Lo Scirocco 2010 4

Page 1

Aboliamo le Province? No...

Prendersi cura di un cane abbandonato In una collettività sensibile e responsabile i canili sono soltanto luoghi di passaggio e punto di partenza di una nuova vita per gli animali randagi. Serve l’impegno di tutti

>10 R EDAZIONE :

Sotto lo stesso tetto Un settore trainante per l’economia e l’occupazione, che impegna e coinvolge numerosi settori, non vive certo uno dei momenti più floridi. Vi raccontiamo dell’edilizia, attraverso le sue professioni e una fiera

La cartapesta prende vita

Orchestrali per passione

Un’arte appresa, studiata e amata da adulta, personalizzata con il buon gusto femminile: Antonia Sabato di Taurisano ci racconta come è nata la sua bottega artigianale

La musica classica nel Salento, una realtà paralizzata con le eccellenze costrette ad andare all'estero. Una chiacchierata con il maestro Corrado D'Elia, docente al Conservatorio >22

>14-17

via Piave, 24 di Mery Albertini

I

n questi mesi, la proposta di abolire le Province ha scatenato un acceso dibattito, sia all’interno dell’opinione pubblica che delle classi dirigenti, tra chi si è dichiarato a favore e chi no. >5

Sostenibile, come una volta

73059

>23

““Il potere è arrogante, ma conosce le sottigliezze, nei modi” Benedetta Tobagi

UGENTO (Le) cell.

380.63.59.149 tel/fax.

0833.55.48.43 info@loscirocco.it

40.000

anno 2 numero 8

di Monica Daniele

A

rgomentare sullo stato attuale dell’edilizia abitativa è certamente cosa ardua se si considera la complessità del processo progettuale, costruttivo e gestionale di un manufatto edilizio moderno. Isolare argomenti che appaiono fondanti, sebbene da soli non fondamentali, al giorno d’oggi rende l’impresa meno complessa e più trasmissibile. Certamente, dunque, tra le questioni di maggiore interesse appare quella inerente il contenimento dei consumi energetici, interessando il consumatore a diverse scale: salute, comfort, benessere, redditività, sostenibilità, conservazione. > 16

per Via Craxi? di Francesco Piscopello

C

hiamatela “cavalcare l’onda” oppure “populismo del momento” ma l’idea partorita dal cittadino Antonio Negro, di intitolare una strada di Alessano a Bettino Craxi, è concreta e presto sarà posta al vaglio del Consiglio Comunale. L’iniziativa nasce dall’impegno personale di Antonio Negro, ex militante socialista e oggi convinto “pidellino”, che ha lanciato una raccolta firme dallo slogan semplice e quanto mai sagace: “Socialisti, facciamo intitolare una strada a Bettino Craxi anche ad Alessano!”. > 11

poltrone in meno? di Serena Rollo

legge. Finalmente, con il sì definitivo del Senato al Decreto Legge sugli enti locali, dallo scorso 23 marzo la semplificazione va in scena. Non solo nella tragicomica rappresentazione calderoniana del novello Nerone tra le leggi in fiamme che, con la scure in mano, aggiunge al tutto un che di boscaiolo che fa tanto Lega. No, la semplificazione acquista le più reali sembianze di un taglio del 20% degli incarichi elettivi negli enti locali. 40 mila poltrone in meno. Ovviamente tutto questo a partire dal 2011. Ovviamente chi si è già insediato potrà tenersi ben stretto il suo posto. Ovviamente non saranno toccati i 191 (inutili) consorzi di bonifica la cui questione viene demandata al Codice delle Autonomie. > 3

È



TEMI C A L D I

I

n quest’ultima campagna elettorale per le regionali, la Puglia ha messo in campo tutta la sua verve comunicativa. E la partita sul verdetto finale, che ha riconfermato il presidente Nichi Vendola alla guida della Regione, si è giocata soprattutto sulle strategie di comunicazione politica. Altro punto degno di nota è stato che tutti e quattro i candidati (Vendola, Palese, Poli Bortone, Rizzi), in maniera più o meno coinvolgente, hanno reso protagonisti i giovani. A prescindere dal colore politico, si

si è nutrita di se stessa ed è stata capillare sia nei contenuti che nelle modalità di promozione degli stessi. Quando, domenica 15 novembre 2009, nello spazio 7 della Fiera del Levante, il presidente annunciò la sua candidatura, la sua avventura iniziò con e dai giovani della neonata “Fabbrica di Nichi”; il resto (politici ed eventi vicini e lontani) gli era del tutto avverso. Da allora, come vuole una buona regola di comunicazione strategica, il punto debole di Nichi Vendola, il politico-poeta “solo contro

deolettere; il Nichi Bus e il Carpoolinea per portare a votare i giovani studenti e i lavoratori pugliesi fuorisede. Per Rocco Palese la strategia è stata un’altra. Con gli slogan “Basta chiacchere. È Palese”. “Basta bugie. È Palese”, la comunicazione per il candidato del Pdl, più che concentrarsi sulle azioni del proprio rappresentante, farne emergere l’impegno promuovendo il suo programma elettorale e dare così più visibilità anche agli stessi giovani del Clip, si è espressa sentenziando quasi sempre sull’operato

ENTI LOCALI

3

La politica della regina di cuori

La legge sulla semplificazione taglia 40mila poltrone: basteranno per rifondare la classe politica?

REGIONALI PUGLIA

Una questione di comunicazione “giovanile” Le campagne elettorali, gli spot e il futuro delle esperienze iniziate

FOTO: SALVATORE BELLO

tratta comunque di un dato incoraggiante. In particolare, nel testa a testa Vendola-Palese, il governatore si è affidato all’operosità dei giovani delle Fabbriche di Nichi, spazi social-politico-culturali (non solo comitati elettorali), mentre Rocco Palese ai giovani del Clip, Contenitore Libere Idee Pugliesi. Entrambi hanno utilizzato i social network, quali Facebook, Twitter e Youtube, ma sia su Palese che su gli altri candidati la comunicazione di Nichi Vendola è stata più efficace ed innovativa perché è partita da lontano,

tutti”, come recitava il suo manifesto per le primarie, è stato trasformato in punto di forza. La loquacità poetica di Vendola, “le idee e le azioni di una Puglia Migliore” del suo programma elettorale (politiche giovanili, lotta al precariato, salvaguardia dell’ambiente, no al nucleare, acqua pubblica, turismo e cultura) sono state assecondate dalla creatività. Da qui è nata una rete di iniziative ed idee, tra cui un sito sulle fabbriche di Nichi costruito ad hoc con buone azioni e consigli da seguire per l’autogestione delle stesse e la promozione della campagna; le vi-

dello sfidante più temuto, il governatore in carica. L’ironia sia sull’attuale che sulla precedente campagna dello stesso Vendola ne è stata il leit-motiv. Ora, sia a sinistra che a destra, ci si interroga sul futuro delle 150 Fabbriche di Nichi (tra Puglia, Italia ed Europa). Il presidente Vendola, nel suo primo discorso dopo la vittoria, ha parlato di convocazione degli Stati Generali delle Fabbriche di Nichi per una riorganizzazione delle sinistre affinché si possa “decidere cosa fare di questa esperienza per un cantiere di un’Italia migliore”. Qualcuno, queste Fabbriche, vorrebbe chiuderle; mentre altri si domandano se non ci sia il rischio di un eccesso di aspettative ed idolatria da parte dei giovani coinvolti in questa esperienza, tale da vanificare lo stesso impegno politico di cui parla il governatore Vendola. Del resto, i ragazzi delle Fabbriche di Nichi sono volontari e la precarietà dei giovani è il pane quotidiano del nostro tempo. Intanto, nel Dopo Fabbrica di Nichi, questa collettività giovanile continua ad esprimersi in rima dall’ambiente al sociale con un accento “equo-solidale”. Silvia Rizzello

(continua dalla prima pagina)

Eppure già da queste elezioni Province e Comuni vedranno ridursi il numero degli assessori che non potrà essere superiore a un quarto dei componenti delle assemblee. Semplificazione dicevamo all’inizio. Nella definizione che l’attuale governo ne ha dato si tratta di introdurre elementi di chiarezza e sistematicità nell’ordinamento, nell’intervenire sulla quantità delle leggi, nel contribuire alla qualità della regolazione, alla competitività e allo sviluppo del paese. Può allora coincidere con un semplice taglio di poltrone? Dato il clima di antipolitica che si respira oggi, qualcuno potrebbe preferire - come la Regina di cuori di Alice o come più concretamente fecero i francesi - il taglio della testa. Ma estremismi a parte, non sono in pochi a vedere nella semplificazione la possibilità di una rifondazione della nostra classe politica. La verità è che abbiamo ciò che questo paese merita. Guardiamo ai politici come espressione della riprovazione morale, li additiamo e in realtà non facciamo che godere delle loro bassezze che divengono giustificazione per le nostre. Emblematici in tal senso i casi politici, il più delle volte giudiziari, pugliesi: cupidigia, perverso desiderio di potere, nessuna disponibilità a fare un passo indietro, nessun progetto da offrire. Così chi non è riuscito alla Provincia tenta la via della Regione, chi ha perso la Regione impone comunque il suo candidato, il lupo si traveste da agnello. È l’intero sistema ad essere malato. Viviamo in uno Stato che meriterebbe non la rifondazione della classe politica, ma la sua stessa rifondazione. Tra poco ricorreranno i 150 anni dall’Unità d’Italia, eppure ci sembra che ci sia davvero poco Serena Rollo da festeggiare.



TEMI C A L D I

5 PROVINCIA SÌ PROVINCIA NO

“Gli slogan sono inutili: serve un riordino delle competenze” L’Assessore ai Servizi Finanziari e alla Programmazione Economica Silvano Macculi sull’abolizione dell’ente - 2ª PARTE (continua dalla prima pagina)

MOMart PROPOSTE

il MOtore Meridiano delle ARTi Da luogo di spaccio di droghe a culla della creatività

S

i chiama MOMart, Motore Meridiano delle Arti. Si trova ad Adelfia (Bari), è stato inaugurato il mese scorso, e sarà una fucina di idee ed estri artistici. Un tempo era il Moma, nota discoteca nella mappa del divertimento notturno pugliese. Nell’ottobre 2007, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Bari, fu sequestrata. La si riteneva luogo di spaccio di sostanze stupefacenti nata dai proventi di attività illegali del clan Palermiti. La Regione Puglia si interrogò sul destino del Moma e decise di riconvertirla in tempi celeri in un luogo altro per le giovani generazioni. Ed ecco che, il mese scorso, la vecchia discoteca ha cambiato pelle, carne e cuore ed è diventato MOMart grazie al progetto del Teatro Kismet Opera di Bari, appoggiato da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie,

con il sostegno della Regione Puglia e del Governo Italiano - Ministro della Gioventù. L’obiettivo è favorire un’alternativa al vecchio Moma scommettendo sulla creatività dei giovani. Questo è, infatti, il primo caso giudiziario in Italia in cui un bene viene riconvertito prima di essere definitivamente confiscato alla mafia. I canali saranno tre: Moma Live, luogo culturale esemplare, MomArt, laboratorio di artisti, Moma Hub, motore delle relazioni e della cooperazione internazionale in ambito artistico-culturale. Inizia da qui una nuova modalità di realizzare progetti intorno a beni sequestrati e non ancora confiscati alle mafie in nome di una politica e di una società civile che vogliono promuovere forme positive di cooperazione culturale e moltiplicarle dentro e fuori l’Italia. Silvia Rizzello

Tale proposta si basa su ragioni di carattere economico: l’esistenza delle Province, infatti, comporterebbe ulteriori spese a carico dei contribuenti, in quanto alcune competenze originariamente spettanti agli enti provinciali, sarebbero invece state devolute ad altri enti. In altre parole, si sarebbe creato un sistema in cui alcuni servizi e competenze sarebbero assolti, contemporaneamente, da più enti con la conseguenza di un aumento dei costi di gestione e dei conflitti tra enti. Ma la situazione caotica così scaturita è davvero imputabile in via esclusiva alle Province? La parola all’Assessore Provinciale con delega ai Servizi Finanziari e alla Programmazione Economica, Silvano Macculi, per cercare di fare luce su una questione davvero difficile e controversa. Assessore, come valuta il dibattito relativo all’abolizione delle Province? Il dibattito sull’abolizione delle Province è pertinente, in quanto la riforma del Titolo V della Costituzione, ottenuta con quattro voti di maggioranza, ha determinato un caos istituzionale. Oltre ai livelli istituzionali centrale e regionale, infatti, vi sono Province e Comuni, ma tra questi troviamo oggi anche le unioni di Comuni, le Ato per la gestione dei rifiuti, i Consorzi per la gestione dei servizi sociali e i “raggruppamenti” per i piani di zona. Occorre fare una scelta tra Province e aggregazioni di Comuni. Gli slogan “Provincia sì”, “Provincia no” sono inutili: serve un riordino delle competenze, per evitare sovrappo-

sizioni e stabilire “chi fa e che cosa”. La programmazione economica, ad esempio, può essere svolta dalla Provincia o dalle aggregazioni di Comuni. Riguardo la gestione dei rifiuti, in particolare, oggi hanno competenza sia i Comuni, sia le Province e le Regioni, con compiti diversi: bisognerebbe semplificare per evitare che sorgano dei conflitti fra i vari enti. Ciò accade, ad esempio, quando la legge nazionale prescrive qualcosa, mentre la Regione stabilisce cose diverse. Dopo la riforma del Titolo V, dunque, serve un riordino. A suo avviso, quale potrebbe essere la soluzione? Delle due, l’una: o si potenziano le aggregazioni di Comuni e si eliminano le Province. Visto che le Province esistono, è bene che si potenzino. A livello nazionale, infatti, nel piano di riordino delle autonomie locali già approvato in sede parlamentare, si sta andando nella direzione di un mantenimento delle Province e nella eliminazione di molti consorzi che gestiscono i servizi in forma aggregata. Occorre, tuttavia, una riforma costituzionale. Non si può affermare che la gestione dei rifiuti o dei servizi sociali sia di competenza delle Province, se oggi la Costituzione attribuisce tali materie ai Comuni. In base alla Costituzione, i Comuni possono decidere di condurre tale gestione in forma consortile o associata ma non può essere trasferita alla Provincia, che è un altro ente. Quindi, va stabilito un ordine; va stabilito esattamente cosa è opportuno che faccia la Provincia. Quale futuro per l’ente Provincia? La Provincia è un ente utile ma va potenziato. Non può rimanere un ente con un numero di dipendenti e di strutture considerevole e occuparsi di poche cose: dovrebbe invece avere maggiori competenze. Così come la Regione, distante dai cittadini come ente, farebbe bene a delegare più materie alla Provincia: è avvenuto per le valutazioni d’impatto ambientale e la formazione professionale. Bisogna procedere in questa direzione. Ad esempio, la valutazione di un piano regolatore generale di un Comune potrebbe essere fatta dalla Provincia senza che il Comune debba necessariamente recarsi a Bari per la verifica delle relative peculiarità territoriali. Anche perché la Puglia è una Regione più lunga che larga e, proprio per tale caratteristica, è molto diversa al suo interno. La Provincia, certamente, conosce meglio il proprio territorio rispetto a Bari che deve amministrare una Regione che si estende da Vieste sino al Capo di Santa Maria di Leuca. Mery Albertini


TEMI C A L D I

V

i è mai capitato di parlare ai giovani del passato, delle difficoltà incontrate dai nostri nonni nella loro misera vita, del loro sostare forzato alla volontà del “potenti”, a quell’accettazione muta degli eventi? Se sì, avrete per certo notato quell’espressione di compatimento di alcuni di loro e sui volti avrete senza dubbio letto pensieri come

Classe Scuola Elementare A.S. 1991/92

scrivendo con chiarezza le varie fasi del lavoro. Da ciò che ho capito, credetemi, era quello un lavoro duro che richiedeva rinunce, spirito di sacrificio, orari mai ben definiti. Un lavoro insomma difficile e gravoso che i giovani del passato hanno svolto per anni, ma nell’indicare la decadenza di quell’attività, sapete qual è stata la ragione principale? Nel momento del

spirito di sacrificio, la tenacia. I tempi erano cambiati, il benessere, l’agiatezza e il disimpegno che cominciavano a favorire le macchine avevano prodotto il cambiamento. Ma bisogna tener presente un fatto importante: in passato ci si piegava al lavoro fin da ragazzi. Mario Franza, il maestro Mario, mi piace sottolineare ciò, m’ha detto che ha cominciato a seguire il padre nel suo lavoro di costruzione dei muri di pietre a secco a undici anni, appena finita la scuola elementare. Quindi è venuto a contatto con le pietre che i contadini strappavano al suolo per guadagnare un fazzoletto di terra. È stato certamente, per un ragazzo di quell’età, un incontro-scontro con una realtà lavorativa pesante, difficoltosa, dura come la pietra che cominciava ad usare. Ma il lavoro ripetutamente svolto con sempre maggiore interesse lo ha reso “u cchiù ranne mesciu te carcara tu Scentu”. Senza dubbio il sole e la fatica hanno riempito di rughe il suo volto; la sofferenza sopportata in un lavoro così duro ha appesantito il suo corpo, ma da tutto il suo essere,

I giovani ieri e oggi

Il valore, la fatica e il sacrificio del lavoro dei nostri nonni: un’eredità che non può andare perduta questi: «Però era gente da nulla quella dei poveracci… non val la pena parlarne. Toccasse a noi, quella sorte, vi faremmo vedere…». Beh, le occasioni non mancheranno per verificare la validità di queste affermazioni. Alquanto incuriosita, intanto, nel mio lavoro di indagine sul nostro passato, mi sono avvicinata proprio ai nonni-giovani di ieri. Così ho potuto “vedere” il modo con cui essi hanno affrontato la vita e come attraverso un percorso fatto di rinunce, sacrifici, e tanto lavoro, sono diventati delle persone tutt’ora attive, che riescono, pur essendo avanti negli anni, a svolgere ancora quei lavori che li hanno distinti e apprezzati al tempo della giovinezza. I mestieri infatti scompaiono, ma i “segni” di attività che non si svolgono più sono sotto i nostri occhi ammirati. “Cu pane e senza pane” essi hanno realizzato in bene la loro vita conservando in sé l’umiltà, la semplicità e l’interezza dei buoni sentimenti. C’è da chiedersi se i giovani di oggi, vivendo nella libertà e nell’agiatezza, sarebbero capaci di raggiungere gli stessi risultati. Non a caso mi sono posta questa domanda. Il mio lavoro d’indagine sulle attività del passato, m’ha portato a visitare una “carcara”, un’antica fornace usata per la trasformazione in calce di una pietra particolare di cui in certe zone è ricco il nostro suolo. Per saperne di più mi sono rivolta all’ultimo “carcarulu tu Scentu”, mesciu Mario Franza. Egli si è mostrato disponibilissimo a darmi tutte le informazioni. Con molta semplicità m’ha detto “Ci oi ssai tuttu u triciclu ta carcara, tu ticu”. Così m’ha illustrato le varie fasi dell’attività usando con proprietà i termini opportuni e de-

cambio della guardia, nel momento cioè in cui i vecchi operai dovevano essere sostituiti, non si è trovato nessuno della nuova generazione disposto a continuare l’attività. Era venuto a mancare in loro la forza d’animo, lo

mentre parlava, si sprigionava un “qualcosa” che mi lasciava ammirata, che faceva pensare ai miracoli del lavoro, a quelli che lo sforzo costante nello svolgerlo operano nell’animo di un essere umano. Invecchiato, un po’

6

Inizia la canonizzazione per don Tonino Bello Il prossimo 30 aprile avrà luogo la prima sessione pubblica del processo canonico diocesano per don Tonino Bello. Il Tribunale, composto dal delegato episcopale, dal promotore di giustizia, dal notaio e dai notai aggiunti, ascolteranno i testimoni sulle “virtù eroiche” del vescovo e presidente di Pax Christi. In seguito avverrà la stesura di una dimostrazione ragionata, anche sulla base dell’archivio della postulazione, materiale raccolto a partire dal 20 aprile 2008, data di inizio del processo canonico. La Redazione indebolito fisicamente dagli anni, ma forte nello spirito, instancabile ancora nel lavoro. Ecco cosa ho “visto” in un giovane di ieri. Raggiungeranno questi risultati i nostri ragazzi di oggi? Ritengo che questi uomini del passato vadano premiati perché portano ancora oggi la bandiera di rappresentanza della gente, la nostra “gente”, dimostrando a tutti i valori posseduti, gli ideali perseguiti, le virtù conquistate. Noi viviamo in un’epoca di mutamenti tanto rapidi da non riuscire a volte a prenderne atto, rischiamo così di lasciarci sfuggire la storia di singoli uomini del passato che con il loro lavoro e il loro comportamento costituiscono per noi un modello di vita trasmettendoci un’eredità che non può andare perduta. Elena Colella

MICHELE FRASCARO

“L’importante nella vita è il coraggio delle scelte” Un omaggio al direttore del L’Impaziente, scomparso inaspettatamente a Supersano, durante un’assemblea pubblica con gli operai del gruppo Adelchi

ha riservato tanta trii possono scestezza ma altrettanta digliere tante gnità. Si può scegliecose nella vita, re di accontentarsi si può anche decidesempre, fare le spalre di non scegliere: lucce e dire che tandecidere di rimanere to non cambia nienspettatore indolente o te, perdere il lavoro aspettare che qualcoingiustamente e semsa accada, sperare che plicemente rassegiungano fortuna e gnarsi alle vessaziocose belle. Si può inni: si può, al contravece scegliere di esrio, lottare per il proserci, vivere attivaprio diritto al lavomente la forza delle FOTO: SALVATORE BELLO ro, magari salendo proprie convinzioni, modellando con le proprie mani nuove opportunità di esi- sui tetti di un municipio, riflettendo giorno e notte su cosa stere. Si possono scegliere le proprie inquietudini, confi- fare per non cedere mai più alla volubile rappresentazione nare i propri problemi nel quotidiano gioco delle parti, umana della giustizia e della verità. E ancora si può sceavere paura di ciò che l’infamia, spesso ricamata sui giu- gliere di non avere più niente da dire o di seguire la scia dizi degli altri, può arrecare alla propria forma. E si può pre-ordinata della parola viziata, selvaggia, senza forma; scegliere, invece, di andare oltre il piccolo costume, di guar- e si può al contrario innamorarsi della parola per dar voce dare negli occhi i bambini di Korogocho in Kenia, dove a chi viene continuamente relegato all’ombra di questa iml’unica acqua a disposizione è quella putrida che passa davan- mensa giostra. Non si può scegliere di morire a 37 anni: ti e dentro le case, è quella con cui sono a contatto quotidiana- la morte non concede a nessuno il diritto di scelta. Ma esimente i bambini, è quella con cui vengono lavati i panni e l’ac- ste una dimensione al di là e dello spazio e del tempo, in qua a cui si abbeverano i maiali come le galline, o le capre por- cui tanti uomini con il loro coraggio di vivere, hanno detate al pascolo nella discarica e sentire la vera angoscia nel posto, giorno dopo giorno una pietra al grandioso palazzo chiedersi se veramente la giustizia potrà mai albergare in- della Giustizia, affinché il mondo intero possa continuatorno a questa discarica, che è del 10% della popolazione, di re l’opera della sua edificazione. Una dimensione che non chi si arricchisce. E allo stesso tempo cercare di capire per- avrà mai una fine. Da Lo Scirocco un ringraziamento a Michele per aver fatto ché nel nostro Paese ci dividiamo per ogni storia e su ogni tema, Valentina Marra mentre qui una stretta di mano consegna un sorriso a chi la vita parte di questo immenso capolavoro.

S


TEMI C A L D I come una separazione costi ai coniugi ottomila euro solo per andare in tribunale, ai quali poi andava aggiunto il raddoppio delle bollette, dell’affitto e delle spese. È facile capire quindi come siano aumentate notevolmente le separazioni “in casa”, tanto da spingere la Cassazione ad accor-

I

l legame indissolubile del matrimonio diventa di anno in anno sempre meno indissolubile. Analizzando infatti i dati del Ministero della Giustizia relativi al 2009 si scopre che in Italia ogni anno quasi trecento coppie sposate su mille chiedono la separazione. Circa una coppia su tre quindi - a cui si deve aggiungere una coppia su cinque che dopo la separazione approda al divorzio. E come al solito, quando si parla di statistiche sono notevoli le differenze tra le varie regioni d’Italia. Ma stavolta il primato negativo non appartiene al Sud: sono infatti le regioni del Nord, Piemonte e Lombardia in testa, seguite da Trentino e Veneto, quelle in cui ci si separa di più. La Basilicata, la Calabria e la Sicilia, invece, sono le regioni in cui i matrimoni sembrano essere più resistenti, tanto da durare mediamente 15 anni, cioè un anno in più rispetto al resto d’Italia. Anche la Puglia si inserisce tra le regioni meno inclini a ricorrere alla separazione come soluzione di un matrimonio: si

O

ltre 22mila automobilisti europei hanno fatto da campione nell’indagine condotta dall’associazione Altroconsumo sull’affidabilità delle automobili. Cinque i paesi europei esaminati: Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Belgio. L’inchiesta, datata 2009, ha dimostrato come la maggior parte degli intervistati sia rimasto soddisfatto della propria auto, anche se acquistata ad un prezzo relativamente basso. Tra le auto nuove ritenute più affidabili: la rumena Dacia, di proprietà della Renault, conquista il terzo posto preceduta dalla Daihatsu e dalla Lexus, due marche giapponesi di casa Toyota. Ma è proprio la terza classificata Dacia a sbaragliare il rapporto qualità/prezzo, poiché con i suoi circa 12mila euro si trova nella categoria delle auto economiche ma - a detta della maggior parte degli europei - è una vettura molto affidabile. Con un indice di affidabilità (ricavato dalla frequenza delle risposte degli intervistati) molto superiore alla media, al quarto posto si piazza la Honda, seguita da Toyota, Mitsubishi, Mazda, Hyundai e Smart che si aggiudicano un livello di affidabilità an-

Quanto costa un posto in asilo nido Per una famiglia tipo (genitori e un figlio da zero a tre anni) la retta da pagare per un posto in asilo nido è ancora troppo cara. La spesa media si aggira intorno ai 300 euro al mese, con oscillazioni tra le varie città: la più cara è Lecco con 572 euro al mese; i più economici sono invece gli asili di Cosenza, con 110 euro mensili. In Puglia, la media è di 226 euro. Gli asili nido pubblici poi, sono ancora un miraggio, solo il 17,5% dei comuni italiani ne ha almeno uno, anche se negli ultimi anni la tendenza è in auLa Redazione mento.

7 Non ultimo il problema della lentezza dei procedimenti: a Bari ci vogliono 972 giorni per ottenere un divorzio, contro i 571 giorni necessari mediamente al Nord, e di anno in anno i tempi non fanno che aumentare. Pietro Fornaciari

I N P EZ Z I U N M AT R I M O N I O S U T R E

Finché divorzio non ci separi

Nel 2009 sono aumentate le richieste di separazione, ma al Sud la tendenza è meno marcata separano quattro coppie ogni mille, la metà di quelle della Liguria, ed arrivano al divorzio due coppie ogni mille. I motivi per cui gli italiani fanno ricorso più frequentemente alla separazione piuttosto che al divorzio vanno ricercati sostanzialmente in tre elementi, a cominciare dalle spese estremamente onerose che in questi casi si devono sostenere. Un’indagine di pochi anni fa del Sole 24Ore rilevava

dare anche a queste coppie lo status di quelle legalmente separate. Gli assegni di mantenimento meritano un discorso a parte. Da Nord a Sud anche stavolta sono notevoli le differenze, con gli assegni della Lombardia, ad esempio, che sono due volte più onerosi di quelli del Molise, lasciando intravedere dei margini di discrezionalità tali nelle valutazioni dei giudici da rendere ogni divorzio un caso a sé stante.

I N D A G I N E A LT R O C O N S U M O

Vorrei un’auto affidabile ed economica A sorpresa quelle che costano di meno sono le più sicure

cora superiore alla media insieme a marche come la Nissan, la Mercedes, la Skoda, la Bmw e la Jaguar, quest’ultima collocata al quindicesimo posto. Nella media troviamo la Volvo, la Ford, l’Opel, la Citroen, la Volkswagen, la Suzuki e la Peugeot. Inferiori alla media la Chevrolet, la Subaru e, con molto rammarico, la nostra Fiat che compare solo al ventisettesimo posto di una classifica che ha considerato 34 diver-

se marche e che vede agli ultimissimi posti l’Alfa Romeo, la Jeep e la Land Rover, auto che si accaparra invece l’indice di affidabilità più basso. I modelli che invece salgono alla ribalta per le auto nuove sono al primo posto ancora la Dacia modello Logan MCV 1500D, la Peugeot 207 1400 e la Fiat Panda 1200. Per l’usato in prima posizione troviamo la Toyota Yaris 1000, la Honda Accord 2200D entrambe del 2003, e ancora la Toyota modello Corolla 1400 del 2001. Valentina Rosafio


CORRISPONDENZE U . E .

Vivendoci vedi cose… S PAGNA

S

iamo in Europa, e l’intento è quello di arrivare, in un futuro forse ancora lontano, al risultato che le leggi dei singoli paesi seguano un’impostazione comune. La Spagna inizia il 2010 con la presidenza europea, e il Ministro de Salud, Trinidad Jiménez, impone dal 1 gennaio il divieto di fumo nei locali pubblici. Proprio come da noi. Beh, non proprio. La Spagna già aveva una

legge del 2006 che inaspriva le norme (i titolari di luoghi pubblici sotto i 100m2 potevano decidere se far fumare o no: l’80% lasciò fumare..). Siamo in Europa e siamo già ad aprile, e le discoteche sono bolle di fumo, i bar cortine di nebbia. Nulla è cambiato. Paese reale contro decisioni politiche. Il ministro è sicuro che dopo il favore politico verrà quello soLuca Nieri ciale. A ver qué pasa.

FRANCIA

Una giornata senza di noi

Vietare i takeaway per proteggere la salute

M

olti comuni dell’Inghilterra stanno proibendo l’apertura di nuovi takeaway (negozi che vendono cibi pronti da asporto) nel raggio di 400 metri da scuole, ritrovi giovanili o parchi per contrastare il crescente tasso di obesità e il rischio di infarto e malattie cardiache. È un tentativo per ovviare alla cattiva alimentazione. Ma qui manca proprio la cultura del mangiar sano. L’importante è riempirsi la pancia e subito, con cosa non ha importanza. Gran parte della popolazione

L

Questo spicchio di popolazione ha marcato così, non solo in Francia, l’importanza della propria presenza con la propria assenza. Il messaggio, promosso con energia dalla stessa giornalista, è quello del rispetto e della dignità, all’interno di una società in cui cittadini immigrati - capi saldi di molte attività professionali - si sentono troppo spesso cittadini di serie b. È già in programma la seconda edizione per il prossimo anno. Per maggiori informazioni visitare il sito : http://www.la-journee-sansimmigres.org/ Maria Grazia Petraglia

ricorre a cibi precotti, takeaway o fast food. Insieme all’aiuto del sistema sanitario locale, i comuni interessati cercano di convincere i negozi di fish & chips, take-away cinesi, indiani, pizzerie da asporto e kebab a offrire prodotti più sani e salutari, a ridurre il contenuto di grassi, sale e zuccheri nei piatti, cercando di mantenere allo stesso tempo gusto e costi. Per i britannici, però, il takeaway è proprio una dipendenza. Arriveranno a produrre i cerotti per chi vuoRenata Moio le smettere?

L’unione fa la forza IRLANDA

Il primo marzo gli immigrati si sono fermati

’iniziativa “24h senza di noi”, promossa dalla giornalista Nadia Lamarkbi per il primo marzo, ha visto alcune migliaia d’immigrati fermare le proprie attività, dal non recarsi a lavoro al privarsi dell’acquisto di prodotti, per un’intera giornata. La manifestazione ha avuto lo scopo di rendere consapevole l’opinione pubblica dell’importante ruolo economico ricoperto dalla popolazione immigrata. Nel corso della stessa giornata anche Italia, Grecia e Spagna hanno aderito allo stesso evento.

GRAN BRETAGNA

8

Il traghetto della gente di Cork

Q

uello che sta succedendo in Irlanda nella provincia di Cork è davvero ammirabile. Dal febbraio 2009 infatti, nel mezzo quindi della crisi economica, circa 600 irlandesi hanno investito dai 1000 ai 10.000 euro ciascuno per acquistare una nave traghetto che ristabilirà la tratta Swansea (Galles) – Cork. Da quattro anni infatti il servizio era stato sospeso e molte attività turistiche di conseguenza si trovano in grosse difficoltà. L’anno scorso queste persone hanno let-

teralmente creduto in un sogno, che il primo di marzo, il giorno della prima traghettata, si è avverato. Poche erano le certezze, allora, che il progetto andasse in porto e nulle le garanzie per i soldi investiti. La nave da acquistare venne identificata in Finlandia, 154 metri di lunghezza e una capienza di 1860 persone, 400 macchine e 40 camion. Julia è il suo nome ed è l’orgoglio della gente di Cork che ha rischiato i propri risparmi per un futuro più roseo per le proprie famiglie Paulice e la comunità.


“...dimorando sulle rive del Mediterraneo come formiche o rane intorno ad una palude...” Platone, IV sec. a.C.

NAPOLI. «L'incidenza e la mortalità dovuta ai tumori è inferiore nell’area Mediterranea rispetto alle aree più industrializzate del Nord Europa». Queste, in breve, le conclusioni di 3 anni di studi del MOS (Mediterranean Oncology Society) sulla incidenza dei tumori nei paesi rivieraschi al mare nostrum. Con questo studio è stato evidenziato «che ci sono cause che rendono i paesi più sviluppati più a rischio, nonostante la prevenzione e lo screening». Al MOS partecipano 20 Nazioni.

STRASBOURG (Strasburgo - Francia). Il Consiglio d’Europa, finalmente, nella funzione di garante della sicurezza dei cittadini, ha aperto un’inchiesta sulla paventata pandemia di influenza A che, per fortuna, non si è verificata. Ha convocato Keiji Fukuda, della Organizzazione Mondiale per la Sanità, per dare conto del perchè è stato lanciato un falso allarme. L’epidemiologo Wolfgang Wodarg, promotore dell’inchiesta, in una intervista pubblicata su UEB, aveva dichiarato «Da anni osservo l'evoluzione dell'influenza nel mondo. Ho constatato che per due volte l'OMS ha lanciato allarmi di pandemie senza alcuna prova scientifica [...] All'OMS sono più stupidi delle persone comuni visto che in Europa le persone hanno scaltramente evitato di farsi il vaccino: in Francia su 90 milioni di vac-

cini ordinati ne sono stati usati solo 6. [...] Dopo l'influenza aviaria, mai avvenuta, i governi di tutto il mondo chiesero alle case farmaceutiche di produrre grandi quantità di vaccini, con somme pubbliche garantite. Sapete qual era la condizione per far scattare i contratti? Che l'OMS dichiarasse la pandemia. E l'OMS ha dato il via libera a questo scandalo. Risultato: 5 miliardi di euro in vaccini buttati via in Europa, 20 miliardi nel mondo. Sì, con la nostra indagine vogliamo proprio scoprire chi c'è dietro tutto questo. [...] Dobbiamo tutelare interessi e salute pubblica, quanto abbiamo sperimentato è che milioni di persone sono state vaccinate senza che ci fosse bisogno. Si tratta di un danno causato alla gente, con l’unico fine di guadagnare denaro. Non è tollerabile tanto più che si tratta di un’agenzia importante quale l’OMS».

9

VISCO (in prov. di Udine). Non saranno più cancellate le testimonianze architettoniche dell’ultimo campo di concentramento ancora in piedi in Italia. Il regime fascista lo aveva realizzato, tra i tanti altri, in seguito alla occupazione della Lubiana slava, per internarvi e sopprimere gli oppositori. La tenacia dello storico Ferruccio Tassin ha salvato un “luogo della memoria” storica europea: un Decreto regionale ha posto i vincoli sul sito.

Rubrica a cura di Rolando Civilla

KONJIC (località a 50 km da Sarajevo). Il super bunker

atomico costruito dall’esercito federale jugoslavo fra il 1953 e il 1979 per ospitare, in caso di attacco nucleare, Tito e la sua famiglia, diventerà una galleria d’arte. Si estende per circa 6.500 metri quadri ed è situato a 280 metri di profondità. Costò al popolo della Juogoslavia l’incredibile cifra di 4,6 miliardi di dollari! Fu concepito per ospitare 350 persone, tra cui i famigliari del leader, e per garantirne sopravvivenza e autonomia per 6 mesi. Per la costruzione si adottò la massima segretezza: gli operai venivano bendati prima di essere condotti sul luogo di lavoro. I contadini di Konic non si accorsero nemmeno degli scavi e non seppero mai cosa stavano combinando i militari nella loro contrada. Il progetto di conversione è un’idea dell'intellettuale Jusuf Kacifeizovic. Dalla primavera 2011 ospiterà una Biennale internazionale di arte contemporanea battezzata “D-O ARK Underground”. La mostra avrà una durata di due anni e ospiterà artisti della regione balcanica e di altri paesi del mondo. Tra i partner europei si annovera anche il romano MLAC (Museo Laboratorio di Arte Contemporanea) diretto dalla docente Simonetta Lux.

BUCURESTI (Bucarest, Romania). Una associazione di piccoli allevatori e agricoltori, delle province rumene di Cluj, Salaj, Maramures e Bihor (Transilvania), ha intrapreso la vendita, tramite internet, dei propri podotti, biologici (certificati) e tradizionali. I consumatori locali possono ricevere il “cestino contadino” - questo è il marchio dell’iniziativa - ordinando online previo abbonamento. Il venerdì si possono ordinare formaggi, verdure, miele, pane, pasta, frutta, carne e altro. Gli acquisti saranno infilati nel cestino da consegnare, a domicilio, il lunedì. Ci sembra che questa iniziativa potrebbe essere un esempio interessante anche per le piccole aziende del Salento, inoltre, è perfettamente in linea con quanto rilevato dalla Kelkoo, società specialista in comparazioni dei prezzi. Nel 2009 sembra che le vendite on-line siano salite del

22% rispetto al 2008 e si prevede uno stesso incremento per il 2010. L’e-commerce europeo del 2009 ammonta a 143,7 miliardi di euro. La crisi ha favorito questo incremento: i consumatori sono alla ricerca del miglior prezzo senza rinunciare alla qualità del prodotto. In Francia, Gran Bretagna e Germania l’incremento del 2009 è schizzato oltre il 30%: insieme costituiscono il 70% del settore in UE. L’e-commerce in Gran Bretagna copre il 10% delle vendite, in Germania il 7%, in Francia il 5%. Si scende all’1% in Spagna e allo 0,8% in Italia. Secondo Kelkoo l’insuccesso è da imputare alla mancanza di un sistema di consegna rapido e ai bassi tassi di collegamento alla rete. In Europa, mediamente, il 64% delle case è collegato alla rete: in testa gli olandesi con l’80%, in coda Italia, Spagna e Polonia con il 49%.

SKOPJE (Macedonia). Recentemente il londinese Times ha raccontato la storia di Marko Calasan, un bambino prodigio di 9 anni, il più giovane al mondo ad aver superato gli esami di Microsoft Certified System Administrator. Il “Mozart del computer” così è stato soprannominato imparò a leggere e a scrivere già all’età di 2 anni; a 4 anni studiava, con ottimi risultati, la lingua inglese.

Attualmente è impegnato, in Slovenia, in un progetto di studio per la realizzazione di lezioni in formato Full HD rivolto ai suoi coetanei di lingua inglese. La stampa macedone riferisce che il primo ministro della Macedonia, Nikola Gruevski, gli ha offerto un lavoro in patria e che i genitori del genio stanno progettando di pubblicare un libro per raccontare come Marko abbia ottenuto i suoi successi.


IN PROVINCIA una delle volontarie - insieme con cani sani. Presentavano inoltre sintomi da stress, sembrava non uscissero mai dalle loro gabbie; non ci sono infatti volontari o associazioni che possano occuparsi dello sgambamento dei cani reclusi”. Dinanzi a questa catastrofica situazione non si poteva rimanere inermi. Le foto delle bestie recluse sono state pubblicate su Facebook, insieme ad un pubblico appello per le loro adozioni. Il giro delle immagini è sta-

10

rilevato nessuna irregolarità. Il gestore del canile a sua discolpa sostiene che la situazione precaria della struttura è dovuta all’inadempienza della maggior parte dei Comuni che dovrebbero versare le rette come previsto dalla legge. Le volontarie però, nonostante la tensione e le difficoltà incontrate, non demordono, ed insieme ad altri volontari si sono recati presso il canile

animali domestici a non abbandonarli; in secondo luogo suggerire alla collettività l’adozione di questi animali. “Il canile - aggiungono determinate le ragazze che hanno portato avanti la battaglia - dovrebbe essere un punto di partenza per una nuova vita degli animali abbandonati, alla quale arrivare attraverso l’adozione e non un punto di arrivo in cui morire....un luogo di passaggio, non una tomba. Il canile, da

TRICASE

Prendersi cura di un cane abbandonato Un appello alla responsabilità dell’intera collettività nei confronti di un problema alla deriva

I

n Italia il problema del randagismo rappresenta uno di quei cancri difficili da debellare. Lo è, forse ancor di più, la situazione in cui sono costrette a vivere queste povere creature una volta tolte dalla strada. In alcuni canili è come se vivessero in delle prigioni, scontano una vera e propria pena, colpevoli solo di essere stati abbandonati dai loro padroni. Ma chi è l’uomo per decidere di ingabbiare un innocente, anche quando quell’innocente è un animale? Forse proprio questo interrogativo ha spinto delle volontarie, provenienti da diversi paesi del basso Salento, a ribellarsi all’egemonia dell’uomo. Tutto ebbe inizio per caso, in un pomeriggio di gennaio, quando una delle volontarie avendo smarrito il proprio cane si recava presso il canile di Tricase. La situazione si presentava impressionante, cani costretti in delle fredde gabbie di cemento fatiscenti: “nelle stesse cuccette vi erano cani affetti da evidenti malattie altamente infettive- racconta

to ampio e fulmineo; presto sono giunte anche al cospetto di Edoardo Stoppa, inviato della trasmissione “Striscia la Notizia”, che incuriosito ha preso subito contatti con le volontarie per verificare la veridicità di quanto pubblicato. Così è stato realizzato un servizio sul canile di Tricase, trasmesso su Canale 5 lo scorso 22 gennaio, grazie al quale è stata diffusa la terribile situazione in cui sono costretti a vivere molti degli animali che abbandoniamo. “Purtroppo - afferma una delle volontarie - il servizio di Striscia non ha sortito un grande effetto, almeno non quello sperato. Le grandi associazioni animaliste non hanno preso posizioni anzi, si sono tirate indietro; ad eccezione di Freccia 45 che ha immediatamente denunciato il tutto chiedendo alla Procura di Lecce il sequestro del canile”. La Procura ha ritenuto di non procedere al sequestro dell’immobile, in seguito ai controlli effettuati dai NAS, che non hanno

Servizi per il benessere sociale CASARANO

Lavori in corso per il Piano di Zona 2010/2012; si attendono i risultati

D

opo la presentazione ufficiale avvenuta il 30 gennaio di quest’anno, sono partiti i lavori di attuazione del Piano Sociale di Zona 2010-2012 e del Piano delle Infrastrutture Sociali dell’Ambito di Casarano. Si tratta di due documenti di programmazione che ridisegnano il sistema di welfare locale. I fondi previsti sono circa 10 milioni di euro, di cui 7 destinati ai servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inclusione sociale e lavorativa, e i restanti 3 serviranno invece a finanziare la realizzazione di infrastrutture sociali. Sette i comuni appartenenti all’Ambito di cui Casarano è capofila: Taurisano, Collepasso, Supersano, Parabita, Matino e Ruffano. Il piano 2010/2012 si sviluppa secondo le linee guida definite dalla legge 328/2000 che disciplina i Piani di Zona, ha cioè la finalità di contribuire al benessere delle persone e al miglioramento della qualità della vita individuale e comunitaria.

Le aree di intervento riguardano ovviamente tutto il settore del sociale, dalla famiglia agli anziani, dai minori alla disabilità, non ultimi il settore dipendenze e immigrati. Tra le novità più importanti rientrano la creazione del Servizio Sociale Professionale con sede a Casarano, che interagirà costantemente con le sette sedi, una per comune, e del servizio di Segretariato Sociale, una sorta di Front Office a cui il cittadino potrà rivolgersi per ricevere consulenza e orientamento. Nuovo anche il servizio di Pronto Intervento Sociale che prevede, per i casi di emergenza, la reperibilità delle Assistenti Sociali fino alle ore 23. La funzionalità dei nuovi servizi sarà inoltre resa possibile attraverso lo sviluppo di una rete di welfare “leggero” che si avvalga non solo della cooperazione tra Comuni e Asl, ma anche di tutti gli enti, associazioni di volontariato e parrocchie, che agiscono per scopi sociali. Maria Antonietta Quintana

di Tricase per adottare personalmente dei cuccioli: ne hanno salvati ben 30! Certamente non è stato risolto il problema: il modo migliore, suggeriscono le stesse volontarie, è innanzitutto scuotere gli animi delle persone, sensibilizzando i padroni degli

elemento di disturbo, ghetto relegato in un luogo isolato deve diventare centro di visite e percorsi educativi, anche per le scuole, al fine di migliorare il rapporto persona-ambiente-animale con lo scopo di incrementare le adozioni dei cani, il cui mantenimento grava altrimenti sulle casse pubbliche”. Daniela Ricchiuto

È Matino il nuovo polo per la disabilità MAT I N O

Previsti tre milioni di euro per la realizzazione di adeguate infrastrutture sociali

S

econdo quanto previsto dal Piano di Zona 2010/2012, ad ognuno dei sette comuni che rientrano nell’Ambito di Casarano è assegnata una delle aree sociali divise tra: Famiglia e Minori, Povertà e Disagio Adulti, Disabili e Salute Mentale, Anziani, Dipendenze e Immigrati. Una scelta che permetterà ad ogni ente di specializzarsi in materie specifiche e diventare punto di riferimento per tutti i cittadini dell’Ambito. Al Comune di Matino è stato affidato il settore della disabilità fisica e psichica. Molti sono gli interventi da attuare, indirizzati all’inclusione sociale e lavorativa. È prevista, inoltre, la creazione di una rete sociale a sostegno delle famiglie e la realizzazione di nuove strutture. Grazie al Piano delle Infrastrutture Sociali, in cui è stato previsto un fondo d’in-

vestimento di 3 milioni di euro, sarà possibile costruire o ristrutturare edifici siti nei sette comuni, tra cui il Centro diurno per anziani (Collepasso), il Centro educativo diurno per minori ed il Centro polivalente per anziani (Taurisano). Rientra in questo progetto di finanziamento anche il Centro Aperto Polivalente per minori di Matino. In realtà per lo stesso centro, così come spiega l’Assessore ai Servizi Sociali di Matino, Giorgio Toma, “il Consiglio Comunale ha già approvato un progetto che risulta attualmente in attesa di finanziamento da parte della Regione”. L’Assessore ha inoltre ringraziato, per tutto il lavoro di progettazione svolto sino ad ora, l’Ufficio Servizi Sociali e l’Assistente Sociale del Comune per l’impegno e la professionalità dimostrata. Maria Antonietta Quintana


IN PROVINCIA

C

hi di recente ha potuto visitare o partecipare alle celebrazioni in Cattedrale, certamente, avrà ammirato la tela collocata lungo la navata centrale della chiesa, sulla parete rimasta vuota per lunghi anni, dov’era già un antico quadro poi

trafugato o addirittura distrutto. Il dipinto, olio su tela, dalle considerevoli dimensioni, (300x200 cm) raffigura il martirio di San Vincenzo, patrono della Città di Ugento e della stessa diocesi. Autore dell’opera è un giovane sacerdote, don Gianluigi Mar-

11

zo, vice parroco nella parrocchia di Santa Sofia a Corsano, che su commissione di un ignoto cittadino ugentino ne ha compiuto la realizzazione da perfetto autodidatta. Da qualche anno, infatti, si diletta nell’arte della pittura, come testimoniano le diverse opere realizzate e conservate nella chiesa barocca di Santa Maria dell’Idria a Lecce, nell’Hospice di Tricase e altre ancora con le quali ha allestito varie mostre di beneficienza, l’ultima “La Creazione”, lo scorso anno. Incontrandolo siamo venuti a conoscenza di alcuni particolari sull’opera e sull’iter della sua esposizione nell’edificio sacro. La commissione giunse nel mese di gennaio, di comune accordo tra il parroco della Cattedrale, don Pietro Carluccio e il compianto Vescovo,

ghiera, esaltano le liturgie. Osservando la tela, è facile capire come l’arte venga utilizzata dall’artista per istruire il credente in modo semplice e diretto, cercando di fissare nella sua mente i principi della fede, determinando un intenso coinvolgimento psicologico. Fulcro dell’intera composizione è la palma, simbolo del martirio, consegnata a San Vincenzo dall’angelo, in segno di vittoria sulla morte e sui suoi carnefici, che con lo sguardo chino, intenti a “stracciare” ogni simbolo che richiami la Fede cristiana, si contrappongono a quello sguardo levato verso il cielo, incurante di ogni dolore sofferto. È bello ascoltare la naturalezza e la profondità con cui don Gianluigi parla del suo amore per

Il dipinto ritrovato UGENTO

La tela, opera di don Gianluigi Marzo, ritrae San Vincenzo Martire Mons. Vito De Grisantis, che ne decise la collocazione. Fin da subito ha destato stupore, in quanti lo ammirano; la perfetta sintonia con cui si sposa, nelle illusioni visive, nelle cromature e nelle simbologie iconografiche, con i decori aulici della Cattedrale, tipici del linguaggio barocco, che richiamano lo stile del Caravaggio, artista ammirato e ripreso dall’autore e con cui si è iniziato alla pittura. Non è cosa facile, per un’opera di recente manifattura, entrare in sintonia con una teatralità stilistica datata ad un lontano ‘600. Forse non si fa caso, ma il gioco delle luci, le icone suggestive, l’uso sapiente delle ombre, che nei secoli penetrano in punta di piedi, nel buio delle antiche volte e nei ritocchi del restauro, non sono aspetti secondari per una chiesa: aiutano il raccoglimento, accompagnano la pre-

(continua dalla prima pagina)

È il 24 gennaio, il giorno delle primarie regionali del Pd, quando lei decide di scendere in piazza invitando la cittadinanza a firmare la petizione per intitolare una strada del paese a Craxi. Come è nata questa idea? L’idea era meditata da molto tempo. In occasione del decennale della sua morte sulla spinta anche di molte cerimonie in tutta Italia, prima su tutte quella di Milano, ho

pensato di proporre l’iniziativa anche ad Alessano che vanta nella sua storia politica una forte presenza del Partito Socialista negli anni ’80, l’età d’oro del Craxismo. Com’è stata la partecipazione della cittadinanza? È stata sorprendente, sebbene temessi ostilità e titubanze, il consenso è stato inatteso e nel giro di pochi giorni ho raccolto le firme necessarie. Quante firme è riuscito a raccogliere?

l’arte, riconoscendola, soprattutto, come dono di Dio: “l’arte ha una sua sacralità ed io ogni volta mi accosto indegnamente ad essa”, e poi come contemplazione di ogni singolo momento vissuto ed emozione provata. Pur ignorando le diverse tecniche artistiche, ci confida che ogni suo lavoro è frutto di ispirazione, estro e creatività; chiedendogli, infine, dove trovasse il tempo per dipingere, ci risponde: “Non perdo tempo” - e precisa - ho un’alta concezione dell’arte e ne resto deluso quando pur di essere “mercanteggiata” viene sottoposta a qualsiasi inganno, derubandola di ogni valore”. E noi, siamo ben lieti di confermare che: “lo ingegno del pittore” è come lo specchio sulla sua anima, “il quale sempre si trasmuta nel colore di quella cosa che ha per obietto”. Chiara Congedi

ALESSANO

Scusi, per via Craxi?

Audace proposta di intitolare una strada al discusso politico Per ora circa 70, ben oltre il numero legale richiesto per convocare un consiglio comunale ad hoc per discutere la proposta. L’iniziativa è stata sostenuta anche da esponenti politici? Sì, la partecipazione è stata trasversale agli schieramenti politici fatta salva l’ala più “giustizialista” della sinistra. La petizione sarà proposta dai consiglieri del Pdl, ma anche alcuni esponenti dell’amministrazione di centrosinistra hanno dato il loro sostegno all’iniziativa, in ogni caso sarà l’intero consiglio comunale a decidere. Come pensa che reagirà la cittadinanza a questa iniziativa? Questo non lo so, la cittadinanza è varia e sicuramente troveremo ostilità ma il nostro desiderio è quello di creare un dibattito facendo partecipe la popolazione affinché si possa rivalutare ciò che ha fatto il Craxi politico, facendo emergere gli ideali di libertà e di riformismo. Un riformismo che oggi manca tremendamente all’Italia. Allora quale appellativo pensa sia più opportuno aggiungere a Bettino Craxi sull’eventuale targa? Statista,

politico, o “uomo dagli ideali di riformismo e libertà”? È una bella domanda, mi auguro che verrà discusso anche questo con la collettività, l’importante è che la proposta passi nel consiglio. Speriamo bene. Sono passati 17 anni da quando sotto la pioggia di avvisi di garanzia Bettino Craxi sottraendosi alla giustizia, lasciava l’Italia in una latitanza mascherata da esilio. Il primo marzo è stata inoltrata la richiesta di convocazione di un Consiglio Comunale Straordinario aperto al pubblico per dibattere la questione. Forse un giorno sullo stradario di Alessano accanto a “piazza don Tonino Bello”, “via Di Vittorio”, “via Mazzini” e “via Pertini”, troveremo anche “via Bettino Craxi”, per rimarcare, se ancora ce ne fosse bisogno, l’inevitabile contraddizione che aleggia intorno all’uomo che ha scritto, nel bene e nel male, pagine importanti della storia di questo paese. Francesco Piscopello


IN PROVINCIA

V

ergine te la Nunziata de Tuje, ricordate te me comu l’Eternu Patre se ricurdau Te. Te mandu l’Angelu Gabrieli cu Te saluta cu l’Ave Maria: io ‘nchinu la capu e dicu Matre mia, Maria Nunziata ricordate te l’anima mia”. La recitano i fedeli giungendo a Tuglie a piedi dai paesi vicini, quest’antica preghiera, per rendere onore all’Annunziata, nei giorni in cui la città si veste a festa con ricchi e suntuosi festeggiamenti religiosi e civili. L’Annunziata di Tuglie ha un suo fascino particolare perché è la prima festa patronale di primavera ed una delle più importanti per la sua storia centenaria. L’origine si ritiene databile intorno al 1750, quando furono completati i lavori di costru-

DA 260 ANNI

Tuglie in festa per la Madonna dell’Annunziata Il programma dei tre giorni di una delle feste più antiche del Salento

zione dell’attuale chiesa e la stessa fu dotata di arredi e statue, compresa quella della patrona. Quando arriva la festa i tugliesi si fermano, giungono gli emigranti e gli studenti ritornano dalle loro città di studio. Tutto il paese converge verso il centro storico, unico palcoscenico illuminato da parature imponenti, più di un chilometro di gallerie con frontoni alti più di venticinque metri. Sabato 17 aprile alle 10.00 ha luogo l’inaugurazione dell’antica festa. In piazza Garibaldi una squadra dei Vigili del Fuoco posiziona la bandiera italiana e quella europea, mentre i gruppi bandistici Città di Scorrano e Città di Aradeo intonano l’Inno di Mameli. Contemporaneamente in via Schipa si svolge la 5° Gara podistica per ragazzi. Alle 19.00 ha inizio la funzione religiosa nella chiesa matrice con la recita del Santo Rosario e la preghiera alla Madonna An-

12 nunziata. Alle 20.00, piazza Garibaldi è un tripudio di festa. Tra due ali di folla impaziente e gioiosa, dalla Chiesa Matrice si snoda la processione che gira per tutto il paese addobbato a festa. La serata continua con l’esibizione sulla cassarmonica dei concerti bandistici. Domenica 18 aprile, all’alba, lo sparo di fragorosi fuochi pirotecnici annuncia il giorno di festa. Dalle 7.00 in tutte le chiese vengono celebrate Messe Solenni, mentre in mattinata ha luogo la “260° Fera te la Nunziata”. Istituita a metà del settecento da Carlo III° di Borbone, la fiera-mercato viene classificata su antichi documenti “di notevole importanza” ed è specializzata per gli attrezzi agricoli e casalinghi, ma anche per i volatili da cortile. Gli animali maggiormente scambiati sono i pulcini. Dalle 8.00 fino a sera, in via Principe di Piemonte, l’Associazione Ekagra organizza “Arte in Strada”, mercatino dell’antiquariato, artigianato ed enogastronomia salentina con l’animazione dei gruppi bandistici. Contemporaneamente si svolge “Interior” mostra concorso fotografico e l’Itinerario dei Sensi, un gustoso percorso nel circuito della festa. Alle 9.00 prende via il raduno d’auto e moto d’epoca con esposizione fino a tarda serata ed annesso mercatino di scambio. Nell’arco della giornata prestano servizio i concerti bandistici Città di Racale e Città di Francavilla Fontana. Alle 11.00 presso la Chiesa Matrice viene celebrata una Messa per tutti gli emigranti tugliesi mentre alle 12.00, come antichissima tradizione vuole, la processione per le vie del centro storico con il simulacro della Madonna e subito dopo la benedizione dei campi che avviene in aperta campagna tra i maestosi ulivi secolari. Alle 13.30 si svolge una gara pirotecnica che vede sfidare prestigiose ditte nazionali. Alle 19.00 solenne celebrazione eucaristica mentre in Piazza Garibaldi, esibizione dei concerti bandistici. Lunedì 19 aprile, dalle prime ore della giornata in piazza Garibaldi, Via Risorgimento, Via Trieste e Via Plebiscito si apre il tradizionale mercato della “Nunziateddhra”. La giornata è allietata dal concerto bandistico Città di Aradeo. Alle 19.00 nella Chiesa Matrice, celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della diocesi Nardò-Gallipoli, Mons. Domenico Caliandro. Alle 20.30, conclude in bellezza la festa patronale, l’atteso spettacolo di Uccio De Santis ed il suo Mudù. Piazza Matteotti ospita un grandioso Luna Park. La festa dell’Annunziata è molto sentita dal popolo tugliese. Una tradizione che sopravvive alla modernità e diventa un’attrazione per un’atmosfera unica, colma di fede. Una festa che rappresenta in tutto il Salento, la prima festa di primavera. È stato e sarà sempre così. Per maggiori informazioni sul programma www.agendasalento.it Gianpiero Pisanello


IN PROVINCIA

13

TRICASECOMICS

Fumetti e cartoni animati a Tricase Al via la seconda edizione dal 14 al 16 maggio

TRICASE

La nuova sede della biblioteca Trasferita in via Micetti, si consoliderà come punto di aggregazione e formazione

V

errà trasferita presso l’edificio comunale di via Micetti la sede della biblioteca del Comune di Tricase. La decisione è stata raggiunta nel mese di gennaio, con delibera di Giunta n.31, consentendone così una sistemazione definitiva. Utilizzato nel corso degli anni come sede di scuole di diverso ordine e grado, l’edificio di proprietà comunale è costituito da un piano seminterrato, uno rialzato e un primo piano e ospita attualmente una sezione di Scuola Materna. Situato nel centro della città e confinante con le storiche strutture dell’Acait quale punto di aggregazione so-

cio-culturale per le scuole, per le associazioni e per i cittadini, adeguatamente attrezzato e sistemato continuerà ad essere un importante contenitore informativo-culturale per la città di Tricase e per l’intero Capo di Leuca. “Ho fortemente voluto, sin dal primo momento del mio insediamento, trovare una sede definitiva e di proprietà comunale per la Biblioteca e gli Archivi comunali e, fra l’altro, venire incontro alle richieste delle Associazioni comunali per avere uno spazio comune da utilizzare per le diverse esigenze”. Così ha commentato l’Assessore alla Cultura, Nunzio dell’Abate, che adesso auspica anche una celere realizzazione del progetto. La Redazione

NEVIANO

Il 9 maggio tra arte cultura e natura

Il CTG, Centro Turistico Giovanile, propone e organizza serate e occasioni di incontro

L

a campagna di Neviano, immersa nei giorni di maggio in un verde color lega nord, ospita, con una mescolanza di paesaggi urbani da medio-oriente, la XXVII Passeggiata in Bicicletta. Tradizionale appuntamento primaverile che il CTG, fulcro e contenitore culturale, attivo sul territorio dal 1982, ha fissato nel calendario delle sue manifestazioni per domenica 9 maggio. Entra la poesia, la musica, il teatro, la natura; c’è anche il lungo pomeriggio dei “Gio’ madonnari”, domenica 2 maggio, spazio completamente dedicato ai bambini e ai loro disegni sull’asfalto, con l’edizione numero quattordici. È un continuo fermento e creatività, che anima e muove le varie componenti dell’associazione. Il teatro che riproporrà nelle calde e dolci sere d’estate nell’incantevole scenario che l’oratorio parrocchiale offre, i classici di autori dialettali (William Fiorentino, Raffaele Protopapa) in un’interpretazione brillante e virtuosa, di personaggi e situazioni tipicamente salentine, è il volano che muove ad arte l’intero baraccone. Tommaso Latino, presidente del CTG (Centro Turistico Giovanile) di Neviano, aggiunge, nella chiacchierata che abbiamo fatto, che econo-

micamente si autosostengono, hanno una sede per gli incontri e le programmazioni, le prove di coro e teatro. Un legame ancestrale, un impasto con la materia terra, un rimanere accarezzati da gesti e sapori che il tempo ha portato via, i versi di “Terracate” il libro raccolta di poesie di Valeria D’ospina riporta ad atmosfere contadine, semplici. Militante da sempre e portavoce del CTG, vincitrice insieme a Pina Greco (Sole ntra ‘le nuveje) di svariati premi nazionali di poesia dialettale. Via via ci si addentra a conoscere le varie angolature che l’associazione usa per scrutare la realtà, si rotola così sino alla musica e ai canti popolari, le serenate alle spose, i canti religiosi. Il coro con reminescenze tirolesi testimonia un passato da emigrante per molti dei suoi componenti Rocco Iasi più anziani.

R

itorna, dopo il successo della prima edizione, il Tricasecomics, nella nuova versione 2010 che si svolgerà nei giorni del 14, 15 e 16 maggio, nella cornice del centro storico di Tricase, tra il palazzo dei principi Gallone e la suggestiva piazza Giuseppe Pisanelli. La manifestazione, fortemente voluta dall’Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili e in particolare dal consigliere comunale Pasquale Scarascia, si prospetta come un’ottima occasione per mettere alla prova la creatività e la fantasia visiva dei più giovani. Il tema di quest’anno è “In fondo al Mar... Mediterraneo”, come frutto delle culture, le popolazioni, le storie e le tradizioni che lo circondano e che da esso traggono la propria linfa vitale. Mar Mediterraneo come protagonista di sto-

rie fantastiche sulle creature marine che lo abitano, luogo d’incontro tra popoli, ma anche oggetto di una serie di problemi legati all’inquinamento. Le opere per il concorso possono essere realizzate in qualunque tecnica, in bianco e nero o a colori, purchè si tratti di storie originali, e dovranno pervenire entro il 7 maggio. I partecipanti saranno divisi in tre categorie in base all’età: categoria “Baby” da 6 a 11 anni, “Junior” da 12 a 14 anni, e “Senior” dai 15 in su. Una giuria presieduta da Domenico Rosa, giornalista e illustratore de Il Sole 24Ore, valuterà le opere e assegnerà i premi (due per ogni categoria). All’interno della manifestazione sono previste anche altre attività: una mostra mercato, esposizioni (tra cui quella dei lavori che partecipano al concorso), workshop, proiezioni, tornei di carte collezionabili, dibattiti, concerti e spettacoli. Per maggiori informazioni rivolgersi ai seguenti indirizzi: www.comune.tricase.le.it, tricasecomics.blogspot.com, gruppo tricasecomics 2010 su Facebook; centro Capsda: 3284224666 oppure 0833.777319, capsdatricase@live.it, Biblioteca comunale: tel 0833-544269, biblioteca.tricase@libero.it. Renata Moio


EDILIZIA

L’arte attraverso il calore della pietra Il lavoro dell’azienda Arte Pietra, dalla scelta della pietra alla sua lavorazione

L

a pietra leccese tipica della nostra terra, comunemente conosciuta come madre grazia o leccio nasce dal cuore della terra. Molti imponenti lavori si possono ammirare nel favoloso barocco leccese, invidiato da gran parte dei forestieri che qui si recano per le vacanze. Questo conferma quanto la pietra leccese sia storia. Nell’azienda Arte Pietra, la pietra arriva in stato grezzo, pronta ad offrirsi a mani esperte per le creazioni più svariate: dalla scultura importante, all’arredamento interno ed esterno per chi vuole dare un certo valore e durata alla propria abitazione. Il nostro impegno è quello di realizzare ogni desiderio del cliente affiancando alla professionalità un tocco di fantasia. La conoscenza delle antiche tradizioni del costruire, combinata alla conoscenza delle moderne tecnologie, sono elementi fondamentali della ditta Giorgio Manco. Dal 1979 operiamo nel campo delle costruzioni e ristrutturazioni edili. Disponiamo di maestranze qualificate e macchinari all’avanguardia che ci consentono di essere preferiti per la nostra professionalità a costi competitivi. Tutti i lavori vengono svolti con la massima perizia e competenza, facendo utilizzo di materiali di primissima qualità. Il patrimonio dell’azienda, oltre a uomini e mezzi, è fatto di esperienza, professionalità e volontà. Volontà di ottenere prodotti qualitativamente supe-

riori, di indubitabile stile e capaci di rappresentare con soddisfazione quello che negli occhi del cliente è spesso “l’investimento della vita”.

Grazie al nostro vasto campionario, consentiamo un’innumerevole opportunità di scelta, garantendo la qualità della pietra (a richiesta la messa in ope-

14 ra) sia che si tratti di opere architettoniche per esterno, quali rivestimenti, colonne, capitelli, archi, cornici e cornicioni, balaustre, fontane etc., sia per quel che concerne l’arredamento interno come camini, librerie, specchiere, tavoli, vasi, appliques, orologi e oggettistica in genere e arte sacra. Giorgio Manco


EDILIZIA

15

DAL 6 AL 9 MAGGIO

EdilFiera, la vetrina dell’edilizia A Surano si inaugura la prima edizione del salone per gli addetti del settore

D

al 6 al 9 maggio 2010 anche il Salento avrà il suo evento di richiamo nel settore edile: EdilFiera, salone per l’edilizia e l’architettura si prepara a lanciare la sua prima edizione. A Surano, presso l’area commerciale Gulliver, si svolgeranno quattro giorni di esposizione e di incontro per gli operatori del settore.

C’è grande entusiasmo per una manifestazione largamente attesa. Salento Events, agenzia che cura l’organizzazione dell’evento, scommette su un’ampia riuscita dell’impresa. “Il rilancio e lo sviluppo economico sono possibili solo grazie a occasioni di incontro e di scambio commerciale - afferma Roberto Rizzo, promotore e ideatore di

EdilFiera - e non c’è momento migliore di una fiera settoriale per conoscere e riscoprire i vari settori merceologici e le novità del mercato per chi vi partecipa, mettere in mostra il proprio lavoro e i prodotti in commercio per chi decide di essere presente con uno stand”. Numerose sono le aziende che hanno scelto di prendere parte al salone: si va dai macchinari e dalle attrezzature da cantiere, fino ai componenti di rifinitura e arredo, per interno ed esterno, con una vasta scelta di impianti, sistemi, tecnologie e materiali. Il settore dell’edilizia, sia in Italia che in Europa, manifesta evidenti segni di recessione: i cantieri sono fermi, le vendite calano, il mercato è saturo. Senza dover aspettare misure e interventi governativi è necessario dare impulsi di novità e di innovazione in un settore che è da sempre trainante per l’economia nazionale, sia per l’occupazione che per i settori ad esso strettamente collegati, quali ad esempio i trasporti, la produzione di materie prime o il mercato immobiliare. Investire nella promozione e nella pubblicità, credere in un possibile rilancio del settore è l’impulso che intende offrire un salone espositivo, tanto più per gli obiettivi a lungo rag-

Case e uffici riscaldati con i computer A Helsinki, città finlandese tra le più fredde del mondo, la Helsingin Energia ha ideato un sistema che permette di trasformare il calore prodotto in eccesso dalle infrastrutture informatiche per il riscaldamento di uffici e case private. Utilizzando l’acqua del Mar Baltico verrebbe raffreddato un grande datacenter cittadino, e il surplus di aria calda non verrebbe buttato ma pompato nella rete di tubi che portano il calore alle case. Dal mese di aprile entrerà in funzione in un migliaio di appartamenti. La Redazione

gio che si propone: “Le edizioni future di EdilFiera - aggiunge ancora Roberto Rizzo - saranno improntate ad aprire il mercato a grandi aziende nazionali e internazionali, proponendo il Salento come luogo di scambio e cantiere di sperimentazione”. L’evento è patrocinato dal Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di Lecce e dal Comune di Surano. EdilFiera sarà aperto da giovedi 6 maggio a domenica 9 maggio 2010, rispettando i seguenti orari: giovedì, venerdì e sabato dalle ore 16.00 alle ore 22.00; domenica mattina dalle ore 9.30 alle ore 13.00; domenica pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 22.00. Chiara Schiavano

La Sidercop, da anni operante nel settore delle attrezzature edili, ha da qualche tempo iniziato a curare anche l’aspetto del noleggio oltre alla produzione e/o alla commercializzazione dei suoi articoli, tutti rispondenti alle normative vigenti in tema di sicurezza e rispetto dell’ambiente. Le tariffe personalizzate, le convenzioni e i noleggi a breve o lungo termine, completano un ventaglio di offerte competitive in grado di soddisfare ampliamente le esigenze della clientela. Si assicurano elevati standard di servizi e consulenza nella scelta dell’attrezzatura più adatta per ogni applicazione fornendo un servizio di qualità rapido e completo. I canoni di noleggio sono totalmente deducibili fiscalmente; questo permette di superare i problemi legati agli ammortamenti, alle plusvalenze e ai limiti di deducibilità fiscale delle manutenzioni, quindi:

RISPARMIO FISCALE = GUADAGNO


EDILIZIA

Una casa sostenibile, come una volta

La tecnologia impiantistica, il rispetto delle “regole dell’arte”, e fondamentale, la lungimiranza politica (continua dalla prima pagina)

Nel rapporto sul primo “Summit della terra” (Rio de Janeiro 1992) compare per la prima volta l’espressione “sviluppo sostenibile” indicando uno “sviluppo che soddisfi i bisogni delle generazioni presenti, senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri”, intendendo per sostenibilità il recupero di una relazione di compatibilità più stringente tra uomo e ambiente piuttosto che un mero risparmio in termini economici. Fortunatamente, la ricerca, il battage mediatico sui temi ambientali, la legislazione tecnica, alcune amministrazioni illuminate, consentono a tanti dibattiti e sperimentazioni di diventare realtà, non solo attraverso lo strumento dell’obbligo normativo ma anche attraverso la predisposizione di formule incentivanti a vario titolo che ammortizzano i costi di impianto e permettono una certa redditività dell’intervento. Si va dalle tariffe incentivanti per la produzione e vendita di energia da fonti rinnovabili, ai premi di maggior volumetria e superficie insediabile laddove sia previsto l’uso di involucri edilizi sostenibili che richiedono spessori maggiori dell’ordinario; alla riduzione degli oneri concessori per l’installazione di pannelli solari; ai programmi di incentivazione per il recupero del pa-

trimonio “storico” dell’edilizia esistente per la conservazione della permeabilità dei suoli inedificati. Vale la pena ricordare che i quartieri più antichi degli insediamenti urbani impiegavano i criteri dell’edilizia so-

stenibile non per scelta ma per necessità, attraverso il corretto orientamento degli edifici; attraverso la posizione delle aperture, per favorire il soleggiamento invernale, la schermatura della radiazione solare e la ventilazione in-

16 crociata per il raffrescamento degli ambienti in estate; attraverso la costruzione di murature in blocchi lapidei che fungevano da volano termico nell’alternanza delle stagioni. Questo per dire che la sostenibilità e la tutela ambientale passano sicuramente dall’integrazione tra tecnologia impiantistica, rispetto delle “regole dell’arte” e lungimiranza politica. Monica Daniele

Parliamo di Bioedilizia

La casa è la nostra terza pelle, la cui cura e attenzione è fondamentale per il nostro benessere

E

lemento centrale delle considerazioni sulla bioedilizia è l’uomo: la sua salute, la sua dignità ed il suo benessere spirituale, mentale e fisico, in quanto destinatario dell’attività edilizia, e non solo le considerazioni tecnico-economiche e architettoniche strutturali; se ciò fosse, l’architettura bio-ecologica troverebbe applicazioni in ogni campo e momento dell’intervento edilizio. Purtroppo, oggi, l’industrializzazione della produzione per l’ambiente “casa”, ha causato la perdita di molte abilità e conoscenze, si è perso il contatto con l’ambiente naturale e si sono rotti quegli equilibri che regolavano il modo di edificare di derivazione artigianale, esperienze e conoscenze che si erano accumulate negli anni e che avevano dato dimostrazione di saggezza. Proprio per questo non bisogna stupirsi se è stato dimenticato l’essenziale in materia di costruzioni, cioè l’uomo che abita la costruzione. Se il 90% del tempo lo trascorriamo

in casa nostra o nel luogo di lavoro, non ci deve essere indifferente in che modo tali ambienti siano costruiti. L’architettura bioecologica definisce la casa come la nostra “terza pelle”, dopo la pelle vera e i vestiti, questo per sottolinearne la sua importanza. Negli ultimi anni si stima che le nuove sostanze chimiche adottate per i componenti di una abitazione siano svariate migliaia, molte delle quali con dubbi effetti sulla salute. Le abitazioni e i luoghi di lavoro di oggi sono malati, e spesso noi con loro. Infatti l’aria degli ambienti interni è variamente viziata da esalazioni tossiche, dannose per il nostro equilibrio e benessere psico-fisico. I comuni materiali edili non traspirano, impedendo così lo scambio tra interno ed esterno dell’umidità e dei campi elettromagnetici naturali; le case diventano serbatoio di sostanze nocive e di rumori, incompatibili con una condizione di benessere. I materiali per la bioedilizia, inoltre, diventano indispensabili quando si trat-

ta di ristrutturare edifici di interesse storico, quali le pajare, le vecchie masserie, i castelli ecc.; tali costruzioni edificate usando solamente materiali che la natura forniva in grande quantità in loco come calce, coccio pesto, ecc. di facile reperimento e con esperienze sul loro utilizzo maturate in secoli di uso. Dimostrazione della loro qualità è il fatto che la maggior parte di queste costruzioni, a distanza di secoli, siano ancora intatte nella loro struttura generale. Non utilizzare materiali originali per le loro ristrutturazioni, oltre ad offendere la storia stessa dell’edificio, potrebbe comportare danni talvolta irreversibili alla struttura dell’edificio. I costi della bioedilizia sono di poco superiori a quella convenzionale; tale svantaggio è ampiamente ammortizzato dall’aumento di benessere che si crea nell’abitazione, dalla resa molto alta, dalla ridotta manutenzione e dalla consapevolezza che si è contribuito ad arginare l’inquinamento ambientale. Massimo Fracasso


EDILIZIA

ED I L I Z I A E L AV O R O

Il geometra, tecnico professionista Capacità tecniche e specifiche: un mestiere che va incontro alle esigenze di pubblico e privato

H

a il polso delle situazione quotidiana, il riscontro pratico di ogni provvedimento, vive la realtà del lavoro, in cantiere e in ufficio: parliamo del geometra, figura professionale che negli anni si è specializzata, diventando punto di riferimento per cittadini, impresa privata e pubblica amministrazione. L’Albo Professionale, a cui i geometri e i geometri laureati si iscrivono dopo aver sostenuto un tirocinio professionale e l’Esame di Stato che abilita alla professione, ha molteplici funzioni: di certificare e garantire la professionalità degli iscritti; di assicurare una formazione costante e di essere di supporto nella loro ricerca del lavoro. Abbiamo coinvolto, in

Per la tua

pubblicità su Lo Scirocco, chiama al

329.3915761 oppure scrivi a

info@loscirocco.it

17

L’acqua piovana si ricicla per legge In California, negli Usa, il Dipartimento dei Lavori Pubblici di Los Angeles ha approvato una proposta di legge che impone la raccolta dell’acqua piovana, legge che potrebbe entrare in vigore entro fine anno. Si potrebbe così porre un rimedio all’annoso problema della regione, tormentata dalla siccità, oltre ad ottenere un risparmio di circa 104 milioni di galloni d’acqua (circa 27 milioni di litri). La Redazione

questo nostro focus sul mestiere, Amedeo Falcone, geometra di Ruffano, ponendogli due domande. Qual è lo stato di salute del settore edile nel Salento? Il settore edile, come molti altri settori, vive un momento di forte crisi: basta dare uno sguardo al territorio per rendersi conto che il numero di cantieri è in netto calo rispetto a due o tre anni fa. Tale crisi attanaglia il settore degli investimenti privati e di quelli pubblici. Questi ultimi, in particolare, potrebbero portare ossigeno ad un set-

tore in affanno, così come le banche che con la restrizione del credito hanno contribuito alla stagnazione degli investimenti dei privati. La speranza è che una ripresa vera e tangibile possa arrivare quanto prima per ridare slancio ad un comparto che rappresenta - in termini occupazionali, insieme e allo stesso livello del comparto agricolo - uno dei pilastri portanti dell’economia del nostro territorio. Quella del geometra è una figura professionale adeguata ai tempi e alle richieste del mercato?

La figura del geometra libero professionista si rivela preziosa per tutto ciò che riguarda il settore dell’edilizia. Le nostre competenze, adeguate ai tempi ed al mercato, ci permettono di spaziare in diversi settori del tessuto economico; ci occupiamo, ad esempio, di edilizia in termini di progettazione, direzione lavori, sicurezza delle condizioni di lavoro; vi è, ancora, la parte catastale con frazionamenti, accatastamenti, volture, le consulenze legali, le perizie estimative di immobili ecc. Il mercato è in continua evoluzione, parallelamente anche la nostra figura professionale è in costante crescita, sia sotto l’aspetto formativo, che culturale. Questo ci permette di dare risposte adeguate in termini di competenza e professionalità. Cristina Polverre


AGRIC U L T U R E

L

’argomento evidenziato dall’articolo “Sintina nei campi. Unica soluzione?” a firma di Simone Zecca, pubblicato sul numero di gennaio de Lo Scirocco, apre la strada ad una serie di osservazioni ulteriori. L’utilizzo dei reflui oleari, più che un costo per gli operatori, potrebbe essere un valore aggiunto all’olio da olive, e costituire una risorsa per olivicoltori e frantoiani. Se da una parte, infatti, la normativa nazionale e regionale consente l’utilizzo agronomico dei reflui, mediante il semplice spandimento in campo, seppur rispettando limiti quantitativi (almeno in teoria, perché la realtà a volte è ben diversa), dall’altra la

stanze “nobili”: è il caso dell’impianto messo a punto dall’Enea ma che nessuno è disposto a comprare perché il residuo solido che si ottiene è considerato, dalla normativa vigente, un rifiuto speciale, e quindi come tale smaltito da imprese autorizzate. Tale residuo è un “concentrato” che deriva dalla lavorazione delle olive, non di chissà quali processi nucleari… ma a volte, si sa, “la giustizia è cieca”. Fenoli, squalene, tocoferoli, triterpeni, pectine ed oligosaccaridi, mannitolo, polimerina: sono solo alcune delle sostanze biologicamente attive presenti nei reflui oleari (in particolare nelle acque di vegetazione derivanti dalla

L A RI CERCA I N ITALIA

Soluzioni su carta, “sintina” nei campi Studi alternativi e progetti di alto livello. L’applicazione pratica, però, resta nulla ricerca ha proposto soluzioni che, dal punto di vista scientifico, sono di indubbio interesse. Si va dal progetto Matrefo del Cnr di Perugia, al progetto Riom del Centro ricerche di Rende, in Calabria, passando per il More ligure: insomma gli acronimi si sprecano… così come le fatiche dei ricercatori, per non parlare poi dei soldi spesi. E già! Perché l’applicazione pratica di questi progetti non c’è. Presentati sempre con grande entusiasmo, illustrati come la tortora tirata fuori dal cilindro e pronta a spiccare il volo verso mete elevate che avrebbero portato lustro e nuova luce al settore, a distanza di pochi anni, questi progetti si sono rivelati solo dei faldoni accatastati, a servizio del laureando pieno di entusiasmo che “vuole saperne di più” o del “topo di biblioteca” di turno. Può sembrare un quadro sconcertante, ma purtroppo è la realtà. I risultati che la ricerca riesce a raggiungere, grazie all’encomiabile lavoro di giovani e malpagati ricercatori, sono fermi ai nastri di partenza di una possibile applicazione pratica. A volte si arriva addirittura a brevettare un processo che riesce a recuperare fino al 94% dell’acqua contenuta nei reflui, addirittura estraendo alcune so-

lavorazione di olive raccolte dalla pianta) che possono essere recuperate e che hanno una particolare importanza nell’industria farmaceutica, alimentare e della cosmesi. Purtroppo, a differenza di quanto avviene in altre realtà olivicole europee ed extra europee, in Italia i reflui oleari, sono considerati un problema, sono smaltiti male (provate a fare un giro in aperta campagna d’inverno con lo scirocco - il vento, non il giornale!), sono “sintina” nera, sporca e maleodorante. Chissà se anche stavolta la ricerca italiana rimarrà al palo e i ricercatori troveranno migliore acco-

18

Aprile, l’aratura del terreno

I consigli dell’agronomo per la programmazione e i lavori nei campi Fase fenologica Ripresa vegetativa. Potatura Effettuare le operazioni di potatura, limitando gli interventi energici solo ai casi strettamente necessari, onde evitare squilibri vegetativi alle piante. Preferire piuttosto interventi di lieve entità effettuati annualmente o al massimo a cadenza biennale. Concimazioni Procedere alla concimazione degli oliveti preferibilmente con concimi fogliari ricchi in azoto. È preferibile utilizzare formulati contenenti anche microelementi, in particolare boro, al fine di favorire la futura allegagione dei frutticini. Rispettare rigorosamente le dosi riportate sulle etichette delle confezioni. Trattamenti Fitosanitari Eseguire un trattamento a base di rame contro le malattie fungine di Occhio di pavone e Cercosporiosi. Tale trattamento può essere abbinato a quello previsto per la concimazione fogliare. Gestione del terreno Per coloro che hanno provveduto alla concimazione a terra nel mese scorso, ed ove possibile, si può procedere all’aratura del terreno mantenendo glienza in laboratori stranieri: tra qualche anno una “avanzata tecnologia estera” porterà poi a frutto i risultati di lunghi studi scientifici …forse di origine italiana. Il tempo, come sempre, è gaGianvito Negro Valiani lantuomo! Si ringrazia il dott. Antonio Cerfeda per il materiale fornito

una profondità non superiore ai 10-12 cm. È bene effettuare in questo mese l’aratura, onde conservare le riserve di acqua accumulate nei mesi invernali e arieggiare il terreno. Se si pratica il diserbo, utilizzare prodotti a base di gliphosate (se sono presenti infestanti a foglia larga e stretta), a base di oxyfluorfen (nel caso di infestanti a foglia larga come malve o da utilizzare in dosi ridotte come sinergizzante nel trattamento con glifosate), a base di flazasulfuron (nel caso di infestanti a foglia larga come la portulaca e a foglia stretta come il lolium) o di cycloxydim (per combattere sorghetta, gramigna, ecc.). Per una razionale ed ecocompatibile gestione agronomica dell’oliveto è preferibile limitare le operazioni diserbo solo ai mesi invernali, per agevolare la raccolta da terra, alternando tale pratica alla lavorazione del terreno o all’inerbimento nei restanti periodi, onde migliorare la struttura del terreno e incrementare il contenuto di sostanza organica nel terreno stesso. Chi è in regime di agricoltura biologica o non intendesse utilizzare prodotti chimici può procedere alla trinciatura dell’erba con mezzi meccanici. Dario De Giorgi

QUANDO MANGIARE COSA

La frutta di stagione

C

i sono tantissimi motivi per prendere la sana decisione di mangiare solo frutta di stagione. Eccone alcuni. La frutta fresca non ha conservanti, è maturata naturalmente, è buona e gustosa anche con la buccia che può essere mangiata senza timore. Contiene, inoltre, meno acqua e più vitamine (il contenuto di vitamina C, in particolare, inizia a calare rapidamente dopo la raccolta). Consumare i prodotti di stagione permette infine una dieta varia ed equilibrata, assumendo prodotti e sostanze nutritive diverse a seconda dei mesi. E staranno meglio anche le nostre tasche: si risparmia sulla spesa quotidiana, i prodotti di stagione infatti non provengono quasi mai dall’estero, ma è più facile che siano prodotti a km zero. La frutta di stagione del mese di Aprile:

arance, banane, fragole, kiwi, limoni, mele, pere. Cristina Polverre


SOSTENIBILM E N T E

Un villaggio tutto da rifare M AT I N O

Dal 2011 solo sacchetti biodegradabili A partire dal 1 gennaio 2011 sarà vietato produrre e commercializzare sacchetti per la spesa realizzati con materiali non biodegradabili. Sono circa 500 miliardi all’anno quelli prodotti nel mondo, per i quali sono necessari dai 10 ai 20 anni per smaltirli. Nel frattempo alcune importanti catene di supermercati hanno già introdotto contenitori in materiali compostabili, di carta o cartone, di stoffa, di tela o di juta facendo appello alla coscienza ecoLa Redazione logica di ognuno.

Proseguono i lavori per rimettere in sesto il caro “vecchio” centro di ritrovo

S

ono partiti nel 2008 i lavori di recupero del “villaggio del fanciullo”. Il centro, che risale agli anni ’60, è stato utilizzato da sempre come punto di ritrovo per ragazzi e, negli anni, anche come sede della prima ed unica emittente radiofonica di Matino. Nel tempo perse man mano la sua funzione principale sino al 1997, anno in cui diventò centro di accoglienza per centinaia di profughi albanesi, per poi restare in completo disuso per oltre dieci anni. Oggi, grazie

TIGGIANO

Istituito il nucleo di volontari Dediti alla tutela dell’ambiente, sensibilizzano e vigilano sul patrimonio naturale del territorio

I

l nucleo operativo delle Guardie di Difesa Ambientale ha messo sede anche a Tiggiano. Svolge sul suo territorio i servizi richiesti dalle istituzioni, oltre a quelli di routine di salvaguardia e monitoraggio ambientale, e fa capo al comando generale di Nardò. È costituito da personale qualificato e sensibile alla salvaguardia del territorio. Le iscrizioni per far parte del nucleo sono aperte: è possibile offrire la propria fattiva e gratuita collaborazione presentando domanda di iscrizione presso la sede di Tiggiano, sita in via Vittorio Veneto,

154 o scrivendo al seguente indirizzo e-mail gdatiggiano@libero.it oppure visitando il sito www.guardiedifesaambientale.it. Le aspiranti guardie parteciperanno ad un corso di formazione che si conclude con un esame, superato il quale diventeranno effettive ed operative con la qualifica di guardie eco-ambientali. Ogni cittadino può segnalare eventuali presunti abusi ambientali o al patrimonio storico artistico inviando comunicazione al seguente indirizzo e-mail comandogenerale@guardiedifesaambienta La Redazione le.it

all’impegno di don Primaldo Gioffreda, parroco della parrocchia di San Giorgio di Matino, rinasce la speranza di poter nuovamente dare vita a questo posto e offrire un luogo di ritrovo per i giovani. Il progetto di restauro, firmato dagli architetti Massimo Rizzo e Gabriella Serrangeli, prevede il recupero della sala centrale, la ricostruzione di altri tre ambienti, il ripristino dei servizi e del campetto esterno, adeguando tutto alle normative vigenti, senza tralasciare, però, l’esigenza più immediata, quella di intervenire con urgenza per evitare che pioggia e agenti atmosferici incidano ancora di più sullo stato già fatiscente dell’edificio, obbligando a ulteriori e costosi interventi. I primi lavori sono stati realizzati grazie ai fondi della parrocchia e ad

La Guardie Difesa Ambientale cercano volontari L’associazione è attiva nella sensibilizzazione e nella vigilanza del patrimonio ambientale

L

biente e delle persone, affiancando le autorità competenti nel loro lavoro. Per entrare a far parte dell’associazione “Guardie Difesa Ambientale” è richiesta sana e robusta costituzione fisica, licenza media inferiore, buona moralità e assenza di pendenze penali, godimento dei diritti civili e un’età non inferiore ai 18 anni. Per contattare l’associazione visitare il sito www.guardiedifesaambientale.it, e-mail: comandogenerale@guardiedifesaambientale.it, tel. 346 2245349. Il nucleo operativo dell’associazione è a Copertino in via EmiLa Redazione lia 53.

una previsione di finanziamento regionale di 400.000 euro, cifra ridottasi poi a soli 100.000 euro. Si rende necessario, quindi, reperire quanto prima altri fondi per completare l’opera ed evitare che tutto il lavoro fatto sino ad ora vada sprecato. Un progetto importante per tutti i matinesi che non può sicuramente passare inosservato da parte dell’Amministrazione Comunale, degli stessi cittadini e di tutti coloro che hanno a cuore quest’iniziativa. Questo è ciò che spera don Primaldo, che ringrazia chi già sta contribuendo. Uno per tutti, Marco Paiano, titolare della SolEdil, l’azienda edile che si occupa dei lavori e che con grande dedizione sta partecipando, soprattutto economicamente, alla buona riuscita dell’impresa. Maria Antonietta Quintana

contaminati del nostro territorio. Particolari per la forma e i colori, le nostre orchidee si contraddistinguono soprattutto per le dimensioni: vanno da meno di mezzo centimetro, fino ad un massimo di tre centimetri, distanziate sullo scapo fiorale o riunite in gruppi a formare una ricca infiorescenza, con una altezza massima della pianta che va dai 5 ai 30 centimetri. Altra particolarità è la modifica del petalo: forma e colore sono simili a quelle dell’addome di un insetto femmina; in questo modo “ingannano” i maschi di alcuni imenotteri che nel vano tentativo di accoppiar-

NARDÒ

’associazione di volontariato “Guardie Difesa Ambientale” con sede a Nardò cerca volontari che vogliano impegnarsi nella difesa della natura e dell’ambiente. L’associazione si propone come punto di riferimento per il cittadino, operando sul territorio e svolgendo un’azione di sensibilizzazione e vigilanza sul patrimonio ambientale, ponendo il proprio servizio di tutela ambientale a disposizione di tutti. Le Guardie Difesa Ambientale offrono la propria consulenza ed il proprio operato a titolo volontario e gratuito nell’interesse della natura, dell’am-

19

N U O VA P U B B L I C A Z I O N E

L’Atlante delle orchidee salentine È vietato raccoglierle per la rarità delle specie selvatiche che rappresentano

S

ono stati finalmente raccolti e pubblicati i risultati di una ricerca ventennale che ha visto coinvolti tre ricercatori salentini, Roberto Gennaio, Piero Medagli e Livio Ruggiero, che hanno scoperto, descritto e censito decine di nuovi ibridi di orchidee. Infatti, oltre alle numerose specie vegetali di cui è ricco il Salento, sono presenti anche diverse specie appartenenti alla famiglia delle Orchidacee, che crescono nella macchia mediterranea, nelle zone umide e nelle aree prative, tutti habitat in-

si possono trasportare il polline da un fiore all’altro effettuando l’impollinazione. La rarità degli esemplari e il rischio di estinzione impone il divieto di raccolta dei fiori non solo per evitare il rischio di multe salatissime, ma anche per non deturpare o danneggiare l’ambiente naturale nel quale vivono. È possibile ammirarle in circa 400 foto a colori, accanto ad una approfondita descrizione, nella pubblicazione “Orchidee del Salento” edita da Editore Grifo di Lecce. Cristina Polverre


SOSTENIBILM E N T E

20 I finanziamenti previsti per tale progetto, fino al 2013, ammontano a circa 2 milioni di euro, ripartiti tra le quattro regioni interessate. Prima dell’avvio delle operazioni, tuttavia, il progetto è stato sottoposto alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che, previe consultazioni delle autorità competenti, ne ha stilato un rapporto che tenga in considerazione la conciliabilità dei piani di intervento con la natura e l’impatto ambientale nell’area interessata. L’approvazione del programma per la produzione

È

stato approvato il “Programma Interregionale Energia Rinnovabile e Risparmio Energetico”, in attuazione con quanto previsto dal Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, che interessa le Regioni del cosiddetto Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). L’Autorità di Gestione e di riferimento del progetto, denominato POI, sarà proprio la Puglia, designata come responsabile della realizzazione del programma. Obiettivi fon-

OBIETTIVO CONVERGENZA

Aumentare l’energia rinnovabile nelle regioni del Sud Il piano interregionale per conciliare produzione energetica e impatto ambientale

damentali saranno: la valorizzazione del potenziale naturale dell’area interessata e la “promozione di opportunità di sviluppo locale attraverso l’attivazione di filiere produttive collegate all’aumento della quota di energia prodotta da fonti rin-

novabili e risparmio energetico”, come si legge nel piano di valutazione. Il tutto sarà realizzato grazie alla sinergica collaborazione tra Regioni, amministrazioni centrali e centri di competenza nazionali, garantendo in tal

modo un’ampia disponibilità di risorse, in risposta agli obiettivi europei e nazionali relativi alla quota di energia rinnovabile prodotta e alle politiche comunitarie in materia di risparmio energetico.

I

l vigente Codice dei Beni Culturali, all’art. 131, definisce il paesaggio come “il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni”, individuandolo come un bene culturale al pari delle opere d’arte e dei monumenti, oggetto di tutela e, ove possibile, di riqualificazione. La valorizzazione del paesaggio, secondo il Codice, concorre a “promuovere lo sviluppo della cultura e a tal fine le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di promuovere e sostenere, nel loro ambito di competenza, le attività di conoscenza, informazione e formazione, riqualificazione e fruizione del paesaggio nonché, ove possibile, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti e integrati. La valorizzazione è attuata nel rispetto delle esigenze della tutela”. La tutela, la cura e il rispetto di un paesaggio - che è patrimonio di tutti e non di pochi privilegiati che lo usano a proprio piacimento - crea l’immagine e l’attrazione di un territorio, ricevendone dei benefici nel senso più pratico del termine, soprattutto in luoghi che, turisticamente, presentano delle possibilità di sfruttamento positivo per lo sviluppo socio-economico della popolazione stessa. In alcune di queste località, dove anche la comunità svolge, in qualche modo, la buona pratica della raccolta differenziata dei rifiuti, a volte ci si imbatte in contesti di grave degrado paesaggistico. E ciò avviene proprio in quei luoghi in cui dovrebbe essere garantita la tutela, oltre che del paesaggio stesso, dell’ambiente e della salute pubblica. Un turista, o un semplice cittadino, che percorre la strada provinciale che da Depressa conduce a Tricase, all’ingresso di quest’ultima, subito dopo il secondo incrocio, se volge lo sguardo sulla sinistra nota una collinetta su cui fa bella mostra un deposito di oggetti alquanto voluminosi, abbandonati lì da chissà quanto tempo. Si tratta di una vera e propria discarica a cielo aperto,

D E G R A D O A M B I E N TA L E

Il paesaggio di tutti

A cielo aperto e in pieno centro cittadino un deposito di pericoloso materiale di scarto dell’Ospedale di Tricase

di energia rinnovabile giunge proprio mentre in tutto il paese si polemizza sul nucleare e l’individuazione dei rispettivi siti di implementazione delle centrali. Laura Marrocco

di pertinenza della Pia Fondazione Religiosa “Card. G. Panico”, costituita da materiali di scarto (per lo più condizionatori in disuso) della stessa struttura ospedaliera. Alcuni di questi rifiuti sembrano procurare un reale rischio di inquinamento dell’ambiente, sulla base di quanto si evince dalla lettura delle poco rassicuranti etichette apposte sulle superfici corrose dalla ruggine. Il trattamento delle varie tipologie di rifiuti è regolamentato dal D.lgs. 152/2006. L’articolo 178 sancisce, tra l’altro, l’importanza del paesaggio e della gestione dei rifiuti nelle fasi di stoccaggio (art. 178, comma 2: “I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente”) e prosegue mettendo in evidenza che la responsabilità per la corretta gestione dei rifiuti grava su tutti i soggetti coinvolti nella loro produzione, detenzione, trasporto e smaltimento. E trattandosi di attività di pubblico interesse, tutte le istituzioni - dallo Stato agli Enti locali - sono direttamente interessati al perseguimento di questo obiettivo. Il D.lgs. 152/2006 prevede sì il deposito temporaneo del materiale di scarto, ma entro il limite di un anno e secondo normative previste per le operazioni di stoccaggio per ogni tipologia di rifiuti. Il concetto di valorizzazione del territorio, quindi, necessita del rispetto delle regole della logica della comunità. Uno sviluppo sostenibile deve apportare quei benefici che si devono riflettere sulla popolazione locale, e questo avviene con l’apporto di tutti, in proporzione alle responsabilità e alle competenze di ognuno (art. 178, comma 4: “Per conseguire le finalità e gli obiettivi della parte quarta del presente decreto, lo Stato, le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali esercitano i poteri e le funzioni di rispettiva competenza in materia di gestione dei rifiuti”). Rocco Martella


FOTOGRAFIA

I

n occasione della Bit di Milano è stato presentato e distribuito il nuovo calendario della Puglia 2010, firmato dal fotografo e scrittore Carlos Solito. Si tratta di un calendario di grande formato ed elegante, caratterizzato da 13 foto (una di copertina più 12 mensilità) che riproducono alcuni tra i luoghi più suggestivi e meno conosciuti presenti sul territorio pugliese, dalla natura del Parco Nazionale del Gargano al Salento, passando per i monti della Daunia, il Tavoliere ed i vasti altopiani dell’Alta e Bassa Murgia. L’intento di Ad Store, l’Agenzia di comunicazione che ha coordinato il progetto, è quello di diffondere una nuova immagine della Puglia che superi gli stereotipi legati alla regione, come lo stesso autore afferma: “Per i più Puglia vuol dire trulli, Castel del Monte, orecchiette. Ciò non implica un’inflazione di giudizio, anzi questa è una caratterizzazione forte, lo sarà in eterno... ma il punto è che in Puglia c’è molto altro. I tredici scatti del calendario sono un giusto fuorirotta”. Non è un caso la scelta di un fotografo che si distingue per la sua passione per il viaggio e la scoperta. Rigorosamente pugliese, originario di Grottaglie, Carlos Solito realizza reportage e servizi foto-giornalistici in tutto il

CARLOS SOLITO

13 scatti per dodici mesi Il calendario della Puglia firmato dal freelance di Grottaglie mondo, prediligendo le tematiche antropiche e paesaggistiche. Preferendo la libertà del freelance, collabora con numerose riviste italiane ed estere. Quando non viaggia e non esplora, vive tra l’Irpinia ed il Salento. Ci racconta: “quando, oltre dieci anni fa, mi sono immolato alla fotografia reportagistica, ho lasciato la Puglia per fiondarmi in feconde (editorialmente) re-

altà come Milano, Roma, Londra, Monaco, Madrid e diverse altre. Quando esaurisco il mio “vagabondare”, torno a ricaricarmi in Puglia e lo faccio sempre in compagnia della macchina fotografica. E sono questi i tour fotografici che preferisco, perché senza la freddezza della commissione editoriale sono quelli più lenti, meno tachicardici, più giusti, più veri... più pugliesi”.

Per chi volesse trovarne una copia, il calendario è disponibile presso i vari uffici regionali per il turismo e gli infopoint della Puglia. Dello stesso autore è appena uscito a Milano il libro intitolato “Il contrario del sole”, edito da Versante Sud, in cui sono raccolti 16 racconti di esplorazioni sotterranee effettuate tra abissi, fiumi, caverne, voragini, cunicoli strettissimi, stalattiti e stalagmiti, in Italia e all’estero. Tre di essi sono proprio dedicati alla Puglia, in particolare alle prime esperienze dell’autore nelle caverne del Salento e della Murgia. Elisa Surano

TA L E N T I A L L’ O P E R A

E se un album musicale diventasse foto?

Partecipare con uno scatto, libero o a tema, all’edizione 2010 del concorso fotografico Photosintesi

S

i apre la quarta edizione del concorso fotografico nazionale “Photosintesi 2010”, a cura dell’Associazione culturale Photosintesi con il patrocinio dell’UIF (Unione Italiana Fotoamatori), della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e del Comune di Casarano. Un concorso aperto a tutti ed al qua-

le si può partecipare proponendo delle foto a tema libero oppure cimentandosi con i due temi obbligati: “Musigrafie” e “Moltitudini e solitudini”. Nel primo caso il partecipante è invitato a trasformare in un’immagine un album musicale di proprio gradimento, mentre, nel secondo, può presentare un lavoro, in digitale,

Comunicare con le immagini, attraverso l’emozione di una foto. Ogni mese l’associazione Photosintesi ne sceglierà una per i lettori de Lo Scirocco, un trampolino fatto di luce e colori per tuffarsi nel mondo. CHI È

L’Associazione culturale Photosintesi Photosintesi è un’associazione di fotoamatori che ha sede a Casarano, in via Canova 44, ma opera in tutto il Salento. Ha una scuola di fotografia, organizza concorsi nazionali, fotoviaggi, mostre fotografiche e tra i suoi quasi 100 iscritti ha molti talenti, giovani e meno giovani. Photosintesi ha dato una svolta all’arte fotografica salentina: è un gruppo di persone molto eterogeneo e di ogni estrazione sociale che ha fatto della moralità e della serietà i suoi cavalli di battaglia per stare insieme e vivere la vita associativa. Il sito web ufficiale (www.photosintesi.it) è molto visitato e offre giornalmente nuovi spunti e iniziative.

21

Alzate la cresta: è primavera! I primi raggi di sole risvegliano la natura che si mostra dai suoi piccoli dettagli. Un gioco di luci e colori, quello di questa immagine, che ritrae una pianta grassa nel giardino botanico della “Cutura”. Dati di Ripresa: Canon EOS 350D - Obiettivo 100/2,8 Macro - Esposizione Manuale - Otturatore 1/80 - Apertura f:5,6 - ISO 100. Ass. Photosintesi

frutto di una libera interpretazione. A distinguere Photosintesi dalla maggior parte dei concorsi sono gli originali premi messi a disposizione dei vincitori: i primi premi corrispondono a quattro vacanze nel Salento di 5 giorni ciascuna, per due persone, in trattamento di mezza pensione presso il B&B Monte Rossi di Torre Vado. Secondi e terzi premi consistono in una serie di prodotti tipici salentini. A comporre la giuria saranno dei grandi nomi della fotografia e della cultura, come Fabrizio Tempesti, membro del consiglio nazionale e addetto al comitato esecutivo FIAF, Albano Sgarbi, membro del consiglio mondiale FIAP, Filomeno Mottola, docente DAC FIAF, Giuseppe Romeo, segretario nazionale UIF e Daniele D’Amato, Segretario Regionale UIF Puglia. A conclusione del concorso le immagini verranno restituite e l’associazione consegnerà un attestato di partecipazione ed un filmato video contenente tutte le opere che vi hanno partecipato. Il termine di scadenza è fissato per il 30 giugno 2010. Il 3 e 4 luglio la giuria si riunirà per decidere i vincitori e le immagini saranno pubblicate sul sito dell’Associazione. In ultimo, il 10 luglio 2010, presso il chiostro comunale di Casarano avverrà la premiazione e l’inaugurazione della mostra che resterà aperta sino al 24 luglio. Per il regolamento completo ed ulteriori informazioni consultare il sito www.photosintesi.it oppure telefonare ai numeri: 0833 330707 oppure 333 Elisa Surano 4444925.


PRIMI P I A N I

G

cassato poco al botteghino. (….) Sono i parassiti dei teatri lirici, i finti orchestrali, i cantanti, tutti quelli che erano abituati che a pagare fosse Pantalone. (…) Ci sono orchestrali che mettono insieme orchestre che suonano poco per avere sussidi statali e poi si fanno il complessino loro. Andate a lavorare, confrontatevi con il mercato (…) Questa è l’Italia leggermente schifosa». Parole dure quelle del ministro Brunetta che a settembre a Gubbio davanti agli scolaretti del PdL ha invitato il ministro della cultura Sandro Bondi a ‘chiudere il rubinetto del Fus’, Fondo Unico per lo Spettacolo, con cui vengono finanziati gli enti lirici, musicali, cinematografici e teatrali. Proprio il Fus, che quest’anno ha subìto un taglio del 30% in attesa della soppressione prevista per il 2011. Quanto ci sia di vero nella realtà dipinta dal ministro, lo chiediamo a Corrado D’Elia, docente di oboe al Conservatorio di Lecce. In Italia le orchestre non esistono più perché le hanno chiuse. La Rai fino a dieci anni fa aveva cinque orchestre, adesso ne ha una sola. Per quanto riguarda il Fus, è un fondo che finanzia settori dello spettacolo molto diversi tra loro, e a cui ci si può appoggiare in rapporto alle possibilità ‘politiche’ che si hanno. Quindi, succede che la Scala o il Teatro dell’Opera, avendo una forza maggiore, riescono a percepire più risorse, e le orchestre minori, tra cui quella di Lecce, campano con delle piccole sovvenzioni previste, oltretutto, da vecchie leggi. Quali prospettive ci sono per i giovani che vogliono intraprendere questo percorso professionale? Io oggi non me la sento di dire ad un ragazzo di suonare uno strumento. Suonare per fare cosa? Non ci sono scuole né prospettive. Brunetta non conosce questo mon-

FOTO: SERGIO DE RICCARDIS

ente che ha preso tanti soldi e ha in-

22

MUSICA CLASSICA

Orchestrali per passione Una realtà paralizzata, con le eccellenze che per emergere vanno all’estero

do, non sa quanto prende un orchestrale, o cosa è questo ‘complessino’ di cui parla, quante ore di studio e preparazione ci vogliono. A livello istituzionale la musica non viene minimante considerata. Per il governo è buono solo ‘quel che si mangia’. La musica non rientra in questa categoria e quindi non serve a nulla! Invece è fondamentale per lo sviluppo psico-fisico della persona. La musica classica è nata in Italia: ma, paradossalmente, se uno dei miei allievi vuole perfezionarsi deve andare in Germania per avere l’eccellenza. Ma è giusto che la musica segua le politiche di mercato? È giusto in parte. Non si può, da un giorno all’altro, sovvertire tutto il sistema. Trent’anni fa, quando è nato il Conservatorio di Lecce, la musica funzionava solo

per sovvenzioni e non era giusto perché era in mano a persone senza scrupoli che hanno pensato a sperperare. Potrei fare molti nomi di politici locali che ci hanno marciato. Ovviamente, mancando la cultura musicale e, in sostanza, il pubblico, non c’erano degli introiti che potessero giustificare degli investimenti così ingenti. Ma da qui a dire che noi possiamo mangiare solo se vendiamo è ridicolo. Bisogna andare a vedere dove stanno gli sprechi. Nessuno mette mano sui profumati cachet dei cantanti e dei direttori d’orchestra. Uto Ughi qui a Lecce per la sua esibizione ha intascato 20.000 euro, davvero troppo. Se la prendono solo con gli orchestrali che neanche arrivano alla fine del mese e, messi alle strette, trovano soluzioni alternative, come il ‘complessino’ che fa le serate per

poco più di 500 euro, spese incluse. E nessuno conta le ore di studio. Alcuni miei allievi arrivano dal basso Salento per allietare le serate dei Lions. L’ex conservatorio Tito Schipa sta cadendo a pezzi, eppure rimane la sede dell’orchestra ICO di Lecce. Com’è possibile? Quella struttura è il conservatorio che Tito Schipa a suo tempo fece erigere a Lecce. Ed era un’ottima struttura. Io ho studiato lì. Nel ’70 è stato dichiarato inagibile. Avrebbe dovuto essere dismesso, ed invece ci suona la Fondazione Ico. Dentro sta cadendo a pezzi. Il problema è che quel conservatorio è nato con i soldi del Comune e della Camera di Commercio su suolo della Provincia. Questo significa che per qualsiasi lavoro, anche di piccola entità, l’amministrazione deve chiedere il permesso a tre enti. Una serie di bizantinismi, insomma, che hanno paralizzato la situazione. Dell’attuale conservatorio ci sono due sedi, di cui una – quella in cui insegno io - è di proprietà dell’attuale sindaco di Lecce. È una sede che non ci piace e terminato il contratto quinquennale, abbiamo chiesto di andare via. Chissà come mai, la vecchia amministrazione provinciale si è dimostrata sorda alle nostre richieste e, con la nuova, lo stesso contratto è stato rinnovato per altri dieci anni. Come dire, dopo l’inganno la beffa. Qui in Italia se non sei l’eccellenza in musica non hai futuro. E le nostre eccellenze devono andare fuori per ottenere un giusto apprezzamento. Mi chiedo, dove andremo a finire? Brunetta insegna alla futura classe politica che in tempi di crisi è il mercato a decidere le sorti del Paese. Non la tradizione, la cultura o l’innovazione, ma un’onda discontinua di stati d’animo che adesso è qui, e tra un secondo al di là dei confini. Marialuisa Ferrarese


PRIMI P I A N I

N

ata a Taurisano, diplomatasi come stilista di moda, insegnante prima presso diversi Istituti Superiori e successivamente presso la Scuola Media di Ugento, Antonia Sabato si accosta alla lavorazione della cartapesta solo in età adulta. Una passione nata negli anni della fanciullezza: “Fin da piccola, quando andavo a trovare la nonna, passavo davanti al laboratorio artigianale di Mesciu ‘Ntoni Cristi. Fuori erano esposti i Gesù Cristo in croce che egli realizzava e lasciava asciugare rigorosamente a temperatura ambiente. Allora, poiché erano grandi, suscitavano in me timore, ma allo stesso tem-

è moderno come freddo e distante, mentre il passato è caldo, ricco di valori ed affetti”. Generalmente la cartapesta, una volta modellata con le mani e lasciata asciugare, viene fuocheggiata secondo una particolare tecnica che fa uso di un pezzo di ferro con la punta a forma di becco d’aquila che viene arroventato ed utilizzato per eliminare le imperfezioni. Successivamente si passa alla fase della gessatura e poi della pittura ad olio. Antonia spesso non arriva alla fase della gessatura: “Senza la gessatura, in teoria l’opera è da considerarsi incompleta, ma la cartapesta cosiddetta ‘bruciata’ dà più il sen-

A N T O N I A S A B AT O

Quando la cartapesta prende vita Un’arte appresa da adulta, studiata e personalizzata con il buon gusto femminile so dell’antico che è molto bello”. Per ciascuna opera Antonietta è attenta ad ogni minimo particolare. Innanzitutto il viso di ogni figura è differen-

te dagli altri nelle sue espressioni: ”Al giorno d’oggi la maggior parte dei cartapestai fa uso di uno stampo per realizzare un viso che è uguale per tutte le opere”

23 afferma l’artigiana. A ciò si aggiunge la particolare attenzione verso i dettagli dei costumi: “In questo mi è stato molto utile il diploma di stilista di moda e quindi la conoscenza che ho della storia del costume”. Inoltre Antonia riproduce fedelmente gli attrezzi e gli oggetti che accompagnano la figura in cartapesta, adottando altri materiali come, ad esempio, il tavolino realizzato in legno su cui poggia il tombolo della ricamatrice. Il tutto completato da un equilibrato uso ed abbinamento dei colori. Un lavoro da perfezionista, molto apprezzato da turisti e non che acquistando i suoi pezzi l’hanno fatta conoscere in molti luoghi d’Italia, Europa ed anche Sud America. L’arte, l’attenzione e l’amore di Antonia emergono dalla bellezza delle figure da lei realizzate, dai personaggi, a cui sembra che l’artista abbia realmente dato vita. Una donna che in pochi anni è riuscita a sviluppare un lavoro tanto prezioso e che ci auguriamo possa continuare ancora a lungo. Elisa Surano

MUSEO PERMANENTE

L’arte della cartapesta è di scena a Lecce Presenti opere di artisti leccesi e non solo, oltre a un laboratorio di restauro

U po curiosità” racconta Antonia. Una volta cresciuta, la donna ha continuato a provare attrazione verso questa forma d’arte. “Quando vivevo a Lecce, mi recavo sempre in una bottega artigianale per osservare la realizzazione di opere in cartapesta, ma non potevo accostarmi al lavoro in quel periodo perché studiavo. Una volta diplomata, mi sono sposata, dedicata ai figli ed al lavoro a scuola”. Per anni Antonia tiene da parte la sua passione, fino al momento in cui decide di frequentare la Scuola D’Arte Maccagnini di Lecce e la bottega del Maestro Mario Di Donfrancesco. “Di Donfrancesco ha capito subito le mie doti artistiche e mi ha aiutato ad affinare le tecniche rivelandomi i segreti che altri cartapestai, per gelosia verso il proprio lavoro, non tramandano”. Per Antonia la cartapesta non è un lavoro. “Preferisco regalare le mie opere piuttosto che venderle. Ogni volta che ne realizzo una, per me è come partorire un figlio ed è difficile separarmene. Donarla me la fa sentire più vicina”. Questo è anche il motivo per cui l’artigiana realizza sempre pezzi unici. Ciò che distingue Antonia da molti altri cartapestai sta nel fatto che, oltre a realizzare opere sacre, ha ben presto iniziato un vero e proprio lavoro di ricerca rivolto alle arti ed ai mestieri del passato riproducendo diverse figure come, ad esempio, la ricamatrice con il tombolo, lo ‘scarparo’ nel suo laboratorio, il panettiere, il contadino ecc. “Sono proiettata maggiormente verso i personaggi del passato. Vedo tutto ciò che

na delle attività artigiane più diffuse nella città barocca è l’arte della cartapesta. Numerose sono ancora oggi le botteghe e i laboratori che affascinano turisti e locali con le loro creazioni. A questa tradizione salentina fortemente legata al territorio è dedicato, dallo scorso 20 dicembre nel Castello Carlo V di Lecce, il Museo permanente della Cartapesta. Sono esposte sia le opere di grandi maestri leccesi quali Raffaele Caretta, Angelo Capoccia, Antonio Mazzeo, Pietro Indino, Aristide e Antonio Malecore, Cesare Gallucci, Luigi Guacci, Giuseppe Manzo, Salvatore Sacquegna,

Francesco Giuseppe, sia quelle di due artisti contemporanei quali Lucia Barata ed Emilio Farina. Fino al mese di marzo era presente un laboratorio di restauro della cartapesta appositamente attrezzato per esporre i segreti del mestiere. Sono esposti oggetti artigianali diversi: statuette, presepi, crocifissi. Le opere, religiose e laiche, nascono a partire da una struttura in filo di ferro e paglia rivestita con un impasto di colla e stracci. Il volto, le mani e i piedi sono in terracotta e dopo la cottura nella fornace l’opera viene dipinta. L’arte della cartapesta, che nasce nel Rinascimento e fiorisce nel Barocco,

si sviluppa a Lecce in una grande tradizione che ben presto la porta a svincolarsi da quella napoletana, grazie alla richiesta di statue a soggetto religioso da usare nelle processioni da parte delle numerose confraternite presenti nella città. Sono presenti pannelli esplicativi bilingue (italiano-inglese) ed è disponibile, per gli interessati, una breve guida cartacea. Il museo è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 20.30; sabato e domenica dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.30. Per info 0832 244845 - 0832 246517. Silvia De Nizza


CURA DEL C O R P O

L

a pelle non è solo l’involucro esterno del nostro corpo ma un organo vero e proprio e, in quanto tale, svolge importanti funzioni protettive e sensoriali. La pelle protegge il nostro corpo dalle aggressioni esterne, ne regola la temperatura e al tempo stesso è lo specchio della nostra personalità e riflette salute e benessere. Per questi motivi è molto importante dedicare attenzione alla cura della pelle, specialmente a quella del viso. Una pelle giovane ed in buona salute si rinnova da sola, nell’epidermide più profonda infatti le nuove cellule si spostano automaticamente verso l’alto e tale processo di rinnovamento dura 28 giorni. Quando la pelle invecchia, però, il suo metabolismo rallenta e assume un aspetto più spento e teso: compaiono le prime rughe e il processo di invecchiamento della pelle è già iniziato! La pelle femminile Per avere una pelle che non sia solo

Sulla pelle del viso il nostro benessere

Non trascurare una corretta detersione e un’alimentazione sana apparentemente bella ma veramente sana, la fase fondamentale è la detersione. Non bisogna mai dimenticarsi di pulire il viso mattina e sera con un buon detergente e soprattutto mai dimenticare di struccarsi prima di andare a dormire. Durante la notte infatti la pelle deve respirare per potersi rigenerare. Sarebbe opportuno anche fare uno scrub una volta alla settimana per aiutare la pelle a rimuovere le cellule morte. Per questo motivo gli antichi greci praticavano una primitiva forma esfoliazione spalmando su viso e corpo una miscela di olio e sabbia. La pelle maschile La pelle dell’uomo si presenta più grassa e con pori più dilatati rispetto

T R AT TA M E N T I D E P U R AT I V I

Via le tossine per una salute migliore Il miglior modo per ristabilire il benessere dell’organismo

L

’arrivo della primavera, il cambio di stagione, la sensazione di affaticamento e spossatezza o semplicemente un periodo di eccessi alimentari, rendono necessaria l’eliminazione delle tossine accumulate nel nostro organismo: sono questi i casi più comuni in cui si deve ricorrere ad un trattamento depurativo e disintossicante. I principali organi deputati alla disintossicazione sono il fegato, i reni e l’intestino. Siamo in primavera, il periodo migliore per depurare il fegato, organo motore, di trasformazione e di lavorazione delle sostanze alimentari che noi ingeriamo. È anche il filtro principale del nostro corpo, insieme ai reni, e come tutti i filtri va pulito e rimesso in ordine almeno una volta all’anno. La depurazione del fegato consiste nell’assumere delle tisane o degli sciroppi a base di erbe depurative per almeno un mese in modo da dare il tempo all’organismo di liberarsi dalle impurità e liberare l’intero corpo da tutte le tossine che durante tutto l’inverno si sono depositate.

24

I risultati sono una pelle più pulita, liscia e luminosa, pancia meno gonfia, meno stanchezza, meno forfora, più vitalità per tutto l’organismo. Le erbe più adatte per una buona depurazione sono: Il tarassaco, definito dalla medicina popolare “depurativo del sangue”, stimola la secrezione epatica, il flusso biliare e la diuresi. Utile anche nel trattamento della ritenzione idrica e della cellulite. Il cardo mariano è una pianta in grado di proteggere, disintossicare e stimolare la rigenerazione delle cellule epatiche. La bardana, oltre ad agire sul fegato, si rivela un ottimo depurativo anche a livello della pelle, in caso di acne, seborrea e foruncolosi. Del carciofo se ne usano le foglie, utilizzate per purificare il sangue e ridurre i livelli di colesterolo e acidi grassi nel sangue. Il rafano nero, infine, favorisce lo svuotamento della cistifellea. Dopo una buona depurazione saremo pronti ad affrontare qualsiasi tipo di trattamento e a vivere meglio, e più in salute, l’estate che verrà. Anna De Rosa

a quella della donna. Questo è dovuto a diversità legate agli ormoni. La pelle più spessa dell’uomo ha una capacità maggiore di trattenere i liquidi e questo fa sì che appaia maggiormente elastica e compatta. Inoltre è meno soggetta alla formazione di rughe; queste infatti compaiono più tardi rispetto alle donne ma solitamente sono più ampie e profonde. Le vitamine Prima di ricorrere a prodotti e trattamenti è importante sapere che una corretta alimentazione è fondamentale per avere una pelle sana e luminosa. Le vitamine apportano numerosi benefici alla nostra pelle. La vitamina A, per esempio, contrasta la formazione delle rughe e contribuisce a rendere la pelle vellutata; la vitamina E conferisce colore e luminosità all’incarnato contrastando la formazione dei punti neri. Un toccasana per le pelli grasse con tendenza alla formazione di acne, sono le vitamine del complesso B. La vitamina C, invece, combatte i radicali liberi e restituisce alla pelle uniformità, aiutando inoltre il processo di guarigione della cute affetta da couperose e acne. Francesca Loredana Bello

Le tipologie di pelle Poiché la pelle non è uguale per tutti, non può esistere un unico trattamento. Per scegliere le cure più appropriate dobbiamo essere in grado di riconoscere a quale tipo la nostra pelle appartiene. Le principali tipologie hanno caratteristiche ben definite che sono innanzitutto di natura endogena, cioè interna, e non in relazione con l’ambiente esterno, che pure incide molto. Normale - Gode di ottima salute. Molto elastica e minimamente porosa. Appartiene solo ai bambini. Grassa - Lucida, con pori dilatati e impurità. Secca - Sottile e con pori poco evidenti, è spesso tesa e opaca e tende a disidratarsi. Mista - Lucida e con pori dilatati nella zona T (fronte, naso, mento). La pelle di guance e collo è da normale a secca. Con problemi o inestetismi - Lucida, presenta grossi pori e impurità, tendenza all’acne, profonda disidratazione. È tipica dell’età adolescenziale. Ogni tipo di pelle può essere incluso nelle seguenti categorie: Sensibile - Facile agli arrossamenti, alle macchie, è molto sensibile alle condizioni ambientali, allo stress e ai cosmetici. Giovane - Indica la pelle fino a 35 anni di età, che non mostra ancora segni del tempo. Matura - Comprende la pelle dai 40 anni di età che mostra segni di invecchiamento. F. L. B.

ERBE OFFICINALI 3

Pascoli, Valentino... e le brocche Il Biancospino, la pianta amica del ritmo cardiaco

C

rataegus oxyacantha (sinonimo di crataegus monigina) veniva celebrato fin dall’antichità per il candore dei suoi fiori bianchi in primavera e per il rosso delle sue drupe in autunno. I rami sono dotati di spine e l’etimologia ne ricorda la presenza. Il termine crataegus deriva dal greco, forse per la durezza del legno di questo genere di piante e per la loro longevità, mentre il termine oxyacantha deriva da oxyus, aguzzo, e anthos, fiore con spine acuminate. L’uso preistorico dei frutti è documentato dai noccioli trovati negli insediamenti lacusti degli uomini delle palafitte. Evidentemente le drupe erano cibo abituale e utile a scopi diuretici e astringenti, oltre che ricche di vitamina C. Chi, andando per boschi a medie latitudini nelle zone peninsulari e insulari, abbia tra le letture scolastiche incontrato i versi “Oh! Valentino vestito di nuovo/ come le brocche dei biancospini!”, proverà un’intensa emozione nel riconoscere tra le specie spontanee questa pianta che può raggiungere i 500 anni di età. Il genere botanico appartiene alle Rosacee, ha numerose specie tutte con legno molto duro e dalla crescita piuttosto lenta.

I nomi attribuiti al biancospino nelle varie regioni d’Italia sono: Spino bianco, Bossolin, Spinapulce, Spì della lendena. I fiori secchi messi in infusione sono una utile tisana in caso di soggetti ansiosi, nei quali riduce l’emotività, l’ipertensione e migliora il sonno. Il periodo di somministrazione può arrivare fino a tre mesi e comunque fino a miglioramento dei sintomi, poiché questa pianta è praticamente priva di effetti collaterali; va usata con prudenza, però, nei pazienti con frequenza cardiaca molto bassa. Noemi Di Recoaro


SPORT rico di lavoro, insorgono inevitabilmente i problemi dati da un campo di gioco troppo duro, che non garantisce l’assorbimento del cosiddetto stress da salto. Nonostante tutto questo, gli obiettivi che la società si era prefissata ad inizio stagione sono notevolmente cambiati, ed in positivo! “Il nostro obiettivo iniziale era quello di giungere a metà classifica, disputare un buon campionato e toglierci qualche soddisfazione - commenta ancora il coach - ovvio che ad oggi le cose sono molto cambiate. Abbiamo lottato e vinto anche contro le squadre più titolate e siamo dunque divenuti consapevoli di avere tutte le carte in regola per poter lottare fino in fondo”. Anche se mister Licchelli non si

M

ancano ormai pochissime giornate al termine del campionato di volley di B2 maschile e i Falchi Ugento stanno lottando per i piazzamenti che contano. Dopo aver trascorso l’estate scorsa col fiato sospeso, a causa delle difficoltà economiche che separavano i giallorossi dall’iscrizione al campionato, a partire dal 18 ottobre, invece, il pubblico ugentino non ha potuto far altro che stupirsi ed applaudire. Uno splendido gruppo di atleti che giorno dopo giorno, partita dopo partita, ha dimostrato sempre più di saper vincere e convincere. In barba ai numerosi infortuni e virus influenzali, la rosa che la società ha messo a disposizione di mister Licchelli ha saputo garantire prestazioni maiuscole. Dopo un avvio di campionato a corrente alternata, i Falchi sono riusciti ad insediare le zone più alte della classifica, senza più allontanarsene. “A causa delle vicissitudini che la società ha dovuto affrontare durante il periodo estivo, siamo stati costretti a formare una squadra in modo molto frettoloso. Nonostante questo, ci siamo subito resi conto che le nostre carenze tecniche erano facilmente colmabili con tanto lavoro in palestra, ma soprattutto con l’affiatamento. È grazie al lavoro di squadra che abbiamo sopperito ad alcuni gap tecnici e formato così un buon gruppo”. Sono queste le parole di Fabrizio Licchelli, 37 anni, di Presicce, coach di grande esperienza che, oltre ad avere incarichi federali, ha militato ben cinque anni nel Taviano di A2, prima di approdare alla guida dei Falchi Ugento nella scorsa stagione. “Rispetto allo scorso anno abbiamo assistito ad un campionato di livello molto più alto”. Il mercato estivo, infatti, ha visto le varie squadre assicurarsi giocatori di grande talento ed esperienza, dando così vita ad un

PA L L AV O L O

Falchi Ugento, il rush finale Domenica 25 aprile la gara decisiva

campionato che già alla vigilia si preannunciava tra i più difficili. L’Ugento ha dovuto fare i conti con compagini come Altamura, Matera, Martina Franca, Lucera, Alessano e Bari, tutte ben allestite e attrezzate per il salto di categoria. Ma non solo. Questo è anche il campionato dei derby: oltre ad Ugento ed Alessano, anche Casarano, Calimera e Squinzano hanno contribuito a movimentare una stagione già di per sé molto ricca. A complicare il cammino dei giallorossi ci hanno pensato poi i vari infortuni che, a turno, hanno colpito quasi l’intera rosa (Pirola, Parisi, Castello, Serra, Spennato e non solo) e costretto spesso coach Licchelli a far scendere in campo una formazione rimaneggiata. A questo punto del campionato, inoltre, quando muscoli e tendini sono messi a dura prova dal notevole ca-

sbilancia, l’obiettivo play-off è alla portata di capitan Pirola e compagni, e tutti ci sperano fortemente. “L’anno scorso, essendo stati in cima alla classifica per buona parte del campionato, i play-off suonavano quasi come una penalità, una punizione. Quest’anno, invece, sono un obiettivo importante, al quale arriveremmo certamente con più entusiasmo e voglia di fare bene”. Il match clou che i Falchi si apprestano ad affrontare è quello di domenica 25 aprile, alle ore 18.00, quando sul parquet del Palazzetto dello Sport di Ugento arriverà la corazzata della Pallavolo Matera, in corsa per il salto diretto di categoria. Si tratta di una sfida ai vertici, decisiva per i Falchi, bisognosi come non mai del calore e del tifo che solo il pubblico ugentino può offrire. Il Palasport, imbattuto da ben 19 gare

25 consecutive, è pronto quindi ad accogliere la carica dei mille tifosi e più che, assieme ai Falchi, vorranno finalmente Liberarsi di tutte le ansie e le paure. Alla carica, Falchi! Valeria Carlucci e Donato Provenzano

CALENDARIO PARTITE serie B2 girone H

23ª gior. 18.04.10 • Città di Squinzano vs Caroli Hotels Falchi Ugento • Open D Casarano vs Aurispa-Isolp Alessano

24ª gior. 25.04.10 • Caroli Hotels Falchi Ugento vs Pallavolo Matera • Links Calimera vs Open D Casarano • Aurispa-Isolp Alessano vs Pol. E. Masi Foggia

25ª gior. 01.05.10 • Pallavolo Martina vs Caroli Hotels Falchi Ugento • Aurispa-Isolp Alessano vs As Cabv Bari • Open D Casarano vs Amatori V. Pulsano

26ª gior. 09.05.10 • Caroli Hotels Falchi Ugento vs Pol. E. Masi Foggia • Links Calimera vs Aurispa-Isolp Alessano • Av Lucera vs Open D Casarano


T E R Z A PA G I N A

L

a varca è de ci la cavarca, la pecura è de ci la secuta”. Questo detto salentino avverte che la prosperità è frutto d’impegno costante. Il benessere non è dei pigri: per conservare la barca, il gregge, per consolidare ciò che si possiede, bisogna darsi da fare incessantemente e non disdegnare la fatica. Altrimenti, “ci perde ‘u piecuru, perde ‘u piecuru, perde ‘u piecuru”: le cose vanno a rotoli e sopraggiunge la rovina. Credete che questo consiglio sia una scoperta della saggezza popolare salentina? Viene da ben più lontano. Un aforisma egizio già diceva qualcosa di simile: “A chi non è stanco la sorte dà ricchezza”. La voce dei proverbi non solo è molto antica (le prime testimonianze scritte risalgono ai popoli delle piramidi e della Mesopotamia), ma sembra conoscere il segreto di una perenne giovinezza. Ogni popolo ha la sua lista di proverbi pronti all’uso, ma alcuni sono il distillato di un sentire così universale, che, con lievi differenze, nella sostanza si trovano identici ovunque. Gli uomini si esprimono volentieri in proverbi, perché il proverbio è come un condensato di saggezza, semplice, immediato, alla portata di tutti. Racchiude una filosofia spicciola, che s’impara con facilità e si ricorda senza sforzo, perché passa attraverso il tessuto vivo dell’esperienza. Una collezione di proverbi è come un piccolo prontuario di vita, un patrimonio che si tramanda di padre in figlio, come un’eredità spirituale di cui fare fortuna. Questo manualetto viene dal passato, a volte anche molto lontano, ma non sa di polvere, perché si sfoglia e si ripassa continuamente. È un ‘tascabile’ della memoria veramente pratico, facile da consultare: si impara agilmente senza studio; non pesa e non ingombra e si porta appresso ovunque; si può sfogliare in ogni momento e si apre automaticamente alla pagina giusta. Fossero tutti così i libri! Anche noi del XXI secolo rinforziamo spesso il nostro dire con la saggezza im-

mediata e facilmente comprensibile di un proverbio e, senza saperlo, riecheggiamo formule che, nella sostanza, gli uomini ripetono quasi identiche da secoli. Per esempio, per spingere all’azione qualcuno che preferirebbe poltrire, ci viene facile ammonirlo ricordandogli che “chi dorme non piglia pesci” ed è press’a poco ciò che dice la sentenza egizia già citata. Se siamo convinti che “chi trova un amico trova un tesoro” questa è anche la convinzione

to d’ironia, è caratteristico di questo libro. I segreti di tutta una vita vengono consegnati alle giovani generazioni: il nonno parla al nipote, il padre di famiglia indirizza i suoi figli, il buon maestro consiglia il discepolo… Niente forzature, niente ordini, ma la tecnica del ‘consiglio dolce’. Gli esempi del quotidiano sono convincenti di per sé. Basta aprire gli occhi e osservare l’evidenza della realtà. Non occorrono molti ragionamenti per capire ciò

Il pigro e la formica SAGGEZZA POPOLARE

dell’antico israelita, perché: “un amico vuol bene sempre, è nato per essere un fratello nella sventura”. E se diciamo che “tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino” allo stesso modo il saggio dell’antico Israele chiedeva, già conoscendo la risposta: “Si può camminare sulla brace senza scottarsi i piedi?”. Le ultime due sentenze sono tratte da un libretto nascosto tra i 73 libri della Bibbia; è poco citato, ma gustoso da assaporare. S’intitola, appunto, “Proverbi”. Inizia con un invito accorato: “Ascolta, figlio mio, l’istruzione di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di tua madre”. Il tono familiare, affettivo, anche se a volte vena-

che l’esperienza dice chiaramente. Per esempio che “Un cuore tranquillo è la vita di tutto il corpo, l’invidia è la carie delle ossa” (Pv 14,30); che “Un piatto di verdura con l’amore è meglio di un bue grasso con l’odio” (Pv 15,17); che“La mano pigra fa impoverire, la mano operosa arricchisce” (Pv 10,4). Quest’ultima sentenza, che ci riporta al nostro detto salentino, è rimarcata più volte nel libro dei Proverbi. Fra i tipi umani che ne popolano le pagine (il goloso, il litigioso, l’avaro, ecc) ce n’è uno in particolare, cui il saggio indirizza i suoi reiterati consigli: il fannullone. È ritratto con pennellate leggermente caricaturali, con

26 un’ironia ‘buona’, anche se impietosamente realistica, il cui scopo non è muovere al riso o denigrare, ma far riflettere e stimolare il cambiamento. L’insistenza del saggio consigliere è dovuta al fatto che non si tratta di correggere un difetto da poco: la pigrizia del ragazzo di oggi sarà la rovina dell’uomo di domani. Al fannullone può succedere come alla cicala: “Il pigro non ara d’autunno, e alla mietitura cerca, ma non trova nulla” (Pv 20,4). Ma com’è difficile smuovere un indolente! Perciò, per scuoterlo dall’inedia, l’ironia del saggio si fa più pungente. Ecco come ne cesella il ritratto: “La porta gira sui cardini, così il pigro sul suo letto. Il pigro tuffa la mano nel piatto, ma dura fatica a portarla alla bocca” (Pv 26,14-15). L’uomo pigro, spossato anche dalla fatica di nutrirsi, è preso da una sola occupazione: rivoltarsi nel letto a dormicchiare. Non si rende conto che su di lui incombe la rovina. Ecco allora l’ultima salutare punzecchiatura, che dovrebbe scuoterlo e rimetterlo in piedi: prenda esempio dalla solerzia della formica, che “non ha né capo, né sorvegliante, né padrone, eppure d’estate si provvede il vitto, al tempo della mietitura accumula il cibo” (Pv 6,7-8). E poiché le parole sembrano non servire a nulla, è ora di aprire gli occhi insonnoliti e prendere lezioni dalla natura: “Va’ dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e diventa saggio… Fino a quando, pigro, te ne starai a dormire? Quando ti scuoterai dal sonno? Un po’ dormire, un po’ sonnecchiare, un po’ incrociare le braccia per riposare e intanto giunge a te la miseria, come un vagabondo, e l’indigenza, come un mendicante” (Pv 6,6; 9-11). Ritratto indimenticabile! Scommetto che vi tornerà in mente la prossima estate, quando comincerete a vedere plotoni di formiche correre in fila a far provviste. E forse vi verrà anche voglia di sfogliare il libro dei Proverbi, che è sempre “parola di Dio”, pur se detta con un linguaggio tanto umano. Maria Grazia Labbate


T E R Z A PA G I N A

P

rocede in astrale, che è il piano dei sogni e delle emozioni inconsce, l’affascinante avventura da solista del cantautore Gianni Scarcella, originario di Melissano. Gianni, in arte Gustavo, quest’anno ha concorso con il suo brano In astrale alle selezioni del Festival di Sanremo 2010, nella categoria Sanremo Nuova Generazione e ha già partecipato nel 2008 a Sanremo Lab. Il pezzo è stato realizzato con il contributo di Andrea Caputo nelle vesti di arrangiatore e musicista stesso nel progetto, con il quale è in studio per la lavorazione del disco che dovrebbe vedere la luce entro il 2010. Brillante, eclettico, l’artista salentino - nonché bassista e designer - rima briosamente squarci di realtà oltre il reale che emergono sotto forma di sogni, quelli “che entrano piano senza bussare ed arrivano senza far rumore”, in cui si materializzano alternativi modi di essere,

GIANNI SCARCELLA

L’autentica fragilità dei sogni

Il musicista salentino ha presentato il suo brano a Sanremo Nuova Generazione desideri, paure e che guidano verso il regno in cui l’io è semplicemente se stesso, senza veli e maschere sociali. Con autentica raffinatezza e sottile ironia, tratti distintivi della sua personalità, Gustavo mette in risalto la lucidità dei viaggi onirici, la loro intrinseca natura umana che trova riscontro nella caducità tipica di ogni sogno, quella fragilità strutturale che si manifesta all’alba, al momento del risveglio. L’attrazione vivida verso altri stati della mente e la naturale inclinazione verso l’esplorazione di luoghi dello spirito, così lontani dalla consueta e regolare vita quotidiana, palesa il virtuale sodalizio artistico tra Gianni e il maestro Franco Battiato, da lui

MANDURIA

La seconda edizione di Un cuore giovane Aperte le iscrizioni per il concorso nazionale di scrittura creativa

I

l centro culturale GS “Giulia Selvaggi” lancia la seconda edizione del concorso nazionale di scrittura creativa, dedicato allo scrittore di Manduria Antonio Bruni. Diviso in due sezioni, femminile e maschile, il concorso ha come tema “Un cuore giovane”, per tutti e tre i settori: Pensieri creativi inediti in poesia o prosa, Pensieri creativi in forma epistolare e Creazione grafica del tema. L’eterna gioventù dei sentimenti e la capacità di sognare sono posti al centro della creatività di chi vorrà partecipare a questa seconda edizione del concorso. Per far fronte alle spese organizzative è previsto un contributo di 20 euro per i concorrenti che hanno compiuto 18 anni e di 5 euro per coloro che non hanno ancora raggiunto la maggiore età. Tutti gli elaborati dovranno essere consegnati a mano o inviati per posta all’indirizzo: Centro Culturale Gs - Giulia Selvaggi, Via Cardinal Ferrara, 31 - 74024 Manduria (TA), entro e non oltre il 2 Maggio 2010. Per ricevere ulteriori informazioni contattare il centro culturale al numero 099 6525548; cell. 333 Valentina Rosafio 9735215 oppure visitare il sito www.giuliaselvaggi.com.

Una delle cose più belle e più pratiche messe in luce dalla teologia in questi ultimi anni è che la Santissima Trinità non è solo il mistero principale della nostra fede, ma è anche il principio architettonico supremo della nostra morale. Quella trinitaria, cioè, non è solo una dottrina da contemplare, ma un’etica da vivere. Non solo una verità tesa ad alimentare il bisogno di trascendenza, ma una fonte normativa cui attingere per le nostre scelte quotidiane. […] Nel cielo, tre Persone uguali e distinte vivono così profondamente la comunione, che formano un solo Dio. Sulla terra più persone, uguali per dignità e distinte per estrazione, sono chiamate a vivere così intensamente la solidarietà da formare un solo uomo, l’uomo nuovo: Cristo Gesù. Sicché l’essenza della nostra vita etica consiste nel tradurre con gesti feriali la contemplazione festiva del mistero trinitario, scoprendo in tutti gli esseri umani la dignità della persona, riconoscendo la loro fondamentale uguaglianza, rispettando i tratti caratteristici della loro

27

Q U A D E R N O

definito come “l’artista che più di ogni altro ha segnato e influenzato il suo percorso musicale e non”. Gustavo negli anni ’80, all’età di soli tredici anni, è stato membro della band underground Devozione, amante dello stile post punk new wave ita-

GIORNALISMO E POESIA

Un premio per le scritture migliori

La seconda edizione del riconoscimento in memoria di Giuseppe Ripa

P

er il 2010 il Comitato Amici di Ripa e l’Università della Magna Graecia del Centro Sud hanno indetto la seconda edizione del premio giornalistico-poetico “Giuseppe Ripa”, eminente figura del giornalismo salernitano che per 54 anni svolse il suo lavoro per la carta stampata. Divisa in due sezioni, Giornalismo e Poesia - la prima che avrà come tema il mare, la seconda a tema libero - ha come termine di scadenza, per l’invio degli elaborati, il 19 aprile 2010. La cerimonia di premiazione avrà luogo a Salerno nel Palazzo della Provincia, salone di rappresentanza “Bottiglieri”, il prossimo sabato 15 maggio. Per ogni altra informazione e per il testo del bando visitare il sito www.premioripa.it. La Redazione

S A L E N T I N O

a cura di Giovanni Coluccia

Un invito alla lettura dei nostri autori, attraverso alcune delle loro pagine più significative

La pace? Convivialità delle differenze

don Tonino Bello distinzione. […] Possiamo concludere, allora, che il genere umano è chiamato a vivere sulla terra ciò che le tre Persone divine vivono nel cielo: la convivialità delle differenze. Che significa?

liano, sull’onda di gruppi d’oltralpe del calibro di Joy Division, Bauhaus, Siouxie, Cure e degli italiani Litfiba, Diaframma, Denovo e Krisma. Sul finire degli anni ’90, dall’incontro con Andrea Caputo, nasce il progetto dei Matisse Lumière, band indie che fonde diversi generi musicali di matrice rock, dub ed elettronica e che ha partecipato a Arezzo Wave nel 1999 e a Rock Targato Italia nel 2001. Dopo lo scioglimento dei Matisse, Gustavo e Caputo costituiscono un nuovo gruppo, i Niente Insetti su Wilma, tribute band dei Denovo di Mario Venuti e Luca Madonia, insieme alla pianista - compositrice Debora Negro, al chitarrista Salvatore Cafiero e al batterista Francesco Romano. La passione verso la musica e la continua ricerca della propria sublimazione artistica, rendono Gustavo un personaggio magnetico e assolutamente autonomo, indipendenza che si ribadisce nell’ironica affermazione di possedere un’etichetta nient’altro che adesiva. http://www. myspace/gustavocanzoni. Valentina Marra

Nel cielo, tre Persone mettono tutto in comunione sul tavolo della stessa divinità, tanto che a loro rimane intrasferibile solo l’identikit personale di ciascuno, che è rispettivamente l’essere Padre, l’essere Figlio, l’essere Spirito Santo.

Don Tonino Bello (Alessano 1935 - Molfetta 1993) non necessita certamente di presentazioni ai nostri lettori, che ben ne hanno conosciuto la grandezza di pastore e di profeta del nostro tempo. Ripubblicando, come già facemmo in occasione della quinta pagina del nostro Quaderno, nell’ambito della rubrica sugli Autori salentini, una sua prosa, ci si propone di ricordarne ancora una volta anche la grande abilità letteraria ed espressiva, tutta messa al servizio dell’annuncio della Parola di Dio e che si è aperto con la 43ma Giornata Mondiale della Pace, riportare all’attenzione dei nostri lettori il pensiero di don Tonino su uno dei temi a lui più a cuore. Per chi volesse accostarsi alla lettura delle opere di don Tonino, tra le numerose oggi reperibili, menzioniamo, oltre a quella qui presentata, Maria, donna dei nostri giorni, Preghiere, Cirenei della gioia, Alla finestra la speranza.

Sulla terra, gli uomini sono chiamati a vivere secondo questo archetipo trinitario: a mettere, cioè, tutto in comunione sul tavolo della stessa umanità, trattenendo per sé solo ciò che fa parte del proprio identikit personale. Vorremmo osservare, di passaggio, che la stessa espressione con cui possiamo descrivere il mistero trinitario serve anche per descrivere la pace: convivialità delle differenze. Definizione più bella non possiamo dare, della pace. Perché siamo andati a cercarla proprio nel cuore della Santissima Trinità. Le stesse parole che servono a definire il mistero principale della nostra fede, ci servono a definire l’anelito supremo del nostro impegno umano. Pace non è la semplice distruzione delle armi. Ma non è neppure l’equa distribuzione dei pani a tutti i commensali della terra. Pace è mangiare il proprio pane a tavola insieme con i fratelli. Convivialità delle differenze, appunto. Da Le mie notti insonni (p. 59-60), di don Tonino Bello, Edizioni San Paolo, 2002 (3a edizione)


CINEMA

P

recious” finisce con una dedica “A tutte le ragazze preziose del mondo”. La protagonista di questa storia implosa, bulimica, piena di grasso (quello della cucina) è una gemma preziosa che illumina Hollywood e per due ore lo affranca da scontati schemi produttivi. Siamo ad Harlem, anni Ottanta. Precious (Gabourey Sidibe) a sedici anni si vede con gli occhi degli altri, la cui brutale indifferenza la uccide giorno per giorno: è nera e grassa. Poi ascolta la madre (Mo’nique), che le urla di essere povera e semianalfabeta. Precious aspetta il secondo figlio dal padre che abusa di lei fin dall’infanzia.

banco – vede la fantasia di una bionda Cyndi Lauper, pelle chiarissima e corpo magro, che si mette il rossetto. Gli addetti stampa della pellicola assicurano che il casting per trovare la protagonista del film sia stato laboriosissimo. I produttori incaricati, e lo stesso regista Lee Daniels, sono dovuti arrivare alla semplice constatazione che Hollywood non aveva tra le sue agenzie d’attori il profilo fisico di una ragazza così - immaginiamo invece la facilità nel reperire la ragazza dello specchio. La sceneggiatura è ricavata dal romanzo “Push” di Sapphire (pubblicato negli Stati Uniti nel 1997 dall’esperienza della scrittrice come in-

28

Gli inglesi accolgono il Salento La rassegna di cinema di Tricase ha fatto il bis a Londra

I

l 2 e 3 aprile il cinema “Prince Charles” di Londra, il famoso cinema indipendente inglese nel quartiere di Soho, ha ospitato il Salento Film Festival, in una due giorni intitolata SIFF London: Best Of The Fest offrendo una serie di lungometraggi e cortometraggi presentati nell’edizione 2009 al festival di Tricase, nonchè la possibilità di scambiare opinioni insieme a registi e attori presenti a promuovere i propri film. Le buone notizie non finiscono qui perché, a partire dal 2011, il SIFF London diventerà parte integrante del programma annuale del Prince Charles Cinema con ben quattro giornate a esso dedicate. Un concorso dedicato al pubblico del SIFF London ha permesso di far vincere ad un fortunato spettatore un soggiorno di una settimana nel Salento, durante la settima edizione del festival, che si terrà a Tricase tra il 3 e il 12 settembre. Paese ospite sarà il Messico, in occasione del bicentenario dell’indipendenza messicana dalla Spagna e del centenario della rivoluzione messicana. L’evento, un omaggio alla cultura del paese, la sua musica e la sua cucina, è organizzato in collaborazione con l’Ambasciata del Messico in Italia Renata Moio e con la Comunidad Mexicana di Roma.

Precious, altre stelle

Hollywood parla di Harlem, di incesto e povertà: con tenerezza e forza inaspettata Siamo già in fondo ad un baratro, dalle parti di un Purgatorio che solo un adolescente può affrontare. Precious cammina per pura inerzia tra le anonime strade di New York, nella speranza che le cada “un pianoforte o magari mamma” sulla testa, e la uccida. Quando la mattina si guarda allo specchio, in silenzio, prima di andare a scuola – dove non aprirà bocca protetta dalla sicurezza dell’ultimo

segnante in scuole d’aiuto, ad Harlem), e fa piacere veder recitare in una storia non convenzionale come questa le stelle dello show business Lenny Kravitz e Mariah Carey. La cantante, tanto di cappello, si è prestata senza remore all’operazione, sve-

PRISMA

stendo trucchi e completi di strass, e sedendo alla scrivania grigia di un’assistente sociale grigio-beige. Il film, a parte l’ambientazione, prende dagli anni Ottanta anche la moda cinematografica di quegli anni, quando gli americani amavano raccontare storie

molto semplici tra le strade di New York, in cui un eroe (un’eroina) “ce la metteva tutta” per riscattarsi, e “avere successo”. Precious però non compie nessun gesto eclatante, non urla nessuna rivendicazione. È un carro armato. Va lenta per la sua strada, i pugni in tasca e guarda fissa un punto, poi nel cammino aggiusta, piano, il tiro. Precious è nera, grassa e ragazza madre, e da questo podio brilla e brilla, proprio come Cyndi Lauper. Luca Nieri

Newsletter di cultura, spettacolo e voglia di vivere (meglio)

Impariamo la politica dai cartoon Senza peli sui fotogrammi, i film di animazione ci dicono la verità

L

’ultimo grande esempio è Avatar: dal mondo dei cartoon spesso arrivano “lezioni” di politica che gli stessi politici, insieme agli amministratori locali, dovrebbero “recepire” molto bene quando si occupano della “cosa pubblica”. Avatar è un kolossal d’animazione digitale “combinato” in modo straordinario con le riprese dal vero, ma al di là del suo splendore tecnologico ci ricorda con forza una realtà antica e sempre attuale: la nostra doppia appartenenza al passato e alla natura. Affascinati da Internet, a volte dimentichiamo che la nostra essenza è già in rete, con le generazioni che ci hanno preceduto e con la vita che ci circonda. Non a caso usiamo le metafore dell’albero e delle radici (immagini-chiave del film) per indicare le nostre origini familiari, il nostro legame con una comunità, il nostro sentirci parte viva della natura.

I cartoon possono e devono essere una vera “scuola di politica”. Per tutti. Galline in fuga ci ricorda l’universale aspirazione dell’uomo alla libertà, Pocahontas ci ammonisce sulle nefaste conseguenze dello scontro di civiltà, Dumbo ed Happy Feet ci fanno vergognare di tanti nostri stupidi pregiudizi,

Totò Sapore e la magica storia della pizza sottolinea l’inutilità della guerra, Il re leone ci insegna il rispetto per gli anziani… E gli esempi potrebbero continuare all’infinito. I cartoon spesso si permettono di dire in faccia la verità, così, senza peli sui fotogrammi. Ci invitano alla co-

struzione di una civiltà fondata sulla giustizia, sulla non violenza, sulla solidarietà. Nella loro essenza più vera, i cartoon sono democratici, illuminati, progressisti. Fino all’ultima goccia di colore. Conviene non dimenticarselo. Gianni Maritati


2 L I B R I A L M E S E x 12 MESI

Quiete e primavera

La poesia e i colori degli stati d’animo

N

ei frammenti di vita che l’autrice offre al lettore una cosa colpisce soprattutto: il chiaroscuro ben calibrato fra disincanto e speranza, tra la fatica di vivere e quella leggerezza d’animo che solo la poesia sa suggerire. Questa compresenza di toni e di stati d’animo è rivelata cromaticamente da alcuni colori: il grigio, l’azzurro, il verde. Il grigio è il colore dell’incomprensione, della solitudine, delle giornate che scorrono sempre uguali, insignificanti, avare di felicità, (“Tra fatica e illusione / percorriamo il sentiero / la ricerca di senso ci assilla”). Ma, nell’opprimente grigiore quotidiano, ogni tanto guizza una pennellata d’azzurro: è un profumo di gelsomino nella notte, è una luce nello sguardo amato, la consolazione di un ricordo, il colore del mare-cielo salentino. Queste intuizioni, questi tocchi d’azzurro, con la forza della poesia si fanno largo nell’animo e, almeno per poco, riescono a placare l’ansia, a riparare lacerazioni lontane, a riempire di sogni una solitudine, che è cercata ma anche temuta, perché protegge ma insieme raggela. Nonostante le delusioni e gli assilli del passato, l’autrice confessa: Non voglio rinunciare ai sogni, / sono scaglie di luce / che illuminano il cuore / nei momenti di tenebra. Sicché, di tanto in tanto, nei suoi versi germoglia anche il verde: è il colore del riscatto, della speranza, della fiducia di poter trovare almeno domani, se non oggi, il senso della vita e poterne gustare in parte la felicità. Maria Grazia Labbate

A tavola con i nonni

Una pubblicazione che raccoglie ricette, tradizione e storie di vita

L

Jole Chiara Romano, QUIETE E PRIMAVERA, L’Autore Libri Firenze, 2009 (euro 9,00) Jole Chiara Romano è nata e vive a Lecce. Laureata in filosofia e pedagogia presso l’Università di Lecce, insegnante, scrive in prosa e poesia sia in vernacolo che in lingua italiana.

Quando verrà la rivoluzione avremo tutti lo skateboard

E

ssere figlio di comunisti con il padre iraniano negli Stati Uniti tra anni Sessanta e Settanta (piena Guerra Fredda e crisi diplomatica con l’Iran) è a dir poco impegnativo, soprattutto chiamandosi Sayrafiezadeh. E infatti Said sogna il cognome della madre, un semplice Harris (che a sua volta sostituiva un cognome troppo ebraico), in particolare dopo che il padre li aveva lasciati. Mentre i fratelli vanno a vivere con lui, Said resta con la madre, tra riunioni di partito, banchetti contro l’imperialismo, boicottaggio dell’uva a favore dei braccianti, mangiando yogurt cracker e carote (mentre gli amici si ingozzano di biscotti e merendine). Tutto aspettando la rivoluzione socialista, imminente. L’impegno politico di entrambi i genitori mette sempre il piccolo Said in secondo piano, solo, ad aspettare prima una poi l’altro. Con uno stile semplice, asciutto, i momenti più intensi sono quelli in cui il “piccolo rivoluzionario” si scontra con compagni di classe bianchi e ricchi durante la crisi degli ostaggi (quando 52 addetti dell’ambasciata statunitense furono sequestrati per più di un anno). E il suo perenne altalenare tra l’imbarazzo e l’orgoglio per le sue radici iraniane, soprattutto quando il padre torna in Iran e si candida alle elezioni del 1979. Said Sayrafiezadeh racconta una storia spesso drammatica, senza scivolare in vitEva Brugnettini timismi o autocommiserazioni.

SUPERSANO

29

e pittule e le fave e zanguni, i purcidduzzi e la ricotta fritta: piatti tipici della nostra tradizione e della storia di vita dei nostri nonni, piatti che oggi ritroviamo nelle trattorie dal sapore turistico delle nostre cittadine ma che ieri erano il cibo quotidiano, povero ma nutriente, o quello speciale delle feste delle generazioni passate. I bambini della Scuola dell’Infanzia a della Scuola Primaria di Supersano hanno imparato a prepararli, a scoprirne la storia e a farseli raccontare dai nonni che si sono prestati a questo viaggio nel tempo. Le ricette, in fondo, sono servite da pretesto per approfondire insieme con loro la memoria e i ricordi della storia passata, individuale e collettiva, di un intero paese. E insieme ai piatti sono emersi il lavoro nei campi, la raccolta delle olive, i racconti e le superstizioni, le filastrocche e i proverbi, di tradizione rigorosamente orale, tramandati nelle occasioni conviviali o nei momenti di ritrovo. “Il lavoro di ricerca ha contagiato grandi e piccoli” ha sottolineato la dirigente scolastica, Annunziata Pantaleo. Valorizzati e ascoltati, i nonni di Supersano sono stati testimoni di quanto la terza età ha tanto da raccontare alle nuove generazioni, così vicini al cuore dei bambini, simili a loro per generosità e tenerezza. L’aspetto educativo dell’iniziativa è stato rimarcato da Maria A. Bondanese, consigliera delegata a Cultura e Istruzione del Comune di Supersano: “Storia orale, che invita a parlare e che ascolta chi parla, a rischio però di sparizione se non registrata dalla viva voce dei suoi testimoni. Uno spazio narrativo non a caso aperto dalla scuola nel suo compito di formazione dei giovanissimi”.

Said Sayrafiezadeh, QUANDO VERRÀ LA RIVOLUZIONE AVREMO TUTTI LO SKATEBOARD, nottetempo, 2010 (euro 18) Said Sayrafiezadeh (New York, 1968), figlio di padre iraniano e madre ebrea, è uno scrittore statunitense. Quando verrà la rivoluzione avremo tutti lo skateboard, suo primo romanzo, è autobiografico.

Il lavoro è stato raccolto e pubblicato in un volume dal titolo “A tavola con i nonni. Cibo di …saggezza”, realizzato in collaborazione con i giovani volontari del Servizio Civile e con il patrocinio del Comune di Supersano e presentato nel dicembre 2009 presso l’oratorio parrocchiale. Il ricavato della vendita è stato devoluto all’Unicef e ad altre iniziative benefiche che la scuoChiara Schiavano la sostiene.


30

L

a Verdeca o Verdea è un vitigno di antica origine, sicuramente autoctono pugliese, coltivato nella parte nord della provincia di Taranto principalmente nei territori di Mottola, Crispiano, Martina Franca. Oggi è ammessa la coltivazione anche nelle province di Bari, Lecce, Brindisi, Foggia, nonché in quelle di Napoli, Avellino, Benevento, Salerno e Matera. Coltivato da sempre come vino da pasto di largo consumo, è utilizzato, ormai da tantissimi anni, anche come vino base per la produzione di vermouth. Oggi, attraverso un attento controllo della sanità delle uve e del periodo vendemmiale che deve coincidere con l’acidità fissa ottimale, attraverso l’uso di pnemo-presse, del termo-condizionamento del mosto, l’uso di biotecnologie ed

Finalmente primavera. Ecco un’ottima ricetta per i primi pic-nic in campagna. T O R TA PA S Q U A L I N A A I C A R C I O F I

D E G U S TA N D O

Il gentile profilo aromatico della Verdeca Vino bianco da tutto pasto, è utilizzato come base per la produzione di vermouth

uno scrupoloso stoccaggio anti-ossigeno, sono state migliorate di gran lunga la struttura aromatica e la tonalità cromatica di questo interessante vino dai riflessi verdolini collocandolo, meritatamente, tra i più interessanti vini bianchi da tutto pasto. Aromi floreali delicati, e in particolare aromi fruttati di mela, lo rendono molto gradevole. Concorre con il 50-65% alla produzione della Doc Locorotondo e della Doc Martina o Martina Franca con il Bianco d’Alessano (35-50%). La Verdeca è catalogata tra le uve a sapore neutro in quanto manca di sostanze odorose allo stato libero ma dispone di un complesso aromatico inattivo cioè non odoroso (precursori aromatici) molto interessante.

Test guida: degustazione di un ottimo vino Verdeca vinificato in purezza proveniente da antica azienda viti-vinicola di Martina Franca che utilizza questo tipo di bio-tecnologia mirata al potenziamento del profilo aromatico di questo vitigno. Tipicità: 100%; Colore: tendente al verdolino; Odore: delicato, fruttato, lieve sentore di tartufo; Gusto: elegante, appagante, fresco ed armonico; Tonalità ed intensità cromatica: eccellente; Finezza olfattiva: molto fine; Intensità olfattiva: lunga; Franchezza olfattiva: franco, gradevole; Persistenza aromatica olfattiva: lunga; Sensazioni retro-olfattive: delicate, positive.

AMICI ANIMALI

Pantaleo Provenzano

di fondamentaPer quanto riguarda L’alimentazione del cane l’alimentazione le importanza di tipo Breve guida ad un corretto approccio alimentare industriale, in comsomministrare al PRIMA PARTE cane una dieta equilimercio esistono svariate brata in modo da farlo linee di mangimi che crescere, sviluppare e propongono alimenti vivere sano il più a lunsecchi e umidi di alta go possibile. Ogni volta qualità con diverse forche diamo da mangiare mulazioni (“puppy”, al nostro amico dob“regular”, “premium”, biamo rifornire il suo “light” e anche linee di organismo di sei cateprodotti “medicati” per gorie di nutrienti: acl’alimentazione di aniqua, carboidrati, promali affetti da particoteine, grassi, minerali, vilari patologie) adatti tamine. Naturalmente alle diverse taglie e fasce la quantità ed il fabbidi età. Tali alimenti sogno calorico dovranno essere adeguati alla fase sono già pronti, completi e bilanciati e non vandi crescita dell’animale (cucciolo, adulto o anzia- no addizionati con altri cibi, evitando eccessi cano), allo stile di vita (cane sedentario, cane da la- lorici e vitaminici. Devono, inoltre, essere somvoro ecc.) ed a particolari momenti fisiologici del- ministrati nelle dosi raccomandate (se il pasto è cola vita dell’animale (cagna in gestazione e in lat- stituito da croccantini si ricorda soltanto di lasciare tazione). a disposizione del cane abbondante acqua fresca Tutti i cani sono in grado di autoregolare l’ap- in quanto questo tipo di alimento ha una bassisporto energetico di cui hanno bisogno. Può ca- sima percentuale di umidità). pitare, però, che per una somministrazione di cibo Molti proprietari avranno notato una particoparticolarmente calorico e senza limitazioni, as- lare predilezione dei loro animali per le scatoletsociata ad una mancanza di attività fisica, alcuni ani- te piuttosto che per i croccantini (queste hanno mali tendano al sovrappeso e quindi all’obesità. un contenuto di acqua maggiore perciò, per otNel cucciolo è importante che la razione gior- tenere lo stesso livello nutrizionale del cibo secco, naliera venga suddivisa in tre - quattro piccoli pa- vanno fornite in quantità superiore rispetto ai crocsti (questo fino all’età di 4-5 mesi), in seguito si po- cantini); se ci si orienta quindi verso un’alimentrà passare ad un unico pasto giornaliero o (me- tazione con cibi umidi (sempre di buona qualità), glio) a due. È importante evitare la sovralimenta- è bene fornire periodicamente all’animale partizione che potrebbe provocare un’accelerazione del- colari prodotti duri che impegnino l’animale nella velocità di crescita con conseguenti patologie la masticazione in modo da prevenire gli accumuli Ippazio Aretano scheletriche soprattutto nelle razze di grossa taglia. di tartaro. (continua)

Ingredienti per 6 persone: 500 gr di farina bianca • 6 carciofi 500 gr di ricotta fresca • 4 uova uno spicchio d’aglio, • prezzemolo maggiorana • olio, sale e pepe 50 gr di pane grattugiato Pulite i carciofi conservando solo i cuori teneri e tagliateli a fettine. Rosolate in una larga padella l’aglio schiacciato con tre cucchiai d’olio, aggiungete i carciofi, salateli, pepateli e cuoceteli a fuoco vivo per una decina di minuti; alla fine profumateli con un trito di prezzemolo e maggiorana. Quando sono tiepidi mescolateli alla ricotta, unite il grana e regolate di sale. Impastate la farina con tre cucchiai di olio, un pizzico di sale e 2 dl circa di acqua tiepida; lavorate l’impasto unendo, se necessario, ancora poca acqua; dovrete ottenere una pasta morbida ma consistente; dividetela in 8 parti, formate delle palline e stendetele con il matterello sulla spianatoia infarinata, fino ad ottenere dei dischi molto sottili. Ungete di olio uno stampo di 22 cm, foderatelo con un disco di pasta, lasciandolo sbordare, e spennellatelo con un velo di olio. Sovrapponete al primo altri 3 dischi, spennellando ciascuno con olio e lasciandoli sempre sbordare. Stendete sul quarto disco il ripieno, formate tante fossette quante sono le uova e sgusciate in ciascuna un uovo; coprite con i restanti dischi di pasta, sempre unti di olio. Ripiegate la pasta che sborda verso l’interno, spennellate di olio la superficie, punzecchiatela qua e là e cuocete la torta in forno a 180° per 40-45 minuti. Paola Colosso • • • • •

È

MEN SILE IN DIPEN DENTE D’I NFO RMAZ ION E è pubblicato da

SCIROCCO EDITORE di Paolo Schiavano DIREZIONE

E

AMMINISTRAZIONE

Via Piave, 24 - 73059 UGENTO (Le) info@loscirocco.it cell. 380.63.59.149 tel/fax 0833.55.48.43

DIRETTORE RESPONSABILE: Chiara Schiavano CAPO REDATTORE: Renata Moio REDAZIONE: Mery Albertini, Marialuisa Ferrarese, Maria Grazia Labbate, Roberto Maruccia, Serena Rollo, Gianvito Negro Valiani, Simone Zecca REDAZIONE GRAFICA E PROGETTO: Rolando Civilla SEGRETERIA DI REDAZIONE: Sabrina Maruccia HANNO COLLABORATO: Ippazio Aretano, Francesca Loredana Bello, Eva Brugnettini, Valeria Carlucci, Marco Cavalera, Marco Centanni, Elena Colella, Paola Colosso, Giovanni Coluccia, Chiara Congedi, Tony Damascelli, Monica Daniele, Dario De Giorgi, Emma De Marco, Silvia De Nizza, Anna De Rosa, Vincenzo Del Tufo, Amedeo Falcone, Donatella Ferrise, Pietro Fornaciari, Massimo Fracasso, Rocco Iasi, Ettore Labbate, Giorgio Manco, Andrea Mariano, Gianni Maritati, Valentina Marra, Laura Marrocco, Rocco Martella, Alice Moio, Luca Nieri, Paul O’Brien, Maria Grazia Petraglia, Gianpiero Pisanello, Francesco Piscopello, Cristina Polverre, Donato Provenzano, Pantaleo Provenzano, Gabriella Pozza, Maria Antonietta Quintana, Daniela Ricchiuto, Federica Ricchiuto, Silvia Rizzello, Valentina Rosafio, Letizia Sarallo, Elisa Surano, Umberto Torsello FOTOGRAFI: Salvatore Bello, Luigi Mauramati UFFICIO COMMERCIALE E PUBBLICITÀ: Doris Ria 329.39.15.761 Emanuela Gaetani 320.08.85.843 Giuseppe Chiarillo 349.35.85.097 DISTRIBUZIONE: Roberto Maruccia, Ivan Argilia, Vincenzo Del Tufo, Antonio Chiga STAMPA: Master Printing s.r.l Via delle Margherite, 20/22 - Modugno (BA)

Iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Lecce al nº 986 in data 17.04.2008. Iscrizione al ROC nº 17431. La direzione si riserva il diritto di rifiutare, insindacabilmente, la pubblicazione di testi, foto, inserzioni. La collaborazione, sotto ogni forma, è a titolo gratuito.


A P R I L E - M A G G I O 2010

31

Rubrica a cura di Roberto Maruccia

14. MERCOLEDI

• CAVALLINO, presso Missionari Cambogiani, via per Maglie km. 5 Cavallino, fino al 27, ore: 9:00 -12:00 / 15:00 - 17:00, “Chi

semina vento...” mostra multimediale. • LECCE, Caffè Letterario, ore 22:30, Camillo Pace - Dj, info: 0832 242351. • LECCE, Teatro Politeama Greco, My Fair Lady, musical, info: 0832 309901. • UGENTO, Trattoria Al

Duomo, nel centro storico,

Pizza al metro, anche da asporto, info e prenotazione tavoli: 0833 556936.

15. GIOVEDI

• BRINDISI, Teatro Verdi, Enrico Ruggeri in concerto, info: www.fondazionenuovoteatroverdi.it • GALLIPOLI, Teatro Italia, ore 21:00, Franco Neri, spettacolo teatrale, info e prevendite: 0833 266940 - 0832 332624. • MAGLIE, Lulu’s Brasserie, Serata latino americana, Salsa, bachata, merengue, rueda de casino e balli di gruppo, info: www.lulus.it • UGENTO, Trattoria Al Duomo, nel centro storico,

Per proporre l’inserimento di appuntamenti in questa pagina utilizzare l’indirizzo e-mail (inprogramma@loscirocco.it) o telefonare (329.39.15.392). • MAGLIE, Lulu’s Brasserie, Serata di musica Live, info: www.lulus.it

ore 15:30,

17. SABATO

• GALLIPOLI, Teatro Italia, Antonio Cornacchione in “Silvio c’è”, spettacolo teatrale, info: 0833 266940. • LECCE, Cantieri Teatrali Koreja, ore 20:45, “Destination Trafik: deer” spettacolo teatrale, info: www.teatrokoreja.it • TAVIANO, Associazione Ba-

• ARADEO, Teatro “Domenico Modugno”, Senti l’Eco, rassegna musicale, info: www.ditutto.it • LECCE, Teatro Antoniano, ore 20:30, “C’era una rosa”, spettacolo teatrale, info: 0832 392567. • LECCE, Teatro Tito Schipa, Concerto in Mi bemolle magg. - Ma mére l’oie, duo pianistico Roberto Prosseda e Alessandra Amarra, info: www.ditutto.it • LECCE, Palazzetto dello sport, primo spettacolo ore 17:00,

“Hello Kitty the Show”, info: www.nelsalento.com • UGENTO, Trattoria Al Duomo, nel centro storico,

Presentazione bando Erasmus 2010/2011.

21. MERCOLEDI

ore 21:00,

chelet, Via Immacolata, ore 19:00,

Pino Aprile presenta: “Terroni: tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali”, info: 0833 914895.

22. GIOVEDI

23. VENERDI

• MAGLIE, Lulu’s Brasserie, serata di musica Live, info: www.lulus.it

24. SABATO

• MATINO, San Giorgio Martire, festa patronale, Pino Campagna e Fabrizio Fontana, spettacolo teatrale, info: www.nelsalento.com • LECCE, Cantieri Teatrali Koreja, ore 20:45, “Runaway” spettacolo teatrale, fino al 25, info: www.teatrokoreja.it • LEVERANO, Centro storico, fino al 25, “Note Fiorite”, esposizione artistiche floreali, info: www.ditutto.it • UGENTO, Trattoria Al Duomo, nel centro storico,

266967; 3405897632. • MATINO, San Giorgio Martire, festa patronale, Luca Carboni in concerto, info: www.nelsalento.com • LECCE, Officine Cantelmo, ore 22:30, “Sophia”, spettacolo teatrale, info: www.officinecantelmo.it

26. LUNEDI

• CASTRO, Maria SS. Annunziata, festa religiosa, Max Gazzè in concerto, info: www.nelsalento.com

28. MERCOLEDI

• LECCE, Caffè Letterario, ore 22:30, Alan Whickers - Dj, info: 0832 242351. • LECCE, Cantieri Teatrali Koreja, fino al 29, ore 10:00, “Giardini di Plastica” spettacolo teatrale, info: www.teatrokoreja.it • UGENTO, Trattoria Al Duomo, nel centro storico,

• MAGLIE, Lulu’s Brasserie, Serata latino americana, Salsa, bachata, merengue, rueda de casino e balli di gruppo, info: www.lulus.it • UGENTO, Trattoria Al Duomo, nel centro storico,

Buffet anche da asporto, info e prenotazione tavoli: 0833 556936. Tradizione e cortesia, info e prenotazione tavoli: 0833 556936. • TUGLIE, fino al 19, Madonna dell’Annunziata, festività religiosa.

19. LUNEDI

• LECCE, Officine Cantelmo,

25. DOMENICA

• ALESSANO, Masseria Santa Lucia, ore 21:00, l’assoDegustazioni vini salentini, info e prenotazione tavoli: 0833 556936.

ciazione culturale Archès presenta: “Il Convivio dei Messapi”, viaggio gastronomico nell’antica Sallentìa, info e prenotazioni: 335

Cucina casereccia, info e prenotazione tavoli: 0833 556936.

29. GIOVEDI

• MAGLIE, Lulu’s Brasserie, Serata latino americana, Salsa, bachata, merengue, rueda de casino e balli di gruppo, info: www.lulus.it

30. VENERDI

• GALATINA, Quartiere Fieristico, fino al 3 maggio, “LecceArredo, Salone Nazionale dell’Arredamento”, info: www.ditutto.it Serate a tema, info e prenotazione tavoli: 0833 556936.

16. VENERDI

• LECCE, Cantieri Teatrali Koreja, ore 20:45, “Il mercante di Venezia” spettacolo teatrale, fino al 17, info: www.teatrokoreja.it • GALLIPOLI, Teatro Italia,

ore 21:00, per la rassegna teatrale “Poltrona d’Autore”, Marco

Travaglio in “Promemoria”, info e prevendite: 0833 261488.

3. LUNEDI (maggio)

• LECCE, Cantieri Teatrali Koreja, ore 10:00, “Le mille e una notte di Bertuccia” spettacolo teatrale info: www.teatrokoreja.it

15. SABATO

• LECCE, Museo Faggiano, ore 19:30, Lettura poesie, “Quisquilie” di Antonia Occhilupo e “L’uomo dal fiore in bocca” di L. Pirandello, info: 0832 300528.



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.