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scenari per attirare investitori stranieri. Credo che altri fattori (ad esempio la competenza della forza lavoro unita ai bassi salari e all’estesa precarietà) contino di più. Quale opportunità rappresenta per un’azienda il grande evento? L’Expo può essere un vettore di marketing potente soprattutto per le grandi corporations, in particolare quelle alimentari (Nestlè, Monsanto), la cui immagine alcune volte non è delle migliori e che, grazie a Expo, possono in un certo senso rifarsi una “verginità”. Expo inoltre è una vetrina importante di marketing territoriale. La nostra capacità turistica, dovuta ai numerosi tesori artistici culturali presenti in Italia, non ha mai spinto in modo strutturato il Governo a investire in questo settore, Lei pensa che i dati positivi di EXPO convinceranno chi ci governa ad andare in questa direzione? Non sappiamo ancora se Expo presenterà un risultato positivo (vedi ultima domanda). A parte ciò, l’intervento nel turismo da parte dello Stato assomiglia un po’ all’intervento nell’istruzione. In entrambi i casi, anche sulla base di un’ideologia dell’austerity dura a morire, qualsiasi intervento è visto come spesa e non come investimento. Nel turismo (come nell’istruzione) si tratta di fare, inoltre, investimenti che danno i suoi frutti a più lungo termine e non immediatamente. E ciò richiede una capacità di programmazione e di flessibilità territoriale che oggi non sono presenti. Come può essere capitalizzato da un punto di vista economico questo grande evento? Difficile rispondere, se non impossibile, allo stato attuale dei fatti. L’auspicio è che, oltre ad aver promosso il marchio “Italia”, si possano riutilizzare le infrastrutture per migliorare la struttura produttiva, a secondo dell’uso che ne sarà fatto (che, però, al momento, non è ancora chiaro). La città di Milano ha tratto beneficio per alcune opere compiute: la costruzione della linea 5 della metropolitana, la ristrutturazione di alcuni monumenti e aree (come la galleria Vittorio Emanuele e la darsena), l’inizio dei lavori per la costruzione della linea 4 della metropolitana che dovrebbe collegare il centro della città all’aeroporto di Linate, opera che era progettata per Expo ma poi non realizzata. Quali sono le esperienze di altri Paesi che in passato hanno ospitato Expo?

la parte recuperata dall’Università, i padiglioni e le infrastrutture sono per la maggior parte non utilizzati e in degrado (http://www. ctrlmagazine.it/expo-a-siviglia-nel-1992-finito-tutto-in-degrado-erovine-archeologiche/). La diversità dei feedback economici (se c’è) di questi Paesi da cosa dipende maggiormente, secondo Lei? I differenti feedback trovano una possibile spiegazione sulla base della localizzazione dell’evento. Nei paesi occidentali e a capitalismo cognitivo avanzato, i motivi per ospitare un simile evento sono più di natura di immagine che relativi allo sviluppo tecnologico ed economico. Aspetto che invece è ancora presente nei paesi dell’area Brics, dove l’intervento dello Stato (come in Cina) è in grado di indirizzare l’evento all’interno di una politica industriale e dell’innovazione. Cosa dobbiamo aspettarci quando tutto sarà finito? Per quanto riguarda il bilancio economico le premesse non sembrano positive. Gli introiti dei biglietti si profilano inferiori ai preventivi e nulla è ancora deciso per quanto riguarda le aree dell’esposizione. Ricordo che tali aree sono state acquistate con un anno di ritardo dalla società Arexpo S.p.A. al costo di circa 160 milioni di euro, un prezzo ritenuto eccessivo (l’ex Assessore Stefano Boeri ha dichiarato che il prezzo pagato alle grandi immobiliari milanesi per tale acquisto è stato superiore di 10 volte a quello di mercato, se tali aree fossero state considerate terreno agricolo). Una volta rese edificabili, i terreni dovrebbero essere messi in vendita per un valore doppio (320 milioni di euro), ma al momento attuale le aste sono andate deserte ed è improbabile che si riesca a maturare tali plusvalenze. Inoltre, a 4 mesi dalla fine dell’evento, non si sa nulla sulla loro destinazione finale. Vi è l’interessamento dell’Università Statale di Milano per spostare in quell’area tutto il polo scientifico che oggi si trova a città studi. Un progetto che richiede però finanziamenti pubblici e privati di forte entità. Vi è quindi il rischio che Expo S.p.A. (che controlla anche Arexpo S.p.A.) chiuda il bilancio in rosso, con effetti di incremento del debito municipale, regionale e statale. Sul piano dell’attivazione economica, le ricadute occupazionali sono inferiori alle attese, anche se sicuramente ci saranno effetti positivi in termini di startup di nuove imprese. *fonte: http://www.idealista.it/news/immobiliare/imprese/2015/06/3 0/116773-expo-2015-quasi-5mila-nuove-imprese-nelle-costruzioni

La precedente Expo di Shangai pare sia stata più che positiva, mentre quella di Siviglia del 1992, pur contando più di 42 milioni di visitatori secondo i dati del BIE (Bureau International de l’Esposition), si è conclusa con un forte deficit e, tranne per 43


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