Scriptamanent#2

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che non esiste. Non esiste mai giustizia o almeno io non la vedo. Apri ancora e quella più piccola ancora è la dignità che la democrazia avrebbe dovuto dare a questa minoranza, l’ho cercata in questi mesi da queste parti, ma non l’ho trovata. E poi c’è un’altra e un’altra ancora, ci sono le condizioni deplorevoli dei bambini che vivono più in strada che in casa, e per i pochi che possiedono un ambiente familiare che possa chiamarsi tale, languono a scuola in classi ghetto formalmente abolite nel 2007, ma tuttora rinvenibili in tutto il paese. Ci sono i maltrattamenti, il disprezzo, il dolore. Resisto all’impulso di parlare ancora. Guardo la punta delle scarpe, siamo qui, in questo quartiere di baracche alla periferia di un paese di poche anime e aspettiamo ci invitino ad entrare. Mi vergono della democrazia dei diritti che non esiste, in cui ostinatamente continuo a credere. Vasile sorride ancora, un sorriso bello il suo. Fa freddo. La persiana rotta sbatte nel vento gelido rumeno, ma la padrona di casa è calorosa e tanto basta. Non c’è pavimento qui dove siamo ora, sento la terra nuda e mi concentro su di essa, non lo riesco a guardare negli occhi Vasile. La visita è finita, mi alzo, mi fa ancora cenno di guardare, non esistono che macerie, lo so.

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