Quaderno della Ricerca #22

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«Libertà va cercando, ch’è sì cara». L’esperienza della libertà

Pensando di essere libero di scegliere ciò che vuole autonomamente, si trova a seguire mode, gusti, desideri imposti da meccanismi sociali di cui non è affatto padrone, come Foucault ha ben messo in luce16. Rimane così il paradosso, che ha forse una soluzione più facile nell’accadimento di gesti di libertà, dai quali si possa percepire e scoprire una strada nuova per la difficile articolazione della libertà che non in una teorizzazione nuova. È una situazione paragonabile a quella, tanto drammatica, della fine dell’Impero romano quando il dilemma della libertà, non a caso, si è acceso. Come allora, dovremmo qui dire che qualunque forma assuma il futuro la soluzione verrà da gesti completi che indicheranno nuovi significati. MacIntyre diceva in After Virtue che stiamo aspettando non Godot ma un nuovo san Benedetto, certamente molto diverso dal precedente17. Che è come dire che la soluzione verrà da gesti di carattere storico e non da filosofie speculative. L’augurio è che la filosofia speculativa abbia sempre quell’apertura piena di desiderio del vero e di domanda da riconoscere l’accadere dell’alba di un nuovo inizio.

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16. Si vedano per queste osservazioni H. Arendt, Le origini del totalitarismo, Einaudi, Torino 2009; V. Havel, Il potere dei senza potere, Itaca, Castel Bolognese (ra) 2013; J. Zverina, L’esperienza della Chiesa. Scritti per una “Chiesa della compassione”, Jaca Book, Milano 1971; M. Foucault, La volontà di sapere, Feltrinelli, Milano 1978. 17. A. MacIntyre, Dopo la virtù, Feltrinelli, Milano 1988, p. 313.


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