Periodico 479 - Luglio Agosto 2012

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Poste Italiane S.P.A. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI in caso di mancato recapito inviare al CMP Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere i diritti postali.

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Periodico di Mani Tese, organismo contro la fame e per lo sviluppo dei popoli. anno XLVIII | luglio-agosto 2012

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Un anno di grandi sfide

dossier

Rapporto Annuale 2011


Un anno di grandi sfide In marcia per il diritto al cibo! Una marcia in giro per il mondo per promuovere il diritto al cibo buono, democratico e sostenibile. Marcia con noi su: www.foodforworld.org


manitese 479 | luglio-agosto 2012 di luigi idili, presidente di mani tese

2011 un anno di grandi sfide! che non sembra capace di prendere atto del fallimento di un modello di sviluppo fortemente squilibrato e insostenibile sul piano economico, sociale e ambientale che favorisce l'ampliarsi della forbice delle ineguaglianze e fa restare al palo l'Italia del sociale, del lavoro e della solidarietà. È quanto si esamina nel Rapporto Social Watch 2011, dove non mancano di certo gli spunti per riflettere attraverso dati e numeri su quanto incerto sia il futuro delle risorse destinate all'assistenza sociale, alla lotta alla povertà, ai servizi per l'infanzia e per la non autosufficienza, all'istruzione pubblica, agli ammortizzatori sociali, agli interventi di inclusione sociale dei cittadini stranieri. Vi ricordo infine che a Milano nei giorni 1-2 ottobre si terrà il Forum della Cooperazione Internazionale organizzato dal Ministro Riccardi: sarà un dibattito che finalmente romperà il silenzio assordante sul futuro della Cooperazione internazionale, e soprattutto su quella italiana che, almeno a livello governativo, è in fase di spegnimento. Buona lettura e non dimenticate di marciare con noi per il DIRITTO AL CIBO BUONO, DEMOCRATICO E SOSTENIBILE su www.foodforworld.org.

progetti 28 I progetti terminano… 29 …ma i bisogni non si esauriscono 30 Il terremoto a Massa Finalese

Cari amici ben ritrovati. L'estate è iniziata da poco, ma si sente tanto soprattutto nei luoghi della terra emiliana colpita dal sisma dello scorso 20 maggio, una violenta scossa che nel cuore della notte, alle ore 4.03, ha cambiato la vita di molte persone e le case, luoghi di affetto e di sicurezza sono diventati spazi di pericolo e di paura. In questo numero vi racconteremo del progetto avviato da Mani Tese in Emilia Romagna per fronteggiare l'emergenza terremoto, progetto che “guarda avanti” nella ripresa della normalità e che mira attraverso le attività riservate ai minori a fronteggiare la quotidianità dei bambini che più degli adulti sono vittime del sisma. Vi parleremo anche dei nostri risultati di bilancio dell'anno appena trascorso, un anno difficile ma pieno di grandi sfide che narrano il lavoro preciso e puntuale del team dell'organizzazione che ha consolidato il suo intervento di cooperazione internazionale nei 17 paesi in cui lavoriamo con le attività dei 28 progetti già avviati e con 23 nuovi interventi; che ha sostenuto fortemente il referendum per l'Acqua del 12 e 13 giugno 2011 (quando gli italiani hanno dato un forte segnale al paese di cambiamento e cioè fuori l'acqua dal mercato e fuori i profitti dall'acqua, per raggiungere l'obbiettivo di una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico); che ha rilanciato il lavoro sul territorio attraverso i volontari e riscoperto un volontario speciale, il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Resta l'amaro in bocca per un anno, il 2011, che nonostante enormi sacrifici fotografa la nostra Italia come un paese ancora lontano dall'aver superato la crisi economicofinanziaria manifestatasi nel 2008 e

redazione

contributi

stampa

periodico manitese

periodico in pdf

Luigi Idili (dir.) Luca Manes (dir. resp.) Chiara Cecotti Angela Comelli Alberto Corbino Giosuè De Salvo Elias Gerovasi Elena Iannone Giovanni Mozzi Giacomo Petitti Lucy Tattoli

Gruppo di volontari di Finale Emilia (MO) S. Squarcina, G. Tedesco, A. Tricarico, E. Vigo, C. Zazzaroni.

Staff S.r.l. Buccinasco (MI)

Registrazione al ROC (Registro operatori di comunicazione) al n.154 Registrazione al Tribunale di Milano n. 6742 del 28 Dicembre 1964.

Per ricevere il periodico in formato pdf scrivi a: segreteria@manitese.it. un piccolo gesto per ridurre la nostra impronta ecologica quotidiana.

Luigi Idili, presidente di Mani Tese

indice 6 Unione Europea, siamo davvero a una svolta? 8 Social Watch 2012, diritto a un futuro 10 La calda estate della cooperazione italiana 12 Una marcia per il diritto al cibo dossier 14 I nostri progetti nel Sud del mondo 15 Africa – Cosa abbiamo realizzato 16 America Latina – Cosa abbiamo realizzato 17 Asia – Cosa abbiamo realizzato 18 Acqua per tutti 19 Coinvolgimento e raccolta fondi per un mondo migliore!

20 Un volontario d'eccellenza 22 Burkina Faso: la carestia 23 Re:common 23 Il futuro che (non) vogliamo 24 CIBINVIAGGIO: le scuole protagoniste 25 [4.03 _ prima scossa] 26 Tutti insieme! 27 Sos terremoto in Emilia

grafica

Cari Lettori, abbiamo cambiato la carta del nostro periodico. FSC è una certificazione internazionale, indipendente e di parte terza, specifica per il settore forestale e i prodotti derivati dalle foreste. In questo modo il nostro periodico sarà sempre più eco-sostenibile, pur rimanendo economico, ma avrà un aspetto grafico più rilevante e gradevole. Buona lettura!

Riccardo Zanzi

sede P.le Gambara 7/9, 20146 Milano Tel. 02 40 75 165 manitese@manitese.it www.manitese.it

• c.c.p. 291278 • BONIFICO BANCARIO Banca Popolare Etica, cod. IBAN IT 58 W 05018 01600 000000000040

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un anno di grandi sfide | istantanea di giacomo petitti


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Ad oggi sono oltre 70 le volontarie e i volontari provenienti da tutta Italia che hanno deciso di partecipare al campo di lavoro TUTTI INSIEME! …volontari a Finale Emilia! All'interno del Cantiere di Mani Tese sono molteplici le attività organizzate, i lavori da fare e si trovano mille occasioni per portare il proprio aiuto, piccolo o grande. Ma il denominatore comune qui, come da sempre per Mani Tese, è l'essere “volontari”.

Grazie a tutti!

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un anno di grandi sfide | rubriche Di stefano squarcina, Gruppo Gue/NgL del Parlamento Europeo

osservatorio europeo

Unione Europea, siamo davvero a una svolta?

Se mettiamo da parte i toni trionfalistici con i quali i media hanno presentato i risultati dell'ultimo vertice dei Capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea del 28-29 giugno scorso e, invece, andiamo a vedere quali sono le reali decisioni prese a Bruxelles, ci accorgiamo che non siamo di fronte a quella svolta epocale nelle politiche economiche e finanziarie dell'Unione Europea che vogliono farci credere. L'integrazione europea continua a svilupparsi principalmente attorno al dogma dell'austerità, che ha portato l'Unione Europea alla recessione; l'altro pilastro è il sistema bancario privato, pompato all'inverosimile con aiuti pubblici, senza contropartite politiche sostanziali. Il Consiglio Europeo di giugno non sfugge alla regola. Il nuovo accento politico messo a Bruxelles sulla crescita è ovviamente positivo in termini generali, ha portato all'approvazione di un “Patto per la crescita ed il lavoro”

consiste nel mettere miliardi di euro sul mercato per cercare di tenere sotto controllo uno spread a livelli artificiosamente alti a causa della speculazione. Si rafforza l'Europa della finanza e delle banche, mentre l'Europa sociale, del lavoro e della solidarietà rimane ancora al palo. I padri fondatori dell'Unione Europea –da Altiero Spinelli a Robert Schuman, da Konrad Adenauer a Jean Monnet– avevano un sogno: gli Stati Uniti d'Europa intesi come un'alleanza tra i popoli del continente fondata sulla solidarietà ed il lavoro. Quella che hanno in testa Angela Merkel o David Cameron ha più a che fare con un'Europa alla carta dove ognuno pensa per sé. Non a caso il disagio politico tra i popoli europei aumenta, il grado di adesione verso le istituzioni di Bruxelles diminuisce. A parte la drammatica urgenza economico-sociale, il primo problema dell'Unione Europea è la qualità della sua

leadership, la mancanza di una visione i cui finanziamenti sono incerti: dei 120 miliardi di euro previsti in investimenti per europeista e a lungo termine che consolidi i prossimi cinque anni ce ne sono solo dieci e rafforzi quel progetto di progresso e pace –all'interno almeno delle sue frontiere– che di nuovi, tutto il resto è un giro di cassa di è l'UE. La Commissione è un insieme di finanziamenti già esistenti. Ma anche se ci fossero tutti i 120 miliardi, è troppo polemi- “funzionari di stato” di alto livello nominati dai singoli governi; il Consiglio rappresenta co ricordare che in quattro anni il sistema bancario privato ha ricevuto 6.000 miliardi i ventisette stati membri e dunque risponde alle esigenze delle capitali nazionali; il di euro in aiuti diretti, e che si appresta a Consiglio Europeo, composto dai Capi di riceverne molte altre centinaia di migliaia? Stato e di Governo, naviga a vista e prende Infatti, chi va davvero a nozze con questo di volta in volta misure antisociali per “dare Consiglio Europeo sono gli istituti bancari un segnale ai mercati”, dimenticando che privati ed i mercati finanziari, che non a forse è ora di “dare un segnali ai cittadini”; caso sono esplosi di gioia nell'apprendere il Parlamento Europeo è l'unica istituzione le due altre misure decise a Bruxelles: legittimata democraticamente dal suffragio l'unione bancaria e lo scudo anti-spread. universale, ma i suoi poteri di indirizzo La prima permetterà alle banche di vedere politico sono insufficienti, dovendosi limiripianate completamente le loro espositare a commentare o modificare iniziative zioni nei confronti dei debiti sovrani degli stati, sotto il controllo della Banca Centrale legislative che solo la Commissione può attivare. Strutturalmente, insomma, è Europea, a carico sempre dei contribuenti. La seconda, dai meccanismi ancora incerti, l'Unione Europea come tale che soffre di


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mica e territoriale, la solidarietà, la condivisione di una responsabilità internazionale ispirata a democrazia e diritti umani, le politiche ambientali e lo sviluppo regionale, ecc… Per far questo ci vogliono volontà politica e soldi, mentre entrambi sono oggi concentrati quasi esclusivamente sul salvataggio delle banche e il consolidamento della stabilità finanziaria, poco importa se le conseguenze sono una disoccupazione a livelli storici, la de-industrializzazione dell'Europa, una globalizzazione selvaggia. L'Unione Europea deve ritrovare la sua finalità sociale, ciò passa necessariamente per una contestazione profonda, culturale e intellettuale prima che istituzionale, delle politiche recessive di austerità. La ridefinizione degli obiettivi dell'Unione Europea va poi di pari passo con le riforme istituzionali, per colmarne il deficit democratico. Le proposte non mancano:

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Il problema non è il rigore di bilancio, in sé persino necessario. Il problema è se si fa dell'austerità l'unica politica federale dell'Unione Europea, se gli unici trattati da ratificare sono il patto di stabilità, le direttive sulla governance, il fiscal compact che costituzionalizza il principio del deficit zero, il semestre europeo sul controllo dei bilanci. Spesso ci dicono che la situazio-

ne è complessa, ma a volte è molto più semplice di quanto appare. Ad esempio, l'austerità prevede che vengano multati e richiamati all'ordine gli stati che non rispettano il 3% del rapporto deficit/PIL: perché non decidono –invece– di multare quei governi che non portano il tasso di disoccupazione a quello stesso livello, o vicino ad esso, togliendo gli investimenti pubblici produttivi dal computo del deficit? Chi l'ha detto che non si può fare?

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Qualunque siano le prospettive sul piano istituzionale a favore di un'unione politica, il dibattito non può non andare di pari passo con quello sulle finalità dell'Unione stessa. A cosa serve oggi l'Unione Europea? All'inizio è nata soprattutto “contro” qualcosa, il muro di Berlino e tutto ciò che esso rappresentava. Oggi la cortina di ferro non c'è più, l'Unione ha un senso se si sviluppa “a favore” di qualcosa: il lavoro, il progresso sociale, l'occupazione, la coesione econo-

elezione diretta del Presidente della Commissione Europea da parte dei popoli UE, affinché sia responsabile di fronte ai cittadini e non ai vari gruppi lobbistici; elezione diretta degli eurodeputati su liste elettorali transnazionali, non solo nazionali, ispirate dai partiti politici europei che pur esistono; riequilibrio dei poteri tra le istituzioni, in modo che il Parlamento europeo abbia un vero potere di iniziativa legislativa, sul modello dei parlamenti nazionali; limitazioni del ruolo del Consiglio, il padre-padrone dell'Europa; e così via.

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mancanza di legittimità democratica: negli ultimi anni, con la riforma dei trattati, ha cercato di colmare questo enorme problema politico, ma non ci è mai riuscita in modo convincente. Troppe e troppo profonde sono le divergenze. Se poi il tutto si deve risolvere –come propone la Merkel– in una ricerca di legittimazione democratica verso politiche antisociali solo per imporle meglio, il rischio di un divorzio tra i popoli e la costruzione politica dell'Unione è evidente.

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un anno di grandi sfide | rubriche a cura di Giosuè De Salvo, responsabile area advocacy e campagne Mani Tese

campagne

Social Watch 2012, diritto a un futuro Il Social Watch è una rete internazionale composta da oltre 500 organizzazioni presenti in più di 70 Paesi, che dal 1995 si occupa di monitorare e proporre alternative all'operato dei governi nazionali e degli organismi multilaterali in tema di sradicamento della povertà, affermazione dei diritti sociali e dell'equità di genere. La coalizione italiana che riunisce Acli, Amnesty International, Arci, Crbm, Fcre, Lunaria, Mani Tese, Oxfam Italia, Sbilanciamoci e Wwf, ha da poco pubblicato il Rapporto italiano per il 2012 su dati del 2011. Al centro della proposte ci sono misure concrete alla portata del nostro Paese. Non realizzarle, da parte di chi è titolato a farlo, significa assumersi la responsabilità di negare il “diritto a un futuro”.

più di 200 mila euro

La fotografia dell'Italia nel 2011 rappreIn campo economico, ciò si tradurrebbe in: senta un paese che è ben lontano dall'aver • L'adozione di politiche pubbliche di superato la crisi economico-finanziaria che sostegno all'occupazione, in particolare si è manifestata nel 2008 e che non semgiovanile e femminile, anche attraverso bra capace di prendere atto del fallimenincentivi che premino le imprese che to di un modello di sviluppo fortemente assumano, con contratti di lavoro non squilibrato e insostenibile sul piano precari, nuovi lavoratori e che valorizzino economico, sociale e ambientale e misurale donne. to solo in base all'indicatore del PIL. Un Pa- • La promozione di politiche pubbliche ese nel quale i governi, politici o tecnici che finalizzate a incentivare lo sviluppo siano, agiscono guardando esclusivamente di produzioni e consumi verdi, la rialle compatibilità economico-finanziarie conversione ecologica delle produzioni dettate a livello europeo, proponendo, di industriali ad alto impatto ambientale. conseguenza, per lo più misure di rigore • Investimenti pubblici che premino le imnella linea degli aggiustamenti strutturali prese che investono in settori di proe favorendo l'ampliarsi della forbice delle duzione ad alta qualificazione, nella ineguaglianze. ricerca, nell'economia della conoscenza. • Una maggiore perequazione a livello Sulla scia della straordinaria mobilitafiscale ad esempio attraverso l'introduzione per i referendum popolari contro la zione, in accordo con altri paesi, di una privatizzazione dei servizi pubblici locali e tassa dello 0,05% sulle transazioni contro il nucleare, la coalizione italiana finanziarie e di una tassa sui grandi Social Watch ritiene indispensabile e patrimoni. urgente una complessiva rivisitazione delle politiche pubbliche e che queste In campo sociale sarebbero urgenti: assumano come priorità la definizione di • L'ampliamento delle risorse destinate un nuovo modello di società centrato sulla all'assistenza sociale, alla lotta alla garanzia dei diritti umani fondamentali, povertà, ai servizi per l'infanzia e per sulla riduzione delle diseguaglianze sociali la non autosufficienza, all'istruzione e sulla sostenibilità ambientale. pubblica, agli ammortizzatori sociali, agli interventi di inclusione sociale dei cittadini stranieri.

• La definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, prevista dall'art.22 della legge 328/2000. • Risorse adeguate e stabili per assicurare alle donne vittime di violenza immediata protezione, rifugi sicuri e accesso al percorso legale. • La piena attuazione delle leggi in vigore sulla salute sessuale e riproduttiva su tutto il territorio nazionale, supervisionando la corretta applicazione delle stesse da parte del Sistema Sanitario Nazionale. • Maggiori e migliori aiuti alla cooperazione internazionale che permettano all'Italia di recuperare gradualmente i propri ritardi rispetto ai livelli medi di APS (Aiuti pubblici allo sviluppo) degli altri paesi europei, assicurando nei prossimi due anni di raggiungere almeno la quota minima di credibilità dello 0,28% del PIL.


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Fonti: Banca d'Italia, distribuzione della ricchezza netta (Rapporto: ricchezza famiglie italiane 2010, Supplementi al bollettino statistico, 14 dic. 2011) Eurostat, indicatore Europa 2020 Rapporto Caritas “Poveri di diritti” 2011 Unicef –rapporto “La condizione dell'infanzia nel mondo 2012: Figli delle città”

Fonti: WWF Forum Italiano dei movimenti per l'Acqua Dipartimento della Protezione Civile Mineracqua (associazione dei produttori di acqua minerale) Altreconomia

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un anno di grandi sfide | rubriche Di elias gerovasi, responsabile area cooperazione int. mani tese

Per la sostenibilità ambientale, infine, servirebbe: • Prevedere adeguati stanziamenti per interventi di cura del patrimonio idrogeologico e di prevenzione dei disastri. • Adottare una contabilità ambientale satellite essenziale per assicurare conoscenza, trasparenza e responsabilità all'azione di governo rispetto ai principi dello sviluppo sostenibile. • Privilegiare, anche in funzione anticongiunturale, l'intervento per la realizzazione delle piccole opere al quale il Governo italiano ha destinato, nel novembre 2009, un fondo di 800 milioni di euro, che risulta sostanzialmente bloccato, intervenendo nel contempo nelle aree urbane e per l'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture strategiche esistenti (prima di tutto quelle ferroviarie), piuttosto che nella costruzione di nuove, grandi opere. • Definire in tempi brevi la strategia nazionale di riduzione delle emissioni di anidride carbonica a lungo termine (2050) e procedere urgentemente all'aggiornamento della delibera CIPE del 2002 per cercare di conseguire al più presto l'obiettivo stabilito per l'Italia nel primo periodo dell'applicazione del Protocollo di Kyoto (riduzione del 6,5% rispetto alle emissioni del 1990). • Tornare, per quanto riguarda il settore dei rifiuti, al pieno rispetto su tutto il territorio nazionale delle normative comunitarie sulla valutazione ambientale e sulla gestione del ciclo dei rifiuti (puntando prioritariamente sulla riduzione dei rifiuti e al recupero e riuso dei materiali, alla raccolta differenziata e all'utilizzo delle forme di smaltimento più rispettose del territorio e dell'ambiente). • Inserire nel Codice penale italiano la voce “Delitti ambientali”, con l'inasprimento delle sanzioni che sono ora inefficaci, perché quasi tutte di natura contravvenzionale, anche per dare concreta attuazione alla “Direttiva sulla tutela penale dell'ambiente” (Direttiva 2008/99/CE). • Dare piena attuazione alla Strategia nazionale per la biodiversità approvata nell'ottobre 2010 garantendo una governance nazionale (con il contributo delle Regioni) sostenuta da adeguati finanziamenti. • Incentivare la mobilità sostenibile attraverso il rafforzamento dell'offerta dei servizi di trasporto pubblico locale per i cittadini, in particolare nelle aree urbane, e un maggiore utilizzo di veicoli ecologici. Ora, affinché queste raccomandazioni siano fatte proprie da governo, parlamento e partiti politici, occorrerà l'impegno di tutte le organizzazioni del Social Watch, e non solo. Mani Tese farà la sua parte intensificando il suo storico “impegno di giustizia”, dietro cui si cela un'ttenzione verso l'uguaglianza che non si limita all'enunciazione dei diritti ma mira alla loro effettività: alla concreta possibilità che ogni essere umano, in Italia o altrove, sia in condizione di rivendicare, esercitare ed attuare il proprio diritto a un futuro!

La calda estate della Cooperazione italiana Nei mesi estivi accelerano le iniziative per il rilancio della Cooperazione. A Milano il Ministro Riccardi organizzerà il Forum della Cooperazione e a Roma il Parlamento tenta la riforma della legge 49/87.


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Il Forum del Ministro Riccardi

Il Ministro per la Cooperazione e l'Integrazione Andrea Riccardi ha sempre sostenuto che il problema non sia soltanto di ordine economico. Serve un confronto di tutti gli attori a livello nazionale cha sappia determinare una scossa culturale di rilancio della cooperazione, serve raccogliere idee innovative, coinvolgere nuove realtà, insomma un cantiere d'idee per aggiornare l'azione di cooperazione dell'Italia alle nuove realtà del mondo in trasformazione. Da qui l'idea del Forum Cooperazione lanciata lo scorso marzo da Riccardi. Sarà un evento di una giornata e mezzo a inizio ottobre (1-2 a Milano –Piccolo Teatro) e ci si aspetta un'ampia platea di partecipanti e una lunga lista di personalità delle istituzioni e dello spettacolo. Ci saranno innanzitutto il Presidente della Repubblica Napolitano, il Commissario Europeo Piebalgs e il Presidente del Consiglio Monti a testimoniare l'interesse a livello istituzionale. Il Forum nazionale è preceduto da un percorso preparatorio partecipativo, strutturato intorno a dieci tracce di discussione che individuano i nodi da sciogliere per assicurare un riavvio della cooperazione italiana. I temi saranno discussi durante l'estate all'interno di altrettanti tavoli multi-stakeholders convocati dal Ministero e parallelamente resterà aperta una consultazione online accessibile a tutti sul sito del Ministero stesso. Tanti i temi chiave in discussione: come si immagina l’Italia nello sviluppo mondiale post 2015? Quali priorità geografiche e tematiche, quali modelli e risorse? Come impostare la riforma della legge che regola la cooperazione (la 49/87)? Come approcciare i nuovi attori della cooperazione? Il settore privato, le comunità di immigrati e infine come garantire più efficacia e trasparenza? L'obbiettivo finale del Forum sarà quello di presentare il “Patto nazionale per il rilancio

A sinistra: Il Ministro per la Cooperazione e l'Integrazione Andrea Riccardi. Nella pagina accanto: Aula del Senato della Repubblica.

della cooperazione allo sviluppo”, un manifesto d'intenti che rilegittimi la centralità della politica pubblica di cooperazione e tracci alcune direttive per una ripresa quantitativa e qualitativa della cooperazione italiana.

Il Senato pensa alla riforma della legge 49

Paradossalmente è proprio in questo periodo di discussioni e ripensamenti che al Senato della Repubblica rispunta una vecchia proposta di riforma della legge 49/87. Si tratta del Disegno di legge n. 1744 “Riforma della disciplina legislativa sulla cooperazione allo sviluppo e la solidarietà internazionale” datato 2009. Un gruppo di senatori bipartisan sembrerebbe intenzionato a farlo approvare prima della fine dell'estate. Sono in molti a sottolineare la schizofrenia di questa iniziativa parallela che di certo non è gradita dal Ministro Riccardi.

Una sfida per le ONG

In questo contesto in fermento per le ONG la sfida è quella di portare il proprio contributo significativo e la propria specificità in un mondo, quello della cooperazione, che si affolla progressivamente di nuovi attori. Una cooperazione mirata alla pace e alla convivenza attraverso la riduzione della povertà a livello globale, la promozione della giustizia economica, sociale e ambientale, la riduzione delle disuguaglianze, l'affermazione dei diritti umani e della pari dignità delle persone, non è più un obiettivo scontato e sono proprio le ONG che dovrebbero rivendicarlo. Ma come incidere nel processo di consultazione verso il Forum? Processo che vede sedute al tavolo realtà eterogenee come gli enti governativi, i ministeri, i sindacati, le imprese, le università, le associazioni di categoria, gli enti locali…tutti potenziali attori della cooperazione del passato e del futuro non sempre portatori di interessi convergenti. La progressiva frammentazione della

rappresentanza delle ONG in Italia questa volta non aiuta. I tempi della consultazione sono molto ristretti e sarà difficile portare una visione condivisa tra i diversi coordinamenti, associazioni e federazioni del settore non governativo italiano. A questi sono da aggiungere le centinaia di attori della solidarietà internazionale che a livello territoriale portano avanti azioni di cooperazione internazionale. Si tratta di quasi 1.500 associazioni e gruppi di cui solo 250 detengono l'idoneità di ONG.

Ma le ONG non bastano

Il futuro della cooperazione, della solidarietà internazionale non può però giocarsi in un dialogo ristretto tra istituzioni, addetti ai lavori e lobby di vario genere. Questo è uno dei limiti del percorso di rilancio, uno dei motivi che non fa arrivare il tema al grande pubblico. Eppure a stare ai sondaggi l'84% degli italiani è a favore degli aiuti allo sviluppo e della cooperazione e il 77% si fida delle ONG, più che dei governi, delle aziende e dei media. Ma oggi le ONG riescono a coinvolgere e far partecipare l'opinione pubblica in maniera adeguata? O la sollecitano solo per aprire il portafogli a sostegno dell'emergenza del momento? La riflessione di una ONG popolare come Mani Tese che ha la partecipazione e il valore del volontariato nel DNA porta a pensare che serva aprire sempre di più le porte ai cittadini, condividere i valori che ci portano a fare cooperazione, investire nell'educazione alla cittadinanza mondiale e nella formazione sui temi dello sviluppo. Crediamo che il consenso di un'opinione pubblica più consapevole e direttamente impegnata possa contribuire a far salire la cooperazione nella scala di priorità della politica e farla percepire come un'attività di interesse strategico per tutto il paese e non solo per una manciata di organizzazioni che hanno tanta paura di scomparire.

la cooperazione del futuro

Per diversi anni c'è stato un silenzio assordante sul futuro della Cooperazione internazionale, soprattutto quella italiana che, almeno a livello governativo, è una specie in via d'estinzione. Un silenzio rotto solo dai ripetuti appelli delle ONG che hanno più volte chiesto un intervento della politica perché il nostro paese rispetti gli impegni internazionali presi in materia di aiuto allo sviluppo. Ma in tempi di crisi (economica e d'identità) il rilancio della cooperazione italiana è un percorso in salita.

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un anno di grandi sfide | progetti a cura di Elena Iannone, ufficio stampa Mani Tese

fai la differenza

Una marcia per il diritto al cibo

Puoi trovare tutti i materiali su www.manitese.it oppure visita il nostro sito www.foodforworld.org iscriviti anche tu e inizia a marciare con noi! Per info: marcia@manitese.it o numero verde 800 55 24 56

«La Sovranità è il diritto, che va riconosciuto alle popolazioni di ogni parte della terra, di scegliere le proprie politiche di produzione, vendita e consumo di cibo. E promuovere questo diritto significa difendere l'agricoltura su piccola scala e sui mercati locali, garantire l'accesso alla terra, all'acqua e alle sementi tradizionali, rendere più equo il controllo delle filiere agro-alimentari, correggere gli stili di vita non sostenibili.»

ingresso libero

È con questo slogan che Mani Tese si impegna dal 2010 a diffondere il tema della Sovranità Alimentare con la campagna triennale di sensibilizzazione che ha l'obiettivo di rendere attivo l'impegno di tutti a favore del diritto al cibo e nello stesso tempo ha lo scopo di sostenere i progetti di Mani Tese a favore della Sovranità Alimentare. Nel 2012 Mani Tese vuole diventare movimento forte di coinvolgimento della società civile, degli insegnanti, delle scuole, degli enti locali e dei volontari per diffondere un importante messaggio: ridare sovranità ai popoli e consapevolezza al consumatore sulle scelte alimentari. Ed è proprio in questa ottica che si inserisce l'evento finale della campagna triennale con la “MARCIA MONDIALE PER LA SOVRANITÀ ALIMENTARE” che è lo strumento di Mani Tese per portare questa istanza

di cambiamento nei dibattiti delle principali istituzioni e soprattutto tra la gente comune. La Marcia mondiale per la sovranità alimentare è un viaggio virtuale in tutto il mondo. Attraverso il sito internet www.foodforworld.org è infatti possibile marciare virtualmente, iscrivendosi e lasciando il proprio pensiero o uno slogan sul cibo, con l'inserimento di un'immagine e di un nome. La marcia virtuale, già cominciata nel mese di aprile e che sta richiamando iscritti ogni giorno, si svilupperà poi nel mese di ottobre in un vero e proprio tour di eventi in varie città d'Italia, che vedranno fondersi aspetti ludici e istituzionali, spettacoli teatrali e incontri didattici, momenti di divertimento e di riflessione. Da qui si parte per andare verso un mondo più giusto, fatto di equità e giustizia!

Mani Tese dal 2006 è socio aderente dell’Istituto Italiano della Donazione.


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Ecco gli eventi che vi vedranno protagonisti nei prossimi mesi di settembre e ottobre:

Piazze sovrane

Saremo in dieci piazze italiane per incontrare i cittadini, diffondere il DECALOGO DELLA SOVRANITÀ ALIMENTARE e raccogliere le firme per la Petizione “Sovranità Alimentare in Europa, ora!”. Insieme a produttori locali, GAS, associazioni del territorio, animeremo le piazze con studenti delle scuole, mercatini biologici, pedalate solidali e artisti di strada, per portare dovunque il “sapore” della SOVRANITÀ ALIMENTARE!

Sovranità alimentare nelle scuole

La Marcia per la sovranità alimentare coinvolgerà insegnanti e studenti attraverso percorsi didattici, incontri e laboratori. Alcune scuole partecipanti al Concorso Cibinviaggio animeranno le piazze con giochi e invenzioni…di classe, mentre con i più piccoli ci incontreremo a teatro e in piazza con lo spettacolo “Chi mangia solo … si strozza!” realizzato insieme all'associazione A.P.E. Arte Per Educare.

Quando mangio mi sento un re!

Lo spettacolo che porteremo in 9 importanti teatri d'Italia, vede protagonisti la comicità di Diego Parassole, l'elegante voce jazz di Cinzia Tedesco e la pittura di Rosalba Falzone in una performance teatrale pensata, creata e messa in scena per sorridere e riflettere. Saremo a Catania il 4 ottobre, a Napoli venerdì 5, a Roma sabato 6, a Firenze domenica 7, a Bologna giovedì 11, a Genova venerdì 12, a Mestre sabato 13, a Verbania domenica 14 e concluderemo a Milano martedì 16 ottobre al Piccolo Teatro Studio.

I due grandi eventi!

Domenica 14 ottobre 2012 marceremo su due ruote insieme ad ACLI e al Coordinamento La Pace in Comune e, in occasione della Giornata Mondiale per l'Alimentazione del 16 ottobre ci ritroveremo in piazza a Milano per accendere una candela a favore del diritto al cibo insieme alla banda musicale e a simpatici clown che coinvolgeranno tutti i marciatori!

Indossa la T-shirt giusta! Eccola qui, è la nuova T-shirt di Mani Tese! È la T-shirt giusta per te, per raccontare al mondo il tuo impegno di giustizia e la tua partecipazione concreta alla Marcia per il diritto al cibo. Sostieni la Campagna per la Sovranità Alimentare e offri il tuo fondamentale contributo per la realizzazione dei nostri progetti del Sud del mondo. Con la tua donazione straordinaria di € 75,00 riceverai la nostra maglietta, un simbolo importante della tua solidarietà. Contattaci per confermare l'ordine e verificare le taglie disponibili al numero 02 40 75 165 o alla mail raccoltafondi@manitese.it

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un anno di grandi sfide | dossier

I nostri progetti nel Sud del mondo dossier

Nel 2011, Mani Tese ha proseguito il suo intervento di cooperazione internazionale con 28 progetti già avviati e 23 nuovi interventi,17 Paesi in cui abbiamo collaborato strettamente con 39 organizzazioni locali nostre partner, coordinando il lavoro anche grazie alla presenza dei nostri responsabili presenti in 7 paesi. Oltre l'80% delle nostre attività all'estero sono dedicate a progetti che promuovono la Sovranità Alimentare, lo sviluppo delle economie rurali e i diritti dell'infanzia e delle donne.

Gli obiettivi principali della nostra azione sono: 1. un primo obiettivo a lungo termine di rafforzamento delle capacità di organizzazioni e istituzioni locali per la valorizzazione delle proprie risorse agricole e naturali, con particolare riferimento ai gruppi di piccoli produttori agricoli o artigianali. In questo ambito continua e si rafforza il sostegno ai pescatori artigianali della Guinea Bissau, ai gruppi di donne produttrici di manioca in Benin così come quello alle cooperative di produttori di cacao in Ecuador e di caffè in Nicaragua.

8 settori di intervento Sanità di base 3,76% Educazione e formazione 0,48% Gestione risorse naturali e beni comuni 3,94%

Diritti delle minoranze 2,72% Diritto al cibo (Sovranità Alimentare) 42,87%

2. un secondo obiettivo volto al rafforzamento delle governance locali tra società civile e istituzioni per la salvaguardia dei diritti umani, la lotta contro la povertà e la gestione dei beni comuni. Da qui il rinnovato impegno di Mani Tese sul traffico di esseri umani in Cambogia, il diritto alla terra in Bangladesh e i nuovi interventi per fermare la tratta dei migranti in Messico e dare un futuro ai carcerati in Guinea Bissau.

Aree geografiche

Donatori istituzionali

America Latina 12,02%

Altri Enti 15,67% Asia 21,49%

Enti Locali 15,65%

Fondazioni 9,83%

Dopo emergenza 0,39%

Promozione delle economie rurali 28,80% Diritti dell'infanzia e delle donne 17,04%

Africa 66,49%

Ministero Affari Esteri 44,32%

Unione Europea 14,53%


manitese 479 | luglio-agosto 2012

Paesi: Benin, Burkina Faso, Guinea Bissau, Kenya, Mozambico, Sudan, Sud Sudan Numero di progetti in corso:21 Beneficiari dei progetti: 287.000 Impegno economico: 4.711.747 Euro

Cosa abbiamo realizzato Burkina Faso – I contadini impegnati nella lotta alla desertificazione In Burkina Faso è stato avviato il progetto triennale “Lotta integrata alla desertificazione e rafforzamento della sicurezza alimentare nella provincia di Boulkiemdé” con lo scopo di fermare l'erosione dei suoli grazie alla diffusione di buone pratiche agricole. 30 villaggi del comune di Poa, per un totale di 1.000 contadini, hanno beneficiato di questa prima fase dell'intervento nel quale si sono svolte le seguenti attività: • conservazione dei suoli, tramite la realizzazione di barriere anti erosive e 1.000 fosse di compostaggio per la produzione di compost organico; rimboschimento individuale con 3.000 piantine di mango; • riduzione del consumo di legna con la realizzazione di 1.000 forni migliorati in cemento e argilla; • realizzazione di 3 pozzi con pompa manuale e 3 mulini. I progetti per il futuro Kenya – Foresta di Mau e bacino del fiume Molo Mani Tese ha avviato un programma di intervento sul Bacino del Fiume Molo, che nasce dalla foresta di Mau, una delle più importanti e degradate dell'Africa orientale e finisce nel lago Baringo uno dei laghi che soffre della diminuzione della portata d'acqua dei fiumi che lo alimentano. Il programma, in collaborazione con il partner locale NECOFA, prevede due ambiti di intervento: 1. la gestione delle risorse forestali con il rafforzamento delle capacità delle comunità di partecipare alla gestione della foresta, il ripristino e la salvaguardia della biodiversità e lo sviluppo di attività generanti reddito per la popolazione; 2. la gestione delle risorse idriche con la promozione di pratiche e tecniche di conservazione e raccolta dell'acqua e protezione del suolo e il sostegno a sistemi d'irrigazione per il miglioramento della produzione agricola.

dossier

Africa

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america latina

un anno di grandi sfide | dossier

Paesi: Bolivia, Brasile, Ecuador, Guatemala, Messico, Nicaragua Numero di progetti in corso: 16 Beneficiari dei progetti: 89.000 Impegno economico: 851.438 Euro

Cosa abbiamo realizzato Ecuador – Produzione e commercializzazione del cacao fine d'aroma Mani Tese, in collaborazione con il partner ecuadoriano CEDERENA (Corporazione per lo Sviluppo delle Risorse Naturali), ha promosso la Sovranità Alimentare e il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione della provincia di Manabì, attraverso la realizzazione di attività legate al miglioramento della produzione/vendita del cacao fine d'aroma e alla gestione dei sistemi agro-forestali per il recupero e protezione delle aree danneggiate dal disboscamento. Questo ha implicato l'uso di prodotti organici, la protezione delle fonti idriche, la diffusione di specie di alberi con l'obiettivo di proteggere i suoli, le fonti idriche e le micro conche idrografiche, la formazione tecnica per i produttori e la ricerca di mercato per il cacao. Questo intervento ha coinvolto circa 2.000 produttori della provincia di Manabì. I progetti per il futuro Guatemala – Dalla strada alla scuola: il MO.JO.CA e la Scuola dell'Amicizia Il MO.JO.CA (Movimento dei Giovani di Strada) è un'organizzazione guatemalteca, con cui Mani Tese collabora dal 2004, che supporta le ragazze/i che vivono per la strada con l'obiettivo di sostenerli nella difesa dei propri diritti e nella costruzione di un futuro lontano dalla strada. Il MO.JO.CA opera con questi ragazzi attraverso 4 fasi educative: • il sostegno in strada; • la Scuola dell'Amicizia; • l'inserimento nella società; • i gruppi di auto-aiuto per i ragazzi usciti dalla strada. Mani Tese nel 2012 sosterrà il MO.JO.CA. garantendo la presenza di 4 insegnanti, fornendo il materiale scolastico, provvedendo alle borse di studio (dalla scuola dell'obbligo all'università) e all'organizzazione di attività ricreative. Nel 2012, circa 120 giovani verranno coinvolti direttamente nelle attività educative e 250 ragazzi parteciperanno alle attività ricreative che si terranno presso la Casa dell'Amicizia a Città del Guatemala.


asia

Paesi: Bangladesh, Cambogia, India, Myanmar

Numero di progetti in corso: 14 Beneficiari dei progetti: 55.000 Impegno economico: 1.523.095 Euro

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Cosa abbiamo realizzato India – Dalle campagne alle città A causa della progressiva frammentazione della proprietà terriera e del drammatico calo della redditività dell'industria agricola, sempre più i contadini indiani sono costretti a migrare verso le grandi città. Arrivati in città, i migranti svolgono lavori pericolosi e sottopagati. La lontananza dalle famiglie d'origine, l'assenza di controllo sociale, le condizioni abitative precarie e la maggiore promiscuità sessuale, favoriscono il diffondersi di malattie sessualmente trasmissibili, che i migranti trasmettono anche alle mogli nelle comunità d'origine. Per affrontare la complessità di questo fenomeno Mani Tese opera sia sul fronte dell'economia rurale –promuovendo la diffusione di nuove tecniche agricole, il rinnovo delle infrastrutture, la gestione collettiva dei terreni e la creazione di un'economia locale più florida– sia sul fronte della migrazione. Particolare attenzione viene data al problema della diffusione dell'HIV/ AIDS e alla lotta contro lo stigma sociale tuttora associato alla malattia. I progetti per il futuro Bangladesh – Lotta al trafficking di esseri umani La campagna di Mani Tese inTRATTAbili, contro la tratta di esseri umani, che interessa il Sud Est asiatico, si estende anche al Bangladesh uno dei Paesi più poveri e densamente popolati al mondo, teatro di calamità naturali dovute anche ai cambiamenti climatici e allo sfruttamento selvaggio del territorio. Il Bangladesh è una terra di fortissima migrazione dove povertà e necessità di spostarsi per sopravvivere espongono le fasce sociali più vulnerabili al rischio di diventare vittime di trafficking. Mani Tese intende impegnarsi in una campagna di sensibilizzazione sul fenomeno e di formazione del personale delle ONG partner, insieme ad azioni concrete di prevenzione della tratta nei confronti dei bambini in età scolare e prescolare, sia negli slum di Dhaka che nel sud-ovest del Paese.

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un anno di grandi sfide | dossier

Acqua per tutti dossier

L'acqua ha un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo di una comunità. Grazie all'acqua la popolazione cresce, le malattie e la mortalità infantile si riducono e le colture fioriscono. Garantire l'accesso all'acqua, soprattutto nel Sud del mondo, non vuol dire solo costruire pozzi e infrastrutture idriche, ma costituire e formare comitati di gestione di questa preziosa risorsa, che interagiscano direttamente con le istituzioni locali. In molti paesi dell'Africa sub-sahariana, per esempio, i pozzi mal funzionanti sono numerosi e le comunità non sono in grado di rimetterli in funzione senza un adeguato intervento delle autorità locali. Mani Tese propone da sempre un modello che vede le comunità locali protagoniste nel loro percorso di sviluppo e in particolare le sostiene perché esortino le istituzioni locali a risolvere il problema dell'accesso all'acqua. Mani Tese ha avviato progetti in Benin e Sudan per garantire l'accesso all'acqua a tanti villaggi e per realizzare laboratori di democrazia partecipata.

acqua

Benin 2 pozzi nel comune di Natitingou, 13 opere idriche a Toucountouna e una campagna di sensibilizzazione sulla gestione delle risorse idriche destinata alle popolazioni locali. Questo è l'impegno che Mani Tese promuove a favore delle comunità rurali dell'Atakorà, una poverissima provincia nel nord ovest del Benin. Sudan Garantire acqua potabile a tre villaggi rurali nel nord Kordofan, in Sudan, attraverso la costruzione di strutture di raccolta e di distribuzione idrica. Organizzare comitati locali per la gestione delle risorse idriche e per la diffusione di preziose norme igieniche all'interno delle comunità locali. è questo l'obiettivo dell'intervento avviato da Mani Tese in questa regione, rivolto a oltre 10.000 persone e 11.800 capi di bestiame.

Seguici su: Policy Mani Tese Oltre a monitorare l'efficienza della propria raccolta fondi Mani Tese ha scelto di non collaborare con aziende che: • violino i diritti dei lavoratori • impieghino manodopera minorile • sfruttino le popolazioni del Sud del mondo • abbiano legami con attività criminali, pornografia, tratta e violazione dei diritti umani • compiano abusi ambientali • producano, distribuiscano e vendano armi.

Come puoi aiutare Mani Tese • 5x1000: 02343800153 • RID (domiciliazione bancaria per un sostegno continuo) • Conto Corrente Postale n. 291278 • Bonifico Bancario c/o Banca Popolare Etica, codice IBAN: IT 58 W 05018 01600000000000040 • Assegno intestato a Mani Tese • Donazione Online: www.manitese.it • Lascito Testamentario • Donazione in Memoria • Bomboniere Solidali • Indossa la nostra T-Shirt • Condividi e partecipa ad un nostro evento Per info raccoltafondi@manitese.it


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Coinvolgimento e raccolta fondi per un mondo migliore! zazione e raccolta fondi dedicate ai Sradicare la povertà è quello che temi del Diritto al Cibo (Sovranità sogniamo e cerchiamo di realizAlimentare), della Lotta alla Tratta zare giorno dopo giorno grazie degli esseri umani, del Bene Coall'aiuto dei nostri amici sostenitori mune Acqua, programmato 2 conche, nonostante il momento di crisi certi (appuntamenti fissi di Natale e economica e finanziaria globale, Primavera), eventi di piazza, inconhanno dimostrato anche nel 2011 tri di approfondimento, campagne attenzione e partecipazione alla di promozione sui media cartacei nostra missione sfidando il clima e web e avviato progetti di raccolta negativo e sostenendo con impefondi con il supporto di privati cittagno e costanza le nostre campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi. dini e aziende. Abbiamo rilanciato l'immagine istituzionale di Mani Mani Tese nel corso del 2011 ha Tese attraverso la pubblicazione del lanciato e realizzato diverse attività: nostro Periodico per il target fideimportanti campagne di sensibiliz-

Trend donatori attivi

lizzato dei nostri donatori e l'avvio del profilo Facebook per il target più giovane. Vogliamo ringraziare tutti i sostenitori il cui coinvolgimento nell'attività di raccolta fondi è stato sempre più determinante: molte realtà (aziende; teatri; associazioni culturali etc. etc.) piccole e grandi hanno collaborato in maniera incisiva offrendo ospitalità alle iniziative di promozione dei progetti di Mani Tese, consentendo di sensibilizzare e chiedere sostegno a moltissimi privati cittadini. Grazie di cuore !

Trend nuovi donatori attivi 5.000

12.000

4.000

10.000 8.000

3.000

6.000 2.000

4.000 1.000

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2008

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I nostri donatori attivi nel 2011 sono stati 11.863.

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2008

Associazioni con cui collaboriamo 10%

2010

2011

I nostri nuovi donatori attivi nel 2011 sono stati 4.196.

I nostri donatori Associazioni locali Mani Tese 1%

2009

Cooperative del riciclo Mani Tese 4%

Efficienza della raccolta fondi

Pubblico e Privato

18 centesimi ai costi

Pubblico 26%

Volontari 11% 5x1000 6% Privati Cittadini 49% Fondazioni 14%

Aziende 5%

82 cent. alla missione Fonte di Bilancio 2011

Privato 74%

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un anno di grandi sfide | intervista a cura Di Lucy tattoli, responsabile area comunicazione e raccolta fondi

Un volontario d'eccellenza Può raccontarci quando è iniziata la sua esperienza di volontario per Mani Tese? Quale campagna in particolare l'ha spinta verso l'Associazione? Avevo 14 anni e mi ricordo che in quel periodo c'era una campagna di Mani Tese per eliminare la fame nel mondo. Mi ha colpito molto e ho deciso di provare a informarmi. Erano gli anni dell'adolescenza ed ero affascinato dall'esperienza del volontariato, grazie al quale anche un piccolo gesto si raggiungeva un grande risultato, un contributo a rendere migliore il futuro di altre persone. Quanto è stata importante, per la sua crescita come individuo e come politico, l'esperienza nel mondo dell'associazionismo, e cosa si porta dietro ora che è diventato Sindaco di Milano? È stato uno degli elementi fondamentali che mi hanno consentito di capire quanto sia importante essere a disposizione degli altri. Chi fa volontariato e fa parte del mondo dell'associazionismo, è al servizio della comunità e questa è una cosa bellissima. È un valore che ho poi ritrovato nella mia professione di avvocato, negli anni in cui ho fatto il parlamentare e ora anche come Sindaco. Milano dimostra, nonostante la crisi, di essere tra le città italiane più solidali e di contemplare sempre negli eventi della città uno spazio per la solidarietà: quali sono i progetti legati alla solidarietà e al volontariato di cui ne va fiero e che prevede di sviluppare maggiormente nel futuro? Sono molto fiero di come siamo riusciti a gestire l'emergenza freddo per i senza tetto questo inverno. Sono stati mesi in cui abbiamo avuto temperature molto rigide e per molto tempo. Il Comune si è subito attivato e la città ha reagito molto bene, anche più di quello che ci saremmo aspettati. Le associazioni hanno collaborato proficuamente con l'Amministrazione e la Protezione civile e, ad esempio, siamo riusciti a dare oltre 2600 posti letto ai clochard, che in questo modo hanno potuto superare le notti gelide. Ma l'aspetto di cui vado più fiero e che mi ha colpito di più è stata la risposta dei singoli cittadini. C'è stata una gara di solidarietà straordinaria. Voglio citare ad esempio l'impegno dei taxisti: in molti casi sono stati loro, che per lavoro girano in continuazione per le vie della città, ad accorgersi di persone che dormivano all'addiaccio. Senza remore, le hanno portate con i loro taxi nelle strutture di accoglienza, o nei mezzanini dove erano organizzati i punti di caldo: in questo modo hanno salvato dal freddo molte persone senza un tetto sotto il quale ripararsi.


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Riciclo, riuso e stili di vita sostenibili sono tre capisaldi del lavoro di Mani Tese sul territorio italiano: spesso le grandi città però sono associate a valori contrari (consumismo, spreco, poco rispetto per l'ambiente, ecc). Lei cosa ne pensa? È possibile per una città come Milano essere sostenibile e come si attrezza la sua amministrazione per renderla tale? Sì, è possibile anche per una grande città essere sostenibili. Ci sono diversi esempi che abbiamo messo in pratica dallo scorso giugno. Penso all'introduzione di Area C, il provvedimento nato contro il traffico veicolare privato, che ha già prodotto risultati notevoli con una riduzione dell'ingresso delle auto all'interno della Cerchia dei Bastioni del 36%, e nel resto della città del 6%. Questo ha fatto ridurre anche i componenti più inquinanti delle polveri sottili, come il biossido di azoto (NO2) e il black carbon. Area C ha influito quindi in positivo sulla mobilità sostenibile e su un nuovo stile di vita. Inoltre Amsa ha iniziato una nuova sperimentazione per quanto riguarda la raccolta differenziata, anche Milano può e deve dare un grande contributo nella lotta agli sprechi, sfruttando il più possibile il riciclo dei rifiuti. Pochi mesi fa è stata anche presentata a Palazzo Marino l'iniziativa “Con Stile”, promossa da Legambiente, Arci e Acli insieme ad altri soggetti dell'associazionismo, che si pone come obiettivo quello di stimolare, facilitare e monitorare i cambiamenti negli stili di vita di alcune famiglie milanesi che hanno voluto aderire al progetto. L'Expo 2015 sarà una grande sfida per la città, anche in termini di sostenibilità. Quale sarà il ruolo dei volontari in tutto questo e cosa possono fare le associazioni e i cittadini per dare il loro contributo? Il Comune di Milano ha presentato il piano City Operation, che vuole far sì che la città arrivi preparata alla sfida dell'Esposizione universale, anche grazie al supporto dei volontari, che dovranno supportare ciò che ruota attorno all'evento. Ritengo che per i giovani e per coloro che vogliono mettersi al servizio non solo della città, ma di un grande evento, sia una grande opportunità per Milano e per tutto il territorio nazionale.

In alto a sinistra: il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. In basso a sinistra: Un volontario tra i senza tetto, ospitati in un mezzanino della metropolitana milanese durante l'inverno scorso. In alto a destra: uno dei manifesti apparsi sui muri di Milano l'indomani mattina della vittoria elettorale del sindaco Pisapia.

A proposito di cooperazione internazionale. Pensa che le istituzioni, anche i comuni come Milano, abbiano il dovere di contribuire al riequilibrio tra nord e sud del Mondo? Perché e come? La cooperazione decentrata tra territori è fondamentale perché le città possono contribuire a uno sviluppo sostenibile reciproco attraverso trasferimenti di conoscenze, scambio di buone pratiche, progetto di cosviluppo con il coinvolgimento dei migranti residenti a Milano ma con rapporti nei Paesi di origine. Inoltre, in vista di Expo 2015 è importante la cooperazione sulle tematiche che riguardano l'Esposizione universale, perché è anche attraverso ciò che si può lasciare a Milano e all'Italia un'eredità concreta dell'evento. Ha mai visitato un paese/progetto del Sud del Mondo? Speriamo di poterLa portare a visitare un nostro progetto di cooperazione internazionale. Sì, sono stato in Nicaragua, in Nigeria e in India, dove ho visitato un progetto sulle donne/madri. Sono esperienze dalle quali c'è molto da imparare, perché è lì che si capisce davvero quanto, nonostante le difficoltà, siamo fortunati. Il nostro compito è quello di aiutare i cittadini a comprendere che stili di vista sostenibili aiutano noi, ma anche chi abita lontano. Sarei onorato di poter venire con Mani Tese a toccare con mano quello che fate ogni giorno per aiutare coloro che hanno tanto da dare, ma non hanno gli strumenti necessari per esprimere tutta la loro energia.

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un anno di grandi sfide | rubriche Di Chiara Zazzaroni, consulente progetti in Burkina Faso

aggiornamento paesi

Burkina Faso: la carestia Si preannunciava da alcuni mesi. L'ultimo raccolto era andato male, le piogge erano state insufficienti a far maturare le messi e i granai si stavano svuotando rapidamente. Tutti l'aspettavano ed è arrivata. È questa la carestia in Burkina Faso. In Europa, troppo attenta alla sua crisi economica, al potere d'acquisto che cala velocemente e alla disoccupazione che invece cresce, non arrivano che deboli echi e a volte neppure quelli del disastro che incombe sui popoli dell'Africa saheliana, ormai ridotti alla fame e alla disperazione. Ciclicamente questa piaga colpisce le popolazioni del Burkina. Ce lo racconta Amado Kologo, contadino, che con i suoi 75 anni è la memoria storica del villaggio di Nabdogo, del comune di Sabou, dove Mani Tese interviene con un progetto di lotta integrata alla desertificazione. I più anziani, come Amado, non possono scordare la terribile carestia che ha funestato il paese all'inizio degli anni '70. Molte cose sono cambiate da quei terribili anni e , purtroppo, in peggio. La pressione demografica aumenta costantemente, e se questo vuol dire che molti più bambini raggiungono l'età adulta, vuol anche dire che specialmente negli anni di siccità il cibo non basta per tutti. Vuol dire che le risorse vegetali sono sempre più scarse e i suoli sempre più poveri. Amado ci riferisce che una volta terminate le scorte, le persone sono obbligate a comprare i generi alimentari al mercato (dove nel frattempo i prezzi si sono impennati) ed a esaurire così le esigue economie familiari. Viene ridotto il numero di pasti giornalieri della famiglia, nel tentativo di tirare avanti fino al prossimo raccolto. Così il pasto principale a base di polenta di cereali si consuma solo la sera. In questi casi le donne raccolgono, oltre a erbe e radici varie, le foglie di alcuni alberi , conosciuti coi nomi locali di guelguelgo, kegla e katré, che si gonfiano nello stomaco e riducono il senso di fame, ma che comunque sono un debole palliativo a un pasto nutriente. Il problema va sempre più aggravandosi a causa del disboscamento indiscriminato per procurarsi legna da ardere. Anche questi alberi, fonte di un nutrimento così scarso, vanno scomparendo. Un'altra contadina della zona, Zinedmanego Kaboré, 75 anni, madre di un altro beneficiario del progetto di Mani Tese, ricorda che durante la sua infanzia non ha mai dovuto confrontarsi con problemi di que-

sto tipo, i prodotti della terra bastavano a nutrire tutti. Quando un raccolto andava male, di solito era dovuto alle forti piogge e al vento che distruggevano le spighe. Oggi c'è sovrappopolazione e non c'è più solidarietà e, come se non bastasse, quasi tutti gli alberi sono spariti a causa del cambiamento delle condizioni climatiche e del depauperamento del suolo, disboscato per ottenere legna da ardere. Zinedmanego ci racconta, ormai rassegnata, come sia difficile essere donna e in particolar modo essere donna durante la carestia. Le donne raramente sono proprietarie di terre e anche se lo sono devono prima lavorare nel campo del marito fino a metà giornata. In un periodo di abbondanza il marito dà un po' del raccolto alla moglie perchè dia da mangiare ai bambini. Il cibo non è mai abbastanza per nutrire la sua numerosa famiglia anche in tempi di abbondanza, figuriamoci durante la carestia quando i cereali costano cari e il marito vende quel poco che ha prodotto per comprarsi il dolo (birra locale di sorgo). Per sua fortuna suo figlio è un beneficiario di Mani Tese e avrà il nostro aiuto, ma quanti altri potranno godere di un analogo beneficio? Juiliette è una dei nostri: fa la formazione nella brousse, parte al mattino con il suo motorino e gira per i villaggi. È disperata, quando si ferma per mangiare viene attorniata da un nugolo di bambini che la guardano e piangono dalla fame. Non sa più cosa fare, ma sa che non può aiutarli tutti. Si dice che nei villaggi più remoti alcuni padri di famiglia si siano suicidati per la disperazione, che la gente che era già passata a fare un solo pasto al giorno mangi adesso ogni 4 giorni. Il governo ha promesso di intervenire, sia domandando aiuto a finanziatori internazionali, sia garantendo una distribuzione di cereali a prezzi sovvenzionati. Laddove l'impegno è stato rispettato, le quantità inviate risultano comunque insufficienti ai fabbisogni dei villaggi. Sappiamo che malgrado da soli non possiamo risolvere il problema, abbiamo comunque dato un piccolo appoggio e siamo una speranza per il futuro.


manitese 479 | luglio-agosto 2012 Di Luca Manes, Responsabile comunicazione Re:common

Re:common Quando la Campagna per la riforma della Banca mondiale (CRBM) muoveva i primi passi, nel 1996, le lotte del movimento alter-mondialista erano agli albori, soprattutto grazie alle mobilitazioni lanciate dalle realtà del Sud del mondo. Pochi anni prima, la Banca mondiale era stata scacciata dalla valle del Narmada, dove era intenzionata a distribuire decine di milioni di dollari per l'ennesima grande diga, devastante per l'ambiente e le comunità. La CRBM si costituiva proprio con l'obiettivo di mutare profondamente una delle più grandi istituzioni multilaterali di sviluppo, troppo spesso accusata di favorire le ricche multinazionali ed élite politiche a discapito delle popolazioni locali. Nel corso del tempo CRBM ha condotto e partecipato a campagne sull'Accordo Multilaterale sugli Investimenti, sulla WTO, sulla Banca europea per gli investimenti, ma anche sulle sconosciute ma potentissime agenzie di credito all'esportazione e su numerose banche private. Decine i progetti monitorati in solidarietà e nel rispetto degli interessi delle comunità impattate. Grandi dighe come Chixoy in Guatemala o Gibe in Etiopia, oleodotti quali il Ciad-Camerun o il Baku-TbilisiCeyhan, centrali nucleari sponsorizzate dall'Enel in Est Europa ma anche le conseguenze dello sfruttamento petrolifero dell'Eni in Nigeria e in Kazakistan. Dal 2002 ha condotto la sua attività come programma di Mani Tese, con cui ha condiviso molti percorsi comuni. Dopo oltre tre lustri, la CRBM finisce il suo percorso e passa il testimone a Re:Common. Lo fa rinnovando il suo impegno a sottrarre al mercato e alle istituzioni finanziarie, come Banca mondiale e Banca europea per gli investimenti, il controllo delle risorse naturali. L'impegno di Re:Common è quello di restituire ai cittadini tramite politiche di partecipazione attiva l'accesso e la gestione diretta di preziose risorse come la terra e l'acqua, sotto assedio a causa dei processi di privatizzazione, nonché delle fonti energetiche. Tali politiche di partecipazione devono facilitare la nascita di nuovi meccanismi per il finanziamento pubblico dei beni comuni.

Di a. tricarico, Programme Officer New Public Finance Re:common

Il futuro che (non) vogliamo A venti anni dallo storico vertice di Rio sull'ambiente e lo sviluppo, lo scorso giugno si è svolto nella città carioca un nuovo summit delle Nazioni Unite. L'obiettivo era definire una mappa di azioni concrete per far fronte alle gravi emergenze ambientali che affliggono il pianeta. Al centro del vertice la definizione di economia verde, pensata come una via di uscita dalla crisi per i paesi industrializzati e una strada sostenibile su cui incamminarsi per quelli emergenti e più poveri. Già alla vigilia del vertice, però, la presidenza brasiliana ha chiuso i giochi negoziali, forzando un compromesso al ribasso che ha lasciato tutti scontenti. La dichiarazione finale ha confermato a stento i principi sanciti venti anni fa, in particolare quello di responsabilità condivisa ma differenziata tra stati ricchi e poveri. Ma le economie avanzate, oggi pesantemente indebitate, non hanno preso nessun impegno per finanziare una transizione sostenibile nei paesi del Sud del mondo. Entro i prossimi due anni un nuovo processo in ambito Onu discuterà su come finanziare lo sviluppo sostenibile secondo nuovi obiettivi che sostituiranno quelli di sviluppo del millennio, probabilmente non raggiungibili al 2015.

In cambio le realtà in via di sviluppo hanno accettato di sdoganare una definizione di economia verde incentrata sulla creazione di meccanismi di mercato che permettano di commerciare i “beni naturali” e trasformarli in beni finanziari. Una finanziarizzazione della natura che avrà conseguenze pesanti per le popolazioni locali, comunità indigene in primis, la cui sopravvivenza dipende dalla gestione diretta dei propri “beni comuni naturali”. Si chiude amaramente un ciclo storico, che lascia le Nazioni Unite con poca credibilità nel mare in tempesta delle crisi. Oggi anche l'unico consesso democratico globale concede legittimità all'economia verde di mercato, a vantaggio del grande business e dei mercati globali. Per i movimenti e la società civile mondiale la strada diventa sempre più in salita.

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un anno di grandi sfide | rubriche Di emanuele vigo, animatore ECM di Mani Tese

CIBINVIAGGIO: le scuole protagoniste

Nell'anno scolastico appena concluso abbiamo ideato e proposto alle scuole secondarie di primo e secondo grado il concorso, a carattere nazionale, dal titolo “Cibinviaggio”. La cornice entro cui ci siamo mossi è stata quella più ampia dell'Educazione alla Cittadinanza Mondiale. Il tema, facilmente intuibile dal nome del concorso, è stato invece quello del cibo e del suo viaggio simbolico e reale, a partire dalla sua fase di produzione sino all'approdo sulle nostre tavole. Un ampio spazio è stato lasciato quindi alla creatività dei ragazzi e dei loro insegnanti, che potevano declinare il tema principale in diversi modi, ponendo l'accento su uno o più aspetti di questo percorso e sulle sue conseguenze: l'importanza del km zero e della stagionalità dei cibi, l'inquinamento da produzione e trasporto, le logiche delle scelte di consumo legate agli stili di vita, lo sfruttamento delle risorse e delle persone. In palio un premio semplice, ma molto gustoso: una cena a km zero per tutta la classe.

Quando la riflessione incontra il divertimento

Un premio gustoso…

Il compito era tutt'altro che semplice, ma Due le classi vincitrici: per le scuole seconha prodotto degli ottimi risultati. darie di primo grado la 1^ E della Scuola In termini di partecipazione sono stati treMedia Rinascita-Livi di Milano con il gioco dici gli istituti coinvolti su tutto il territorio dal titolo “Il carrello intelligente”. Per le nazionale, alcuni dei quali hanno parteciscuole secondarie di secondo grado la 3^ pato con più di una classe per un totale di D del Liceo Tommaseo di Venezia con il circa 400 studenti coinvolti. In alcuni casi gioco “L'Esploradoca”. gli insegnanti hanno programmato il lavoro Gli studenti, insieme agli animatori di Masul concorso prevedendo dei momenti di ni Tese e agli insegnanti, hanno degnamenincontro con gli animatori di Mani Tese, te onorato il premio del concorso cucinannel corso dell'anno, per acquisire maggiori do tutti assieme e consumando (con una conoscenze sulle dinamiche legate al cibo certa voracità!!) una succulenta cena a km e avere alcune dimostrazioni pratiche di zero, facendo però proprio l'insegnamento giochi cooperativi che normalmente propo- più importante di questo concorso: il cibo niamo nelle classi. Altri insegnanti hanno non è solo un mezzo di sostentamento, inserito il concorso all'interno di percorsi ma porta con sé una fitta rete di relazioni didattici multidisciplinari interni in cui la uomo-natura e uomo-uomo che è fondacreazione del gioco cooperativo sul cibo è mentale preservare con scelte consapevoli stato contemporaneamente filo conduttore e di giustizia. ed esito ideale. Ma la parte dei leoni (affamati!) come sempre l'hanno fatta gli studenti, che Tutti i video e le schede-gioco sono visionahanno messo in campo tutto il bili sul blog dell'Educazione alla cittadinanza loro arsenale di creatività promondiale di Mani Tese: ducendo con pochissimi matewww.manitese.it/blog-educazione/ riali una varietà di giochi che va dalla rivisitazione tematica di celebri giochi da tavolo, a quelli più complessi e articolati nel regolamento e nello svolgimento, fino a giochi molto “movimentati” in cui alla parte di riflessione si univa la componente del muoversi in libertà nello spazio. Al termine della fase di studio e di realizzazione del gioco ogni classe ha auto-prodotto un breve video come testimonianza di una sessione di gioco. Ciò ha permesso alla giuria di Mani Tese di avere un'idea più chiara dei giochi e di valutarli non solo sulla carta ma anche nella loro giocabilità.


manitese 479 | luglio-agosto 2012 A cura del gruppo di Volontari di Finale Emilia

[4.03 _ prima scossa] La scossa delle 4.03 ha cambiato la nostra vita, siamo stati colpiti e devastati da macerie esterne e interne, difficile capire, comprendere, parlare. I bimbi sono scappati dalle loro case, che in una tragica notte sono diventate luogo di pericolo e paura, non più di sicurezza e affetto. Cosi è iniziato questo nuovo pezzo di strada , tutti i volontari della sede di Mani Tese di Finale Emilia, epicentro della prima scossa del sisma in Emilia, si sono ritrovati in quello spazio guardando con altri occhi le travi e i muri di una sede antisismica, che si trasformava in casa accogliente e protettiva per noi e per le nostre famiglie. Sfollati in quegli spazi da noi costruiti, che tracciavano nei primi giorni di terrore e angoscia una scia di speranza. Il mercatino dell'usato è diventato lentamente il luogo dove stare, molto spesso in silenzio, aspettando quelle centinaia di scosse, dove ricominciare a parlare e poter dire a tutti di avere paura, dove portare cari, anziani e bambini a respirare un po' di apparente serenità. È proprio da qui che è nato il progetto Mani Tese SOS Terremoto Emilia: da sguardi che si incontrano, mani che

si sono intrecciate per provare a ricostruire, speranze che ripartono dai bambini, a cui si vuole dare immediatamente un luogo dove tornare a sorridere, incontrarsi e giocare. Ecco come è nata l'idea di un campo permanente con volontari per gestire la consegna degli aiuti umanitari ai più lontani e per organizzare laboratori giornalieri per i più piccoli. E sempre qui giorno dopo giorno, come in una parata, sono arrivati tanti Manitesini! Ma anche donatori, maghi, burattinai, animatori, dj, psicologi, massaggiatori, cuochi, attori, suonatori, circensi, artisti di strada, educatori, bande musicali, idraulici, writers… da tutta Italia per far ripartire relazioni, lavori, aiuti ed emozioni. Così guardando ogni giorno le foto dei nostri viaggi appese sui muri non crollati, ritroviamo la nostra speranza anche dai villaggi ricostruiti dai nostri partner all'estero, ora ancor di più, luce e guida del nostro essere e del nostro fare al Cantiere Mani Tese.

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un anno di grandi sfide | approfondimento di Chiara Cecotti, Responsabile Area Volontariato, Formazione, ECM

Tutti insieme! VOLontariato

Un progetto per ripartire

Dove ci trovavamo il 20 maggio scorso quando l'Emilia Romagna è stata scossa nella terra e nell'anima dal terremoto? e nelle 2.000 scosse successive? Sì perchè a questa prima scossa ne sono seguite oltre 2.000, alcune altrettanto gravi da farti pensare che il peggio non fosse ancora arrivato, altre piccine da farti pensare che alla fine si imparerà una specie di convivenza e vedremo chi avrà la meglio… Mani Tese è a Finale Emilia dal 1996 con il Gruppo di volontari e la sede locale della Cooperativa Sociale Mani Tese che, nel 2005, hanno concepito la realizzazione di una struttura denominata Il Cantiere, attraverso un progetto partecipato di riqualificazione edilizia ecosostenibile e antisismica, finalizzata allo sviluppo e alla promozione di buone pratiche economiche e sociali. Il Cantiere in questi anni è diventato per Mani Tese a Finale Emilia un vero e proprio strumento per promuovere uno stile di vita alternativo, luogo di sintesi dell'azione dell'Associazione, collegando sostenibilità e cooperazione internazionale. Tantissime le attività che nel Cantiere si svolgono e che da questo luogo hanno preso vita: promozione del riuso, laboratorio di recupero, mercatino dell'usato, sfilate di moda solidali, mostre, percorsi di tirocinio professionale per persone svantaggiate, gruppi acquisto solidale (GAS), sensibilizzazione e realizzazione di campagne di informazione e pressione politica sui temi della sovranità alimentare e dei beni comuni, centro di aggregazione per realtà interessate ai temi dell'ambiente, della salvaguardia del territorio, della solidarietà e della cooperazione internazionale. Immediatamente dopo la prima scossa il Cantiere si è aperto all'emergenza dando fin da subito ospitalità a circa 50 persone sfollate della zona e diventando luogo di riferimento per l'emergenza sociale ed economica della zona. I volontari del Gruppo di Finale, nel bel mezzo di un'emergenza anche personale, hanno subito posto attenzione alle nuove

necessità del territorio. Immediatamente hanno deciso di dare un sostegno concreto a quelle persone e famiglie sfollati, ma non raggiunti dagli aiuti della Protezione Civile e della Croce Rossa e spesso in difficoltà. Giorno dopo giorno diventava inoltre più evidente a tutti il disorientamento dei bambini, improvvisamente privi della loro casa e delle realtà di riferimento (l'anno scolastico è stato infatti interrotto immediatamente quasi dovunque nelle zone colpite dal sisma) e catapultati spesso nelle comunità forzate delle tendopoli. Infine il silenzio e la solitudine, il rischio dell'isolamento di persone e comunità: il terremoto ha infatti distrutto non solo i muri, ma soprattutto tutti i luoghi di socialità della zona, privando le persone della possibilità di stare insieme, di consolarsi e di recuperare gradualmente la vita precedente! Intorno all'attività storica del Cantiere è nato quindi a poco a poco un progetto, per rispondere all'emergenza e costruire il dopo-emergenza, nella solidarietà, nella partecipazione e nell'unione. Con l'amicizia e l'aiuto di altri volontari e operatori di Mani Tese, con la mano sulla spalla e i consigli preziosi di chi ci è già passato, all'Aquila, in Molise, in Friuli…

Due i filoni principali del progetto

Il primo, la Bassa Cre-Attiva, si rivolge ai bambini e intende mettere loro a disposizione un nuovo “Giro del mondo in 80 giorni”, la possibilità di viaggiare con la fantasia e per un po' andare via da lì e, attraverso laboratori, giochi, musica e arte guardare la tendopoli e il terremoto da lontano, per

poter trovare insieme un significato di esperienza e non di disperazione. Il secondo ruota intorno al Cantiere, come luogo dove appunto si possono costruire le risposte all'emergenza ma anche i progetti futuri, perchè l'inverno è già dopodomani. La Cooperativa Sociale Mani Tese riavvierà gradualmente le proprie attività e in questa fase il Cantiere sarà promotore di servizi per la cittadinanza (accoglienza, distribuzione di aiuti umanitari, sgomberi), ma anche spazio dove, nei fine settimana, adulti e bambini possano trovare, attraverso spettacoli teatrali, musica e attività di animazione, occasioni di socialità e di condivisione, oltre ad uno specifico sostegno psicologico che permetta loro l'elaborazione e il superamento del trauma. Infine presso il Cantiere verrà organizzata un'attività di collegamento e informazione rivolta ai cittadini, perchè siano scongiurati espropri di cittadinanza, venga sostenuta la trasparenza e sia rafforzata la coscienza civica e la partecipazione della popolazione nella gestione della fase del post emergenza. Questo progetto è stato infine messo al centro di un campo di volontariato permanente che durerà tutta l'estate e che sta già coinvolgendo un centinaio di volontari provenienti da tutta Italia e desiderosi di rendersi vicini alle popolazioni colpite dal terremoto. TUTTI INSIEME, ciascuno con il proprio contributo, ciascuno con la propria parte in una storia che è solo collettiva, perchè da queste tragedie, lo impariamo ogni giorno dai nostri partner, se ne viene fuori soltanto così. TUTTI INSIEME.


manitese 479 | luglio-agosto 2012

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Di giovanna tedesco, responsabile relazioni con i donatori mani tese

S.O.S. terremoto in Emilia Il sisma del 20 maggio in Emilia Romagna ha devastato intere aree. Lo sciame sismico è proseguito per molti giorni, culminando il 29 maggio con la distruzione della storia di molti paesi, la vita di 27 persone e peggiorando la situazione già precaria di abitazioni, scuole, chiese, aziende. Mani Tese ha immediatamente deciso di scendere in campo a Finale Emilia mettendo a disposizione delle comunità colpite dal terremoto IL CANTIERE, costruzione di 1.200 mq ecosostenibile e antisismica, sede della Cooperativa sociale Mani Tese. A Massa Finalese i volontari di Mani Tese sono presenti dal 1996, con attività di promozione del riciclo e riuso attraverso il mercatino dell'usato e lo sviluppo di economie sostenibili. L'appello per la raccolta fondi a favore dell'Emilia è stato lanciato istantaneamente attraverso il periodico bimestrale Manitese 478 di maggio-giugno, seguito da una comunicazione ad hoc sull'avvio del progetto a tutti i nostri sostenitori. Grazie all'adesione di oltre 600 donatori, Mani Tese ha potuto dare il via all'intervento: oltre 100 persone hanno trovato accoglienza al capannone di Finale Emilia, con punte massime di 50 persone al giorno, compresi bimbi piccoli e anziani. Le attività del mercatino sono state modificate e adattate all'emergenza: i mobili hanno lasciato spazio ai generi alimentari, i laboratori di sartoria e falegnameria sono stati sospesi per dare vita, il sabato e la domenica, ad attività ricreative rivolte soprattutto a bambini e giovani. Numerosissime le proposte di sostegno arrivate da vecchi e nuovi sostenitori di Mani Tese: in molti hanno manifestato la voglia di fare qualcosa di concreto rendendosi disponibili per lavori sul campo o contribuendo con generi di prima necessità; altri hanno subito effettuato donazioni per far fronte all'emergenza; altri ancora hanno improvvisato raccolte di fondi coinvolgendo amici, colleghi,associazioni, parrocchie; alcuni locali della zona e della Riviera Romagnola si sono attivati per organizzare serate in discoteca, concerti, cene da destinare al

progetto SOS Terremoto in Emilia; molte le aziende che, nonostante il difficile momento economico, hanno risposto positivamente all'appello lanciato da Mani Tese. Attraverso il programma Matched giving UBS ha incentivato i propri dipendenti a sostenere il progetto avviato in Emilia da Mani Tese e si è impegnata a raddoppiare l'ammontare delle somme destinate da ogni singolo dipendente. La 20th Century Fox da Londra ha donato a favore del centro aggregativo per i minori circa 1000 T-shirt con le stampe di supereroi e personaggi dei cartoons. Una solidarietà concreta, continua, varia, autentica, sincera: grazie alla risposta positiva e immediata all'appello lanciato da Mani Tese ad oggi abbiamo raccolto oltre € 70.000 e abbiamo potuto avviare un progetto di ricostruzione sociale che vede come protagonisti i giovani e i bambini che rappresentano il nostro futuro. Grazie a voi, abbiamo attivato volontari, esperti, abbiamo inviato generi alimentari e di prima necessità, abbiamo recuperato attrezzature, materiali utili per le attività ricreative de IL CANTIERE. Ma resta ancora molto da fare per tornare alla normalità, per ricostruire la socialità. Continuate a sostenere il progetto SOS

Terremoto! Vogliamo raggiungere € 100.000! Per raggiungere questo obiettivo occorre che l'attenzione pubblica su questo terribile avvenimento resti sempre viva e accesa, che continuiamo insieme a darci da fare per uno scopo comune, che tutti siano consapevoli di poter partecipare attivamente, perchè ognuno può fare la sua parte.

Abbiamo bisogno di te!

Seguite gli aggiornamenti del progetto sul nostro sito www.manitese.it e sulla nostra pagina facebook (facebook.com/ ManiTese): abbiamo pubblicato le foto delle missioni a Finale Emilia dei nostri operatori e volontari!

Grazie di cuore a voi tutti per essere con noi anche in questo progetto, per essere ancora una volta al nostro fianco. Per tante famiglie e soprattutto per tanti bambini delle zone terremotate, il vostro contributo, qualsiasi esso sia, significa davvero molto.

spazio donatori

un appello accolto all'unanimità


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PER SOSTENERE un anno di grandi sfide | progetti

I PROGETTI di mani tese

Fai la differenza

• Conto Corrente Postale n° 291278 intestato a Mani Tese P.le Gambara 7/9, 20146 Milano • Assegno bancario • Bonifico Bancario Banca Popolare Etica, codice IBAN: IT 58 W 05018 01600 000000000040 • Domiciliazione bancaria tramite RID • Carta di Credito sul sito www.manitese.it • Destinazione del 5x1000 della dichiarazione dei redditi codice fiscale 02343800153 • Lascito Testamentario

BENEFICI FISCALI

Tutte le donazioni effettuate a nome di Mani Tese godono dei benefici fiscali previsti dalla legge. Ricordati di conservare la ricevuta di versamento!

I progetti terminano… a cura di giovanni mozzi, volontario mani tese

30.000 buoni motivi

Sono i beneficiari delle opere idriche realizzate con questo progetto in Benin, nei comuni di Natatingou e Toucountouna. Son più o meno quanti gli abitandi di una nostra cittadina di provincia, che prima non avevano l'acqua potabile ed ora ce l'hanno. E i risultati già si vedono: dai primi rilievi risultano già in diminuzione i casi di diarrea e di ameba. Inoltre sono quasi scomparsi i classici incidenti connessi con le raccolte fortunose di acqua da pozzi, fiumi e sorgenti lontane: i morsi di serpente e le cadute nei bacini idrici.

Un impegno non da poco

La metodologia utilizzata ha previsto l'attivazione delle comunità nel rispondere ai propri bisogni legati alla risorsa acqua. Il coinvolgimento ha riguardato tre diverse fasi: • una prima di rilevazione dei bisogni specifici e dei problemi legati all'accesso all'acqua; • una seconda, che ha visto le comunità partecipare alla realizzazione delle infrastrutture idriche attraverso la pulizia e la preparazione dei siti dove si sono svolte le opere, il trasporto dei materiali necessari alle costruzioni (acqua reperita nei vicini ruscelli, sabbia, ghiaia, pietre), la messa a disposizione di mano d'opera non qualificata per supportare il lavoro dell'impresa incaricata di fare i lavori, il vitto e alloggio per i lavoratori dell'impresa; • una terza, nella quale sono stati costituiti i comitati per gestire le opere realizzate che sono divenute di proprietà delle comunità beneficiarie. Solo così si sono potuti riabilitare 7 pozzi con pompa a pedale, scavare 5 pozzi a grande diametro, costruire 5 fontane pubbliche allacciandosi alla rete dell'acquedotto nazionale esistente nelle periferie delle città.

Qualche curiosità

In alto: cantiere di pozzo a grande diametro. Qui sopra: pozzo con pompa a pedale

Come si realizza un pozzo a grande diametro? Viene fatto uno scavo cilindrico, con un diametro che varia da 1,8 a 2,0 metri, così come la profondità varia dai 12 ai 24 metri secondo la situazione geofisica del luogo scelto e dalla conseguente presenza dell'acqua nel sottosuolo. Man mano che lo scavo procede, vengono preparati dei cilindri in cemento armato che vengono fissati alle pareti del pozzo per evitare che il terreno frani. Alla fine dello scavo viene costruita una vera di cemento intorno al pozzo, alta almeno un metro, per garantire la sicurezza dei fruitori dello stesso. Il pozzo è dotato di una carrucola

metallica munita di una corda per permettere alla popolazione di attingere l'acqua. Attorno alla vera, su un raggio di un metro e mezzo, viene costruita una barriera anti-fango. Per proteggere il pozzo dalla caduta d'oggetti, di polvere o sporcizia, viene costruita una porta metallica posta sulla vera, in modo da permettere ai membri del Comitato di Gestione di chiudere il pozzo al termine della raccolta quotidiana dell'acqua. Cosa vuol dire riabilitare un pozzo con pompa a pedale? Sono pozzi di piccolo diametro perforati, da cui l'acqua viene attinta tramite un sistema di pe-

Mani Tese dal 2006 è socio aderente dell’Istituto Italiano della Donazione.

scaggio azionato da una pompa a pedale. Anche se non più funzionanti e inservibili, se inseriti su una buona falda freatica rappresentano una potenziale fonte di acqua potabile. La loro riabilitazione consiste nell'apertura della base in cemento del pozzo, nella rimozione dei tubi arrugginiti, nella pulizia dell'alveo, nella sistemazione delle protezioni in cemento dove necessario, nella ricollocazione delle nuove tubature, nella chiusura del pozzo con la ristrutturazione della base e del canale di scolo in cemento, e nell'installazione della nuova pompa a pedale.


manitese 479 | luglio-agosto 2012

…ma i bisogni non si esauriscono ← progetto 2197, benin

[chiuso]

Località Comune di Natitingou Partner Mani Tese Benin Importo € 153.190 (con il contributo della Provincia di Napoli)

→ progetto 2241, benin

[nuovo]

Località Comuni di Natitingou e Toucountouna Partner Mani Tese Benin Importo € 172.270

Proviamo a raddoppiare

Sì, dopo la buona riuscita del progetto 2197, descritto nella pagina precedente, proviamo a raddoppiare. A raddoppiare gli utenti (altri 30.000) e a raddoppaire le opere idriche con 5 nuovi pozzi con pompa a pedale e la riabilitazione di 12 pozzi già esistenti, di cui 11 con pompa a pedale ed uno a grande diametro. Siamo sempre nell'Atakorà, nelle aree comunali di Natitingou e di Toucountouna, a NordOvest del Benin, dove non piove quasi mai e dove anche per questo le potenzialità agricole sono molto scarse. Qui l'acqua potabile rimane ancora una sfida ed una preoccupazione nella vita delle popolazioni, in particolar modo per la promozione dell'igiene e delle cure sanitarie di base. La prima condizione per poter iniziare un percorso di sviluppo economico e sociale nella regione è senz'altro quella di garantire l'accesso alle risorse idriche necessarie alla sopravvivenza. Gli abitanti come al solito parteciperanno attivamente al lavoro con tutta la mano d'opera non specializzata prestata gratuitamente e con un contributo comunitario pari al 10% nel caso di scavo di un nuovo pozzo. Ma garantiranno anche la futura gestione delle opere idriche, mediante Comitati di Gestione opportunamente addestrati con appositi corsi, e fruiranno di percorsi formativi per la popolazione tutta su argomenti quali: igiene personale, igiene domestica, preparazione del cibo, risparmio idrico, smaltimento dei rifiuti, responsabilità comune nella gestione del punto acqua.

I Comitati di Gestione

Cosa puoi fare tu? Con 30 Euro contribuisci alla riparazione di un pozzo a Wansokou (costo totale 3.240 Euro), fornendo acqua potabile a 3.520 persone. Con 50 Euro contribuisci alla riparazione del pozzo di Tampobré (costo totale 4.915 Euro), fornendo acqua potabile a 1.837 persone. Con 115 Euro contribuisci alla realizzazione del pozzo di Dassakaté alla periferia di Natitingou (costo totale 11.440 Euro), fornendo acqua potabile a 4.167 persone.

Non basta trovare l'acqua scavando pozzi o allestendo fontane. Occorre gestirli, altrimenti in poco tempo avranno dei problemi, non funzioneranno più e tanta fatica andrà sprecata, tornando al punto di partenza. I Comitati di Gestione sono il fiore all'occhiello di un progetto idrico come questo; ne assicurano la continuità nel tempo, curando la riscossione di una minima tariffa, la manutenzione e le riparazioni quando necessarie: del Comitato di Gestione fa infatti parte anche un artigiano locale addestrato allo scopo. Gli altri membri, tutti elettivi, sono un rappresentante del villaggio, un rappresentante delle autorità del villaggio, due rappresentanti dei gruppi femminili e due dei giovani. Dell'efficacia di questo approccio ne dà prova una ricerca a campione effettuata tempo fa su 7 pozzi ed una fontana, realizzati da Mani Tese in Benin e in Burkina Faso 12 anni prima e tutti ancora funzionanti.

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un anno di grandi sfide | progetti

Fai la differenza

Il terremoto a Massa Finalese

“I bambini sono la nostra più grande preoccupazione.” a cura di giovanni mozzi, volontario mani tese

Proprio con questa frase si esprime Gianluca Viaggi, presidente della Cooperativa Sociale Mani Tese, quando racconta i disastri provocati dal terremoto, e dall'emozione delle sue parole traspare che il dramma è tanto, che non se ne vede la fine e che i bisogni sono enormi, talché anche agli adulti, in particolare coloro che vivono isolati nelle zone agricole in tende, capanni, roulotte accanto alle proprie case disastrate e alle proprie bestie, anche a loro, non solo ai bambini, è rivolto questo progetto di post emergenza. Ora più che mai diventa impellente il sostegno psicologico, per i bambini che ormai da mesi vivono nell'instabilità e nel terrore, per gli adulti che vedono disgregarsi le certezze di una vita, per le comunità che hanno perso i propri punti di riferimento.

Siamo lì dal 1996

Mani Tese è presente a Massa Finalese dal 1996 con il gruppo locale di volontari e con la sede locale della Cooperativa Sociale Mani Tese, che ha concepito nel 2005 il Cantiere, costruzione ecosostenibile e antisimica, volta alla promozione del riciclo e del riuso ed allo sviluppo di economie sostenibili. E così il Cantiere è divenuto fin dai primi giorni successivi al sisma lo spazio di prima accoglienza per circa 50 persone sfollate.

post emergenza terremoto

Località Massa Finalese, Finale Emilia (Modena) Partner Cooperativa Sociale Mani Tese Importo € 100.000

Per bambini e ragazzi

Si prevede la realizzazione di attività di intrattenimento e laboratori di animazione, creatività e arte terapia, da tenersi, ad opera di educatori e volontari di Mani Tese, presso il giardino del Cantiere e nel parco pubblico di Massa Finalese, usufruendo di tensostrutture.

Per gli adulti

Presso il Cantiere è allestito un punto di ricevimento di viveri e beni di prima necessità, che arrivano spontaneamente dal territorio e da diversi punti d'Italia in modo informale. Giornalmente staffette in moto battono il circondario, rilevano le esigenze di coloro che vivono accampati presso le proprie case in aree agricole e distribuiscono i beni di prima necessità richiesti. Inoltre prosegue l'accoglienza notturna presso il Cantiere per circa 40 persone sfollate.

Fai la differenza! Sostieni anche tu il progetto in EMILIA ROMAGNA Banca Popolare dell'Emilia Romagna IBAN: IT 51 X 05387 66730 000002060060 Causale: SOS EMILIA

A sinistra: i letti approntati dalla Cooperativa Sociale Mani Tese all'interno del mercatino di Massa Finalese. A destra e sopra: due momenti di attività del centro aggregativo per i minori.

Mani Tese dal 2006 è socio aderente dell’Istituto Italiano della Donazione.


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Testimonia la grande forza del tuo cuore per l’Emilia! In Emilia Romagna è emergenza e la priorità di Mani Tese sono i bambini, i nostri ragazzi, il nostro futuro. Aiutaci a creare uno spazio dedicato ai più piccoli a Finale Emilia! Vogliamo trasformare il capannone della Cooperativa di Mani Tese in un centro aggregativo per minori e per le famiglie colpite dal terremoto.

Dona ora il tuo importante contributo, restituisci un tempo di vita, gioco, serenità e speranza a tanti bambini e a tanti giovani che hanno perso tutto. Bastano 5 euro! Per donazioni e informazioni: perlemilia@manitese.it

www.manitese.it


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