Il Legionario n.83

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IL LEGIONARIO

Redazione:

Reg. N.10 del 11/05/07 Tribunale di Torre Annunziata

Mauro Manni Francesca Cuomo Alfredo Garofalo Marco Venerucci Diego Angelino Alessandro Proietti Alfredo Cinquina Maurizio Malvolta Aldo Galvagno Alessio Milone Sara Sandorfi Alessio De Silvestro Nicola Ceolin

Direttore Responsabile: Elena Sorrentino Progetto grafico: Elena Innocenti Copertina: Andrea Paolini Sito Internet: www.illegionario.com Email: laredazione@illegionario.com La collaborazione al settimanale è libera e gratuita


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di Elena Sorrentino Io sono tra quelle persone che credono che il nubifragio che ha causato la sospensione di Roma Sampdoria sia stato una manna scesa dal cielo. Tra i tanti motivi quello principale è che la Roma è stanca e provata e si deve rigenerare. Si, una vittoria avrebbe potuto fare molto bene, magari più di questo riposo forzato, ma tenendo presente gli assenti e la condizione, siamo sicuri che la vittoria sarebbe arrivata? Certo è che con questo riposo, potremmo recuperare qualcuno e presentarci un po’ meno appesantiti ai due gravosi impegni che incombono. Sabato contro una Juventus che sembra uscita rafforzata dalla mini crisi, ci vorrà tutta la forza e concentrazione possibile per portare a casa il risultato, nonostante i tanti assenti bianconeri. Mentre martedì sapremo quasi con certezza se siamo dentro o fuori la competizione che fin’ora ha permesso a noi tifosi di non crollare definitivamente. Perché nonostante la quadra e i risultati sono quel che sono, chi non pensa più alla finale di Roma? E allora stiamo a vedere se la tempesta perfetta è stata davvero quella di mercoledì sera.

elenasorrentino@illegionario.com


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Point of view pag. 6

Triplice fischio pag.13

Sotto a chi tocca da pag. 9

In & Out pag. 16

Editoriale . . . . . . . . . . . . . .pag. 3

Triplice fischio . . . . . . . . pag. 13

L'argomento . . . . . . . . . . . pag. 5

In & Out . . . . . . . . . . . . . . pag. 16

Point of view . . . . . . . . . . . pag. 6

Quel che resta di... . . . . . . pag. 19

Sotto a chi tocca . . . . . . . . pag. 9

Pazza Europa . . . . . . . . . . pag. 22 Santa Prisca . . . . . . . . . . . pag. 24


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di Diego Angelino

Sapete una cosa? Non mi va di tornare su UdineseRoma. Per lavoro sono anche stato costretto a riguardarmela, arrabbiandomi una seconda volta nel vedere la scandalosa prova della coppia Saccani-Rossomando e convincendomi ancora di più che se fossimo andati negli spogliatoi con due rigori per la Roma e nessuno per l’Udinese avremmo visto un’altra partita. Io sono sempre del partito “dopo una sconfitta fatemi tornare subito in campo”, perciò attendevo con ansia la gara di Mercoledi sera contro la Sampdoria. “Bisogna prendere i tre punti, in qualunque modo – pensavo – giocando male, su autogol, l’importante è disincagliarsi da questa quota 7”. Invece su Roma si abbatte l’inverosimile e ci si trova costretti – dopo cinque minuti e trentaquattro secondi – ad abbandonare la contesa (pensierino personale: ma visto il nubifragio che c’era già stato Martedi – e dato che era preannunciata pioggia anche per Mercoledi - gli addetti del Coni non potevano pensare a coprire il manto erboso con dei teli, come avviene in quasi tutti gli stadi d’Italia?). A questo punto è venuto fuori un altro dubbio: meglio o peggio non aver giocato? Un segno del Destino questa sospensione o un altro brutto colpo visto che la classifica – con una gara in meno – dice che siamo quindicesimi? Un colpo di fortuna, visto che Totti sarà riposato e Baptista sarà disponibile per la panchina o di sfortuna, visto che sarebbe stato meglio andare ad affrontare la difficile partita di Torino con tre punti in più in tasca? Difficile da dire sinceramente, ma io credo che in parte sia stato meglio non giocare e soprattutto non farlo su un campo pesante, dove gli infortuni sono sempre dietro l’angolo e dove è sicuramente più difficile esprimere il proprio gioco col rischio – magari – di non riuscire ad andare oltre uno

squallido 0-0. Intendiamoci, la Roma al massimo delle sue forze potrebbe andare quasi spavalda a Torino, perché nessuno mi toglie dalla testa che questa squadra sia molto, ma molto più forte della Juventus attuale, una squadra operaia, con un gran carattere ed un paio di individualità. Il problema sta tutto nel momento della Roma, nella sua difficoltà a ritrovarsi e a giocare come sa. Non si possono poi trascurare i precedenti nella “solare” Torino: che si tratti di vecchio “Comunale”, “Delle Alpi”, o nuovo “Olimpico”, siamo tornati a casa spesso con delle delusioni, ovviamente per vari motivi (10 Maggio 1981, il “colpo di testa” del guardalinee Manfredini che leva la palle dalle mani di Aldair… e fermiamoci qui sennò mi servono dieci pagine…). Appena otto le vittorie – più il pareggio del 6 Maggio 2001 che valse più di una vittoria – l’ultima fu il 29 Settembre del 2001, firmata da Batistuta e Assunçao nel finale con la Roma in dieci (Cesari espulse proprio il centravanti argentino per un colpo a Paramatti). Quella Roma era in difficoltà, aveva ottenuto 5 punti in quattro partite frutto di due pareggi con Verona ed Udinese, dell’orribile sconfitta a Piacenza e della vittoria al cardiopalma contro la Fiorentina con gol di Panucci negli ultimi minuti. Da quella partita con la Juventus la Roma iniziò una lunga rincorsa che la portò ad una passo dal secondo Scudetto consecutivo, fermata solo da quei famosi 14 pareggi (tra cui quelli con le ultime quattro squadre della classifica) ottenuti. Ma questa è un’altra storia. Il fatto è che non ci sarebbe occasione migliore per risollevarsi - come allora - e dare finalmente un senso a questa stagione travagliata. Questa squadra non può essere quindicesima. Forza Roma! diegoangelino@illegionario.com


6 di Francesca Cuomo

Continua l'ondata di pessimismo intorno ai giallorossi. Capofila del movimento decadentista è Franco Melli: “Per la Roma anche le prossime partite saranno durissime. Non si può più essere sicuri che possa vincere facilmente con qualsiasi squadra. Se vince con la Juventus mi mangio un daino. Non capisco l'ottimismo di chi parla ancora di una Roma che può fare i risultati dello scorso anno. Le possibilità che arrivi tra le prime quattro, sono sempre meno ma nessuno vuole accorgersene. Anzi ci sono molte possibilità che le cose vadano anche peggio”. A bilanciare queste pessime opinioni ci sono quelle di Alessandro Vocalelli: “Qualcuno parla di uno Spalletti preoccupato. Sarei preoccupato io se non lo fosse. Avrei più paura di vederlo euforico e ottimista. Mi rendo conto che il momento non è facile ma ho sentito questi discorsi molte volte in questi anni; la certezza che ho è che poi alla fine arrivano sempre le squadre migliori”. Discretamente ottimista è anche Ivan Zazzaroni: “Alla fine la Roma arriverà tra le prime quattro. Non può andare peggio di così: se penso agli infortuni e alle difficoltà psicologiche. Recupererà sicuramente, ha perso un po' di tempo ma può ripartire. La Roma è come un attaccante che non riesce a segnare: se porta a casa un grande risultato, riparte alla grande. La Roma non è una squadra finita ma solo in crisi”. Enrico Maida, tra preoccupazione e speranza, ammette: “Le avversarie si sono tutte rinforzate, la Roma sembra lontana da quella dell'anno scorso. Per ritrovarsi avrebbe bisogno di avere anche un po' di fortuna dalla sua parte”. Per Massimo Mauro l'imperativo è vincere: “Già contro il Chelsea abbiamo visto una buona Roma. Ma in questo momento la squadra ha bisogno di risultati, di vincere. Deve pensare solo a conquistare i tre punti e a risalire posizioni in classifica. Con Totti in campo, il gioco corale del passato può essere la chiave per tornare ai vertici”. Al termine della partita, il telecronista Sky Massimo Tecca non usa mezzi termini per commentare la

Vocalelli: “Qualcuno parla di uno Spalletti preoccupato. Sarei preoccupato io se non lo fosse.

Melli: Se vince con la Juventus mi mangio un daino.


7 partita:”Nei novanta minuti di Udine la Roma doveva rialzarsi o precipitare definitivamente. Abbiamo visto una grande Udinese ma anche una Roma piccola piccola”. Per Ubaldo Righetti le colpe della sconfitta contro l'Udinese e, più in generale, del momento critico sono collettive: “Quando la Roma ci ha regalato bellissime vittorie abbiamo esaltato tutta la squadra, adesso mi sembra giusto non cercare qualche colpevole ma riconoscere responsabilità a tutti”. Un suggerimento per la risalita arriva da Fabrizio Aspri: “Non credo che la Roma rischi la retrocessione ma non è abituata a nuotare tra gli squali. In questo momento si trova proprio a lottare con le squadre più accanite, senza avere la forza e il carattere di combattere. La Roma è cambiata: Spalletti deve avere il coraggio di cambiare mentalmente e tatticamente”. Non crede nelle soluzioni adottate dalla società Massimo Cecchini: “La Sensi è stata dura per la piazza e non per le reali condizioni della squadra. Anche l'allenatore è in crisi ed ha bisogno di riprendere in mano la situazione. Il prossimo anno, dopo la necessaria epurazione, verranno fuori tutti i retroscena di questo momentaccio”. L'ottava di campionato, prima del turno infrasettimanale, ripropone un episodio di gol di mano fatto da Gilardino, e costato due giornate di squalifica all'attaccante viola. A Controcampo va in scena una pessima parentesi televisiva in cui Gilardino tenta un'improponibile difesa di se stesso, incalzato da Maurizio Mosca che, di fronte alla negazione dell'evidente, sbotta: “Questo vuol dire che siamo un popolo di scorretti”. Dimenticato a Mediaset l'episodio del tutto simile che vide protagonista De Rossi con un epilogo ben diverso, ma ripreso, anche con le immagini dalla “Domenica Sportiva” e dal “Processo di Biscardi”. A lavare l'onta della sconfitta con l'Udinese e tutti i dispiaceri giallorossi poteva essere la pioggia di mercoledì. In realtà il nubifragio che si scatena all'Olimpico non regala né emozioni né punti alla Roma e ai tifosi. Partita rimandata e una sola consolazione: dopo quattro sconfitte consecutive, per vedere una Roma che non perde, basta vedere una Roma che non gioca.

francescacuomo@illegionario.com

Gilardino seg non a di mano ma non si sente scorretto

3 anni fa De Rossi segnò di mano e il gol venne convalidato. Lui però ammise il tocco e si ritornò sullo 0-0. Grande esempio di fairplay



9 di Alfredo Garofalo

A distanza di una settimana l’avversario della Roma si tinge nuovamente di bianconero. Dopo l’Udinese al “Friuli”, la squadra giallorossa si prepara ad affrontare la Juventus all’Olimpico di Torino. Ad Udine è andata in scena una delle prestazioni più orribili della compagine romanista che in alcuni tratti dell’incontro è sembrata completamente nel pallone. A Torino si spera in un copione differente. In questi giorni Spalletti ha lavorato soprattutto sugli accorgimenti necessari per correggere gli errori commessi durante la trasferta friulana dove non c’è stato nulla da salvare. Inclusa la direzione arbitrale che ha lasciato allibita la presidentessa Rosella Sensi. Sull’andamento del match di sette giorni fa ha pesato come un macigno lo scellerato errore del primo assistente Sandro Rossomando che ha valutato da rigore un fallo di Tonetto commesso fuori dall’area di rigore. Per il guardalinee salernitano, solamente sfiorato da Calciopoli, si tratta peraltro di un film già visto. Anche la scorsa stagione nel derby di ritorno perso dai giallorossi, Rossomando si mise in evidenza indicando a Morganti un dubbio fallo di Juan su Rolando Bianchi che portò all’assegnazione del rigore che consentì alla Lazio di portarsi in vantaggio. L’opaca prova di Udine ha innescato la contestazione dei tifosi e aperto le porte di Trigoria al ritiro della truppa romanista. Di mezzo la gara con la Samp sospesa per le cattive condizioni metereologiche. La settimana è servita soprattutto ai calciatori per trovare la giusta tranquillità in vista della sfida con la Juventus che precede un altro match delicato con il Chelsea in Champions. Anche l’anno scorso la gara di Torino con i bianconeri precedette un impegno importante con il Real Madrid valido per gli ottavi della massima competizione continentale. A febbraio si imposero gli uomini di Ranieri con un successo di misura ottenuto con un bel gol di Alex Del Piero che illuminò una partita per la verità molto brutta.

Claudio Ranieri


10 Quest’anno la squadra capitolina si prefigge di fare meglio anche perché Totti & Co. sono ancora a caccia del primo punto in trasferta. Lontano dal Tevere la banda Spalletti è ancora a secco avendo perso consecutivamente con Palermo, Genoa, Siena e Udinese. Ai giallorossi non accadeva di perdere di fila quattro gare in trasferta dalla stagione 98/99. Nell’ultimo anno di Zeman la squadra cara all’indimenticabile presidente Franco Sensi perse con Inter, Cagliari, Salernitana e Venezia interrompendo la serie negativa fuori dal Raccordo Anulare solamente al “Franchi” di Firenze. A Torino i tifosi auspicano un’inversione di tendenza rispetto al trend delle ultime giornate anche perché la squadra capitolina avrà di fronte a sé una formazione carica per la vittoria di Bologna ma decimata dalle assenze. Prima su tutte quella del portiere Buffon che anche sabato sera sarà sostituito tra i pali dall’austriaco Manninger. In difesa mancheranno, oltre al solito Andrade, anche Grygera e Zebina mentre appare recuperabile Legrottaglie. L’impiego dal primo minuto dell’ex clivense dipenderà dalle intenzioni di Ranieri di rischiarlo oppure di preservarlo per l’importante sfida di mercoledì al Bernabeu. In tal caso per il tecnico romano la soluzione al centro della retroguardia si chiama Dario Knezevic con Olof Mellberg a destra. Anche a centrocampo le defezioni non mancano. Salteranno la partita Salihamidzic, Poulsen, Zanetti, De Ceglie e Marchisio. La buona notizia per l’ex allenatore di Napoli e Parma è però il recupero di Camoranesi che garantirà al reparto mediano bianconero quantità e fantasia. In avanti, al centro dell’attacco, confermato Amauri anche se il brasiliano nella gara del “Dall’Ara” è apparso un po’ stanco. In attesa del ritorno di Trezeguet, al suo fianco giocherà Del Piero che ha recuperato dall’infortunio che lo ha costretto a saltare la sfida infrasettimanale con i felsinei. Non è da escludere nemmeno l’ipotesi di una Juve a tre punte. Una soluzione che il mister bianconero ha sempre adottato nelle ultime sfide che lo hanno opposto ai giallorossi con risultati peraltro molto confortanti.

In campionato Juventus e Roma si sono affrontate a Torino per settantasei volte. Il bilancio è nettamente favorevole ai bianconeri che si sono aggiudicati quarantanove confronti contro i sette in favore dei giallorossi. I pareggi sono venti. L’ultima vittoria capitolina è della stagione 2001/02. La Roma si impose per 2-0 con reti di Batistuta e Assuncao. L’ultimo successo bianconero è della passata stagione mentre l’ultimo pari è del venticinque marzo 2006 (1-1 con vantaggio dell’ex Emerson e pareggio di Kharja). alfredogarofalo@illegionario.com

Amauri

Del Piero


11 di Alfredo Garofalo

complimenti della stampa anglosassone. La sconfitta con i blues fu solamente il frutto di un’ingenuità difensiva su calcio d’angolo che impedì di portare in patria il meritato pari. Un punto consolatorio che però avrebbe costituito una vitale iniezione di fiducia per l’ambiente oltre che per i tremila calorosi supporters romanisti presenti allo “Stamford Bridge”. Martedì ci sarà la possibilità di consumare la rivincita. Il Chelsea si presenterà nella Capitale in emergenza. Oltre agli infortunati di lungo corso come Droga, Ballack e Essien, mancherà anche il portoghese Carvalho che si è infortunato nel match con il Manchester City. Inoltre il morale della truppa guidata da Scolari non sarà altissimo.

A quindici giorni di distanza Roma e Chelsea si ritrovano nuovamente una di fronte all’altra. Ma se per la squadra di Felipe Scolari, che si è aggiudicata la sfida dello “Stamford Bridge” grazie ad un gol del capitano Terry, il match dell’Olimpico è soltanto una tappa di avvicinamento verso gli ottavi già ampiamente ipotecati, per la compagine giallorossa la gara di martedì sera ha il sapore del “dentro o fuori”. Sì perché l’undici di Spalletti si ritrova dopo tre partite ad appena tre punti in classifica alle spalle di Chelsea e Cluj, all’ultimo posto insieme al Bordeaux. Solo una vittoria contro la compagine inglese potrebbe rilanciare le ambizioni di Mexes e soci che così potrebbero guardare con rinnovato entusiasmo agli incontri successivi con Bordeaux e Cluj. L’impresa contro la corazzata di Abramovich non appare comunque impossibile. Anche nella partita d’andata la Roma, con tutte le difficoltà del momento, ha dimostrato di potersela giocare alla pari. A Londra l’undici giallorosso giocò una gara di grande intelligenza tattica che gli valse i


12 La vittoria contro l’Hull City ha solo parzialmente cancellato l’inatteso stop interno con il Liverpool giunto dopo quattro anni di imbattibilità. L’ex tecnico del Portogallo, che spera di ritornare a Roma il prossimo ventisette maggio, sarà costretto a mandare in campo una formazione molto rimaneggiata. Scolari non rinuncerà al 4-33 ma cambieranno diversi interpreti anche perché si guarderà anche alla sfida con il Sunderland di Keane di Premier League, dove i londinesi sono già attardati in classifica. Al centro della difesa, davanti a Cech, ci saranno capitan Terry ed Alex supportati sulle corsie laterali da Cole e Belletti. In mediana Mikel, Lampard e Deco proveranno a contrastare il centrocampo giallorosso mentre in avanti il tridente formato da Anelka, Malouda e Kalou tenterà di impensierire il portiere brasiliano Doni. L’unico precedente fra Roma e Chelsea all’ombra del Colosseo risale alla stagione 65/66. Al “Flaminio” la partita si concluse con un risultato ad occhiali. Il totale delle sfide casalinghe con le squadre inglesi sono ventiquattro. Il bilancio per la Roma è di 10 vittorie, 8 sconfitte ed altrettanti pareggi.

Taddei VS Lampard

alfredogarofalo@illegionario.com Totti VS Deco

Mexes VS Anelka

Carvalho non sarà della partita

mauriziomalavolta@illegionario.com


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di Maurizio Malavolta

Semplicemente sconcertante. E’ lo spettacolo indecoroso che sta proponendo la squadra giallorossa in questo scorcio di stagione. Ad Udine arriva la quarta sconfitta consecutiva e così siamo arrivati a cinque sconfitte su otto gare in campionato che diventano addirittura sette su dodici considerando anche le coppe. Al Friuli, la Roma inizia la partita in modo disinvolto e spigliato ma la svolta della gara arriva da una segnalazione dell’assistente Rossomando che induce l’arbitro Saccani al clamoroso errore: Tonetto ferma fallosamente Floro Flores nettamente prima dell’ingresso in area di rigore, ma l’eventuale calcio di punizione dal limite dell’area è trasformato nel calcio di rigore che Di Natale realizza, al decimo, per il momentaneo uno a zero. A scanso di equivoci diciamo subito che parlare soltanto di cattiva sorte e di errori arbitrali, seppur gravi e ripetuti, come quelli accaduti ad Udine non fa il bene della squadra. La Roma, infatti, come spesso già accaduto quest’anno, subisce il contraccolpo psicologico del gol subito e si sgretola fino a scomparire dal campo. La squadra si allunga, tra difesa e centrocampo si aprono praterie in cui s’infilano i tre attaccanti friulani, specie a destra dove Cicinho si dimentica completamente la fase difensiva e Taddei è soltanto l’ombra del giocatore ammirato gli scorsi anni. Loria è il più esposto a brutte figure tanto da sembrare goffo e impacciato perché lasciato solo contro Floro Flores che ha tutt’altro passo. L’attaccante napoletano dell’Udinese lo supera in velocità con facilità irrisoria e prima è fermato dal palo, poi, al ventiduesimo, realizza il gol del due a zero beffando anche Doni uscito male. Al ventinovesimo della prima frazione di gioco l’arbitro Saccani commette un altro clamoroso errore non concedendo un evidente calcio di rigore in favore della Roma per un atterramento di Vucinic (che è addirittura ammonito per simulazione) ad opera di Domizzi.

la Roma crolla ancora

Il rigore non concesso


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Nella ripresa Spalletti lascia negli spogliatoi Loria che paga per colpe non soltanto sue. Al suo posto rientra in squadra Pizarro che affianca Brighi in mediana con spostamento di De Rossi al centro della difesa al fianco di Panucci. Quella che somiglia molto ad una mossa della disperazione non produce effetti significativi sull’inerzia della gara. Anzi, è l’Udinese a triplicare: palla recuperata in difesa, scarico immediato per Floro Flores che fa da sponda e imbecca sulla destra Di Natale che senza ostacoli si presenta davanti a Doni e realizza il gol del tre a zero. La gara è ormai virtualmente conclusa e non offre spunti degni di nota se non il ritorno al gol di Capitan Totti che al ventinovesimo realizza il gol del tre a uno su calcio di rigore concesso generosamente da Saccani che commette l’ennesimo errore che non compensa, ma si somma ai precedenti.

mauriziomalavolta@illegionario.com

Doni 5.5 – Non impeccabile come le altre volte. Un po' indeciso sul gol di Floro Flores. Cicinho 5.5 – Scende poco, soffre la velocità degli esterni friulani, non si merita la sufficienza. Panucci 5.5 – Così così anche un baluardo come lui. Segno che nulla gira in casa giallorossa. Loria 3 – Mamma mia. C'è chi rimpiange Ferrari. Spalletti lo toglie al primo della ripresa e mette De Rossi in difesa. Questo fa capire come abbia giocato Loria. (46° Pizarro 6 – Entra e prova a dare una manovra ordinata al gioco. È ancora fuori condizione, ma in mezzo al campo serve anche con una gamba sola) Tonetto 5.5 – Al rientro dal primo minuto anche lui, non al meglio. De Rossi 5.5 – Costretto a fare il difensore e prova a farlo come può. Sbaglia il fuorigioco sul terzo gol friulano. Brighi 6 – Partita tignosa, uno dei migliori. Ci mette grinta e voglia: già qualcosa. Taddei 5 – Cercasi, ancora, disperatamente, il vero Don Rodrigo. Allo sbando, come tutti. (62° Menez 5 – Bella una sua conclusione che impegna Handanovic. Poi, null'altro). Perrotta 5.5 – Cerca di infiltrarsi ma non è supportato dai compagni. Poco o nulla il suo apporto offensivo. Vucinic 5.5 – Prova a fare qualcosa lì davanti ma è raro che si veda dalle parti di Handanovic. (83°. Montella 6 – Entra e crea scompiglio, come suo solito. Tiene palla, fa salire la squadra, ma non può assolutamente contribuire a ribaltare la situazione nei pochi minuti che gioca.) Totti 6 – L'unico che in avanti pressa, corre, combatte, tira in porta. Capitano, come al solito. All.: Spalletti 5.5 – Sembra che qualcosa non giri nella sua Roma; lui sta cercando di capirlo ma, nel frattempo, la squadra va a rotoli. Serve una reazione, immediata.

Totti torna al gol

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di Mauro Manni

Dov’è la Roma? E’ questa la domanda che ci stiamo ponendo tutti in questo drammatico momento. E’ inutile girarci intorno, la squadra giallorossa sta vivendo un momento di piena crisi. Il gioco spumeggiante e spettacolare della passata stagione sembra ormai un lontanissimo ricordo. E la grinta e la voglia di combattere sembrano sepolti assieme ad esso. L’unico raggio di luce in questa notte infinita è Francesco Totti. Il capitano rientrato dal gravissimo infortunio, è stato costretto agli straordinari davanti a una Roma che dipende completamente dal suo estro. Non è ancora al 100%, lo sarà presto, ma intanto è ugualmente sempre l’uomo in più capace di giocate straordinarie. Nonostante la pesantissima sconfitta per 3-1 con l’Udinese, il ritorno al gol (calcio di rigore) del “bimbo de oro” è una bella iniezione di fiducia in vista dei prossimi impegni. In tal senso la gara sospesa allo stadio Olimpico contro la Sampdoria è stata come una manna dal cielo. La Roma potrà contare di nuovo su Mexes e Vucinic, mentre Totti potrà concedere qualche giorno di riposo al suo ginocchio. Per la prima volta in questa stagione, la tifoseria giallorossa è passata alla contestazione. Dopo la gara sospesa infatti, l tifoseria giallorossa ha bloccato il pullman all’uscita dello stadio per avere un confronto diretto con la squadra. Come sempre, è stato il capitano a parlare per tutti. Del resto “a Francé parlamo sempre solo cò te, no cò sti mercenari”. Totti come sempre ci ha messo la faccia e dopo aver ascoltato ciò che i ragazzi avevano da dire, ha spiegato come la situazione sia difficile e quanta sia la volontà di dare il massimo per uscire da questo momentaccio. L’umore della tifoseria, del resto, si può notare chiaramente anche dalle frasi rilasciate da ACL, sul LupoForum, che riferendosi al ritiro voluto dalla dirigenza, scrive: «In queste condizioni disastrose la società si sta muovendo bene. Un applauso vero alla società.. Credo nella persona di Rosella Sensi visto che Pradè penso sia finito all’isola dei non famosi dal momento che non parla da 4 mesi», Carletto, sul forum di popologiallorosso.com: «La classifica domenica sera potrebbe essere terrificante. Meno male che ci sono Reggina-Inter e Palermo-Chievo. Io ieri sera per quel che si è potuto vedere, ho avuto la

sensazione che i primi ad essere contenti di non giocare erano proprio i nostri..e questa la dice tutta. La fame e la cattiveria dove stanno?», Savio82, che con un pizzico di ottimismo dice: «Se vinciamo con la Juventus secondo me scatta la molla e diamo una sterzata a questa stagione, non ci posso crede che faremo un campionato così, abbiamo i mezzi per risalire la china.. Ci serve una vittoria che ci dia morale e carichi l’ambiente. Forza Ragazzi!!!», nikoman, che con una battuta cerca di sdrammatizzare: «Ho parlato con un amico Juventino. Ci teme perché la loro difesa fa acqua... Gli ho detto di non parlarci d’acqua, almeno oggi» e da zyz, ancora su lupocattivo.net: «il progetto è stato quello di cedere ogni anno 1-2 buoni giocatori per fare cassa. Ora però vengono fuori i veri problemi: ora hanno quasi finito di avere a disposizione i giocatori da cedere». Non può piovere sempre. Dopo ogni tempesta riesce sempre fuori il sole. La Roma ha i mezzi necessari per venirne fuori e lo deve fare. Ben sapendo in ogni caso che se si riparte, si riparte da Francesco Totti. mauromanni@illegionario.com

L'unica luce di una Roma spenta


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di Marco Venerucci

Ci sono momenti in cui l’entusiasmo è d’obbligo. Tutte le cose vanno bene, non c’è nessuna notizia negativa e vi davanti c’è un futuro pieno di certezze e sgombro di problemi. Il troppo entusiasmo può però, a volte, essere controproducente e creare dei danni involontari. Così a Udine si cerca di frenare l’ondata di affetto che sta coinvolgendo la squadra, da mercoledì prima in classifica insieme al sorprendente Napoli. E’ singolare che nel nostro campionato, dove soldi e prepotenza la fanno da padroni, due realtà non di primo piano si trovino al vertice della serie A. E sono lì non per caso: nell’ultima giornata il Napoli ha letteralmente stritolato la povera Reggina, con un secco tre a zero firmato da Denis, che insieme ad Hamsik e Lavezzi, rendono la squadra partenopea una delle più pericolose a livello offensivo. Poi c’è l’Udinese. Una squadra forgiata e diretta da Pasquale Marino, l’allenatore di Marsala, dove sbarcarono Garibaldi e i suoi mille, venuto a cercare successo nel profondo Nord. La compagine friulana gioca un calcio veloce e votato all’attacco, mantenendo comunque gli equilibri: contro la Roma, ad esempio, ben due gol sono nati da contropiede, nel quale i veloci attaccanti bianconeri sanno lanciarsi. La punta di diamante è ovviamente Antonio Di Natale, calciatore non più giovanissimo ma sempre molto rapido e letale sotto porta, capace anche di mostrare una classe cristallina nel lanciare i compagni di reparto. Uomini che si chiamano Quagliarella, che sembra essere tornato quello della Sampdoria, e Pepe, cresciuto nelle giovanili della Roma, vera rivelazione della nuova Udinese, convocato anche in Nazionale da Marcello Lippi. Un altro fulcro del gioco friulano è Gaetano D’Agostino, anche lui ex giallorosso, che sembra aver trovato forza e convinzione in una realtà non troppo oppressiva psicologicamente come quella di Udine, dove i calciatori possono girare liberamente per la città senza essere bloccati da tifosi accaniti. Tutto ciò, condito da una difesa non eccelsa ma sicuramente buona, ha consentito alla compagine di Marino di superare anche il Catania, che finora non aveva subito gol in casa, grazie alle reti di Sanchez e Quagliarella. Nessuno può però togliere il merito di questi risultati all’allenatore, balzato al favore delle cronache col suo piccolo Paternò, che in un’inchiesta del 2001 risultò la squadra col gioco più bello d’Italia, e che ottenne la promozione in serie A col Catania nel 2006 e la salvezza con la medesima squadra nell’anno successivo, prima di passare all’Udinese. Mercoledì notte Marino ha così cercato di contenere l’entusiasmo: "Il Catania è partito bene, non aveva subito gol in casa, è stata un'impresa. Ci sono stati momenti di grande sofferenza. La classifica? Fa piacere essere in testa, ma siamo realisti, ci sono grosse squadre dietro. Affrontiamo le partite lottando su ogni pallone, ma per quanto mi riguarda mancano venti punti alla salvezza". Concretezza e modestia non potranno fare che bene. marcovenerucci@illegionario.com


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Piove. Il cielo è cupo, e tuoni e lampi si scagliano su Roma e la Roma. La partita contro la Samp, sospesa per il maltempo, non può far dimenticare a noi tifosi i risultati disastrosi in cui la nostra squadra è incappata questo mese. Nelle ultime quattro partite, Siena, Inter, Chelsea e Udinese, Spalletti e i suoi uomini hanno messo insieme la bellezza di zero punti, con 8 gol subiti e solo uno realizzato da Francesco Totti, su calcio di rigore nell’ultima sfida contro la squadra friulana. Anche la jella e le solite, macroscopiche, sviste arbitrali hanno avuto il loro peso: basti pensare al vergognoso arbitraggio di Saccani, al rigore mezzo metro fuori area (“dalle misure tipo Rocco Siffredi” direbbe una famosa canzone di Elio e le Storie Tese) segnalatogli dal suo ”efficientissimo” assistente e ai due rigori negati su De Rossi e Vucinic, che gridano allo scandalo. Di questo siamo ormai abituati a parlare da anni, ma la domanda che ci facciamo è: la Roma dov’è? La squadra sembra afflosciarsi alla prima sventura e in molti casi pare proprio mollare la partita, offrendo il fianco in maniera suicida all’avversario, come nella partita contro l’Inter. Anche la sconfitta ad Udine, nonostante i citati abbagli extracalcistici, ha segnato un nuovo passo indietro e ha nuovamente mortificato una difesa che assomiglia a una gruviera e un attacco che non punge, anche se Totti pare già in forma campionato. Così Rosella Sensi ha imposto a tutta la squadra il ritiro a Trigoria. Mossa tardiva? Forse, ma a quanto pare inevitabile per trovare un modo per uscire dalla crisi. Tra le mura della “città” amica sarà possibile riflettere su ciò che è successo da maggio in poi, dalla vittoria della Coppa Italia e dal mancato scudetto ad oggi, e tutti devono essere messi sotto accusa. A partire dalla società, che si deve interrogare sul calciomercato, che dopo l’affare Mutu, è stato dirottato verso altri obiettivi, che hanno dato un contributo troppo modesto alla causa. Il sottoscritto però tende a responsabilizzare maggiormente lo staff medico, lo staff tecnico e i giocatori, per questo indegno inizio di campionato, essendo la Roma comunque attrezzata per stare al vertice della classifica e non per lambire la zona retrocessione. E allora le domande sono: perché tutti questi infortuni e tempi di degenza così lunghi e imprevedibili? Ultimo caso quello di Julio Baptista, infortunatosi probabilmente in aereo, verso il Brasile, e poi rimasto nella madrepatria per curarsi: vi è una sfiducia generale nello staff medico della Roma? Altra questione è quella dell’allenatore, che sembra essere in confusione sia dal punto di vista tattico sia da quello dialettico, per il quale un giorno la Roma è la sesta forza del campionato e un altro può lottare per lo scudetto e la Champions League. Si è rotto qualcosa tra il gruppo e Spalletti e quali sono i motivi? Per ultimo, ma non per importanza, vi sono le colpe dei giocatori: appesantiti da una preparazione sbagliata (altro errore) sembrano essere privi di mordente, quasi rassegnati al pensiero che questa stagione debba finir male. Errori clamorosi, reazioni scomposte in campo, malesseri veri o presunti, hanno avvelenato il clima d’unità che aveva caratterizzato il gruppo negli anni precedenti. Da cosa bisogna partire, per ritrovare la vittoria? Tutti questi interrogativi possono essere così riassunti in un: cosa succede a Trigoria? Una domanda a cui qualcuno deve rispondere. La partita contro la Sampdoria può essere così vista come un momento per ragionare in maniera tranquilla e per non dimenticare che c’è una maglia e una tifoseria da rispettare, e ricordarsi che “se anche oggi diluvia, non può piovere per sempre”! marcovenerucci@illegionario.com



19 di Nicola Ceolin

Anticipi: Sabato 25 Ottobre 2008 ore 18,00: SIENACATANIA 1-1 ( Calaiò S Mascara rig. C); ore 20,30 JUVENTUS-TORINO 1-0 ( Amauri J). Domenica 26 Ottobre 2008 ore 15,00: ATALANTAMILAN 0-1 ( Kakà M); CAGLIARI-CHIEVO 2-0 (Acquafresca CA Fini CA); INTER-GENOA 0-0; LAZIO-NAPOLI 0-1 ( Siviglia aut.); PALERMOFIORENTINA 1-3 ( Gilardino F Mutu F Simplicio P Mutu F); REGGINA-LECCE 2-0 ( Corradi rig. R Corradi rig.R); SAMPDORIA-BOLOGNA 2-0 ( G.Delvecchio S Bellucci S); UDINESE-ROMA 3-1 ( Di Natale U Floro Flores U Di Natale U Totti rig.R). Il Siena in casa riesce a rallentare un po’ la Banda Walter Zenga. Con grinta e bel gioco costringe sulla difensiva i siciliani. Una bella prova della squadra allenata da Marco Giampaolo. La Vecchia Signora supera di misura e con una buona dose di fortuna il Torino gagliardo e tosto messo in campo da Gianni De Biasi. Per Amauri si tratta del terzo goal consecutivo fra campionato e Champion’s League. La compagine di Ranieri ha ripreso la sua marcia verso i quartieri alti della classifica. Un Milan in debito di ossigeno e con un Ronaldinho stranamente apatico e sotto tono vince con una rete di Kakà sul campo dell’Atalanta. Per il Cagliari è arrivato a sorpresa un bel 2 a 0 in casa contro un Chievo incostante e in caduta libera. Se Iachini non comincia a fare un po’ di punti la faccenda si mette male. Strano perché la squadra è rimasta sostanzialmente la stessa della promozione con pochi innesti dal calciomercato estivo. Ma il risultato che fa più sensazione è sicuramente il pareggio a rete bianche a San Siro tra Inter e Genoa. Mourinho è stato messo in crisi dagli uomini di Gasperini e costretto al pareggio. E gli è anche andata bene. Molti strascichi polemici accompagnano il dopopartita con Mourinho che ha già comunicato che per la prossima partita non convocherà Cruz e Adriano. Il Napoli di Reja pur faticando batte anche la Lazio ed è primo in classifica in coabitazione con Udinese e Inter. Basta un clamoroso autogoal di Siviglia e Delio Rossi è battuto. Per la Lazio è la seconda sconfitta consecutiva dopo quella subita a Bologna. La Fiorentina di Prandelli vince meritatamente sul campo del Palermo di Ballardini e si avvicina alla prima posizione insieme al Milan. Il primo goal realizzato da Gilardino è irregolare perché l’attaccante viola mette dentro il pallone con un pugno. Non è un bell’esempio per i tanti giovani appassionati di calcio. Verrà squalificato (giustamente) per due giornate. La Reggina di Nevio

Orlandi in casa riesce a battere a sorpresa il Lecce di Beretta con due calci di rigore tirati di potenza da Bernardo Corradi. Ha salvato la panchina del suo allenatore. La Sampdoria riesce ad avere la meglio sul dimesso Bologna di Arrigoni e respira finalmente un po’ d’aria. Poca ma buona. La Roma di Spalletti viene sconfitta ancora una volta in trasferta allo stadio Friuli di Udine dalla scatenata compagine allenata da Marino. Di Natale con una doppietta ha fatto la parte del leone, facendo pentire i dirigenti romanisti per non averlo acquistato in estate. Totti è riuscito a segnare la sua prima rete stagionale ma tutto ciò non è servito a far vincere i capitolini. Tira aria di crisi imminente. Bisognerà correre ai ripari. CLASSIFICA: UDINESE, NAPOLI e INTER 17 punti; MILAN e FIORENTINA 16 punti; CATANIA 15 punti; LAZIO, ATALANTA e GENOA 13 punti; JUVENTUS e PALERMO 12 punti; SIENA e LECCE 9 punti; SAMPDORIA, ROMA e CAGLIARI 7 punti; BOLOGNA e CHIEVO 6 punti; TORINO e REGGINA 5 punti. Se vogliamo fare una analisi critica della classifica in esame possiamo dire che nelle zone alte manca solamente la Roma fra le accreditate a lottare per lo Scudetto nei pronostici iniziali. Nei “quartieri alti” molte squadre rivelazione come Catania, Napoli, Udinese, Lazio. Si preannuncia un campionato sempre più avvincente ed emozionante. Può essere solo un bene.


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Mercoledì 29 Ottobre 2008 ore 20,30: turno infrasettimanale. BOLOGNA-JUVENTUS 1-2 ( Nedved J Nedved J Di Vaio B); FIORENTINA-INTER 0-0; MILAN-SIENA 2-1 ( F.Inzaghi M Vergassola S Kakà rig.M); CATANIA-UDINESE 0-2 ( Sanchez U Quagliarella U); GENOA-CAGLIARI 2-1 ( Papastathopoulos G Thiago Motta G Bianco C); NAPOLI-REGGINA 30 ( Denis Denis Denis N); TORINO-ATALANTA 21 ( Amoruso T Stellone T Floccari A); LECCEPALERMO 1-1 ( Cacia L Cavani P); CHIEVO-LAZIO 1-2 ( Pellissier C Pandev L Mantovani aut. L); ROMA-SAMPDORIA rinviata a data da destinarsi per pioggia. La Juventus coglie la seconda vittoria consecutiva e sembra aver dimenticato completamente il precedente periodo di appannamento. Per l’Inter è il secondo pareggio di fila: è il segno che qualcosa non va nella squadra nerazzurra. Come qualità di gioco è scesa di molto ed è un fatto strano. Il Milan riesce a battere il Siena con un rigore dubbio segnato da Ricardo Kakà e arriva a ridosso delle prime della classe. Per la prima volta riesce a superare l’Inter in classifica. Il Catania è costretto a rallentare perché l’Udinese si rivela un osso più duro del previsto e la compagine siciliana viene ridimensionata. Il Genoa di Gasperini batte il Cagliari

2 a 1 e conferma la sua imbattibilità casalinga ai danni della squadra isolana. Va detto che i giocatori cagliaritani hanno combattuto fino al novantesimo alla ricerca del pareggio. Il Napoli fa rumore con i 3 goal rifilati alla Reggina e comincia a diventare una squadra di vertice. Inter e Udinese sono avvisate. Denis realizza tre goal e fa vedere che tipo di calciatore è. Il Torino batte l’Atalanta e prende una lieve boccata d’ossigeno. Ma per salvarsi il Toro dovrà continuare a vincere. Il Derby del Sud (Lecce-Palermo) termina in parità grazie ai goal di Cacia e Cavani. La Lazio in rimonta batte il Chievo ed interrompe in questo modo la striscia di risultati negativi precedenti.Roma-Sampdoria viene rinviata per pioggia a causa di un nubifragio abbattutosi su Roma. CLASSIFICA: UDINESE e NAPOLI 20 punti; MILAN 19 punti; INTER 18 punti; FIORENTINA 17 punti; LAZIO e GENOA 16 punti; JUVENTUS e CATANIA 15 punti; ATALANTA e PALERMO 13 punti; LECCE 10 punti; SIENA 9 punti; TORINO 8 punti; SAMPDORIA, ROMA e CAGLIARI 7 punti; BOLOGNA e CHIEVO 6 punti; REGGINA 5 punti.

nicolaceolin@illegionario.com

* una partita in meno


Riprendono le iniziative in collaborazione con il RomaClub DonBosco e l'Associazione "Il cuore di Roma". GiĂ a partire da domani potrete assistere alle partite della Roma nella sede in Via Ampio Flavio, 5 - CinecittĂ Roma. Per info: romaclubdonbosco@email.it


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di Alfredo Cinquina partite su partite in patria e in Europa, proiettandosi al top del calcio continentale. Nel vicino Portogallo sono il National de Madejra e il Leixoes che guardano tutti dall'alto. E' vero che le tre grandi signore lusitane, Benfica, Porto e Sporting sono appena dietro, ma al momento devono rincorrere due formazioni che alla vigilia non partivano certo favorite. La cosa certa è che il Leixoes è andato a vincere al Dragao di Oporto per 3-2 e non è impresa facile. Stesso e quasi identico discorso in Olanda dove il titolatissimo Feyenoord è in zona retrocessione, mentre a comandare è il Groningen a braccetto con il Nac Breda. Ajax e PSV sono vicine ma solo al quinto e al sesto posto in classifica. In Russia è il Rubin Kazan che con 10 punti di vantaggio sulla seconda si avvia a vincere il titolo nazionale che sarebbe il primo della sua storia. In Italia ai vertici della classifica di serie A ci sono Napoli e Udinese, con il Catania a poca distanza e, se fino a qualche domenica fa questo poteva sembrare un caso, arrivati a questo punto, con quasi un quarto del torneo alle spalle, la leadership di queste formazioni non può essere più una sorpresa ma una vera e propria realtà. Quello che è incredibile è che in ambito europeo di sorprese o, a questo punto di presunte tali, ce ne sono molte. Abbiamo già parlato del TSG che in Germania vola segnando gol a raffica. Il presidente del club tedesco ha anche dichiarato di voler fare un’offerta per Alberto Aquilani per andare a rinforzare il suo centrocampo. Forse è solo un sogno ma già che si parli di certi giocatori per il TSG è già una vittoria. I cosiddetti outsider però si stanno facendo largo a tutte le latitudini continentali. In Spagna il quasi fallito Valencia è riuscito a tenere i suoi gioiellini, Villa Silva e Joaquin su tutti e comanda la liga con autorità tenendo dietro Barça e Real Madrid. Il Mestalla sembra rivivere i tempi in cui Carboni, Angloma, Angulo e Mendieta vincevano

Il Valencia è in testa in Spagna


23 divisione di calcio nazionale (serie A). Le tigri, è questo il sopranome del club, disputano gli incontri casalinghi presso il KC Stadium, un modernissimo impianto di gioco inaugurato nel 2002 sempre stracolmo di tifosi che occupano tutti i 26 mila posti a loro disposizione quando l'Hull è protagonista. Il giocatore più rappresentativo è il brasiliano Geovanni che oltre a 14 presenze in nazionale ha militato in squadre blasonate come Barcellona e Benfica, già reduce da un’esperienza L'Hull city terzo in Premier League inglese la scorsa stagione nel Manchester City non proprio esaltante. La L’exploit più grande è però quello dell'Hull City che squadra funziona, gioca bene, è umile e non ha in premier League è terzo dietro Liverpool e Chelsea nulla da perdere. Quello che è sicuro è che a e relega alla sue spalle Manchester United e Arsenal Kingston si divertiranno quest'anno. Sarebbe bello che probabilmente con lo stipendio di un giocatore vedere squadre come queste lottare per il titolo della loro rosa pagherebbero tutti gli stipendi dei fino alla fine, ne guadagnerebbe lo spettacolo a calciatori dell'Hull. Questa squadra con più di cento dispetto degli scontati soliti pronostici. I campioni anni di storia ha la propria sede presso Kingston, fanno la differenza, i fuoriclasse danno sempre una cittadina portuale con circa 250 mila abitanti. qualcosa in più a una squadra e quasi sempre Per la prima volta da quando è stata fondata ha sono loro che decidono le sorti di un club. Il calcio raggiunto la serie A e si sta comportando è però anche gioco di squadra, magari per una divinamente, liberandosi oltretutto del negativo volta saranno undici giocatori di calcio “normali” a record di essere la città più popolosa dell'Europa vincere e non i soliti miliardari. occidentale a non aver mai militato nella prima alfredocinquina@illegionario.com

KC Stadium


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di Alessandro Proietti

Nella zona della chiesa di S.Prisca si narra del più antico culto cristiano dell’Aventino, quel titulus Aquilae et Priscillae, genitori di Prisca, una martire del I secolo, del quale sarebbero stati ospiti S. Pietro e S. Paolo. La basilica cambiò il titolo proprio quando fu ritrovato e quivi deposto il corpo della martire sotto papa Eutichiano nel III secolo d.C. E’ difficile però stabilire la vera identità di questa martire romana, nonostante il ritrovamento di numerosi documenti antichi. Alcuni reperti si riferiscono probabilmente a tre persone diverse. La celebrazione odierna vuole comunque onorare la fondatrice della chiesa titolare sull’Aventino, alla quale si riferisce l’epigrafe funeraria del V secolo, conservata nel chiostro di S. Paolo fuori le mura. L’antica chiesa sorge sulle fondamenta di una grande casa romana del II secolo, come hanno provato recenti scavi archeologici. Gli Acta S. Priscae, che ne fissarono il martirio sotto Claudio II e la

sepoltura sulla via Ostiense, non hanno maggiori titoli di credibilità della suggestiva leggenda che colloca S. Prisca nell’epoca in cui S. Pietro svolse il suo lavoro missionario a Roma. Secondo questa tradizione, la santa sarebbe stata battezzata all’età di tredici anni dallo stesso “principe” degli apostoli e avrebbe coronato il suo amore a Cristo con il sacrificio del martirio, stabilendo al tempo stesso un primato, suggerito anche dal nome romano, che in latino significa “prima”: ella sarebbe stata la prima donna in Occidente a testimoniare col martirio la sua fede in Cristo. La protomartire capitolina sarebbe stata decapitata durante la persecuzione di Claudio, verso la metà del primo secolo. Se la presenza degli apostoli in questo luogo sia solo frutto di una leggenda è cosa incerta: ciò che è sicuro è invece che la domus Priscae fu uno dei maggiori centri di predicazione ed evangelizzazione cristiana, visto che anche S. Paolo parlò spesso di questa ecclesia domestica come centro di raccolta delle riunioni cristiane. La chiesa è antichissima: dalla disposizione di tipo basilicale e dagli avanzi della chiesa primitiva, sembra risalire al III secolo d.C. La chiesa fu restaurata da Adriano I nel 772 e dai Benedettini nel 1062, prima di assumere l’aspetto attuale nel 1660 per opera di Carlo Lombardi che lavorò su commissione del cardinale Giustiniani. La chiesa presenta una semplice ma elegante facciata barocca e conserva seppur parzialmente, incorporate nei pilastri barocchi, le bellissime 14 colonne originarie dell’antico corpo basilicale.


25 Nell’abside stanno gli angeli sostenenti medaglioni e la pala dell’altare maggiore con S. Pietro che battezza S. Prisca, dipinta nel 1600 da Domenico Cresti. Dalla navata destra si accede ad uno dei più interessanti mitrei romani. Esso fu ricavato, alla fine del II secolo d. C., all’interno di un edificio più antico, databile intorno al 95 d.C. e secondo alcuni identificato con i Privata Traiani anche se altre teorie farebbero pensare all’abitazione di Licinio Sura. Il mitreo, violentemente distrutto nel 400 d.C. poco prima della costruzione della chiesa, si presenta con un’aula stretta e lungo le pareti si possono notare ancora alcune pitture raffiguranti una “processione di iniziati”, al termine della quale è raffigurato il “patto di alleanza” tra Mitra ed il dio Sole. Sulla parete di fondo è situata una grande nicchia nella quale è rappresentato, oltre al dio Mitra che uccide un toro, un grande Saturno sdraiato il cui corpo è realizzato con anfore coperte di stucco. Sul lato a sinistra della nicchia vi è un grande graffito: probabilmente si tratta di un fedele che afferma di essere nato il 21 novembre del 202 d.C., una data che permette di stabilire che in quell’anno il mitreo già esisteva.

alessandroproietti@illegionario.com



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