18 Riserva Naturale Selva del Lamone

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CARTA DEI SENTIERI

Servizio Guardiaparco: tel. +39.335.5307776 orario di servizio: ore 07.00/19.00 Mappa

CONTATTI LocalitĂ Bottino s.n.c. - Farnese (VT)

www.selvalamone.it

Tel. +39.0761.458861 - FAX +39.0761.455811

lamone2005@libero.it


IL LIFE GO PARK Il Lazio possiede una spiccata variabilità di ambienti e di paesaggi che vanno dal mare e dalle isole alle vette appenniniche, dai laghi costieri salmastri a quelli appenninici interni ed a quelli vulcanici, dalle catene costiere dei Lepini, Ausoni, Aurunci alla montagna interna, dai rilievi tufacei della Maremma Laziale alla Pianura Pontina; a questa variabilità geografica corrisponde un grande patrimonio di biodiversità, sia in termini di habitat che di specie di flora e di fauna. Questo grande patrimonio naturale va tutelato ma va anche fatto conoscere ai cittadini che attraverso un turismo eco-sostenibile possono esportare nel mondo le bellezze della nostra regione. Lo scopo principe del progetto Life Go Park è di migliorare la conoscenza delle Aree Naturali Protette rendendo consapevole l’uomo dell’importante relazione che c’è tra umanità e natura. Si organizzeranno eventi di divulgazione come: info-days, fiere e conferenze, si formeranno docenti e studenti sull’importanza che la natura ha sulla nostra vita e si cercherà di aumentare le visite alle Aree Naturali Protette anche attraverso la messa in opera di un application per Smartphone che potrà aiutare nella pianificazione di un itinerario attraverso i tanti percorsi naturalistici, eventi di folklore, attività educative che i parchi della regione Lazio mettono a nostra disposizione.


IL TERRITORIO La Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone è uno degli angoli più solitari ed integri del Lazio, all’interno del territorio del comune di Farnese. Quest’Area Protetta custodisce un bosco aspro e selvaggio, ricco di ammassi lavici, anfratti bui e siepi impenetrabili che si sviluppa su un vasto espandimento lavico. La Riserva, che si estende su circa 2.000 ettari a cui si aggiungono 1.450 ettari di area contigua, conserva uno dei più rilevanti ecosistemi forestali di pianura dell’intero settore mediotirrenico all’interno della Maremma tosco-laziale, una regione ad alto valore paesaggistico. L’intera area durante il Pleistocene, 800-60.000 anni fa, fu interessata dall’intenso ciclo vulcanico del Distretto Vulsino. La morfologia del Lamone è costituita principalmente dalla lava effusa da profonde fratture ascrivibili all’ultimo periodo di attività del vulcano di Latera (tra 158.000 e 145.000 anni fa); questi prodotti vengono definiti, per le componenti chimiche, “trachibasalti”, oppure “olivinlatiti” e si presentano in blocchi informi caratterizzati dalla struttura bollosa di colore grigionero con dimensioni variabili da pochi decimetri a massi di oltre due metri di diametro, accatastati gli uni sugli altri. Sono stati individuati diversi centri di emissione come i coni di scorie del Semonte, della Dogana, del Monte Becco e di Monte Calveglio.

01 - Acero monumentale presso la cinta muraria etrusca di Rofalco

02 - Fiume Olpeta


LA STORIA Nell’area protetta, le prime attestazioni sono testimoniate da industrie litiche di superficie del Paleolitico medio rinvenute nelle località Roppozzo e Cavicchione. Per il periodo etrusco resti di frequentazione sono riconoscibili per il VI secolo a.C. nelle aree limitrofe alla Selva, come Naviglione; mentre nella seconda metà del IV secolo a.C. venne edificato l’abitato fortificato di Rofalco, con il suo imponente sistema difensivo costituito da un aggere (terrapieno difensivo) e muraglione di cinta posto in opera a secco. Dopo la caduta dell’Impero Romano il Lamone venne ricompreso nel territorio della Tuscia Longobardorum. Durante il primo Medioevo si assiste, in particolare nei pressi delle preesistenti fattorie romane come alla Mandriola e al Campo della Villa, alla fondazione di castra fortificati. In particolare l’incastellamento interessa la zona di Valderico, Casali di San Pantaleo, Prato di Fra Bulino, Santa Maria di Sala e Sorgenti della Nova. Resti di piccoli insediamenti fortificati si ritrovano inoltre alle Pianacce, al Fontanaccio, alla Botte ed a Stenzano. La località di Sala venne interessata alla fine del XII sec. dall’insediamento di una comunità monastica cistercense, che vi si attestò per circa cinquant’anni realizzando, oltre all’abbazia omonima di Santa Maria di Sala, opere di regimazione idraulica dei campi. Complesso recuperato dalla Riserva Naturale attraverso finanziamento comunitario POR 2007-2013. Tutti questi siti risultano abbandonati nella prima metà del XIII secolo, quando la signoria del territorio passò nelle mani della potente Famiglia Farnese. La storia del territorio si lega a quella della nobile Famiglia Farnese da cui l’omonimo paese e da cui provengono protagonisti come papa Paolo III o i duchi di Castro con un ruolo di primo piano nelle vicende storiche dell’Italia centrale dal Medioevo fino al ‘700.


L’ARCHEOLOGIA Ricchissima è la stratificazione archeologica nella zona della Riserva, dal paleolitico medio ai giorni nostri, con resti di necropoli, villaggi fortificati di vari periodi (età del Bronzo, periodo etrusco e medievale), fattorie e strade romane, pievi rurali, capanne di pastori e carbonai. Immediatamente oltre i limiti della Riserva Naturale, nel Bronzo Finale si svilupparono alcuni abitati dal carattere insediativo proto-urbano i più importanti dei quali sono rappresentati dal sito di Sorgenti della Nova, articolato insediamento protostorico oggetto di indagine archeologica da parte dell’Istituto di Archeologia dell’Università Statale di Milano, tra i più complessi per planimetria e tipologia costruttiva dell’intera penisola, e dal sito individuato nell’attuale centro storico di Farnese. Altri importanti resti sono la tomba gentilizia a camera del Gottimo ed alcune fattorie, come quella individuata nel fondo Bastiano, nei pressi di Valle Felciosa. Con la romanizzazione del territorio maremmano e la conseguente caduta di Rofalco, indagato dal GAR, avvenuta intorno al 280 a.C., si assiste ad una parcellizzazione del territorio agricolo attraverso la realizzazione di sistemi di drenaggio delle acque di percolazione e la realizzazione di una fitta rete viaria, testimone della quale rimane, tra gli altri, il tratto basolato di Campo della Villa a servizio anche di diverse ville rustico-residenziali evidenziate nelle località di Semonte, Campo della Villa, La Mandriola, il Troccolo, la Chiavacciola, Valle Conte per citarne alcune. Il Lamone durante l’ultimo conflitto mondiale è stato teatro di eventi bellici uno dei quali documentato e tutt’ora illustrato in una sezione espositiva dedicata presso il Laboratorio di Monitoraggio Scientifico della Riserva, in località Pian di Sala. Si tratta della drammatica vicenda di un bombardiere americano B24 precipitato dopo essere stato abbattuto da caccia tedeschi di cui abbiamo recuperato frammenti ora esposti. In questa vicenda otto aviatori su dieci hanno perso la vita; un monumento nel luogo del “crash” è stato realizzato dalla Riserva Naturale.


LA BIODIVERSITA’ Le lave del Lamone sono coperte da un fitto bosco misto di latifoglie decidue con cerro, aceri, carpino nero, carpino bianco e altre specie; il settore occidentale è invece dominato dal leccio. Specie arboree molto rare in Riserva sono la cerrosughera (Quercus crenata, ibrido tra il cerro e la sughera) e il faggio, presente con pochissimi esemplari nei punti più freschi del Lamone, per esempio nei crateri lavici di collasso. In molte zone il bosco è del tutto impenetrabile per effetto delle epifite (piante che “si arrampicano” su altre piante) e del folto sottobosco. Interessante è la presenza, in ambiente roccioso, della piccola felce Asplenium septentrionale, che trova qui l’unica stazione per il Lazio. Attraversando la Selva potrete facilmente imbattervi in cinghiali, caprioli, volpi, scoiattoli; se siete fortunati (e silenziosi) potrete avvistare anche il gatto selvatico, la martora, la puzzola, il tasso, l’istrice. Difficilmente visibile ma stabilmente presente è il lupo. Tra gli uccelli, dominano le zone aperte il biancone, l’albanella minore, l’airone guardabuoi, la calandra, l’upupa mentre tipici del bosco sono i picchi (picchio rosso maggiore, picchio rosso minore, picchio verde), il colombaccio, lo sparviero ma anche le cince, le averle e moltissimi altri passeriformi. Gli ambienti di acqua corrente ospitano specie rare a livello regionale quali la salamandrina di Savi e il gambero di fiume.

03 - Asplenium septentrionale (a destra), Umbilicus rupestris (a sinistra)

04 - Gambero di fiume

05 - Il bosco di latifoglie decidue


SITI NATURA 2000 INCLUSI NEL PARCO La Comunità Europea, con le direttive Habitat e Uccelli, ha realizzato uno strumento importante per la conservazione della biodiversità attraverso la creazione della Rete Natura 2000 costituita da SIC (Siti d’Interesse Comunitario) e ZPS (Zone di Protezione Speciale). Per saperne di più consultate il sito della Comunità Europea al seguente link: http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/index_en.htm La Riserva Selva del Lamone coincide con tutto il SIC IT6010013 “Selva del Lamone”, con parte del SIC IT6010017 “Sistema Fluviale Fiora-Olpeta” e con parte della ZPS IT6010056 “Selva del Lamone - Monti di Castro”. Inoltre la Delibera della Giunta della Regione Lazio 497/2007 assegna alla Riserva il ruolo di laboratorio e base logistica di monitoraggio per tutti i siti Natura 2000 della provincia di Viterbo; affida poi alla Riserva stessa il monitoraggio di specie e habitat nei seguenti siti, localizzati al di fuori dell’area protetta: -

SIC IT6010012 Lago di Mezzano SIC IT6010014 Il Crostoletto SIC IT6010015 Vallerosa SIC IT6010016 Monti di Castro SIC IT6010017 Sistema fluviale Fiora - Olpeta SIC - ZPS IT6010011 Caldera di Latera ZPS IT6010056 Selva del Lamone - Monti di Castro


ATTIVITA’ ED EVENTI RICORRENTI In ogni stagione il personale della Riserva organizza escursioni e visite guidate, cercando di far conoscere al pubblico gli aspetti più suggestivi e unici della Selva: gli accumuli di massi lavici (“murce”) e i crateri di collasso (“pile”), gli alberi monumentali, gli stagni effimeri, il legno morto, che costituisce l’habitat primario per centinaia di specie di insetti, funghi e licheni, ma anche le tombe e le fortificazioni etrusche, i resti delle strade romane e molto altro. La rete sentieristica permette al visitatore di entrare in stretto contatto con la natura della Riserva ma...attenzione, non abbandonate mai i sentieri: nel Lamone ci si perde molto facilmente! Prima di mettervi in cammino, scaricate la carta dei sentieri dal nostro sito web www.selvalamone. it o telefonateci (+39.0761.458861) per avere consigli sugli itinerari.

06 - Lo stagno temporaneo (lacione) della Mignattara lungo il sentiero n. 3

07 - Un enorme carpino nero lungo il sentiero n. 7


L’ENOGASTRONOMIA Il prodotto tipico locale per eccellenza è a Farnese l’olio extravergine d’oliva DOP “Canino”, la cui peculiarità si riscontra nella bassissima acidità (<0,2%), nella bassissima presenza di perossidi (< = 10 MeqO2/kg - fonte: Disciplinare Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) e nelle grandi proprietà organolettiche. Tra gli altri prodotti meritano una citazione particolare il formaggio pecorino, tipico dell’artigianato caseario locale, i funghi porcini, (Boletus edulis e Boletus aereus), specie quelli del sottobosco della RN Selva del Lamone, dall’inconfondibile profumo e consistenza, alcuni dolci come i “tozzetti” con nocciole e mandorle e alcuni vini, sia rossi che bianchi, a marchio Tuscia Viterbese. Solo per citarne alcuni, possiamo ricordare i DOC “Colli Etruschi Viterbesi”, “Aleatico di Gradoli”, “Est!!!, Est!!!, Est!!!” di Montefiascone e l’IGT dei “Colli Cimini”.

08 - Galletti

09 - Porcini

***** Si ringraziano per la gentile concessione del materiale illustrativo i seguenti autori: Diego Mantero (foto di copertina, foto 01, 03, 05, 07) Luciana Carotenuto (foto 04)



OBIETTIVI LIFE+ Il programma LIFE è lo strumento di finanziamento dell’Unione Europea (UE) per l’ambiente che contribuisce all’attuazione, all’aggiornamento e allo sviluppo della politica ambientale dell’Unione Europea. Life Go Park è tra gli 11 progetti approvati dalla UE nell’ambito della componente LIFE+ informazione e comunicazione che sostiene e co-finanzia progetti di eccellenza relativi alla comunicazione e alle campagne di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali e sulla protezione della biodiversità. CONTATTI

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