come “sostituire” i denti persi? Con l’implantologia, cioè grazie a un intervento chirurgico che permette in breve tempo di riposizionare i denti persi con protesi fisse. Nell’immaginario collettivo è un intervento che evoca un certo timore, se pensiamo a sedute lunghissime e al dolore post operazione. Il dottor Federico Bonomi, dell’omonimo Studi Odontoiatrico, ci spiega che oggi non è più così e il merito va ai progressi della tecnica e della tecnologia. «Innanzitutto, in questo intervento non si fanno tagli né incisioni, quindi non ci sono punti di sutura. C’è solo il foro all’interno del quale va poi posizionata la vite, sulla quale verrà montato il nuovo dente. La qualità dei materiali deve essere altissima: viti in titanio biocompatibili al 100% e protesi in acciaio o zirconio ricoperte di ceramica bianca, a simulare l’estetica di un dente vero». La marcia in più dello Studio Bonomi è però un minuzioso lavoro di preparazione che precede l’intervento stesso, utilizzando la chirurgia guidata. «Dopo una TAC eseguita direttamente in studio», prosegue il dottore, «predisponiamo gli impianti ed eseguiamo l’intervento virtualmente con un programma che si chiama Vector 3D (esempi in foto a destra): in sostanza possiamo simulare ogni step dell’intervento, avendo a disposizione analisi dettagliate della bocca in tutta tranquillità. Possiamo valutare la posizione ideale dell’impianto, simulare la posizione corretta dei denti e calcolare l’esatta profondità necessaria. Siamo così in grado di eseguire un intervento di prova con precisione estrema riducendo poi gli errori che un intervento a mano libera potrebbe comportare (con questa tecnica è dimostrato che si passa da un errore di circa 5,6° a 0,16°). L’utilizzo di uno scanner intraorale poi ci permette di prendere l’impronta del paziente in modo veloce ed efficiente, evidenziando anche la posizione dei nervi che non devono essere toccati. In questo modo si riduce il numero delle sedute preparatorie per il paziente così come il tempo dell’intervento stesso che può durare anche solo mezz’ora per i casi più semplici o un’ora per quelli più complessi (e di conseguenza anche i costi)»
E se si perde un dente in tenera età? Anche un bambino o un ragazzo possono perdere un dente: una caduta in bici o uno spintone possono spezzarli o farli cadere. Il pensiero di ogni genitore è sostituirlo quanto prima. L’implantologia è adatta? No, spiegano allo Studio Bonomi. L’intervento prevede l’installazione di un dente fisso, ma le ossa della mascella e della mandibola sono in crescita! Per cui possono formarsi disallineamenti importanti difficili da correggere poi. Sotto i 23 anni l’implantologia è sconsigliata.
E per quanto riguarda i materiali? «è in atto una vera e propria evoluzione tecnica. Personalmente sono opinion leader di Whitek, una tra le più affermate aziende di impianti, e sto contribuendo a sviluppare un nuovo tipo di “vite” con superficie sabbiata e acidificata nella parte superiore così da essere refrattaria alla progressiva proliferazione dei batteri (riducendo i casi di perimplantite), mentre quella inferiore presenta la giusta microporosità per consentire alla vite di integrarsi perfettamente con l’osso (osteointegrazione). Dopo l’intervento, poi non si sente più dolore. Il dente impiantato è come un dente devitalizzato: non si percepiscono né il caldo né il freddo, ma si ha la sensazione della forza nella masticazione». Consigli post operazione? «Bisogna stare attenti: l’implantologia non serve a curare la parodontite! Una volta effettuato l’intervento, le normali regole di igiene orale devono essere comunque osservate per non compromettere l’impianto stesso. Gli impianti sono garantiti a vita, ma bisogna sottoporsi a regolari controlli periodici dal dentista e mantenere la bocca pulita. Con le normali regole di igiene un impianto può essere davvero definitivo. Anche se, la statistica dice che in 3 casi su 100 l’impianto non si osteointegra, con lo sviluppo di materiale fibroso che impedisce il corretto attecchimento: i processi di guarigione non sono indentici per tutti, ma anche in questi casi si può intervenire di nuovo» conclude Bonomi.
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