Le Vite dei Cesenati - Volume 5 (parte seconda)

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Le storie

APPENDICE Le trasformazioni edilizie Non si è trattato fin qui, se non marginalmente, delle trasformazioni edilizie e di destinazione d’uso subite in questo periodo dal complesso costituito dalla chiesa e dal convento di San Francesco, all’interno del quale a metà del Quattrocento era stata fondata la Malatestiana. In attesa di uno studio approfondito, che renda conto in dettaglio delle varie fasi che portarono, al posto di una chiesa e di un convento, all’edificazione di una biblioteca moderna e di una scuola, e all’apertura di una piazza, si dà ora un cenno sui principali interventi edilizi. Del convento di San Francesco, fondato secondo le tradizioni locali subito dopo la morte del santo avvenuta nel 1226, si hanno notizie sicure solo a metà del XIII secolo, quando le fonti documentarie attestano l’esistenza di una chiesa e di un convento dei frati Minori. Almeno dalla seconda metà del Trecento in poi è attivo presso il convento uno studium, che alla metà del secolo successivo necessita di uno spazio destinato alla biblioteca. È qui che Malatesta Novello, per venire incontro all’esigenza dei frati, decide di fondare quella che sarà da lui stesso destinata a divenire la biblioteca della città. La Malatestiana viene edificata ristrutturando il preesistente braccio orientale del convento, al primo piano, di fronte al dormitorio. Nello stesso periodo si inizia la costruzione del chiostro settentrionale, compiuto verso il 1493109. Tra il 1750 e il 1758 viene ristrutturata la chiesa, e tra il 1785 e il 1794 nel lato orientale del chiostro nord viene eretto un edificio a due piani (che contiene attualmente la biblioteca per i ragazzi a pianterreno e l’Archivio comunale al primo piano), mentre al refettorio a piano terra del convento si aggiunge verso ovest un piccolo locale destinato a ospitare la cucina (ora adibito a deposito librario). Nel 1797, con l’arrivo delle truppe francesi a Cesena, i francescani sono costretti ad abbandonare la loro sede, che viene scelta per ospitare parte dei soldati. Anche l’aula della biblioteca, sgombrata dei banchi e dei codici, diventa un dormitorio per le truppe. Nel 1802 il Comune ottiene di poter ripristinare la Malatestiana nel suo assetto originario, e incarica del restauro l’architetto Leandro Marconi. Nella stessa occasione si decide di costituire con le raccolte librarie delle soppresse corporazioni religiose una biblioteca comunale: essa trova posto nel dormitorio dei frati, nel quale, abbattute le divisioni interne, sono realizzati due saloni destinati l’uno alla biblioteca pubblica, l’altro all’atrio fra questa e la Malatestiana110. Una ricostruzione della pianta del complesso di San Francesco alla fine del XVI secolo in A. ZAVATTI, Forma regionis Bibliothecae Malatestianae Caesenae XVI saeculo occidente, 1926 (BCM, Fondo Zavatti, Disegni, A.007). 109

110 Cfr. G. CONTI, L’edificio. Architettura e decorazione, in La Biblioteca Malatestiana di Cesena cit., pp. 55-118.


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