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"Esperienza ed espressione a San Gersolè" di Maria Maltoni
LA MANIERA DI SAN GERSOLÈ La verità come valore etico
Nella scuola di San Gersolé, la maestra vera, in ogni maniera, è l'osservazione e l'educatrice ha solo il compito di stimolare a sempre meglio vedere, a capire tenendo gli occhi ben aperti su tutto, il cervello ben desto a ogni momento e il cuore pronto a cogliere e ad amare - e non è questo compito leggero... I fatti portano gli alunni all'osservazione, allo studio della vita, il disegno all'osservazione e allo studio delle cose. Per mezzo dei fatti meditati si giunge a distingure il bene dal male e ci si incammina alla saggezza, per mezzo delle cose ben guardate e meditate si va verso il sapere e si gettano le basi della scienza. Avviare alla saggezza e alla scienza è il compito della maestra...
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Ma ricordiamo sempre che siamo fatti di occhi, cervello e cuore, e che la parte più importante di noi è il cuore. Con l'intuizione il cuore va più lontano e vede più sottilmente. Tutti i sensi e il cervello sono servi del cuore e guai se si pensa di poter togliere dal processo educativo la preoccupazione di poter giungere al sentimento. Il sentimento non è il sentimentalismo: al secondo conduce la rettorica, al primo la riflessione.
Se ci facciamo luce con questi concetti, toveremo sempre il cammino giusto sia per andare verso la scienza, sia per andare verso la saggezza, e le cose imparate non sfuggiranno dalla nostra memoria, ma cresceranno nel tempo e si chiariranno sempre di più. Tutto sarà imparato solo quando avrà toccato il cuore.
MARIA MALTONI, La scuola di San Gersolé in "Esperienza ed espressione a San Gersolè" Brescia La scuola, 1964

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