Lo Struscio 22 maggio 2014

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Agricoltura 2.0 Quando far l’agricoltore

non è giocare a Farmville

Si può ripartire dalla terra?

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L’economia agricola dei centri preappenninici ha avuto una virata verso il futuro negli ultimi anni: sono nate decine di inziative impensabili in passato con protagonista il mondo agricolo


Mandatario: Ercole Santarella

ELEZIONI EUROPEE 25 maggio 2014

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Mandatario: Andrea Campiglia - Ph: Attilio Morabito

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Circoscrizione Italia Meridionale: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia


A Rocchetta arriva la carne di Vitello a Km zero E adesso perdiamo anche la Biblioteca Provinciale

N. 3 del 22 maggio 2014 Quindicinale d’informazione per giovani sull’intrattenimento e tempo libero dei monti dauni e della provincia di Foggia

Direttore responsabile Alessandro Gisoldi info@lostruscio.it

Direttore Editoriale Andrea Gisoldi redazione@lostruscio.it

Editore Zeropositivo Aps Rocchetta Sant’Antonio (Fg) zeropositivoadv@gmail.com tel.3317576309

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Calcio

Il grande sogno della Gioventù Calcio Monti Dauni

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La collaborazione al giornale, la fornitura di articoli e foto è da ritenersi totalmente a titolo gratuito ed aperta a tutti.

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La nuova AgriCultura dei Monti Dauni


L’economia agricola dei centri preappenninici ha avuto una virata verso il futuro negli ultimi anni: sono nate decine di inziative impensabili in passato con protagonista il mondo agricolo

Nuova AgriCultura per i Monti Dauni di Uff. comunicazione Meridaunia

L’agricoltura è al centro di un processo di importanti cambiamenti dell’economia, della società e della politica. In questo processo di cambiamento sono soprattutto le giovani imprese che possono lanciare la sfida e dare vita a realtà competitive, innovative e di successo ma allo stesso tempo sostenibili rafforzando il legame con il territorio. E’ quanto sta facendo da anni il GAL Meridau-

nia, l’Agenzia di Sviluppo dei Monti Dauni che attraverso il PSR Puglia ha attivato incentivi mirati per sostenere il rinnovamento del tessuto imprenditoriale e l’innovazione del sistema agroalimentare regionale. Grazie a Meridaunia è aumentata la presenza di giovani imprese, indispensabile per lo sviluppo del settore agricolo e delle aree rurali. Sui Monti Dauni il settore fino a qualche anno fa


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mostrava forti rischi di abbandono delle attività agricole con conseguente spopolamento delle zone interne. Il Programma di Sviluppo Rurale pugliese ha, invece, sovvertito il tutto. Nell’area GAL i programmi di sviluppo hanno rappresentato la più importante forma di aiuto in agricoltura. Con i fondi stanziati dal al PSR sono stati finanziati importanti progetti di valenza territoriale pensati per migliorare la qualità della vita e per favorire lo sviluppo economico nelle nostre aree rurali. Complessivamente il GAL Meridaunia ha stanziato oltre 3,5 milioni di euro, finanziando 8 masserie didattiche, 2 fattorie sociali e ben 17 agriturismo per un investimento totale di 7 milioni di euro (50% del contributo è stato a carico del soggetto beneficiario). Le masserie didattiche, tutte ex novo, sono state realizzate nei territori

di Monteleone di Puglia, Panni, Troia, Biccari, Bovino e Lucera, e, oltre ad ospitare le scolaresche sono aperte a gruppi extrascolastici con servizi di pernottamento e ristorazione. Un milione di euro i fondi messi a disposizione. Panni e Lucera, invece, ospitano le due fattorie sociali (200 mila euro il finanziamento), entrambe nate per rafforzare l’inclusione sociale di soggetti svantaggiati. Decisamente più cospicuo il finanziamento per gli agriturismo: ben 1,5 milioni per ben 17 strutture dislocate nei vari comuni dei Monti Dauni, dove oltre al servizio di ristorazione e di soggiorno, è possibile effettuare diverse attività di svago. Negli agriturismo dei Monti Dauni priorità alla sicurezza alimentare, produzioni integrate e biologiche per valorizzare i prodotti del territorio e accorciare la filiera agroalimentare, mettendo in contatto diretto produttore e consumatore. Sempre in campo agricolo il GAL Meridaunia ha sostenuto 3 impianti di biomasse nelle campagne di Ascoli Satriano, Candela e Troia, per un investimento totale di 3 milioni e 300 mila euro. Infine, 70 mila euro sono serviti per finanziare alcuni corsi di formazione professionale a favore degli operatori del settore. Al di là delle cifre e dei progetti realizzati, emerge un dato importante: l’agricoltura dei Monti Dauni è viva, e gli agricoltori della zona hanno saputo utilizzare efficacemente le risorse messe a disposizione dal GAL Meridaunia.

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...E quest’anno l’umidità porta il “mal di piede” per il Grano Duro

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di Alba Subrizio

Le condizioni climatiche anomale degli ultimi mesi (specie maggio) hanno influito negativamente sulla crescita del grano nella nostra provincia, con la diffusione di malattie. In generale le colture sono fitte e rigogliose un po’ ovunque, e lo sbalzo termico giorno/notte, unito al clima eccessivamente piovoso e umido, ha determinato il sorgere di malattie fungine come “il

mal di piede”, una patologia che attacca le basi del fusto del frumento duro (ma non sono del tutto esenti i campi di tenero). Si tratta di un complesso di funghi nel terreno, favoriti certamente dalle condizioni climatiche (pioggia, umidità, nebbia) – come già detto - ma anche dalle situazioni agronomiche; ovvero, una delle cause che favorisce questo tipo di muffa sono


Una muffa attacca i fusti minacciando il raccolto nei campi del Tavoliere

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le semine fitte, i ristagni idrici e i ristoppi, seguiti dall’uso di semente non conciata e dalla completa assenza di protezione fungina sulle piante. Il sintomo più evidente è l’imbrunimento della base dei culmi, accompagnato da alterazioni delle radici; in conseguenza di ciò si ha un arresto dello sviluppo dei culmi e quindi una riduzione del numero di spighe per metro quadro. Se

i culmi affetti arrivano a formare la spiga, si disseccano precocemente, sbiancandosi, e la spiga resta vuota. Una situazione simile si era già verificata in tutta Italia nel 2008 e nel Meridione del 2011, e ci si augura che quest’anno non abbia raggiunto livelli endemici. Nei prossimi giorni i tecnici delle associazioni agricole eseguiranno sopralluoghi nei campi di tutta la provincia per verificare l’entità fenomeno, in maniera tale da stabilire non solo quanti e quali sono i danni riportati, ma anche cercare, in qualche maniera, di arginare il problema. Non esistono soluzioni al problema una volta verificatosi, bensì l’unica speranza per la produzione è che nelle settimane a venire (prima del sopraggiungere del tempo di mietitura) si verifichino situazioni di caldo e vento costanti, in modo che il terreno possa finalmente asciugarsi e contenere così i danni. Ricordiamo che ci sono 60mila di grano in Capitanata e che l’anno scorso è stata registrata una produzione di 6 milioni di quintali di grano; un netto calo di quest’ultima significherebbe un duro colpo per l’economia dell’intera provincia, che, ricordiamo, è leader d’Italia nel settore cerealicolo.

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di Teo Melogna

La grande provincia terra di agricoltori

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avino Santarella è l’ultimo Assessore provinciale che ha guidato la politica agricola territoriale. Per questo motivo abbiamo di chiedere a lui un parere su quello che è lo stato di salute dell’economia agricola provinciale e soprattutto per capire se siamo davvero difronte ad una nuova “cultura” agricola. Lei è l’Assessore provinciale che ha gestito una serie di emergenze e soprattutto che si èe trovato nel pieno della crisi economicaed agricola, come ritiene che abbia reagito l’agricoltura dauna a questi terre-

moti? Contrariamente a quanto si possa credere, durante questa forte crisi, l’agricoltura ha rappresentato il settore che meglio vi ha resistito . Questo non significa che le aziende hanno avuto vita facile ma che l’agricoltura di qualità come quella nostra ha rappsentato l’ancora di salvezza del sistema Italia e, secondo me ha ancora enormi potenzialità e mercati da conquistare. L’aiuto comunitario e nazionale a sostegnoe dell’agricoltura è ancora uno strumento che riesce a far sopravvivere le aziende agricole dei monti dauni? Per


Intervista a Santarella, ultimo Assessore all’Agricoltura della Provincia di Foggia

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molte aziende, quelle medio-piccole o quelle cerealicole, il contributo comunitario rappresenta l’ossigeno per i malati d’asma. Questo dato, impone una conversione aziendale, laddove possibile, per non soccombere quando il contributo diminuirà o sparirà del tutto. Su questo fronte la regione Puglia potrebbe fare molto, aiutando le aziende con il nuovo PSR a diversificare. Non so se la Regione sarà in grado di farlo. Se penso al passato PSR e cme è stato gestito ho seri dubbi che questo accadrà. In ogni modo dovremo essere noi in grado di riproporre azioni ed interventi idonei. Esiste un piano agricolo provinciale, fatto nel periodo in cui sono stato assessore unitamente alle aziende ed agli altri attori economici, che tracciava le linee ottimali per andare incontro alle esigenze dell’agricoltura

dauna.Basterebbe tenerne conto. Qual’è l’esperienza di nuova agricoltura decollata in provincia di Foggia che l’ha più colpita e che reputa figlia anche di scelte giuste del suo assessorato? Senza dubbio l’ottenimento del riconoscimento della DOC alla nostra uva di Troia, ha rappresentato un successo enorme di tutto il sistema capitanata che andrebbe replicato per altre vitali battaglie, non solo agricole. In quella occasione, aziende, associazioni, enti e la politica tutta seppero fare squadra e battere lo strapotere dei “baresi” sostenuto dalla Regione Puglia che non ci ha mai voluto bene. Nel 2014 come è cambiato l’approccio degli agricoltori verso il nuovo modo di fare agricoltura? In alcuni ambiti tantissimo, se si pensa per esempio alle orticole, all’olio con la piantumazione di impianti super intensivi, alle colture dedicate. E questo dimostra la capacità dei nostri agricoltori di essere sempre piu imprenditori. In altri ambiti poco, fatta qualche debita eccezione, come per le aziende cerealicole. Ma questo non è dovuto alla capacitá delle aziende piuttosto all’impossiblità di farlo per la mancanza di mezzi e di opportunità. Cosa consiglierebbe di fare ad un ventenne che decide di intraprendere la carriera di imprenditore agricolo oggi? Che si appresta ad intraprender un lavoro che io considero essere il più bello del mondo ma anche il piu difficile. Che l’agricoltura, se fatta con intelligenza, con spirito innovativo e con occhi attenti al mercato può dare tantissime soddisfazioni, anche economiche.

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Vi presento la mia carne a kilometro “0”

di Andrea Gisoldi

Francesco Porrari della macelleria “monti Dauni” di Rocchetta scommette nella qualità della filiera corta: dal pascolo al banco

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iù che chilometro zero al massimo sono 20 chilometri». Così Francesco Porrari, patron della Macelleria Monti Dauni di Rocchetta Sant’Antonio ironizza sullo straordinario progetto di filiera corta che sta attuando nel piccolo comune dei Monti Dauni. Un circolo vizioso in positivo che vede al culmine un prodotto di qualità capace di rispettare la natura, gli animali e anche la microeconomia del territorio. «Ho intrapreso quest’iniziativa, ribattezzandola Km0 – spiega Porrari – con la speranza di re-

galare al territorio un prodotto di eccellenza e nello stesso tempo responsabilizzare tutti a produrre in maniera sana, proprio perché ogni tassello primo poi arriverà sulle nostre tavole. La filiera corta da me attuata vede carni suine, ovine e bovine di prima qualità, selezionate nelle aziende del posto. La filiera corta parte dai nostri agricoltori che producono cereali nei nostri terreni sani, per poi vendere il prodotto alla Cooperativa “Rocchettana” che a sua volta rivende gli sfarinati all’azienda dei Fratelli Roccia di Ascoli Satriano, a meno di 20 chilometri da


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Rocchetta, dove vengono allevati i maiali. Quindi la crescita del maiale – continua Porrari – è la conseguenza del lavoro degli agricoltori del paese. Anche l’allevamento è fatto secondo natura e nel pieno rispetto degli animali e dell’acquirente finale. L’animale dopo aver raggiunto, seguendo il ciclo naturale, l’età ed il peso giusto, viene macellato in uno dei pochi macelli del Subappennino, a Monteleone di Puglia, per poi finire nel nostro banco carni e sulle vostre tavole». Un vero punto

di partenza su cui orbitano tanti soggetti del territorio. Dalla produzione dei mancini all’allevamento fino a passare alla macellazione e vendita, le carni sono tutte made in Monti Dauni, permettendo al fruitore di avere una genuinità unica e di conseguenza sicurezza alimentare. «Quello che succede con i maiali – spiega il patron di Macelleria Monti Dauni – avviene anche con i bovini. Abbiamo voluto scegliere la razza Podolica e un produttore di Rocchetta. Infatti come per i suini, l’azienda Di Stefano in località “Torretta”, foraggia gli animali con pascoli naturali in estate e d’inverno con sfarinati della Cooperativa “Rocchettana” che raccoglie il frumento degli agricoltori del paese». Per Porrari questa è sopratutto una scommessa con il territorio. Un vero punto di inizio per avviare una campagna che dia al prodotto una certificazione di qualità che non si fermi solo al certificato cartaceo ma alla possibilità di poter interagire direttamente sul prodotto che tutti i giorni mangiamo. «Anche l’agricoltore – conclude Porrari – sapendo che quello che produce prima o poi arriverà nel suo piatto, inizierà ad avere maggiore attenzione e cura nel processo di coltivazione dei cereali. Se la responsabilità del nostro cibo è direttamente legata a noi stessi, avremo tutti più a cuore e buon senso».

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I polli “campesi” di Amadori nascono sulle nostre colline Un centinaio di allevamenti creati in 13 anni, un indotto di quasi cento lavoratori e una produzione di sette milioni e mezzo di capi all’anno: sono i numeri registrati in provincia di Foggia ed in modo particolare nei Monti Dauni dal pollo Campese, la varietà allevata all’aperto dal gruppo Amadori. In Capitanata – e in particolare sui Monti Dauni – il colosso industriale romagnolo ha trovato le condizioni ideali per insediare tutti i suoi allevamenti, grazie alle condizioni climatiche favorevoli, con inverno mite e poco umido ed estate calda e secca. Dati evidenziati da Francesco Amadori, industriale ruspante come i polli che alleva da una vita e il suo staff sono giunti a Lucera per una tre giorni di visite agli allevamenti del gruppo. Gli allevamenti di

Campese sono gestiti dai produttori locali: Amadori fornisce i pulcini, il mangime, i medicinali e l’assistenza tecnica, mentre gli allevatori sono responsabili delle cura e della crescita dei polli. Il tutto può essere seguito dagli acquirenti attraverso webcam pubblicate sul sito dell’azienda a disposizione di tutti. Partito nel 2001 con la trasformazione di capannoni tradizionali in strutture con aperture verso l’esterno, il progetto Campese si è rivelato un’importante opportunità per l’integrazione del reddito di numerosi agricoltori e, di conseguenza, un buon sostegno al sistema economico locale, grazie anche a un’attenta politica ambientale ed energetica, che punta sulle fonti rinnovabili e su mangimi privi di Ogm. I due centri maggiormente interessati


Sui Monti Dauni il colosso industriale romagnolo ha trovato le condizioni ideali per insediare tutti i suoi allevamenti dal progetto sono Pietramontecorvino e Deliceto. Qui le aziende mettono a disposizione dei polli circa 30mila mq per il pascolo e puntualmente ogni giorno i pennuti hanno la possibilità di razzolare liberamente e respirare l’aria del Subaeppnnino per poi finire sulle tavole italiane e non solo. Per Amadori il pollo Campese vuol dire Monti Dauni visto che tutti gli allevamenti sono collocati in quest’area della Puglia. La scelta del luogo è stata dettata principalmente dalle condizioni climatiche favorevoli a questo tipo di allevamento, grazie al clima temperato e con l’inverno mite, poco umidi e con estati calde e secche. Anche la

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conformazione del territorio, sia su Deliceto che su Pietramontecorvino, è adatta alla costruzione di ampi cortili recintati, in cui i polli possono muoversi tranquillamente. In questi 13 anni, si è passati dai 6 allevamenti iniziali ai 100 allevamenti odierni, tutti ubicati nel crinale subappenninico. L’indotto lavorativo ha creato in questi anni occupazione per circa 100 persone, sia direttamente impiegati in allevamento, sia impiegate in mansioni amministrative e tecniche. Oggi l’intero comparto avicolo in provincia di Foggia è una realtà zootecnica solida e concreta, con una produzione di circa 7500000 capi ogni anno.

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Silvestris: «più equa e più verde, ecco la nuova Pac»

Quando nell’ottobre del 2011 il Commissario europeo all’agricoltura, il romeno Dacian Ciolos, presentò la prima bozza della nuova “Politica agricola comune” per l’agricoltura italiana e quella del Mezzogiorno in particolare si preannunciavano momenti molto duri. Il progetto legislativo, infatti, era favorevole per le colture estensive del nord Europa e si presentava molto penalizzante per le nostre campagne. Ad esempio, se il testo non fosse stato modificato i contributi europei destinati all’olivicoltura meridionale avrebbero rischiato un taglio del 60%, ancor peggio - circa dell´80% - la sforbiciata per il comparto del pomodoro da industria. Per fortuna con l’approvazione del trattato di Lisbona del 2009 le riforme come quella dell’agricoltura non vengono più realizzate dalla Commissione, ma anche dal Parlamento europeo con lo strumento della codecisione. E in qualità di membro della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, ho lottato per stravolgere il testo iniziale con emendamenti, proposte e interrogazioni. Il risultato di oltre due anni di lavoro è più che soddisfacente in considerazione della proposta iniziale che si presentava come uno choc per l’intera agricoltura meridionale.

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L’europa e l’agricoltura La nuova Pac sarà più equa e legittima, garantirà un migliore equilibrio tra la sicurezza alimentare e la tutela dell’ambiente e preparerà meglio gli agricoltori ad affrontare le sfide del futuro. E grazie ai nuovi strumenti per mantenere e promuovere le nuove economie rurali, incrementare la protezione ambientale e limitare il doppio finanziamento, i soldi pubblici saranno utilizzati per fornire beni pubblici per tutti. La novità è che potranno fare domanda per ricevere le integrazioni anche i produttori di ciliegie, uva, ortofrutta, pesche e kiwi. Ci saranno dei vantaggi concreti anche per gli agricoltori che avranno meno oneri burocratici con la possibilità di presentare domande multiannuali, mentre le aziende virtuose subiranno meno controlli. La definizione di agricoltore attivo è la vera novità della nuova Pac. Lo scopo è la selettività dei beneficiari: i pagamenti diretti saranno erogati ai soli agricoltori in attività e non a chi fa agricoltura per hobby. L’idea è quindi quella di ridurre la platea dei beneficiari della Pac, riservando i pagamenti diretti solo alle imprese competitive sui mercati e che fanno innovazione e investimenti tecnologici. Insomma, possiamo stare tranquilli che la nostra terra continuerà a dare i suoi buoni frutti.


Semina su Sodo è il futuro? L’esperienza condotta da alcuni imprenditori agricoli dei Monti Dauni dimostra la sostenibilità di questa tecnica di coltivazione

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un vero e proprio SISTEMA di coltivazione in quanto presuppone la calibrazione di nuove strategie di rotazione colturale, di fertilizzazione, di gestione delle erbe infestanti, dei parassiti, degli agenti patogeni e della fertilità del suolo. Per molti è una “nuova filosofia agricola”. E’ sviluppata da più di 20 anni in diverse parti del mondo e può essere applicata a diversi tipi di seminativi, invernali e primaverili: cereali autunno-vernini, cereali primaverili, foraggere, girasole, colza etc. Oggi la Semina su Sodo è adottata su più di 100 Milioni di ettari, maggiormente in America (Canada, USA, Argentina), in Australia ed Asia. Recentemente inizia a diffondersi anche in Europa. In Italia è praticata ancora macchia di leopardo e, nonostante alcuni dati mostrino una discreta diffusione, è spesso confinata ad attività sperimentali e/o a piccoli focolai. Anche sui Monti Dauni si stà cercando di provare questa tecnica, e alcuni imprenditori agricoli hanno iniziato da qualche anno a speriumentare questa tecnica sui terreni collinari dei nostri piccoli centri.

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La Semina su Sodo (detta anche semina diretta, NoTill, sod seeding o siembra directa) è un sistema di coltivazione che si basa sull’assenza di qualsiasi tipo di lavorazione meccanica del terreno. È una tecnica di agricoltura conservativa. Rispetto alle forme convenzionali di coltivazione (quelle che prevedono lavorazioni preliminari del terreno come arature, fresature, erpicature..), lascia il terreno indisturbato e contribuisce alla sua naturale strutturazione, all’accumulo di carbonio organico, alla riduzione dei fenomeni di erosione e desertificazione, alla migliore gestione delle risorse idriche. Si esegue con apposite seminatrici che sono in grado di seminare direttamente su terreni non lavorati occupati in superficie dai residui della coltura precedente o da mirate colture di copertura (cover crops). Esistono decine di modelli di macchine “da sodo”. I più diffusi sono dotati di un sistema di dischi che aprono e richiudono nel suolo non lavorato (e quindi sodo) delle sottili fenditure all’interno delle quali si va a depositare il seme. La Semina su Sodo è più che una tecnica. E’

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Europa così vicina, così lontana Le motivazione del voto al movimento cinquestelle di Grillo il 25 maggio 2014

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Il Movimento 5 Stelle, al momento, è l’unica organizzazione politica strutturata italiana, tra quelle partecipanti alla competizione elettorale europea, ad avere un programma, proprio perché è l’unica formazione davvero europeista: esattamente il contrario di ciò che affermano i professionisti al soldo della cupola mediatica. Infatti il Pd, Forza Italia, Lega Nord, agitano solo slogan demagogici generici, basati sui trend correnti, tentando di cavalcare il disagio sociale. Ecco che cosa intendono portare avanti i candidati Cinque Stelle quando andranno a Bruxelles, come

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portavoce europei a nome degli italiani pensanti. Il Movimento 5 stelle ha come programma elettorale a queste europee questi 7 punti: Abolizione del Fiscal Combat; adozione degli Eurobond; Alleanza tra paesi mediterranei per una politca comune; Investmenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3%annuo deficit di bilancio; Finanziamento per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni; Abolizione del pareggio di bilancio; Referendum per la permanenza nell’euro.

MESSAGGIO ELETTORALE

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Mandatario Ercole Santarella

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Mente sana in un corpo sano La proloco di Ascoli Satriano organizza un convegno sull’importanza dell’attività motoria e dell’alimentazione nei bambini della scuola primaria Continua l’impegno della Proloco di Ascoli Satriano per l’educazione alimentare nei confronti dei piccoli cittadini. Si terrà venerdì 30 maggio prossimo l’evento “Mens sana in corpore sano”, un convegnosull’importanza dell’attività motorie e dell’alimentazione della scuola primaria. Questo appuntamento viene dopo quello organizzato lo scorso anno dal tema “La celiachia non è una moda” ed è stato or-

ganizzato dall’associazione turistica Proloco, dal comune di Ascoli e dall’Istituto comprensivo del centro subappenninico. «Credo che in un periodo storico come questo sia importante indirizzare i giovani e i ragazzini verso una strada fatta di buona alimentazione e di tanta attività motoria - sottolinea il presidente della Proloco Romeo Acquaviva - visto che ci sono sempre più bambini che già dalla tenera età sfiora lo stato di obesità.

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Evento organizzato ad Ascoli dall’associazione Melodica

ASINI, ora si passi dalle parole ai fatti

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Dal confronto è emerso il grande valore aggiunto degli allevamenti, che quindi andrebbero sostenuti e incentivati tra i nostri allevatori Grande successo per la tre giorni dedicata agli asini e le fiere storiche di Ascoli Satriano. L’evento organizzato dall’Associazione Culturale Melodica di Ascoli Satriano con il Patrocinio della Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia, della Città di Ascoli Satriano e il Centro Culturale Polivalente , si è articolato in più manifestazioni nei tre giorni programmati, e ha avuto come protagonista assoluto l’ASINO. I singoli temi sviluppati hanno suscitato notevole interesse per l’insolita e simpatica tematica posta all’attenzione della comunità. Hanno partecipato numerosi soggetti: allevatori, operatori del settore, uomini, donne, ragazzi, ragazze e soprattutto bambini. In località Selva San Nicola si sono svolti: la celebrazione eucaristica, il raduno e la parata degli asini di vari allevamenti, la parata di

cavalieri a cavallo, intrattenimento ludico con i bambini, l’esibizione operativa di mascalcia, mostra di cordaio. Nei due convegni organizzati, hanno relazionato su temi attuali e importanti: dott. Fabio Granato dell’Università di Bari, prof. Marzia Albenzio dell’Università di Foggia, prof. Augusto Carluccio dell’Università di Teramo, dott. Luigi Sansone Allergologo, dott. Pasquale Svolazzo Dirigente Istituto Incremento Ippico della Regione Puglia, dott. Luigi Urbano Veterinario Dirigente dell’ASL di Foggia, dott. Cristoforo Carrino e dott.ssa Mariella Masi Allevatori, don Vito Cecere Sacerdote della Comunità EMMAUS di Foggia, ing. Giuseppe d’Arcangelo Presidente del Centro Culturale Polivalente di Ascoli Satriano che ha relazionato e coordinato gli interventi.


E’ stata organizzata anche la degustazione del latte di asina. Importanti e attuali temi sono stati sviluppati da professori universitari, ricercatori, Dirigenti di Istituzioni, professionisti, operatori del settore. Le problematiche trattate e rivolte ad un attento e interessato pubblico sono state: - l’asino come terapia su soggetti con problemi fisici, psichici e psichiatrici; - l’asino e le attività ludiche dei bambini; - le proprietà nutraceutiche e funzionali del latte di asina; - il contributo che dà il latte di asina ai problemi di allergia; - il contributo dell’asino nella Comunità EMMAUS di Foggia; - rafforzamento genetico dell’asino di Martina Franca, a rischio di estinzione - la tutela e la valorizzazione delle razze pugliesi: il Cavallo Murgese e l’Asino di Martina Franca; - i problemi attuali concernenti l’allevamento degli asini e la produzione del latte di asina. Alla fine degli incontri è emerso con chiarezza che a fronte delle ormai conclamate caratte-

ristiche benefiche e utili, confermati da studi e ricerche indipendenti, esiste una situazione normativa e regolamentare assolutamente carente in ordine a produzione, conservazione, uso e commercializzazione del latte di asina. Una norma generica risale addirittura al 1929. A chiusura dei lavori l’ appello del Presidente dell’Associazione Culturale Melodica Germano Sarcone: «Invitiamo i Politici, le Amministrazioni Pubbliche, le Università, i Centri di Ricerca, gli Operatori del Settore, le Associazioni di categoria, ad attivarsi affinchè si pervenga in tempi ragionevoli, alla regolamentazione della produzione, conservazione e uso umano del latte di asina. Oggi, per il poco latte che si produce, la raccolta è fatta in maniera spontanea e volontaristica e la sicurezza dell’uso è affidata alla sensibilità e alla responsabilità dei singoli allevatori. Da una rapida indagine si appreso che un litro di latte di asina costa oltre 30 euro, questo proprio perchè se ne trova poco in giro ed il prezzo sale.

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Serata di festa organizzata dalla Proloco di Ascoli Satriano

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A San Carlo si festeggia il broccoletto con una sagra Grande appuntamento con cucina e musica, domenica 1 giugno, dalle ore 20.30 ad Ascoli Satriano. Tutto pronto, infatti, per la ottava sagra del broccoletto, che si terrà a Borgo San Carlo. Ad allietare l’evento, organizzato dalla Pro Loco, il cabarettista

Maurizio Di Pilato e l’orchestra folkloristica “Viva l’Italia”. Una serata gastronomica a base, appunto, di broccoletti: un primo, un paio di secondi, contorni vari e panino con carne alla brace, con vino e acqua, a soli 6 €. Un appuntamento con l’enogastronomia


dei Monti Dauni da non saltare sud, in termini ortofrutticoli. soprattutto se si vuole passare Si narra che ad Ascoli Satriauna serata calda e accogliente in no i broccoli erano ben noti una delle borgate più movimenfin dai tempi antichi; il cavotate della Daunia. Da orami otto lo in particolare, era sacro edizioni gli organizzatori hanno Romeo Acquaviva per i Greci ed i Romani che messo su una squadra collaudane facevano uso per curare ta capace di soddisfare anche i palati più diverse malattie e addirittura lo consumadelicati . Il broccoletto è per questo terri- vano crudo prima dei banchetti per contorio un vero prodotto autoctono al quale sentire all’organismo di assorbire meglio è legata una lunga tradizione culinaria. l’alcool. Con il passare del tempo, i cavoli e Anche economicamente questo prodot- i broccoli si sono diffusi sempre di più e la to rappresenta un polo di eccellenza che loro presenza sulle mense è notevolmente coinvolge decine di aziende agricole dan- aumentata proprio grazie alle loro innudo linfa alla microeconomia dell’area su- merevoli qualità e per tantissimi anni sono bappenninica. Ascoli vanta, nel suo vasto stati considerati un cibo ideale nei periodi territorio, una delle aree più produttivi del difficili.

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D’amato Pedicini Viglione

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Montaguto e Bovino unite per amore della madonna di Valleverde

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La penultima domenica di maggio si ripete l’antica usanza del pellegrinaggio al santuario bovinese

Si rinnova l’appuntamento con la tradizione tra Montaguto (Av) e Bovino. La penultima domenica di maggio si ripete l’antica usanza del pellegrinaggio al santuario della Madonna di Valleverde a Bovino per rimarcare il forte legame di Montaguto con la vicina Puglia e in particolare con il foggiano e il territorio di Orsara e Bovino. È una ricorrenza molto sentita dagli abitanti di Montaguto: ogni anno infatti un notevole numero di pellegrini di tutte le età si raduna verso le due del mattino davanti la chiesa del paese per iniziare il percorso a piedi lungo circa 17 km che li condurrà al santuario. Attraversando le strade del paese, con il crocifisso e la statua della Madonna di Valleverde provenienti dalla chiesa del Carmine e passando nei pressi della Fontana Vecchia, il corteo di pellegrini s’inoltra poi sulla statale 90 da cui si distacca alle prime luci dell’alba per proseguire lungo un vecchio tratturo in salita, ultima tappa del cammino durato l’intera notte per poi giungere al santuario. Il Santuario di Valleverde, come molti san-


Dopo la scomparsa dal calcio professionistico del 2012, i rossoneri ritornano in serie “C”

foto MARIANNA DE MITA montaguto.com

tuari della Capitanata, è legato ai percorsi dei pellegrini diretti alla Grotta dell’Arcangelo Michele. La tradizione vuole che nel 1265 la Vergine fosse apparsa in sogno per tre volte al contadino Nicolò, esortandolo ad erigere nel bosco di Mengaga una chiesa in suo onore intitolandola a Santa Maria di Valverde, località spagnola ove la chiesa eretta in onore di Maria era stata abbando-

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nata. In quattro mesi venne realizzata una chiesetta che divenne meta dei pellegrini. Fu distrutta a causa del terremoto del 1930 e al suo posto fu eretto un Santuario, a sua volta abbattuto nel 1987. Oggi il nuovo Santuario di Maria Santissima di Valleverde sorto al suo posto ha una struttura moderna a navata unica, caratterizzata da una guglia molto alta che domina l’intera valle.

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La favola della

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Gioventù Calcio Dauna La favola della Gioventù Calcio Dauna non vuole proprio terminare, o meglio, vuole terminare nel miglior modo possibile. E per poter scrivere una pagina indelebile nel panorama calcistico di Capitanata la squadra con quartier generale a Casalnuovo Monterotaro, vero e proprio gioiellino dei “Monti della Daunia”, ha bisogno di qualche altro capitolo. Approdata di diritto ai playoff nazionali di Eccellenza, dopo una lunga e trascinante stagione nel massimo campionato molisano (secondo posto con 71 punti alle spalle del fortissimo Campobasso, con 12 punti in più della prima inseguitrice e con 23 vittorie e 2 pareggi in 30 partite) ora affronterà la doppia semifinale negli spareggi nazionali, con la speranza di arrivare in finale e giocarsi le proprie chance di promozione ad una storica Serie D. La squadra di mister Walter Chiarella cercherà di tenere alta “l’asticella” contro i campani della Polisportiva Sarnese, nella doppia semifinale del 25 maggio (in Campania) e 1 giugno (a Casal-

nuovo Monterotaro) con la voglia di continuare il sogno, ma con la consapevolezza di aver già fatto tantissimo con i mezzi a disposizione: “Penso che di più non si poteva chiedere al gruppo comunque vadano gli spareggi”, conferma il tecnico della squadra, Walter Chiarella, ex allenatore delle giovanili del Foggia. “Era impensabile prima che arrivassi io in questa squadra – prosegue - poi pian piano è diventata una situazione fattibile e oggi una splendida realtà”. E dal Foggia, la squadra del capoluogo, questa realtà ha preso tantissime risorse, infatti chi agli inizi della propria carriera, chi fino a poco tempo fa, sono molteplici gli ex “rossoneri” presenti in rosa. A partire da quell’Alessandro Basta, punto di forza della squadra che lo scorso anno, con Padalino alla guida tecnica, ha riconquistato i professionisti dopo un solo anno di Serie D. Ma ci sono anche Telera, difensore del ’92, anch’egli vicinissimo alla maglia del Foggia ed ex Manfre-


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donia (la squadra della propria città). “È la seconda stagione che sono qui – conferma Telera - mi ha chiamato il DS Nardacchione. Venivo dal ritiro col Foggia in Serie D e avevo firmato, poi un problema fisico mi ha costretto a svincolarmi e ho accettato la sua chiamata. Posso dire che queste due stagioni sono servite per fare esperienza soprattutto, ma anche migliorare tanti aspetti personali. Questa è una società che punta sui giovani, sperando che qualcuno riesca a sbocciare nel professionismo. Io sono soddisfatto per come è andata la scorsa stagione, è stata una vera sorpresa per tutti ritrovarci al quarto posto, quest’anno l’obiettivo era diverso, ma vedendo quello che ha fatto il Campobasso possiamo davvero gioire come se fosse una vittoria del campionato. E pensare che il Campobasso non doveva neanche iscriversi, forse il campionato lo avremmo vinto noi”. Sguardo anche al futuro imminente, per Telera che prepara l’ambiente, nonostante la giovane età, ai propri compagni: “Per i play off sappiamo che sarà dura – ammette - andremo ad affrontare una squadra blasonata come quella della Sarnese, che ha militato sempre in altri campionati e ha gente esperta. Per questo motivo ci stiamo allenando molto, curando anche la mentalità, visti i tanti under che abbiamo e che non sono abituati ad ambienti del genere. Se tutti scen-

dessimo in campo con lo stesso obiettivo, sicuramente non avremo rimpianti, ne sono certo”. Un altro ex rossonero, grande talento di Capitanata tra i pali, è Giovanni Stango, vera e propria “saracinesca” della squadra: È stata una stagione straordinaria – dichiara il numero 1 dauno - con l’obiettivo di arrivare nei primi quattro e ripetere la buona stagione dello scorso anno. Ma, avendo un grande allenatore come Walter Chiarella e un gruppo straordinario, siamo riusciti ad arrivare secondi solo ad un Campobasso che annovera gente di serie C nel proprio roster. Io faccio i complimenti a loro per la vittoria del campionato, ma anche noi non siano stati da meno, siamo un gruppo con molti ex calciatori del Foggia, come me, l’estroso Troisi (con cui ha condiviso buona parte della carriera anche con la vittoria della Coppa Puglia, nel 2012, con la Nuova Daunia), Recchia, Scippo, Basta, Rizzi, Telera, Vairo, Cardone, Ferrantino, poi l’ex settore giovanile del Bari, D’Amore, ma anche i giovani under che ci hanno dato una grossa mano, come Pipoli, Piemontese, Berardi, Patella e tanti altri”. Da buon esperto del gruppo ci tiene a nominarli quasi tutti, Giovanni Stango, per dar merito ad un gruppo affiatato e con la grande voglia di andare lontano e dimostrare a tutta la provincia che per scrivere una grande pagina di calcio in Capitanata, non c’è bisogno soltanto della squadra del capoluogo. “Adesso ci aspetta una super gara il 25 maggio a Sarno – conclude - non vediamo l’ora che arrivi quel giorno. Noi metteremo il massimo impegno, come abbiamo fatto fino ad ora, poi vedremo che risultato raggiungeremo”. Con la speranza che non termini l’inchiostro della Gioventù Calcio Dauna e si possa continuare a scrivere altri capitoli di questo stupendo romanzo.

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La mannaia dei tagli colpisce la Magna Capitana tra le protestre di studenti e professori

E adesso perdiamo anche la biblioteca Provinciale di Alba Subrizio

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agliare, tagliare, tagliare. Queste sembrano ormai le parole d’ordine della nostra politica. E da dove cominciare se non dalla cultura, nel caso di Foggia dalla Biblioteca provinciale? Tanto - si sa - una biblioteca, con tutto il suo patrimonio librario, ricreativo e culturale, non è essenziale tanto quanto la portineria della Provincia. Andiamo con ordine: il Commissario straordinario della Provincia di Foggia, Fabio Costantini, ha decretato, con deliberazione del 16 aprile scorso, che, date le ristrettezze economiche in cui versa l’Ente, era necessario ridurre i costi dovuti all’indennità di turno dei collaboratori della Magna Capitana, stabilendo che gli unici servizi provinciali soggetti a turnazione siano la Polizia provinciale e la portineria di Piazza XX settembre e via Telesforo. Tradotto in altri termini, la biblioteca provinciale sarebbe stata costretta ad effettuare orario ridotto, aprendo

solo la mattina, e a chiudere l’intera giornata di sabato. Tale situazione sarebbe stata fortemente penalizzante per gli utenti della Magna Capitana, specie gli studenti, che – com’è risaputo – frequentano la biblioteca soprattutto in orario pomeridiano. Eppure la Biblioteca provinciale di Foggia è da sempre stata considerata fiore all’occhiello della città e della stessa provincia: nata 180 anni fa come biblioteca comunale, ospitata nel Municipio di Foggia, passò poi nel 1937 sotto l’amministrazione della Provincia; l’attuale sede di viale Michelangelo fu inaugurata nel 1974 e subito guardata a livello nazionale come un modello da seguire, tanto da essere citata nei manuali di biblioteconomia come esempio per le biblioteche di Ente locale, e dal 2002 è ente capofila del Sistema bibliotecario provinciale e del Polo foggiano del Servizio Bibliotecario Nazionale. Ma a Costantini preme rientrare nei costi, e spiega,


La protesta davanti alla sede dell’Ente Provincia

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in seguito alle proteste di studenti e cittadini (sit-in, cortei, cartelloni, etc) che si sono verificate nei giorni scorsi dinanzi a Palazzo Dogana, che in realtà «Si è trattato di una tempesta in un bicchier d’acqua; se rimodulare un’offerta di servizi all’utenza vuol dire chiudere una struttura oppure limitarne la funzionalità, significa che si è davvero oltrepassata la misura. Nonostante le difficoltà economiche la Provincia di Foggia ha sempre investito, e continuerà a farlo, nel settore culturale, nei limiti delle risorse di bilancio. Basti pensare alle attività e alle iniziative dei teatri, delle gallerie, dei musei e della stessa Biblioteca Provinciale», il Commissario straordinario ha continuato, asserendo di non volere la chiusura della struttura ma semplicemente una revisione del piano di lavoro degli addetti, e ha annunciato di aver rivisto la delibera n° 105 del 17/04/2014 con un’altra (la n° 117) del 29/04/2014, che stabilisce: «Re-

lativamente alla gestione della Biblioteca Provinciale, considerato l’impegno finanziario difficilmente sostenibile, alla luce delle continue limitazioni dei trasferimenti statali, il Commissario Straordinario invita il Direttore/Dirigente della stessa a predisporre un piano di lavoro inteso ad utilizzare le risorse umane a disposizione, attraverso una diversa gestione dei rientri settimanali ed una oculata gestione del personale part-time, in maniera da evitare, per quanto possibile, il ricorso alle turnazioni in un’ottica di risparmio della spesa, tenuto conto che, attualmente, l’offerta di servizi al pubblico della Biblioteca Provinciale è superiore a quella delle maggiori biblioteche nazionali». Orbene, alla luce di quanto scritto, sembra che il Commissario Costantini abbia voluto passare la “patata bollente” nelle mani del direttore Franco Mercurio, come a dire “i tagli ci saranno, questa è la situazione, vedete un po’ voi come fare”; interessante, inoltre, che Fabio Costantini abbia riconosciuto che la Magna Capitana possiede un’offerta di servizi superiore alle altre biblioteche nazionali, ma la cosa paradossale è che ciò venga visto come un disvalore! Al momento la questione sembra essersi appianata e il pericolo sventato, dato che il Commissario straordinario ha accolto favorevolmente il 16 maggio scorso la proposta del nuovo piano di lavoro con la revisione delle spese, elaborata da Franco Mercurio. La biblioteca pertanto continuerà l’orario continuato dalle 9 alle 19 (rispetto al precedente 8:30 – 19:30).

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Roseto Valfortore si prepara a ad omaggiare la letteratura, la pittura e la musica. Domande entro il 15 giugno

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oseto Valfortore si prepara per la VII edizione del “Premio Lupo”. Il concorso, realizzato dall’Amministrazione Comunale, con il partenariato dell’Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Spettacolo della Regione Puglia e il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Foggia, è riservato a racconti brevi e inediti, della lunghezza di 20.000 battute, per un totale di 6 cartelle, aventi preferibilmente riferimenti ad aspetti e tradizioni dei

Monti Dauni. Il premio si articola in due sezioni: una rivolta ai ragazzi dai 13 ai 18 anni, e una per gli adulti (dai 18 anni in poi); con una differenza nei premi. Ai ragazzi andranno un notebook, una videocamera digitale e un i-pod, rispettivamente a seconda che si collochino al primo, secondo o terzo posto; invece agli adulti verrà conferito un premio in denaro di 800 euro per il primo classificato, 400 per il secondo e 250 per il terzo. Partecipare al Premio è semplice, ba-


Ritorna il Premio Lupo, quando la Daunia si fa parola...

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sta seguire le istruzioni, così come riportate nel bando, scaricabile dal sito del Comune di Roseto: www.comune.rosetovalfortore. fg.it oppure da quello della Regione Puglia.

Quest’anno, inoltre, ci sono delle novità: la prima è che il concorso prevede anche una sezione “pittura”, a cui si potrà partecipare con opere inedite che abbiano per tema “Paesaggi, monumenti, luoghi e persone dell’Appennino dauno”; i premi assegnati consistono in 700, 400 e 200 euro, rispettivamente per il primo, secondo e terzo classificato. A ciò, si aggiungono due premi speciali: uno di 400 euro, per la sezione ‘scrittura’, a favore di un Istituto scolastico, e uno di 200 euro, per la sezione ‘pittura’, a favore dell’Associazione culturale che avrà presentato il maggior numero di pittori al concorso. Il Premio Lupo, grazie alla collaborazione di altri comuni del territorio e delle associazioni culturali che ne fanno parte, gode ormai di una consolidata tradizione nella nostra provincia, e si prefigge lo scopo di far riscospire questa fetta di Italia, i Monti dauni per l’appunto, mediante la scrittura. Finora sono state tante le risposte da parte dei cittadini della Capitanata e non, che hanno deciso di concorrere al premio; tanti i racconti inviati anche da chi, per ragioni lavorative, non vive più qui ma affettivamente è ancora legato a questi luoghi e li ricorda mediante penna e inchiostro. Ricordiamo che la partecipazione al Premio è gratuita e scade il 15 giugno 2014, per cui affrettatevi!

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Ottima selezione di birre Novità sul menù la braceria Perfetto stile dell’Irish Pub

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Essere ad Ascoli e sentirsi in Irlanda Il Fire eater Pub a è un locale molto accogliente e frequentatissimo! E’ uno dei pochi pub dei Monti dauni in stile irlandese che ricorda la bellissima città di Dublino! L’ambiente davveto particolaresi abbina benisiimo alla selezione di pietanze offerte da Federico Zingariello, storico proprietario del Pub, che 18 anni fa decise di inseguire il sogno di aprire ad Ascoli Satriano un locale completamente nuovo nello stile e nella concezione. Ed oggi quel sogno di Federico è una solida realtà, capace di stupire la propria clientela ogni volta. Sedendosi ai tavoli del pub i vlienti potranno scegliere tra un’attenta selezione di otti-

me birre Belghe e tedesche, ideali per accompgnare la novità del menù: la Braceria. Da non perdere gli arrostici ed un’ottima tagliata di vitello. In questo periodo ogni giorno della settimana riserva una sorpresa: dai cicchetti a prezzo stracciato ai panini paghi uno prendi 2 all’arrosto misto scontato. I maschietti saranno felicissimi di sapere che qualsiasi evento sportivo in onda su Sky viene trasmesso dai maxischermi! Dovreste vedere tutti quegli occhi incollati alla TV! Per chi non può fare a meno del PC e di utilizzare gli smartphone può approfittare della rete Wi-fi gratuita messa a disposizione del locale! E poi per chi ha la musica nel sangue non potete perdervi le serate di musica live! Voglia d’Irlanda? venite ad Ascoli, venite al Fire eater Pub


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