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Vegla Bën Ustain lo strumento fa il maestro Fabrizio Bellomo

Intervento, Tirana, 2015 appunti su un progetto realizzato e altre riflessioni “Ero a Tirana per girare un film su una leggenda metropolitana relativa ad Anna Oxa; appena arrivato in città, vedo questa grande rotonda: decine di lavoratori seduti ai bordi della strada, in vendita, come delle prostitute. Ogni lavoratore è accanto al proprio strumento di lavoro, gli avventori che passano in macchina dalla rotonda capiscono quale lavoratore assoldare per la giornata in relazione alla propria necessità e di conseguenza in relazione allo strumento che servirà a supplire tale necessità.” “Durante le riprese del film, un giorno verso la fine delle riprese, passammo dalla rotonda con tutta la troupe. Mi ero convinto di un forte parallelismo fra i nostri operatori (camera-men, operatore audio ecc) e questi operai che si vendono per strada col proprio strumento al fianco. In entrambi i casi, sia che si trattasse degli operatori della nostra troupe, sia che si trattasse degli operai, ambedue le categorie erano ai miei occhi principalmente caratterizzate dal proprio strumento di lavoro, dalla macchina con la quale lavoravano e dal rapporto simbiotico che avevano con questa... in particolar modo volevo vedere l’operatore audio – con la sua imbracatura tecnologica e con l’asta col microfono in mano – in mezzo agli operai della rotonda. Non riuscii a convincere alcuni degli operai della ro42

tonda a posare accanto al proprio mezzo di lavoro, riuscii però a indurre alcuni non possessori di strumenti a posare accanto ad alcuni strumenti di proprietà altrui che erano già posizionati sul ciglio della strada, beh... i proprietari degli strumenti rapidamente – mentre stavo scattando la fotografia – tolsero un paio dei propri strumenti dalla scena, non consentendomi così di realizzare l’immagine che avevo in mente, che venne in un secondo momento realizzata attraverso l’ausilio di photoshop. Quest’accadimento - in qualche modo - mi confermò l’estensione simbiotica che gli operai avevano con il proprio strumento di lavoro.” “Vegla Bën Ustain é un detto albanese che significa lo strumento fa il maestro, lo stesso detto è In realtà presente in moltissime lingue – essendo la nostra una società tecnica-tecnologica – ad esempio nel dialetto della mia città d’origine, Bari, si dice l’ firr fascen u’mastr, a significare i ferri fanno il maestro.” “Ho assoldato Luly, uno di questi operai (ma senza mezzo), per scrivere con un martello pneumatico su di un muro adiacente alla rotonda e alle loro postazioni di vendita, il detto Vegla Bën Ustain, per la prestazione l’ho pagato 50 euro; ho dovuto anche pagare – la stessa cifra – altre 50 euro al proprietario del martello pneumatico che avrebbe affittato il suo strumento ma che non voleva comparire in video.” “Le tecniche e le tecnologie hanno sempre modificato profondamente la nostra vita – lavorativa e non –, un esempio recente che mi sono ritrovato spesso a fare è quello dell’avvento delle odierne macchine fotografiche reflex digitali che hanno consentito a chiunque avesse famigliarità con una macchina fotografica, di girare video di qualità cinematografica: bene, prima di questo che è stato col senno di poi un vero e proprio avvento, il mestiere del fotografo era una cosa e quello del video-maker era un’altra cosa, con questa nuova tecnologia invece tutti i fotografi sono diventati anche video-maker”.


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