Mamma! Numero 9

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sergio nazzaro

S o n o Loretta. Non canto, disegno. Oggi recupero un’ora. Cantano gli uccelli, è Primavera. C’è il sole anche se poi piove. Contratto a progetto, neanche mille euri al mese. Cambio vita, ho deciso. Per adesso faccio la grafica, metto insieme le facce dei supereroi. Domani li comprate in edicola. Batman sconfigge il crimine, Superman muore e risorge, l’Uomo Ragno si arrampica sui tubi ed io cambio vita. Ho voglia di amare, ho voglia di cazzo senza tanti pensieri. Lavoro a Sud. Ho anche un cartellino, ma niente straordinari, solo multe. A pisciare non si può andare, devi timbrare. Non puoi fumare una sigaretta, si la- vorano 9 ore, ogni giorno e anche una mezza giornata il sabato. C’è la crisi, ma qui dove facciamo i fumetti si fa così da sempre. Lavoriamo anche il 25 aprile e il primo maggio. Pagheranno gli straordinari: 15 euri. E’ tutto vero, non è un fumetto, non è Topolino o le Winx, è lavoro, anche se non facciamo le automobili come a Torino lavoriamo. Ma è Primavera, cambio vita. Me ne vado un giorno a Roma, per amare e non tornare. Non è vero, prendo il regionale delle sei di sera, costa meno. Me ne voglio andare, ma non mi chiama nessuno. Sono brava, non a cantare, a mettere le facce insieme su uno schermo, e poi escono i libri, tutti seduti a discutere del futuro dell’arte. Una mia collega è ricoverata, è uscita pazza. Dall’ufficio dell’azienda non si esce mai, se no perdi il lavoro e stai disoccupata. Oggi recu- pero un’ora. Ogni giorno per ripagare il permesso che ho preso per essere libera di amare, di farmi una scopata, tenera. Non posso neanche rispondere al telefono, non si può. Ti multano, devi timbrare, si prendono i miei soldi. Mi hanno aumentato lo stipendio da poco, 80 euri all’anno. E’ primavera, il sole batte dietro la tapparella rotta che non si aggiusta perché i soldi non ci stanno mai. Io entro presto, esco tardi e non riesco a vedere più nessuno. L’Italia è lontana, qua è Sud, ma domani vado via. Dal mio amore, solo per lui disegno. Aspetta, qua c’è un problema: non entra una striscia. E domani il papà che compra il fumetto al bambino come glielo spiega che è un errore, che il pacco che ha portato quei fumetti è sottopagato, che c’è chi si è separato e sparato perché Superman riuscisse ad arrivare a salvare gli innocenti? Basta, cambio vita. Ho deciso. Non devo avere paura. Aspettavo la chiamata del mio amore, come il canto degli uccelli a prima mattina. Mi ha chiamato ma non ho potuto rispondere. Quando sono uscita con il buio ci ho pensato io a chiamarlo. Mi hanno risposto da un ospedale, non era il mio amore. Non mi avrebbe più risposto. Non mi avrebbe più chiavato dolcemente. Un incidente. Nella città la strada è pericolosa. Ma ho deciso cambio vita e mi sono messa a fumare. Nel magazzino di nascosto, durante l’ora di lavoro. Tutti colleghi, mai amici: non abbiamo saputo metterci insieme e farci fare l’aumento da 15 a 20 euri. Non fa niente, è primavera, fa caldo, i fumetti bruciano e ho chiuso le porte, così nessuno può uscire e cambiamo vita tutti quanti. Non canto, metto insieme le facce che gridano, come uccelli che cantano.

MAMMA! | n. 9 | Primavera Italiana

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