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Africa, nonché per aver saputo coniugare lavoro e impegno sociale in qualità di presidente del circolo giuliano di Johannesburg e di componente di organi istituzionali di enti pubblici e privati.” Assieme a loro l’Associazione Giuliani nel mondo ha premiato, tra gli altri, Lidia Bastianich di Pola, imprenditrice della ristorazione ad altissimo livello a New York e negli USA. I Giuliani nel Mondo premiati con la presidente della Regione Debora Serracchiani e Lidia Bastianich
Rievocazioni storiche di Vittorio Silvio e di Nicolò Premuda Documenti, storia e tracce della famiglia
Questo è il titolo del libro dedicato allo zio Vittorio Silvio e al padre Nicolò che Maria Pia Premuda Marson ha scritto per fare chiarezza sulle vicende che hanno coinvolto la famiglia Premuda, durante e dopo gli anni della II guerra mondiale. I Premuda sono originari di Lussinpiccolo ma da tempo trasferiti in quel di Codognè, in provincia di Treviso, da quando Eugenio, nonno di Maria Pia, imprenditore agricolo e molitorio, preferì abbandonare Trieste, piuttosto che arruolarsi nell’esercito austriaco. Si tratta di un grande gruppo la cui origine risale al 1350 e all’isola di Premuda. Numerose sono le notizie riguardanti quei membri che nel tempo hanno lasciato il segno nella grande storia come quel Bernardo Premuda che nel 1440 è l’ultimo conte di Perasto nelle Bocche di Cattaro oppure di Gianni Premuda di Lussino che nel 1535 riceve la medaglia da Carlo V, nel 1541 difende l’imperatore dai mori e viene creato barone. Nel XVII secolo alcuni Premuda sono a Lussino e a Ossero e poi emerge la lunga militanza dei Premuda nella Serenissima; nell’800 Stefano Premuda è deputato di Lussinpiccolo a Vienna, altri diventano armatori durante la guerra di Crimea, e la famiglia nel tempo si amplia, si sparpaglia e le attività di diversificano. Con questa rievocazione storica Maria Pia Premuda spera di favorire l’istituzione del Giorno del Ricordo a Co-
di Licia Giadrossi-Gloria dognè e che venga ricordato e onorato lo zio, il tenente colonnello Vittorio Silvio, militare di carriera dal 1911 all’8 settembre 1943. Dopo questa data egli divenne il capo del Comitato Provinciale di Liberazione dei comuni tra Piave e Livenza: Codognè, Gaiarine, Orsago, e altri fino a Godega di Sant’Urbano. Era un tenace sostenitore della apoliticità del movimento e contrario a ogni indegnità nei confronti della popolazione. Aderì alla Brigata Fratelli d’Italia, e non alla Brigata Garibaldi di Vittorio Veneto né ai gruppi comunisti di Oderzo. Constatato che alcuni partigiani avevano infierito sui civili, avevano razziato i loro beni e appiccato il fuoco a una borgata, decise di procedere contro di loro, condannandoli a morte ma venne preceduto e ucciso da quattro masnadieri per ordine dello slavo titino “Felice” e del “Tigre”, il 19 agosto 1944. Gli imputati del delitto vennero tutti assolti o amnistiati dal Tribunale di Treviso nel 1946. Il fratello Vittorio, nato nel 1898, più giovane di sei anni di Vittorio Silvio, aveva lo stesso ideale, quello di “evitare la guerra fratricida”. Era pure lui ufficiale e alla fine del conflitto preferì dedicare la sua attività al comune di Codogné dove fu sindaco dal 1956 al 1970, “benemerito e probo amministratore”, realizzatore di opere essenziali per lo sviluppo del paese soprattutto nel settore dei servizi e delle infrastrutture.