Parodontite: come prevenirla? I consigli dello Studio Bonomi per prevenire la parodontite sono semplici, ma mai ripetuti abbastanza: sì alla corretta igiene orale, con l’impiego dello spazzolino circa tre volte al giorno 20 minuti dopo il termine del pasto, sì allo spazzolino elettrico che offre un’azione meccanica precisa, sì al filo interdentale e sì al collutorio. Fondamentali le sedute periodiche con l’igienista dentale in studio per la pulizia profonda con strumentazioni sottogengivali.
sopra, il dentista franco bonomi. a fianco, le tre dottoresse igieniste dentali dello studio bonomi: sopra, a destra, eva, a sinistra marina e sotto ilaria. nella pagina accanto, il disegno della sezione di un dente sano e di uno affetto da parodontite.
una predisposizione genetica, ma contribuiscono anche il fumo, lo stress, la cattiva igiene orale e le malattie sistemiche come il diabete o le cardiopatie» continua Bonomi. «La prevenzione attraverso l’igiene orale è fondamentale, è l’unica arma per contrastare l’insorgere della parodontite. Da questa infiammazione infatti non si guarisce, si può però evitare che il danno peggiori. In studio è poi possibile effettuare una diagnosi precoce con sonda parodontale e terapie causali, cioè misurazioni specifche delle tasche e status radiografico (diverso dalla panoramica) dell’osso per monitorare la situazione. Si procede poi con l’eliminazione del tartaro sotto gengivale e, nei casi più gravi si interviene con la chirurgia: si toglie la gengiva in eccesso, si rimodella la forma dell’osso eroso e si riposiziona la gengiva al livello originario. Infine si può anche rigenerare l’osso». E nei casi più gravi, quando i denti dondolano, anche molto? «Qui bisogna stare molto attenti. Estrarre un dente e sostituirlo con un impianto deve essere l’ultima spiaggia. Il dente, secondo noi va curato, non sostituito. Anche perché se la parodontite si ripresenta dopo l’implantologia diventa perimplantite e sono guai seri: in questo caso l’infezione colpisce direttamente il tessuto osseo nel quale sono inseriti gli impianti: di fatto si perde l’osso attorno all’impianto e rigenerarlo a questo punto è complesso. La conseguenza è la perdita degli impianti dentali nel giro di 5 anni» conclude il dottor Bonomi.
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