilità conquistarono entrambi i territori, per poi convergere verso le zone centrali dell’Etiopia. Dopo aver preso la Somalia, le forze britanniche del fronte sud entrarono ad Addis Abeba il 6 aprile 1941 e successivamente si concentrarono assieme a quelle del fronte nord nell’eliminare gli ultimi centri di resistenza in cui le forze italiane superstiti si erano rifugiate. Nelle settimane successive vennero quindi espugnati gli ultimi presidi italiani. Il 5 maggio 1941, cinque anni dopo l’entrata di Pietro Badoglio nella capitale etiope, il negus Hailé Selassié tornò ad Addis Abeba, ristabilendo simbolicamente il suo trono di imperatore d’Etiopia e decretando la fine dell’Africa Orientale Italiana. La fragilità della loro natura cartacea e la notevole distanza dei luoghi dove essi furono emessi conferiscono a questi ritrovamenti della più grande rarità un indubbio valore storico. The analysis of the events that led, during the Second World War, to the issuance of promissory notes and fixed-denomination cheques as substitutes for paper money, animated conversation, research and debates among scholars. Over time it has been demonstrated, with documents and notes often put on the same bonds, that this type of issue actually had such aim. Their circulation certainly began in northern Italy before the ban of 21 September 1943 with which Vittorio Emanuele III, in his then role as commander of the armed forces of liberated Italy, made it official. But it was mainly in the colonies and specifically in Italian East Africa that they began to be issued. In those lands, where the support of national institutions weakened very quickly, the nefast outcome (for Italy) of the world war began to emerge much earlier than in the rest of Europe. British forces, reinforced by the influx of Indian and other troops from their various territories, in February 1941 went on the offensive by launching a double attack on the Italians in Eritrea and Somalia and with relative ease conquered both territories, and then converged towards the central areas of Ethiopia. After taking Somalia, British forces from the Southern Front entered Addis Ababa on 6 April 1941 and then, united with the Northern Front, proceeded to eliminate the last centres of resistance to which the surviving Italian forces had fled. In the following weeks the last Italian garrisons were captured. On 5 May 1941, five years after Pietro Badoglio’s entry into the Ethiopian capital, New Haile Selassie returned to Addis Ababa, symbolically re-establishing his throne as Emperor of Ethiopia and ending Italian East Africa. The fragility of their paper nature and the considerable distance of the places where they were issued give these finds of the greatest rarity an undoubted historical value.

60%

332

Africa Orientale Italiana, Somalia, filiale di Chisimaio - Vaglia Cambiario Banca d’Italia da 100 Lire al Comando di Marina in Somalia e della base navale di Chisimano Gav. 06.1602 RRRRR Questo esemplare è il medesimo illustrato in Cartamoneta Antica Vol III pag. 402. 168

BB

350


50%

333

Africa Orientale Italiana, Etiopia, filiale di Gondar - Vaglia Cambiario Banca d’Italia da 355 Lire al II° Battaglione Genio Speciale RRRRR

BB

350

50%

334

Africa Orientale Italiana, Etiopia, filiale di Dessie - Vaglia Cambiario Banca d’Italia da 500 Lire a Delegazione Intend. Dessie RRRRR

BB

350

50%

335

Africa Orientale Italiana, Eritrea, filiale di Asmara - Vaglia Cambiario Banca d’Italia da 100 Lire a Ufficio postelegrafico Cheren Gav.06.1598 RRRRR Questo esemplare è il medesimo illustrato in Cartamoneta Antica Vol III pag. 401.

BB

350

50%

336

Africa Orientale Italiana, Eritrea, filiale di Asmara - Vaglia Cambiario Banca d’Italia da 100 Lire al Portatore Gav. 03.195 RRRRR Questo esemplare è il medesimo illustrato in Cartamoneta Antica Vol II pag. 83. 169

BB/SPL

450


50%

337

Africa Orientale Italiana, Eritrea, filiale di Asmara - Vaglia Cambiario Banca d’Italia da 1000 Lire al Portatore Gav. 03.197 RRRRR Questo esemplare è il medesimo illustrato in Cartamoneta Antica Vol II pag. 83.

BB

350

50%

338

Africa Orientale Italiana, Eritrea, filiale di Asmara - Assegno circolare a taglio fisso Banco di Roma da 100 Lire al Portatore Gav. 03.192 RRRRR Questo esemplare è il medesimo illustrato in Cartamoneta Antica Vol II pag. 83.

BB

350

50%

339

Africa Orientale Italiana, Eritrea, filiale di Asmara - Assegno circolare a taglio fisso Banco di Roma da 25 Lire al Portatore Gav. 03.190 RRRRR Questo esemplare è il medesimo illustrato Cartamoneta Antica Vol II pag. 83.

170

BB

680


Con questi assegni bancari dell’epoca, si da testimonianza della diffusione delle banche italiane nell’A.O.I. La loro attività fu particolarmente intensa là dove maggiore era la presenza di uffici pubblici e imprese italiane. These period bank cheques testify the spread of Italian banks in the A.O.I. Their activity was particularly intense where the presence of Italian public offices and companies was greatest.

40%

340

ETIOPIA filiale di Addis Abeba - Assegno bancario della Banca d’Italia datato 28/07/1937

BB++

20

40%

341

ETIOPIA filiale di Addis Abeba - Assegno bancario della Banca d’Italia datato 20/08/1937

342

ETIOPIA filiale di Addis Abeba - Assegno bancario della Banca d’Italia datato 14/11/1939

BB++

20

40%

171

SPL/SUP

20


40%

343

ETIOPIA filiale di Harar - Assegno bancario della Banca d’Italia datato 20/11/1937

BB/SPL

20

40%

344

ETIOPIA filiale di Harar - Assegno bancario della Banca d’Italia datato 29/07/1938 con valuta in Rupie

BB+

50

40%

345

SOMALIA filiale di Mogadiscio - Assegno bancario della Banca d’Italia datato 18/02/1941

172

BB/SPL

20


Dopo l’Africa Orientale Italiana anche in Libia si ricrearono le stesse difficoltà di approvvigionamento monetario così come era avvenuto oltre venti anni prima, dopo la Prima guerra mondiale. Il ritrovamento di questo Vaglia cambiario a taglio fisso conferma come in quel momento di particolare latitanza delle istituzioni pubbliche italiane nella nostra colonia del nord Africa, la gestione dei succedanei cartacei della moneta fu affidata all’Ispettorato per la Libia del partito nazionale fascista. Dopo pochi giorni dalla data di emissione di questo assegno, il 23 gennaio del 1943, le forze britanniche occuparono Tripoli mettendo fine all’amministrazione coloniale italiana della Libia. After Italian East Africa, the same difficulties of monetary supply presented themselves Libya as well, just like it had happened over twenty years before, after the First World War. The discovery of this fixed-value promissory note confirms how, at a time of particular absence of Italian public institutions in our colony of North Africa, the management of paper substitutes of coins was entrusted to the Libya Inspectorate of the fascist national party. A few days after this cheque was issued on 23 January 1943, British forces occupied Tripoli, ending the Italian colonial administration of Libya.

80%

346

Tripolitania, Succursale di Tripoli - Vaglia cambiario del Banco di Napoli a taglio fisso del 30/12/1942 intestato al Partito Nazionale Fascista - Ispettorato per la Libia Gav. 03.407 RRRRR Questo esemplare è il medesimo illustrato in Cartamoneta Antica Vol II pag. 168.

173

SPL

700


Dopo l’8 settembre e la dichiarazione di guerra alla Germania, i comandi italiani in Albania, come anche nel Dodecanneso e in Grecia, rimasero senza ordine e allo sbando. Inizialmente, come in Italia e in tutti i territori occupati, per soddisfare le esigenze essenziali anche qui fu adottato il rimedio emergenziale di emettere assegni a taglio fisso utilizzando gli stampati della Banca nazionale d’Albania ancora sotto il controllo italiano. After September 8 and the declaration of war against Germany, the Italian commands in Albania, as well as in the Dodecanese and Greece, remained without order and in disarray. Initially, just like in Italy and in all the occupied territories, the emergency remedy of issuing fixed-cut cheques using the prints of the National Bank of Albania still under Italian control was adopted, to meet the essential needs here.

50%

347

ALBANIA Assegno a taglio fisso (tipo 2) della Banca Nazionale d’Albania da 200 Franchi Albanesi del 18/09/1943 Gav. 03.161 RRR Questo esemplare è il medesimo illustrato in Cartamoneta Antica Vol II pag. 72.

BB++

250

50%

348

ALBANIA Assegno a taglio fisso (tipo 3) della Banca Nazionale d’Albania da 20 Franchi Albanesi del 1/07/1944 Gav. 03.175 RRR

BB

130

50%

349

ALBANIA Assegno a taglio fisso (tipo 3) della Banca Nazionale d’Albania da 100 Franchi Albanesi del 1/07/1944 Gav. 03.176 RRR 174

BB

130


In alcune città sia prima sia dopo l’8 settembre, nonostante la situazione di grave crisi generale, alcune banche continuarono ad emettere normali assegni bancari. In some cities both before and after September 8, despite the situation of serious general crisis, some banks continued to issue normal bank checks.

65%

350

ALBANIA filiale di Scutari - Assegno bancario del Banco di Napoli datato 02/12/1942

BB

20

65%

351

ALBANIA filiale di Elbasan - Assegno bancario del Banco di Napoli datato 11/09/1943

175

BB

20


Alla fine del 1944 gli italiani in Albania si trovarono in situazione di grave debolezza, alcuni in combattimento contro i tedeschi che nel frattempo avevano occupato gran parte delle città. Cogliendo l’occasione le formazioni partigiane locali, che da tempo si erano coalizzate tra loro con un patto sottoscritto il 16 settembre 1942 in “Movimento di Liberazione Nazionale” e che negli anni successivi si erano militarmente riorganizzate trasformandosi in “Fronte di liberazione nazionale”, l’11 febbraio 1945 con aiuti esterni e con decise azioni militari presero il potere, proclamarono l’indipendenza del Paese e dichiararono la nascita della “Repubblica albanese”. La stessa fu poi ufficializzata da elezioni che si terranno nel dicembre dello stesso anno. Assunto il potere la neonata Repubblica albanese dovette affrontare l’immediata esigenza di circolante monetario. In via emergenziale fu disposto il ritiro di tutti gli assegni a taglio fisso e le banconote emesse sotto il dominio italiano e la loro parziale rimessa in circolazione. Alcuni assegni furono sovrastampati cancellando la denominazione della Banca nazionale d’Albania con la nuova Banka e shtetit shqptar (Banca dello Stato albanese), pochissimi altri assegni e un buon numero di banconote da 100 Franchi del 1939 da 20 Franchi, sia di quelle emesse nel 1926 nel periodo del protettorato italiano con re Zog sia di quelle successivamente stampate nel 1939 dalla Banca d’Italia, furono sovrastampate con un timbro rettangolare riportante la denominazione della nuova Banca dello Stato albanese. At the end of 1944, the Italians in Albania found themselves in a situation of serious weakness, as some were fighting against the Germans who had meanwhile occupied most of the cities. Seizing the opportunity, the local partisan formations, which had long unified with a pact signed on September 16, 1942, and had become the “National Liberation Movement” and that in the following years were militarily reorganized into “National Liberation Front”, on February 11, 1945, with external aid and decisive military actions, took power and proclaimed the independence of the country, declaring the birth of the “Albanian Republic”. The same was then formalized by elections to be held in December of that year. Once in power, the newly formed Albanian Republic had to face the immediate need of outstanding currency. As an emergency, all fixed-denomination cheques and banknotes issued under Italian rule were withdrawn and partially put into circulation. Some cheques were overprinted by cancelling the denomination of the National Bank of Albania with the new Banka e shtetit shqptar (Bank of the Albanian State), very few other cheques and a decent number of 1939 100 Franc and 20 Franc banknotes, both those issued in 1926 during the period of the Italian protectorate with King Zog and those subsequently printed in 1939 by the Bank of Italy, were overprinted with a rectangular stamp bearing the name of the new Bank of the Albanian State.

50%

352

ALBANIA Assegno a taglio fisso (tipo 2) della Banca Nazionale d’Albania da 100 Franchi Albanesi del 1943 con sovrastampa 1945. Gav. 03.159 RR

353

ALBANIA Assegno a taglio fisso (tipo 3) della Banka E Shtetit Shqiptar da 500 Franchi Albanesi del 1945 (riferimenti Italiani cancellati da sovrastampa) RRR Questo esemplare è il medesimo illustrato in Cartamoneta Antica Vol II pag. 73.

BB

200

50%

176

BB

130


50%

354

ALBANIA Emissione provvisoria Banca d’Albania 1945 - 20 Franchi oro del 1926 con sovrastampa 1945 I37,914 Gav. 03.149 RR

BB

30

50%

355

ALBANIA Emissione provvisoria Banca d’Albania 1945 - 20 Franchi oro del 1939 con sovrastampa 1945 F23 8748 Gav. 03.145 R

BB

20

50%

356

ALBANIA Emissione provvisoria Banca d’Albania 1945 - 100 Franchi Albanesi del 1940 con sovrastampa 1945 S6 6540 Gav. 03.152 R

177

BB

20


Nel 1946 l’Inghilterra propose invano la creazione di un vasto territorio somalo, che comprendesse le zone italiana, inglese e francese, l’Ogaden etiopico e la parte settentrionale del Kenya. Il 10 febbraio 1947 con il Trattato di Parigi fu imposta all’Italia la rinuncia a tutte le sue colonie. La concessione di Tientsin e i quartieri commerciali italiani di Shanghai Hankow e Pechino furono formalmente soppressi e restituiti alla Cina. Il 31 marzo successivo la Grecia rientrò in possesso di Rodi e di tutte le isole del Dodecanneso. A partire dal 1948 l’ONU iniziò ad affrontare il problema delle ex colonie italiane in Africa. Il 21 Novembre del 1949 decise l’indipendenza della Libia entro il 1° gennaio del 1952. La Somalia si stabilì di affidarla in amministrazione fiduciaria all’Italia per dieci anni con il compito di portarla all’indipendenza. Nel dicembre del 1950 fu deciso inoltre di costituire l’Eritrea in “unità territoriale autonoma” e di federarla con l’Etiopia. Dopo il passaggio dei poteri tra l’amministrazione britannica e quella italiana avvenuto il 31 marzo 1950, il giorno dopo, 1° aprile, l’AFIS (Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia) divenne operante. Il 18 maggio di quello stesso anno, il governo della Repubblica italiana istituì il Somalo come unità monetaria del territorio amministrato. La nuova moneta aveva una parità fissa di ottantotto lire per un somalo. Fu creata una serie di banconote intestate alla “Cassa per la Circolazione Monetaria della Somalia”. Le stesse furono stampate a Roma, a cura dell’Istituto Poligrafico dello Stato, nei tagli da cento, venti, dieci, cinque e un Somalo. In 1946, England unsuccessfully proposed the creation of a vast Somali territory, including the Italian, English and French zones, the Ethiopian Ogaden and the northern part of Kenya. On 10 February 1947, the Treaty of Paris forced Italy to renounce all its colonies. The Tientsin concession and the Italian business districts of Shanghai Hankow and Beijing were formally suppressed and returned to China. On 31 March, Greece regained possession of Rhodes and all the islands of the Dodecanese. Beginning in 1948, the UN began to address the problem of the former Italian colonies in Africa. On November 21, 1949, the UN voted for the Mogadiscio, 1 aprile 1950. independence of Libya by January 1, 1952. It was also decided Prima pagina del Corriere della Somalia, quotidiano in linto entrust Somalia to Italy for ten years with the task of bringing gua italiana pubblicato a Mogadiscio, che annuncia l’assunit to independence. In December 1950 it was decided to estabzione da parte dell’Italia dell’Amministrazione fiduciaria lish Eritrea as an “autonomous territorial unit” and to federate della Somalia. In evidenza il messaggio del Presidente della it with Ethiopia. After the transfer of power between the British Repubblica italiana Luigi Einaudi al popolo della Somalia. and Italian administrations on 31 March 1950, the next day, 1 April AFIS (Italian Trust Administration of Somalia) became operational. On 18 May of that year, the government of the Italian Republic established Somali as the monetary unit of the administered territory. The new currency had a fixed value of eighty-eight lire for a Somali. A series of banknotes was created in the name of the “Somali Cash Exchange”. The same were printed in Rome, by the Istituto Poligrafico dello Stato, in denominations of 100, 20, 10, 5 and 1 Somali.

178


50%

357

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 100 Somali del 1950 SPECIMEN Gig. AFS 6 RRRR In slab PMG n° 1914640-006.

PMG 63

1.000

50%

358

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 100 Somali del 1950, firme Spinelli – Giannini, A001 057063 Gig. AFS 6A RRRR In slab PMG n° 1914640-007.

179

PMG 63

3.000


50%

359

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 20 Somali del 1950 SPECIMEN Gig. AFS 5 RR In slab PMG n° 1914640-015.

PMG 64

450

50%

360

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 20 Somali del 1950, firme Spinelli – Giannini, A008 094836 Gig. AFS 5A RR In slab PMG n° 1914640-016.

180

PMG 58

500


50%

361

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 10 Somali del 1950 SPECIMEN Gig. AFS 4 RR In slab PMG n° 1914640-013.

PMG 64

600

50%

362

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 10 Somali del 1950, firme Spinelli - Giannini, A009 093934 Gig. AFS 4A R In slab PMG n° 1914640-014.

181

PMG 64

500


40%

363

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 5 Somali (I° tipo) del 1950 SPECIMEN Gig. AFS 2 RR In slab PMG n° 1914640-019.

PMG 64

600

40%

364

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 5 Somali (I° Tipo) del 1950 A006 004063 Gig. AFS 2A RR In slab PMG n° 1914640-020.

PMG 66

650

40%

365

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia)) - 1 Somalo del 1950 SPECIMEN Gig. AFS 1 RRR In slab PMG n° 1914640-17. 182

PMG 64

1.000


40%

366

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 1 Somalo del 1950 A011 000485 Gig. AFS 1A RRRRR In slab PMG n° 1914640-018.

PMG 64

2.500

40%

367

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 5 Somali (II° tipo) del 1951 SPECIMEN Gig. AFS 3 RR In slab PMG n° 1914640-011.

PMG 65

500

40%

368

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) - 5 Somali (II° Tipo) del 1951 A001 000191 Gig. AFS 3A RRR In slab PMG n° 1914640-012. 183

PMG 64

600


Assieme alle banconote fu coniata dalla zecca di Roma anche una serie di monete metalliche composta da cinque valori: 1 Somalo e 0,50 Somali in mistura; 0,10, 0,5 e 1 Centesimo di Somalo in rame. Tutte con impresso il millesimo 1950. Sulle stesse è inciso come autore il nome di Giuseppe Romagnoli ma anche in questo caso è probabile che Romagnoli le disegnò ma che l’autore delle incisioni sia stato Pietro Giampaoli. Queste banconote e queste monete furono le ultime emesse ufficialmente dall’Italia per la circolazione in una delle sue ex colonie. Along with the banknotes, the Rome Mint also minted a series of coins consisting of five denominations: 1 Somali and 0.50 Somali in a mixture; 0.10, 0.5 and 1 Cent of Somali in copper, all with the 1950 date engraved. The name of Giuseppe Romagnoli is engraved on them as well, but even in this case it is likely that Romagnoli designed them but the author of the engravings was actually Pietro Giampaoli. These notes and coins were the last officially issued by Italy for circulation in one of its former colonies.

369

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) – Serie monete Prova 1950 (MI – 1 Somalo, 0,50 Somali, CU - 10 Centesimi, 5 Centesimi e 1 Centesimo) RR

FDC

3.000

370

AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia) – Serie monete per la circolazione 1950 (MI – 1 Somalo, 0,50 Somali, CU - 10 Centesimi, 5 Centesimi e 1 Centesimo)

FDC

80

184


Tuttavia, dopo che il Governo italiano il 1° luglio 1960 in anticipo di sei mesi sulla data prevista del 2 dicembre, concluse formalmente il mandato ricevuto dieci anni prima dall’ONU, si prodigò per sostenere la neonata Repubblica di Somalia. Il 1° febbraio 1961 fu approvata dal Parlamento italiano la legge n° 367 che ratificò e regolò una serie di convenzioni e accordi tra l’Italia e la Somalia. Tra questi vi fu l’impegno a stampare a Roma presso il Poligrafico dello stato italiano le banconote della Banca nazionale somala. Negli anni seguenti verranno stampate quattro serie di banconote, nel 1962, 1966, 1968 e 1971. Di questa ultima collaborazione se ne fa cenno con queste due tipologie diverse di banconote. However, after the Italian government formally ended the mandate received ten years earlier by the UN ,on 1 July 1960, six months ahead of the planned date of 2 December, it kept working to support the newly formed Republic of Somalia. On 1 February 1961 the Italian Parliament passed Law No. 367, which ratified and regulated a series of conventions and agreements between Italy and Somalia. Among these was the commitment to print the banknotes of the National Bank of Somalia at the Italian State Printing Office in Rome. Four series of banknotes were printed in 1962, 1966, 1968 and 1971. These two different types of banknotes refer to this latest collaboration.

40%

371

SOMALIA Banca nazionale Somala - 5 Scellini del 1962 A004 085052 Gig. SNB 1B RRR In slab PMG n° 1914640-010.

PMG 50

250

40%

372

SOMALIA Banca nazionale Somala - 5 Scellini del 1966 SPECIMEN Gig. SNB 1C R In slab PCGS 67.

185

PCGS 67

200


La lunga storia della presenza italiana all’estero, iniziata il 15 novembre 1869, si concluse formalmente dopo la sconfitta nel Secondo conflitto mondiale, il 10 febbraio 1947, con il Trattato di Parigi che sanzionò l’Italia con la perdita di tutti i suoi possedimenti all’estero. Tuttavia gli italiani continuarono, come si è visto, ad essere presenti in Somalia con l’AFIS, ma soprattutto nel tessuto imprenditoriale e produttivo libico fino al 21 luglio 1970, quando il “Consiglio del comando della rivoluzione libica” decretò l’espulsione definitiva della comunità italiana e la confisca delle loro proprietà. The long history of the Italian presence abroad, which began on November 15, 1869, formally ended, after Italy’s defeat in the Second World War, on February 10, 1947 with the Treaty of Paris, which sanctioned Italy with the loss of all its possessions abroad. However, the Italians continued, as we have seen, to be present in Somalia with AFIS, but especially in the Libyan entrepreneurial and productive fabric until 21 July 1970, when the “Council of Command of the Libyan Revolution” decreed the definitive expulsion of the Italian community and the confiscation of all its property.

Napoli, 21 agosto 1970 La nave Sicilia carica di profughi italiani provenienti dalla Libia, attracca al porto di Napoli accolta dalla popolazione locale con manifestazioni festose di solidarietà.

186


CRONOLOGIA STORICA E NUMISMATICA RELATIVA ALLE COLONIE, AI POSSEDIMENTI E ALLA PRESENZA ITALIANA ALL’ESTERO 1869 • 15 novembre. L’ex padre lazzarista Giuseppe Sapeto, esperto africanista, acquista dai sultani Hassan ben Ahmed e Ibrahim ben Ahmed i diritti sulla baia di Assab (Mar Rosso) per conto della società genovese di navigazione Raffaele Rubattino & C. 1870 • 11 marzo. A spese del governo italiano, la società Rubattino, compra da Berehan Dini sultano di Rahèita uno scalo per il rifornimento di carbone per le proprie navi nella baia di Assab. 1879 • 30 dicembre. La società Rubattino acquista dal sultano Berehan di Rahèita anche le isole della baia di Assab. 1880 • 15 marzo e 15 maggio. La società Rubattino acquista ulteriori fasce litorali e altre isole attorno ad Assab. 1882 • 5 luglio. La società Rubattino cede allo stato italiano i suoi possedimenti sul Mar Rosso. Lo stesso giorno con la legge n. 857 Umberto I decreta la costituzione della “Colonia italiana di Assab”. 1884-85 • Dal 15 novembre 1884 al 26 febbraio 1885. Si tiene a Berlino un congresso a cui partecipano Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Italia, Spagna, Portogallo, Austria-Ungheria, Danimarca, Svezia, Russia, Turchia e Stati Uniti, che conferisce una veste giuridica alla spartizione del continente africano. • 5 febbraio 1885. Un battaglione di Bersaglieri con artiglieria e servizi, al comando del colonnello Tancredi Saletta, occupa Massaua. 1888 • Il negus Johannes IV emette un bando di guerra contro italiani e dervisci. 1889 • 8 febbraio. Viene proclamato il Protettorato italiano sul sultanato somalo di Obbia. • 10 marzo. In Etiopia, a Metemmah Gallabat nella battaglia contro i dervisci, muore il negus Johannes IV. • 22 marzo. Menelik II, con l’appoggio degli italiani, si proclama: negus neghesti (“re dei re”) d’Etiopia. • 7 aprile. Viene proclamato il Protettorato italiano sul sultanato somalo di Migiurtinia. • 2 maggio. A Uccialli viene firmato il trattato d’amicizia e di scambi commerciali tra l’imperatore Menelik II e il conte Pietro Antonelli in rappresentanza del governo italiano. Nella versione italiana, pur nell’ambiguità della sua stesura, l’articolo 17 prevede l’instaurazione del Protettorato italiano sull’Etiopia. • 2 giugno. In Eritrea viene occupata Cheren. • 3 agosto. Viene occupata Asmara. • Lo stesso 3 agosto. L’Inghilterra subaffitta all’Italia i quattro principali porti della regione somala del Benadir a nord del Giuba avuti in concessione dal sultano di Zanzibar. • 1° ottobre. Il presidente del Consiglio italiano Francesco Crispi e il ras Wada-Micka’el Makonnen, in rappresentanza dell’imperatore Menelik II, firmano a Napoli una convenzione che prevede, tra l’altro, l’intercircolazione monetaria tra l’Etiopia e i confinanti possedimenti italiani. • 11 ottobre. L’Italia notifica alle potenze firmatarie del Congresso di Berlino di aver assunto il Protettorato dell’Etiopia. 1890 • 1° gennaio. Con il R.D. n. 6592 vengono raggruppati tutti tutti i possedimenti italiani sul Mar Rosso. A questo territorio viene dato il nome di “Eritrea”. • 21 gennaio. Menelik contesta l’interpretazione italiana del trattato di Uccialli. 187


10 agosto. Viene emanato il R.D. n. 7049 con il quale le zecche del regno furono autorizzate a coniare monete decimali speciali per la Colonia Eritrea.

1893 • All’inizio dell’anno l’imperatore d’Etiopia Menelik II, più per sottolineare l’indipendenza del proprio impero che per vere e proprie esigenze monetarie, decide di far riaprire l’antica zecca di Harar e lì fa battere la sua la sua prima moneta: una piccola moneta d’argento del valore nominale di 1 Mahalek. • 10 febbraio. Menelik emette un editto con il quale stabilisce la creazione di una moneta nazionale avente come unità di base il Birr argenteo. L’imperatore etiope dopo aver provato inutilmente per anni a convincere gli italiani ad aiutarlo a coniare monete proprie, rotti i rapporti con il nostro Governo, decide di riannodare e rinsaldare la collaborazione con i francesi con i quali stipula accordi che prevedono, tra l’altro, la coniazione delle monete imperiali etiopi. • 27 febbraio. Menelik denuncia il trattato di Uccialli. • 11 maggio. Il governo italiano concede alla Compagnia italiana per la Somalia V. Filonardi & C. l’amministrazione del Benadir. Al sultano di Zanzibar viene corrisposto un canone annuo per la concessione dei porti di Mogadiscio, Warsheikh, Merca e Brava. • 15 luglio. La Compagnia Filonardi fa stampare a Roma il “Buono da 5 Rupie” per la Somalia; è questa la prima emissione di moneta cartacea coloniale del Regno d’Italia. 1894 • La zecca di Parigi inizia a coniare le prime quattro monete etiopi, delle sette previste. 1895 • 25 marzo. Reparti italiani al comando del generale Oreste Barattieri occupano Adigrat. • 28 marzo. Viene occupata Makallè. • 1° aprile. Il generale Barattieri occupa Adua. • 15 maggio. Menelik emette un bando con il quale rende obbligatorio in tutte le terre dell’Abissinia il corso del Birr e dei suoi spezzati. • 7 dicembre. Il IV battaglione indigeni, comandato dal maggiore Pietro Toselli, è annientato sull’Amba Alagi dalle forze del ras Makonnen. 1896 • 21 gennaio. Il forte di Makallè, presidiato dal III Battaglione indigeni, comandato dal maggiore Giuseppe Galliano, dopo una strenua resistenza si arrende al ras Makonnen. • La zecca di Parigi completa l’emissione delle monete etiope con i tre tipi in rame. Tutte le monete con la date EE 1888 (corrispondente al nostro 1896) vengono coniate in solo 200 pezzi. Il nominale maggiore da Un Birr, pur previsto, non sarà mai coniato. • 1 marzo. Sconfitta italiana ad Adua in quella che è considerata la più sanguinosa battaglia coloniale del XIX secolo. • 15 aprile. Nasce la Società anonima commerciale italiana per il Benadir che prende il posto della Società Filonardi nell’amministrazione della regione somala. • 26 ottobre. Viene firmato a Addis Abeba il trattato di pace fra l’Italia e l’Etiopia, con cui viene abrogato il trattato di Uccialli. Nell’allegata convenzione viene stabilito il pagamento all’Etiopia di danni di guerra per complessivi dieci milioni di lire oro. 1897 • 24 giugno. Viene firmato un nuovo trattato di scambi commerciali tra Italia e Etiopia. 1900 • 1 giugno. Dopo le prime violenze a Pechino contro gli occidentali e i cristiani, un primo contingente di 436 marinai aderenti alla “Alleanza delle otto nazioni” (Italia, Regno Unito, Austria-Ungheria, Germania, Russia, Francia, Stati Uniti e Giappone) sbarca nel porto cinese di Ta Ku e si reca in treno a Pechino per proteggere le legazioni occidentali assediate dai rivoltosi nazionalisti. I così detti “Boxer”. • 10 giugno. Una seconda missione delle otto nazione composta da 2156 militari giunge a Pechino con lo scopo di rompere l’assedio delle legazioni. • 5 luglio. Il Parlamento italiano decide un intervento militare in Cina più massiccio con l’invio di un Corpo di spedizione di oltre 2000 uomini. 188


• • •

19 luglio. Nella mattinata re Umberto I e il ministro della Guerra Coriolano Ponza di San Martino passano in rassegna i reparti che si imbarcano sui piroscafi Minghetti, Giava e Singapore e, scortati dalla regia nave Stromboli, partono per la Cina. 29 luglio. Umberto I viene assassinato a Monza dall’anarchico Gaetano Bresci. 29 agosto. Il corpo di spedizione italiano giunge nel porto di Taku, nel frattempo erano state spedite in avanscoperta l’incrociatore Fieramosca e le regie navi Vesuvio e Vittor Pisani con quattro compagnie di fanteria di marina. Compresi questi ultimi la presenza italiana in Cina arriva a oltre 2500 uomini posti sotto il comando del contrammiraglio Camillo Candiani.

1901 • 27 gennaio. Truppe italiane occupano circa mezzo chilometro quadrato nella zona del porto di Tientsin situato nella Cina settentrionale all’imboccatura del Haiho, a sud-est di Pechino. • 7 settembre. Con la firma del Trattato di Pace, con cui si mette fine all’intervento delle potenze straniere in Cina, l’impero cinese concede in perpetuo all’Italia un territorio di 458.000 m2, una delle più piccole concessioni territoriali donate alle potenze straniere intervenute in soccorso dell’Impero cinese. La zona consiste, nell’immediata periferia orientale di Tientsin, di un terreno ricco di saline lungo la riva sinistra del fiume Hai-He, di un villaggio e di un’ampia area paludosa. 1902 • 7 giugno. La Concessione di Tientsin passa ufficialmente sotto il dominio del Regno d’Italia. Cesare Poma si insedia quale primo Governatore del possedimento italiano in Cina. 1904 • Menelik apre una zecca ad Addis Abeba dove saranno coniate, negli anni successivi, monete in oro, argento e rame. 1905 • 13 gennaio. Viene proclamata la sovranità sul Benadir da parte del governo italiano che acquista, dal sultano di Zanzibar, il tratto costiero da Warsheikh a Brava assumendone direttamente l’amministrazione. • 19 marzo. Il governo italiano, prendendo a pretesto le continue aggressioni e razzie, decide di assumere direttamente il controllo di tutti i territori somali. 1906 • 20 gennaio. Viene costituito a Roma l’Istituto coloniale italiano. • 13 dicembre. Viene firmato un accordo tripartito fra Italia Francia e Inghilterra sull’integrità dell’Etiopia. 1907 • 15 aprile. Il Banco di Roma apre un’agenzia a Tripoli dando avvio al programma di “penetrazione pacifica” della Tripolitania, suggerita dal governo italiano. 1908 • 5 aprile. Il Parlamento italiano approva la legge con cui il Benadir e i protettorati somali vengono riuniti in un unica amministrazione a cui viene dato il nome di: “Somalia Italiana”. • 16 maggio. Viene redatta una convenzione che traccia sommariamente i confini tra Etiopia e Somalia. 1909 • 28 gennaio. Viene emanato il R. D. n. 25 con il quale vengono istituite le monete in bronzo per la Colonia della Somalia italiana. 1910 • 15 maggio. Viene emanato il R.D. n. 308 che autorizza la regia zecca italiana a coniare le Bese in bronzo per la Colonia della Somalia italiana. • 8 dicembre. Viene emanato il R.D. n. 847 con il quale si approva il tipo di moneta d’argento denominato in Rupie per la Colonia della Somalia italiana.

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1911 • 28 settembre. L’Italia emette un ultimatum, con scadenza entro le 24 ore successive, con il quale impone alla Turchia la cessione della Tripolitania e della Cirenaica. • 29 settembre. Giudicata insoddisfacente la risposta turca l’Italia dichiara guerra alla Turchia. • 3-26 ottobre. Combattimenti nella zona di Tripoli tra le forze italiane e quelle arabo-turche. • 5 novembre. L’Italia proclama la propria sovranità su Tripolitania e Cirenaica. • 31 dicembre. Viene emesso il R. D. n. 1388 che autorizza il cambio delle monete turche circolanti in Tripolitania e Cirenaica in lire italiane. 1912 • 18 aprile. Forze italiane attaccano l’esercito turco che presidia lo stretto dei Dardanelli. • 4-12 maggio. Rodi e le altre isole del Dodecanneso vengono conquistate dalle forze italiane. • 18 ottobre. Nel quartiere di Ouchy a Losanna, Italia e Turchia firmano un trattato di pace con il quale l’Impero ottomano cede all’Italia il Dodecanneso e la sovranità sulla Tripolitania e la Cirenaica. • 20 novembre. Il governo italiano istituisce il Ministero delle colonie. 1913 • 9 gennaio. La Tripolitania e la Cirenaica vengono distinte in due differenti colonie. 1914-15 • La rivolta araba in Libia arresta l’occupazione italiana della Tripolitania a Tripoli e Homs e quella della Cirenaica alla sola fascia costiera. 1915 • 26 aprile. Con un patto segreto stipulato a Londra viene deciso che in cambio dell’entrata in guerra a fianco delle potenze dell’Intesa antigermanica l’Italia otterrà il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia con Trieste, Gorizia, Gradisca, Pola, l’Istria e le isole occidentali del Carnaro (senza Fiume) e la Dalmazia settentrionale. Inoltre non sarà ostacolato il protettorato sull’Albania e la sovranità sul porto adriatico di Valona. All’Italia vengono assicurati anche compensi territoriali in Africa. • tra la firma del sopra citato patto e il 24 maggio 1915, data dell’entrata in guerra dell’Italia, l’Officina Governativa Carte Valori di Torino predispone le banconote denominate in corone, con sovrastampa di modelli di banconote italiane, in previsione dell’occupazione dei territori austriaci. 1917 • 3 giugno. Il generale Giacinto Ferrero, comandante del Corpo italiano di occupazione in Albania, autorizzato dal ministro degli Esteri Sidny Sonnino, proclama l’unità e l’indipendenza dell’Albania sotto la protezione del Regno d’Italia. • Nella Colonia Eritrea, dove il circolante carta monetario è pressoché inesistente, la Banca Cooperativa Popolare Eritrea è autorizzata a stampare “Buoni in conto corrente senza interessi” nei tagli da 0,50, 1 e 2 Lire con testi in italiano. 1918 • 31 maggio. Viene emesso il R.D. n. 856 che autorizza la coniazione di una moneta d’argento destinata all’Eritrea denominata: Tallero d’Italia. • 3 novembre. Nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino, a Padova, viene firmato l’armistizio fra l’Impero di Austra-Ungheria e l’Italia che mette fine alle ostilità tra i due stati. L’armistizio entrò in vigore a partire dal successivo 4 novembre 1918. 1919 • 19 febbraio. A Parigi si apre la Conferenza di pace organizzata dai paesi vincitori della Prima guerra mondiale ad eccezione della Russia e degli alleati minori. L’Italia chiede che venga applicato alla lettera il patto di Londra, la cui attuazione integrale consentirebbe all’Italia di ottenere buona parte della Dalmazia con le isole adiacenti, viene chiesta anche la concessione della città di Fiume a motivo della prevalenza numerica dell’etnia italiana nel capoluogo del Carnaro. Oltre alle pattuite concessioni territoriali in Africa. • 1° giugno. Con l’emanazione degli Statuti libici viene concessa la cittadinanza italiana e il diritto di rappresentanza parlamentare ai sudditi della Tripolitania. 190


• • •

12 settembre. Gabriele d’Annunzio preso atto della indisponibilità delle potenze partecipanti alla Conferenza di Parigi a concedere la sovranità italiana sulla città di Fiume, al comando di una Brigata di granatieri e di un Gruppo di volontari, con l’appoggio della maggioranza della popolazione locale, entra a Fiume e assume il controllo della città. 31 ottobre. Il comandante Gabriele d’Annunzio decreta la messa in circolazione della “Corona fiumana” sovrastampando le corone austro-ungariche con la denominazione “Città di Fiume”. In realtà i timbri di sovrastampa saranno di tre diversi tipi. 31 ottobre. Le concessioni previste dagli Statuti libici vengono estese ai sudditi della Cirenaica. 16 novembre. Con il sostegno di alcuni capi arabi e berberi nasce a Misurata la Repubblica Tripolitana.

1920 • 21 gennaio. Si chiude la Conferenza di Parigi con esiti deludenti per l’Italia. Dopo forti contrasti con il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson, che portarono anche nell’aprile 1919 al temporaneo abbandono della delegazione italiana, dopo che il presidente statunitense si era rivolto con un suo appello direttamente al Popolo italiano scavalcando il nostro Governo, l’Italia fu in sostanza emarginata. La Francia non vedeva di buon occhio una Dalmazia italiana poiché avrebbe consentito all’Italia di controllare i traffici provenienti dal Danubio e il neonato regno dei Serbi, Croati e Sloveni approfittando della situazione di debolezza dell’Italia creò forti contrasti e mise in discussione anche la storica presenza degli italiani nell’area balcanica adriatica, rivendicando per se quasi tutti i territori concessi all’Italia. Le potenze dell’Intesa, alleate dell’Italia, ritrattarono parte di quanto promesso nel 1915: l’Italia ottenne il Trentino con l’aggiunta del Sud Tirolo, Trieste, Gorizia, buona parte dell’Istria, Zara e varie isole minori, ma protestò energicamente per la mancata aggiudicazione di altre zone della Dalmazia e soprattutto di Fiume. La diffusa delusione degli italiani dell’epoca dette origine al mito della: “vittoria mutilata”. • 13 maggio. Viene emanato il R.D. n. 600 che dispone l’emissione cartacea in rupie di “Buoni di Cassa della Banca d’Italia”. L’emissione viene creata dalla Banca d’Italia e distribuita dalla sua filiale di Mogadiscio. • 12 novembre. A Rapallo, Giovanni Giolitti presidente del Consiglio del Regno d’Italia e Milenko Radonja Vesnić primo ministro del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni firmano un accordo in cui si stabiliscono consensualmente i confini fra i due Stati e le rispettive sovranità. Esso comporta l’annessione al Regno d’Italia di Gorizia, Trieste, Pola e Zara. 1921 • Inizia la campagna di riconquista di gran parte della Tripolitania cui seguiranno quella del Fezzàn e della Cirenaica. • 1 aprile. Il Bureau of Engraving and Printing di Peking e il successivo 15 settembre l’American Bank Company di New York producono per conto della Chinese Italian Banking Corporation (in realtà si tratta della Sino Italian Bank) due serie di banconote destinate alla concessione italiana di Tientsin. La prima serie, salvo alcuni esemplari della banconota da 1 yuan è, ad oggi, conosciuta in un unico esemplare. Della seconda serie solo il pezzo da 100 yuan risulta quasi introvabile. Non è noto se queste banconote furono prodotte pensando a una loro reale circolazione ne il motivo della diversa intestazione. Sta di fatto che risultano aver circolato solo le banconote da 100 yuan (i rarissimi esemplari apparsi si trovano solo in conservazione di avvenuta circolazione) e pochissime da 50 yuan. 1923 • 28 settembre. L’Etiopia entra a far parte della Società delle Nazioni. 1924 • 22 febbraio. Con R.D.L. n. 211 la città di Fiume viene annessa al Regno d’Italia. • 24 febbraio. Viene emesso il R.D. 235 con il quale a partire dal 2 marzo successivo è dato corso legale alle monete e banconote italiane nel territorio dell’ex Corpus separatum di Fiume, ora annesso al Regno d’Italia. • aprile. La carenza di circolante monetario e la consuetudine, nel meridione dell’Albania, all’usa della Lira italiana spinge la Camera di commercio della Città di Berat a far stampare biglietti di emergenza nei tagli da 0,50, 1 e 2 Lire con testo in italiano e albanese. • 15 luglio. L’Inghilterra cede all’Italia l’Oltregiuba somalo quale compenso promesso con il patto segreto di Londra del 1915.

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1925 • Nella città di Fiume, a causa della scarsa circolazione di spezzati metallici di piccolo taglio, vengono stampati dalla tipografia Urania “Buoni di cassa dei Servizi pubblici di Fiume” nei tagli di 10, 20 e 50 centesimi di Lira. • 15 marzo. Il ministro degli Esteri albanese Mufid Bey Lobohova e Mario Alberti, in rappresentanza di un gruppo finanziario italiano firmano una convenzione per la creazione di una banca in Albania. • 18 giugno. Viene emanato il R.D. n. 1143 che dichiara fuori corso in le monete aventi come base la Besa e la Rupia per la Somalia italiana, dispone il ritiro delle emissioni cartacee e introduce dal 1° luglio dello stesso anno il sistema monetario decimale italiano. • 2 settembre. Viene costituita, con sede legale a Roma, la “Banca nazionale d’Albania”, indipendente dal Governo albanese e sotto il controllo italiano. 1926 • La Banca nazionale d’Albania istituisce un sistema monetario nazionale avente come unità di base il Franco albanese corrispondente al peso di 0,290333 grammi di oro fino, pari al Franco oro dell’Unione monetaria latina e stabilisce l’emissione di banconote e monete metalliche a nome di Amet Zogu presidente della Repubblica d’Albania. 1927 • 10 marzo. Il ministero delle colonie dichiara l’assoggettamento della Somalia settentrionale. • 26 giugno. In Tripolitania vengono aboliti il sistema parlamentare e parte dei diritti previsti negli Statuti libici del 1919. 1928 • 2 agosto. Viene firmato il trattato ventennale di pace e di amicizia tra l’Italia e l’Etiopia. • 1 settembre. Amet Zogu si autoproclama: Mbret i Shqiptarëve (re degli albanesi). La zecca di Roma viene incaricata di predisporre i punzoni e coniare una nuova serie di monete a nome di re Zogu I, re degli albanesi. 1930 • 2 novembre. Tafari Makonnen è incoronato negus neghesti d’Etiopia con il nome di Haile Sellassie I. 1931 • 16 settembre. Dopo la cattura e la condanna a morte del capo della resistenza Cirenaica Omar el Mukhtar si concludono le operazioni di riconquista della Libia. 1932 • 29 novembre. Il ministro delle colonie Emilio De Bono presenta i primi piani ufficiali di conquista dell’Etiopia. 1934 • 3 dicembre. La Tripolitania e la Cirenaica vengono unificate nella “Colonia di Libia”. • 5 dicembre. Incidenti e scontri militari al confine tra Etiopia e Somalia Italiana. 1935 • 9 luglio. Il governo italiano stipula un accordo con il governo austriaco con il quale la zecca di Roma viene autorizzata a coniare i talleri di Maria Teresa, datati 1780, per le esigenze della Colonia Eritrea. • 3 ottobre. L’Italia dà inizio alle operazioni militari di conquista dell’Etiopia. • 18 novembre. La Società delle Nazioni emana sanzioni economiche contro l’Italia per la sua aggressione all’Etiopia. • 18 dicembre. Si celebra in Italia la “giornata della fede”. Le donne italiane donano la loro fede nuziale a sostegno dello sforzo bellico. La raccolta frutta circa un miliardo di lire. 1936 • 5 maggio. Il generale Pietro Badoglio entra vittorioso in Addis Abeba. • 9 maggio. Il re Vittorio Emanuele III è proclamato imperatore d’Etiopia; il maresciallo Badoglio è nominato viceré d’Etiopia. • 1° giugno. La Somalia, l’Eritrea e l’Etiopia vengono unificate sotto l’unica denominazione di: Impero dell’Africa Orientale Italiana (A.O.I.). 192


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11 giugno. Il maresciallo Rodolfo Graziani succede a Badoglio quale viceré d’Etiopia. 30 giugno. Haile Sellassie denuncia alla Società delle Nazioni l’aggressione italiana. 2 luglio. Viene emanato il R.D.L. n. 1371 con il quale si sancisce che a decorrere dal 15 luglio del 1936 la Lira italiana, con i suoi multipli e sottomultipli, è la moneta avente corso legale nell’A.O.I.; nei cui territori, in futuro, potranno circolare, oltre alle monete italiane in lire, soltanto banconote di una apposita serie speciale. 15 luglio. La Società delle Nazioni abroga le sanzioni contro l’Italia. 18 agosto. Viene emessa dalla Banca d’Italia la banconota da Lire 100 con l’allegoria di Roma guerriera, è la 1a emissione dell’Italia imperiale. 3 settembre. Vengono emanati i R.D. n. 2510 e 2511 con i quali si autorizza la regia zecca a coniare monete in oro, argento, nichelio e rame per celebrare la costituzione dell’Impero. tra il 2 luglio, emanazione del sopra citato R.D.L. n. 1371, e il 27 ottobre, il Poligrafico dello Stato elabora un progetto, poi non portato a termine, per la creazione di nuove banconote per l’A.O.I.

1937 • 11 gennaio. Viene emanato il D.M. n. 260 con il quale si ufficializza l’attuazione delle banconote speciali in lire per l’A.O.I. • 19 febbraio. Attentato al generale Graziani ad Addis Abeba. • 8 aprile. Il ministero delle Colonie viene trasformato in ministero dell’Africa italiana. • 6 maggio. Nasce a Napoli l’Ente autonomo mostra triennale delle terre italiane d’oltremare. • 11 dicembre. L’Italia esce dalla Società delle Nazioni. • 21 dicembre. Il duca d’Aosta Amedeo di Savoia è nominato governatore generale dell’Africa orientale italiana e viceré d’Etiopia. 1938 • 14 giugno. La Banca d’Italia vara la Serie speciale di banconote per l’Africa Orientale Italiana, nei tagli di 50, 100, 500 e 1000 Lire la cui circolazione è vietata fuori dei territori della A.O.I. • 28 ottobre. Viene varato il programma che prevede la colonizzazione intensiva della Libia. • 2 novembre. Milleottocento famiglie di coloni italiani sbarcano a Tripoli. 1939 • 9 gennaio. La Libia settentrionale viene riconosciuta parte integrante del territorio nazionale italiano. • 7 aprile. L’esercito italiano invade l’Albania. • 12 aprile. L’assemblea costituente albanese offre la corona a Vittorio Emanuele III il quale accetta e assume il titolo di re d’Albania. • 6 giugno. Viene approvata la legge n. 1046. In essa si da seguito alla “Convenzione economica-doganale-valutaria” in cui è stabilito che il valore del Franco albanese è ragguagliato alla Lira italiana con la parità di 6,25 lire italiane per ogni Franco albanese. Inoltre si dispone che per la coniazione delle monete la Banca nazionale d’Albania si servirà della regia zecca italiana. Per la stampa delle banconote la banca predetta si servirà delle officine dello Stato italiano o della Banca d’Italia. Saranno poi le officine di quest’ultima a stampare effettivamente le banconote albanesi. 1940 • 10 giugno. L’Italia entra in guerra a fianco della Germania. • 11 giugno. Primo attacco aereo alleato su Asmara. 1941 • A seguito degli eventi bellici l’Italia perde le colonie dell’Africa orientale. • 5 febbraio. Il generale inglese William Platt istituisce l’Amministrazione britannica in Eritrea. • 5 maggio. Haile Sellassie rientra ad Addis Abeba liberata dalle truppe inglesi e dai partigiani etiopici. • 18 maggio. Il principe Aimone di Savoia-Aosta, duca di Spoleto, con decisione di Vittorio Emanuele III e su richiesta degli ustascia croati guidati da Ante Pavelić, assume il titolo di re di Croazia con il nome di Tomislao II. Nel periodo di regno di Tomislao II vengono emesse due serie di banconote espresse in Kuna. La prima, un’emissione di stato, reca lo stemma assunto da re Tomislao, la seconda, è un’emissione della Banca di Croazia.

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Fin dall’inizio della guerra vengono preparate serie di biglietti monetati intestati a una inesistente “Cassa Mediterranea di Credito”, destinati ai paesi oggetto dei piani di conquista (Grecia, Egitto e Sudan) ed espressi nelle rispettive valute locali. In realtà furono immesse in circolazione, nel giugno del 1941, solo le banconote in dracme destinate alla Grecia. luglio. L’amministrazione del Montenegro, affidata all’Italia fin dall’occupazione italo-tedesca della Jugoslavia, avvenuta in aprile, al fine di sostenere le spese d’occupazione, decide di immettere in circolazione banconote della ex Jugoslavia sulle quali viene impresso un timbro italiano con la dicitura “VERIFICATO”.

1942 • aprile. Conquistate le isole Jonie (Cefalonia, Cerigo, Corfù, Itaca, Leucade, Paxos, e Zante) appartenenti alla Grecia, viene diffusa carta moneta in dracme, costituita da biglietti a corso legale per le Isole Jonie in più tagli. • 12 maggio. Inizia il rimpatrio degli italiani dall’intero territorio dell’A.O.I. con navi ospedale e sotto la protezione della Croce Rossa. 1943 • 23 gennaio. Le forze britanniche occupano Tripoli ponendo fine all’amministrazione coloniale italiana della Libia. • 8 settembre. Alle 19:42 il capo del Governo italiano Pietro Badoglio dai microfoni della EIAR (la radio dell’epoca) annuncia agli italiani l’entrata in vigore dell’armistizio con gli anglo-americani firmato a Cassibile il precedente giorno 3 dello stesso mese. • 14 ottobre. Dopo l’8 settembre e la dichiarazione di guerra alla Germania le truppe tedesche sconfiggono la resistenza italiana a Rodi e in tutto il Dodecanneso. L’amministrazione civile rimane nelle mani del vicegovernatore italiano Faralli. Privo di contatti con l’Italia Faralli dispone la parificazione a biglietti di banca degli assegni emessi a Rodi, all’ordine del governo italiano, dalla Banca d’Italia, dal Banco di Sicilia e dal Banco di Roma. 1944 • 21 aprile. Il governo delle isole italiane dell’Egeo, esaurite le scorte di moduli di assegni nelle banche italiane, dispone l’emissione di biglietti a corso legale nelle isole del possedimento nei tagli di Lire 50 e Lire 100 ordinando all’Officina grafica di Rodi la stampa su carta da bollo di cui esistevano consistenti scorte. • Ottobre. Le truppe inglesi occupano Rodi e le isole del Dodecanneso e introducono nella circolazione monetaria le sterline B.M.A. (British Military Autority). • Durante la Guerra di liberazione, dopo ripetuti scontri, alcuni molto cruenti, tra forze partigiane italiane e jugoslave, inizia l’esodo giuliano, dalmata e istriano. Un evento storico con cui viene attuata l’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di nazionalità e lingua italiana dalla Venezia Giulia (comprendente il Friuli Orientale, l’Istria e il Carnaro) e dalla Dalmazia. L’esodo è durato oltre un decennio con code fino al 1958. Si stima che i giuliani (in particolare istriani e fiumani) e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine, ammontino a un numero compreso tra le 250.000 e le 350.000 persone. Il fenomeno seguente agli eccidi noti come “massacri delle foibe”, coinvolse in generale tutti coloro che diffidavano del nuovo governo jugoslavo comunista di Josip Broz Tito e fu particolarmente rilevante in Istria e nel Carnaro, dove si svuotarono dei propri abitanti interi villaggi e cittadine. Il primo in ordine cronologico fu l’esodo da Zara: iniziò come sfollamento della città a seguito dei devastanti bombardamenti alleati del 1943/44 e si consolidò in esilio dopo l’ingresso in città delle truppe jugoslave nell’ottobre 1944. Il secondo esodo fu quello silenzioso da Fiume, che si svolse gradualmente; nel gennaio 1946 erano già partiti in 20.000 e la città si svuotò di italiani entro il 1948. 1945 • 11 febbraio. Riacquistata l’indipendenza, la nuova costituzione dell’Albania istituisce la “Repubblica popolare d’Albania”. La neonata repubblica, al fine di sopperire temporaneamente alle esigenze monetarie decreta una emissione provvisoria rimettendo in circolazione le banconote da 20 Franchi, sia del tipo emesso a nome di Amet Zogu nel 1926 sia del tipo stampate dalla Banca d’Italia nel 1939 a nome di Vittorio Emanuele III, e di banconote da 100 Franchi del 1939. Queste furono sovrastampate con timbro rettangolare raffigurante l’aquila bicipite e la scritta, in albanese: “Banca dello Stato albanese”. 1947 • 10 febbraio. Il Trattato di pace di Parigi sanziona la rinuncia italiana a tutte le sue colonie. La concessione di Tientsin, così come i quartieri commerciali italiani a Shanghai, Hankow e Pechino, furono formalmente soppressi e riassegnati alla Cina. 194


31 marzo. La Grecia entra in possesso di Rodi e di tutte le isole del Dodecanneso.

1948 • Le Nazioni Unite affrontano il problema delle ex colonie italiane in Africa. 1949 • 21 novembre. Le Nazioni Unite decidono l’indipendenza della Libia entro il 1° gennaio 1952. La Somalia è affidata in amministrazione fiduciaria all’Italia per dieci anni con il compito di portarla all’indipendenza. 1950 • Dicembre. Le Nazioni Unite decidono di costituire l’Eritrea in “unità territoriale autonoma” e di federarla all’Etiopia. • 1° aprile. Diventa operante l’AFIS (Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia). • 18 maggio. Il governo italiano emana un decreto che istituisce il Somalo come unità monetaria per l’AFIS. Vengono create, insieme a monete metalliche, una serie di banconote intestate alla “Cassa per la Circolazione monetaria della Somalia”. 1951 • 24 dicembre. Viene proclamata l’indipendenza del regno di Libia; l’emiro della Cirenaica Mohammed Idris el-Nadhi el-Senussi diviene re di Libia con il nome di Idris I. 1953 • 29 aprile. Viene formalmente soppresso il ministero dell’Africa italiana. 1960 • 1° luglio. Termina l’Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia che, in anticipo sulla data prevista del 2 dicembre, diventa indipendente; contemporaneamente cessa di funzionare la “Cassa per la Circolazione monetaria della Somalia”. 1961 • 1 febbraio 1961. Viene approvata dal Parlamento italiano la legge n. 367 che ratifica e regola una serie di convenzioni e accordi con cui l’Italia si impegna a sostenere la neonata Repubblica di Somalia. In conseguenza di tali accordi anche il Poligrafico dello stato italiano si impegna a stampare per dieci anni le banconote della Banca nazionale somala. Negli anni seguenti a Roma verranno stampate quattro serie di banconote somale: nel 1962, 1966, 1968 e 1971. 1969 • 1° settembre. In Libia un colpo di stato militare, guidato dal colonnello Muammar Ghedaffi, destituisce il re Idris; viene proclamata la Repubblica socialista araba libica. 1970 • 21 luglio. Il Consiglio del comando della rivoluzione libica decreta l’espulsione definitiva della comunità italiana residente in Libia e la confisca delle loro proprietà.

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Finito di stampare nel mese di settembre 2023 da Litographic Group SpA Spezzano di Fiorano (MO)


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