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Gennaio 2024
DICONO “PER AMORE” Il 25 novembre di ogni anno, si celebra La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999. Quest'anno, più che mai, ci siamo chiesti: che cos'è l'amore? L'amore nel dizionario italiano viene definito come un “sentimento di viva affezione verso una persona, che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia”. Partendo da questa definizione ci accorgiamo subito che nell'espressione “delitto d'amore” c'è qualcosa di sbagliato, qualcosa che non torna: risulta un ossimoro, una contrapposizione di termini fortissima, poiché chiaramente chi ama non compie nessun delitto. Il “delitto passionale”, che spesso vediamo dare il titolo alle prime pagine dei giornali, non ha niente a che vedere né con l'amore, né con la passione, ed è così che l’uso improprio del linguaggio genera un equivoco, che può portare a scambiare quello che è un delitto di gelosia, possesso, crudeltà, con un delitto d'amore. La domanda che tutti noi ci siamo posti di fronte alle centinaia di femminicidi avvenuti in questo ultimo anno è quindi “perché?”. Come mai una persona che ti è stata vicino, che ha pranzato con i tuoi genitori, che ha riso con te delle più stupide cose, è arrivata ad ucciderti? Perché te, che gli sei stata vicina? Com'è possibile che una tua scelta, che dovresti essere libera di compiere, si trasformi nella causa della tua morte? Io credo che non ci sia una risposta precisa a questo. Le cause che inducono un uomo a programmare la morte di una donna, che dice di avere amato e di amare, non si possono precisamente definire, ma sono sicura che possano derivare da una mancata educazione.
La famiglia è la base della nostra vita, ci mostra il modello da seguire e ci educa a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Gli uomini che uccidono non hanno avuto questa educazione oppure hanno avuta una educazione sbagliata. È possibile anche che abbiano passato la loro infanzia in una famiglia perfetta, in cui tutto era come doveva essere, in cui ogni richiesta veniva accontentata; in questo caso la loro è una “mancata educazione al dolore”. Perché è logico che un bambino che ha sempre ottenuto tutto, che ha sempre vissuto protetto dalla famiglia, che lo ha tenuto lontano dal dolore, quel dolore sano che nasce da un semplice “no” o da una giusta sgridata, si ritrovi sconvolto, perso, quando una volta cresciuto viene lasciato dalla propria ragazza o rifiutato da una donna. Questo senso di abbandono, non essendo mai stato affrontato prima, crea così una confusione tale che degenera in follia. “Questa è soltanto una delle possibili spiegazioni di fronte a delitti all'apparenza inspiegabili. In ogni caso, è innegabile che alla base di questi sempre più frequenti episodi di violenza ci sia la nostra società, il contesto in cui viviamo. segue a pagina successiva