A sinistra, Tomaso Trussardi; nella pagina precedente con la moglie Michelle Hunziker On the left, Tomaso Trussardi; in the previous page, with his wife Michelle Hunziker
biamo lanciato una serie di cortometraggi ironici dove lo slogan è: "l’unica violenza che all’uomo è concessa è dimenticarsi l’anniversario". Sappiamo che sei stato visto più volte al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este. Sì, colleziono auto d’epoca, anche se ora fra famiglia e lavoro, non trovo più il tempo per godermele. Sono stato spesso al Concorso a Cernobbio. Mi piace l’atmosfera che si respira e sono molto amico di Corrado Lopresto, vincitore anche quest’anno della Coppa d’Oro. Como e Cernobbio sono luoghi che Tomaso Trussardi e Michelle Hunziker amano e frequentano in modo particolare? Sono tanti i motivi che ci portano a Como. Oltre al legame e alla stima professionale che ci conducono con frequenza dall’amico Lorenzo Vanini, andiamo spesso a Villa d’Este, una location dalla storia incredibile, un giardino splendido, un luogo di grandissimo pregio e valore. Siamo anche stati ospiti di Giovanni Gastel, nipote di Luchino Visconti, fotografo della Trussardi per vent’anni, che ha aperto la sua casa per l’ambientazione del servizio fotografico realizzato da me e Michelle un paio di anni fa per Vanity Fair. Ci piace moltissimo Como, è un posto elegante che riesce a integrare perfettamente il difficile connubio fra la storicità, la tradizione e l’attualità. Non come quei luoghi di moda trent’anni fa e che ora sono solo delle vecchie glorie… E come vedi a Como il progetto di un’opera contemporanea come "Life Electric" realizzata da un architetto fra i più famosi al mondo, Daniel Libeskind? Tutto quello che è nuovo, moderno, ma con una certa classe, un’eleganza minimalista lo trovo adatto a una città come Como. Bergamo, la città dove vivo, purtroppo è super-conservatrice, per anni abbiamo provato a proporre opere d’arte contemporanea, ma troviamo sempre una resistenza eccessiva e inspiegabile. C’è la paura del nuovo. Ma se non fai niente, fra cent’anni non ci sarà niente che avrà una storia, ci saranno solo le cose che già ci sono e che saranno solo più vecchie. Se facciamo oggi qualcosa di nuovo che rimane, sarà un segno del nostro passaggio.
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