Carfleet n.71

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PERIODICO TRIMESTRALE NUMERO 71 LUGLIO 2018

Maserati Ghibli

Sportività ed eleganza



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LeasePlan, what's next? Essere leader globali nella gestione Car-as-a-service di una flotta di oltre 1,8 milioni di veicoli, in oltre 30 paesi, ci porta per vie naturali a partecipare attivamente alle riflessioni ed alle considerazioni che si condensano intorno al mondo automotive, alla costante ricerca delle risposte migliori possibili sul futuro di questo mercato. Lo stiamo facendo a livello internazionale come pure a livello locale, sponsorizzando e presenziando quei consessi che si distinguono per la loro autorevolezza. Siamo stati tra i promotori dello scorso Festival dell’Economia di Trento, manifestazione nella quale abbiamo fornito un importante contributo scientifico con una analisi sulle prospettive di crescita del mercato automobilistico in Italia nel prossimo biennio. Al di là dei numeri assoluti, comunque interessanti, laddove si prevede un possibile raggiungimento della soglia di oltre 2 milioni e 200 mila veicoli nel 2020, considerato fisiologico dal Centro Studi Promotor per il nostro paese, la variazione più significativa dovrebbe avvenire nel mix delle alimentazioni. Secondo queste previsioni, nel 2020 la quota dei motori a combustione interna (benzina e diesel) diminuirà di 10 punti dall'88% al 78%, accrescendo la quota delle alimentazioni alternative (ibrido, metano e veicoli elettrici): l'ibrido dal 5% al 9% e il metano dal 3% al 5% durante lo stesso periodo. Il GPL è stabile attorno al 7%. Non mi soffermo troppo sui dati, ma riporto quanto già espresso proprio al Festival dell’Economia in occasione del mio intervento sulle nuove forme di mobilità: senza una chiara politica di sviluppo e quindi di incentivazione dei veicoli elettrici, rischiamo di perdere una ottima occasione per rinnovare in tempi brevi i parchi auto con automobili meno inquinanti. È necessario definire ed avviare tutte quelle misure idonee a semplificare la scelta di utilizzare un’auto elettrica, che rendano reale la disponibilità delle strutture di ricarica su tutto il territorio nazionale, trasparente per l’utente la filiera della produzione e della commercializzazione dell’energia green, competitivo l’acquisto del veicolo. Come sempre come LeasePlan stiamo già facendo la nostra parte, lavorando sul costante miglioramento della gestione operativa dei veicoli elettrici e sullo sviluppo di una nuova proposizione di mobilità sostenibile per tutti i nostri clienti. Se il futuro parte oggi, noi siamo già in viaggio. Alfonso Martínez Cordero Managing Director LeasePlan Italia Spa



Editore LeasePlan Italia Spa viale Adriano Olivetti, 13 38122 Trento telefono: +39 06 96707428 email: carfleet@leaseplan.it www.leaseplan.it

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Formula E Laboratorio di tecnologia con uno sguardo al mercato del futuro

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Sistemi di assistenza alla guida Una ricerca Bosch sulle aspettative dei driver europei

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Alfa Romeo Giulia Trazione posteriore per una berlina sportiva ideale

Direttore editoriale Alfonso Martínez Cordero Direttore responsabile Alessandro Casulli Direttore scientifico Mauro Manzoni Art director Indro Uttinacci Hanno collaborato Gianpiero Bottino Francesca Carli Valentina Carrabino Nicola Desiderio Marco Di Pietro Maurilio Rigo

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Citroen C3 Aircross Fantasia al potere

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Renault Koleos Pensare in grande

Festival dell’Economia a Trento LeasePlan ed il Centro Studi Promotor presentano una ricerca su big data e sicurezza

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Maserati Levante Potenza ed emozioni altamente italiane

L’offensiva dei SUV Alla conquista del mercato flotte aziendali

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Allacciate le cinture Le “bretelle di sicurezza” compiono 30 anni

Vacanza on the road In macchina sulle strade più belle d’Europa

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La corsa dei numeri L’andamento del mercato auto in Italia

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What’s next? L’oroscopo della mobilità

Prove su strada Nicola Desiderio Pubblicità GDN Marketing & Comunicazione Srl gianpiero.denigro@libero.it Stampa Modulgraf Srl Via di Santa Procula, 23/23A 00040 Pomezia (Roma) Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997 Tiratura: 15.000 copie

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News on the road

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Milan Design Week

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Corsi di guida sicura Un beneficio anche per le aziende



di Mauro Manzoni

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Sustainability

Formula E

Più di un semplice laboratorio Una gara di tecnologia avanzata in una delle più antiche città del mondo, un incontro che ha mixato elementi diversi ma altrettanto suggestivi, creando un week end magico tra le strade della Città Eterna. La gara è stata già molto raccontata, come pure i suoi risvolti promozionali e di puro intrattenimento. Ma cosa sappiamo davvero di questo campionato della Formula E, e soprattutto dei suoi protagonisti principali, che in questo caso non sono tanto i piloti quanto i costruttori? Abituati a vedere e vivere la competizione tra Ferrari, Mercedes, Red Bull, Renault e altre scuderie ormai note al grande pubblico, durante la tappa italiana abbiamo avuto una solo superficiale conoscenza di costruttori prima d’ora mai apparsi o comunque mai incontrati. Vediamo meglio chi sono, e soprattutto chi rappresentano e perché sono presenti in questo campionato ancora “di nicchia”.

Luca Filippi, unico pilota italiano in gara

Uno degli eventi sportivi più interessanti che si sono svolti o che avranno luogo nel nostro paese nel corso di questo anno 2018, è sicuramente lo svolgimento di una tappa dell’ABB FIA Formula E Championship, più comunemente conosciuto come il gran premio delle auto elettriche, che Roma ha ospitato lo scorso aprile. Sul podio sono finiti Sam Bird, il vincitore della gara, Lucas Di Grassi e Andre Lotterer. A parte il secondo, che guidava un veicolo della scuderia Audi, nome più che conosciuto, gli altri due appartenevano alla Ds Virgin Racing e alla Techeetah, sicuramente scuderie meno o per nulla note. E poi, sulla linea di partenza insieme a Renault Eldams e Jaguar, troviamo brand come Venturi, Neo, Mahindra, Dragon e MS&AD Andretti, l’unico nome che può suscitare qualche ricordo storico. Si tratta infatti

della scuderia di Michel Andretti, pilota e figlio del più conosciuto Mario, che da diversi anni gestisce il suo Team partecipando ai campionati statunitensi e che ha aperto una divisione dedicata alla formula elettrica. Presenza a stelle e strisce quindi, anche se supportata tecnicamente dai tedeschi di BMW. Statunitense anche Dragon, che dopo aver corso nella Formula Indy nazionale ha focalizzato le sue attenzioni e la sua partecipazione sull’ABB Fia ➔ Championship.


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Battono bandiera inglese i Team Neo, che vanta però una derivazione cinese, e DS Virgin Racing, nato dalla collaborazione tra il reparto corse della Virgin ed il brand francese DS, marchio di lusso del gruppo PSA (Peugeot e Citroen). Inglese anche Jaguar Panasonic, in questo caso un costruttore che si espone in prima persona per mostrare il proprio stadio evolutivo nel campo delle vetture elettriche. Francese, o meglio monegasco, il Venturi Team, costruttore artigianale di veicoli elettrici e produttore in proprio dei propulsori, che fornisce anche ad altre scuderie. Ed eccoci poi alle vere sorprese dei circuiti elettrici, la cinese Techeetah, scuderia appartenente al gruppo SECA, con sede a Shanghai, una compagnia specializzata in Management e Marketing dello sport, e l’indiana Mahindra, emanazione sportiva della divisione auto di una multinazionale presente in oltre 100 paesi e con diverse attività in portafoglio. Chiaro sintomo di come anche in estremo oriente sia forte l’attenzione all’elettrico come veicolo del futuro, in città sempre più inquinate e rumorose. Non è un caso che il primo gran premio del campionato si sia svolto nel 2014 a Pechino, capitale del paese che ora vanta il maggior numero di auto elettriche vendute nel mondo. Dal prossimo anno poi si schiereranno nel campionato di Formula E anche costruttori del calibro di Porsche, Merce-

Giulio Foldes Legal & Transformation Director e Pedro Arroyo de Baro Operations Director di LeasePlan, con Luca Filippi

des e BMW (diventando costruttore del Team Andretti), marchi di sicuro richiamo per gli appassionati dei motori che si sfideranno tra le strade delle maggiori capitali mondiali, dal momento che i circuiti sono tutti cittadini. Vediamo quindi come, in un campionato che ha tra i suoi maggiori protagonisti scuderie e produttori automobilistici di paesi come USA, Germania, Francia, Regno Unito, Cina e India, in palio non ci sia solo un trofeo, per quanto prestigioso, ma un primato ben più importante, quello della capacità non solo tecnologica ma anche costruttiva, il solo primato che realmente permetterà di vincere la sfida dei mercati del futuro in campo automotive, un

campo da gioco nel quale circolano oltre un miliardo di autoveicoli, che ben presto diverranno tutti obsoleti e quindi da rinnovare ciclicamente. Una curiosità interessante è rappresentata dal fatto che la Formula E nasce da una idea condivisa tra Jean Todt, presidente della FIA, Alejandro Agag, uomo d’affari ed ex politico spagnolo, e Antonio Tajani, all’epoca commissario europeo ai trasporti, quindi da una ispirazione anche italiana. Ma, dato questo meno confortante, molto poco di italiano troviamo attualmente nel circus elettrico, con il solo Luca Filippi come pilota per il Team Neo, sponsorizzato per l’occasione romana da LeasePlan, e nessuna scuderia tricolore al via.



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Market

Sistemi di assistenza alla guida La corsa delle case automobilistiche verso la guida autonoma, seppure il traguardo di questo sistema automatizzato realmente efficace sia ancora ben lontano, ha portato dei sicuri benefici nel campo degli ADAS, ovvero i sistemi di assistenza alla guida. Gli “Advanced Driver Assistance System” sono quindi in forte crescita e particolarmente apprezzati dagli automobilisti poiché li sollevano spesso da noiose incombenze oltre a innalzare i livelli di sicurezza, come confermano gli studi in merito. Per questo motivo, le persone che oggi in Germania e in Europa acquistano auto nuove attribuiscono sempre più valore alla presenza degli assistenti elettronici a bordo della vettura prescelta. "La tendenza è chiara: presto sarà naturale avere vetture equipaggiate con sistemi

di assistenza alla guida quanto disporre di una radio e di un sistema ESP”, ha dichiarato Dirk Hoheisel, membro del Board of management di Bosch, facendo riferimento ai risultati di un'analisi condotta dall’azienda sulla base delle statistiche relative alle nuove immatricolazioni del 2016. Sulla base di queste statistiche si evince quindi che i sistemi di assistenza al parcheggio e di segnalazione di cambio corsia, così come i sistemi di frenata di emergenza, stanno diventando sempre più popolari. Tanto per fare un esempio basti pensare che il 62% delle auto di nuova immatricolazione nel 2016, in Germania, era provvisto del sistema di assistenza al parcheggio (dai sensori con segnalazione acustica agli assistenti di parcheggio automatici).

E poi ancora, al secondo posto nella graduatoria della popolarità, sono risultati particolarmente apprezzati i sistemi di frenata di emergenza capaci di allertare i guidatori di un potenziale pericolo o di arrestare la vettura in caso di emergenza. Tant’è che grazie a questi dispositivi il 38% delle vetture è in grado di supportare efficacemente i guidatori nell’evitare gli incidenti. Per più di un quarto di questi veicoli, il sistema di frenata di emergenza fa parte della dotazione di serie. Subito dopo, al terzo posto della graduatoria di gradimento, troviamo la funzione di rilevazione del "colpo di sonno", montata sul 37% di tutte le nuove auto nel 2016. Tuttavia, la crescita più significativa è stata registrata per i sistemi di segnalazione del cambio involontario di corsia, che nello stesso anno sono stati


di Maurilio Rigo

installati a bordo del doppio delle auto nuove rispetto all'anno precedente. Un altro incremento non indifferente interessa poi gli ACC, i sistemi di regolazione della distanza e della velocità (Adaptive Cruise Control), una funzione, che nel 2013 in Germania era presente solo sul 4% dei veicoli, mentre nel 2016 è stata installata su quasi un veicolo nuovo su cinque (19%). La tendenza attuale vede quindi gli ADAS, i sistemi di assistenza alla guida, sempre più inclusi nella dotazione standard delle vetture. Ecco quindi che i dispositivi di assistenza al parcheggio, di frenata di emergenza e di segnalazione di cambio corsia, rappresentano gli Advanced Driver Assistance System più popolari anche nel Regno Unito, nei Paesi Bassi, ➔


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in Belgio e in Francia. Da segnalare poi che in Francia i sistemi di assistenza al parcheggio sono ancora più diffusi che in Germania, infatti il 67% delle nuove vetture immatricolate nel 2016 offre ai guidatori assistenza durante il parcheggio e, nel 63% di esse, il sistema fa parte della dotazione standard. In Germania invece questo valore si attesta al 42%. Proseguendo l’analisi, in Belgio e nei Paesi Bassi il 39% delle auto nuove, la percentuale più alta in Europa, dispone di un sistema di frenata di emergenza automatico. In Italia e Russia, che insieme alla Francia sono state incluse per la prima volta nell'analisi condotta da Bosch, c'è ancora margine di miglioramento per quanto riguarda i sistemi di assistenza alla guida rispetto agli altri Paesi analizzati. Ciononostante, il 18% delle auto nuove immatricolate nel 2016 in Italia era comunque equipaggiato con un sistema di segnalazione di cambio corsia a bordo, e in Russia il trend si sta evolvendo, con una percentuale di installazioni del 6%. Lo stesso vale anche per i sistemi di frenata di emergenza automatici, che hanno anch'essi raggiunto il 6% nelle nuove vetture. “I sistemi di assistenza alla guida aiutano i guidatori in situazioni di traffico intenso o critiche e rappresentano un importante passo avanti nel cammino verso la mobilità del futuro a zero incidenti e zero stress ha dichiarato Gerhard Steiger, presidente della divisione Chassis Systems Control di Bosch - Per esempio, se in Germania tutte le vetture disponessero di un sistema di frenata di emergenza automatica a

bordo, sarebbe possibile evitare fino al 72% dei tamponamenti. Le percentuali delle installazioni di sistemi di assistenza alla guida sono in costante aumento. Di questa tendenza beneficia anche Bosch, il maggiore fornitore di tali sistemi. Attualmente il mercato sta crescendo a un tasso del 20% circa, e Bosch a un ritmo ancora più veloce. Nel 2019, le nostre vendite di sistemi di assistenza alla guida supereranno il traguardo di due miliardi di euro. La soglia del miliardo era già stata raggiunta nel 2016. Al momento, lo sviluppo tecnologico è sempre più orientato verso la guida autonoma”. Infine, lo studio degli analisti della Bosch rileva che, con il "traffic jam assist", anche la prima funzione di guida parzialmente autonoma ha già fatto la sua comparsa sul mercato. All’atto pratico, in una situazione di ingorgo del traffico, infatti, l'auto segue automaticamente il veicolo che la precede, assumendosi i compiti di partire e accelerare, frenare e sterzare all'interno della propria corsia. In Germania, quasi la metà delle auto nuove equipaggiate con

sistema Adapative Cruise Control (ACC) è dotata anche di una funzione di "traffic jam assist", il che equivale al 9% di tutte le auto di nuova immatricolazione. Le previsioni sulla forte crescita della diffusione degli ADAS sono supportate anche in casa nostra da un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec sulla base di informazioni di fonte Bain & Company. Secondo le stime, nel 2025 il fatturato del mercato globale dei sistemi per l’assistenza alla guida delle autovetture sarà pari a 26 miliardi di dollari, in crescita di 3,2 volte rispetto agli 8 miliardi di dollari stimati nel 2016. È un dato di grande interesse che testimonia la vitalità di un settore, quello delle tecnologie per la guida assistita, che nei prossimi anni sarà sempre più protagonista all’interno dello scenario automobilistico mondiale. Vale la pena ricordare poi che sulle valutazioni EuroNcap (l’ente europeo indipendente per la sicurezza dei veicoli di cui in Italia l’Aci è partner) per l’attribuzione della famose stelle, ha avuto la sua influenza anche la presenza degli ADAS. “Nel 2017, i modelli che si sono distinti nelle diverse categorie rispetto ad altri modelli equivalenti lo devono soprattutto alla generosa dotazione di sistemi ADAS di assistenza alla guida - ha sottolineato il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani Un dato che ci spinge a lanciare un duplice appello a tutti i costruttori, affinché investano nello sviluppo e nella promozione di sistemi di assistenza alla guida sempre più efficaci ed efficienti e ai “decisori”, affinché rendano obbligatorio per tutti i nuovi modelli almeno il freno automatico di emergenza, il sistema AEB, Autonomous Emergency Braking”. Insomma, nell’attesa di cedere completamente all’“intelligenza artificiale” i comandi dell’auto, gli automobilisti potranno beneficiare di un incremento della sicurezza e della comodità fornita da un numero sempre maggiore di Advanced Driver Assistance System.




di Nicola Desiderio

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Journey

Alfa Romeo Giulia ama la strada L’Alfa Romeo Giulia è l’auto con la quale la casa del Biscione è tornata alla trazione posteriore e ripropone un nome che fa parte della sua storia tra gli anni 1962 e 1977. Costruita presso lo stabilimento di Cassino (FR), ha in gamma motori con potenze comprese tra i 136 cv e i 510 cv della Quadrifoglio. Il listino parte da 35.600 euro con ben 7 allestimenti: 3 dedicati ai privati (base, Super e Veloce solo con la trazione integrale) e 4 alle flotte (Business, Business Launch Edition, Business Sport e Business Sport Launch Edition) che offrono un vantaggio cliente che arriva fino al 77%. Sportività efficiente La Giulia che proviamo non presenta modifiche estetiche rispetto a quella che abbiamo già guidato sul numero 64 di Carfleet. È lunga 4,64 metri, ha un

La media del Portello incarna al meglio l’ideale di berlina sportiva segnando il ritorno alla trazione posteriore con l’obiettivo di posizionarsi nella fascia premium, quella più appetibile per le flotte. La Giulia non punta solo sullo spazio interno, ma offre una tenuta e una stabilità semplicemente eccellenti che sono parti integranti della sicurezza e del comfort che sa offrire. passo molto sviluppato (ben 2,82 metri) e lo stile è muscoloso, quasi da coupé, ma privo di forzature e la posizione arretrata dell’abitacolo fa capire che ci troviamo di fronte ad una vettura a trazione posteriore. La Giulia eccelle tra le concorrenti per l’ottima efficienza aerodinamica (cx di 0,25) e la sua parte più caratterizzante è ovviamente il frontale, con i tre lobi e il grande scudetto centrale che arriva quasi a toccare terra.

Sobrietà tricolore Identico giudizio anche sull’abitacolo: la Giulia non punta, come le tedesche, sulla raffinatezza dei materiali e dell’esecuzione, ma presenta assemblaggi solidi e senza fronzoli e l’aspetto di alcuni particolari è sicuramente migliorato nel tempo. Piacevoli le modanature in noce scuro grezzo (disponibili anche in quercia). A disposizione anche altre combinazioni cromatiche di materiali ➔


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tra cui Alcantara, PVC, metallo satinato e carbonio. La Giulia riesce ad essere comoda per 4, ma privilegia ovviamente il guidatore offrendogli alcune tipicità come il volante massiccio e la strumentazione a binocolo con due strumenti analogici e un display multifunzione a colori. Il sistema infotelematico ha lo schermo da 6,5” o 8,8”, in grado di specchiare dispositivi Android e iOs e dotato di cartografia TomTom aggiornabile. Il sistema è governabile con il manopolone sul tunnel, vicino al selettore del DNA per scegliere una delle tre modalità di guida (Dynamic, Natural, Advanced Efficiency). La plancia agevola la visibilità anteriore ed è rivestita di un morbido slush cucito, sul nostro esemplare, con filo rosso coordinato con quello della pelle dei sedili, dotati di imbottitura a cannelloni, una chiara citazione del passato, ma che riesce comunque a offrire una seduta comoda quanto avvolgente, anche qui senza eccedere nella sportività. Il bagagliaio ha una capacità di 480 litri con lo schienale abbattibile 40/20/40. Buona la capacità del cassetto portaoggetti, ci sono vani sotto il poggiabraccia e di fronte alla leva del cambio, ma non troppo comodi per mettervi il cellulare. Molto utili invece di notte le manopole esterne illuminate e il catarifrangente inserito sul bordo di ogni portiera. La sicurezza è a livelli eccellenti perché, oltre alle 5 stelle, l’EuroNCAP ha certificato un grado di protezione del 98%, il più alto mai registrato. Merito della scocca, dei 6 airbag e degli altri dispositivi come l’allerta per l’angolo cieco, l’abbandono della corsia e per la distanza di sicurezza che anticipa l’intervento della frenata autonoma, capace di percepire la presenza dei pedoni.

La prima di Giorgio L’Alfa Romeo Giulia è stata la prima vettura basata sulla piattaforma Giorgio, mutuata anche dalla Stelvio e destinata ad ospitare molti dei futuri modelli della casa milanese. Le caratteristiche fondamentali della scocca sono la massa ridotta e perfettamente ripartita tra i due assali e il baricentro basso. Merito degli acciai ad alta resistenza e dell’alluminio utilizzato per portiere, cofano motore, parafanghi e sospensioni (a controllo elettronico optional) con avantreno a doppio braccio oscillante e retrotreno multilink. Inoltre l’albero di trasmissione è in carbonio, materiale usato in modo ancora più ampio sulla Quadrifoglio che ha anche i dischi freno carboceramici per un rapporto peso/potenza inferiore a 3 kg/cv. Esclusivo è l’impianto elettromeccanico by-wire, ovvero senza collegamento meccanico tra il pedale e le pinze. Lo sterzo ha un rapporto estremamente diretto (11,8:1) e bastano due giri di volante. I motori sono tutti in alluminio e disponibili con cambio manuale a 6 rapporti o automatico a 8 rapporti. Il diesel 2.1 è offerto in 4 livelli di potenza: 136 cv, 150 cv, 180 cv o 210 cv solo con la trazione integrale, così come il 2 litri a benzina da 280 cv, ma c’è anche da 200 cv. Il V6 2.9 biturbo da 510 cv della Quadrifoglio offre prestazioni straordinarie (307 km/h, 0-100 km/h in 3,9 s.). Come lei nessuna La Giulia offre subito un’accoglienza sportiva italiana, con il pulsante sul

piantone per avviare il motore e le grandi leve del cambio incernierate al piantone. Bastano i primi metri per confermare il giudizio già espresso: la Giulia è un’auto insuperata per il suo comportamento stradale perché è spigliata, agile ed è letteralmente incollata all’asfalto, ma offre comunque un ottimo comfort, ulteriormente esaltato dalla generale silenziosità e dalla grande sensazione di sicurezza trasmessa in particolare dallo sterzo, che fa sentire la vettura sempre perfettamente tra le mani del pilota. Le prestazioni (220 km/h, 0-100 km/h in 8,2 s.) sono solo numericamente inferiori alla versione da 180 cv e la differenza si avverte solo tirando le marce perché la coppia è la stessa (450 Nm) ed è gestita, con dolce immediatezza, dal cambio a 8 rapporti. Prima il dovere e poi il piacere Le aziende hanno ovviamente le loro priorità e guardano magari con sospetto auto dal piglio sportivo da dare ai propri collaboratori. La Giulia, va detto, quel piglio ce l’ha tutto, ma è prima di tutto un’auto efficiente, confortevole anche per i lunghi viaggi e soprattutto offre un rapporto con la strada che non è fatto solo di piacere, ma soprattutto di sicurezza “vera”, che non dipende dalla lista di dispositivi di assistenza che ha a bordo. Ecco perché la Giulia darà un sorriso grande così agli utilizzatori, ma farà stare tranquilli i fleet manager.

Alfa Romeo Giulia 2.2 Turbo Diesel 150 cv Automatica Business Sport DATI TECNICI

DATI PER IL FLEET MANAGER

DATI PER IL DRIVER

cilindrata 2.143 cc potenza 150 CV (132 kW) lungh./largh./alt. 4,64 x 2,02 x 1,44 m peso 1.445 kg accelerazione 0-100 km/h 8,2 s. velocità massima 220 km/h trazione posteriore cambio automatico 8 marce

CO2 109 g/km costo di esercizio al km (*) 0,44 euro consumo medio 4,2 l/100 km motori più flottabili: 2.0 Turbo Diesel 180 cv Eco (99 g/km di CO2) e 136 CV con cambio manuale

sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2016) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 480 litri

(*) percorrenza annua 30.000 km



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di Mauro Manzoni

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Market

LeasePlan Italia al Festival dell'Economia di Trento per discutere di mobilità futura e dell’utilizzo dei big data per la sicurezza stradale LeasePlan Italia, una delle aziende leader nel settore Car-as-a-Service, conferma l’impegno sul tema della mobilità sostenibile e dei temi automotive partecipando a due eventi a Trento il 1° e 3 giugno, all’interno del Festival dell’Economia di cui è sponsor. Il primo incontro, moderato da Barbara Pedrotti, oltre all’intervento di Alfonso Martinez Amministratore Delegato di LeasePlan Italia, ha visto il contributo del professore Andrea Boitani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, di Mauro Casotto Direttore Operativo di Trentino Sviluppo, di Luca Filippi Pilota di Formula E e di Simone Moro alpinista e scrittore. Durante i lavori è stata presentata una ricerca di LeasePlan e Centro Studi Promotor sulle diverse alimentazioni e il relativo trend di crescita sulla base delle immatricolazioni previste in Italia. Secondo queste previsioni, nel 2020 la quota dei motori a combustione interna (benzina e diesel) diminuirà di 10 punti dall'88% al 78%, accrescendo la quota delle alimentazioni alternative (ibrido, metano e veicoli elettrici): l'ibrido dal 5 al 9% e il metano dal 3 al 5% durante lo stesso periodo. Il GPL è stabile attorno al 7%. Questa previsione non tiene conto di interventi politici e amministrativi che sono al momento non prevedibili ma ovviamente capaci di indirizzare il mercato. Nonostante le aspettative degli ambienti ecologisti, il calo della quota della benzina e del diesel va solo parzialmente a vantaggio delle motorizzazioni elettriche. Mentre i veicoli elettrici non costituiscono una parte significativa del mercato, con ad oggi solo lo 0,20% e una previsione di crescita nei prossimi anni contenuta in Italia, in due anni ci

si aspetta che la quota in tutta Europa possa più che raddoppiare. Con la riduzione dei motori a combustione interna registriamo sicuramente un contesto pronto per il passaggio ad alimentazioni alternative. “Abbiamo voluto portare il nostro contributo al dibattito sulla mobilità in un programma così prestigioso come il Festival dell’Economia di Trento”, dichiara Alfonso Martinez, Amministratore Delegato di LeasePlan Italia. “Siamo pronti a fare la nostra parte per la mobilità sostenibile e per il rispetto ambientale ma in assenza di un intervento strutturato da parte del Governo e degli Enti Locali sarà molto difficile rendere reale la diffusione dei veicoli elettrici”. Oltre alla progressiva elettrificazione dei veicoli, le flotte aziendali possono fare la differenza nella lotta contro il cambiamento climatico. Per questo il programma di LeasePlan vuole sensibilizzare principalmente questo target Corporate. Dal progetto EV100 (un’iniziativa condotta da un gruppo di aziende a livello globale, con lo scopo di velocizzare l’adozione dei veicoli elettrici e delle relative infrastrutture, di cui LeasePlan è uno dei dieci membri fondatori) al World Economic Forum di Davos a fine gennaio 2018 (in cui il nostro CEO Tex Gunning, a Davos à stato nominato CEO Climate Leader Sector Champion), LeasePlan si impegna per supportare i propri clienti nel passaggio a una mobilità sostenibile. ➔


La moderatrice Barbara Pedrotti, con i relatori Simone Moro, Luca Filippi e Alfonso Martinez


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Durante il secondo appuntamento di LeasePlan Italia nella programmazione dell’ultima giornata del Festival dell’Economia, domenica 3 giugno presso il Palazzo della Provincia è stata la volta dei Big Data. Hanno discusso di Big Data Renzo Avesani di Unipol, Michele Centemero di Mastercard, Domenico Favuzzo di Exprivia, Alfonso Martinez di LeasePlan Italia e il Professore Riccardo Puglisi. A moderare il giornalista Luca De Biase. Durante i lavori sono stati presentati i risultati di uno Studio di LeasePlan Italia realizzato in collaborazione con Econometrica e Università di Bologna. In un anno in Italia avvengono 74 sinistri ogni 100 veicoli aziendali circolanti. Questo dato emerge da un’elaborazione condotta da ricercatori del dipartimento di Economia dell’Università di Bologna in collaborazione con Econometrica sui big data registrati dalla flotta di LeasePlan. “Grazie ai big data raccolti in formato anonimo dai dispositivi telematici a bordo delle vetture della flotta LeasePlan, è stato possibile elaborare un indice che fotografa la distribuzione territoriale degli incidenti stradali in Italia che coinvolgono veicoli aziendali circolanti. Liguria, Umbria e Abruzzo risultano in testa a questo indice. Le regioni più virtuose sono Puglia, Veneto e Sicilia” ha commentato Alfonso Martinez nel suo intervento. Il lavoro di analisi ed elaborazione dei dati ha inoltre reso possibile la creazione di un indice di sinistrosità regionale relativo ai veicoli utilizzati per mo-

tivi di lavoro, indice che vede al primo posto la Liguria. Posto come 1 il valore italiano, infatti, l’indice di sinistrosità stradale dei veicoli utilizzati per motivi di lavoro in Liguria si colloca a 1.6. Le altre regioni in cui l’indice di sinistrosità stradale è maggiore del valore medio nazionale sono Umbria (1.5), Abruzzo (1.3), Marche (1.2), Trentino Alto Adige (1.2) e Lazio (1.1). Al pari del livello nazionale sono Piemonte (1) e Molise (1). Al di sotto della media nazionale si colloca invece l’indice di sinistrosità stradale dei veicoli in circolazione per motivi di lavoro in Toscana (0.9), Sardegna (0.8), Calabria (0.8), Valle d’Aosta (0.7), Basilicata (0.7), Emilia Romagna (0.7), Lombardia (0.6), Campania (0.5), Friuli Venezia Giulia (0.4), Puglia (0.5), Veneto (0.3) e Sicilia (0.3). Dall’analisi dei dati è stato inoltre possibile ricavare un coefficiente di stagionalità degli incidenti stradali dei veicoli utilizzati per motivi di lavoro, indice che evidenzia i mesi caratterizzati da maggiore (o minore) sinistrosità. Per gennaio e febbraio si segnala un numero medio di sinistri superiore, rispettivamente, del 13% e del 14% ri-

spetto al valore riferito all’intero anno. Anche a marzo il numero medio di sinistri è superiore del 13% rispetto al valore annuale. Ad aprile e maggio, invece, i dati sono in linea rispetto al valore annuale. I mesi estivi, invece si collocano sotto il valore annuale: in particolare ad agosto il numero di sinistri è inferiore del 21%. Mentre ottobre si rivela in linea con l’andamento annuale, a novembre e dicembre i dati sono in calo, rispettivamente del 12% e del 13%, rispetto ai valori annuali. I dati relativi alla stagionalità degli incidenti che riguardano i veicoli in circolazione per motivi di lavoro sono naturalmente influenzati dal fatto che in alcuni mesi (i mesi estivi ed anche dicembre, ad esempio) il livello di attività lavorativa diminuisce a causa delle ferie che sono concesse ai dipendenti aziendali. Possiamo ipotizzare uno sviluppo futuro dell’utilizzo di tali dati per intervenire sulla sicurezza stradale. Il tema è particolarmente importante e LeasePlan Italia vuole contribuire, magari grazie a un modello predittivo, a suggerire ai suoi driver comportamenti virtuosi, alla luce dei dati emersi dallo studio.





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di Nicola Desiderio

Journey

Maserati Levante

Altamente italiana La Maserati Levante è stata presentata ormai da due anni e mezzo e, nel frattempo, prodotta in oltre 25mila esemplari che ne fanno il modello più venduto nei 72 paesi dove il Tridente è presente. In occasione del MY2018, ha introdotto alcune novità che ne ampliano la gamma e ne migliorano il livello di sicurezza con l’adozione di dispositivi ritenuti ormai indispensabili. Inoltre ha differenziato la propria gamma con l’introduzione degli allestimenti Nerissimo, GranLusso e GranSport che proviamo con il V6 3 litri a benzina da 350 cv e che è offerto insieme a quello da 430 cv della S (provato sul numero 64 di Carfleet) e al diesel da 250 cv o 275 cv. Il listino parte da 75.595 euro. Differenziazione sportiva La Maserati Levante ha mantenuto inalterate le proprie dimensioni imponenti e la propria veste esterna, caratterizzata dagli elementi tipici delle vetture modenesi come la calandra ovale, il cofano lungo e l’abitacolo proteso all’indietro che generano un andamento dinamico e anche una buona aerodinamica (cx di 0,31). Immancabili i tre sfo-

Il primo Suv del marchio emiliano si è guadagnato il suo spazio in un segmento difficile e, per continuare a farlo, si è aggiornato continuamente negli allestimenti, resi più ricchi e maggiormente differenziati, e nelle dotazioni di sicurezza che sono in linea con la concorrenza. Potenziato anche il motore V6 a benzina da 350 cv che proviamo. ghi dietro i passaruota anteriori e il Tridente in acciaio incastonato sul montante posteriore. Le uniche novità riguardano invece la caratterizzazione dei diversi allestimenti. L’esemplare provato è una GranSport e si riconosce per le finiture in nero lucido su griglia anteriore, piastra paracolpi e barre sul tetto, le modanature laterali in tinta e le pinze freno di colore rosso. Anche i cerchi sono specifici da 20 pollici, ma si possono avere anche da 21”. Attenzione alla sicurezza La Levante manifesta la propria attitudine sportiva non appena si aprono le portiere (dotate di chiusura assistita) e si vedono i cristalli privi di cornice, come le coupé. L’abitacolo è ispirato ai canoni

dell’eleganza italiana ed è disponibile in 26 combinazioni cromatiche e di materiali tra cui legni di vari tipi e fibra di carbonio. L’atmosfera è calda e la GranSport qui si fa riconoscere per la pedaliera in acciaio e i sedili sportivi, ma nelle altre versioni si possono avere pelli pregiate e persino la seta. L’abitabilità è generosa, ma dietro è meglio stare solo in due mentre il bagagliaio, provvisto di portellone elettrico, ha una capacità di 580 litri ben sfruttabili, grazie anche a diversi accessori per il carico e alla possibilità di abbattere lo schienale 60/40 dotato pure di vano passante per gli sci. La strumentazione è analogica con un grande display a colori centrale e al centro della plancia c’è il classico ➔ orologio ovale.



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Il sistema infotelematico con schermo da 8,4 pollici si comanda con la doppia manopola concentrica che si trova sul tunnel e permette di specchiare dispositivi Android e iOs, inoltre ha il DAB, la radio via Internet e impianti audio fino al Bowers&Wilkins da 1.280 Watt con 17 altoparlanti. Le novità di maggior rilievo riguardano la sicurezza. Grazie all’adozione dello sterzo elettromeccanico al posto di quello idraulico e della telecamera stereoscopia anteriore, ora la Levante mantiene attivamente la carreggiata, riconosce i segnali e ha anche l’assistenza alla guida in autostrada rendendo ancora più efficaci i dispositivi già presenti come l’allerta per l’angolo cieco, il cruise control adattivo con stop&go, la frenata autonoma, l’avviso per il superamento corsia e per il traffico trasversale posteriore. Ci sono poi l’Hill Holder e anche l’Hill Descent Control, utili per le salite e le discese ripide in fuoristrada.

ciaio, magnesio (per il parafiamma che regge la plancia) e alluminio del quale sono fatti portiere, cofani e la parte anteriore della vettura, così come le sospensioni, provviste di ammortizzatori a controllo elettronico e molle pneumatiche che regolano automaticamente l’altezza su 6 livelli: da 162 mm quando si sta fermi fino a 247 mm in fuoristrada. Il sistema di trazione integrale trasmette fino al 50% della coppia alle ruote anteriori, ha la funzione torque vectoring e il differenziale posteriore autobloccante, al 25% in tiro e al 35% in rilascio. I motori sono tutti V6 3 litri con cambio automatico a 8 rapporti. Quelli a benzina sono biturbo e realizzati dalla Ferrari a Maranello: da 430 cv sulla S (264 km/h, 0-100 km/h in 6,4s.) o da 350 cv come sull’auto in prova, 20 cv più di prima. Il diesel ha 275 cv (7,2 litri/100 km pari a 169 g/km di CO) o 250 cv.

V6 che diventano ancora più intense quando si inserisce la modalità di guida Sport e si aprono la valvola allo scarico liberando dai 4 terminali una voce cupa ed intensa. La Levante ha comunque un ottimo comfort e in curva si appoggia in modo bilanciato, ma non asettico, anzi è “viva”, da guidare a pieno usando sterzo, freni e acceleratore come si farebbe su un’auto più vicina al suolo. Allo stesso tempo, il programma Offroad consente comunque una buona mobilità in fuoristrada.

Si chiamano emozioni La Maserati Levante offre un’atmosfera italiana e sportiva, decisamente calda. Il sedile sportivo, la corona massiccia e sagomata del volante e la grandi palette in alluminio del cambio danno subito il “La” alle emozioni e alle sensazioni. Le prime sono quelle uditive del

La scelta migliore La Maserati Levante non può essere una semplice auto aziendale, né tantomeno un bene strumentale per rappresentanti. È una vettura da alti dirigenti oppure il Suv che un professionista affermato vorrà regalarsi, per goderselo da solo o insieme alla famiglia. Il diesel è ovviamente più flottabile in virtù di consumi più contenuti e di un prezzo di listino inferiore di 5mila euro. Va detto però che, rispetto al passato, il differenziale si è ridotto di molto e si può valutare la scelta con maggiore serenità in base anche al tipo di percorso e al chilometraggio.

DATI TECNICI

DATI PER IL FLEET MANAGER

DATI PER IL DRIVER

cilindrata 2.979 cc potenza 350 cv (321 kW) lungh./largh./alt. 5,00 x 1,97 x 1,68 m peso 2.109 kg accelerazione 0-100 km/h 6,0 s. velocità massima 251 km/h trazione integrale cambio automatico 8 rapporti

CO2 249 g/km costo di esercizio al km (*) 0,90 euro consumo medio 10,7 l/100 km motori più flottabili: Diesel V6 3.0 275 cv

sicurezza EuroNCAP n . d. connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 580-n.d. litri

La genetica non mente La Levante condivide con la Ghibli la stessa piattaforma e, grazie ad essa, ha le masse perfettamente ripartite sui due assali e un baricentro estremamente basso. La scocca è un mix di ac-

Maserati Levante 350 CV

(*) percorrenza annua 30.000 km



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di Francesca Carli

Safety

Allacciate le Un obbligo salva-vita che “compie” trent’anni 1902, Stati Uniti: mentre cerca di battere un record di velocità, William Baker ha un incidente. Si salva solo grazie al fatto di indossare una sorta di cintura che lo tiene ancorato alla vettura. Passa un anno e il francese Gustave Desiré Liebau brevetta un dispositivo chiamato “bretelle di sicurezza”; sulle strade dell’epoca, però, le auto non raggiungono velocità tali da rendere realmente necessario indossare questo congegno. L’uso delle “bretelle di sicurezza” non si diffonde. Passa circa mezzo secolo e, verso la fine degli anni Cinquanta, la compagnia elettrica nazionale svedese Vattenfall si trova alle prese con un grosso problema da risolvere: il numero crescente di incidenti automobilistici che ha tra-

©VOLVO - cinture di sicurezza a tre punti, 1992

gicamente innalzato il tasso di mortalità della forza lavoro. Rendere più sicure le vetture utilizzate dai dipendenti diventa un’assoluta priorità. Vengono chiamati gli ingegneri Bengt Odelgard e Per-Olof Weman, ai quali è richiesto di studiare una soluzione in grado di mettere in sicurezza le vetture. I due specialisti, dopo diversi studi, decidono di puntare su una cintura diagonale “a due punti”, ritenuta più efficace rispetto a quelle addominali impiegate fino a quel momento. Non è ancora la cintura di sicurezza che siamo abituati ad allacciare oggi: si tratta piuttosto di una cinta fissata all'altezza dello sterno e priva sia di arrotolatori che di pretensionatore.

Nasce la cintura di sicurezza moderna È il 1956: la Vattenfall installa il nuovo dispositivo progettato da Odelgarde Weman su tutte le proprie vetture aziendali e l'invenzione viene notata da Gunnar Engellau, il nuovo capo di Volvo. La casa automobilistica svedese, negli ultimi anni, ha già sviluppato diverse soluzioni rivolte a migliorare la sicurezza nell’abitacolo: un cruscotto imbottito, un piantone dello sterzo collassabile e anche cinture diagonali a due attacchi. Queste ultime, però, essendo formate da una fibbia posizionata all'altezza della cassa toracica rischiano, in caso di incidente, di danneggiare gli organi interni di guidatore e passeggero piuttosto che proteggerli. Così non può andare: occorre continuare ➔ a lavorare su questo progetto.


Carfleet n. 71 luglio 2018

cinture!

L’ufficio brevetti tedesco ha eletto le cinture di sicurezza tra le otto invenzioni che, nei cento anni dal 1885 al 1985, hanno maggiormente influito sulle sorti dell'umanità. E negli ultimi trent’anni, anche nel nostro Paese, questo dispositivo ha permesso di salvare milioni di vite umane. Era infatti il 1988 quando, con la legge numero 111, veniva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che disciplinava l’obbligo di installare e utilizzare le cinture di sicurezza anteriori sulle vetture degli italiani.

©VOLVO

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©VOLVO - Volvo 130 Amazon, 1950

Engellau affida il compito all’ex ingegnere aeronautico Nils Bohlin, il quale studia un sistema in grado di mantenere salde sia la parte superiore che quella inferiore del corpo. L’ideale sarebbe integrare le caratteristiche delle cinture addominali utilizzate sugli aerei con quelle della cintura diagonale pensata da Odelgard e Weman. Occorre ancora affinare il progetto rendendo il congegno semplice da utilizzare e indossabile in poche mosse, meglio se con una sola mano. 1958: Bohlin elabora la cintura a tre punti - da cui derivano quelle attuali e deposita il brevetto. Tra il 1958 e il 1959 Volvo introduce, per la prima volta, la nuova cintura di sicurezza sui modelli PV544 e Amazon. La casa automobilistica svedese è conscia di avere appena introdotto un dispositivo che sarà in grado di salvare un ingente numero di vite. Per questo motivo,

decide di non tenere per sé il prezioso brevetto e autorizza gli altri produttori ad utilizzare gratuitamente il sistema. I primi obblighi di legge Trascorso poco più di un decennio dall’invenzione delle moderne cinture di sicurezza e constatato il loro decisivo ruolo nella tutela della sicurezza stradale, alcuni governi cominciano a pensare di renderne l’uso obbligatorio. La prima è la Cecoslovacchia che, nel 1966, impone di indossare le cinture fuori dai centri abitati. Seguono la Francia nel 1973 e il Massachusetts, USA, nel 1975. E in Italia? A partire dal 15 giugno del 1976 con l'articolo numero 72, comma 2 del Codice della Strada e la Circolare D.G. n. 76/77 del 9 dicembre 1977 diventano obbligatori su ogni vettura gli attacchi delle cinture. Passa qualche anno e gli italiani possono comunque ancora circolare senza

indossarle. Nel 1981 qualcosa inizia a cambiare: viene introdotta una legge che obbliga le case automobilistiche a montare i dispositivi salva-vita su tutte le vetture prodotte. Ma la vera svolta arriva otto anni più tardi: la legge numero 111 del 18 marzo 1988 sancisce l'obbligatorietà di installare e usare i dispositivi omologati sui sedili anteriori (l’obbligo definitivo per quelli posteriori arriverà solo nel 2003). Il decreto attuativo concede ancora un anno di tempo per adeguare alla nuova normativa tutte le auto immatricolate dopo il primo gennaio del 1978. In questi primi trent’anni di onorata attività, le cinture di sicurezza sulle nostre auto hanno contribuito notevolmente al miglioramento della sicurezza alla guida: si stima che il loro solo utilizzo, infatti, abbia salvato circa il 27% delle persone coinvolte in incidenti stradali che si sarebbero altrimenti rivelati mortali.



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di Nicola Desiderio

News on the road Alfa Romeo Giulia Tech Edition la passione conviene La gamma della media del Biscione si completa del nuovo allestimento Tech Edition, caratterizzato sportivamente e da una dotazione che prevede: cerchi da 18 pollici con pneumatici antiforatura, pedaliera in alluminio, proiettori bi-xenon e sistema Alfa Connect con Android Auto, Carplay e schermo da 6,5”. Inoltre ci sono lo schienale posteriore abbattibile 40/20/40, lo specchietto interno elettrocromico, il cruise control, i sensori posteriori di parcheggio e un pacchetto sicurezza che comprende la frenata autonoma con riconoscimento pedone e l’allerta per l’allontanamento dalla corsia. I motori disponibili sono il 2 litri a benzina da 200 cv e il 2.1 a gasolio da 150 cv, in questo caso anche con cambio manuale con prezzo di lancio a partire da 32.500 euro ed un vantaggio cliente del 55%. Il resto della gamma prevede prezzi da 35.600 euro, potenze da 136 cv fino a 510 cv e ben altri 7 allestimenti dei quali ben 4 Business dedicati alle flotte con un vantaggio cliente che arriva fino al 77%. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

BMW Serie 2 Active e Gran Tourer lo spazio dinamico Rinnovamento programmato per il monovolume compatto tedesco disponibile nella variante a 5 posti, lunga 4,35 metri e con un bagagliaio da 468-1.510 litri, e in quella a 7 posti lunga 4,57 e con un bagagliaio da 645-1.908 litri. Oltre alle modifiche estetiche di dettaglio, la Active Tourer e la Gran Tourer hanno una telematica più avanzata, l’active cruise control con funzione stop&go e l’assistenza al traffico in colonna. La gamma motori prevede unità a benzina e a gasolio, a 3 e 4 cilindri, con potenze da 116 cv fino a 231 cv, anche con trazione integrale e la novità del cambio doppia frizione a 7 rapporti per alcune versioni. Confermata anche la versione ibrida plug-in per la Active Tourer da 224 cv complessivi con l’1.5 a benzina anteriore e il motore elettrico posteriore. Consuma 2,3-2,5 l/100 km (52-57 g/km di CO2), accelera da 0 a 100 km/h in 6,7 s. e la batteria si ricarica in 2 ore e mezzo. In elettrico percorre fino a 45 km e raggiunge 125 km/h. Prezzi a partire da 28.700 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

DS7 Crossback fascino parigino La DS7 Sportback, è il primo Suv globale del marchio premium di PSA, è lungo 4,57 metri e ha un bagagliaio da 5551.752 litri. Raffinato l’abitacolo, tutta digitale la strumentazione con il grande schermo centrale da 12 pollici. A 5 stelle EuroNCAP la sicurezza la cui dotazione comprende la frenata autonoma fino a 140 km/h, il mantenimento della corsia e la visione notturna a raggi infrarossi. Ci sono inoltre il sistema di registrazione delle immagini, utile per i contenziosi in caso di incidente, e la telecamera che legge le asperità della superficie stradale adattando la risposta delle sospensioni. I motori a gasolio sono l’1.5 (3,9 l/100 km pari a 101-103 g/km di CO2) e il 2 litri da 180 cv che ha il cambio automatico a 8 rapporti come l’1.6 a benzina da 180 cv o 225 cv (227 km/h, 0-100 km/h in 8,3 s.). Tutti sono a trazione anteriore ed è già prevista la versione ibrida plug-in da 300 cv a trazione integrale. Tre gli allestimenti (So Chic, Business e Grad Chic) con prezzi da 31.100 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★


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Ford Focus la quarta volta Arriva la quarta generazione della Ford Focus. Lunga 4,38 m (+4 cm), è la prima auto del marchio americano basata sulla nuova piattaforma globale C2 e promette più spazio per passeggeri e bagagli. La dotazione di sicurezza fissa nuovi riferimenti con il sistema di navigazione che dialoga con la telecamera anteriore per potenziare l’efficacia dei sistemi di assistenza che ora includono anche l’evitamento dell’ostacolo. Diversa anche la disposizione dei comandi, con l’head-up display, il sistema Sync3, Ford MyKey, il wi-fi e i sistemi FordPass Connect che permettono il controllo del veicolo anche in remoto. Tutti 3 cilindri i motori a benzina (1.0 da 85 cv, 100 cv e 125 cv) e 1.5 da 150 cv e 182 cv mentre i diesel sono 4 cilindri 1.5 da 95 cv e 120 cv e 2 litri da 150 cv, con cambio manuale o automatico a 8 rapporti. Oltre alla Wagon, ci saranno la variante Active con assetto rialzato di 3 cm e i motori dotati di sistema mild hybrid a 48 Volt. Da luglio in concessionaria a partire da circa 20mila euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Jaguar E-Pace spirito felino La Jaguar E-Pace è il secondo SUV della casa britannica e si posiziona al di sotto della F-Pace. Basata sulla piattaforma della Range Rover Evoque alleggerita con parti in alluminio, è lunga 4,40 metri e ha un abitacolo raffinato quanto spazioso, anche per i bagagli (577-1.234 litri). La strumentazione ha il display digitale configurabile e l’headup display. All’avanguardia sono la connettività e la dotazione di sicurezza, con sistemi che facilitano anche la guida in fuoristrada facilitando la trazione in partenza e regolando automaticamente la velocità sui fondi scivolosi. I motori sono tutti 2 litri: a benzina da 249 cv o 300 cv (243 km/h, 0-100 km/h in 6,4 s.) o a gasolio da 150 cv (4,7 litri/100 km pari a 124 g/km di CO2), 180 cv o biturbo da 240 cv, con cambio manuale o automatico a 9 rapporti e trazione anteriore o integrale. La gamma prevede ben 5 livelli di allestimento (base, S, SE, HSE, 1st Edition) declinati anche nelle versioni R-Dynamic con prezzi a partire da 36.800 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Mercedes Classe C nuova il giusto Restyling di metà vita per la media della Stella che presenta un design diverso per fari, luci posteriori a Led e paraurti. Ridisegnate la plancia, la strumentazione (digitale a richiesta) e la chiave mentre al volante ci sono i comandi touch control, anche per il cruise control e si può avere l’Energizing Comfort, che armonizza climatizzazione, illuminazione e musica. Aggiornate anche la connettività, con i servizi Me Connect, e la dotazione di sicurezza che ora include il rilevamento di pedoni e ciclisti e permette la guida semiautonoma in determinate condizioni. I fari antiabbagliamento a matrice di Led hanno il fascio luminoso che arriva fino a 650 metri. Nuovi i motori a benzina, 1.5 da 184 cv e V6 3 litri da 390 cv con trazione 4Matic a richiesta sul diesel 2 litri da 194 cv (4.4 litri/100 km pari a 117 g/km di CO2). Tutti hanno il cambio automatico a 9 rapporti e in arrivo c’è la versione ibrida plug-in a gasolio con autonomia in elettrico di 50 km. Prezzi a partire da 42.994 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★




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di Nicola Desiderio

News on the road Nissan Leaf seconda rivoluzione Seconda generazione per l’auto elettrica più venduta al mondo. Lunga 4,49 metri, ha uno stile meno futuristico, è cresciuta nell’abitabilità e ha un bagagliaio da 415 litri. La dotazione di sicurezza comprende il sistema di frenata autonoma, di mantenimento della corsia e il cruise control adattivo con la funzione stop&go, inoltre c’è anche il suono artificiale per avvertire i pedoni fino a 30 km/h e, a richiesta, anche il sistema di parcheggio automatico. Il motore ha 110 kW per prestazioni migliorate (144 km/h, 0-100 km/h in 7,9 s.) e la batteria ha una capacità di 40 kWh per un’autonomia dichiarata di 378 chilometri. Esclusivo il sistema e-pedal che sollevando l’acceleratore non solo permette di regolare la decelerazione, ma anche di arrestare completamente la vettura. Arriveranno anche una versione con una batteria dalla capacità di 60 kWh e un sistema ProPilot più evoluto. Cinque gli allestimenti (Visia Plus, Acenta, Enel Edition, N Connecta e Tekna) a partire da 34.370 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Opel Astra ecco il diesel Euro6d-temp L’Opel Astra inizia l’aggiornamento della propria gamma motori in vista delle normative Euro6d-temp che entreranno in vigore dal mese di settembre del 2019 e che si basano sui nuovi standard WLTP (Worldwide harmonized Light vehicle Test Procedure) i quali prevedono anche le rilevazioni su strada (RDE, Real Driving Emissions). La prima unità a beneficiare degli aggiornamenti è il diesel 1.6 da 136 cv che è stato dotato allo scarico di sistema SCR il quale, grazie all’additivo AdBlue a base di urea, trasforma gli ossidi di azoto (NOx) in acqua e azoto, perfettamente innocui. I nuovi dati di consumo omologati sono di 4,4-4,6 litri/100 km (116-121 g/km di CO2) per la versione con il cambio manuale e di 4,64,9 litri/100 km (122-130 g/km di CO2) con il cambio automatico. Il nuovo motore sarà disponibile dapprima sulla 5 porte, con prezzo a partire da 24.850 euro, e poi sulla Sports Tourer. La gamma prevede unità con potenze da 95 cv a 200 cv, anche a bi-fuel a metano, a partire da 17.650 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Peugeot 508 da berlina a coupé L’ammiraglia del Leone si trasforma da berlina 3 volumi in coupé 5 porte dallo stile aggressivo. Lunga 4,75 metri (-8 cm), offre abitabilità per 5 e ampio bagagliaio (487-1.537 litri). La plancia è del tipo i-Cockpit, con il volante piccolo posizionato al di sotto della strumentazione, interamente digitale, e lo schermo centrale da 10 pollici del sistema infotelematico. La nuova 508 è la prima auto della sua categoria dotata di sistema di visione notturna a raggi infrarossi che si aggiunge agli altri ausili alla guida e al cruise control adattivo con funzione stop&go. La versione Business avrà anche il sedile di guida certificato AGR che migliora la postura. Hanno il cambio automatico a 8 rapporti di serie l’1.6 a benzina da 180 cv e 225 cv (250 km/h, 0-100 km/h in 7,3 s.) e il diesel 2 litri (160 cv o 180 cv) mentre è a richiesta sul diesel 1.5 da 130 cv (3,8 l/100 km, 100 g/km di CO2). È già prenotabile online la versione First Edition. Nel 2019 in arrivo la versione ibrida plug-in. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★


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Seat Ibiza TGI il meglio del metano La piccola spagnola allarga la propria gamma con la versione bi-fuel a metano TGI dotata del motore 3 cilindri mille da 90 cv. Il serbatoio del gas da 13 kg è posizionato sotto il piano di carico, con calo della capacità del bagagliaio da 355 a 262 litri, mentre rimane identico quello della benzina da 40 litri per un’autonomia totale di 1.155 km. Adattate la meccanica e la strumentazione, dotata di indicatori per entrambi i carburanti, mentre la gestione del sistema è automatica. La Seat Ibiza TGI ha il cambio manuale a 5 rapporti, buone prestazioni (177 km/h, 0-100 km/h in 12,1 s.) con un consumo di metano di 4,9 kg/100 km ed emissioni di CO2 pari a 88 g/km, il 17% in meno rispetto alla versione a benzina da 95 cv con un prezzo che parte da 16.050 euro, ovvero 1.650 euro in più. La variante TGI è offerta con tutti gli allestimenti in gamma (Excellence, Style, Business ed FR) che prevede anche unità a benzina e gasolio con potenze da 70 cv fino a 150 cv e prezzi a partire da 13.800 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

SsangYong Rexton fuoristrada vero Seconda generazione per il grande fuoristrada coreano che mantiene inalterate le sue capacità lontano dai nastri d’asfalto, grazie alla struttura con carrozzeria separata dal telaio e alla trazione posteriore o 4x4 inseribile. Il bagagliaio ha una capacità che va da 820 a 1.977 litri ed è disponibile anche la configurazione a 7 posti con climatizzatore posteriore supplementare (1.300 euro). A 5 stelle EuroNCAP la sicurezza che conta su 9 airbag, la frenata autonoma con riconoscimento dei pedoni, la lettura della segnaletica e la sorveglianza dell’angolo cieco. C’è anche il sistema di visione perimetrica a 4 telecamere integrato nel sistema infotelematico con schermo a sfioramento da 9,2 pollici, provvisto anche di Android Auto e Carplay. Il motore è un 2,2 litri a gasolio da 181 cv con cambio manuale o automatico a 7 rapporti. La nuova SsangYong Rexton ha una garanzia di 5 anni o 150.000 chilometri con un listino che prevede 3 allestimenti (Road, Dream e Icon) e parte da 35.400 euro. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Toyota Auris raddoppia l’ibrido Terza generazione per la Toyota Auris che sarà ancora prodotta a Burnaston, nel Regno Unito, e arriverà nei concessionari all’inizio del 2019. Basata sulla nuova piattaforma modulare TNGA, mutuata con la Prius, la C-HR e la prossima RAV-4, la nuova Auris ha uno stile più dinamico e promette più spazio abitabile, migliore guidabilità e maggiore sicurezza, grazie ad una scocca più resistente e ad un baricentro più basso. In attesa di sapere come sono fatti gli interni, si sa che la dotazione di sicurezza sarà allineata alle migliori concorrenti e la gamma motori segnerà l’abbandono definitivo di Toyota per le unità a gasolio. Ci sarà un 1.2 a benzina da 116 cv, anche con cambio automatico CVT di ultima generazione, e due ibridi: uno già conosciuto con motore 1.8 da 122 cv ed un altro nuovo che ha al centro 2 litri da 180 cv e promette prestazioni sportive con consumi comunque molto contenuti grazie ad un rendimento da record (41%). Confermato l’arrivo della variante wagon Touring Sports. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★




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di Gianpiero Bottino

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Milan Design Week automotive C'è chi sostiene che in un'Italia rimasta orfana di grandi rassegne dedicate al mondo delle quattro ruote, l'unico evento in grado di fornire risposte soddisfacenti a chi si interessa alle novità e alle tendenze emergenti nel settore (un ruolo che né il Salone di Torino-Parco Valentino, né il Motor Show di Bologna riescono a interpretare pienamente) sia la Milan Design Week, la settimana del design che ogni anno richiama nel capoluogo lombardo un'autentica invasione di ospiti e di addetti ai lavori provenienti da ogni angolo del mondo. In questo contesto le case automobilistiche si sono ricavate uno spazio importante tra le migliaia di eventi concentrati negli otto distretti “ufficiali”, ma anche diffusi in tutta la città, del Fuorisalone, degna cornice del Salone del Mobile in corso alla Fiera di Rho. Nel corso dell'edizione 2018 conclusa il

L’evento milanese, storicamente nato intorno al Salone del Mobile, si conferma come una vetrina privilegiata per le Case Automobilistiche più attente alle evoluzioni del design e della tecnologia, oltre che una rassegna di eccellenza in campo mondiale. 22 aprile con il solito, sontuoso bilancio (400.000 presenze al Fuorisalone e oltre 300.000 nel quartiere fieristico) le case auto hanno rispettato la tradizione, presentandosi numerose, seppur con differenti modalità di partecipazione. C'è chi, come Mini, ha ignorato il prodotto puntando su una serie di ipotesi abitative “Mini-maliste”, adatte a un ambiente urbano nel quale lo spazio – come prevedono gli studiosi del mondo che verrà – sarà una risorsa sempre più rara e preziosa. C'è anche chi ha scelto la concretezza per mostrare i modelli

più recenti, magari nel ruolo di shuttle per i trasferimenti tra le varie location. Molti, infine, hanno affidato al prodotto il ruolo di “testimonial” dell'evoluzione estetica e tecnologica, spesso illustrata dai top designer dei vari brand convenuti a Milano per spiegare come l'avvicinarsi di una stagione di cambiamenti più rapidi e profondi di quelli che hanno caratterizzato i precedenti cent'anni di storia dell'auto potrà influire sul loro lavoro. Un'evoluzione-rivoluzione di cui si notano già i primi sintomi nella produzione di serie, ma che anticipa i suoi effetti più dirompenti nelle concept car. Entrambe le categorie sono state ampiamente rappresentate alla Settimana milanese, quasi sempre attraverso novità alla prima apparizione italiana, inserite in allestimenti di grande impatto scenico, nei quali la luce ha avuto un ruolo da protagonista. Non a caso, visto che per la maggioranza degli addetti ai lavori sarà proprio l'energia elettrica, di cui la luce è il simbolo, a “traghettare” l'automobile verso la mobilità del futuro.


Carfleet n. 71 luglio 2018

In questo campo non sono mancate le proposte intriganti con le quali i costruttori esprimono la loro vesione dell'auto di domani (e di dopodomani), che sarà connessa, autonoma, condivisa ed elettrica. Caratteristiche di cui dispone Aicon, la visionaria concept car che Audi ha inserito in una spettacolare scenografia – tra giochi d'acqua ed effetti speciali di suoni e luci – realizzata nel raffinato chiostro cinquecentesco dell'ex seminario arcivescovile nel cuore di Milano, ca-

pace da solo di richiamare quasi 80.000 visitatori. Con la filante silhouette di un'elegante coupé a 4 porte in configurazione 2+2 posti, la casa di Ingolstadt anticipa un'auto senza pilota nella quale i sedili anteriori possono modificare la fisionomia in base alle esigenze degli occupanti, assumendo la configurazione più gradita con l'ausilio del Pia, l'assistente personale che, ricorrendo largamente alle tecniche di intelligenza artificiale (il cui acronimo anglosassone Ai si ritrova

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nel nome del prototipo,completato dal “con” che potrebbe significare “connected”), memorizza le preferenze dei passeggeri abituali e vi adegua la configurazione dell'abitacolo, approfittando della grande libertà progettuale concessa dall'assenza di vincoli come il volante e i pedali, destinati a diventare inutili nelle vetture con i requisiti di guida autonoma livello 5. Come la Aicon, che dispone di trazione integrale “intelligente” grazie a quattro motori elettrici, uno per ruota, da 260 kW (353 cv) di potenza complessiva che garantiscono un'autonomia compresa tra 700 e 800 km, mentre al sistema da 800 Volt bastano 30 minuti per rircaricare le batterie all'80%. Una vettura a prova di incidente, grazie al costante scambio di informazioni con l'infrastrut➔ tura e con gli altri veicoli.


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Analoga filosofia, ma guida autonoma “solo” di livello 4, per cui non rinuncia ai comandi tradizionali, ma il volante “affoga” nella plancia quando non serve: è la Renault Symbioz, concept car figlia della “rivoluzione digitale” destinata – come sostiene Laurens Van Den Acker, responsabile design della casa francese – a «stravolgere il mondo stesso dell'auto, proponendo a noi designer del settore sfide impegnative e stimolanti». La concept car francese è un vero salotto su ruote, non solo perché i sedili anteriori possono disporsi in senso contrario alla direzione di marcia favorendo la convivialità tra gli occupanti (spunta persino il tavolino centrale), ma anche perché è concepita come un'estensione dell'abitazione, una stanza aggiuntiva che in caso di emergenza elettrica può restituire alla casa l'energia immagazzinata nelle batterie, ma che ogni mattina si sveglia, pronta ad accompagnare a destinazione – ma non prima

del 2030 – i componenti della famiglia. Accanto a queste prove tecniche di futuro, i visitatori del Fuorisalone milanese hanno potuto constatare che l'elettrificazione rappresenta una realtà ormai acquisita, e che il cammino verso la guida autonoma, per quanto ancora lungo, ha già compiuto passi avanti significativi. La coreana Hyundai, per esempio, ha focalizzato la propria installazione – non a caso battezzata “Energy Zone” - sulla versione a batterie di Kona, ormai in vista del debutto commerciale (previsto in Italia a settembre) come primo “Urban Suv” elettrico ad arrivare sul mercato. Altro Suv, altre dimensioni, ma anch'esso elettrico quello racchiuso in una suggestiva “gabbia” di luci a Led allestita nel Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro, luogo simbolo della cultura milanese. Qui la Jaguar ha svelato al pubblico italiano la I-Pace: trazione integrale, stile accattivante, prestazioni sportive grazie

ai 400 cv e ai 696 Nm di coppia massima, fino a 480 km di autonomia a emissioni zero a un prezzo che parte da poco meno di 80.000 euro. Dal futuro prossimo al presente, dall'elettrico puro all'ibrido nelle sue varie declinazioni, la Milano Design Week non si è fatta mancare nulla. E quando si parla di ibrido, non si può prescindere da Lexus, il marchio di lusso della Toyota che del doppio motore benzina-elettrico ha fatto la propria bandiera tecnologica e che dell'appuntamento milanese è ospite fisso. L'allestimento creato nell'area “Le Cavallerizze” del Museo della Scienza e Tecnologia ha offerto grandi suggestioni: nell'oscurità rischiarata da 12.000 fili illuminati singolarmente, il brand premim giapponese ha mostrato per la prima volta in Italia la sua massima espressione di stile, ingegneria e tecnologia, rappresentata dalla LC, raffinata coupé di lusso 2+2 affiancata dalla LF-1 Limitless, la concept car che prefigura il futuro del marchio, anticipando un nuovo genere di automobile capace di coniugare le tecnologie più evolute con un lusso senza precedenti. Non è stata da meno Audi, che ha svelato in anteprima nazionale la nuova generazione della A6, berlina molto gettonata dalle flotte aziendali che condivide molte soluzioni con l'ammiraglia A8 – prima vettura di serie a portare sul mercato funzioni di guida autonoma di livello 3 – e propone una gamma interamente elettrificata in tecnologia mildhybrid che presenta il vantaggio di incrementare l'efficienza senza appesantire eccessivamente il listino.



Safety

L’azienda va sul sicuro Nel 1982 ha introdotto i corsi di guida sicura in Italia e il suo mantra è “la sicurezza è un equilibrio mentale”. È la sintesi che solo un ex pilota di Formula 1 convertitosi alla formazione e alla psicologia poteva trovare: lui si chiama Siegfried Stohr e ha fondato la scuola “Guidare Pilotare” che dagli inizi degli anni ’90 fa anche corsi dedicati alle aziende. Sono 250mila, delle quali 5mila solo lo scorso anno, le persone che sono passate tra le mani di Siegfried e dei suoi 36 istruttori. Quali sono i corsi fondamentali dedicati alle aziende? Abbiamo diversi programmi di corsi per le aziende per la sicurezza stradale. Il più semplice si chiama “Guida predittiva” e si svolge presso l’azienda dove facciamo prima teoria in aula e poi, a gruppi, gli allievi vanno a fare un percorso stradale dove valutiamo la loro capacità di individuare i rischi potenziali sulla strada e di rapportarsi al traffico e al codice oltre a trattare alcuni aspetti di tecnica di guida basilare. Poi abbiamo i corsi di guida sicura che invece si svolgono presso i centri di guida sicura dove, invece che come evitare i pericoli, insegniamo ad affrontarli. Poi c’è un terzo corso che mette insieme le due

cose e si svolge sempre in un centro di guida sicura: la mattina lavoriamo in strada sulla guida predittiva e il pomeriggio sulla guida sicura. Qual è l’elemento fondamentale che li accomuna? La conoscenza del pericolo e del veicolo. Oggi le auto si evolvono in continuazione ma, molto spesso, quando ti consegnano l’auto nuova, parti senza sapere nulla di lei, invece ci vuole una fase di istruzione per conoscerne tutti i sistemi di sicurezza e sfruttarne al massimo l’efficienza perché le auto tradizionali, ibride o elettriche hanno bisogno di tecniche di guida diverse. L’altro elemento importante è conoscere se stessi. Nessuno sa cosa farà in situazioni di emergenza se non ci si è mai trovato e i corsi servono proprio per fare un’esperienza significativa perché sono le esperienze che cambiano le convinzioni delle persone. Ad esempio, la frenata d’emergenza sul bagnato: farla a 70-75 km/h è ancora facile, se la si fa a 80 km/h si finisce oltre i birilli, dunque 5 km/h all’ora possono fare la differenza tra salvarsi e farsi male, tamponare o non tamponare. Un’esperienza del genere cambia i parametri mentali su fattori che prima erano sottostimati.


di Nicola Desiderio

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I corsi di guida migliorano la sicurezza degli utilizzatori e tutelano di più il patrimonio dell’azienda, a partire dai suoi collaboratori. Ecco perché tutti dovrebbero farli. Ne è convinto Siegfried Stohr che con la sua scuola “Guidare Pilotare” è il pioniere dei corsi di guida sicura in Italia e ha addestrato dal 1982 ad oggi ben 250mila persone. Perché un’azienda dovrebbe scegliere di far fare un corso di guida ai propri dipendenti? Perché i dipendenti sono la prima risorsa di un’azienda. Che cosa è un’azienda senza i propri dipendenti e collaboratori? Quindi tenere alla loro salute e alla loro sicurezza credo che debba essere il primo obiettivo di ogni azienda. Chi sono i clienti azienda tipici? Le aziende petrolifere, che sono abituate a lavorare in condizioni di rischio, per diverse ragioni, e quelle farmaceutiche che, per DNA, sono concentrate su salute e sicurezza. Le multinazionali sono più attente delle piccole e medie

industrie e ci sono aziende che obbligano i propri dipendenti a ripetere i nostri corsi ogni 2-3 anni. Dunque questa sensibilità c’è o va incentivata ulteriormente? No, questa consapevolezza è abbastanza limitata per un fatto culturale: badiamo a tutto quello che riguarda la sicurezza all’interno dell’azienda e invece non ci preoccupiamo di quello che potrebbe succedere ad un dipendente sulla strada. Le morti bianche sono in aumento e fanno notizia, ma se un pulmino di muratori si schianta e ci sono vittime, viene derubricato come incidente stradale, invece erano persone

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che andavano al lavoro. Se includiamo anche l’itinere, le morti sulla strada sono il 55% delle morti sul lavoro. Qual è l’atteggiamento tipico delle aziende che danno in uso l’auto al proprio dipendente? La maggior parte delle aziende normale dice: ti dò la macchina, hai la patente, che problema c’è? In realtà, la legge – il Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81, noto come “Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro”, ndr – prevede che il datore di lavoro faccia informazione, formazione e addestramento per l’utilizzo di qualsiasi macchinario. Secondo me, non considerare l’automobile come un macchinario va contro lo spirito della legge perché l’automobile è il macchinario che tutti usano. Un’azienda inoltre non deve valutare solo i rischi di mercato, ma anche quelli legati alle persone e ai ➔ suoi beni strumentali.


Sempre più aziende mettono a disposizione dei dipendenti parchi in car sharing nel quale i veicoli non sono assegnati in modo fisso. Che cosa cambia? Il rischio. Se io guida un giorno una vettura e un altro giorno un’altra non ho familiarità con quel tipo di vettura, con il suo comportamento su strada, i suoi sistemi di sicurezza, l’ergonomia dei comandi… questo è il primo problema. E poi c’è il fattore manutenzione. Purtroppo, noi siamo abituati a salire in macchina, girare la chiave e partire. Duranti i corsi, diciamo di fare sempre un giro intorno alla vettura, controllare gli pneumatici poiché basta che chi ha preso la macchina il giorno prima abbia urtato con la gomma perché io abbia un rischio. L’unico modo per diminuirlo è avere un rapporto più forte con il mezzo e trattarlo per quello che è: l’auto non è una lavastoviglie, ma qualcosa a cui affidiamo la nostra vita! Il mercato di questo tipo di formazione di corsi di guida è ad alto tasso di professionismo oppure no? È a macchia di leopardo. Ci sono anche corsi che vengono fatti in un piazzale di un supermercato ed è ovvio che c’è differenza con un corso fatto all’interno di una struttura dedicata, ma io non mi lamento, anzi dico meglio poco che niente. Lo stesso discorso vale per le autoscuole: fanno quello che possono, ma

bisognerebbe preparare i ragazzi ad affrontare i pericoli, non solo alla teoria. Quali aziende avrebbero bisogno di un corso di guida? Tutte le aziende i cui dipendenti usano un veicolo aziendale. Se la macchina è uno strumento aziendale che io affido ad un mio dipendente o collaboratore, venditore o rappresentante, è mio dovere per legge insegnargli ad usarlo in sicurezza, senza creare danni a te o agli altri. Ad esempio, penso ad aziende di manutenzione di pale eoliche i cui addetti devono raggiungere luoghi di difficile accesso e hanno dunque bisogno di un corso che preveda anche la guida in fuoristrada. C’è da dire che tutti i dipendenti che si recano al lavoro con un mezzo proprio sono esposti ad un rischio “itinere”. Tu presti sempre molta attenzione ai fattori mentali e psicologici. Quali sono quelli che riguardano il guidatore aziendale e la stessa persona mentre guida invece il proprio mezzo privato? Bella domanda! Il proprietario dell’auto tipico italiano vuole bene alla propria auto. Le auto aziendali invece, non essendo di proprietà, vengono trattate talvolta in modi un po’ più disinvolti che creano situazioni di rischio piccole, ma che possono avere conseguenze gravi. Ci sono poi altri fattori come la fretta, che crea stress e porta a fare scelte che non sono quelle della prudenza.

Esistono diversità di corso che riguardano la guida dei mezzi commerciali leggeri? Sì, c’è una specificità anche se la patente è la stessa. Il mezzo commerciale è ben più pesante e carico dell’auto che si utilizza per tornare poi a casa e questo ha precise conseguenze sugli spazi di frenata, sulla tenuta di strada, sulla stabilità nei cambi di direzione. Noi facciamo provare lo stesso esercizio con un’auto normale e con il commerciale leggero e il messaggio arriva forte e chiaro: adatta la tua guida a seconda del veicolo che hai tra le mani. Quali sono i risultati dei corsi? Se l’esperienza è stata significativa, dopo il corso non si è più gli stessi perché trasmettiamo un approccio e una cultura del veicolo diversi. Sappiamo che i camionisti che hanno fatto i nostri corsi migliorano i consumi in media dell’11%. Inoltre abbiamo interpellato 1.200 nostri ex allievi chiedendo: “quanti incidenti hai avuto un anno prima del corso e quanti un anno dopo” e abbiamo verificato un calo dei sinistri del 36%. Una ricerca compiuta dal Ministero dei Trasporti con l’Università “La Sapienza” ha evidenziato che chi fa i corsi di guida sicura non prende meno multe, ma ha una minore possibilità di incorrere in un incidente perché ha una migliore percezione dei rischi.



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di Nicola Desiderio

Journey

Citroën C3 Aircross

Fantasia al potere La Citroën C3 Aircross è il Suv compatto con il quale la casa francese entra in uno dei segmenti più dinamici del mercato inaugurando un’offensiva che vedrà ulteriori sviluppi. La gamma comprende il diesel 1.6 da 100 cv e motori a benzina 3 cilindri 1.2: dall’aspirato da 82 cv fino a quello turbo ad iniezione diretta da 130 cv, disponibile anche in versione da 110 cv. Noi proviamo quest’ultimo con il cambio automatico nell’allestimento Shine che si situa sopra il Live e il Feel. Il prezzo di listino parte da 15.700 euro. Personalizzazione spinta La nuova Citroën C3 Aircross è lunga 4,15 metri, larga 1,78 e alta 1,65 (compresi i corrimano) con un passo di 2,6 metri, ha dunque le dimensioni ideali per piacere poiché è poco più grande di un’auto di segmento B, ma offre un look fuoristradistico con una posizione di guida rialzata. Lo stile è figlio della C4 Cactus e della C3, in particolare per i fari anteriori sdoppiati e quelli posteriori con firma luminosa tridimensionale, ma qui sono spariti definitivamente gli airbump (le protezioni laterali dotate di cuscinetti ad aria) dando invece ulteriore spazio alla possibilità di personalizzare cromaticamente la vettura grazie a 8 tinte per la carrozzeria, 3 per il tetto bicolore (nero, bianco e rosso) e 4

La casa francese parte dal basso per lanciare la sua offensiva di veicoli a ruote alte dove non era mai stata forte, con un’auto che fa del colore, della praticità e della possibilità i suoi punti forti, come è giusto per una vettura che batte bandiera francese. Offre ampio spazio per passeggeri e bagagli in dimensioni contenute, una sicurezza a 5 stelle EuroNCAP e una gamma motori al passo con i tempi. pack color che interessano gusci retrovisori, barre portatutto, cornici sul paraurti, cerchi e serigrafie sul terzo cristallo. Spazio abbondante e flessibile La C3 Aircross offre ulteriori possibilità di personalizzazione anche per l’abitacolo per il quale sono possibili 6 combinazioni tra cui quella dell’esemplare in prova che presenta rivestimenti misti in tessuto “pied de poule” e pelle color cuoio sui sedili, sui pannelli porta e anche sulla plancia e il volante. La grafica della strumentazione (completa di head-up display) e di tutti gli elementi sulla plancia riprende alcuni particolari esterni mentre al centro c’è lo schermo da 7 pollici del sistema infotelematico che include anche il navigatore con notiziario per il traffico, il sistema di chiamata d’emergenza, la retrocamera, la

radio DAB, tutti i sistemi di specchiamento (Android, Carplay e Mirrorlink) e anche i comandi del climatizzatore bizona, una soluzione che elimina qualche pulsante e manopola, ma non risulta sempre immediata. Sul tunnel c’è anche il vassoio portaoggetti provvisto di prese 12 Volt e USB e del vassoio per la ricarica wireless del cellulare. Comodo il bracciolo retrattile del quale è provvisto il sedile di guida. L’abitacolo dà una sensazione di spazio e luce, ancora più netta con il tetto panoramico apribile. L’abitabilità è ottima e lo spazio posteriore può essere modulato traslando il divanetto e così anche il bagagliaio, che ha pure un doppio fondo regolabile e va da 410 a 510 litri. Abbattendolo si arriva a 1.289 litri e, reclinando in avanti lo schienale del sedile passeggero, si possono caricare oggetti lunghi fino a 2,4 metri. ➔



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La sicurezza è stata già certificata a 5 stelle EuroNCAP grazie ai 6 airbag, agli attacchi Isofix posteriori e ai sistemi di assistenza alla guida che comprendono l’avviso di superamento della linea di carreggiata, per la stanchezza e quello per l’angolo morto. Troviamo inoltre il sistema di lettura dei segnali, la commutazione automatica dei fari e la frenata automatica d’emergenza che funziona fino a 80 km/h e fino a 60 km/h se rileva un pedone. Attenta in discesa La Citroën C3 Aircross è basata sulla piattaforma PF1 di PSA, condivisa con altre vetture del gruppo e ha dotazioni tecniche praticamente standard. La trazione è solo anteriore, ma in opzione è offerto il sistema Grip Control che comprende gli pneumatici M+S e permette di adattare il controllo di trazione a 5 tipi di fondo: Normale, Sabbia, Neve, ESP Off e Fuoristrada che attiva anche il controllo della velocità in discesa utilizzando i freni per non superare i 3 km/h e mantenere il controllo del mezzo anche sui fondi più scivolosi.

La gamma motori comprende il noto diesel 1.6 da 100 cv dotato di filtro SCR per i NOx (4 litri/100 km, pari a 100 g/km di CO2) e un 3 cilindri 1.2 a benzina aspirato da 82 cv o turbo ad iniezione diretta che ha vinto per 4 anni di seguito il titolo di “Motore dell’Anno” nella categoria 1-1,4 litri. Ce n’è una versione da 130 cv (200 km/h, 0-100 km/h in 9,3 s.) e una da 110 cv, l’unica in gamma a poter montare il cambio automatico a 6 rapporti, un’unità a convertitore di coppia a e ingranaggi epicicloidali fornita dalla giapponese Aisin. Abbiamo provato la C3 Aircross proprio in quest’ultima configurazione. Accordo perfetto La Citroën C3 Aircross è un’auto allegra e amichevole sin dal primo impatto perché salire e scendere è agevole. L’avviamento è a chiave e a stupire subito sono la silenziosità e l’assenza di vibrazioni di questo motore che trova nel cambio automatico il suo complemento ideale. Il merito è della coppia di 205 Nm disponibile già a 1.500 giri/min e della dolcezza della trasmis-

sione. Le prestazioni sono buone (183 km/h, 0-100 km/h in 10,6 s.), ma è la souplesse di marcia la nota fondamentale insieme al comfort offerto dalle sospensioni, caratteristiche che ne fanno una buona cittadina, ma anche un’apprezzabile viaggiatrice. Apprezzabile anche la tenuta di strada, la facilità con la quale la francese si fa condurre e infine i freni, sempre all’altezza della situazione. Al momento giusto La Citroën C3 Aircross arriva proprio quando ci voleva, perché il mercato sembra affamato di auto di questo tipo. Il mondo delle flotte e del noleggio, sempre più orientato verso i clienti privati, si sta adeguando di conseguenza, anche in previsione dell’elevato valore residuo di questo tipo di vetture. Oltretutto, questa versione con motore a benzina e con il cambio automatico ha ottime caratteristiche ed è ideale per le grandi città dove l’ingiustificata ostilità verso il gasolio sta spostando il mix di vendite. Per lei dunque pollice in alto, senza dubbio.

Citroën C3 Aircross PureTech 1.2 110 cv EAT6 Shine DATI TECNICI

DATI PER IL FLEET MANAGER

DATI PER IL DRIVER

cilindrata 1.199 cc potenza 110 CV (81 kW) lungh./largh./alt. 4,15 x 1,76 x 1,65 m peso 1.278 kg accelerazione 0-100 km/h 10,6 s. velocità massima 183 km/h trazione anteriore cambio automatico 6 marce

CO2 126 g/km costo di esercizio al km (*) 0,34 euro consumo medio 5,6 l/100 km motori più flottabili: 1.2 110 cv cambio manuale 1.6 HDi 100 cv

sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2017) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 410-520-1289 litri

(*) percorrenza annua 30.000 km



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di Nicola Desiderio

Journey

Renault Koleos

Pensare in grande La Renault Koleos è alla seconda generazione, succede infatti all’omonimo modello che nel 2008 aveva visto l’ingresso della casa francese tra i veicoli a ruota alta e si posiziona al di sopra di Captur e Kadjar. Basata sulla piattaforma modulare CMF dell’alleanza Nissan-Renault, è offerta in configurazione a 5 posti e con due motori diesel: 1.6 da 130 cv e 2 litri da 175 cv con cambio automatico X-Tronic e trazione integrale o anteriore. Proviamo la Koleos con quest’ultima combinazione e nell’allestimento Intens, intermedio tra lo Zen e l’Initiale Paris. È costruita presso lo stabilimento di Busan, in Corea, dalla consociata Samsung Motors e i prezzi partono da 31.150 euro. Aria di casa La nuova Renault Koleos è lunga 4,67 metri, larga 1,84 con un’altezza di 1,68. Dunque ha un’imponenza da vero Suv enfatizzata dalle proporzioni massicce, ma con superfici morbide. La parte più caratterizzante è quella anteriore con la calandra, che al centro si protende verso il basso per dare spazio alla Losanga, e i fari che, così come in altri mo-

Il marchio francese ha la sua ammiraglia tra i veicoli a ruota alta con la seconda generazione del mezzo che anni fa ne aveva decretato il debutto tra i Suv. Cresciuto nelle dimensioni per differenziarsi dalla Kadjar, ha spazio, tutta la sicurezza delle Renault e la tipica interfaccia digitale delle sorelle. Si candida ad essere l’auto aziendale in fringe benefit per i dipendenti con famiglia. delli Renault più recenti, sembrano una sorta di tirabaci formato da Led che fa da luce diurna. Per alleggerirne la silhouette, i parafanghi sono leggermente bombati, c’è una modanatura che corre sotto il brancardo e infine, per diminuire la distanza tra il passaruota anteriore e il cofano, c’è una listello cromato che va dai fari fino ad un piccolo sfogo che si trova sul bordo della portiera. Offre molto, senza esagerare La Renault Koleos ha un abitacolo che ripropone l’impostazione già vista su altri modelli della gamma, dalla Mégane fino alla Espace, passando per la Scénic e la Talisman. La plancia è tutta

digitale, dalla strumentazione fino allo schermo centrale da 8,7 pollici posizionato verticalmente e, proprio per questo, ricorda quello di un tablet o di smartphone replicandone le stesse modalità di utilizzo. A questo proposito, il sistema R-Link2 ha Android Auto e Carplay ed è il vero centro nevralgico della vettura permettendo le regolazioni (in parte) della climatizzazione, la navigazione, i vari sistemi audio e anche di cambiare il colore dell’illuminazione interna della vettura e anche attivare la ventilazione dei sedili. Quest’ultimi possono avere la regolazione elettrica, il rivestimento in tessuto o pelle e sono davvero comodi, grazie all’imbottitura


e ai poggiatesta a libro che sorreggono molto bene la testa, a partire dal collo. Molto ampio l’abitacolo, a richiesta sormontato dal tetto panoramico apribile e avvolto da cristalli oscurati, capienti anche il cassetto portaoggetti (11 litri) e quello sotto il bracciolo (7 litri). Comodo il cassetto con fondo gommato posizionato sul tunnel dove si trovano due maniglie dal sapore offroad. Le portiere offrono un’accessibilità agevole e anche il bagagliaio è a prova di famiglia, con una capacità che parte da 498 litri e arriva a 1.709 litri, grazie ad un comodo sistema di ribaltamento dello schienale 40/60 che permette di ricavare un vano dalla superficie continua. Il portellone è elettrico. Per il parcheggio ci sono i sensori, la retrocamera e il sistema semiautomatico. La sicurezza è a 5 stelle EuroNCAP grazie alle doti della scocca, ai 6 airbag, agli attacchi Isofix posteriori (ben realizzati) e ai sistemi di assistenza presenti come l’allerta per l’angolo morto e il cambio involontario di corsia, la lettura dei segnali e la frenata autonoma. Inoltre ci sono i fari a Led ad orientamento dinamico con commutazione automatica degli abbaglianti. ➔


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Due diesel e due cambi La Koleos è basata sulla piattaforma modulare CMF dell’alleanza Nissan-Renault utilizzata, oltre che da altre Renault, anche da auto giapponesi come la Qashqai. I motori sono alquanto noti e sono tutti 4 cilindri a gasolio con distribuzione 16 valvole e turbo a geometria variabile. Alla base c’è l’1.6 da 130 cv, con 320 Nm di coppia tra 1.750 e 2.250 giri/min e cambio manuale a 6 rapporti, e poi c’è il 2 litri da 175 cv che ha l’alimentazione common rail a 1.600 bar con iniettori piezoelettrici che eroga 175 cv e una coppia di ben 380 Nm tra i 2.000 e 3.000 giri/min. L’unica trasmissione disponibile in questo caso è automatica a variazione continua di rapporto con possibilità di utilizzo sequenziale a 7 marce. Con questo motore è disponibile anche la trazione integrale che permette la possibilità di marciare con la sola trazione anteriore, integrale con ripartizione variabile della coppia o

bloccando il giunto centrale fino a 40 km/h, per facilitare la motricità a bassa velocità sui fondi più scivolosi. A questo proposito, la Koleos ha un’altezza libera da terra di 21 cm, con un angolo di attacco di 26 gradi e 19 gradi in uscita. Comoda per la famiglia La Koleos nasce per offrire comfort e ci riesce grazie a sospensioni efficaci e ad un buona silenziosità del motore. Il 4 cilindri spinge bene, senza picchi particolari, e anche il cambio CVT ha un effetto di slittamento contenuto “allisciando” l’erogazione e assecondando uno stile di guida rilassato, con effetti positivi sul benessere di guida e sui consumi (5,5 litri/100 km). Anche le prestazioni sono buone (196 km/h, 0-100 km/h in 9,3 secondi) e, quando serve, la riserva di potenza c’è sempre accompagnata da una buona propensione all’allungo. Il comportamento stradale è di facile gestione e i freni appaiono

resistenti, anche se il pedale non offre una buona modulabilità. Un identikit preciso Il mercato si sta orientando sempre di più verso i veicoli a ruota alta, secondo due direttrici: quella dallo stile e dal carattere più dinamico e quella invece che si affida a forme più imponenti e caratteristiche più famigliari. È quest’ultimo il caso della Koleos che non sarà filante come una Captur, ma dentro offre parecchio spazio e sa viaggiare in modo confortevole e sicuro con costi di acquisto e gestione interessanti. Dunque veri e propri Suv da famiglia che stanno sostituendo le station wagon, anche all’interno delle flotte dove c’è l’esigenza di fornire all’utilizzatore un fringe benefit che offra un elevato controvalore tra costi, spazio e contenuti. La Koleos risponde a pieno a questo identikit e ha tutte le doti per adempiere alla propria missione.

RENAULT KOLEOS 2.0 dCi 175 X-Tronic DATI TECNICI

DATI PER IL FLEET MANAGER

DATI PER IL DRIVER

cilindrata 1.995 cc potenza 175 CV (130 kW) lungh./largh./alt. 4,67 x 1,84 x 1,68 m peso 1.660 kg accelerazione 0-100 km/h 9,3 s. velocità massima 196 km/h trazione anteriore cambio automatico a variazione continua di rapporto

CO2 146 g/km costo di esercizio al km (*) 0,45 euro consumo medio 5,5 l/100 km motori più flottabili: 1.6 dCi 130 CV

sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2017) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 498-1.706 litri

(*) percorrenza annua 30.000 km



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di Marco Di Pietro

Mercato

Continua l’offensiva dei Suv e Crossover spopolano sempre più, particolarmente nelle flotte aziendali. I motivi del successo sono molteplici. Gli automobilisti italiani, così come quelli di tutta Europa, tranne rare eccezioni (soprattutto nell’Est) amano l’assetto di guida alto, che garantisce migliore visibilità su quello che succede in strada, adorano lo stile ricercato e originale, privilegiano la versatilità di questi veicoli. E, soprattutto, sono attirati dal markup modesto di prezzo di questa tipologia di vetture rispetto agli omologhi segmenti di mercato tradizionali (attorno al 10%). Tra l’altro le differenze di listino sono quasi del tutto annullate dalle campagne promozionali degli OEM e delle reti di vendita e, in ottica flotte, ulteriormente competitive grazie al valore residuo maggiore. Un usato che vale Le quotazioni dell’usato dei Suv sono più alte di circa 5 punti percentuali: di

Suv

Ormai rappresentano più di un terzo del mercato e spopolano tra le flotte aziendali. I motivi del successo, le prospettive future, i numeri veri del mercato business. conseguenza la rata del noleggio è simile o addirittura inferiore. Questa tipologia di vetture è sempre più diffusa numericamente nei listini delle Case, proprio perché i clienti mostrano una propensione all’acquisto sempre maggiore. Lo si evince dai numeri del mercato: cinque anni fa, le Suv costituivano meno dell’8% delle vendite e le Crossover praticamente ancora da inventare. Oggi, secondo l’analisi che Dataforce ha realizzato, le immatricolazioni di Suv e Crossover sfiorano il 35% dell’intero mercato. Come a dire che oltre una vettura su tre appartiene a questo tipo di carrozzeria. Più o meno simile è la quota di mercato se si restringe l’analisi alle “True Fleets” (cioè le immatricolazioni

aziendali destinate a un cliente effettivo, vale a dire le intestazioni dirette alle aziende sommate a quelle del noleggio a lungo termine, escludendo dunque le auto-immatricolazioni delle Case automobilistiche, dei dealer e i noleggi a breve termine): il 31,56% delle consegne è costituito da Suv e Crossover. Ma non va dimenticato che una fetta consistente del mercato business (il 53%) è costituito da auto di pool, generalmente utilizzate per servizi d’assistenza e manutenzione, che appartengono ai segmenti “bassi” (A, B e C) e che le grandi flotte delle Utility sono in gran parte costituite da queste vetture oppure da Light Commercial Vehicles fino a 3,5 ton di peso.


LA TOP TEN DEI SUV NEL MERCATO DELLE FLOTTE AZIENDALI Top 10 per segmento True Fleets Gennaio-Aprile 2018 B-SUV

GEN-APR 2017

DIFFERENZA

DIFF. %

Market Share 2018

Diff. MS 2018/2017

1

FIAT 500X

5.407

4.029

1.378

34,20%

42,46%

2,48%

2

OPEL MOKKA

1.218

1.019

199

19,53%

9,57%

-0,55%

3

AUDI Q2

1.021

802

219

27,31%

8,02%

0,06%

4

RENAULT CAPTUR

747

782

-35

-4,48%

5,87%

-1,89%

5

MINI COUNTRYMAN

731

465

266

57,20%

5,74%

1,13%

6

CITROEN C4 CACTUS

580

487

93

19,10%

4,56%

-0,28%

7

PEUGEOT 2008

578

666

-88

-13,21%

4,54%

-2,07%

8

CITROEN C3 AIRCROSS

543

0

543

-

4,26%

4,26%

9

FORD ECOSPORT

398

715

-317

-44,34%

3,13%

-3,97%

10

DACIA DUSTER

Tot. B-SUV C-SUV

GEN-APR 2018

346

318

28

8,81%

2,72%

-0,44%

12.733

10.076

2.657

26,37%

-

-

1

NISSAN QASHQAI

3.817

2.410

1.407

58,38%

17,65%

-1,58%

2

JEEP COMPASS

3.729

0

3.729

-

17,24%

17,24%

3

JEEP RENEGADE

2.357

2.369

-12

-0,51%

10,90%

-8,00%

4

PEUGEOT 3008

2.260

737

1.523

206,65%

10,45%

4,57%

5

BMW X1

1.732

1.779

-47

-2,64%

8,01%

-6,18%

6

TOYOTA C-HR

1.268

681

587

86,20%

5,86%

0,43%

7

LAND ROVER RANGE ROVER EVOQUE

1.260

1.330

-70

-5,26%

5,83%

-4,78%

8

MERCEDES GLA CLASS

1.110

735

375

51,02%

5,13%

-0,73%

9

AUDI Q3

1.022

1.039

-17

-1,64%

4,73%

-3,56%

10

VW T-ROC

2,63%

569

0

569

-

2,63%

21.626

12.534

9.092

72,54%

-

-

ALFA ROMEO STELVIO

3.404

348

3.056

878,16%

15,24%

13,17%

2

VW TIGUAN

2.672

2.589

83

3,21%

11,96%

-3,42%

3

FORD KUGA

2.170

1.027

1.143

111,30%

9,72%

3,61%

4

MERCEDES GLC, GLK CLASS

1.547

1.500

47

3,13%

6,93%

-1,99%

5

AUDI Q5

1.425

407

1.018

250,12%

6,38%

3,96%

6

VOLVO XC60

809

415

394

94,94%

3,62%

1,16%

7

LAND ROVER RANGE ROVER VELAR

755

0

755

-

3,38%

3,38%

8

LAND ROVER DISCOVERY SPORT

711

858

-147

-17,13%

3,18%

-1,92%

9

BMW X3

664

688

-24

-3,49%

2,97%

-1,12%

10

PEUGEOT 5008

658

31

627

2022,58%

2,95%

2,76%

22.336

16.829

5.507

32,72%

-

-

179.590

165.210

14.380

8,70%

-

-

Tot. C-SUV D/E-SUV 1

Tot. D/E-SUV Totale Mercato Italia True Fleets

Elaborazione Dataforce su fonte Ministero Infrastrutture e Trasporti e ACI

Obiettivo 2018 : oltre 150.000 Suv business Suv e Crossover derivano da quattro segmenti tradizionali: il B (le “utilitarie”), il C (le “compatte”), il D-E (“medie” e “medie-superiori”) e F (auto grandi e di categoria superiore). Complessivamente le immatricolazioni di Suv e Crossover “True Fleets” sono state, da gennaio ad aprile di quest’anno, 56.695 unità, mentre nello stesso periodo del 2017 furono soltanto 39.439. L’aumento è stato dunque di oltre il 30%, a fronte di un mercato business che è cresciuto soltanto dell’8,7% e rispetto al mercato nel suo complesso che è praticamente stabile rispetto allo scorso anno (+0,32%). Nell’analisi si evidenzia che a crescere di più è stato il segmento C-Suv:

+72,54%, seguito dal D-E Suv (+32,72%) e dal B-Suv (+26,37%). Queste differenze hanno una spiegazione: il B-Suv è ormai consolidato, in gran parte si tratta di mercato di sostituzione, ossia gli utenti business di questo segmento in gran parte sono ormai alla prima o seconda sostituzione di una vettura di tipologia analoga, mentre i C-Suv rappresentano nelle flotte ancora un mercato “di conquista”, facilitata dall’ingresso in campo di un numero di modelli nuovi sempre maggiore e di nuovi player (il tipico esempio è l’Alfa Romeo Stelvio, che sta riscontrando un successo straordinario tra la clientela Businness: è infatti il Suv più venduto della categoria, e quest’anno ha distanziato di parecchio la precedente leader del segmento, la Volkswagen Tiguan).

La Suv/Crossover più venduta tra le flotte aziendali è la Fiat 500 X (oltre 5.400 unità nei primi 4 mesi di quest’anno), seguita dalla Nissan Qashqai, che però nel 2018 è insidiata dalla nuova Jeep Compass (un’auto “trasversale”, nel senso che vende molto bene anche tra i Privati). Quarta assoluta è la già citata, e sorprendente, Alfa Romeo Stelvio. Nel mercato business, i volumi di vendita delle D-E Suv si equivalgono a quelli del C-Suv (con una leggera prevalenza del primo), mentre il B-Suv vale la metà degli altri due. Questa è la differenza sostanziale tra il mercato flotte e quello retail, dove i BSuv occupano una market share del 14%, a fronte del 12% del C-Suv e del quasi 9% del D-E Suv. ➔


COME CAMBIANO LE QUOTE DEI SEGMENTI IN ITALIA SEGMENTO VEICOLI

GEN-APR 2018

GEN-APR 2017

DIFFERENZA

DIFF. %

Market Share 2018

Diff. MS 2018/2017

SEGMENTO A

118.024

136.279

-18.255

-13,40%

14,75%

-2,34%

SEGMENTO B

200.863

225.782

-24.919

-11,04%

25,10%

-3,20%

SEGM. B-SUV

110.322

86.834

23.488

27,05%

13,79%

2,90%

SEGMENTO C

107.800

120.834

-13.034

-10,79%

13,47%

-1,68%

SEGM. C-SUV

96.436

64.412

32.024

49,72%

12,05%

3,98%

SEGMENTO D-E

34.042

35.912

-1.870

-5,21%

4,25%

-0,25%

SEGM. D-E SUV

69.235

63.040

6.195

9,83%

8,65%

0,75%

SEGMENTO F

691

621

70

11,27%

0,09%

0,01%

SEGM. F-SUV

186

288

-102

-35,42%

0,02%

-0,01%

SEGM. COUPE-SPIDER VEICOLI COMM. LEGGERI TOTALE IMMATRICOLAZIONI

3.215

3.509

-294

-8,38%

0,40%

-0,04%

59.468

60.195

-727

-1,21%

7,43%

-0,12%

800.282

797.706

2.576

0,32%

100,00%

-

Elaborazione Dataforce su fonte Ministero Infrastrutture e Trasporti e ACI

Piacciono gli inediti Tra i modelli in forte ascesa, oltre alla Fiat 500 X (+34,2% quest’anno), l’Audi Q2 (+27,3%), la Mini Countryman (+ 57,2%), la Nissan Qashqai (+58,4%), la Peugeot 3008 (che addirittura ha triplicato le immatricolazioni), la Toyota C-HR (+86,2%), la Mercedes GLA (+51%), la Ford Kuga (che ha raddoppiato le vendite), l’Audi Q5 (+250%), la Volvo XC60 (+95%). Sono però le novità ad attirare maggiormente l’utenza business, perché i

Suv/Crossover sono le predilette degli user-chooser, clienti notoriamente sensibili ai modelli cool: chiari esempi sono la Volkswagen T-Roc, la Citroën C3 Aircross, la Jeep Compass, la Peugeot 5008 e la Range Rover Velar. Per dare un’idea di quanto la clientela business rappresenti una fetta vitale per i costruttori premium, basta visualizzare i numeri della Velar: nei primi quattro mesi del 2018 ne sono state immatricolate all’utenza fleet addirittura qual-

cuna in più rispetto alla Renault Captur, un’auto che costa meno di un terzo! Nel corso dell’anno, ancora molte novità saranno in arrivo o in scadenza di consegna: dalle Citroën C4 Cactus aggiornata e C5 Aircross, la Honda CR-V restyling (che abbandonerà il diesel a favore dell’ibrido), l’aggiornamento della Jeep Cherokee, la nuova Jeep Wrangler, la BMW X2, la Volvo XC40, la terza generazione della Volkswagen Touareg, la Classe G di Mercedes che, per la prima volta dal 1979, subisce un aggiornamento consistente, le versioni “rialzate” della Ford Fiesta (chiamate Active), il restyling della Fiat 500X (in estate), la Mahindra Kuv100, Suzuki nuova Jimny, Opel Granland X. Cui si aggiungerà l’offensiva commerciale dei coreani: Hyundai Kona, nuova Santa Fe e Kia Stonic. Ma anche quella di Seat con l’Arona.



58 Carfleet n. 71 luglio 2018

di Francesca Carli

Nature

Viaggi d'estate La Wild Atlantic Way, in Irlanda

Le strade più belle d’Europa (e d’Italia) per una perfetta vacanza on the road L’Europa è lo scenario perfetto in cui programmare una vacanza in auto (o in moto): con l’incredibile varietà di scorci e paesaggi che si susseguono, il viaggio diventa la meta stessa, un tragitto di scoperta tra natura, arte e cultura. Anche se ogni angolo del nostro Continente riserva sorprese ai viaggiatori che scelgono di esplorarlo on the road, ci sono strade che più di altre sanno lasciare davvero senza fiato. La natura epica dell’Europa del Nord Il Nord Europa regala incantevoli percorsi nella natura: lungo i 1339 chilometri della Route 1 islandese, per esempio, si susseguono prati brulli, verdi montagne, fiordi, cascate, geiser, vulcani e caratteristici villaggi. Un paesaggio selvaggio, reso ancora più speciale dai frequenti incontri che avvengono con renne, cavalli e mucche. Anche la verde Irlanda regala emozioni on the road, con la WAW (The Wild Atlantic Way), il più lungo itinerario costiero del Paese: scogliere altissime, incredibili baie e spiagge nascoste rendono questo itinerario un tuffo nell’Irlanda più autentica. La simpatia e l’accoglienza tipica della gente del posto sono un piacevole valore aggiunto. Nella zona dei fiordi settentrionali, in Norvegia, si trova invece la mitica strada dei troll: la Trollstigen venne ultimata nel 1936 e da alcuni anni è stata di-

C’è quella “dei troll” in Norvegia, la romantica tedesca che conduce lungo un paesaggio da fiaba e quella dichiarata Patrimonio Mondiale dall'UNESCO, orgoglio tutto italiano: quali sono le strade mozzafiato da percorrere alla scoperta del Vecchio Continente, per vacanze “on the road” indimenticabili? chiarata Strada Turistica Nazionale. Il percorso ideale per chi vuole provare l’esperienza di arrampicarsi sulle quattro ruote lungo una parete di roccia verticale in ben undici tornanti con una pendenza del dodici per cento! Un viaggio da togliere il fiato, al cospetto di una natura potentissima, con imponenti cascate che si gettano a capofitto lungo la parete rocciosa, proprio vicino al transito delle auto. Francia, Austria, Germania: in viaggio tra le emozioni La Francia regala agli amanti dei viaggi su strada uno spettacolare canyon tra le Alpi dell'Alta Provenza: les Gorges du Verdon. I ventuno chilometri di canyon - creato nei millenni dall’erosione del fiume Verdon, da Castellane fino al lago di Sainte Croix - con le loro gole profonde fino a settecento metri non hanno nulla da invidiare ai più famosi made in USA. Quarantasette chilometri per trentasei curve, fino a 2504 metri di

altezza: ecco i numeri della Großglockner Hochakpenstrasse austriaca. Questa strada, aperta nel 1935, parte da Bruck im Salzach e arriva a Heiligenblut am Großglockner, snodandosi in una gimcana lungo il Parco Nazionale degli Alti Tauri. Spesso è scenario di gare ciclistiche (compreso il Giro d’Italia), quindi prima di programmare un viaggio è bene informarsi in merito all’accesso. Chi alle altezze mozzafiato preferisce immergersi in un paesaggio che sembra uscito dalle pagine di un libro di fiabe, rimarrà incantato dalla Romantische Strasse: questa strada tedesca, che congiunge per 266 chilometri Würzburg a Füssen, venne progettata dopo il buio periodo della Seconda Guerra mondiale per unire i variegati paesaggi di Baviera e Baden-Württemberg. Città murate, castelli, palazzi dal fascino aristocratico, sontuose montagne e dolci colline… la Strada Romantica mantiene ciò che il suo nome promette: un viaggio che fa innamorare. ➔


La Romantische Strasse, in Germania

La Strada della Forra, in Italia

La Costiera Amalfitana, in Italia


Le Gorges du Verdon, in Francia

Le nostre montagne Montagna, collina, mare: la fortuna di essere italiani è poter godere di paesaggi diversi e ugualmente incantevoli a pochi passi da casa. Dal nord al sud, il Bel Paese è ricco di percorsi da scoprire on the road. Gli amanti dell’alta quota, per esempio, apprezzeranno il Passo dello Stelvio, costruito nell'Ottocento per volontà dell'imperatore Francesco I d'Austria: è il valico automobilistico più alto d'Italia (2758 metri di altezza). Trentasei tornanti se si proviene dal versante lombardo, quarantotto se si parte da quello altoatesino. E, tutto intorno, un paesaggio da rimanere a bocca aperta. Altrettanto incredibile è lo scenario della Grande Strada delle Dolomiti, che percorre il Trentino-Alto Adige e giunge in Veneto: realizzata nel 1909 per scopi bellici, oggi è diventata una delle strade più belle e famose del nostro Paese. In Lombardia, invece, in poco meno di sei chilometri troneggia quella che Win-

ston Churchill definì “l’ottava meraviglia del mondo”, ovvero la Strada della Forra che unisce il borgo di Tremosine con la strada costiera del lago di Garda. Gole, piccole gallerie, pareti di roccia e l’incantevole corso del torrente Brasa: grazie al suo fascino unico, questa strada, nel 2008, ha fatto da sfondo per le riprese del film di James Bond Quantum of Solace. Dolci colline italiane Regina incontrastata delle nostre colline è, senza dubbio, la Toscana. E la Strada Panoramica delle Crete Senesi ne rappresenta la quintessenza: un percorso che parte a sud est di Siena e continua lungo la via Lauretana. Si viaggia tra scenografiche file di cipressi, verso il Castello di Leonia e il borgo di Mucigliani, in un paesaggio da cartolina. La Spoleto-Norcia accompagna invece i viaggiatori lungo le dolci colline umbre, la Valnerina con i suoi caratteristici borghi di pietra, l’altopiano nor-

cino dove fermarsi ad assaporare le prelibatezze gastronomiche locali per giungere poi alla salita al Passo di Gualdo. Non una semplice strada, una dichiarazione d’amore per l’Umbria. Mare made in Italy Partendo da nord impossibile non nominare la litoranea delle Cinque Terre, in Liguria. Corniglia, Vernazza, Riomaggiore, Manarola, Monterosso e Levanto: la strada unisce alcune delle gemme più preziose delle coste italiane, tra rocce a strapiombo su un mare cristallino, circondate dal verde acceso della vegetazione mediterranea. Venire qui significa scoprire, con un tuffo al cuore, dove la terra si fonde con il mare. Impossibile poi non citare la Strada Statale 163 della Costiera Amalfitana, che si affaccia sul Golfo di Salerno ed è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell'UNESCO. Con i suoi cinquanta chilometri di curve e tornanti, collega tutte le località della costiera. Un sogno da percorrere almeno una volta nella vita.



62 Carfleet n. 71 luglio 2018

di Mauro Manzoni

La corsa dei numeri La struttura del Mercato Italia Mercato dell’auto che nel mese di maggio non ha superato le 200.000 autovetture, quindi in flessione del 2,8% rispetto allo stesso mese del 2017, che aveva riportato i volumi sopra questa soglia dopo ben 9 anni. Questo risultato porta il cumulato dall’inizio dell’anno in territorio leggermente negativo. Il singolo mese si chiude con una nota positiva per il canale dei privati, a fronte di un leggero calo del noleggio, e di una flessione più marcata delle immatricolazioni a società. Questa performance risulta particolarmente impattata dal forte decremento delle autoimmatricolazioni rispetto a maggio 2017, e comunque risulta ancora in attivo nel consolidato dei 5 mesi. Nel complesso, il mix dei canali di vendita continua a cambiare, spostando ancora volumi di immatricolato dai privati ai noleggi ed alle società. Mercato Italia

elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE MAGGIO

GENNAIO-MAGGIO VAR. %

UTILIZZATORE

Privati

2018

2017

112.731

112.074

QUOTE % MAGGIO

QUOTE % GEN-MAG

VAR. % 2018

2017

0,6

507.959

540.389

2018

2017

2018

2017

-6,0

56,3

54,4

53,4

56,6

Noleggio

50.978

51.961

-1,9

258.310

236.936

9,0

25,5

25,2

27,1

24,8

Società

36.448

41.943

-13,1

185.465

177.278

4,6

18,2

20,4

19,5

18,6

Totale

200.157

205.978

-2,8

951.734

954.603

-0,3

Mercato per alimentazione Nella suddivisione del mercato per alimentazione, vistoso il calo del diesel nel mese in questione, dovuto principalmente al canale privato, come pure del Gpl. In aumento la quota dei veicoli a trazione ibrida con una variazione che supera il 30% e quella delle vetture a benzina che nel consolidato da gennaio incrementa la propria quota nel mix. Quanto all’elettrico, spicca nel mese il risultato che sfiora il +300%, portando il totale dei veicoli completamente green a circa 1.800. Sommando questa performance con l’immatricolato delle vetture ibride plug-in, si può notare come da gennaio a maggio 2018 siano stati 3.200 i veicoli comunque dotati di una batteria e quindi di una “presa di ricarica”. Una nicchia di mercato che inizia a farsi strada.

Mercato Italia Alimentazione

elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE

MAGGIO '17 ALIMENTAZIONE

GENNAIO-MAGGIO VAR. %

QUOTE % MAGGIO

QUOTE % GEN-MAG

VAR. %

2018

2017

2018

2017

Diesel

103.427

115.027

-10,1

515.005

537.411

Benzina

70.508

68.409

3,1

319.537

315.317

Gpl

2018

2017

2018

2017

-4,2

51,7

1,3

35,2

55,8

54,1

56,3

33,2

33,6

33

12.366

12.820

-3,5

57.319

59.520

-3,7

6,2

6,2

6,0

6,2

Ibride

7.756

6.909

12,3

36.415

27.631

31,8

3,9

3,4

3,8

2,9

ibride elettriche

7.449

6.687

11,4

35.003

26.717

31,0

3,7

3,2

3,7

2,8

307

222

38,3

1.412

914

54,5

0,2

0,2

0,1

0,1

5.506

2.664

106,7

21.664

13.914

55,7

2,8

1,3

2,3

1,5

594

149

298,7

1.794

810

121,5

0,3

0,1

0,2

0,1

200.157

205.978

-2,8

951.734

954.603

-0,3

ibride elettriche plug-in

Metano Elettriche Totale

Emissioni Confermando la tendenza in atto dalla fine dello scorso anno, anche maggio il bimestre si chiude con un leggero aumento della media ponderata di emissioni CO2, mantenendo il dato dall’inizio dell’anno a 112,8. La diversa composizione del venduto in termini di segmenti e carrozzerie, non viene ancora debitamente compensata dalle immatricolazioni dei veicoli più green. E’ quindi necessario continuare a favorire politiche di svecchiamento del parco e di messa in circolazione di autovetture più virtuose, con un principio di neutralità tecnologica. Mercato Italia Emissioni

elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE MAGGIO

GENNAIO-FEBBRAIO

EMISSIONI CO2 (G/KM)

Media ponderata

VAR. % 2018

2017

112,7

112,4

0,3

VAR. % 2018

2017

112,8

112,1

0,6


Carfleet n. 71 luglio 2018

63

Le quote del noleggio Leggera flessione del noleggio in generale, con un più marcato decremento nel breve termine, che comunque comporta nel periodo in esame gennaio –maggio un consistente +9% per questa formula di immatricolazione ed utilizzo delle autovetture. Da questo numero UNRAE ci permette di scomporre anche il dato dei veicoli indicati come *altri noleggi, risultante dalle immatricolazioni ad uso noleggio dei concessionari e delle case auto. Più di 250.000 le vetture a noleggio, superando quota del 27% sul totale delle immatricolazioni. Probabilmente è ancora presto per valutare l’impatto dei nuovi prodotti per i privati, ma sicuramente i risultati positivi non tarderanno a far sentire il loro peso.

Mercato Italia quote noleggio

elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE

MAGGIO '17 UTILIZZATORE

Noleggio

GENNAIO-MAGGIO

QUOTE % MAGGIO

VAR. % 2018

2017

50.978

51.961

-1,9

QUOTE % GEN-MAG

VAR. % 2018

2017

258.310

236.936

9,0

2018

2017

2018

2017

25,5

25,2

27,1

24,8

breve termine

17.356

20.551

-15,5

99.460

103.328

-3,7

8,7

10

10,5

10,8

lungo termine

27.859

29.222

-4,7

137.375

123.459

11,3

13,9

14,2

14,4

12,9

altri noleggi*

5.763

2.188

163,4

21.475

10.149

111,6

2,9

1,1

2,3

1,1

Immatricolazioni di vetture a noleggio per alimentazione Pubblichiamo da questo numero i dati dell’immatricolato uso noleggio per alimentazione, in ragione del diverso mix che si riscontra rispetto ai dati di vendita generali. Nel noleggio infatti il diesel non solo non perde quota ma anzi guadagna sia in termini percentuali che assoluti, confermandosi ancora come una buona scelta per le flotte aziendali. Numeri diversi ma stesso impatto percentuale sul segmento di riferimento per benzina ed ibride, mentre il 49% dell’immatricolato uso noleggio dei veicoli elettrici indica come questi siano ancora quasi esclusivamente scelti da aziende per le proprie flotte. Immatricolazioni di autovetture a noleggio per alimentazione ALIMENTAZIONE

elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE

GEN-MAG 2018

%

QUOTA PERCENTUALE SUL MERCATO*

GEN-MAG 2017

%

VAR. % 2018-2017

Diesel

179.673

69,6

34,9

159.953

67,5

12,3

Benzina

-6,4

64.543

25

20,2

68.982

29,1

Ibride

7.381

2,9

20,3

4.264

1,8

73,1

Gpl

4.117

1,6

7,2

2.223

0,9

85,2

Metano

1.712

0,7

7,9

1.227

0,5

39,5

Elettriche

884

0,3

49,3

287

0,1

208

258.310

100

*MERCATO TOTALE PER ALIMENTAZIONE

236.936

100

9

Totale

Immatricolazioni di vetture a noleggio - Top 10 Nel ranking Top 10 dei veicoli immatricolati a noleggio troviamo sempre 5 veicoli Fiat del gruppo FCA nei primi posti, sempre con Panda, tipo e 3 versioni della 500, ma il quadro si anima con il salto in avanti di Fiesta, Golf e C3, e si amplia con l’inserimento della Nissan Qashqai per l’uscita dai primi 10 della Lancia Ypsilon. Immatricolazioni di autovetture e fuoristrada intestate a società uso noleggio - TOP 10 N.

MARCA

MODELLO

N.

elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE

GEN-MAG 2018

PESO %

MARCA

GEN-MAG 2017

PESO %

16.942

19,96

1

FIAT

PANDA

MODELLO

18.565

22,45

1

FIAT

PANDA

2

FIAT

TIPO

10.242

12,07

2

FIAT

500

12.744

15,41

3

FIAT

500

10.030

11,82

3

FIAT

TIPO

9.815

11,87

4

FIAT

500X

8.663

10,21

4

FIAT

500L

8.361

10,11

5

FIAT

500L

7.379

8,69

5

FIAT

500X

6.921

8,37

6

FORD

FIESTA

6.937

8,17

6

LANCIA

YPSILON

5.669

6,86

7

CITROEN

C3

6.434

7,58

7

RENAULT

CLIO

5.341

6,46

8

VOLKSWAGEN GOLF

6.287

7,41

8

CITROEN

C3

5.223

6,32

9

RENAULT

CLIO

6.231

7,34

9

FORD

FIESTA

5.130

6,20

10

NISSAN

QASHQAI

5.726

6,75

10

VOLKSWAGEN GOLF

4.911

5,94

84.871

100,00

82.680

100

Totale

Totale


64 Carfleet n. 71 luglio 2018

di Valentina Carrabino

What’s next? VERGINE 24 ago - 22 set

IL FAVORITO

Il quadro astrale delle prossime settimane ti vedrà estremamente severo e rigido nelle tue posizioni. Se fino ad ora hai lasciato in sospeso alcune aree di insoddisfazione, non è più tempo di far finta di niente. Sarai determinato a risolvere ogni punto oscuro e saprai sempre come comportarti.

Oroscopo luglio-settembre 2018

ARIETE 21 mar - 20 apr

TORO 21 apr - 20 mag

GEMELLI 21 mag - 21 giu

Il trimestre si apre con una predisposizione eccezionale alla trasparenza nei rapporti; come la normativa sulla regolamentazione della protezione dei dati, anche la vostra vita privata procede verso una totale chiarezza e schiettezza.

Le intenzioni di ravvivare i vostri piani per il futuro restringendo il campo sono pienamente in linea con i tempi attuali. Non aggiornerai solo i cookies ma sarai pronto a disattivare le relazioni ormai stanche per riattivare e valorizzare quelle che ritieni importanti.

Sei in una fase di revisione di quanto hai realizzato finora. Amico Gemelli, in questi mesi più che mai difenderai l’importanza della raccolta di alcune informazioni per poter migliorare costantemente la qualità delle prestazioni. Saprete sicuramente sfruttare questo momento.

CANCRO 22 giu - 22 lug

LEONE 23 lug - 23 ago

VERGINE 24 ago - 22 set

Vuoi avere tutto e subito. Per te, amico cancerino, questo trimestre sarà caratterizzato dalla forte necessità di accessibilità a qualunque informazione. Non siete disposti ad accettare lungaggini o complicazioni. La semplicità sarà la vostra compagna prediletta.

Continuano a dirvi che le informazioni delicate, sensibili e personali, devono essere custodite con sicurezza e utilizzate esclusivamente per adattare prodotti e servizi alle esigenze specifiche di ciascuno. Ma nel vostro caso non fa differenza perché per voi che amate apparire ad ogni costo non serve.

BILANCIA 23 set - 22 ott

SCORPIONE 23 ott - 22 nov

SAGITTARIO 23 nov - 21 dic

Quando eri piccolo ti lamentavi perché eri incompreso. Da adolescente hai fatto di tutto per emergere, raccontando a chiunque le tue cose più personali. Oggi che sei adulto continui a sorprenderti ogni volta che ricevi una proposta commerciale legata a qualcosa che effettivamente desideravi.

Non occorre scandalizzarti. Che sarà mai se le tue preferenze possono essere tracciate? L’importante per te resta sempre la possibilità di avvalerti della possibilità di scegliere. Ci sono cose che vuoi condividere e altre che preferisci tenere solo per te.

E’ vero non sei abituato a farlo, amico Sagittario, ma in questi mesi scoprirai quanto possa essere appagante prendersi cura degli altri. Piccoli dettagli, grande attenzione: sarà per te una magnifica scoperta che ti porterà una visione del mondo e delle relazioni assolutamente interessante.

CAPRICORNO 22 dic - 20 gen

ACQUARIO 21 gen - 19 feb

PESCI 20 feb - 20 mar

Non è una novità per te che sei sempre stato così riservato. Non ti è mai piaciuto essere rintracciato e continuerai a fare del tuo meglio per far perdere ogni traccia. L’indipendenza che ne deriva rimane uno dei valori più importanti per te. Inutile suggerirti come disattivare i codici di tracciamento.

Già la parola normativa ti mette a disagio. Regolamentazione e protezione sono concetti affini che pure digerisci con difficoltà. Insomma a te disturba anche solo l’idea di dover studiare certe materie. Non è il momento di crucciarti: sarai molto più sereno senza aggiornamenti!

In questa fase della tua vita astrale vieni considerato come un vero e proprio punto di riferimento. Chi ti circonda vede in te una figura affidabile a cui chiedere suggerimenti e consigli anche su questioni molto personali. Sei così saggio da non abusarne.

il favorito della stagione




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