CarFleet N.58

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Periodico trimestrale numero 58 aprile 2015

Nuova Ford Mondeo



People

Fiducia, ci siamo. Ora tocca ai consumi. Questo 2015 si è aperto con alcuni importanti cambiamenti nello scenario economico. Il piano di acquisti di bond da parte della BCE per 60 miliardi di euro al mese fino al settembre 2016 (QE) ha determinato un crollo dell’euro rispetto al dollaro. Ciò rende immediatamente più competitive le manifatture del continente, che possono aumentare la produzione, anche se su questo versante si dovranno compensare le minori esportazioni verso la Russia, un mercato grande e importante per le merci italiane, specialmente quelle ad elevato valore aggiunto. L’incremento della produzione industriale dovrebbe portare con sé un maggiore assorbimento di servizi collaterali e di manodopera. Su quest’ultimo punto è opportuno però che l’ottimismo sia cauto, visto che in questi anni di crisi l’industria ha lavorato molto e bene sull’incremento della produttività per addetto. Del resto, i dati che arrivano dagli Stati Uniti sono piuttosto chiari: la ripresa dell’industria manifatturiera (cresciuta nel 2014 del 6%) avrebbe dovuto generare almeno 1,2 milioni di occupati in più, secondo le relazioni storiche tra manifattura e addetti all’industria; invece, il saldo positivo si ferma circa a 800mila. Ad ogni modo, parliamo comunque di segnali positivi. Questo deprezzamento dell’euro è stato reso possibile anche dal crollo del prezzo del petrolio, in assenza del quale la bolletta energetica per molti Paesi dell’eurozona sarebbe stata salata e avrebbe in parte frenato la ripresa. Sul fronte della domanda interna, è lecito aspettarsi una crescita. Il ‘clima economico dei consumatori’, misurato dall’Istat, ha registrato a febbraio un picco di 130,4 (2005 = 100) che non si vedeva da anni, il doppio del punto negativo toccato a marzo di due anni fa: 66! È un fattore essenziale delle opulente economie occidentali moderne e della nostra in particolare. Molti consumi sono voluttuari e gli Italiani hanno avuto buon gioco a contenerli negli anni dell’incertezza. Ora il futuro fa meno paura e impegna meno risorse che possono essere destinate al presente, ossia ai consumi. Stando alle elaborazioni del Censis, dal marzo 2007 al marzo 2014 gli Italiani, pur riducendo le loro attività finanziarie ‘non liquide’ del 17%, hanno aumentato la liquidità (monete e depositi) del 9%: così, giusto per stare tranquilli. L’impatto sulla domanda interna dovrebbe essere sensibile, visto che la velocità di rotazione della moneta è una determinante critica della produzione di ricchezza. La deflazione avrebbe spinto nella direzione opposta, inducendo negli Italiani la convinzione che l’attesa avrebbe portato solo ad acquisti più convenienti, ma il rischio appare ora ridimensionato seppure non del tutto scongiurato. Tutto ciò potrebbe tradursi in un’ulteriore spinta delle imprese e delle Partite IVA verso il noleggio a lungo termine, che già ha iniziato l’anno in crescita, dopo un buon 2014. È opportuno ricordare che lo scorso anno le immatricolazioni ad uso noleggio hanno rappresentato 1/5 del mercato, per la prima volta nella storia, trainate proprio dal NLT. Questa soluzione infatti sta intercettando in maniera crescente la domanda di una mobilità moderna, fatta di servizi oltre che di ‘ferro’ scollegata dalla proprietà. Eravamo abituati a pensare che fosse una soluzione ottimale per le flotte, ma adesso pure chi deve dotarsi di una sola auto considera il NLT tra le opzioni, e sempre più sono coloro che lo scelgono. Alfonso Martínez Cordero Managing Director LeasePlan Italia Spa

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Sommario

Editore LeasePlan Italia Spa viale Alessandro Marchetti, 105 00148 Roma telefono: +39 06 96707428 email: carfleet@leaseplan.it www.leaseplan.it

Carfleet 58 aprile 2015 05 IT benchmark by LeasePlan Lo studio di LeasePlan sul settore IT

Direttore editoriale Alfonso Martínez Cordero

08 LeasePlan Mobility Hub

Direttore responsabile Mauro Manzoni

12 Educare i driver

Direttore scientifico Pier Luigi del Viscovo Capo redattore Alessandro Palumbo Art director Indro Uttinacci Hanno collaborato Andrea Barbieri Carones Giampiero Bottino Francesca Carli Pier Luigi del Viscovo Nicola Desiderio Marco Di Pietro Alessandro Palumbo Maurilio Rigo Prove su strada a cura di Nicola Desiderio

ai comportamenti virtuosi La relazione tra fleet manager e driver

38 The state of innovation in the automotive industry in 2015 Il Rapporto sui brevetti nel settore automotive

42 La carrozzeria secondo AkzoNobel Intervista a D. Testa, Strategic Account Manager di Akzo Nobel

44 Maserati Quattroporte diesel 16 Ford for Fleet

Tridente e Tricolore

La strategia di Ford per le flotte

48 Opel Corsa 18 Tecnologia contro consumi ed emissioni L’offerta di tecnologia delle Case auto

Un trio con brio

53 Dimmi come ti chiami e ti dirò chi sei Viaggio nei nomi delle auto

23 Fiat 500 X Il terzo mito

56 La rivoluzione tecnologica di Shell Intervista a Debora Ferretti, Direttore Vendite Shell Italia Oil Products

Pubblicità GDN Marketing & Comunicazione Srl gianpiero.denigro@libero.it

58 Flotte sicure

Stampa Modulgraf Srl Via di Santa Procula, 23/23A 00040 Pomezia (Roma)

Le valutazioni di euro NCAP

60 Le flotte sul lago di Ginevra

Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997 Tiratura: 15.000 copie

Le novità per le flotte dal salone svizzero

26 Volkswagen Passat Das company car

30 News on the road

62 La macchina dei numeri Il mercato società e noleggio e i prezzi dell’automotive

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Profit

IT benchmark by LeasePlan Il centro studi di LeasePlan International da tempo avvia indagini settoriali a livello europeo con l’obiettivo di adattare modelli di best practice e analisi comparative. In questo lavoro sui parametri di riferimento dell’industria tecnologica, si è raccolta un’ampia mole di dati riguardanti le politiche del parco auto adottate dalle aziende del settore tecnologico. Si tratta, tipicamente, di società attive nel ramo IT (hardware, software ed elettronica), della telefonia e dei prodotti di consumo tecnologici provenienti da 119 diverse società situate in 27 paesi. La maggior parte (89%) delle società campione fanno ricorso al noleggio per la propria flotta. Ciò si riflette nei servizi compresi nella rata mensile, che presenta, nella

media, un’alta percentuale di servizi inclusi. L’auto sostitutiva (70%) e la gestione carburante (62%) sono i servizi che presentano l’incidenza minore sulla rata mensile di noleggio. Riparazione, manutenzione e cambio pneumatici sono i servizi maggiormente presenti, con una percentuale del 93%, dopo il finanziamento.

Un altro aspetto che riguarda la selezione delle auto sono gli pneumatici. Molte società forniscono ai conducenti un numero illimitato di pneumatici (61%) invece che un solo set (39%). Inoltre, il 64% degli pneumatici sono di tipo standard, mentre nel 33% dei casi vengono utilizzati abitualmente pneumatici premium. ➔

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Profit

La politica del parco auto aziendale comprende generalmente i parametri relativi alla durata e al chilometraggio sui quali vengono calcolati i nuovi contratti di noleggio. La durata e il chilometraggio preventivati differiscono da paese a paese. La maggior parte delle aziende (62%) ha indicato di applicare contratti di noleggio della durata di 3748 mesi, mentre il 52% prevede un chilometraggio di 15.000-30.000 km all’anno I termini medi per i contratti tra tutti i paesi analizzati sono di 43 mesi e 31.700 km/anno Un’auto sostitutiva può essere fornita al dipendente quando questi non è in grado di utilizzare la propria auto aziendale. Vi sono diverse politiche riguardanti il tipo di auto sostitutiva e la tempistica della sua fornitura. Il 62% delle aziende ha indicato di fornire un’auto sostitutiva direttamente e il 23% garantisce un’auto sostitutiva dopo 24 ore Accanto all’auto sostitutiva ai dipendenti viene fornito un servizio di auto in condivisione. Un’auto in condivisione viene definita, ai fini di questa analisi, come: veicolo in soprannumero (auto o veicolo commerciale leggero) in con-

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divisione, di proprietà o gestito da LeasePlan a disposizione di un ampio numero di dipendenti. Il 33% delle aziende analizzate offre ai propri dipendenti una soluzione di auto in condivisione. Il 13% delle società oggetto dell’analisi hanno in essere programmi tendenti a influenzare il comportamento alla

guida. Questi programmi possono focalizzarsi su uno stile di guida sicuro oppure possono tendere a migliorare la resa economica della guida tramite la riduzione del consumo di carburante (‘eco driving’). Il 53% delle società che forniscono programmi per influenzare il comportamento alla guida implementano an-

che programmi di sicurezza aziendali. Il 40% delle società hanno implementato sia programmi di sicurezza che di eco-driving. Una politica per il parco auto aziendale può prevedere delle condizioni restrittive per gli ordini di nuove auto, inclusa la scelta del carburante e i valori di CO2. La maggior parte delle aziende ha risposto di non avere in essere alcuna restrizione riguardante il carburante (57%), mentre il 38% permette solo veicoli alimentati a diesel. Sui prossimi numeri di Car Fleet verranno presentati i risultati di indagini panel europee su altri settori merceologici.



Profit

LeasePlan

Mobility Hub Il 2014 è stato un anno importante per la Corporation LeasePlan. Quali i risultati principali? I risultati di LeasePlan nel 2014 hanno rispecchiato la capacità di garantire stabilmente una forte redditività. L’utile netto è aumentato del 14% raggiungendo 372 milioni di euro, rispetto ai 326 milioni di euro del 2013. L'azienda ha tratto beneficio dai seguenti fattori: la crescita del volume, le economie di scala del modello di business, la combinazione di misure e strumenti per la mitigazione dei rischi e di un solido mercato dei veicoli usati da fine noleggio. Il patrimonio complessivo è aumentato a 19,7 miliardi di euro rispetto ai 19,1 miliardi di euro della fine dell'esercizio 2013, grazie soprattutto alla crescita del volume. La flotta ha raggiunto quota 1,42 milioni di unità, contro 1,37 milioni della fine dell'esercizio 2013, superando il livello record pre-crisi del 2008 pari a 1,39 milioni di veicoli. E per LeasePlan Italia quali gli aspetti più importanti? Negli ultimi anni la country italiana ha continuato a perseguire la mission di rendere il noleggio e la driver mobility più semplici e accessibili al cliente finale, registrando continui miglioramenti rispetto alla crescita, alla eccellenza nei servizi operativi, all’ innovazione incentrata sul cliente, sulla cultura aziendale e sullo sviluppo delle risorse umane. In termini di indicatori, nel 2014 la flotta si è attestata su circa 110.000 auto e 16.000 clienti serviti. Riteniamo infine di aver rappresentato un volano anche per la crescita del mercato nel suo complesso con il primo grande investimento del settore NLT nel mezzo TV grazie alla campagna pubblicitaria di LeasePlan “Oggi si guida così”. ➔

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Principali indicatori 31-dic-14

31-dic-13

372

326

13,8%

13,3%

Patrimonio complessivo (miliardi di euro)

19,7

19,1

Quantità automobili (migliaia)

1.423

1.370

Quantità dipendenti (nominale)

6.838

6.571

17,3%

16,9%

Redditività Profitto netto per l’anno (milioni di euro) Rendimento del capitale proprio Volume

Solvibilità Common Equity Tier 1 Ratio*

* l’indice esprime il grado di patrimonializzazione del gruppo calcolato secondo i principi di Basilea II per il 2013 e Basilea III per il 2014 (Riferimento: Regolamenti e Direttive UE sui requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento CRR /CRD IV).


Profit

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Profit

tutte le esigenze dei clienti con grande competenza e professionalità, con massima attenzione al prodotto e conoscenza degli allestimenti necessari e garantire loro di centrare il proprio business, alla Telematica con soluzioni tecnologiche avanzate che consentano anche un’ottimizzazione dei costi oltre che la sicurezza dei driver. Infine gli operatori del noleggio non potranno non confrontarsi con la grande frontiera rappresentata dall’avvicinamento al car-sharing. Dobbiamo andare oltre e non solo fornire agli operatori di car sharing le vetture, ma cercare di diventare noi stessi fornitori, con la possibilità di offrire ai nostri clienti anche la piattaforma di gestione.

Quali saranno invece i progetti del 2015? Con lo sguardo sempre rivolto al futuro, ma grazie all’esperienza di più di 50 anni nel settore, ci proponiamo al mercato con un nuovo approccio, LeasePlan Mobility Hub, per soddisfare tutte le esigenze di mobilità, aziendale e personale. Da un nuovo prodotto come “Flexible”, per un noleggio da 1 a 24 mesi con contratto flessibile, senza ricalcoli per eventuali modifiche in corso di contratto e senza penali in caso di restituzione anticipata del veicolo (che si rivolge sia ai piccoli clienti, che vogliano avvicinarsi al no-

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leggio con costi contingentati, sia ai fleet manager di grandi aziende, che oggi svolgono sempre più funzioni allargate di mobility management, e che potrebbero avere necessità specifiche, legate a picchi stagionali di business o a particolari esigenze, di vetture o di veicoli commerciali), al noleggio per i privati che sono oggi pronti ad abbandonare il concetto di proprietà e le cui esigenze conosciamo bene, vista anche l’esperienza maturata con Professionisti e PMI, che rappresentano oggi oltre il 20% della nostra flotta. Dal veicolo commerciale per rispondere a

Quindi una nuova visione nel mondo delle flotte? Le grandi sfide dei noleggiatori oggi impongono un approccio customizzato a 360 gradi, che abbia l’obiettivo di erogare il giusto servizio per le diverse tipologie di clienti e target con cui costantemente ci confrontiamo. E avere specializzazioni e canali diversificati diventa un must nel nostro business. Non solo nuovi prodotti e servizi, ma la predisposizione a continuare ad ascoltare le esigenze dei clienti e a soddisfarle con proposizioni integrate che garantiscano una mobilità di ampio livello.



People

di Marco Di Pietro

Educare i driver ai comportamenti Partiamo da una statistica: le assicurazioni sostengono che l’utente aziendale ha un tasso di sinistrosità più che doppio rispetto a quello del privato. Di conseguenza, le tariffe di Responsabilità civile continuano a crescere, penalizzando i canoni di noleggio. I business driver non sanno guidare con attenzione? Non è proprio così, perché le variabili in gioco sono molte, come vedremo tra breve. Però, in buona sostanza, il problema ruota attorno ad un modello comportamentale virtuoso che non è stato ancora compreso adeguatamente da gran parte di coloro che

utilizzano l’auto per lavoro. Spieghiamoci meglio. Nelle imprese, le automobili vengono assegnate come benefit o per utilizzo strumentale. Ma in entrambi i casi il concetto di cura e attenzione sono intesi dai driver in maniera molto sfumata. È un modello comportamentale retaggio del passato che, quando l’economia “tirava”, poteva essere tollerato (anche se ingiustificatamente), ma che oggi in epoca di crisi non ha più alcun fondamento, perché porta ad aggravi di costo assolutamente evitabili. Diritti, ma anche doveri Accade così che, ancor oggi, il dipendente

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tende a considerare l’automobile uno strumento dell’azienda sul quale è soltanto essa stessa che deve provvedere sia al mantenimento sia alla cura. In realtà le cose non stanno affatto così, perché il concetto di “assegnazione”, anche e soprattutto nei casi di benefit, prevede un utilizzo accurato come se il bene fosse di proprietà del driver. Comportarsi con scrupolo non è soltanto una questione di principio e di rispetto nei confronti di chi spende soldi per fornire al dipendente uno strumento di lavoro comodo, sicuro e, in alcuni casi, di immagine. Tenere un atteggiamento attento significa incidere direttamente sui costi d’esercizio fornendo una preziosa collaborazione al miglioramento del conto economico dell’impresa.


People

virtuosi L’auto aziendale non è in nessun caso soltanto un diritto acquisito che permette qualsiasi licenza nel comportamento. Per sensibilizzare i driver a un uso corretto di questo bene, il ruolo aziendale principale è quello del Fleet Manager, che è un vero e proprio punto di riferimento per gli assegnatari, non soltanto sulla scelta dell’auto o come terminale di contatto degli aspetti burocratici, ma anche come diretto responsabile della comunicazione ai driver di tutti i diritti e doveri inerenti all’utilizzo dell’auto. In sostanza, occorre stabilire un processo che, attraverso la comunicazione e la formazione, porti alla corretta comprensione della Car Policy aziendale. Saving: a ciascuno la sua parte In questo periodo, la crisi economica ha spinto le aziende a trovare soluzioni per

Il gestore interno della flotta non svolge soltanto un ruolo burocratico, amministrativo e consulenziale, ma deve essere il titolare della comunicazione delle regole aziendali sul parco auto. E deve fungere da stimolo per i driver verso modalità comportamentali che portino vantaggi economici all’impresa. tagliare i costi di flotta: i saving possono essere realizzati in parte con una più sinergica collaborazione dei fornitori (i noleggiatori), la cui capacità professionale è tanto più elevata quanto sono in grado di proporre soluzioni di minor impatto economico pur mantenendo alta la qualità del servizio. Questa è la cosiddetta strategia “win-win”. Ma possono essere ottenuti anche incrementando la responsabilità dei driver, secondo criteri di incentivazione dei comportamenti virtuosi (per esempio istituendo un premio per il “miglior driver aziendale dell’anno”), ma anche di disincentivazione degli atteggiamenti che arrecano danni all’impresa. È auspicabile, insomma, l’introduzione di una sorta di “bonus-malus” sugli utilizzatori, che preveda alla base un costante monitoraggio dei comportamenti degli assegnatari e un conseguente sistema correttivo in positivo e in negativo.

Il ruolo strategico del Fleet Manager necessita innanzitutto della creazione di un vademecum, da consegnare ai driver, che illustri in modo semplice e chiaro i diritti e i doveri contenuti nella Car Policy. I fornitori di noleggio possono supportare il Fleet Manager perché dispongono di ampia documentazione in tal senso che, tra l’altro, è modificabile e personalizzabile a piacimento. Quali sono gli elementi su cui insistere maggiormente? Innanzitutto una sintetica, ma comprensibile, lista delle coordinate del contratto di locazione, una breve descrizione degli impegni contrattuali assunti tra locatario e locatore, la lista delle eventuali franchigie a carico dell’azienda, le modalità di rimborso in caso di responsabilità comportamentale del driver (qualora siano previste nella policy), le modalità di gestione dei danni di fine noleggio e, infine, un conciso ma chiaro elenco dei comportamenti virtuosi che il driver dovrebbe tenere ben presenti durante l’utilizzo dell’auto aziendale. ➔


People

Leve saldamente tra le mani A tutto ciò occorre aggiungere un’esortazione ben evidenziata alla lettura del prontuario “cosa fare in caso di…”, che tutti i fornitori di noleggio a lungo termine inseriscono nella documentazione dell’auto. Potrebbe sembrare un suggerimento superfluo, ma quanti driver non lo fanno, preferendo invece rivolgersi direttamente al Fleet Manager per avere istruzioni soltanto quando accade un evento negativo da gestire nell’immediatezza? Il Fleet Manager deve imporsi sui colleghi di lavoro affinché venga inteso solamente come punto massimo di escalation, e non come quotidiano riferimento per tutto ciò che è inerente alla flotta. Il Fleet Manager, per assolvere in modo adeguato al proprio ruolo, deve limitarsi a mantenere saldamente tra le mani le “leve” della flotta, non gestire puramente il day-by-day. Il vademecum deve contenere i consigli di guida per preservare al meglio il veicolo, gli atteggiamenti da evitare per ridurre al massimo i rischi di danni meccanici, di carrozzeria, agli interni e le probabilità di furto. Questa guida deve anche fissare le tempistiche massime obbligatorie di comunicazione all’azienda di ciascun evento importante legato all’uso dell’auto. Fondamentale è spiegare in modo trasparente ed esaustivo, anche se sintetico e schematico, quali siano le conseguenze pratiche che fanno capo all’azienda di un eventuale comportamento trascurato da parte del driver. Un tema importante merita di essere trattato a parte, e su di esso si può anche prendere in considerazione l’idea di organizzare uno specifico evento formativo,

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i cui risultati pratici, in termini di risparmio, saranno senz’altro superiori ai costi di realizzazione: quello relativo alla guida ecologica finalizzata al risparmio di carburante. Il monitoraggio dei risultati Un altro aspetto imprescindibile nel ruolo del Fleet Manager consiste non soltanto nel comunicare le regole cui si devono attenere i driver e i rischi delle eventuali sanzioni, ma nel monitoraggio puntuale dei risultati, che vanno tassativamente comunicati sia ai vertici aziendali (che sono coloro che finanziano i costi e che hanno maggiore interesse a percepire in modo chiaro i miglioramenti ottenuti), sia agli assegnatari. Occorre dunque prevedere una sorta di bollettino periodico (la cui frequenza potrebbe essere stabilita attorno al semestre, quindi due edizioni all’anno), da inviare via mail a tutti coloro che hanno in uso un veicolo della flotta. In esso devono essere contenute le statistiche più significative, con accanto le variazioni rispetto al periodo precedente: numero veicoli in flotta, chilometri complessivi percorsi, dati sull’incidentalità, consumi totali di carburante, livello medio

delle emissioni risparmiate eccetera. Tutti questi dati sono facilmente riscontrabili nelle analisi periodiche che puntualmente i fornitori inviano alle aziende. Si tratta di una sorta di barometro, molto schematico e facilmente comprensibile da tutti, che aiuta in modo efficace i dipendenti a metabolizzare i comportamenti virtuosi. La kasko non è una licenza Il Fleet Manager deve far comprendere ai driver che la kasko non è un ombrello che tutela da tutti i rischi e autorizza comportamenti scorretti, ma un sistema di protezione che va utilizzato in modo attento. Per esempio, quanti driver, in caso di piccoli urti da parcheggio subiti senza alcuna colpa, minimizzano l’accaduto e alla controparte dicono: “non si preoccupi, tanto ho la kasko?”. Così facendo si assumono responsabilità evitabili, che si traducono in un costo per l’azienda in termini di franchigie e che hanno come conseguenza una falsa interpretazione statistica dei danni con colpa. Perché i privati, in caso di ragione, attivano sempre le comunicazioni di avvenuto incidente alla propria Compagnia: risulta quindi che i privati sono automobilisti virtuosi, mentre i driver aziendali, in caso di incidente, hanno torto in modo più frequente.



Planet

di Andrea Barbieri Carones

Ford for Fleet

Contenimento dei costi della flotta, attenzione e soddisfazione del driver, sensibilità verso il “green” sono aspetti su cui il fleet manager deve trovare un giusto bilanciamento. Che ruolo hanno le case auto in questo processo? Come si sta muovendo Ford? Di questo ne discutiamo con Fabrizio Quinti Fleet, Rental & Remarketing Manager di Ford Italia. Come è andato il 2014 per Ford nel segmento fleet ? Abbiamo chiuso il 2014 con

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oltre 17mila immatricolazioni tra vetture e veicoli commerciali nel mercato flotte, inteso come noleggio a lungo termine e vendite a società al netto di km 0 e demo, con una crescita del 20% rispetto al 2013. Il modello che ci ha dato più soddisfazioni è stato sicuramente Kuga che ha quasi raddoppiato le vendite, ma anche Focus e Mondeo, pur se prossime alla sostituzione, hanno mantenuto performance importanti. E poi grande crescita dei veicoli commerciali, dove abbiamo sfruttato al me-

glio il rinnovamento di tutta la gamma. Il fleet manager deve puntare ad un bilanciamento di esigenze diverse: il contenimento dei costi della flotta (TCO), l’attenzione e la soddisfazione del driver, e la sensibilità verso il “green”. Come risponde Ford a queste esigenze? Crediamo che la gamma ECOnetic possa coniugare riduzione dei costi, soddisfazione del driver, e attenzione al green. ECOnetic ed è il marchio che

contraddistingue una specifica gamma di vetture a motore termico caratterizzate da interventi, tecnologici e aerodinamici, mirati alla riduzione dei consumi e delle emissioni senza alcuna penalizzazione per quanto riguarda le prestazioni. Semplicità, convenienza e stabilità dei valori residui sono i tre elementi che rendono particolarmente attraente per le aziende la gamma ECOnetic, una valida alternativa all’ibrido in termini di consumi emissioni.


Come si differenzia l’offerta Ford al cliente business da quella al cliente privato? Ford ha lanciato la strategia “business” - una gamma di vetture “costruita”, in termini di contenuti di prodotto, sulle esigenze della clientela che fa dell’auto un utilizzo professionale – partendo dalle large cars (Mondeo, S-Max e Galaxy), nel corso del 2014 abbiamo completato l’offerta “business”estendendola a tutto il line-up Ford. In funzione del segmento, la gamma business offre di serie tutti quei dispositivi che aiutano chi usa l’auto per lavoro. Ad esempio il cruise control, che in autostrada diminuisce sensibilmente la possibilità di andare oltre i limiti consentiti, o il SYNC - oggi arrivato alla seconda generazione - un sistema Bluetooth a controllo vocale avanzato con cui comandare il climatizzatore, il sistema audio, il navigatore e lo stesso smartphone senza

distrarre l’attenzione dalla guida. Nel 2015 introdurremo nella gamma business anche la nuova generazione di propulsori benzina EcoBoost, tra cui si distingue il 1000 3 cilindri, che da 3 anni vince il prestigioso premio di motore dell’anno. È veramente un concentrato di tecnologie innovative grazie alle quali riesce a coniugare consumi contenuti e prestazioni molto interessanti: sviluppa, infatti, una potenza paragonabile ad un motore 1.6 con consumi ed emissioni ridotti, poco superiori alle motorizzazioni diesel. È La scelta ideale per chi percorre meno di 20.000 Km l’anno. Quali sono i modelli su cui puntate maggiormente? Con il lancio della Nuova Focus a novembre abbiamo iniziato un ciclo di rinnovamento che ci porterà nel 2015 a rinnovare tutta la gamma dal segmento C in su, quindi proprio quella

più rilevante per il mercato aziende. Nuova Mondeo a febbraio, Nuova C-Max nel 2° trimestre, Nuovo S-Max e Galaxy nel 3° trimestre e infine EDGE che completerà verso l’alto la nostra gamma di SUV - modelli innovativi, eleganti e hi-tech che ci permetteranno di conquistare nuovi clienti business. Ci spiega cos’è lo Smart Mobility Plan? Il mondo si sta confrontando oggi con l’inizio di una nuova fase nella storia della motorizzazione mondiale, nella quale l’incremento del numero delle auto circolanti, soprattutto nelle aree metropolitane allargate, rischia di rappresentare in un futuro prossimo un costo, economico, sociale e di produttività, non sostenibile. Abbiamo la responsabilità di studiare come prevenire gli scenari delle

congestioni globali del traffico, senza ridurre la libertà di spostarsi e la mobilità individuale. Stiamo quindi studiando, in questa fase attraverso esperimenti e progetti di ricerca in tutto il mondo, soluzioni ad alta tecnologia grazie alla connettività, a forme di trasporto intermodale, a modelli di condivisione dell’auto alternativi alla proprietà e, in un futuro più lontano, ai veicoli a guida autonoma. Per farlo abbiamo aperto un nuovo laboratorio di ricerca a Palo Alto, nella Silicon Valley, reclutando un ingegnere proveniente da Apple, e istituito progetti locali, anche in Europa, che presto ci permetteranno di offrire sul mercato modelli dotati di tecnologie integrate che ci permetteranno di cambiare ancora una volta il mondo in cui il mondo si muove.

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Planet

di Giampiero Bottino

Tecnologia contro consumi ed emissioni Obiettivo risparmio. Anche se ormai lontano, il boom dei prezzi petroliferi un effetto l’ha avuto, richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica su tutte le soluzioni capaci di attenuarne l’impatto sui portafogli dei malcapitati automobilisti. Se a conquistare le prime pagine della stampa (specializzata e non) sono le tecnologie più futuribili e affascinanti, ma ancora lontane da un’ampia diffusione, non mancano le innovazioni forse meno acclamate, ma capaci di rendere più ecologico ed economico il comportamento delle vetture di tutti i giorni, aiutando gli automobilisti ad adottare una condotta di guida più attenta ai consumi e ai relativi costi. Dispositivi e componenti che a volte non siamo neppure

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consapevoli di avere in auto (alzi la mano chi sa se i suoi pneumatici sono del tipo a bassa resistenza al rotolamento), ma che – se utilizzati a dovere – gratificano sia la nostra coscienza ambientale, sia quella professionale di chi deve gestire le flotte aziendali in modo efficiente e possibilmente economico. Sono innovazioni che trovano la manifestazione più evidente nel downsizing dei motori, ormai attuato da tutti i costruttori per la capacità di contenere i consumi senza penalizzare le prestazioni, come conferma la decisione – fino a ieri quasi impensabile – della Ford d’inserire nella gamma della nuova Mondeo, molto gettonata dalle flotte, anche il 3 cilindri 1.0 EcoBoost da 125 Cv.

Le automobili di concezione più moderna non si fermano qui, e neppure allo Stop&Start sempre più spesso inserito nelle dotazioni di serie e capace di garantire nel traffico urbano una riduzione dei consumi compresa tra il 5 e l’8%, a patto di usarlo correttamente come non tutti fanno. Con il cambio automatico non c’è problema, ma con la trasmissione manuale bisogna ricordarsi di mettere in folle appena l’auto è ferma senza usare i pedali (salvo quello del freno se la strada è in pendenza). Il sistema infatti riaccende istantaneamente il motore appena si preme il pedale della frizione. Tutte le nuove auto – il dispositivo è obbligatorio in Europa dall’anno scorso – dispongono ora del GSI (Gear shift indicator), l’indicatore di cambiata

che segnala sul quadro strumenti quando passare alla marcia superiore per ottimizzare i consumi. Un suggeritore poco gradito dagli amanti della guida brillante, che comunque sono liberi di ignorarlo. La guida ecologica fa molto affidamento sulla telematica, offrendo soluzioni “educative” che la Fiat è stata la prima a proporre con l’eco:drive, che i clienti possono scaricare su una chiavetta USB da inserire poi nella porta del sistema Blue&Me sviluppato assieme a Microsoft. Si possono così registrare istante per istante i dati di consumi ed emissioni. Una volta a casa, basta collegare la chiavetta a computer per valutare le proprie performance ecologiche e ricevere utili consigli per migliorarle.


Sono sempre più numerose, poi, le vetture – in genere di fascia medio-alta – che tra le varie regolazioni degli assetti e della meccanica comprendono anche la modalità “eco” che predispone la vettura a un comportamento più efficiente, volto a ridurre consumi ed emissioni. Senza contare i navigatori – non necessariamente di alto costo – che al momento di impostare una destinazione offrono un ventaglio di percorsi, evidenziando quello più conveniente dal punto di vista ecologico. Il costante affinamento delle funzionalità di navigazione, grazie anche all’apporto di reti informative tempestive ed efficienti in Italia non ancora adeguatamente implementate,

può contribuire a ridurre consumi e inquinamento anche evitando di farci girare a vuoto. Per esempio, suggerendo a colpo sicuro il più vicino parcheggio con disponibilità di posti oppure segnalando in tempo reale un imprevisto problema di traffico ed elaborando immediatamente il più razionale percorso alternativo. Ancora più sofisticato è il dialogo diretto e costante con la vettura previsto dall’Anticipation Assistant integrato nella nuova modalità di guida Eco Pro che Bmw, dopo l’esordio sull’ammiraglia Serie 7, sta trasferendo ad altri modelli con trasmissione automatica a 8 rapporti, nell’ottica di democratizzazione della tecnologia. Grazie al continuo scambio d’informazioni con il software

di navigazione che gli consente di conoscere in anticipo l’alternanza di rettilinei e curve che l’auto si appresta ad affrontare, il cambio è in condizione d’inserire sempre la marcia giusta al momento giusto. Del pacchetto Eco Pro fa parte anche il veleggiamento dinamico, attivo a velocità comprese tra 50 e 160 km all’ora: quando le condizioni della strada e del traffico lo consentono, il sistema disconnette la trasmissione e determina una drastica riduzione dei consumi. Un altro sistema per ridurre i consumi in modo quasi impercettibile per chi sta al volante è la disattivazione di metà dei cilindri nei momenti in cui non serve tutta la potenza a disposizione. Una tec-

nologia che tra i suoi pionieri annovera l’Alfetta CEM del 1982 e viene largamente utilizzata (da GM, Chrysler, Mercedes, Honda) soprattutto per moderare la sete dei potenti V8 cari alla cultura automobilistica americana. Ora la tecnologia scende verso il basso, soprattutto per iniziativa del gruppo Volkswagen che con il motore 1.4 Tsi (Tfsi in casa Audi) porta l’Active cylinder technology (Act, che in Audi diventa Cod, cylinder on demand) sulle vetture a larga diffusione come Polo, Golf e Passat, Seat Ibiza, Audi A1 e A3 che vanno ad aggiungersi a un’offerta di cui già fanno parte i W12 e V8 Audi, piuttosto che il V10 della super performante Lamborghini Aventador.

Auto di diverse categorie, accomunate dalla voglia di aiutare i guidatori a risparmiare. Nella pagina accanto, l’innovativo cruscotto della Peugeot 208. In questa pagina, in alto a destra l’interno dell’Audi A8, ammiraglia hi-tech, e a sinistra quello della 500, city car di tendenza. In basso, la nuova Serie 1 BMW che eredita molti dispositivi sofisticati dai modelli superiore della gamma bavarese.

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Drive

di Nicola Desiderio

Fiat 500X Il terzo mito La Fiat 500X è il terzo modello di un’auto che, nata sull’onda del passato, è diventata un brand dentro il brand. Costruita a Melfi sulla stessa base tecnica della Jeep Renegade, è venduta in oltre 100 paesi ed è offerta in due look che corrispondono a due declinazioni: City e Off-road. La prima ha un’anima più da crossover e conta 3 allestimenti (Pop, Popstar e Lounge), la seconda evoca il fuoristrada e ha 2 varianti (Cross e Cross Plus). Al lancio la gamma motori va da 110 cv a 140 cv con prezzi da 17.500 fino ai 30.650 euro della 2.0 Mjet 140 cv 4x4 Cross Plus con cambio a 9 rapporti, oggetto della nostra prova. Ancora più 500 La guardano tutti e subito la riconoscono: è la nuova 500X, che nello stile riesce ad essere ancora più 500 di quanto non lo sia la 500L. Gli stilemi tipici sono sempre quelli e reinterpretati in modo sapiente, come gli occhi circolari un po’ più allungati all’indietro con la firma 500 all’interno, i baffi che partono dal logo sulla calandra, il cofano motore avvolgente o il maniglione posteriore. Aggiungono dinamismo la linea di cintura leggermente a cuneo e il lunotto fortemente inclinato. La 500X è lunga 4,25

Dopo la 3 porte aperta e chiusa e la L corta e quella lunga, arriva la prima 500 con le ruote alte e la trazione integrale. Inconfondibile nello stile, la 500X entra nel segmento più in ascesa del momento con molte frecce al proprio arco: dotazione, sicurezza, un’ampia gamma motori, ma soprattutto tanta personalità. metri, 2 cm in più per le versioni Off-road a causa dei paraurti più voluminosi. Dentro un bel guscio Parola allo stile anche per l’abitacolo, spazioso ma non come quello della 500L. Il bagagliaio va da 350 a 1.000 litri, tutti ben sfruttabili e a richiesta il piano è regolabile e reversibile. Suggestivi i materiali della plancia, che ricordano la ghisa e l’asfalto, caratteristici i pulsanti lucidi cerchiati di cromo e la maniglia interna a gancio. Ben 7 le varianti per gli interni che, insieme alle 12 tinte per la carrozzeria, gli 8 disegni per i cerchi e tutto il catalogo Mopar, consentono di cucire su misura e con fantasia la propria 500X. Il guidatore ha una strumentazione con 3 quadranti e un display TFT configurabile da 3,5 pollici, al centro c’è il sistema UConnect disponibile in 4 versioni: due con schermo da 5 pollici e due da 6,5 pollici con quello più avanzato dotato di Dab, navigazione 3D, la retrocamera e la

possibilità di interagire in rete tramite social network e webradio. Per i patiti dell’audio, c’è anche l’impianto Beats da 560 Watt a 8 canali. Per la sicurezza ci sono 6 airbag, fari allo xeno con funzione cornering e abbaglianti a commutazione automatica, sistemi per l’angolo cieco, per sorvegliare i lati in retromarcia e contro il superamento della linea di carreggiata e infine il cruise control adattativo con la frenata automatica assistita: evita contatti fino a 30 km/h se l’ostacolo di fronte è fermo oppure se la differenza di velocità non supera i 50 km/h in movimento. Il controllo di stabilità comprende l’assistenza alla partenza in salita, l’antiribaltamento e anche il Traction Plus, presente sulle versioni a trazione anteriore per migliorare la motricità sui fondi più scivolosi. Apprezzabili il parabrezza riscaldato nella zona di riposo dei tergicristalli, lo specchietto interno elettrocromatico e il bocchettone per il rifornimento senza tappo. ➔

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Parentele allargate La 500X nasce sulla piattaforma Small Wide e la sua scocca è composta per il 70% da acciai altoresistenziali per ottemperare alle norme di sicurezza più severe. L’unico motore aspirato in gamma (per il momento) è l’1.6 da 110 cv cui si affianca l’1.4 turbo Multiair da 140 cv. I diesel sono invece l’1.6 da 120 cv (4,1 litri/100 km pari a 109 g/km di CO2) e il 2 litri da 140 cv, l’unico in gamma con la trazione integrale. Il sistema ripartisce la coppia al retrotreno attraverso un giunto centrale multidisco a bagno d’olio e possiede anche un sistema di disinnesto dell’albero di trasmissione in modo da ridurre rumorosità e consumi, ma anche di ricollegare in pochi centesimi di secondo la trazione sulle ruote posteriori, se necessario. Entrambe le unità a gasolio hanno il doppio EGR e il catalizzatore NSC per eliminare il 60% dei Nox, e il più potente, oggetto della nostra prova, ha di serie il cambio automatico a 9 rapporti con convertitore di coppia fornito dalla tedesca ZF. Più avanti ci saranno la versione con cambio manuale, il diesel 1.3 da 95 cv, l’1.4 a benzina con il cambio a doppia frizione o quella da 170 cv e addirittura un 2.4 da 187 cv. Confidenza e simpatia Dentro la 500X ci si ritrova a casa. Sarà

per le analogie con le sorelle, sarà per la buona disposizione dei comandi e la comodità dei sedili rivestiti in pelle, ci si sente subito a proprio agio. L’avviamento è a pulsante. Per la prima volta troviamo su una 500 il freno di stazionamento elettrico, un motore da 2 litri, la trazione integrale e il cambio a 9 rapporti, un mix che dona all’italiana un incedere idoneo ad ogni andatura, anche grazie al Mood Selector: se si è su fango o neve si ruota la manopola verso Traction, se si vuole guidare più allegramente, magari snocciolandosi con i paddle tutte e 9 le marce, c’è la posizione Sport. In ogni caso, l’autotelaio assicura risposte prevedibili e progressive, con un buon comfort e la spinta rassicurante del 4 cilindri, dotato di buona coppia (350 Nm a

1.750 giri/min) e prestazioni (190 km/h, 0-100 km/h in 9,8 s.), ma anche di consumi contenuti (5,5 litri/100 km pari a 144 g/km di CO2). E con la funzione eco:drive si può guidare nel modo più virtuoso possibile. Il tempo è denaro Una volta le ruote alte stavano ben distanti dalle flotte, ma oggi i Suv e crossover di taglia compatta sono i più desiderati e il mercato offre modelli ricchi di comfort e sicurezza. Ecco perché la 500X è oggi un’aziendale perfetta: desiderata dall’utente e un eccellente investimento per l’azienda, a fronte di costi di esercizio abbordabili e valori residui molto elevati, ancora di più perché parliamo di un’auto tecnologicamente avanzata e dallo stile senza tempo.

Fiat 500X 2.0 Cross Plus AT9 4WD 140 CV Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 1.965 cc potenza 140 CV lungh./largh./alt. 4,27 x 1,80 x 1,61 m peso 1.495 kg accelerazione 9,8” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 190 km/h cambio automatico a 9 rapporti trasmissione integrale costo di esercizio al km (*) 0,41

consumo medio 18,2 km/litro capacità di carico da 350 a 1.000 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

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di Nicola Desiderio

Ăˆ il prototipo della perfetta auto aziendale e giunge all’ottava generazione per confermare il proprio ruolo di leader con una cascata di tecnologia, qualitĂ sopraffina, spazio interno senza confronti e una gamma motori pronta a soddisfare qualsiasi esigenza e che, grazie anche al peso ridotto di 85 kg, assicura consumi inferiori anche del 20%.

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Volkswagen Passat

das company car

La Volkswagen Passat è l’auto di classe media nata nel 1973 e giunta all’ottava generazione. Con 1,1 milioni di unità è stata la Volkswagen più prodotta nel 2013 e 22 milioni di esemplari venduti ne fanno la più diffusa al mondo dopo la Golf. Disponibile sin dal lancio con carrozzeria berlina e Variant, è offerta con motori diesel e benzina da 120 cv a 240 cv negli allestimenti Trendline, Comfortline, Highline e Businessline con il quale proviamo la versione Variant 2.0 TDI da 150 cv. La Volkswagen Passat è “Auto dell’Anno 2015”. Teutonica coerenza Semplice e pulita, morbida ma “quadrata”. La nuova Passat riesce, come tutte le Volkswagen, a rinnovarsi senza stravolgere la propria fisionomia. Cambiano però le proporzioni: la lunghezza di 4,77 metri è la stessa, ma è più bassa, larga, il passo è allungato di 79 mm e lo sbalzo anteriore è più corto di 29 mm. La media tedesca così appare più dinamica, eppure ancora più liscia, solida, monolitica. L’angelo di Wolfsburg La nuova Passat è più sportiva fuori, ma dentro è ancora più spaziosa.

Ce n’è in abbondanza per gambe (+33 mm), ma anche per testa e spalle e il bagagliaio di 650-1.780 litri non teme confronti nella sua classe, con la possibilità di reclinare lo schienale in 3 porzioni (40/20/40) e ospitare oggetti lunghi fino a 2,85 metri abbattendo lo schienale del sedile destro. Si può avere anche il portellone elettrico che si apre e chiude con il movimento del piede. Impressionano la qualità dei materiali e dell’esecuzione, la perfetta ergonomia di vani e comandi. Anche qui plancia e strumentazione sembrano gli stessi di sempre, ma le novità sono tante. Si possono infatti avere la strumentazione tutta digitale con display TFT da 12,3 pollici e l’head-up display, inoltre i sistemi multimediali hanno schermi da 5 a 8 pollici e già il Discover Media da 6,5 pollici, di serie sulla Businessline, ha il sensore di prossimità, il menù a scorrimento ed è comandabile con indice e pollice oppure con la voce, il MirrorLink per sfruttare le app del proprio smartphone e persino l’ingresso per scheda SD. Volendo ci sono anche l’hot spot wi-fi, i servizi Car-Net con funzioni

avanzate di Google e la possibilità di impostare a distanza le destinazioni per il navigatore. La sicurezza a 5 stelle EuroNCAP può contare sul meglio del meglio: con l’assistente per la guida in colonna la Passat fino a 60 km/h è capace di guidare praticamente da sola, frenando, accelerando e persino sterzando. In più si arresta autonomamente di fronte ad uno ostacolo o ai pedoni fino a 65 km/h, con 4 telecamere sa guardarsi intorno ed è capace di parcheggiare da sola persino con il traino. Tre i tipi di fari a Led, fino a quelli a orientamento attivo. Mai visti prima d’ora le luci di stop “clik clak” – che diventano verticali quando si frena per attirare meglio l’attenzione di chi segue – e l’Emergency Assist: se il guidatore non reagisce in caso di pericolo, l’auto tenta prima di sopirlo con segnali visivi e sonori e, se non vi riesce, comincia a rallentare la vettura, aziona l’hazard, compie piccole manovre di zig zag per avvertire chi segue e infine accosta al lato la vettura chiamando i soccorsi. Un vero e proprio angelo custode. ➔

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Parenti vincenti La nuova Volkswagen Passat è basata sulla piattaforma modulare MQB, la stessa della Golf, e la sua scocca è composta in maggioranza di acciai ad alta resistenza, 17% ultraresistenziali e il 27% sagomati a caldo, tutti uniti da 65 metri di saldatura laser. Per ridurre il peso complessivo di 85 kg è stato utilizzato anche l’alluminio per cavi, cappelliera e alcuni componenti delle sospensioni. Al vertice la resistenza torsionale: 30.000 N/grado per la berlina, 25.000 per la Variant. I motori, più efficienti fino al 20%, sono a iniezione diretta, con turbo, stop&start e recupero dell’energia. L’1,4 litri a benzina ha 125 cv o 150 cv con l’ACT che disattiva i cilindri a basso carico. A gasolio c’è il 2 litri da 150 cv oggetto della nostra prova e che consuma praticamente quanto l’1,6 litri da 120 cv (4 litri/100 km contro 4,1), entrambi disponibili con l’allestimento Businessline. Ci sono anche la versione da 190 cv e il formidabile biturbo da 240 cv (240 km/h, 0-100 km/h in 6,1 s.) con sistema SCR allo scarico per la depurazione dei NOx – gli altri hanno la LNT a secco, senza additivo – cambio DSG a 7 rapporti e trazione integrale. La trasmissione a doppia frizione è disponibile anche per il resto della gamma che presto vedrà un 1.8 litri a benzina da 180 cv, un 2 litri da 230 o 280 cv e la versione GTE ibrida plug-in con 1.4 e motore elettrico

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Volkswagen Passat Variant 2.0 TDI Businessline 150 CV Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 1.968 cc potenza 150 CV lungh./largh./alt. 4,77 x 1,83 x 1,48 m peso 1.505 kg accelerazione 8,9” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 218 km/h cambio manuale a 6 rapporti trasmissione anteriore costo di esercizio al km (*) 0,42

che percorre 50 km ad emissioni zero e dichiara un consumo di 1,9 litri/100 km pari a 45 g/km di CO2. La vita facile La Passat tanto è solida e forte fuori, quanto lieve e facile da condurre. La tedesca domina la strada con grande sicurezza, isolando gli occupanti da rumore o sobbalzi e dialogando in modo preciso e sincero attraverso lo sterzo. I 340 Nm espressi tra 1.750 e 3.000 giri min rendono il 2 litri pieno, graduale, ma anche frizzante e pronto ad allungare, con prestazioni (218 km/h, 0-100 km/h in 8,9 s.) che risultano sempre godibili e con consumi che consentono di percorrere ben oltre 1.000 km con un pieno da 66 litri di gasolio.

consumo medio 24,4 km/litro capacità di carico da 650 a 1.780 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

Sportivo il cambio, un po’ pesante la frizione, mentre la frenata è pronta e potente. Valore assoluto Ci sono auto che chiedono di essere considerate per il nome e altre per quel nome non smettono mai di migliorarsi e sorprendere. La Passat numero 8 è sicuramente questo tipo di auto e si propone alle flotte come un prodotto capace di eccellere in ogni ambito: qualità, spazio interno, tecnologia, efficienza, piacere di guida e altro ancora. Sarebbe sufficiente questo per farne la migliore delle company car possibili, sfortunatamente per le altre, si chiama anche Passat.



News on the road

di Nicola Desiderio

Audi A1: la piccola ancora più grande La piccola di Ingolstadt si rinnova sia nella versione 3 porte sia in quella Sportback 5 porte a cominciare dal look e dall’abitacolo, con personalizzazioni ancora più numerose che in passato. Più avanzata la parte telematica con schermo a scomparsa da 6,5 pollici, funzioni Google e Audi Connect, hotspot wi-fi e audio Bose. Lo sterzo è ora elettromeccanico, l’ESP ha la funzione di torque vectoring e quella contro la collisione multipla. I motori diventano Euro6 e più efficienti fino al 10% con l’introduzione di unità 3 cilindri: mille a benzina da 95 cv e diesel 1.4 da 90 cv (3,4 litri/100 km, 89 g/km di CO2) accanto ai 4 cilindri 1.6 da 116 cv e le unità a benzina 1.4 da 125 cv o 150 cv, 1.8 da 192 cv e 2 litri da 231 cv della micidiale S1 a trazione integrale con cambio s tronic (250 km/h, 0-100 km/h in 5,8 s.). Listino a partire da 20.300 euro. Piccolo, prezioso fringe benefit.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

BMW Serie 1: più dotazione e meno cilindri Tempo di rinnovarsi per la Serie 1 che adotta stilemi più vicini a quelli delle sorelle più giovani, fari full led a richiesta e luci posteriori anch’esse a diodi. Diventano di serie la radio Professional con DAB e il sistema iDrive con schermo da 6,5” ad alta definizione, servizi online di mobilità avanzata e juke box virtuale da 22 milioni di brani. Il navigatore è in grado di dialogare con il cambio automatico, che ora ha anche la funzione di veleggiamento, per migliorare i consumi fino al 12%. La gamma motori comprende per la prima volta unità 3 cilindri: un 1,5 litri a benzina da 109 cv e diesel da 116 cv che nella versione EfficientDynamics consuma 3,4 litri/100 km (89 g/km di CO2). Gli altri motori a benzina sono 1.6 da 136 cv, 2 litri da 177 cv o 218 cv e 6 cilindri in linea 3 litri da 326 cv mentre il diesel 2 litri ha 150 cv, 190 cv o 224 cv. Sta bene in ogni flotta.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Citroën C4: dedicata interamente al business La compatta francese si rinnova con modifiche estetiche e semplifica la propria gamma concentrandosi esclusivamente sulla clientela aziendale con la versione Business Combi, disponibile anche in allestimento autocarro. Nuovi il frontale, la firma visiva dei fari e nuovi I gruppi ottici posteriori a effetto 3D. Rivisti i materiali, con tessuti in jersey e plastiche in morbido slush, e inserito nella plancia lo schermo a sfioramento da 7 pollici del sistema infotelematico con l’impianto audio che comprende anche il DAB. L’ESP include l’assistenza per le partenze in salite e l’Intelligent Traction Control che migliora la motricità su neve e fondi a bassa aderenza. Ancora al vertice della categoria l’abitabilità e il bagagliaio da 408 litri. L’unico motore disponibile è il noto diesel 1.6 da 90 cv con emissioni di CO2 pari a 106 g/km. Costa 21.550 euro. Tutto quello che serve.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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Future

Fiat Doblò Cargo: ancora più automobile La quarta generazione del van italiano diventa ancora più automobile per lo stile, l’abitacolo, la strumentazione di bordo con sistema Uconnect e schermo da 5”, ma anche per comfort e comportamento stradale. Lungo 4.406 o 4.756 mm, è disponibile in due versioni di passo, due altezze e 4 varianti (Cargo, Combi, Autocarro e Pianalato) con portata fino a 1.008 kg, volumetria fino a 5 metri cubi e lunghezza di carico di 182/217 cm. La dotazione di sicurezza comprende 4 airbag e l’ESP con assistenza alle partenze in salita e Traction+. I motori diesel Euro5: 1.3 da 75 cv o 90 cv, 1.6 da 90 cv (anche con cambio robotizzato), 100 e 105 cv, 2 litri da 135 cv. I benzina Euro6 sono l’1.4 da 95 cv e turbo da 120 cv, anche in versione bi-fuel a metano. Prezzi a partire da 12.450 euro (iva esclusa) con un’ampia gamma di offerte finanziarie e di servizio. Grandi flotte e padroncini.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Ford S-Max: spazio al dinamismo Seconda generazione per il monovolume sportivo dell’Ovale Blu, ancora in versione a 5 o 7 posti con 32 diverse configurazioni per l’abitacolo che utilizza materiali eleganti e resistenti. La strumentazione è su display LCD da 10 pollici, il sistema Sync2 ha uno schermo a sfioramento da 8 pollici, mentre i sedili anteriori sono ventilati, riscaldabili e con funzione massaggio. La sicurezza prevede Blis, assistenza per il mantenimento della corsia, Intelligent Speed Assist e fari anteriori a Led adattativi. La nuova S-Max ha anche il MyKey, il sistema semiautomatico di uscita dai parcheggi, telecamera anteriore a 180 gradi, sterzo adattativo e sospensioni a controllo elettronico. I motori a benzina sono 1.5 da 160 cv e 2 litri da 240 cv con cambio automatico e diesel 2 litri da 120 cv, 150 cv o 180 cv, anche con cambio PowerShift a doppia frizione e trazione integrale. Lungo e intelligente.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Hyundai i40: sempre più sopra la media La media coreana cambia frontale, fari, luci posteriori, paraurti che integrano i Led di profondità e cerchi. Più avanzato il sistema infotelematico con radio digitale DAB e più ricca la dotazione di sicurezza con il riconoscimento dei segnali e la commutazione automatica dei fari. L’ATCC migliora direzionalità e motricità, gli ammortizzatori posteriori a controllo elettronico permettono una manovrabilità ottimale in ogni condizione di carico e sono regolabili per offrire più comfort o un comportamento più dinamico. I motori sono Euro6 e dotati di stop&start e recupero dell’energia: 1.6 da 135 cv, 2 litri da 165 cv e diesel 1.7 da 115 cv o 141 cv, quest’ultimo a richiesta con l’inedito cambio doppia frizione a 7 rapporti. Come tutte le Hyundai, ci sono garanzia, controlli gratuiti e assistenza stradale a chilometraggio illimitato per 5 anni. Inusuale classica company car.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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News on the road

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Kia Soul ECO-electric: 7 anni di scossa La prima Kia elettrica deriva dal piccolo e originale crossover arrivato lo scorso anno alla seconda generazione. La ECO-electric si distingue per la colorazione bianco e turchese, riproposta anche per l’abitacolo realizzato con materiali riciclati, ecocompatibili e antibatterici. Adattati anche il sistema multimediale, la strumentazione, su display Oled per risparmiare energia così come il climatizzatore, dotato di strategie specifiche. Sotto il pavimento la batteria ai polimeri di litio, composta da 192 celle, che eroga 90 kW, ha una capacità di 27 kWh e assicura un’autonomia di 212 km. I tempi di rifornimento vanno da 12 ore a 33 min con la ricarica rapida. Il motore ha 81 kW e 285 Nm per uno 0-100 km/h in 11,2 s. e 145 km/h autolimitati. La Soul ECO-electric è offerta con un solo allestimento, ha una garanzia di 7 anni o 150mila km e costa 36mila euro. Car sharing aziendale o bioflotte.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Mercedes S500 Plug-In Hybrid: tedesca alla spina Il terzo modello ibrido della Classe S si ricarica dalla presa di corrente in 4-2 ore e promette consumi di un ciclomotore con le prestazioni di un V8. Dichiara infatti 2,8 litri/100 km pari a 65 g/km di CO2 e riesce a marciare per 33 km fino a 140 km/h a emissioni zero, alimentata dalla batteria agli ioni di litio da 8,7 kWh. Il sistema è composto da un V6 3 litri biturbo e da un elettrico inserito nel cambio a 7 rapporti per una potenza di 442 cv e uno 0-100 km/h in 5,2 s. Quattro le modalità di marcia (Hybrid, E-Mode, E-Save e Charge) selezionabili dal guidatore. La S500 Plug-In Hybrid può contare su tutti i contenuti di sicurezza e comfort della gamma, ha di serie i fari a Led intelligenti e la gestione in remoto della ricarica e del climatizzatore. Due gli allestimenti (Premium e Maximum) solo con carrozzeria lunga, a partire da 116.690 euro. Ambiente fa rima con presidente.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Nissan Qashqai: sa guardarsi intorno Il principe dei crossover arricchisce la propria gamma con il quarto allestimento denominato 360, che si inserisce tra l’intermedio Acenta e quello di punta Tekna, ed è caratterizzato dalla presenza di serie del sistema di visione perimetrica Around View Monitor a 4 telecamere. Di serie sono anche: cerchi da 18 pollici, cristalli posteriori oscurati, specchietti elettrici automatici, sensori di parcheggio, Intelligent Key e pacchetto di sicurezza Safety Shield grazie al quale la Qashqai ha ottenuto 5 stelle EuroNCAP con le migliori valutazioni del proprio segmento. L’allestimento è disponibile con tutte le motorizzazioni, compresa la nuova 1.6 DIGT a benzina Euro6 da 163 cv che si situa al vertice per prestazioni (200 km/h, 0-100 km/h in 9,1 s.) affiancando l’1.2 da 115 cv e i diesel 1.5 da 110 cv e 1.6 da 130 cv (anche 4WD o con cambio Cvt Xtronic). A partire da 20.500 euro.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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Future

Opel Karl: figlio di cotanto padre Si chiama come un figlio del fondatore della casa del Fulmine la nuova piccola 5 porte del costruttore europeo di General Motors che, dopo Adam e Corsa, completa la propria gamma di auto piccole. Lunga 3,68 metri, è omologata a 4 o 5 posti, ha un bagagliaio che, con il sedile posteriore 60/40 abbassato, sfiora i mille litri e una dotazione di livello superiore. Ci sono infatti i sedili e il volante riscaldabili, il sistema audio che include anche la radio digitale DAB, il cruise control con limitatore di velocità, sensori di parcheggio, assistenza alle partenze in salita, i fari fendinebbia con funzione di svolta e il Lane Departure Warning. Uno solo il motore in gamma: il nuovo 3 cilindri mille da 75 cv che, accoppiato al cambio manuale a 5 rapporti, offre bassi consumi ed emissioni di CO2 pari a 99 g/km. Arriva in estate con un listino che partirà da 9.900 euro, chiavi in mano. Da rent-a-car cittadino.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Peugeot 508: una media da Leone Nuovo frontale, più tecnologia e sicurezza, nuove versioni e motorizzazioni per la media francese che in gamma prevede solo la variante SW. Aggiornata anche la plancia, con il nuovo cassetto e il sistema infotelematico con display a sfioramento da 7 pollici e retrocamera, e la sicurezza che si avvale ora del controllo dell’angolo cieco e dei fari full led. La gamma comprende gli allestimenti Active, Allure, GT e GT Line per i privati, Business e Mix (omologata N1) per le aziende. Uno il motore a benzina (1.6 da 165 cv anche con cambio automatico) e due i diesel: 1.6 da 115 cv (anche con cambio robotizzato che dichiara 4 litri/100 km e 105 g/km di CO2) e 2 litri da 140 cv, 150 cv e 163 cv (anche con cambio automatico) più la RXH con assetto rialzato e sistema ibrido integrale Hybrid4 da 200 cv (4 litri/100 km, 110 g/km di CO2). Si parte da 30.350 euro. L’azienda può ragionarci sopra.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Renault Kadjar: crossover sorella e cugina La Captur ha finalmente una sorella maggiore: si chiama Kadjar e sfida la cugina Nissan Qashqai con la quale condivide la piattaforma modulare CMF con motori 1.2 turbo a benzina da 130 cv, diesel 1.5 da 110 cv (anche con cambio doppia frizione) e 1.6 da 130 cv anche 4x4. Lunga 4,45 metri, larga 1,84 e alta 1,60, la Kadjar deve il suo nome alle parole “kad”, che richiama il termine “quad”, e “jar” che rimanda ai vocaboli francesi “agile” e “jailir” (sprizzare, sgorgare). All’avanguardia la dotazione per la sicurezza, ma anche per comfort e connettività grazie al sistema R-Link 2 a comando vocale con schermo a sfioramento da 7 pollici e ai fari ful led. La commercializzazione inizierà dall’estate, sarà prodotta presso lo stabilimento di Palencia, in Spagna, e sarà anche la prima Renault fabbricata in Cina, a Wuhan, in joint-venture con la Dongfeng. Da fringe benefit a leisure rent.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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Future

Seat Ibiza: più i-Tech e più Business Nuova gamma per la spagnola che, dopo 30 anni e oltre 5 milioni di unità prodotte, si rilancia con l’eliminazione dell’allestimento Style, l’introduzione dell’i-Tech, che si inserisce tra i noti Reference e FR, e altri due dedicati alle flotte: Business e Business High, con carrozzeria 5 porte e ST. Il primo offre sistema multimediale Parrot Asteroid Classic, clima manuale, computer di bordo, retrovisori elettrici, fendinebbia con funzione cornering e vernice bianca con un vantaggio cliente del 40%; il secondo ha anche il Seat Sound System con comandi al volante, il pacchetto Navi&Drive (navigatore, Bluetooth per vivavoce e audio streaming), vernice metallizzata e ruotino di scorta con un vantaggio cliente del 60%. I motori benzina e diesel vanno da 70 cv a 180 cv per la Cupra con cambio DSG a 7 marce e carrozzeria SC coupé a 3 porte. Parte da 11.580 euro. Non solo RAC.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Toyota Prius+: full-hybrid per sette Il primo e unico monovolume full-hybrid diventa più modermo e dinamico con il nuovo frontale a tutto Led (fari e luci di profondità), luci posteriori “light guide”, paraurti ridisegnati e nuove tinte metallizzate Dark Sherry e Deep Black. Aggiornato anche l’abitacolo a 7 posti, con il bagagliaio che va da 200 a 1.750 litri, materiali più scuri, strumentazione con display Lcd a colori da 4,2 pollici e sistema infotelematico Toyota Touch2 con schermo a sfioramento da 6,1 pollici e sintonizzatore digitale DAB. Migliorata l’insonorizzazione, rivisto l’assetto a beneficio di guidabilità e comfort, reso più efficiente il sistema ibrido con l’1,8 litri che diventa Euro6, più efficiente (4,1 litri/100 km pari a 95 g/km di CO2) e ha una nuova messa a punto che ne migliora l’erogazione. Tre gli allestimenti (Active, Lounge e Style) a partire da 31.900 euro. Unica nel suo genere.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Volkswagen Golf Sportsvan: MPV ma non troppo Dopo la Plus c’è la Sportsvan. Ora infatti si chiama così la variante quasi monovolume della regina di Wolfsburg che beneficia di tutte le innovazioni della berlina e, in 4.388 mm (+85 mm rispetto alla Golf ), offre spazio per 5 persone e bagagli (5001.590 litri) da modulare a piacimento con il divano posteriore scorrevole per 180 mm. Basata anch’essa sul pianale MQB, è più leggera di 90 kg, consuma il 20% in meno e porta in dote tutta la sicurezza della sorella (anche lei 5 stelle EuroNCAP) aggiungendovi anche il Blind Spot, che sorveglia l’angolo cieco e i lati quando si esce da un parcheggio in retromarcia. I motori, benzina e diesel, hanno da 85 cv a 150 cv, anche con cambio DSG, con un listino che parte da 19.450 euro per l’allestimento Trendline e comprende due pacchetti Business: uno per completare il livello Comfortline e uno per l’Highline. NLT ma anche breve.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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Future

di Francesca Carli

The state of innovation in the automotive industry in 2015

"La combinazione tra aereo e auto sta arrivando. Questa idea ora potrà far sorridere, ma un giorno sarà realtà”. Così parlò Henry Ford nel 1940, fantasticando sull’idea di un’avveniristica macchina volante. Ed è con queste parole che si apre il rapporto The state of innovation in the automotive industry in 2015, pubblicato da Thomson Reuters, che analizza i brevetti depositati negli ultimi cinque anni nel settore automotive (il periodo di riferimento va dal 2009 al luglio del 2014). Sogno e concretezza, fantasia e innovazione: dal momento in cui l’auto è stata inventata ha spinto a studiare tecnologie sempre più sofisticate, a sognare mezzi di trasporto sempre più avveniristici. E a farli diventare realtà.

Dopo i settori informatica e ICT, infatti, è l'industria dell'auto il comparto più innovativo su scala globale. A parlare chiaro sono i numeri delle domande di brevetto registrate nel quinquennio preso in esame: dalle 20mila del 2009, si è passati alle 40mila del 2013. Quali sono i marchi più all’avanguardia, tra case automobilistiche e aziende produttrici di componenti? Sul podio Toyota (con più di oltre 7mila domande di brevetto), Bosch e Hyundai (che hanno depositato, rispettivamente, circa 6mila e 5mila domande). Seguono - con un certo distacco - Honda, Denso, Daimler, General Motors, Seiko Epson, Mitsubishi e Continental (che non superano però le 3.500 domande a testa). Si attestano tra i primi 25 Peugeot, Nissan, Geely-Volvo, Ford, Audi, Bmw, Volkswagen, Renault.

Brevetti raddoppiati in 5 anni Dalla meccanica al software: è questo il passaggio epocale che sta vivendo l'industria automobilistica. Le nuove tecnologie giocano un ruolo chiave nello sviluppo dei mezzi di trasporto del prossimo futuro, che saranno più efficienti, più ecocompatibili, più sicuri e persino più divertenti da guidare.

Il motore del futuro Cinque i temi centrali evidenziati nel Rapporto: il primo è il risparmio di carburante (che interessa il campo della propulsione, dove si è registrato il più alto numero di brevetti). Oltre agli investimenti profusi per realizzare sistemi di alimentazione alternativi, i motori a basso consumo sono senza dubbio una delle priorità. Nel det-

taglio, i sistemi di propulsione spiccano al primo posto grazie proprio agli investimenti in motori elettrici e ibridi, oltre che nei cambi automatici di ultima generazione. In questo segmento, la fanno da padrone Toyota e Bosch. Questione di sicurezza Un altro punto centrale è rappresentato dai sistemi di driver assistance, tra cui si evidenziano sensori posteriori, sistemi di rilevamento dei pedoni e di riconoscimento dei segnali stradali, controllo automatico degli abbaglianti, sistemi lane departure warning e di frenata intelligente. Il marchio leader nel campo dell’assistenza alla guida? Bosch, che registra il maggior numero di documenti depositati e un rapido aumento di brevetti registrati. Sono le aziende europee a dominare questo settore: dopo Bosch seguono infatti Audi, BMW, Continental, Daimler, Valeo e Volkswagen. Se si analizza più ampiamente il tema della sicurezza di bordo, tra primi dieci marchi spiccano anche nomi nuovi e inaspettati come Autoliv Development, Tokai Rika e Takata. L’ambito della sicurezza alla guida è quella che registra più brevetti subito dopo la propulsione. ➔

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Future

La navigazione è sempre più intelligente Legata invece al campo della navigazione (che registra una lieve contrazione nel numero di brevetti) è la telematica, che implica l'uso integrato di telecomunicazioni e informatica per il controllo dei veicoli in movimento. La tecnologia Gps - integrata con computer di bordo e tecnologia mobile - oggi rappresenta il cuore dei sistemi di navigazione di bordo. Lo studio sottolinea inoltre due tecnologie specifiche coinvolte in questo campo: DSRC-Dedicated ShortRange Communications (tecnologia di comunicazione wireless a corto raggio specifica per l'industria automobilistica; la stessa utilizzata per il Telepass, per esempio) e IntelliDrive (tecnologia che permette di equipaggiare la vettura con sistemi di comunicazione wireless - simili

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al Wi-Fi - attraverso cui l’auto può comunicare dati come velocità, posizione e direzione). La guida automatica, tra sogno e realtà Un altro argomento chiave? La guida automatica, che da idea fantascientifica sta diventando sempre più opzione concreta: certo, gli esperti sostengono che ci vorranno ancora decenni prima di poter vedere macchine con guida completamente automatica in mezzo al traffico, ma le innovazioni ci sono. E quindi, in attesa dell’automobile futuristica in grado di guidarsi da sé, si punta oggi a equipaggiare le vetture con sistemi di bordo capaci di far interagire i dispositivi mobili del guidatore/passeggero con parabrezza intelligenti dotati di display utili a mantenere sulla strada lo sguardo

di chi guida. Quello dell’automazione è uno degli ambiti privilegiati da Hyundai. L’obiettivo dichiarato è una vettura sempre più intelligente, interattiva e autonoma. Intrattenimento e mobilità L’ultimo tema topico analizzato è relativo all’ambito entertainment e pone l’accento sulle potenzialità dei cosiddetti head-up display: questi sistemi oltre a essere utili per visualizzare sul parabrezza i dati provenienti da smartphone, come abbiamo detto, si sono ulteriormente evoluti nella gestione delle telefonate in entrata e uscita e dei comandi vocali in generale. Per trasformare la guida in un’esperienza d’utilizzo il più confortevole e pratica possibile, senza rinunciare all’aspetto più importante di tutti: la sicurezza.



Profit

La carrozzeria secondo AkzoNobel L’assistenza al veicolo sia quella meccanica che quella di carrozzeria ha un impatto fondamentale per la gestione della flotta aziendale. Il settore della carrozzeria in Italia sta attraversando un importante momento di riassetto strutturale. Il carrozziere tradizionale non rappresenta per le aziende di grandi dimensioni un interlocutore adeguato. Di questi temi ne parliamo con Daniele Testa, Strategic Account Manager Italy di Akzo Nobel. Ci può descrivere il panorama del settore della carrozzeria in Italia? Il mercato della carrozzeria in Italia è molto vasto e variegato con operatori e strutture tendenzialmente molto diverse. Sul numero totale delle carrozzeria presenti sul mercato italiano ci sono delle opinioni contrastanti, ma questo dovrebbe aggirarsi intorno alle 13.000 unità. Quali sono le differenze tra l’Italia e gli altri paesi europei? Il mercato italiano è fortemente polverizzato, composto da strutture molto piccole soprattutto in determinate aree. Allo stesso tempo però esistono importantissime realtà che possono assolutamente

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competere con quelle dei mercati più avanzati, come quelli del nord Europa. Il termometro per valutare lo stato dell’evoluzione è lo sviluppo delle reti o network: maggiore è la presenza di forti network di carrozzerie, più il mercato è avanzato. Quanto è importante per i clienti multinazionali, siano essi società di noleggio o aziende con flotta, affidarsi a reti di riparatori europee? Prima di tutto bisogna partire dalle esigenze del cliente e chiedersi cosa lui si aspetta; ogni cliente ha esigenze diverse. Se parliamo di grandi aziende, queste preferiscono dialogare con realtà strutturate di riparazione (e non con singole strutture) in quanto le prime, in qualità di interlocutori unici, garantiscono il medesimo servizio di riparazione, con le medesime forme e tempistiche e in qualsiasi luogo esso venga richiesto. Quale è la vostra mission nel panorama automotive e in particolar modo nel mercato delle flotte? Oggi il mercato della riparazione in carrozzeria sta cambiando velocemente e molto spesso gli operatori vengono tra-

Daniele Testa, Strategic Account Manager Italy di Akzo Nobel

volti più che coinvolti. La nostra mission è quella di coinvolgere i nostri carrozzieri aiutandoli a raggiungere una crescita consapevole e di supportarli nell’interpretare i cambiamenti del mercato, nonché di agevolarli nella relazione con grandi aziende e multinazionali che oggi rappresentano per le carrozzerie una notevole percentuale di fatturato. Per tale ragione AkzoNobel in Italia, come nelle restanti nazioni dove opera, è presente con un programma di formazione denominato Acoat Selected. Acoat Selected è il network delle migliori carrozzerie di AkzoNobel (in totale sono 170 che coprono tutto il territorio nazionale) che seguono un programma vasto di attività tra cui l’analisi economico finanziaria, quella tecnico produttiva, la certificazione Iso 9001:2008 e corsi di formazione manageriale e tecnica. Questo programma viene sviluppato da consulenti interni, dipendenti di AkzoNobel, suddivisi per area di competenza che supportano costantemente le carrozzerie nella loro attività implementando competenze, conoscenze e soprattutto il livello di servizio. Oltre a questo,le carrozzerie del network vengono supportate anche per sviluppare


Profit

di Alessandro Palumbo

nuovi progetti di business tra cui il servizio di riparazione e sostituzione cristalli, La nostra visione è quella di sviluppare centri multifunzionali brandizzati con servizi condivisi e standardizzati. Che ruolo ha il driver di una company car nella vostra strategia di business? Oggi ha un ruolo estremamente importante. L’approccio che noi cerchiamo di trasferire alle nostre strutture è gestire al meglio questo cliente cercando di fornire i servizi che lui si aspetta di trovare. La direzione è costruire intorno a questo cliente un’ampia offerta di servizi per massimizzare la sua soddisfazione e fare in modo che scelga i nostri centri eleggendoli come “ideali”.

estremamente sensibile all’eco sostenibilità, infatti siamo l’azienda che ha l’intero ciclo di prodotti all’acqua, quindi senza il solvente, con la conseguente riduzione delle emissioni nocive nell’atmosfera. Per AkzoNobel una carrozzeria è eco-sostenibile quando adotta tutte le misure, le metodiche operative, le competenze tecniche, strumentali e gestionali al fine di ridurre al minimo possibile il proprio impatto sul-

l’ambiente per ogni singola riparazione effettuata. Per il terzo anno consecutivo siamo in testa all’indice di sostenibilità Dow Jones, confermando la nostra strategia Planet Possible di fare di più con meno. E, infine, alla Clinton Global Initiative a New York, la nostra iniziativa Human Cities ha collaborato con la Fondazione Rockefeller e 100 Resilient Cities per migliorare gli ambienti urbani di tutto il mondo.

Il settore automotive ha fatto grandi passi verso il concetto di sostenibilità ambientale. Quale è la vostra posizione in merito? Akzo Nobel è da sempre fortemente impegnata per la salvaguardia dell’ambiente ed

AkzoNobel A&AC è uno dei principali fornitori mondiali di vernici, rivestimenti, film e servizi per i mercati della riparazione di autovetture, veicoli commerciali, plastiche automotive per interni ed esterni, rivestimenti per il settore aerospaziale e prodotti di refinishing specializzati per l'elettronica di consumo, l'industria sportiva e del tempo libero e i cosmetici.

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Maserati Quattroporte Diesel

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di Nicola Desiderio

Tridente e Tricolore L’ammiraglia italiana guarda al mondo delle aziende con l’inedita versione a gasolio che assicura consumi contenuti accanto a sensazioni che vanno oltre il semplice prestigio. Fabbricata alle porte di Torino con motori emiliani, rappresenta la svolta industriale e commerciale della Casa modenese.

La Maserati Quattroporte è il simbolo stesso dell’ammiraglia sportiva italiana sin dal 1963 e, per la sesta generazione, presentata 2 anni fa, vanta numerose caratteristiche inedite per la casa modenese come la scocca in acciaio ed alluminio, i motori V8 e V6 turbo (anche con la trazione integrale) e persino a gasolio, versione che, con un listino di 98.373 euro, rappresenta la soglia di ingresso ed è oggetto della nostra prova. È prodotta nello stabilimento di Grugliasco (Torino).

Il tridente colpisce sempre Aggressiva ma elegante, muscolosa ma agile. La Quattroporte è chiaramente un’ammiraglia con i suoi 5,26 metri di lunghezza, ed è una Maserati a prima vista: per il lungo cofano adunco che inizia con la calandra ovale dotata di griglia concava, per i tre sfoghi cromati dietro ciascun passaruota anteriore e per i montanti posteriori triangolari dove campeggia il Tridente. Il tutto avvolto da forme sinuose e inconfondibili, dove neppure l’aerodinamica è stata dimenticata, con un cx di 0,31 e una portanza diminuita del 24%.

La sicurezza del piacere La Quattroporte ha un passo di 3 metri e 17, dunque accessibilità e spazio interno sono presidenziali e anche il bagagliaio (530 litri, +80) è nettamente migliorato. A differenza di altre auto da 5 metri e passa, questa Maserati non seduce ostentando la propria tecnologia e punta piuttosto su stile, eleganza e raffinatezza dei materiali con la possibilità di avere pelli Poltrona Frau e Alcantara, legni in varie essenze (radica, ebano, tanganica, acero e rovere) e persino fibra di carbonio. Anche per il volante, regolabile elettricamente e riscaldabile, ci sono numerose opzioni tra cui le palette – rigorosamente ➔


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fisse sul piantone secondo la scuola italiana – per la modalità sequenziale del cambio. Sono in alluminio e costano 1.000 euro. La strumentazione ha al centro dei due strumenti principali un display multifunzione da 7 pollici. Al centro della plancia c’è lo schermo a sfioramento da 8,4 pollici per la navigazione, la telecamera posteriore, il controllo del riscaldamento e della ventilazione dei sedili, la climatizzazione (a 2 o 4 zone), l’hotspot per il wifi e l’audio. Di base c’è un impianto da 600 Watt a 10 altoparlanti, a richiesta uno della Bowers &Wilkins da 1.280 Watt a 15 diffusori con coni in kevlar. Per i sedili posteriori, oltre ai tavolini, si può avere anche in sistema di entertainment con due schermi da 10,2 pollici. I cristalli laterali sono senza cornice, come sulle coupé, e di serie ci sono le tendine elettriche. La dotazione di sicurezza conta su 6 airbag, attacchi ISOFIX, controllo di stabilità elettronico completo di hill assist, i fari bixeno che adattano potenza e orientamento in base alle condizioni di guida e poco più. La Emilia connection La Maserati Quattroporte ha una scocca composta in acciaio ad alta resistenza sagomato a caldo e in alluminio, utilizzato per diversi componenti (cofani, portiere, parafanghi anteriori, sospensioni, barre paraurti, etc.) con l’obiettivo di ridurre la massa di circa un quintale e ripartirla alla pari sui due assali. Tutto a beneficio di prestazioni, guidabilità ed efficienza, migliorata del 20%. Sono progettati dalla Maserati ma costruiti dalla Ferrari i motori biturbo a iniezione diretta di benzina V8 3.8 da 530 cv (307 km/h, 0-100 km/h in 4,7 s.) e V6 3 litri da 410 cv, disponibile anche con un sistema di trazione integrale che trasferisce alle ruote anteriori fino al 50% della coppia. Il diesel è opera di un’altra azienda del gruppo FCA, la VM di

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Cento (FE). È un V6 3 litri con bancate a 60 gradi con distribuzione bialbero a 4 valvole per cilindro e sovralimentato con un turbocompressore a geometria variabile. Eroga 250 cv a 4.000 giri/min e 600 Nm di coppia tra 2.000 e 2.600 giri/min. Tutti e tre sono accoppiati ad un cambio automatico a 8 rapporti con convertitore di coppia fornito dalla tedesca ZF e il differenziale posteriore è autobloccante al 35% in tiro e al 45% in rilascio, una caratteristica da vera auto sportiva, così come i freni forniti dalla Brembo, con pinze fisse e dischi bimetallici. Per l’autista ed il pilota La Quattroporte è un’ammiraglia da rappresentanza per rango e dimensioni, ma le soddisfazioni maggiori le darà a chi avrà la fortuna di tenerne il volante. L’italiana infatti è un’auto “viva” che non galleggia sulla strada, ma si mostra agile e reattiva come nessun’altra della sua classe. Lo sterzo (elettroidraulico) fa sentire le mani sull’asfalto e il V6, al di là dei dati dichiarati (240 km/h, 0-100 km/h in 6,8 s.), ha tiro e carattere, espressi anche con un bel sound che diventa gutturale premendo il tasto Sport. Perfetti il cambio, dolcemente fulmineo, e i freni: pronti, po-

tenti, instancabili. Premendo il pulsante ICE la Quattroporte si ammorbidisce e si dispone a consumare poco, una voce per la quale sa sorprendere anche quando è assaporata come merita una Maserati. I dati dichiarati (6,2 litri/100 km) non sono impossibili da raggiungere ed è una buona occasione per apprezzare quel comfort che rende comunque l’italiana un’auto ottima per viaggiare. Compagnia di bandiera Flotte ed esclusività, due termini a volte antitetici per ragioni sia economiche che di opportunità. La Maserati Quattroporte abbassa il primo tipo di barriera con questa versione Diesel e fa dimenticare il secondo con un altro fattore: il piacere, quel qualcosa che rende l’ammiraglia modenese un’auto che parla ai sensi, da vera italiana. I conti però bisogna pur farli. A questo proposito, i consumi sono inferiori del 35% rispetto alla V6 a benzina e la vertiginosa ascesa commerciale del Tridente (36.500 unità nel 2014, +136%), lascia immaginare valori dell’usato in crescita. Certo non è un fringe benefit da quadro aziendale, ma ora una Maserati in flotta si può fare. E non solo per il megapresidente.

Maserati Quattroporte Diesel 250 CV Automatica Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 2.987 cc potenza 250 CV lungh./largh./alt. 5,26 x 1,95 x 1,48 m peso 1.885 kg accelerazione 6,8” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 240 km/h cambio automatico a 8 rapporti trasmissione posteriore costo di esercizio al km (*) n.d.

consumo medio 16,1 km/litro capacità di carico 530 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km



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di Nicola Desiderio

Opel Corsa

un trio con brio

Sesta generazione per la “4 metri” del Fulmine che eredita il look della Adam e le dotazioni di sicurezza dell’Astra, aggiungendovi una telematica avanzata e una gamma motori più efficiente, tra cui brilla il nuovo 3 cilindri mille, destinato a sfatare definitivamente tutti i pregiudizi su questo tipo di propulsore con piacevolezza di utilizzo e costi di esercizio ridotti.

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L’Opel Corsa arriva alla sesta generazione a 33 anni dal lancio e 12,5 milioni di unità vendute e si ripropone nel segno dell’evoluzione per recitare ancora un ruolo da protagonista nel combattutissimo segmento B. Confermata la differenziazione tra versione 5 porte e coupé 3 porte, la tedesca è offerta da 12.100 euro in 4 allestimenti (base, N-Joy, Bi-Color e Cosmo) con motori benzina e diesel che vanno da 70 cv ai 115 cv del nuovo 3 cilindri mille turbo, da noi provato. Presto ci saranno anche la fortunatissima versione Gpl e la sportiva OPC da 207 cv. Prende molto dalla sorellina La nuova Opel Corsa cambia di poco la sua sagoma, ma la personalità è nettamente differente grazie all’innesto di elementi ripresi dalla Adam come le luci posteriori a sviluppo orizzontale e soprattutto il frontale con la calandra ribassata, la cui presenza è sottolineata dai due baffi cromati e dallo scalino nella parte bassa dei fari. Caratteristico anche il cofano motore scavato da una larga unghiata. L’allestimento Bi-Color, con tetto, cerchi e cristalli scuri a contrasto sottolinea ulteriormente il carattere giovanile e sbarazzino della nuova Corsa.

scomparsa nel paraurti posteriore. Tutta nuova la plancia, con la parte davanti al passeggero scavata per dare più spazio alle gambe e la consolle centrale occupata dallo schermo da 7 pollici del sistema IntelliLink che si basa sul principio del mirroring, ma senza obbligare l’utente a scaricare ogni volta la mappe sul proprio smartphone, inoltre è dotato di numerose app, web radio e Dab e del sistema di comandi vocali Siri, utile anche per dettare e leggere sms. Raffinati ma soprattutto solidi i materiali, leggibile la strumentazione, con illuminazione chiara, agevole la regolazione del piantone dello sterzo e perfetti nella realizzazione gli attacchi Isofix sui sedili posteriori. La sicurezza è a 4 stelle euroNCAP con una dotazione di ac-

cessori che non teme confronti. Oltre ai 6 airbag e all’ESP con Hill Start Assist, la telecamera Opel Eye legge i segnali, misura la distanza di sicurezza allertando il guidatore anche se sta oltrepassando la linea di mezzeria, e commuta i fari abbaglianti. La Corsa vede anche negli angoli ciechi e sorveglia i lati quando si esce da un parcheggio in retromarcia. La funzione city che alleggerisce il volante, l’Advanced Park Assist, i sensori e la retrocamera risolvono qualsiasi problema di manovra. Efficace e silenzioso il climatizzatore, con filtro ai carboni attivi contro pollini e cattivi odori, e utili per i climi rigidi il volante e il parabrezza riscaldati. Parlando di visibilità, vanno citati anche i fari allo xeno con funzione di svolta. ➔

Abitacolo solido, dotazione superiore Evoluzione ragionata anche per l’abitacolo che mantiene una buona disponibilità di spazio sia per gli occupanti, sia per i bagagli con un vano che va da 285 a 1.090 litri e un dislivello tra soglia e piano che può essere colmato con il piano regolabile e asportabile. Confermato anche l’esclusivo Flex Fix, il portabiciclette a

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Come prima, più di prima La nuova Corsa ha la scocca derivata alla precedente, ma il baricentro è stato abbassato di 5 mm e tutto l’autotelaio e la parte elettrica sono nuovi. Nuove le sospensioni con i relativi sottotelai, nuovo lo sterzo, dotato di funzione che compensa le ondulazioni dell’asfalto e il vento laterale. Due sono gli assetti disponibili (Comfort e Sport con pneumatici da 17”) mentre l’impianto frenante è a 4 dischi. I motori sono tutti Euro6. Si parte dall’1.2 da 70 cv e dall’1.4 da 90 cv, anche con cambio robotizzato Easytronic, e si procede con il nuovo 3 cilindri mille turbo ad iniezione diretta con potenza di 90 cv e 115 cv accoppiato ad un nuovo cambio manuale a 6 rapporti che pesa meno di 40 kg. Pesa invece 106 kg la nuova unità tutta in alluminio, con distribuzione a doppio variatore di fase e unica della propria categoria ad avere i controalberi di bilanciamento per smorzare rumore e vibrazioni. A gasolio c’è il rinnovato 1,3 litri da 75 e 95 cv, firmato dal centro GM Powertrain di Torino, che nella versione EcoFlex dichiara 3,1 litri/100 km pari a 82 g/km di CO2. Entrambi spiccano per la coppia di 190 Nm disponibile da 1.500 a 3.000 giri/min. Al vertice per prestazioni c’è invece la OPC, messa a punto sul circuito del Nürburgring con l’1.6 turbo da 207 cv (230 km/h, 0-100 km/h in 6,8 s.) e dotata

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di freni Brembo e differenziale autobloccante meccanico. Un terzetto da applausi Il 3 cilindri è stato sempre presente sulla Corsa, ma questo nuovo SGE è un’altra cosa, a cominciare dal fatto che è stato progettato tutto da General Motors. Silenziosissimo e “fermo” come nessun altro motore di questo frazionamento, ha un’erogazione pastosa ed estesa (170 Nm tra 1.800 e 4.500 giri/min), che produce risposte pronte anche con la sesta innestata sui falsopiani, con progressioni efficaci, lisce e piacevoli. Le prestazioni sulla carta (195 km/h, 0-100 km/h in 10,3 s.) si ritrovano eccome, ma soprattutto si apprezza la grande qualità di marcia con consumi contenuti (4,3 litri/100 km pari

a 115 g/km di CO2) e un comportamento stradale agile e sicuro, aiutato da uno sterzo pronto quanto omogeneo e con freni che ispirano tranquillità. Da scegliere di corsa La Corsa ha già in storia e diffusione le migliori premesse per essere inclusa in ogni tipo di flotta ed oggi aggiunge un’estetica più accattivante, una dotazione telematica all’avanguardia e una gamma motori in grado di assicurare costi d’esercizio ridottissimi. Il 3 cilindri provato, anche in versione da 90 cv, rappresenta un’ottima scelta, ma pure i diesel, con consumi che sfiorano i 30 km/litro ed emissioni fino a 82 g/km di CO2, aggiungono un incentivo fondamentale sia per il fleet manager sia per l’utilizzatore.

Opel Corsa 1.0 SGE Turbo Cosmo 115 CV Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 998 cc potenza 115 CV lungh./largh./alt. 4,02 x 1,75 x 1,48 m peso 1.163 kg accelerazione 10,3” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 195 km/h cambio manuale a 6 rapporti trasmissione anteriore costo di esercizio al km (*) 0,34

consumo medio 23,3 km/litro capacità di carico da 289 a 1.090 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km




Together

di Francesca Carli

Dimmi come ti chiami Diversi modelli di auto hanno segnato diverse epoche del nostro tempo, diventando veri e propri simboli delle varie pagine della nostra vita sociale. I loro nomi sono entrati a far parte del nostro quotidiano: chi non ha almeno una volta interagito con una Giulietta, una Mercedes o un Ulysse… a quattro ruote! E chi non si è mai chiesto perché la mitica Panda si chiamasse proprio così? Analizzando i nomi delle diverse vetture che ci hanno accompagnato fin qui si scoprono inaspettate analogie, significati nascosti e divertenti accostamenti.

Vezzi e brainstorming d’altri tempi Tra i nomi d’auto più famosi meritano una menzione speciale quelli dedicati al mondo femminile: come non iniziare dalla mitica Mercedes? Pare che il console austro-ungarico Emil Jellinek - grande appassionato di auto e pilota da corsa avesse chiesto con insistenza a Paul Daimler di chiamare le vetture in produzione come la figlia, Mercedes appunto. Erano i primi del Novecento, ma quello di dedicare alla prole i nomi di automobili non è un vezzo solo dei tempi passati: era infatti il 1995 quando Romano Artioli, allora a capo della Lotus Car, chiamò Elise la nuova vettura lanciata proprio nei giorni della nascita della nipotina Elisa. Facendo un passo indietro, si scopre come anche gli anni ‘50 videro lo zampino di una donna nella creazione di uno dei modelli automobilistici di maggior successo. Quella volta non si trattò però di un vezzo, ma di una battuta fatta ad alcuni ingegneri di Alfa Romeo da parte di Giorgia de Cousandier (moglie di Leonardo Sinisgalli, allora consulente di Finmeccanica) la quale,

e ti dirò chi sei

Brigitte Bardot su Flaminia Coupé Pininfarina

si dice, esclamò durante una cena: “Siete otto... Romei e non avete nemmeno una Giulietta!”. Sì, ora lo chiameremmo brainstorming. E tutto il resto è storia. I giochi di parola targati Fiat Ducato, Fiorino, Marengo, Penny… la casa di Torino ha scelto di legare ognuno dei suoi veicoli commerciali al nome di una moneta, moderna o antica, con intento benaugurale! E il moderno Doblò, allora? Anche lui è frutto di un gioco linguistico: si tratta dell’apocope di doblone, la moneta d’oro di origine spagnola del XVII ➔

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Together

secolo. Grazie all’impiego di nomi associativi - che hanno il pregio di proiettare sull’oggetto i tratti caratteristici associati a quel determinato nome - Fiat ha spesso fatto centro nel processo di creazione del nome giusto per le proprie vetture. Ecco qualche esempio di scelta azzeccata per l’immediato impatto psicologico sul consumatore: Ulysse (che dà subito idea di viaggio, per una monovolume confortevole e pronta ad accompagnarci anche negli spostamenti più lunghi), Panda (una macchina semplice ma robusta e dall’aspetto simpatico, proprio come il mammifero originario della lontana Cina a cui tutti pensiamo - consciamente o inconsciamente - nel sentire nominare questo modello) o Bravo/Brava (che immediatamente richiama un concetto positivo, semplice, diretto, che ci fa “stare bene”). Interpretazioni più o meno chiare Tra altri nomi associativi di chiara interpretazione troviamo gli storici modelli Lancia Appia, Aurelia e Flaminia, palesemente dedicati alle antiche vie consolari romane… le strade che, nel famoso detto popolare, portano tutte a Roma. Una predilezione verso i nomi di origine romana, quella di Lancia, che viene confermata nel passato come nel presente dalle varie Ardea, Flavia e Fulvia!

A destra: la Lancia Appia 3 serie 1959-1963. In basso: Anna Proclemer e Giorgio Albertazzi con la Giulietta, 1954.

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Oltre alle associazioni volute (più o meno chiare che siano) nella storia dell’automobile si sono registrati anche felici casi di equivoci interpretativi da parte del grande pubblico che hanno portato una certa fortuna alle case automobilistiche. Come non citare la Volkswagen Golf e l’immeditato riferimento al mondo dello sport (e quindi al concetto di auto sportiva, giovane, robusta)… L’equivoco sta nel fatto che, in origine, il nome Golf stava per il termine tedesco Golfstrom (ovvero: corrente del Golfo)! L’interpretazione in chiave sportiva è stata data dal pubblico e ha poi spinto la casa tedesca a cavalcare questo filone creando le varie Polo, Caddy o Derby. Non è come sembra... Non sempre l’appellativo azzeccato in una lingua può essere altrettanto calzante in un’altra. Le case automobilistiche si sono

trovate anche a dover presentare sui vari mercati le proprie vetture con nomi diversi. La Fiat Ritmo, per esempio, nei paesi anglosassoni è conosciuta come Fiat Strada: Ritmo era infatti una marca di anticoncezionali! Stessa sorte per la Mitsubishi Pajero, presentata in Spagna come Montero, per via di un termine non propriamente elegante dello slang ispanofono. Alcuni modelli hanno dovuto cambiare nome non per motivi di pubblica decenza, ma per questioni scaramantiche. È il caso dell’Alfa 164: nel sud-est asiatico venne chiamata 168 per via del numero 4, che in quell’area geografica è legato al concetto di morte (mentre l’8 richiama fortuna e positività). Anche l’Italia ha visto sulle proprie strade un’auto ribattezzata ad hoc per la nostra cultura: fu la Volkswagen Jetta, chiamata da noi prima Vento e poi Bora, per evitare l’assonanza con il termine... iella!



Planet

di Alessandro Palumbo

La rivoluzione tecnologica di

Shell Attraverso la tecnologia Gasto-Liquid utilizzata per trasformare il gas naturale in combustibili e lubrificanti puliti, Shell ha introdotto sul mercato una rivoluzione epocale nella categoria dei lubrificanti. Ne parliamo con Debora Ferretti, Direttore Vendite Shell Italia Oil Products. Ci può descrivere il panorama dei lubrificanti in Italia? Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti. L’Italia in questo settore è tra i primi della classe. Si tratta infatti di un paese maturo dal punto di vista tecnologico nell’ambito degli oli motore. Infatti, in Italia si recepiscono adeguatamente le indicazioni dei costruttori di auto, impegnati a misurarsi con performance dei propulsori in crescita senza però perdere

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il focus sui consumi e sulle emissioni. Queste importanti sfide richiedono la crescita dei livelli di performance dei lubrificanti. Sul lato ambientale, le norme europee sono sempre più stringenti e costringono i produttori a porre maggiore attenzione su questo aspetto. Questa tendenza si è tradotta in una richiesta crescente di oli sintetici di alta qualità. Solo questa tipologia di oli è infatti all’altezza delle sfide di performance imposte dai motori più moderni disponibili sul mercato. Qual è la vostra mission nel panorama automotive? Vogliamo che i consumatori ci riconoscano per il nostro spirito innovativo. Vogliamo che ci riconoscano come azienda leader nel settore dell’energia

che riesce a raggiungere traguardi che per gli altri sono impossibili. Abbiamo scelto di fare della tecnologia e dell’innovazione gli elementi di differenziazione. È questa la ragione per cui Shell investe tempo e risorse ad analizzare i cambiamenti del mercato e a studiare l’evoluzione dei propri consumatori, per sviluppare tecnologie innovative che possano aiutare a rispondere alle esigenze del contesto attuale e ad anticipare le sfide del futuro. Shell Italia Oil Products Srl, divisione italiana del business globale Shell Lubricants, commercializza un’ampia gamma di lubrificanti; le applicazioni di prodotto che includono l’auto sono soddisfatte dal portafoglio Shell Helix.

Il portafoglio Shell Helix oggi si rinnova per soddisfare le più recenti e rigorose specifiche richieste dal mondo dell’automotive e rispondere all’incremento nella domanda globale di oli motore completamente sintetici, fondamentali per migliorare sempre più le performance dei motori in linea con gli obiettivi dei costruttori. Ci può spiegare la vostra “rivoluzione tecnologia”? Da oltre 100 anni Shell produce innovazione, linfa vitale del nostro sviluppo. Innovazione e tecnologia sono elementi fondamentali per rispondere alla crescente domanda di energia ottimizzando l’efficienza e la sostenibilità dei


Debora Ferretti, Direttore Vendite Shell Italia Oil Products

processi di business tradizionali e aprendo le frontiere allo sviluppo di nuove soluzioni energetiche e nuovi prodotti. Investiamo oltre 1 miliardo di dollari all'anno in ricerca e sviluppo; la comunità dei nostri tecnici e ingegneri si compone di 45.000 persone, dislocati in 16 centri di ricerca nel mondo; deteniamo oltre 15.000 brevetti nel settore dell’energia. Innovazione significa pensare fuori dagli schemi per creare valore aggiunto per i nostri clienti e consumatori, anche nel mondo dei lubrificanti. Ed è così che partendo dalla tecnologia Gas-to-Liquid (GTL),

sviluppata nel corso dei decenni e brevettata da Shell per trasformare il gas naturale in combustibili e lubrificanti puliti, è stato possibile introdurre sul mercato una rivoluzione epocale nella categoria dei lubrificanti. La rivoluzione tecnologica di Shell Helix Ultra si chiama SHELL PUREPLUS TECHNOLOGY. La tecnologia Shell PurePlus si basa appunto su un complesso e rivoluzionario processo che permette di convertire il gas naturale in idrocarburo liquido (GTL) e di produrre un olio base cristallino

1- In base ai risultati del test sulle morchie Sequence VG effettuato su SAE 0W-40. 2- In base ai risultati di risparmio di carburante ACEA M 111 rispetto all’olio di riferimento del settore. 3- In base alle prestazioni Sequence IIIG rispetto agli oli del gruppo II e III 4- Percentuale media ottenuta in base ai test sui depositi nei pistoni ILSAC GF-5 e Sequence IIIG effettuati impiegando 0W-20. 5- In base alla prova di volatilità NOACK e ai requisiti dei costruttori.

(componente principale degli oli motore), sostanzialmente privo delle impurità presenti nel greggio. E così l’esclusiva tecnologia Shell PurePlus, in combinazione con le eccellenti proprietà della Tecnologia di Detergenza Attiva, da sempre al cuore di Shell Helix, ha consentito di produrre un olio in grado di assicurare ai motori livelli di pulizia e protezione impareggiabili sul mercato e che superano gli standard del settore. Il nostro nuovo prodotto ha la capacità di mantenere il motore pulito quasi come il giorno in cui è stato prodotto; possiamo affermare con orgoglio che nessun altro olio mantiene il motore così pulito fuori dalla fabbrica1. Che impatto ha questo prodotto per il fleet manager? L’aspetto più importante per un gestore di flotte aziendali è che questo prodotto genera un risparmio di carburante fino al 3% rispetto allo standard di settore2. Tecnicamente il maggiore risparmio di carburante è dovuto alla minore resistenza al pompaggio derivata dall’ottimale viscosità alle basse temperature e minor coefficiente

d’attrito interno. Inoltre l’olio base Shell PurePlus fornisce, rispetto ai tradizionali oli base sintetici, un minore consumo di olio grazie alla minore frequenza dei rabbocchi, dovuto alla minore volatilità dell’olio base e una maggiore protezione del motore/minore usura grazie alla viscosità ottimale garantita anche a temperature estreme3. L’utilizzo dell’olio base PurePlus Technology in combinazione con la nostra esclusiva Tecnologia di Detergenza Attiva, ha la proprietà di ridurre la formazione di depositi e aumentare di conseguenza la pulizia del motore e sappiamo che un motore pulito è un motore più performante. Possiamo riassumere i vantaggi in 3 punti fondamentali: 1) +50% di pulizia dei pistoni rispetto allo standard di settore4; 2)Volatilità dimezzata: 10% vs lo standard del 20%5; 3)fino al 3% di risparmio di carburante rispetto allo standard di settore sulla base della sequenza di test ACEA M111 e sulla base di test diretti effettuati dagli OEM.

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People

di Maurilio Rigo

Flotte

sicure

Dimostrare che la sicurezza dei propri clienti è una delle priorità nella gestione delle flotte può rivelarsi una strategia vincente per affermarsi in un settore combattuto come quello della conduzione del parco auto. Viaggiare a bordo di un’auto considerata sicura, oltre ad essere un chiaro vantaggio, contribuisce ad aumentare il senso di fiducia nel cliente. Insomma non è più sufficiente offrire delle vetture alla moda o piene di accessori e gadget quando poi nel malaugurato caso di un incidente si dimostrano più vulnerabili di altre. Negli Stati Uniti a mettere alla “sbarra” le varie auto presenti sul mercato ci pensa la “National Highway Traffic Safety Administration”, organizzazione indipendente tra le più attive al mondo che dal 1970 si occupa di sicurezza stradale mentre in Europa l’ente di riferimento è l’Euro NCAP (Eu-

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ropean New Car Assessment Programme). L’organizzazione europea effettua regolarmente i crashtest e offre ai consumatori una valutazione indipendente e oggettiva delle prestazioni di sicurezza su alcune delle vetture più vendute nel Vecchio Continente. Fondato nel 1997 e ormai sostenuto da sette Governi europei e dalle associazioni di consumatori e di automobilisti di tutti i paesi dell'Unione Europea, Euro NCAP è diventato rapidamente un catalizzatore di iniziative mirate alla promozione della sicurezza nella progettazione dei veicoli. Ultimamente poi i criteri per l’assegnazione delle famose stelle (il massimo è rappresentato dalle 5 stelle), sono diventati ancora più restrittivi e dal 2009 è l’unico metodo di valutazione con cui l’organizzazione emette i suoi temuti verdetti.

La valutazione complessiva della sicurezza deriva dai punteggi ottenuti in quattro prove: 1. sicurezza degli adulti 2. sicurezza dei bambini 3. sicurezza dei pedoni 4. Safety Assist. L’assegnazione delle stelle finali si effettua quindi calcolando la media ponderata dei quattro punteggi e verificando, allo stesso tempo, che tutti gli aspetti presi in considerazione rispettino i requisiti minimi. Le prove dinamiche incluse sono identiche a quelle in uso prima del 2009, ad eccezione del test per la protezione dal colpo di frusta nei tamponamenti, aggiunto successivamente. In più, oltre a premiare i sistemi SBR (Seat Belt Reminders), Euro NCAP premia ora anche i limitatori di velocità e la dotazione ESC (Electronic Stability Control) di serie. Dopo questa premessa ecco

invece gli ultimi risultati dei crash test eseguiti da Euro NCAP, che hanno mostrato ottimi risultati per quattro delle cinque auto sottoposte ai test, a cui sono state quindi assegnate le cinque stelle. L’unica vettura che non ha ottenuto il punteggio massimo è stata la Suzuki Celerio che si è fermata alla valutazione di tre stelle, mentre la Bmw Serie 2 Active Tourer, la Nissan Pulsar, la Skoda Fabia e la Tesla Model S hanno ottenuto il punteggio pieno. I risultati dell’ultima sessione di crash test hanno evidenziato l’importanza delle dotazioni di sicurezza attiva, come il controllo elettronico di stabilità che è di serie su tutti i modelli esaminati. Infatti, la Suzuki Celerio è stata penalizzata proprio dalla mancanza dei dispositivi più avanzati, come il regolatore di velocità (in evidenza quello della sportiva elettrica Tesla Model S,


People

capace di segnalare i limiti di velocità locali), l’avvisatore automatico di cambio di corsia (di serie sulla Model S ed a richiesta su Nissan Pulsar e Bmw Serie 2 Active Tourer) e il sistema di frenata di emergenza assistita (di serie sulla Bmw Active Tourer e optional su Nissan Pulsar e Skoda Fabia). I test hanno evidenziato anche alcune carenze in materia di sicurezza passiva per la protezione dei passeggeri in caso di incidente, perfino nelle autovetture che hanno superato il test con il massimo della valutazione delle 5 stelle. La protezione dal colpo di frusta, ad esempio, è risultata molto scarsa per i passeggeri posteriori di Suzuki Celerio e Skoda Fabia, e appena sufficiente per quelli sui sedili anteriori della Nissan Pulsar. A rischio invece la parte inferiore delle gambe negli urti frontali per chi è al volante della Bmw Serie 2 Active Tourer, mentre i livelli di protezione del torace offerti dalla Tesla Model S si sono dimostrati non all’altezza nella più impegnativa prova laterale del palo. Inoltre, nei test di impatto frontale la Model S ha fatto registrare errori del software che regola l’airbag del passeggero, poi però prontamente risolti dalla casa californiana.

Risultati non proprio confortanti inoltre nella protezione dei bambini, dove la compatta Celerio ha mostrato dei limiti nella tutela dei bimbi di tre anni (seggiolino frontemarcia) in caso di urto frontale, mentre per quelli di un anno e mezzo, posizionati con il seggiolino contromarcia, la protezione ha raggiunto il massimo punteggio, con buoni risultati anche per Tesla e Bmw. Le operazioni non proprio semplici per l’installazione del seggiolino hanno finito per influenzare negativamente la valutazione complessiva per Tesla Model S e la Skoda Fabia. Tesla e Nissan poi, pagano pegno anche nella disattivazione dell’airbag lato passeggero. Nel campo dei danni provocati ai pedoni da cofani e paraurti in caso di investimento hanno

messo in evidenza la necessità di intervenire sul margine anteriore del cofano, ed in particolare sulle aree più decentrate, e soltanto la media della Nissan si è distinta in questo settore. Come di consueto poi l'Euro NCAP ha premiato le vetture “Best in Class”, ovvero quelle che nel 2014 si sono distinte rispetto alla concorrenza. La Skoda Fabia è risultata la “supermini” più sicura tra le tredici sottoposte a crash test, nelle “small family” e “small Mpv”, troviamo la Nissan Qashqai e la Volkswagen Golf Sportsvan, mentre tra le “large” si è imposta la Mercedes Classe C. Negli “small off-road 4x4”, invece, la più sicura del 2014 è risultata la Land Rover Discovery Sport, mentre la Lexus NX e la Tesla Model S, sono

le due vetture a energia alternativa più sicure dell'anno. Complessivamente nel 2014 sono stati eseguiti quarantadue crash test, che hanno interessato tredici utilitarie, nove berline compatte, cinque berline medie, sette multispazio piccoli, sei Suv compatti, un Suv large e un veicolo commerciale. “La maggiore diffusione dei sistemi di sicurezza avanzata quali la frenata autonoma e il mantenitore della corsia di marcia ha dichiarato Michiel Van Ratinger, segretario generale Euro NCAP - permetterà una riduzione dei costi di questi dispositivi. Le opportunità d'installazione di serie a costi abbordabili di questi dispositivi saranno più elevate, anche per vetture di segmenti inferiori”.

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Future

Tanto piccola quanto internazionale, Ginevra non si specchia solo nel suo lago ma anche nel Salone dell’Automobile che quest’anno è stato di nuovo un’esplosione di novità, anche per i modelli destinati a giocarsi buona parte delle loro fortune nel mercato flotte. La Francia è ad un passo, l’Italia a due, anche il tedesco in Svizzera è considerato lingua ufficiale e da qui sono partiti gli avi di fondatori di case automobilistiche come Cadillac, Chevrolet o Smart, senza contare che a qualche decina di chilometri ha la sua residenza ufficiale un

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certo Sergio Marchionne. E poi c’è la tradizionale neutralità che trasforma l’expo ginevrino in cioccolata per i costruttori, così che, sentendosi a casa loro, non lesinano sulle novità. Andando in ordine alfabetico, nonché numerico, la Serie 1 si è presentata con i motori 3 cilindri e la Serie 2 Gran Tourer: un monovolume BMW a 7 posti, chi l’avrebbe mai detto fino a qualche anno fa? Il marchio DS si smarca definitivamente da mamma Citroën e ha mostrato il restyling della DS 5 con nuova “mise” mentre la cugina Peugeot ha messo in campo la 208

con una cascata di Led per le luci, più sicurezza e motori Euro6 che percorrono fino a 30 km con un litro. La Fiat Panda diventa ancora più sbarazzina con l’allestimento K-Way e, se la Lancia Ypsilon ha festeggiato i suoi 30 anni, la 500 guarda alle origini con la Vintage ’57. Per una Fiat 500X che si guadagna il cambio DCT sulla 1.4 MultiAir da 140 cv, c’è una Jeep Renegade con lo stesso motore con 170 cv, 4x4 e cambio automatico a 9 rapporti. Entrambe avranno nella rediviva Honda HR-V e nella Mazda CX3 due valenti avversarie, pezzi

di un’offensiva davvero massiccia che vede, da un lato, anche il restyling della CR-V con il nuovo diesel 1.6 da ben 160 cv e la nuova Jazz, dall’altro il restyling di CX-5 e Mazda6. Anche Hyundai non scherza: la i30 e la i40 hanno ancora di più per entrare nelle policy di aziende e società e la Tucson prende il posto della ix35 tornando a chiamarsi come prima. Anche la cugina Kia ha nel nuovo 3 cilindri mille da 120 cv per la cee’d e nel cambio DCT a 7 rapporti nuovi motivi di interesse, mentre con la Sportspace prepara la Optima di prossima


Future

di Nicola Desiderio

Le flotte sul lago di Ginevra La 85ma edizione del salone svizzero dell’automobile ha regalato innumerevoli novità anche per il mercato delle auto aziendali in tutte le sue espressioni: dal segmento delle compatte a quello delle medie, dalle piccole ai crossover passando anche per i veicoli commerciali. generazione che si annuncia più sportiveggiante e finalmente anche con una variante Wagon. Mosse analoghe da parte di Toyota che ha rinnovato Auris e Avensis dando loro i diesel BMW e più sicurezza. Le medie dunque mettono appetito, anche per merito di Passat che diventa Alltrack ovvero una Variant a ruote alte. La casa di Wolfsburg fa diventare GTD anche la Golf Variant, rinfresca la Sharan e ha presentato la nuova Touran, primo monovolume su piattaforma MQB. Ma la novità più interessante viene dal ramo ceco con la Skoda

Superb, dallo stile più aggressivo ed elegante che mai, per recitare un ruolo da protagonista nel mercato flotte. Per conquistarne la fetta che le spetta, anche il gruppo Jaguar Land Rover ce la sta mettendo tutta. La Range Rover Evoque con i fari a Led, sistemi di assistenza alla guida e i nuovi diesel Ingenium 2 litri da 150 cv e 180 cv è un passo ulteriore verso le policy aziendali. Lo stesso faranno la Infiniti con la QX30, concept del crossover compatto che presto vedremo sulle strade, e la Nissan Sway, cartolina che arriva dal

futuro e che raffigura l’auto di segmento B chiamata ad essere la nuova Micra. Ha fatto il suo debutto la Opel Karl, l’arma un po’ più corta della Corsa per la casa di Russelsheim. Chi invece sale è Renault che ha dato alla fortunata Captur una sorella più grande: si chiama Kadjar ed è l’inedito crossover compatto della Losanga. E per chi con le auto deve solo lavorarci o non guarda troppo i fronzoli? Ginevra ne ha avute anche per loro con l’atteso Mitsubishi L200 di quinta generazione (diesel 2.4 da 154 cv o 180 cv) e le

nuove Fiat Doblò e Citroën Berlingo, per il lavoro, lo svago e qualunque esigenza di spazio con un look, dotazioni, comfort e motori sempre più vicini a quelli delle automobili, ma con costi di acquisto e gestione più contenuti. Viene dunque confermata l’attenzione crescente delle case verso le flotte mettendo a disposizione di aziende e società di noleggio prodotti sempre più vicini alle loro esigenze, anche attraverso versioni specifiche. Ecco perché Ginevra, come ogni motor show, è sempre di più fleet show.


La macchina dei numeri

di Alessandro Palumbo

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società 2 mesi 2015 13.372 2.571 2.453 2.002 1.897 1.698 1.677 1.658 1.606 1.569 1.343 1.226 1.145 1.129 1.052 776 753 676 661 660 419 416 391 378 319 257 213 164 153 142 134 92 84 49 46 40 38 33 25 18 12 10 6 5 4 9 43.381

marca FIAT LANCIA VOLKSWAGEN AUDI TOYOTA BMW PEUGEOT RENAULT OPEL NISSAN MERCEDES LAND ROVER CITROEN FORD ALFA ROMEO JEEP MINI KIA SMART VOLVO SKODA HYUNDAI PORSCHE DS DACIA SEAT MAZDA SUZUKI SUBARU HONDA MITSUBISHI MASERATI LEXUS ISUZU ABARTH JAGUAR INFINITI SSANGYONG FERRARI MAHINDRA TATA CHEVROLET TESLA LAMBORGHINI GREAT WALL ALTRE Totale

Elaborazioni Centro Studi UNRAE

2 mesi 2014 11.632 2.125 1.837 2.014 2.295 2.336 2.092 1.179 1.948 1.231 1.211 944 866 1.164 788 263 942 290 1.295 955 390 538 267 316 241 471 248 106 92 135 135 113 96 56 47 74 14 50 15 11 20 149 5 6 22 12 41.036

var % 15,0% 21,0% 33,5% -0,6% -17,3% -27,3% -19,8% 40,6% -17,6% 27,5% 10,9% 29,9% 32,2% -3,0% 33,5% 195,1% -20,1% 133,1% -49,0% -30,9% 7,4% -22,7% 46,4% 19,6% 32,4% -45,4% -14,1% 54,7% 66,3% 5,2% -0,7% -18,6% -12,5% -12,5% -2,1% -45,9% 171,4% -34,0% 66,7% 63,6% -40,0% -93,3% 20,0% -16,7% -81,8% -25,0% 5,7%

peso % 2015 30,8% 5,9% 5,7% 4,6% 4,4% 3,9% 3,9% 3,8% 3,7% 3,6% 3,1% 2,8% 2,6% 2,6% 2,4% 1,8% 1,7% 1,6% 1,5% 1,5% 1,0% 1,0% 0,9% 0,9% 0,7% 0,6% 0,5% 0,4% 0,4% 0,3% 0,3% 0,2% 0,2% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0%

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società - top 20 n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

62

marca FIAT FIAT LANCIA FIAT FIAT FIAT VOLKSWAGEN MINI TOYOTA VOLKSWAGEN NISSAN OPEL ALFA ROMEO TOYOTA LAND ROVER PEUGEOT ALFA ROMEO SMART RENAULT JEEP Totale

Carfleet 58 aprile 2015

modello PANDA PUNTO YPSILON 500 500L 500X GOLF MINI YARIS POLO MICRA CORSA GIULIETTA AYGO RANGE EVOQUE 208 MITO FORTWO CLIO RENEGADE

2 mesi 2015 4.724 3.369 2.514 2.178 1.108 990 829 753 707 673 648 601 589 579 568 483 462 437 434 409 43.381

peso % 10,9% 7,8% 5,8% 5,0% 2,6% 2,3% 1,9% 1,7% 1,6% 1,6% 1,5% 1,4% 1,4% 1,3% 1,3% 1,1% 1,1% 1,0% 1,0% 0,9% 100,0%

n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT LANCIA FIAT SMART FIAT MINI NISSAN TOYOTA TOYOTA VOLKSWAGEN PEUGEOT FIAT OPEL AUDI BMW ALFA ROMEO RENAULT BMW LAND ROVER TOTALE

peso % 2014 28,3% 5,2% 4,5% 4,9% 5,6% 5,7% 5,1% 2,9% 4,7% 3,0% 3,0% 2,3% 2,1% 2,8% 1,9% 0,6% 2,3% 0,7% 3,2% 2,3% 1,0% 1,3% 0,7% 0,8% 0,6% 1,1% 0,6% 0,3% 0,2% 0,3% 0,3% 0,3% 0,2% 0,1% 0,1% 0,2% 0,0% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,4% 0,0% 0,0% 0,1% 0,0% 100,0%

Elaborazioni Centro Studi UNRAE modello PUNTO PANDA YPSILON 500 FORTWO 500L MINI QASHQAI AYGO YARIS GOLF 208 FREEMONT CORSA A3 X1 MITO MEGANE SERIE 3 RANGE EVOQUE

2 mesi 2014 3.921 3.736 1.894 1.698 1.295 985 942 747 728 710 605 594 568 494 491 459 455 434 418 397 41.036

peso % 9,6% 9,1% 4,6% 4,1% 3,2% 2,4% 2,3% 1,8% 1,8% 1,7% 1,5% 1,4% 1,4% 1,2% 1,2% 1,1% 1,1% 1,1% 1,0% 1,0% 100%


Profit

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società di noleggio

Elaborazioni Centro Studi UNRAE

2 mesi 2015

2 mesi 2014

var %

peso % 2015

peso % 2014

FIAT

19.286

13.855

39,2%

30,0%

32,1%

PEUGEOT

4.102

2.207

85,9%

6,4%

5,1%

VOLKSWAGEN

3.819

3.065

24,6%

5,9%

7,1%

RENAULT

3.285

1.581

107,8%

5,1%

3,7%

FORD

3.241

2.644

22,6%

5,0%

6,1%

BMW

3.181

2.944

8,1%

4,9%

6,8%

AUDI

3.152

3.153

0,0%

4,9%

7,3%

SMART

2.988

1.324

125,7%

4,6%

3,1%

OPEL

2.622

1.621

61,8%

4,1%

3,8%

LANCIA

2.608

2.288

14,0%

4,1%

5,3%

NISSAN

2.583

318

712,3%

4,0%

0,7%

CITROEN

2.247

1.576

42,6%

3,5%

3,7%

MERCEDES

2.175

1.805

20,5%

3,4%

4,2%

JEEP

1.732

103

1581,6%

2,7%

0,2%

ALFA ROMEO

1.662

654

154,1%

2,6%

1,5%

VOLVO

1.164

528

120,5%

1,8%

1,2%

SKODA

853

750

13,7%

1,3%

1,7%

TOYOTA

812

664

22,3%

1,3%

1,5%

DS

434

242

79,3%

0,7%

0,6%

LAND ROVER

371

366

1,4%

0,6%

0,8%

SEAT

366

266

37,6%

0,6%

0,6%

MINI

324

210

54,3%

0,5%

0,5%

KIA

251

70

258,6%

0,4%

0,2%

DACIA

238

15

1486,7%

0,4%

0,0%

HYUNDAI

200

330

-39,4%

0,3%

0,8%

MAZDA

142

129

10,1%

0,2%

0,3%

MITSUBISHI

89

29

206,9%

0,1%

0,1%

PORSCHE

81

67

20,9%

0,1%

0,2%

ABARTH

80

2

3900,0%

0,1%

0,0%

LEXUS

45

17

164,7%

0,1%

0,0%

SUZUKI

37

14

164,3%

0,1%

0,0%

MASERATI

22

25

-12,0%

0,0%

0,1%

SUBARU

20

95

-78,9%

0,0%

0,2%

HONDA

18

27

-33,3%

0,0%

0,1%

INFINITI

18

8

125,0%

0,0%

0,0%

JAGUAR

10

66

-84,8%

0,0%

0,2%

ALTRE

5

82

-93,9%

0,0%

0,2%

Totale

64.263

43.140

49,0%

100,0%

100,0%

marca

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società di noleggio - top 20 n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT FIAT LANCIA SMART FIAT RENAULT ALFA ROMEO VOLKSWAGEN PEUGEOT JEEP PEUGEOT FORD BMW AUDI SMART NISSAN FORD VOLKSWAGEN NISSAN Totale

modello PANDA 500L 500 YPSILON FORFOUR PUNTO CLIO GIULIETTA GOLF 308 RENEGADE 208 FOCUS SERIE 3 A4 FORTWO MICRA C-MAX POLO QASHQAI

2 mesi 2015 6.256 5.671 4.003 2.565 2.111 1.714 1.643 1.634 1.491 1.479 1.341 1.328 1.105 1.089 981 877 821 812 791 780 64.263

peso % 9,7% 8,8% 6,2% 4,0% 3,3% 2,7% 2,6% 2,5% 2,3% 2,3% 2,1% 2,1% 1,7% 1,7% 1,5% 1,4% 1,3% 1,3% 1,2% 1,2% 100%

n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT FIAT FIAT LANCIA SMART FORD BMW AUDI CITROEN VOLKSWAGEN RENAULT MERCEDES VOLKSWAGEN PEUGEOT AUDI VOLKSWAGEN MERCEDES PEUGEOT BMW TOTALE

Elaborazioni Centro Studi UNRAE modello PANDA 500L 500 PUNTO YPSILON FORTWO FOCUS SERIE 3 A3 C4 GOLF CLIO CLASSE A PASSAT 208 A4 POLO CLASSE B 308 SERIE 1

2 mesi 2014 5.524 2.713 2.543 2.189 2.108 1.324 1.267 1.249 1.234 1.206 1.176 727 726 700 672 649 649 600 549 544 43.140

peso % 12,8% 6,3% 5,9% 5,1% 4,9% 3,1% 2,9% 2,9% 2,9% 2,8% 2,7% 1,7% 1,7% 1,6% 1,6% 1,5% 1,5% 1,4% 1,3% 1,3% 100%

Carfleet 58 aprile 2015

63


Prezzi settore automotive

di Alessandro Palumbo

Auto nuove

Spese di esercizio

variazione % vs mese anno precedente

variazione % vs mese anno precedente

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Assicurazioni

Manutenzione e riparazione

variazione % vs mese anno precedente

variazione % vs mese anno precedente

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Carburanti e lubrificanti

Ricambi e accessori

variazione % vs mese anno precedente

variazione % vs mese anno precedente

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

64

Carfleet 58 aprile 2015




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