il Notiziario sulla Sicurezza Settembre Ottobre

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Anno VI | numero 5 settembre | ottobre 2014 ISSN 2283-9356

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Comitato Tecnico-Scientifico (cts@lineavita.org) Sig. Michele Marengo, Ing. Stefano Dalla Nora, P.I. Andrea Maccari, P.I. Sebastian Gallmetzer, Geom. Giovanni Buffoli, Sig. Ezio Savojni, Ing. Gaspare Vannicola, Arch. Patrizio Sirtori Comitato Tecnico-Formativo (ctf@lineavita.org) Gaspare Vannicola, Leonardo Bajoni, Marco Bergamaschi, Sebastian Gallmetzer, Renato Pedrazzini, Raffaele Scorza, Patrizio Sirtori, Rocco Manenti Collaborano con noi Geom. Renato Pedrazzini Ing. Adriano Paolo Bacchetta RSPP e docente Coordinatore corsi di formazione www.spazioconfinato.it Dott. Piergiorgio Frasca Studio Frasca Psicologia del lavoro

Avv. Maurizio Cilione LML Avvocati, Foro di Milano

Fernando Cordella Segretario Nazionale UGL Vigili del Fuoco

Ing. Mario Romeo Dirigente Salute e Sicurezza - SIA Srl

Ing. Luigi Cucchiararo OCERT Srl - Organismo Certificazioni Tecniche

Dott. Paolo Peretti Centro Formazione e Ricerca Merlo

Irene Scordamaglia Corte d’Appello di L’Aquila - Area Penale Vincenzo Lucarelli Associazione AIESIL Ingg. Massimo Granchi, Christian Trinastich MTM Consulting

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2 | Il Notiziario sulla Sicurezza | settembre - ottobre 2014


Sommario

Il Notiziario sulla Sicurezza | settembre - ottobre 2014

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L’editoriale

7 Attrezzatura di lavoro e sicurezza | Renato Pedrazzini

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SAIE Built Academy

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| Risposta concreta all’esigenza E TECNOLOGIE di aggiornamentoSCIENZE dei professionisti |

13 Psicologia del Lavoro | Piergiorgio Frasca

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PER COSTRUIRE CITTÀ E TERRITORIO

D.Lgs 81 | Vincenzo Lucarelli

5 aree tematiche , 35 lezioni

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22 Relazione dell’incontro sul tema: le ultime novità in materia di sicurezza sul lavoro | Irene Scordamaglia

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EDIZIONE

BUILT ENVIRONMENT EXHIBITION

Bologna, 22-25 ottobre

28 50

INAIL

Dolomiticert in sinergia con Associazione Linea Vita

44

Spazio Confinato | Adriano Paolo Bacchetta

36 La Parola al Legale | Maurizio Cilione

| Incentivi alle imprese |

42 Formazione alla Sicurezza | Mario Romeo

48 La segnaletica di sicurezza in azienda | Massimo Granchi, Christian Trinastich

Restructura

46

| l’unica manifestazione italiana interamente dedicata a riqualificazione, recupero e ristrutturazione edilizia |

53 Il ruolo dei vigili del fuoco | Fernando Cordella

54 Verifiche Impianti | Luigi Cucchiararo

62 Idee? Poche e molto confuse | Paolo Peretti

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L’editoriale Gentili lettrici e gentili lettori, è purtroppo notizia dell’ultima ora l’approvazione della modifica dell’art. 79 bis della Legge Regionale Veneta 27.6.1985. Nr. 61. Di cosa stiamo parlando? Della legge che obbligava, anche retroattivamente, all’installazione di dispositivi anticaduta permanenti per l’accesso, il transito e l’esecuzione dei lavori in quota. A partire da ottobre questa obbligatorietà è stata abrogata grazie all’intervento del consigliere regionale della Lega Nord, Gianpiero Possamai, che ha giustificato tale proposta di modifica, fra l’altro approvata all’unanimità dal Consiglio regionale del Veneto, adducendo opinabili giustificazioni definendo i dispositivi anticaduta permanenti “non necessari ai fini della sicurezza, comportano inutili costi aggiuntivi nonché, spesso, anche una vera e propria deturpazione dell’edificio”. Tutto questo senza considerare che lo SPISAL indica la caduta dall’alto come la prima causa di morte in edilizia, sottolineando che “La situazione di rischio maggiore è rappresentata dagli interventi di manutenzione ordinaria (lavaggio vetri, sostituzione tegole, interventi su antenna TV-SAT o impianti solari ecc.) oppure da quelle attività gestite in autonomia dal proprietario (recupero oggetti, piccole riparazioni, pulizia grondaie ecc.). In queste situazioni la persona si trova esposta, senza protezioni, a rischio di caduta dall’alto.”. Dunque la modifica della legge è negativa da diversi punti di vista, non garantendo protezione a coloro che devono intervenire per manutenzioni, a meno di non ricorrere all’utilizzo di impalcature, l’allestimento delle quali comporta un forte aggravio sui costi di manutenzione, vanificando in tal modo il tanto sbandierato “vantaggio economico”. Questo risulta ancora più terribile in considerazione del fatto che continuano ad avvenire incidenti sul lavoro, o anche solo a rilevarsi comportamenti a rischio, col mancato uso di caschi e parapetti in cantiere (come testimoniato dal Corriere di Roma in settembre). Ovviamente si sono scatenate molte polemiche intorno a questa modifica, da parte dei lavoratori, da parte dei produttori di sistemi anticaduta che si sono visti dall’oggi al domani privare di una fetta di mercato, e dalla SPISAL stessa che ha espresso fortemente il proprio disappunto per questa decisione così inopinata. Non sappiamo ancora come andrà a finire ma speriamo che possa esserci una marcia indietro, magari grazie anche all’intervento dei Ministeri competenti. Anzi questa potrebbe essere l’occasione per rendere uniforme la legge italiana sull’anticaduta, attualmente variante di regione in regione, e a volte di provincia in provincia. Ma a corredo delle leggi vogliamo ribadire che serve sempre e comunque la giusta formazione, elemento imprescindibile per lavorare consapevolmente in sicurezza. Per concludere volevamo ricordare a tutti che saremo presenti al SAIE 2014, in occasione della sua edizione n°50. Spero che vorrete venire a trovarci numerosi per incontrarci, e magari per un vivace scambio di idee.

Gaspare Vannicola

4 | Il Notiziario sulla Sicurezza | settembre - ottobre 2014


La nostra missione:

Garantire una Sicurezza che Salva la Vita! L’Associazione Linea Vita è un’Associazione No-Profit che si prefigge lo scopo di divulgare informazioni corrette e fornire formazione adeguata in rispetto alle norme tecniche preposte in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolar modo in difesa degli operatori sottoposti al pericolo di cadute dall’alto durante la loro attività

Associazione LineaVita

Sede legale: via Doberdò 22, 20126 Milano Tel. +39 02.89055936 Fax +39 02.89056197 segreteriasoci@lineavita.org www.lineavita.org

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Attrezzature di lavoro e sicurezza Il titolo III del D.Lgs 81/08 a cura di Renato Giovanni Pedrazzini Il Titolo III del D. Lgs. 81/08 che regola l’uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale è uno dei Titoli più eterogenei del Testo Unico e richiede opportuni chiarimenti per datori di lavoro, dirigenti, preposti e lavoratori.

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er fare una corretta analisi, occorre partire dall’art. 69 che fornisce le principali e sostanziali definizioni utili a capire i punti di riferimento.

Art. 69 (Definizioni) 1. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente titolo s’intende per: a) attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro; b) uso di un’attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa connessa ad un’attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l’impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio; Il contenuto della lettera b del comma 1, è spesso sottovalutato o addirittura omesso dalla valutazione dei rischi o da procedure specifiche. è importante capire pienamente l’estensione che il Legislatore ha inteso dare, a quello che normalmente riguarda la vita di un’attrezzatura di lavoro. L’uso di un’attrezzatura riguarda ogni operazione che interessa l’attrezzatura stessa e quindi non solo il suo funzionamento normale, correlato al processo produttivo. c) zona pericolosa: qualsiasi zona all’interno ovvero in prossimità di un’ attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso;

“...è importante analizzare con attenzione il contesto operativo nel quale la macchina è inserita...”

è importante analizzare con attenzione il contesto operativo nel quale la macchina è inserita. Le aree e/o zone circostanti, considerando i pericoli/rischi potenziali per gli operatori.

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Psicologia del Lavoro

All’origine dell’infortunio Il gesto fatale a cura di Piergiorgio Frasca Non vi sono attività umane che non presentino dei rischi. Quando questi ultimi si attivano provocando dei danni a persone o cose danno luogo ad incidenti e infortuni. Spesso l’accadere di un incidente o di un infortunio è così repentino ed imprevisto, da dare l’impressione di essere di fronte ad un evento assolutamente accidentale. è solo attraverso un’analisi successiva che cominciano a delinearsi degli accadimenti che permettono di spiegare l’accaduto in tutte le sue sfaccettature.

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iò che appare quasi immediatamente è che nella maggioranza dei casi ciò che ha determinato l’incidente è un comportamento sbagliato: un gesto sbagliato o non appropriato fatto, volontariamente o involontariamente, dallo stesso infortunato o da qualche altro collega, a causa del quale si è innescato il processo che ha condotto all’incidente o all’infortunio. Esaminando vari casi di infortuni, alcuni studiosi nel tentativo di individuarne le cause, si sono soffermati sul momento in cui si è verificato il passaggio da una condizione apparentemente normale, ad una condizione in cui si è generato il danno o la lesione. Essi hanno preso in esame l’ultima azione che ha preceduto l’accadimento dell’infortunio, individuando in un preciso gesto dell’operatore, o di qualche altro soggetto coinvolto nella medesima situazione, l’elemento scatenante dello stesso, al quale hanno attribuito il nome di “gesto fatale”. In base a questa ipotesi il “gesto fatale” costituirebbe l’elemento scatenante del rischio presente in una situazione lavorativa specifica, trasformandolo da avvenimento potenziale a evento reale. Essi ritenevano che l’individuazione precisa dell’azione che aveva scatenato il rischio rappresentasse la chiave di volta per individuare la catena di eventi che aveva determinato il gesto fatale e, attraverso questo, l’accadimento dell’infortunio.

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ROMA, 25 settembre 2014 – Dolomiticert in sinergia con l’Associazione Linea Vita: ieri, una delegazione composta dal Direttore Generale di Dolomiticert, Luigino Boito, e dal Responsabile Tecnico, Tommaso Morandin, dal Presidente dell’Associazione Linea Vita, Gaspare Vannicola, dal coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Andrea Macconi, e dal responsabile tecnico, Michele Marengo, è stata ricevuta nella sede del Sottosegretario di Stato allo Sviluppo Economico, Simona Vicari, dal Capo della Segreteria del Sottosegretario, Caterina Petrigni, e dal responsabile della Normativa Tecnica, Vincenzo Correggia I rappresentanti dei due organismi (Dolomiticert e Associazione Linea Vita) a Roma hanno anche firmato un protocollo di intesa per l’attivazione di azioni sinergiche volte a sviluppare attività di prevenzione, di informazione e di formazione, per ridurre il fenomeno degli incidenti sul lavoro e per la redazione di una “Linea guida per i dispositivi di ancoraggio rientranti nella categoria prodotti da costruzione”. La necessità di tale collaborazione nasce alla luce delle nuove diposizioni in materia di sicurezza sul lavoro, e per fornire agli associati e al mercato di riferimento un indirizzo unico per tali dispositivi, che attualmente non hanno una norma tecnica armonizzata di riferimento. “Le realtà del settore virtuose – ha commentato il Presidente di Linee Vita Gaspare Vannicola, – che investono in ricerca e vogliono fare cultura e qualità della sicurezza sono attualmente disorientate e penalizzate da una normativa non esaustiva. Con l’interessamento del Ministero ci auguriamo di porre fine a questa situazione, anche in sede comunitaria, per l’approntamento di una norma tecnica di settore,”. “Ci tengo a precisare ha aggiunto Boito,– che l’accordo siglato oggi è aperto ad altre collaborazioni e non si riduce ai servizi di certificazione, per i quali Dolomiticert è tra i pochi Enti autorizzati, ma si espande alle altre competenze dell’istituto, quali l’osservatorio dinamico dell’evoluzione normativa a livello nazionale e comunitario, e la segreteria tecnica di aggiornamento formativo per i produttori. Dolomiticert potrà così raccogliere sia le istanze dell’associazione che quelle del mercato, confermando il proprio ruolo di supporto allo sviluppo delle imprese”.

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D.Lgs 81 - Analisi - Approfondimenti - News

Incontro di studio sulle novità in materia di sicurezza sul lavoro Pescara, 23 giugno 2014 a cura di Vincenzo Lucarelli, AIESIL I temi all’ordine del giorno e discussi lunedì 23 giugno scorso a Pescara sono molteplici, soprattutto per la presenza congiunta di operatori che lavorano sul campo, referenti istituzionali, professionali e tecnico-scientifici, nonché rappresentanti della Magistratura e del mondo accademico abruzzese, le cui diverse competenze (ed esperienze) si sono dimostrate complementari e concordi, stando a quanto è emerso dal dibattito complessivo coordinato magistralmente dalla dott.sa Irene Scordamaglia, membro della Struttura Territoriale della Scuola Superiore della Magistratura del Distretto di Corte d’Appello di L’Aquila.

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er combattere l’insicurezza sul lavoro l’unico serio riferimento concettuale e operativo è la prevenzione. Riferimento anticipato, nel suo intervento di apertura, dal dott. Antonio Malvestuto, Presidente dell’AIESIL (l’Associazione Italiana Imprese Esperte In Sicurezza Lavoro e Ambiente), promotrice dell’iniziativa, di concerto con la struttura territoriale della Scuola Superiore della Magistratura e con la Fondazione “Forum Aterni” di Pescara. E che, da una parte, ne ha fatto il filo conduttore di un confronto a più voci, dall’altra è riuscita a mettere attorno allo stesso tavolo differenti realtà, impegnate sul territorio, facendole interagire e discutere, riattualizzando codici e stili della tradizione umanistica.

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La Parola al Legale

Lavorazioni su ponteggi e impalcature Sicurezza nei cantieri temporanei o mobili a cura di Maurizio Cilione, LML Avvocati Associati Nella presente rubrica ci si sofferma, ancora una volta, al famoso “rimpallo” di responsabilità tra il datore di lavoro ed il “preposto” esaminando una delle ultime decisioni della Suprema Corte.

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a recente sentenza della Cassazione 2455/14 sulla sicurezza dei cantieri del 4 febbraio, confermando precedenti pronunce, approfondisce alcuni aspetti degli incidenti relativi alle lavorazioni sulle impalcature o ponteggi. La vertenza riguarda un incidente per la caduta da un’impalcatura di un lavoratore che stava montando il ponteggio per l’esecuzione di lavori di riparazione ad un viadotto. In prima istanza il datore di lavoro è stato condannato dal Tribunale di Trapani a ripagare il lavoratore del danno subito. Ma la Corte d’Appello ha deciso che il datore deve pagare solo il 70% del danno, essendovi concorso di colpa da parte del lavoratore. Contro questa riduzione il lavoratore ha fatto ricorso alla Corte di Cassazione che ha annullato la sentenza della Corte d’appello rinviando alla stessa l’esame della questione. Occorre premettere che in questa sede si fa riferimento solo alle parti della sentenza che riguardano la sicurezza sui cantieri temporanei o mobili. Inoltre occorre sottolineare che la sentenza non fa menzione della presenza del coordinatore per la sicurezza e della sue eventuali responsabilità.

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Spazio Confinato

A che punto è l’applicazione del D.P.R. 177/2011? Si parlerà di questo e di altro nell’ambito del prossimo Quarto Convegno Nazionale sulle attività nei Confined Spaces a cura di Adriano Paolo Bacchetta Si terrà il 12 novembre a Modena, presso la sala congressi Leonelli della Camera di Commercio di Modena, la quarta edizione del Convegno Nazionale sulle attività negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati che, organizzato con il centro di ricerca interdipartimentale sulla sicurezza e prevenzione dei rischi C.R.I.S.-Modena, quest’anno avrà la durata di un solo giorno e che si svolgerà con il titolo “Confined Spaces: key elements for a safe system of work”.

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uest’appuntamento, sin dalla sua prima edizione, rappresenta un momento di analisi e confronto tra coloro che, a vario titolo e con differenti modalità, hanno acquisito una specifica competenza nell’ambito delle attività in questi particolari luoghi di lavoro. Durante i lavori congressuali delle scorse edizioni, sono stati evidenziati i molti dubbi e problemi applicativi derivano per gli operatori, a partire dall’inadeguatezze e dagli errori presenti nel testo del Decreto. Di tutto questo si è già scritto in molte occasioni e, come se non bastasse, il confronto con la realtà operativa e i tragici incidenti occorsi in questi anni di vigenza del D.P.R. 177/2011 confermano che, ancora oggi, siamo ben lontani da quanto auspicato dal Legislatore, in altre parole da quell’innalzamento del livello di sicurezza che avrebbe dovuto seguire l’entrata in vigore del Decreto.

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Il ruolo dei vigili del fuoco La risposta a nuove esigenze di sicurezza a cura di Fernando Cordella, Segretario Nazionale UGL Vigili del Fuoco Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco in diversi contesti è definito, con le sue oltre 1.500 unità (ingegneri, architetti, periti e geometri), la più grande società di ingegneria italiana. Da sempre ricopre un ruolo di fondamentale importanza nei processi correlati alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

è

centrale l’impegno quotidiano dei comandi provinciali nell’attività di vigilanza, controllo e formazione degli addetti alla sicurezza. Inoltre, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco partecipa con i propri funzionari tecnici in organismi di carattere commissionale (commissioni prefettizie, regionali, provinciali e comunali) per attività produttive e/o di spettacolo con presenza di lavoratori. Nell’ambito della formazione il Corpo svolge da più di 25 anni un ruolo chiave nella divulgazione delle tematiche di prevenzione incendi soprattutto tra i liberi professionisti. A seguito infatti di un corso di almeno 120 ore, con esame finale, tutti i liberi professionisti possono essere iscritti nell’apposito elenco del ministero dell’Interno che consente di poter rilasciare certificazioni nel settore antincendi. Questo impegno costante di divulgazione della sicurezza unitamente all’attività di normazione, verifica e controllo delle aziende esaminate dai vigili del fuoco, ha consentito una diminuzione costante degli incendi e i relativi incidenti e infortuni sul lavoro.

“L’obiettivo della preparazione SAF è di elevare la sicurezza nello svolgimento di lavori con rischio di caduta dall’alto” Non va’ dimenticata l’attività formativa specifica svolta nell’ambito della sicurezza nei cantieri temporanei e mobili, della sicurezza nelle aziende a rischio incidente rilevante, per la formazione dei responsabili dei servizi di prevenzione e protezione e nei corsi di laurea sulla sicurezza di diverse università italiane. Per rispondere efficacemente a questa domanda di sicurezza e alla richiesta della 81/08 che prevede obblighi del datore di lavoro nell’uso di attrezzature per lavori in quota, i Vigili del Fuoco non potevano

non aggiornarsi ed è per questo che in ambito della sicurezza hanno ampliato le loro conoscenze inserendo nella loro formazione le tecniche SAF (Speleo Alpino Fluviale), che garantiscono parte della sicurezza degli operatori con un forte sforzo verso la semplicità e il basso numero di azioni. L’obiettivo della preparazione SAF è quello di elevare la sicurezza nello svolgimento di lavori ed operazioni in altezza con rischio di caduta dall’alto. Infine, il doppio ruolo dei Vigili del Fuoco, di lavoratori normalmente esposti al rischio specifico e al tempo stesso soccorritori esposti a rischi non sempre prevedibili in particolare in operazioni in altezza con pericoli di caduta dall’alto, ha permesso nel tempo di acquisire quella particolare conoscenza sull’uso dei materiali e delle manovre e il raggiungimento della standardizzazione delle procedure, così da raggiungere livelli alti di sicurezza e poter essere individuati tra le strutture che possono effettuare formazione.


Verifiche Impianti

Il passaggio dalle norme EN 81-1/2 alle norme EN 81-20/50 a cura di Luigi Cucchiararo, Ocert Srl Quando le norme EN 81-1 ed EN 81-2 nel 1998 furono soggette a revisione dovuta alla pubblicazione della Direttiva Ascensori, gli addetti ai lavori si resero presto conto che era necessario qualcosa di molto più approfondito poiché la normativa iniziava a mostrare segni di invecchiamento, essendo la prima pubblicazione della metà degli anni ’70. Infatti, la prima edizione della EN 81-1 risale al 1977. A tal proposito si ricorda l’evoluzione della normativa citata: • EN 81-1:1985 Safety rules for electric lifts – 2° Edizione • EN 81-2:1987 Safety rules for hydraulic lifts – 1° Edizione • EN 81-1:1998 Safety rules for electric lifts – 3° Edizione (armonizzata con la Direttiva Ascensori) • EN 81-2:1998 Safety rules for hydraulic lifts – 2° Edizione (armonizzata con la Direttiva Ascensori) • EN 81-1&2:1998 Corrigendum No 1:1999 • EN 81-1&2:1998/A2:2004 MRL • EN 81-1&2:1998/A1:2005 PESSRAL • EN 81-1&2:1998+A3:2009 UCM (con porte aperte)

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uccessivamente alla pubblicazione delle norme armonizzate (1998), ci fu l’esigenza di apportare due importanti modifiche per aggiornare le stesse allo “stato dell’arte” del momento. In particolare ci si riferisce agli ascensori con sistemi di sicurezza programmabili (PESSRAL – Programmable electronic components and systems in safety related applications for lifts) e quelli senza locale macchina (MRL – Machine Room Less). Da qui le versioni note come Emendamento A2 dell’Ottobre 2004 (MRL) e l’Emendamento A1 del novembre 2005 (PESSRAL). Poiché le normative CEN permettono che qualsiasi norma venga sottoposta a revi-


Rubrica | Verifiche Impianti

sione solo tre volte prima che venga ripubblicata con il riferimento di un anno diverso, si iniziò a lavorare sulle versioni successive in parallelo con le modifiche sopra indicate. Quando nel 2006 è stata pubblicata la nuova Direttiva Macchine, che ha escluso dal campo di applicazione della Direttiva Ascensori gli apparecchi di sollevamento funzionanti con velocità inferiori a 0,15 m/sec e ha incluso la precisione di fermata e di livellamento, si decise di includere le disposizioni per la protezione contro i movimenti non controllati della cabina con porte aperte. Da qui l’Emendamento A3 del dicembre 2009 - UCM (Uncontrolled Car Movement). Venne così deciso il “destino” delle due norme di settore più ampiamente utilizzate al mondo ed è stato intensificato il lavoro per la loro sostituzione. Per tale attività sono state impegnate circa 400 persone appartenenti a varie categorie professionali. Il primo passo è stato quello di identificare come potranno apparire le norme in futuro e come

“... la ventilazione del vano è ora considerata come un problema architettonico e non solo un problema del progettista dell’impianto...” renderle più facilmente modificabili. Il risultato è stato la pubblicazione del TR 81-10 che ha pianificato il futuro di tutta la serie EN 81 (schema in basso). Successivamente si è deciso di combinare la EN 81-1 e la EN 81-2 in un’unica nuova normativa, EN 81-20, mentre le sezioni riguardanti

...continua

EN 81 Family of Standards

EN 81-1x

EN 81-2x

EN 81-3x

EN 81-4x

EN 81-5x

EN 81-6x

EN 81-7x

EN 81-8x

Basics & Interpretations

Lifts for transport of Persons & Goods

Lifts for Transport of Goods Only

Special Lifts for transport of persons & goods

Evaluations

Documentation for lifts

Particular applications persons & goods

Existing lifts

(TR) 10

System of EN81 Series of Standards

(TS) 11

Interpretations

12

Procedures for Risk Assessment ISO 14798 to be adopted

1

Passenger & Goods/ Passenger Lifts-Electric

2

Passenger & Goods/ Passenger Lifts-Hydraulic

20

Passenger & Goods/ Passenger Lifts

3(0)

Service Lifts

31

Accessible Goods/ Only Lifts

40

Stairlifts & Inclined Lifting Platforms

42

Vertical Lifting Platforms

43

Lifts for Access to Workplaces

50

Examinations, Calculations & Tests of Lifts Components

51

Type examination of Lifts

58

Landing Door Fire Test

72

Firefighters Lifts

(TS) 76

Legenda Published

Remote Alarm for Passenger & Goods/Passanger Lifts

68

Remote Monitoring

71

Vandal Resistant Lifts

Behavior of Lifts in the Event of Fire

22

28

61

Technical File & Instruction for Use Goods only Lifts

70

Accessibility for Persons with Impaired Mobility

73

21

Passenger Lifts in Existing Buildings

Passenger Lifts, Inclined

60

Technical File & Instruction for Use Special lifts for Persons & Goods

In development Possible future development

Use of Lifts for the Evacuation of Disabled

77

Lifts Subject to Seismic Conditions

80

Improvement of Safety of Existing Lifts

81

Modernization of Lifts

(TS) 82

Accessibility Improvement of Existing Lifts

(TS) 83

Vandal Resistance Improvement of Existing Lifts


Gli inserzionisti

| Copertina |

| pag. 37 |

Servizi Isacchi

Verificatori Italiani Associati

| II di Cop. |

| pag. 39 |

TLB Linee Vita

FerExpo

| pag. 1 |

| pag. 41 |

EmmeV service sas | pag. 5 |

Associazione Linea Vita

Redbau | pag. 43 |

SIA Srl | Pag. 45 |

| pag. 13 |

Restructura

Studio Frasca | pag. 17 |

Gamesystem Italia.

| Pag. 51 |

MTM Consulting | Pag. 53 |

| pag. 18 |

UGL

AIESIL | Pag. 56-57 | | pag. 21 |

Ghisi Andrea | pag. 25 |

C.T. Safe | pag. 27 |

Hermes Italia | pag. 33 |

SAIE 2014

16 | Il Notiziario sulla Sicurezza | settembre - ottobre 2014

Ocert | Pag. 63 |

Novital | III di Cop. |

Artema | IV di Cop. |

Sicurlive Group


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