Luzer! #6

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www.luzer.it Index of #6 --------3- Idle of the month 4- Retro-spektiva 5- Pro-spektiva 6- Movie playlist 8- Oasis split up 9- The Rakes (interview) 10- Luzer! Tube 11- Patty Music Cunsultant 12- Zoom on: THOC! 14- Clubbing corner Ep.6 15- Hits in the Box 17- Lo potevo fare anch'io! 18- Morte al fescion 20- Storie che si fotografano 21- Garage filosofico 22- Le cronache di Marcolino


Idle of the month


retro-spektiva


Lebanon (2009)

pro-spektiva

Il film di Samuel Maoz, Leone d’oro alla 66ma Mostra del Cinema di Venezia, racconta le vicende di quattro soldati israeliani, giovani e inesperti, alla guida di un carro armato durante la guerra del Libano, nel 1982. La pellicola è interamente ambientata all’interno del mezzo blindato, microcosmo completamente avulso dal mondo esterno, fatta eccezione per la botola di ingresso e per il mirino attraverso cui il tiratore scelto osserva lo scenario di guerra che lo circonda, alla ricerca del nemico. La scelta dell’unità di luogo, già adottata in alcuni grandi film del passato (si pensi a Quel pomeriggio di un giorno da cani o, in parte, a alcuni grandi western quali Ombre rosse e Un dollaro d’onore), si rivela in questo caso assolutamente efficace per più di un motivo. Innanzitutto tale impostazione consente al regista di soffermarsi in modo più approfondito sulle diverse personalità dei protagonisti e sui rapporti che li legano, disegnando personaggi a tutto tondo che, in modo diverso, esprimono quella condizione di spaesamento e di terrore tipica della guerra. Allo stesso tempo, il nemico visto dall’interno del carro armato diventa una presenza misteriosa e imprevedibile, una figura eterea e sfumata, spesso difficile da identificare. Così la guerra è descritta prima di tutto come una condizione umana estrema e disperata, caratterizzata dal caos e dalla paura, dove la distinzione tra il nemico e l’alleato, il buono e il cattivo, si fa quanto mai complessa. Emblematico, in questo senso, è l’episodio iniziale in cui il tiratore scelto, alla prima esperienza di guerra e colto da un attacco di panico, non trova la forza di premere il grilletto per eliminare un furgone di terroristi diretto a tutta velocità contro il carro armato. Questa sua indecisione risulterà fatale per uno dei suoi compagni. Pochi istanti dopo, un altro furgone si avvicina alla pattuglia israeliana, ma stavolta si tratta di un civile che trasporta animali e allarga le braccia in segno di pace. Il soldato sa che un’altra indecisione non verrà più tollerata dai suoi superiori e decide di sparare, ferendo mortalmente il civile. Nonostante Lebanon abbia vinto il Leone d’oro e ottenuto giudizi critici lusinghieri, l’impressione generale è che al Lido nessuno abbia gridato al capolavoro. Come se, a fronte dell’innegabile qualità della pellicola, il suo messaggio pacifista sia stato considerato troppo esplicito e “calcolato” per convincere del tutto. Per quanto mi riguarda, ritengo che il Leone d’Oro assegnatogli dalla giuria della Mostra sia più che meritato. Al di là del messaggio pacifista, infatti, il film di Maoz è un’opera di grande spessore tecnico che mostra, con una radicalità e una lucidità rare, non tanto la guerra, quanto le emozioni e i contrasti che essa suscita in coloro che l’hanno vissuta in prima persona. Michele Boselli

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MOVIE PLAYLIST


-via laura cereto 15/a traversa via trieste(chiuso il lunedĂŹ) siamo aperti a pranzo menu studenti 5â‚Ź (panino-bibita-caffè) cucina aperta fino alle due

music, cocktails and much more...


Tema:

vs


Just 1 minute with...



Patty Music Consultant Vi segnala questi eventi:

u q k


Z

om on: THOC!

di Elia Z.



Clubbing corner ep.6


Hits in the box



C

Lo potevo fare anch'io!

L




STORIE CHE SI FOTOGRAFANO, FOTOGRAFIE CHE SI RACCONTANO

"FESTA MESTA”

Quando arrivarono a destinazione la festa era già iniziata. Nessuno li aveva invitati ufficialmente, ma le voci si erano sparse e così quello che in teoria doveva rimanere un party per pochi era diventato un party per tutti, una frittura mista di casino assortito dove ognuno era lì per lo stesso motivo degli altri. Sapere se la festa avrebbe previsto qualcosa di tanto piacevole da poter essere guardato in qualsiasi condizione si fosse stati. Era una bella giornata di sole, e le nuvole dell'ultimo viaggio si erano diradate poco dopo le dieci del mattino, dopo una lunga dormita che li aveva portati alla saggia decisione di fare il pieno e riprendere la corsa in modo tale da riuscire quantomeno ad esser lì. "A che ore hanno detto che passano?" chiese Paolo mentre armeggiava con la sua artiglieria da ladro di immagini. "Alle undici e un quarto." disse Nava. "Undici e un quarto, undici e venti" replicò Stefano. "Più o meno." "Io ho sete." disse Paolo. "Vado a bere." Kurukshetraz vs Stilemio


garage filosofico


le

cronache di

Marcolino




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