1. I fondamenti del Counseling Motivazionale Valter Spiller
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Negli interventi professionali possiamo disporre di una certa quantità di strumenti operativi validi ed interventi efficaci realmente capaci di migliorare l’adattamento e la qualità di vita delle persone. Accanto a ciò occorre ricordare che buona parte delle difficoltà nell’attuazione di questi interventi non sono da imputare a scelte cliniche inappropriate o alla indisponibilità di risorse, quanto piuttosto alla parziale o mancata adesione e partecipazione attiva delle persone ai progetti e percorsi di cura proposti. Questo aspetto è ancora più evidente quando questi interventi riguardano problemi persistenti e ancor più la modificazione di comportamenti e stili di vita. Gran parte delle modalità di intervento solitamente proposte prescindono dalla motivazione della persona e derivano dalla convinzione implicita che l’efficacia dell’intervento sia legata esclusivamente alla necessità di aderire alle competenze del professionista: Questo tipo di intervento prevede sostanzialmente che il professionista sia in grado e scelga di: investigare appropriatamente sulle aree problematiche, valutare la situazione presentata, informare la persona dei rischi connessi al comportamento, fornire indicazioni e consigli su come modificarlo. Questo tipo di intervento, che viene definito “orientato”, è certamente efficace nei casi in cui la scelta delle azioni e gli esiti attesi siano influenzati prevalentemente dallo “stato di necessità” (urgenza, problema acuto) o dalle conoscenze e competenze del professionista . Mostra invece tutti i suoi limiti quando vengono affrontate abitudini, situazioni di lunga durata o comportamenti e stili di vita sostenuti nel tempo da convinzioni personali o culturali considivise. In questi casi i desideri, le abitudini, le capacità e tutto ciò che riguarda l’intenzione e l’impegno per il cambiamento sono prevalentemente di competenza della persona, e le persone sono disposte a modificare i propri comportamenti prevalentemente in base alla propria personale rappresentazione della situazione e alle proprie motivazioni. Queste rappresentazioni e motivazioni possono essere, e spesso lo sono, anche assai lontane da quelle giudicate opportune dal professionista. In tali circostanze impegnarsi in un intervento esclusivamente “orientato” (investigare, valutare, informare, consigliare) crea quasi sempre una reazione di resistenza, una tensione o uno scontro con la persona ed un conseguente allontanamento relazionale, con tutte le difficoltà che questo comporta.