COSTRUIRE COMUNITÀ

Page 1


PREFAZIONE

UN LABORATORIO PER L'ABITARE SOCIALE

Il concorso nel comparto Bertalia-Lazzaretto tra innovazione pubblica e qualità progettuale

IL PIANO PER L’ABITARE DI BOLOGNA

GUIDARE IL CAMBIAMENTO NELLE POLITICHE

DELL’ABITARE CONTEMPORANEO

Dialogo con Emily Clancy, Vicesindaca, e Marco Guerzoni, Direttore Settore Politiche Abitative, Comune di Bologna

IL CONCORSO

Un Percorso di Trasformazione e Opportunità

BOLOGNA CHE CAMBIA:

UNA CITTÀ E LA SUA COMUNITÀ

Dialogo con Alessandro Bergonzoni

PARTE I

IL CONTESTO E IL CONCORSO

BERTALIA-LAZZARETTO

Anatomia di una trasformazione urbana (1850-2025)

OBIETTIVI E STRATEGIE DEL BANDO

Verso un modello innovativo di housing sociale

LA GIURIA

DI BOLOGNA MARCO FILIPPUCCI

FRANCESCO EVANGELISTI

Il processo concorsuale e i criteri di valutazione SIMONA GALATEO

PARTE

Progetto vincitore

IL CORTILE URBANO COME MATRICE DI COMUNITÀ

ATI PROJECT, A-FACT ARCHITECTURE FACTORY, WEBER ARCHITECTS, PARCNOUVEAU

Progetti selezionati

«CASE SEMPLICI PER UNA COMUNITÀ COMPLESSA»

LABORATORIO PERMANENTE DI ANGELICA SYLOS LABINI

E NICOLA RUSSI, BAUKUH

RIPENSARE L’ABITARE: UN NUOVO PARADIGMA DI EDILIZIA

SOCIALE TRA NATURA E ARCHITETTURA

MATRICE ARCHITETTI, ANTONIO VOBBIO, RITA MATTIELLO

RIGENERARE LA CITTÀ: UN QUARTIERE PERMEABILE TRA

PAESAGGIO E COMUNITÀ

PARK ASSOCIATI, FOR ENGINEERING ARCHITECTURE, MIC-HUB, PAOLO GRIMALDI

CITTÀ-NATURA: ECOSISTEMA INTEGRATO PER L’ABITARE

CONTEMPORANEO

MARIO CUCINELLA ARCHITECTS, MILAN INGEGNERIA, COPRAT, TRM GROUP, MARCO SACCHI, ADELIO PAGOTTO

PARTE III

ABITARE SOCIALE: PROSPETTIVE

RIPENSARE L’ABITARE SOCIALE: PROSPETTIVE

E SFIDE CONTEMPORANEE

Dialogo con Michael Obrist

EVOLUZIONE DELLA TIPOLOGIA ABITATIVA

Dal modulo all’organismo

PAESAGGI DELL’ABITARE

Lo spazio pubblico come infrastruttura sociale ELENCO DEI PARTECIPANTI

JACOPO GRESLERI
SIMONA GALATEO

PREFAZIONE

Simona Galateo

UN LABORATORIO PER L’ABITARE SOCIALE

Il concorso nel comparto Bertalia-Lazzaretto tra innovazione pubblica e qualità progettuale

La questione abitativa è tornata prepotentemente al centro del dibattito urbano contemporaneo, come una delle più complesse sfide che le città, non solo italiane ma europee e globali, si trovano ad affrontare oggi. L’aumento vertiginoso dei costi immobiliari, l’espansione del fenomeno, ormai predatorio, del turismo, la frammentazione dei nuclei familiari e la crescente precarietà nel lavoro hanno generato una domanda di abitazioni a costi accessibili che il mercato, lasciato a sé stesso, non riesce a soddisfare. In questo scenario, e dopo decenni di progressivo disimpegno del settore pubblico dalle politiche abitative, emerge con sempre maggiore urgenza la necessità di ripensare il ruolo delle amministrazioni locali come soggetti attivi nella pianificazione e realizzazione di interventi di edilizia sociale di qualità.

È in questo complicato contesto che il Comune di Bologna ha scelto di affrontare la sfida con un approccio innovativo e ambizioso, ponendo al centro della propria strategia l’investimento nella qualità progettuale come motore indispensabile di rigenerazione urbana e collettiva. Il concorso per l’edilizia residenziale sociale di BertaliaLazzaretto rappresenta, infatti, il più significativo intervento di housing pubblico degli ultimi decenni in città. Quest’iniziativa ci mostra come l’amministrazione pubblica possa ancora e debba assumere sempre di più un ruolo primario nel guidare processi di trasformazione complessi, riappropriandosi di quella centralità nella costruzione della città che, troppo spesso, è stata delegata a logiche di mercato con risultati non sempre all’altezza delle reali necessità della cittadinanza.

L’area di intervento racconta già nella sua genesi l’importanza strategica dell’operazione: il comparto R5.3 Bertalia-Lazzaretto,

un “interstizio urbano di grandi dimensioni” di 73 ettari che in passato ospitava attività estrattive d’inerti, rappresenta un tassello fondamentale di quella “città della ferrovia” immaginata dagli strumenti urbanistici comunali più di vent’anni fa, rimasta tuttavia a lungo incompiuta. Un’area che nel tempo ha visto avanzare gli interventi privati attorno alle zone pubbliche, e che oggi viene riconsegnata alla città come laboratorio per la sperimentazione di nuove modalità dell’abitare collettivo, in dialogo costante con quell’ecosistema naturale che, nel frattempo, ha spontaneamente preso forma nei suoi spazi.

La scelta di affidare a un concorso di progettazione la definizione del nuovo insediamento residenziale pubblico testimonia la volontà dell’amministrazione di puntare sull’eccellenza architettonica come valore necessario in un’operazione di tale portata. Non si tratta infatti semplicemente di costruire alloggi – operazione già di per sé ambiziosa in un panorama nazionale caratterizzato da decenni di disinvestimento nell’edilizia pubblica – ma di dar forma a un ecosistema urbano articolato, capace di rispondere simultaneamente a molteplici esigenze: realizzare residenze economicamente accessibili per famiglie e per studenti; offrire spazi di socialità che favoriscano la nascita di una comunità; garantire elevati standard di sostenibilità ambientale; e instaurare nuove connessioni con il contesto urbano esistente, ricucendo tessuti finora separati. Il progetto vincitore, firmato dal team composto da ATI Project, Weber Architects, a-fact architecture e Parcnouveau, interpreta questa visione con un masterplan che pone al centro la qualità degli spazi pubblici. La creazione di un “cortile urbano” libero dal traffico veicolare, circondato da edifici con portici continui che richiamano l’immaginario della città storica bolognese, diventa il cuore pulsante dell’intervento. Particolarmente significativa appare la scelta di collocare ai margini dell’area le infrastrutture per la mobilità motorizzata, privilegiando all’interno una dimensione pedonale e ciclabile in stretta relazione con gli spazi verdi. La greenway ciclopedonale che segue il tracciato del canale della Ghisiliera diventa così l’asse portante di un sistema di collegamenti che connette in 15 minuti a piedi la zona Pescarola, il polo universitario e, in bicicletta, il centro città. Con i suoi alloggi di edilizia sociale e per studenti, il nuovo ecodistretto potrà ospitare fino a 700 residenti, selezionati attraverso un bando specifico che terrà conto non solo delle necessità abitative ma anche della volontà di creare un tessuto sociale diversificato. L’investimento complessivo, interamente finanziato dal Comune di Bologna, rappresenta una scelta coraggiosa e controcorrente rispetto a un quadro nazionale caratterizzato da una progressiva dismissione dell’intervento pubblico diretto nel settore dell’edilizia sociale. Una decisione che segna un punto di rottura rispetto alle tendenze in corso e che testimonia una rinnovata consapevolezza: affrontare efficacemente la crisi abitativa richiede non solo risorse economiche, ma anche e soprattutto una regia pubblica forte, capace di immaginare

GUIDARE IL

CAMBIAMENTO

NELLE

POLITICHE DELL’ABITARE

CONTEMPORANEO

Dialogo con Emily Clancy, Vicesindaca, e Marco Guerzoni, Direttore Settore Politiche Abitative, Comune di Bologna

Simona Galateo (SG): Il concorso sull'area Bertalia-Lazzaretto si inserisce all'interno del Piano per l'abitare, una strategia di intervento urbano più ampia che il Comune ha intrapreso sul tema del diritto alla casa e che coinvolge anche altre aree di sviluppo della città. Quali sono state le principali motivazioni e sfide del progetto sull’area del Lazzaretto, e quanto è stato complesso gestirlo come Comune?

Emily Clancy (EC): È nato per fare di questo un mandato che dà priorità alle politiche abitative rispondendo al decennale disinvestimento pubblico sul diritto alla casa a tutti i livelli: comunale, regionale, nazionale. Vogliamo affrontare direttamente questo tema che stava diventando sempre più complesso in città, e che non seguiva l'identità della politica progressista di Bologna. Noi dobbiamo fare in modo che una città diventata attrattiva per nuovi residenti lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, anche internazionali con maggiori capacità economiche non porti all'espulsione del ceto più fragile che in questa città è nato o ha scelto di viverci. Siamo determinati a invertire la rotta. Il Piano per l'abitare abbraccia tutte le domande di casa con diverse strategie d'intervento, riconoscendo la natura multisettoriale del problema abitativo. Risponde non solo con il sistema dell'edilizia residenziale pubblica o politiche immediate come il contributo all'affitto, ma anche creando nuovi poli abitativi per redditi medio bassi o intermedi come il Lazzaretto, per soluzioni più strutturali e durature.

SG: Come mai proprio quell’area un po’ più periferica?

EC: L'idea del concorso nasce perché in quell'area abbiamo la maggiore capacità edificatoria del Comune per edilizia sociale, ereditata dai mandati precedenti (prevista già dal PRG del 1989). Fu fatto un concorso su quell'area all'inizio degli anni 2000. Tuttavia, l'area si è evoluta, quella è un'ex cava dove, nel frattempo, sono andati avanti gli interventi dei privati mentre era bloccato l'intervento pubblico. Volevamo un progetto di qualità che alzasse l’asticella in termini di risposta sociale e ambientale all’esigenza abitativa: questa è l'idea del concorso. Ne è nato il più grande intervento di edilizia sociale del Comune negli ultimi 40 anni, in termini di investimento economico e numero di alloggi sociali da realizzare.

Marco Guerzoni (MG): Nel comparto Bertalia-Lazzaretto c’è l'ultima area pubblica del Comune di Bologna a destinazione residenziale di rilevante dimensione, con potenzialità edificatoria per circa mille alloggi equivalenti, all'interno del più ampio sistema di usi misti previsti nell’area. Quando la nuova amministrazione si è insediata, si è trovata tra la pressione della questione abitativa e questa grande potenzialità inespressa. Abbiamo lavorato con un team di consulenti per identificare strategie di sviluppo malgrado la scarsità di risorse; questi proponevano meccanismi di social housing con un forte mix pubblicoprivato. L'amministrazione, dopo alcune riflessioni, ha invece ritenuto di finanziare autonomamente l'intervento tramite mutuo con la Banca Europea degli Investimenti, evitando i sofisticati meccanismi di finanza immobiliare mai realmente decollati a Bologna. Una decisione significativa, in controtendenza rispetto ad altre realtà italiane, per mantenere salda la guida pubblica dell'intera operazione.

SG: Nel concorso avete enfatizzato la relazione con il tessuto urbano, naturalistico e storico della città. C’è un’aspettativa o una visione da parte vostra su un nuovo modo di abitare più contemporaneo?

EC: Sì, per noi era fondamentale che l'intervento avesse una grande qualità sociale e ambientale perché l'altro filone su cui stiamo lavorando come amministrazione è la missione clima. Siamo una delle cento città selezionate per anticipare lo zero netto delle emissioni al 2030, obiettivo molto sfidante, ovviamente. Nell’intervento sull’area del Lazzaretto stiamo provando a spingere l’innovazione al massimo, riducendo impatti e massimizzando l’utilizzo dell'energia da fonti rinnovabili, ricucendo, con grande attenzione, la nuova edificazione con la natura circostante. Stiamo riflettendo su come rispettare la natura e le connessioni esistenti, quando si ha a che fare con un'ex cava dove nell'ultima decina d'anni è nata vegetazione spontanea. Stiamo lavorando anche con alcune associazioni ambientaliste lungo la canaletta della Ghisiliera, che attraversa l’insediamento, per valorizzare il suo percorso e interloquire positivamente con il progetto di edilizia

PARTE I

BERTALIA-LAZZARETTO

Anatomia di una trasformazione urbana (1850-2025)

Il concorso bandito alla fine del 2023 dal Comune di Bologna per la realizzazione di un intervento di edilizia residenziale sociale in alcuni lotti comunali del comparto urbanistico “R5.3 Bertalia-Lazzaretto” si colloca in un contesto territoriale i cui processi di formazione hanno le caratteristiche proprie delle storie di “sviluppo urbano” delle città italiane dell’ultimo secolo, attraversandone le contraddizioni urbanistiche e incrociando diverse ipotesi di intervento architettonico. Con alcune specificità che è utile conoscere per mettere a fuoco il progetto oggi e immaginare possibili ulteriori sviluppi domani. Il racconto può partire dall’immagine restituita dalla cartografia del 1850 che rappresenta il territorio rurale ancora integro (cioè, nell’immagine consegnata dagli ultimi secoli di lavoro agricolo mezzadrile): campi alberati, il tracciato storico della via delle Lame verso nord-est e della via Emilia a sud, i corsi d’acqua Ghisiliera e Lame che scendono verso il fiume del Reno a ovest. Già la rappresentazione del 1884 mostra i primi segni della infrastrutturazione periurbana, le due ferrovie in direzione Milano e Venezia, le prime aree militari e nel 1941 è chiaro questo destino di zona a servizio della città: ancora aree militari (tra le quali il Tiro a segno e una caserma, ma anche il Lazzaretto – ospedale da campo allestito ai tempi dell’epidemia di “spagnola” nel 1918-1919 – che dà nome all’area, assieme al toponimo rurale di Bertalia), ancora ferrovie e ampie aree di supporto alle ferrovie, la realizzazione di un vasto campo pozzi per l’acquedotto, a fianco del Reno. Aree ferroviarie e aree militari condannano il territorio ad un incerto destino di rigenerazione, ma non sarà questo, per adesso, il tema principale di queste trasformazioni.

Dal secondo dopoguerra hanno luogo due processi paralleli: da una

PARTE I IL CONTESTO E CONCORSO

Francesco Evangelisti

Direttore

Ufficio di piano - Dipartimento urbanistica, casa, ambiente e patrimonio

1. Farnia ed edifici rurali esistenti sulla canaletta Ghisiliera, febbraio 2025.

8. Comune di Bologna (coordinamento generale, elaborazione e coordinamento FBM, progettazione di piano particolareggiato mandatario capogruppo Piero Sartogo, studio di impatto ambientale AIRIS), Programma di Riqualificazione Urbana della Zona Integrata di Settore R5.3 Bertalia Lazzaretto, Piano particolareggiato adeguato in base alle controdeduzioni alle osservazioni presentate. Elaborato P4, Masterplan architettonico, 2007.

Piano vigente, del suo dimensionamento in termini di superficie utile e del mix funzionale previsto.

La variante, inoltre stabilisce criteri generali di flessibilità relativi agli usi insediabili e agli aspetti urbanistici ed edilizi degli edifici, intendendo inoltre creare le migliori condizioni possibili per favorire lo sblocco degli investimenti pubblici e privati nel comparto, rimuovendo gli impedimenti che rallentano la cantierabilità dei lotti, ridefinendo le modalità attuative complessive, i rapporti tra attuazione di blocchi edilizi e relative opere di infrastrutturazione, semplificando le norme di attuazione dei blocchi di edifici, prevedendo la realizzazione delle opere di urbanizzazione per stralci autonomi e funzionali e contenendo i costi urbanizzativi.

La superficie interessata al piano non varia, rimanendo pari a circa 73 ettari, la superficie utile ammissibile viene diminuita a 203.000 mq (di cui 78% usi abitativi, 13% sedi universitarie, 9% direzionali e commerciali), a cui si aggiungono 10.200 mq di usi pubblici, 393.000 mq di aree per infrastrutture e attrezzature pubbliche.

La modifica dei lotti viene stabilita in collaborazione con lo studio dell’architetto Sartogo, che rivede la progettazione della parte ad est degli edifici universitari, senza però modificare in altra maniera il disegno complessivo del piano, che, rispetto al progetto di concorso, risulta meno definito in particolare dal punto di vista della progettazione ambientale e paesaggistica. Le modifiche che questa variante apporta al Piano particolareggiato sono rilevanti: la decisione dell’Università di ridurre il proprio impegno modifica in maniera

sostanziale l’equilibrio fra gli usi all’interno del comparto, portando ad un forte aumento delle previsioni abitative, modificando quindi l’equilibrio del mix di usi che costituiva una delle scelte alla base del progetto.

Ad oggi (marzo 2025) risulta in attuazione circa il 30% delle previsioni insediative del comparto. Sono in corso la realizzazione di interventi abitativi privati, di interventi dell’Università, di opere di infrastrutturazione di carattere generale o riferite ai primi insediamenti. L’attuazione del comparto è partita da sud-est, impegnando i fronti di via del Lazzaretto e via Terracini. L’assetto stradale di interesse urbano (ovvero il collegamento di via Sabena alla tangenziale) è oggetto di riflessioni in raccordo con la futura attuazione del potenziamento della rete tangenziale. Le modifiche del territorio non riguardano solo gli aspetti di edificazione: sulle cave via via tombate e abbandonate si sviluppa in tempi piuttosto rapidi una fitta vegetazione spontanea che in più parti ha i caratteri del bosco da tutelare, come definiti dalla legge forestale. Questa è la lunga e complessa storia che ha preceduto la decisione di inserire nel Piano per l’Abitare (luglio 2023), in attuazione della strategia “Tre grandi Poli per una nuova idea di abitare”, la realizzazione di un complesso di edifici sostenibile per concorrere a soddisfare la domanda di alloggi in locazione per persone con reddito intermedio. Il progetto prevede la contestuale realizzazione da parte del Comune delle urbanizzazioni limitrofe (strade di accesso, percorsi

9. Comune di Bologna (direzione e coordinamento generale, elaborazione e coordinamento FBM, progettazione di piano particolareggiato mandatario capogruppo Piero Sartogo, studio di impatto ambientale AIRIS), Piano Operativo Comunale (POC) con valore ed effetti di Piano urbanistico attuativo (PUA) in Variante al Piano particolareggiato di iniziativa pubblica della Zona Integrata di Settore R5.3 Bertalia Lazzaretto (ex PRG’89). Elaborato P4, Masterplan architettonico, 2017.

PARTE I

OBIETTIVI E STRATEGIE DEL BANDO

Verso un modello innovativo di housing sociale

Quando un’amministrazione pubblica decide di investire nell’abitare sociale, la vera sfida non è solo costruire alloggi, ma immaginare una comunità. Il bando per l’area Bertalia-Lazzaretto nasce dall’ambizione di trasformare un’area di grandi dimensioni, un tempo dedicata all’estrazione di inerti, in un vero e proprio “ecosistema abitativo” dove spazi, servizi e persone possano intrecciarsi in un nuovo modello di vita urbana, un luogo dove sperimentare un abitare più sostenibile, inclusivo e connesso.

La struttura stessa del concorso riflette questa visione ambiziosa: ai partecipanti è stato chiesto di lavorare simultaneamente su due scale, elaborando sia il masterplan complessivo dell’area sia il progetto dettagliato per i primi tre lotti. Un approccio che ha permesso di garantire coerenza all’intero intervento, pur prevedendone una realizzazione per fasi. La strategia adottata – con la possibilità di affidare al vincitore anche la progettazione dei lotti successivi –testimonia una visione di lungo periodo, capace di adattarsi alle risorse disponibili senza sacrificare l’unitarietà del disegno urbano.

Sul piano tecnico, il bando ha tracciato una rotta ambiziosa ma chiara: realizzare edifici che siano allo stesso tempo iconici e performanti, capaci di andare oltre gli standard NZEB con un’ulteriore riduzione dei consumi energetici del 20%. Una sfida che ha stimolato i progettisti a integrare soluzioni innovative senza compromettere l’accessibilità economica degli alloggi.

Particolarmente innovativo è l’approccio alla dimensione sociale. Il bando va oltre la semplice realizzazione di alloggi, prevedendo che “gli assegnatari saranno selezionati con apposito bando, per costruire una comunità disponibile alla sperimentazione di nuove modalità abitative

sostenibili” – un criterio che riconosce come la qualità dell’abitare dipenda tanto dalle persone quanto dagli spazi che occupano. L’idea di un “cortile urbano” centrale attorno a cui organizzare gli edifici diventa così metafora di un nuovo modo di concepire le relazioni tra residenti. La polifunzionalità è un altro pilastro del concorso: dedicare una porzione significativa degli edifici (5-10%) ad attività commerciali e servizi significa superare la monofunzionalità che spesso ha condannato i quartieri di edilizia sociale all’isolamento. Questi spazi diventano così cerniere urbane, punti di contatto tra i nuovi abitanti e il contesto circostante, incluso il vicino polo universitario. Il bando di Bertalia-Lazzaretto segna così una direzione chiara: l’edilizia residenziale sociale non come semplice risposta emergenziale al fabbisogno abitativo, ma come laboratorio per ripensare l’abitare contemporaneo in tutte le sue dimensioni – spaziale, ambientale, sociale ed economica.

PARTE II

I PROGETTI

IL CORTILE URBANO COME MATRICE DI COMUNITÀ

ATI PROJECT, A-FACT ARCHITECTURE

FACTORY, WEBER ARCHITECTS, PARCNOUVEAU

La trasformazione del comparto Bertalia-Lazzaretto prende forma attraverso un progetto che reinterpreta la tradizione bolognese per rispondere alle sfide dell’abitare contemporaneo. Il cuore della proposta è un innovativo cortile urbano che diventa elemento generatore dell'intero intervento: non più semplice spazio di risulta tra gli edifici, ma vera e propria infrastruttura sociale che organizza e innerva il nuovo quartiere. La proposta nasce dalla necessità di rivitalizzare un'area che presenta criticità legate allo spopolamento e all'invecchiamento dei residenti, ponendosi come acceleratore di rigenerazione sociale attraverso un intervento fortemente iconico, capace di evolvere nel tempo. L'impianto urbanistico ridefinisce l'area come cerniera tra l'abitato storico di Pescarola e il nuovo polo universitario. Il sistema di spazi

pubblici si articola attorno alla riqualificazione del canale della Ghisiliera, che viene valorizzato attraverso una nuova Greenway ciclo-pedonale. Questa diventa l'asse portante del progetto, permettendo di raggiungere il centro città in bicicletta in 15 minuti e il quartiere di Pescarola a piedi. Il traffico veicolare viene ripensato in modo radicale: i parcheggi sono concentrati in aree perimetrali, liberando il cortile urbano centrale, che diventa uno spazio fluido e permeabile, dove la natura penetra tra gli edifici creando luoghi di socialità a diverse scale. L'integrazione tra costruito e paesaggio si esprime attraverso un sistema di vegetazione concepito come matrice connettiva, che stabilisce diversi gradienti di naturalità. La dimensione residenziale si articola in diversi alloggi, pensati per accogliere un mix sociale di famiglie, giovani e studenti.

PARTE II I PROGETTI

progetto vincitore

Supporto alla MOBILITA’ ELETTRICA tramite PARCHEGGI PER E-CARS (+5% dei posteggi auto)

Per ridurre il numero delle auto sono inseriti PARCHEGGI RISERVATI AL CAR-SHARING per oltre l’1% dei posteggi totali

Per incentivare la MOBILITA’ LENTA sono previsti PARCHEGGI BICI riservati ai residenti e dedicati ai fruitori, sempre coperti da alberature o pensiline

Spazi aperti PEDESTRIAN ORIENTED + applicazione dei principi dell’INCLUSIVE DESIGN

Pavimentazioni ad elevata riflettanza: MITIGAZIONE ISOLA DI CALORE: SRI>80 (PUG 1.3c)

SUSTAINABLE URBAN DRAINAGE SYSTEMSPavimentazioni permeabili, tetti verdi, tree pits per gestione precipitazioni intense fino al 98° percentile con T30 (PUG 1.2b)

ASSORBIMENTO INQUINANTI URBANI - Scelta delle specie in base alle proprietà bioclimatiche

DEPAVING per rallentamento run-off e gestione dei fenomeni atmosferici intensi e creazione di un paesaggio human-friendly

PROTEZIONE BIODIVERSITA’: Nature Based Solutions come tetti verdi impollinatori e canali vegetati a supporto di ecosistemi locali (PUG 1.2b)

OUTDOOR COMFORT: spazi protetti d’inverno e freschi d’estate per benessere outdoor (PUG 1.3c)

Valorizzazione delle relazioni fisiche e visive con il CANALE DELLA GHISILIERA (PUG 1.2b)

Supporto alla MOBILITA’ ELETTRICA tramite PARCHEGGI PER E-CARS (+5% dei posteggi auto)

Per ridurre il numero delle auto sono inseriti PARCHEGGI RISERVATI AL CAR-SHARING per oltre l’1% dei posteggi totali

Per incentivare la MOBILITA’ LENTA sono previsti PARCHEGGI BICI riservati ai residenti e dedicati ai fruitori, sempre coperti da alberature o pensiline

Spazi aperti PEDESTRIAN ORIENTED + applicazione dei principi dell’INCLUSIVE DESIGN

Pavimentazioni ad elevata riflettanza: MITIGAZIONE ISOLA DI CALORE: SRI>80 (PUG 1.3c)

SUSTAINABLE URBAN DRAINAGE SYSTEMSPavimentazioni permeabili, tetti verdi, tree pits per gestione precipitazioni intense fino al 98° percentile con T30 (PUG 1.2b)

ASSORBIMENTO INQUINANTI URBANI - Scelta delle specie in base alle proprietà bioclimatiche

DEPAVING per rallentamento run-off e gestione dei fenomeni atmosferici intensi e creazione di un paesaggio human-friendly PROTEZIONE BIODIVERSITA’: Nature Based Solutions come tetti verdi impollinatori e canali vegetati a supporto di ecosistemi locali (PUG 1.2b)

OUTDOOR COMFORT: spazi protetti d’inverno e freschi d’estate per benessere outdoor (PUG 1.3c)

Valorizzazione delle relazioni fisiche e visive con il CANALE DELLA GHISILIERA (PUG 1.2b)

HARDSCAPE E SOFTSCAPE collaborano per elevare la fruibilità e l’attrattività degli spazi esterni

WATER SQUARE - Evoluzione del paesaggio d’acqua in occasione di fenomeni meteo intensi

CULTURAL LANDSCAPE - Spazi esterni per sviluppare attività culturali e spettacoli all’aperto

GREEN SPACE DIVERSITY - Varietà del verde: mutamenti cromatici e volumetrici stagionali, per un paesaggio interessante tutto l’anno (PUG 1.2b)

ORTI SOCIALI - Piccole coltivazioni per consumo sostenibile e socializzazione

TREE CANOPY e RIDUZIONE ISOLA DI CALORE attraverso efficienza bioclimatica specie (PUG 1.3c)

Specie autoctone a BASSA NECESSITA’ IDRICA gestione e manutenzione semplificata (PUG 1.2d)

UTILIZZO FER ELETTRICHE consente la riduzione delle emissioni di CO2 (PUG 1.4a)

AGRIVOLTAICO E SERRE SOCIALI

Produzione agricola e spazi di socializzazione

RENO
QUARTIERE CAPRARA-VIOLA
QUARTIERE PESCAROLA
QUARTIERE LAZZARETTO-BERTALIA
Chiesa Nuova di San Martino di Bertalia, oratorio e Scuola Infanzia Benedetto XV
Orti Urbani Luis Braille
La Nuova Scuola
Fermata People Mover
Alma Mater Studiorum-Università di Bologna
Istituto Tecnico Commerciale Statale
Stazione Prati di Caprara
Ospedale Maggiore
Eco Boulevard e Piazza dell’Acqua
Centro Polisportivo Pizzoli
IL CORTILE URBANO

INSULA 26 | PIANTA PIANO INTERRATO | SCALA 1:200

INSULA 26 | PIANTA PIANO TERRA | SCALA 1:200

26 | SEZIONE | SCALA 1:200

INSULA 26 | PROSPETTO SUD | SCALA 1:200

25 | PIANTA PIANO INTERRATO | SCALA 1:200

25 | PIANTA PIANO TERRA | SCALA 1:200

25 | SEZIONE | SCALA 1:200

25 | PROSPETTO SUD | SCALA 1:200

|

| SEZIONE | SCALA 1:200

INSULA
INSULA
INSULA
INSULA 24B
PIANTA PIANO TERRA | SCALA 1:200
INSULA 24B | PROSPETTO SUD | SCALA 1:200
INSULA
INSULA
INSULA 24B | PIANTA PIANO INTERRATO | SCALA 1:200
INSULA 24B

ASSONOMETRIA SCHEMATICA DEGLI SPAZI PUBBLICI, SOCIALI E PRIVATI

TIPOLOGIA IN LINEA

TIPOLOGIA A BALLATOIO

TERRAZZE SOCIALI le terrazze comuni per i residenti alternano serre e spazi per la socializzazione e il relax

LE APERTURE

Le logge e “balconi Juliette”, giocano un ruolo importante nell’arricchire l’esperienza abitativa e nel promuovere un senso di comunità negli spazi urbani

PORTICI E PIANO TERRA Funzioni commerciali, sociali e ricreative destinati alla comunità

| PROSPETTO DAL PARCO | SCALA

FASCIA UMIDA

Una spina dorsale centrale che raggruppa bagni e cucine in una fascia specifica ottimizza le installazioni impiantistiche, migliorando funzionalità, efficienza e flessibilità dell’intero layout.

BALLATOIO Spazi di socializzazione

CORE IN C.A. Distribuzione Verticale

INSULA 26 | PIANTA ULTIMO PIANO | SCALA 1:200
INSULA 26
1:200
INSULA 25 | PROSPETTO DAL PARCO | SCALA 1:200
INSULA 24B | PROSPETTO DAL PARCO | SCALA 1:200
INSULA 25 | PIANTA ULTIMO PIANO | SCALA 1:200
INSULA 24B | PIANTA ULTIMO PIAN | SCALA 1:200

«CASE SEMPLICI PER UNA COMUNITÀ COMPLESSA»

LABORATORIO PERMANENTE DI ANGELICA SYLOS

LABINI E NICOLA RUSSI, BAUKUH

Il progetto interpreta il tema dell’abitare sociale attraverso un ribaltamento concettuale: la risposta alla complessità dei modi di vivere contemporanei risiede nella chiarezza compositiva e nella flessibilità d’uso degli spazi. Le nuove residenze si configurano come edifici solidi e spaziosi, capaci di accogliere stagioni diverse della vita dei loro abitanti senza predeterminarne rigidamente gli usi, favorendo un’elevata adattabilità nel tempo. La semplicità costruttiva non rappresenta solo un valore estetico, ma anche uno strumento per garantire la flessibilità degli alloggi e minimizzare la manutenzione. La proposta si inserisce nell’area come elemento di connessione tra l’abitato di Pescarola, le aree agricole circostanti e il nuovo polo universitario, a definire un modello di espansione urbana

che punta a integrare la città con il paesaggio.

L’impianto urbano si sviluppa attorno a una piazza-giardino che diventa l’elemento strutturante dell’intervento. Questo spazio pubblico centrale non si configura come una classica piazza urbana ma come un paesaggio ibrido, dove i tracciati storici dei canali e delle acque sotterranee guidano il disegno dei percorsi e delle aree verdi. La piazza non è un vuoto definito rigidamente dagli edifici, ma un’infrastruttura informale per la vita all’aperto, che accoglie usi temporanei e trasformazioni nel tempo. Il sistema di portici che circonda la piazza reinterpreta la tradizione bolognese: non più semplice elemento di protezione ma dispositivo architettonico che organizza i flussi pedonali e definisce spazi di socialità a diverse scale. Il progetto stabilisce così una rete di connessioni trasversali

PARTE II I PROGETTI

progetto selezionato II° classificato

Consulenti RSL • paesaggio / Federica Verona • esperta in social housing / S.P.S. S.r.l. • strutture / Kite Engineering • impianti / Montana • ingegneria ambientale / Andrej Mikuz • costi Soildata • geologia

Quantità dei suoli da masterplan (PUA)

Parcheggi

Suoli di progetto

Superfici impermeabili

Superfici semi-permeabili

Superfici permeabili

Superfici di parcheggio temporanee

Possibili scenari d’uso

Il parcheggio si trasforma in una piazza illuminata dalle lampade sospese

Durante le vacanze estive gli abitanti trasformano l’area in un playground

Il playground viene recintato e pavimentato

Il parcheggio diventa cinema all’aperto

Il parcheggio si integra con giochi e attrezzi per il gioco all’aperto

Il campo di bocce riunisce differenti generazioni degli abitanti del quartiere

Un’area delimitata ospita giochi e attrezzature per bambini

Sotto il reticolo si svolge il mercato settimanale

La piazza minerale accoglie molteplici usi

Strade Aree verdi

RIPENSARE L’ABITARE: UN NUOVO PARADIGMA DI EDILIZIA SOCIALE TRA

NATURA E ARCHITETTURA

MATRICE ARCHITETTI, ANTONIO VOBBIO, RITA MATTIELLO

La proposta per il quartiere Bertalia-Lazzaretto a Bologna introduce un nuovo approccio all’edilizia sociale, coniugando architettura e natura per creare ambienti sostenibili e inclusivi. Il masterplan riorganizza il tessuto urbano attraverso insule compatte e spazi pubblici pensati per favorire la socialità e migliorare la qualità della vita. L’intervento prevede la realizzazione di edilizia residenziale sociale e alloggi per studenti, supportati da un assetto viario che incentiva la mobilità sostenibile e garantisce una connessione armoniosa con il contesto urbano. L’obiettivo è quello di uno spazio che vada oltre la funzione abitativa, promuovendo nuove modalità di relazione e condivisione tra le persone.

Gli spazi pubblici sono concepiti come un grande parco urbano con aree pedonali e ciclabili integrate nel tessuto edilizio.

La continuità del verde è garantita dalla disposizione strategica delle costruzioni, che evitano la frammentazione degli spazi aperti.

I portici reinterpretano la tradizione bolognese, creando percorsi coperti che favoriscono l’interazione sociale e l’attività commerciale. Piazze alberate, giardini condivisi e aree attrezzate arricchiscono il quartiere, promuovendo un modello urbano inclusivo e sostenibile. L’integrazione di percorsi ciclo-pedonali rafforza il legame tra spazi costruiti e natura, incentivando abitudini di vita più sostenibili. La gestione degli spazi pubblici prevede il coinvolgimento dei residenti nella definizione delle modalità d’uso e manutenzione delle aree comuni. Inoltre, la progettazione delle aree comuni tiene conto della necessità di flessibilità d’uso, permettendo l’organizzazione di

PARTE II I PROGETTI

progetto selezionato III° classificato

Consulenti OMARCH S.r.l. / ing. Vincenzo Giuseppe Cestrone

TIPOLOGIE ABITATIVE 1:100

Tipologia da 5/7 persone

Tipologia da 3/4 persone - variabile angolo

Tipologia da 3/4 persone
Tipologia da 1/2 persone

RIGENERARE LA CITTÀ: UN QUARTIERE PERMEABILE TRA PAESAGGIO E COMUNITÀ

PARK ASSOCIATI, FOR ENGINEERING ARCHITECTURE, MIC-HUB, PAOLO GRIMALDI

Il progetto ripensa l’organizzazione urbana dell’area attraverso un equilibrio tra natura e architettura, dando vita a un sistema fluido e permeabile che rafforza le connessioni tra il costruito e il paesaggio. L’articolazione dei lunghi edifici in linea previsti dal masterplan originario massimizza la connessione tra il tessuto costruito e il paesaggio, creando un sistema di spazi aperti in continuità con il verde circostante.

L’intervento ha l’obiettivo di ricucire il rapporto con la città, superando le cesure nette imposte dalle infrastrutture viabilistiche e proponendo un modello abitativo in cui la qualità dello spazio pubblico diventa il catalizzatore della vita collettiva.

Il nuovo assetto urbanistico si fonda su un sistema di permeabilità nord-sud, che riconnette l’area di progetto con l’eco-boulevard e il quartiere di Borgo Bertalia. La piazza oblunga, prevista dal PUA

come spazio pubblico prettamente infrastrutturale, viene ripensata come piattaforma urbana flessibile, capace di adattarsi a molteplici usi e di garantire una continuità ecologica tra gli spazi verdi a est e a ovest. Questa piazza si frammenta in una sequenza di spazi diversificati: pocket gardens, piazze tematiche e aree gioco si alternano lungo i percorsi principali, creando una rete dinamica di luoghi di incontro e socialità. La scomposizione volumetrica e la frammentazione dei fronti definiscono una grana urbana più umana, dove gli spazi pubblici assumono dimensioni più contenute e diventano più gestibili e vivibili, favorendo un maggiore senso di familiarità ed attaccamento al quartiere. La varietà tipologica costituisce una strategia per favorire un mix sociale e una maggiore adattabilità nel tempo. Tre moduli edilizi — edifici in linea,

PARTE II I PROGETTI

progetto selezionato IV° classificato

STRATEGIA IMPIANTISTICA E SOSTENIBILITÀ

FUNZIONAMENTO IMPIANTISTICO

BENESSERE E CONTROLLO MICROCLIMATICO

GESTIONE DELLE ACQUE

1. Energia da fonti rinnovabili: campo fotovoltaico da 90 kWp. L’impianto è collegato alla rete e/o con batterie di accumulo per massimizzare auto-consumo.

2. Climatizzazione estiva: Centrale termofrigorifera a produzione centralizzata.

3. Acqua calda sanitaria:

Involucro ad alte prestazioni

1. Ombreggiamenti: Sistemi ombreggianti per la protezione degli ambienti dalla radiazione solare sulle facciate maggiormente esposte. Illuminazione naturale negli alloggi FLD ≥ 2%

2. Comfort acustico: Pareti e vetrate isolanti, insonorizzazione degli impianti, taglio acustico dei giunti. Uso del verde quale schermo acustico.

3. Superamento barriere

1. Pavimentazione permeabile massimizzata nelle piazze per far infiltrare l’acqua piovana in eccesso.

2. Essenze arboree a basso o nullo fabbisogno idrico. Irrigazione a goccia e centraline smart per i primi due anni di attecchimento.

accumulatori alimentati da rete di teleriscaldamento cittadina.

4. Riscaldamento e raffrescamento: tramite pannelli radianti a pavimento, alimentati da rete di teleriscaldamento cittadina.

5. VMC con recuperatore di calore e deumidificatore

architettoniche: Progetto delle aree esterne conforme al DM 7 febbraio 2023 e ai 7 principi dell’Universal Design

4. Potenziamento del verde urbano: integrazione del verde esistente con la piantumazione di nuove specie autoctone.

5. Benessere microclimatico: Ventilazione naturale nelle piazze. Superfici ad alto SRI per evitare l’effetto “isola di calore”

3. Raccolta e reimpiego acque piovane: per l’alimentazione della rete duale e sistema di irrigazione

4. Bioswale con capacità di filtrazione e laminazione delle acque. Dotato di scolmatore delle acque di prima pioggia, seguito da un disoleatore

STRATIGRAFIA VERTICALE | 0,170 W/m2K

Controparete interna con doppia lastra in cartongesso sp. 1,25 cm, e sottostruttura con pannello in lana di roccia sp. 5 cm; Pannello in tavole a fibre orientate sp. 2,2 cm; Frangisole da esterno ad incasso con sistema motorizzato; Barriera vapore in fogli di P.V.C. sp. 1 mm; Rivestimento esterno composto da pannello in legno compensato sp 1,6 cm, sottostruttura con lana di roccia sp 7 cm e pannello di rivestimento in fibrocemento UHPC;

STRATIGRAFIA ORIZZONTALE | 0,422 W/m2K

Pavimentazione in ceramica sp. 1,5 cm; Massetto radiante sp. 3,5 cm; Coibente termico sp. 2,5 cm e coibente resiliente acustico 0,5 cm; Massetto alleggerito per passaggio impianti sp. 8 cm; Soletta in c.a. a piastra alleggerita con tecnologia tipo Cobiax con rete elettrosaldata superiore e inferiore sp. 26 cm; Intonaco sp. 1,5 cm;

BALCONI ESTERNI AUTOPORTANTI

Pavimentazione in deck, doghe 20x150 cm; Guaina impermeabilizzante bituminosa; Doppia orditura di tavolato in legno sp. 3.5 cm; Trave in acciaio IPE 120; Rivestimento in lastre metalliche a soffitto; Parapetto in bacchette metalliche verniciate; Vasche in alluminio con terra da coltivo per piantumazioni.

SISTEMA

CITTÀ-NATURA: ECOSISTEMA INTEGRATO PER L’ABITARE

CONTEMPORANEO

MARIO CUCINELLA ARCHITECTS, MILAN INGEGNERIA, COPRAT, TRM GROUP, MARCO SACCHI, ADELIO PAGOTTO

Il progetto per l’area BertaliaLazzaretto propone un nuovo modello di quartiere permeabile, sostenibile e socialmente inclusivo. La proposta si basa sulla realizzazione di un’infrastruttura urbana che integra residenze, spazi pubblici e natura in un unico sistema, promuovendo una nuova idea di abitare la città contemporanea. L’intervento supera il tradizionale concetto di edilizia residenziale, trasformandolo in un ecosistema in cui architettura, paesaggio e innovazione tecnologica si intrecciano per garantire benessere e sostenibilità. Il masterplan urbano si fonda sulla volontà di creare un quartiere permeabile e connesso al contesto. L’impianto progettuale rafforza i collegamenti con le aree circostanti, migliorando la mobilità pedonale e ciclabile e riducendo progressivamente il traffico veicolare. La presenza

di un grande giardino centrale, che si estende in continuità con le aree verdi pubbliche, rafforza l’integrazione tra lo spazio costruito e la natura. Il sistema del verde non si limita agli spazi aperti, ma si sviluppa caratterizzando logge e terrazze, fino alle aree in copertura a uso condominiale, dove la vegetazione diventa parte integrante del sistema abitativo. Queste zone verdi in quota, insieme agli orti condivisi, favoriscono la biodiversità e contribuiscono al benessere del quartiere. Il progetto introduce, inoltre, un innovativo sistema di gestione delle acque meteoriche con serbatoi di accumulo sotterranei e superfici drenanti, contribuendo alla resilienza climatica del quartiere. Le tipologie abitative sono progettate per garantire un mix sociale equilibrato e una forte adattabilità nel tempo.

PARTE II I PROGETTI

progetto selezionato V° classificato

Caffetteria Area deposito

Ingresso con area locker

SEZIONE LONGITUDINALE - SCALA 1:200
LEGGENDA
Coworking
Ludoteca
Sala studio
Area parcheggio con cantine

RIPENSARE L’ABITARE

SOCIALE: PROSPETTIVE E

SFIDE CONTEMPORANEE

Dialogo con Michael Obrist, feld72, Presidente della Giuria

Simona Galateo: Nel contesto europeo, quali sono in questo momento i progetti o le esperienze di abitare sociale più innovative?

Michael Obrist: Innanzitutto, dobbiamo chiederci cosa intendiamo per “sociale” nel contesto abitativo. Il termine "social housing" assume significati diversi a seconda dei paesi, ciascuno con le proprie strategie storiche di sviluppo. Ciò che forse accomuna questi diversi approcci è l'accessibilità economica: la possibilità concreta di permettersi un'abitazione. Questo principio diventa cruciale nell'attuale crisi globale. È fondamentale superare una visione soggettiva dell'abitare sociale. In Italia, ad esempio, è stato tradizionalmente concepito come responsabilità pubblica verso le fasce più precarie della popolazione. A Vienna, il social housing si articola in due sistemi complementari: quello che lo Stato e le municipalità offrono, e quello delle cooperative che operano in una sorta di partnership pubblico-privata, dove il privato è no-profit. Le dimensioni sono straordinarie: 220.000 abitazioni di proprietà diretta della città e circa 200.000 ulteriori appartamenti con affitti calmierati garantiti dall'amministrazione comunale. Vienna è, con 500.000 inquiline e inquilini nell’housing municipale, la più grande amministrazione immobiliare d’Europa.

SG: Quindi Vienna rappresenta un modello molto particolare...

MO: Sì. Vienna è una città che storicamente ha investito sul proprio patrimonio immobiliare residenziale pubblico. Già dalla Vienna Rossa, però, era chiaro che costruire case non poteva essere sufficiente a instaurare un modello di emancipazione. Era importante utilizzare queste case come strumento di integrazione, urbana e sociale, capace di “fare città”.

SG: Il masterplan di Bologna cerca in effetti di produrre questo “effetto città”?

MO: Sì, la proposta è interessante proprio perché risponde a questa necessità: l'housing deve diventare un vero brano di città, generare un’interazione ricca e di scambio con lo spazio pubblico. Deve includere il commercio, i servizi di comunità, spazi di commoning – ambienti condivisi e autogestiti dai cittadini. Sono questi gli elementi che generano publicness, nel modo più semplice e naturale: definiscono strade, creano luoghi riconoscibili dove le persone si identificano e, attraverso questi percorsi, costruiscono relazioni sociali che contengono in sé il seme della comunità. Da un punto di vista più ampio e guardando l'Europa in generale, oggi stiamo assistendo a una crisi multipla dell’abitare. Da una parte ci sono flussi enormi di fondi finanziari che investono nelle grandi città, in cui gli edifici residenziali hanno valore anche se non sono abitati – persino meglio se non lo sono. Dall’altra esiste il mercato della media o piccola borghesia che ha investito sulla formula Airbnb, che tutti conosciamo bene. In questo modo stiamo costruendo città che non hanno niente a che vedere con le reali esigenze dei loro abitanti.

SG: Questo crea disuguaglianze enormi...

MO: Assolutamente. Un numero sempre più alto di persone non può più permettersi di vivere nelle grandi città, creando disuguaglianze sempre più evidenti. La linea di demarcazione, raramente discussa, separa chi può contare su un'eredità immobiliare o economica e chi ne è privo. Questa divisione determina oggi l'accesso non solo alla casa, ma ai servizi urbani e alle opportunità lavorative. I prezzi immobiliari hanno raggiunto livelli incredibili: a Milano, Monaco o Francoforte, una coppia con due stipendi medi non può più acquistare un'abitazione. Ci troviamo in una situazione ormai profondamente critica, con una società che non riesce più a garantire il diritto alla casa.

SG: Come influisce questo sulla natura stessa della città?

MO: La città è sempre stata un'aggregazione spaziale che creava opportunità, anche attraverso il caso. Questo è l’aspetto essenziale del vivere in città. Le piattaforme digitali difficilmente potranno sostituire questa dimensione relazionale dello spazio urbano. Le realtà digitali sono molto più solipsistiche, amplificano solo il tuo mondo. Mentre l’aspetto interessante delle città è l’accesso al caso, la possibilità di incontrare opportunità non pianificate. Per questa ragione la casa è fondamentale, e se non te la puoi più permettere, il problema diventa enorme. Per questo, indipendentemente da chi siano gli attori – pubblico o cooperative –l'accessibilità economica diventa cruciale.

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
COSTRUIRE COMUNITÀ by LetteraVentidue Edizioni - Issuu