SHINY Magazine 3

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In un mondo in cui la tecnologia consente a più persone di condividere i sogni di un individuo e di accedere al subconscio della mente umana approfittando della vulnerabilità derivante dalla fase onirica del sonno, Dom Cobb (Leonardo DiCaprio) è un ladro esperto nella tecnica di estrazione di informazioni note alla vittima. La tecnica è utilizzata spesso nello spionaggio industriale. A causa di questa sua attività Dom Cobb è braccato in molti paesi. Inoltre pende sulla sua testa un mandato di cattura, legato ad un evento del suo passato, che gli impedisce di rientrare negli Stati Uniti dove ancora vivono i suoi due bambini affidati ai nonni. L’incontro con l’industriale giapponese Saito (Ken Watanabe) offre a Cobb una possibilità di riscattare la propria esistenza e di riabbracciare la sua famiglia. Saito promette a Cobb di risolvere i suoi problemi giudiziari, che lo costringono ad un esilio volontario, in cambio di un ultimo lavoro. Saito chiede a Cobb di compiere l’azione contraria a quella in cui si è specializzato: egli, anziché estrarre un’informazione dalla mente di un concorrente di Saito, deve innestare in essa un’idea. Cobb accetta, ma l’intera operazione è messa a repentaglio dalla

fragilità della sua mente. Fragilità che si manifesta attraverso una presenza femminile. Si tratta di Mal (Marion Cotillard), defunta moglie di Cobb. Christopher Nolan si è già dimostrato e si conferma uno dei cineasti più interessanti degli ultimi dieci anni. Uno dei pochi capaci di coniugare il cinema spettacolare e d’intrattenimento con un cinema personale, realizzando pellicole assai sfaccettate e con molteplici livelli di lettura. Le tematiche a lui più care sono quelle legate all’io profondo dell’essere umano. Tematiche che si estrinsecano attraverso la crisi d’identità e la scissione dell’io, la percezione soggettiva del tempo, il dolore ed il male che derivano dalla memoria, la dicotomia fra la realtà e la percezione della realtà che spesso si manifesta come un inganno dei sensi, il continuo mescolarsi fra il bene e il male, fra la luce e le ombre che albergano l’anima umana. Vi è una continuità artistica evidente nell’intera filmografia di questo autore, che oltre alla regia ha sempre firmato anche le sceneggiature delle sue opere, scrivendole generalmente insieme al fratello Jonathan. La sola eccezione è stata il film “Insomnia” (2002) che però era il IT’S SHINY

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remake dell’omonimo film norvegese (1997). Con “Inception”, Nolan crea un mondo personale composto da un insieme complesso di regole e lo sviluppa attraverso una progressione narrativa in realtà molto semplice e lineare, come quella di un qualsiasi film d’azione. La trama del film, infatti, si potrebbe riassumere assai semplicemente. Dom Cobb è un ladro di segreti industriali che viene ingaggiato da un magnate giapponese per distruggere l’impero economico del suo diretto rivale. In cambio Cobb potrà rientrare nel proprio paese e riabbracciare la propria famiglia. Cobb organizza una squadra di specialisti ed esegue la missione. Non ci sarebbe niente di diverso da un qualsiasi capitolo di “Mission Impossible”. La banalità della trama è così evidente da far apparire assai più complessi gli episodi di una qualsiasi serie televisiva americana tipo il divertente “Castle, detective fra le righe” che in soli quaranta minuti di narrazione riesce a sviluppare indagini complicate e dense di colpi di scena. Quindi si può affermare che lo sviluppo narrativo di base di “Inception” sia


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