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e qui inizia il futuro dei Monti Dauni (Forse)

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1986 anno inizio lavori 50 miliardi di lire spesi

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21 km su 100 finiti

SR1


La SR1-Pedesubappeninnica rischia di rimanere l’ennesima incompiuta della nostra terra. Nata per essere volano di sviluppo si è fermata a Bovino

Qui finisce il futuro dei Monti Dauni?

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investimento previsto di oltre 300 miliardi di vecchie lire. Per i primi 21 chilometri sono stati spesi 50 miliardi del vecchio conio a cui si aggiungono alcune opere realizzate in tutta fretta nel 2004 per arginare i danni già presenti sul tratto negli anni di chiusura. Ad oggi sono oltre trecento milioni di euro il costo stimato per la realizzazione dell’opera che non possono essere finanziati dagli enti locali ma che devono rientrare in una pianificazione nazionale delle infrastrutture. Si tratta, nonostante la mole dell’investimento di un’arteria fondamentale per lo sviluppo turistico dei Monti Dauni ma anche una valida alternativa alla rete autostradale con pedaggio. Oltre alla mancanza di una seria pianificazione per la definizione dell’intera tratta, sul primo tracciato finora non è mai stata realizzata alcuna manutenzione, lasciando la Sr1 nel to-

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È la strada regionale numero uno ma forse è l’ultima nei pensieri a Via Capruzzi. Stiamo parlando della Pedesubappenninica (SR1) progettata negli anni Ottanta per collegare, in 100 chilometri, i caselli dell’A16 e dell’A14 di Candela e Poggio Imperiale, permettendo di tagliare il Tavoliere dalla dorsale adriatica verso quella tirrenica. Nel 2004 fu inaugurato il primo tratto di 22 chilometri, da Candela fino a Bovino; e qui la carreggiata termina bruscamente. La Strada Regionale Uno – la cosiddetta Pedesubappenninica – rischia di essere un’eterna incompiuta lasciando nel totale isolamento i paesi che insistono sulla fondo valle che doveva collegare il crinale con le grandi arterie nazionali. Ad oggi sono stati spessi ingenti somme per realizzare solo una minima parte dell’opera. Riassumendo i numeri; l’opera prende il via nel 1986 con un

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tale abbandono e con punti critici altamente pericolosi per gli automobilisti. Per dare un futuro alla Pedesubappenninica è nato un comitato che vede in prima fila cuochi stellati del territorio, sindaci e imprenditori tutti uniti per dare voce alle esigenze di un territorio abbandonato e agonizzante sotto il profilo infrastrutturale. «La strada è molto pericolosa a causa degli avvallamenti e resta una vera spina nel fianco per noi operatori. Purtroppo quest’opera resta una delle poche alternative alla cancellazione dei piccoli centri dei Monti Dauni – spiega ERCOLE SANTARELLA, cuoco e imprenditore turistico candelese. Abbiamo aspettato per decenni fermi in ‘stazione’ perdendo come territorio tutti i treni dello sviluppo. Ora è giunto il momento di dire basta e di chiedere risposte importanti allo stato centrale. Analizzando il tracciato – continua Santarella – ci accorgiamo che la Sr1 passa lungo un’area che è considerata tra le più produttive d’Europa in campo energetico. Gas, Acqua e energia alternativa (vento, sole, biomasse e turbogas ndr) fanno di questo crinale un vero forziere. È giunto il momento di presentare il conto senza assurde pretese ma con la consapevolezza comune che la Pedesubappenninica possa essere la giusta contropartita a quanto donato al nostro bel Paese». «Solo cancellando l’isolamento possiamo anche pensare a dare servizi e dignità ai nostri piccoli comuni – aggiunge PEPPE ZULLO, cuoco e imprenditore turistico orsarese. Raggiungere i Monti Dauni è come cinquant’anni fa e i flussi turistici e i clienti scappano via. Ho con tanto impegno realizzato una struttura ad Orsara di Puglia che può donare soddisfazioni e

Gli Chef Santarella e Zullo promotori della protesta a favore della Sr1

occupazione al territorio ma oggi grazie alla viabilità mi ritrovo a fare i conti con mille problemi e anche con la spiacevole sorpresa di vedere clienti andar via non per il mio lavoro ma per lo stato disastroso delle strade. La Pedesubappenninica è il vero motore propulsore per la Capitanata tutta – conclude lo chef - chiudere le porte a questa grande opera significa decretare la fine del nostro straordinario crinale». La Sr 1 è, tra le altre cose, entrata anche nell’occhio del ciclone poiché nei mesi scorsi, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha aperto un fascicolo sui lavori del secondo lotto, ravvisando una decina di violazioni, tra cui l’aumento dei costi da poco meno di 800 mila euro a due milioni e 200mila euro. Dati che saranno appurati dalla magistratura ma che ad oggi lasciano l’amaro in bocca, soprattutto a chi sta facendo molto per questi territori. In prima fila anche i sindaci come Gianfilippo Mignogna, sindaco di Biccari e MICHELE DEDDA, sindaco di Bovino, il quale ci spiega come «Bovino è ente capofila dei 29 Comuni dei Monti Dauni, indicati dal Governo e dal-


la Regione, come area interna. Abbiamo, di comune accordo, messo al primo posto tra le priorità la Sr1 e speriamo di ricevere nuovi fondi che servono per le infrastrutture e soprattutto per la viabilità. Le progettazioni di area interna non dovranno essere frazionate tra sterili campanili, (come successo per il pit10 ndr) ma dovranno servire principalmente a ridonare al nostro territorio questa grande infrastruttura di collegamento. Da qui le varie bretelle di accesso capaci di mettere in comunicazione anche i comuni più piccoli ed isolati. È l’unica vera alternativa – conclude il primo cittadino di Bovino – allo stato pietoso della rete provinciale, ridotta a brandelli e causa dell’isolamento non solo fisico ma anche economico dei Monti Dauni».

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MONTI DAUNI NEL MONDO

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Michele Placido e Ambra Angiolini hanno celebrato la bellezza del patrimonio storico di Ascoli Satriano in una giornata che l’esposzione univerale ha dedicato ai Grifoni ”inviati di Puglia” I grifoni, sono stati grandi protagonisti della settimana dedicata alla Puglia. La scultura simbolo di Ascoli Satriano è stata definita inviata di Puglia, quale ambasciatore della terra Dauna all’esposizione universale di Milano. Nell’ambito della promozione della città dei Monti Dauni Mercoledì 26 agosto Palazzo Italia ha ospitato l’evento “I Grifoni di Ascoli Satriano. Mistero, mito e poesia da Saffo a Euripide” che ha visto la partecipazione straordinaria di Michele Placido, impegnato nella lettura di alcuni brani tratti dai testi dei più

noti esponenti della letteratura classica, e Ambra Angiolini la quale ha interpretato Medea di Euripide. Durante la settimana dedicata alla regione Puglia a Expo Milano 2015, l’evento ha voluto promuovere le bellezze del patrimonio artistico, archeologico e ambientale pugliese e stimolando così il turismo nel Mezzogiorno e la consapevolezza verso la tutela delle risorse del nostro Paese. Per l’occorrenza sono intervenuti il Sindaco di Ascoli Satriano, Savino Danaro, l’Assessore alle risorse agricole della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, l’Assesso-


I Grifoni a i l a t I ’ d o i l g o g or ad Expo 2015 23 settembre 2015

l’attrice Ambra Angiolini. Per Placido è stato motivo di orgoglio poter essere ancora una volta protagonista di un evento legato al proprio paese di origine. Placido non ha mai dimenticato le proprie origini, e già nella giornata in cui si è salutata la partenza dei Grifoni, lui stesso aveva garantito il proprio impegno affinchè la presenza dell’opera ‘arte di Ascoli Satriano non passasse inosservata. E così è stato. L’interpretazione della Angiolini e del Maestro Placido ha ricevuto il plauso degli organizzatori a partire da Diana Bracco, Commissario di

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re alla cultura del Comune di Milano, Filippo Raffaele Del Corno, il Commissario di Palazzo Italia, Diana Bracco, il Presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali del MIBACT, Giuliano Volpe, l’Europarlamentare Elena Gentile e il Direttore di Archeologia Viva, Piero Pruneti. Molto gradito dai presenti che hanno gremito l’auditorium di Palazzo Italia a EXPO 2015, lo spettacolo Teatrale “I Grifoni di Ascoli Satriano Mistero e Poesia da Saffo a Euripide” messo in scena dal maestro ascolano Michele Placido e

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Palazzo Italia munità che presente all’eha investito vento. tante risorse Orgoglioso economiche di quanta atnella cultura tenzione sia e nella riricaduta sui scoperta del Grifoni e sulla passato (vacittà di Asco- Un momento della conferenza che si è tenuta a Palazzo Italia - Expo Milano lorizzazione li Satriano, il archeologica Sindaco Nino Danaro «Oramai i Grifoni sono della Villa tardo-antica di Faragola e del Parco icona mondiale della cultura antica, da oggi Archeologico dei Dauni), continuerò nell’odiventano patrimonio collettivo indissolubile pera intrapresa e concentrerò le energie nel della nostra Ascoli, della Puglia, del Mezzo- rafforzamento di politiche di sviluppo in giorno e dell’Italia intera. - Continua Danaro - I grado di realizzare percorsi turistici e di accoGrifoni furono realizzati per una Ascoli ricca e glienza nei Monti Dauni e nell’intera Puglia. vivace. Dalla conoscenza del passato e dalla I Grifoni, bene comune, con l’ingegno dei consapevolezza del valore socio-economico cittadini e delle istituzioni saranno un imassunto all’epoca dei Grifoni, portante volano di crescita e dobbiamo ripartire nella diredi promozione per il nostro zione di uno sviluppo contradterritorio» Questo l’auspicio distinto da un sistema ricettivo del Sindaco. capace di accogliere il turista Nel comune dei Monti Dauni nell’ambito di un’offerta semfervono ora i preparativi per pre più qualificata, puntuale e un evento in occasione del diversificata. rientro dei Grifoni, previsto Dall’esperienza dell’EXPO, per metà novembre prossimo. come Sindaco della Città dei Anche in questo caso si tratteNino Danaro Grifoni e quindi di una Corà di qualcosa di eccezionale WIFI AREA

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Deliceto omaggia i suoi Emigrati

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È stato inaugurato il Monumento agli Emigranti voluto dalla Pro-Loco, realizzato dall’artista Cosimo Tiso Per Deliceto il 19 agosto è stata una giornata particolare, uno di quei momenti che resteranno negli annali della storia della città. Quegli eventi che non tutti i paesi riescono a metter sù, e per i cittadini di Deliceto dovrebbe essere motivo d’orgoglio da vantare. Nella cittadina dei monti dauni è stato inaugurato il monumento all’emigrante. L’iniziativa rientrante nel progetto “Migrantes” varato lo scorso anno dall’Associazione Turistica Pro Loco. Un progetto nato dal desiderio di Francesco Paolo Lavista, un emigrante delicetano, che vive da anni in Germania, di dedicare un monumento a tutti i delicetani che hanno lasciato la propria terra per un futuro migliore. E così mercoledì 19 agosto in via G. Bonuomo nei pressi dell’Istituto Olivetti è stato inaugurato il Monumento all’Emigrante opera del Maestro Cosimo Tiso di Ascoli Satriano, su bozzetto di Vitoantonio

Baldassarro. Un monumento di particolare bellezza artistica e di forte significato affettivo per chi negli ultimi due secoli ha dovuto lasciare la propria terra natia per cercare fortuna altrove, l’opera è un bassorilievo di circa due metri di altezza, posto su una base di circa un metro e mezzo e dal peso di 30quintali, dove viene raffigurato l’emigrante delicetano con due valige di cartone mentre lascia la sua terra e in cerca di lavoro supera le Alpi e gli Oceani, portandosi dietro le radici del suo paese, raffigurate nell’albero dell’elce, simbolo di Deliceto. in un periodo storico in cui siamo diventati il paese che subisce la più grande ondata di migrazione del mediterraneo diventa importante ricordare e far conoscere alle nuove generazioni quando a partire spinti dalla disperazione eravamo noi. Alla manifestazione, presenti tantissimi cittadini, sono intervenuti il Parroco Don Leonard Ka-


manzi che ha impartito la benedizione, il Sindaco del Comune di Deliceto Antonio Montanino e l’intera Giunta, rappresentanti del Comando Stazione Carabinieri e dei Vigili Urbani, Protezione Civile . Testimonial dell’evento il cantante Tony Santagata. Dopo l’inaugurazione del monumento in piazzale Belvedere è seguito il Concerto all’Emigrante con la partecipazione di gruppi folcloristici, musicali e teatrali di Deliceto. «Ci auguriamo che questa opera scultorea possa essere rispettata e considerata come un qualcosa di sacro. - sottolinea il presidente della Proloco Tino Baldassarre - Che sia, per tutti coloro che si soffermeranno ad ammirarlo, un monito di riflessione verso quanti, nel corso dei secoli hanno dovuto lasciare l’amato paese. Grazie infinite a Francesco Paolo Lavista, - continua Baldassarre -per aver proposto e in buona parte elargito, unitamente a quanti hanno sentito il desiderio di concorrere in modo fattivo».

Sopra il monumento all’emigrante di Deliceto. A destra Francesco Paolo Lavista promotore del monumento a cui è stato affidato il compito di issare la bandiera degli emigranti delicetani

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A scuola circondati dalle favole

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di Leonardo Anzivino

Realizzato nell’atrio dell’asilo dell’Istitito “N. Green” un grande murales con i protagonisti di alcune fiabe popolari

La Scuola dell’Infanzia di Ascoli si arricchisce di un’opera d’arte dedicata i piccoli studenti. Alla fine dello scorso anno scolastico è stato presentato un murales che rappresenta quattro tra le fiabe più conosciute in Italia. Le insegnanti , Grazia Mastracchio ,Anna Coluccelli, Tina D’Emilio, Maria Dapollo, Claudia Ricciardi, Carmela Sollazzo operano attraverso norme generali definite dal Ministero dell’istruzione, in modo che ogni bambino si senta riconosciuto, sostenuto e valorizzato. Il dirigente dell’Istituto Comprensivo Nicholas Green, Filomena Bubici , ha sostenuto e investito su questo progetto perché considera la scuola dell’infanzia un ambiente e un luogo in cui i bambini possono divertirsi e svolgere attività finalizzate a favorire lo sviluppo della fantasia, del linguaggio, della

simbolizzazione, oltre che promuovere la socializzazione. La scelta di realizzare il murales è stata dettata anche dall’amore che l’intero corpo docente nutre per i loro bambini, così grazie alla collaborazione di alcune mamme ( Marano Teresa, D’Adamo Mariangela, Martino Luisa, Quaranta Katia Melezio Antonella,Perlingeri Marianna, Flagella Jolanda, Cornacchio Patrizia) ma soprattutto alla professionalità dell’artista Mariangela Danaro laureata all’Accademia di Belle Arti di Roma e docente in Disegno e Storia dell’Arte, è iniziato questo meraviglioso viaggio nelle mondo delle Fiabe! Afferma l’insegnante Mariangela Danaro:«Il mio intento è stato quello di regalare attraverso le immagini e l’uso dei colori un


Foto di gruppo il giorno dell’inaugurazione: Tra bambini e Genitori gli insegnanti la Preside, il Sindaco Danaro e l’Assessore Gallo

emozione,liberando la mia creatività in modo spontanea e molto naturale per contribuire e favorire ad una crescita armonica nella mente del bambino ed in tutti i suoi aspetti: emotivo – affettivo – cognitivo – linguistico – sociale». Protagoniste del murales sono state le fiabe, perchè le fiabe sono l’espressione più pura e semplice dei processi psichici dell’inconscio collettivo. La scelta è ricaduta su quelle più popolari: La favola di Cappuccetto Rosso che suggerisce di non perdere la curiosità di conoscere e il desiderio di guardare ciò che c’è intorno a noi, cogliere occasioni nuove lasciandosi tentare dalle esperienze che si presentano. Quella dei tre porcelini presenta in forma metaforica il tema della “crescita” e della maturazione del bambino grazie all’esperienza. La morale della storia di Pinocchio in-

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A sinistra: Mariangela Danaro affianco al particolare di Bamby sul murales

segna che per diventare veri uomini, bisogna comportarsi bene, ossia rispettare le norme della morale comune.Tutta la storia di Bamby, invece, è dedicata al tema della famiglia, alla forza di volontà della protagonista nel saper affrontare le problematiche lungo il cammino della vita.

N. 17 del 23 settembre 2015 Periodico d’informazione per giovani sull’intrattenimento e tempo libero dei monti dauni e della provincia di Foggia

Direttore responsabile Alessandro Gisoldi info@lostruscio.it

Direttore Editoriale Andrea Gisoldi redazione@lostruscio.it

Editore Zeropositivo Aps corso dauno irpino,10

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Registrazione del Tribunale di Foggia n. 32/05

QUESTO GIORNALE NON RICEVE FINANZIAMENTI PUBBLICI


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Basta un temporale per isolare Rocchetta

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Strade invase dal fango, abitazioni allagate e coltivazioni distrutte. L’Amministrazione comunale intenzionata a chiedere lo stato di calamità naturale E’ Rocchetta Sant’Antonio il paese dei Monti Dauni più colpito dal nubifragio che domenica 20 settembre si è abbattuto sulla provincia di Foggia. Tutto è accaduto intorno alle 13 di Domenica. I nuvoloni neri hanno velocemente coperto il cielo facendo scatenare prima il vento, e poi pioggia fitta e grandine: pallettoni di ghiaccio sono piovuti dal cielo imbiancando tutto il piccolo centro dei Monti Dauni. La pioggia è scesa copiosa facendo diventare le strade cittadine dei veri e propri fiumi in piena. Ma i disagi più grandi si sono registrati appena fuori il centro cittadino, lungo la già martoriata provinciale 99, dove l’acqua ha trascinato centinaia di metri cubi di fango rendendo impossibile la circolazione. Rocchetta è rimasta isolata. Per alcune ore è stato impossibile accedere al paese per chi proveniva da Candela, diverse macchine sono rimaste intrappolate e si è reso necessario l’intervento di ruspe e pale meccaniche per liberare la strada dal fango. Questo episodio non fa altro che rimarcare le gran-

di problematiche che sono legate alla viabilità ed in particolare al ripristino delle condizioni di sicurezza sul tratto di Sp99 che collega Candela a Rocchetta come i cittadini rocchettani chiedono da tempo alle istituzioni. Oltre al problema delle strade si sono registrate anche diversi allagamenti di abitazioni e infiltrazioni che in alcuni casi hanno reso necessario lo sgombero in via precauzionale degli immobili. Ingenti anche i danni alle colture nei campi che circondano il paese. Ed in virtù di tutta questa serie di problematiche l’Amministrazione Comunale ha avviato una stima di segnalazioni di danni provocati dal nubifragio per valutare la possibilità di chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale. «Esprimo il massimo apprezzamento per il lavoro svolto da tutti gli amministratori, le impreseche hanno impiegato i propri mezzi, i ragazzi della protezione civile ed operatori impegnati sul campo» il commento del Sindaco Valentino Petruzzi al termine dell’emergenza.


La strada più stretta d’Italia è a Candela La “Trasonna”, tornata a nuova luce dopo i lavori di riqualificazione, è larga appena 38 centimetri ed è già stata visitata da centinaia di curiosi

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«Siamo riusciti a completare un'altra grande opera di riqualificazione urbana, che non ha interessato solo la "Trasonna" ma l'intero quartiere. Reperire fondi comunitari e regionali che consentono di non utilizzare risorse comunali è indispensabile per i piccoli comuni, soprattutto dopo i pesanti tagli imposti agli enti locali da parte del Governo centrale» ha spiegato il sindaco di Candela, Nicola Gatta. Dal giorno dell’inaugurazione la “trasonna” è diventata meta per diversi turisti che incuriositi dal record provano a passare dal piccolo varco del vicolo storico. e diventa l’esempio di come piccoli tesori visti con distrazione dai “paesani” possono diventare tesori attrattivi per favorire quello sviluppo turistico che si basa sulle ricchezze paesaggistiche, storiche ed ambientali. Nei prossimi mesi l’Amministrazione ha in serbo alcune iniziative che vedranno la “Trasonna” protagonista.

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Se hai una pancia abbastanza rotonda ti sarà difficile passare, ma l’esperienza di attraversare la strada più stretta d’Italia sarà sicuramente da mozzare il fiato. Metro alla mano non ci sono più dubbi è la "Trasonna" di Candela la strada più stretta d'Italia. Infatti con una larghezza media di 40 cm e con il tratto centrale largo appena 38 cm, batte la concorrenza di Termoli e Lucera. Riqualificata grazie all'ottenimento da parte del Comune di Candela di 318.500,00 euro di fondi regionali è stata inaugurata lo scorso agostop Gli interventi hanno permesso di riqualificare una delle zone più distintive del centro dauno, migliorando al contempo la vivibilità dei residenti. Tra le opere realizzate, una nuova pavimentazione in Largo Sanità e in tutte le vie adiacenti, la riqualificazione della "Trasonna", la costruzione di nuovi marciapiedi, di aiuole e l'implementazione, con nuovi corpi illuminanti, della pubblica illuminazione.

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di Nilla Pizzul

Ogni paese ha il suo pallone

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Ogni campanile ha la sua squadra di calcio, e sui Monti Dauni si fa i conti con squadre che scompaiono, con quelle che che vanno in altre regioni per giocare e con Presidenti che sognano di metter su grandi squadre Se Troia ride Candela piange. Il calcio sui Monti dauni si presenta ai nastri di partenza dei vari campionati con molte sorprese. Alcune negative come la mancata iscrizione di Rocchetta e Candela, ed altre positive e propositive come la campagna acquisti del Sauri (di Castelluccio dei Sauri) e le novità dirigenziali del Troia. Purtroppo sono molte le difficoltà per lo sport sui Monti Dauni, e anche il calcio ha i suoi problemi: bilanci che non riescono quasi mai a quadrare, difficoltà a creare compagini rappresentative con soli atleti della cittadina. La scelta di alcune società di coltivare i vivai giovanili per dare occasione di aggregazioni ai ragazzini punta a dare un futuro diverso al calcio dei Monti Dauni. Come continua a premiare la scelta di aggregare più società sotto un solo vessillo a rappresentare un gruppo di paesi come la Gioventù calcio Monti Dauni di Castelnuovo, Casalnuovo e Casalvecchio. Importante sta diventando anche l’esperienza delle squadre femminili come quelle di Rocchetta, Candela e Ascoli.

Alberona per la prima volta in Prima Iscrizione effettuata: per la prima volta nella sua storia: Alberona calcio parteciperà al campionato di Prima categoria molisana dopo aver vintio i play-off di seconda tre mesi fa. Nonostante le tante problematiche organizzative (si giocherà a Pietramontecorvino per indisponibilità del campo amico), il tecnico Umberto Pupillo (tanti anni di Serie D da calciatore) è il volto dell’ottimismo. Un cammino iniziato tre anni fa con una squadra di terza categoria composta da soli ragazzi di Alberona e che ha conquistato una promozione all’anno.


Troia ha un Presidente mica da ridere! Il comico Gianluca De Angelis è il Presidente Onorario del sodalizio gialloverde. «Tanto si è parlato, durante il Rosone D’Argento, del ritorno alle origini che mi ha spinto in quei giorni sulla strada che aveva portato i mie nonni, mio padre ed i miei zii dalla Puglia al nord Italia, a Milano per la precisione, luogo dove io sono nato e cresciuto e dove ho potuto realizzare la mia professione» afferma Gianluca De Angelis - «E così il calcio, che il più delle volte divide, questa volta ha sancito un’unione, un ponte tra Milano e Troia per me così magicamente nuova ed affascinante. Come nuovo Presidente Onorario - invio un caloroso abbraccio a tutti i componenti del nostro glorioso G.S. Troia con la speranza di poter veramente un giorno competere anche con Barcellona e Real Madrid».

Candela dice addio al campionato di seconda Candela rinuncia al campionato regionale di Seconda categoria. È la decisione presa dalla Asd Virgilio Maroso guidata dal Presidente Rosario Tucci. «In vista dei lavori che cominceranno a breve per il nuovo campo in erba sintetica, non potremmo sostenere una stagione su una campo di un’altra città - dichiara Tucci - per questo abbiamo deciso di valorizzare le risorse locali disputando con i giovanissimi un campionato conservando la matricola e l’anzianità della società in FIGC».

Rocchetta non ha più una squadra di calcio Rocchetta non ha più una squadra di calcio. Nonostante si sia tentato fino all’ultimo momento di radunare tutti i giovani calciatori del piccolo comune dei monti Dauni, alla fine non si è riusciti a metter su una squadra per iscriverla al campionato di seconda categoria. Persa anche la matricola in Figc.

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L’Associazione “Giovani nel Tempo” in collaborazione con Il Comune ha organizzato un’intera giornata incentrata sulla riscoperta delle tradizioni

Alberona ti riporta indietro nel tempo C’è anche Alberona tra gli 80 paesi italiani Bandiera Arancione in cui, domenica 27 settembre, si celebrerà la Festa Nazionale Plein Air, appuntamento dedicato agli amanti dello slow tourism, il turismo attento ai tesori dell’entroterra italiano. In occasione di questo importante avvenimento, domenica 27 settembre, ad Alberona si svolgerà la terza edizione de “Il Paese nella tradizione”. L’associazione culturale “Giovani nel Tempo” in collaborazione con il Comune di Alberona, ha organizzato un’intera giornata incentrata sulla riscoperta delle tradizioni. Il programma degli eventi comincerà alle 9.30 del mattino, con la prima sfilata di carri, figuranti e animali che rappresenteranno i mestieri e le arti di

un tempo. I costumi, gli strumenti e i saperi della civiltà contadina saranno il tema di una manifestazione che apre una finestra sul grande patrimonio materiale e immateriale della gente dei campi e del ciclo delle coltivazioni. Alle ore 13, i visitatori avranno la possibilità di pranzare nei ristoranti convenzionati dove saranno proposti menù turistici basati su piatti e prodotti della tradizione alberonese. Nel pomeriggio, a partire dalle 16, avrà inizio la seconda sfilata dei carri. Dalle ore 18 in poi, Piazza Civetta sarà animata da stand gastronomici, musica e poesie in vernacolo. Sarà una vera e propria festa d’autunno, caratterizzata dai frutti che segnano l’arrivo della nuova stagione.


Deli c eto da oggi ha i l suo castello sullo smartphone Si chiama “History Hub Deliceto” l’app che consente di effettuare una visita virtuale del Castello di Deliceto, nata dalla collaborazione scientifica e progettuale tra l’Università degli Studi di Foggia, il Laboratorio di Archeologia Digitale e Medievale, e l’associazione Hericool Digitools. L’APP permette all’utente di ‘passeggiare’ nel Castello ed accedere a tutta una serie di informazioni che descrivono i principali momenti di vita della fortificazione. «In questo modo – spiega Lorenzo Baldassarro - puntiamo a garantire anche “l’accessibilità fisica” anche agli utenti diversamente abili»

A candela sarà abbattuta la casa “deturpante” i n pi a zza «Sono felice di annunciarvi che abbiamo approvato il progetto per l’avvio delle procedure di esproprio e demolizione dell’immobile sito in piazza Plebiscito che rappresenta un elemento deturpante della nostra bella piazza. L’area sarà riqualificata tramite la realizzazione di una nuova piazzetta a servizio dei cittadini, con l’abbattimento delle barriere architettoniche di accesso alla Chiesta Madre, restituendo alla comunità uno degli scorci più belli di Candela.». Così il sindaco Nicola Gatta annuncia una nuova “rivoluzione” per la piazza centrale di Candela e la prossima demolizione di una casettina costruita qualche decennio fa proprio sulla sommità delle scale della Chiesa Matrice e che ha poco a che fare con il contesto architettonico che la circonda.

A Rocchetta l’i d ea per una sala poli f unzi o nale È stato approvato il progetto per i Lavori di Recupero dell’ ex Chiesa San Giovanni e per la riconversione in sala polifunzionale e riqualificazione urbana dell’area limitrofa allo storico edificio. Il provvedimento preso dall’Amministrazione comunale guidata da Valentino Petruzzi punta a sfruttare i finanziamenti regionali derivanti dall’ accordo di Programma Quadro rafforzato “Beni E Attivita Culturali” - FSC fondo di sviluppo e coesione 2007-2013” per una spesa prevista dal progetto di circa 300.000 euro. Con questa iniziativa Rocchetta punta a dotarsi finalmente di una sala polifunzionale comunale.


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iscoprire il piacere di farsi fare la barba con un metodo oramai dimenticato, scacciato via dal tram tram della vita del ventunesimo secolo, è quello che si promette a Bovino. Enzo Scapicchio e i sui figli hanno ripescato dal baule della tradizione di famiglia un antico metodo di fare la Barba. Questa famiglia da cinque generazioni acconcia baffi, barbe e capelli. Enzo, oggi con capelli e barba bianchi, racconta di quando è partito per l’america con suo padre e i suoi fratelli per aprire un salone da barba italiano a Chicago. Le cose vanno alla grande per gli Scapicchio nell’America degli anni 50. I barbieri italiani sono molto ricercati per il loro modo di fare la barba e per aver inventato un metodo tutto particolare che si avvale dell’uso di panni caldi e balsami. Ma la terra natìa chiama, e la famiglia Scapicchio torna a Bovino. Qui Enzo diventato oramai un giovane si sposa ed ha due figli, con moglie e figli segue l’esempio del padre e parte per la Germania per aprire un salone anche lì. L’esperienza di famiglia fa sì che le cose vadano molto più che bene al punto che nel giro di pochi anni i saloni diventano addirittura 4. Ma anche questa volta la “SAUDAGI” bovinese ha la meglio ed Enzo con Sua Moglie e i suoi figli, oramai adolescenti, torna a Bovino e torna alla guida del salone di famiglia. Qui Luigi e Sergio apprendono l’arte di famiglia e quel segreto di famiglia custodito nel baule della tradizione. Passano gli anni e quando la frenesia del nuovo millennio bussa alle porte anche di un borgo tranquillo come Bovino, Luigi ha l’intuizione di geniale di rispolverare quel modo “vintage” di fare la barba.

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È la risposta alla vita stressata del 2015. In un ambiente anni ‘30 in stile old America, i fratelli scapicchio guidati dal papà Enzo, camice bianco e barba ancora più immacolata. Il nonno buono che tutti vorrebbero avere, si prendono cura dei loro clienti con alta professionalità, stile, tecnica. E sorriso. Un vero e proprio trattamento di bellezza per gli uomini, 45 minuti tra olii, balsami e panni caldi. Il momento cruciale è la preparazione alla rasatura, quando i panni caldi, appunto, sono aromatizzati con un olio ad hoc. Soprattutto, attraverso il calore delle spugne queste essenze sprigionano ancora più profumo e, insieme, amplificano le loro qualità emollienti e lenitive. Il calore apre i pori della pelle favorendo una rasatura senza irritazioni. Segue un’accurata insaponatura del viso, il pennello nelle mani del Maestro Enzo si muove come se stesse dipingendo un quadro. E poi arriva la rasatura, non il solito taglio della barba, ma un’attentasequenza di gesti leggeri, stringendo tra le mani un rasoio a lama fissa. Il rasoio a mano libera permette una rasatura efficace e poco irritante. Un modo classico ma ancora attuale per radersi. Finita la rasatura seguendo il senso del pelo e con il contropelo, un massaggio dopobarba emulsivo. Quindi ancora panno avvolge il viso, ma questa volta freddo, per chidere i pori e distendere la pelle. Ecco messo in pratica il segreto che Enzo aveva portato nel baule partendo da Chicago e che ha trasmesso ai sui due figli. Ma oggi questa tradizione non può più fermarsi a Bovino, non può rimanere tesoro custodito della famiglia Scapicchio, e così Luigi e Sergio decidono di promuovere corsi per rasatura “Old Style” all’Americana. Nel piccolo comune dei Monti Dauni arrivano barbieri da tutta Italia: da Ge-

Da Sinistra Luigi, Sergio ed Enzo Scapicchio

nova a Palermo, da Roma ad Ancona, e finanche dalla Svizzera. Una volta al mese per una giornata la bottega di Bovino si trasforma nella scuola di “Barba” anche per le Donne, anche loro manovrano la lama con la maestria di un prestigiatore e massaggiano il viso con la grazia morbida delle geishe. Sono le “barbieresse”. Brave come gli uomini, anzi di più. Tagliano, rasano, modellano e, tra un colpo di lama e un panno caldo, fanno innamorare il mondo. La famiglia Scapicchio ha contribuito così ad abbattere un altro tabù come ammette la new entry nella squadra Scapicchio la “Barbieressa” Pina Serrecchia, moglie di Luigi: «All’inizio c’è diffidenza, una delle frasi più sentite è “Cosa ne vuoi sapere tu di barba, se non ne hai”, ma


dopo i primi il barbiere. colpi di raDa quelli soio dati con della vecdelicatezza e chia gemaestria, ogni nerazione dubbio scomai giovani pare. Farsi fare hipster che la barba da L’utilizzo di panni caldi prima della rasatura stanno riuna donna è lanciando la cosa più bella del mondo. Prendersi cura del la moda della rasataura all’italiana. E così il volto di un uomo è un po’ come essere mam- documentario Le forbici nel cassetto (uscita ma e amante allo stesso tempo. Dalla famiglia prevista, autunno 2015) raccoglie e mostra Scapicchio inizia forse il futuro della barberia. luoghi, personaggi, storie dei barbieri itaUn futuro in cui ci saranno sempre più donne liani e dei loro clienti. E tra i saloni scelti per capaci di utilizzare pennelli e rasoi a mano li- raccontare questa storia tra forbici, rasoi e bera e sempre più uomini felici di essere curati asciugamani non poteva non esserci quello dalle mani di una donna. di Bovino, il Barber Shop Scapicchio, il tempio L’Italia di oggi può essere raccontata attraver- della Barba Old style in Italia. so uno dei suoi più antichi e tipici mestieri:

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Maria Grazia Mongiello

... e i colori dell’anima

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Presentato il libro dell’autrice di origine santagatese nell’ambito delle festività estive appena trascorse presso i locali della Pro Loco di Sant’Agata di Puglia “Questo prezioso libro di Maria Grazia Mongiello non è un libro di poesia, o, quantomeno, non è solo un libro di poesia. Perché è anche un libro di didattica, condotto con grande acume pedagogico, alla Rodari; è libro di estetica, giacché dà il senso e la funzione della poesia; è libro antropologico per le puntuali osservazioni sulla civiltà contadina, sua organizzazione anche spaziale e architettonica (le viuzze e il suo dialetto). È anche un saggio filosofico per come considera il tempo e le modalità di viverlo. E poi, non è solo un libro di Maria Grazia Mongiello, in tutte queste sfaccettature dette, che lo fanno essere anche un libro di iniziazione alla vita. Esso è anche il “libro”, inteso come percorso umano e artistico, del padre della scrittrice, il pittore Leonardo”. Così lo scrittore e poeta Gianni Mazzei, nell’incipit della sua prefazione al libro di Maria Grazia Mongiello descrive il senso e il valore pro-

fondo del volume “Colori dell’anima - alle porte del sogno”. Il libro è stato presentato nell’ambito delle festività estive appena trascorse presso i locali della Pro Loco di Sant’Agata di Puglia. Abbiamo avuto l’opportunità di leggere le poesie della Mongiello e, pur nella certezza di non riuscire a fare meglio di chi, in maniera così puntuale e rigorosa, ha saputo tracciare il suo itinerario poetico, anche noi, da appassionati di tale forma d’arte, non vogliamo esimerci dall’offrire alla poetessa santagatese alcuni apprezzamenti che non sarebbe giusto lasciare nel nostro cuore. Prim’ancora che a noi, infatti, sono emozioni che appartengono a lei: ce le ha suggerite con i suoi versi. Il nostro, dunque, vuole essere semplicemente un atto di riconsegna di alcuni sentimenti che la lettura dell’opera di Maria Grazia Mongiello ha prima ispirato e poi generato nel nostro animo.


Come quello della bellezza, sentimento oggi così umiliato e maltrattato da questi nostri tempi distratti e sviati da una quotidianità che poco tempo concede al fascino della piacevolezza e della profondità. O come quello della semplicità, inteso proprio come genuinità, purezza, essenzialità. Bellezza e semplicità, dunque: un binomio che nelle belle poesie di Maria Grazia Mongiello trovano il modo di incarnare sogni e donare emozioni. Lo scrittore e poeta statunitense Don Marquis, diceva che fare poesia “…è come buttare un petalo di rosa nel Grand Canyon e aspettare l’eco”. Ecco, anche in questa occasione, abbiamo provato a “buttare” alcune poesie di Maria Grazia Mongiello nel fondo del nostro cuore, e siamo ri-

masti in attesa di ascoltarne l’eco. Che puntualmente è arrivato. Forte e chiaro, a riportarci suggestioni belle che ci hanno donato gioia, oltre a farci riflette sul fatto che parlare oggi di poesia o, più in generale, di rappresentazioni artistiche, implica davvero la difficile capacità di saper guardare oltre la superficialità dilagante, che puntualmente ci avvolge e ci coinvolge. In questo senso il poeta è un eroe giacché, come amava ripetere il poeta gallese Dylan Thomas, una buona poesia è sempre un contributo alla realtà. E Maria Grazia Mongiello, con queste sue poesie, ha certamente dato un valido e ottimo contributo alla realtà: quella sua, e di quanti avranno il piacere di poter leggere le sue poesie.

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Marcello Graziosi 23 settembre 2015

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