Perchè ci sono le alluvioni a Vicenza?

Perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? progettare lo spazio per l’acqua in una città a rischio alluvione Relatrice: Maria Chiara Tosi Correlatori: Sebastiano Trevisani, Marco Ferrari, Marta De Marchi, Alessia Franzese

Laureandi: Luca Cristani 290138 - Laura E. Stratta 270350

Istituto Universitario dell’Architettura di Venezia – IUAV a.a. 2019-2020 Corso di Laurea Magistrale in Architettura (A63) Corso di Laurea Magistrale in Architettura e Culture del Progetto

Titolo: Perchè ci sono le alluvioni a Vicenza?

Progettare le spazio per l’acqua in una città a rischio alluvioni

Relatore: Maria Chiara Tosi Correlatori: Sebastiano Trevisani, Marco Ferrari, Marta De Marchi, Alessia Franzese

Studenti laureandi: Luca Cristani matricola: 290138 Laura Elizabeth Stratta matricola: 270350 Firma del relatore:

“Ed è andando avanti e indietro per quella strada, continuando a spiare come avveniva il ‘cambiamento’, che mi sono convinta che sia un dovere di ogni signolo cittadino opporsi a questa oscena speculazione che ci priva tutti quanti di una risorsa che dovrebbe essere un nostro diritto: il territorio, l’ambiente, la natura, l’aria e la l’acqua, lo spazio, le cose più preziose, giorno dopo giorno ricoperte, con il nostro tacito consenso, da un’ininterrotta crosta di cemento.”

Simona Vinci, Rovina, 2007

Indice

Introduzione 11 00_Alluvione 2010 15

03_Un approccio capillare 79

Dissesti geologici e idrogeologici in Veneto 20 Bilancio dei danni in Veneto 22 L’alluvione nel Comune di Vicenza 24

Suolo, sottosuolo e acqua 80

L’effetto della crescita urbana sull’acqua 82 Porosità del tessuto urbano 84

01_Perchè ci sono le alluvioni a Vicenza?

04_Una soluzione capillare 87

41

Il principio insediativo 42

Cosa c’è sotto? suolo e sottosuolo 48

Cosa c’è sotto? la falda acquifera 56 Cosa c’è sopra? 58 Quando e quanto piove? 70

Vicenza 2100 88 Il sistema dei parchi allagabili 96

La rete capillare tessuto urbano 112

05_Conclusioni 02_Cosa è stato fatto per affrontare il problema?

73

129

Progettare lo spazio per l’acqua

Gestione del rischio e pianificazione 74 Le vasche di laminazione 76 Bibliografia

133

Ringraziamenti

136

8|

indice | 9

Introduzione

10 |

Indroduzione

Questa tesi osserva la città di Vicenza alla luce delle alluvioni degli ultimi dieci anni, gli interventi fatti e le strategie messe in atto dalle amministrazioni. Propone un approccio al problema idrogeologico della città a piccola scala e diffuso, affrontando il tema del potenziale intrinseco nelle aree verdi del tessuto urbano, attivabile se messo in rete insieme con un sistema capillare di gestione delle acque.

Costruita su una pianura alluvionale (il centro storico posto su un motto rialzato sfruttava proprio la presenza dell’acqua come protezione), Vicenza ha sviluppato nei secoli varie strategie per far fronte alle alluvioni ricorrenti (il cambiamento del corso dell’Astico, che ha dato poi forma al Bacchiglione, gli interventi del 1800 per spostare la congiunzione dei fiumi, le alte arginature). Il problema dell’alluvionabilità è dato dalla conformazione specifica geomorfologica (risorgive, falda) e dalla litologia (presenza di suoli poco permeabili). A questi fattori naturali si è aggiunto un terzo fattore (antropico), in particolare con l’espansione della città dal dopoguerra e la conseguente impermeabilizzazione del suolo: costruzione lungo gli argini del fiume, interramento di rogge, aree industriali su terreno alluvionale e non ultimo la base militare lungo il corso del fiume con profonde fondazioni che hanno inquinato la falda acquifera.

Le alluvioni del 2010 e del 2013 hanno mostrato che il problema è ancora forte, in tutto il Veneto. Gli interventi della Regione si sono subito concentrati su grandi progetti di vasche di laminazione (Caldogno, Viale Diaz, Orolo, Tesina etc). La Regione ha adottato delle linee guida per la ‘Valutazione di compatibilità idraulica’, per affrontare il problema della crescente impermeabilizzazione. Questo provvedimento apparentemente virtuoso ha alcune carenze: non viene applicato a progetti sotto una soglia dimensionale, non affronta il tema della riduzione di impermeabilità su suoli già costruiti limitandosi a mantenere lo status quo, non affronta la tematica del tipo di sottosuolo.

Dato il crescente problema climatico (aumento d’intensità delle piogge, momenti di siccità) sembra importante affrontare il tema in modo più capillare. In quest’ottica, i piccoli progetti e le piccole aree hanno un’importanza fondamentale, poiché la loro sommatoria e messa in rete può avere l’impatto equivalente a un grande intervento, e forse essendo più diffuso ancora più efficace. Tutte le parti di una città possono concorrere a gestire il problema idrologico, sia in tempi normali che in tempi di emergenza.

12 |

L’analisi del tessuto urbano consolidato mostra che questa porzione densamente edificata della città ha un certo grado di porosità (giardini privati e pubblici, aree stradali a verde). Queste superfici verdi non sono necessariamente permeabili, ma possono diventarlo e far parte di un sistema di raccolta delle acque, infiltrazione e drenaggio. La città può funzionare come una spugna, fatta di tre dimensioni in cui l’alzato poggia su strati di terreno più o meno impermeabili. Il problema non è quindi solo l’impermeabilizzazione superficiale ma anche il tipo di sottosuolo della città.

Un’area verde con terreno argilloso molto compattato sarà molto poco permeabile.

E’ quindi fondamentale tenere conto del coefficiente di conducibilità idraulica di tutta la stratigrafia del suolo, non solo dello strato superficiale.

Il verde urbano costituisce quindi il potenziale di partenza per trasformare la città in una città spugna, potenziale che va attivato. La superficie va coordinata con il sottosuolo che permette sia all’acqua di penetrare nel terreno (invece che scorrere verso rete fognaria o i fiumi, run-off) che di essere accumulata.

Vi sono alcuni punti critici del tessuto urbano, aree altamente costruite come le aree industriali o il centro storico, sottoposto a vincoli specifici. In queste aree servono sistemi di raccolta delle acque dalle coperture ai piedi dell’edificio – dove possibile – o in punti di raccolta puntuali (piazzette, giardini, parcheggi). I parchi cittadini possono costituire delle aree più ampie della rete, pensati come parchi alluvionabili e bacini di espansione, con conformazioni diverse in base ai tempi di ritorno.

Il progetto di una città capillare dotata di una rete verde s’inserisce nel progetto più ampio della rete ecologica della città. Il tessuto urbano, con la sua porosità intrinseca costituisce già oggi un punto di cucitura, un ponte tra i vari lembi dei corridoi ecologici che percorrono le aste dei fiumi e le aree agricole alluvionali della città. Progettare lo spazio per l’acqua come una rete che tiene insieme sia la superficie sia il sottosuolo della città è essenziale per la gestione delle acque della città, ma offre numerosi benefici a tutto l’ecosistema del territorio di cui la città fa parte.

indroduzione | 13

00_ Alluvione 2010

14 |

Vicenza - novembre 1966

16 |

Vicenza - novembre 2010

alluvione 2010 | 17

Il Bacchiglione esonda a Vicenza La città finisce sott’acqua

Il centro città allagato: monumenti minacciati, persone bloccate in auto e scuole chiuse. Drammatica situazione a Caldogno Allagamenti nel Veronese, migliaia di persone sfollate Il Gazzettino, 2 Novembre 2010

Cemento e burocrazia La minaccia dei fiumi

Ma perché si aspetta la tragedia per intervenire?

Perché è meglio l’emergenza anziché la manutenzione?

Rinviare gli interventi ci ha fatto almeno risparmiare?

C’è stato un beneficio per le casse pubbliche ai vari livelli?

Il Bacchiglione, metafora dei disastri annunciati Roberto Mania e Fabio Tonacci, la Repubblica 24 Dicembre 2010 _________

Alluvione, due anziani morti nel Vicentino e ben 800 sfollati nel Padovano

Zaia: stanziamento straordinario. Il Pd: inaccettabile incolpare la pioggia. Lega: usiamo i soldi per i 150 anni dell’Unità d’Italia Il Gazzettino, 3 Novembre 2010

Caldogno, inaugurato il bacino di laminazione Zaia: “Opera della rinascita”

Il governatore del Veneto ha ricordato l’entità dell’alluvione del 2010, in occasione della quale furono registrati 32 sfondamenti arginali, e l’impegno profuso dalla Regione per far riprendere la marcia di una macchina, quella della sicurezza idraulica, ferma da decenni Vicenza Today, 9 Novembre 2016

Alluvione Veneto, l’appello di Zaia ”Siamo in ginocchio, serve l’aiuto di tutti” La Repubblica, 06 Novembre 2010

Maltempo, Bacchiglione e Brenta a rischio esondazione Occhi puntati sul livello dei fiumi e dei torrenti dell’area pedemontana veneta Vicenza Today, 12 Aprile 2018

L’alluvione a Vicenza Una tragedia minore

Ilvo Diamanti, La Repubblica, 04 Novembre 2010

Vicenza, Vademecum sul rischio alluvioni

Un vademecum sul rischio alluvione a scolari e residenti delle zone allagate, in occasione dell’approvazione del Piano comunale di emergenza Vicenza Today, 21 Aprile 2018

18 |

alluvione 2010 | 19

Dissesti geologici e idrogeologici in Veneto

Vicenza 4 rotte arginali 11 allagamenti estesi 516 frane 1 colata detritica

Verona 5 rotte arginali 8 allagamenti estesi 112 frane

Belluno 118 frane

Treviso 73 frane

Padova 4 rotte arginali 8 allagamenti estesi 2 frane

Totale nel Veneto: 13 rotte arginali 27 allagamenti estesi 821 frane 1 colate detritiche fonte: ‘Veneto, la grande alluvione’, Regione Veneto 2011

Dissesti idraulici, geologici e idraulico-forestali

rielaborazione da: Pubblicazione ‘Veneto, la grande alluvione’, Regione Veneto 2011 20 |

alluvione 2010 | 21

Bilancio dei danni in Veneto

3

morti - di cui 2 a Vicenza

500.000

persone coinvolte

3.500

sfollati

2114

imprese coinvolte

151.000

capi di bestiame annegati

262

comuni coinvolti

61

con danno maggiore di 1 milione di Euro

14.000

ettari alluvionati (140 km2)

DANNO COMPLESSIVO IN EURO Regione Veneto Comune di Vicenza

426.295.206 Euro 62.027.376 Euro

Danni in Euro al Comune di Vicenza

15 % del totale Regionale

Contributi impiegati per la ricostruzione 22 |

371.770.686 Euro

rielaborazione dati da: Pubblicazione ‘Veneto, la grande alluvione’, Regione Veneto 2011

fonte: ‘Veneto, la grande alluvione’, Regione Veneto 2011 alluvione 2010 | 23

L’alluvione nel Comune di Vicenza

Planimetria del centro urbano di Vicenza

rielaborazione da Relazione su alluvione 2010, Protezione Civile

Vicenza, 31 Ottobre - 3 Novembre 2010: Dopo molti giorni di pioggia, la piovosità raggiunge i massimi storici degli ultimi 50 anni. Il fiume Bacchiglione esonda a ponte degli Angeli, in centro storico. Straripano anche i suoi affluenti: il Timonchio nel comune di Caldogno, il Retrone nella zona industriale, e il fiume Astichello lungo tutta l’asta del fiume. Infine esondano la roggia Dioma, in zona ovest, e la roggia Tribolo, in zona est.

BACCHIGLIONE

TORRENTE ASTICHELLO

L’alluvione colpisce tutto il Veneto, causando ingenti danni, ma il Comune e la Provincia di Vicenza sono le zone più colpite. La stampa si interroga se le cause non siano in gran parte dovute alla eccessiva e sregolata urbanizzazione e alla mancata gestione delle risorse idrogeologiche.

ROGGIA TRIBOLO

Superficie comunale allagata:

20,03%

16 km2 (1.600 ettari) 49,50 km di strade allagate chiusura Autostrada A4 e Tangenziale sud

ROGGIA DIOMA

Alcuni dati: Residenti colpiti: 11.236 Edifici privati: 1.616 Negozi: 274 Pubblici esercizi: 63 Industrie e laboratori: 55 Strutture sanitarie: 8 Farmacie: 3 Scuole: 23 Servizi pubblici: 9 Strutture sportive: 22 Strutture di accoglienza: 1 Impianti di carburanti: 6 Chiese e parrocchie: 11 Monumenti: 13

RETRONE

BACCHIGLIONE rielaborazione dati da: Pubblicazione ‘Veneto, la grande alluvione’, Regione Veneto 2011 24 |

alluvione 2010 | 25

L’alluvione nel Comune di Vicenza Poco dopo l’alluvione del 2010, Il Comune di Vicenza e la Protezione Civile hanno prodotto delle mappe per registrare l’estensione delle aree allagate, mostrando quali sono le zone più vulnerabili ed esposte alle alluvioni della città.

La mappa a destra mostra la zona alluvionata che va dal Parco Astichello, sul torrente omonimo, fino alla confluenza tra i due fiumi Bacchiglio e Retrone. Questa area particolarmente critica e densamente costruita della città, è stata affrontata in fase progettuale.

Sezioni topografiche del territorio del comune di Vicenza

me

26 |

tri

a destra: Planimetria del centro urbano di Vicenza - dettaglio rielaborazione da ‘Relazione su alluvione 2010’, Protezione Civile 0

200

1000m

capitolo | 27

+32

+33

+33

+33

+34

S1

S1

+34

+33 +32 +35

+36

+33 +32

+34

+33

+33

+33

+32

+34

+35

+32 +33 +33

+33

+32 +34

+33 +33

+32 +33

+35

Fiumi

+32

+32

+33 +32

Planimetria - Scala 1:2000

Alluvione 2010

+34 Limi e argilli permanenti depositi poco permeabili per porositĂ K= 10^-4 - 10ĂŹ-6 cm/s Letto fiumi, detriti di ghiaia sabbia e limi

Parco Astichello +51

Campi agricoli esondato a 3,50m +50

+36 +32

+33 +30 altezza media 0,50m

S1 - Scala 1:1000

28 |

linea di guardia 1,80m

allvione 2010 | 29

S2

+33

+33

+32

+32 +33 +31

+31

+33

+31 +31

+30

+33

+30

+31

+31

PARCO QUERINI

+31

S2

+31

+29

+36 +30

+32 +31

+30

+29

+29

+31 +31 +32

+30

+30

+29 +31

Fiumi

+31

+32

+32

+31

Alluvione 2010

+31

Planimetria - Scala 1:2000

Limi e argilli permanenti depositi poco permeabili per porositĂ K= 10^-4 - 10ĂŹ-6 cm/s Letto fiumi, detriti di ghiaia sabbia e limi

Ospedale +64 +60

Parco Querini esondato a 6,25m

esondato a 6,25m altezza 0,80m

+42 ASTICHELLO

+34 +31 +26 linea di guardia 4,50m

S2

30 |

- Scala 1:1000

BACCHIGLIONE

altezza media 0,50m

+34 +32

altezza media 0,80m altezza acqua tra 0,80/1,00m

linea di guardia 4,50m

alluvione 2010 | 31

+30

+33

S3

+32

+30

+30

+31

+31 +33

S4

Ponte degli Angeli ore 7.30 esondazione H. 6,25m

+48

+31 circa +26

+30

BACCHIGLIONE

S3

+32

S3 S4

+65

Palazzo Angaran

+55

+35

S5

+31

Teatro Olimpico evitato l’allagamento per l’utilizzo di pompe idrovore

altezza media 0,80m altezza acqua 40cm

+30

linea di guardia 4,50m

Teatro olimpico

+30

+30

Parcheggio Piazza Matteotti

Palazzo Chiericati

Palazzo Angaran

+30

esondato a 6,25m +52 +47

+31 +33

+32 +30

+30

S5

Fiumi

+31

+31 +30

S4

Planimetria - Scala 1:2000

+32 +30 altezza media 0,50m altezza acqua 0,40m linea di guardia 4,50m

Ex Macello

Alluvione 2010

BACCHIGLIONE

esondato a 6,20m

Scuola Materna Antonio Fogazzaro

+40 Limi e argilli permanenti depositi poco permeabili per porosità K= 10^-4 - 10ì-6 cm/s

+31 circa +24

Letto fiumi, detriti di ghiaia sabbia e limi

altezza acqua 40cm

S5 22.37 h. bacchiglione 5,75m 23.13 h. bacchiglione 5,80m

31 Ottobre 2010 Inizia l’emergenza

32 |

5,90 altezza massima rischio tracimazione

00.11 h. bacchiglione 5,98m 02.00 h. bacchiglione 6,25m

01 Novembre 2010

06.00 diverse strade allagate

altezza media 0,80m linea di guardia 4,50m

altezza acqua tra i 40 e gli 80 cm

07.30 Tracima il Bacchiglione a Ponte degli Angeli e poco dopo a ponte Pusterla (via Diaz)

Scala 1:1000

9.30 chiusura A4

03 Novembre 2010 Finisce l’emergenza

alluvione 2010 | 33

+30

+32 +32

+31

+31 +31 +28

+32 +31 +31

+28

S6

+31 +30

+32 +30

+30

+32

S6

+32

+30

+29

+31

Fiumi

+32

Planimetria - Scala 1:2000

+33

+31

+29

Università degli Studi di Padova Parcheggio

Circolo del tennis

Alluvione 2010

+29

Villa privata

Parcheggio

Limi e argilli permanenti depositi poco permeabili per porosità K= 10^-4 - 10ì-6 cm/s Letto fiumi, detriti di ghiaia sabbia e limi

esondato a 6,20m

+49,10 +40

RETRONE

BACCHIGLIONE

+31 circa +24 altezza acqua tra i 40 e gli 80 cm

S6 - Scala 1:1000 34 |

altezza media 0,40m

linea di guardia 4,50m

altezza media 0,80m linea di guardia 3,50m

depressione attorno alla villa che ha limitato i danni

alluvione 2010 | 35

CONT

+31

RA' D

ELLA

+30

+29

PIARD

A

+29

+33

IO

+29 A

VI

+31

H SC

STADIO COMUNALE "L . M E N T I" SCUOLA

+33

+30

+29

A VI

S7

DE O

LL ST

VIALE

+29

IO

+34

SCUOLE

S7

AD

+30 +30 +29

+30

NO

VIA

+30 +32

Planimetria - Scala 1:2000

SA AS

B

Fiumi Alluvione 2010

+34 Limi e argilli permanenti depositi poco permeabili per porosità K= 10^-4 - 10ì-6 cm/s Letto fiumi, detriti di ghiaia sabbia e limi

Residenze Convento S. Chiara

Ex Benzinaio - area in attesa

Università di Vicenza

esondato a 6,25m Stadio Romeo Menti

esondato a 6,25m

Parcheggio

+48 +40 +37 +34 +30 circa +25

RETRONE

altezza media 0,40m

S7

36 |

linea di guardia 3,50m

- Scala 1:1000

BACCHIGLIONE

linea di guardia 4,50m altezza media 0,80m

alluvione 2010 | 37

+33

+31

+37

+35

+72

+29

+31

+31

+30

+29 +29

+33

+30

+31

+35

+29

S8 +58

+30

+30

+34

+47

S8 +30 +35

+30

+30 Limi e argilli permanenti depositi poco permeabili per porosità K= 10^-4 - 10ì-6 cm/s

Prevista realizzazione residenziale

Colli Berici

Letto fiumi, detriti di ghiaia sabbia e limi

Il Retrone si immette nel Bacchiglione esondato a 6,25m

Fiumi Alluvione 2010

+31

Planimetria - Scala 1:2000

+29

+47

Borgo Berga - Città della Giustizia

+53 +43

Borgo Berga - La protesta dei residenti :”Noi sempre

+38 +35 +32 +30

+37 +31 +30

linea di guardia 4,50m

S8

38 |

- Scala 1:1000

altezza media 0,80m

sott’acqua e a loro nessuna sanzione”

Comitati e abitanti contestano la decisione del Gip di dissequestrare il lotto E: TEMONO ALLAGAMENTI L’Unesco ha definito “grave danno alla Proprietà

del patrimonio dell’umanita”.

fonte: VICENZATODAY 2018 alluvione 2010 | 39

01_Perchè ci sono le alluvioni a Vicenza?

40 |

Principio insediativo

Cosa c’e sotto? Il sottosuolo e l’acqua

Cosa c’è sopra? Crescita urbana e popolazione

Quanto e quando piove?

Il principio insediativo su una pianura alluvionale La storia dell’insediamento di Vicenza e l’evoluzione dell’idrografia mostrano come nei secoli Vicenza sia sempre stata circondata dall’acqua, per un periodo da due veri e propri specchi d’acqua, il Lacus Pusterlae e il Pra’ de valle. La città ha inoltre da sempre dovuto far fronte al problema ricorrente delle alluvioni. Questo ha portato nei secoli a varie modifiche del corso dei fiumi, come ad esempio la deviazione dell’Astico verso il tesina nell’XI secolo e la nuova confluenza tra i fiumi Bacchiglione e Retrone, spostata dalla zona delle Barche ad un area a sud della ferrovia.

Vicenza nei secoli Fasi storiche

Fase urbana

VI sec a.c.

Veneti

primo insediamento

I sec a.C- 476

Romani

municipium romano

V - IX sec d.C

Vicenza agricola

comunità agraria -case in legno

IX - XV sec d.C

Vicenza medievale

Mura, porte ,castelli

1500-1790

Repubblica di Venezia

Civiltà delle acque

1790 - 1820 circa

Epoca napoleonica

Fine della civiltà delle acque

1860-1945

Regno di Italia

Igienismo, grandi opere

annessione del Veneto 1867

1945-2020

Pianta di Vicenza ‘Pianta Angelica’, G. B. Pittoni, 1580

42 |

Repubblica Italiana

Espansione e crescita

Ricostruzioni delle fasi storiche da testi vari, vedi Bibliografia

perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 43

Evoluzione storica dell’idrografia di Vicenza astico

bacchiglione

lacus pusterlae

pra’de valle

retrone

retrone colli berici

retrone

VI sec a.c

Primo insediamento Veneto su un dosso fluviale tra il torrente Astico e il fiume Retrone bacchiglione

49 d.c

Vicenza diventa Municipium Romano Testimonianze del Lacus Pusterlae

retrone

XI sec.d.C

Astico deviato verso il Tesina, si forma il torrente Astichello che alimenta il ‘lacus pusterlae’

XI-XII sec.

Si forma il fiume Bacchiglione da risorgive a monte della città con affluenti Leogra e Timonchio

astichello

Porto Pusterla

Il Patronato

Porto ‘Burci’

‘Le Barche’ ‘La Piarda’

bacchiglione

ferrovia MI-VE

1500

retrone

Interramento di Lacus Pusterlae e Pra’ de Valle per depositi di apporto fluviale

1500-1800

Repubblica di Venezia gestione della rete idrografica per trasporti e commercio

1876-86

Borgo Berga

la confluenza tra Bacchiglione e Retrone viene spostata a valle della città (Borgo Berga)

Lanerossi

1930

Nuove costruzioni lungo i fiumi (Patronato, Lanerossi, scuole Burci e Piarda) Rielaborazione grafica da testi vari, vedi Bibliografia

44 |

perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? |

Grandi alluvioni storiche

Alluvione 1882

Ponte crollato o irreveversibilmente danneggiato

Luoghi di tracimazione

Aree allagate per alcuni giorni

Rotta d’argine

fonte: Estratto da ‘Carta dell’evento alluvionale dell’autunno 1882 nel Veneto redatta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche; Tav.I 46 |

Alluvione 1966

Aree alluvionate:

Centro di Vicenza 20 ha Caldogno 400 ha Est vicentino 575 ha totale 995 ha

fonte: Estratto ‘Carta degli allagamenti dell’evento alluvionale del Novembre del 1966 redatta dall’Ufficio del Genio Civile di Vicenza, Tav.V perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 47

Cosa c’è sotto? _suolo e sottosuolo Il territorio di Vicenza, dal punto di vista geografico regionale, si inserisce nell’unità della Pianura Veneta la quale si sviluppa su un’ampia fascia di territorio situata ai piedi dei rilievi prealpini. La pianura è caratterizzata, dal punto di vista idrografico, dalla presenza di una serie di corsi d’acqua ad andamento subparallelo i quali, usciti dalle valli montane, la attraversano in direzione approssimativamente Nord-Sud, fino a riversarsi nel Mare Adriatico. A questi corsi d’acqua si deve la deposizione di imponenti quantità di materiali sciolti di origine fluviale e fluvioglaciale che, accumulatosi in forti spessori, hanno dato origine al sottosuolo dell’alta pianura ed hanno contribuito alla formazione delle differenti strutture idrogeologiche presenti nella media e nella bassa pianura.

Dal punto di vista geomorfologico il territorio vicentino presenta un aspetto piuttosto articolato, condizionato dalla litologia dell’area, la quale risulta caratterizzata principalmente da terreni alluvionali solcati da numerosi corsi d’acqua e da rilievi collinari carbonatici. Il territorio comunale di Vicenza si divide in sostanza in una zona, quella meridionale, caratterizzata dai rilievi collinari appartenenti alle propaggini più settentrionali dei Monti Berici, e in una zona di pianura a settentrione, che appartiene al dominio delle alluvioni recenti e antiche del sistema Bacchiglione-Tesina-Astichello, depositate di fiumi a seguito del trasporto dei sedimenti lungo la piana corrispondente alla media Pianura Veneta.

Morfologia del suolo

Fonti: rielaborazione mappa GIS da Geoportale Regione Veneto

5 Km

Questa parte è caratterizzata dalla presenza dei sedimenti di origine fluviale e fluvioglaciale tipici della media Pianura Veneta. Il sottosuolo dell’alta e media pianura è costituito prevalentemente da grandi conoidi ghiaiosi deposti dai corsi d’acqua prealpini allo sbocco delle vallate montane. Nella fascia di alta pianura, a ridosso dei rilievi prealpini, i differenti conoidi sono tra loro sovrapposti determinando un sottosuolo pressoché ghiaioso, indifferenziato anche per qualche centinaio di metri. A valle, nella media pianura, i conoidi di differente età non sono sovrapposti tra loro ma risultano nettamente separati da spessi livelli limoso-argillosi che arrivano quasi ad avvolgere i conidi stessi: il sottosuolo mostra una struttura stratigrafica caratterizzata da alternanza di livelli alluvionali ghiaiosi con livelli limoso-argillosi, per spessori di almeno 300-400 metri.

Il sottosuolo nel territorio comunale è quindi caratterizzato da una serie di sedimenti alluvionali, costituita da una successione di limi ed argille prevalenti, all’interno della quale si intercalano in profondità orizzonti e lenti più grossolane sabbioso-ghiaiose. La serie è riferibile ad ambienti di sedimentazione fluviali di bassa energia, in frequenti condizioni palustri o marine, con temporanei e localizzati episodi fluviali o torrentizi d’energia maggiore.

In conclusione la struttura stratigrafica del sottosuolo, risulta che l’area settentrionale e nord-orientale di Vicenza è costituita da alternanze di livelli impermeabili ed orizzonti permeabili. In particolare, si evidenzia l’assenza di importanti strati superficiali di ghiaia, sostituiti da livelli prevalentemente sabbiosi spessi alcuni metri. Argilla e limo più o meno sabbioso sono le litologie maggiormente rappresentate, rinvenendosi in strati potenti anche alcune decine di metri. La componente grossolana assume una certa importanza a maggiori profondità. La situazione idrogeologica tipica di queste zone si configura generalmente con l’esistenza di un certo numero di falde artesiane separate da livelli argillosi.

48 |

perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 49

Mappa geologica

Sistema idrografico

Prealpi Venete - Base di calcari compatti, calcari ricristallizzati e in superficie calcari a strati teneri e compatti, (Biancone)

Alta pianura

Fiume Bacchiglione

- Conoidi ghiaiose sovrapposte tra loro

Fiumi affluenti - Retrone, Astichello e Astico-Tesina

e lateralmente con quelle di altri fiumi

Media pianura - Materasso non uniforme ma con alternanza di orizzonti ghiaiosi

Torrenti affluenti - Orolo, Leogra, Timonchio e Igna

e limosi-argillosi di origine marina o sedimentazione lacustre o palustre

Bassa pianura - Materasso con orizzonti limosi-argillosi a livelli sabbiosi-fini con ghiaia a tratti molto in profondità

Monte Berico - Collina rocciosa composta da Calcari Nummulitici, Basalti Olivinici e Scaglia Rossa

mappa schematica delle fasce geologiche_rielaborazione mappa GIS da Geoportale Regione Veneto

Torrenti - Agno Fonti: rielaborazione mappa GIS da Geoportale Regione Veneto

Corsi d’acqua

5 Km

5 Km IGNA

LE

OG

AS

RISORGIVE DEL BACCHIGLIONE

RA TIM

ON

IO

O

ASTICHELLO

OR

CH

TIC

OL

O

A

TESIN

NE RE TR O

NE

IO

IGL

CH

C BA

NO AG

50 |

perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 51

Cosa c’è sotto?_ il sottosuolo

Carta geolitologica

rielaborazione dalla carta del PAT in scala 1:10.000

Confine comunale città di Vicenza Materiali granulari fluviali e/o fluvioglaciali antichi a tessitura prevalentemente ghiaiosa e sabbiosa piu o meno addensanti Materiali sciolti di deposito recente ed attuale dell’alveo mobile o delle aree di esondazione recente Materiali alluvionali, fluvioglaciali, morenici o lacustri a tessitura prevalentemente limo-argillosa Materiali alluvionali, fluvioglaciali, morenici o lacustri a tessitura prevalentemente sabbiosa Materiali di deposito superficiale di limitato spessore su vaste aree Materiali della copertura detritica colluviale poco consolidati e costituiti da frazione limo-argillosa prevalente con subordinate inclusioni sabbioso-ghiaiose per spessore > 3 metri Materiali sciolti per accumulo detritico di falda a pezzatura minuta prevalente

0

52 |

1.000

2.000 Km

Rocce superficialmente alterate e con substrato compatto Rocce Teneri prevalenti con interstrati o bancate resistenti perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 53

Mappa della permeabilità del suolo (K = indice di conducibilità idraulica)

Mappa della capacità del suolo (mm/h)

Fonte: rielaborazione dati GIS da Geoportale Regione Veneto

Comune di vicenza LITOLOGIA PERMEABILITA’ indice di conducibilità idraulica

Comune di Vicenza CAPACITA’ PERMEABILITA’ SUOLO moderatamente alta (3, 6-36 mm/h) moderatamente bassa (0, 36-3, 6 mm/h) bassa (0, 036-0, 36 mm/h)

54 |

perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 55

Cosa c’è sotto? La falda acquifera e le risorgive

Profilo idrogeologico della pianura alluvionale di Vicenza

Il territorio della provincia di Vicenza è caratterizzato dalla presenza di due zone distine: l’alta pianura con suoli sabbiosi permeabili e falda profonda; la bassa pianura con suoli argillosi poco permeabili e falda alta.

La zona di transizione viene definita la zona delle risorgive. In questa punto della pianura l’acqua risale spontaneamente in superficie. Nella parte alta della pianura vi è una falda freatica con pozzi profondi dai quali l’acqua deve essere fatta risalire con l’aiuto di pompe, a valle della zona delle risorgive invece l’acqua è contenuta in più strati sabbiosi separati da quelli impermeabili di argilla. Qui i pozzi sono artesiani e l’acqua zampilla. Oggi sono presenti due problematiche distinte e contrarie: nella parte alta della pianura, la ricarica della falda è compromessa dall’antropizzazione del territorio; nella parte bassa vi è un uso sregolato di pozzi privati, la contaminazione delle falde acquifere, e la difficoltà di deflusso dell’acqua quando la falda è satura a causa di eventi meterorici.

Mappatura profondità della prima falda

Fonte: rielaborazione mappa GIS da Geoportale Regione Veneto

Fonte: rielaborazione grafica dalla Relazione generale del ‘Piano Comunale di Emergenza della Città di Vicenza’, 2018

Argilla, limo e sabbia limosa Ghiaia e conglomerato Roccia ZONA DI RICARICA FALDA

150

ZONA DELLE RISORGIVE

ZONA DI ACCUMOLO

POZZO FREATICO

100

THIENE

Sabbia

THIENE

50

POZZO ARTESIANO

VICENZA

s.l.m.0 -50 -100 -150 -200 -250

VICENZA

ACQUIFERO INDIFFERENZIATO

SISTEMA DELLE FALDE IN PRESSIONE

Sezione litostratigrafica dell’area Nord di Vicenza Fonte: Calvino F., 1966, Idrogeologia delle falde artesiane a Nord di Vicenza, tav.II, Padova

Sabbia Argilla, limo e sabbia limosa Ghiaia e conglomerato

PRIMA FALDA (ACQUIFERO LIBERO SUBSUPERFICIALE) (50-100 (50-1 0 cm) (100-150 (10 -150 cm) (>150 cm) con presenza di risorgive (>150 cm)

0

56 |

1.000

2.000 Km

perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 57

Cosa c’è sopra?

Dalla metà del 1800 comincia il fenomeno dell’urbanesimo. Vicenza inizia ad espandersi oltre il limite delle mura daziarie. Con il boom economico e la crescita della popolazione del dopoguerra, la città aumenta di dimensioni velocemente. Parti della città vengono costruite sulle aree alluvionali. Dall’analisi dei piani di Vicenza dell’epoca, infatti, si nota che la pianificazione guarda poco al problema dei fiumi e alluvioni. Nel tempo avviene un aumento del suolo impermeabilte, l’interramento delle rogge, e la costruzione su area alluvionale e fluviale, in particolare l’area industriale e più recentemente la base militare.

111 145

abitanti (2019)

32,3%

consumo del suolo comunale (2019)

Cronologia della crescita della città

58 |

1820

1880

1950

2020

Area urbana contenuta nella cinta daziaria

Costruzione della ferrovia e modifica della confluenza dei fiumi Retrone e Bacchiglione

Fase di espansione:

L’espansione della città continua.

Con il PAT e PI 2010 nascono nuovi vincoli.

1947 Piani di ricostruzione 1958 PRG Marconi 1964 Piani PEEP

perchè sono le alluvioni a Vicenza? daticiISTAT e ISPRA 2019| 59

Crescita urbana e pianificazione La crescita urbana e della popolazione di Vicenza, cominciata già nel 1800, riceverà un incremento importante dalla spinta pianificatoria avviata nel secondo dopoguerra dal ‘Piano di Ricostruzione’ del 1947, che precede il primo PRG della città (PRG Marconi 1958). Il piano di ricostruzione avrà una forza fondativa per la morfologia della città. In seguito la crescita della popolazione porterà negli anni ‘60 del novecento, alla pianificazione di quartieri popolari. Il piano PEEP del 1964 mostra la collocazione dei quartieri, ma include anche la Base militare NATO a est della città, l’area artigianale industriale a ovest, e una pianificazione stradale. Alcune parti del piano saranno incompiute, in particolare l’area residensiale a Casale e l’area artigianale vicino al cotonificio Rossi. Si nota una differenza tra i due piani: mentre nel primo i fiumi cittadini hanno un ruolo importante e influenzano il disegno delle zone, nel progetto dei piani PEEP i fiumi non sono presenti nè graficamente, nè concettualmente, come dimostra la posizione dell’area industriale ovest, in area alluvionale del Retrone e della Roggia Dioma.

fiume ferrovia strade principali strade secondarie centro storico espansioni destinazioni speciali

LIMITE CENTRO STORICO P.E.E.P. ZONE RESIDENZIALI ZONE DIREZIONALI, MILITARI

aree verdi

ZONE INDUSTRIALI, ARTIGIANE ZONE VERDI

1 km

Piano di ricostuzione 1947 ridisegno da ‘vicenza forumcenter’ 60 |

ATTREZZATURE

0

1

2km

Piano PEEP 1964 ridisegno da ‘vicenza forumcenter’ perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 61

Ambito Urbano Consolidato Cronologia dei Piani di Vicenza

Commento critico sulla pianificazione dal 1900 ad oggi Crescita della città e crescita della popolazione? O speculazione?

Tessuto antico e tessuto storico - Art 21 Ambito altomedievale - Art 21 Centro storico del capoluogo - Artt 9,21 Addizione otto-novecentesce - Art 21 Tessuto urbano consolidato - Art.24 Linee Preferenziali di sviluppo insediativo (LPA) - Art 30 Linee Preferenziali di sviluppo insediativo (LPB) - Art 30 Linee Preferenziali di sviluppo insediativo (LPC) - Art 30 (Impermeabilità massima LP : 15%) Aree Militari e Villaggio americano Corsi d’acqua Parchi urbani e Oasi di Casale Perimetro aree esondate nell’alluvione 2010 Variante Verde 2017 Variante Verde 2019

62 |

rielaborazione grafica da: PAT 2009-2010 e PI variante verde 2017-2019

PAT di Vicenza - Elaborato 5 variante inserita il 27/06/2020 per adeguare il PAT alla L.R. 14/2017 sul consumo di suolo perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 63

Crescita urbana e popolazione La crescita urbana della città di Vicenza dal 1800 in poi, è strettamente legata alla crescita di popolazione.

Dai dati dei censimenti ISTAT è possibile vedere che la popolazione del comunale ha subito una costante crescita dalla fine dell’ottocento e ancora dal dopoguerra raggiungendo un picco nel 1971. Il dato del 1971 non è poi più stato raggiunto. In seguito al censimento del 2011, si è rilevato un forte fenomeno migratorio, avvenuto nel 2012. La popolazione della provincia ha invece subito una crescita costante, anche dopo il 1971, con alcune accelerazioni. Questo indica che la popolazione è cresciuta nei comuni di prima e seconda corona di Vicenza, come si vede dal tasso di variazione percentuale dei vari comuni.

Comune di Vicenza:

2599 ha consumo suolo 2019 33,06 ha Incremento 2018-2019 dati ISPRA 2020

“Non c’è un legame [] tra popolazione e nuovo cemento e si continua ad assistere alla crescita delle superfici artificiali anche in presenza di stabilizzazione, in molti casi addirittura di decrescita, della popolazione.”

Rapporto sul Consumo di Suolo ISPRA 2020

> + 30% + 15% > + 30% + 10% > + 15% 0 > + 10% - 0,7 > 0 % - 0,7 < - 5% - 5 < - 20% < - 20%

Popolazione Comunale e Privinciale - Censimenti ISTAT

64 |

Variazione percentuale di Popolazione 2011-2019

Fonte: Censimenti ISTAT

perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 65

Densità popolazione 2011 dati ISTAT

Variazione percentuale densità abitativa Dati ISTAT: 2001 - 2011

66 |

Densità popolazione 2019 dati ISTAT

ab/km2

ab/km2

1000 - 1400

1000 - 1400

500 - 1000

500 - 1000

250 - 500

250 - 500

100 - 250

100 - 250

50 - 100

50 - 100

< 50

< 50

Variazione percentuale densità abitativa Dati ISTAT: 2011 - 2019

> + 30%

> + 30%

+ 20% < 30%

+ 20% < 30%

+ 10% < 15%

+ 10% < 15%

+ 0,10 -10%

+ 0,10 -10%

- 0,7 - 0,10 %

- 0,7 - 0,10 %

- 0,7 - 5%

- 0,7 - 5%

- 5 - 10%

- 5 - 10%

- 20%

- 20% perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 67

Popolazione e pianificazione Nel PAT del 2018 è prevista una crescita della popolazio- ne che varia a seconda della ATO. In realtà l’andamento della popolazione non è in crescita. Si riscontra che co- munque le aree LP (Linee Preferenziali di Crescita A-B-C, sono minime, in particolare dagli articoli dedicati si evince che comunque queste aree sono da destinare a servizi alla popolazione residente, piuttosto che a nuove lottizzazioni residenziali. La normative prescrive inoltre che l’aumento della impermeabilità dell’area non deve superare una certa quota percentuale ‘al netto delle aree destinate a verde pubblico, parcheggi ‘ etc.

CARICO INSEDIATIVO AGGIUNTIVO (dal NTA del PAT aggiornato al 2018) Nel PAT è previsto un aumento della popolazione comunale, differenziato a seconda della ATO (area territoriale omogenea).

Le ATO sono descritte nell’Art.18 delle ‘Norme Tecniche Attuative’.

Le aree sono utilizzate per dimensionare la ‘capacità insediativa’ e il conseguente ‘carico insediativo aggiuntivo’.

Per il dimensionamento il PAT tiene conto del PRG precedente, modificandolo dove ritiene opportuno.

ATO 1 - centro storico; ATO 2 - città cresciuta intorno al centro storico e San Pio X; ATO 3 - insediamenti della strada Pasubio, di Monte Crocetta e di Cattane nel ter- ritorio compreso tra il Bacchiglione, il confine ovest, l’Orolo e Viale del Sole; ATO 4 - località Carpaneda, la zona industriale e S. Agostino; ATO 5 - Monte Berico e la Riviera Berica fino al Bacchiglione; ATO 6 - zona di Casale, Vicenza Est e Settecà dal Bacchiglione alla linea FS VE-MI; ATO 7 - insediamenti di Bertesinella e Bertesina tra la linea FS VE-MI, via Aldo Moro e la linea FS VI-TV; ATO 8 - insediamenti di Ospedaletto, Anconetta, Saviabona, Polegge e Laghetto.

COMUNE DI VICENZA RESIDENTI ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI TOTALE

115.012 14.244 129.256

var %

ATO 1 RESIDENTI ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI TOTALE

15054 600 15654

ATO 2 RESIDENTI ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI TOTALE

62780 6701 69481

ATO 3 RESIDENTI ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI TOTALE

3697 248 3945

ATO 4 RESIDENTI ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI TOTALE

5953 258 6211

12%

var % 4%

var % 11%

var % 7%

var % 4%

ATO 5 RESIDENTI ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI TOTALE

8294 1215 9509

var %

ATO 6 RESIDENTI ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI TOTALE

3153 671 3824

ATO 7 RESIDENTI ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI TOTALE

6462 1934 8396

ATO 8 RESIDENTI ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI TOTALE

9619 2616 12235

15%

var % 21%

var % 30%

var % 27%

ATO 8

ATO 3 ATO 2

ATO 7 ATO 1

ATO 6

ATO 4 ATO 5

68 |

perchè ci sono le alluvioni a Vicenza?| 69

Piovosità: eventi estremi in aumento Dai dati ARPA Veneto per la Provincia di Vicenza emerge che nel corso degli ultimi settanta anni le piogge si sono ridotte come quantità complessiva annuale, ma sono aumentati i picchi di piovosità, in particolare nella stagione autunnale e sulle zone dell’alto Vicentino. Per contro si nota un aumento della siccità nelle altre stagioni.

mm 1500 1400 1300 1200 1100 1000 900 800 700 600 500

periodo

periodo

1961-1990

1991-2010

2010

2006

2002

1998

1994

1990

1986

1982

1978

1974

1970

1966

1962

1958

1954

1950

media

precipitazione annua 1950-2010_ Regione Veneto media zonale a quote inferiori a 50 m s.l.m

anno

inverno

mm precipitazione media annua_Provincia di Vicenza

primavera

estate

autunno

mm variazione precipitazione media: 1981-2010/1961-1990 Provincia di Vicenza 70 |

2200 2000 1800 1600 1400 1200 1000 800 600

350 250 150 50 0 -50 -150 -250 -350

rielaborazione da: Arpa Veneto, Atlante Climatico del Veneto 1951-2010, Venezia 2013

perchè ci sono le alluvioni a Vicenza? | 71

02_Cosa è stato fatto per affrontare il problema?

72 |

Gestione del rischio e pianificazione

Le vasche di laminazione

Gestione del rischio e pianificazione L’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali è responsabile di redigere i piani di Gestione del Rischio alluvioni, di Gestione delle acque e di Assetto idrogeologico. Il piano di Assetto idrogeologico si suddivide in tre tipi di mappatura: Pericolosità idraulica, Pericolosità e Rischio Geologico, Pericolosità da Valanga. La carta della pericolosità contiene le aree divise per classi di pericolsità, classi di rischio, e definisce l’area fluviale.

Pericolosità Idraulica

F - Area fluviale P1 - Area a moderata pericolosità P2 - Area a media pericolosità P3 - Area ad elevata pericolosità

rielaborazione da: ‘Progetto di Piano di Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Brenta-Bacchiglione’, PAI, 2013.

Gli strumenti di pianificazione, regionali, provinciali e comunali devono tenere conto delle mappature della pericolosità, e prevedono la ‘Valutazione della Compatibilità idraulica’ con relative misure compensative.

Il PAT di Vicenza prevede la Valutazione di Compatibilità Idraulica (dal 2008) Il principio guida è il PRINCIPIO DELL’INVARIANZA IDRAULICA: GLI INTERVENTI DEVONO TENER CONTO DELLA PERMEABILITà/IMPERMEABILITA’ DI UN AREA, cioè noto il coefficiente di deflusso di un’area, questa non deve variare dopo l’intervento Ma nel caso in cui l’intervento causi una variazione di permeabilità, si prevedono delle MISURE COMPENSATIVE DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO. Di conseguenza si tende a cercare solo di mantenere lo status quo, o addiritura si accetta un aumento di superficie impermeabile se accompagnato da misure compensative.

5 Km

BACCHIGLIONE

Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali

ASTICHELLO OROLO TESINA

Piano di Gestione del RIschio Alluvioni

Piano di Gestione delle Acque

Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)

Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione

Pericolosità Idraulica

Pericolosità e Rischio Geologico

Pericolosità da Valanga

BACCHIGLIONE

RETRONE

classi di pericolosità (P1-P4) classi di rischio (R1-R4) area fluviale (F)

VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ IDRAULICA e misure compensative

PIANIFICAZIONE: Regionale _PTRC Provinciale - PTCP Comunale - PAT e PI

(>200m2, >1000m3)

74 |

cosa è stato fatto per risolvere il problema? | 75

Le vasche di laminazione Dal 2010 sono state progettate varie vasche di laminazione con l’intento di intercettare grandi quantitativi d’acqua, posizionati a monte della città di Vicenza.

Il primo bacino ad essere realizzato è stato quello sul Timonchio, nel Comune di Caldogno, un area fortemente colpita dalle alluvioni. E’ ora in fase di realizzazoine il bacino di ‘Viale Diaz’, situato in un area immediatamente a monte del centro urbano. Lungo il bacchiglione, nella zona di Viale Trento, sono inoltre state istallate delle pompe idrovore, mentre una stazione di monitoraggio è situata a Ponte degli Angeli, nel centro storico.

Fiume Bacchiglione Fiumi affluenti - Retrone, Astichello e Astico-Tesina

5 Km

LE

IGNA

4

OG

RA

1 ON

CH

OR

AS

TIC

Bacini di laminazione

O

Opera realizzata

ASTICHELLO

TIM

3

8

RISORGIVE DEL BACCHIGLIONE

IO

1. Bacino ‘Timonchio’

3.800.000 mc

Opera finanziata o in via di realizzazione

OL

O

A

TESIN

2

6

NE IO

E NO

AG

TR ON

5

2. Bacino ‘Vicenza - via Diaz’

1.200.000 mc

3. Bacino ‘Orolo’

1.000.000 mc

4. Bacino ‘Astico - monte’

4.600.000 mc

Opera non finanziata

GL

HI

CC

BA

7

RE

Torrenti affluenti - Orolo, Leogra, Timonchio e Igna

5. Bacino ‘Tesina’

1.000.000 mc

6. Bacino ‘Dioma’

600.000 mc

7. Bacino ‘Onte’

500.000 mc

8. Bacino ‘Astico -valle’ TOTALE

5.000.000 mc 17.700.000 mc

Pompe idrovore (Viale Trento, 4 - Teatro Olimpico, 1) Stazioni di monitoraggio 76 |

cosa è stato fatto per risolvere il problema? | 77

03_Un approccio capillare

78 |

Superficie, sottosuolo e acqua

Lâ&#x20AC;&#x2122;effetto della crescita urbana sul ciclo delle acque

La porositĂ del tessuto urbano

Superficie, sottosuolo e acque La permeabilità delle superfici urbane deve tenere in considerazione il tipo di sottosuolo. Se il sottosuolo è permeabile lo strato superficiale inciderà fortemente sulla permeabilità.

- Uno strato impermeabile di asfalto genera un fenomeno di ‘run-off’ superficiale, mentre uno strato permeabile favorisce la ricarica della falda (A).

- Se il sottosuolo è impermeabile o poco permeabile, il fenomeno di run-off ci sarà in entrambi i casi, anche se più abbondante nel primo, e solo una parte dell’acqua raggiungerà il sottosuolo (B).

A)

Superficie impermeabile

Superficie permeabie

Sottosuolo permeabile (sabbia, ghiaia)

Sottosuolo permeabile (sabbia, ghiaia)

Falda acquifera profonda

Falda acquifera profonda

B) Superficie impermeabile

Superficie permeabile

Sottosuolo impermeabile (argilla, limo)

Sottosuolo impermeabile (argilla, limo)

Falda acquifera alta

Falda acquifera alta fiumi principali superfici impermeabili

Run off superficiale che va a caricare corpi idrici o sistema fognario

80 |

Infiltrazione profonda

LITOLOGIA: PERMEABILITA’ indice di conducibilità idraulica Depositi MEDIAMENTE PERMEABILI per porosità (k = 1 -10^- 4 cm/s) Depositi MOLTO PERMEABILI per porosità (k >1 cm/s) Depositi POCO PERMEABILI per porosità (k = 10^- 4 -10^-6 cm/s) Rocce MEDIAMENTE PERMEABILI per fessurazione (k = 1 -10^- 4 cm/s) Rocce praticamente IMPERMEABILI (k = <10^-6cm/s) 0

1

2km

un approccio capillare | 81

Gli effetti della crescita urbana sul ciclo delle acque L’urbanizzazione e l’aumento di superfici impermeabili, porta ad una graduale riduzione dell’evapotraspirazione e dell’infiltrazine profonda, aumentando il run-off superficiale e il carico sui corpi idrici e sistema fognario.

A. Copertura naturale del suolo

B. 10-20% superficie impermeabile

38%

40%

evapotraspirazione

evapotraspirazione

10%

20%

run off

25%

infiltrazione superficiale

run off

21%

25%

infiltrazione superficiale

infiltrazione profonda

C. 35-50% superficie impermeabile

infiltrazione profonda

D. 75-100% superficie impermeabile

30%

35%

evapotraspirazione

evapotraspirazione

30%

21%

55%

run off

fiumi principali

run off

superfici impermeabili

20%

infiltrazione superficiale

15%

10%

infiltrazione profonda

infiltrazione superficiale

superfici permeabili

5%

infiltrazione profonda

scala 1:50000 0

1

2km

fonte: ISPRA ambiente e California Water & Land Use Partership 2020

82 |

un approccio capillare | 83

La porosità del tessuto urbano: una risorsa preziosa Dall’analisi dell’alluvione e degli interventi messi atto fino ad ora, ci siamo domandati se non sia possibile applicare un approccio diffuso e integrato, che affronti contemporaneamente i problemi di eccesso e di penuria d’acqua.

Il punto di partenza è stato individuare le superfici permeabili presenti nel tessuto urbano. Le superfici permeabili sono state poi sovrapposte al tipo di sottosuolo, mostrando la presenza di suoli poco permeabili.

La mappatura della permeabilità di superficie, mostra che le aree urbanizzate non rappresentano una crosta continua di cemento ma hanno una loro porosità, che rappresenta una risorsa preziosa da conservare e attivare. Da un lato rappresenta un ponte tra i corridoi ecologici fluviali esistenti, dall’altro è una superficie indispensabile per la progettazione di un sistema capillare che mette in relazione suolo e sottosuolo. superfici permeabili

84 |

un approccio capillare | 85

04_Una soluzione capillare

86 |

Vicenza 2100

I parchi allagabili

La rete capillare del tessuto urbano

Vicenza 2100

un sistema capillare

Dalla riflessione sullâ&#x20AC;&#x2122;approccio capillare e sulla permeabilitĂ superficiale del tessuto urbano, nasce lo scenario di Vicenza 2100, in cui la porositĂ esistente viene valorizzata e diventa punto di partenza per pensare a un sistema capillare integrato di spazi allagabili, trincee drenanti, supefici infiltranti e vari dispositivi a piccola scala e diffusi.

88 |

capitolo | 89

Una soluzione capillare e lo spazio per l’acqua Lo scenario 2100 coinvolge la parte centrale del territorio cittadino. Quella che a prima vista potrebbe sembrare un tessuto fortemente costruito ed impermeabile, si è visto nel capitolo 3, in realtà ha una grande quantità di superfici permeabili frammentate: da un lato grandi parchi, dall’altro giardini pubblici, a uso pubblico e privati. Con un progetto capillare si collegano tra loro questi spazi, integrando le funzioni idrogeologiche, paesaggistiche e urbane.

I parchi allagabili

Parco Astichello e Parco Querini

Gli approfontimenti si incentrano su due aree diverse tra loro. La prima prende in esame gli spazi lungo il torrente Astichello, sul quale si trovano il Parco Astichello, uno spazio di risulta di formazione recente, e il parco storico Querini, prossimo al centro della città. Entrambi i parchi sono stati completamente allagati nel 2010, ma lungo il torrente Astichello non è presente un progetto per un bacino di laminazione. Abbiamo immaginato che i parchi stessi possano diventare spazi per l’acqua, che permettono al torrente di esondare in modo controllato. Il secondo approfondimento si concentra invece su un’area di tessuto urbano consolidato, densamente costruito, dove gli spazi verdi sono frammentati (aiuole, giardini, viali alberati, argini).

Qui serve un approccio capillare che sfrutti le superfici permeabili attivandole tramite giardini della pioggia, trincee drenanti, bacini di infiltrazione, integrandole ad un sistema di vasche di raccolta dell’acqua dalle coperture degli edifici e dalle superfici impermeabili. Si passa quindi da un progetto di sottosuolo a uno di suolo.

La rete capillare del tessuto urbano

l’isola tra i due fiumi e la piarda

scenario Vicenza 2100 90 |

0

1

2km

una soluzione capillare | 91

Dai parchi allagabili al tessuto urbano consolidato, un progetto capillare

I parchi allagabili

Parco Astichello e Parco Querini Partendo dalla visione complessiva di Vicenza 2010 ci siamo concentrati su una ‘fascia’ (strip) particolarmente critica affrontando in ognuna una tematica principale. Da un lato Il sistema dei parchi allagabili, dall’altro il sistema capillare del tessuto urbano.

Villa Trissino Parcheggio scambiatore nord

I parchi allagabili - Parco Astichello e Parco Querini

Il primo approfondimento si concentra sull’asta fluviale del torrente Astichello, il quale attualmente non ha in previsione bacini di laminazione. I due parchi lungo il fiume diventano l’occasione per progettare un sistema di allagabilità controllata con percorsi che rendono attraversabili i parchi anche in caso di allagamento. Nel parco fluviale dell’Astichello è stata pensata una passerella in legno che rende attraversabile il parco anche in caso di eventi di pioggia intensa. A est del torrente è stata progettata un’arginatura a protezione delle aree residenziali, e il rimboschimento con bosco planiziale idrofilo di un’area cementificata, adibita a deposito di materiali edili da ricollocare perché in area non idonea. Nella parte ovest del parco, una passerella rialzata permette di attraversare il parco anche in fase di allagamento. Il parco storico Parco Querini, completamente allagato nel 2010 è stato pensato come allagabile in modo controllato, mentre un percorso ciclopedonale permette di percorrere il bordo del parco in sicurezza collegandosi al percorsi esistenti del centro storico.

La rete capillare del tessuto urbano

Il secondo approfondimento si concentra sulla tematica del tessuto urbano consolidato nell’area dove i fiumi Bacchiglione e Retrone si affiancano e formano un isola fluviale a monte della loro confluenza. In questo spazio urbano densamente costruito la porosità esistente è ancora più preziosa, ma non sufficiente a mitigare il rischio idrogeologico. Servono vasche interrate o fuori terra che mitighino il rischio di esondazoni e allagamenti, ma che diventino anche riserve d’acqua meteorica per usi urbani quali l’irrigazione del verde pubblico o il lavaggio delle strade. I giardini privati e le aiule ospitano giardini della pioggia. Aree verdi più ampie diventano l’occasione per progettare bacini di ritenzione privati e pubblici. I parcheggi e le piste ciclabili hanno superfici drenanti e presenza di alberi, con vasche di raccolta sotterranee. In corrispondenza della confluenza tra i due fiumi un’area viene mantenuta naturale e allagabile in modo da permettere uno sfogo all’acqua ed evitare l’allagamento delle case lungo il fiume su entrambe le sponde.

Scuole Parco dell’Astichello

Ospedale

Parco Querini

Casa di riposo Centro storico

Stadio

Scuole

Parcheggio scambiatore sud

Tre strategie complementari

Per ogni approfondimento sono state applicate tre strategie:

mitigazione del rischio idrogeologico riconnessione ecologica attraversamento capillare

Campi agricoli

La scelta dell’area della strip prende in considerazione i seguenti fattori: - I grandi parchi posti sull’Astichello si sviluppano sull’alveo dell’antico Lacus Pusterlae.

- L’ospedale nuovo è stato costruito sull’alveo del fiume Astichello, modificandone e riducendone il corso.

- Il corso del fiume è stato modificato in modo molto radicale dalle Barche in poi nel 1880.

- Nel secolo scorso si è costruito sulle piarde - in particolare scuole e strutture pubbliche.

- L’area di Borgo Berga è stata edificata in modo molto denso.

92 |

Villa Capra detta ‘La Rotonda’

La rete capillare del tessuto urbano L’isola tra i due fiumi e le piarde

una soluzione capillare | 93

Tre strategie integrate sistema di mitigazione del rischio idrogeologico

sistema di riconnessione ecologica

sistema di attraversamento capillare

bacini di infiltrazione aree allagabili

94 |

SISTEMA DI MITIGAZIONE

trincee drenanti

viali alberati

giardini della pioggia

boschi urbani

SISTEMA DI

ciclabili drenanti

SISTEMA DI

una soluzione capillare | 95

I parchi allagabili

Parco Querini e Parco Astichello

mitigazione del rischio idrogeologico

ESISTENTE Corsi dâ&#x20AC;&#x2122;acqua Boschi Urbani Campi agricoli Superficie verde Viali Alberati Ciclabile Servizi

riconnessione ecologica

attraversamento capillare

PROGETTO Bacini di infiltrazione Trincee infiltranti Boschi Urbani Aree allagabili Superficie verde attivata Arginature Viali Alberati Ciclabile drenante Servizi futuri

96 |

una soluzione capillare | 97

I parchi allagabili

Parco Astichello

S1

S2 0

S2

5

10

20 m

I PARCHI ALLAGABILI ESISTENTE

S1

PROGETTO

percorsi

percorsi

argine

argine

alberi

alberi

superficie impermeabile superficie permeabile

superficie permeabile superficie agricola attrezzature collettive

0

attrezzature collettive future

50

100

150

200m

I parchi allagabili

S1

S2 0

S2

5

10

20 m

STRATEGIA 1 SISTEMA DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO

S1 argine aree allagabili depaving bacini di infiltrazione trincee drenanti sistema vasi comunicanti bacini e trincee

0

50

100

150

200m

I parchi allagabili

S1

S2 0

S2

5

10

20 m

STRATEGIA 2 SISTEMA DI RICONNESSIONE ECOLOGICA filari alberati:

fraxinus excelsior robinia pseudoacacia robini fraxinus ornus

S1

siepe campestre (rosa canina, viburnum opulus) bosco planiziale igrofilo (populus alba, populus nigra, salix alba, alnus glutinosa) bosco produttivo (quercus robur) superficie permeabile di progetto superficie permeabile esistente superficie agricola esistente

0

50

100

150

200m

I parchi allagabili

S1

S2 0

S2

5

10

20 m

STRATEGIA 3

S1

SISTEMA DI ATTRAVERSAMENTO CAPILLARE

P

percorso

percorso

accesso al parco

nuovi accessi

parcheggi

P

attrezzature collettive

P

parcheggi attrezzature collettive future attrezzature collettive allâ&#x20AC;&#x2122;aperto

P P

0

50

100

150

200m

I parchi allagabili S3

S2 livello alluvione 2010 (tempo di ritorno 50 anni)

S 2_dettaglio

S3

S2

0

10

20

50m

V1 V 1_parco astichello

Parchi allagabili e attraversabilitĂ La passerella di legno sopraelevata permettere di garantire lâ&#x20AC;&#x2122;attraversabilitĂ del parco anche in caso di allagamenti, mentre normalmente si possono utilizzare anche i percorsi esistenti lungo il corso del torrente.

108 |

V 1_parco astichello allagato

una soluzione capillare | 109

I parchi allagabili Parco dell’Astichello, un parco allagabile sia in situazioni d’emergenza che per una bomba d’acqua, viene reso attraversabile da una passerella che corre lungo la strada avvicinandosi in certi punti al torrente, lo attraversa e si collega alla nuova arginatura che protegge la zona residenziale dall’eventuale esondazione.

La passerella e l’arginatura creano un percorso lungo i bordi e attraverso il parco collegandosi ai percorsi cilcabili esistenti e futuri, unendo la parte nord della città, al centro storico e all’areasud lungo il percorso del Bacchiglione.

Trincee di infiltrazione per permettere la ricarica della falda

Passerella ciclo-pedonale

Parco allagabile Parco allagabile Bosco igrofilo Arginatura

Trincee di infiltrazione per permettere la ricarica della falda

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una soluzione capillare | 111

La rete capillare del tessuto urbano lâ&#x20AC;&#x2122;isola tra i due fiumi e la piarda

mitigazione del rischio idrogeologico

riconnessione ecologica

ESISTENTE

PROGETTO

Corsi dâ&#x20AC;&#x2122;acqua Boschi Urbani Campi agricoli Superficie verde Viali Alberati Ciclabile Servizi

attraversamento capillare

Bacini di infiltrazione Trincee infiltranti Boschi Urbani Aree allagabili Superficie verde attivata Arginature Viali Alberati Ciclabile drenante Servizi futuri una soluzione capillare | 113

La rete capillare del tessuto urbano

S6

0 1

5m

LA RETE CAPILLARE DEL TESSUTO URBANO S6 ESISTENTE

PROGETTO

percorsi

percorsi

argine alberi

alberi

superficie impermeabile superficie permeabile

superficie permeabile

vasche sotterranee di raccolta acqua attrezzature collettive

114 |

0

attrezzature collettive future

50

100

150

capitolo | 115

200m

La rete capillare del tessuto urbano

S6

0 1

5m

S6

STRATEGIA 1

SISTEMA DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO depaving giardini della pioggia bacini di infiltrazione trincee drenanti aree allagabili vasche di raccolta acqua da coperture e superfici impermeabili sistema vasi comunicanti

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0

50

100

150

capitolo | 117

200m

La rete capillare del tessuto urbano

S6

0 1

5m

S6

STRATEGIA 2 SISTEMA DI RICONNESSIONE ECOLOGICA filari alberati -

fraxinus excelsior robinia pseudoacacia fraxinus ornus

giardini della pioggia (viburnum opulus, ligustrum vulgare) superficie permeabile di progetto superficie permeabile esistente

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0

50

100

150

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200m

La rete capillare del tessuto urbano

P

P

S6

0 1

5m

S6 P

STRATEGIA 3 SISTEMA DI ATTRAVERSAMENTO CAPILLARE percorso

P

percorso

parcheggi attrezzature collettive

120 |

0

attrezzature collettive future

50

100

150

capitolo | 121

200m

La rete capillare del tessuto urbano

S6 Giardini della pioggia

Parcheggio con pavimentazione drenante

S6 _ Dettaglio

Vasca di raccolta acqua piovana per uso scolastico e irrigazione con pavimentazione drenante

Vasca di raccolta acqua sotto campi da tennis, per scarichi e irrigazione

UniversitĂ degli Studi di Padova Posti auto

Circolo del tennis

esondato a 6,20m

Parcheggio

Villa privata

+49,10 +40 RETRONE

BACCHIGLIONE

+31 circa +24

S6 -Stato di fatto (Alluvione 2010)

prima falda - 150cm

S6 -Progetto 122 |

0

10

20

una soluzione capillare | 123

50

La rete capillare del tessuto urbano lâ&#x20AC;&#x2122;isola tra i due fiumi e la piarda

Ciclabile drenante

V1

Parcheggio drenante con green block

Vasca di raccolta acqua piovana per lâ&#x20AC;&#x2122;irrigazione pubblica Vasca di raccolta acqua piovana o per lavaggio strade per uso domestico e per lâ&#x20AC;&#x2122;irrigazione

Giardini della pioggia

Giardini della pioggia con strati di ghiaino e ghiaione Collegamento alla fogna per il troppo pieno

Raccolta acqua da pavimentazione e dai pluviali

V1 Pianta

0 1

5m

Sezione

0 1

5m

prima falda - 150cm

S6 -Progetto 124 |

0

10

20

una soluzione capillare | 125

50

LA RETE CAPILLARE DEL TESSUTO URBANO

Depermeabilizzazione carreggiata dedicata a parcheggio con pavimentazione drenante Depermeabilizzazione carreggiata dedicata a percorso ciclabile con pavimentazione drenante

Per far fronte alle bombe d’acqua e al rischio alluvione, alla siccità e alla difficoltà di ricarica della falda, viene progettato un sistema di tanti piccoli dispositivi. Il sistema utilizza gli spazi aperti pubblici e privati, con vasche che recuperano l’acqua dai tetti dalle superfici impermeabili, unito a sistemi idrologici per aiutare a filtrare l’acqua, trattenerla e a ricaricare la falda. E’ un insieme di sistemi antropici, artificiali e naturali, che contribusce a ridurre il runoff e quindi il carico su corpi idrici e sistema fognario.

Giardino della pioggia Depermeabilizzazione carreggiata dedicata a percorso ciclabile con pavimentazione drenante Depermeabilizzazione carreggiata dedicata a parcheggio con pavimentazione drenante

Bacino di infiltrazione per permettere la ricarica della falda

Raccolta acqua piovana per l’utilizzo domestico e l’irrigazione il troppo pieno confluisce nella rete fognaria Raccolta acqua piovana recuperata per l’irrigazione pubblica o lavaggio strade il troppo pieno confluisce nella rete fognaria

Raccolta acqua piovana per uso domestico e l’irrigazione 126 |

una soluzione capillare | 127

05_Conclusioni

128 |

Progettare lo spazio per lâ&#x20AC;&#x2122;acqua

Progettare lo spazio per l’acqua Le città di oggi si trovano di fronte alla scelta tra due vie opposte: diventare una crosta continua impermeabile, oppure diventare uno spazio di qualità che accetta la presenza dell’acqua. Se la città accetta che subirà delle trasformazioni, stagionali oltre trasformazioni più rare e più estreme, deve attrezzarsi di conseguenza, lo spazio urbano consolidato, ed eventualmente le espansioni future, devono tenere conto della presenza dell’acqua sia nell’evento estremo dell’alluvione, sia in quello opposto della siccità. Per questo la superficie urbana, con la sua porosità intrinseca, può essere attivata con una rete di raccolta delle acque meteoriche, e smaltimento, che non faccia solo affidamento sul veloce deflusso nella fognatura o nei copri idrici, ma anzi accolga l’acqua come risorsa da accumulare in serbatoi appositi, di piccole dimensioni e diffusi in modo capillare.

In questo modo la rete di spazi in superficie collabora con la rete del sottosuolo.

Questa rete interna al tessuto urbano si collega e collabora con le reti a più grande scala formate dalle aree fluviali alluvionabili, la grande vasca di laminazione di viale Diaz e le pompe idrovore presenti nei punti più critici. Quindi i dispositivi di emergenza vengono supportati da un sistema capillare diffuso. Questo si rende necessario come approccio futuro alla città che deve essere pensata in tutte le sue parti per affrontare sia l’emergenza che i momenti intermedi. La città accetta che l’acqua occupa un suo spazio e che se questo le venisse negato, nel tempo tenderebbe a riprenderselo, in modo disastroso. Questo spazio va quindi progettato a priori in spazi di nuova progettazione, mentre le aree consolidate dovranno essere adeguate e ripensate.

Un progetto capillare è possibile?

Cosa serve?

Per mettere in pratica un progetto a scala capillare servono prima di tutto dati e conoscenza del territorio a scala capillare. Servono dati sulla composizione del sottosuolo, in particolare i primi dieci metri di profondità, e sulle acque sottorranee. Per quanto riguarda le acque sotterranee serve conoscere i livelli della falda acquifera, medi, minimi e massimi, le variazioni stagionali oltre a quelle causate da emungimenti antropici. Il livello delle acque sotterranee è essenziale in particolare per valutare l’opportunità dell’installazione di vasche di raccolta d’acqua sotterranee. Nel caso di un livello di falda molto alta, le vasce di raccolta potranno essere infatti fuori terra.

Servono competenze diverse e collaborazione tra attori. Le competenze necessarie possono coinvolgere tecnici, quali architetti urbanisti, geologi, ingegneri ambientali, esperti agroforestali. E’ fontamentale il coinvolgimento della pubblica amministrazione e dei cittadini. I cittadini possono partecipare sia alla raccolta dei dati, con carotaggi per indagare il sottosuolo e sonde per monitorare le variazioni della falda acquifera, sia con l’installazione di vasche di raccolta dell’acqua e la realizzazione di giardini della pioggia come dispostivi che vadano a partecipare al sistema di mitigazione idrogeologico, contribuendo a dare spazio all’acqua.

Infine serve un progetto coordinato tra aree di alta pianura, aree delle risorgive e bassa pianura, in modo da affrontare il problema ad una scala territoriale, lungo tutta l’asta fluviale e tutto il bacino idrologico.

Quali sono i vantaggi?

Uno dei vantaggi è principali è la gestione del rischio diffuso del run-off di superficie, invece che limitata ad alcuni punti specifici. Le vasche di laminazione a monte della città andranno a mitigare il rischio alluvione insieme alla rete capillare, ma in caso di situazioni intermedie, come le bombe d’acqua, la vasca di laminazione non aiuta ad affrontare il problema dell’acqua che cade direttamente sulla superficie della città, mentre un sistema diffuso ed integrato naturale ed antropico permette di gestire i picchi di pioggia molto intensi e dare spazio all’acqua in una città dove il sottosuolo è per gran parte poco permeabile e dove l’acqua di run-off andrebbe ad allagare la città.

Un secondo vantaggio è il recupero dell’acqua meteorica per uso domestico-sanitario, nell’irrigazione e nel lavaggio strade, con conseguente vantaggio ecologico ed economico.

Le nuove alberature andranno a rafforzare la rete ecologica esistente della città con quella territoriale, mentre i nuovi percorsi drenanti andranno ad unirsi a quelli esistenti rafforzando il sistema di attraversamento capillare.

L’insieme di questi elementi che costituiscono le tre strategie, partono da un progetto di sottosuolo per arrivare ad un progetto di suolo che renda più piacevole e fruibile l’ambiente urbano.

Lo spazio per l’acqua

Unendo i due approcci, parchi allagabili e rete capillare, si ha un sistema integrato e diffuso che da spazio all’acqua.

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conclusioni | 131

Bibliografia

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Bibliografia

Siti di riferimento

F. Barberi, Vicenza: la cinta murata - ‘Forma urbis’, Vicenza 2011

Per consumo di suolo e temi ambientali:

A. Trevisan, Vicenza: i suoi fiumi, le alluvioni e i suoi porti, Vicenza 2016

www.isprambiente.gov.it www.snpambiente.it www.arpa.veneto.it

M. Cortellazzo, a cura di, La civiltà delle acque, Milano 1993 F. Mattiello, Vicenza Romana, Padova 2012 F. Leder e U. Saccardo, Vicenza - Ottocento e Novecento: piani progetti e modificazioni, Vicenza 1996 S. VInci, Rovina, 2007, Torino 2019

Per la gestione dei fiumi www.alpiorientali.it

A. Cederna, Brandelli d’Italia,1991

Per i piani e mappe del Comune e Provincia di Vicenza

A. Cederna, I vandali in casa, 1955

www.vicenzaforumcenter.it www.unparcoimplicito.com www.comune.vicenza.it www.provincia.vicenza.it geoportale.provincia.vicenza.it www.piste-ciclabili.com/comune-vicenza

I. Calvino, La speculazione edilizia, 1957 S. Munarin, M. C. Tosi, Welfare Space, 2014 R. Mabey, Elogio delle erbacce, titolo originale Weeds: story of outlaw plants, Croydon 2012 F. Vallerani, Modernism and Water Engineering as development strategies: the case of Venitian inland waterways in the new Italian state (1866-1966), Revista Movimentos Sociais e Dinamicas Espaciais, Recife, 2016 LINEE GUIDA!!

Pubblicazioni Regione del Veneto, Veneto: la grande alluvione, 2011 Regione del Veneto e ARPAV, Atlante Climatico del Veneto - Precipitazioni , Basi informative per l’analisi delle correlazioni tra cambiamenti climatici e dinamiche forestali nel Veneto, Venezia e Padova 2013

Per la cartografia storica www.bibliotecabertoliana.it/it/settore_antico/iconografia/cartografia_manoscritta www.adbve.it/pai_old/cartografia_storica/carte_storiche.html www.bacchiglione.it/fiume.php Per la progettazione dello spazio per l’acqua www.urbanisten.nl www.melbournewater.com.au

Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici., Edizione 2020 Regione Emilia Romagna, SOS4life , 2020

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bibliografia | 135

Ringraziamenti Ringraziamo la nostra relatrice, Maria Chiara Tosi, per averci seguito in questo percorso durante un periodo molto particolare, quale è stato il confinamento. Grazie per averci seguiti con costanza e premura.

A Marta De Marchi e Alessia Franzese va un ringraziamento speciale per averci seguiti sempre fin dall’inizio, portando critiche costruttive al nostro lavoro, e dedicando molto tempo a supportarci nel miglioramento dei contenuti e della veste grafica della tesi.

Ringraziamo Sebastiano Trevisani per averci guidato nella ricerca in un campo per noi nuovo e per la sua grande disponibilità.

Grazie a Marco Ferrari per la consulenza nella fase progettuale della tesi.

Grazie a Marco Balestro dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Vicenza per l’aiuto nel consultare i piani storici della Città.

Infine ringraziamo le nostre rispettive famiglie per tutto il supporto che ci hanno dato in questi mesi.

Cricoli, di fontane e di roseti Bello un dì, sulla fertile pianura.

Superbe ancor torreggiano le mura, di pontefici asilo e di poeti, Ma gli atri occupa l’erba; e le pareti Varie di nobilissima pittura Di rustiche lucerne il fumo oscura Ed ingombrano i rastri, imbuti e reti.

Rose e fonti sparir: taccion gl’ingegni, Fra cui Palladio garzoncel del divo, Intelletto fè chiari i primi segni, Tu, povero Astichel, solo sei vivo, Tu, che scorrendo e dileguando insegni Come tutto nel mondo è fuggitivo.

VIII, da L’Astichello, G.Zanella, 1880-1887

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A.A. 2019/2020

IUAV-Laurea Magistrale in Architettura - Architettura e Culture del Progetto