Libretto GND

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CARLO ALBERTO CUSELLI GELMINI

ALESSANDRO CAVARA

MARIA VALENTINA CHESINI

MARIANGELA CAINERI ZENATI

MICHELE BRUNELLI

MICHELE PERINA

LAURA FRANCESCHINI

MARCO FORONI

IL CAST

QUASIMODO

ESMERALDA

ASSOCIAZIONE LET’S ACADEMY

L’associazione musicale e sportiva Let’s Academy, di Pescantina, celebra il coronamento di un ambizioso progetto artistico durato un anno, presentando una propria produzione in lingua italiana ispirata al celebre musical tratto dal capolavoro di Alan Menken.

Grazie ad un articolato percorso formativo che ha coinvolto i corsi di Canto e Coro Musical Teatro e Regia, Danza e Coreografia, l’associazione ha dato vita a una messa in scena originale e coinvolgente, frutto del lavoro congiunto di allievi e docenti.

Un progetto che fonde formazione e spettacolo, con l’obiettivo di offrire al pubblico un’esperienza teatrale di alto livello, nel segno della qualità e dell’innovazione artistica.

LA TRAMA

ATTO PRIMO.

Claude e Jehan Frollo sono due fratelli orfani accolti al seminario di Notre-Dame a Parigi: Claude è casto e obbediente, mentre Jehan ribelle e scavezzacollo e a causa di ciò viene cacciato da Padre Dupin. Anni dopo Claude, che ha fatto carriera ecclesiastica, ritrova il fratello, morente, che gli chiede di adottare suo figlio, un bambino deforme, avuto con una ragazza zingara morta da mesi, Florika. Claude decide allora di prendersi cura del bambino. Corre il tempo, Quasimodo è ormai un giovane uomo, reso parzialmente sordo dalla vita da campanaro, ma nonostante ciò, sogna di andare in piazza per la festa dei folli.

Mentre in piazza Clopin guida i festeggiamenti, giunge Febo. Quando Esmeralda comincia a danzare sia Frollo, che Febo e Quasimodo si invaghiscono di lei; il campanaro viene eletto re dei folli, ma la folla si rivolta contro di lui e lo umilia; sarà Esmeralda a salvarlo, e Frollo gli ordina di tornare nella cattedrale. Ivi discute con Esmeralda, ma accetta di farla restare.

La gitana allora prega per gli emarginati. Quasimodo la conduce sul campanile, da cui i due si godono una vista mozzafiato su tutta la città. Frollo si sorprende nel trovare la zingara lì e si offre di farla restare e convertirla.

Ma Esmeralda rifiuta l’offerta e Frollo ordina a Febo di scortarla fuori; l'arcidiacono mette in guardia Quasimodo dalla zingara, affermando che corromperà i loro cuori con la lussuria.

Frollo seguendo Esmeralda per le vie di Parigi la vade baciare Febo, mentre nella torre campanaria Quasimodo si rende conto di essersi innamorato di lei; Frollo prega la Vergine Maria per la salvezza, che potrà ottenere solo eliminando Esmeralda o possedendola. L’arcidiacono mette quindi a ferro e fuoco la città, ma Febo si ribella a lui. Frollo pugnala il capitano e fa ricadere la colpa su Esmeralda, che usa un trucco di magia per fuggire.

Mentre Frollo continua la caccia, Quasimodo si preoccupa sempre di più per l’amata.

ATTO SECONDO.

Esmeralda torna a Notre-Dame con Febo e chiede a Quasimodo di prendersi cura di lui. Quando Frollo torna, Quasimodo nega di sapere dove si trova Esmeralda; Frollo finge di credergli. Febo e Quasimodo decidono di metterli in guardia. Mentre gli zingari si preparano alla fuga, Esmeralda e Febo cantano il loro amore, spezzando il cuore di Quasimodo.

Le guardie di Frollo irrompono nella corte dei miracoli, arrestandoli. Quasimodo viene imprigionato nel campanile e Frollo visita Esmeralda, offrendole la vita in cambio del suo corpo; Esmeralda nega e Frollo tenta di violentarla.

Febo incoraggia Esmeralda ad accettare l'offerta dell'arcidiacono, ma la giovane ribadisce il suo rifiuto e sogna in un domani migliore. Intanto nella torre, le statue provano a spingere

Quasimodo a liberarsi e salvare i suoi amici, ma il campanaro rifiuta.

All'alba Esmeralda viene legata a una pira fuori da Notre-Dame e Frollo le offre ancora una volta di risparmiarla se si concederà a lui. Esmeralda rifiuta e la guardie danno fuoco al rogo.

Quasimodo interviene e salva Esmeralda portandola nella cattedrale.

Clopin libera Febo, che guida gli zingari e i cittadini nella rivolta contro i soldati. Esmeralda, soffocata dal fumo, muore, non prima di aver ringraziato il campanaro per la sua amicizia.

Quando Frollo gli dice che è meglio così e che la morte di Esmeralda li ha liberati entrambi dal suo "incantesimo”, Quasimodo si infuria e lo fa precipitare dalla torre.

Resosi conto che tutti quelli che ha amato sono morti, Quasimodo porta via il corpo di Esmeralda, mentre il coro si interroga su cosa faccia di un uomo un uomo e non un mostro.

LO SPETTACOLO

La proposta si fonda sul contrasto tra bellezza e deformità, fede e fanatismo, luci e ombre.

La regia vuole fondere l’impatto emotivo della partitura di Menken con un impianto visivo evocativo e simbolico, che richiama la grandiosità gotica della Cattedrale, ponendo al centro dell’azione scenica la vulnerabilità umana dei personaggi. Una scenografia essenziale e dinamica, ispirata all’architettura di Notre Dame in cui domina il rosone centrale come elemento onnipresente, contemplativo e giudicante. A completare la scena, otto cubi ricreano le varie ambientazioni con cambi fluidi e a vista dello spettatore.

Quasimodo è il protagonista dell’opera, un personaggio profondamente umano ricco di empatia, amore e coraggio. Cresciuto isolato nella cattedrale da Frollo, sviluppa una sensibilità pura e uno sguardo innocente sul mondo, diviso tra il desiderio di libertà e l'accettazione della sua emarginazione dovuta alla sua deformità. La sua voce interiore si manifesta nei gargoyles, che lo spronano a credere in sé stesso.

L’Arcidiacono Claude Frollo (fratello di Jehan Frollo, il padre di Quasimodo) rappresenta l’uomo fermo e di potere ma dominato dal conflitto tra devozione religiosa e desideri repressi. La sua rigidità morale lo porta a giustificare azioni crudeli e fanatiche come atto di giustizia divina.

Esmeralda incarna la speranza e l’amore che resistono anche in un mondo ostile portando in scena la libertà, il fuoco e la compassione. Lotta per la giustizia e la dignità del suo popolo, sfidando apertamente l’ipocrisia e la crudeltà di Frollo.

Il capitano Febo De Martin esprime l’onore guidato dal cuore e non dal potere. Si distingue per il suo spirito libero e la volontà di fare ciò che è giusto, anche a discapito della propria posizione scegliendo di proteggere gli innocenti anziché servire il sistema.

Clopin è il carismatico e vivace leader dei gitani, narratore della storia e voce del popolo emarginato.

La coralità scenica, rappresenta l’elemento narrante e drammaturgico come estensione della città e della cattedrale, incarnando giudizio, memoria e destino.

“Il mondo è oscuro il mondo è brutto ma vi è anche un tempo ed anche gente quando è così, ma nella crudeltà è anche l'unico che c'è e che abbiam fuori di qua”

Con una messa in scena che privilegia l’empatia e la tensione etica, il musical diventa rito collettivo, e Notre Dame, più che luogo fisico, è specchio dell’anima.

LA MUSICA

A

DI GIACOMO CONTRO.

La musica di Menken, che chiaramente riprende la quasi totalità delle canzoni del cartone della Disney del 1996, è un perfetto sunto tra le citazioni alla musica gregoriana e la grandiosità dei colossal musicali di Broadway. I testi sacri utilizzati da lan Menken sono tratti dal rito della messa, da preghiere mariane o dal rito per i defunti. Il coro è per Menken un vero e proprio duplice personaggio: dai Gargoyles alla Folla, caratterizzati distintamente tra i vari temi musicali. Il coro per Menken è la colonna portante dell’intero musical, che sorregge gli archi di pietra e le meravigliose vetrate che sono i solisti. L’orchestra sorregge l’intero spettacolo con un’orchestrazione magistrale, dove ogni strumento, specie nelle sezioni “solistiche” ricorda emozioni, sentimenti e “commenta” la situazione. L’apice di questo lo si raggiunge nel momento della violenza di Frollo su Esmeralda. L’orchestra va a ritmo ternario, come il battito di un cuore, ma essendo che è quello di un malvagio questo battito diviene sempre più dissonante, arduo, stridente e terrificante.

Le vocalità dei cantanti rispecchiano accuratamente i caratteri dei vari personaggi. Alan Menken scrive brani per voci che, nell’ottica della prassi vocale del musical, rispecchiano accuratamente alcuni τόπος (tòpoi) dell’opera lirica.

Il più lampante di tutti è Esmeralda: essa ricorda in tutto e per tutto Carmen nell’omonima opera di Bizet (scritta tra l’altro negli stessi anni del capolavoro di Victor Hugo), o della Tosca di Puccini: una donna libera, sicura di sé, dal timbro caldo di mezzosoprano, che preferisce affrontare la morte pur di non perdere la libertà, che è lei a decidere dove andare, con chi stare, chi e se amare.

Quasimodo, il protagonista, raggiunge l’apice della difficoltà vocale per un tenore, che deve sapersi destreggiare tra canto moderno e lirismo classico. Imponenti acuti, note tenute e lunghi fraseggi descrivono un animo sperduto, ma forte e deciso nelle sue decisioni e pensieri (ma anche nei propri dubbi, incertezze e paure), che vengono trasmessi al pubblico con dramma e una ricerca disperata di libertà.

Febo invece è il classico tenore spavaldo, romantico e (a volte, almeno inizialmente) superficiale. Febo parte da una canzone leggera e militareggiante, ma più va avanti l’opera più raggiunge una consapevolezza di sé, toccando l’apice nel duetto “Quando noi capiremo” (anche se, con il finale, ci ricorda l’eroismo e la spavalderia che sempre l’ha caratterizzato).

Clopin invece è forse il personaggio che più esce dal “canone” del musical e dall’opera. Riesce a trovare il perfetto connubio tra il trovatore medievale (chi può dimenticare il Cantagallo di Robin Hood della Disney) e il cantante di musica leggera. Insomma, con i suoi salti, il canto poetico e leggero, ma anche comico e indubbiamente vocalmente arduo, dipinge un perfetto “re degli zingari”, e sopratutto, di cantastorie.

Dulcis in fundo, Frollo. Egli riprende i parallelismi all’opera lirica e ai suoi cattivi perfetti. Come non pensare a Iago o Scarpia, quando vediamo i suoi piani lascivi e oscuri contro Esmeralda? Frollo è l’apice della cattiveria, ma, nella discesa nella follia, vediamo anche quanto sia sfaccettato: egli ama il fratello perduto, ed è sinceramente devoto. Ma, partendo proprio dal trauma per la perdita del fratello, il seme dell’odio lo fa piombare nelle tenebre. Menken con la scrittura del personaggio di Claude Frollo ci ricorda come l’odio può fare precipitare ogni cosa.

L’adattamento in italiano che vi presentiamo stasera è un omaggio a tutto ciò. Un libero ringraziamento ad Alan Menken e Stephen Schwarz per un capolavoro troppo sconosciuto in Italia. Il lavoro di traduzione (che ovviamente si affianca ai testi tradotti da Michele Centonze per il cartone del 1996) è un lavoro realizzato fatto il più accuratamente possibile per non discostarsi minimamente dal libretto originale, per non perdere alcuna sfumatura della poesia originale, e che questa grandiosa musica sostiene ed esalta.

LE COREOGRAFIE

A CURA DI FEDERICA ALBERTON.

Le coreografie dello spettacolo sono state create per dare voce e colore sia ai personaggi reali che alle visioni della loro fantasia. Sul palco, vedremo scene di gioia, folklore e festa davanti alla cattedrale di Notre Dame durante la celebre Festa dei Folli; momenti di crudeltà e rabbia del popolo di fronte alle fattezze di Quasimodo; l’intensa passione e femminilità di Esmeralda, rappresentate nelle fiamme dell’inferno che tentano e bruciano nell’animo di Frollo; la follia e la goliardia degli zingari durante l’impiccagione dei protagonisti; e infine, la fusione tra animale, pietra e umanità che dà vita alla meravigliosa figura dei Gargoyle, i cui spettri scultorei accompagnano Quasimodo in ogni scena.

CON LA COLLABORAZIONE DEL GRUPPO DI COREOGRAFIA

ELISA DE ROSSI, GIORGIA LORENZINI, GIORGIA PACE, MARTINA ZUMERLE

CORALE LIRICA S. ROCCO

BOLOGNA

MARIALUCE MONARI

MAESTRO DEL CORO

SOPRANI: Barletta Sandra, Capuano Anna Maria, Romeo Valentina, Sarti Leda, Settembre Chiara,Vergara Natalia Amanda, Catalano Silvia, Huang Manyu, Herrera María Gabriela, Zanasi Mariella, Zhao, Lisa Huiying.

CONTRALTI: Abbati Graziella, Aurighi Francesca, Farolfi Maria Luisa, Ghelfi Patrizia, Giampaolo Maria Antonia, La Torre Giulia, Lucifora Katia, Marinelli Tiziana, Satta Giovanna.

TENORI: Ansaloni Ermes, Caruso Luca, Lucifora Angelo, Piccinini Ireneo, Tommasini Luigino Gianni.

BASSI: Colussi Igor, Guarnieri Francesco, Mercuri Francesco, Trentini Nerio.

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