Anno 2013 || Link n°3

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QUI ED ORA

nimo A.N.) hanno deciso di occupare simbolicamente la storica sede romana di via della Scrofa: per chiedere la “ricostituzione di un partito unico”, “per stimolare la rinascita di una comunità di destra lontana da Berlusconi, quanto da Fini” e “perché quei soldi fanno parte del popolo della destra, devono servire per un progetto. Altrimenti è meglio se vanno in beneficenza”. Non è questione di poco conto quella economica, visto che solo pochi anni fa Gianfranco Fini con la famosa casa di Montecarlo, che la nobildonna Anna Maria Colleoni donò al partito (col vincolo del

isolamento politico riusciva a mettere insieme (ovvero almeno il 6% circa degli italiani). E quindi? Il dibattito resta vivo e acceso, non trascorre giorno che non si levi una voce o non si organizzi un convegno o un incontro, ma per ora di concreta nascita di un nuovo soggetto politico di ed a Destra non si intravede nemmeno l’ombra. Anche perché la difficoltà strutturale forse più difficile da gestire è la leadership: dopo 20 anni di Silvio Berlusconi capo indiscusso del centrodestra e dopo l’harakiri di Gianfranco Fini, sempre troppo impe-

Nel frattempo, dopo lo scioglimento di AN e il suicidio politico di Fini, che ha visto praticamente scomparire alle ultime elezioni politiche la sua creatura (FLI, fermatasi allo 0,4%), a destra di Berlusconi sono nate negli anni altre esperienze come “La Destra” di Francesco Storace e “Fratelli d’Italia” di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. bene alla “buona battaglia”), ma poi finita nelle disponibilità del cognato dell’ex leader di AN, ha visto iniziare, inesorabile, il suo drammatico declino. Dunque, il patrimonio economico (oltre naturalmente a quello morale e ideale), del MSI prima e di Alleanza Nazionale poi, è cruciale per i destini della Destra italiana. Secondo i calcoli più immediati il tesoretto potrebbe ammontare a circa 100 milioni di euro, tra valori patrimoniali e liquidità disponibili sui conti correnti. Nel frattempo, dopo lo scioglimento di AN e il suicidio politico di Fini, che ha visto praticamente scomparire alle ultime elezioni politiche la sua creatura (FLI, fermatasi allo 0,4%), a destra di Berlusconi sono nate negli anni altre esperienze come “La Destra” di Francesco Storace e “Fratelli d’Italia” di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. Anche in questi casi però la forza elettorale non è parsa imponente. Anzi, a sommare tutte le isole che ben lontane l’una dall’altra oggi potrebbero comunque comporre, idealmente, un variegato arcipelago, la Destra è ben al di sotto della soglia fisiologica che pure il MSI tra mille difficoltà, quotidiani attacchi, verbali e fisici, e il totale

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gnato a compiacere la sinistra e capace solo di continui strappi ideali con il mondo da cui è nato ed è cresciuto politicamente, la Destra non ritrova in un solo e nuovo leader la propria sintesi e la propria strada per il futuro. Dov’è il capo? Questo ci si chiede. E la domanda solleva un problema tutt’altro che banale se si considera l’elettorato e l’area politica che fanno dell’individualismo e del carisma dei leader un elemento essenziale, per certi aspetti indispensabile, della propria azione e della propria identità. È probabile che esperienze, iniziative, appelli si moltiplichino nelle prossime settimane, ma anziché giungere ad una sintesi ci potrebbe essere una ridda di manifestazioni e adunate dalla scarsa consistenza politica ed elettorale. Il primo traguardo sono le elezioni europee, in calendario a maggio 2014. Si voterà con la proporzionale pure, sistema ideale per simboli e partiti o movimenti dalla forte identità politica. Riuscirà la Destra a organizzarsi in un solo contenitore o vedremo moltiplicarsi con convegni, appelli e adunate anche i simboli sulla scheda elettorale ? 


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