Made in Gualdo - Aprile 2016

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ci spiega cosa signi ica fare l'illustratore. “E’ un'arte particolare, perché sei sotto commissione e devi andare dietro ad una richiesta speci ica. Certo, ogni illustratore ha il suo stile, ma devi entrare nelle storie che gli scrittori creano e spiegarle con un disegno”. Diverso, molto diverso, dal pittore 'anima sciolta' che può alzarsi la mattina e dipingere quel che gli passa per la mente. “Mi piace fare anche quello e ho fatto anche parecchie mostre, portando con me tavole illustrate, ma ho avuto sempre passione per gli illustratori”. Giovanni ci fa vedere i libri di cui ha creato la copertina. “Mi sono avviato all'illustrazione grazie al mio amico Francesco Giubilei. Insieme abbiamo fatto una rappresentazione sulla Bastola nella Rocca Flea nel 2012. Sono state esposte una decina di mie tavole legate ad un suo libro, il mini concept “Bastola, la Signora del Fuoco” (editoriale ARPANet 2008 ndr). Sempre lui mi ha presentato alla casa editrice Senso Inverso di Ravenna, che ora mi chiama uno o due volte al mese per illustrare pubblicazioni di artisti emergenti. Sono già arrivato a una quindicina di copertine”. Anche se il lavoro dell'illustratore è diverso da quello del pittore, c'è un comune denominatore e non può essere che lo stesso di ogni artista: l'ispirazione. “E' fondamentale. Quando mi commissionano un lavoro, li avviso sempre che ci saranno tempi molto lunghi. Se non ho l'ispirazione non riesco a fare nulla e se mi mettono fretta è inutile iniziare. Loro lo sanno e sanno anche che faccio un altro

lavoro (Giovanni è gra ico di un'azienda locale - ndr) e mi lasciano fare. Poi nell'esecuzione sono abbastanza veloce e a volte lavoro anche di notte”. L'illustratore è un camaleonte dell'arte, anzi, per dirla come uno degli insegnanti di Giovanni, è 'un artigiano col buongusto'. “Qualche volta gli autori vogliono uno stile de inito, altre mi dicono 'fai tu'. Siamo come falegnami a cui commissionano un mobile. Dobbiamo adattarci all'esigenza del cliente, cercando comunque di mettere noi stessi. Per questo non ho un artista particolare a cui mi ispiro. Ce ne sono tanti che fanno questo mestiere, ma se devo dirne uno che spicca non ce l'ho, anche perché a seconda del genere che mi chiedono di illustrare io vado ad attingere nel mio bagaglio culturale e personale, cercando di farla nel modo più personale possibile”. Però forse un punto di riferimento c'è , ma non è un disegnatore. E' uno scrittore. “Stephen King mi ispira un po'. Lui ha il talento e la facoltà di farmi immaginare certe sue scene. Uno non deve mica prendere ispirazione per forza da una cosa visiva. Può farlo anche da una lettura.” “La soddisfazione più grande? Quando gli autori delle storie di cui illustro la copertina mi chiamano e mi dicono che non avrebbero mai saputo trovare una rappresentazione migliore per quello che hanno scritto. Il fascino di questo mestiere è che la prima cosa che vedi di un libro è la copertina. E' quella che ti acchiappa, c h e t i c h i a m a d a l l o scaffale della libreria. Ed è bello sapere che certi autori vivono di questo attimo magico”.

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