L'Ultima Lilim

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.III. Essere una nullità -Ehi, sfigato, ancora con questo taglio da emo?Manu sospira. Nemmeno fa in tempo ad entrare in classe che già gli sono addosso. Che palle. Si avvicina al suo banco, quello con l'icona di Topolino scarabocchiato col pennarello indelebile. Lui ama Topolino, è il suo eroe sin da quando era un bambino. I suoi genitori gli portavano sempre un peluche e un fumetto del celebre topo ogni volta che tornavano dai loro viaggi, tutti in lingue diverse. Grazie a quei fumetti e a quei pupazzi, che ormai gli invadono la stanza, lui si è sempre sentito meno solo. Posa lo zaino sul pavimento polveroso e si siede, poggiando le mani sulla superficie fredda del banco e guardando l'icona: solo in quel momento si rende conto che qualcuno, incidendo il legno con una biro, ha trasformato la sagoma di Topolino in quella di un pene stilizzato. Il suo cuore sprofonda. -Ragazzi, l'ha visto! Secondo voi ora si mette a piangere o si taglia? Gli emo sono emozionali, secondo me ora piange!Risate. Lui stringe i pugni e si morde il labbro, reprimendo la rabbia. Perché? Perché si divertono tanto? -Oh, quando ti tagli avverti, che facciamo un filmato e lo mettiamo su Youtube!Si alza di colpo, facendo grattare le gambe della sedia sul pavimento. I suoi compagni di classe, sorpresi, si zittiscono di colpo. -Non avete diritto di prendermi in giro, né di prendere in giro chi si taglia! È una cosa gravissima e pericolosa, chi lo fa necessita aiuto e protezione, non i vostri insulti! Ma chi vi credete di essere?!Ha il volto rosso per la rabbia Manu. Vuole essere l'eroe per una volta, vuole essere quello che si innalza contro i cattivi per difendere i deboli, come Topolino quando sgomina la Banda Bassotti; vuole essere forte e un vero guerriero. Il ricordo di Ili sfreccia rapido nella sua mente e lui si infuria ancora di più. -Siete solo dei palloni gonfiati del cazzo che non hanno niente di meglio da fare che insultare gli altri per sentirsi meglio con sé stessi!Grida ancora. Quando si zittisce il suo petto si alza e si abbassa velocemente, seguendo il suo respiro impazzito. I suoi compagni di classe scoppiano a ridere. -Ma sta zitto và, emo del cazzo! Ora che hai fatto questa sparata cosa credi di aver ottenuto?! Non sei un cazzo di nessuno tu, ricordatelo!Tutti ridono, ridono di lui. Sconfitto, umiliato e senza saper più che dire, col volto paonazzo di imbarazzo si risiede al suo posto, nascondendo la faccia tra le braccia. La professoressa entra in classe e le risate si spengono. La giornata inizia e lui vorrebbe solo sprofondare.


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