La Natura in città

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Guida pratica di convivenza, tutela e rispetto della fauna selvatica nel territorio urbano a cura di Lorenzo Bruschi

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Indice

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p. 4 Introduzione p. 6 La natura in cittĂ p. 18 Mitigazione degli impatti: il C.R.A.S. p. 26 Il giardino naturale: un giardino per animali

a cura di Lorenzo Bruschi in collaborazione con Fabio Re

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Introduzione

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Le parole natura e fauna selvatica, per molti, non riconducono altro che al ricordo di una gita fuori porta o di un documentario visto in TV, eppure la natura e gli animali selvatici sono qualcosa di molto più vicino a noi di quanto pensiamo. La città, anche se caratterizzata da interminabili sequenze di costruzioni, è piena di vita, basta sapere osservare con scrupolosa attenzione tutto quanto ci circonda. Ne sanno qualcosa le persone che, nell’arco degli ultimi venti anni, hanno dovuto rivolgersi al Centro di Recupero di Animali Selvatici, situato a Torre Pedrera, per ricoverare qualche piccolo animaletto che si era ficcato, suo malgrado, in un mare di guai. Fra i tanti ricoverati i numeri maggiori spettano sicuramente agli uccelli, i più vulnerabili in un ambiente fortemente urbanizzato come il nostro, ma anche altre specie, altrettanto minacciate dalle nostre azioni quotidiane, sanno bene come fare la loro parte. Dopo oltre 20 anni di attività, svolta come centro di recupero degli animali selvatici, e con l’esperienza maturata, abbiamo pensato che sia giunto il momento, di fare questa piccola pubblicazione che possa aiutare tutti a tenere comportamenti più rispettosi nei confronti dei piccoli animali che spesso vivono al nostro fianco nei centri urbani. Questo piccolo prontuario operativo, vuole essere uno strumento pratico che consente di intervenire con piccoli accorgimenti al fine di ridurre i pericoli per gli animali selvatici che vivono attorno a noi, e contestualmente rispondere a molti di quei piccoli quesiti che ci vengono sottoposti quando riceviamo chiamate per gli animali che si trovano in difficoltà. Cercheremo anche di dare alcune semplici istruzioni su come comportarsi e quali azioni intraprendere per ricreare un piccolo habitat nel proprio cortile per favorire il rifugio, la sopravvivenza e la giusta convivenza fra animali selvatici ed esseri umani. Non dimentichiamoci mai che questi piccoli ospiti sono degli ottimi indicatori dello stato di salute della nostra città, la loro presenza è una garanzia della qualità dell’ambiente che ci circonda. Associazione Maricla onlus

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La natura in cittĂ

Merlo (Turdus merula)

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Prevenzione e mitigazione degli impatti sulla fauna in ambiente urbano Gli animali selvatici che popolano le nostre città, vivono al riparo da molte insidie che troverebbero in ambiente naturale. Cacciatori e predatori in città non sono attivi, di cibo ce n’è in abbondanza, di anfratti e luoghi in cui ripararsi altrettanti, ma a tendere mille trappole ai selvatici sono i tantissimi errori di urbanizzazione che dobbiamo rimuovere per prevenire quella che è una ormai conclamata “sofferenza” delle specie animali selvatiche che vivono (o meglio sopravvivono) in città. Uccelli: Impatto con le vetrate Spesso capita che le persone si rivolgono al centro di recupero animali selvatici consegnando uccelli rinvenuti a terra, per cui non si riesce a dare una spiegazione. Da una attenta osservazione effettuata dagli operatori, anche senza riscontrare sangue o fratture, è possibile comprendere come il piccolo animale presenti sintomi tipici dei traumi dovuti ad urti. Raccogliendo poi informazioni sul punto preciso dove è stato rinvenuto, è facile avere conferma delle cause del ricovero, quasi sempre riscontrabili nell’urto con le vetrate dell’abitazione. L’impatto con le vetrate rientra fra le maggiori cause di decesso di questi piccoli e colorati animali e le tipologie di trappole trasparenti sono principalmente due. Il primo caso si verifica quando la vetrata è posizionata in modo tale da consentire di vedere la vegetazione posta dall’altra parte del vetro, spesso si tratta di verande o divisori posti nelle pertinenze dell’abitazione o di altre costruzioni, l’uccello non riesce a vedere il materiale trasparente e finisce con urtarlo ad elevata velocità, causandone quasi sempre il decesso. Il secondo caso si verifica specialmente all’alba oppure al tramonto, per effetto della minore presenza di luce le vetrate dei portoni di casa o delle finestre, riflettono la vegetazione esterna che viene percepita dagli uccelli come vegetazione reale, l’urto causa spesso

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Pettirosso (Erithacus rubecula)

gravi e irreparabili danni fisici. Il primo suggerimento che ci sentiamo di dare è quello di appendere al vetro, se possibile, qualsiasi tipo di adesivo, l’importante che sia il più visibile possibile, affinché l’uccello riesca a vederlo e capire che in tal punto esiste un vero e proprio ostacolo. Come secondo suggerimento diamo quello di non piantare mai, dove è possibile, della vegetazione troppo vicino alle vetrate, al fine di ridurre l’effetto riflesso che inganna poi gli uccelli. Altri ostacoli per i volatili Oltre alle vetrate anche altri ostacoli sono causa di traumi, ad esempio spezzoni di fil di ferro appesi fra la vegetazione possono essere molto pericolosi se non facilmente visibili, si consiglia quindi di appenderli in maniera molto visibile o di appendere ad essi oggetti che li rendano maggiormente individuabili. Questa piccola attenzione aiuta a ridurre gli urti fra ostacoli ed uccelli. Un’altra delle strutture più pericolose per gli uccelli, presenti sulle nostre abitazioni, sono i comignoli. Apparentemente innocui, sono invece vere e proprie trappole per i piccoli uccelli che inavvertitamente vi finiscono all’interno, dopo esservi precipitati saltellando sulle aperture laterali.

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Le vetrate a specchio o semplicemente riflettenti la vegetazione antistante, sono un pericoloso inganno per gli uccelli che volando, impattano fatalmente su di esse.

Le varie specie di volatili coinvolti sono attirati principalmente dal calore emesso durante il periodo invernale, ma anche dalla curiosità e dalle esigenze di cercare un riparo oppure un luogo idoneo alla costruzione del proprio nido. Non sempre le operazioni di salvataggio sono facili, e nei casi in cui finiscono con un successo non servono particolari cure prima di rimettere i malcapitati in libertà. In questi casi la prevenzione è il sistema più efficace per salvare molte vite fra cui anche la propria, infatti la costruzione di un nido all’interno di un camino non solo è una minaccia per i piccoli che nasceranno ma anche per l’occupante dell’abitazione che al momento dell’accensione della caldaia potrebbe trovarsi gravemente in pericolo per il ritorno di fumi tossici che non trovano via d’uscita dal condotto di espulsione dei fumi di combustione. L’operazione di prevenzione è semplicissima, occorre intervenire sulla parte esterna del comignolo posta sul tetto dell’abitazione, collocando una reticella metallica avente fori di adeguate dimensioni che impedisca l’accesso degli uccelli alle fessure di espulsione dei fumi di combustione.

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Adesivi dissuasori recanti sagome di “rapaci predatori” o semplicemente in grado di evidenziare la vetrata quale ostacolo, riducano drasticamente i pericolo degli impatti sulle vetrate

Stessa operazione può essere fatta anche per i comignoli cosidetti ciechi, cioè quei comignoli che non sono serviti da caldaie o stufe ma sono semplicemente sistemi di areazione di porzioni dell’abitazione. Detta reticella richiede un controllo periodico a seconda del combustibile usato.

Cavi, fili e antenne televisive, possono essere fonte di ostacolo o addirittura di impatto per l’avifauna. Posizionare le antenne liminando al massimo l’uso di tiranti esterni.

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“Proteggere” il camino con reti antiintrusione può essere decisivo per evitare danni alle canne fumarie e alle nidiate stesse


La fauna minore: trappole per topi, insetti e altre specie “problematiche” Fra le cause del ricovero di animali selvatici al centro di recupero possiamo trovare anche casi di avvelenamento. Enti pubblici e privati cittadini alle prese con gestioni confuse e maldestre della fauna urbana si trovano sempre più spesso a ricorrere a meccanismi cruenti ed impattanti per ridurre, allontanare e controllare le popolazioni di specie definite più o meno impropriamente “infestanti” quali roditori, colombi di città, gabbiani reali, volpi e insetti di ogni tipo. Tali sistemi sono spesso inefficaci e quasi sempre comportano spreco di denaro e mettono in crisi gli ecosistemi nella loro globalità, colpendo indiscriminatamente la fauna ritenuta amica e quella ritenuta infestante. L’acquisto e l’uso di prodotti per la derattizzazione, la cui vendita libera non deve trarvi in inganno sulla loro pericolosità, non fanno eccezzione e causano morie di animali o catture fortuite che si possono evitare. Il suggerimento è naturalmente di limitare al massimo l’uso di questi prodotti o meglio ancora di non usarli per nulla dove questo è possibile, ma nel caso non vi fossero alternative, occorre fare molta attenzione a non uccidere altre specie di animali, tenendo conto che l’avvelenamento spesso può avvenire anche in maniera indiretta. Le trappole per roditori e i dispensatori di esche topicide devono assicurare l’inacessibilità delle stesse da parte di altri animali che potrebbero esserne vittima.

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Civetta (Athene noctua)

Non di rado giungono al centro anche rapaci notturni con sintomi di avvelenamento, bisogna ricordarsi che le civette e gli assioli sono animali che si nutrono principalmente di insetti come ad esempio gli scarafaggi, quindi un prodotto tossico che contamini quest’ultimi entra nella catena alimentare avvelenando a sua volta anche i piccoli e utili rapaci. Stessa sorte capita anche a pettirossi e passeri (o qualsiasi altro insettivoro che si trova in giardino) che impegnato nell’opera meritoria di eliminazione dei fastidiosi insetti si trova a pagarne le conseguenze con la vita. USO DI COLLE E TRAPPOLE Inutile dire che l’utilizzo maldestro di colle e trappole, usate come alternative ai veleni, è altrettanto grave e pericoloso in quanto esse sono sistemi mortali per tanti animali selvatici. Esse provocano una morte molto atroce al malcapitato che vi finisce intrappolato, anche queste vanno utilizzate solo dove il loro impiego sia assolutamente necessario, e con le dovute cautele. Se devono essere necessariamente utilizzate, vanno posizionate rigorosamente in luoghi accessibili ai soli topi e mai in zone aperte o frequentate da altri animali. Rospi, lucertole e ricci, non sono animali infestanti da

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combattere, e molte specie fra di esse sono tanto utili e preziose da essere protette e tutelate da convenzioni internazionali quali specie di altissimo valore naturalistico. Tutta la fauna minore, piccoli rettili, bisce d’acqua e anfibi di ogni genere fino agli insetti stessi di ogni natura e genere sono parte di un’unica catena alimentare in equilibrio su sé stessa. Non appena tale equilibrio verrà sconquassato dalla persecuzione o dallo sterminio di una singola specie, le conseguenze saranno un danno per tutti. E così se ci privassimo degli odiati e vituperati chirotteri (i pipistrelli), dei ragni o dei piccoli anfibi quali rospi e rane di stagno, potremo osservare un innalzamento verticale della presenza di insetti fastidiosi come zanzare, mosche e moscerini della frutta. Se sparissero le api, insetti utilissimi, il cui pungiglione ci incute tanto terrore, priveremmo degli ecosistemi di uno fra i maggiori “impollinatori” e causeremmo in brevissimo un vero e proprio disastro ecologico per tutta la flora locale. Talvolta, il soprannumero ritenuto infestante come appunto quello dei ratti, dei colombi di città o di altre specie ritenute “problematiche” è dovuto proprio a squilibri ecosistemici di questo tipo, oppure, come per i roditori o per i gabbiani reali che colonizzano la terra ferma, gli errori sono di natura umana e non sono altro che il frutto della errata concezione dello sviluppo della città, della sporcizia Trappola a scatto per topi. Se non posizionata adeguatamente rischia di essere mortale per altri animali come: ricci, uccelli e lucertole

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abbandonata sulle strade dai cittadini o meglio della cattiva gestione del ciclo dei rifiuti che è alla base di tali sovra accrescimenti demografici. Se riusciremo a riportare in ordine le cose dando lo spazio adeguato a ciascun attore di questo equilibrio, i nostri attuali “problemi con la fauna selvatica” si trasformeranno in una armoniosa esistenza con la Natura in città che potremo finalmente e propriamente chiamare “ecosistemi urbani”. Gli animali selvatici e le infrastrutture viarie: Gli investimenti stradali Gli investimenti sono una importante causa di ricoveri avvenuti negli ultimi anni al centro di recupero di animali selvatici. Le infrastrutture viarie, soprattutto se progettate senza i dovuti accorgimenti prescritti dalla “road ecology”, la disciplina che intende appunto mitigare il frazionamento degli habitat dovuto alla realizzazione di strade ed edifici, sono una trappola mortale per tanti animali sia domestici che selvatici. In queste brevi righe tratteremo questi ultimi, ma i suggerimenti valgono comunque in maniera generale. Percorrendo una qualsiasi sede stradale, e osservando con dovuta attenzione, è possibile vedere spesso piccoli cadaveri di animali deceduti a seguito dell’impatto con automezzi, certamente queste morti sono frutto di investimenti non voluti, ma con un po’ di attenzione si possono evitare. Quando si percorrono strade attraverso la campagna, specialmente nelle ore notturne, è elevata la probabilità di trovarsi improvvisamente qualche animaletto che attraversa la carreggiata (volpe, tasso, istrice, capriolo) o che sta immobile a cibarsi tranquillamente degli insetti uccisi dai veicoli precedenti (ricci, rospi). In questi casi occorre avere l’accortezza di moderare la velocità e tenere gli occhi puntati sul percorso senza distrarsi, un eventuale animaletto che può sempre comparire all’improvviso può essere quindi agevolmente evitato. Anche durante le ore diurne, quando si percorrono strade che si inoltrano nella campagna e magari tagliano trasversalmente aree

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Gli investimenti stradali sono causa di morte per tantissimi mammiferi, uccelli e anfibi i cui corridoi ecologici e migratori sono attraversati dagli assetti viari.

ricche di vegetazione, corridoi fluviali o campi coltivati, occorre avere l’accortezza di moderare la velocità e rimanere vigili sul percorso, perchè è sempre molto elevato il rischio che uccelli e mammiferi possano improvvisamente attraversare la sede stradale. Queste piccole attenzioni possono salvare la vita a molti animali, ma garantire anche la propria incolumità qualora gli attraversamenti siano effettuati da animali selvatici o domestici di grandi dimensioni. I medi e grandi mammiferi (volpi, lepri, istrici, caprioli)i cui habitat sono ormai decimati e che si spingono sulle soglie della città per cercare cibo, sono bersaglio di tanti incidenti e fonte di pericolo per la circolazione veicolare che ne viene coinvolta.

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Un semplice collarino con sonaglio o campanello potrà ridurre considerevolmente l’efficacia predatoria del gatto domestico salvaguardando gli uccelli presenti nei nostri giardini.

Il gatto domestico anche se ben nutrito e accudito, non perde i suoi istinti predatori e si intrattiene a cacciare in città rappresentando un forte problema per le popolazioni di volatili.

La presenza di felini domestici La presenza nelle pertinenze di casa di un animale d’affezione come il gatto è una delle maggiori cause di ricovero di animali al C.R.A.S., e specialmente di uccellini. I felini, specialmente se giovani, hanno uno spiccato senso di caccia che non si arresta neppure se questi sono generosamente alimentati dai proprietari. Un metodo molto utile per salvare molti uccellini è quello di apporre al gatto un collarino con appeso un campanello, come avviene in molti paesi europei. Tale accorgimento non ha efficacia per piccoli nidiacei caduti dal nido, ma è molto efficace per gli uccelli adulti, allertandoli quando il gatto è in fase di aggressione. In risposta a chi da sempre teme che il proprio gatto possa trovarsi in difficoltà per il collare, possiamo affermare che questo non è un pericolo perchè fatti di materiale fragile, inoltre basta lasciarlo leggermente largo perché il gatto possa liberarsi da qualsiasi intrappolamento In questi anni di attività ho potuto invece constatare come la presenza del collarino, oltre a fungere da allarme per potenziali prede, ha pure un altro effetto positivo, in quanto funge da elemento distintivo di riconoscimento del gatto, evidenziando un senso di

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proprietà che lo preserva maggiormente da azioni violente di altri cittadini. Nel periodo delle nidificazioni si consiglia quindi di tenere il proprio gatto, nelle ore diurne in casa o in un recinto provvisorio attrezzato, per poi liberarlo in tarda serata quando l’attività dei piccoli nidiacei è ridotta al minimo ed hanno migliore possibilità di non essere scoperti. Anche nei periodi di forte avversità climatiche (freddo e neve) è opportuno limitare l’attività dei felini che approfitterebbero della loro migliore condizione fisica per far strage di tanti animali infreddoliti e affamati.

Recinzione attrezzata da giardino per gatti domestici.

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Mitigazione degli impatti IL C.R.A.S.

Il CRAS RN 1 Maricla è sito a Torre Pedrera di Rimini in via Apollonia 26. Per informazioni o rinvenimento di selvatici in difficoltà contattare il numero 338-8713214

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Il Centro di Recupero per Animali Selvatici C.R.A.S. RN 1 Il Centro Recupero Animali Selvatici (C.R.A.S.) è una struttura che accoglie animali selvatici feriti o rinvenuti in stato di difficoltà per cause naturali o incidentali. A norma di legge gli animali selvatici non possono essere detenuti da privati cittadini se non previa speciale autorizzazione concessa dalle autorità competenti. Il CRAS è una struttura autorizzata nella quale gli animali selvatici ospitati vengono sottoposti alle necessarie cure e ad una adeguata riabilitazione, dopodichè, una volta riacquistata l’idoneità, vengono reintrodotti nel loro ambiente naturale. Il CRAS si occupa inoltre di monitorare le popolazioni di fauna selvatica al fine di individuare e quantificare l’incidenza dei danni prodotti dalle attività umane sull’ambiente e le cause del declino di alcune specie selvatiche. Il CRAS si differenzia notevolmente da quelle strutture tradizionali che si occupano di animali domestici (canili e gattili) e richiede una attenta gestione affidata a personale esperto, preparato e con lunga esperienza nel settore.

Piccolo di Capriolo (Capreolus capreolus) in soccorso presso il CRAS dopo un investimento

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Attualmente il CRAS RN1 è gestito dall’associazione di volontariato MARICLA onlus. Le strutture del Centro di Recupero della fauna selvatica si trovano a Torre Pedrera di Rimini, in via Apollonia 26. In caso di necessità, contattare sempre il responsabile del centro, Lorenzo Bruschi (cell. 338/8713214) per concordare tempi e modalità di consegna o eventuale recupero di animali feriti. I tempi dipenderanno dalla disponibilità degli operatori del centro e possono cambiare nei vari periodi dell’anno. Il soccorso dei selvatici feriti o in difficoltà Chiunque può capitare di trovare un animale selvatico ferito, anche a chi abita in città. Di solito sono gli uccelli che più spesso si trovano nei guai aggrediti o minacciati da predatori, investiti dalle automobili, traumatizzati per aver urtato contro vetrate o tralicci, intossicati per ingestione di sostanze nocive, feriti nel corso dell’attività venatoria nidiacei caduti dal nido. In questi casi il comportamento da tenere implica la conoscenza di alcuni semplici accorgimenti.

Nidiata di Cinciallegra (Parus major)

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Quando ci si avvicina ad un animale selvatico è bene considerare che ciò significa imporgli la nostra presenza, il nostro odore, e questo per l’animale è già un grosso trauma in quanto è abituato a tenerci a distanza. Per non traumatizzare di più l’animale è opportuno, prima di tentare il recupero, osservarlo a distanza per non spaventarlo e verificare se è effettivamente in difficoltà. Solo in caso di reale rischio per l’animale si interviene cercando di recuperarlo in maniera rapida e decisa, evitando di stressarlo con grida e inseguimenti che potrebbero stremarlo. Tante volte infatti, anche un piccolo nidiaceo caduto in terra nel parco urbano e apparentemente abbandonato (sempre che non vi siano gatti o altri predatori nelle vicinanze a minacciarne la sicurezza) è ugualmente nutrito e accudito dalla madre, che tante volte, aspetta il “momento buono” per somministrare il cibo fino al momento della sua autonomia al volo. E’ quindi importante valutare anche questa eventualità, evitando di spostarlo o raccogliere il nidiaceo incautamente per non sottrarlo alla madre (le cui cure sono comunque migliori di qualsiasi cura ricevuta in un CRAS). Qualora si rinvengano piccoli nidiacei, si consiglia comunque di somministrare un po’ di acqua zuccherata o miele con il contagocce, prima Cucciolo di Volpe (Vulpes vulpes)

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Assiolo (Otus scops)

Piccolo di Capriolo (Capreolus capreolus)

del trasferimento al CRAS in quanto il metabolismo dei nidiacei è molto rapido e necessitano di essere alimentati con regolarità ogni ora e mezza. A questo proposito, in occasioni di lunghi periodi di digiuno sarà possibile alimentare il nidiaceo anche con un po’ di omogeneizzato di manzo inserito direttamente in gola con una siringa priva di ago. In caso di rinvenimento di un cucciolo di capriolo in campagna, evitare di toccare l’animale. L’ odore dell’uomo trasmesso sull’animale Allevamento di leprotto (Lepus europaeus) orfano a causa del bracconaggio

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Piccolo di Capriolo (Capreolus capreolus)

non consentirebbe più alla madre di accudirlo, causandone l’abbandono. È sempre opportuno nel caso in cui l’animale rinvenuto sia “pericoloso” (rapaci, mammiferi di media/grande taglia, ecc.) che l’azione di recupero venga eseguito da personale del CRAS. Se l’animale rinvenuto è infatti un rapace (diurno o notturno) o un airone, occorre valutarne la capacità di reazione e fare molta attenzione, nel momento del recupero, agli artigli e al becco per il primo ed al solo becco per il secondo. Il modo migliore per portare a termine l’azione di recupero senza riportare danni o ferite è quello di afferrare l’animale indossando un paio di robusti guanti oppure gettargli addosso una coperta, per poi afferrarlo. Se l’animale da soccorrere è un mammifero di media/grande taglia (istrice, capriolo, tasso, volpe) è necessario contattare gli esperti del CRAS, poiché tale recupero risulta molto difficoltoso ed è sconsigliato a qualsiasi persona non competente. In questo caso il pericolo è costituito da denti, corna o aculei usati dall’animale per difendersi. Occorre usare prudenza anche nella cattura di piccoli mammiferi, come scoiattoli, lepri, faine, donnole, ecc., perché anch’essi, come è nella loro natura, reagiscono sempre alla cattura.

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In caso di ritrovamento di piccoli animali selvatici feriti o in difficoltà è possibile, (previo accordo telefonico al numero 338-8713214), consegnare l’animale agli operatori del CRAS Maricla, anche presso il punto di raccolta sito in via Orsini 26 a San Giuliano di Rimini inserendo la scatola contenente l’animale nell’apposito vano e compilando la scheda di consegna.

Da ricordare che la rapidità con cui l’animale giunge al CRAS ha grande importanza. Il trasporto al C.R.A.S. Una volta catturato, l’animale selvatico viene riposto in una scatola di cartone di dimensioni adeguate in maniera che possa assumere una corretta e naturale posizione durante il trasporto. La scatola deve essere provvista di alcuni fori per consentire la respirazione. Trovandosi al buio e sentendo i rumori attenuati dal cartone del contenitore l’animale di lì a poco si tranquillizza, riducendo il pericolo di decesso da stress. Se il soccorso riguarda degli uccelli, è consigliabile riporre sul fondo della scatola o scatolone, della carta assorbente o di giornale al fine di evitare che gli escrementi dell’animale possano compromettere irrimediabilmente il piumaggio. È tassativamente sconsigliato l’uso di gabbiette: l’animale rischia concretamente di ferirsi e, nel caso di uccelli, di danneggiare il piumaggio in modo da comprometterne gravemente il successivo rilascio in natura, una volta curato.

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L’animale selvatico rinvenuto è sempre soggetto allo stress della cattura, per questo è opportuno attutire il più possibile i rumori e consentendo all’animale di rintanarsi in un luogo buio e riparato. Una semplice scatola di cartone di dimensioni adeguate,opportunamente forata per consentire la respirazione è il metodo migliore per trasportare animali selvatici feriti in attesa di essere affidati al CRAS.

Le precauzioni igienico-sanitarie Quando ci si occupa di animali selvatici debilitati è buona norma rispettare quelle che sono le normali regole di una corretta igiene e cioè lavarsi le mani e disinfettare accuratamente eventuali ferite riportate. Questi accorgimenti, negli anni, si sono rivelati più che sufficienti a garantire la salute di tutti coloro che operano quotidianamente al CRAS.

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Il giardino naturale: un giardino per animali

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L’albero è il primo tassello dell’ecosistema urbano e rappresenta il corridoio ecologico principale per gli uccelli. Particolari attenzioni si dovranno avere quindi per le potature del verde pubblico e privato (potature talvolta drastiche e ingiustificate), che possono debilitare fatalmente le piante e soprattutto in primavera ed estate,devastare l’habitat di nidificazione dell’avifauna stanziale e migratoria.

Le alberature, il verde pubblico e privato, i parchi e i corridoi ecologici (fiumi e reti ecologiche intatte) sono i veicoli basilari per la conservazione e la diffusione della biodiversità urbana. Il loro ruolo ecologico ed ecosistemico è di primaria importanza. Essi devono essere curati e tutelati, e per fare ciò non occorre essere necessariamente urbanisti o politici. È chiaro che se nella costruzione delle infrastrutture urbane (strade, ponti, palazzi, ecc.) e delle nostre case occorre applicare il “principio della prevenzione degli impatti” come già citato in precedenza tramite alcuni semplici consigli pratici, laddove questo non è sufficiente occorre mettere in campo meccanismi compensativi. In questo modo, per ogni albero tagliato (e così per ogni coppia di volatili cui si sottrae l’habitat di nidificazione), occorre piantarne un altro di pari massa arborea e legnosa. Per quanto riguarda le potature stesse di piante arbustive o alberi, è necessario evitare quelle più drastiche e invasive e interrompere la dannosa pratica delle capitozzature degli alberi che mettono a rischio la salute stessa delle piante. Nei mesi primaverili ed estivi, i mesi della nidificazione degli uccelli in particolare, è auspicabile la sospensione temporanea di ogni potatura da rimandarsi inderogabilmente in autunno e inverno. Sono ormai tantissimi i casi di nidi e nidiate distrutte o danneggiate a causa di potature “fuori stagione”. Allo

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Siepi, cespugli e arbusti con frutti e bacche, oltre a portare profumi e colori nei nostri giardini, sono l’habitat ideale e il nutrimento preferito per tante specie di uccelli

stesso modo per particolari strade occorrerà prevedere un corridoio ecologico intatto o passaggi di attraversamento per la fauna selvatica (per mettere in sicurezza, non solo gli animali, soggetti in gran numero ad investimenti veicolari, ma per mettere in sicurezza le stesse auto e cittadini in transito, da incidenti stradali a volte gravi), ma se tutto ciò è appunto a solo appannaggio di tecnici, urbanisti e architetti, sono tante le operazioni di mitigazione che possiamo mettere in campo proprio a partire dai nostri giardini. La natura in città può essere difesa e “coltivata” partendo dal proprio angolo verde sotto casa, pensandolo come un giardino naturale. Il giardino della propria abitazione o dell’abitazione limitrofa, piccolo che sia, è l’habitat di tanti piccoli ospiti selvatici. Le condizioni in cui questo è tenuto è determinante per consentire la presenza o meno di animaletti selvatici. Il giardino deve essere concepito come un piccolo ecosistema naturale costituito da due componenti vegetali e animali. Sfogliando le riviste patinate di architettura o che trattano di abitazioni, è possibile vedere come nel pensiero collettivo debba essere considerato il giardino; un mantello di erba uniforme rasa a zero, tirata come il green di un campo da golf. Niente di più sbagliato per la fauna, la natura ama un certo “disordine”, una vivacità di piante spontanee diverse fra loro, le quali consentono la presenza di altrettante specie di insetti e di animali.

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Orti urbani e prati parzialmente incolti o naturali, rappresentano micro-habitat essenziali per lo sviluppo della natura e della biodiversità in città.

Quindi suggeriamo di evitare nella maniera più assoluta l’uso di qualsiasi tipo di diserbante o essiccante, ma di favorire la nascita di piante, anche spontanee, che sono utili a molte specie di uccelli specialmente nei periodi invernali. Per quanto riguarda il pericolo di zanzare tigri, che qualcuno potrebbe contestare nel lasciare il giardino in una condizione di disordine, vorrei ricordare che questi insetti amano rintanarsi sotto la vegetazione a foglie larghe poste a pochi centimetri da terra, dove l’umidità è elevata, quindi è sufficiente asportare queste ultime per risolvere il problema (ad esempio Per quanto graziosi e curati, prati troppo rasati e aiuole troppo artificiali, non sono in grado di ospitare o nutrire fattori di biodiversità rilevanti.

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Stagni, boschetti, nidi artificiali e mangiatoie potranno portare anche nei piccoli giardini privati, esplosioni di vita, natura e bellezza.

piante di edera a terra). Le stesse regole possono valere anche per i balconi delle abitazioni poste nei piani superiori delle abitazioni. A questo punto potremmo dilungarci parecchio nel fornire indicazioni su come proteggere le foglie dell’insalata dei nostri orticelli dalle lumache senza insetticidi, ma utilizzando della semplice e genuina birra, potremmo spiegare come allontanare talpe o ricci dai tuberi senza impegnarci in guerre all’ultimo sangue a colpi di gas e trappole, evitando questi inutili sprechi di tempo con un po’ di filo di rame e una batteria elettrica a basso voltaggio, potremmo addirittura iniziare a fornire i primi rudimenti della “lotta biologica” agli insetti indesiderati, ma non vogliamo appesantire troppo questa pubblicazione e vi rimandiamo alla ricca letteratura disponibile a riguardo oppure vi invitiamo semplicemente a usufruire del C.R.A.S. per consigli o accorgimenti in tale direzione. L’unica raccomandazione che ci sentiamo di farvi è questa: la maggior parte dei piccoli animali “inurbanizzati” nelle città (ricci, talpe, uccelli stanziali ecc.) che talvolta possono colonizzare i nostri giardini sono animali “territoriali”. Essi colonizzano un habitat idoneo e lo pattugliano come fosse casa propria allontanando eventuali intrusi. Questa è una garanzia del fatto che il sito colonizzato, è oggetto di contesa ed è stato identificato dalla comunità ecosistemica quale sito idoneo. Se uno di questi “intrusi territoriali” indesiderati venisse rimosso o allontanato, non si otterrebbe altro che far posto in brevissimo tempo per

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Reticelle, semplicissime protezioni e pochi accorgimenti assolutamente economici e non inquinanti, potranno rappresentare l’efficace rimedio alla presenza nei nostri giardini di specie talvolta problematiche o sgradite

nuovi occupanti che ci darebbero gli stessi o maggiori grattacapi del precedente. è quindi utile seguire i consigli forniti in larga parte dalla vasta letteratura in merito, chiedendo se necessario aiuto o delucidazioni ai volontari di Maricla onlus che potranno consigliarvi nei migliori dei modi. è buona pratica riservare piccoli recipienti di acqua o mangiatoie (in inverno) per alimentare e “sostenere” i volatili che abitano i nostri giardini. Insomma, è sempre bene imparare a convivere piuttosto che guerreggiare e il nostro giardino ne guadagnerà in suoni, colori e tanta bellezza.

Orti urbani e alberi da frutta possono essere “difesi” dalle specie animali sgradite o invadenti tramite accogimenti ecocompatibili ed efficaci

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L’ASSOCIAZIONE MARICLA ONLUS Il nome Maricla, indica il termine medioevale con cui veniva chiamata la valle del fiume Marecchia, l’area umida più rilevante della provincia di Rimini dal punto di vista ambientale e principale rotta di migrazione della fauna selvatica. L’attenzione è rivolta soprattutto al mondo animale e in particolare a quello selvatico. L’associazione, infatti, si occupa concretamente di recupero e accoglienza, presso le proprie strutture, di tutti gli animali selvatici (uccelli o mammiferi) in difficoltà, feriti o debilitati, che vengono trovati dagli operatori o segnalati dai cittadini e dalle istituzioni. Provvede a curarli ed a reinserirli nel loro ambiente naturale. Maricla promuove la conoscenza e la difesa degli habitat naturali. Diffonde informazioni circa le tematiche ambientali per mezzo di attività didattiche e di sensibilizzazione finalizzate alla nascita di una cultura che tuteli e rispetti l’ambiente e gli animali. L’agire dei volontari non ha solo implicazioni di ordine etico, ma è sostenuto anche da contenuti fortemente scientifici. Gli interventi svolti, infatti, contribuiscono ad individuare e studiare le cause del declino o estinzione di alcune specie animali particolarmente vulnerabili, difendendo così la biodiversità. Allo stesso tempo permettono il monitoraggio della qualità dell’ambiente circostante e l’intervento sulle alterazione degli equilibri naturali.

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A chi rivolgersi: Lorenzo Bruschi (Resp. CRAS RN1) Responsabile per il C.R.A.S. RN1 Maricla dal 1989, Lorenzo Bruschi è esperto faunista, attivo nell’associazionismo ambientalista (WWF Italia e WWF Rimini) dal 1988. Dal 1993 è responsabile delle guardie giurate WWF di Rimini ed Emilia Romagna, attivista in operazioni antibracconaggio e nella vigilanza venatoria. è impegnato nella conservazione degli habitat e nella tutela della biodiversità ed è referente per il WWF regionale per le problematiche faunistico-venatorie e per i problemi legali legati alla tutela degli animali.

Reti per uccellagione In caso di avvistamento chiamare il n. 338 8713214

Gabbie a scatto con richiami vivi per cattura di uccelli selvatici In caso di avvistamento chiamare il n. 338 8713214

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Trappola a scatto per cattura di uccelli selvatici. In caso di avvistamento chiamare il n. 338 8713214

Contributo attivo dei cittadini per salvare gli animali Per segnalare casi di detenzione in gabbia di fauna selvatica, l’esistenza di strane sostanze appiccicose, arnesi a scatto di cui non si capisce l’uso o di reti in naylon e tessuto che possono essere utilizzate per la cattura illegale della fauna, è possibile rivolgersi, anche in maniera anonima, al seguente numero di telefono 338.8713214.

Per informazioni, consulenze di ogni genere e/o segnalazioni legate alla tutela della fauna e degli habitat naturali è possibile rivolgersi al numero 338.8713214 o all’indirizzo email mariclaonlus@virgilio.it

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Sostieni Maricla, la Natura te ne sarà grata Per sostenere l’operato di Maricla si potrà eseguire una donazione tramite: Bonifico bancario su C/C postale utilizzando il seguente codice IBAN IT67 E076 0113 2000 0007 0988 878 tramite versamento su C/C postale numero 70988878 intestato a: MARICLA - Centro Recupero Animali Selvatici Causale: Contributo soccorso animali selvatici CON IL 5X1000 firmando la tua dichiarazione dei redditi nel primo settore in alto a sinistra “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità Sociale” e inserendo il nostro codice fiscale 91074860403 35


CONTATTI Maricla onlus Via Apollonia 26 - 47922 - Torre Pedrera di Rimini (RN) Punto di raccolta animali selvatici di San Giuliano di Rimini Via Orsini 26 (c/o sede WWF Rimini) Tel. 338-8713214 www.mariclarimini.it mariclaonlus@virgilio.it

Numeri utili

CENTRO di RECUPERO ANIMALI SELVATICI RN 1 Resp. Lorenzo Bruschi tel. 338-8713214

ASSOCIAZIONE MARICLA onlus Resp. Remo Bruni 348-2561142

PROVINCIA DI RIMINI Ufficio tutela faunistica 0541-716275 - 716300 Polizia provinciale 0541-363915

questa pubblicazione rispetta l’ambiente - STAMPATO SU CARTA RICICLATA

facebook: MARICLA-Centro Recupero Animali Selvatici


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